Società Solidale n. 3/2018 luglio-agosto-settembre

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DEL CENTRO SERVIZI PER IL VOLONTARIATO SOCIETÀ SOLIDALE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/CN

Anno XVI - N. 3 Luglio - Agosto - Settembre 2018

Inaugurata la nuova Sede CSV Storie solidali Appuntamenti e News dalle Associazioni


GLI SPORTELLI DEL CSV “SOCIETÀ SOLIDALE” CUNEO - (sede) - Piazzale Croce Rossa Italiana, 1 - Orario: Lun. 8-18; Mar 8.30-18.30; Merc 13-18; Gio 8.30-18; Ven 8.30-16.30 - Tel. 0171-60.56.60 - Fax 0171-64.84.41 e-mail: segreteria@csvsocsolidale.it ALBA - Corso Europa, 92 - Orario: Lun 8.30-13; Mart 8.30-18.30; Merc 15-18; Gio 10-14.30; Ven 8.30-13.00, 14.30-18.30. Tel. 0173-36.69.01 - Fax 0173-28.49.42 - Cell. 349-73.07.330 e-mail: alba@csvsocsolidale.it, progettazione.alba@csvsocsolidale.it BRA - Via Magenta, 35 - Orario: Lun 9-13, 15-18.30; Gio 9.30-13, 13.30-17.30 Tel. 0172-43.92.36 - Cell. 349-73.07.330 - e-mail: bra@csvsocsolidale.it FOSSANO - Via Roma, 94 - Orario: Lun 8.30-12.30 Tel. 339-76.23.653 - e-mail: fossano@csvsocsolidale.it MONDOVÌ - Via Trona, 3/B - Orario: Lun 8.30-13; Mart 10-14.30; Gio 14-18.30 Cell. 348-12.87.944 - Tel/Fax 0174-55.47.86 - e-mail: mondovi@csvsocsolidale.it SALUZZO - Piazza Vittorio Veneto, 3 - Orario: Mar 15.30-19; Ven 9.30-14 Tel/Fax 0175-21.75.32 - e-mail: saluzzo@csvsocsolidale.it SAVIGLIANO - Via Garibaldi, 35 - Orario: Lun 14-18; Gio 8.30-13 Tel/Fax 0172-71.66.76 - Cell. 339-76.23.653 - e-mail: savigliano@csvsocsolidale.it

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’associazione Arasis il cui acronimo significa Associazione Rischio Amianto e sostanze inquinanti per la Salute di Mondovì e della Valle Tanaro è una associazione senza fini di lucro di ex-esposti all’amianto ed ex rappresentati sindacali. Sicuramente un’associazione particolare rispetto ad altre, ma bisogna considerare che nel Monregalese operavano 4 aziende che lavoravano questo materiale: la Valeo di Mondovì, la Ferodo Italiana (oggi Federal Mogul) di Mondovì, la ex Payen Tako di Mondovì e la ex Cartiera di Bagnasco. In provincia erano presenti altre 2 aziende la Fiat Ferroviaria di Savigliano (oggi Alstom) e la Galfer (oggi Itt) di Barge. A Mondovì a tutti nota la figura di Elio Sartorio, primo presidente e con un gruppo di persone ha dato vita a questa associazione per cercare di far emergere la nocività di questo minerale, non a caso chiamato “killer silenzioso”, perché i suoi effetti si possono produrre anche dopo 30 anni. La sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l’uso in molti paesi del mondo, in Italia dal 1992. Obiettivo primario la sensibilizzazione su questo problema e sui rischi connessi alla salute, ma anche informare gli esposti sui diritti che possono avere in caso di malattia. Tale attività può essere fatta solo organizzandosi in associazione e collaborando con gli enti pubblici, ma anche sollecitandoli ai loro doveri. Il mondo del volontariato può e deve svolgere un ruolo di coscienza critica per la nostra società, questa è la ragione per cui si è aderito al CSV fin dalla fondazione. Quando ho assunto la presidenza, tre anni fa, ho cercato di dare il mio contributo a questo lavoro e in accordo con il Comune di Mondovì, abbiamo istituito uno Sportello Informativo Amianto, il primo sabato di ogni mese, presso lo sportello del cittadino dalle 9 alle 12. L’attività di questo sportello, peraltro prevista dal Piano Regionale Amianto, è aperta a tutti i cittadini del Monregalese e non solo del Comune di Mondovì. Spesso abbiamo avuto colloqui con medici ed esperti che non avendo ancora individuato una diagnosi certa e una cura per il “mesotelioma pleurico” consigliano di rimuovere le cause. L’attività si è allargata alla sensibilizzazione per la bonifica dei manufatti contenenti amianto (in particolare i tetti in eternit). A questo riguardo è stata una bella esperienza la partecipazione con il Comune ad un bando regionale per lo smaltimento e il trasporto delle piccole quantità fino a 30 m2 o 330 chili. Quantità che la legge premette, con i dovuti accorgimenti, di bonificare senza intervento di una ditta specializzata. Tale attività è stata fatta per prevenire i frequenti abbandoni di questo materiale, in luoghi isolati. Positiva l’esperienza di organizzarsi in associazione per avere un peso nelle riunioni del Comitato Strategico Amianto promosse dalla Regione. Molto positiva anche l’esperienza di confrontarsi con altre associazioni che hanno problematiche molto più gravi della nostra zona, penso alla associazione Afeva di Casale Monferrato. Siamo collegati con tutte le associazioni italiane tramite il Cna Coordinamento Nazionale Amianto. Ricordo che con lungimiranza il nome l’associazione oltre all’amianto richiama anche le sostanze inquinanti per la salute, è a tale proposito abbiamo fatto emergere un caso di inquinamento industriale da nichel, nella zona di Mondovì. Dopo uno studio di due anni da parte dell’Arpa, il problema si è risolto purtroppo senza aver individuato la causa. E veniamo agli obiettivi futuri: • In collaborazione con le altre associazioni stiamo chiedendo da anni una attività di sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti o attualmente esposti per prevenire l’insorgenza di malattie asbesto correlate. Tale sorveglianza era già stata prevista nella legge 257 del 1992 che ha messo al bando l’utilizzo dell’amianto. A inizio di questo anno è stato approvato un protocollo nazionale dalla Conferenza Stato-Regioni, a settembre è previsto un incontro in Regione per verificare l’avanzamento di questa attività. • Come Sportello Informativo Amianto, ci siamo coordinati con un’associazione nazionale Sportello Amianto Nazionale e abbiamo avviato un dialogo con l’Acem (Azienda Consortile Ecologica Monregalese) al fine di offrire un servizio di informazione su tutto il territorio del Consorzio. • Vorremmo anche, con un po’ di ambizione, diventare un ”osservatorio” sulla salute dei cittadini” sperando di prevenire il futuro situazioni come l’amianto, che avranno una ricaduta anche per molti anni. Presidente Arasis Sebastiano Sampò

Sebastiano Sampò


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ocietà Solidale

Periodico d’informazione del Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Cuneo Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Cuneo: n. 564 del 6/05/2003 Direttore Editoriale Mario Figoni - presidenza@csvsocsolidale.it

In questo numero Editoriale ........................................................................... Pag. 3 Sommario .......................................................................... » 4 Chiedilo a Società Solidale..........................................

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La nuova sede del CSV di Cuneo...............................

» 7

Stabilito il numero dei CSV in Piemonte: Cuneo rimane autonomo............................................. » 9 Direttore Responsabile Giorgia Barile - redazione@csvsocsolidale.it

L’impegno dell’associazione Una Zampa per la vita................................................... » 13 Progetto Giovani Scuola e Volontariato................... » 16 Pillole formative del CSV.............................................. » 18 L’Associazione Arasis di Mondovì spiega i pericoli legati all’amianto........................................... » 19

Coordinamento Redazione Debora Sattamino - rivista@csvsocsolidale.it

Admo in piazza per cercare i “tipi” giusti................ » 22 Volontariato in piazza ................................................... » 24 Speciale Privacy............................................................... » 25 Notizie dal CSV................................................................. » 29 Storie solidali: Giannina................................................ » 32

Direzione, Amministrazione, Redazione Società Solidale - Via Mazzini, 3 - Cuneo Tel. 0171-60.56.60 Fax 0171-64.84.41 E-mail: rivista@csvsocsolidale.it Hanno collaborato Chiara Actis Grosso, Cinzia Allocco, Barbara Bedino, Manuela Biadene, Valentina Fida, Elisa Girardo, Clara Napoli, Susanna Ruffino, Samanta Silvestri, Noemi Tallone Impaginazione e stampa L’Artistica Savigliano S.r.l. - Gruppo Grafico Via Togliatti, 44 - 12038 Savigliano Tel. 0172-22.361 - Fax 0172-21.601 E-mail: info@lartisavi.it Copertina Un cane “coccolato” al canile dall’associazione Una Zampa per la vita La rivista è stampata in 1150 copie e viene inviata gratuitamente Questo numero, luglio-agosto-settembre, è stato chiuso in redazione il 22 ottobre 2018

“Here we are – siamo qui”.......................................... » 35 News dalle associazioni e appuntamenti solidali................................................ » 37 Comunicare nel sociale................................................. » 49


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Chiedilo a Società Solidale ? ???

LA DIRETTIVA SALVA SAGRE Nell’ottica di privilegiare gli strumenti di dialogo, che anche una rivista cartacea può adottare, si propone la rubrica “Chiedilo a Società Solidale”. Il CSV raggruppa i quesiti più ricorrenti nel periodo di riferimento e lo staff del Centro Servizi provvede, di volta in volta, a rispondere.

Su questo numero di Società Solidale pubblichiamo un approfondimento sulla direttiva del Ministero dell’Interno del 18 luglio 2018 “Modelli organizzativi e procedurali per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche” che ha rivisitato la cosiddetta Circolare Gabrielli “Safety e Security” del 7 giugno 2017, relativa alle manifestazioni pubbliche, emanata dopo i tragici fatti di Torino. Il Ministero dell’Interno, in premessa alle “Linee guida per l’individuazione delle misure di contenimento del rischio in manifestazioni pubbliche con peculiari condizioni di criticità” ha scritto: “A distanza di quasi un anno dall’emanazione delle direttive con le quali sono state impartite indicazioni in merito alle misure di safety da adottare in occasione di pubbliche manifestazioni ed eventi di pubblico spettacolo, è emersa la necessità, sulla base del monitoraggio degli esiti applicativi e del confronto con gli enti esponenziali delle realtà territoriali, di una rivisitazione e di una reductio ad unum delle precedenti linee di indirizzo. Tanto, allo scopo di consentire l’individuazione di più efficaci strategie operative a salvaguardia dell’incolumità e della sicurezza dei partecipanti, nel rispetto delle tradizioni storico – culturali e del patrimonio economico – sociale delle collettività locali.

A tal fine, sono stati sviluppati appositi approfondimenti, anche di natura tecnica, in collaborazione con le competenti articolazioni dipartimentali, che hanno indotto a ritenere di dover superare talune rigidità rilevate nell’applicazione pratica e nei contenuti del modello organizzativo e procedurale fornito in via sperimentale. All’esito di tali approfondimenti, si reputa, pertanto, opportuno impartire le seguenti indicazioni – che tengono luogo delle precedenti – intese a ridefinire alcuni passaggi procedurali e a favorire, nell’ottica di un “approccio flessibile” alla gestione del rischio, la migliore parametrazione delle misure cautelari rispetto alle “vulnerabilità” in concreto rilevate in relazione a ciascun evento. Con riferimento alle pubbliche manifestazioni sottoposte a regime autorizzatorio, l’iniziativa spetta all’organizzatore, che invierà al Comune, con congruo anticipo rispetto alla data dell’evento, l’istanza corredata dalla documentazione necessaria, recante anche l’indicazione delle misure di sicurezza che si intende adottare. Ove si tratti di eventi di pubblico spettacolo, il Comune, ai fini del rilascio dell’autorizzazione, secondo le previsioni dell’art. 80 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, acquisirà il parere della Commissione

comunale o provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Nelle altre ipotesi, invece, il Comune potrà rilasciare direttamente il provvedimento autorizzativo, indicando nello stesso le misure di sicurezza da adottarsi. Qualora nella fase istruttoria vengano in rilievo profili di security o di safety di tale complessità e delicatezza da richiedere un’analisi coordinata e integrata e, comunque, qualora si profilino peculiari condizioni di criticità connesse alla tipologia dell’evento, alla conformazione del luogo, al numero e alle caratteristiche dei partecipanti, il Sindaco, o il Presidente della Commissione di vigilanza, ne informerà la Prefettura”. L’intervento di semplificazione era particolarmente atteso dalle realtà associative che, in alcuni casi, avevano rinunciato all’organizzazione di eventi pubblici per l’impossibilità di adempiere a tutte le procedure richieste. La direttiva ha riconosciuto la centralità dell’amministrazione comunale e del sindaco per garantire adeguati standard di sicurezza nell’organizzazione di manifestazioni. In sostanza le disposizioni di sicurezza restano invariate, ma si è introdotta una maggiore discrezionalità da parte degli incaricati che, concretamente, si occupano del controllo dell’applicazione delle norme sul campo. In questo modo,


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si possono prendere decisioni a seconda del contesto e della portata di ogni singolo evento, semplificando le procedure in particolare in caso di eventi più contenuti e che presentino minori rischi. Riportiamo un estratto delle Linee guida che, come scritto in premessa, rappresentano un utile supporto per l’individuazione delle più idonee misure di contenimento del rischio in relazione a manifestazioni caratterizzate da rilevanti profili di complessità o delicatezza. “Valuteranno le Ss.Ll. l’opportunità di svolgere ulteriori approfondimenti, con il coinvolgimento delle Forze di polizia, dei Vigili del fuoco e delle altre istituzioni e realtà associative interessate, allo scopo di rendere le prescrizioni di carattere generale ivi contenute maggiormente conformi alle peculiarità del territorio e delle manifestazioni programmate in sede locale”.

Estratto Linee guida per l’individuazione delle misure di contenimento del rischio in manifestazioni pubbliche con peculiari condizioni di criticità “Nel presente documento sono riportate le indicazioni da seguire per la caratterizzazione e il dimensionamento delle misure di sicurezza finalizzate al contenimento del rischio in manifestazioni pubbliche che si tengono in luoghi

all’aperto in cui si profilino peculiari condizioni di criticità connesse alla tipologia dell’evento, alla conformazione del luogo, al numero e alle caratteristiche dei partecipanti, non assoggettate ai procedimenti di cui all’art. 80 del Regio decreto 18 giugno 1931 n. 773. Per le manifestazioni di pubblico spettacolo che si tengono in luoghi all’aperto assoggettate ai procedimenti di cui all’articolo 80 del regio decreto 18 giugno 1931 n. 773 e che presentino peculiari condizioni di criticità, le linee guida contenute nel presente documento possono costituire un utile riferimento integrativo degli aspetti non già ricompresi nelle vigenti norme di sicurezza per esse applicabili (…). 5. Suddivisione della zona in settori Per affollamento fino a 10.000 persone non è richiesta, ai fini di safety, la suddivisione in settori. Per affollamento superiore a 10.000 persone e fino a 20.000 persone, si dovrà prevedere la separazione in almeno due settori. Per affollamento superiore a 20.000 persone si dovrà prevedere la separazione in almeno tre settori (…). 10. Casi particolari Per le manifestazioni storiche caratterizzate da peculiari criticità e per le quali le condizioni di tute-

la dei beni storici, monumentali ed ambientali non consentano la completa attuazione delle misure riportate nella presente linea guida potrà farsi ricorso, ai fini del calcolo dei parametri dell’affollamento e dell’esodo, ai metodi prestazionali previsti dagli strumenti propri dell’ingegneria della sicurezza. A tal proposito, adottando l’approccio ingegneristico, il progettista dovrà dettagliare i passaggi che conducono ad individuare le condizioni più rappresentative del rischio al quale l’attività è esposta e quali siano i livelli di prestazione cui riferirsi in relazione agli obiettivi di sicurezza da perseguire. In funzione degli obiettivi di sicurezza individuati, il progettista dovrà indicare quali sono i parametri significativi presi a riferimento per garantire il raggiungimento degli stessi obiettivi. Pertanto, dovranno essere quantificati i livelli di prestazione, intendendo con ciò l’individuazione di valori di riferimento rispetto ai quali verificare che le scelte progettuali in termini di misure di sicurezza adottate consentano di perseguire i risultati attesi. Tali valori potranno essere desunti dalla specifica letteratura tecnica riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Infine, in esito ai risultati dell’elaborazione effettuata, essi costituiranno i parametri di riferimento per attestare il raggiungimento dei livelli di prestazione prefissati e validare la progettazione proposta”.


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INAUGURATA LA NUOVA SEDE DEL CSV SOCIETÀ SOLIDALE «QUESTA È LA CASA DEL VOLONTARIATO DELLA PROVINCIA DI CUNEO»

Foto di Francesco Doglio

«Benvenuti, questa è la casa del volontariato della provincia di Cuneo. Un luogo allegro che deve essere di tutti; quindi ognuno, come fa a casa propria, qua può portare stimoli, idee, sorrisi, gioia. Il volontariato deve essere sorriso. E fare volontariato fa bene a chiunque e in qualsiasi ambito. È importante e fondamentale, la partecipazione oggi di tutte le nostre associazioni, insieme alle Istituzioni, che sono qua con noi». Con queste parole il presidente del CSV Società Solidale di Cuneo Mario Figoni ha dato il benvenuto ai tanti volontari e alle autorità, intervenuti alla cerimonia di inaugu-


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Il presidente CSV Mario Figoni e il presidente Comitato Provincia Granda Cri Livio Chiotti

razione della nuova sede, martedì 18 settembre. I nuovi locali del Centro Servizi per il Volontariato si trovano in piazzale Croce Rossa Italiana n. 1, al secondo piano. Accanto al presidente Figoni, erano presenti al taglio del nastro il prefetto Giovanni Russo, il vicesindaco della Città di Cuneo Patrizia Manassero con l’assessore Franca Giordano, il presidente della Fondazione Crc Giandomenico Genta, il presidente della Cri Comitato Provincia Granda Livio Chiotti e il presidente del CSV Asti-Alessandria Piero Baldovino. Il presidente CSV Mario Figoni: «Con questi nuovi uffici miglioriamo l’accessibilità sotto due aspetti: quello legato ai disabili che potranno raggiungerci più comodamente e per gli utenti in generale che possono più agevolmente recarsi presso la sede; senza contare l’aspetto importantissimo del risparmio economico. Ringraziamo la Provincia di Cuneo che ci ha ospitati in tutti questi anni e un grazie alla Croce Rossa per la disponibilità e l’opportunità. Non vediamo l’ora che tutte le associazioni vengano a trovarci». Un momento conviviale a termine cerimonia è stato occasione di scambi di idee e impressioni tra i tanti volontari presenti, rappresentanti delle Associazioni di Cuneo e delle altre città della provincia. Debora Sattamino

Gli orari della sede di Cuneo: lunedì dalle 8 alle 18, martedì dalle 8.30 alle 18.30, mercoledì dalle 13 alle 18, giovedì dalle 8.30 alle 18 e venerdì dalle 8.30 alle 16.30.

