GIORNALE DI AUGUSTA

Page 1

Fondato nel 1976

Editore I. Leonardi

Il giornale da collezionare

€ 1,00

Direttore Giorgio Càsole

Anno XII - Numero 44 - APRILE 2013

SCIOLTO IL CONSIGLIO COMUMALE: LA RELAZIONE DEL MINSITRO CANCELLIERI

ARCIPRETE GAETANO INCARDONA: REVOCATI GLI ARRESTI DOMICILIARI

INCENERITORE DI PUNTA CUGNO. 20 MESI DI CARCERE ALL’AMMINISTRATORE AMARA


Sommario

Sommario

3 2Editoriale 4 Lo scioglimento del Consiglio Comunale 8 Avvisi di garanzia 9 Augusta e i suoi investimenti 10 Il crollo del rivellino 11 Italia Nostra denuncia 13 Bonifica dei relitti portuali 15 Come rilanciare il Porto 16 Coltraro: Porto e Sanità 18 Inceneritore non a norma Sbarco dei clandestini 19 Raccolta alimentare Rotary 20 Arciprete accusato di molestie 22 Bollette salate 23 Concerto di Josè Tringali 24 Rapina alla Montepaschi di Siena 25 Rapina allo Spaccio Alimentare e alla Confraternita di San Andrea 26 Giuseppe Innografo e Sofronio 27 Debiti col fisco 28 Strisce blu 29 Museo della Piazzaforte 30 Ricordando Fiorello

Periodico di interesse cittadino e dintorni Anno XII - Numero 44 - Aprile 2013 Direttore responsabile: Giorgio Càsole Fotocomposizione, impaginazione e stampa Tipografia Hi-tech - Via XIV Ottobre, 76 - Augusta Tel. 0931.976311 - Fax 0931.1847676 tipografiahi-tech@chd.it Chiuso in tipografia il 27-03-2013 I pezzi non firmati si intendono del direttore e-mail: giornalediaugusta@chd.it Facebook: giornale di augusta LEONARDI EDITORE


Editoriale

Augusta Mafiosa!

CHI PAGHERÀ PER QUEST’ INFAMIA?

A

lle 18,45 di giovedì 7 marzo 2013, si è tenuta a Roma una delle più veloci riunioni del Consiglio dei Ministri, ancora presieduto da Mario Monti: il C.d.M. si è riunito alle 18,45 e in appena cinque minuti ha deciso lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei consigli comunali di Augusta e di Grazzanise, in provincia di Caserta. Alle 18,50 la seduta del governo è finita. La notizia, anche se nell’aria da tempo, è piombata ad Augusta da Roma come una bomba lo stesso 7 marzo, giorno in cui il consiglio comunale, su convocazione del suo presidente Salvatore Amato, doveva riunirsi alle 20°° per surrogare alcuni consiglieri comunali dimessi e per altre pratiche. Mentre la provincia campana è salita alla ribalta per questioni di criminalità organizzata, criminalità camorristica, mai si sarebbe pensato che il secondo comune della provincia di Siracusa, provincia una volta definita babba, Augusta appunto, comune dove ha sede una delle più importanti basi militari d’Italia, potesse essere sciolto per condizionamenti mafiosi. Da almeno tre mesi circolava con insistenza la notizia che il prefetto di Siracusa, Franceschelli, aveva inviato al ministro degl’Interni, Cancellieri, una relazione preoccupata sui condizionamenti del Comune di Augusta, dopo il sequestro e l’esame di una serie impressionante di documenti, migliaia stando alle notizie raccolte, esaminati da una commissione composta da vari esponenti istituzionali, insediatasi nel restaurato palazzo di città il 30 agosto 2012. Come si ricorderà, l’indomani si dimise il sindaco Carrubba, dando l’impressione di volersi candidare alle elezioni regionali dell’ottobre 2012. Così, invece, non è stato ed è stata avanzata l’ipotesi che Carrubba sia stato consigliato di dimettersi, per evitare gravi conseguenze. Si sapeva, dunque, e si temeva il peggio, anche se rimaneva il lumicino della

speranza. L’ambiente politico era in piena fibrillazione, tanto che da parte di qualche movimento civico, costituitosi per affrontare le elezioni amministrative previste nel prossimo mese di maggio, era stata avanzata ai consiglieri comunali, attraverso vistosi manifesti, la proposta di dimettersi prima che il consiglio fosse sciolto dall’alto. I consiglieri comunali si sono sentiti offesi e non hanno accolto l’invito, anche se, negli ultimi giorni, alcuni consiglieri hanno presentato le loro dimissioni. Qualcuno aveva sperato nell’esito delle elezioni politiche dello scorso febbraio. Aveva sperato, cioè, che Monti lasciasse la patata bollente al nuovo governo, il quale avrebbe voluto il tempo per decidere, e che, intanto, si andasse alle elezioni. Invece, il 5 marzo il ministro degl’Interni ha concluso la sua relazione con la proposta di scioglimento con queste parole: “Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell’amministrazione comunale di Augusta, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio degli interessi della collettività. Ritengo pertanto che ricorrano le condizioni per l’adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Augusta (Siracusa) ai sensi dell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. .. In relazione alla presenza e all’estensione dell’influenza criminale {il grassetto è nostro], si rende necessario che la gestione commissariale abbia una durata di diciotto mesi”. È fatta. Il C.d.m. approva la proposta,il presidente della Repubblica firma il decreto di scioglimento e contestualmente nomina un direttorio di tre funzionari per l’amministrazione del Comune. Sono due donne in carriera prefettizia: Maria Carmela Librizzi, prefetto, che dovrebbe svolgere le funzioni di sindaco, il

viceprefetto Maria Rita Cocciufa, che dovrebbe sostituire la Giunta, il dirigente Francesco Puglisi al posto del consiglio comunale. Il commissario regionale passa la mano dopo sette mesi di gestione più politica che tecnica e se ne torna a Palermo a godersi la pensione di funzionario regionale. La misura estrema è arrivata, dunque. E, come spesso accade, l’equivalenza è in agguato: “Augusta = mafia”. La città, nota per l’inquinamento più che per la sua base militare o, meglio ancora, per il suo grande porto, che dovrebbe rappresentare una risorsa per tutta la Sicilia, era salita, poco prima della notizia dello scioglimento, alla ribalta della cronaca per il “caso Incardona”, che certo non avevamo previsto quando abbiamo realizzato la copertina del numero di gennaio, auspicando che Augusta possa risorgere dalle sue ceneri, come la mitica fenice. Lo scioglimento del consiglio era dietro l’angolo, ma non avevamo ancorala certezza. Abbiamo solo intuito la profonda depressione in cui è caduta questa comunità. E certamente non ce ne rallegriamo. Qualche giorno fa, un lettore,visibilmente risentito, mi ha detto: “Noi non siamo mafiosi, siamo cittadini che stiamo pagando in tutti i sensi, per questo malaffare, ma questa di Augusta mafiosa, come dicono i giornali, è un’infamia e qualcuno deve pur pagare”. Già. Un’infamia! E chi pagherà e quando e come per quest’infamia? Giorgio Càsole

3


4

Documento

Operazione “Morsa”/La relazione del

ECCO PERCHÉ IL CONSIGLIO Le responsabilità di sindaco, amministratori,

N

el comune di Augusta (Siracusa) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l’imparzialità degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 giugno 2008 nonchè il buon andamento dell’amministrazione e il funzionamentodei servizi. Indagini di polizia giudiziaria avviate dalla Procura distrettuale della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia di Catania hanno fatto emergere il collegamento del sindaco e di un assessore del comune di Augusta con esponenti apicali dell’organizzazione mafiosa egemone nonchè il condizionamento esercitato dagli esponenti di detta organizzazione sui menzionati amministratori. Le indagini giudiziarie hanno evidenziato in particolare che i suddetti amministratori, in occasione delle elezioni

amministrative del giugno 2008, si sarebbero accordati con i citati esponenti della criminalita’ organizzata per ottenerne l’appoggio nella competizione elettorale, fornendo loro, in cambio, un collegamento extra istituzionale costituito da rapporti personali e tale da garantire l’accesso a informazioni relative a programmi e lavori pubblici da effettuarsi per conto dell’amministrazione... ... Le indagini ispettive hanno evidenziato una sostanziale continuità nella guida dell’ente, atteso che il sindaco era già al suo secondo mandato consecutivo, essendo stato eletto nella stessa carica nella tornata del 2003 e inoltre un rilevante numero degli amministratori eletti nel 2008, per alcuni dei quali peraltro sussistono gravami di natura penale, ha fatto parte, a diverso titolo, degli organi dell’ente sin dall’anno 1998. La relazione redatta dalla

commissione d’indagine, avvalendosi anche delle risultanze dell’attività svolta dall’autorita’ giudiziaria, ha messo in rilievo che un consistente numero di consiglieri, assessori nonche’ componenti dell’apparato burocratico è trasversalmente collegato e intrattiene rapporti con esponenti della criminalita’ organizzata o con imprenditori locali, a loro volta legati alle suddette organizzazioni e come tali rapporti abbiano condizionato l’attività amministrativa determinando uno sviamento della stessa dai principi di legalità e buon andamento. In particolare, viene posto in rilievo il ruolo assunto, nel tempo, dal citato ex consigliere, destinatario della suddetta ordinanza di custodia cautelare, presente nell’amministrazione comunale sin dal 1994 e nuovamente eletto nel 2003, condannato nel 2006 per il reato di associazione di stampo mafioso con l’aggravante di aver organizzato l’associazione nella rispettiva area di influenza, affiliato alla locale organizzazione mafiosa fino a diventarne referente per la città di Augusta. Le indagini giudiziarie hanno inoltre documentato la presenza dello stesso all’interno degli uffici dell’ente, pur dopo l’avvenuta sentenza di condanna, e la sua influenza nella vita amministrativa dell’ente oltre alla capacità di incidere su tutti gli schieramenti politici come avvenuto in occasione delle elezioni amministrative del 2008, nel corso delle quali ha favorito la rielezione del sindaco uscente. Un ruolo preponderante all’interno dell’amministrazione


