DM oggetti Design Magazine N.19

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JOHNSONS INTERNATIONAL NEWS ITALIA | LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE 2015 | ANNO V | NUMERO 19

AUX Aud$ 9,00 - AUT Á 6,00 - BE Á 5,50 - F Á 8,00 - D Á 7,00 - LUX 5,50 - PTE CONT. Á 5,00 - UK £ 4,50 - E Á 5,00 - USA $ 9,00 - CH CT CHF 7,00 - RC CHINA - HONG KONG

Struttura ideata da Marco Balich per EXPO 2015 in collaborazione con lo studio Giò Forma

ALBERO DELLA VITA MOSTRE&MUSEI. TRIENNALE DESIGN MUSEUM. ARTS&FOODS> LA BIENNALE DI VENEZIA 2015> IL TESORO D’ITALIA A EXPO> SMART FACTORY. I FRATELLI COPPO DI SAMBONET> PADIGLIONE ITALIA> PADIGLIONE GERMANIA> I RISTORANTI EATALY A EXPO> INTAVOLA. ALESSI> SAMBONET LUXURY> ROSENTHAL> VILLEROY&BOCH> MODIGLIANI> LIVING&LIGHTDESIGN. CARLO MORETTI> GIOVANNI RASPINI> L’OCA NERA> CONCEPT STORE CARLO MORETTI VIA SPIGA 48> RICHARD GINORI A MILANO WWW.OGGETTIDESIGNMAGAZINE.IT


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MUSEI&MOSTRE 14

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Triennale Design Museum Expo 2015. Arts&Foods. Rituali dal 1851 Un progetto di Germano Celant La Biennale di Venezia 56° Esposizione Internazionale d’Arte All the world’s Futures

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Glasstress Gotika a Venezia In mostra a Palazzo Franchetti e nella fornace Berengo di Murano La Casa degli Atellani e la Vigna di Leonardo A Milano in Corso Magenta Il tesoro d’Italia a Eataly Expo 2015 Una mostra ideata da Oscar Farinetti e curata da Vittorio Sgarbi Il 59° Premio Faenza al MIC Museo Internazionale della Ceramica

SMART FACTORY 54 58 62 64

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Sambonet Paderno Industrie I fratelli Coppo Padigione Italia a Expo 2015 Padiglione Germania a Expo 2015 Future Food District Al Padiglione Italia il Supermercato del futuro progettato da Carlo Ratti Italy is Eataly a Expo 2015 I Ristoranti Eataly dedicati alle biodiversità delle Regioni italiane

Sommario

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via della spiga 48 milano


ARMONIA SULLA TAVOLA Floreana e For Me…....just for You


Le collezioni Floreana e For Me in una perfetta combinazione di stile. Le linee chiare e il decoro bianco dallo stile puro rendono For Me il servizio perfetto per ogni occasione, dallo snack del mattino, al brunch sino alla serata di tapas con gli amici. Per uno speciale tocco di colore alla vostra tavola, perfetta la combinazione con il colorato design oreale della collezione Floreana. Villeroy&Boch, Arti della Tavola, Via Montebello 35, 20121 Milano tel. 02 655 84 928 3 WWW.VILLEROY-BOCH.COM


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Gruppo Sambonet Main partner Eataly per Expo 2015 Sambonet Luxury Collection Alessi Il Bel Design del quotidiano Villeroy&Boch Country Chic Modigliani Ceramica ad arte

LIVING&LIGHT DESIGN 94 102 106 110 116 118 122

La luce di Carlo Moretti I Sistemi di seduta di Minotti La Torre medievale di Giovanni Raspini L’Oca Nera Home Collection Il design nella luce di Alessi MyLed La buona luce al servizio dell’uomo Rosenthal Long Tradition. Young Creation

CHRISTMAS TIME 126 Il Natale di Alessi 128 Villeroy&Boch Christmas Collection 132 Hutschenreuther Winter Mood

CONCEPT STORE 136 Carlo Moretti a Milano da Duvetica in via Senato e da Carlo Moretti in via Spiga 140 Casa Richard Ginori in via Brera a Milano 144 Indirizzi Aziende e Fiere

Sommario

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO

beauty to be treasured for ever

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE FOCUS ON ROSENTHAL

ROSENTHAL TAC SKIN GOLD (2015) SU FORMA TAC (1969) DI WALTER GROPIUS Il celebre servizio “TAC” di Rosenthal è stato disegnato da Walter Gropius nel 1969, famoso architetto e designer tra i fondatori del Bauhaus. L’originario servizio da tè, al quale nel tempo si è aggiunto il servizio tavola, è un’icona del design internazionale di assoluta attualità, tanto che Rosenthal ne ha recentemente ampliato la serie con un nuovo decoro grafico realizzato in oro, “TAC Skin Gold”, una creazione del team creativo di Rosenthal, risultato di una tecnica di rifinitura multipla in grado di donare alle superfici un raffinato rilievo. Realizzate tramite serigrafia, le piccole tessere sovrapposte del decoro formano un mosaico che può estendersi all’intera superficie del piatto oppure emergere sui bordi.


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CARLO MORETTI “Drima”, lampada da terra con corpo illuminante in Cristallo di Murano, struttura metallica in ferro verniciato antracite. Design di Carlo Moretti con intervento di Paolo Martinuzzi, 1984. www.carlomoretti.com

DM Oggetti Design Magazine Luglio Agosto Settembre 2015 REDAZIONE Direttore Responsabile Stefania Bosco di Camastra s.bosco@johnsons.it Relazioni Esterne Elisabetta Palma elisabetta.palma@johnsons.it

EDITORE Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano Tel 02 4398 2263 Presidente Amministratore Delegato Achille Palma

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Collaboratori in Redazione Peppa Buzzi, Mariella Orlando, Olga Di Bartolo, Paola De Toma, Giovanni Vantaggi Trend Tessuti Nena Mazza Fotografi Archivio Aziende Gianandrea Piras Stylist Valentina Piras

Produzione Gionata Caimi

Distributore Esclusivo Estero Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano Tel 02 4398 2263 Stampa Reggiani Spa - Brezzo di Bedero Servizio Abbonamenti Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano elisabetta.palma@johnsons.it

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO

EXPO 2015 ARTS&FOODS Rituali dal 1851 IDEATA PER EXPO 2015 E CURATA DA GERMANO CELANT CON LA REGIA ARCHITETTONICA DI ITALO ROTA, QUESTA MONUMENTALE MOSTRA RIPERCORRE LA STORIA DELLE ESPOSIZIONI UNIVERSALI DALLA PRIMA EDIZIONE, SVOLTASI A LONDRA NEL 1851, ATTRAVERSO 1.500 OPERE D’ARTE ESPRESSIONE DI RITI E MITI LEGATI ALL’ALIMENTAZIONE TESTO A CURA DI ROSSELLA CRIPPA E CLAUDIA TORDINO FOTO ARCHIVIO TRIENNALE DESIGN MUSEUM/© ATTILIO MARANZANO

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oncepita in contrappunto creativo rispetto al tema di Expo 2015 - Nutrire il pianeta. Energia per la vita - la mostra Arts&Foods. Rituali dal 1851, in corso alla Triennale di Milano, indaga la multiforme relazione tra le arti e il cibo attraverso la storia delle Esposizioni Universali. Allestita negli spazi interni ed esterni della Triennale - 7.000 mq tra edificio e giardino - “Arts&Foods” mette in risalto la varietà di linguaggi visivi e plastici, oggettistici e ambientali che, dal 1851 (anno della prima Esposizione Universale a Londra), hanno ruotato intorno alle tematiche alimentari e conviviali. Con una prospettiva stratificata e plurisensoriale, “Arts&Foods” - a cura di Germano Celant e con l’allestimento dello Studio Italo Rota - cerca di documentare gli sviluppi e le soluzioni adottate per relazionarsi al cibo grazie agli strumenti di cucina, alla tavola imbandita, ai cambiamenti nel settore della ristorazione e a quelli avvenuti mediante il prolificarsi dei viaggi e, infine, alla progettazione di edifici dedicati ai rituali dell’alimentazione e della sua produzione. Il tutto si presenta nell’ intreccio indissolubile di opere di artisti, scrittori, film makers, grafici, musicisti, fotografi, architetti e designers che, dall’Impressionismo fino alle Avanguardie storiche e alle ricerche più attuali, hanno contribuito allo sviluppo del consumismo alimentare. Una raccolta e un viaggio nel tempo che riflette in modo creativo il tema dell’Esposizione Universale di Milano 2015, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, attraverso oltre 1.500 opere prestate da musei, istituzioni pubbliche e private, artisti e collezionisti internazionali.

TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO ARTS&FOODS. RITI DAL 1856 In queste pagine: in primo piano, installazione “The GFT Fish” di Frank Ghery (1985-1986), Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino; deposito a lungo termine, Fondazione Marco Rivetti, e installazione “Bread House” di Urs Fischer (2004/06), realizzata con mattoni di pane, travi di ciabatta e infissi di baguette. Photo © Attilio Maranzano

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15 ambienti dedicati ai luoghi del cibo - cucina, sala da pranzo, bar, aree pic-nic, supermarket, catering per aereo e stazioni spaziali - documentano il rapporto tra le arti e i riti dell’alimentazione

EXPO 2015 ARTS&FOODS In queste pagine: sopra, “Sleeping Dogs” di D. Oppenheim, (1997), Collezione privata, Genova; “Bread House” di U.Fischer, Collezione privata, Atene; sulla parete, fotografie di scaffali di un supermarket “99 Cent II” di A. Gursky (2000), Duesseldorf, e “Igloo di pane” di Merz (1989), Collezione Merz, Torino. Qui a destra, “VOSTOK, COSMOS” 2104 Capsula Spaziale, Bologna Fiere SpA. “Children’s Paintings” 93 disegni, di Andy Warhol (1983), Mugrabi Collection, New York. “Pavilion Les Jours meilleurs” di Jean Prouvé (1956), Collection Maja Hoffmann, Heillecourt. “Rotoliving” di Joe Colombo, Accademia Carrara, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.

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ome ha dichiarato lo stesso curatore, Germano Celant, “Arts&Foods” coinvolge tutti i media e linguaggi: dalla pittura alla scultura, dalle installazioni ai videoart, dalla fotografia al cinema e alla pubblicità, dal design all’architettura, dalla musica e alla letteratura. L’esposizione copre dunque un arco temporale che si estende dal 1851 fino all’ingresso nella modernità e pone l’accento sulla creazione di ambienti dedicati agli spazi del convivio, attraverso non solo un’indagine privata, ma anche pubblica - dalla sala da pranzo alla cucina, dal bar al cibo da viaggio fino al catering per l’aereo e le stazioni spaziali - in cui arredi, oggetti, elettrodomestici e opere d’arte creano un’ambientazione di forte impatto visivo e sensoriale. Siamo di fronte a un panorama mondiale che si propone di intrecciare estetica e progetto, valorizzando i riti della nutrizione e utilizzando una serie di mezzi di comunicazione atti ad attraversare il tempo nelle diverse aree culturali. Fin dalla prima sala si resta coinvolti e affascinati dalla perfetta sincronia di tutti gli accostamenti tra mobili, suppellettili, affiches e opere d’arte, dal ritorno al classico nelle nature morte e nelle diverse interpretazioni del reale di Monet, De Nittis, De Chirico, Morandi, Casorati, Max Weber o dalla scomposizione della forma delle avanguardie espressioniste, cubiste

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Dalla tecnologia al design industriale, il nucleo tematico 1976-2015 analizza il rapporto musica/cibo, architettura/design, bulimia/anoressia/fame nel mondo, moda e cibo, cuochi

e futuriste di Kirchner. Oltre a Braque, Picasso, Leger, Boccioni, Severini, Juan Gris e Depero, anche le sculture di ceramica di Melotti e Fontana supportano il tema dell’alimentazione, pervasivo e globale di Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Nature morte prestigiose e dipinti en plain air vanno dall’Impressionismo al Divisionismo, dalle Avanguardie storiche alla Pop Art, quando si arriva alle Compbell soup di Warhol, alle due grandi opere di Wasselmann e poi a Lichtenstein, Oldenburg, e ancora a Richard Indiana, Oppenheim, George Segal con un omaggio scultura a Cézanne, a Schifano, Rotella, Sandy Skoglund, alla Beecroft con le sue modelle a tavola e poi alla Casa di pane di Urs Fischer, Igloo di pane di Merz, Pane Alfabeto di Penone o all’installazione a parete di Kounellis coi bilancini odorosi di polvere di caffè, ai grandi quadri di Koons, un’ Ultima cena di Marina Abramovic, Patriotic Banquet di Miralda con riso colorato che forma bandiere e, tra altro, all’enorme Pesce di Frank O. Gehry. Ne consegue una “narrazione” spettacolare, incisiva e sorprendente che colloca le arti visive e il design industriale in un contesto storico, sociologico e antropologico di ricomposizione degli ambienti conviviali pubblici e privati, borghesi e operai, con i rispettivi arredi e opere d’arte. 17


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EXPO 2015. ARTS&FOODS In queste pagine: nei giardini della Triennale, “Daddies Tomato Ketchup Inflatable” di Paul McCarthy, (2007), Courtesy of the artist and Hauser&Wirth, Londra/Zurigo; al centro, “Florian and Kevin” di Sarah Lucas, 2013, Londra, Courtesy Sadie Coles HQ; “Piano Antico Table” di Renzo e Matteo Piano, Riva 1920, e “Bagni Misteriosi” di Giorgio de Chirico (1972,73). “Volskwagen Samba 23 Vetrini” (1961), C.M.A.E. Club Milanese Autoveicoli d’Epoca, Milano, (all’interno) camicie e tessuti originali anni ’60-’70, Collezione I. Rota. A destra, “Mobilier Cuisine Atelier Le Corbusier Type 1” di Le Corbusier (1955), Centre Pompidou Parigi, Musée national d’art moderne / Centre de création industrielle, “Nature morte au hachoir” di Le Corbusier (1928), Fondation Le Corbusier, e still del documentario Architecture d’aujourd’hui (1930).

Stazioni musicali e olfattive scandiscono il percorso espositivo. Un itinerario è stato studiato apposta per bambini e adolescenti con giocattoli, fumetti e animazioni dedicate

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na sezione è dedicata ai poli opposti della fame nel terzo mondo, con le foto di Don McCullin sulla carestia del Biafra, e all’opulenza con rielaborazioni del logo di McDonald di Tom Sacks in Nutsy’s McDonald e Wen the world ends dei fratelli Chapman, fino al disgusto per il cibo negli Still life di Cindy Sherman con iperealistico cibo avariato o i Tableaux vivant di Peter Witkin, realizzati con parti di cadaveri. “Arts&Foods” è, insomma, un’ esposizione complessa e pervasiva - tra tavole d’artista imbandite e strumenti da pic-nic, tra allestimenti di bar ed elettrodomestici - che rimanda ai tanti cerimoniali di ieri e di oggi, legati alle tecnologie, all’ industria e ai mass media. È una proposta extra ordinaria, diversificata, che apre una punto di vista originale e onnicomprensivo sia nella narrazione storica sia nell’ identità del nostro essere contemporanei. Non sono trascurati, infine, intrecci e contaminazioni nel campo della moda, della musica e del cinema, con ampia documentazione che attinge anche dai contenuti della mostra annuale organizzata dal Triennale Design Museum e denominata quest’anno Cucina&Ultracorpi - ideata sempre da Germano Celant, con l’allestimento di Italo Rota, in svolgimento al primo piano della Triennale fino a febbraio 2016. L’ingresso ad “Arts&Foods” - aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 23.00 fino al 1°novembre 2015 - è incluso nel biglietto di Expo 2015. www.triennale.org 18


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS MOSTRE

GLASSTRESS GOTIKA A VENEZIA In questa pagina: a sinistra in alto, “Steam I” dei giovani artisti russi Recycle Group (2015), e, in basso, “Illusion of Desappearance of Fullness” di Ivan Plasch, 2015 (© Francesco Allegretto). Sopra, “Hurt Locker”, dell’australiana Penny Byrne, 2015 (© Francesco Allegretto): un’intepretazione contemporanea dell’armatura medievale, realizzata in vetro e metallo.

Glasstress Gotika a Palazzo Franchetti 50 ARTISTI DA 20 NAZIONI PER LA COLLETTIVA “GLASSTRESS” ALLESTITA NELL’ANTICO PALAZZO FRANCHETTI SUL CANAL GRANDE E NELLA FORNACE BERENGO DI MURANO TESTO DI OMBRETTA BERTINI FOTO COURTESY FONDAZIONE BERENGO / GLASSTRESS 2015 GOTIKA

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ra i più importanti eventi collaterali della Biennale producendo opere meravigliose e di grande attualità ma di Venezia, Glasstress 2015 Gotika è una collettiva con un profondo background storico come la sorprendente promossa dal Museo Hermitage di San Pietroburgo colonna colorata di Parcale Marthine (Tayou-Cameroon) e organizzata dalla Fondazione Berengo. “Glasstress” formata da tegami uno rovesciato sull’altro in un crescendo riunisce opere medievali in vetro e altri oggetti provenienti di colori, o il candelabro gigante sommerso da perle dalla collezione dell’Hermitage che mai o raramente sono stati policrome cadenti a pioggia della statunitense Pethan esposti al pubblico, accanto a opere d’arte contemporanea Coyne di Oklahoma City (USA) o ancora i teschi in vetro create in vetro nella fornace Berengo di Murano. Agli oltre dei fratelli Chapman e le marionette di Wael Shawky. 50 artisti invitati, provenienti da più di 20 nazioni, è stato Allestita nell’antico Palazzo Franchetti affacciato sul chiesto di rispondere ai concetti propri del Gotico nelle Canal Grande e in un’antica fornace di Murano, sede loro creazioni in vetro per una magnifica esplorazione dell’esposizione permanente della Fondazione Berengo, dell’effetto che questo stile, così caratteristico del Medioevo, nel 2016 “Glasstress Gothika” sarà trasferita al museo ha avuto sulla coscienza e sull’arte contemporanea. Molti “Hermitage” di San Pietroburgo, dove sarà affiancata ai di loro si sono confrontati con il vetro per la prima volta, più grandi tesori in vetro della Russia. www.glasstress.org

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE LA BIENNALE DI VENEZIA 2015

LA BIENNALE DI VENEZIA. PADIGLIONE GIAPPONE In queste pagine: installazione “The key in the hand” dell’artista giapponese Chiharu Shiota (2015) consistente in un mare di fili rossi dai quali pendono migliaia di chiavi - custodi dei sentimenti, dei segreti, dei luoghi a noi cari - e di due barche di legno che, quasi come mani, raccolgono questa pioggia di memorie individuali. 24


La Biennale di Venezia 56. Esposizione Internazionale d’Arte All the World’s Futures CURATA DAL NIGERIANO OKWUI ENWEZOR, LA 56ª BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA, A 120 ANNI DALLA SUA PRIMA EDIZIONE, METTE IN SCENA LA RIVISITAZIONE STORICA DELL’UTOPISMO COMUNISTA, DEI DIRITTI UMANI E DELL’ARTE COME CONTROCULTURA TESTO A CURA DI MARIELLA ORLANDO FOTO COURTESY LA BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA / COURTESY ARTISTI 25


OGGETTI DESIGN MAGAZINE LA BIENNALE DI VENEZIA 2015

LA BIENNALE DI VENEZIA In queste pagine: “The portrait of Skip Sabanci” di Kutlug Ataman (2014), in alto, e, sulle pareti, “Untitled (Passengers n.129)” di Chris Marker (2008/2010). Sotto, l’ingresso del “Padiglione Centrale” con la scritta “Blues Blood Bruise: musica, sangue e ammaccatura” simbolo del pensiero di questa 56ma edizione insieme alle tele dipinte con drappi neri di Oscar Murillo; installazione “Senza titolo” di Mimmo Paladino (2015), carbone su muro e fusione in alluminio, schermo a cristalli liquidi e vetro resina, elaborato per “Codice Italia”; installazione “JingLing Chronicle Theater Project” (2010-15), schermi montati su lanterne cinesi di Qiu Zhijie.