Contatti:

0171-60.56.60 (telefono) 0171-64.84.41 (fax), email segreteria@csvsocsolidale.it www.csvsocsolidale.it


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Stabilito il numero dei Centri di Servizio in Piemonte: Cuneo rimane autonomo L’Organismo di controllo nazionale dei CSV ha deliberato la ripartizione territoriale confermando al CSV cuneese l’attuale organizzazione territoriale Importanti novità per il Centro di Servizio per il Volontariato di Cuneo. La Fondazione dell’Organismo nazionale per il controllo dei CSV (ONC) ha deliberato sul numero e sugli ambiti dei Centri di servizio per il Volontariato, in ogni regione italiana. Con tale delibera si è pertanto determinato il presupposto della procedura di accreditamento dei Centri di Servizio per il Volontariato, secondo quanto previsto dal Codice del Terzo settore. Il Piemonte avrà cinque Centri. Uno di questi è quello di Cuneo che mantiene la sua autonomia, senza essere accorpato con altre realtà territoriali. «Per noi è davvero un grande risultato poter mantenere la nostra autonomia locale – spiega il presidente CSV Mario Figoni – e se siamo arrivati a questo esito è merito della grande sinergia che ha caratterizzato nei mesi scorsi gli incontri tra i CSV piemontesi e il Forum del Terzo settore. Sinergia d’intenti intercorsa anche con il rappresentante regionale presso l’ONC Francesco Profumo presidente della Compagnia di San Paolo e Giandomenico Genta presidente della Fondazione CRC e membro supplente dell’ONC. Non è mai mancato il supporto morale delle associazioni della nostra provincia a cui oggi possiamo comunicare finalmente che questo mantenimento di autonomia si rifletterà in modo positivo sul loro operato». «In questo momento storico, il mondo del volontariato gioca un ruolo fondamentale, in tutto il no-

stro Paese, quale attore in grado di garantire la coesione sociale e sostenere il sistema di welfare dichiara Giandomenico Genta. – Le Fondazioni di origine bancaria sono quindi chiamate a sostenerlo e a promuoverne la capacità di innovazione, per rispondere in maniera efficace alle tante nuove sfide che la società ci pone di fronte». Debora Sattamino DA CSVNET

VOLONTARIATO, CON LA RIFORMA I CSV SARANNO 49 L’Organismo nazionale di controllo ha deciso il numero (dai 65 attuali) in base al Codice del Terzo settore. Non cambierà la presenza capillare dei Centri di Servizio in tutte le province. Tabò: «Ora potremo ottimizzare risorse ed energie per rispondere con più efficacia a tutti i volontari» Entro il 2019 i Centri di Servizio per il Volontariato italiani saranno 49. È questo il nuovo assetto deciso il 10 ottobre nell’ultima riunione della Fondazione ONC, l’Organismo nazionale di controllo dei CSV. Viene così applicato l’articolo 61 del Codice del Terzo settore (Dlgs 117/2017), il quale ha disposto il nuovo accreditamento dei Centri di servizio e dettato i criteri per determinare il loro numero. Esercitando le proprie facoltà, l’ONC ha però concesso alcune

deroghe che hanno interessato otto regioni, in cinque delle quali opereranno più CSV di quanti ve ne sarebbero stati applicando la norma alla lettera. Come riporta il comunicato dell’ONC, l’articolazione emersa dalla riunione vedrà dieci regioni e le due province autonome con un solo Centro, mentre nelle nove regioni restanti il loro numero oscillerà tra tre e sei CSV. E dopo l’apertura di quello di Bolzano tutte le province italiane avranno un CSV di riferimento. È infatti importante sottolineare che il nuovo scenario non determinerà una svalutazione di due tra i maggiori punti di forza dei Centri di Servizio: il loro radicamento territoriale e la loro capillarità, oggi espressa in circa 400 “punti servizio” in tutta Italia. «Il cammino che ora inizia, e che comporterà la scrittura dei nuovi statuti, – sottolinea il presidente di CSVnet Stefano Tabò, – permetterà di reinterpretare e rafforzare questa presenza, rendendo possibili nuove configurazioni opera tive e ottimizzando risorse ed energie. Un passaggio del resto direttamente rispondente allo scenario prefigurato dal Codice del terzo settore». Era stata comunque la stessa rete dei Centri ad avviare una riorganizzazione graduale in questi anni, passando dai 78 di alcuni anni fa agli attuali 65. E anche nella fase iniziata dopo l’approvazione del Codice, in tutte le regioni interessate vi sono stati intensi processi di coinvolgimento dell’associazio-


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nismo territoriale, dove i CSV sono stati ovviamente protagonisti. «Si è trattato di processi partecipati e mai verticistici, – sottolinea ancora Tabò, – dai quali sono emersi orientamenti che, ad eccezione di una sola regione, l’ONC ha pienamente recepito. Da parte nostra, esprimiamo soddisfazione per la

lungimiranza dell’Organismo di controllo, che è stato capace di conciliare i principi di legge con la disponibilità a gestire con attenzione un passaggio dalle notevoli implicazioni anche simboliche». Con la decisione dell’ONC, e con la designazione già in fase avanzata dei componenti degli OTC (i

15 Organismi territoriali di controllo), comincia davvero quella che è stata più volte definita la “nuova stagione” dei CSV dopo la riforma del 2016, in base alla quale essi dovranno “promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari” in tutti gli enti del Terzo settore.

LA CONFERENZA ANNUALE CSVNET A MATERA Con 350 partecipanti da 57 Centri di Servizio per il Volontariato (su 64 soci) la conferenza annuale di CSVnet, appena conclusa a Matera, è stata una delle più affollate di sempre. «È stata una conferenza che ci ha consolidato, ma senza ingessarci, – ha detto il presidente dell’associazione Stefano Tabò, – e che ha confermato il ruolo dei CSV come fonti di conoscenza e non solo di informazione». Mai come quest’anno, infatti, l’appuntamento annuale di CSVnet – che pure non ha tralasciato gli aspetti più tecnici come la riforma del terzo settore, il bilancio sociale,

l’economia collaborativa – è stato così centrato sui principali temi di intervento concreti delle associazioni e degli stessi CSV e sulla discussione attorno a dati recenti, progetti da avviare o in pieno svolgimento. Particolarmente applaudita la sessione di venerdì 12 ottobre, con la presenza di quattro relatori di eccezione e la relazione del presidente di CSVnet Stefano Tabò. La statistica Linda Laura Sabbadini ha condotto per mano la platea in una lettura ragionata dei dati sulla povertà economica e so-

ciale negli ultimi anni di crisi, che ha colpito soprattutto bambini e giovani, che ha messo a dura prova la tenuta della famiglia e che, se ha fatto diminuire la disuguaglianza di genere nel lavoro, lo ha fatto “al ribasso”, riducendo la qualità del lavoro e aumentando il part-time involontario. Una crisi che, soprattutto, ha reso sempre più forte una frammentazione sociale fatta di «mondi chiusi in se stessi, che non si parlano più, che rendono sempre più difficile che passi un discorso solidaristico, e più facile che si sviluppino guerre tra poveri». Ciò, ha concluso Sabbadini, comporta


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un ruolo ancora più cruciale per il volontariato, che «deve essere la voce razionale degli ultimi: se riuscirà a farlo in modo serio, darà un grosso contributo in qu est’epoca in cui tutto si riduce alla battaglia politica colpo su colpo e si perde la nozione della realtà». Maurizio Ambrosini ha iniziato la sua relazione “Ero straniero…” illustrando il profondo scollamento tra la rappresentazione dell’immigrazione e i dati di realtà, per poi concentrarsi sui così detti «processi di cittadinizzazione» delle persone di origine straniera, cioè «l’insieme delle attività e delle pratiche quotidiane, comprese quelle ripetute e routinarie, mediante le quali gli immigrati si inseriscono nei contesti locali, accedono ai diversi servizi, sviluppano rapporti di vicinato, diventano componenti accettati dell’ambiente in cui vivono». Una di queste pratiche è proprio il «volontariato come forma di partecipazione civile e integrazione dal basso», ha proseguito il docente

della Statale di Milano, introducendo così gli elementi salienti del progetto di ricerca su “Volontariato e immigrazione” che CSVnet sta avviando e che è stato al centro di uno dei cinque intensi gruppi di lavoro di sabato 13 ottobre. È toccato al sociologo de La Sapienza Giambattista Sgritta il compito di ragionare attorno alle tre parole del titolo della conferenza: “Scegliere Provocare Connettersi”. Un intervento appassionato, che, partito dalla constatazione che «in realtà il volontariato non ha quasi mai potuto scegliere libero da vincoli», ha insistito in particolare sul “ruolo politico” del volontariato stesso e sulla necessità di superare la frammentazione all’interno del non profit. Il volontariato è sempre stato anche un luogo di incontro tra generazioni, ha esordito il ricercatore ed esperto del mondo giovanile Stefano Laffi, ma è un luogo oggi in difficoltà, «come in tutte le epoche di grandi cambiamenti che allungano le distanze». Come fare dunque in modo che i giovani siano attratti dal volontariato? Occorre capire che non cercano più l’appartenenza a un’associazione, ha argomentato Laffi, e che per essi il volontariato è un mezzo e non un fine: «Bisogna mandarli subito ‘in onda’, fargli toccare con mano il risultato di quello che fanno… le parole vengono dopo l’azione».

Foto CSVnet

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«Non possiamo permetterci di vivere nello scontento, – ha detto Stefano Tabò concludendo la sessione con un appello ai Csv, – perché la società ha bisogno di fattori di coesione. Il mandato ce lo dà il mondo, e se teniamo le finestre chiuse rischiamo di non sentirlo… Dobbiamo riprenderci l’uso del linguaggio e definire le cose per quello che sono. Chi vive il volontariato in modo egoistico è fuori da esso: ci sono realtà, anche grandi, che in 40 anni di storie non si sono mai connesse con altre. Non si è volontari solo per condizione giuridica o per aver partecipato a momenti importanti della sua storia. Va superata l’illusione che una volta che sei entrato nel volontariato non ne esci più…». Poco prima lo stesso Tabò aveva coordinato una tavola rotonda con la portavoce del Forum terzo settore Claudia Fiaschi, il segretario generale dell’Onc Massimo Giusti, il dirigente del ministero del Lavoro e politiche sociali Alessandro Lombardi. Un dibattito caratterizzato da due notizie di particolare attualità: la decisione di due giorni prima sul nuovo assetto dei CSV dopo la decisione del loro Organismo nazionale di controllo (nel corso del 2019 diventeranno 49); e la sentenza della Corte costituzionale che, quella stessa mattina, ha pubblicato la sentenza di rigetto


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dei ricorsi di Lombardia e Veneto contro gli articoli del Codice del Terzo settore riguardant i proprio i Centri di servizio per il volontariato. Come detto, prima delle conclusioni e dell’assemblea ordinaria di CSVnet svoltasi ieri, l’intera giornata di sabato 13 è stata dedicata a cinque gruppi lavoro sui temi dell’immigrazione, dei giovani, dell’economia, dei beni comuni, culturali e paesaggisti, sulla povertà. Tutti partivano da ricerche interne e attività in cui CSVnet è impegnata in questi mesi e sui quali continueremo via via a dare aggiornamenti. Le introduzioni e i resoconti sintetici dei gruppi sono intanto disponibili nel focus dedicato alla conferenza, mentre le foto e i video integrali di altri momenti verranno pubblicati nella sezione Multimedia su www. csvnet.it.

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Clara Capponi Ufficio Stampa CsvNet

Anche Società Solidale CSV di Cuneo, socio di CSVnet (l’associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato che li rappresenta a livello nazionale ed europeo), ha preso parte alla Conferenza nazionale 2018 svoltasi a Matera dall’11 al 14 ottobre scorso Di seguito alcune considerazioni del presidente di Società Solidale Mario Figoni: «La Riforma del Terzo settore appena entrata in vigore e che pian piano si sta sempre più delineando permetterà a tutti gli Enti del Terzo Settore di poter fare un notevole salto di qualità nel portare avanti le proprie finalità statutarie. Sembra quasi un paradosso, pensando al fatto che le risorse economiche potranno essere inferiori al passato, ma ciò può essere evitato

Foto CSVnet

se Insieme si riusciranno a cogliere tutte le opportunità che il prossimo futuro ci riserverà. Un grosso aiuto nel fare ciò sarà ad esempio utilizzare e fare proprie le nuove tecnologie di comunicazione, oltretutto spesso gratuite, come ad esempio i Social Network. Con questi importanti strumenti le Associazioni potranno accedere alle informazioni a 360’ per comprendere sempre meglio il contesto sociale attuale e, insieme ad una formazione adeguata si potranno affrontare situazioni spesso particolari e complesse. Altro tema fondamentale che la Riforma del Terzo Settore vuole stimolare è la interconnessione tra le diverse realtà del Volontariato. Finalmente una vera e fattiva Rete che permetterà la migliore gestione di tutte le risorse, economiche ma soprattutto umane, in modo da porre fine ad un certo indivi-

dualismo, ancora sporadicamente attuale, legato ad un passato che è stato sicuramente meraviglioso, ma di cui possiamo avere il ricordo per porre ora lo sguardo verso il futuro. Creare Rete permetterà la migliore inclusione possibile, sia verso i Volontari sia verso i Destinatari delle attività dell’Associazione. Una migliore comprensione del contesto sociale, una sempre più adeguata formazione, un migliore utilizzo delle tecnologie, una fattiva Rete, sono quindi gli elementi che, se tutti insieme riusciremo a coagulare in modo “creativo”, ci permetteranno di affrontare al meglio i futuri scenari locali che dovremo affrontare. Ovviamente tutto questo va attuato senza mai dimenticare che logica, realtà e aspetti critici devono essere sempre e comunque declinati tenendo presente cuore e dono, le fondamenta del Volontariato!».


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I gatti abbandonati, una problematica poco conosciuta

L’impegno dell’associazione Una Zampa per la vita per contrastare il fenomeno Una Zampa per la vita è un’associazione che opera nel cebano e nel monregalese con lo scopo di divulgare le varie tematiche animaliste, la cultura di corretta detenzione degli animali, sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del controllo delle nascite e delle adozioni responsabili, sensibilizzare l’uomo a vivere rispettando gli animali e l’ambiente. Inoltre punta a operare concretamente per il benessere degli animali attraverso le cure, il sostentamento, la tutela della loro vita e organizzando attività ed eventi, sia in loco che tramite web, volti a promuovere la conoscenza degli animali quali esseri viventi, combattendo ogni forma di maltrattamento, sfruttamento e violenza su di essi. Tra le sue attività principali e che stanno molto a cuore ai volontari c’è il contrasto all’abbandono dei gatti. Abbiamo posto alcune domande ai volontari.

Potete parlarci del problema dei gatti abbandonati? La realtà delle colonie feline e, in alcuni casi, degli abbandoni di gatti è cosa assai diffusa nelle nostre zone e spesso sottovalutata o non conosciuta da tutti. Vi spiego semplicemente il perché: in molti casi,

la maggior parte, si “formano” colonie feline perché i gatti di proprietà non vengono sterilizzati, tanti hanno la convinzione che il gatto si aggiusti, che se si sterilizza non prenda più i topi, che il gatto in casa non ci deve stare ma deve vivere fuori, quindi come succedeva ai tempi

dei nostri nonni ancora oggi alcune gatte figliano due-tre volte l’anno generando vere e proprie colonie nella zona in cui vivono. Alcuni proprietari per prassi “regalano” i gattini ad altri privati ma, come spesso cerchiamo di spiegare a chi si rivolge a noi, bisognerebbe sempre accertarsi

«Napi (ora si chiama Pepi), Athos: ospite del canile da molti anni, già presente quando abbiamo iniziato il volontariato nella struttura, è nostra cura mantenergli cibo specifico (è anziano con problemi di salute)»: spiegano i volontari.


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Coccole in canile a Chiusa Pesio: i volontari operativi presso il canile.

Jackie arrivata in canile a Chiusa Pesio e data in adozione.

a chi si affidano i micetti perché oltre che al poter non essere detenuti correttamente potrebbero finire in famiglie che a loro volta non sterilizzano e di conseguenza formare

colonie in altre zone. Per farla breve: non è “spostando” un problema da una zona all’altra che si risolve la questione. Una colonia è sempre generata da capostipiti e, sicuramente, i gatti non si “materializzano” da soli, specialmente quando le colonie sono in zone anche scomode da raggiungere. La cosa fondamentale è che i privati cittadini che sono a conoscenza di gatti randagi interi informino subito il Comune di competenza, in modo che la situazione sia nota a tutti. Capita poi di trovare gatti abbandonati in scatoloni, in bidoni dell’immondizia, anche cuccioli di pochi giorni, perché non più voluti da chi li ha adottati, o perché non si sono riusciti a “piazzare” tutti i figli delle proprie gatte, o semplicemente perchè non graditi. I gatti domestici abbandonati li ritrovi terrorizzati, traumatizzati, e in cerca visibile di aiuto: tutto questo si potrebbe evitare adottando consapevolmente (in primis accertandosi che la mamma del micio scelto venga sterilizzata) e di conseguenza sterilizzando i propri animali. Ma per alcuni, ahimè, siamo noi amanti degli animali a non avere una corretta visione dell’argomento. Il vostro impegno sulla sterilizzazione è molto assiduo, come si svolge e in cosa consiste? Si sono effettivamente moltissimi gli interventi di sterilizzazione che ogni anno vengono effettuati sul territorio. Questo oltre che a fermare la smisurata crescita delle colonie evita anche molti incidenti dei gatti adulti,

soprattutto nei periodi dei calori, e la nascita di piccoli mici che in molti casi vivrebbero di stenti o, peggio, morirebbero se non trovati e seguiti come necessario. Per Legge l’operato dei volontari di un associazione di protezione animali per le colonie feline dovrebbe “limitarsi” con la disponibilità alle catture e al trasporto dei gatti presso gli studi dei veterinari di fiducia, ma questo non succede quasi mai. Molto spesso le Amministrazioni Locali sono totalmente assenti, pochissime e rare quelle adempienti, quindi quando possibile per il bene degli animali in primis e per fermare le nascite si procede a nostro totale carico alle sterilizzazioni. In tanti pensano che le visite veterinarie, le cure, le medicine, il cibo e anche le sterilizzazioni per noi siano gratis, ma non è affatto così! In alcuni casi oltre a noi anche i privati cittadini si “sostituiscono” alle Istituzioni, e aiutano contribuendo alla spesa. E pensare che basterebbe dedicare un po’ di tempo al disbrigo burocratico per la richiesta dei contributi, destinati proprio alle sterilizzazioni delle colonie feline… Ricevete aiuti per questi importanti interventi? Quasi tutti gli aiuti arrivano da privati, soci e sostenitori… come indicato precedentemente anche se previsto per Legge sono veramente poche le Amministrazioni Locali che si attivano concretamente nella sterilizzazione delle colonie feline, di conseguenza molte delle nostre risorse


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giornali locali, invitando le persone ad avere cura e detenere correttamente il proprio animale per migliorare la vita in primis a loro, ma anche per rispetto dei vicini di casa in molti casi. Sono ancora tanti, troppi, i privati che ci chiamano perché in difficoltà con il micino appena preso “in cascina” che non sta bene, o non va in lettiera, o non domestico… questo si può evitare solo con adozioni consapevoli e rivolgendosi a volontari competenti.

Scricciolo trovato a 45 giorni di vita in rotonda a Mondovì, andrà a casa a giorni.

che derivano dalle donazioni dei soci, dai sostenitori, da chi ci dona il 5 x 1000, dagli adottanti, da chi partecipa ai nostri eventi e viene a trovarci alle bancarelle, vengono impiegati proprio per sopperire a queste mancanze, nonché usati per le cure e la somministrazione del cibo per le stesse colonie che poi seguiamo e manteniamo regolarmente, o per le visite mediche, il cibo, la cura dei piccoli che vengono tenuti in stallo dai nostri volontari fino all’adozione. Tutti i cuccioli vengono affidati sverminati, spulciati, e vaccinati. In molti casi facciamo stallo anche per gatti incidentati che hanno bisogno di lunghe. Fino a quando non ci sono tutti gli stalli disponibili occupati…e bisogna purtroppo dire basta. Quali i problemi che riscontrate e quali potrebbero essere le possibili soluzioni? Relativamente alla situazione dei gatti presenti sul territorio sarebbe sicuramente buona cosa una campagna informativa mirata e a cura delle varie Amministrazioni Locali che potrebbe ridurre notevolmente il fenomeno del randagismo felino in primis sensibilizzando alla corretta detenzione dei propri animali. Nel nostro piccolo cerchiamo di farlo il più possibile in loco, sui social, sui

Progetti per il prossimo futuro? Sicuramente vogliamo continuare ad aiutare tanti animali come abbiamo fatto fino ad ora in questi anni, è la nostra priorità, il nostro scopo! Questo tipo di volontariato non è affatto facile, perché non ci sono orari, non ci sono sabati e domeniche, quindi a parte le ore che non siamo reperibili perché lavoriamo (si, per vivere noi lavoriamo, questo è volontariato al 100%!) il tempo restante è praticamente tutto dedicato agli animali meno fortunati. Ci auguriamo di aumentare il numero dei volontari regolarmente attivi, che sono sempre troppo pochi per la mole di “lavoro” sia burocratica che operativa che abbiamo, in modo da non dover gravare sempre sugli stessi, ma sicuramente la cosa che ci auguriamo di più, in primis, è che vengano trovati e segnalati molti meno cuccioli per strada o abbandonati: nei Comuni dove abbiamo operato sterilizzando i randagi il numero è sceso e anche

Simon.