Documento

Ministero degli Interni, Cancellieri

COMUNALE È STATO SCIOLTO consiglieri comunali e del direttore generale

comunale ha assunto anche il direttore generale, in ciò agevolato dall’appartenere al citato gruppo affaristico mafioso che ha appoggiato la candidatura del sindaco e che, negli anni precedenti, è stato preposto a uffici strategici dell’ente quali quello dell’urbanistica, quello tecnico e quello dello sviluppo economico. Il menzionato direttore generale, non confermato nell’incarico dal commissario straordinario, è stato in grado di orientare le scelte dell’amministrazione anche in forza di acclarate responsabilita’ dell’apparato politico che non ha di fatto esercitato il potere dovere di controllo allo stesso conferito. Dette scelte si sono risolte a vantaggio delle molteplici attività imprenditoriali del citato dirigente, alcune operanti proprio nei settori dallo stesso curati per conto dell’ente. Il delineato assetto dell’amministrazione, unitamente al generale stato di disordine organizzativo e di mancato rispetto delle disposizioni dettate dall’ordinamento vigente, si sono rivelati condizioni adeguate a favorire la permeabilità dell’ente al condizionamento di tipo mafioso posto in essere dalla criminalità organizzata. Tali modalità operative, che hanno avuto origine nel corso di precedenti consessi e sono proseguite, consolidandosi, negli anni successivi, risultano evidenti in una serie di procedure irregolari, concernenti le assegnazioni di lavori pubblici a società o soggetti controindicati, la programmazione, lo sviluppo e la gestione del territorio sulla

base di logiche in contrasto con la tutela degli interessi pubblici, la gestione dei contributi per la riparazione e ricostruzione degli edifici danneggiati dagli eventi sismici. Per quanto attiene al primo degli aspetti evidenziati, elementi concreti che attestano l’incapacità dell’amministrazione locale di far fronte alle ingerenze della criminalità organizzata possono ricavarsi dalla sostanziale disapplicazione, da parte dell’apparato burocratico, del protocollo d’intesa denominato “Carlo Alberto dalla Chiesa”, volto a prevenire i tentativi di infiltrazione mafiosa in tale ambito e reso obbligatorio, sul piano regionale, con circolare dell’Assessorato ai lavori pubblici. Gli organi dell’ente non hanno emanato alcun atto di indirizzo ai dirigenti per assicurarne l’esatto adempimento, circostanza che rivela come l’adesione allo strumento pattizio sia stata solo un atto formale e non l’espressione di una reale volontà di prevenire e contrastare l’azione della criminalità organizzata in tale àmbito...

La Commissione che reggerà il Comune per diciotto mesi; da sin. Francesco Pugliisi, Maria Carmela Librizzi, Maria Rita Cocciufa

Cortesia Augustaonline

... Nelle procedure esaminate è emerso come i competenti uffici non abbiano effettuato alcun controllo nella fase di esecuzione dei lavori sul rispetto, da parte dei soggetti aggiudicatari delle opere, degli impegni previsti dal menzionato atto d’intesa e richiamati nei bandi di gara... ...Tali anomalie e irregolarità, alle quali si è aggiunta l’assenza di controlli prima e durante l’esecuzione dei lavori, hanno caratterizzato la procedura avviata nel 2006 e non ancora conclusa nel corso del 2011, per l’affidamento di un appalto di lavori pubblici finanziato, per milioni di euro, dal Dipartimento regionale della protezione civile e aggiudicato a un consorzio il cui legale rappresentante è coinvolto, unitamente ad altri soggetti facenti parte di altre società costituenti il consorzio stesso, in procedimenti penali per turbativa degli incanti, associazione a delinquere e altri reati di particolare rilevanza. Elementi indicativi della penetrante forza prevaricatrice delle locali organizzazioni sono

5


6

Documento

L’ex Sindaco Carrubba

emersi dalla procedura concernente l’aggiudicazione di lavori, avvenuta nell’ottobre del 2008, per l’adeguamento di vie di fuga sul lungomare, affidati a una società la cui titolare è coniugata con un soggetto indagato per associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, falsità materiale. Fonti tecniche di prova hanno inoltre rivelato come tali opere fossero di particolare interesse per la locale cellula mafiosa e come quest’ultima abbia esercitato pressioni sul primo cittadino, sollecitandone l’impegno a essere favorita nell’assegnazione dei lavori anche relativi a subappalti o a noli a caldo o a freddo, in cambio dell’appoggio elettorale ricevuto nel corso delle ultime elezioni. Esempio significativo di una generale condizione di illegalità e comunque di uno sviamento dell’attività dai princìpi di buon andamento è altresì evidenziata dalle modalità di gestione del servizio trasporto di soggetti sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio che sin dal 2007 viene effettuato attraverso l’affidamento diretto, senza gara,

prevalentemente a due cooperative sociali. Il pagamento per tale servizio è effettuato dall’amministrazione a fronte di semplice presentazione di fattura e cioè al prezzo richiesto dalle menzionate cooperative, senza alcun confronto con altri possibili fornitori. L’organo ispettivo ha evidenziato che l’amministratore unico di una delle menzionate cooperative è strettamente legato a un noto esponente della locale organizzazione mafiosa. Le indagini svolte nel settore urbanistico edilizio hanno evidenziato che il comune di Augusta non dispone di un Piano regolatore generale aggiornato e quello vigente è stato spesso disatteso con la conseguenza che lo sviluppo del tessuto urbano e degli insediamenti produttivi è stato per lo piu’ determinato dai privati mediante piani attuativi di dettaglio e piani di lottizzazione. Tali piani, sebbene disposti in attuazione dello strumento urbanistico generale, non sono stati attentamente valutati con i giusti ispiratori del Piano regolatore generale, circostanza che ha comportato una sostanziale abdicazione degli organi elettivi a una delle principali funzioni di governo e ha fatto prevalere gli interessi privati di soggetti riconducibili a organizzazioni mafiose... ...Per quanto attiene la

funzione di governo del territorio è stato posto in rilievo un generale contesto di illegalità, testimoniato da numerosi abusi edilizi presenti nel centro abitato, favorito dall’assenza o comunque da una scarsa e poco incisiva attività di prevenzione e vigilanza da parte dell’ufficio di polizia municipale del comune, carenze che hanno nel contempo permesso un controllo del territorio da parte delle organizzazioni mafiose... ... Le indagini ispettive hanno evidenziato che un consistente numero di autorizzazioni è stato rilasciato a favore di imprese riconducibili, a vario titolo, a una delle locali famiglie mafiose, connotata da un notevole spessore criminale. Ulteriore circostanza che rafforza il quadro di un’amministrazione che pervicacemente viene gestita nel mancato rispetto del principio di legalità e comunque sulla base di logiche volte a favorire ambienti controindicati è rappresentata dal mancato recepimento, da parte del comune, del protocollo d’intesa siglato nel 2011 tra il Ministero dell’ Interno e la regione Siciliana in materia di fonti energetiche rinnovabili volto a prevenire infiltrazioni mafiose in tale àmbito. Analoghe illegittimità che attestano un uso distorto dei fondi pubblici hanno evidenziato le procedure concernenti i contributi per la riparazione e la ricostruzione degli edifici privati a uso abitativo danneggiati dagli eventi sismici del 1990. I lavori svolti dalla commissione d’indagine, che ha riscontrato un diffuso disordine degli uffici e l’incompletezza della documentazione, hanno posto in rilievo come non siano stati effettuati controlli in merito


Documento

all’effettiva sussistenza del nesso di causalita’ tra gli asseriti danni subiti dall’immobile e l’evento calamitoso, inoltre, i provvedimenti con i quali sono state concesse proroghe per l’esecuzione dei lavori, in violazione di quanto prescritto dalle relative ordinanze di protezione civile, hanno dato luogo ad esorbitanti lievitazioni dell’importo dei lavori. La relazione della commissione d’indagine ha posto in rilievo come i criteri e le modalità di conduzione dell’ufficio ricostruzione siano stati strumentali agli illeciti interessi dell’organizzazione mafiosa della quale e’ referente il citato ex consigliere comunale nuovamente tratto in arresto nel dicembre 2012, il quale si e’ potuto avvalere per i suddetti fini della collaborazione di uno stretto congiunto appositamente assegnato in tale ufficio. Le indagini esperite hanno posto in rilievo che la somma complessivamente gestita per le predette finalità di ricostruzione è superiore a 64 milioni di euro dei quali circa il 35% è stata gestita direttamente dal congiunto del citato ex consigliere. Cointeressenze e illegittimità hanno anche caratterizzato l’amministrazione dei servizi cimiteriali direttamente riconducibile a un assessore che ha ricoperto tale incarico per oltre dieci anni e destinatario, come evidenziato, dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per il reato di associazione di tipo mafioso emesso il 5 dicembre u.s. dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania. Il predetto è il soggetto politico di riferimento per la gestione degli interessi economici relativi all’ampliamento dell’area cimiteriale, alla bonifica dei suoli, alla realizzazione di

loculi e cappelle... ...Ulteriori criticità che contribuiscono a definire la precaria funzionalità dell’ente interessano il settore economico - tributario del comune che, come emerso dall’accurata indagine ispettiva, versa in condizioni di deficitarietà strutturale per l’anno 2012. Il verificarsi di tali criticità sono anche da ascriversi al mancato introito di poste attive a seguito della cattiva gestione posta in essere dalla società alla quale era stato affidato il servizio di riscossione dei ruoli di competenza comunale. Come emerso nel corso dell’accesso ispettivo tale società ha infatti omesso di riversare quanto aveva riscosso. Le accertate anomalie in materia di imposizione e riscossione tributaria sono un segnale evidente dell’incapacità o della mancanza di volontà dell’amministrazione eletta di dettare indirizzi e attuare adeguate strategie di vigilanza e controllo in un settore di vitale importanza per la sana gestione dell’ente locale. Il mancato recupero delle entrate tributarie

Anna Maria Cancellieri

oltre a precludere l’utilizzo di dette risorse per iniziative e servizi in favore della collettivita’ ha prodotto una situazione debitoria dell’ente che, complessivamente considerata, unitamente alla deficitaria condizione di liquidità prefigura una condizione di dissesto finanziario. Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell’amministrazione comunale di Augusta, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio degli interessi della collettività. Ritengo pertanto che ricorrano le condizioni per l’adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Augusta (Siracusa) ai sensi dell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Il Ministero degli Interni Cancellieri

7 7


8

Politica

DDA e CC stanno indagando

Si attendono

34 AVVISI DI GARANZIA per altrettanti personaggi della realtà cittadina

I tro.

l mondo cittadino della politica è in fibrillazione. Le voci si fanno più insistenti da un giorno all’al-