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igorosa ed emozionante, di grande spessore culturale, questa 56ª edizione della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, è firmata quest’anno dal critico d’arte, scrittore e giornalista nigeriano Okwui Enwezor (Direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera dal 2011 e curatore nel 2002 di una eccellente edizione di Documenta a Kassel) che ha riunito 136 artisti internazionali nella mostra intitolata All the World’s Futures, mettendo in scena comunismo, diritti umani, controcultuta: l’estetica dunque come azione politica. La Mostra forma un unico percorso espositivo che si articola dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, includendo dunque 136 artisti dei quali 89 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi e con 159 nuove produzioni realizzate per questa edizione. Anche quest’anno la Santa Sede partecipa con una mostra allestita nelle “Sale d’Armi”, in quegli spazi che la Biennale ha restaurato per essere destinati a padiglioni durevoli. In Principio… la parola si fece carne è il titolo scelto dal Cardinale Gianfranco Ravasi (Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura) per il Padiglione curato da Micol Forti (Direttore della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani). Il Padiglione Italia in “Arsenale”, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane - è curato quest’anno da Vincenzo Trione, curatore della mostra Codice Italia.

L’intento del curatore Okwui Enwezor è stato quello di convocare le arti e gli artisti da tutte le parti del mondo, e da diverse discipline per creare un “Parlamento delle Forme” internazionale. Una mostra globale dove noi possiamo interrogare, o quanto meno ascoltare, gli artisti provenienti da 53 paesi e molti da varie aree geografiche che ci ostiniamo a chiamare periferiche

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ono invece 44 gli Eventi Collaterali ufficiali ammessi dal curatore e promossi da enti e istituzioni internazionali, che hanno allestito le loro mostre e le loro iniziative in vari luoghi della città. Paolo Baratta, Presidente della Biennale, ci introduce all’edizione di quest’anno partendo da un’attenta analisi della realtà quotidiana. “Oggi il mondo ci appare attraversato da gravi fratture e lacerazioni, da forti asimmetrie e da incertezze sulle prospettive. Nonostante i colossali progressi nelle conoscenze e nelle tecnologie, viviamo una sorta di age of anxiety. E la Biennale torna a osservare il rapporto tra l’arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica, nell’incalzare delle forze e dei fenomeni esterni. Si vuole quindi indagare in che modo le tensioni del mondo esterno sollecitano le sensibilità, le energie vitali ed espressive degli artisti, i loro desideri, i moti dell’animo (il loro inner song). La Biennale ha chiamato Okwui Enwezor - spiega Baratta - anche per la sua particolare sensibilità a questi aspetti.” 27


OGGETTI DESIGN MAGAZINE LA BIENNALE DI VENEZIA 2015

Il Parlamento delle Forme Okwui non pretende di dare giudizi o esprimere una predizione, ma vuole convocare le arti e gli artisti da tutte le parti del mondo e da diverse discipline: un Parlamento delle Forme. Una mostra globale dove noi possiamo interrogare, o quanto meno ascoltare gli artisti provenienti da 53 paesi, e molti da varie aree geografiche che ci ostiniamo a chiamare periferiche. Questo ci aiuta anche ad aggiornarci sulla geografia e sui percorsi degli artisti di oggi, materia questa che è oggetto di un progetto speciale: quello relativo ai Curricula degli artisti operanti nel mondo. Un “Parlamento”, dunque, per una Biennale di varia e intensa vitalità.” Già all’ingresso del Padiglione Centrale è chiaro l’intento del curatore che accoglie il visitatore con una scritta che invita a essere liberi e aperti al Blues Boood Bruise: musica, sangue e ammaccatura insieme a tele dipinte con drappi neri di Oscar Murillo. Una mostra All the World’s Futures, dunque, che tratta del nostro rapporto con la storia globale, pensiero portante anche di Codice Italia, la mostra al Padiglione Italia curata da Vincenzo Trione, che ha chiesto agli artisti di realizzare inedite opere-simbolo, che abbiano il valore di manifesti di poetica e di accompagnare i loro lavori con la creazione di inattesi Archivi della Memoria, ispirati al modello dell’Atlante ordinato dall’artista Aby Warburg alla fine degli anni venti. Il progetto di allestimento del Padiglione, curato da Giovanni Francesco Frascino, dedica a ogni artista una stanza monografica all’interno della quale viene presentata un’opera-manifesto e viene allestito un personale “archivio della memoria”.

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LA BIENNALE DI VENEZIA Das Kapital di Karl Marx (Il Capitale) all’ARENA estando nel Padiglione Centrale dei Giardini si incontra una coinvolgente ARENA, uno spazio attivo dedicato a una continua programmazione interdisciplinare dal vivo. Il cardine di questo programma è l’imponente lettura dal vivo dei tre volumi di Das Kapital di Karl Marx (Il Capitale). Das Kapital diventa così una sorta di Oratorio durante tutti i sette mesi di apertura della Biennale. Concepita dal premiato architetto ghanese-britannico David Adjaye, l’ARENA funge da luogo di raccolta della parola parlata, dell’arte del canto, dei recital, delle proiezioni di film, diventando il foro delle pubbliche discussioni. Prendendo spunto dal rito sikh dell’Akhand Path (una recitazione ininterrotta del libro sacro per la quale si alternano più lettori nell’arco di diversi giorni), Das Kapital è letto da attori come un testo drammaturgico,

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In queste pagine: in alto, dalla pagina di sinistra: “How Not To Be Seen. A Fucking Didactic Educational” del tedesco Hito Steyerl (2013); gli otto autoritratti appesi all’incontrario “Kein Papst ist Avignon” di Georg Baselitz (2014), che rappresentano l’uomo contemporaneo in balia delle circonstanze, incapace di agire, alle “Corderie dell’Arsenale” e l’installazione “China Village Documentary Project” di Wu Wenguang. Nella seconda fila d’immagini, da sinistra: l’installazione “Adventure: Capital” dell’irlandese Sean Lynch; videoinstallazione ambientata “They come to us without a word” di Joan Jonas (USA), centinaia di acquarelli che moltiplicano api, pesci e foglie, pareti di specchio, lampadari e acquiloni in un percorso di otto video con protagonisti bambini, animali e paesaggi, ai “Giardini” e, qui sopra, l’installazione “ARCHE-TYPES. The sound of the word is beyond sense” di MoniKa Bravo nel Padiglione della “Santa Sede”. 29


OGGETTI DESIGN MAGAZINE LA BIENNALE DI VENEZIA 2015 con la regia dell’artista e regista Isaac Julien, accompagnato da una sequenza continua di altre performance orali tra le quali recital di libretti, testi di canti, copioni, ecc. fra i quali segnaliamo quella di Jason Moran, che con il suo STAGED, ha mappato e approfondito il tempo dei canti di lavoro nelle prigioni, nei campi, nelle case o quella di Jeremy Deller che ha esplorato il tema delle condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche, a partire dalla fine del XIX secolo fino ai nostri giorni, basandosi su materiali d’archivio. La mostra-ricerca digitale - non solo digitale Al Padiglione Venezia è in scena l’evoluzione dell’arte del fare con la mostra-ricerca digitale - non solo digitale, dedicata alle applicazioni più recenti dell’alta tecnologia, che incrocia la creatività artistica con le nuove tecnologie, presentando 9 storie esemplari dal Veneto. Nella mostra sono rappresentati i modi in cui i vari processi si sono sviluppati, spiega il curatore Aldo Cibic. “Per citare alcuni esempi, si va dal come si è riusciti a realizzare prodotti d’avanguardia usando tecniche del passato all’ideazione di attrezzature che salvano la vita delle persone, alla possibilità di coniugare social-network e produzione o ancora di essere unici nel produrre oggetti d’uso. A completamento del progetto vengono presentate le testimonianze di coloro che, in diverse parti del mondo (e si tratta di grandi designer, ricercatori di livello internazionale, committenti sofisticati che hanno trovato qui il loro miglior produttore), hanno scelto di lavorare con queste persone, riconoscendo la peculiarità della loro art of making.”

Curata da Aldo Cibic, al Padiglione Venezia è in scena l’evoluzione dell’arte del fare con la mostra-ricerca digitale-non solo digitale dedicata alle applicazioni più recenti dell’alta tecnologia

LA BIENNALE DI VENEZIA In queste pagine: sopra, le sculture “Latent combustion n.1-5” di Monica Bonvicini (2015) e l’installlazione “From the Horde to the Bee” dell’australiano Marco Fusinato (2015), 10.496 pagine di documenti stampati, tavole, banconote, telecamera in timelapse. Qui, a destra, il bookshop della Biennale con luci “IN-EI” di “Artemide” disegnata da Issey Miyake; l’installazione “The Green Pavilion” della russa Irina Nakhova; “Cannone semovente” di Pino Pascali (1965) e “Out of bounds” di Ibrahim Mahama, una delle grandi sorprese arrivate dall’Africa, formato da lunghe pareti di sacchi di juta, un materiale dalle forti valenze simboliche. 30


Progetto Università internazionali La Biennale di Venezia si rivolge con uno speciale progetto a Università, Accademie di Belle Arti, Istituti di Formazione Superiore ed Enti di Ricerca. Nel progetto sono state finora coinvolte 44 Università internazionali, delle quali 17 sono italiane, 15 europee e 12 extraeuropee. Anche per il 2015 è stata messa in campo un’ampia offerta Educational rivolta a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori formati dalla Biennale e si suddividono in Percorsi Guidati con visite di approfondimento, itinerari tematici e Attività di Laboratorio con workshop multimediali, che utilizzano strumenti informatici e attività multidisciplinari, per approfondire il linguaggio dell’arte, della musica, del teatro e della danza, laboratori teorici e pratici, per stimolare la creatività con attività manuali e atelier creativi per coinvolgere le famiglie in iniziative ludico/pratiche. Continua Il Progetto Speciale realizzato tra la Biennale di Venezia e il Teatro La Fenice, con in calendario per la Biennale l’opera lirica Norma di Vincenzo Bellini, diretta da Gaetano d’Espinosa con un nuovo allestimento affidato per regia, scene e costumi all’artista americana Kara Walker. Infine, segnaliamo i premi aggiudicati dalla Giuria Internazionale composta nel 2015 da Naomi Beckwith (USA), Sabine Breitwieser (Austria), Mario Codognato (Italia), Ranjit Hoskote (India), Yongwoo Lee (Corea del Sud), che ha attribuito il Leone d’Oro alla Carriera all’artista ghanese El Anatsui, il più importante artista africano attivo oggi nel continente, e il Leone d’Oro Speciale per l’attività svolta a favore delle Arti a Susanne Ghez, e il Leone d’ Argento all’artista promettente coreano Im Heung-Soon.

Sono 44 gli Eventi Collaterali ufficiali ammessi dal curatore e promossi da enti e istituzioni internazionali, che hanno allestito le loro mostre e le loro iniziative in diversi luoghi della città

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE LA BIENNALE DI VENEZIA 2015

Emozionante e rigorosa, con opere di grande impatto formale e sperimentale, questa 56ma Biennale d’Arte di Venezia, curata da Okwi Enwezor, riunisce 136 artisti internazionali e ritualizza Carl Marx, per parlare di politica e di conflitti sociali ma anche di nuovi orizzonti

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LA BIENNALE DI VENEZIA In queste pagine: nella pagina a sinistra, le installazioni che aprono all’“Arsenale” il percorso della mostra: “Human nature/ Life death/ Knows doesn’t knows”, luci al neon dove le parole “morte, odio, paura e dolore” si alternano ad altre come “mangiare, piacere, natura” di Bruce Nauman (USA) e “Nympheas”, lame di seghe e coltelli piantati per terra di Adel Abdessemed (Algeria, vive a Londra). Sotto, da sinistra,“Lienzo” di Nicola Samorì (2014), olio su tavolo. In questa pagina, qui a sinistra, “Sound texts” di Charles Gaines (USA) all’ARENA situata al Padiglione Centrale, Giardini. Sopra, a sinistra, “Wrong Way Time” dell’australiana Fiona Hall e, a destra, “Senza titolo” di Claudio Parmiggiani (1997/2015, ferro e vetro).

Sponsors e Donors Sono sempre Aziende d’eccellenza e grandi appassionati d’arte contemporanea gli sponsors della Biennale. Dal 2008 prosegue la collaborazione tra la Biennale di Venezia ed Enel, main sponsor di questa 56ma edizione. Enel promuove dal 2007 Enel Contemporanea, il progetto di arte pubblica che prevede la realizzazione di opere sul tema dell’energia commissionate ad artisti di diverse nazionalità (www.enelcontemporanea.com). Da alcuni anni Enel ha infatti sposato in particolare il linguaggio dell’arte contemporanea per la sua capacità di esprimere e trasmettere i valori di innovazione, attenzione all’ambiente e internazionalità che oggi costituiscono le tre direttrici fondamentali su cui si gioca la sfida di un futuro sostenibile. Di Artemide, che illumina la Biennale in qualità di sponsor, citiamo la presenza sia nel Bookshop della collezione IN-EI, disegnata da Issey Miyake, sia negli speciali cluster di Empatia, testimonianza dell’unione tra innovazione e arte vetraria di Venezia, progettati da Carlotta de Bevilacqua. Anche Illy Caffè, già Official Coffee Partner di Expo e curatore del Cluster dedicato al caffè, è sponsor della Biennale con una esposizione che, da Venezia a Milano e a Trieste, propone un percorso alla scoperta del caffè miscelando arte, viaggio e gusto: l’arte con il reportage fotografico del grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado, l’esperienza del viaggio con la condivisione di immagini di terre in cui nasce il caffè, il gusto attraverso l’assaggio del caffè all’interno della Biennale. Già per il quarto anno consecutivo JTI (Japan Tobacco International) continua a sostenere le attività volte a favorire una maggiore accessibilità dell’esposizione ai visitatore con disagio psico-fisico o sociale delle comunità terapeutiche e dei centri di sostegno. 33


OGGETTI DESIGN MAGAZINE LA BIENNALE DI VENEZIA 2015

LA BIENNALE DI VENEZIA In queste pagine: sopra, “Untitled drumpen” dell’artista tedesca Khatarina Grosse (2015), frammenti di meteorite, blocchi di terra, detriti e stracci come metafora della decadenza della civiltà riscattata dai colori dell’arcobaleno che evocano la rinascita e la speranza. Qui destra, “With the Wind 2015. It’s Your Call. Con il vento 2015. È una tua scelta” del cinese Liu Jiakun, installazione composta da una fila di canne da pesca disposte ad arco, fissate al terreno con l’ausilio di tronchi d’albero orizzontali, con spade appese all’estremità anteriore. I grandi e lunghi tronchi, che fanno da base, simboleggiano la natura; la spada appesa rappresenta la condizione dell’umanità.

Includono le proiezioni della 72. Mostra d’Arte Cinematografica le agevolazioni riservate ai titolari di “CartaFRECCIA” e ai passeggeri che raggiungono Venezia con “Frecciargento” e “Frecciabianca”

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watch è partner della Biennale con il progetto Swatch Faces 2015 e la mostra Art from the World, incentrata sulla collaborazione creativa del marchio con gli artisti contemporanei e sul progetto del grande albergo “The Swatch Art Peace Hotel” a Shanghai. Le dieci aziende promotrici di VEDE Venice Excellence Design - con un totale di 3.800 occupati e 530 milioni di euro di fatturato - sono un modello di rete e sviluppo che supera il distretto ed è applicabile ad altri settori del Made in Italy. Una rete di imprese per promuovere e sostenere l’eccellenza manifatturiera del Triveneto nel design attraverso una sinergia nei campi dell’innovazione e della competenza. Vela gestisce la piattaforma di commercializzazione di servizi per cittadini e turisti Venezia Unica: un city pass unificato che consente di usufruire in modo semplice di un’offerta congiunta che

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comprende i servizi di trasporto pubblico e transfer, parcheggi, musei, chiese, teatri, guide e audioguide, wi-fi e servizi igienici pubblici. Rinnovato anche l’accordo fra il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e la Biennale di Venezia, con agevolazioni riservate ai titolari di “CartaFRECCIA”, la carta fedeltà gratuita Trenitalia e a coloro che raggiungeranno Venezia a bordo dei “Frecciargento” e “Frecciabianca”. Le agevolazioni sono valide anche per le proiezioni della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia, al Lido dal 2 al 12 settembre prossimi, E infine, ricordiamo i numerosi donors, gli International Councils e Organizations e tutte le Fondazioni internazionali, che hanno contributo a far diventare la Biennale di Venezia la più importante mostra d’arte contemporanea del mondo. www.labiennale.org


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LA CASA DEGLI ATELLANI E LA VIGNA DI LEONARDO In questa pagina: sopra, a sinistra, l’ingresso di “Casa degli Atellani” in corso Magenta 65, a Milano, e, a destra, lo studio di Ettore Conti, senatore e ingegnere, primo magnate dell’industria elettrica italiana. La biblioteca e le pareti sono rivestite in boiserie seicentesca di scuola valtellinese. Alle pareti sono appesi quadri del pittore barocco Rosa da Tivoli e di Marten van Valckenborch, pittore fiammingo del tardo Cinquecento. Qui a fianco, “Casa degli Atellani” vista dalla Vigna di Leonardo, in fondo al giardino.