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di molto in questi anni. Questa è la riprova che se si “lavora” bene i risultati ci sono. Ecco, il nostro progetto, forse il più difficile e impegnativo da realizzare, è avere la forza e la possibilità di continuare in tutto questo. Oltre alle problematiche relative ai gatti di cosa si occupa la vostra associazione? Siamo operativi al canile di Chiusa Pesio dove i volontari regolarmente portano a passeggio e coccolano i cani ospiti. Abbiamo procurato nuove cucce coibentate e d’inverno calde coperte oltre a cibo per i cani con esigenze specifiche. Ci occupiamo noi di affidare i cani presenti e seguiamo le famiglie anche nel post affido, esattamente come facciamo per i gatti. Da quando operiamo in questo canile nessun cane recuperato ha stazionato per più di qualche settimana: a tutti è stata trovata una famiglia e di questo siamo molto felici! Oltre che in canile abbiamo volontari che operano presso la struttura privata, ribattezzata “Oasi Zampa”, che si trova presso la Michelin di Cuneo: un “ricovero” per i mici, da noi catturati e sterilizzati qualche anno fa in concerto con la proprietà, che vivevano nell’azienda e che sono regolarmente microchippati. Oltre ai tantissimi interventi sul territorio attuiamo anche campagne di sensibilizzazione per le varie tematiche animali: sensibilizziamo l’opinione pubblica sul tema del controllo delle nascite e delle adozioni responsabili, promuoviamo l’abolizione della pratica della vivisezione di animali, della caccia, dei circhi dove troppi animali vengono sfruttati, favoriamo l’abolizione dell’uso degli animali nei capi di vestiario e il loro sfruttamento in palii e fiere, invitiamo alla scelta di un alimentazione vegetariana e vegana, interveniamo in ambito di tutela dei cittadini nella conoscenza delle Leggi che tutelano degli animali. Cerchiamo insomma di essere attivi e presenti dove ci sono animali in difficoltà, collaborando con le varie Istituzioni, augurandoci un sempre maggiore rispetto verso queste creature che, molto spesso, vengono trattate come oggetti e non come esseri viventi. Debora Sattamino


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Scuola e Volontariato a cura di Valentina Fida

Il progetto “Scuola Giovani e Scuola Volontariato” del CSV Società Solidale è un percorso educativo finalizzato a stimolare attività di collaborazione tra studenti e volontari, rafforzare e diffondere esperienze di promozione del volontariato per e con i giovani della provincia di Cuneo. Le organizzazioni di Volontariato interessate a candidarsi come partner per progetti o a proporne altri sono invitate a contattare il CSV per valutare percorsi e intrecciare risorse e competenze. Per ulteriori informazioni contattare la Referente Progetto Giovani Scuola Valentina Fida cell. 339-76.21.756

PROPOSTA 2018/2019

Nel corso degli anni, il CSV Società Solidale ha sviluppato numerosi progetti proposti alle realtà scolastiche secondarie superiori della provincia di Cuneo. Da sempre l’intenzione è quella di consolidare la rete di collaborazione tra le scuole e il mondo del volontariato per favorire un reale e concreto confronto con i valori di solidarietà e l’assunzione di stili di comportamento positivi, contribuendo alla formazione di una coscienza solidale e responsabile nei giovani. SERVIZI OFFERTI ALLA SCUOLA: Obiettivo: costruire una rete di collaborazione tra le scuole ed il mondo del volontariato per favorire un reale e concreto confronto con i valori di solidarietà e

l’assunzione di stili di comportamento positivi, contribuendo alla formazione di una coscienza solidale e responsabile dei giovani. Area Studenti Il concetto solidale. Il volontariato è un contesto privilegiato e la sua funzione pedagogico-educativa consiste nel contribuire alla crescita della persona, al rafforzamento del senso di responsabilità e allo sviluppo di cittadinanza attiva. Per coinvolgere gli studenti e far conoscere le realtà di volontariato del territorio, il CSV: • Volontariato? Si grazie…: su richiesta della scuola o degli enti del terzo settore organizza incontri generali per presentare il Centro Servizi e la struttura


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del volontariato sulla nostra provincia. Gli incontri saranno strutturati in base alle esigenze dei richiedenti. Percorso rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado. Scuola e volontariato progettano: progetta con la scuola momenti di confronto tra le organizzazioni del terzo settore e gli studenti su tematiche specifiche quali: - il pregiudizio (Facciamo la differenza – la diversità come valore); - la parità di genere ed educazione affettiva (ImPARIamo – il rispetto dell’altro) - ecologia: rispetto per l’ambiente (Eco – onde sonore dall’ambiente) - cittadinanza attiva: cosa significa ed in quali ambiti si può sperimentare il volontariato (Sociale, Sanitario, Ambientale, Sportivo, Culturale). Percorso rivolto scuole secondarie di primo e secondo grado. Percorsi alternativi alle sanzioni disciplinari: il progetto prevede la realizzazione di percorsi educativi svolti presso gli enti del terzo settore rivolti agli studenti che sono stati coinvolti in sospensioni disciplinari. È possibile attivare tale percorso attraverso la stipula di una convezione tra Scuola, CSV Cuneo e Forum del Volontariato di Torino. Percorso rivolto agli studenti delle scuola secondaria di primo e secondo grado. Percorsi di ASL (Alternanza Scuola Lavoro): sostiene e monitora gli studenti inseriti in percorsi di alternanza scuola-lavoro presso gli enti del terzo settore del territorio. Per il 2019 è in fase di studio anche la collaborazione con Anpal Servizi (società in house dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) che supporta le scuole nella realizzazione di percorsi di alternanza di qualità. Percorso rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

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A ottobre il CSV Società Solidale ha incontrato alcune classi delle Quarte e Quinte del Liceo Da Vinci di Alba. L’obiettivo di tale incontro è stato duplice: da una parte far conoscere il CSV con le sue funzioni di consulenza, promozione e formazione e dall’altra avvicinare gli studenti alle realtà di volontariato del loro territorio. Sono stati incontri interessanti dove si è raccolto il punto di vista dei ragazzi sul tema della solidarietà; grazie a questi momenti è nata una collaborazione con la scuola con la finalità di strutturare percorsi che vedono l’incontro tra studenti ed enti del Terzo settore. Un ringraziamento particolare alla disponibilità dell’insegnante Edoardo Marengo che fin da subito si è mostrato aperto e collaborativo.

• Stage Estivi di Volontariato: il collaborazione con il Forum del Volontariato di Torino propone agli studenti percorsi di volontariato durante il periodo estivo presso gli enti del terzo settore del territorio. Area Insegnanti Momenti di formazione riguardanti: • Principali elementi della normativa che regola il terzo settore • Gli enti del terzo settore in cui opera il volontariato (Odv, APPS, Cooperative Sociali…) • Collegamenti/opportunità/progetti scambi che si possono realizzare tra scuola e gli enti del Terzo settore. Tutte le proposte sopra elencate, rivolte agli studenti ed agli insegnanti sono gratuite. CSV - Giovani, Scuola&Volontariato Email: scuola@csvsocsolidale.it cell. 339-76.21.756 www.csvsocsolidale.it


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Pillole formative sulla Riforma del Terzo settore Incontri organizzati sul territorio provinciale dal Centro Servizi per il Volontariato Società Solidale sugli aspetti normativi e fiscali della Riforma Il CSV Società Solidale propone un ciclo di incontri tra ottobre e novembre sugli aspetti normativi e fiscali della Riforma del Terzo settore, sui cambiamenti, sulle prospettive e sulle novità introdotte dalla legge di riordino dell’universo non profit. Le Pillole formative sono gratuite, ma rivolte esclusivamente ai volontari di Enti del Terzo settore - ETS - accreditati presso il CSV Società Solidale. Per partecipare è necessario compilare la Scheda di iscrizione e consegnarla in Sede o agli Sportelli CSV (la scheda si può scaricare dal sito www.csvsocsolidale.it o richiedere in sede a Cuneo o agli sportelli CSV di Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano).

Ecco le date degli incontri sugli Aspetti normativi e quelle sugli Aspetti fiscali della Riforma del Terzo Settore: Riforma Terzo Settore: ASPETTI NORMATIVI per gli Enti del Terzo settore • Il 9 ottobre si è tenuto il primo incontro a Alba e il 23 ottobre il secondo a Cuneo. GLI ALTRI INCONTRI PREVISTI • Sede: SAVIGLIANO C/o Sala Consiglio Comune di Savigliano corso Roma, 36 -1° piano Data: 6 novembre 2018 (orario indicativo: 18.30 - 21)

Riforma Terzo Settore: ASPETTI FISCALI per gli Enti del Terzo settore • Sede: MONDOVÌ c/o Sportello CSV Società Solidale – via Trona, 3/B Data: 24 novembre 2018 (orario indicativo: 9-13) • Sede: CUNEO C/o Ping-Pensare in Granda – via Pascal, 7 Data: 1 dicembre 2018 (orario indicativo: 9-13) Per informazioni specifiche: Referente Formazione c/o CSV Società Solidale – Clara Napoli tel. 0171-60.56.60, formazione@csvsocsolidale.it.

L’avvocato Cinzia Alesiani

Debora Sattamino


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Cos’è l’amianto?

L’associazione Arasis di Mondovì spiega cos’è e quali rischi legati alla salute L’associazione Arasis il cui acronimo significa Associazione Rischio Amianto e sostanze inquinanti per la Salute di Mondovì e della Valle Tanaro è un’associazione senza fini di lucro di ex-esposti all’amianto ed ex rappresentati sindacali che si è costituita con atto notarile il 20 giugno 1997. A Mondovì è a tutti nota la figura di Elio Sartorio, primo presidente e riferimento legato al problema dell’amianto. Oggi il sodalizio è guidato da Sebastiano Sampò che spiega di che cosa si occupa l’associazione e quale aiuto cerca di dare sul territorio. Che cos’è l’amianto? L’amianto o l’asbesto è un insieme di minerali del gruppo degli inosilicati (serie degli anfiboli) e del gruppo dei fillosilicati (serie del serpentino). Per diventare amianto i minerali di partenza devono subire particolari processi idrotermali di bassa pressione e bassa temperatura. Secondo la normativa italiana

sono definiti inalabili (ovvero respirabili): i minerali formati da singole fibre più lunghe di 5 µm (millesimi di millimetro) e con rapporto lunghezza / larghezza di almeno 3:1. In natura è un materiale molto comune. La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa lo rendono adatto come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a

prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l’uso in molti paesi. Se respirate, le polveri contenenti fibre d’amianto possono causare gravi patologie, l’asbestosi per importanti esposizioni, tumori della pleura, ovvero il mesotelioma pleurico, e il carcinoma polmonare. Gli amianti più cancerogeni sono


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gli anfiboli; fra essi il più temibile è la crocidolite. Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano. Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell’aria non sia pericolosa: un’esposizione prolungata nel tempo o a elevate quantità aumenta significativamente le probabilità di contrarne le patologie associate. L’amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni, come materiale da costruzione per l’edilizia sotto forma di composito fibro-cementizio, noto anche con il nome commerciale Eternit, utilizzato per fabbricare tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie, e inoltre nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche, materiali d’attrito per i freni e le frizioni di veicoli, guarnizioni) e anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni. Altro uso diffuso era come componente dei ripiani di fondo dei forni per la panificazione. Il primo paese al mondo a usare cautele contro la natura cancerogena dell’amianto tramite condotti di ventilazione e canali di sfogo fu il Regno Unito nel 1930 a seguito di pionieristici studi medici che dimostrarono il rapporto diretto tra utilizzo di amianto e tumori. Nel 1943 la Germania fu il primo paese a riconoscere il cancro al polmone e il mesotelioma come conseguenza dell’inalazione di asbesto e a prevedere un risarcimento per i lavoratori colpiti. Il primo stato a bandire l’a-

mianto fu l’Islanda nel 1983 e attualmente oltre 50 paesi nel mondo hanno bandito l’amianto. La produzione, la lavorazione e la vendita dell’amianto sono fuori legge in Italia dal 1992. La legge n. 257 del 1992, oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti all’estrazione e alla lavorazione dell’asbesto, è stata la prima a occuparsi anche dei lavoratori esposti all’amianto. All’art. 13 essa ha introdotto diversi benefici consistenti sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un’esposizione al minerale nocivo. In particolare questo beneficio è stato previsto: per i lavoratori di cave e miniere di amianto a prescindere dalla durata dell’esposizione, per i lavoratori che abbiano contratto una malattia professionale asbesto-correlata in riferimento al periodo di comprovata esposizione e per tutti i lavoratori che siano stati esposti per un periodo superiore ai 10 anni. In cosa consiste l’attività pratica della vostra Associazione? L’associazione ha aderito da subito al CSV e nel 2018 si è trasformata in Onlus in base alla nuova regolamentazione del Terzo settore. L’attività fin dai suoi inizi si è basata sull’informazione agli ex lavoratori ma anche ai cittadini sulla nocività di questo materiale, con convegni che hanno visto la partecipazione di esperti a livello nazionale, tra cui l’ex magistrato Raffaele Guariniello,

epidemiologi come i dottori Benedetto Terracini e Dario Mirabelli. Altra attività molto importante e che ha anticipato i tempi risale al 1999 la sottoscrizione con l’allora Asl 16 Mondovì-Ceva di un protocollo di intesa per la sorveglianza sanitaria degli ex-esposti. Attività di prevenzione che aveva portato a dei risultati interessanti da approfondire, ma purtroppo sospesa dalla Regione. Oggi, dopo l’approvazione della conferenza Stato-Regioni di un protocollo a livello nazionale si spera di avviare questa attività di competenza della Regione. L’associazione ha da subito collaborato con altre associazioni locali o nazionali come l’Afeva di Casale Monferrato, L’Aiea nazionale, l’Aica nazionale ma ben radicata a Savigliano dove operava la Fiat Ferroviaria (oggi Alstom). Le associazioni sono coordinate dal Cna Coordinamento Nazionale Amianto. In regione Piemonte, problema molto sentito per la nota eternit di Casale Monferrato, si è costituito un Comitato Strategico Amianto a cui partecipano gli assessori regionali alla Sanità e all’ambiente, gli amministratori di Casale Monferrato, Asl, l’Anci (Associazione nazionale Comuni d’Italia), L’Arpa Agenzia Regionale per l’Ambiente, Cgil Cisl Uil, e le associazioni come la nostra, presenti in Piemonte. Obiettivo è la coordinazione di tutte le attività che riguardano l’amianto sul nostro territorio, dalla prevenzione sanitaria alla bonifica di siti come Casale Monferrato e la cava di Balangero. In anticipo all’applicazione al Piano Regionale Amianto la nostra associazione, da novembre 2015, in collaborazione con il Comune di Mondovì, ha aperto uno sportello informativo Amianto, presso lo sportello del cittadino, il primo sabato di ogni mese dalle 9 alle 12, a disposizione anche per i cittadini di tutto il Monregalese. In questo ambito si è partecipato ad un bando regionale per lo smaltimento delle piccole quantità di amianto (40 m2 o 450 Kg, quantità che si può smaltire personalmente senza l’intervento di una ditta specializzata): costi di trasporto e smaltimento gratis per i cittadini.


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Obiettivo di questo sportello è indicare agli ex-esposti o esposti attuali causa lavori di bonifica, informazione sui loro diritti in caso di malattia. Altro obiettivo e stimolare la bonifica di tutti i manufatti ancora presenti in cemento-amianto (Eternit) con informazione su incentivi economici (esempio bando ISI promosso dell’Inail per la bonifica di luoghi di lavoro). La nostra associazione, nel 2015 ha messo in evidenza che nei dati pubblicati dall’Arpa relativi al 2014, sullo stato dell’aria a Mondovì, la percentuale di nichel presente nell’aria era nei limiti di legge, ma 6 volte superiore a quella rilevata nella altre centraline Arpa della provincia. Ne è nato uno studio, promosso dall’Arpa, durato due anni che ha messo in evidenza un inquinamento di tipo industriale, risolto nel 2016. Quali sono i vostri progetti futuri? In collaborazione con le altre associazioni stiamo chiedendo da anni una attività di sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti o attualmente esposti per prevenire l’insorgenza di malattie asbesto correlate. Tale sorveglianza era già stata prevista nella legge 257 del 1992 che ha messo al bando l’utilizzo dell’amianto. A inizio di questo anno è stato approvato un protocollo nazionale dalla Conferenza Stato-Regioni, a settembre è previsto un incontro in Regione per verificare l’avanzamento di questa attività. Come Sportello Informativo Amianto, ci siamo coordinati con un’asso-

ciazione nazionale Sportello Amianto Nazionale e abbiamo avviato un dialogo con l’Acem (Azienda Consortile Ecologica Monregalese) al fine di offrire un servizio di informazione su tutto il territorio del Consorzio. Ma facciamo un passo indietro… Gli obiettivi statutari? Era necessario creare una associazione per la tutela degli ex esposti, il cui statuto al art. 2 indica le motivazioni e ambito di intervento 1. L’associazione viene costituita in considerazione del fatto che da circa un trentennio nell’area industriale Monregalese e della Val Tanaro alcune aziende hanno lavorato e/o manipolato prodotti a base d’amianto, con emissione di pericolose particelle aero-disperse nell’ambiente di lavoro e nell’atmosfera, provocando gravi danni alla salute dei lavoratori con possibili conseguenze per le popolazioni. 2. L’Arasis ha pertanto come riferimento territoriale il Piemonte ed in particolare l’area del Monregalese e della Val Tanaro. Nel monregalese hanno utilizzato dalla loro nascita prodotti a base di amianto la Valeo di Mondovì (innesti frizione) la Ferodo oggi Federal Mogul (dispositivi frenanti) la ex Tako Payen di Mondovì (guarnizioni per motori) e la ex Cartiera di Bagnasco (guarnizioni per autoveicoli). Lo statuto al capitolo 3 definisce le Finalità e compiti dell’associazione: L’Associazione, che opera secondo

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i principi del Volontariato, della solidarietà e dell’impegno civile volto particolarmente alla tutela e promozione della salute e degli ambienti di lavoro e di vita, ha lo scopo di: 1. promuovere indagini, monitoraggi, accertamenti, controlli etc., sui danni provocati alla salute dei lavoratori e dei cittadini, esposti al rischio delle lavorazioni compiute da aziende che hanno manipolato amianto o altre sostanze nocive; a tal fine l’Associazione può avvalersi della collaborazione di ogni idoneo Istituto pubblico o privato, a partire da quelli istituzionalmente preposti (Aziende Sanitarie, Istituti Universitari, Enti locali); 2. sensibilizzare i lavoratori e l’opinione pubblica mediante una sistematica attività di informazione ed educazione alla salute, mirata a prevenire o limitare i danni alla salute; 3. promuovere analisi e ricerche, da parte di esperti ed Enti preposti, sulle sostanze sostitutive dell’amianto e sulla loro eventuale nocività per la salute dei cittadini; 4. tutelare i cittadini per i possibili danni arrecabili alla salute dalle sostanze nocive immesse nell’atmosfera, nel suolo e nelle acque; 5. promuovere e sollecitare la bonifica degli ambienti di lavoro e dei siti inquinati da sostanze nocive; 6. rappresentare un organo permanente di collegamento e di consultazione tra lavoratori, cittadini, Associazioni, Enti, Sindacati ecc.; 7. ricercare e promuovere una fattiva collaborazione con le Istituzioni regionali, provinciali, con le Comunità Montane, con i Comuni, Con gli Enti previdenziali, sanitari ed assicurativi per favorire l’applicazione delle leggi vigenti in materia di ambiente e promozione della salute, nonché per segnalare potenziali rischi per la salute ed inquinamenti. 8. promuovere ogni utile iniziativa per la tutela del benessere e della salute collettiva; 9. editare ogni utile pubblicazione, anche periodica, attinente al raggiungimento dei fini sociali. Debora Sattamino


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Più che positivo il progetto Nazionale MATCH IT NOW!

Cuneesi solidali: tanti nuovi iscritti alla banca dati dei Donatori Successo per l’iniziativa Admo di sensibilizzazione alla donazione: realizzata in tutta Italia 1 iscritto su 11 è della provincia di Cuneo

Alba

Sono state Alba, Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Savigliano le città coinvolte della campagna di sensibilizzazione portata avanti da Admo chiamata “Match it now!”. Sotto i Gazebo allestiti ad hoc nelle piazze sono stati 336 i giovani giovani (tra i 18 e 35 anni) che hanno effettuato un semplice tampone salivare, segnando l’inizio di un percorso

Cuneo

Alba

che potrà eventualmente portarli a diventare donatori effettivi di midollo osseo in caso di rilevata compatibilità con un malato in attesa di trapianto. Una compatibilità che tra fratelli è di 1 a 4 e tra non consanguinei di 1 a 100.000. L’iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione con tante Associazioni di Volontariato, alle Asl

Cuneo

CN1 e CN2 e agli ospedali delle città coinvolte e con il prezioso aiuto degli insegnanti che hanno aderito all’invito di Admo di coinvolgere i propri studenti nell’iniziativa. «Le maggiori difficoltà con cui ci scontriamo” – riferiscono dall’Admo – riguardano la mancata conoscenza delle procedure di donazione: molte persone confondono ancora oggi il


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Mondovì

Savigliano

midollo osseo con il midollo spinale non sapendo che la procedura di donazione possa essere fatta anche in aferesi e che soprattutto non mette a rischio il donatore, e la bassa possibilità statistica per ogni paziente di reperire il donatore giusto: neanche per la metà dei pazienti in attesa di trapianto è registrato un gemello genetico. Le giornate in piazza permettono un approccio personale e diretto con i giovani per la promozione di questo tema ed essere affiancato da Associazioni Amiche molto dinamiche che credono nella nostra missione garantisce l’ottenere dei risultati concreti. Per

questo ringraziamo tutti coloro che si sono prodigati affinché si concretizzasse il sogno di aumentare il numero di iscritti in banca dati». Il Progetto “Match it now!” è partito il 15 settembre a Saluzzo, nei due sabati successivi ha visto coinvolte anche Alba, Cuneo, Mondovì e Savigliano. In tutta Italia sono state 148 le città che hanno contribuito a far sì che questo progetto permettesse di reclutare oltre 3.600 donatori. L’attività di iscrizione non è comunque limitata agli eventi in piazza ma continua in tutti i giorni dell’anno nel centro trasfusionali abilitati. Tutte le info sono disponibili sul sito www.admopiemonte.org.

ECCO LE ADESIONI RACCOLTE In totale 336 così suddivise: 28 a Saluzzo 27 a Mondovì 65 a Alba 105 a Savigliano 111 a Cuneo 1178 in tutto il Piemonte (quasi uno su tre è della Granda) (19 città) Italia: 3.687 iscrizioni Notevole l’impegno delle scuole che hanno collaborato per “reclutare” nuovi ragazzi.

Informazioni e prenotazioni sul sito www.admopiemonte.org Pagina Facebook: Match it now Provincia Granda

Saluzzo

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Saluzzo


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VOLONTARIATO IN PIAZZA Gli appuntamenti organizzati in provincia con la collaborazione del CSV Società Solidale per dare visibilità al mondo della solidarietà BRA VOLONTARIAMENTE, SPORT IN PIAZZA E NOTTE DEI CAMPIONI Terzo settore e sport hanno invaso Bra nella decima edizione di Volontariamente e Sport in piazza. L’appuntamento si è tenuto domenica 16 settembre 2018, dalle 10 alle 18. Le associazioni di volontariato del territorio e le realtà sportive si sono presentate alla cittadinanza. Ogni società sportiva era “gemellata” con un’associazione di volontariato impegnata a sensibilizzare

il pubblico su svariati temi. Stand dopo stand si sono conosciute le attività che il terzo settore svolge a favore della collettività, ma c’è stata anche la possibilità di assistere a esibizioni e dimostrazioni di diverse discipline agonistiche e non e di sperimentarsi in prima persona con gli sport. Volontariamente si è aperta alle 10 da piazza Caduti per la Libertà con una sfilata di tutte le rappresentanze delle associazioni e delle società partecipanti. Poi sono stati aperti gli stand dislocati in piazza XX Settembre, corso Garibaldi, piazza Spreitenbach e Giardini della Rocca. All’ora di pranzo (dalle 12 alle 14) un appuntamento “gastronomico” con la solidarietà: ai giardini della Rocca: il “Pranzo di solidarietà” organizzato per raccogliere fondi a sostegno del progetto dell’Orto sociale. Durante la domenica si è tenuto anche il “Mercato della terra” che sotto l’ala di corso Garibaldi ha proposto prodotti a chilometri zero, tipici e biologici. Anteprima di Volontariamente e Sport in piazza è stata la serata di sabato 15 settembre in piazza Caduti per la libertà con la “Notte dei campioni”, passerella dedicata agli sportivi delle società braidesi che hanno ottenuto ragguardevoli risultati e piazzamenti durante la passata stagione agonistica. Ospite speciale della serata è stato Fabrizio Casalino, comico di Colorado Cafè.