C’è chi aspetta con ansia, chi con un certo timore, anche se ciò che attende non dovrebbe far paura essendo soltanto uno strumento previsto dal codice di procedura penale quale meccanismo a favore del cittadino. Il cittadino, cioè, su cui gl’inquirenti stanno indagando viene formalmente portato a conoscenza che su di lui ci sono indagini in corso e, quindi, viene messo nelle condizioni di nominare un avvocato per potersi mettere nelle migliori condizioni per difendersi, per farsi rappresentare davanti agli organi che stanno compiendo le indagini. Ad Augusta è come sospesa, da oltre un mese, la notizia che alcuni avvisi di garanzia saranno

notificati a personaggi di rilievo. I cronisti sono allertati. E stanno sul chi vive. Si sa che stanno indagando i Carabinieri della compagnia di Augusta e la Direzione distrettuale antimafia di Catania. Le cosiddette fonti istituzionali, però, in questo momento hanno, come si suol dire, le bocche cucitissime. C’è chi arriva a dire apertamente che sono pronti per essere firmati ben 34 avvisi di garanzia, derivanti dalle indagini che, per tre mesi circa, hanno portato gl’inquirenti direttamente a palazzo di città per sequestrare e analizzare montagne di documenti, deliberazioni, determine e altro, delle amministrazioni civiche dirette da quel Massimo Carrubba che si dimise il 31 agosto 2012 perché – si disse – voleva candidarsi a un seggio al cosiddetto parlamento siciliano. Così poi non è stato ed è stata immediatamente avanzata l’ipotesi che Carrubba si sia dimesso proprio in vista del sequestro, consigliato dai suoi legali per evitare una misura grave

da parte degl’inquirenti. Dimettendosi e affermando d’essere a disposizione degli elettori, Carrubba avrebbe salvato la faccia, anche se impresentabile in quel momento qualunque lista di candidati. Che questo potesse essere il sospetto giusto sarebbe confermato dal fatto che, a fine indagine, la commissione d’indagine ha chiesto al prefetto di formalizzare al ministro degl’Interni la richiesta di sciogliere il Comune di Augusta per infiltrazioni mafiose, così come è avvenuto. Gli avvisi di garanzia che trentaquattro persone temono e molti altri, invece, sperano come preavviso di condanne, deriverebbero proprio dalla conclusa indagine documentale che si è spinta fino a anni precedenti la Giunta Carrubba. Il fatto è che da strumento a tutela del cittadino l’avviso di garanzia si è trasformato con il tempo in una sorta di anticipo di condanna, di gogna mediatica cui si dà, di solito, grande risalto, anche perché la procedura viene vista come l’anticamera di un processo. E comunque sia, un processo, soprattutto a politici, piccoli o grandi, locali o no, è sempre uno spettacolo di grande interesse per la pubblica opinione.


Politica

Le responsabilità dell’ex commissario regionale

AUGUSTA RISCHIA DI PERDERE 600 MILA EURO DI INVESTIMENTI PER DISABILI E MALATI DI CANCRO

Non è più possibile lavorare in questo modo il disinteresse che registriamo su questo progetto, da parte del dottor La Mattina, è immenso e ci amareggia. Non ci si può lamentare che non si programmano e non si spendono i fondi europei se poi, nel momento in cui lo facciamo, veniamo bloccati da una semplice procedura di firma, penalizzando l’intero territorio”. A esprimersi con tanta esplicita amarezza è il sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, nella sua qualità di coordinatore dei Piani Integrati di sviluppo territoriale-progetti integrati di sviluppo territoriale, che dovrebbero coinvolgere i Comuni di di Augusta, Melilli, Priolo, Floridia, Solarino, Sortino, Ferla, Cassaro, Buccheri, Buscemi, Palazzolo Acreide, Canicattini Bagni, Lentini, Carlentini, Francofonte. Si tratta di ricevere un importante finanziamento regionale per l’importo di 4 milioni e mezzo di euro per la realizzazione del “Sistema Integrato per i servizi e gli interventi domiciliari nelle terre di Thapsos Megara Hyblon Tukles”, sottoscritto anche dall’ASP di Siracusa, per l’assistenza domiciliare ad anziani, disabili, minori, pazienti affetti da malattie cronico - degenerative in fase stabilizzata, parzialmente, totalmente, temporaneamente o permanentemente non autosufficienti, e a soggetti affetti da malattie oncologiche presi in carico dai servizi sociali dei

Comuni. Un servizio innovativo e all’avanguardia, che riduce drasticamente i costi della Sanità, garantendo efficienza e non allontanando l’ammalato dagli affetti familiari. Sabato 23 mattina il sindaco Amenta ha invitato i rappresentanti legali dei Comuni interessati: mancava soltanto il commissario straordinario reggente il Comune di Augusta, Antonio La Mattina, 75enne palermitano, funzionario regionale in pensione, che il sabato ritornava a Palermo, dove abita. L’ assenza di La Mattina ha provocato sconcerto e stizza nei sindaci e, soprattutto, in Amenta, coordinatore, che ha aggiunto: ““Da mesi aspettiamo che firmi la convenzione necessaria per procedere ai bandi per le gare che riguardano i 15 Comuni. Il nostro progetto oltre ad essersi classificato al primo posto della graduatoria dei progetti PISU, prevede 3,5 milioni di spesa per i servizi nei vari Comuni e un milione di euro per l’acquisto di attrezzature all’avanguardia per l’attivazione e il potenziamento di tre centri oncologici, nei comuni di Augusta, Canicattini Bagni e Francofonte, e per il trasporto dei pazienti. Un progetto sicuramente tra i più innovativi in tutta la Sicilia, che si inserisce all’interno dei tre distretti sociosanitari, il D48, D47 e D49 della nostra provincia, dando vita ad una rete di servizi socio-assistenziali domiciliari, che integreranno quelli erogati o da erogare

da parte dell’Asp Siracusa e degli stessi Distretti”. Il giudizio negativo sul commissario reggente è sottolineato anche dagli altri sindaci che, infatti, affermano “Con questo atteggiamento registriamo una penosa mancanza di rispetto nei confronti degli altri Comuni. Il nostro progetto ha superato brillantemente tutti i livelli di valutazione senza alcuna decurtazione di somme rispetto a quelle progettuali, segno della sua valenza, in linea con le nuove direttive europee, nel garantire al cittadino, modelli leggeri, non burocratici e fondati su una cultura della salute che attenzioni oltre che la cura medica delle patologie, anche la presa in carico globale della persona malata, assistendola nei suoi bisogni sociali e psicologici, nel suo ambiente familiare, e qualora possibile, nella sua abitazione. Gli interventi e i servizi previsti dal progetto sono di alto livello, per il bene del territorio e dei cittadini, Augusta compresa, per cui il progetto prevede una spesa di ben 600 mila euro”.

L’ex commissario regionale La Mattina

9


10

Ambiente

IL CROLLO ANNUNCIATO DELL’ ULTIMO RIVELLINO

CHI ARROSSIRÀ DI VERGOGNA?

«Ho sentito un boato, stavo transitando per i ponti per raggiungere il centro storico . Immediatamente mi sono accorto di quanto era accaduto, anche perché conoscevo la pericolosità della situazione e più volte in passato avevo segnalato alle autorità competenti la precarietà del sito. Una vasta porzione del muro in pietra era crollata a mare. Ho subito informato dell’accaduto i Vigili del Fuoco del distaccamento mare, che prontamente si sono recati sul posto». Le affermazioni sono di Carmelo Miano, consigliere di circoscrizione del cosiddetto quartiere Borgata, testimone del crollo annunciato del rivellino “Quintana”, avvenuto intorno alle sette del mattino di domenica 3 marzo 2013 – data da ricordare come mònito per tutti, amministratori comunali, Soprintendenza ai Beni culturali e altre cosiddette autorità. Da molto tempo, anni, anni la gravità della situazione dei

vecchi ponti spagnoli e dello stesso castello svevo è stata segnalata alle autorità competenti che hanno preso atto della situazione, ma non hanno mai avviato alcun intervento. Mai. Solo quando si sono manifestate le prime avvisaglie dell’aggravarsi della situazione si è provveduto a transennare e vietare al transito pedonale il rivellino, ma nulla più è stato fatto. E ancora una volta il tratto del rivellino crollato è stato transennato. Nessuno di queste cosiddette autorità recita il mea culpa o richiama la corresponsabilità di tutti gli enti che dovrebbero tutelare il patrimonio culturale, in senso lato, che, al di là di ogni considerazione di carattere turistico, deve valere come testimonianza del passato, come radice del nostro presente. Al posto dell’istmo che collegava l’isola di Augusta alla terraferma, in epoca spagnola, furono costruiti tre rivellini:

Quintana, Sant’Anna e Santo Stefano, come prima porta d’accesso alla città. Il collegamento con la terraferma fu assicurato da due ponti levatoi, sostituiti nel 1800 da due ponti in muratura. L’unico esistente era il rivellino Quintana, che sorgeva su un isolotto triangolare costruito contestualmente alla fortificazione della città. La storia dei rivellini è legata a quella dei ponti. Negli anni ‘Trenta del Novecento, nel primo ammodernamento e ampliamento dei ponti, furono eliminati i rivellini di Sant’Anna e di Santo Stefano. Nel 1978, per esigenze di traffico, fu realizzato un ulteriore ampliamento dei ponti. Riportiamo il desolato commento di Luca Di Giacomo, esperto in conservazione dei beni culturali: “Noi siamo questo, pezzi di pietra , della qualità più pregiata estratta in questa terra, resa bella da altri nel corso dei secoli. Noi non abbiamo interesse, stiamo crollando a pezzi, in questo mare bellissimo che non è fruibile, non è balneabile, è inquinato. Le coste stanno crollando, praticamente l’immagine del Rivellino crollato siamo noi”. Recatisi sul posto i vigili del fuoco hanno riscontrato preoccupanti crepe nel manto stradale e hanno suggerito di interdire il traffico ai mezzi pesanti. Il suggerimento è stato messo in pratica. Era ora. Nel frattempo, chi arrossirà di vergogna?


Ambiente

ITALIA NOSTRA HA INOLTRATO UNA DENUNCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI SIRACUSA La sottoscritta Jessica Di Venuta, in qualità di presidente della sezione di Augusta dell’associazione nazionale “ITALIA NOSTRA ONLUS”, riconosciuta con D.P.R. 22 agosto 1958, n. 1111, portatrice di interessi diffusi in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione, ESPONE: • Il giorno 3 marzo 2013, in Augusta, una porzione del rivellino, presso i ponti e la Porta di epoca Spagnola, è rovinata a mare. Nel crollo è stato coinvolto un lampione dell’ illuminazione pubblica che ha creato un corto circuito lasciando al buio tutta l’area del rivellino e della Porta Spagnola. Premesso che: • Augusta è una città della Sicilia orientale in bella posizione, e, nonostante l’insediamento di numerose industrie del settore petrolchimico, che in parte ne hanno compromesso l’ambiente, potrebbe vivere tranquillamente di turismo grazie ai numerosi e importanti beni monumentali che la storia millenaria ha lasciato, per non parlare delle

bellezze naturalistiche delle sue aree umide, del mare e della costa che da Punta Izzo arriva sino alle spiagge del litorale nord di Agnone Bagni. Premesso che: • L’antico Rivellino Quintana è un’ opera realizzata dagli Spagnoli negli ultimi anni del XVI sec. , nell’ambito di un’ operazione di difesa dell’isola dalle frequenti incursioni barbaresche. • Fa parte del numeroso patrimonio storico culturale della città di Augusta ed è parte qualificante del paesaggio urbano così come tutto il complesso delle fortificazioni di epoca spagnola poste all’ingresso dell’isola; isola, che un tempo era collegata alla terraferma tramite una sottile lingua di terra. Infatti, l’istmo, che univa la terraferma alla città, fu tagliato all’inizio nel 1587 e i lavori, protrattisi per un ventennio circa, portarono alla realizzazione di due fossati. • L’aver creato i due fossati, significò anche mettere in comunicazione i due porti, Xifonio e Megarese, e trasformare la città di Augusta in una vera e propria isola, sempre più inespugnabile. • Fra i due fossati artificiali fu lasciato un isolotto dove si costruì il ‘Rivellino Quintana’, su cui poggiavano i due ponti levatoi, per il collegamento della città con la terraferma.

