20/02/2020 Patrizia Barbieri senza rete: "I miei piani per per Piacenza"

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SETTIMANALE DI INFORMAZIONE FONDATO NEL 1983

Poste Italiane spa - Spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02 2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Pc

GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2020 - ANNO 38 N. 03 - EURO 0,20

Negri: “Cooperazione, REDAZIONE lavoro al futuro”

Poste Italiane spa - Spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02 2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Pc

WEEKEND

Il presidente uscente di Confcooperative presenta l’assemblea provinciale

A PAGINA 7

L’agenda della prima cittadina che sembra già pronta a ricandidarsi

Patrizia Barbieri senza rete: “I miei piani per Piacenza”

Carnevale Popolare in via Roma A PAGINA 8

Intervista esclusiva al sindaco: il polso della maggioranza e il bilancio appena approvato. Il centro storico, l’ambiente e gli attacchi della minoranza

Patrizia Barbieri all’attacco su tutti i fronti. Il Sindaco di Piacenza rivendica con orgoglio il lavoro fatto finora dalla sua Amministrazione. E spinge sull’acceleratore per portare a termine il suo mandato con impegni concreti da qui al 2022. Il tutto delineando un’idea di città che spesso i suoi detrattori dicono che invece non abbia in mente. “Il risultato delle Regionali non ha avuto e non ha ripercussioni. Tanto che noi continuiamo ad avere in Giunta due assessori di Forza Italia, Papamarenghi e Sgorbati che nessuno sta mettendo in discussione.”

GIOVANNI VOLPI

Sabato 22 e domenica 23 febbraio per le vie del paese

Aspettando il Piacenza Jazz Fest A PAGINA 8

A Cortemaggiore in scena “Manouche”

A PAGINA 4

A PAGINA 8

Volontariato

“La Ricerca” compie quarant’anni

A PAGINA 2

Confindustria

L’industria ora rallenta

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A Fiorenzuola carri e colori: arriva la Zobia

A PAGINA 10

Carnevale 2.0 a Piacenza Tra laboratori, sfilate e performance ecco come tre ragazze riporteranno in vita le maschere della tradizione per tre giorni di divertimenti A PAGINA 3

Case sempre più green grazie alla domotica A PAGINA 9


Corriere Padano

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ATTUALITÀ

Polveri sottili, la situazione non migliora: ancora sforamenti La domenica ecologica e lo stop alle auto non hanno migliorato la qualità dell’aria, che resta pessima. A seguito degli sforamenti del valore limite giornaliero del PM10 che si sono verificati per più giorni consecutivi, in base a quanto stabilito dal PAIR (Piano Aria Integrato Regionale), sono scattate nuovamente le misure emergenziali per la qualità dell’aria. Il meccanismo prevede, infatti, che, a seguito del superamento continuativo del PM10 nei tre giorni antecedenti l’emissione dei bollettini ARPAE del lunedì e del giovedì, vengano disposte le misure emergenziali. fino almeno al successivo giorno di controllo incluso. Le misure emergenziali prevedono: l’estensione ai veicoli diesel sino alla categoria Euro 4 compresa il divieto di circolazione sul territorio

La Ricerca fa 40 anni: “Siamo una società dipendente”

urbano, dalle 8.30 alle 18.30, che già riguarda dal lunedì al venerdì i mezzi a benzina pre Euro ed Euro 1, i ciclomotori e motocicli a due tempi pre Euro. Contestualmente, scatta l’obbligo di ridurre le temperature di almeno un grado centigrado negli ambienti riscaldati, per un massimo di 19°C nelle case, negli uffici, nei luoghi destinati a scopi ricreativi, associativi o di culto e negli esercizi commerciali, scendendo a 17°C nelle sedi di attività industriali ed artigianali. Sono esclusi da tale provvedimento gli ospedali e le case di cura, le scuole e gli impianti sportivi. E’ inoltre vietato, in presenza di sistemi di riscaldamento alternativi, l’utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa, le combustioni all’aperto per qualsiasi tipologia.

Il presidente Gian Luigi Rubini “Oggi viviamo in una condizione universale di dipendenza, noi dobbiamo rispondere valorizzando la cultura” FEDERICO TANZI Dipendenze, nuove povertà, fragilità familiari. In un presente sempre più complesso e carico di contraddizioni servono risposte pronte, che si affaccino ai nuovi problemi delle persone intersecando visioni e saperi eterogenei, cablati sulla società e sul tempo che stiamo vivendo. È partendo da questa consapevolezza che l’associazione piacentina “La Ricerca” - impegnata, senza fini di lucro, su più fronti nel campo dell’assistenza sociale, socio sanitaria e della prevenzione - ha deciso di dare vita in questo 2020 ad un percorso formativo, aperto alla cittadinanza, strutturato in riflessioni, analisi e proposte. E lo ha fatto in concomitanza col proprio quarantesimo anno di età, ricorrenza scelta come spartiacque privilegiato per guardare alle sfide della contemporaneità con un atteggiamento propositivo e proiettato in avanti, senza perdere per questo le proprie radici, la propria mission fondamentale, ovvero l’attenzione alla persona. “Preso atto del fatto che i tempi stanno cambiando velocemente - commenta Gian Luigi Rubini, dentista di professione e da quattro anni presidente dell’associazione, composta unicamente da volontari sentivamo la necessità di una riflessione sull’attualità, per

essere preparati ad affrontare le nuove problematiche con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Questo percorso - informa - si svilupperà in tre fasi: prendendo le mosse dalla riflessione sullo stato dell’arte della società, in un secondo momento si procederà all’individuazione delle necessità specifiche del territorio, per poi giungere ad un ultimo passaggio di tipo operativo, in cui si andranno ad attivare progetti concreti in risposta a quanto emerso precedentemente”. “PROGETTO UOMO, UN’IDEA SEMPRE ATTUALE” Il “viaggio” de “La Ricerca” è partito con l’incontro che ha visto ospite don Giuseppe Dossetti, responsabile del

Centro di solidarietà di Reggio Emilia. Tema trattato? L’attualità di “Progetto Uomo”, la filosofia della persona al centro che fa da fil rouge alle attività dell’associazione e, oggi più che mai, diventa l’appiglio per qualsiasi riflessione che si orienti al futuro senza perdere la rotta maestra. “Un’idea sempre valida - rileva Rubini a tal proposito -, anche se la vera difficoltà sta nel metterla in pratica, darle un’attuazione concreta. Non si può seguire uno schema fisso, ma bisogna agire a seconda della situazione e delle singole istanze della persona. Persona che va considerata sempre nella sua dimensione relazionale: per recuperare un soggetto in difficoltà, infatti, centrale è il suo reinserimento in un contesto pluralistico, si tratti della

famiglia o del lavoro, altrimenti si è punto e a capo”. “SIAMO UNA SOCIETÀ DIPENDENTE” Ma se da un lato “l’antidoto” è ben definito, ciò che diventa di difficile interpretazione oggi è la malattia. “Nell’attuale contesto, ci muoviamo in una società che vive una sorta di condizione universale di dipendenza - evidenzia il presidente de “La Ricerca” -. Rispetto al passato, quando era facilmente identificabile con l’utilizzo di droga, oggi la dipendenza ha assunto sfaccettature molteplici, che vanno dal gioco d’azzardo allo smartphone, e passa quasi inosservata. I nostri sforzi si devono quindi focalizzare nella costruzione di proposte