VOLONTARIATO IN PIAZZA A CAVALLERMAGGIORE A Cavallermaggiore domenica 14 ottobre le associazioni impegnate nel volontariato sono scese in piazza e nelle strade. Dalle 8.30 alle 12.30 si è tenuto Volontariato in piazza: solidarietà, arte, sport, sociale, cultura, turismo. L’iniziativa stata é organizzata dal Comune in collabo-

OLONTARIATO in piazza 2018 a

CAVALLERMAGGIORE Domenica

14

ottobre ARTE

dalle 8.30 alle 12.30

SPORT Iniziativa realizzata in collaborazione con il CSV Società Solidale

SOCIALE CULTURA TURISMO

Città di CAVALLERMAGGIORE

VIENI A CONOSCERE

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO DELLA TUA CITTÀ!

razione con il CSV. Sono stati allestiti gli stand di quattordici associazioni di Cavallermaggiore. I volontari presenti ai banchetti fornivano informazioni a chi si avvicinava ai tavoli sia per presentare le proprie attività che magari attirare nuovi associati e nuove forze. Presso gli stand i presenti, specialmente i bambini, avevano modo di cimentarsi in alcuni giochi. Inoltre, coloro che durante la mattinata hanno visitato tutte le postazioni, facendosi timbrare un’apposita scheda, hanno partecipato all’estrazione dei premi messi in palio per l’occasione. Sotto i portici di Casa Bonino, l’associazione Natura in ha organizzato un’edizione dello Scambiafiori per scambiare fiori, piante e semi.


IL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO SULLA PRIVACY Il CSV propone un inserto staccabile come strumento per promuovere o dettagliare, di volta in volta, uno dei servizi gratuiti che fornisce a tutte le Odv della provincia di Cuneo oppure per approfondire un tema di particolare interesse. La rivista Società Solidale completa con un secondo Speciale la Guida all’applicazione del Regolamento europeo n. 679 del 2016 in materia di protezione dei dati personali “General data protection regulation” Gdpr, il nuovo corpus di norme europee in materia di privacy che si propone di tutelare di più e meglio i cittadini, sia rispetto al trattamento che alla libera circolazione dei dati personali. Anche per le Associazioni e gli Enti del Terzo Settore sono previsti ulteriori adempimenti al fine di adeguarsi alla normativa. Il CSV sta predisponendo alcuni modelli utili per gli Ets di cui si darà informazione, appena disponibili. Pubblichiamo una seconda parte della Guida all´applicazione del Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali disponibile sul sito www.garanteprivacy.it/regolamentoue/guida-all-applicazione-del-regolamento-europeo-in-materia-di-protezione-dei-dati-personali. Attraverso raccomandazioni specifiche vengono suggerite alcune azioni fondate su disposizioni precise del regolamento che non lasciano spazi a interventi del legislatore nazionale (come invece avviene per altre norme del regolamento, in particolare quelle che disciplinano i trattamenti per finalità di interesse pubblico ovvero in ottemperanza a obblighi di legge).

TITOLARE, RESPONSABILE, INCARICATO DEL TRATTAMENTO Cosa cambia?

Il regolamento: - disciplina la contitolarità del trattamento (art. 26) e impone ai titolari di definire specificamente (con un atto giuridicamente valido ai sensi del diritto nazionale) il rispettivo ambito di responsabilità e i compiti con particolare riguardo all´esercizio dei diritti degli interessati, che hanno comunque la possibilità di rivolgersi indifferentemente a uno qualsiasi dei titolari operanti congiuntamente; - fissa più dettagliatamente (rispetto al Codice) le caratteristiche dell´atto con cui il titolare designa un responsabile del trattamento attribuendogli specifici compiti: deve trattarsi, infatti, di un contratto (o altro atto giuridico conforme al diritto nazionale) e deve disciplinare tassativamente almeno le materie riportate al paragrafo 3 dell´art. 28 al fine di dimostrare che il responsabile fornisce “garanzie sufficienti” – quali, in particolare, la natura, durata e finalità del trattamento o dei trattamenti assegnati, le categorie di dati oggetto di trattamento, le misure tecniche e organizzative adeguate a consentire il rispetto delle istruzioni impartite dal titolare e, in via generale, delle disposizioni contenute nel regolamento; - consente la nomina di sub-responsabili del trattamento da parte di un responsabile (si veda art. 28, paragrafo 4), per specifiche attività di trattamento, nel rispetto degli stessi obblighi contrattuali che legano titolare e responsabile primario; quest´ultimo risponde dinanzi al titolare dell´inadempimento dell´eventuale sub-responsabile, anche ai fini del risarcimento di eventuali danni causati dal trattamento, salvo dimostri che l´evento dannoso “non gli è in alcun modo imputabile” (si veda art. 82, paragrafo 1 e paragrafo 3); - prevede obblighi specifici in capo ai responsabili del trattamento, in quanto distinti da quelli pertinenti ai rispettivi titolari. Ciò riguarda, in particolare, la tenuta del registro dei trattamenti svolti (ex art. 30, paragrafo 2); l´adozione di idonee misure tecniche e organizzative per garantire la sicurezza dei trattamenti (ex art. 32 regolamento); la designazione di un RPD-DPO (si segnalano, al riguardo, le linee-guida in materia di responsabili della protezione dei dati adottate dal Gruppo “Articolo 29”, disponibili qui anche nella versione in italiano: www.garanteprivacy.it/regolamentoue/rpd), nei casi previsti dal regolamento o dal diritto nazionale (si veda art. 37 del regolamento). Si ricorda, inoltre, che anche il responsabile non stabilito nell´Ue dovrà designare un rappresentante in Italia quando ricorrono le condizioni di cui all´art. 27, paragrafo 3, del regolamento – diversamente da quanto prevedeva l´art. 5, comma 2, del Codice.


Cosa non cambia?

Il regolamento definisce caratteristiche soggettive e responsabilità di titolare e responsabile del trattamento negli stessi termini di cui alla direttiva 95/46/CE (e, quindi, al Codice italiano). Pur non prevedendo espressamente la figura dell´ “incaricato” del trattamento (ex art. 30 Codice), il regolamento non ne esclude la presenza in quanto fa riferimento a “persone autorizzate al trattamento dei dati personali sotto l´autorità diretta del titolare o del responsabile” (si veda, in particolare, art. 4, n. 10, del regolamento).

RACCOMANDAZIONI I titolari di trattamento dovrebbero valutare attentamente l´esistenza di eventuali situazioni di contitolarità (si vedano, in proposito, le indicazioni fornite dal Garante in vari provvedimenti, fra cui http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/ docweb/-/docweb-display/docweb/39785), essendo obbligati in tal caso a stipulare l´accordo interno di cui parla l´art. 26, paragrafo 1, del regolamento. Sarà necessario, in particolare, individuare il “punto di contatto per gli interessati” previsto dal suddetto articolo ai fini dell´esercizio dei diritti previsti dal regolamento. I titolari di trattamento dovrebbero verificare che i contratti o altri atti giuridici che attualmente disciplinano i rapporti con i rispettivi responsabili siano conformi a quanto previsto, in particolare, dall´art. 28, paragrafo 3, del regolamento. Dovranno essere apportate le necessarie integrazioni o modifiche, in particolare qualora si intendano designare sub-responsabili nei termini sopra descritti. La Commissione e le autorità nazionali di controllo (fra cui il Garante) stanno valutando la definizione di clausole contrattuali modello da utilizzare a questo scopo. Attraverso l´adesione a codici deontologici ovvero l´adesione a schemi di certificazione il responsabile può dimostrare le “garanzie sufficienti” di cui all´art. 28, paragrafi 1 e 4. Il Garante sta valutando i codici deontologici attualmente vigenti per alcune tipologie di trattamento nell´ottica dei requisiti fissati nel regolamento (art. 40), mentre per quanto concerne gli schemi di certificazione occorrerà attendere anche l´intervento del legislatore nazionale che dovrà stabilire alcune modalità di accreditamento dei soggetti certificatori (se diversi dal Garante: si veda art. 43). In ogni caso, il Gruppo “Articolo 29” sta lavorando sui temi e sarà opportuno tenere conto degli sviluppi che interverranno in materia nei prossimi mesi. Le disposizioni del Codice in materia di incaricati del trattamento sono pienamente compatibili con la struttura e la filosofia del regolamento, in particolare alla luce del principio di “responsabilizzazione” di titolari e responsabili del trattamento che prevede l´adozione di misure atte a garantire proattivamente l´osservanza del regolamento nella sua interezza. In questo senso, e anche alla luce degli artt. 28, paragrafo 3, lettera b), 29, e 32, paragrafo 4, in tema di misure tecniche e organizzative di sicurezza, si ritiene che titolari e responsabili del trattamento possano mantenere in essere la struttura organizzativa e le modalità di designazione degli incaricati di trattamento così come delineatesi negli anni anche attraverso gli interventi del Garante (si veda art. 30 del Codice e, fra molti, http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/ docweb/1507921, ovvero http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/1508059 per quanto riguarda la pubblica amministrazione, ovvero http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/ docweb-display/docweb/1813953 in materia di tracciamento delle attività bancarie) in quanto misure atte a garantire e dimostrare «che il trattamento è effettuato conformemente» al regolamento (si veda art. 24, paragrafo 1, del regolamento).

APPROCCIO BASATO SUL RISCHIO E MISURE DI ACCOUNTABILITY (RESPONSABILIZZAZIONE) DI TITOLARI E RESPONSABILI Cosa cambia?

Il regolamento pone con forza l´accento sulla “responsabilizzazione” (accountability nell´accezione inglese) di titolari e responsabili – ossia, sull´adozione di comportamenti proattivi e tali da dimostrare la concreta adozione di misure finalizzate ad assicurare l´applicazione del regolamento (si vedano artt. 23-25, in particolare, e l´intero Capo IV del regolamento). Si tratta di una grande novità per la protezione dei dati in quanto viene affidato ai titolari il compito di decidere autonomamente le modalità, le garanzie e i limiti del trattamento dei dati personali – nel rispetto delle disposizioni normative e alla luce di alcuni criteri specifici indicati nel regolamento. Il primo fra tali criteri è sintetizzato dall´espressione inglese “data protection by default and by design” (si veda art. 25), ossia dalla necessità di configurare il trattamento prevedendo fin dall´inizio le garanzie indispensabili “al fine di soddisfare i requisiti” del regolamento e tutelare i diritti degli interessati – tenendo conto del contesto complessivo ove il trattamento si colloca e dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati. Tutto questo deve avvenire a monte, prima di procedere al trattamento dei dati vero e proprio (“sia al momento di determinare i mezzi del trattamento sia all´atto del trattamento stesso”, secondo quanto afferma l´art. 25(1) del regolamento) e richiede, pertanto, un´analisi preventiva e un impegno applicativo da parte dei titolari che devono sostanziarsi in una serie di attività specifiche e dimostrabili. Fondamentali fra tali attività sono quelle connesse al secondo criterio individuato nel regolamento rispetto alla gestione degli obblighi dei titolari, ossia il rischio inerente al trattamento. Quest´ultimo è da intendersi come rischio di impatti negativi sulle libertà e i diritti degli interessati (si vedano considerando 75-77); tali impatti dovranno essere analizzati attraverso un apposito processo di valutazione (si vedano artt. 35-36) tenendo conto dei rischi noti o evidenziabili e delle misure tecniche e organizzative (anche di sicurezza) che il titolare ritiene di dover adottare per mitigare tali rischi (si segnalano, al riguardo, le linee-guida in materia di valutazione di impatto sulla protezione dei dati adottate dal Gruppo “Articolo 29”, qui disponibili: www.garanteprivacy.it/regolamentoue/


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DPIA). All´esito di questa valutazione di impatto il titolare potrà decidere in autonomia se iniziare il trattamento (avendo adottato le misure idonee a mitigare sufficientemente il rischio) ovvero consultare l´autorità di controllo competente per ottenere indicazioni su come gestire il rischio residuale; l´autorità non avrà il compito di “autorizzare” il trattamento, bensì di indicare le misure ulteriori eventualmente da implementare a cura del titolare e potrà, ove necessario, adottare tutte le misure correttive ai sensi dell´art. 58: dall´ammonimento del titolare fino alla limitazione o al divieto di procedere al trattamento. Dunque, l´intervento delle autorità di controllo sarà principalmente “ex post”, ossia si collocherà successivamente alle determinazioni assunte autonomamente dal titolare; ciò spiega l´abolizione a partire dal 25 maggio 2018 di alcuni istituti previsti dalla direttiva del 1995 e dal Codice italiano, come la notifica preventiva dei trattamenti all´autorità di controllo e il cosiddetto prior checking (o verifica preliminare: si veda art. 17 Codice), sostituiti da obblighi di tenuta di un registro dei trattamenti da parte del titolare/responsabile e, appunto, di effettuazione di valutazioni di impatto in piena autonomia, con eventuale successiva consultazione dell´Autorità, tranne alcune specifiche situazioni di trattamento (vedi art. 36, paragrafo 5 del regolamento). Peraltro, alle autorità di controllo, e in particolare al “Comitato europeo della protezione dei dati” (l´erede dell´attuale Gruppo “Articolo 29”) spetterà un ruolo fondamentale al fine di garantire uniformità di approccio e fornire ausili interpretativi e analitici: il Comitato è chiamato, infatti, a produrre linee-guida e altri documenti di indirizzo su queste e altre tematiche connesse, anche per garantire quegli adattamenti che si renderanno necessari alla luce dello sviluppo delle tecnologie e dei sistemi di trattamento dati. Nei paragrafi seguenti si richiamano alcune delle principali novità in termini di adempimenti da parte di titolari e responsabili del trattamento. Registro dei trattamenti Tutti i titolari e i responsabili di trattamento, eccettuati gli organismi con meno di 250 dipendenti ma solo se non effettuano trattamenti a rischio (si veda art. 30, paragrafo 5), devono tenere un registro delle operazioni di trattamento i cui contenuti sono indicati all´art. 30. Si tratta di uno strumento fondamentale non soltanto ai fini dell´eventuale supervisione da parte del Garante, ma anche allo scopo di disporre di un quadro aggiornato dei trattamenti in essere all´interno di un´azienda o di un soggetto pubblico – indispensabile per ogni valutazione e analisi del rischio. Il registro deve avere forma scritta, anche elettronica, e deve essere esibito su richiesta al Garante. RACCOMANDAZIONI La tenuta del registro dei trattamenti non costituisce un adempimento formale bensì parte integrante di un sistema di corretta gestione dei dati personali. Per tale motivo, si invitano tutti i titolari di trattamento e i responsabili, a prescindere dalle dimensioni dell´organizzazione, a compiere i passi necessari per dotarsi di tale registro e, in ogni caso, a compiere un´accurata ricognizione dei trattamenti svolti e delle rispettive caratteristiche – ove già non condotta. I contenuti del registro sono fissati, come detto, nell´art. 30; tuttavia, niente vieta a un titolare o responsabile di inserire ulteriori informazioni se lo si riterrà opportuno proprio nell´ottica della complessiva valutazione di impatto dei trattamenti svolti. Misure di sicurezza Le misure di sicurezza devono “garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio” del trattamento (art. 32, paragrafo 1); in questo senso, la lista di cui al paragrafo 1 dell´art. 32 è una lista aperta e non esaustiva (“tra le altre, se del caso”). Per lo stesso motivo, non potranno sussistere dopo il 25 maggio 2018 obblighi generalizzati di adozione di misure “minime” di sicurezza (ex art. 33 Codice) poiché tale valutazione sarà rimessa, caso per caso, al titolare e al responsabile in rapporto ai rischi specificamente individuati come da art. 32 del regolamento. Si richiama l´attenzione anche sulla possibilità di

utilizzare l´adesione a specifici codici di condotta o a schemi di certificazione per attestare l´adeguatezza delle misure di sicurezza adottate. Tuttavia, l´Autorità potrà valutare la definizione di linee-guida o buone prassi sulla base dei risultati positivi conseguiti in questi anni; inoltre, per alcune tipologie di trattamenti (quelli di cui all´art. 6, paragrafo 1), lettere c) ed e) del regolamento) potranno restare in vigore (in base all´art. 6, paragrafo 2, del regolamento) le misure di sicurezza attualmente previste attraverso le disposizioni di legge volta per volta applicabili: è il caso, in particolare, dei trattamenti di dati sensibili svolti dai soggetti pubblici per finalità di rilevante interesse pubblico nel rispetto degli specifici regolamenti attuativi (ex artt. 20 e 22 Codice), ove questi ultimi contengano disposizioni in materia di sicurezza dei trattamenti. Notifica delle violazioni di dati personali A partire dal 25 maggio 2018, tutti i titolari – e non soltanto i fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, come avviene oggi – dovranno notificare all´autorità di controllo le violazioni di dati personali di cui vengano a conoscenza, entro 72 ore e comunque “senza ingiustificato ritardo”, ma soltanto se ritengono probabile che da tale violazione derivino rischi per i diritti e le libertà degli interessati (si veda considerando 85). Pertanto, la notifica all´autorità dell´avvenuta violazione non è obbligatoria, essendo subordinata alla valutazione del rischio per gli interessati che spetta, ancora una volta, al titolare. Se la probabilità di tale rischio è elevata, si dovrà informare delle violazione anche gli interessati, sempre “senza ingiustificato ritardo”; fanno eccezione le circostanze indicate al paragrafo 3 dell´art. 34, che coincidono solo in parte con quelle attualmente menzionate nell´art. 32-bis del Codice. I contenuti della notifica all´autorità e della comunicazione agli interessati sono indicati, in via non esclusiva, agli artt. 33 e 34 del regolamento. Si segnalano, al riguardo, le linee-guida in materia di notifica delle violazioni di dati personali del Gruppo “Articolo 29”, qui disponibili www.garanteprivacy.it/regolamentoue/databreach. RACCOMANDAZIONI Tutti i titolari di trattamento dovranno in ogni caso documentare le violazioni di dati personali subite, anche se non notificate all´autorità di controllo e non comunicate


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agli interessati, nonché le relative circostanze e conseguenze e i provvedimenti adottati (si veda art. 33, paragrafo 5); tale obbligo non è diverso, nella sostanza, da quello attualmente previsto dall´art. 32-bis, comma 7, del Codice. Si raccomanda, pertanto, ai titolari di trattamento di adottare le misure necessarie a documentare eventuali violazioni, essendo peraltro tenuti a fornire tale documentazione, su richiesta, al Garante in caso di accertamenti.

Responsabile della protezione dei dati Anche la designazione di un “responsabile della protezione dati” (RPD, ovvero DPO se si utilizza l’acronimo inglese: Data Protection Officer) riflette l´approccio responsabilizzante che è proprio del regolamento (si veda art. 39), essendo

finalizzata a facilitare l´attuazione del regolamento da parte del titolare/del responsabile. Non è un caso, infatti, che fra i compiti del RPD rientrino “la sensibilizzazione e la formazione del personale” e la sorveglianza sullo svolgimento della valutazione di impatto di cui all´art. 35. La sua designazione è obbligatoria in alcuni casi (si veda art. 37), e il regolamento tratteggia le caratteristiche soggettive e oggettive di questa figura (indipendenza, autorevolezza, competenze manageriali: si vedano artt. 38 e 39) in termini che il WP29 ha ritenuto opportuno chiarire attraverso alcune linee-guida di recente pubblicazione, disponibili anche sul sito del Garante, e alle quali si rinvia per maggiori delucidazioni unitamente alle relative Faq (si veda: http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue/rpd).

TRASFERIMENTI DI DATI VERSO PAESI TERZI E ORGANISMI INTERNAZIONALI Cosa cambia?

Cosa non cambia?