La Casa degli Atellani e la Vigna di Leonardo A MILANO DURANTE EXPO 2015 È APERTA AL PUBBLICO LA “CASA DEGLI ATELLANI”, PALAZZO RINASCIMENTALE CHE CUSTODISCE UN GIOIELLO INEDITO: LA VIGNA DI LEONARDO DA VINCI TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO © FILIPPO ROMANO

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i dice che Milano sia una città che nasconde i suoi tesori della dinastia sforzesca. Situata al numero 65 di corso Magenta, al riparo di cortili e giardini privati: e in un certo senso ”Casa degli Atellani” ha un asset davvero stupefacente: in fondo è proprio così. È il caso di Casa degli Atellani, dimora al giardino c’è ancora parte dell’appezzamento che Ludovico rinascimentale della potente famiglia amica di Ludovico il Moro aveva regalato a Leonardo da Vinci nel 1498, noto il Moro, signore di Milano, che qui, nel comprensorio di Santa oggi come “la vigna di Leonardo”. Sì, perché qui il genio Maria delle Grazie, aveva concentrato la maggior parte dei rinascimentale, che proveniva da una famiglia di vignaioli, suoi più fedeli cortigiani. La visita a “Casa degli Atellani”, aveva piantato le sue viti. Il terreno era più vasto in origine, che sarà aperta al pubblico per tutta la durata di Expo 2015, ma guerre e cambiamenti di proprietà ne hanno ridimensionato prevede un percorso in sette tappe che comprende la corte il perimetro. Non è difficile immaginare Leonardo, amante interna del palazzo e gli ambienti del piano terra per poi uscire della natura, mentre si gode il fresco serale dopo una giornata nel giardino. La dimora è il solo edificio di corso Magenta che passata chino sull’affresco dell’Ultima Cena nella chiesa poco conservi l’aspetto che presentava durante il Rinascimento. Nel distante di Santa Maria delle Grazie. Gli studiosi della Facoltà di 1919, il senatore Ettore Conti ne diventa il proprietario e ne Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università di Milano hanno affida la trasformazione all’architetto Piero Portaluppi, che la analizzato alcuni campioni di terreno ricostruendo il profilo ristruttura cercando di conservarne la storicità, come si vede genetico completo del vitigno, molto simile a un rappresentante nella Sala dello Zodiaco o nella sala dei ritratti di Bernardino Luini, del gruppo delle Malvasie popolare nel Quattrocento: la in cui gli Atellani, devotissimi degli Sforza, avevano riunito “Malvasia di Candia Aromatica”, che è stata ripiantata e quattordici tondi con le fattezze di altrettanti uomini e donne attende la sua prima vendemmia. www.vignadileonardo.com 36


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IL TESORO D’ITALIA A EATALY EXPO 2015 In questa pagina: ispirate dalla Regione italiana di orgine dell’artista, dal Medioevo all’arte contemporanea, circa 350 opere, da Tiziano a Gaetano Pesce, provenienti da chiese, musei, istituzioni e importanti collezioni private, sono state selezionate dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, curatore della mostra a Expo 2015.

Il Tesoro d’Italia a Eataly Expo 2015 VOLUTA DA OSCAR FARINETTI, “IL TESORO D’ITALIA” È STATA CURATA DA VITTORIO SGARBI PER CELEBRARE LE MERAVIGLIE ARTISTICHE DELL’ITALIA CHE HA IL 70% DEL PATRIMONIO MONDIALE TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO ARCHIVIO EATALY EXPO 2015

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el Padiglione di Eataly la mostra Il Tesoro d’Italia, a cura di Vittorio Sgarbi, celebra le meraviglie artistiche del nostro Paese con una ricca selezione di opere, circa 350, da Tiziano a Gaetano Pesce. La rassegna vuole evidenziare e proporre ai visitatori una parte dell’inestimabile patrimonio culturale regionale italiano, con un focus su 25 artisti attuali, uno per ogni Regione d’Italia. Soddisfatto di celebrare la biodiversità artistica italiana, Oscar Farinetti si è detto orgoglioso dell’iniziativa: “Quello che è stato fatto è incredibile, Eataly non è solo un ristorante, ma un luogo dove si celebra la biodiverstità italiana: agroalimentare, umana, paesagistica e artistica. Abbiamo il 70% del patrimonio artistico del mondo, ma ora vogliamo dimostrare che l’Italia ha anche la maggiore biodiversità artistica del mondo. Il nostro è un dono che facciamo ai visitatori, chi vuole venire qui a vedere le opere, non deve pagare nulla, neanche il prezzo di un caffè. Vi segnalo in particolar modo, le opere degli artisti Vittorio Nocera e Pier Paolo Perretta. E ringrazio

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Sgarbi, solo lui poteva aiutarci a realizzare questa mostra, il suo sforzo è stato immane”. Nello spazio espositivo è presente una ricchissima selezione di opere d’arte provenienti da chiese, musei, istituzioni e importanti collezioni private. La scelta delle opere, dal Medioevo all’arte contemporanea, è stata ispirata dalla Regione di orgine dell’artista: Agostino da Lodi, Ludovico Carracci, Lorenzo Bernini, Giovanni da Nola, Renato Guttuso sono solo alcuni degli artisti selezionati da Sgarbi. Numerosi anche gli artisti viventi presenti nella mostra: Piero Guccione, Giuseppe Gallo, Pizzi Cannella, Enzo Cucchi, Andrea Martinelli, Enrico Castellani, Carol Rama, Giò Pomodoro. E tutti altamente soddisfatti dallo spessore culturale raggiunto, da Giuseppe Sala, Commissario Unico Delegato del Governo per Expo Milano 2015, a Lucia De Cesaris, vice Sindaco del Comune di Milano, e a Francesco Scoppola, Direttore Generale delle Belle Arti e Paesaggi del Ministero, insieme a Oscar Farinetti, patron di Eataly e ideatore della mostra, e al critico d’arte e curatore Vittorio Sgarbi. www.eataly.it


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Le ricette di Alice Ristorante Alice… e i nati per soffriggere racconta un percorso professionale fatto di passione, esperienza e tanta creatività. Due libri in uno: da una parte le ricette per appassionati ed esperti che la Chef Viviana Varese e la Maître Sandra Ciciriello propongono ad Alice Ristorante, dall’altra le ricette dello staff, con piatti di facile realizzazione per chi è alle prime armi e vuole lasciarsi ispirare. Dalla napoletana “pizza fritta” ai nuovi “Rosemary’s ceci”, con un brodo intenso di calamari, rosmarino e ceci, fino a “Bella con l’anima”, un richiamo verso la terra con le animelle croccanti e la barbabietola, sono tutti piatti che si rinnovano secondo la creatività del momento. Il volume è corredato dalle splendide fotografie di Francesca Brambilla e Serena Serrani.

Il museo MUMAC di Cimbali Con una prefazione di Philippe Daverio, MUMAC racconta l’omonimo museo creato a Binasco per celebrare il centenario di attività del Gruppo Cimbali, dedito alla produzione di macchine per caffè espresso e cappuccino dal 1912. Il libro presenta il progetto di MUMAC, ma propone anche un focus sulla macchina per caffè espresso, main core della collezione museale, sulle sue evoluzioni tecnologiche e soprattutto sulla sua capacità di cambiare il life style degli italiani. Un concetto ribadito anche da Maurizio Cimbali, Presidente del Gruppo: “La macchina per espresso è un oggetto affascinante sia dal punto di vista estetico che tecnologico. È interessante assistere al cambiamento delle forme, vedere come seguano gli stili delle epoche e l’evoluzione della bevanda”.

Birra Sommelier “La birra non esiste, esistono le birre”, dice un guru della materia, Lorenzo Dabove detto “Kuaska”. In un percorso fra attualità e tradizione, il libro Birra Sommelier. Viaggio attraverso la cultura della birra, di Fabio Petroni e Pietro Fontana, conduce per mano il lettore alla scoperta delle numerose varietà di birra create dalle principali tradizioni birrarie mondiali. Schede dettagliate e grandi fotografie permettono di cogliere le sfumature che contraddistinguono le diverse birre e di apprendere le caratteristiche di ognuna in una vera e propria degustazione virtuale. Per appassionati, curiosi e aspiranti mastri birrai, il volume si conclude con una selezione di ricette realizzate con la birra e ideate appositamente per l’occasione dallo chef Giovanni Ruggieri.

Dire, Fare, Brasare di Cracco Dopo il successo di Se vuoi fare il figo usa lo scalogno e A qualcuno piace Cracco, lo chef stellato più famoso d’Italia torna in libreria con questa terza imperdibile lezione dal titolo Dire, Fare, Brasare. Un libro per raccontare la magia che si realizza in cucina quando vengono svelati i segreti della reazione di Maillard, la cottura sottovuoto, la tecnica a bagnomaria, la cottura nell’argilla, la marinatura nelle spezie. 11 lezioni di cucina di vari livelli e 40 ricette presentate per ordine crescente di difficoltà. Dalla pratica alla grammatica - e viceversa - per portare in tavola piatti degni di un grande chef, dal Tonno di coniglio in vaso fino alla Bignolata con mele e calvados.

Il grande libro della cucina Il grande libro della cucina di Carlo Spinelli è uno straordinario manuale di cucina internazionale che spazia dal mediterraneo alla Svezia, dal mondo arabo a quello caraibico, dalla cucina vegetariana allo street food. Una prima sezione introduce alle caratteristiche principali e analizza gli ingredienti base delle diverse cucine raccontandone storia, uso e tradizioni. Segue il vero e proprio ricettario che, organizzato per stili e per Paesi, propone oltre 100 ricette accompagnate da immagini del piatto finito. Le ricette sono arricchite da aneddoti sulle origini e gli ingredienti di ciascun piatto, annotazioni sulle sue proprietà nutritive e suggerimenti per la presentazione e l’accompagnamento. 44


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS EXPO 2015 A CURA DI ELISABETTA PALMA

Giappone.

Il messaggio che il Padiglione del Giappone vuole trasmettere attraverso il tema “Diversità Armoniosa” è un senso di riconoscenza e amore per la natura trasmesso ai visitatori attraverso un’esperienza che parte dal campo agricolo e arriva alla tavola, ripercorrendo il lungo viaggio del cibo suddiviso in cinque ambienti che rappresentano l’ ARMONIA, le coltivazioni agricole giapponesi che abbracciano la natura e ne raccolgono i frutti; la DIVERSITÀ nello sviluppo dell’agricoltura, del cibo e della cultura alimentare giapponesi; la TRADIZIONE, le conoscenze della tradizione proiettate nel futuro, e l’INNOVAZIONE, le ”Soluzioni creative del Giappone” per affrontare in modo innovativo problemi di scala globale. L’alimentazione giapponese è “cibo della Terra” che unisce il mondo intero.

Kazakhstan. Il Padiglione Kazako mira a sensibilizzare il visitatore sul tema della tutela delle risorse agricole e naturali, sulla cultura e l’idea dello sviluppo sostenibile, sulla cui rotta il Paese vuole decisamente incamminarsi. Il visitatore viene subito coinvolto in un turbine di informazioni, immagini ed emozioni. Nella prima sala un’artista racconta la storia del Paese creando immagini con sabbia colorata, ammirando un enorme acquario con storioni del Caspio, in aggiunta ad assaggi di latte di giumenta fermentato, mentre Droni volano in un’installazione fantastica che emana profumo di tulipani selvatici. Paese in rapido sviluppo economico, il Kazakistan nel 2017 ospiterà un’esposizione internazionale dedicata all’energia del futuro.

Kuwait.

La struttura del Padiglione del Kuwait richiama le imbarcazioni kuwaitiane, i Dhow, tuttora utilizzate nel Golfo Arabico. La facciata laterale presenta un esempio delle serre e dei sistemi di coltura idroponica diffusi nel Paese. L’acqua, l’agricoltura e l’energia sono le più grandi sfide che il Kuwait, impegnato anche nel campo dell’educazione alimentare, affronta per garantire una migliore qualità della vita in un’ottica di sostenibilità. Infatti, nel 1953, ha costruito il primo impianto al mondo di desalinizzazione a tecnologia Msf (multi-stage flash) e oggi ne ha sette che producono 1,85 miliardi di litri d’acqua al giorno. L’impianto di Sulaibiyah tratta invece le acque reflue, depurandone 600.000 metri cubi al giorno. L’agricoltura è concentrata sulle colture di palme e patate.

Svizzera.

Le torri rappresentano il cuore del Padiglione Svizzero. Contengono quattro prodotti selezionati - acqua, sale, caffè e mele a disposizione dei visitatori, che potranno portarne con sé le quantità desiderate, svuotando gli scaffali che non verranno però più riempiti. Man mano che le torri si svuotano, le piattaforme sui cui poggiano si abbassano, modificando l’aspetto del Padiglione stesso. Uno spunto di riflessione sulla disponibilità degli alimenti nel mondo che vuole anche essere un invito a tutti ad assumere un atteggiamento responsabile e a mettere in atto un consumo intelligente delle risorse. Interessante anche la mostra Acqua per l’Europa con un monolito in granito di 20 t del massiccio del San Gottardo.

Spagna.

Il Padiglione della Spagna propone un Viaggio del sapore che inizia con una valigia, punto di partenza di un’installazione audiovisiva dell’artista catalano Antoni Miralda. 20 valigie proiettano altrettante proposte visive (ognuna dedicata a un alimento). Il visitatore può rispondere in modo interattivo a domande sull’alimentazione. La mostra linguaggio del sapore guida invece i visitatori nel mondo di un cuoco attraverso i paesaggi e gli aspetti più rappresentativi della produzione agroalimentare. Il messaggio unificante del “linguaggio del gusto” è offerto ai visitatori in tre zone - territorio, prodotti, gastronomia - attraverso diversi tipi di esperienze, l’uso di QR code, scenografie digitalie, animazioni tematiche, aree in cui si cucina, giardini idroponici. 48


rebecca

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Austria. Il Padiglione dell’Austria riproduce il microclima di un bosco austriaco, focus del progetto breathe.austria (respira.austria) del prof. Klaus K. Loenhart con ricercatori del Politecnico di Graz e dell’Università di Scienze Agrarie di Vienna. Ai visitatori è proposta l’esplorazione di un’area boschiva di 560 mq allestita con fitta piantumazione, con il preciso intento di far diventare il respiro un’esperienza sensoriale. I processi naturali vengono supportati da una moderna tecnologia che permette di produrre 62,5 chilogrammi di ossigeno puro ogni ora, pari al fabbisogno di 1.800 persone. Il Padiglione, mostrando la sinergia fra natura e tecnica, diventa il prototipo di una possibile città del futuro. Il progetto culinario, basato sui prodotti che si trovano in natura e nel bosco, è stato ideato da alcuni fra i migliori chef austriaci.

Brasile.

Si accede al Padiglione del Brasile, progettato dallo Studio Arthur Casas, camminando sopra una gigantesca rete elastica, sospesa su coltivazioni di piante e frutti brasiliani. La rete, che rappresenta la fitta anatomia idrografica brasiliana, una delle più estese al mondo e il mix di culture che vivono nel paese, è un particolare tessuto interattivo, che genera energia per il Padiglione grazie al movimento originato dai visitatori. La visita è un viaggio tra 4 cluster contenenti riso, caffè, cacao e frutta, colture di cui il paese è leader nella produzione mondiale. Il percorso racconta come è possibile aumentare la produzione alimentare utilizzando tecnologie avanzate per soddisfare la domanda di cibo necessaria per sfamare il mondo. Una struttura a un tunnel con contenuti in 3D è attivabili dai visitatori.

Emirati Arabi Uniti.

Progettato dallo Studio Foster+ Partners, la forma sorprendente del Padiglione si sviluppa come un canyon lungo 140 m racchiuso da pareti curvilinee alte 12 metri che evocano sia le strette strade pedonali delle città della penisola arabica sia le dune di sabbia dei suoi deserti. Scansioni 3D delle superfici delle dune sono riprodotte sulle pareti creando una trama che guida i visitatori attraverso spazi intriganti ed esperienze emozionanti, ricche di contenuto. Accanto alla ricostruzione digitale degli acquedotti, che hanno reso possibile lo sviluppo dell’agricoltura nonostante il clima arido, dispositivi a realtà aumentata raccontano la lunga toria del Paese arabo. La visita termina in una stupefacente oasi verde completa di palme. Nel 2020 gli Emirati ospiteranno l’Expo a Dubai.

Germania.

Il Padiglione tedesco, con i suoi 5.000 mq, è il secondo più grande di Expo e si propone con il progetto Fields of Ideas che affronta temi legati alla terra, all’acqua, al cibo, al clima, alla biodiversità. Grazie al cartoncino SeedBoard, un accompagnatore interattivo fornito all’ingresso della mostra, con lingua a scelta, è possibile interagire con una serie di tavoli elettronici in modo da ottenere informazioni su ogni argomento. Al termine, si arriva al Be(e)active, dove due grandi occhi semoventi di api in volo mostrano i paesaggi della Germania attraverso 3.000 schermi che li proiettano. Il design è perfetto, rigorosamente sostenibile, e propone un giardino pensile sulla copertura del padiglione. (ndr. articolo a pag.62/63).

Regno Unito.

Il Padiglione del Regno Unito si basa sul progetto Hive, una sfera dorata che ricrea un alveare che pulsa e ronza, ideata dall’artista Wolfgang Buttress, che s’ispira al ruolo svolto dall’impollinazione nella catena alimentare e a una tecnologia britannica d’avanguardia che permette di tenere sotto controllo lo stato di salute degli alveari. Il visitatore ha la possibilità di seguire la danza di un’ape attraversando diversi paesaggi: da un frutteto si passa a un prato di fiori selvatici per raggiungere un alveare gigante di alluminio, con effetti audiovisivi prodotti dai movimenti delle api. Punto focale della visita è l’ingresso al centro dell’alveare: entrando si è circondati da impulsi e brusii, da 1.000 luci LED collegate a vere api in un alveare nel Regno Unito. Un’esperienza unica. 50


CHRISTMASWORLD 2016 Piattaforma delle tendenze internazionali, Christmasworld è la più importante fiera di settore del mondo dedicata alle decorazioni per le festività natalizie. Con attesi oltre 33.300 visitatori, a Christmasworld 2016 - 29 Gennaio/2 Febbraio 2016 - esporranno più di 920 aziende internazionali provenienti da 42 Nazioni raggruppate nei settori “Christmas&Advent”, “Seasonal Decorations&Gifts”, “Florists’ Requisites&Garden Decoration”, “Candles&Fragrances”, “Visual Merchandising&Light”, “Ribbons&Wrapping” e “Asian Christmas&Decoration”. Un programma ricco di Mostre ed Eventi speciali, presentazioni e incontri con esperti di tendenze guida il compratore nelle sue scelte di acquisto mettendolo in condizione di crearsi il miglior assortimento possibile.