“Un seme di umanità”, ai Filodrammatici Bellocchio presenta le sue “letture necessarie” Prima presentazione piacentina per “Un seme di umanità”, il libro che raccoglie gli scritti di Piergiorgio Bellocchio su quelle che lui stesso definisce “le letture necessarie”. A prendersi cura di una pubblicazione altrettanto necessaria è stata la casa editrice Quodlibet, che già aveva raccolto i numeri della rivista di Bellocchio e Berardinelli, “Diario”, in un volume notevole. A discuterne con l’autore saranno – domenica 23 febbraio alle 10.30 al Teatro dei Filodrammatici – Alfonso Berardinelli e Angela Borghesi. L’incontro è organizzato dall’associazione Cittàcomune con gli Amici del Teatro Gioco Vita. «Mettendo insieme questi scritti» su au-

tori che vanno da Casanova a Kubrick, e includono fra gli altri Stendhal, Dickens, Flaubert, i grandi narratori russi dell’Ottocento, Herzen, Hašek, Isherwood, Céline, Edmund Wilson, Orwell, Böll, Pasolini, Fenoglio, Bianciardi, Montaldi, Pampaloni, «mi rendo conto che la parzialità delle mie scelte non è stata del tutto casuale: essa individua o indica molte mie reali preferenze. Anche se alcuni sono stati commissionati da editori per collane economiche, cosa che spiega la forma e il taglio delle pagine su Casanova, Stendhal, Dickens, Flaubert o il romanzo russo, la necessità di un’esposizione piuttosto didascalica la trovo tuttavia a me congeniale oltre che doverosa (e da essa mi

sono distaccato solo in parte in altri testi). Benché con il passare degli anni la scrittura d’invenzione mi abbia interessato progressivamente meno a favore di scritture diaristiche, memorialistiche, storico-politiche, l’occasione editoriale mi ha sollecitato a tornare a certe mie passioni del passato: il risultato è perciò non di critica letteraria in senso rigoroso, ma comporta la tendenza a leggere di preferenza quella narrativa che illumina aspetti della storia sociale, verso i quali mi indirizzavano anche alcuni dei critici da cui mi è sembrato di imparare di più, come Edmund Wilson, Lukács, Adorno, senza dimenticare la saggistica di scrittori come Baudelaire, Proust, D.H. Lawrence, Orwell, Fortini… Più che dall’invenzione sono sempre stato attratto dalle testimonianze personali e dirette, dal giornalismo di reportage e dall’autobiografia».

alternative che valorizzino in toto la cultura: un concetto che, a seconda del singolo individuo, può assumere chiavi di lettura differenti”. Prima ancora viene però la famiglia, che appare ugualmente sfibrata, intaccata dallo stesso processo di dissoluzione. “Eppure avrebbe un ruolo educativo fondamentale nella prevenzione di fragilità o dipendenze – mette in rilievo Rubini -. Oggi siamo tutti di fretta, e la famiglia invece di frenare i disagi spesso rischia, al contrario, di diventarne involontaria complice. Quando si ha poco tempo, e qualcosa non va, è decisamente più semplice far finta di non vedere piuttosto

nei progetti con le famiglie e in comunità. Hanno un ruolo fondamentale: il volontario che si impegna a fianco di persone in difficoltà regala un tempo di qualità, da cui deriva, allo stesso tempo, la propria credibilità. Qui ha la possibilità di mostrarsi senza filtri, può riscoprire sé stesso attraverso il confronto. La difficoltà - rileva - sta nel reperirne di nuovi: uno degli obiettivi principali del percorso avviato per il nostro quarantesimo anniversario è proprio questo. A ciò si aggiunge la volontà di avviare un confronto interno tra chi c’è già coinvolgendo, al contempo, la cittadinanza tutta. Vogliamo stimolare le per-

“Al via un percorso di formazione aperto alla cittadinanza con riflessioni e proposte” che affrontare i problemi: alla fine però il conto ti si presenta in ogni caso”. IL RUOLO DEI VOLONTARI Poi ci sono i volontari, il futuro de “La Ricerca” passa anche, e soprattutto, da loro. “L’associazione - spiega Rubini - ne conta centocinquanta, di cui però solo una cinquantina attivi, in particolar modo

sone a portare nuove idee in campo, per raccogliere strada facendo spunti di riflessione e suggestioni, in un processo il più partecipato possibile”. Nella foto in alto un primo piano di Gian Luigi Rubini; al centro insieme a don Giuseppe Dossetti, responsabile Ceis di Reggio Emilia, durante l’incontro che si è svolto nella sede de La Ricerca sullo Stradone Farnese.

“La prima neve”, racconti made in Pc

ll giovane scrittore piacentino Francesca Marini arriva al suo primo libro, una raccolta di brevi testi dal titolo “La prima neve”. La presentazione dell’opera sarà sabato 22 febbraio, nella biblioteca Bruschini Ferri della Cooperativa Popolare Infrangibile, a partire dalle ore 18. Assieme a lui ci saranno la professoressa Noemi Perrotta e Giovanni Battista Menzani, curatore dell’edizione. Marini ci vuole parlare, attraverso una serie di racconti ambientati in maggior parte tra Piacenza e Milano, di identità personale, del rapporto con l’altro e con la natura, della ricerca di un modo di stare al mondo. Tutto questo mettendo al centro personaggi “minimi”, talvolta i dimenticati dalla grazia di Dio. Una serie di racconti che, nonostante una vena malinconica, non dimentica gli elementi positivi e di consolazione da cui nasce anche il titolo stesso del libro, La prima neve, che vuole esprimere lo stupore di fronte alla bellezza irriducibile delle cose. È proprio nel freddo della stagione più aspra che si ritrova la bellezza, in particolare durante una nevicata, quando gli occhi dei bambini si accendono vedendo scendere i primi fiocchi, come il bianco che sa di speranza, o ancora la sensazione di rallentamento e di una realtà ovattata, che sembra quasi spingere ogni cosa a stringersi all’altra per scaldarsi.


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PRIMO PIANO

Un Carnevale 2.0 per Piacenza

FEDERICO TANZI Da una parte c’è il Vigion. Con la marsina colorata, il cappello avvolto da nastrini, gli stivaloni con le ghette e il cestino pieno di uova di gallina. Dall’altra Tôllèin Cucalla. Lui meno colorato e appariscente: secondo quanto si ricorda era solito fare irruzione tra la folla gridando “me sum Cuccalla, me sum Tôllèin e sum la mascra di Piasintei”. Uno rappresenta “gli ariosi”, gli abitanti fuori mura, provenienti dalla collina e dalla campagna. L’altro è invece del “sass”, nato e cresciuto nella parte alta e antica della città. Insieme sono le maschere della tradizione carnevalesca piacentina; due idealtipi che - tra fine ‘800 e inizio ‘900 - portavano in strada il lato più goliardico e scherzoso di un popolo tradizionalmente chiuso e poco avvezzo a far festa. Memorie di un passato lontano, che, travolto dall’onda della modernità, si lascia contemplare con una miscela di sensazioni, a metà tra lo stupore e la nostalgia. A dare nuova linfa a questa tradizione ci penseranno tre giovani ragazze under 35: Claudia Passaro, Talita Ferri e Ottavia Marenghi. Insieme hanno creato il gruppo informale “Toc”, aggiudicandosi il “bottino pieno” - quattromila euro - al bando “Giovani Protagonisti” indetto dall’Amministrazione Comunale. Ad essere premiato è stato il progetto “Carnevale Piacentino 2.0”: una serie di attività laboratoriali, rivolte a giovani dai 7 ai 25 anni, che attingendo dall’immaginario delle storiche maschere del Vigion e del Tôllèin Cucalla sfoceranno nella grande sfilata di via Roma, prevista per domenica 23 febbraio.