In primo luogo, viene meno il requisito dell´autorizzazione nazionale (si vedano art. 45, paragrafo 1, e art. 46, paragrafo 2). Ciò significa che il trasferimento verso un Paese terzo “adeguato” ai sensi della decisione assunta in futuro dalla Commissione, ovvero sulla base di clausole contrattuali modello, debitamente adottate, o di norme vincolanti d´impresa approvate attraverso la specifica procedura di cui all´art. 47 del regolamento, potrà avere inizio senza attendere l´autorizzazione nazionale del Garante - a differenza di quanto attualmente previsto dall´art. 44 del Codice. Tuttavia, l´autorizzazione del Garante sarà ancora necessaria se un titolare desidera utilizzare clausole contrattuali ad-hoc (cioè non riconosciute come adeguate tramite decisione della Commissione europea) oppure accordi amministrativi stipulati tra autorità pubbliche – una delle novità introdotte dal regolamento. Il regolamento consente di ricorrere anche a codici di condotta ovvero a schemi di certificazione per dimostrare le “garanzie adeguate” previste dall´art. 46. Ciò significa che i titolari o i responsabili del trattamento stabiliti in un Paese terzo potranno far valere gli impegni sottoscritti attraverso l´adesione al codice di condotta o allo schema di certificazione, ove questi disciplinino anche o esclusivamente i trasferimenti di dati verso Paesi terzi, al fine di legittimare tali trasferimenti. Tuttavia (si vedano art. 40, paragrafo 3, e art. 42, paragrafo 2), tali titolari dovranno assumere, inoltre, un impegno vincolante mediante uno specifico strumento contrattuale o un altro strumento che sia giuridicamente vincolante e azionabile dagli interessati. Il regolamento vieta trasferimenti di dati verso titolari o responsabili in un Paese terzo sulla base di decisioni giudiziarie o ordinanze amministrative emesse da autorità di tale Paese terzo, a meno dell´esistenza di accordi internazionali in particolare di mutua assistenza giudiziaria o analoghi accordi fra gli Stati (si veda art. 48). Si potranno utilizzare, tuttavia, gli altri presupposti e in particolare le deroghe previste per situazioni specifiche di cui all´art. 49. A tale riguardo, si deve ricordare che il regolamento chiarisce come sia lecito trasferire dati personali verso un Paese terzo non adeguato “per importanti motivi di interesse pubblico”, in deroga al divieto generale, ma deve trattarsi di un interesse pubblico riconosciuto dal diritto dello Stato membro del titolare o dal diritto dell´Ue (si veda art. 49, paragrafo 4) – e dunque non può essere fatto valere l´interesse pubblico dello Stato terzo ricevente. Il regolamento fissa i requisiti per l´approvazione delle norme vincolanti d´impresa e i contenuti obbligatori di tali norme. L´elenco indicato al riguardo nel paragrafo 2 dell´art. 47 non è esaustivo e, pertanto, potranno essere previsti dalle autorità competenti, a seconda dei casi, requisiti ulteriori. Ad ogni modo, l´approvazione delle norme vincolanti d´impresa dovrà avvenire esclusivamente attraverso il meccanismo di coerenza di cui agli artt. 63-65 del regolamento – ossia, è previsto in ogni caso l´intervento del Comitato europeo per la protezione dei dati (si veda art. 64, paragrafo 1, lettera d)). Il regolamento (si veda Capo V) ha confermato l´approccio attualmente vigente per quanto riguarda i flussi di dati al di fuori dell´Unione europea e dello spazio economico europeo, prevedendo che tali flussi sono vietati, in linea di principio, a meno che intervengano specifiche garanzie che il regolamento elenca in ordine gerarchico: i) adeguatezza del Paese terzo riconosciuta tramite decisione della Commissione europea; ii) in assenza di decisioni di adeguatezza della Commissione, garanzie adeguate di natura contrattuale o pattizia che devono essere fornite dai titolari coinvolti (fra cui le norme vincolanti d´impresa - BCR, e clausole contrattuali modello); iii) in assenza di ogni altro presupposto, utilizzo di deroghe al divieto di trasferimento applicabili in specifiche situazioni. Le decisioni di adeguatezza sinora adottate dalla Commissione (livello di protezione dati in Paesi terzi, a partire dal Privacy Shield, e clausole contrattuali tipo per titolari e responsabili) e gli accordi internazionali in materia di trasferimento dati stipulati prima del 24 maggio 2016 dagli Stati membri restano in vigore fino a loro eventuale revisione o modifica (si vedano art. 45, paragrafo 9, e art. 96). Restano valide, conseguentemente, le autorizzazioni nazionali sinora emesse dal Garante successivamente a tali decisioni di adeguatezza della Commissione (si veda http://www.garanteprivacy.it/home/provvedimenti-normativa/normativa/ normativa-comunitaria-e-intenazionale/trasferimento-dei-dati-verso-paesi-terzi#1). Restano valide, inoltre, le autorizzazioni nazionali che il Garante ha rilasciato in questi anni per specifici casi (si veda art. 46, paragrafo 5), sino a loro eventuale modifica (si veda la sezione “Cosa cambia” per maggiori dettagli).


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NOTIZIE dal CSV

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a cura di Giorgia Barile

NOVITÀ NORMATIVE CODICE TERZO SETTORE, ECCO COSA CAMBIA CON IL DECRETO CORRETTIVO Nell’ultimo giorno utile a disposizione, il 2 agosto 2018, il governo ha approvato il decreto correttivo al Codice del terzo settore (Cts), recependo parte delle osservazioni avanzate dal mondo del terzo settore nelle commissioni parlamentari. Continua così il percorso verso l’attuazione della riforma ma, da quanto trapela, il governo avrebbe intenzione di presentare al Parlamento un nuovo disegno di legge delega per riformulare numerose questioni riguardanti il terzo settore. Nel testo sono presenti diverse importanti modifiche che riguardano il mondo del volontariato, aspetti giuridici e fiscali. Ecco le principali. Il decreto legislativo 3 agosto 2018, n. 105 Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, recante: «Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106.». è entrato in vigore l’11 settembre 2018. Sul sito www.csvsocsolidale.it, sezione Normativa www.csvsocsolidale.it/normativa/riforma-del-terzosettore, è consultabile il decreto.

RAPPRESENTANZA, CSVNET ENTRA NEL CONSIGLIO NAZIONALE Tra le novità, l’entrata di CSVnet nel Consiglio nazionale del terzo settore (art. 59 del Cts), così come era stato richiesto in audizione alle commissioni parlamentari dal presidente Stefano Tabò. Il numero dei componenti del Consiglio, quindi, passa da 33 a 37, di cui 3 senza diritto di voto e potrà esprimersi con un parere obbligatorio ma non vincolante anche sulla definizione dei modelli di bilancio degli enti di terzo settore. Il consiglio è l’organismo di consultazione a livello nazionale ed esprime pareri sugli schemi degli atti normativi e sull’utilizzo delle risorse del Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore; sulle linee guida in materia di bilancio sociale e di valutazione di impatto sociale dell’attività degli enti del terzo settore; sulle operazioni di trasformazione, fusione, scissione e cessione d’azienda effettuate dalle imprese sociali. Inoltre, il Consiglio, è coinvolto anche nelle attività di vigilanza, monitoraggio e controllo nel Terzo settore (art. 60). «Ci conforta, – ha commentato Stefano Tabò presidente di CSVnet – Coordinamento nazionale dei CSV – in un comunicato stampa, – che siano state comprese le ragioni della nostra proposta: le istituzioni pubbliche hanno l’interesse, ma anche il dovere, di avvalersi di tutte le competenze presenti nel Paese. L’esperienza ventennale dei Centri di servizio al volontariato e la loro funzione, che li pone a contatto quotidiano con il variegato mondo del terzo settore, garantiscono una significativa fonte di informazioni che risulta a disposizione di chi porta la responsabilità delle politiche pubbliche». Promozione del volontariato dei lavoratori subordinati Modifiche anche all’articolo 17 del codice su “Volontariato e attività di volontariato”. In particolare si recupera un’indicazione della ormai abrogata legge quadro sul volontariato, la 266 del 1991, per favorire l’attività volontaria. Per i lavoratori subordinati che vogliano svolgere attività volontaria in un ente del terzo settore, infatti, si ripropone la possibilità di flessibilità oraria o di turnazione, concordata con l’azienda o prevista dagli accordi o dai contratti collettivi.

Si allarga la platea dei potenziali volontari Si allarga la base di possibili volontari per le associazioni di secondo livello grazie alla modifica all’articolo 32. Come si specifica nel codice, infatti, una Organizzazione di volontariato (Odv) può essere composta da almeno 7 persone fisiche o da altre Odv (almeno 3) ma finora ai volontari associati a quest’ultime non era possibile prestare attività all’organizzazione “madre”. Con la modifica “avvalendosi prevalentemente dell’attività di volontariato dei propri associati o delle persone aderenti agli enti associati” questo vincolo viene sciolto e si allarga la platea di potenziali volontari. Un anno per reintegrare la base associativa Nei casi di modifiche alla base associativa delle OdV, inoltre, si allungano i tempi per adeguarsi alla normativa. Con un comma aggiuntivo al numero 1 del già citato articolo sulle organizzazioni di volontariato, si da tempo un anno alla OdV che vede ridotto il numero di associati oltre quello richiesto dalla legge per reintegrarlo, senza essere cancellata dal registro unico nazionale. La proroga vale anche per le associazioni di promozione sociale, così come indicato nelle modifiche all’articolo 11. Nell’eventualità, può anche richiedere di essere inserita in una sezione diversa dello stesso registro. Con la modifica all’articolo 34, inoltre, si allarga ad altri enti di terzo settore o senza scopo di lucro anche la possibile base associativa delle organizzazioni di volontariato. Reintegro dell’esenzione dell’imposta di registro per le OdV Una buona notizia per il mondo del volontariato: grazie alle modifiche all’articolo 82, le odv saranno esentate dal pagamento dell’imposta di registro per gli atti costitutivi e per quelli connessi allo svolgimento delle attività, così come era già previsto dalla 266 del 1991. Sul fronte esenzioni, novità anche per gli enti filantropici con le modifiche all’articolo 28. “Per assicurare uniformità con la disciplina previgente, inoltre, – scrive Gabriele Sepio in un articolo di oggi su Il Sole 24 Ore – alle odv che sceglieranno di entrare nel terzo settore come enti filantropici viene estesa l’esenzione Ires per i redditi derivanti dagli immobili destinati allo svolgimento di attività non commerciale (attualmente prevista per le sole odv e associazioni di promozione sociale). In questo modo l’agevolazione verrà conservata anche per quelle organizzazioni di volontariato che, al fine di dare risalto alla propria natura erogativa, sceglieranno di trasformarsi in enti filantropici, iscrivendosi nella relativa sezione del Registro unico”. Adeguamento degli statuti, arriva la proroga di 6 mesi Onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale avranno tempo fino ad agosto 2019 (e non fino a febbraio) per adeguare i propri statuti alla richieste del codice (tra cui l’aggiunta della denominazione “ente del Terzo settore o l’acronimo ETS”, la modifica del numero dei soci e la definizione delle aree di intervento). La modifica al comma 2 dell’articolo 101 prevede, inoltre, l’eliminazione della parola “impresa sociale” (ormai subordinata a una specifica legislazione con il decreto 112/2017). La proroga era una delle principali richieste avanzate dal Forum del terzo settore in una lettera aperta inviata al Governo e ai presidenti delle due commissioni parlamentari interessate. Più spazio alla collaborazione Stato-regioni per la gestione dei fondi Il decreto prevede che l’atto annuale di indirizzo del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali per il Fondo di finanzia-


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NOTIZIE dal CSV mento di progetti e attività di interesse generale (art. 72) sia preceduto dall’acquisizione dell’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, in quanto l’intervento riguarda ambiti di carattere concorrente. In più, gli enti non profit riceveranno il contributo statale per l’acquisto di ambulanze, autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali (art. 76), anche nel caso di donazione di tali beni alle strutture sanitarie pubbliche da parte delle organizzazioni di volontariato, così come era previsto nella legge 342/2000. Ripartizione degli Otc Per quanto riguarda il mondo dei CSV, infine, si aggiunge un nuovo ambito territoriale per gli Otc (Organismi territoriali di controllo dei CSV, art. 65) dedicato esclusivamente al Veneto (nel testo iniziale era insieme al Friuli Venezia Giulia), in considerazione dell’elevato numero di enti di terzo settore presenti. Nella rappresentanza degli ambiti bi-regionali (Piemonte e Val d’Aosta, Trento e Bolzano, Marche e Umbria, Lazio e Abruzzo, Puglia e Basilicata e Campania e Molise), inoltre, i rappresentanti del volontariato dovranno essere espressione uno di ogni territorio regionale o provinciale. Altre modifiche Nel decreto sono infine presenti chiarimenti per la gestione delle attività di interesse generale esercitabile dagli enti di terzo settore, tra cui l’inserimento della tutela degli animali, la definizione delle scritture contabili e del bilancio che riguardano le “attività diverse” da quelle generali, sul ruolo degli organi di controllo interno nella gestione dell’accesso al registro nazionale del terzo settore, chiarimenti sulla rendiconto per cassa, titoli di solidarietà, legislazione sul Dopo di Noi. Il decreto contiene, inoltre, una serie di indicazioni per garantire la trasparenza amministrativa sia per gli enti pubblici che per gli enti di terzo settore. FONTE: di Lara Esposito, www.csvnet.it.

PRIVACY: LE NOVITÀ DAL 19 SETTEMBRE DOPO IL DECRETO LEGISLATIVO 101/2018 L’entrata in vigore del decreto legislativo di adeguamento n. 101/2018 al Codice in materia di protezione dei dati personali, avvenuto il 19 settembre 2018 ha dato vita ad un quadro normativo di non facile interpretazione in quanto a fronte di un considerevole numero di articoli che sono stati abrogati, altri sono stati invece modificati – alcuni in maniera significativa mentre altri solo in maniera residuale – altri ancora che sono stati aggiunti ex novo. Il quadro che ne emerge pone, pertanto, problemi di coordinamento all’interprete, allo studioso e a chi è chiamato ad applicarlo. Le maggiori novità introdotte dal d. lgs. n. 101/2018 sono le seguenti: 1. Le definizioni principali restano invariate ma il legislatore ha introdotte alcune aggiunte, quali quelle riguardanti il dato genetico e il dato biometrico, che nel Codice erano ricomprese nel novero dei dati relativi alla salute. 2. Il diritto comunitario vede ampliato il proprio perimetro di applicazione arrivando a comprendere anche i trattamenti di dati personali non svolti nella Unione Europea ma, comunque, relativi all’offerta di beni o servizi a cittadini comunitari o tali da consentire il monitoraggio dei comportamenti dei cittadini della Ue. 3. Viene introdotto il diritto degli interessati alla portabilità del dato, da impiegare nell’ipotesi in cui si volesse trasferire i propri dati dal un social network ad un altro. Viene, altresì, introdotto il diritto all’oblio, che consente all’interessato di decidere quali informazioni possano continuare a circolare

dopo un determinato periodo di tempo. Suddetto diritto non ha valenza di diritto assoluto ma va contemperato con il rispetto degli obblighi di legge, la garanzia di esercizio della libertà di espressione e dei dati necessari alla ricerca storica. 4. Viene meno l’obbligo in capo ai titolari di notificare i trattamenti di dati personali che è sostituito da quello di nominare il Responsabile della protezione dei dati (data protection officer) per tutti i soggetti pubblici e per i privati il cui trattamento dei dati rientri nelle fattispecie di legge. 5. È inserito il requisito della valutazione di impatto (ciò significa che già nel momento in cui il Titolare valuta la possibilità di effettuare un trattamento, il medesimo dovrà contestualmente predisporre una valutazione d’impatto anche in ambito privacy (Privacy Impact Assessment- Pia) oltre al principio di privacy by design, che richiede la previsione di misure a protezione dei dati già al momento della progettazione di un prodotto o di un software. 6. È reso obbligatorio ai titolari di notificare all’Autorità competente (in Italia al Garante per la protezione dei dati personali) le violazioni dei dati personali (data breach). 7. Ulteriore elemento di novità è rappresentato dall’attribuzione al Garante di poteri anche sanzionatori e al rafforzamento della sua indipendenza, il cui parere sarà indispensabile qualora si intendano adottare strumenti normativi, comprese le leggi, che impattino sulla protezione dei dati. FONTE: di Modesti dottor Giovanni, www.fiscoetasse. com/approfondimenti/13205-privacy-le-novit-dal-19-settembre-dopo-il-dlgsv-101-2018.html.

NUOVO CODICE PROTEZIONE CIVILE In un recente convegno a Somano, organizzato da Uncem, si è tornato a parlare del nuovo Codice di protezione civile pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.17 del 22 gennaio 2018, entrato in vigore il 6 febbraio 2018. Riportiamo, riguardo alla norma, un articolo tratto da www.csvlombardia.it/lombardia/ post/pubblicato-il-codice-della-protezione-civile. Il codice riordina il sistema nazionale di protezione civile L’obiettivo del decreto è il rafforzamento complessivo dell’azione del servizio nazionale di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo per quanto riguarda le norme in materia di volontariato di protezione civile, che recepiscono le recenti norme introdotte per il Terzo Settore, e per il riferimento alla partecipazione del volontariato nella pianificazione di protezione civile. Il codice regolamenta le attività di volontariato organizzato. Da notare, infine, il riferimento legislativo agli animali, agli articoli 1 e 2. Si legge, infatti, nel testo che la finalità del servizio nazionale di protezione civile è quella di “tutelare la vita, l’integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo”, e le attività di protezione civile vengono definite come “l’insieme delle misure e degli interventi diretti ad assicurare il soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite dagli eventi calamitosi e agli animali”. FONTE: www.csvlombardia.it/lombardia/post/pubblicato-ilcodice-della-protezione-civile.

NOTIZIE DAL CSV LA CONSULTA RESPINGE I RICORSI. “GIÙ LE MANI DAL VOLONTARIATO!” Matera, 12 ottobre 2018 - La notizia è arrivata in diretta, accolta da un applauso, alla Conferenza annuale di CSVnet:


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NOTIZIE dal CSV la Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi presentati dalle regioni Veneto e Lombardia sull’incostituzionalità di alcuni articoli del Codice del terzo settore che riguardano proprio i Centri di servizio per il volontariato. Dopo il completamento della fase di riordino del sistema dei CSV, stabilito lo scorso 10 ottobre dalle Onc, l’attesa sentenza è un’altra importante novità in discussione per gli oltre 300 delegati riuniti in questi giorni a Matera. Al centro dei ricorsi, la natura troppo “centralistica” della normativa che investe, a detta dei ricorrenti, l’Organismo nazionale di controllo (ONC), il numero di Csv accreditabili, la gestione del contributo previsto dalle Fondazioni di origine bancarie (Fob) e destinato al Fun, il fondo unico nazionale e la definizione dei criteri per il Fondo per il finanzamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo settore. Tutte indicazioni presenti nei due ricorsi “gemelli” di Veneto e Lombardia che la Corte costituzionale ha ritenuto infondate. Tante le reazioni a caldo alla notizia dal tavolo della sessione plenaria dal titolo quanto mai attuale “I Csv alla prova della riforma”. A comunicare la sentenza alla platea lo stesso presidente di CSVnet Stefano Tabò, che ha “ringraziato la Lombardia e il Veneto che con la loro richiesta hanno permesso di fare chiarezza, riconsegnandoci un quadro normativo stabile”. Dallo scorso 9 ottobre 2017 – data di presentazione dei ricorsi – ad oggi ci sono state diverse novità normative per il mondo dei Csv, con la conferma sul ruolo di CSVnet che con il correttivo approvato lo scorso 3 agosto è entrato nel Consiglio nazionale del terzo settore. “Giù le mani dal volontariato”. È questo il messaggio contenuto nella sentenza secondo il commento a caldo di Alessandro Lombardi, direttore Terzo settore del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, uno dei relatori della tavola rotonda a Matera. Per quanto riguarda il tema della vigilanza, quello che ha richiesto Lombardi è ancora una volta di realizzarla attraverso un confronto continuo così come si sta facendo grazie all’Onc. E proprio il segretario Massimo Giusti ha sottolineato la «soddisfazione per questa decisione della Corte Costituzionale anche alla luce del fatto che in questo anno di attesa come Onc abbiamo continuato a lavorare nonostante i ricorsi». Secondo Claudia Fiaschi, presidente del Forum nazionale del Terzo settore, la notizia arriva a conferma di una strada già segnata. «In linea con l’intervento del vicepremier Luigi Di Maio alla scorsa assemblea del Forum, siamo felici di notare come le questioni che riguardano il nostro mondo rimangano fuori dal dibattito politico. Le modifiche al sistema del terzo settore, saranno fatte insieme al terzo settore stesso». FONTE: di Clara Capponi, www.csvnet.it.