OGGETTI DESIGN MAGAZINE SMART FACTORY FOCUS ON FUTURE FOOD DISTRICT

CIBO DEL FUTURO. FUTURE FOOD DISTRICT COOP E ABB SPONSOR DI EXPO 2015 Al Future Food District 90 imprese, dalla multinazionale al piccolissimo produttore, hanno condiviso la mission originaria di Coop ovvero raccontare fino dalle origini la storia dei loro prodotti. ”Come acquisteremo, cosa mangeremo, chi trasformerà il cibo e i prodotti in un futuro più o meno lontano prima che arrivino sulle tavole dei consumatori.” Queste sono le domande a cui trova risposta il visitatore di Expo nel Padiglione del Cibo del Futuro: 6.500 metri quadri nel cuore del sito espositivo. Con tavoli inclinati al posto dei classici scaffali, il Supermercato del futuro dedica cinque vie ad altrettante filiere: latte e derivati - tè, caffè e cacao - cereali e birra - carne e pesce - ortofrutta e vino. Tutti gli alimenti - un mare di oltre 1.500 prodotti realizzati da fornitori in stabilimenti italiani - comunicano tutte le informazioni di cui sono depositari e i visitatori hanno accesso alle informazioni sui prodotti con un semplice gesto della mano. Anche i robot ABB sono protagonisti in EXPO a testimonianza di come l’automazione applicata alla filiera del cibo e delle bevande possa contribuire a migliorare produttività e competitività, a incrementare flessibilità delle linee di produzione, a garantire sicurezza, tracciabilità e qualità degli alimenti. Al centro dell’isola robotizzata c’è YuMi, il primo robot collaborativo a due bracci prodotto da ABB, che spalanca nuove opportunità per una vera e propria interazione tra persone e robot. www.e-coop.it www.expo2015.org www.abb.it 52


SMARTFACTORY 53


OGGETTI DESIGN MAGAZINE SMART FACTORY. SAMBONET PADERNO INDUSTRIE

SAMBONET PADERNO INDUSTRIE In queste pagine: da sinistra, l’Ing. Franco Coppo, Amministratore Unico del Gruppo Sambonet Paderno Industrie, con il fratello maggiore Dott. Pierluigi Coppo, Presidente del Gruppo Sambonet. 54


SAMBONET I fratelli Coppo Imprenditori nel DNA, Franco Coppo e il fratello Pierluigi hanno una specializzazione: far rinascere aziende in difficoltà. Ci sono riusciti nel 1979 con Paderno, nel 1997 con Sambonet e nel 2009 si sono spinti fino in Germania per rilevare Rosenthal e risanarla completamente, per poi completare l’opera nel 2013 con Arzberg. Apparecchiandosi così un posto a capotavola nel settore della cucina e della tavola elegante TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY SAMBONET PADERNO INDUSTRIE

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nire posate di design firmate da mostri sacri del design come Giò Ponti con le porcellane più famose del mondo per cui hanno lavorato celebrità del calibro di Andy Warhol, Salvador Dalì e Jasper Morrison, creando l’eccellenza della tavola elegante con un’ampiezza di gamma unica. È questo il sogno che sono riusciti a realizzare i due fratelli Pierluigi e Franco Coppo, alla guida del Gruppo Sambonet Paderno Industrie, 160 milioni di fatturato nel 2014 e 1.200 dipendenti.

Quello tra Sambonet e Rosenthal è stato un matrimonio perfetto - spiega Franco Coppo - l’acciaio di Sambonet ha sposato le porcellane e i bicchieri di Rosenthal permettendoci di apparecchiare le tavole più eleganti del mondo”. “L’acquisizione di Rosenthal - prosegue Coppo - ci ha permesso di offrire la più ampia e articolata proposta esistente a livello mondiale nel nostro settore. Oggi puntiamo a diventare sempre più il punto di riferimento nel mondo nell’offerta dei complementi d’arredo per la tavola e la cucina sia nel canale casa sia nel canale alberghiero cercando di coprire stili e fasce di prezzo diversi, puntando su tradizione, design e tecnologia”. In questa direzione va anche la nuova linea Luxury di prodotti argentati Sambonet per la tavola e la cucina, lanciata lo scorso gennaio e pensata specificamente per un target di clienti con alta disponibilità di spesa, oltre ai professionisti, e destinata in particolare a mercati come il Medio Oriente, la Russia, il Sud America, gli Stati Uniti e la Cina. 55


OGGETTI DESIGN MAGAZINE SMART FACTORY. SAMBONET PADERNO INDUSTRIE

SAMBONET PADERNO INDUSTRIE In queste pagine: l’Ing. Franco Coppo nello stabilimento Sambonet di Orfengo, in provincia di Novara.

L’Ing. Franco Coppo insieme al fratello Pierluigi ha rilevato Paderno e Sambonet creando un Gruppo, di cui oggi fanno parte anche Rosenthal e Arzberg, leader del design in tavola

Sambonet ha sempre avuto in catalogo prodotti per il mercato del lusso - spiega Coppo -, ma la nostra presenza su questo segmento era sporadica, legata per lo più alle forniture di alberghi e ristoranti, in cui i marchi Paderno e Sambonet sono sempre stati molto forti”. LA COLLEZIONE LUXURY 2015 Con la linea Luxury, Sambonet aumenta ulteriormente la propria offerta commerciale e risponde alla crisi che ha colpito duramente il settore che ha risentito sia della crisi economica sia della sensibile riduzione delle liste nozze. La riprogettazione dell’offerta passa quindi sia per un ampliamento verticale sia orizzontale come avvenuto con l’acquisizione nel 2013 del marchio tedesco di porcellane Arzberg “che ha introdotto nel catalogo del Gruppo anche prodotti dallo stile più moderno, rivolto a un pubblico più giovane, attento al design, ma con minore capacità di spesa”, afferma Coppo. Con l’aumento dell’offerta si sono estesi anche i confini geografici di un Gruppo che esporta circa il

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60% del proprio fatturato. Nel settore della ristorazione professionale e alberghiera, il Gruppo continua a puntare sulla crescita sui mercati esteri nei quali ha recentemente finalizzato importanti forniture con il Centro Congressi Algeri, il Mandarin Oriental Bodrum, il Copacabana Palace di Rio de Janeiro, il Four Seasons del Bahrain e il Kempinski di Doha. IL GRUPPO A EXPO 2015 Il Gruppo ha saputo intercettare anche l’elevata visibilità offerta da Expo 2015 siglando una partnership con i 20 ristoranti di Eataly a cui ha fornito attrezzature professionali Paderno appositamente studiate per le esigenze delle varie ricette regionali, mentre le tavole delle cene di gala sono state apparecchiate con posate Sambonet e con porcellane Rosenthal che, per l’occasione, ha realizzato una linea di piatti dedicata, ispirata al concetto della straordinaria biodiversità italiana, filo conduttore dell’intero evento. www.paderno.it www.sambonet.it www.rosenthal.it www.arzberg-porzellan.com


IL GRUPPO SAMBONET PADERNO INDUSTRIE Dipendenti: circa 1200 Fatturato 2014: circa 160 milioni di Euro Presenza internazionale: tutto il mondo Portafoglio brand: Acciaio/Alluminio: Sambonet, Paderno, Arthur Krupp. Porcellana: Rosenthal, Rosenthal meets Versace, Rosenthal Studio Line, Thomas, Hutschenreuther, Arzberg e Arthur Krupp Porcelain

SAMBONET PADERNO INDUSTRIE Dipendenti: circa 260 Fatturato 2014: circa 80 milioni di Euro Produzione: stabilimento produttivo a Orfengo (Novara) Attività: produzione di articoli di design in acciaio inox e acciaio argentato per la tavola e la cucina (posateria, vasellame, pentolame, utensileria, complementi tavola e buffet).

ROSENTHAL Dipendenti: circa 900 Fatturato 2014: circa 80 milioni di Euro Produzione: 2 stabilimenti produttivi a Selb e a Speichersdorf, Baviera Attività: produzione di porcellane per la tavola e di complementi d’arredo, ad alto contenuto di design, di bicchieri e cristalli.

PROFILO La Sambonet Paderno Industrie S.p.A. nasce nel 1997 in seguito all’acquisizione di Sambonet da parte di Paderno, leader mondiale nella fabbricazione di pentolame professionale e articoli da cucina. Grazie all’acquisizione, nel 2009, di Rosenthal AG, prestigiosa società tedesca del settore delle porcellane e complementi d’arredo di design per la tavola con sede a Selb, in Baviera, nasce una realtà leader nell’arredo della tavola di prestigio: alla posateria e ai prodotti in acciaio di Sambonet si affiancano porcellane e bicchieri Rosenthal per un’offerta completa a 360°. Da sempre il Gruppo ha tra i suoi valori fondanti l’attenzione al cliente: ha infatti recentemente realizzato il laboratorio accreditato ASEC Lab - specializzato nell’analisi di materiali destinati al contatto con gli alimenti - e in grado di garantire ai clienti finali l’idoneità e la sicurezza dei prodotti del Gruppo.

LA STORIA Sambonet nasce nel 1856 grazie all’orafo Giuseppe Sambonet. Nel 1938 la ditta inizia per prima in Italia e in Europa la produzione di posateria in acciaio inossidabile e la messa a punto della tecnica per l’argentatura dell’acciaio. A partire dagli anni ‘60 designer come Roberto Sambonet, Giò Ponti e Rodolfo Dordoni collaborano con il marchio con creazioni celebri come la “Pesciera”, la collezione “Center line” e i vassoi Elite della “Linea 50”, oggi in esposizione al MoMA di New York. Nel 1979 i fratelli Franco e Pierluigi Coppo, specialisti di salvataggi di aziende in fallimento, rilevano la Paderno, leader mondiale nella produzione di pentolame professionale e articoli da cucina per comunità. Nel 1997 segue Sambonet, che entra così nel Gruppo Paderno, e successivamente, nel 2009, Rosenthal, oggi completamente risanata. Nel 2001 viene costruito un nuovo stabilimento industriale di 120.000 mq a Orfengo (Novara). Il sito produttivo è in grado di produrre 20.000 posate, 5.000 pentole e 2.500 articoli di vasellame per turno. Nel 2009 Sambonet Paderno Industrie acquista la tedesca Rosenthal, cui segue, nel 2013, il brand tedesco di porcellane Arzberg, dedicato a un pubblico giovane. 57


OGGETTI DESIGN MAGAZINE EXPO MILANO 2015.PADIGLIONE ITALIA

PADIGLIONE ITALIA In queste pagine: immagini ad alta definizione, anche in 3D, doppiati da specchi che si susseguono durante tutto il percorso di visita, di luoghi italiani storici famosi in tutto il mondo: da noti paesaggi delle montagne e delle coste italiane alla “Cattedrale di San Giorgio” a Modica, dalla “Piazza del Duomo” di Pisa ai templi di “Selinunte”.

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PALAZZO ITALIA a Expo 2015 ARTICOLATA SU QUATTRO PIANI, LA MOSTRA ORGANIZATA ALL’INTERNO DI “PALAZZO ITALIA”, PROGETTATO DALLO STUDIO NEMESI, OSPITA LE «POTENZE ITALIANE»: SAPER FARE, GRANDE BELLEZZA, LIMITE E FUTURO. TUTTO RACCONTATO CON IMMAGINI AD ALTA DEFINIZIONE, ANCHE IN 3D, ED EFFETTI TECNOLOGICI DI FORTE IMPATTO VISIVO TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY EXPO 2015/ ALESSANDRO GUERRATO

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE EXPO MILANO 2015

PADIGLIONE ITALIA A EXPO 2015 In queste pagine: in alto, immagini ad alta definizione di luoghi storici, interni ed esterni, che rappresentano la “Potenza della bellezza” (in alto, la Cattedrale di Pisa). Qui a destra, particolare dell’installazione sul tema “Come sarebbe il Mediterraneo senza l’Italia?”; sopra, e nell’ultima foto a destra, dettagli del “Vivaio” Qui sotto e di seguito, particolari della rassegna la “Potenza del saper fare”, selezione di personaggi che hanno portato nuovi modelli di sviluppo nel proprio territorio; e l’”Albero della Vita” in acciaio, legno, alluminio e vetro, design Marco Balich con Studio Forma.

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n’imponente struttura di 35 metri d’altezza su sei livelli: è Palazzo Italia, cuore del Padiglione Italia posto nel fulcro dell’Expo milanese, al termine del “Cardo” che interseca il “Decumano”. Edificio oltre il futuribile, bianchissimo, noumenico e avvolto in un reticolato che sembra smaterializzarne i volumi per suggerire l’idea di una foresta urbana, “Palazzo Italia” è stato progettato dal pluripremiato Studio Nemesi&Partners di Roma insieme a Proger e BMS Progetti. Il reticolato che lo avvolge prosegue anche nella piazza che si apre al suo interno, da dove, attraverso una grande scala a spirale, si accede ai piani superiori. Anima del Padiglione, il Palazzo si estende, a sua volta, su quattro aree tematiche e si affaccia sullo specchio d’acqua della Lake Arena, per un totale di 14.000 mq. La struttura degli spazi espositivi rappresenta la varietà e la ricchezza dell’Italia. Le Regioni Italiane espongono le loro eccellenze agricole, turistiche ed enogastronomiche. Nella sezione dedicata alla dieta mediterranea sono spiegati i concetti di filiera corta e sviluppo sostenibile, mentre nel “Cardo Nord Est” ha sede A Taste of Italy, il Padiglione del Vino curato da Vinitaly di Fiera Verona, il più importante evento fieristico italiano dedicato al vino, che immerge il visitatore nell’universo sensoriale dei vini italiani, con la possibilità di assaggiare fino a 1.400 etichette. In questo vivavio di eccellenze, Palazzo Italia, destinato a rimanere anche nel periodo post-Expo come “polo dell’innovazione tecnologica al servizio della città”, racchiude uno speciale percorso espositivo che ci accompagna alla scoperta dell’Identità Italiana, con una mostra che racconta le forze trainanti del nostro Paese ovvero le grandi potenze italiane: saper fare (creatività, eccellenza, innovazione), grande bellezza (turismo, qualità della vita, paesaggi d’Italia), limite (tradizione, gestione delle risorse, capacità di reagire) e futuro (la biodiversità italiana). Il tutto è raccontato con immagini ad alta definizione e in 3D, suoni, proiezioni e sculture viventi pensati per coinvolgere il pubblico in una riflessione sulla bellezza e sui nostri scempi ambientali e architettonici. Ma offrendo al contempo una immersione in straordinarie vedute prospettiche di luoghi storici e ultrapanorami italiani, famosi in tutto il mondo, doppiati da specchi che si susseguono durante tutto il percorso di visita, quasi a produrre nei visitatori quel piacere contemplativo che in Stendhal prelude alla nota sindrome. L’Italia come Potenza del Futuro viene raccontata attraverso un Vivaio di 21 piante, rappresentative delle Regioni, che culmina nell’ “Albero della Vita”.

L’Albero della Vita icona di Expo 2015

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ituato al centro della “Lake Arena”, con struttura a tecnologia avanzata in acciaio al carbonio, larice siberiano, alluminio e vetro (alta 37 m e con apertura di 25 m), si trova l’ Albero della Vita, realizzato gratuitamente dalle 19 aziende del Consorzio Orgoglio Brescia, con Mapei sponsor, e ideato e progettato da Marco Balich, Direttore Artistico di “Padiglione Italia” e Studio Gio Forma, che, rifacendosi all’armonia del “Rinascimento” italiano, si sono ispirati al disegno stellare di Michelangelo Buonarroti per la piazza del Campidoglio di Roma. Costantemente illuminata con fari e led, la struttura produrrà nei sei mesi di Expo oltre 1.260 proiezioni e spettacoli, con giochi d’acqua a tempo di musica rigorosamente italiana, di luce e fuoco, suoni, fontane d’acqua, colori, bolle. www.expo2015.org 61


OGGETTI DESIGN MAGAZINE EXPO 2015. PADIGLIONE GERMANIA

Padiglione GERMANIA TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY MESSE FRANKFURT /MESSE FRANKFURT ITALIA

MESSE FRANKFURT È LA RESPONSABILE ESECUTIVA PER EXPO 2015 DELLA PARTECIPAZIONE TEDESCA, CHE SI PRESENTA CON IL CONCEPT “FIELDS OF IDEAS”. L’ESTERNO DEL PADIGLIONE SIMBOLEGGIA IL VARIEGATO PAESAGGIO TEDESCO, L’INTERNO HIGH-TECH NE TESTIMONIA LE CAPACITÀ INNOVATIVE. I CONTENUTI TEMATICI DELL’ESPOSIZIONE E DELLO SHOW “BE(E)ACTIVE” SONO STATI CONCEPITI DA MILA&PARTNERS 62

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l Padiglione della Germania, progettato da Büro Schmidhuber, colpisce come uno dei complessi più straordinari dell’ Expo 2015 sia in termini architettonici, grazie ai grandi tetti bianchi a membrana che ricoprono il padiglione “come alberi” protesi verso l’alto, sia di contenuti che, con il motto Fields of Ideas, riattestano la Germania come uno dei Paesi leader nei settori della sostenibilità e dell’ alimentazione futura dell’ umanità. Questi Campi di idee si possono visitare seguendo due percorsi. Quello esterno che conduce attraverso una grande rampa in legno al livello superiore del paesaggio e invita a passeggiare o a rilassarsi, usufruendo anche di un cestino da picnic offerto dal reparto gastronomico. O quello interno che nel pre-show e con il motto Be(e)active introduce i visitatori ai sei ambasciatori tematici, ciascuno dei quali rappresenta un Cluster, e poi li


PADIGLIONE GERMANIA Con i suoi 5.000 mq. è il secondo più grande di Expo e si propone con il progetto “Fields of Ideas” che affronta temi legati alla terra, all’acqua, al cibo, al clima e alla biodiversità. Elemento progettuale centrale del Padiglione sono le coperture bianche a membrana in forma di “piante protese verso l’alto”. Il Padiglione traduce in modo convincente il “paesaggio tedesco” di campi e prati in linguaggio architettonico: un edificio concepito come un “pianoro paesaggistico” in lieve salita - realizzato in diversi tipi di legno - e il cui interno racchiude un’esposizione tematica. In questo paesaggio dai campi ben riconoscibili crescono piante stilizzate, “germogli di idee”, che salgono dall’esposizione fino alla superficie, schiudendosi in un grande “tetto di foglie”: questo è l’elemento unificante, che concatena spazio esterno e spazio interno, architettura ed esposizione. Alla fine del percorso tematico, lo show “Be(e) active” introduce i visitatori nei paesaggi e nelle città della Germania attraverso gli “occhi di due api in volo” (grazie al software di ITM dell’Università di Stoccarda) immergendoli in immagini, musica e suoni incentrati sul tema dell’alimentazione.

immerge nel mondo dei sei campi tematici - acqua, suolo, clima, biodiversità, alimenti e il “mio giardino delle idee” - attraverso la SeeBoard, un vero e proprio accompagnatore multimediale - con lingua a scelta, che permette di vivere individualmente i contenuti e gli eventi dell’esposizione - consistente in una tavola interattiva, realizzata in cartone ondulato di 20 cm, rivestita all’interno di una speciale carta bianca che funge da superficie di proiezione per tutti i contenuti virtuali, immagini, testi, film e giochi, proposti. L’ itinerario approfondisce circa 100 idee tramite terminal informativi, con i “Cluster” completati da un container dedicato alla ricerca. Tra i progetti segnaliamo Tomato-fish basato sulla cultura acquaponica, che sperimenta la produzione contemporanea di pomodori e pesci, Il Calcolatore climatico di Amburgo

che simula cambiamenti climatici creando scenari per lo sviluppo dei raccolti agricoli, o la Banca genetica per piante da cultura che conserva i campioni di circa 150.000 piante al fine di assicurarne l’ esistenza. Fino al Fotovoltaico organico (OPV), del quale la Germania è leader mondiale, che ha prodotto i Solar Trees, alberi solari che accumulano energia solare durante il giorno per illuminare il padiglione di notte tramite pellicole estremamente sottili e flessibili composte da polimeri assorbenti. E senza tralasciare “tutto” l’abbigliamento realizzato con tessuti sostenibili, incluse le scarpe di “OAT Shoes BV” con sementi all’interno, che i 160 dipendenti del Padiglione potranno piantare sul balcone o in giardino: ne germoglieranno fiori di campo e le scarpe si decomporranno diventando terra. www.expo2015-germany.de 63