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Tra laboratori, sfilate e performance ecco come tre ragazze riporteranno in vita le maschere della tradizione contribuito anche a far convergere l’attenzione delle tre giovani verso il carnevale storico. “Tutto è nato un po’ per caso ammette Claudia - io in realtà sono piacentina d’adozione, ma napoletana d’origine. Inizialmente mi sono appassionata alle maschere della mia città natale, per poi, in un secondo momento e grazie anche all’in-

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quindi ideato questo “Carnevale 2.0”, che a partire da venerdì 21 fino a domenica 23 febbraio si srotolerà in una tre giorni intensissima, carica di risate e colori, con protagonisti una trentina di giovani della città. “Saranno suddivisi in due laboratori - informa Claudia -, uno di creazione maschere e danza, coordinato da Ottavia e rivolto ai bambini dai 7 ai 10 anni, l’altro di circo e danza, guidato da me e Talita e rivolto ad una fascia più ampia di età, che va dagli 11 ai 25 anni. Domenica - continua - si svolgeranno infine le prove generali ai Giardini Merluzzo, prima di dare vita alla performance e alla sfilata finale. Sono previsti anche due spettacoli collaterali, gratuiti per chi partecipa ai laboratori, che andranno in scena entrambi al Teatro Trieste 34 nelle serate di venerdì e sabato. Con que-

“Con la danza e il circo daremo spazio alla creatività dei giovani”

Arcelloni, volto noto del teatro piacentino e attualmente direttore artistico del Teatro Trieste 34. “È stato il tramite per farci conoscere - spiega -, dato che tutte, in modi diversi, abbiamo nel tempo collaborato con lui”. Lo “zampino” di Arcelloni ha

put datomi da Filippo, avvicinarmi a quelle della tradizione della città emiliana. Da lì ho subito coinvolto nel progetto le altre due ragazze, anche loro, come tanti della nostra generazione, fino a poco tempo fa con una scarsa conoscenza delle usanze del passato”. TRE GIORNI DI COLORI E DIVERTIMENTO Messa in moto la curiosità, Talita, Ottavia e Claudia hanno

sta iniziativa - conclude Claudia - vogliamo, in definitiva, riprendere quelle atmosfere e quelle sensazioni vintage legate a un carnevale del passato, per giocare a reinterpretale e rivoluzionarle, dando spazio alla creatività e alla sensibilità dei più giovani”.

Nella foto da sinistra a destra: Ottavia Marenghi, Claudia Passaro e Talita Ferri

“UN PROGETTO NATO UN PO’ PER CASO” “La nostra idea è quella di recuperare le tradizioni del carnevale piacentino attraverso i linguaggi moderni della danza e del circo - racconta Claudia

-. Tutte e tre, infatti, lavoriamo in questi ambiti artistici: io faccio parte della compagnia di danza contemporanea “Incongruo”; Talita della compagnia

di circo “Tadam”, mentre Ottavia si occupa della direzione artistica per la scuola di danza “Petit Pas”. Il deus ex machina di questo incontro è Filippo

Piacenza valorizza la storia dei Giardini Margherita

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I Giardini Margherita d’ora in poi potranno essere ricordati come importante parco cittadino che ha avuto un ruolo significativo nella storia della nostra città. Sono state infatti piantate nei Giardini Margherita sei targhe che rievocano la storia del parco e che segnalano la presenza di quattro alberi monumentali, il più vecchio dei quali ha circa 200 anni. All’interno del progetto denominato “Giardini da vivere”, organizzato dal Comune di Piacenza con la collaborazione della Regione Emilia Romagna e di diverse realtà del territorio, l’Associazione dei laureati in Scienze Agrarie e Forestali ha redatto sei pannelli, due posti agli ingressi e quattro all’interno del giardino, per segnalare la presenza degli esemplari arborei più preziosi. A presentare il progetto e a scoprire le targhe è stato l’assessore Luca Zandonella (nella foto) insieme a Marilena Massarini, facente parte dell’Associazione, e a Luigi Botteschi, funzionario dell’ufficio del verde

del Comune. Sui due pannelli introduttivi, scritti in italiano e in inglese, è spiegata la storia del giardino, nato negli anni Trenta dell’Ottocento come giardino privato di Villa Costa. Nel 1893 il parco, già in parte donato al Comune di Piacenza, venne dedicato alla regina Margherita, reso pubblico e inaugurato ufficialmente. Ma i Giardini Margherita conservano al loro interno anche un grande valore dal punto di vista botanico. Secondo Marilena Massarini che ha seguito il progetto infatti, sono presenti molti monumenti verdi di notevole importanza ma ne vengono indicati quattro per la loro particolarità. Tra questi troviamo il faggio a foglia di felce, molto raro nelle nostre zone, e della presumibile età di 90 anni e il pino dell’Himalaya, conifera dal grande valore ornamentale e originaria dell’omonima montagna. Ma la pianta più antica è il cedro del Libano che, secondo le stime, raggiunge la ragguardevole età di 200 anni. Michela Bassi

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20 febbraio 2020

ATTUALITÀ

Patrizia Barbieri senza rete: “I miei piani per Piacenza”

Intervista esclusiva al sindaco: il polso della maggioranza e il bilancio appena approvato. Il centro storico, l’ambiente e gli attacchi della minoranza GIOVANNI VOLPI Patrizia Barbieri all’attacco su tutti i fronti. il Sindaco di Piacenza rivendica con orgoglio il lavoro fatto finora dalla sua Amministrazione. E spinge sull’acceleratore per portare a termine il suo mandato con impegni concreti da qui al 2022. Il tutto delineando un’idea di città che spesso i suoi detrattori dicono che invece non abbia in mente. Sindaco Barbieri, partiamo dal quadro politico uscito dalle Re-

gionali. Nella sua maggioranza sono cambiate tante cose: la Lega è sempre più forte, Fratelli d’Italia è in netta crescita, mentre Forza Italia è sempre più debole… Questo risultato elettorale non ha avuto e non ha ripercussioni. Tanto che noi continuiamo ad avere in Giunta due assessori di Forza Italia, Papamarenghi e Sgorbati che nessuno sta mettendo in discussione. Nessuno nel centrodestra le ha chiesto una rimodulazione degli

incarichi in Giunta in base ai risultati elettorali? No. Posso accettare discussioni sul merito, ma non accetterei mai discussioni su ripartizioni da manuale Cencelli. È soddisfatta del Bilancio che ha approvato? Sì; prima di tutto perché l’abbiamo chiuso con 2 mesi d’anticipo rispetto a una scadenza che solitamente affanna tutti gli amministratori. E sono contenta perché ha avuto successo quella che è stata la nostra opera di razionaliz-

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zazione. Ci spieghi… Non abbiamo tagliato servizi, né abbiamo inciso sulla loro qualità. La nostra razionalizzazione ha agito sul miglioramento di determinate attività e soprattutto su una lotta all’evasione che ci ha permesso un grande recupero di risorse. Sono quelle che hanno portato qualcuno a sostenere maldestramente che visto questo avanzo di bilancio allora non c’è stata capacità di spesa. Non è così? No: tutto quello che dovevamo Sabato 1 febbraio 2020

spendere l’abbiamo investito in una programmazione che adesso entrerà nella fase esecutiva. Non è andato in avanzo niente. Quello che si è determinato come avanzo è dovuto al recupero di risorse di cui dicevo. Somme importanti, che andranno a far parte della nostra variazione e che grazie a questo anticipo di due mesi nell’approvazione del bilancio ci consentirà di spendere quanto prima anche queste somme per la città. Alla luce di tutto ciò è stato inutile vendere le azioni Iren? Guardi, io sono soddisfatta di quell’operazione. Se non avessi venduto all’epoca, non avrei potuto sistemare tutte le strade che ho messo in cantiere; o programmare quello che sto facendo adesso. Sono milioni di euro che oggi ci consentono di investire ancora di più. Senza dimenticare che tutto questo avviene nell’ambito di una decisione presa da subito da questa Amministrazione che spesso qualcuno si dimentica di

è già stato escluso a suo tempo da una richiesta di archiviazione; e che siamo solo al primo grado del giudizio amministrativo e qualcuno verificherà. Deve essere chiaro comunque che quanto attiene alla stesura di bandi e contratti non riguarda il livello politico, è una prerogativa solo dei dirigenti e degli uffici amministrativi. Uffici che a Palazzo Mercanti dalla famigerata vicenda dei furbetti del cartellino non stanno passando un bel periodo… Direi che ci sono uffici che lavorano in situazioni molto difficili. La vicenda dei cartellini ha inciso tantissimo tra i dipendenti, soprattutto a livello di serenità. Ricordiamoci che tra loro alla fine solo un numero molto ridotto ha avuto delle responsabilità, anche se all’inizio la vicenda aveva interessato un decimo dei dipendenti, un numero molto importante. A questo si aggiunge una serie di pensionamenti e inserimenti che si assommano tutti in questo periodo; insomma, è un periodo