• Il ‘Rivellino Quintana’ era quindi una piccola fortificazione, circondata da mura come quelle costruite a difesa del vecchio maniero svevo e costituiva un importante avamposto a difesa del castello e dell’intera città. Premesso che: • la critica situazione strutturale del ‘monumento’ era già nota da tempo agli organi competenti. • Invece di restaurare queste antiche mura, al fine di restituire alla città questa risorsa culturale come documento della storia e dell’identità dei luoghi, questo spazio urbano, è dimenticato da anni e quasi sconosciuto dalla stessa comunità locale. Premesso che: • L’apporto di un’operazione di valorizzazione del patrimonio storico-architettonico presente nel territorio della cittadella fortificata, sarebbe capace di animare da solo un’offerta turistica capace di esaltarne valenze posizionali, simboliche, strategiche e paesaggistiche. • Le antiche mura spagnole, devono essere intese, non solo come manufatto monumentale da conservare e visitare, ma anche come oggetto architettonico da fruire, luogo vivibile e spazio di aggregazione per la popolazione locale.

1111


12

Ambiente

Premesso che: • contrariamente a quanto auspicato, invece di tutelare, recuperare e valorizzare le antiche mura, la cui promozione costituirebbe una risorsa per il rilancio sociale, culturale ed economico della città, attraverso l’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali per celebrarle orgogliosamente; si denota un allarmante stato di abbandono e di trascuratezza come avviene per altre risorse culturali di cui il territorio è ricco. Premesso che: • Nel corso dell’anno 2012, oltre 14.000 cittadini di Augusta, stanchi di assistere al degrado fisico e ambientale e all’incuria a cui vengono consegnati i manufatti e gli spazi urbani, hanno segnalato, tramite una petizione al FAI, la volontà di salvare dalla distruzione il castello svevo e le fortificazioni sul mare già interessate da pericolosi crolli. Premesso che: • Quest’ultima offesa, questa compromissione del paesaggio urbano è la conferma della trascuratezza e indifferenza della totalità di enti che dovevano e dovrebbero occuparsi del bene culturale. E che le condizioni degli stessi ponti di accesso alla città risultano in grave stato di abbandono, e oggetto di crolli segnalati da transenne, così da compromettere una delle vie di fuga dall’isola. Premesso che: • La Repubblica (art. 9 della Costituzione) “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Tutto ciò premesso, la sottoscritta CHIEDE che l’intestata Procura della Repubblica di Siracusa, voglia ac-

certare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti sopra riportati siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili. Con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale successivo procedimento penale. Chiede inoltre, ai sensi dell’art. 406, comma 3 c.p.p., di essere informata dell’eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari, nonché, ai sensi dell’art. 408, comma 2 c.p.p., circa l’eventuale richiesta di archiviazione Chiede infine, ai sensi dell’art. 335 c.p.p., che le vengano comunicate le iscrizioni previste dai primi due commi del medesimo articolo. Augusta, 7/3/2013 Jessica Di Venuta

LA COLPA È ANCHE DEI CITTADINI Passiamo per le vie della nostra città senza renderci conto che il tempo ha lasciato un segno indelebile del suo passaggio su di essa, precisamente sui mo-

numenti che, con la loro bellezza antica, rendono la nostra città ancor più suggestiva e misteriosa. Purtroppo, per questo degrado non possiamo solo colpevolizzare unicamente il tempo: anche noi cittadini siamo legittimi colpevoli di questo assassinio artistico e storico. Graffiti, squarci nella roccia, piante rampicanti, le cui radici formano crepe nella struttura stessa del monumento, nonché le precipitazioni atmosferiche: queste sono le maggiori cause di questo declino monumentale di cui i nostri monumenti sono affetti. Quindi, come curare questa malattia degenerativa? La risposta è semplice a dirsi ma complicata nella sua realizzazione. Restauro, ecco la cura a questo declino; ma ai nostri concittadini non importa molto vedere graffiti qua e là oppure crepe nei simboli del nostro passato, le preferenze cadono su strutture nuove si punta sul fascino tecnologico e al futuro, ma non si guarda al passato. Gli occhi rimangono chiusi e le orecchie serrate alle grida di un passato che muore schiacciato dal consumismo e da una finta globalizzazione. Federica Fiume


Arsenale Militare

La gara, per l’importo di 2 mln e 3oo mila euro vinta da una ditta olandese

FINALMENTE LA BONIFICA DEI RELITTI PORTUALI

L

’amm. Giuseppe Abbamonte, direttore dell’arsenale M.M. di Augusta ha dichiarato che finalmente il progetto della rimozione di parte dei relitti militari nel porto di Augusta è nella sua fase di attuazione. Ci sono voluti parecchi anni, e non ne vogliamo dire il numero, e ciò non per colpa o negligenza dell’ente arsenalizio o dei comandi territoriali interessati a supporto. Sembra facile per il profano dire: “che ci vuole a tirare fuori dall’acqua una carcassa di nave”. Bene, non è così! Le varie direzioni dell’Arsenale hanno dovuto combattere e non è finita, e combattono con la tremenda e inestricabile normativa burocratica relativa all’ambiente e allo smaltimento dei rifiuti conseguenti che nella fattispecie, fagocita anni e anni di tempo, in un groviglio di scar-

toffie, autorizzazioni, pellegrinaggi e attese snervanti innanzi agli usci degli uffici ministeriali competenti. Senza mettere in conto poi, spesso come avviene in Italia l’avventarsi continuo di leggi e codicilli che investono l’ambiente e la regolamentazione dello smaltimento dei rifiuti nocivi o no. Non va disgiunto, altresì l’aspetto economico, cioè il finanziamento che lo Stato deve approntare per dette operazioni. Indubitabilmente, la lungaggine dell’iter burocratico comporta la lievitazione dei prezzi e càpita spesso che la pratica si interrompa oppure perché va incontro a periodi di poco confortevole assetto economico nazionale. Nello specifico, sono interessate alla bonifica: a) lo specchio acqueo antistante il Forte Vittoria; b) lo specchio acqueo anti-

stante la banchina di Punta Cugno. Nel primo sito, sono da sgomberare l’ex dragamine Loto e Giaggiolo, un MTF, mentre per il secondo, cioè Punta Cugno, dove sono ormeggiate le ex corvette Alcione e Airone, oltre all’MTF 1302 e l’ex dragamine Palma. Dei relitti del Loto, Giaggiolo e dell’MTF emergono in superficie solo alcune parti, e si tratta di oltre 1.000tonnellate. A proposito della sigla MTF “Mezzo Trasporto Fari”, altre fonti indicano trattarsi di un MTC “Mezzo Trasporto Costiero” che in origine doveva essere un LCS “Landing Craft Ship” ossia un mezzo anfibio alleato utilizzato durante lo sbarco in Sicilia e successivamente ceduto all’Amministrazione Militare italiana. Di questo mezzo, allo stato, emerge solo la chiglia piatta. A Punta Cugno,

13


14

Arsenale Militare

invece, il recupero è più complesso in quanto il dragamine Palma di 500 tonnellate è posato sul fondale, mentre l’MTF1302 ha in superficie solo la plancia. I relitti più consistenti sono rappresentati dalle corvette Airone e Alcione. La prima venne varata nel 1954, ed entrò in servizio il 21 ottobre del 1955 con un dislocamento di 895 tonnellate, 76,30 m di lunghezza e 9,60 m di larghezza. Era dotata di due cannoni da 76/62 e due mitragliere da 40/70, e un equipaggio di 117 di cui 6 ufficiali. Utilizzata sino al disarmo avvenuto nel 1992, come unità di addestramento di TT.VV., per il pattugliamento e vigilanza pesca, con base ad Augusta. La sigla era F544, e a poppa stagliava il motto “Nihil me deflectit”. L’Airone della stessa classe, dal 1955 ha prestato gli stessi servizi dell’Alcione. Di stazza leggermente superiore alla sua gemella (950 tonnellate) era dotata in più di quattro tubi lancia bombe. Al momento del disarmo avvenuto in Augusta nel 1992, i due scafi vennero appaiati al molo di Punta Cugino e così sono rimasti per lungo tempo fino a quando qualche anno fa, un violento fortunale fece rovesciare di fianco l’Alcione che si adagiò con l’alberatura sull’Airone. In seguito, l’alberatura è ceduta e, quindi, l’Alcione è scivolato sul fondo sul suo lato dritto. Infine l’MTF1302-A5362 presenta solo la parte della plancia fuori dall’acqua. Questo relitto, infatti, es-

sendo coperto da fanghiglia richiederà più lavoro e l’impiego di attrezzature più avanzate. A questo punto, come ha riferito con dovizia di particolari l’amm. Abbamonte, vale soffermarsi sulla procedura del recupero. Verranno utilizzati sistemi d’avanguardia per tale tipo di lavori, anche, perché si deve tenere conto dell’impatto ambientale. A tal uopo, si procederà secondo quanto stabilito dalle “Conferenze dei Servizi” del 2005 e 2006 in cui specificatamente venivano affrontati i problemi inerenti i recuperi navali e ponendo vincoli e prescrizioni ineludibili e spesso pesanti che diluiscono nel tempo il conseguimento di tali opere. Nel mostro caso, spiega ancora l’amm Abbamonte i relitti da smaltire , praticamente vengono circoscritti e isolati da un cosiddetto “bacino di demolizione”, vale a dire che si pone in opera una cintura di paratie in lamiere d’acciaio conficcate nel fondale che in pratica imprigiona, a tenuta, il relitto da recuperare. Ciò consente di agire nella massima sicurezza, evitando qualsiasi sversamento di sostanze nocive, durante l’imbragamento delle parti sommerse. Si premette, per dovere di completezza che preliminarmente, tale livello di attenzione è stato adottato in quanto sono stati già effettuati carotaggi sino a un metro sotto il fondale dove allo stato giacciono i relitti. Fortunatamente, nei siti interessati non è stata rilevata concentrazione di mercurio o di altri metalli nocivi fuori dalla norma. Pur tuttavia, è previsto che man mano che il relitto verrà smantellato e portato in superficie, verrà effettuato un continuo monitoragL’ Amm. Abbamonte