OGGETTI DESIGN MAGAZINE SMART FACTORY. FUTURE FOOD DISTRICT EXPO 2015

Future Food District Expo 2015 90 IMPRESE, DALLA MULTINAZIONALE AL PICCOLISSIMO PRODUTTORE, HANNO CONDIVISO LA MISSION DI “COOP” OVVERO RACCONTARE FINO DALLE ORIGINI LA STORIA DEI LORO PRODOTTI TESTO A CURA DI OMBRETTA BERTINI FOTO COURTESY EXPO 2015 / CARLO RATTI ASSOCIATI TORINO BOSTON LONDRA

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Per Expo 2015 Carlo Ratti ha progettato Future Food District al Padiglione Cibo del Futuro,

area tematica che trasla i concetti di smart city nel campo dell’alimentazione consapevole

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uture Food District, realizzato in collaborazione con Coop, si compone di un padiglione allestito a Supermercato del Futuro di 2.500 mq e di una piazza pubblica di 4.500 mq, diviso in 5 vie intitolate a 5 filiere, ideato originariamente da un contest sull’innovazione organizzato dalla Scuola di formazione del movimento Coop. L’esposizione dei prodotti pensata da Carlo Ratti - architetto, ingegnere e designer, titolare dello studio “Carlo Ratti Associati di Torino” e direttore del “MIT SENSEable City Lab” di Boston - avviene su ampi tavoli interattivi: basta sfiorarli per ottenere “informazioni aumentate” sui prodotti, tutte quelle informazioni cioè che sono oggi disponibili in rete, ma che non è tecnicamente possibile riunire in un’etichetta tradizionale. Attraverso queste etichette aumentate il prodotto è in grado di raccontare se stesso, le sue proprietà, la sua storia, il suo tragitto dalle origini all’utente finale, quali prodotti siano stati impiegati durante la sua coltivazione, la sua impronta ecologica, i suoi principi nutritivi. La piazza, invece, è uno spazio in cui si raccontano le altre fasi della filiera e si sperimentano nuove possibilità per l’agricoltura urbana e per la produzione di cibo ed energia: coltivazioni di alghe per la produzione di biodiesel e la purificazione dell’aria, orti verticali con colture idroponiche in grado di produrre insalata per i sei mesi di durata di Expo 2015, aiuole di erbe aromatiche e chioschi riconfigurabili in cui si preparano e si vendono cibi e bevande. Il “Future Food District” dimostra dunque come la tecnologia stia permettendo l’evoluzione di una catena alimentare etica, incontrando i bisogni di una nuova generazione di clienti che chiedono processi produttivi tracciabili, sostenibili, in grado di semplificarci la vita. www.expo2015.org www.e-coop.it www.carloratti.com

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE SMART FACTORY. PADIGLIONE EATALY A EXPO 2015

Italy is Eataly a Expo 2015 IL PADIGLIONE DI EATALY TRA RISTORANTI REGIONALI E PERCORSI NELL’ARTE. UN INNO ALLA BIODIVERSITÀ ALIMENTARE E CULTURALE CHE RENDE L’ITALIA UN PAESE UNICO AL MONDO TESTO A CURA DI OMBRETTA BERTINI FOTO COURTESY EATALY

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PADIGLIONE EATALY In queste pagine: l’ingresso dell’area del “Padiglione Eataly”, esteso su una superficie di 8.000 mq suddivisi in 2 edifici intramezzati da un giardino di altri 8.000 mq, dedicata ai 20 ristoranti regionali voluti da Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, con la collaborazione della Scuola Holden di Torino, dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e di Sloow Food, per illustrare la ricchezza della cultura e della biodiversità alimentare italiane.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE SMART FACTORY. PADIGLIONE EATALY A EXPO 2015

PADIGLIONE EATALY In queste pagine: alcuni dettagli del “Padiglione Eataly” a Expo Milano 2015. Oltre ai 20 ristoranti regionali l’area ospita alcuni stand di prodotti di eccellenza e cibi di strada (come, a destra, le conserve di pomodoro e la pizza fritta).

Nei 20 ristoranti “Italy is Eataly” si avvicendano con 80 piatti nuovi ogni mese i migliori Chef di tutte le regioni italiane per presentare al mondo l’incredibile biodiversità del nostro Paese

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ome ha dichiarato Oscar Farinetti, patron di Eataly, tutte le regioni d’Italia e che nell’insieme prendono il nome di “la nostra grande bellezza è la biodiversità”. E infatti Italy is Eataly, un progetto realizzato da Eataly insieme alla è proprio l’eccezionale biodiversità italiana la grande “Università di Pollenzo” con la partecipazione di “Slow Food” e protagonista del Padiglione Eataly a Expo Milano 2015. della “Scuola Holden Storytelling&Performing Arts” fondata dallo “Siamo una penisola dove l’incontro tra i venti del mare dal scrittore Alesandro Baricco. Estesa su 8mila mq di superficie Sud e quelli delle montagne del Nord produce un microclima suddivisi in due edifici separati da un grande giardino di altri unico al mondo” ha spiegato Farinetti. “Abbiamo 7mila specie 8mila mq, l’enorme area Italy is Eataly si affaccia sul decumano, di flora e di vegetali mangiabili, 58mila specie animali, 1.200 la via principale, in posizione chiave a metà del complesso di Expo. vitigni autoctoni”. Una ricchezza che si riflette nella cultura Un ristorante per regione, o quasi (le regioni più piccole sono italiana dell’alimentazione, leading thread di Expo Milano 2015, accorpate alle più grandi), che vede all’opera molti nomi della compiutamente rappresentata nei 20 ristoranti del Padiglione migliore ristorazione del Paese, solo per citarne alcuni: Viviana di Eataly che ospitano a rotazione una moltitudine di Chef da Varese, pluripremiata chef all’ultimo piano di Eataly Smeraldo 68


“Italy is Eataly” è un progetto realizzato dagli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche con il contributo di Slow Food di Pollenzo e della Scuola Holden di Alessandro Baricco per la Lombardia, lo chef Marco Dandrea, della Trattoria del specialità gastronomiche c’è un settore dedicato alle bevande, con pompiere di Verona, insignito del premio “Worls’s Best Tiramisù”. più di 100 tipologie di vino, oltre a una selezione di importanti Al Centro, la cucina territoriale e “povera” della famiglia Gori birre. A dispetto di quanto è stato infelicemente detto, la per la Toscana e lo chef tristellato Niko Romito per Abruzzo e “cultura si mangia eccome” e il “Padiglione Eataly” lo dimostra Molise. Grandi insegne del gusto anche dal Sud, con Pasquale non solo attraverso il cibo, ma anche attraverso l’arte, con la Torrente per la Campania, Antonio Abbruzzino per Calabria e mostra attigua Il Tesoro d’Italia, curata da Vittorio Sgarbi e Basilicata, Peppe Barone per la Sicilia, Roberto Petza per la voluta da Oscar Farinetti per celebrare le meraviglie artistiche del Sardegna. Ogni ristorante presenta la sua proposta, composta nostro Paese con una selezione di circa 350 opere, da Tiziano a da antipasto, primo, secondo e dolce in modalità self-service. I Gaetano Pesce. La mostra vuole evidenziare e proporre ai visitatori visitatori possono scegliere tra 80 proposte diverse: 80 piatti una parte dell’inestimabile patrimonio artistico regionale nuovi ogni mese. Il numero di piatti serviti ogni giorno è a dir italiano, con un focus su 25 artisti attuali, uno per ogni Regione poco vertiginoso: siamo nell’ordine dei diecimila. A esaltare le d’Italia (ndr. vedi articolo a pag. 40). www.expo.eataly.net 69


ďŹ ne Italian silverware since 1957

www.schiavon.it


GIOVANNI RASPINI In questa pagina: le nuove “Bottiglie per il vino” con sculture in bronzobianco, design Giovanni Raspini (2015). Bronzobianco è una lega nobile che l’argenteria Giovanni Raspini ha testato e sviluppato sino ad ottenere oggetti unici per valore plastico e ricerca formale.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

GRUPPO SAMBONET Main partner Eataly per Expo 2015 PER EATALY ALL’EXPO IL GRUPPO HA FORNITO LE ATTREZZATURE PROFESSIONALI PADERNO PER LE CUCINE DEI RISTORANTI EATALY E REALIZZATO UNA MISE EN PLACE PERSONALIZZATA PER L’EVENTO CON POSATE SAMBONET E PORCELLANE ROSENTHAL TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO ARCHIVIO GRUPPO SAMBONET PADERNO INDUSTRIE 72


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onnubio su misura quello messo in campo per Expo 2015 tra il Gruppo Sambonet Paderno Industrie e i ristoranti Italy is Eataly, due eccellenza italiane - guidate rispettivamente dai fratelli Franco e Pierluigi Coppo e da Oscar Farinetti - esempio d’imprenditoria illuminata, parte portante della stabilità e dello sviluppo futuro del nostro Paese. In occasione di Expo 2015, la tradizione della tavola elegante e della cucina di Sambonet Paderno Industrie incontra così la cultura del cibo italiano ai Ristoranti Eataly. Un matrimonio che combina il piacere della convivialità a tavola con il gusto di assaporare il meglio del food del nostro Paese. Sambonet Paderno Industrie - Gruppo italiano leader nella produzione di articoli di design di alta qualità per la tavola e la cucina - è infatti main partner di Eataly per Expo 2015. Il Gruppo ha fornito le cucine di tutti i ristoranti dell’evento con una griglia di attrezzature Paderno appositamente studiate per le esigenze delle varie ricette regionali, mentre le tavole delle cene di gala sono apparecchiate con posate Sambonet e con servizi in porcellane Rosenthal, uno dei più rinomati marchi di porcellana al mondo nato in Baviera nel 1879, acquisito dal Gruppo Sambonet Paderno Industrie nel 2009. La special edition di piatti Rosenthal dedicata all’evento - ispirata al concetto della straordinaria biodiversità italiana, filo conduttore dell’intero evento - rimanda idealmente all’albero della vita, raffigurazione di una Italia rovesciata dalle cui radici si origina la straordinaria biodiversità del nostro Paese. Una testimonianza dell’immensa varietà di vegetali alimentari e di specie animali interpretate e declinate in un patrimonio di ricette regionali unico al mondo. Infine, Sambonet, fondata a Vercelli nel 1856, accompagna la mise en place con le posate Hannah, il noto servizio progettato da Anna Castelli Ferrieri insignito del Compasso d’Oro nel 1994. www.sambonet.it www.rosenthal.it www.paderno.it www.expo.eataly.net

Gli strumenti cucina di Paderno, le posate di Sambonet e il piatto di Rosenthal dedicato all’albero della vita incontrano la cultura del cibo italiano nei Ristoranti di Eataly a Expo 2015

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

SAMBONET LUXURY In queste pagine: tavola apparecchiata con elementi della linea “Sambonet Luxury Collection” (2015) con personalizzazioni su intere superfici di complementi tavola, inclusi monogrammi su posate e linee di caffetteria. Candelabro “Domus” a 4 braccia, “Pesciera”, design Roberto Sambonet, e posate “LineaQ” argentate.

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ROSENTHAL In queste pagine: servizi tavola in porcellana della linea “TAC”, design Walter Gropius, con personalizzazioni sull’ala di piatti, sottopiatti e vassoi.

SAMBONET Luxury UN PROGETTO INEDITO FATTO DI STORIA, SPERIMENTAZIONE E COMPETENZA TECNICA QUELLO MESSO A PUNTO PER QUESTA AFFASCINANTE COLLEZIONE CHE RIUNISCE LA PRODUZIONE CLASSICA DI SAMBONET E LE ICONE DI DESIGN RIEDITATE ATTRAVERSO UNA SPECIALE ARGENTATURA ARTIGIANALE TESTO A CURA DI OMBRETTA BERTINI FOTO COURTESY SAMBONET PADERNO INDUSTRIE /ROSENTHAL 75


OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

SAMBONET LUXURY E ROSENTHAL In queste pagine: sopra, vassoio “Gio Ponti” Sambonet e servizio da tè “TAC” di Rosenthal, design Walter Gropius (1969). Qui sotto, Centrotavola “Giò Ponti” Sambonet e “Pesciera” di Sambonet, design Roberto Sambonet (1957). Nella pagina a destra, portacaviale e posate di Sambonet e servizio tavola personalizzato “TAC” di Rosenthal.

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La collezione Sambonet Luxury è realizzata attraverso un processo di argentatura artigianale con controllo di qualità che garantisce finiture perfette e una specchiante lucentezza delle superfici

Là, tutto è ordine, bellezza, lusso, calma e voluttà”. Un’eco di Baudelaire sembra aleggiare sulla nuova Sambonet Luxury Collection, inedito progetto di Sambonet mirato a valorizzare la propria arte argentiera e l’eccellenza di una produzione 100% italiana. Il connubio tra la forte connotazione artigianale e le differenti tecniche di lavorazione messe a punto da Sambonet sono i segni distintivi della linea Luxury, con articoli che sfiorano la perfezione sia nell’esecuzione, sia nell’aspetto. Lanciata lo scorso gennaio e dedicata specificamente a un pubblico selezionato dalle ampie disponibilità - architetti, designer, professionisti e trendsetter della bellezza in tavola e in cucina - Sambonet Luxury Collection si posiziona con forza sul mercato del lusso di tutto il mondo, affiancando al settore contract, punto di forza dei marchi Paderno e Sambonet, una clientela esclusiva e specifica, dalle straordinarie potenzialità. La collezione, forte di un’esperienza manifatturiera che data al 1856, riunisce la produzione di Sambonet, rivisitata attraverso un’argentatura speciale che rende ogni pezzo un progetto inedito fatto di storia, sperimentazione e competenza tecnica. Oggetti in cui perfino le eventuali, infinitesimali irregolarità delle superfici e dei profili diventano la testimonianza di una produzione in cui ogni manufatto è unico: una sintesi di savoir-faire, tecnologia, creatività e tradizione 100% Made in Italy. 77


OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

L’ARGENTATURA SAMBONET La purezza assoluta dell’argento, i requisiti certificati dell’acciaio e dell’alpacca sono alla base della qualità della produzione argentata Sambonet. All’esclusiva tecnica H§P Hard Sambonet Silverplating applicata ai prodotti, che offre maggior durezza e resistenza alla solforazione del rivestimento argentato rispetto a quella tradizionale, Sambonet ha aggiunto speciali accorgimenti. Per la linea Luxury l’argenteria interna all’azienda ha sviluppato e finalizzato un singolare ciclo di elettrodeposizione galvanica e di lucidatura interamente manuali, svolti grazie all’ancestrale abilità e al savoir-faire di una squadra di specialisti. Gli oggetti raggiungono così un eccezionale effetto specchiante, una maggior durezza e resistenza nel tempo delle superfici argentate.

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Soluzioni esclusive, monogrammi e superfici personalizzabili esaltano il fascino di “Sambonet Luxury”. Una sfida continua dedicata a chi fa dell’unicità un vero e proprio principio di stile

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gni creazione, dalle classiche linee tavola alla collezione firmata da Giò Ponti, è il risultato di un’esperienza maturata in oltre 150 anni e di un lavoro di squadra tecnicamente qualificato, interamente svolto presso il sito produttivo di Orfengo, vicino a Novara. Dalla realizzazione artigianale degli stampi in acciaio temprato alla scelta dei migliori materiali da utilizzare, dal taglio alla rifinitura e all’argentatura, ogni fase produttiva è soggetta a un rigido e scrupoloso controllo di qualità manuale che ne assicura l’ottima esecuzione e che concorre all’esito delle successive lavorazioni: un modo di operare che garantisce l’altissimo pregio dell’oggetto, che può in tal modo rivendicare il posto d’onore nei contesti più esclusivi, dalle dimore di architetti, designer e interior decorators ai voli di lusso, dalle tavole dei ristoranti stellati a quelle di chi, immerso nella cultura del bello, possiede la disponibilità necessaria ad attorniarsi di oggetti preziosi e sempre più personalizzati. Attraverso la messa a punto delle più moderne tecniche di incisione esistenti, Sambonet è infatti in grado di creare e realizzare soluzioni ad hoc che riflettano i desideri e il gusto della clientela più esigente. Gli esperti e i designer interni all’azienda possono così trasformare un simbolo, una coppia di iniziali, un elemento decorativo in una ricercata proposta di esclusività. Dalle personalizzazioni sull’ala di sottopiatti e vassoi o sulle intere superfici di complementi tavola, passando per monogrammi su posate e linee di caffetteria, ogni articolo Luxury può essere reinterpretato. Una sfida continua dedicata a chi fa della unicità un vero e proprio principio di stile. www.sambonet.com www.rosenthal.it

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ALESSI Il Bel Design del quotidiano DALLA RIVOLUZIONARIA CAFFETTIERA DI MICHELE DE LUCCHI ALLE POSATE DI IMPRONTA MITTELEUROPEA DI INGA SEMPÉ AL DESIGN POSTMODERNO E POP DI MICHAEL GRAVES, ALESSI RIAFFERMA LA SUA SUPREMAZIA NELLA RICERCA DEI LINGUAGGI PIÙ ESPRESSIVI DEL DESIGN CONTEMPORANEO TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO ARCHIVIO ALESSI / SANTI CALECA MATTEO IMBRIANI / GIACOMO GIANNINI / ALESSANDRO MILANI

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ALESSI In queste pagine: la nuova Caffettiera “Pulcina”, design Michele De Lucchi (2015), con manico in PA rosso o nero, realizzata in fusione di alluminio, ottimo conduttore di calore per un utilizzo su fornelli a gas, piastre elettriche o in vetroceramica.

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a Caffettiera espresso “Pulcina”, disegnata da Michele De Lucchi, è l’esito di una lunga ricerca per una “moka del 2000” iniziata quindici anni fa da Alessi e illycaffè, con l’intento di aumentare la funzionalità della classica moka e sviluppare una forma in grado di esaltare le proprietà organolettiche del caffè. È una caffettiera rivoluzionaria che unisce la tecnologia sviluppata da illycaffè nel campo della termofluidodinamica all’esperienza progettuale di Alessi. «Gli esperti del R&D Lab di illy - spiega Alberto Alessi - ci hanno suggerito alcune modifiche della caffettiera che consentono di ridurre se non eliminare completamente il cosiddetto “effetto stromboliano”, causa del retrogusto bruciato e amaro, con il risultato di un’estrazione ideale del caffè a casa come al bar.» L’anima della caffettiera è racchiusa all’interno di una conformazione a gradini, evidenziata da due volumi arrotondati che partendo da una base più ampia, compongono una linea senza soluzione di continuità. La geometria della struttura interna della caldaia di “Pulcina” permette di completare l’erogazione del caffè e valorizzarne l’aroma. Il beccuccio a “V”, che ricorda il becco di un pulcino, è disegnato in modo da tagliare perfettamente la goccia durante il trasferimento della bevanda calda nella tazzina. “Pulcina” è realizzata in alluminio, nelle due versioni con manico e pomolo rosso o nero per 1, 3, e 6 tazze, ed è confezionata con un packaging dalla grafica pop. In Italia è disponibile un’edizione speciale con la versione da 3 tazze, con manico e pomolo nero, abbinata ad una confezione da 125 gr di caffè illy.