L’agenda della prima cittadina che sembra già pronta a ricandidarsi

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ricordare… A che decisione si riferisce? A quella di revocare l’aumento dell’aliquota Irpef che era stato stabilito da chi ci aveva preceduto. E questa revoca sta comportando un risparmio per i piacentini di circa 13 milioni di euro in 5 anni. Si tratta di 2,6 milioni l’anno che noi avremmo potuto prenderci dando la colpa all’amministrazione precedente. In una situazione generale che non si può dire felice e dove tutti hanno applicato l’adeguamento dell’Irpef, forse bisognerebbe ricordare più spesso la nostra scelta di rinunciare a questo tipo di introito per lasciarlo ai cittadini. Torniamo all’approvazione del Bilancio: c’è chi sostiene che la sua Giunta sia stata salvata dal voto determinante dei Liberali… Ma di cosa stiamo parlando? I Liberali sono una forza di maggioranza o sbaglio? Sono fantasie metropolitane: sapevamo che i voti c’erano e abbiamo votato il Bilancio. Se fosse stato bocciato, lo avrei semplicemente riportato in Consiglio già il lunedì successivo. Ripeto: abbiamo votato la delibera con 2 mesi d’anticipo… e forse era la minoranza a non essere pronta alla sua discussione, visto che da loro non è arrivato un solo intervento in Consiglio. Una minoranza che però l’attacca ancora sulla gestione del verde dopo la sentenza del Tar che ha dato torto all’Amministrazione sulla gara d’appalto. Al di là dei soloni che dicono stupidaggini sulla vicenda del verde, ricordo a tutti che il livello politico dell’amministrazione non può e non deve entrare all’interno delle gare, altrimenti è un reato. È il dirigente in autonomia che se ne occupa. Ricordo anche che il profilo penale della vicenda sul verde

molto complesso per la macchina comunale e che chi sta fuori dall’amministrazione magari non lo vede. Adesso poi è emerso anche il problema di Piacenza Expo, che per dieci anni non ha pagato l’Imu al Comune. Guardi, sul tema mi piacerebbe chiedere conto agli amministratori precedenti per capire che cosa pensavano di fare. Noi non mettiamo la polvere sotto il tappeto: dell’Imu di Piacenza Expo se ne sta occupando l’assessore Passoni e troveremo una soluzione legittima che metta l’ente fieristico nelle condizioni ottimali a tutela di tutti, del Comune e degli altri azionisti. Passiamo all’ambiente: ha parlato dei 13 milioni che ha lasciato nelle tasche dei piacentini; e nei loro polmoni che aria vuol lasciare alla fine del suo mandato? Non mi sembra così banale aver detto che non si fa l’ospedale alla Pertite. Deve rimanere un parco, un polmone verde della città. Abbiamo accettato la proposta avanzata anche da Confapi per i chilometri verdi, condividendo un progetto per l’alberatura che può essere messa lungo le tratte autostradali. Poi stiamo lavorando a una nuova mobilità per abbattere il traffico, con parcheggi scambiatori a ridosso del centro, la metropolitana leggera anch’essa inserita all’interno del Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile, ndr); quello della metropolitana leggera è un progetto sui cui stiamo già investendo, che coinvolge il Politecnico e per cui stiamo cercando di intercettare i finanziamenti offerti dai fondi nazionali ed europei. [prosegue...]

(L’intervista completa sul sito www.corrierepadano.it)


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ECONOMIA

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L’industria ora rallenta Task force contro l’effetto virus

Crescono fatturato ed occupazione, si riducono gli investimenti. In crisi l’export verso il mercato tedesco, soffre la meccanica Un ritratto dell’economia piacentina caratterizzato, in egual misura, da luci e ombre. È quello offerto dalla tradizionale indagine congiunturale semestrale elaborata dall’Ufficio Studi di Confindustria Piacenza. Ad essere oggetto d’analisi un campione significativo di 100 aziende del territorio, per un fatturato complessivo di 3 miliardi e una forza lavoro di 9mila unità. I dati economici dell’analisi riguardano il secondo semestre del 2019 messo a confronto con la seconda metà dell’anno precedente, con una proiezione anche sui prossimi mesi del 2020. OCCUPAZIONE E FATTURATO IN CRESCITA, SETTORE MECCANICO IN DIFFICOLTÀ Nel dettaglio, il dossier presentato nei giorni scorsi dai vertici degli industriali piacentini - il presidente Alberto Rota, il direttore Cesare Betti e il responsabile dell’Ufficio Studi Luca Groppi - racconta di una lieve crescita in termini di occupazione (+0,66%) - Piacenza è nona a livello nazionale - e fatturato complessivo (+0,48%) - in linea coi dati del primo semestre del 2019, che si attestavano su + 0,67% - ; a cui fa da contraltare una contrazione significativa degli investimenti, scesi dell’11,59% rispetto all’anno scorso. Le note dolenti arrivano dal settore più rappresentativo

zioni, è il già segnalato clima di incertezza internazionale, che oltre al calo delle esportazioni verso la Germania vede come campanelli d’allarme principali la Brexit e il Coronavirus. A causa dell’emergenza legata al virus cinese danni sensibili si stanno già registrando in termini di export e di partecipazione alle fiere (molte sono già state annullate, e in quelle che si faranno si prevedono cali di partecipazione del 30-40%): ecco perché Confindustria Piacenza, in sinergia con la sede centra-

GLI INVESTIMENTI SI CONTRAGGONO, MA LA FORMAZIONE È AL TOP Come anticipato, il dato più allarmante riguarda gli investimenti, calati in un anno più del 10%. In questo caso i due settori che denunciano dati negativi sono quello delle industrie varie (-26,81%) e quello meccanico (-2,50%), mentre rimangono in terreno positivo il settore dei materiali edili (+7,76%) e quello alimentare (+6,20%). Un quadro aggravato anche dall’aumento (+ 5%) della percentuale di imprese che non hanno effettuato nell’anno investimenti. Tuttavia, in questo trend al ribasso, i dirigenti di Confindustria valutano con

“Boccate d’ossigeno” arrivano invece dalle voci “alimentare” (+2,43% fatturato complessivo), “materiali edili” (+3,52%) e “industrie varie” (+1,85%), sotto il cui cappello sono raggruppati, tra gli altri, il settore tessile, dell’arredamento e del legno. Importante sottolineare come il settore alimentare sia l’unico che mostra performances di alto livello nelle esportazioni (+4,87%), segno di un comparto che - come evidenzia il rapporto - è dotato di grande potenzialità di penetrazione nei mercati esteri, grazie ad una

soddisfazione l’incremento degli investimenti nel campo della formazione: come si legge nel report, infatti, è questa l’area aziendale - indicata dal 64% del campione intervistato - che svetta sulle altre in termini di sforzi economici degli imprenditori. Seguono con il 53% l’area dell’ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e con il 47% quella della ricerca e sviluppo. “Segno - ha evidenziato il presidente Rota - che gli imprenditori sempre più si stanno convincendo del fatto che i dipendenti costituiscono il reale valore aggiunto di un’azienda”. UNA TASK FORCE CONTRO GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS Analizzando poi i fattori di criticità ed ostacolo alla realizzazione degli investimenti, il dossier mette al primo posto la difficoltà di reperimento di risorse umane, attribuibile principalmente alla incompatibilità tra le figure ricercate dalle aziende e quelle disponibili sul mercato. Ciò che però in previsione preoccupa maggiormente gli imprenditori, soprattutto perché ridurrà le possibilità di assun-

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DAVE LIEBMAN e RICHIE BEIRACH

07/03 martedì

10/03 domenica

“Forgotten Fantasies Revisited” Piacenza - XNL

GIANLUCA PETRELLA e PASQUALE MIRRA Piacenza - XNL (coproduz . XNL Piacenza Contemporanea)

15/03

GIULIO OTTANELLI “QUASAR”

sabato

BRIGHT

21/03 venerdì

27/03 domenica

05/04

RA SS EG NE CO LLA TE RA LI

Stradella (PV) - Teatro Sociale (coproduz . Teatro Sociale di Stradella)

ing res so libe ro

TI I ENAL EVER AT LL CO

BOOM DELL’ALIMENTARE

Nella foto al centro, da sinistra, il direttore di Confindustria Piacenza Cesare Betti, il presidente Alberto Rota e il responsabile dell’Ufficio Studi Luca Groppi

elevatissima qualità dei prodotti e ad una percentuale di fatturato esportato ancora limitata.