gio dell’acqua al fine di evitare ogni dispersione eventuale, per cui non vi potranno essere problemi sulla continuità delle operazioni. Il contratto dei lavori se lo è aggiudicato il raggruppamento temporaneo di concorrenti, con a capo la ditta HAMMOET SAVAGE B.V., mandante la CHELAB srl di Rotterdam (Olanda) per un valore complessivo di € 2.330.000. Questa impresa è una delle più qualificate in campo internazionale in ordine al recupero di relitti navali anche a profondità rilevanti. Infatti di recente è passata alla storia per avere recuperato un troncone, pari a tre quarti della zona prodiera del sommergibile nucleare sovietico, il “CURSK” di 13.500 tonnellate, inabissatosi nel mare Artico a una profo9ndità di oltre 120 metri. La stessa ditta procederà, inoltre, allo smaltimento di tutte le parti dei relitti mediante la separazione dei rifiuti classificati nocivi e non, osservando scrupolosamente quanto previsto dalle norme di legge. Orbene, finalmente, “la grande novella”, come si apostrofava negli ambienti portuali, sormontando caparbiamente vincoli, scaramucce e l’evoluzione continua della normativa in materia, si avvia alla definitiva soluzione. Concludendo, non va disattesa, la svolta decisiva data prima dall’amm. Brogi, e poi dal suo successore amm. Abbamonte che ha guidato e guida con competenza l’operazione, unitamente all’altrettanto esperto staff di ufficiali arsenalizi. Senza dubbio la bonifica si concluderà, almeno, per quegli specchi d’acqua del nostro porto e, quindi, sarà restituita l’antica bellezza paesaggistica a lungo deturpata da questi avanzi inerti. Francesco Migneco


Porto

Lo scalo è dotato di 320mila mq di piazzale e di 1km di banchine

L

PORTO, COSA FARE PER RILANCIARLO

a grande importanza del porto di Augusta è affidata soprattutto all’attività di raffinazione del petrolio e alla produzione di benzina verde. A questo, poi, si deve aggiungere la base militare Nato. Se per l’attività della raffinazione si hanno oltre 3.000 accosti all’anno, per quanto riguarda le navi porta container si arriva ad appena una cinquantina. Quindi, finanziare con fondi europei infrastrutture che devono servire al traffico di mercantile è stato ritenuto poco efficace. Sono già state fatte le gare d’appalto per l’allargamento e il consolidamento delle banchine, propedeutiche al rilancio del porto. Si deve anche tenere conto dell’attuale crisi mondiale dell’import-export e quindi del traffico navale di rinfuse secche.

Superata questa crisi sarà possibile avviare il rilancio del porto di Augusta che può svolgere il ruolo di scalo di transhipment, cioè di porto nel quale i carichi vengono trasbordati dalle navi impiegate nelle lunghe rotte intercontinentali sulle navi feeder dedicate alla distribuzione delle merci nel bacino del Mediterraneo. Se lo scalo augustano è da tempo principale crocevia dei traffici di rinfuse liquide, con una movimentazione prossima ai 30 milioni di tonnellate di idrocarburi all’anno, occorre sviluppare anche nuovi settori commerciali attraendo altre navi e merci che passano poco distanti dal porto. A parte lo zolfo che deriva dal Tar (residuo della raffinazione del petrolio), non si riesce a caricare nelle navi nemmeno le

arance e altri prodotti dell’agricoltura. Nel futuro di Augusta, a fianco degli idrocarburi, ci dovranno essere sempre più container, rotabili (e passeggeri) e rinfuse secche. Il porto di Augusta, infatti, dispone di tutti i servizi e delle figure professionali necessarie per operare nuovi traffici. Lo scalo è dotato di 320mila metri quadri di piazzali e di un chilometro lineare di banchine e occorre, perciò, pianificare il suo sviluppo puntando alle opportunità offerte dalla crescita degli scambi internazionali e del trasporto marittimo. Ma perché diventi realtà ci vuole la ripresa dei traffici containerizzati mondiali con il superamento della crisi economica. Paolo Mangiafico

15


16

Intervista

Il deputato del Megafono soddisfatto per la legge che ha abolito le Province

COLTRARO: “PORTO E SANITÀ PER INIZIARE LA VERA RIVOLUZIONE DI AUGUSTA” Il presidente della Regione Crocetta manterrà gli impegni assunti per la nostra città: riqualificazione del Porto e un polo oncologico d’eccellenza. Farà anche una giunta regionale di governo sul posto per rendersi conto del disagio degli augustani


Intervista

Con la soppressione delle Province abbiamo scritto una nuova pagina di storia della Sicilia, tagliando le spese superflue della politica”. Ne è convinto il segretario della Commissione Attività produttive dell’Ars, Giambattista Coltraro, adesso che anche il commissario dello Stato ha dato il via libera al ddl approvato dall’Aula. “Il governo del presidente Crocetta – ha detto il deputato del “Megafono” – ha dimostrato con i fatti di volere avviare la stagione delle riforme nell’Isola. Con la soppressione delle Province e con la nascita dei liberi consorzi dei Comuni, ci sarà un risparmio di cento milioni di euro all’anno. Si tratta di una riforma epocale che agli occhi dell’intera nazione, una volta tanto, ci accredita come “modello Sicilia”. Una Sicilia – prosegue il deputato che vive ad Augusta – che vuole uscire fuori dagli stereotipi di un’Isola che vive di clientele e di parassitismo”. Secondo Coltraro con la soppressione delle Province “viene così restituita ai rappresentanti locali la possibilità di programmare tutta una serie di attività essenziali per la vita economica e sociale dei territori. Mi riferisco agli Ato idrici e rifiuti, ai Consorzi di bonifica o ai Consorzi di sviluppo industriale. L’abolizione di questi carrozzoni servirà ad aumentare i risparmi di spesa grazie alla soppressione di direttori generali, consigli di amministrazione e quant’altro, riordinando la programmazione territoriale ed affidandola alla diretta responsabilità dei sindaci che ne

risponderanno di fronte al corpo elettorale. Ed il governo della Regione continuerà sulla strada delle riforme che aiuteranno la Sicilia nella crescita e nello sviluppo economico”. “Nel processo di rinnovamento della politica siciliana – prosegue il deputato del Gruppo Crocetta - si inserisce anche la nuova legge elettorale comunale per l’inserimento della doppia preferenza, quella di genere, che dà la possibilità ai cittadini di scegliere un uomo e una donna per i Consigli. Questa mi sembra concretezza e non la solita pari opportunità parolaia”. Il presidente della Regione ha assunto un impegno per Augusta… “Il presidente Crocetta manterrà la sua parola ed i cittadini potranno constatarlo con i propri occhi. Ha pubblicamente detto nella sua visita augustana dello scorso 17 febbraio che avrebbe convocato una giunta regionale in città. Lo farà subito dopo l’approvazione del Bilancio”. Quali gli impegni del governo regionale?

“La riqualificazione del porto commerciale che significa dare anche una boccata d’ossigeno all’asfittica economia del territorio, il diritto alla salute dei cittadini con il potenziamento dell’ospedale “Muscatello” di Augusta, i servizi primari che mancano, come la rete fognante ed aggiungerei la tutela del patrimonio storico – culturale, che ogni giorno che passa si sbriciola”. Cosa vuol dire il potenziamento del “Muscatello”? “Significa che verrà istituito un reparto oncologico d’Eccellenza, dove deve essere compresa la chirurgia e la chemio. Il presidente della Regione lo ha detto chiaramente che Augusta avrà lo stesso trattamento dei poli industriali siciliani, ovvero di Gela e Milazzo”. On. Coltraro lei è fiducioso? “Sono passati poco più di sei mesi dall’insediamento del nuovo governo regionale e qualcosa di positivo s’è fatto in Sicilia. Vedrete che anche ad Augusta ci sarà una piccola rivoluzione”. C.M.

17


18

INCENERITORE DI PUNTA CUGNO 20 MESI DI CARCERE ALL’AMMINISTRATORE AMARA

C

on sentenza di primo grado, il giudice Stefano Montoneri del Tribunale di Siracusa, sezione distaccata di Augusta, ha condannato Amara Giuseppe Quintino, nella qualità di amministratore unico dell’inceneritore di Punta Cugno, alla pena di 20 mesi di reclusione e 35mila euro di ammenda, oltre alle spese processuali. A seguito di alcuni con-

trolli dell’Arpa, si rilevava che, nell’esercizio delle normali attività di incenerimento dei rifiuti, dall’impianto Gespi si sprigionavano ingenti quantità di diossina e furani oltre il limite consentito dalla normativa di riferimento, 109,546 nanogrammi/m3 (limite previsto 0,1), e di idrocarburi policiclici aromatici, 0,085. nanogrammi/m3 (limite 0,01).

I CLANDESTINI SBARCANO ANCHE QUI BRUCOLI, CONTRADA GISIRA

N

on siamo a Lampedusa, tradizionale luogo di sbarco di immigrati clandestini. Siamo a Brucoli, contrada Gisira, dove 86 nordafricani, per metà adulti e per metà ragazzini, sono sbarcati la mattina del 26 marzo, nei pressi dello “scoglio della tartaruga”. Sette di questi, a causa della malnutrizione durante il drammatico viaggio nel barcone che misurava circa 15 metri di lunghezza, sono stati trasportati d’urgenza nel vicino ospedale Muscatello, ma soltanto due sono stati ritenuti per il momento in gravi condizioni, tali da

essere ricoverati d’urgenza per disidratazione. Sul posto sono intervenuti tutti i soccorsi, tra quali carabinieri, guardia costiera, polizia, guardia di finanza, il gruppo interforze per il contrasto all’immigrazione della Procura di Siracusa, la protezione civile di Augusta, i vigili urbani. La Misericordia e la Croce rossa si sono adoperati per il trasporto in ambulanza

e i necessari controlli sanitari, effettuati dai medici dell’Asp. Rimpatriati in serata i maggiorenni. G. T.