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ALESSI In queste pagine: il nuovo Bollitore “Tea Rex” nella versione con fischietto verde giada a forma di drago, design Michael Graves (2015). Per il trentennale (1985/2015) sono stati realizzati due set speciali contenenti i due fischietti, l’originale a uccellino (1985) e quello del trentennale, “Tea Rex” (2015). Il cofanetto celebrativo, la cui grafica gioca sulla contrapposizione delle due differenti evoluzioni del fischietto, è proposto in due versioni: “Tea Rex” in verde giada abbinato al fischietto a uccellino nel colore rosso tradizionale e un’edizione limitata a 9.999 set di due fischietti color oro. 82


Per il trentennale (1985/2015) del Bollitore con fischietto a uccellino “9093”, Michael Graves ha disegnato un nuovo fischietto a forma di dragone verde giada simbolo di forza e fortuna nella cultura cinese

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apostipite di una grande famiglia di oggetti disegnata da preistorica tra il fantastico e il mitologico. É nato così il Michael Graves a partire dagli anni ‘80, il Bollitore con fischietto, una sorta di dragone verde giada simbolo di forza fischietto a uccellino “9093”, creato nel 1985, è il primo e fortuna nella cultura cinese. Prodotto, come la versione progetto di un designer americano a entrare nel catalogo originale, nello stabilimento dell’azienda a Crusinallo, il Alessi, al quale si può attribuire anche il merito, grazie a un Bollitore “Tea Rex” in acciaio inossidabile 18/10 è proposto ispirato mix di linguaggi, di aver aperto la strada al design con fischietto verde giada abbinato al manico azzurro e in postmoderno e pop che ha contraddistinto gli anni ‘90. Sin un colore metallizzato con deposito di rame in abbinamento dal suo esordio “9093” ha saputo affascinare il pubblico tanto al manico nero. Al bollitore si affianca il Cuocitè “MG35” a da essere presente in tutto il mondo in musei e collezioni cono con impugnatura che riproduce il celebre fischietto a permanenti di istituzioni internazionali: il Design Museum e uccellino, che va ad arricchire la famiglia di oggetti disegnati il Victoria & Albert Museum di Londra, il Georges Pompidou di da Michael Graves intorno al tema della tavola. Già nel 1988, Parigi, l’Indianapolis Museum of Art, il Philadelphia Museum Graves aveva infatti affiancato al Bollitore “9093” due of Art, il Museum Für Gestaltung di Zurigo e The Australian accessori indispensabili per il servizio del tè quali la Cremiera National Gallery di Canberra, diventando icona del design del “9096” e la Zuccheriera “9097”,e, nel 1989, le Tazze da caffè XX secolo e prodotto di successo con 1 milione e mezzo di “MGDT” e il Mug “MGMUG”. Il Cuocitè “MG35” si utilizza pezzi venduti. Per il trentennale (1985/2015), Michael Graves immergendolo direttamente nella tazza grazie al coperchietto aveva immaginato una nuova evoluzione ridisegnandone il di chiusura posto alla base, che trattiene all’interno le fischietto. L’idea iniziale, portata a compimento prima della foglie di tè durante l’infusione, e ha un’ impugnatura e un sua scomparsa, ha trasformato l’uccellino in una creatura coperchio rimovibili per facilitare le operazioni di pulizia. 83


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ALESSI In queste pagine: il nuovo Bollitore “Tea Rex” con fischietto a forma di drago verde giada e manico azzurro, design Michael Graves (2015). Qui a destra, Cuocitè “MG35”, design Michael Graves (2015), in acciaio inossidabile 18/10 con impugnatura e base in silicone. 84


ALESSI In questa pagina: Servizio di posate “Collo-alto” in acciaio inossidabile 18/10, design Inga Sempé (2015).

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olti dei più interessanti talenti del design internazionale si sono cimentati nell’impresa di tradurre per Alessi la loro personale interpretazione estetica del Servizio di posate, fondamentali strumenti dell’arte della tavola. Iniziata nel 1982 con “Dry” di Achille Castiglioni, seguita da “Nuovo Milano” di Ettore Sottsass nel 1987, da “Caccia” di Caccia Dominioni nel 1990, da “Duna” di Marco Zanuso nel 1995, la collezione delle posate Alessi è uno spaccato della storia del design del XX secolo che comprende anche maestri dell’architettura e designer affermati quali Josef Hoffmann, Alessandro Mendini, Toyo Ito, David Chipperfield, Doriana e Massimiliano Fuksas, Wiel Arets, Future System, Jasper Morrison, Stefano Giovannoni, Guido Venturini, Ronan & Erwan Bouroullec, Marcel Wanders. Nel 2015 si aggiunge a questi grandi autori un’esponente della nuova talentuosa generazione di designer francesi: Inga Sempé che ha dato vita a “Collo-alto”, un progetto che lavorando su dettagli che mettono sottilmente in evidenza gli aspetti estetici e funzionali, Alberto Alessi ha definito di “impronta mitteleuropea”. Autrice nel 2012 del Cucchiaio per risotto “IS01”, vincitore del concorso “Disegna un cucchiaio”, promosso dalla testata “Domus” per celebrare i 50 anni del Cucchiaio d’Argento, Inga Sempé ripercorre con “Collo-alto” lo stesso proposito progettuale costruendo intorno a quel pezzo singolare un intero servizio. Nelle coppe dei Cucchiai e in alcune Posate da servizio si ritrova la forma ampia e tonda del Cucchiaio per risotto contrapposta al manico affusolato. In una delle due Posate da insalata il tondo si apre in un’elegante sequenza di rebbi. Il bel design della posata è perfezionato da un lieve bordo nel punto di incontro tra il manico e la parte finale, un sottile scarto volumetrico molto complesso da realizzare in fase produttiva. Le posate sono vendute singolarmente oppure in set da 5, 24 o 75 pezzi. www.alessi.com 85


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Villeroy&Boch Country Chic DECORI FLOREALI E TONI PASTELLO NELLE NUOVE COLLEZIONI ISPIRATE ALLA CAMPAGNA PROVENZALE E ALLE FIORITURE ESTIVE. PER UNA TAVOLA ELEGANTE E CONTEMPORANEA TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY VILLEROY&BOCH 86


VILLEROY&BOCH In queste pagine: i molteplici elementi del servizio tavola in Premium Bone Porcelain “Artesano Provençal Lavander”, design Isabelle de Borchgrave (2015); calici da vino della collezione “La Divina”; bicchieri per acqua della linea “Colour Concept” e posate della collezione“One”. 87


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VILLEROY&BOCH In queste pagine: il servizio tè della collezione “Artesano Original”, in Premium Bone Porcelain bianca con elementi in legno di acacia e sughero, completo di alzata, zuccheriera e lattiera e biscottiera in vetro. Nella pagina a destra, servizio “Caffè Club Fiori” in Premium Porcelain nel nuovo decoro floreale e, sopra, i bicchieri in cristallo “Dressed Up”. 88


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a tavola di Villeroy&Boch punta alla freschezza dei profumi mediterranei con la nuova linea Artesano Provençal Lavender, che aggiunge delicati tocchi di lavanda al motivo floreale della fortunata collezione Artesano. La nuova serie, disegnata dall’artista belga Isabelle de Borchgrave, interpreta uno stile country-chic in chiave moderna: fiori di lavanda e di geranio dalle vivaci sfumature arancio e boccioli di rose selvatiche sono incorniciati da un elegante decoro verde rosmarino che conferisce alla serie un tocco più contemporaneo. La collezione richiama tutta la bellezza della campagna francese e lo splendore dei suoi campi di lavanda, dai quali l’artista belga ha tratto ispirazione. Le tinte vivaci e i disegni floreali di “Artesano Provençal Lavender” possono essere facilmente combinati con la splendida semplicità delle collezioni Artesano Original, come nel servizio tè in cui la porcellana bianca è accostata a materie primigenie come il sughero e il legno d’acacia per ottenere un insieme di grande pulizia formale. Anche la collezione Caffè Club, che comprende cinque tazze di differenti dimensioni e tre piattini, si arricchisce di un nuovo decoro dalla forte allure contemporanea, in cui i boccioli del decoro originario si schiudono per dare vita a una calda fioritura nelle nuances Berry, Caramel e Steam, ulteriormente abbellita da dettagli dipinti a mano. Il colore domina anche la nuova collezione di tumbler Dressed Up, realizzata in toni pastello e pensata per una tavola quotidiana, multiforme e decisamente chic. www.villeroy-boch.it

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Modigliani Ceramica ad arte GARANZIA DI ALTA QUALITÀ DAL 1983, APPREZZATA ANCHE SUI MERCATI INTERNAZIONALI, MODIGLIANI PRODUCE COLLEZIONI BASATE SUL SAPER FARE ARTIGIANO AL 100% MADE IN ITALY TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO GIANANDREA PIRAS/ STYLIST VALENTINA PIRAS 90


Il successo del progetto Modigliani nasce dall’utilizzo di materiali di alta qualità, dalla ricerca di forme e di smalti innovativi, dall’ampia gamma di decori realizzati a mano in Italia

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ella sede creativa di fronte alla Scalinata di Piazza di Spagna a Roma, Modigliani progetta ceramiche che vengono modellate a mano in manifatture rigorosamente italiane attraverso un attento e costante studio dei nuovi trends richiesti dal mercato. Sull’energia contagiosa del colore della rinomata collezione “Pop”, ispirata a una delle più importanti correnti artistiche del Novecento, nasce questa nuova linea solare con decorazioni preziose nelle sfumature del giallo oro, che propone motivi geometrici formati da cerchi, di differenti colori e dimensioni, esaltati sapientemente dagli smalti unici impiegati, garantiti in lavastoviglie e microonde. Le declinazioni del colore sono la cifra stilistica di Modigliani, marchio che dal 1983 produce rigorosamente solo in Italia ed è conosciuto e apprezzato su tutti i mercati internazionali. La collezione può essere mescolata a piacere per creare il proprio servizio personalizzato, è ricca di accessori, bicchieri e posate a servire inclusi, e di idee regalo. www.modigliani.it 91


OGGETTI OGGETT TI DESIGN DESI DE ESI SIG GN N MAGAZINE MAG AGAZ AZIN INE OCCHIELLO OCC OC CH HIE IELL LLO

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CARLO MORETTI In questa pagina: lampada da tavolo con corpo illuminante costituito da una reinterpretazione di “Cartoccio�, vaso Carlo Moretti in Cristallo di Murano, a sezione rotonda e soffiato a bocca, intagliato a mano libera con mola diamantata. Base illuminante costituita da un disco in alluminio con incorporata sorgente led. Design Carlo Moretti (2012 PATENTED). Foto Courtesy Carlo Moretti.

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CARLO MORETTI In queste pagine: la nuova collezione “boblu”, sistema personalizzabile di lampade a sospensione costituito da sfere in “Cristallo di Murano” trasparente/lattimo; trasparente/cannette grigio e lattimo; trasparente/lattimo/ cannette grigio in pasta/fascia nera; acciaio trasparente/decorazione rigadin ottico, e trasparente con finitura in foglia oro/lattimo. Elementi in metallo realizzati in alluminio anodizzato, lampadine led 3W. Alimentatore escluso, fornito a parte in base al numero di sfere. Possibilità di dimmerabilità e interfacciamento domotico. Design Carlo Moretti (2015) in collaborazione con Diego Chilò. 94


La luce di Carlo Moretti STORIA DI CORAGGIO, TENACIA E INNOVAZIONE, CARLO MORETTI CON I NUOVI SISTEMI PERSONALIZZABILI DI LAMPADE A SOSPENSIONE DESTINATI AL CONTRACT-LIGHTING È IN GRADO DI OFFRIRE SOLUZIONI CUSTOMIZZATE ED ESCLUSIVE PER SODDISFARE I CLIENTI PIÙ ESIGENTI TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY CARLO MORETTI 95


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CARLO MORETTI In queste pagine: lampadario “boblu S” costituito da sfere decorate in “Cristallo e vetro lattimo di Murano” con decorazioni in rosso o grigio in pasta, montate su bracci in metallo con finitura in cromo satinato convergenti in un elemento centrale in vetro. A richiesta, la decorazione delle sfere può essere personalizzata su progetto. Design Carlo Moretti (2014). Nella pagina a destra, lampada da tavolo “led.polari” con corpo illuminante costituito da un vaso Carlo Moretti in Cristallo di Murano, soffiato a bocca e rifinito a mano, con applicazioni a caldo di elementi decorativi. Base illuminante costituita da un disco in alluminio con incorporata sorgente a led. Design Carlo Moretti (2012 PATENTED). 96


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arlo Moretti con la riedizione delle lampade storiche offre il tesoro nascosto di una fabbrica d’autore dove creatività e impresa convergono in una firma autorevole. La produzione basa la sua singolarità sulla specializzazione di un gruppo di maestri che interpreta il progetto della luce traducendolo nelle forme del Cristallo di Murano, soffiato a bocca, rifinito a mano, firmato e datato. Gli oggetti traggono così origine dall’incontro tra il pensiero disegnato e la sapiente manualità dei maestri. Tra riedizioni e novità, eccellenti le reinterpretazioni del classico globo di luce destinate al contractlighting più esigente. Molteplici le possibili scenografiche soluzioni di questo innovativo sistema personalizzabile di lampade a sospensione denominato “boblu”, costituito da sfere in Cristallo di Murano realizzate in 5 differenti decori. 97


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e sfere “boblu” sviluppano infatti composizioni dinamiche in cui l’effetto di leggerezza della sospensione è ottenuto dalla combinazione fra la trasparenza del cristallo e la morbida luce irradiata dal vetro bianco lattimo. Declinazione del progetto “boblu” è il lampadario “boblu S”, che rivisita in chiave contemporanea il “lampadario veneziano”, combinando geometrie primarie sapientemente decorate con caldi e morbidi effetti luminosi irradiati dal vetro bianco lattimo. I progetti sono stati sviluppati all’interno della Carlo Moretti a Murano con la collaborazione di Diego Chilò, rinomato designer nel settore del lighting-design contemporaneo. Declinazioni in vetro di Murano del design degli apparecchi illuminanti, le lampade da tavolo dimostrano la grande attenzione della Carlo Moretti nei confronti della costruzione della luce che direzionata, schermata e diffusa, nella lampada da tavolo “scudo” (design Carlo Moretti, 2002) evidenzia gli equilibrati contrasti resi possibili dalla lavorazione del materiale, nella lampada “ovale” (design Carlo 98


Moretti, 1983) gioca sul contrasto fra lucido e opaco, trasparente e opalino, e nella lampada orientabile “snodo” (design Carlo Moretti, 1978) racconta le qualità peculiari della materia. La lampada da tavolo “office” (design Carlo Moretti, 1994), rappresentativa della tradizione Carlo Moretti, è resa contemporanea dall’impiego di cristallo e vetro lattimo capace di restituire effetti luminosi caldi e soffusi. Dalla fusione fra base, fusto e diffusore in un unicum bianco, origina la morbida forma organica che evoca l’ambiente lagunare.

CARLO MORETTI In queste pagine: qui sopra, lampada da tavolo “office” in Cristallo di Murano soffiata a bocca e rifinita a mano color bianco latte. Design Carlo Moretti (1994). Nella pagina a sinistra, lampada da tavolo “ovale” in Cristallo di Murano con base nera opalina o trasparente, paralume in vetro bianco opalino e montatura in metallo dorato o cromo lucido. Design Carlo Moretti (1983). 99


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on il progetto dedicato al contract-lighting, Carlo Moretti interpreta e personalizza le peculiari esigenze del mercato custom mettendo a disposizione di imprese e istituzioni private e pubbliche - come quelle che operano nei settori accoglienza, ristorazione, retail o uffici -, la professionalità e l’esperienza di un team di progettazione altamente specializzato, la sensibilità e le competenze di maestri vetrai affermati, la flessibilità produttiva e la struttura organizzativa di un’azienda consolidata. La conoscenza dei comportamenti dei materiali unita alla capacità esecutiva Carlo Moretti permettono di approdare a risultati tecnici in grado di risolvere, caso per caso, i punti critici di ciascun progetto. In appositi confronti tecnici interdisciplinari sono approfondite e svilupate le

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questioni poste dai clienti e nel contempo sono analizzate le soluzioni tecnologiche per verificare sia la fattibilità dell’oggetto sia gli effetti luminosi proposti. Carlo Moretti gestisce con estrema accuratezza l’installazione di tutti i suoi prodotti grazie a un team di tecnici specializzati che si occupa di definire e predisporre, caso per caso, strutture e supporti specifici. www.carlomoretti.com

CARLO MORETTI In queste pagine: qui sopra, lampada da tavolo “scudo” con base a tre steli in cromo lucido e paralume piatto verticale realizzato a mano in Cristallo di Murano trasparente e satinato nella complessa tecnica della mano volante. Design Carlo Moretti (2002). Nella pagina a sinistra, lampada da tavolo orientabile “snodo” in Cristallo di Murano lattimo. Montatura in cromo lucido. Design Carlo Moretti (1978). 101


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I Sistemi di seduta di MINOTTI GRANDE PERIZIA E ABILITÀ MANUALE CONTRADDISTINGUONO QUESTI NUOVI SISTEMI DI SEDUTA COMPOSTI DA DIVANI A DUE E TRE POSTI, POLTRONE, POUF, TAVOLINO E POLTRONCINA, CHE CREANO ISOLE DI RELAX VARIAMENTE COMPOSTE E ACCESSORIATE TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY MINOTTI 102


MINOTTI In queste pagine: il sistema di sedute “Yang Seating System”, design Rodolfo Dordoni (2015), consente di creare isole di relax variamente composte e accessoriate, anche con comodi piani d’appoggio.

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MINOTTI In queste pagine: collezione outdoor “Rivera”con base in massello di iroko e schienale in filato di polipropilene intrecciato a effetto “cannage, design Rodolfo Dordoni (2015).