IOSIAMO: PRIMO SPETTACOLO DEDICATO AL VOLONTARIATO #IOSIAMO, primo spettacolo di teatro dedicato al volontariato e alle storie dei volontari, ha debuttato ufficialmente alla Conferenza nazionale CSV a Matera. Il nuovo lavoro di Tiziana Di Masi è andato in scena per la “prima”, dopo alcune importanti anteprime di sperimentazione nei mesi scorsi (tra queste, lo straordinario prologo dell’1 ottobre 2017 nella basilica di San Petronio a Bologna per la visita pastorale di Papa Francesco). #IOSIAMO è il risultato di un viaggio in quest’Italia. Raccogliendo da nord a sud le testimonianze dei volontari impegnati su vari fronti, dalla lotta alla povertà alla tutela dei più deboli e della diversità, fino alla difesa dell’ambiente, Tizia-

na Di Masi racconta “l’unica svolta possibile per creare un vero valore, superando la logica dell’autoaffermazione”. Sono gesti essenziali per la società, ma anche per coloro che li compiono. «Perché – sostiene Di Masi – soltanto attraverso il passaggio dall’io al noi si può comprendere il vero senso della vita e superare l’infelicità per tentare di arrivare a una realizzazione personale attraverso il bene». #IOSIAMO si conclude con una storia dedicata al volontariato della città dove viene rappresentato. Una storia “a km zero” che è il valore aggiunto dello spettacolo, per coinvolgere il territorio e motivare gli spettatori a impegnarsi aderendo a realtà che operano nel loro stesso quartiere o paese e delle quali, probabilmente, non erano a conoscenza. Perché uno degli obiettivi di #IOSIAMO è diffondere attivamente la cultura del volontariato attraverso il teatro. #IOSIAMO è uno spettacolo co-prodotto da Teatro Nuovo – Teatro Stabile di Verona, in collaborazione con la vicentina associazione culturale Cikale operose, con il patrocinio nazionale della stessa CSVnet, associazione centri di servizio per il volontariato, di Anci e di Avviso Pubblico (Enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie). I media partner sono Redattore Sociale, Vita, Volontariato Oggi. Diretta da Paolo Valerio (direttore artistico del Teatro Nuovo) e Mirko Segalina, con le scene e i video ideati da Antonio Panzuto. FONTE: di Clara Capponi www.csvnet.it

FORMAZIONE CSV 2018: identità e ruolo del Volontario Sabato 10 novembre a Cuneo si terrà il corso “Identità e ruolo del Volontario per gli Enti del Terzo settore” organizzato dal Centro Servizi per il Volontariato Società Solidale di Cuneo. Il volontariato si basa sull’impegno del singolo nell’integrazione con l’Organizzazione di Volontariato: gli altri volontari, i principi ed i valori. Il percorso formativo si propone di individuare il profilo di identità specifico del volontario e le peculiarità del ruolo del volontario ovvero aspettative, motivazioni e risorse. I temi sviluppati sono: – come definire una funzionale identità per la propria organizzazione – le principali tipologie di ruolo del volontario – le leve motivazionali per il volontario Il formatore Dott. Roberto Ceschina è docente e ricercatore nell’ambito della Formazione Comportamentale e Relazionale e collabora da anni con Organizzazioni di Volontariato, enti ed istituzioni. Il corso si svolge sabato 10 novembre presso la sede del CSV Società Solidale di Cuneo in piazzale Croce Rossa Italiana 1, con orario indicativo 9-13. Per partecipare al corso, gratuito, ma riservato agli Enti del Terzo settore accreditati al CSV, è sufficiente compilare e consegnare la scheda di adesione, disponibile sul sito www.csvsocsolidale.it o presso gli Sportelli del CSV. Per informazioni specifiche: Referente Formazione c/o CSV Società Solidale – Clara Napoli tel. 0171-60.56.60, formazione@csvsocsolidale.it.


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STORIE…

il vissuto di persone che operano nella solidarietà

Anche su questo numero di Società Solidale raccontiamo una storia di rinascita, di risalita, di speranza. Portiamo alla luce il vissuto di persone che operano nella solidarietà. Non soltanto una testimonianza di volontariato, ma la narrazione di un protagonista della vita quotidiana che ha superato una barriera o vissuto in modo speciale una sfida. Abbiamo raccontato di Giannina della sua infanzia complicata e del suo essere oggi volontaria in due Organizzazioni di Volontariato, una impegnata nella donazione organi e l’altra nella clown terapia. Come lei stessa ci ha detto: «Non bisogna cercare tanto lontano, perché il tesoro è accanto a noi!».

GRATA… «A quanti hanno seminato nel mio cuore milioni di granelli d’amore trasformando il nero cielo tempestoso in una quiete iridata»

Giannina racconta la tua storia È successo tanti anni fa. Era estate, una giornata afosa, con le cicale che facevano un casino maledetto, incuranti delle urla sempre più fievoli di mia madre che stava partorendo tra dolori lancinanti e copiose emorragie. lo nacqui, ma le rubai la vita. Un prete che passava di lì, pensò bene di battezzarmi in fretta e furia, caso mai avessi seguito la stessa sorte di mia madre che giaceva esamine su un anonimo letto ospedaliero e non più in grado di poter dire quale nome volesse darmi. Tra le preghiere di vita e di morte recitate dal prete pellegrino venne così deciso il mio nome: Maria. I giorni che seguirono li passai in ospedale assistita dalla nonna materna che pregava la Madonna affinché facesse il miracolo di mantenermi

in vita. E, forse perché mi chiamavo come lei, miracolo fu. Papà era vecchio, trent’anni in più di mamma e, dopo nove mesi dalla mia nascita, pensò bene di raggiungerla nel regno dei morti senza lasciare alcun ricordo nel mio cuore. Incominciai la mia infanzia affidata ai genitori di mia madre, giocando fra gatti, cani, galline in un piccolo cortile rustico a ridosso dell’argine del fiume Po, così alto da sembrare un secondo cielo color verde smeraldo. Amavo arrampicarmi fin sulla cima della rampa per poi lasciarmi andare, rotolando rovinosamente e pericolo-

Giannina con il papà.

samente fino in riva al fiume, tra le urla disperate di nonna Maria che viveva nell’eterna paura di vedermi cadere in quell’acqua profonda mista a quella salata dei mare poco distante. Rivivo ancora il bellissimo ricordo dei nonni/genitori: due esemplari stupendi che più amore non potevano dare,sempre pazienti e attenti, in eterna apprensione per la mia vivacità e voglia di vivere resa ancora più accentuata dalla tanta differenza d’anni tra me e loro. Nonna Maria aveva capelli di un bianco immacolato, folti e lunghissimi, raccolti sulla testa e trattenuti da una miriade di forcine trasparenti in continua lotta con la forza di gravità. Portava lenti bianche racchiuse in una montatura nera, proprio come si usa adesso, molto spesse perché era miope; questo con mia grande soddisfazione perché così riuscivo a farla franca nelle mie fruttuose scorribande in cucina. Era piccola di statura. tonda e tanto morbida che era un piacere tuffarsi fra le sue braccia sempre pronte ad accogliermi. Nonno Duilio era favoloso. Lo chiamavamo tutti Napoleone perché era la copia esatta del condottiero francese; aveva infatti lo stesso profilo e modo di tenere la mano nascosta nel liso panciotto. Era bello vedere la sua figura in controluce quando passeggiava al tramonto sull’argine del


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Po, in attesa che passasse il battello del “Giglio” pilotato da colui che aveva preso il suo posto dopo la pensione e che lo salutava azionando l’acuta sirena che, immancabilmente, provocava una nuvola migratoria di gabbiani che scappavano verso l’isolotto in mezzo al fiume. E proprio questo isolotto era il mio regno fatato. Quanti sogni e paure! Fin quando un giorno, assieme con i miei compagni di avventure ed accompagnati dallo zio Rino, su di una barca a remi, salpammo verso di esso ed esplorammo ogni suo angolo spaventando uno stormo di anitre, lì rifugiatesi al riparo dei cacciatori. Da quel giorno questo lembo di terra perse tutto il suo mistero: orchi, streghe, folletti e fate improvvisamente svanirono e quelle fievoli luci che ogni tanto pulsavano in mezzo all’oscurità della notte persero ogni magia: capii che erano quelle dei pescatori alla ricerca di anguille ed alborelle. Ma, ohimè, arrivò l’età scolare. Non più scorribande selvagge sulle biciclette rubate ai “grandi” fermi nei bar del centro del paese o corse pazze nei verdi prati che sembravano mari d’erba agitati dal vento con un rassicurante sussurro! I nonni, ormai vecchi e stanchi non riuscivano più a trattenere la mia frenetica voglia di vivere,, incalzante e sempre in prima fila che schiacciava la scarsa voglia allo studio. Probabilmente feci provare tenerezza e pena alla mia maestra che con grande fatica cercava di fare entrare nella mia testolina i fondamentali principi per una essenziale istruzione.

Giannina con la mamma che la accolse in affidamento.

Mi portava a casa sua nei pomeriggi nebbiosi, aiutandomi a fare i compiti a suon dì merendine e coccole. Fu così che, giorno dopo giorno, divenni “ospite” fissa, fino a quando non trovai nella maestrina e relativo consorte due potenziali genitori che si erano infatuati di me colmando la loro fame di figli che tanto desideravano, ma non potevano avere! Ci furono poche e frenetiche pratiche legali e passai così in affidamento a questa giovane coppia benestante e tanto coraggiosa. Ricevetti molto amore. Tutte le settimane andavo dai nonni per fare il pieno dì carezze, e, soprattutto, scoprii un mondo nuovo carico di balocchi e bei vestitini con gonne inamidate e gonfie che stavano staccate dalle mie magre cosce abituate ad essere avvolte da indumenti di fattura maschile. E poi che cosa successe? Dopo due anni di serena convivenza, in un brutto giorno di pioggia e vento, rientrando con la mamma dalla scuola per l’ora di pranzo toccò proprio a me fare una brutta scoperta: trovai mio padre riverso sul pavimento stroncato da un infarto. Seguirono terribili giorni funesti, fui sballottata da un parente all’altro, dal Nord al Sud dell’Italia, fin quando avvenne un’altra disgrazia: mia madre, sconsolata per la morte del marito, si tolse la vita ingerendo una grossa quantità di tranquillanti abbandonandomi ad un altro destino. Depositata come un pacco su un lungo treno, dal Sud ritornai al Nord incontrandomi a Bologna con nonno Napoleone sempre più vecchio e stanco, che mi attendeva alla stazione portando in braccio un piccolo cagnolino bianco che riuscì a schiarire tutto il nero che mi circondava. Rassegnati i nonni mi ripresero in consegna, cercando faticosamente di rattoppare le mie sbilenche vicessitudini ricoprendomi d’affetto. Ma un brutto giorno di gelida bora, nonno Duilio si spense, con gli occhi rivolti al suo fiume come pregarlo di proteggere la sua nipotina nuovamente in balia di un incerto destino. Che fare? Nonna Maria non aveva più lacrime da versare, i miei baci ricoprivano i suoi occhi sempre più spenti nel vano tentativo di consolarla. Con grande dolore si decise un ennesimo sconvolgimento alla mia esistenza: il collegio! Ma non

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un collegio vicino, bensì lontano quasi 500 chilometri! Mi trovai sola in un contesto sconosciuto, freddo e pieno di falso amore. Per autodifesa tirai fuori i lati più cinici componenti lo spirito selvaggio della mia infanzia rendendo la vita difficile a chi mi circondava. Rubavo porzioni di cibo dalle dispense chiuse a chiave che si trovavano in lindi e scarni salottini di rappresentanza, usati per gli incontri sporadici delle mie compagne d’avventura con i pochi parenti che venivano in visita. Per castigo alla mattina presto, prima di andare alla Messa, quando ancora la luna e il sole bisticciavano per guadagnarsi il posto nel cielo, dovevo avere già scopato tutto il cortile dove troneggiava una giostra girevole in legno e alla quale non potevo mai giocare perché era delle “ospiti”. O ancora, durante l’ora di pranzo dovevo lavare le scale che collegavano lo studio con il dormitorio delle “educande”. Insomma, i momenti che attraversai non erano certo dei più belli! Presenziavo, con le mie compagne di sventura, a tutti i funerali che si tenevano in Duomo: eravamo tutte “ben messe” nella divisa collegiale blu dal colletto immacolato, incolonnate dietro ad uno sconosciuto feretro circondate da sconosciute persone piangenti. Quanti rosari recitati meccanicamente e senza alcun trasporto. Sentivo sempre più la mancanza dell’”abbraccio rifugio” di nonno Duilio; infinite erano le volte lo chiamavo nei miei muti pianti notturni! Ma un giorno, come è vero che “Lassù Qualcuno ti ama,” apparve Zio Jo, sotto le sembianze di un caldo raggio di sole che riuscì a penetrare nel mio gelido mondo sconvolgendo l’ormai triste menage del mio essere. Ritrovai due forti braccia e un possente petto profumato alle “gocce di pino” dove rifugiarmi ogni qualvolta un castigo mi costringeva alla penitenza. Ritrovai un sorriso, una voce rassicurante e carezzevoli mani giganti sempre pronte a sorreggermi nei momenti esistenziali più critici. Ritrovai domeniche trascorse in serenità circondata da gente e cose amorevoli che ormai avevo dimenticato. Quante volte, trovando la porta d’ingresso del collegio incustodita, sgattaiolavo furtiva per nascondermi nel retrobottega della libreria di Zio Jo dalla quale, non visto, lui rassicurava per telefono le suore dicendo loro


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che avrebbe riportato la fuggitiva per l’ora di chiusura. In quinta elementare divenni pure famosa partecipando e vincendo ad un concorso indetto da una banca locale che consisteva nello scrivere in un componimento ciò che più si desiderava per l’anno nuovo. Conobbi la notorietà, la pietà e la curiosità della gente. Mi sentivo quasi un fenomeno da baraccone. Tanto è vero che fui dalle suore “venduta” ad una coppia di anziani a cui necessitava una piccola sguattera. Ma su di me vigilava Zio Jo; denunciò il fattaccio, ci fu un andirivieni di assistenti sociali, poliziotti, giornalisti, ma lui riuscì sempre ad ammorbidire il tutto, fino a quando il tribunale minorile sentenziò il mio affidamento alle persone che più amavo: Zio Jo e mamma Ines. A undici anni trovai così una nuova famiglia e il mondo attorno a me rubò i colori all’arcobaleno trasformando il nero cielo tempestoso in

una quiete iridata dalla fragranza di mille fiori. Anche questa coppia non poteva avere bambini e trasferì l’intera e immensa felicità tutta su di me. Il mio difficile carattere, forgiato dalle esperienze passate, non facilitò certo ai novelli genitori il loro compito: essenziali furono l’amore, la pazienza, la stima e la fiducia che, giorno dopo giorno, riuscirono a cancellare tutte le brutture insite nel mio animo. Da allora non ci fu più storia “diversa”. Divenni “figlia” a tutti gli effetti, entrando prepotentemente e definitivamente nel meraviglioso “mondo di famiglia”. Qual è il messaggio che senti di poter donare? Sono passati tanti anni, ora sono adulta, mi sono felicemente sposata, ho una figlia stupenda e, credetemi, non esiste cosa più preziosa nella vita! Non bisogna cercare tanto lontano, perché il tesoro è accanto a noi! Ho scritto queste memorie per gratitudine verso tutti coloro che hanno seminato nel mio cuore milioni di granelli d’amore, ma così tanti, che ancora adesso mi consentono di vedere la vita positivamente e mi permettono di credere nel prossimo con la stessa fiducia di un bimbo che si apre alla vita. Come ti sei avvicinata al volontariato? Fin da giovane da mio padre (zio Jo) sono stata dedita al volontariato, infatti insieme a lui ho praticato il volontariato presso l’associazione

San Vincenzo di Alba. Tutt’ora sono anche una donatrice di organi e collaboro con l’associazione Aidc (donatori della cornea) di Alba. Mentre lavoravo ho conosciuto il presidente dell’associazione Arcobaleno Vip Alba-Bra ed ogni volta che ci incontravamo mi raccontava di giovani e meno giovani volontari clown che effettuavano regolari servizi di clown terapia presso le strutture ospedaliere di Alba e Bra nei reparti di pediatria, ortopedia, cardiologia, dialisi, medicina e ancora di progetti a sfondo sociale dedicati a scuole, case di riposo e/o qualsiasi luogo dove poter portare il sorriso, l’allegria e tutta la positività necessaria per trasformare il dolore e la tristezza in momenti positivi e spensierati. Questa positività mi ha “stregata” e come sono andata in pensione, nel 2007, non ci ho pensato un minuto di più, mi sono iscritta al corso di clown terapia che mi ha permesso di entrare e far parte di questa meravigliosa e colorata famiglia. È una cosa meravigliosa: si dà tanto, ma si riceve molto di più. Giorgia Barile


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Here we are – Siamo qui Evento organizzato dal CSV dedicato alle associazioni multiculturali della provincia “Here we are – Siamo qui” è l’evento culturale organizzato dal Centro Servizi per il Volontariato Società Solidale in collaborazione con Spazio Mediazione Intercultura e Colibrì-Altromercato. Si è svolto domenica 22 luglio in piazza Virginio a Cuneo, dalle 18. L’evento era dedicato alle associazioni multiculturali della provincia con lo scopo di promuovere l’aggregazione di persone migranti e presentare i servizi del territorio dedicati agli stranieri. Il pomeriggio ha visto l’esibizione di vari gruppi artistici e i partecipanti hanno avuto l’occasione di conoscere da vicino i progetti sul territorio che riguardano l’accoglienza. Alle 21 l’evento si è concluso con lo spettacolo “Passaggi di Confine” a cura di Elisa Dani (voce), Franco Olivero (musica dal vivo) e Giorgio Olivero (immagini).

La manifestazione si inserisce nell’ambito di un Protocollo di collaborazione tra la Regione Piemonte ed i CSV piemontesi con la finalità di

approfondire la conoscenza del livello di partecipazione attiva alla vita sociale e civile degli stranieri sul territorio di competenza dei


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buone pratiche nell’ambito del volontariato di persone migranti sul territorio e la promozione dell’associazionismo attraverso percorsi di accompagnamento e formazione volti a fornire le informazioni e gli strumenti necessari per dare vita a un’associazione di volontariato. Debora Sattamino

CSV e dall’altro lato attivare processi di inclusione attraverso lo svolgimento di attività di volontariato che consentano allo straniero di acquisire e svolgere un ruolo attivo e partecipe.

A tal fine il CSV Società Solidale ha predisposto un progetto dettagliato, condiviso con la Regione Piemonte, per mettere in atto alcuni azioni in provincia di Cuneo. Tra queste la realizzazione di un’indagine sulle


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UN SOGNO DIVENTATO REALTÀ: AMICO SPORT CUNEO INAUGURA LA PALESTRA INCLUSIVA “PAOLO MOSCONI Il sogno dell’associazione Amico Sport è diventato realtà. Domenica 28 ottobre si inaugura la palestra inclusiva Paolo Mosconi in frazione San Rocco Castagnaretta di Cuneo. Amico Sport fa parte del Movimento Special Olympics, e dal 1994 opera per dare la possibilità a tutti i disabili intellettivi di fare sport ed ottenere grandi risultati. Oggi conta 120 atleti, 20 atleti partner, 40 tecnici e volontari e 14 discipline sportive. «L’inaugurazione della palestra è l’inizio di una grande avventura, un nuovo capitolo per la nostra associazione – racconta la presidente Cristina Bernardi –. Il nostro obiettivo è lo sport inclusivo: non solo per persone con disabilità intellettiva ma sport aggregante tra persone con disabilità e normodotate. Stiamo creando squadre unificate di basket, calcetto e tennis e puntiamo a partire anche con la pallavolo». Un progetto che ha visto il contributo di UniCredit, Fondazione Crc, Fondazione Matteo Costamagna e soprattutto la donazione privata della famiglia Mosconi di Torino. «Da non dimenticare il contributo di privati anche grazie alla campagna ‘Un mattone per amico», dichiara la presidente. «La nuova palestra sarà per tutti – racconta ancora Cristina Bernardi –. Qualche ora la occupiamo per i nostri

allenamenti, ma ci sono ancora tanti spazi a disposizione per associazioni, gruppi, istruttori sportivi». La stagione sportiva 2018/19 inizierà quindi nella nuova palestra inclusiva dotata di spogliatoi e bagni, ma rimane da finire la zona per sale polivalenti e uffici. «E in progetto c’è un altro pezzetto di sogno... – conclude la presidente Cristina Bernardi –. L’appartamento per la vita indipendente dei nostri atleti». Per aiutare Amico Sport serve il contributo di tutti. Continua la campagna “Un mattone per amico”. I mattoncini simbolo della costruzione della nostra “palestra inclusiva” si possono trovare in alcuni negozi ed esercizi di Cuneo e vicinanze con offerta minima di 5 euro. Inoltre è possibile effettuare un bonifico al seguente Iban: IT 75 E 02008 10290 00010 4898 777 Unicredit Cuneo - Causale “Un Mattone Per Amico” - Intestato a Asd Amico Sport. L’inaugurazione si svolge domenica 28 ottobre alle 16 nella palestra inclusiva Paolo Mosconi, in corso Francia 213 – frazione San Rocco Castagnaretta, Cuneo. Per informazioni: www.amicosport.org, amicosport@amicosport.org Cristina Mazzariello Tratto da TargatoCn del 10 ottobre 2018

ENDOMETRIOSI: IMPIARIAMO A ATTIVARE LE NOSTRE RISORSE POSITIVE L’Associazione Ades (Donne endometriosi salute) di Savigliano ha organizzato un nuovo incontro dedicato alla consulenza specialistica per le donne affette da Endometriosi: si lavora sulle risorse da mettere in gioco nell’affrontare al meglio questa patologia cronica. Il 13 ottobre si è svolto l’incontro “Endometriosi, impariamo ad attivare le nostre risorse positive” tenuto dalla psicoterapeuta Petra Senesi. Lo scopo di questa iniziativa, svoltasi presso l’Istituto Sacra Famiglia in via San Pietro 9 a Savigliano, era scoprire una metodologia per lavo-


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Appuntamenti rare su di sé in maniera costruttiva e efficace. L’ingresso era gratuito per tutti. L’Associazione Ades è nata a Savigliano con la volontà di diffondere la conoscenza dell’endometriosi, informare e sensibilizzare sulle problematiche relative alla patologia, di fornire supporto e sostegno alle donne affette da endometriosi e alle loro famiglie, alle persone in cerca di informazioni sul tema e di promuovere e stimolare la ricerca medica e scientifica sulla malattia stessa. Per ulteriori informazioni si può contattare l’Associazione Ades tramite email all’indirizzo info@associazioneades.it o telefonando al 342-04.818.55. Il sito è ww.associazioneades.it.