Solidarietà

Una raccolta alimentare per aiutare chi soffre

2 TONNELLATE DI ALIMENTI PER I PIÙ BISOGNOSI NEL ROTARY DAY

I

n occasione del “Rotary Day”, sabato 23 febbraio, tutti i soci dei Club del 2110° Distretto Sicilia – Malta si sono uniti, idealmente, per attuare un progetto a favore della propria comunità. I soci del Rotary Club Augusta, su proposta del presidente Pietro Paolo Amara, hanno scelto di agire a favore delle persone che vivono in una situazione di estremo disagio realizzando un “Banco alimentare” al quale hanno partecipato, oltre a numerosi rotariani, anche i ragazzi del Rotaract e Interact. La raccolta alimentare, svoltasi dalle ore 9 alle ore 18, realizzata presso noti Super-

mercati della città, ha ottenuto eccellenti risultati avendo raccolto oltre 2000Kg di alimenti che sono stati consegnati ad alcune parrocchie di Augusta e Brucoli per la successiva distribuzione alle famiglie più bisognose, con

la massima discrezione e riservatezza. Paolo Gemelli, segretario del circolo, attraverso la stampa, desidera ringraziare di cuore a tutti coloro che hanno aderito alla realizzazione di questa nobile iniziativa e, soprattutto, i cittadini che con la loro generosità hanno contribuito a regalare un sollievo a chi soffre”, mettendo in pratica il motto di fresco conio “LA GENEROSITÀ NON CONOSCE LA CRISI”. Nello stesso giorno i giovani dell’Interact presieduto da Federica Finazzo, hanno piantumato, nell’aiuola all’ingresso della città, alcune piante e una targa a ricordo del Rotary Day. P.G.

19


20

Rotary Club

Parla il padre della ragazza che - secondo l’accusa - sarebbe stata molestata dall’arciprete della Chiesa Madre

“MIA FIGLIA È STATA UN’ EROINA”

M

olestie sessuali compiute con forza ai danni di una ragazza ventunenne di Augusta, aggravate dal fatto che il sacerdote stava amministrando il sacramento della confessione. Sostanzialmente, questo è il capo d’imputazione per cui l’arciprete della chiesa madre di Augusta, Gaetano Incardona, (nella foto), 74 ani, nativo di Buccheri, è stato posto agli arresti domici-

liari la mattina di giovedì 28 febbraio. Intorno alle 7 del mattino i carabinieri della compagnia di Augusta si sono recati nell’abitazione del sacerdote per notificargli l’ordine di custodia cautelare emesso dal giudice delle indagini preliminari, su richiesta di Antonio Nicastro, dell’ufficio del pubblico ministero. Si è arrivati a questo gesto clamoroso in séguito alla denuncia che i genitori della 21enne

hanno inoltrato ai carabinieri di Augusta. La ragazza, che in passato non aveva avuto contatti con Incardona, era andata per confessarsi ed è stata baciata e palpeggiata in uno stato di evidente soggezione psicologica e, addirittura, il sacerdote le teneva strette le mani, finché in séguito allo squillo del telefonino, l’arciprete ha mollato la presa e la ragazza è fuggita. È andata a casa, eviden-


21

temente sconvolta, per riferire l’accaduto ai genitori. Informati di tutto, padre e madre si sono recati dai carabinieri, che “sono stati come un grande famiglia”, ci ha detto il padre, il quale ha lodato la professionalità del tenente Alfano e “l’eroismo” della figlia per avere avuto il sangue freddo di tornare da Incardona e registrare con una microtelecamera le molestie messe ancora in atto dal prete. Le prove documentali erano indispensabili; ecco, perché la ragazza è stata attrezzata di tutto punto dai Carabinieri per filmare video e audio. “Nostra figlia è stata una vera eroina per aver rischiato di tornare da Incardona per la seconda volta”. Ecco perché i CC sono certi della grave documentazione probatoria. Il 27 novembre 2012 avrebbe malmenato un ragazzino dodicenne perché disturbava più volte in concorso con altri minori, con atti ed atteggiamenti poco convenevoli e disdicevoli, le funzioni religiose. “Mi sono solo limitato a dare uno scappellotto al ragazzino che ho sorpreso all’interno della Chiesa assieme ad altri coetanei” si era difeso l’arciprete. Il vescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, sùbito dopo l’arresto, ha dichiarato di aver conosciuto in un anno e mezzo l’arciprete e confida nel lavoro della magistratura. Gaetano Incardona risiede ad Augusta da oltre un quarantennio. Fu trasferito qui come assistente dei giovani universitari, poi divenne collaboratore dell’arciprete della chiesa madre, Garsia, successivamente divenne parroco della chiesa del Sacro Cuore e da qualche anno ha preso il posto in chiesa madre, quando don Matteo Pino è andato in pensione. La mattina di mercoledì 6 marzo si è svolto l’interrogatorio

di garanzia di Gaetano Incardona, assistito dagli avvocati Puccio Piccione e Ettore Randazzo, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, lasciando, con il suo pur legittimo comportamento, irrisolti tutti gli interrogativi sollevati dal suo arresto compiuto dai carabinieri della Compagnia di Augusta a séguito della denuncia presentata dalla parte offesa, che ha riferito di essersi recata alla Chiesa Madre per confessarsi. Incardona, uscendo dal confessionale, secondo l’accusa, si è avvicinato a lei e, quando è giunto a non più di un metro dalla giovane, ha allungato entrambe le mani, le ha palpeggiato i seni e sùbito dopo ha tentato di abbracciarla e di baciarla. La ragazza, rimanendo sconcertata dall’atteggiamento del sacerdote, ha fatto un passo indietro e, dopo aver vanificato i tentativi del suo molestatore, si è data a precipitosa fuga, rifugiandosi nella sua abitazione. Qui ha raccontato quanto accaduto ai propri genitori, che l’hanno accompagnata al comando della Compagnia dei Carabinieri di Augusta, per presentare la denuncia. Questa la ricostruzione dell’accusa. Il padre della ragazza, ha detto a chi scrive, che i carabinieri non potevano agire contro Incardona perché, fino a quel momento, le affermazioni della ragazza potevano essere equivalenti a quelle contrarie di Incardona. Quindi, i carabinieri hanno consigliato alla ragazza di ritornare munita di microtelecamera atta a registrare l’atteggiamento dell’accusato. La ragazza, fatto ritorno sul luogo incrimi-

nato, porta in caserma le prove filmate e dopo l’esame di quest’ultime arrivata la richiesta del pubblico ministero, Nicastro, avallata dal Gip Consiglio, di mettere Incardona agli arresti domiciliari, in considerazione dell’età avanzata. Alla domanda rivoltagli dal Gip Michele Consiglio, se intendeva proclamarsi innocente o colpevole dell’infamante reato contestatogli nell’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari, Incardona ha fatto ricorso alla frase di circostanza: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”. Il Gip Consiglio, ha confermato la misura cautelare agli arresti domiciliari e ha restituito il fascicolo al Pubblico Ministero Antonino Nicastro affinché svolgesse altre indagini non solo sulla violenza sessuale ai danni della ventunenne ma anche su eventuali altri casi, dal momento che, sempre ai carabinieri di Augusta, è stata presentata spontaneamente un’altra denuncia per fatti di questo tenore addebitati a Incardona. Ormai alle soglie della pensione (parroci e vescovi vanno in pensione a 75 anni), Incardona ha presentato le dimissioni. Gli avvocati stanno compiendo indagini, così come può fare l’accusa, e poi decideranno se presentare istanza al tribunale del Riesame per chiedere la liberazione del loro assistito.


22

Servizi

Bollette salate:

CHI PROTESTA... ...CHI FA DA SÈ!

Ormai la misura è colma, non si possono chiedere sempre sacrifici ai cittadini. Chi ha delle responsabilità, deve riconoscere che la causa di questi aumenti è dovuta alla manifesta incapacità di amministrare. Non si comprende come mai la Tarsu non debba essere pagata tenendo conto del numero dei componenti del nucleo familiare e non dei metri quadrati dell’immobile. Gestisco una pagina sul social network Facebook e i cittadini manifestano la

rabbia di questo ulteriore incremento di tassa che, serve solo a coprire il deficit creato in questi anni dalle amministrazioni che si sono succedute. L’ex commissario straordinario di Augusta non poteva amministrare “alla Monti”, aumentando le tasse senza dare i servizi in cambio. Non vedo una città più pulita, non vedo una raccolta differenziata, i tombini restano otturati, i rifiuti ingombranti giacciono dappertutto, il randagismo permane”. Chi parla così è Mimmo Di Franco, amministratore di un frequentato sito in un altrettanto frequentato socialnetwork. Di Franco si è fatto portavoce delle proteste di molti augustani che in questi giorni si sono viste recapitate bollette salatissime relative al consumo dell’acqua e alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, la spazzatura, in parole povere. Si tratta di imposte comunali che Antonio La Mattina, ex commissario reggente ha chiesto al Consiglio comunale di aumentare, ottenendone l’assenso, rapidamente come altrettanto

rapido è stato l’inoltro da parte della Puibliservizi, la società che ha la concessione per i tributi comunali. È la stessa società che recentemente ha mandato altre cartelle, che sarebbero “pazze”, per l’imposta ICI del 2007. Sarebbero “pazze”, cioè erronee, ma, intanto, devono essere i cittadini a comportarsi da sudditi e a dimostrare d’aver pagato. Stanchi, i cittadini hanno inscenato una manifestazione di protesta in Piazza Duomo, nella mattinata di venerdì 22 febbraio. Erano oltre cinquecento. Nel frattempo, in Viale Italia, la ventottenne M. C. è stata denunciata dai carabinieri per allaccio abusivo per sottrarre ad altri l’energia elettrica. Mentre scriviamo, non si sa se la donna abbia agito da sola o in compagnia. Forse lo ha fatto per non poter pagare la bolletta. Le sono stati concessi gli arresti domiciliari. Userà le candele?

nella foto a sin.: Mimmo Di Franco nella foto in alto: un momento della manifestazione contro la Tarsu


CONCERTO DI JOSÈ TRINGALI

con due Tangueros d’eccezione al Circolo Ufficiali

E

lettrizzante concerto di San Valentino per soci e ospiti del Circolo Ufficiali e del Rotary club, presieduti rispettivamente dall’avvocato Piero Amara e dal comandante di Marinarsen, contrammiraglio Giuseppe Abbamonte. Dopo i saluti di Amara e quelli di Abbamonte, che ha letto il rispettabile c.v.della concertista, le luci della ribalta si sono accese sulla pianista augustana Josè Francesca Tringali, docente di pianoforte nella scuola statale “Salvatore Todaro”, di cui dirige l’Ensemble giovanile, con all’attivo numerosi concerti da sola o in duo con un’altra pianista locale, Michela Trovato, con cui si esibisce spesso in “spettacolari” concerti a quattro mani e con due pianoforti. Per il concerto di San Valentino, Josè Tringali ha scelto musiche sottilmente struggenti dell’argentino Piazzolla per il primo tempo e dello statunitense George Gershwin per il secondo.