L’analisi evidenzia un segno meno nel fatturato complessivo (-2,06%) da ricondurre principalmente alle difficoltà dell’export della nostra provincia: quello meccanico. L’analisi di Confindustria evidenzia un segno meno nel fatturato complessivo (-2,06%) da ricondurre principalmente alle difficoltà che incontra l’export. Se infatti da un lato il mercato interno fa registrare un +1,27%, dall’altro le vendite all’estero diminuiscono del 4,05%. Cause principali? La crisi del settore automotive in Germania, il generale rallentamento di Cina, Brasile e Russia e le incertezze portate dalle politiche daziarie.

le, ha creato una task force che ha come obiettivo principale quello di dare sostegno di tipo legale agli imprenditori, anche in relazione alle criticità che riguardano i dipendenti, molti dei quali spaventati dall’idea di affrontare viaggi o aprire pacchetti provenienti dall’oriente.

THE COOKERS

IL JAZZ AL CENTRO

Aperitivi swing Centro commerciale “Gotico”

la domenica ore 17:30

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PIACENZA SUONA JAZZ

9 Concerti nei pub di Piacenza e provincia

DONATORI DI MUSICA IL JAZZ VA A SCUOLA JAZZ BRUNCH JAZZ BREAKFAST MASTERCLASS JAZZ PEDIBUS PRESENTAZIONE DI LIBRI CONFERENZE INCURSIONI JAZZ JAZZ BUS JAZZ & IMPRO TEATRALE SPECIALE “ROSA PARKS” SPECIALE “ORNETTE COLEMAN”

Piacenza - Salone degli Arazzi ore 18:00

ENRICO RAVA e JOE LOVANO 5ET “Roma” Piacenza - Salone degli Arazzi

AVISHAI COHEN’S BIG VICIOUS Piacenza - President ( coproduz . Crossroads )

BLUES ON BACH

“The music of John Lewis”

Enrico Pieranunzi Trio e gruppo strumentale JAS & OFI diretto da Michele Corcella Piacenza - Spazio Rotative ore 18:00

INFO e PREVENDITE

info@piacenzajazzclub.it biglietti@piacenzajazzclub.it tel. 0523 579034 - 366 5373201

Inizio concerti 21:15 (tranne il 15/3 e 5/04)

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20 febbraio 2020

ASSEMBLEA CONFCOOPERATIVE “Costruttori di Bene comune”, i temi dell’assemblea

“Costruttori di bene comune. Risposte nuove a nuovi bisogni”. È con questo slogan che Confcooperative Piacenza il prossimo lunedì 24 febbraio andrà al voto per rinnovare le cariche sociali e tracciare le linee di sviluppo del quadriennio a venire. I lavori congressuali avranno luogo presso l’ex Chiesa del Carmine, in Piazza Casali 10, di recente restituita all’utilizzo della città. La giornata sarà divisa in due momenti, una prima sessione pubblica, dalla 9,00 alle 11,30, ed una parte, a seguire, riservata agli associati, che si concluderà alla 13,30. L’incontro si aprirà con la relazione del presidente uscente, Daniel Negri, che ripercorrerà quanto di rilevante ha compiuto l’associazione nel corso del suo mandato, sottolineando anche i notevoli cambiamenti economico-sociali che hanno fatto da cornice all’operare del mondo cooperativo. Proprio per sottolineare gli elementi di contemporaneità più caratterizzanti sono infatti previsti, dopo il saluto delle autorità, due interventi. Il primo avrà per tema il mondo della cooperazione di Comunità, e sarà condotto da Giovanni Teneggi, accreditato come massimo esperto della tematica. “Cooperative, quando la Comunità diventa un’impresa” è il titolo della relazione con cui Teneggi

illustrerà lo strumento che il mondo cooperativo ha ideato ed applicato nelle zone più fragili del Paese, dove l’abbandono, la distanza dai centri urbani, ed il venir meno anche dei più elementari servizi ha trovato una possibile risposta nella progettualità e condivisione dei residenti, che si riuniscono per rilevare e gestire ciò che il mercato non

permette più di sostenere (un bar, uno spaccio, centri di aggregazione e/o di primo soccorso medico, …). Gli farà seguito Pierpaolo Baroni che, con il tema “Dalla crisi alla rinascita dell’impresa”, esplorerà il fenomeno del cosiddetto “workers buyout”, ovvero quella formula già ampliamente applicata che, al seguito di un fallimento aziendale (sempre più frequente) vede i lavoratori organizzarsi in cooperativa per rilevare l’attività e riavviarla secondo canoni di condivisione e mutualità, sotto una ‘governance’ totalmente partecipata dal basso. Opzione che, spesso, ha dato buoni risultati e permesso a migliaia di persone di conservare, con il posto di lavoro, un reddito familiare. Dopo il coffee-break partiranno invece le fasi più propriamente assembleari con gli interventi dei delegati e l’elezione sia degli organi sociali provinciali sia dei delegati all’Assemblea regionale e nazionale. Tale momento è stato preparato nei giorni scorsi con una riunione dei dirigenti delle cooperative che ha prodotto un report che evidenzia criticità e punti di forza del comparto piacentino. Tale documento verrà consegnato ai nuovi amministratori affinché possano trarne spunto per il loro agire.

Corvi: “Attenzione ai giovani e priorità ai contesti fragili” Il direttore di Confcooperative evidenzia gli aspetti di condivisione, partecipazione e solidarietà che contraddistinguono l’approccio cooperativo (fg) L’attenzione ai giovani e ai contesti fragili è prerogativa di Confcooperative: in previsione dell’assemblea provinciale del 24 febbraio - dal tema “Costruttori di bene comune” - il direttore, Nicoletta Corvi, evidenzia gli aspetti di condivisione, partecipazione e solidarietà che contraddistinguono l’approccio cooperativo, e l’impegno costante verso le giovani generazioni e nello sviluppo di nuove progettualità, in sinergia con il territorio. “Le cooperative - evidenzia Nicoletta Corvi, direttore di Confcooperative Piacenza –

creano opportunità lavorative e crescita economica anche in quei contesti fragili, (come aree interne e zone svantaggiate) che spesso vengono dimenticati”. Ne sono esempio le numerose esperienze di “cooperative di comunità” che si sono costituite negli ultimi tre anni sull’Appennino Piacentino: si tratta di nuove esperienze di imprenditoria comunitaria – molte delle quali nascono per iniziativa di under 30 - aventi l’obiettivo di creare occupazione e sviluppo in quei territori dove nessuno vuole più investire. “Le cooperative di comunità – aggiunge il

direttore di Confcooperative – non si limitano a recuperare e a valorizzare il territorio in ambito turistico ma sono autentiche promotrici di “valore sociale”. Attraverso l’approccio partecipativo – che è proprio della formula cooperativa - esse creano lavoro per il territorio e garantiscono una continuità economica che – anche sul lungo periodo – è in grado di produrre risultati concreti e duraturi”.