GRAN CASINÒ: TEATRO SOLIDALE A CERVERE IL 13 SETTEMBRE L’associazione Solidali per Cervere ha organizzato giovedì 13 settembre una “Serata solidale” in piazza 4 Novembre. In programma lo spettacolo teatrale proposto in collaborazione con la Compagnia Itineraria Teatro dal titolo “Gran Casinò – storie di chi gioca sulle pelle degli altri”. La rappresentazione aveva lo scopo di diffondere il messaggio “no al gioco d’azzardo”, legale o illegale che sia. Gran Casinò racconta le storie di chi gioca sulla pelle degli altri e le sofferenze di quanti si perdono nel tunnel della dipendenza. Un’occasione per comprendere cosa si celi dietro un business miliardario che stritola le sue vittime tra usura e criminalità. Una serata a teatro per sorridere amaro e imparare a stare alla larga dall’azzardo che va ricordato, non è un gioco. L’Associazione “Solidali per Cervere” è impegnata a livello socio-assistenziale: collabora con la Residenza Anziani di Cervere, e presta un servizio gratuito di trasporto con pulmino a persone disabili o bisognose. Inoltre l’associazione organizza, realizza e promuove attività per sensibilizzare su tematiche di rilevanza sociale e favorire l’integrazione della comunità. Per informazioni 339-24.48.281

TAVOLA ROTONDA ORGANIZZATA DALL’AVSA “I NOSTRI VECCHI” Di recente nella Sala Mostre della Provincia si è svolta la tavola rotonda “I nostri vecchi”, organizzata dall’Avsa – “Si può”. È stato un incontro fra culture e religioni diverse, con lo scopo di evidenziare il comune problema del rispetto e dell’attenzione alla persona anziana, soprattutto quando è sola e/o non autosufficiente. Rispetto

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ed attenzione saranno trattati a partire da punti di vista molto differenti tra loro. Questo tipo di confronto si rende necessario perché ai nostri vecchi provvedono assistenti di varia nazionalità, che entrano nelle nostre case e nelle nostre vite. Per il bene della persona anziana, tra famiglia e badante deve nascere una collaborazione. Bisogna ammettere che la comunicazione tra culture diverse non è così facile come sembra, soprattutto quando è vissuta nell’emergenza dell’assistenza ad una persona che soffre. Capita che vadano deluse le aspettative dell’una e dell’altra parte: andare a discutere sui particolari, spaccando il capello in quattro, anziché unire rischia di creare divisioni. È necessario conoscere e capire i reciproci riferimenti religiosi, culturali e sociali, che determinano l’umanità ed il modo di agire di famiglie e badanti. Lo scopo è che la persona anziana possa ricevere, nel miglior modo possibile, le cure di cui ha veramente bisogno. Ecco perché sono stati coinvolti solo i rappresentanti delle culture di riferimento sia delle famiglie degli anziani, sia dei gruppi più consistenti di badanti. Hanno preso parte all’incontro: Brahim Baya del Centro di Cultura Islamica di Cuneo, Marco Peano psicologo e psicoterapeuta, don Claudiu Ionut Savin parroco della Comunità Ortodossa di Cuneo e don Carlo Vallati cappellano dell’Ospedale S. Croce e Carle di Cuneo. Commentano i responsabili dell’Avsa – “Si può”: «Non ci illudiamo di risolvere tutto in una tavola rotonda, ma ogni lungo cammino inizia con un primo passo». Associazione Avsa di Cuneo

AIDO CEVA SCENDE IN PIAZZA Il fine settimana del 29 e 30 settembre è stata celebrata la Giornata nazionale Aido e anche la sezione di Ceva è scesa in piazza per promuovere la cultura del “dono”. «Per ricevere cultura, informazione, chiarimenti – spiega Massimo Sasso presidente Aido Ceva – legati alla


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Appuntamenti donazione di organi, tessuti e cellule è avvenuta una bella ed interessante opportunità. In tutta la provincia di Cuneo, tutti i gruppi Aido sono scesi in piazza nelle principali città per farsi conoscere. Sono state offerte a fronte di una donazione un pensiero floreale, l’anthurium, simbolo della generosità di chi aderisce al “dono”. Così facendo si entrerà a far parte di una grande famiglia che ha a cuore la vita propria e degli altri. Noi eravamo presenti a Ceva sabato tutto il giorno e domenica mattina sotto in portici di via Marenco ed a Garessio domenica mattina presso la gelateria “Curini”». Aido Ceva

IL CENTRO GLI AQUILONI HA ORGANIZZATO CON SUCCESSO LA 2a EDIZIONE DI “CERCHI DI GESSO” Successo per la seconda edizione de “I Cerchi di gesso”, manifestazione organizzata dall’Associazione di volontariato “Centro Gli Aquiloni” finalizzata a divulgare, raccontare, divertire, far riflettere e raccogliere fondi per il sodalizio. Un Teatro “Marenco” tutto esaurito, già nei giorni antecedenti l’evento. Tra i tanti presenti seduti in sale e nei palchi, Lorenzo Alliani consigliere con delega alle Manifestazioni del Comune di Ceva (che ha collaborato in parte a sostenere l’evento), Luca Prato direttore artistico della Compagnia Teatro “Marenco”, Luciano Sciandra sindaco di Priola (uno dei fondatori dell’Associazione) e Anna Aschero dirigente dei Servizi socio assistenziali di Ceva. Tanti i musicisti che hanno accompagnato la se-

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rata, da “Sebastiano Contrario” a Rossana Cajro e i “Kicecè” passando per i “Castadiva” che hanno rappresentato le zone del cuneese facendo divertire e riflettere tutta la platea. Cecilia con Alan Brunetta dopo il suo set di canzoni inedite ha voluto approfittare dell’acustica del Teatro “Marenco” per chiedere di spegnere l’impianto e deliziare il pubblico con una versione molto personale di “750.000 anni fa l’amore” del Banco del Mutuo Soccorso totalmente in acustico. Infine Chiara Dello Iacovo che ha chiuso la manifestazione con le sue bellissime canzoni. Molto emozionante e significativo il momento finale della serata che ha visto organizzatori, musicisti e tanti ragazzi speciali sul palco a cantare tutti insieme “Hai un amico in me”, colonna sonora di Toy Story. Maria Paola Bettega e Francesca Berutti, rispettivamente presidente e vice presidente del “Centro gli Aquiloni” hanno spiegato: «Salire su questo palco è sempre una grande emozione. Ovviamente il nostro intento non è di diventare delle presentatrici, ma bensì quello di condividere, promuovere e mostrare attraverso i video tutto ciò che di bello in un anno è stato fatto, ringraziando chi lo ha permesso con donazioni, tempo e amore per i bambini speciali. Abbiamo scelto di farlo in questo modo unico, divertente ed emozionante per fare sentire a tutti l’importanza che ha per noi avere un’intera comunità al nostro fianco. Siamo davvero felici, anche della collaborazione instaurata con il Comune di Ceva, nostro partner per questo evento e del rapporto con Fondazione Crc che ha rinnovato la sua fiducia alla nostra Associazione. “I cerchi di gesso” è nato con l’intento e la volontà di


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Appuntamenti diventare un appuntamento annuale tra la musica e il cuore, dove si ride, si canta, ci si commuove e soprattutto si riflette su quanto piccoli gesti e piccole rinunce possano trasformarsi in grandi opportunità per i nostri ragazzi. Grazie a chi ci è stato accanto e continua a farlo quotidianamente con la sua generosità».

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Associazione Centro Gli Aquiloni di Garessio

SUCCESSO PER GLI INCONTRI ORGANIZZATI DAI VOLONTARI DELL’ANNUNZIATA DI BUSCA Gli incontri gratuiti organizzati dai Volontari dell’Annunziata di Busca sulla demenza hanno riscontrato un notevole successo, segno che l’argomento è molto attuale. Visto la grande richiesta i tre incontri iniziali sono stati raddoppiati. La relatrice Michela Re ha illustrato e fatto esempi pratici sulle sue esperienze con pazienti e famigliari con cui interagisce ogni giorno e i presenti hanno contribuito con le loro storie personali, rendendo ogni incontro molto vivo e partecipato.

L’ASSOCIAZIONE UN SOLE PER CHI È SOLO DI DOGLIANI HA ELETTO I NONNI DELL’ANNO Anche quest’anno l’associazione Un sole per chi è solo ha festeggiato i suoi nonni, dedicando loro la giornata di domenica 7 ottobre. Un appuntamento che da sempre conta una numerosa partecipazione e che, anche quest’anno, nonostante si sia dovuto concentrare tutto in un’unica giornata, ha visto la partecipazione di un’ottantina di nonni. La giornata è cominciata con la messa officiata dal nuovo parroco Don Meo Bessone, che ha lodato l’attività dell’associazione. Culmine della giornata sono stati l’elezione dei nonni dell’anno, eletti durante il pranzo presso La dolce vite di Dogliani e l’estrazione dei biglietti della lotteria, grazie ai numerosi premi forniti dagli esercenti doglianesi. Commossi hanno indossato la fascia Susi Drocco (Miss Nonna 2018) e Vittorio Sappa (Mister Nonno 2018). Un sole per chi è solo intende ringraziare tutti i commercianti e coloro che, nonostante la crisi, non hanno

esitato a donare, anche se le associazioni che chiedono sono sempre molte. Ci vediamo a ottobre 2019! Barbara Ferrero

LO SPORT COME LO VEDO, IO GIOCO A FARE IL GIORNALISTA CON L’AIDO CUNEO I numeri: cinque direzioni didattiche, 1200 studenti delle classi quarte, 13 “mini giornalisti” premiati con cinque lavori di “redazione”, 300 le presenze, all’evento finale, undicesima edizione. Son questi i dati più significativi del progetto “Lo sport come lo vedo io...gioco a fare il giornalista” ideato dall’Unione Nazionale Veterani dello Sport sezione di Bra con la partecipazione attiva dell’Aido Sezione provinciale di Cuneo e del Gruppo comunale “Nicoletta Gorna” Bra. Sostenuto dalla Fondazione Cr Bra che ha reso istituzionale il progetto, importante riconoscimento del Coni Nazionale, del Miur


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Appuntamenti e de La Stampa, realtà che vista la valenza sociale ne hanno voluto rendere evidente l’importanza per un edizione che giovedì 4 ottobre ha vissuto il momento clou. A Bra in auditorium Cr Bra un ricco parterre di autorità: il Sindaco Bruna Sibille accompagnato dagli Assessori Fabio Bailo, Massimo Borrelli, Gianni Fogliato e Luciano Messa a rappresentare la città di Bra, il Presidente la Fondazione Cr Bra Donatella Vigna, il Dirigente dell’Area Territoriale MIUR Cuneo Maria Teresa Furci, i Dirigenti Medici Raffaella Giacometti e Raffaele Potenza del Coordinamento Regionale delle Donazione e dei Prelievi di Organi e Tessuti del Piemonte Città della Salute e della Scienza di Torino, il Vice Presidente Vicario Unvs Gianfranco Vergnano ed il Delegato Regionale Unvs Piemonte e Valle d’Aosta Antonio Muscarà. A fare gli onori di casa il Vice Presidente Vicario Unvs Bra Massimo Somaglia che ha reso evidente l’importanza sociale del progetto che da anni si ripete nel tempo con continue migliorie grazie all’impegno del team dirigente veterano braidese a coordinare una realtà sì sportiva sotto il cappello Coni, ma in particolare riconosciuta dal Ministero del Lavoro quale Associazione di Promozione Sociale. Nel corso della emozionante mattinata presentato il nuovo lavoro che sarà consegnato alle realtà scolastiche che vedranno gli studenti impegnati sull’anno scolastico 2018/2019.

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TERZA EDIZIONE DELLA PASSEGGIATA DELLA VITA Sono stati quasi 3.500 i pettorali distribuiti per la terza edizione della “Passeggiata della vita” dello scorso 23 settembre. Un’edizione da record, accompagnata da un sole quasi estivo, che ha visto un’ondata di magliette blu riversarsi festosa per la Val Maira, tra Dronero e Roccabruna. Un vero successo, reso possibile grazie alla collaborazione di tantissime persone: gli sponsor,

che hanno creduto nella bontà dell’iniziativa; le associazioni che hanno vigilato sul percorso (Aib di Roccabruna; Carabinieri in congedo e Soccorso radio di Saluzzo; Protezione civile, Cri, Vigili del Fuoco e Polizia Municipale di Dronero); i tantissimi altri volontari che si sono dati disponibili; i locali che hanno aderito al menu dello sportivo e alla colazione solidale. La scolaresca più numerosa, “Afp Dronero”, ha regalato la targa ricordo alla “Scuola elementare L. Einaudi” di Cuneo, 2° classificata, mentre “I fantastici fiori” hanno donato la targa del gruppo più numeroso a “CasaAnna” di Savigliano. Anche quest’anno l’intero ricavato della manifestazione sarà diviso tra la sezione di Cuneo dell’“Ail” e “Il fiore della vita” di Savigliano, per sostenere i rispettivi progetti di assistenza a favore di chi è in particolare difficoltà: i pazienti del reparto di Ematologia di Cuneo e i piccoli ricoverati presso l’Oncoematologia pediatrica di Savigliano. Una frase attribuita ad Albert Einstein sostiene che “le cose sono unite da legami invisibili: non si può cogliere un fiore senza turbare una stella”. Con l’emozionate “giornata blu” di domenica, le stelle e i


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Appuntamenti fiori erano un tutt’uno. C’era la bellezza di chi ci ha lasciato troppo presto, perché con questo appuntamento si vogliono ricordare due giovani scomparsi troppo in fretta, Anna Brignone e Paolo Rubino. Ma c’era anche la forza di chi è rimasto qui a combattere il dolore con la spinta della generosità: Anna e Paolo rifioriscono ogni giorno nelle persone speciali che li hanno amati e che li fanno rivivere nel loro modo di essere con gli altri e per gli altri. «Grazie a tutti gli organizzatori e ai moltissimi volontari che la rendono possibile, a chi partecipa e decide di portare nelle gambe e nel cuore quella speranza intorno a cui sono nate le nostre associazioni! Ci piace immaginare che ognuno di voi sia un ‘gregario’ per i nostri malati nel loro percorso di cura, un supporto fondamentale per non arrendersi, per non sentirsi soli nelle difficoltà e poter credere fino in fondo nella vittoria. Grazie ai tanti sponsor per il loro contributo! Senza il sostegno e la sensibilità di persone come voi nulla di tutto quello che facciamo sarebbe possibile: lavoriamo solo con il supporto di chi, insieme al denaro, ci regala fiducia e ci accompagna nel perseguimento di tanti obiettivi concreti. Tutti insieme possiamo fare la differenza perché la lotta alle malattie sia una battaglia sempre meno difficile e perché la cura sia sempre più anche un ‘prendersi cura’ a tutto tondo di chi combatte», commentano gli organizzatori. Per informazioni: http://ail.cuneo.it, 0171-69.52.94, Ail Cuneo “Paolo Rubino”. Ail Cuneo

IN TRINCEA SBOCCIAVANO I BOSSOLI Dal 31 agosto al 30 settembre è stata allestita a palazzo Samone di Cuneo la mostra “In trincea sbocciavano i

NEWS bossoli” bossoli incisi dai soldati durante la Prima Guerra mondiale. L’iniziativa è stata realizzata da Pro Natura Cuneo con il patrocinio del Comune di Cuneo e la collaborazione del Memoriale Divisione Alpina Cuneense per ricordare i 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. I bossoli che sono stati esposti appartengono alla collezione di Davide Angelini, considerata la seconda in Italia per numero di pezzi raccolti. Con questa mostra si è voluto ricordare il sacrificio di tanti giovani in una guerra assurda, ma anche la loro grande sensibilità e il forte legame con il mondo della natura. Abbiamo posto alcune domande al presidente di Pro Natura Cuneo Domenico Sanino. Com’è nata l’idea di organizzare una mostra sulla conquista dell’Etiopia? L’idea è nata da una collaborazione di Pro Natura con l’associazione il Sogno di Tzige che opera ad Adua e sostiene l’attività scolastica di oltre 2000 bambini e gestisce un centro per anziani. In questo momento sta realizzando un pozzo per la forte siccità di questi anni. Il Sogno di Tzige ha sede ad Ivrea e collabora con il Centro Canavesano per la raccolta delle testimonianze sulla colonizzazione italiana. Di qui è nata l’idea di affrontare un tema dimenticato ad ottanta anni dalla proclamazione dell’impero. In questo modo abbiamo raccolto le testimonianze dei cuneesi che hanno partecipato alla guerra in Etiopia. Qual è stata la risposta che avete ottenuto? La risposta è stata ottima: oltre 2000 visitatori con commenti estremamente positivi. Ci saranno altre iniziative legate al tema? Stiamo valutando di raccogliere in un volume tutta una serie di testimonianze del passato e fotografie. Per informazioni: 0171-61.21.50; 335-56.40.248, www.pronaturacuneo.it; info@pronaturacuneo.it.


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Appuntamenti LA PROTEZIONE CIVILE DI CORNELIANO HA RIPRESO LE ATTIVITÀ L’Associazione di Protezione civile di Corneliano d’Alba ha ricominciato, a pieno ritmo, le attività di salvaguardia del territorio e prevenzione. La ripresa è stata preceduta da un incontro conviviale venerdì 31 agosto presso il ristorante La Favorita a Corneliano d’Alba. In occasione della cena, si è reso omaggio a uno storico volontario: Agostino Parusso (intervistato su Società Solidale n. 3/2017, ndr) che il 3 agosto ha compiuto 80 anni. A sorpresa gli è stata consegnata una targa in segno di riconoscenza per il costante impegno. Il prossimo appuntamento in programma sarà domenica 4 novembre durante la tradizionale Festa di San Carlo. I volontari distribuiranno cioccolata calda e vin brulè in piazza. Per informazioni: claudio.isnardi.prot@gmail.com, Facebook: Associazione di Protezione Civile “Corneliano D’Alba”.

I VOLONTARI HANNO RIPORTATO ALLA LUCE L’ANTICA PAVIMENTAZIONE DEL SANTUARIO MADONNA DEL POPOLO DI SANFRÈ L’associazione Santuario Madonna del Popolo di Sanfrè è affidataria della chiesa denominata Santuario Madonna del Popolo, a Sanfrè, di proprietà dell’Ente comuna-

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le. Tra i diversi compiti e responsabilità dell’Associazione è l’impegno al mantenimento funzionale e alla buona conservazione dell’immobile ogni intenzione di intervento e decisione dell’Associazione viene condivisa e comunicata al Comune di Sanfrè. Negli anni infatti i membri dell’Associazione hanno profuso molti sforzi e impiegato risorse nel cercare di mantenere in buono stato di consrvazione il Santuario. Come iniziare questa cronaca? Dall’inizio? No, sarebbe troppo lunga! dedichiamoci all’ultimo passaggio: – la sanificazione del pavimento – da quando abbiamo scoperto che le macchie sulle cementine erano provocate dalle gocce di acqua sgorganti dal sottosuolo. Il lavoro inerente il risanamento sarebbe stato molto lungo e costoso, sopratutto costoso dal momento che le nostre uniche entrate corrispondono alle offerte dei fedeli Sanfredesi, le uniche che ci hanno sostenuto e permesso l’esecuzione dei lavori; comunque, visto che avevamo un gruzzoletto accumulato negli anni, abbiamo contattato l’ingegnere Fabrizio Panero per una mappatura dei lavori da eseguire. Il lavoro è stato lungo, anche perché i dati storici hanno richiesto una ricerca approfondita. Eseguiti i sondaggi per saggiare il terreno sottostante e... sorpresa: si è scoperto, che sotto l’attuale pavimentazione, ce n’era una preesistente in formelle quadrate di cotto. Ci sono state riunioni tra i soci per discutere sul da farsi guidati dal nostro ingegnere


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struttura della chiesa. Nelle quattro cappelle laterali, costruite per l’ampliamento della chiesa, si è utilizzato il coccio pesto. Santuario Madonna del Popolo di Sanfrè

CORSO DI TEATRO DEL PICCOLO TEATRO DI BRA

coadiuvato dagli architetti Francesco Alba ed Erika Milano. Conclusa la parte iniziale dei lavori si è passato alla fase successiva: contattare le belle arti per ottenere i consensi e le guide nel proseguire i lavori, il comune, proprietario della chiesa, per ottenere i permessi. Finalmente, espletate le burocrazie, quest’anno è stato aperto il cantiere e come si può vedere dalle foto la mole dei lavori è stata ingente, grande la meraviglia e la commozione nel portare alla luce l’originale pavimentazione risalente alla primaria chiesa (1638), con pazienza e amore, manualmente le mattonelle sono state rimosse, lavate, accatastate ad asciugare in attesa di essere riutilizzate; purtroppo non tutte sono state recuperate, solamente circa il 60%. Un ulteriore scavo è stato eseguito per proseguire nella bonifica e permettere la posa degli igloo (su un battuto di cemento) collegati alle prese d’aria esterne che ne consentono la circolazione; prima però è stato posto davanti all’altare maggiore, il presepe eseguito dai bambini delle scuole elementari per la “Mostra dei Presepi” allestita ogni anno al Santuario Madonna del Popolo dalla nostra Associazione. Un ulteriore battuto di cemento ha fatto da base alla posa, nella navata centrale e lungo i bordi perimetrali, delle originali formelle; dove sono posizionati i banchi è stato usato il cocciopesto. Nelle cappelle laterali centrali che costituivano, insieme alla navata la forma a croce greca della antica chiesa sono state posate delle altrettanto antiche mattonelle simili alle originali, acquistate (non ci è stato permesso l’uso di quelle nuove dalle Belle Arti) di uguali misura per evidenziare l’antica

In un settembre di dieci anni fa un gruppo di persone, di amici appassionati di teatro, musica, danza, canto, dava vita all’Associazione Piccolo Teatro di Bra; compiendo una scelta ben precisa, quella di fondare una associazione di volontariato. Infatti il Piccolo Teatro di Bra è un’associazione di Volontariato, che attraverso la rappresentazione di spettacoli teatrali, musical, esibizioni del piccolo coro multietnico, corsi di formazione teatrale etc. finanzia progetti di intervento o sostegno sociale sul territorio della nostra città. In dieci anni l’Associazione ha svolto la propria funzione di animazione sul territorio in modi e forme estremamente diverse che spaziano dai laboratori di teatro per bambini, agli interventi nelle scuole attraverso letture animate e percorsi di formazione teatrale, alle collaborazioni con realtà territoriali per iniziative di reading, alla realizzazione di laboratori di canto corale per bambini e, infine, agli spettacoli teatrali e musicali veri e propri. Inoltre in tutti questi dieci anni il Piccolo teatro di Bra ha realizzato un corso di formazione teatrale avvalendosi della collaborazione dei professionisti del Teatro delle 10 di Torino. Con la fine del periodo estivo tutte queste proposte ripartono: Ptb è stato presente a Bra alla manifestazione “Da cortile a cortile” e ha ripreso a pieno ritmo le sue attività dal 22 settembre con lo spettacolo “Tutta colpa del Diavolo” a Cavallermaggiore (replicato il 20 ottobre a Sommariva Bosco). Martedì 2 ottobre ha presentato il Corso di Formazione Teatrale presso l’Auditorium G. Arpino di Bra. Il corso come di consueto è realizzato in collaborazione con i docenti del teatro delle 10 di Torino Vincenzo Santagata, Fulvia Roggiero e Pietro Giau e toccherà vari argomenti tra cui la storia del teatro, le diverse tecniche di recitazione, la dizione, l’espressione corporea, la lettura espressiva e le tecniche di improvvisazione.