Durante il primo tempo si sono esibiti, nello spazio fra il palcoscenico e la platea , due tangueros d’eccezione, il comandante dei gruppi velici della Marina Militare, Giuseppe Puzone Bifolco, e Giulia Compagnone, napoletana, amica di famiglia del comandante di Marisicilia, il contrammiraglio Roberto Camerini. I due ballerini di tango hanno “sedotto” il pubblico con le loro figurazioni artisticamente sensuali, com’è sensuale il ballo del tango, mentre la pianista interpretava Piazzolla, musicista che, tuttavia, non si prestava a comporre musiche da ballo, ma, appunto da concerto. È stata, quindi, più difficile per i due eseguire i loro movimenti seguendo le note di Piazzolla. L’eleganza morbida dei due si è imposta e ha suscitato calorosi applausi, come calorosi e prolungati sono stati quelli nei confronti della concertista soprattutto alla fine del secondo

tempo, dopo aver dato splendida prova interpretativa dei passi I got rhythm e Rapsody in blue di George Gershwin. Josè ha concesso il bis con una vigorosa interpretazione pianistica della colonna sonora del film I pirati dei Caraibi. Commovente la coda finale quando Josè è scesa dal palco per andare a baciare la madre, Nelly Tringali, già direttrice didattica del circolo Pascoli. “Quella di San Valentino” - ha detto la concertista - “è la festa dell’amore e l’amore più grande è quello per la mamma”. Josè ha ringraziato tutti da Abbamonte ad Amara, da Anna Camerini (moglie dell’ammiraglio) a Luisa Cusumano, moglie del comandante di Maribase, il capitano di vascello Barbera. Il prossimo concerto dell’artista augustana sarà a Marsala.

23


2424

Cronaca

La testimonianza dei clienti rinchiusi: “Sembrava un reality”

BONNIE & CLYDE NOSTRANI rapinano la Montepaschi di Siena

P

omeriggio del 13 febbraio. Sono da poco passate le 15,30. Un uomo e un donna, presumibilmente giovani, (ne sapremo di più quando gl’inquirenti avranno esaminato la registrazione delle telecamere di sorveglianza), entrano regolarmente, come due normali clienti, cioè, dall’ingresso della filiale della Montepaschi di Siena, sul lungomare Rossini.Si tratta di una filiale non dotata di sorveglianza armata, forse perché, come abbiamo potuto constatare in questi giorni, il Monte Paschi è precipitato in una pesante condizione debitoria. Una volta dentro, la coppia,

con straordinaria destrezza, calza immediatamente un passamontagna, estrae una pistola e un taglierino. Ordina la disattivazione dell’allarme e, senza perdere la calma, come due freddi professionisti, si fanno consegnare i telefoni cellulari dai circa dieci clienti, fra cui due bambini, e li rinchiudono all’interno di una delle stanze della filiale, che, probabilmente, avevano già individuato durante una visita precedente, per una normale operazione bancaria; avranno potuto esaminare il luogo della rapina farsi un’idea, seppur sommaria, sulla pianificazione dell’azione criminosa. Rinchiuso il drappello di clienti, insolito a quell’ora, vicina al momento della chiusura, i due Bonnie e Clyde nostrani hanno obbligato i dipendenti della filiale a racimolare tutto il denaro presente in quel momento nelle loro casse e poco dopo hanno svuotato il bancomat, arraffando

probabilmente centomila euro Arraffato alla bell’e meglio un non trascurabile bottino, i due si sono presto dileguati a piedi, facendo perdere immediatamente le tracce. Gl’inquirenti presumono che ci fosse un complice pronto ad aspettarli in un’auto parcheggiata in una delle strade secondarie nei pressi della banca. Ripristinato l’allarme, intervengono sul posto molto rapidamente le volanti della polizia di Stato, la cui caserma è poco distante, all’interno del Castello Svevo nella villa comunale. I poliziotti si rendono conto sùbito che i due non hanno lasciato traccia e, nell’impossibilità di tirare fuori dalla stanza i malcapitati clienti con i bambini molto spaventati, chiamano i vigili del fuoco per liberarli. I clienti con i bambini erano visibilmente scioccati. Qualcuno ha detto: “Abbiamo vissuto l’esperienza più drammatica della nostra vita”, “Sembrava di vivere un reality, ma, invece, era tutto vero”. Non è la prima volta che la filiale augustana della Montepaschi viene rapinata, ma è la prima volta che ad Augusta è accaduto un fatto che poteva finire in tragedia.


Cronaca

Fine settimana preelettorale: 2 rapine in rapida sequenza

D

UN’ALTRA RAPINA ALLO SPACCIO ALIMENTARE

ue rapine una dietro l’altra si sono registrate la sera di sabato 23 febbraio, vigilia delle elezioni politiche. Quattro persone con il viso coperto da passamontagna sormontati da cappellini sono entrati nello “Spaccio alimentare, ex SMA, ipermercato di contrada Cozzo delle Forche localizzato prima dell’ingresso della città. Pistola in pugno, hanno intimato ai cassieri di consegnare loro l’incasso della giornata e quasi sùbito dopo, a piedi e indisturbati, si sono diretti in un altro supermercato situato proprio davanti al primo e con le stesse

modalità, sempre mascherati e con la stessa pistola, hanno obbligato i cassieri di dare quanto avevano in cassa. Quando è scattato l’allarme era ormai troppo tardi. I rapinatori si erano dileguati a bordo di un auto. Un carabiniere , che , si trovava in borghese nel secondo supermercato rapinato ha cercato di fermarli senza riuscirci, poi ha informato i colleghi dell’Arma che sono arrivati sul posto senza poter fare altro che compiere le prime indagini. Negli ultimi tempi si è registrato un aumento delle rapine, non solo nei supermercati : l’ex SMA, da quando

si è trasformato in Spaccio Alimentare è stato oggetto di ben tre rapine. Mentre prima non è mai successo nulla del genere. Il fatto dovrebbe far riflettere. O c’è un tentativo mafioso in atto o i duri tempi della crisi hanno prodotto una recrudescenza della criminalità, organizzata o meno. Episodi di microcriminalità si sono estesi anche ai danni delle abitazioni estive, anche se in molti casi le persone che hanno subito il furto non hanno fatto denuncia alle forze di polizia, le quali invitano tutti a denunciare sempre qualsiasi furto.

Colpo da soliti ignoti

Confraternita di Sant’Andrea furto con scasso. Salva la chiesa

N

otte fra il 4 e il 5 marzo. I ladri non lasciano tranquilli nemmeno i luoghi di culto. Non c’è dubbio che i malviventi volevano penetrare nell’interno della Chiesa di S. Andrea, patrono dei pescatori, per portar via tutti gli oggetti sacri che avessero rinvenuto.

Ci riferiamo al colpo, da soliti ignoti, messo a segno, nottetempo, da chi, in un primo tempo, ha scardinato la grata di ferro di una finestra dei locali della Confraternita di S. Andrea, locali attigui alla chiesa, con la finestra che si affaccia in Via Limpetra. Attraverso la finestra, gli ignoti malviventi, sono entrati nei servizi igienici e da qui hanno raggiunto la sala della confraternita, hanno portato via un televisore di nuova generazione e messo a soqquadro cassetti e

armadi alla ricerca di altro materiale e oggetti di valore. I malviventi hanno poi tentato di penetrare in chiesa e nella sacrestia, ma non sono riusciti a forzare le porte di ferro che sono state danneggiate con arnesi atti allo scasso. Raggiunto il primo piano i ladri hanno anche qui messo a soqquadro i locali e poi sono fuggiti. A denunciare lo scasso e il furto, con il tentativo di penetrare in chiesa, è stato Francesco Scatà, parroco di San Francesco Di Paola e reggente la parrocchia di San Sebastiano in Sant’Andrea.

25 25


26

Cultura

Presentato al Circolo Ufficiali il libro pubblicato da Leonardi Editore

Giuseppe Innografo e Sofronio

due prelati bizantini sottratti al martirio

Serata di alta cultura”, così è stata definito l’evento svoltosi al Circolo Ufficiali della Marina Militare per la presentazione del libro, pubblicato dall’editore di questo giornale, Giuseppe Innografo e Sofronio – due prelati bizantini sottratti al martirio di Alberto Terranova, già docente di Greco e Latino al liceo classico Mègara di Augusta, di cui successivamente è stato preside per circa vent’anni. Esiste in Augusta una chiesa, ancorché modesta come tempio, ma viva come comunità, affidata alle cure del parroco Giuseppe Mazzotta, originario di Sortino. E’ stato proprio il parroco a chiedere all’ex preside di approntare una traduzione dal greco della vita di questo santo siracusano , poco noto ai nostri tempi, considerato uno dei maggiori scrittori di inni liturgici (da qui Innografo, cioè scrittore di inni) della Chiesa. Nato a Siracusa nell’ 816, nell’831 dovette riparare in Grecia, nell’odierna Salonicco, per sfuggire al tentativo di islamizzazione della Sicilia da parte degli Arabi che l’avevano invasa. Si fece monaco e successivamente fu mandato a Roma per aiutare la chiesa bizantina a fronteggiare l’eresia iconoclasta, ma cadde nelle mani dei pirati di cui rimase prigioniero per sei anni. Liberato

per intervento miracoloso, secondo la tradizione, morì a Costantinopoli nell’886. Dopo gli onori di casa da parte del contrammiraglio Giuseppe Abbamonte, presidente del circolo, e dopo l’introduzione di Giovanni Intravaia, presidente dell’Accademia cattolica della Santa Croce in Gerusalemme, che ha tracciato un profilo storico della lotta alle immagini, la cosiddetta iconoclastia, che segnò buona parte della prima metà dell’VIII secolo della nostra era e tanta parte dell’arte bizantina, l’autore del libro si è soffermato a ha spiegato alcuni concetti, quali monofisismo, dottrina che negava la natura umana di Cristo, e monotelismo, secondo cui in Cristo coesistevano la natura umana e divina, ma c’era una sola volontà in lui. Terranova ha manifestato pubblicamente, segno di grande umiltà, un debito di gratitudine nei confronti del prof. Carmelo Crimi, ordinario di Letteratura bizantina e direttore del dipartimento di Scienze umanistiche all’Università di Catania. Il vero relatore della serata è stato un

monaco ortodosso, padre Alessio, archimandrita nell’eremo della Candelora a Santa Lucia del Mela, in provincia di Messina, che ha parlato a lungo, ma con grande bonomia, toccando temi di profonda spiritualità.

Padre Alessio, dall’eloquio suadente, ha tradotto, su invito, del stesso Terranova due preghiere del santo Innografo, una delle quali è stata interpretata da Giorgio Càsole, docente ancora in servizio al liceo classico, con intensa partecipazione. L.S.