Sociale: “Siamo anticipatori dei bisogni del territorio”

Il direttore di Confcooperative evidenzia, inoltre, come il modello cooperativo “riesca ad anticipare – più di ogni altro – i bisogni sociali di ciascun territorio”, grazie alle proprietà intrinseche in esso contenute: partecipazione, gestione democratica d’impresa, flessibilità, uguaglianza, solidarietà e mutualità. “E’ attraverso tali valori – spiega Corvi – che la cooperazione è capace di rispondere in maniera immediata all’evolversi dei bisogni societari”. Nel corso degli anni le cooperative associate a Confcooperative hanno intercettato le emergenze

sociali espresse dal territorio: sono nati, infatti, – solo per citarne alcuni - i progetti di contrasto al gioco d’azzardo (Iceberg), di lotta alla violenza di genere (#MiFidoDiTe.MiFidoDiMe) e numerosi programmi contro la dispersione scolastica .

Giovani: “Ascolto e accompagnamento”

L’impegno nei confronti delle giovani generazioni è ai primi posti dell’agenda di Confcooperative: “In questi anni abbiamo accolto ed accompagnato tanti giovani desiderosi di sviluppa-

re un progetto imprenditoriale”, sottolinea Nicoletta Corvi, la quale ricorda come la società cooperativa sia più facilmente accessibile agli under 30 (“non richiede grossi investimenti di capitale”) e si presti maggiormente ad un’organizzazione del lavoro in team (“grazie alla gestione democratica di impresa consente ai giovani di lavorare insieme, dividendo responsabilità e compiti”). A questo proposito, sono sorte sul territorio piacentino numerose esperienze di coworking (che offrono spazi condivisi e contesti flessibili e dinamici) e diverse cooperative di professionisti che lavorano in rete (offrendo servizi specifici e complementari) pur mantenendo la propria autonomia lavorativa. “Queste formule innovative – evidenzia Corvi - consentono di rispondere in maniera maggiormente efficace alle molteplici richieste del territorio e – al tempo stesso - di accrescere la competitività della cooperativa stessa, sul mercato”.

Mutualità: “Assistenza e tutela ai soci” Fondamentale è, infine, l’aspetto mutualistico della cooperazione: “Attraverso il nuovo progetto #conciliamo – che coinvolge sei cooperative socie – intendiamo favorire, aggiunge Corvi, il benessere in azienda attraverso servizi innovativi indirizzati al miglioramento dei tempi di vita e di lavoro e alla tutela dei soci”. Il nuovo bando nazionale è stato istituito a fine anno per offrire un sostegno finanziario ai progetti di welfare aziendale con l’obiettivo di favorire l’occupazione femminile, il riequilibrio dei carichi di lavoro fra uomini e donne, il sostegno alle famiglie e la tutela della salute. Rientrano (fra i tanti) i servizi di: telelavoro, integrazione dell’assistenza sanitaria, banca del tempo, bonus bebè, facilitazione rette per i servizi a bambini e ad anziani, formazione, accompagnamento e rientro dalla maternità e molto altro ancora. Nella foto in alto il direttore di Confcooperative Piacenza Nicoletta Corvi


20 febbraio 2020

ASSEMBLEA CONFCOOPERATIVE

Negri: “Cooperazione, lavoro al futuro”

Corriere Padano

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Il presidente uscente di Confcooperative focalizza sul ruolo delle cooperative nello sviluppo del territorio: “Non solo erogazione di servizi, ma un confronto sulle proposte” FRANCESCA LOMBARDI Nel 2019 Confcooperative Piacenza ha celebrato con tutti i crismi il 70° di fondazione e, ora (lunedì 24 febbraio 2020, ex chiesa del Carmine) svolgerà la sua assemblea provinciale per il rinnovo dei vertici. Confcooperative porta avanti la storia della cooperazione di matrice e ispirazione cristiana, una storia di donne e di uomini che dal secondo dopoguerra a oggi hanno cercato di rispondere ai bisogni delle comunità in cui si sono trovate ad operare. Risposte che spesso si sono concretizzate in lavoro, sviluppo, benessere. “In realtà - puntualizza Daniel Negri, presidente della centrale cooperativa piacentina - si tratta di una storia che affonda le sue origini alla fine dell’Ottocento e coincide con la Rerum Novarum di Papa Leone XIII (l’enciclica fondativa in materia di dottrina sociale cattolica). Fu la risposta cattolica ai cambiamenti sociali ed economici di fine secolo XIX e inizio secolo XX. L’associazionismo ‘bianco’ prese il via dalla conoscenza diretta dei bisogni delle famiglie operaie e contadine dell’Italia di allora, agendo nella società e smuovendo coscienze grazie soprattutto all’attivismo di parroci e gerarchie ecclesiastiche. Penso alle Casse Rurali, banche di ispirazione cattolica nate per contrastare l’usura nei confronti dei contadini; penso alle società di mutuo soccorso, alle cooperative agricole e alle cooperative di consumo”. Cos’è cambiato rispetto a oggi? “Intorno, naturalmente, è cambiato il mondo. Ma il principio ispiratore della cooperazione e l’azione di Confcooperative sono sempre consistite nell’offrire risposte al bisogno, settant’anni fa come oggi”. Numeri e dimensioni, quelli sono cambiati eccome. A Piacenza, racconta il presidente Negri, si contano oggi 107 cooperative per un totale di 6mila soci. Coop che operano nei settori dei servizi, nell’agroalimentare, nel sociale, nel settore abitativo, nella cultura, nel turismo, nello sport, nella sanità. Quali sono i settori principali di intervento? “La provincia di Piacenza è terra di solidissima tradizione agricola con punte di diamante nella filiera Dop del Grana Padano, nella produzione del pomodoro da industria, nella vitivinicoltura e nella produzione di aglio e cipolla. Nell’agroalimentare la cooperazione ha un ruolo rilevante sia dal punto di vista numerico sia in termini di traino e innovazione, oggi il filone che più marcatamente caratterizza l’agire delle nostre cooperative, è quello salutistico-ambientale, legato al concetto di economia circolare e di sostenibilità. La applichiamo a allevamenti e caseifici, vigne e cantine, campi e strutture di trasformazione e confezionamento.

Non mancano ovviamente i problemi e le criticità ma la formula cooperativa, che oltretutto mira a raggruppare le aziende e permette loro di superare la parcellizzazione produttiva e rendersi visibili sul mercato, proprio per questo è ancora valida, consentendo di guardare al futuro, incerto per defizione, con ragionevole fiducia”. Altri ambiti chiave, per quanto riguarda la diffusione delle cooperative bianche, sono il lavoro e i servizi, ossia la cosiddetta Produzione e Lavoro. “In questo campo contiamo alcune migliaia di soci-lavoratori. Si va dai settori tradizionali (pulizie, movimentazione merci, edilizia) a settori mag-

fiscale riuscirà a mettere fine alle società “apri e chiudi” utilizzate per evadere l’IVA e le imposte che siano false coop o srl o addirittura srls”. Quindi il settore della cooperazione sociale, settore che porta con sè una importante peculiarità: la piacentinità. “La cooperazione sociale piacentina – prosegue Daniel Negri - ha scelto di radicarsi con forza sul territorio. Ha costruito servizi propri investendo sui propri soci. La collaborazione con la facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica, grazie a un costante lavoro di interscambio, ha consentito il collocamento di neo laureati nelle coop sociali: è un esempio di collaborazione virtuosa,