INIZIATIVE DEL CENTRO CULTURALE SAN PAOLO È ripartita la Rassegna organistica internazionale proposta dal Centro culturale San Paolo dal 5 al 26 ottobre.


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Appuntamenti Questa è la diciassettesima edizione diretta da Luca Benedicti. Il Centro culturale propone, inoltre, il ciclo di conferenze “I lunedì di San Paolo” da ottobre a marzo 2019. Il tema di quest’anno è L’Agape. L’amore come valore fondamentale e costitutivo dell’identità cristiana. Gli incontri, a ingresso libero, si svolgono in sala Alberione, in piazza San Paolo 14. Il prossimo appuntamento sarà lunedì 12 novembre con don Pino Pulcinelli sul tema “L’agape che viene da Dio: l’amore discendente”. Seguirà lunedì 10 dicembre “Dio come oggetto dell’amore dell’uomo: l’amore ascendente” con Marinella Perroni. Per informazioni: centroculturale.alba@stpauls.it, 335-73.69.882, 0173-29.64.97.

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dirigente Unvs Massimo Borrelli e personaggi di spessore che renderanno onore all’iniziativa, su tutti il Dirigente Scolastico Territoriale - Provveditore agli Studi di Cuneo, Maria Teresa Furci. Unvs Bra

PIAZZA ALEC AD ALBA Sabato 29 settembre la piazzetta dietro la chiesa di San Damiano, ad Alba, è stata intitolata ad Alec, Gianfranco Alessandria a cui è ispirata l’omonima associazione di volontariato culturale. la piazzetta è vicina alla sede di Alec, via Vittorio Emanuele II numero 30. L’intitolazione arriva a tredici anni dalla scomparsa di Alec.

UNVS E FONDAZIONE CRBRA ASSEGNERANNO 12 BORSE DI STUDIO Fissata per sabato 17 novembre la cerimonia di premiazione dell’evento “Lo sport fortifica, lo studio nobilita”, nato da un idea vincente dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport di Bra nel 2007 e supportata come “progetto istituzionale” dalla Fondazione CRBra del Presidente Donatella Vigna. In campo in questa bella avventura, ben coordinata dal Presidente Paola Ballocco e dal team dirigente Unvs braidese, anche il Coni Nazionale, il Miur e La Stampa ad evidenziare la valenza ed il peso culturale, scolastico e sportivo della manifestazione che assegnerà, con la collaborazione attiva dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule Sezione Provinciale di Cuneo e Gruppo Comunale “Nicoletta Gorna” di Bra, ben 12 borse di studio. Ecco allora che l’Auditorium della Cassa di Risparmio di Bra Gruppo Bper, sempre vicina ed attenta alle iniziativa socialmente utili grazie al Presidente Francesco Guida, al Direttore Generale Paolo Cerutti ed al Vice Marco Donini, sarà degna cornice per riconoscere studenti meritevoli nello sport, nello studio e nel comportamento. Con il valido ed insindacabile giudizio espresso da una commissione di esperti, Renato Arduino (La Stampa), Marcello Strizzi (Miur Cuneo), Sergio Provera (Dirigente Aido ed Unvs) con la regia operativa di Giuseppe Sibona e Gianfranco Vergnano, ideatori del progetto, saranno prescelti gli studenti meritevoli a cui assegnare i premi in un momento utile anche per ricordare Domenico Asselle, Fabio Bosco, Carla Gaveglio, e Simona Rossi, persone vicine all’Unvs ed ad Aido. L’appuntamento, fissato per le ore 17.00, vedrà la presenza dell’Amministrazione Comunale di Bra con a capo il Sindaco Bruna Sibille ed al fianco il suo Vice e

AIDO: A MANTA DI SALUZZO DECINE DI ADESIONE AL DONO! Una serata di approfondimento al dono con testimonianze di trapiantati e donatori Serata all’insegna della divulgazione scientifica e della testimonianza, quella trascorsa venerdì sera 19 ottobre, che ha visto, nel salone comunale di Manta di Saluzzo , alternarsi specialisti medici, trapiantati, e anche un eccezionale esempio di donazione da vivente, quale evento organizzato da Comune, dalla Croce Rossa e dall’Aido di Saluzzo Piasco e Valle Varaita.


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La città di Bra piange la scomparsa di Domenico Asselle Grande appassionato di ciclismo, era maestro dell'arte bianca e fondatore dell'Unvs Bra Domenico Asselle, personaggio noto sulla città di Bra con una fama professionale di artigiano pasticcere che ha varcato i confini nazionali tanto da essere apprezzato quale maestro dell'arte bianca anche in Spagna, è venuto a mancare il 21 settembre. Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, componente della Confraternita SS. Trinità Battuti Bianchi era ultimo riferimento dell'Associazione Nazionale del Fante. Sportivo ed amante del ciclismo, per lui una grande, grandissima passione sportiva. Socio Fondatore dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport Sezione di Bra era stato il primo che nel Settembre 2005 ne aveva sottoscritto l'adesione e nominato nel 2008 Saggio Veterano per la grande esperienza e competenza sportiva. «Ci lascia sì uno sportivo, apprezzato e stimato, ma soprattutto un grande amico, vero, sincero che non faceva mai mancare un sorriso sempre espresso con sana simpatia e goliardia. Presente da anni alle varie assemblee nazionali dell'Unione era conosciuto dal mondo dei veterani dello sport come persona sempre generoso e disponibile» - dice Gianfranco Vergnano Vice Presidente Vicario Nazionale Unvs a cui fà eco il Segretario la Sezione di Bra Giuseppe Sibona - «Partecipe in modo assiduo alle varie iniziative ed attività, aveva messo la sua esperienza "da Saggio" al servizio della nostra sezione e vogliamo ricordarlo per i tanti preziosi consigli che era abituato a darci: ci mancherai Domenico!». Per volere espresso dal Presidente Paola Ballocco, pienamente condiviso all'unanimità dal Consiglio Direttivo, la Sezione Unvs di Bra ricorderà la memoria del Saggio Domenico Asselle dedicando una borsa di studio supplementare nel progetto "Lo sport fortifica, lo studio nobilita". In foto: una simpatica immagine del Saggio Veterano dello Sport Domenico Asselle in uno dei diversi momenti conviviali tenuti presso la sede Unvs Sezione di Bra.

L’Assessore comunale Paolo Vulcano ha fatto gli onori di casa, evidenziando l’ampia collaborazione e le utili sinergie, visto anche il protocollo d’intesa regionale, avuta per l’organizzazione della serata dalla Croce Rossa italiana, delegazione di Manta, ed i gruppi Aido Saluzzo e Piasco Valle Varaita. Il vice Presidente Aido la Sezione Provinciale di Cuneo Enrico Giraudo ha poi illustrato l’attività associativa seguito poi dal Dottor Pasquale Portolese, medico rianimatore all’Ospedale SS. Annunziata di Savigliano, che ha fornito un’esauriente e dettagliata relazione su concetti profondi legati alla “morte encefalica”, sottolineando e dando prova evidente dell’assoluta certezza che il prelievo di organi viene autorizzato soltanto su persone assolutamente prive di vita. Apprezzato l’intervento della Croce Rossa italiana, da parte della referente Valentina Bertero, che ha evidenziato l’esperienza nel trasporto di persona in attesa di trapianto. Roberta Grindatto, funzionaria del comune di Manta, ha poi illustrato le modalità di espressione della volontà


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corso di esami e accertamenti medici, il momento del trapianto che sembrava non arrivare mai. Parole che hanno dato emozione al numeroso pubblico presente che ulteriormente sensibilizzato anche dall’intervento dal Segretario Nazionale Aido e punto di riferimento associativo sulla “Granda” Gianfranco Vergnano, ha permesso, al termine dell’incontro, di concretizzare in gran numero, il proprio “sì” alla donazione degli organi, con la compilazione dei moduli di adesione. Per ogni ulteriore informazione sulle modalità di esprimere la propria volontà di donare gli organi, è possibile consultare i profili Facebook dei gruppi Aido Saluzzo e Piasco Valle Varaita, oltre che il sito www.aido.it, oppure contattando i numeri telefonici 340-35.51.638 e 347-26.97.730. Aido Saluzzo di donare gli organi, in occasione del rinnovo della carta di identità. Ma son state le testimonianze dirette che hanno permesso momenti di grande commozione e riflessione: Bruno Vottero, trapiantato per ben due volte di rene, ha raccontato il calvario di un malato che deve affrontare per anni la dialisi, le corse in ospedale per un possibile trapianto, il dover tornare a casa perché non compatibile e, infine, la gioia di ri-vivere grazie al “dono”. Giancarlo Panero, ha poi narrato la sua esperienza di donazione “samaritana” del rene alla figlia (trapianto da vivente), con le vicende burocratiche, il lungo per-

FESTA SOCIALE DELL’AVIS DI CEVA Domenica 21 ottobre la sezione Avis di Ceva ha celebrato l’annuale festa sociale. I donatori hanno partecipato alla messa nella chiesa dei Cappuccini e poi in corteo si sono diretti al monumento “al donatore” che si trova in via della Repubblica per la deposizione di un omaggio floreale. Spazio poi alla consegna delle benemerenze presso il cinema “Borsi”. Il presidente Mario Barra ha fatto gli onori di casa ringraziando i donatori non solo per la presenza alla festa sociale per il loro prezioso contribuito durante tutto l’anno.


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Appuntamenti Sul palco il sindaco Alfredo Vizio, il presidente Avis provinciale e regionale Giorgio Groppo, il consigliere della Fondazione Crc Massimo Gula, il consigliere Lorenzo Alliani. Ognuno di loro ha speso parole di elogio e gratitudine nei confronti della sezione Avis di Ceva. Poi si passati alla consegna delle benemerenze. Gli avisini con più di 8 donazioni: Simone Bertino, Pierangela Bozzolo, Pierpaolo Cossu, Maria Chiara Dante, Silvia Defilippi, Riccardo Genta, Fabio Mazzarelli, Simone Pennacino e Francesca Rizzo. Con più di 15 donazioni: Giovanna Arcuri, Maria Arieta, Laura Beltramo, Giorgio Bertino, Susanna Boffano, Davide Cappa, Simona Carnevalini, Stefano Donghi, Maria Mirella Garelli, Christian Rovere, Nadia Roà, Marzia Salvatico. Con 25 donazioni: Maurizio Billò, Massimiliano Cappa, Andrea Del Debbio, Simona Garitta, Roberto Gerbino, Marco Mazza, Lucio Pennello, Alessandro Zitta. Con più di 50 donazioni: Giovanni Cappa, Maurizio Prette e Arrigo Rosso. Con più di 75: Filippo Bagnasco, Corrado Barbiero, Adriano Martino, e Giulio Quasimodo. Con più di 100: Filippo Manfredi e infine con più di 125 donazioni Alberto Defilippi. Debora Sattamino

LA VISM DA TRENT’ANNI AIUTA I MALATI DI SCLEROSI MULTIPLA Da trent’anni l’associazione Vism, Volontari italiani sclerosi multipla (nata nel 1988 come Lism, Lega italiana sclerosi multipla) di Bra, offre un sostegno concreto e costante alle persone affette da questa grave patologia. L’associazione ha sede in viale Industria 10, dove dispone di una palestra attrezzata con lettini elettrici regolabili per la fisioterapia. «Lo scopo principale della Vism, oltre a garantire assistenza e attività di tipo motorio, è quello di accom-

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pagnare le persone nell’evoluzione della malattia, attraverso la condivisione delle esperienze, lo scambio di informazioni e il confronto sulle terapie seguite. Si cerca di aiutarle ad accettare non solo la patologia, ma anche l’utilizzo di strumenti, quali la carrozzina, quando questi diventano indispensabili per migliorare la qualità della loro vita», spiega il presidente dell’associazione Luigi Compaire. «I malati che si rivolgono alla Vism hanno la possibilità di accedere ogni settimana alle sedute di fisioterapia organizzate in due turni, il martedì e il giovedì dalle 15.30 alle 16.30. Si alternano due fisioterapiste professioniste, che conducono la ginnastica assistite da alcune volontarie. Il lunedì dalle 10 alle 11 si pratica lo yoga con una dottoressa. Un’altra attività proposta è l’idroterapia, presso le piscine di Bra, il cui costo è rimborsato dal Comune. Le persone che non sono in condizioni di raggiungere autonomamente la sede vengono prelevate a casa da alcuni volontari con un pulmino attrezzato; il servizio si estende anche in caso di visite mediche e altre incombenze simili». Compaire sottolinea poi un aspetto molto importante: «Le attività dell’associazione rappresentano una preziosa occasione per socializzare; le persone affette da sclerosi multipla tendono a chiudersi in sé stesse e alcune di loro escono esclusivamente per venire in sede. Come per molte patologie, non accettare la malattia e isolarsi dalla comunità può determinare un aggravarsi delle condizioni». Chiara Genta (pubblicato su Gazzetta d’Alba)


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Comunicare nel Sociale

a cura di Giorgia Barile

Nel mondo della solidarietà attraverso i media È la rubrica dedicata alla comunicazione sociale, una navigazione nel mondo dei mass e social media locali, nazionali e internazionali, dal punto di vista della solidarietà. Ciò che qua e là, dunque, il Volontariato propone attraverso i diversi mezzi di comunicazione.

LILO, IL MOTORE DI RICERCA CHE DISTRIBUISCE I RICAVI E FINANZIA PROGETTI SOCIALMENTE UTILI È arrivato anche in Italia Lilo www.lilo.org il motore di ricerca etico che distribuisce una parte dei suoi ricavi per sostenere progetti socialmente utili. Lilo utilizza il denaro che si genera con la pubblicità durante le ricerche degli utenti per finanziare progetti sociali e ambientali, invece che per accumulare smisurati profitti. Sono gli stessi navigatori del web a decidere come distribuire le simboliche gocce accumulate. «Goccia a goccia, il bicchiere è mezzo pieno» spiega Federica Fusco, 24enne studentessa in Business Administration che si occupa di promuovere questo progetto in Italia. «Non tutti sanno che i motori di ricerca guadagnano in media dai 30 ai 50 euro l’anno per ogni persona che effettua delle ricerche. Con Lilo abbiamo creato un sistema che ci permette di ridistribuire il 50% di questi guadagni. Sulla nostra piattaforma presentiamo una serie di associazioni o imprese sociali a cui ogni mese gli utenti possono decidere di dedicare una parte o tutto di ciò che il sito ha guadagnato con le loro ricerche».

Le sfide - Gli sviluppi del digitale nel non profit

È possibile segnalare un progetto compilando il form sul sito www.lilo.org/it/proponi-un-progetto. FONTE: http://www.boscodiogigia.it/2017/12/01/ liloil-motore-di-ricerca-etico

TERZO SETTORE E TRASFORMAZIONE DIGITALE Italia Non Profit ha pubblicato, ad agosto, i dati emersi dal Report 2018 su Terzo Settore e Trasformazione digitale. Si può esplorare la pagina di Italia Non Profit https://italianonprofit.it/trasformazione-digitale dedicata ai risultati, grafici e analisi, scoprendo i nuovi termini e le nuove professioni non profit nell’ambito digitale. Il report completo si può scaricare dal sito gratuitamente, registrandosi. Web, social media, marketing online, community: sempre di più la trasformazione digitale è centrale nel Terzo settore. La direzione e la consapevolezza del non profit sono molto precise: attraverso le competenze, gli strumenti e le opportunità del digitale, i bisogni sociali trovano risposte più efficaci. Riportiamo una sintesi di quello che è lo stato dell’arte: come le organizzazioni stanno vivendo la Trasformazione digitale.


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Parte integrante della vita quotidiana di collaboratori interni e consulenti esterni, sempre più proattivi e consapevoli della sua importanza, il digitale non è ancora incluso all’interno della strategia generale degli enti. Nel mondo più di 4 miliardi di persone accedono ogni giorno a Internet e utilizzano il web per trovare risposte ai propri bisogni, informarsi, condividere. Ottimizzare un sito per i motori di ricerca aiuta l’ente non profit ad essere più visibile, con un ritorno immediato in termini di awareness e, conseguente, di raccolta fondi. Esiste però un risultato più profondo che l’ente può ambire a ottenere: possiamo creare nuovi canali per intercettare i beneficiari, immaginare nuovi modelli di intervento che si strutturino attorno ai bisogni che le persone esprimono tramite i motori di ricerca. Ancor di più: i reparti di comunicazione hanno nello studio dei motori di ricerca strumenti che li mettono in condizione di parlare la lingua degli utenti. La digitalizzazione cambierà il modo di approcciarsi al lavoro, alle community, ai beneficiari dei progetti: una consapevolezza molto forte da parte dei professionisti del Terzo settore. Quale sarà la portata del cambiamento del progresso digitale tra 10 anni? FONTE: https://italianonprofit.it/trasformazione-digitale/

AIDO PIEMONTE LANCIA LA PRIMA APP INFORMATIVA PER I DONATORI Aido Piemonte ha lanciato ufficialmente la prima app informativa per i donatori. Il progetto partito ormai un anno fa è stato possibile grazie al sostegno avuto da BBBell – azienda leader piemontese specializzata in servizi di banda ultra larga e telecomunicazioni wireless – scesa in campo al fianco del volontariato, per rendere possibile lo svilup-

po di un nuovo strumento informatico al servizio dei donatori. La app, è stata presentata in via ufficiale il 20 ottobre a Cuneo presso Ping - Pensare in Granda. È frutto di un lavoro di digitalizzazione e apertura verso il mondo digitale che Aido Piemonte, da tempo, ha messo al centro del suo impegno informativo. Un percorso lento, ma continuo che l’associazione ha ritenuto indispensabile per restare al passo coi tempi e riuscire a comunicare in modo ottimale con tutti i cittadini e donatori italiani e non. Unitamente alla app è stato anche presentato il nuovo sito web ottimizzato per le visite da mobile. La app risponde all’esigenza di avere in un unico strumento tutte le novità sugli eventi in programma, foto e video degli incontri, link utili al donatore per approfondire ogni suo dubbio e tutti i recapiti e i luoghi dove trovare i volontari Aido sul territorio piemontese.

APPVOLO CSV

È possibile scaricare gratuitamente la App del CSV Società Solidale tramite uno smartphone con sistema Android. Sul Play Store di Google si digita APPVolo CSV Cuneo e si scarica l’applicazione per avere sempre a disposizione: i servizi offerti dal CSV, le sedi, le schede delle Associazioni della provincia e gli appuntamenti solidali. Le associazioni interessate a segnalare eventi e a presentarsi nella sezione Associazioni possono richiedere il servizio al CSV contattando la sede o gli sportelli.


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prepara lo Speciale Natale

Il CSV Società Solidale dedicherà l’ultimo numero 2018 della rivista “Società Solidale” agli appuntamenti e alle iniziative delle associazioni di volontariato della provincia organizzati nel periodo natalizio. Si invitano le OdV e i volontari a collaborare per la realizzazione dello Speciale comunicando appuntamenti, iniziative, progetti alla redazione entro e non oltre il 30 novembre 2018 Si può segnalare o consegnare il materiale agli Sportelli o in Sede oppure inviare le informazioni tramite email agli indirizzi:

redazione@csvsocsolidale.it rivista@csvsocsolidale.it


GIORNATA MONDIALE DEL VOLONTARIATO International Volunteer Day La giornata mondiale del volontariato, in inglese International Volunteer Day, è una ricorrenza internazionale celebrata il 5 dicembre di ogni anno. È stata così designata dalla risoluzione 40/212 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 17 dicembre 1985. Le celebrazioni sono coordinate dai volontari delle Nazioni Unite (in inglese United Nations Volunteers). Lo scopo della giornata internazionale del volontariato è quello di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo. Il tema della Giornata internazionale del Volontariato 2018 è I VOLONTARI COSTRUISCONO COMUNITÀ RESILIENTI Volunteers build Resilient Communities


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