In alto: da sin. padre Alessio, G. Abbamonte, G. Intravaia, A. Terranova sopra: Giogio Càsole a sin.: la copertina del libro


Curiosità

Deve al fisco 200 mila euro e lui risponde

“VI POSSO DARE S0LO 250 gr. DI SANGUE”

C

he noi italiani siamo popolo di tartassati, questo è notorio, che lavoriamo più di metà dell’anno per lo Stato e l’altra metà per noi, anche questo è un dato acquisito. Che il Fisco venga visto spesso come un vampiro succhia sangue, anche questa è un’immagine evocata, con risvolti talvolta umoristici, per esorcizzare la gravità della situazione. Tali pensieri devono essere venuti in mente a G. G. - la sigla serve per tutelare la riservatezza della persona - gestore di un supermercato alimentare, dopo aver ricevuto l’ennesima cartella esattoriale. Stando a quanto ci ha riferito G. G., egli dovrebbe all’Agenzia delle Entrale la rispettabile somma di 200 mila euro. Nell’impossibilità di saldare lo stratosferico debito, consapevole di non aver niente da perdere perché titolare di niente, G. G. ha risposto all’Agenzia con una lettera semiseria, densa di verve ironica e autoi-

ronia salutare. Fa ridere anche noi, sia per il contenuto sia per la forma. Si ride, ma il sorriso è amaro, perché sottintende la drammatica esperienza. Ve la proponiamo integralmente: “Diciamo che sono un buon contribuente dello Stato. Riguardo la cartella che mi è stata recapitata prot. 7927 n. 1829 che non ci capisco niente di quanto dovrei dare che ci vuole una laurea in legge che non ho perché l’unica laurea che ho l’ho conquistata nella più importante Università del mondo... che è La Strada. Ma io dico come facevo a guadagnare soldi se non lavoravo e ogni volta che mi mettevo a cercare un lavoro non mi voleva nessuno in quanto avevo qualche disguido con la Giustizia e non potendo lavorare facevo il venditore ambulante per mantenere 4 figli e una moglie che succhiava anche il sangue. Infatti ho accumulato circa

5o verbali da parte dei Vigili urbani e numerosi sequestri dalle Autorità, perciò dico, come fate a mandare queste cartelle, se avessi avuto tutti quei soldi non stavo in mezzo alla strada per accumulare 12 condanne dall’82 al 2003 e stare lontano dai miei figli sarei stato un pazzo, ma non lo sono. Oggi sono persino divorziato e ho perso tutto l’unica cosa che non ho perso sono le cartelle esattoriali e le spese di Giustizia che mi porto sempre dietro e visto che non possiedo nulla e non mi pensa più nessuno. Mi ritengo fortunato che almeno Voi ogni tanto mi pensate. Ma sono dispiaciuto perché vi posso dare solo 25o gr. di sangue AB positivo [in neretto e sottolineato] Sperando in un buon futuro che ne avrò il doppio di quanto chiedete e ve li darò quando booo. Il Vostro miglior contribuente” Saluti G. G.

27


28

Opinioni

STRISCE BLU, GLI AUGUSTANI NON LE VOGLIONO VEDIAMO PERCHÉ Lettera aperta alla Commissione Straordinaria del Comune di Augusta

P

ubblichiamo il testo della lettera, firmata da Domenico, detto Mimmo Di Franco, amministratore di un seguitissimo sito in Facebook, rivolta al direttorio, di nomina governativa che, appena insediatosi, governerà il Comune per almeno diciotto mesi, essendo stato sciolto il Consiglio comunale per condizionamenti da parte della criminalità mafiosa. Ecco il testo: “Il sottoscritto Domenico Di Franco,nato ad Augusta e ivi residente in qualità di portavoce di un Comitato spontaneo di cittadini formatosi per evitare gli enormi disagi che l’istituzione dei parcheggi in oggetto indicati recherebbe all’intera popolazione, chiede a codesta spett.le Commissione Straordinaria che venga esaminata e approfondita l’opportunità di revocare o modificare la delibera del Commissario Straordinario recante il nr.22

del 06.11.2012, seguita dall’ordinanza n.11 del 17.01.2013 emessa dal Comando della Polizia Municipale. I motivi della richiesta sono racchiusi nelle seguenti principali argomentazioni: A) mancanza di un piano del traffico urbano; B) inesistenza di aree-parcheggio sufficienti; peraltro, il progetto (già finanziato) per un parcheggio multipiano è stato rimodulato, dall’ultima amministrazione, in mercato rionale rendendo l’area prevista utilizzabile solo nelle pochissime ore in cui rimane libera, tant’è che nella realtà essa rimane sistematicamente vuota; C) mancanza di un adeguato servizio di trasporto urbano; D) previsione dell’art.7 comma 6 del vigente CdS, il quale vieta la realizzazione di tali parcheggi all’interno delle carreggiate talché essa sarebbe illecita e foriera di innumerevoli

contenziosi, che sicuramente vedrebbero l’amministrazione sistematicamente soccombente; in proposito si ricorda, fra le altre, la sentenza della Corte di Cassazione n.116 del 09.01.2007. Ancora non sembra inutile osservare come il centro storico di Augusta sia insistente in una piccola isola che già oggi non riesce a ospitare convenientemente le autovetture dei residenti e di coloro che quotidianamente vi si rechino da fuori; infine, gli spazi che sarebbero dedicati a ciascun automezzo, avendo misure standard previste dalla legge, sarebbero di numero ulteriormente inferiore a quelli oggi fruibili. Sicuro che quanto precede possa trovare positivo riscontro, porgo i più distinti saluti. Sono a vostra disposizione per eventuali chiarimenti. Mimmo Di Franco


Istituzioni

MUSEO DELLA PIAZZAFORTE un elicottero fra i nuovi arrivi

S

i è ufficialmente insediato il nuovo comitato di direzione del Museo della Piazzaforte, nominato dall commissario reggente il Comune di Augusta, il palermitano La Mattina, ex funzionario regionale, che ha voluto cassare le nomine fatte dalla Giunta Carrubba, affermando essere le nomine fiduciarie, come se un comitato onorario di un’istituzione museale potesse in qualche modo rappresentare un rischio per l’amministrazione pro tempore di questo tecnico settantacinquenne, pensionato da circa dieci anni, voluto a quel posto, dopo le dimissioni del sindaco avvenute il 31 agosto 2012, dall’allora “governatore” Lombardo. Questo commissario, ritornato a Palermo il 15 marzo scorso, non appena insediatasi la commissione governativa che reggerà il Comune per almeno diciotto

mesi, ha cassato anche le nomine dei componenti la Commissione comunale di storia patria, scegliendo quasi tutte persone nuove, non si capisce con quali criteri se non quelli discrezionali, visto che non ha nominato candidati con più titoli specifici e numerose pubblicazioni rispetto a quelli scelti da lui, primo fra tutti Elio Salerno, cui, per la protesta generale, ha consegnato come contentino, la nomina di presidente onorario del museo civico, un museo che non è mai esistito se non sulla carta, di cui lo stesso Salerno è stato l’ideatore, il fondatore e il detentore di reperti che non hanno mai avuto collocazione, perché il museo civico mai ha avuto una sede, al contrario di quello della piazzaforte, voluto fortemente dallo scomparso Tullio Marcon, di cui Antonello Forestiere è stato il braccio destro-vicedirettore. La riunione del nuovo comitato è avvenuta nel palazzo municipale di Augusta su convocazione del direttore Antonello

Forestiere. L’ordine del giorno del primo incontro è stato ricco di interessanti argomenti di discussione: Tra i tanti argomenti si segnalano la prossima nomina del primo gruppo di collaboratori del museo; l’imminente cerimonia ufficiale di consegna dell’elicottero AB.212 della M.M. già montato all’interno del comprensorio della Polizia di Stato; la partecipazione del museo a una serie di eventi culturali che si terranno a Catania, Siracusa e Augusta in occasione del 70° Anniversario della Battaglia di Sicilia 1943; l’avvio della verifica della sistemazione esterna di alcuni grossi cimeli del museo (parte in deposito o in arrivo, parte ancora nel Museo dello Sbarco in Sicilia 1943 a Catania) presso il comprensorio esterno del Castello Svevo, sempre sul lato di Piazza Castello; lo sviluppo di rapporti culturali del museo con un importante ente internazionale di collezionismo storico-militare con sede a Malta. Forestiere ha ribadito l’importanza della cessione in proprietà dell’elicottero da parte dello Stato Maggiore della M.M., costituendo un evento di portata notevole in quanto la città di Augusta e il Museo della Piazzaforte hanno così il primato nazionale di possedere un aeromobile militare per finalità storico-culturali esposto, diversamente da altri monumenti, all’esterno di Basi, Musei, Istituti, in un luogo tutelato e direttamente accessibile al pubblico. in alto: A. Forestiere a sin: l’ingresso del museo nel palazzo di città

29


30

Amarcord

Spettacolo di arte varia Ricordati i primi passi di FIORELLO

A

l recente (1° marzo) spettacolo di arte varia, dal titolo suggestivo Caleidoscopio, condotto con tocco sempre personale da Giorgio Càsole nell’ampio salone del Circolo Ufficiali della Marina Militare, per presentare al pubblico giovani talenti locali, Càsole ha ricordato che un simile spettacolo l’aveva realizzato e condotto nel 1977 , ospite sempre della Marina Militare, che aveva messo a disposizione quello che allora era il cine-teatro della banchina torpediniere. I giovani d’allora erano, come quelli del 1° marzo, anch’essi liceali e non, che avevano voglia di cimentarsi davanti al pubblico, in tempi in cui non esisteva che la RAI e non c’erano programmi come X Factor, Amici e altri per mostrare il proprio

talento. Di loro ricordiamo Valeria Profita, Pietro Quartarone, Agata Ranno, Giuseppe Tringali, oggi tutti professionisti in vari campi (Tringali è l’amministratore di Augustanews), ma, soprattutto ricordiamo Rosario, sicilianamente chiamato Saro, Fiorello, timido diciassettenne, che, come sappiamo, è il più popolare showman oggi in Italia, famoso semplicemente con il cognome, “Fiorello”. Suo i padre, appuntato della Guardia di Finanza, che assomigliava con i suoi baffetti sottili a un attore del cinema, è scomparso troppo presto per godere e essere fiero dei successi del figlio e degli altri due, Beppe e Catena, incanalati sulla strada del successo, il primo come attore televisivo e cinematografico, la seconda come

scrittrice di romanzi ambientati in Sicilia, sulla scia dei successi di Fiore, come Saro viene affettuosamente chiamato a Roma, dove c’è il vezzo di accorciare i cognomi. Nello scorso autunno, intervistato da Lorella Cuccarini, conduttrice di un programma radiofonico della RAI, Fiore,alla domanda su chi avesse contribuito a determinare una svolta nella sua vita, rispose che il primo era stato Giorgio Càsole, il quale ha ricordato d’aver valorizzato altri talenti augustani come il tenore Marcello Guagliardo, noto con il nome d’arte Giordani, il trombettista Roy Paci, per citare i più famosi. L’augurio è che fra il vivaio di nuovi giovani talenti, ci sia qualcuno che possa raggiungere se non il successo dei tre appena ricordati l’affermazione come artista. L. S. La foto risale al 1977.



32


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.