“Focus su due tematiche di stretta attualità: le coop di comunità e il progetto Workers buyout” giormente diversificati e innovativi (coop tra professionisti, fotografi, informatici). Il settore della produzione e lavoro è quello che maggiormente ha sofferto di difficoltà e crisi dovuto essenzialmente a concorrenza sleale. Vedremo a breve se il recente decreto

ormai consolidata. Ed è anche per queste ragioni che ritengo che la cooperazione sociale debba essere considerata come un patrimonio della comunità e che debba essere vissuta dai soggetti committenti come un partner stabile da coinvolgere precocemente, ovvero già in

fase di progettazione dei servizi. Voglio dire che, con la qualità raggiunta, la cooperazione non può essere vista come semplice erogatrice di servizi, sottoposta alla “Spada di Damocle” di gare in cui il massimo ribasso rischia ancora di prevalere”. Daniel Negri, presidente uscente, sottolinea un tema assai caro a Concooperative, riassunto efficacemente nello slogan assembleare del 24 febbraio: “Costruttori di Bene comune”. “ Lo sviluppo della cooperazione - spiega Negri - ha ricadute positive su tutto il territorio e il nostro intento, come movimento cooperativo, consiste nel costruire, insieme agli enti pubblici, un rapporto sinergico, di fiducia, col territorio medesimo”. Di tutto questo, naturalmente, si parlerà nell’assemblea del 24 febbraio. La relazione del presidente verterà sullo stato della cooperazione bianca piacentina, ne enucleerà punti di forza, criticità; formulerà richieste e proposte alla politica, approfondendo due tematiche di stretta attualità: le cooperative di comunità e il progetto Workers buyout. “In entrambi i casi – spiega Negri – si tratta di un ritorno al passato. Per quanto riguarda le coop di comunità, la cooperazione fin da quando è iniziato lo spopolamento delle montagne è stata una delle poche forze capaci

di spendersi per mantenere il lavoro e i servizi in montagna. Nel corso del mio mandato abbiamo lavorato molto su questo tema, ad esempio con il progetto “Una montagna di imprese”, iniziativa ideata per far capire che anche sul nostro

zienda)]. E’ la formula in virtù della quale da diversi anni, anche in Italia, è possibile salvare attività e dipendenti nella crisi della propria azienda. Il caso classico è quello di un’azienda in procedura fallimentare con i lavoratori che diven-

“Ai neo consiglieri regionali proporremo cosa può essere d’aiuto per fare impresa in montagna” Appennino è possibile creare e sviluppare impresa e lavoro”. “In questi anni sono nate in montagna alcune cooperative, giovani per definizione, come Brainfarm, che opera negli ambiti marketing strategico, comunicazione e tecnologie informatiche, turismo e si sta consolidando CoolTour che propone azioni di sensibilizzazione per avvicinare un numero sempre maggiore di turisti al patrimonio culturale, storico e naturalistico di Bobbio e della Val Trebbia”. “L’assemblea sarà l’occasione – aggiunge Negri – per far presente ai neo consiglieri regionali cosa può essere d’aiuto per fare impresa in montagna”. E infine l’altro tema: il Workers Buy Out, [letteralmente: lavoratori che rilevano (un’a-

“Costruttori di Bene comune. Risposte nuove a nuovi bisogni”

tano protagonisti unendosi in cooperativa, rilevandone l’attività. “Si tratta di un fenomeno che ha salvato centinaia di posti di lavoro – spiega Negri – ma che sul nostro territorio non ha ancora preso piede. Chiediamo quindi il supporto della politica e del sindacato perché in presenza di alcune tipologie di crisi di impresa questo modello può rivelarsi molto efficace. Anche noi, anche il nostro territorio, dobbiamo essere in grado di ricorrere, se purtroppo necessario, a questa formidabile risorsa”. Nella foto in alto il presidente uscente di Confcooperative Piacenza Daniel Negri durante l’evento che ha celebrato i 70 anni della centrale cooperativa


Corriere Padano

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WEEKEND

Torna il Carnevale Popolare di via Roma Ponchielli di Piacenza per poi lasciare spazio a Carnevale Ex Tradizionale a cura di TADAM e Incongruo. Alle 16.30 Petit Pas offrirà uno spettacolo di Maschere danzanti in attesa della Sfilata delle maschere Popolari con Pappa e Pero delle 17, a seguirà ci sarà la premiazione delle maschere più belle. Da non dimenticare anche le prove perfomance circo&danza (11-25 anni) dalle 10-13 e prove perfomance maschere&danza (7-10 anni) alle 14.30.

Torna il Carnevale Popolare che riempie il Quartiere Roma di maschere, bancarelle, artisti di strada, sfilate e tanto divertimento. L’appuntamento è per domenica 23 febbraio in via Roma e ai Giardini Merluzzo a partire dalle 14. Si parte con il Pronto soccorso maschera alla Fabbrica e Nuvole dove sarà possibile crearsi una maschera con le Tagesmutter della Coop L’Arco. Alle 15 le strade saranno invase dal Corteo Mascherato condotto dalla Banda

Al Milestone aspettando il Piacenza Jazz Fest

Domenica la finale della sezione “Speciale Emilia-Romagna” Appuntamento domenica 23 febbraio al Milestone per la Finale della sezione “Speciale EmiliaRomagna” del Concorso Bettinardi, giunto con questo incontro alla chiusura definitiva. Questa nuova sezione è stata inaugurata dal Piacenza Jazz Club in collaborazione con Bologna in musica grazie all’ausilio della nuova “Legge Musica” varata nel 2018 dall’Assemblea Regionale dell’Emilia-Romagna. Il progetto si è proposto di andare alla ricerca delle formazioni giovanili più interessanti che disputeranno la finale domenica per vincere la registrazione, realizzazione e promozione di un CD con brani originali e di un videoclip oltre a una residenza formativa e la promozione del disco in alcuni club dell’Emilia-Romagna a spese del concorso stesso. Sul palco del Milestone saliranno quindi i finalisti: Duke Juice, Enrico Cristofani Trio, Nuwa, Pablo Died e Past1. Conclusa la serata finale del Concorso Bettinardi, è tempo di prepararsi per il primo appuntamento ufficiale di questo Piacenza Jazz Fest 2020 che si terrà sabato 29 febbraio alle 21.15 presso lo Spazio Le Rotatibe di Piacenza. In programma

20 febbraio 2020

Ultimo appuntamento con “Giallo e Nero” Sarà la scrittrice Rosa Teruzzi a chiudere la rassegna “Giallo e Nero” organizzata dalla Biblioteca PasseriniLandi. L’appuntamento è per sabato 22 febbraio alle 17,30 presso il Salone Monumentale della Biblioteca. La scrittrice milanese presenterà insieme alla bibliotecaria Benedetta Barbieri il suo ultimo libro pubblicato dalla casa editrice Sonzogno, “Ultimo tanto all’ortica”. Un giallo ambientato in una Milano contemporanea che conserva il sapore di quella di ieri che ha come protagoniste la romantica fioraia Libera e l’eterna hippie Iole. Le due “detective” che animano anche gli altri libri di Rosa Teruzzi riescono ancora una volta a sorprendere il lettore con le loro invenzioni e lo accompagnano in un giallo tenero e duro, dove ognuno ha un segreto e insieme un buon motivo per mentire. È una sera umida di fine agosto, alla periferia di Milano. Sotto le luci intermittenti della balera dell’Ortica, tutti gli sguardi sono puntati sul corpo sinuoso di Katy, che danza un tango sensuale allacciata al suo cavaliere e che poi, appena la musica finisce, fugge via. Quella stessa notte, fuori dal locale, viene trovato il cadavere di un giovane uomo, assassinato a colpi di pistola: era un ex di Katy, geloso e molesto, che la pedinava e la perseguitava. Chi l’ha ucciso? Forse la stessa Katy? Forse un altro spasimante? Per il delitto, però, la polizia arresta un personaggio insospettabile, il maggiordomo di una dama dell’alta società milanese. Sarà proprio questa signora ad assoldare Libera, la fioraia detective, e la sua eccentrica madre Iole, perché lo tirino fuori dai guai.