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Accanto ai sistemi di seduta Yang e Seymour e alla serie outdoor Rivera, disegnati da Rodolfo Dordoni, si sviluppa una collezione di poltrone, mobili, complementi e accessori, piani d’appoggio

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a collezione 2015 di Minotti si colloca in equilibrio tra d’appoggio. La serie outdoor Rivera offre un’interpretazione design contemporaneo e moderna classicità e segna in chiave contemporanea di un’eleganza retrò che rievoca un ulteriore passo avanti nella progressiva definizione atmosfere tipicamente mediterranee. Un progetto nato dalla dell’identità del brand, caratterizzata da sobrietà e voglia di sperimentare un gioco di contrasti e di combinazioni rigore, senza tuttavia rinunciare ad introdurre degli elementi materiche inedite per l’outdoor: la leggerezza del metallo unita al di sorpresa e ad offrire degli stimoli progettuali inaspettati. La calore rassicurante del legno, un raffinato intreccio e l’eleganza nuova collezione fa riferimento al pensiero razionale espresso dal dei rivestimenti tessili, tutto concorre a trasformare anche gli Movimento Moderno, traendo al contempo ispirazione anche spazi esterni in ambienti intimi e accoglienti. Su un’affusolata da architetture più dinamiche, dalle forme plastiche e sensuali. base in massello di iroko - essenza pregiata universalmente I due sistemi di seduta Yang e Seymour sono ambedue apprezzato per le sue proprietà di resistenza ed impermeabilità dotati di una forte personalità e incarnano visioni opposte e - accuratamente realizzata e rifinita a mano, appoggia un tuttavia complementari. Yang è un divano costruito attraverso avvolgente schienale in filato di polipropilene intrecciato, l’aggregazione di volumi geometrici e rigorosi, che consente proposto in Grigio Chiaro e Marrone Scuro. La trama dell’intreccio di creare isole di relax variamente composte e accessoriate, ad effetto “cannage” richiede una lunga e paziente lavorazione pensate per un pubblico giovane, ma perfettamente in grado caratterizzata da grande perizia e abilità manuale. La serie Rivera di apprezzare il design e la qualità. Seymour esprime invece comprende divani a due e tre posti, poltrone, pouf, tavolino e un approccio moderno alla classicità, attraverso forme morbide poltroncina che interpretano in chiave contemporanea e con e curve sinuose. Intorno a questi due modi differenti, ma materiali innovativi un’eleganza retrò, carica di suggestioni che complementari, di interpretare il divano, si sviluppa una vasta richiamano atmosfere tipicamente mediterranee, da veranda in collezione di poltrone, mobili, complementi ed accessori e piani riva al lago o da terrazza sul mare. www.minotti.com 105


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La Torre medievale di GIOVANNI RASPINI GIOVANNI RASPINI HA SEGUITO DI PERSONA L 窶連CCURATO LAVORO DI CONSOLIDAMENTO E RESTAURO DI QUESTA STORICA TORRE MEDIEVALE TOSCANA, DA UN PROGETTO DA LUI STESSO ISPIRATO E PORTATO AVANTI DA MAURO PROCINO E DA MAESTRANZE ALTAMENTE SPECIALIZZATE, COORDINATE DALLA SOPRINTENDENZA DI SIENA, ARREDANDOLA CON UNA SUA INEDITA LINEA DI TAVOLI E SEDIE IN FERRO BATTUTO CON SCULTURE IN BRONZOBIANCO TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY GIOVANNI RASPINI 107


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GIOVANNI RASPINI In queste pagine: la nuova linea di tavoli, sedie e consolle in ferro battuto con sculture in bronzobianco, disegnata da Giovanni Raspini. In tavola e sulle consolle i pezzi unici e pi첫 eclettici del brand disegnati e realizzati da Giovanni Raspini in argento o in bronzobianco.

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na torre medievale, appartenuta ai Salimbeni e ai Piccolomini, che sovrasta il borgo di Petroio, uno dei luoghi più affascinanti e incontaminati della provincia di Siena. Un designer di argenterie e gioielli che ama profondamente la sua terra e ha sognato per anni di acquistare la torre per ristrutturarla e portarla a nuova vita. E infine la storia emozionante di un innamorato che invita la sua donna per un incontro tête-à-tête proprio in cima al torrione, ove lo sguardo spazia dalla Pienza di Pio II alla ridente Montalcino, dalla Val d’Orcia all’austero Monte Amiata. La torre da più di otto secoli attende quieta i propri ospiti guardandoli dall’alto dei suoi ventidue metri, come un tempo avvistava eserciti minacciosi in avvicinamento. Giovanni Raspini, architetto, designer e argentiere di professione, ne è l’attuale proprietario, e il recupero della storica struttura è divenuto per lui una necessità, un’opera salvifica di un pezzo della nostra storia. Essa presentava delle patologie di degrado e delle criticità statiche che ne pregiudicavano la conservazione.

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iovanni Raspini ha voluto seguire di persona il lungo e accurato lavoro di consolidamento e restauro, da lui stesso ispirato e portato avanti dall’ architetto Mauro Procino e da maestranze altamente specializzate, coordinate dalla Soprintendenza di Siena. La torre è composta da sei piani, ognuno diverso dall’altro e formato da un’unica stanza quadrangolare di circa sedici metri quadrati, al netto del volume delle poderose mura in pietra arenaria, spesse circa due metri e interrotte da feritoie. L’intervento è stato eseguito all’insegna del rispetto e dell’essenzialità. Giovanni Raspini, assieme allo studio Superplum di Arezzo, ha inteso lasciar la torre “nuda”, spoglia di tutto ciò che non le appartiene. Anche negli arredi la scelta si riduce all’essenza a alla funzionalità: al metallo brunito scuro e severo di cui si vestono gli oggetti esteriormente si contrappone l’acciaio a rifinire tutte le superfici interne di lavoro. Da antico luogo di presidio, l’edificio diviene un microcosmo in grado di accogliere il viaggiatore in un percorso che passando dalla soddisfazione dei bisogni materiali s’innalza verso il sublime. La scalata alla torre, facilitata da gradini o resa più difficoltosa da ripide scale a pioli, conduce in alto, all’ultimo piano, per una sorpresa fatta di luce e bellezza: immaginando la storia di un innamorato che invita la sua donna al più speciale degli incontri, Giovanni Raspini ha creato un arredamento per l’occasione, in ferro battuto e decorato con sculture in bronzobianco che prendono quasi vita, una tavola imbandita che accoglie i pezzi unici e più eclettici del brand. Un destino di bellezza ed eccellenza accomuna le creazioni di Giovanni Raspini, il lusso necessario che nasce nel cuore della Toscana. www.giovanniraspini.com 109


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L’OCA NERA Home Collection

ELEGANTE E RICERCATO, IL LINGUAGGIO DELLE NUOVE COLLEZIONI CHE L’OCA NERA INTRODUCE A METÀ ANNO NEL SUO CATALOGO “HOME COLLECTION” È SEMPRE ATTENTO ALLE TENDENZE CAPACI DI RENDERE IL LIVING CONTEMPORANEO PIÙ ATTUALE, ACCOGLIENTE E PERSONALE TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO ARCHIVIO L’OCA NERA 110


L’OCA NERA In queste pagine: le nuove collezioni di quadri con cornice (cm 100x100) che ritraggono su tela il simbolismo dell’albero della vita. Tavolini tondi, grande e piccolo, con piani nobilitati su reticolati in filo e portacandela in filo oro. 111


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’è il senso della ricerca, il gusto della novità, l’attenzione all’eleganza nelle nuove proposte che L’Oca Nera introduce a metà anno nel suo catalogo Home Collection. Il linguaggio è quello ricercato e particolare, che da sempre caratterizza la capacità del brand di aggiungere emozione all’abitare in tutte le sue sfaccettature. Le proposte ci accompagnano nel quotidiano alla scoperta delle tendenze capaci di ispirare, fornendo stimoli e suggerimenti per rendere il living più attuale, accogliente e personale. Oggetti e decori si trasformano in messaggeri di stile, si fanno spazio sul proscenio e catturano l’attenzione. Come la nuova collezione di quadri, magnetici e preziosi, con cornice (cm 100x100), che ritraggono su tela il simbolismo dell’albero della vita e lo fanno brillare di mille riflessi aurei grazie alla decorazione in foglia oro. Per il più sano ozio delle lunghe sere autunnali, la chaise-longue e il divano trovano caldi alleati nei generosi plaid e nel pouf in ecopelliccia. I tratti distintivi di tavoli, lampade e portacandele ci ricordano che l’edificazione del benessere è un esercizio che richiede dedizione: per L’Oca Nera può avvenire anche mettendo in risalto le linee di costruzione degli oggetti, per sorprendere. È il caso ad esempio dei tavolini tondi, grande e piccolo, i cui piani appaiono leggeri, quasi sospesi su eterei reticolati in filo.

Sempre attenta a individuare le tendenze nell’arredo contemporaneo, L’Oca Nera crea ogni anno nuove Home Collection in grado di rendere il living più attuale, accogliente e personale

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L’OCA NERA In queste pagine: nellla pagina a sinistra, le nuove collezioni di portacandele nelle versioni in filo oro e vetro rosa. In questa pagina, quadro con cornice (cm 100x100) e lampade in vetro, rosa e fumÊ.

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ome pure della lampada (e dei vasi coordinati) in cui la superficie materica del corpo s’infittisce di un interessante intreccio sovrapposto di foglie, quasi a ricordare delle candide palme. Le trasparenze e le slanciate sinuosità del nuovo candelabro a tre braccia e dei portacandela in vetro in tre diverse altezze si fanno protagoniste con il minimo ingombro. Si rifanno invece alla dolcezza delle gabbiette per volatili i portacandela in filo oro che vedono ancor più valorizzato il tema “wireframe”, così particolare e iconico che viene ripreso anche dalle omologhe lanterne in vetro rosa, disponibili nelle stesse proporzioni. Le poliedricità de L’Oca Nera si ritrova infine anche nelle due lampade in vetro grigio e rosa dalle mille sfaccettature, capaci di illuminare, con bagliori di altrettante nuance, i pomeriggi autunnali da trascorrere piacevolmente in casa, perché no comodamente seduti su un tappeto di soffici cuscini per gustare la natura… alle pareti. www.locanera.it

Dalle nuove collezioni di quadri ai tavoli, alle lampade e ai portacandele fino ai plaid e ai pouf in eco-pelliccia, le novità de L’Oca Nera offrono sempre soluzioni di grande eleganza

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L’OCA NERA In queste pagine: nella pagina a sinistra, lampada (e vasi coordinati) con superficie materica a intreccio sovrapposto di foglie e plaid in ecopelliccia. In questa pagina, portacandela in vetro in tre diverse altezze, candelabro a tre braccia e plaid e pouf in eco-pelliccia

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ALESSI LIVING ACCESSORIES In queste pagine: lampada da tavolo “Lady Shy” in policarbonato cm 20 x 20 - h cm 38, corredata da una lampada LED di 4,5 watt e interruttore a funzione varialuce, design Giovanni Alessi Anghini con Gabriele Chiave (2015). Nella pagina a destra, sopra, lampada “Amanita”, design Fratelli Campana (2012), in rattan con tripla accensione, e lampada “La stanza dello Scirocco al tramonto”, design Mario Trimarchi (2012), in acciaio inossidabile 18/10 lucido. Qui a destra, lampade della famiglia “I love animals”, design Pier Paolo Pitacco (2012).

Il design nella luce di ALESSI È FIRMATA DA GIOVANNI ALESSI ANGHINI CON GABRIELE CHIAVE LA NUOVA LAMPADA DA TAVOLO “LADY SHY” CHE SI AFFIANCA A QUELLE DEI FRATELLI CAMPANA, DI TRIMARCHI E DI PITACCO GIÀ PRESENTI NEL CATALOGO ALESSI DEDICATO AI LIVING ACCESSORIES TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO ARCHIVIO ALESSI / GIACOMO GIANNINI 116


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eriva dall’inglese “timido, riservato” il nome Lady Shy scelto dai due autori, Giovanni Alessi Anghini e Gabriele Chiave, per questa nuova Lampada da tavolo, che si inserisce nel capitolo tipologico del catalogo Alessi dedicato ai Living accessories. “Lady Shy” è una sorgente luminosa costituita da due volumi, un cono e una semisfera, in policarbonato trasparente. Il materiale dona alle forme, volutamente essenziali, una sensazione di luminosità e leggerezza. La semisfera, che costituisce la parte superiore, è aperta verso l’alto e accoglie al centro un diffusore di luce simile a una classica lampadina elettrica. La fonte luminosa è protetta dalla struttura della lampada che sembra ricordare una gonna mossa dal vento. “Lady Shy” è una lampada da tavolo, da comodino o da terra ed è corredata da una lampada LED di 4,5 watt, equivalenti a circa 60 watt, che unisce all’intensità dell’illuminazione un deciso contenimento dei consumi, e una eccellente funzionalità, sia nella durata che nella resa luminosa. Il cavo di alimentazione, che entra nella lampada grazie a un piccolo foro alla base del cono, è munito di un interruttore con funzione varialuce. La lampada da tavolo Amanita dei Fratelli Campana, realizzata in rattan intrecciato a mano in una forma che ricorda il portamento a ombrello dell’omonimo fungo, é dotata di due lampadine a fluorescenza, a risparmio energetico in classe A, a tripla accensione. La Lampada da tavolo La Stanza dello Scirocco, disegnata da Mario Trimarchi, è realizzata in due versioni: una in acciaio inossidabile 18/10 lucido e una di colore bianco ottenuto con una vernice epossidica. La lampada in acciaio produce una luce calda, quella bianca diffonde la luce in modo più omogeneo, creando un’atmosfera chiara. Il portalampada è inserito in un involucro più piccolo, realizzato anch’esso con le tessere metalliche dell’involucro esterno. Fanno parte della famiglia I love animals disegnata da Pier Paolo Pitacco le lampade Cillina, Cillirose, Cillioptical in tessuto elastico decorato, con struttura in acciaio, con ricambio in tessuto elastico bianco. Sono lampade da compagnia, da tavolo, a forma di passerotto fuori scala con un telaio metallico reticolare rivestito di tessuto elasticizzato. Il corpo illuminante è a led a colori variabili e la variabilità può essere programmata oppure cambiata manualmente. www.alessi.com 117


OGGETTI DESIGN MAGAZINE LIVING&LIGHT DESIGN

MYLED In queste pagine: lampada a led “Zbowl”, design Giorgio Zaetta (2011), realizzata per un ambiente sia residenziale che commerciale.

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MYLED La buona luce al servizio dell’uomo “MYLED”, BRAND DELL’ AZIENDA HI.PROJECT, PROGETTA E REALIZZA SISTEMI DI ILLUMINAZIONE A LED SIA PER INTERNO CHE PER ESTERNO, ADATTI AD AMBIENTI RESIDENZIALI E COMMERCIALI. EFFETTUA INOLTRE PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA E RENDER 3D TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO ARCHIVIO MYLED / HI.PROJECT

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MYLED In questa pagina: “Zbowl”, corpi illuminanti a soffitto/parete a incasso, a plafone o a sospensione, per interni. Diffusore in vetro soffiato opale bianco latte. Sorgente luminosa da 1-7 led ad alta potenza. Design Giorgio Zaetta (2011).

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MYLED In questa pagina: in alto, a sinistra, lampada “Ledera”, design Cini Boeri (2015), e, a destra, lanterna “Annomille”, design Roberto Cardin (2015). Qui a sinistra, lampade a sospensione della collezione “Zbowl”, design Giorgio Zaetta (2011).

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i.Project nasce in provincia di Belluno nel 2002 come azienda specializzata nella progettazione meccanica. Nel 2006 decide di investire nel settore del risparmio energetico e di sfruttare le proprie conoscenze per la creazione di sistemi di illuminazione a led. Un anno dopo vengono realizzati i primi prodotti che costituiranno l’embrione della collezione MYLED. Studiati sin dall’inizio per garantire i migliori risultati sia in termini di dissipazione del calore ed efficienza luminosa che di design, i sistemi di illuminazione MYLED sono realizzati con un’elevata precisione meccanica che, oltre a renderli estremamente performanti, ne garantisce un’applicazione facile e sicura, riducendone al minimo la necessità di manutenzione. “MYLED” offre una vasta gamma di prodotti idonei a illuminare ambienti esterni e interni, commerciali e residenziali, che si adattano a illuminare sia singoli oggetti che vaste superfici e sono capaci

di rispondere alle più svariate richieste di architettura e luce, grazie alla possibilità di scelta tra varie finiture, ottiche e colori dei led. Anche grazie alla proficua collaborazione con architetti e designeres, al continuo studio e approfondimento di Hi.Project e all’innovazione tecnologica, i prodotti “MYLED” sono in continua evoluzione, per un nuovo approccio fra l’uomo, l’ecosistema e la luce. Fra le ultime opere realizzate da Hi.Project a marchio MYLED segnaliamo: l’lluminazione del “Museo Civico di Merano”; la lanterna Annomille (design Roberto Cardin), raffinata creazione in ferro battuto; la lampada Ledera (design Cini Boeri), installazione luminosa a forma di “ramo d’edera”; Lucciola (design Hi.Project), una piccola luce che “illumina la tua sicurezza” ideale per indicare e delimitare percorsi pedonali, sentieri, piste da sci, aree verdi e campi da golf, solo per citarne alcuni utilizzi. Per maggiori informazioni visita il sito. www.myled.it 121


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ROSENTHAL Long Tradition.Young Creation UN OMAGGIO PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI TAPIO WIRKKALA IN NOME DEL DESIGN NORDICO E INNOVATIVI PROGETTI CHE PORTANO IL NOME DEI “GRANDI” DEL DESIGN CONTEMPORANEO TESTO A CURA DI OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO ROSENTHAL

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celebri Paper Bag Vases disegnati da Tapio Wirkkala nel 1977 nascono in porcellana bianca o color avana per imitare la struttura e la sensazione dei sacchetti di carta. Nel 2015, per celebrare i cent’anni dalla nascita di Wirkkala, sono rieditati da Rosenthal usando una speciale pasta di porcellana colorata, disponibile nei nuovi colori menta, pesca, macaron e tortora, in due versioni, da 10 e da 18 cm di altezza. La collezione Paper Bag è integrata da elementi dall’archivio Rosenthal che includono alcune delle creazioni più moderne del maestro finlandese, rilanciate per celebrare la ricorrenza. Come la collezione di quattro vasi con decoro a rilievo del 1956, i vasi neri in porcellana opaca e smaltata del 1966, disponibili in tre dimensioni, e un vaso fishbowl del 1962 in due dimensioni, in porcellana bianca smaltata. Il design nordico prosegue oggi con le creazioni di Sebastian Herkner, dalle linee pulite e la straordinaria matericità. Tra le novità 2015 c’è anche la nuova lampada da tavolo Nightingale di Dante – Goods and Bads in collaborazione con Rosenthal. Qui la struttura e il design della lampada sono completamente rovesciati: il paralume è ruotato di 90 gradi ridefinendo l’interazione tra l’armatura per l’illuminazione e il riflettore. Il delicato corpo in porcellana ricorda un’antica lanterna, ma la sua estetica contemporanea si impone grazie al design pulito e deciso e alla morbida luce dei LED. Una striscia di cuoio, disponibile nei colori bordeaux, marrone scuro o naturale, funge da maniglia utilizzabile per cambiare la direzione della luce, nascondendo con eleganza i cavi elettrici. Due le dimensioni per “Nightingale”: da 27 e da 42 centimetri di altezza.

ROSENTHAL In queste pagine: qui sotto, collezione “Paper Bag Vases”, design Tapio Wirkkala (1977), nelle nuove versioni di colore (2015). Nella pagina a sinistra, in alto, vaso “Falda” in porcellana biscuit, design Sebastian Herkner (2014) per Rosenthal Studio-Line, e lampada da tavolo “Nightingale” (2015), design by Dante - Goods and Bads in collaborazione con Rosenthal (2015), e, in basso, la collezione di vasi di Tapio Wirkkala, realizzati tra il 1956 e il 1966, rilanciati per i cent’anni della nascita di Wirkkala (1915-2015).

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ALESSI In questa pagina: disegnato da LPWK - Massimo Giacon (2015), “Xmas Friends” è un albero di Natale di piccole dimensioni, adatto a decorare qualsiasi angolo della casa inclusa la scrivania dell’ufficio: dalle fronde verdi dell’alberello, punteggiate da fiocchi di neve, fanno capolino “Natalino”, “Alce, l’orso “Orson” e il pupazzo di neve “Hal Freddo”. Foto Courtesy Alessi

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Il Natale di Alessi DISEGNATI DA LPWK-MASSIMO GIACON, L’ALBERELLO “XMAS FRIENDS” E LE CIOTOLE “NATALINO A NASCONDINO” E “GET NUTS!” SI AFFIANCANO ALLE PALLE DECORATIVE DELLA COLLEZIONE “LE PALLE PRESEPE” DISEGNATE DA LPWK - MARCELLO JORI TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO ARCHIVIO ALESSI / MAX ROMMEL 126


A DI ALESSI In queste pagine: a sinistra, la nuova collezione “Le Palle Presepe”, design LPWK - Marcello Jori (2015). In questa pagina, sopra, Piatto per dolci “Natalino a nascondino”; qui a destra, l’alberello “Xmas Friends” e la Ciotola per frutta secca “Get nuts!”, disegnati da LPWK Massimo Giacon (2015).

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a collezione di Palle decorative Le Palle Presepe disegnate da LPWK - Marcello Jori nel 2012 si amplia con due nuovi personaggi, Pignola e Pazzo di neve. Con il progetto “Le Palle Presepe” l’autore propone di combinare due tradizioni natalizie, suggerendo un modo originale di adornare la casa addobbando l’albero e al contempo allestire il presepe. Come le precedenti decorazioni, i nuovi soggetti sono disponibili in due differenti dimensioni: singolarmente con diametro 9 centimetri e in set con diametro 6. I primi dieci personaggi della serie originale sono invece proposti in due nuove colorazioni monocrome: oro per la versione più grande, trasparente con effetto iridescente per le più piccole. Nella versione oro, la finitura lucida si alterna a quella satinata creando giochi di luce scintillanti. La versione trasparente è impreziosita da un effetto mutevole e cangiante, simile a quello generato dalle bolle di sapone. Prodotte in vetro tramite soffiaggio a bocca all’interno di uno stampo, vengono decorate a mano su una base specchiata che dona un intenso effetto di lucentezza e profondità. “Pazzo di neve” è inoltre rifinito applicando piccole perle al sorriso del personaggio. La tavola del Natale si anima di personaggi festosi con il Piatto per dolci Natalino a nascondino e la Ciotola per frutta secca Get nuts! disegnati da LPWK - Massimo Giacon. “Natalino a nascondino” rappresenta l’allegro gioco a cui partecipano Natalino, Alce, l’orso Orson e il pupazzo di neve Hal Freddo all’interno di un labirinto verde. La Ciotola per frutta secca “Get nuts!”, tipologia inconsueta per il catalogo Alessi, è perfetta per offrire ai propri ospiti noci, nocciole, arachidi e frutta secca. Adornata con i colori del Natale, bianco e rosso, è rallegrata da un decoro sulla parete esterna: un sorridente “Natalino” è ritratto mentre lancia noccioline a uno scoiattolo goloso. Realizzato in porcellana bianca decorata a mano, Xmas Friends è un albero di Natale di piccole dimensioni, adatto a decorare qualsiasi angolo della casa o… la scrivania dell’ufficio. Dalle fronde verdi dell’alberello, punteggiate da fiocchi di neve, fanno capolino Natalino, Alce, l’orso Orson e il pupazzo di neve Hal Freddo. www.alessi.com 127


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VILLEROY&BOCH In queste pagine: della collezione “Winter Collage”, i nuovi pupazzi di neve per l’albero di Natale della linea “Nostalgic Ornaments” (2015). A destra, i nuovi libri decorativi, dedicati quest’anno alla fiaba di Biancaneve e ai sette Nani, il calendario dell’Avvento e la ghirlanda portacandele della collezione “Christmas Toys Memory”.

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Villeroy&Boch Christmas Collection ROSSO E VERDE, BIANCO E DORATO, IL NATALE DI VILLEROY&BOCH RACCHIUDE IL PIÙ GENUINO SPIRITO DI UNA TRADIZIONE CHE SA RINNOVARSI. E BIANCANEVE È LA FIABA SCELTA PER DECORARE IL 2015 TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY VILLEROY&BOCH 129


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VILLEROY&BOCH In queste pagine: sopra, i nuovi elementi delle collezioni “Mini Christmas Village” e, sotto, “Fairy Tale Park” per il Natale 2015. Nella pagina a destra, la linea “Toy’s Fantasy” con i nuovi piatti, coppette, alzatina e portacandele decorati con scene della favola “Biancaneve e i sette Nani”.

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l Natale di Villeroy&Boch è una festa di pura magia, tra giochi d’infanzia, decorazioni e personaggi di fiaba che prendono vita sulle superfici di piatti e ornamenti. Quest’anno la storica azienda, che conta quasi 270 anni di attività, ha scelto la fiaba di Biancaneve e i sette Nani per animare le sue collezioni Christmas Toys Memory e Toy’s Fantasy, in cui il tema della fanciulla e dell’amicizia con i sette

Nani diventa l’emblema di una calda convivialità. Anche la linea Mini Christmas Village si arricchisce di nuovi elementi, aggiungendo fascino al villaggio natalizio movimentato da Babbi Natale, minuscoli personaggi e casette di pan pepato. Una fantasia sbrigliata si mescola ai ricordi dei Natali passati in queste collezioni archetipiche, ricche di dettagli e di distraordinaria perizia tecnica. www.villeroy-boch.com 131


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Hutschenreuther Winter Mood CON I NUOVI ELEMENTI DELLA COLLEZIONE “OLE WINTHER” E LA NUOVA SERIE TAVOLA “WINTER ROMANCE” TORNA LO SPIRITO CALDO E CONVIVIALE DI UN NATALE PIENO DI MAGIA TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY HUTSCHENREUTHER 132


HUTSCHENREUTHER In queste pagine: le nuove decorazioni in porcellana della collezione “Ole Winther”. Nella pagina a sinistra, servizio tavola e accesori della nuova linea “Winter Romance”.

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onostante il passare del tempo il Natale rimane una festa legata ad atmosfere calde e accoglienti e a tradizioni irrinunciabili. Hutschenreuther conferma questo spirito antico e frizzante nei nuovi elementi in porcellana e vetro della collezione “Ole Winther”, tra festosi campanelli, pigne e calze dell’Epifania per decorare il Natale 2015 con rinnovata magia. I nuovi decori includono paesaggi invernali, mele caramellate e allegri cori di fanciulli. La gamma è arricchita da sfere di Natale innevate, porta candele e carillon insieme a nuovi ornamenti a forma di stella, realizzati in porcellana delicatamente decorata. La nuova collezione tavola e regalo “Winter Romance” ci riporta al sapore nostalgico del Natale di una volta, sospesi tra il gelo dell’esterno e il calore amico della tavola apparecchiata. Il decoro si gioca tra rametti verdi, cristalli di ghiaccio e bacche d’agrifoglio. Accessori in legno ed elementi in vetro dalle calde tonalità ramate conferiscono una nota contemporary chic all’insieme tradizionale, completando la gamma con decorazioni per l’albero, portalumini, salviettine e due set di barattoli. Quattro nuove mug si aggiungono per completare la cena natalizia con un vin brulé o un punch caldo. Hutschenreuther è distribuito in Italia da Sambonet Paderno Industrie. www.sambonet.com www.hutschenreuther.com 133


„In un mondo iperconnesso, in cui comunichiamo costantemente in modo digitale, è sempre più grande il desiderio di mettere per iscritto, in modo semplice, i propri pensieri e di sentire la carta tra le mani.“ www.leuchtturm1917.com Distribuito in Italia da Johnsons Books srl - Tel. 02 43982263


CARLO MORETTI In questa pagina: particolare dell’allestimento nello showroom Duvetica di Milano della Carlo Moretti durante il Salone del Mobile 2015. Lampade da tavolo “cupola” in Cristallo di Murano bianco latte, design Carlo Moretti (1992), e lampada da tavolo “led.nastrino”, una reinterpretazione del vaso “Cartoccio” in Cristallo di Murano con base illuminante costituita da un disco in alluminio con incorporata sorgente led, design Carlo Moretti (2012 PATENTED). Foto Courtesy by Savic per Carlo Moretti.

CONCEPTSTORE 135


OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE

CARLO MORETTI SHOWROOM DUVETICA VIA SENATO MILANO In queste pagine: la collezione “boblu”, sistema personalizzabile di lampade a sospensione costituito da sfere in Cristallo di Murano, design Carlo Moretti (2015). A destra, l’ingresso dello showroom Duvetica in via Senato a Milano, design Studio Tadao Ando (2014), sede della presentazione del nuovo “Catalogo Luce” di Carlo Moretti durante il Salone del Mobile 2015. 136


Carlo Moretti da Duvetica PRESENTATA NEL NUOVO SPAZIO “DUVETICA” IN VIA SENATO A MILANO LA NUOVA SORPRENDENTE “COLLEZIONE LUCE” DI CARLO MORETTI, MISURA DELLA ECCELLENZA CREATIVA ED ESECUTIVA DI QUESTA “FABBRICA D’AUTORE” DEL CRISTALLO DI MURANO TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY CARLO MORETTI/ PIOVESAN/ SAVIC 137


OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE

CARLO MORETTI VIA SPIGA In queste pagine: da sinistra, le collezioni di lampade da tavolo “cilla”, “ovale”con base trasparente e nera opalina, “quati”, “snodo”, “efra” e “igra”. Nella pagina a destra, da sinistra, “cupola”, “led.nastrino”, “led.polari”, “office”, “medusa” e “scudo”, realizzate n Cristallo di Murano e disegnate da Carlo Moretti.

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Lo scenografico allestimento dedicato alla fornace Carlo Moretti di Murano realizzato nello showroom Duvetica a Milano dove è stato presentato il “Catalogo Luce” dedicato anche al contract-lighting in linea con la nuova strategia di sviluppo del brand sui mercati esteri

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abbica d’autore tra le ultime rimaste a Murano, fondata oltre cinquant’anni fa da Carlo e Giovanni Moretti, due giovani muranesi appartenenti a una famiglia di imprenditori del vetro, la Carlo Moretti è stata acquisita nel 2013 da una holding veneziana operante nel mondo del fashion e da due motivati manager provenienti dal settore, Manuel Gomiero, AD Carlo Moretti, e Antonio Cheschel, Direttore Generale Carlo Moretti. La missione è sviluppare e consolidare, nel rispetto dell’identità di marchio in un contesto contemporaneo, la propria presenza nei mercati internazionali attraverso una nuova strategia che vede una progressiva, costante innovazione gestionale, di prodotto e di approccio al mercato, unita all’implementazione del settore contract-lighting. Questa volontà acquista un valore maggiore per il management attuale che sente forte il “dovere” di promuovere nel mondo l’unicità di questa realtà italiana. A conferma del nuovo corso intrapreso, la Carlo Moretti nel 2014 ha inaugurato due nuovi punti vendita: il primo in aprile a Milano, in uno spazio di 130 metri quadri su due livelli in via della Spiga 48; il secondo a dicembre, nella città di Kitzbühel, affacciato su Vorderstadt 29, la via principale della cittadina austriaca. Nel maggio 2015 è stato inaugurato un nuovo monomorca a Murano, isola dove l’azienda ha la sua sede, mentre a luglio è stato aperto il quarto monomarca a Tokyo, nel prestigioso quartiere di Ginza, che è diventato anche sede dello showroom di

rappresentanza per il Giappone. Nel piano di sviluppo retail sono programmate nel medio termine le aperture di Londra e New York. Nel 2015 la Carlo Moretti ha presentato per la prima volta, in occasione del Salone del Mobile ed Euroluce di Milano, un proprio straordinario catalogo dedicato all’illuminazione che comprende sia lampade classiche del suo repertorio, alcune delle quali sconosciute al grande pubblico, sia nuove realizzazioni dedicate al contract-lighting e al custom-project. Una selezione delle opere del Catalogo Luce è stata presentata al pubblico durante la Milan Design Week nello showroom Duvetica in via Senato, collezione oggi presente nel punto vendita Carlo Moretti in via della Spiga. All’ingresso dello spazio Duvetica, progettato dallo Studio Tadao Ando, è stato allestito il progetto “boblu”, un sistema personalizzabile di lampade a sospensione costituite da sfere in Cristallo di Murano, sviluppato dal design team della Carlo Moretti assieme a Diego Chilò uno degli interpreti del lighting-design contemporaneo. Si tratta di una vera e propria architettura di luce, data anche dalle tre varianti dimensionali delle sfere (diametri di 10;14;18 cm) in vetro “bianco lattimo”, illuminate con Led e dalle diverse colorazioni. Nella seconda sala, sono state esposte le cinque collezioni delle diverse lampade nate dalla ricerca di Carlo e Giovanni Moretti, in parte realizzate con interventi dell’artista Paolo Martinuzzi, alcune delle quali sconosciute al grande pubblico. www.carlomoretti.com 139


OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE

Casa Richard Ginori a Milano IL PAVIMENTO DAMIER, I CASSETTONI, GLI ARMADI, I TAVOLI E LE POLTRONE CARATTERIZZANO QUESTA RAFFINATA CASA MILANESE DELLA MANIFATTURA RICHARD GINORI IN ZONA BRERA TESTO A CURA DELLA REDAZIONE FOTO COURTESY RICHARD GINORI 140


RICHARD GINORI IN BRERA A MILANO In queste pagine: veduta della zona ingresso del flagship store Richard Ginori. In primo piano, il servizio tavola “Labirinto”, design Gio Ponti (1926), su forma Impero. Novità assoluta del mondo Richard Ginori è la collezione di candele nata dell’incontro tra Alessandro Michele, direttore artistico della Manifattura, e Sileno Cheloni, profumiere fiorentino. Le fragranze sono racchiuse in piccole giare in porcellana declinate nelle collezioni “Oriente Italiano”, “Labirinto”, “Oro di Doccia” e “Cirque de Merveilles”. Le candele sono prodotte da Cereria Terenzi.

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I molteplici decori della collezione “Uova”, i servizi tavola “Collezione Paesaggio” e “Volière” su forma Impero sono sintesi di maestria artigianale e del patrimonio artistico della Manifattura

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RICHARD GINORI. MILANO In questa pagina: sopra, la colllezione “Insetti”, scarabei sacri e cervi volanti, cavallette, cicale e farfalle, decorati o in bianco, incorniciati in piccoli quadri, e, sullo sfondo, il servizio tavola “Volière”. Qui sotto, e sopra sul tavolo, il servizio tavola “Galli rossi” su Vecchio Ginori.

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n occasione del Salone del Mobile 2015 la Manifattura Richard Ginori è tornata a Milano e ha aperto le porte di uno straordinario flagship store all’angolo di via Brera con via Pontaccio, un’area storicamente espressione della cultura milanese, luogo strategico d’ incontro sia del mondo dei giovani sia del business internazionali. Il pavimento damier, i cassettoni, gli armadi, i tavoli e le poltrone caratterizzano questa nuova Casa milanese Richard Ginori, illuminata nella zona living da un lampadario in porcellana a 12 bracci, testimonianza del know-how artistico della manifattura. Stampe settecentesche e piccoli quadri, che incorniciano cavallette, scarabei e cicale, evocano il mondo naturale, ispirazione delle ultime collezioni Richard Ginori, quali “Giardino dei Semplici”, “Insetti”, “Les Merveilles”, “Cirque des Merveilles”, “Volière” e la nuova linea “Candele”, disegnate da Alessandro Michele, Direttore Creativo di Gucci e di Richard Ginori, appartenenti al Gruppo Kering, reinterpretando il know-how dell’azienda fiorentina tra elementi classici e moderni. Da sempre la filosofia di Richard Ginori si basa sulla ricercatezza e sull’utilizzo di uno stile raffinato e sempre contemporaneo. Un mondo dove tutto convive in perfetta armonia e segue una direzione precisa, trovando nell’insieme il suo senso di appartenenza: la casa come palcoscenico. Quello milanese è il secondo punto vendita del brand realizzato nella fase di rilancio, dopo la riapertura nel 2014 del negozio di via de’ Rondinelli a Firenze. www.richardginori1735.com 143


Alessi spa Via Privata Alessi, 6 28882 Crusinallo Omegna (Verbania) Tel. 0323 868611 www.alessi.com

Leuchtturm1917 Johnsons Books Per informazioni Tel. 02 43982263 www.leuchtturm1917.com

Argenteria Schiavon spa

Myled Hi.Project srl

Via Roma, 141 31020 Villorba (Treviso) Tel. 0422 608860 www.schiavon.it

Via Mario Luciani, 4/E 32032 Feltre (Belluno) Tel. 0439 310098 www.myled.it

Borla Bohemia srl Viale Cirene, 4 20135 Milano Tel. 02 54001010 Rappresentante generale Italia Christalex www.borla.net

Minotti spa

Carlo Moretti srl Fondamenta Manin, 3 30141 Murano (Venezia) Tel. 041 736588 www.carlomoretti.com

Corrado Corradi spa Via Medici del Vascello,8 20138 Milano Tel. 02 5099421 Distributore esclusivo Italia Daum www.corradocorradi.it Giovanni Raspini spa Largo Torricelli, 1 52040 Pieve al Toppo (Arezzo) Tel. 0575 410330 www.giovanniraspini.com Gruppo Morone srl B.Morone Via Soresina, 7 20144 Milano Tel. 02 48012016 Distributore esclusivo Italia Herend www.bmorone.it

L’Oca Nera srl Via Ugo Foscolo, 7 62010 Montecassiano (Macerata) Tel. 0733 290050 www.locanera.it

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Via Indipendenza, 152 20036 Meda (Monza) Tel. 0362 343499 www.minotti.com Modigliani ID srl Via Gianbattista Vico, 1-3 00196 Roma Tel. 06 6781715 www.modigliani.it Richard Ginori GRG srl Viale Giulio Cesare, 50 50019 Sesto Fiorentino (Firenze) Tel. 055 420491 www.richardginori1735.com Sambonet Rosenthal Hutschenreuther Sambonet Paderno Industrie spa S.R. 11km, 84 28060 Orfengo (Novara) Tel. 0321 879830 www.sambonet.it

Indirizzi FIERE Tendence Chistmasworld Ambiente Messe Frankfurt Italia srl Via Quintino Sella, 5 20144 Milano Tel. 02 8807781 www.messefrankfurtitalia.it www.tendence.messefrankfurt.com www.christmasworld.messefrankfurt.com www.ambiente.messefrankfurt.com

Interior Life Style China Shanghai New International Expo Centre (SNIEC) Messe Frankfurt Italia srl Via Quintino Sella, 5 20144 Milano Tel. 02 8807781 www.messefrankfurtitalia.it www.il-china.com

HOMI MILANO Fiera Milano spa Strada Statale 33 del Sempione, 28 20017 Rho Milano Tel. 02 49971 www.homimilano.com

Maison&Objet Saloni Internazionali Francesi srl Via Caradosso, 10 20123 Milano Tel. 02 4343531 www.maison-objet.com

Abitare il Tempo Marmomacc Verona Fiere spa

TaitĂš Via Romagna, 30 20090 Opera (Milano) Tel. 02 90780606 www.taitu-eshop.com

V.le del Lavoro, 8 37135 Verona Tel. 045 8298001 www.abitareiltempo.com www.marmomacc.com

Villeroy&Boch Arti della Tavola srl

Eataly

Via Sandro Sandri, 2 20121 Milano Tel. 02 655849.1 www.villeroy-boch.it

Via Nizza, 230 10026 Torino www.eataly.it Eataly xxxxxxxxxxxxxxxxx Via Durini, 1 20122 Milano Tel. 02 6571205 www.xxxxxxxxxxx


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