“Il cerchio delle donne”, concerto contro la violenza il doppio set di grande spessore composto da Clarissa Colucci Quartet e Tom Harrell Infinity. Tanta musicalità corroborata da un forte senso del Blues, queste le caratteristiche attribuite a Clarissa Colucci, vincitrice lo scorso anno del Concorso Nazionale “Chicco Bettinardi” per Nuovi talenti del Jazz italiano e quindi presentata in cartellone ad aprire addirittura il concerto inaugurale del Piacenza Jazz Fest 2020. Il quartetto propone un repertorio principalmente

incentrato sulle melodie dei grandi compositori come Cole Porter, Harold Arlen e Horace Silver che mettono in luce le potenzialità della voce come strumento solista e leader del gruppo. Nel secondo set un quintetto che probabilmente non ha eguali sulla scena internazionale. Tom Harrell, classe 1946, ha ormai da tempo raggiunto le vette della musica afroamericana e i suoi concerti sono garanzia di qualità sopraffina. Da qualche

anno ha abbandonato la scrittura per grandi organici per dedicarsi al suo attuale quintetto, formato dal saxofonista Mark Turner, dal chitarrista Charles Altura, dal contrabbassista Ben Street e dal batterista Johnathan Blake. Il tour mondiale per la presentazione del loro recentissimo album di inediti dal titolo “Infinity”, fa tappa allo Spazio Rotative in quella che si può definire un’occasione unica da cogliere al volo.

Dietro il naso rosso, spettacoli comici non banali al Teatro Trieste Trentaquattro Un week end all’insegna della comicità quello organizzato per venerdì 21 e sabato 22 dal Teatro Trieste Trentaquattro all’interno della rassegna “Dietro il naso rosso”. In programma per venerdì uno spettacolo comico di body percussion dal titolo “Sbadabeng ovvero l’arte di prendersi a schiaffi”, scritto e interpretato da Anselmo Luisi. Sul palco un uomo, da solo, nessun oggetto e nessuno strumento se non il proprio corpo. La performance consiste in una serie di sketch che partono da un pretesto musical, ovvero fare musica usando solo il corpo, e si evolvono con contaminazioni di mimo e teatro comico. Sabato è invece la volta di Serena Vergari con il dramma comico clow-

nesco “Holy Boobs”, con la regia di Paolo Gargiulo. Una donna comune, con l’ossessione del bello, stanca di non essere più all’altezza dello stereotipo imposto all’immaginario collettivo, proverà in tutti i modi a essere accettata e ad accettarsi, fino al punto di stravolgere totalmente il suo aspetto, intervenendo chirurgicamente sul proprio corpo. Gags clownesche si susseguiranno al servizio della storia, generando empatia con il pubblico, che dopo aver riso per tutto lo spettacolo, si ritroverà a provare pena per quella ragazza tanto ingenua e insicura. Per informazioni sugli spettacoli: 329 8521350, www.trieste34.com e info@trieste34.com

Gli Amici della Lirica di Piacenza organizzano in collaborazione con Opusmedica un omaggio speciale alle donne sabato 22 febbraio 2020 alle ore 17 presso l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano a Piacenza, in via Santa Eufemia, 12. Protagoniste assolute di questo pomeriggio musicale saranno la compositrice e musicista brasiliana Catarina Domenici al pianoforte e il soprano Susie Helena Georgiadis che darà voce alle composizioni, in un concerto-dibattito contro il dolore e la violenza sulle donne dal titolo: “Il cerchio delle Donne: nuove canzoni per vecchie ferite”. Il concerto è una narrazione autobiografica sotto forma di musica. Le canzoni sono state composte dopo un evento di “ri-traumatizzazione” che ha fatto rivivere alla compositrice vecchie ferite di abbandono, abusi ed impotenza. In questo momento di profondo dolore e solitudine, il ricordo delle esperienze e dell’apprendimento vissuti con le sue Maestre è servito da supporto per questa ricerca interiore. Le canzoni sono unite dal tema della costruzione dell’identità femminile con il cerchio come metafora del processo di integrazione nella sfera individuale e sociale. I pezzi presentati sono caratterizzati dall’ibridismo di stili e tecniche della musica popolare, del jazz e del repertorio della musica da concerto. Alla conclusione del concerto seguirà un breve dibattito cui parteciperanno il dott. Augusto Pagani, Presidente dell’Ordine dei Medici di Piacenza, la d.ssa Anna Maria Andena, Presidente Donne Medico, la D.ssa Federica Sgorbati, Assessore alle Pari Opportunità di Piacenza e il dott. Roberto Casale responsabile scientifico della Associazione Italiana Fibromialgia, come moderatore. Il concerto è ad ingresso libero e gratuito.

Al Duse di Cortemaggiore arriva “Manouche”

Ritornano sul palco del teatro Duse di Cortemaggiore i Traatori sabato 22 febbraio alle 21 con un nuovo spettacolo d’improvvisazione. Il pubblico magiostrino ha già più volte apprezzato le loro performance in varie tipologie di spettacoli, dal dialettale al surreale; perciò anche quest’anno l’Associazione turistica in collaborazione con l’amministrazione comunale hanno deciso di confermare la presenza. “Marcello Savi, Elia Orsi e Leonardo Cagnolati sono i 3 protagonisti di Manouche: il loro incontro darà vita a un mondo tragicomico, al limite del paradossale, in cui i 3 inventano, improvvisano, si lanciano sulla scena come veri acrobati seguendo la scia del suggerimento perfetto.

I loro destini si incroceranno dando vita ad avventure surreali e tragicomiche. Da veri funamboli della scena, i 3 gitani romantici e

spregiudicati uniranno in questo spettacolo clownerie e improvvisazione, a seguito di un’elaborazione di un anno di lavori, con la collaborazione di due attori di fama internazionale, Nicole Ratjen e Diego Ingold, esperti di mimo e pantomima. Manouche vi porta in un universo rocambolesco: come lo indica il titolo, Manouche ha infatti un’anima avventurosa, uno spirito vagabondo, un viaggio nomade attraverso eventi, emozioni, luoghi e colori incontrati strada facendo. La carovana di Manouche non si sposta mai senza i suoi musicisti: questa volta la chitarra gitana di Alessandro Ricci e di Marco Tacchini, il contrabasso di Francesca Alinovi.

Giornale indipendente: distribuito gratuitamente nella città di Piacenza e nei comuni limitrofi attraverso espositori posti nei luoghi di aggregazione e passaggio. Direttore responsabile: Giuseppe De Petro. g.depetro@corrierepadano.it

Editore: Sumarte S.R.L. Largo Erfurt, 7 29122 Piacenza Tel. 345 8004819 www.corrierepadano.it Pubblicità Sumarte S.R.L Pubblicità 29122 Piacenza Largo Erfurt,7 Tel. 335 5620636 E-Mail: infosumartepubblicita.it Stampa: FDA Eurostampa Srl Borgosatollo (BS) Registrazione Tribunale di Lodi n.162 in data 20/07/1983

Associato Unione Stampa Periodica Italiana


20 febbraio 2020

Corriere Padano

VAL D’ARDA

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A Fiorenzuola carri e colori: arriva la Zobia

Sabato 22 e domenica 23 febbraio si festeggia la 38esima edizione del Carnevale che porta in piazza grandi e piccini

Con San Valentino alle spalle, l’evento di febbraio che i piacentini attendono con impazienza è senza dubbio la Zobia, il carnevale che dal 1960 affolla le strade di Fiorenzuola con artisti di strada per dare vita a un vero e proprio teatro d’improvvisazione a cielo aperto. Quest’anno l’appuntamento è per sabato 22 e domenica 23 febbraio per due giorni di baldoria paesana all’insegna di vino novello, gastronomia, inventiva e follia. Sono tantissime le associazioni che si uniscono ogni anno per dar vita al Carnevale che quest’anno è dedicato a Luigi Barbieri, attore di strada scomparso da poco: Pro Loco di Fiorenzuola e Baselica, Club Cinefotografico, Alpini, Associazione Nazionale carabinieri, quartiere la Torchina e Prati Rosili. Carri e carretti fungono da scenografia e sono realizzati a mano dai partecipanti stessi con materiale riciclato o di recupero. Quelli iscritti alla gara sfilano fino alla piazza principale, dove ognuno inscena poi

il proprio spettacolo davanti a una giuria speciale. Può partecipare chiunque, basta che i carri vengano iscritti online a www.zobiafiorenzuola.com entro il 18 febbraio; mentre i carretti (gruppi) non hanno bisogno di iscrizione formale: basta presentarsi all’ingresso della piazza. Al miglior carro viene assegnato il Palio, da custodire fino all’anno successivo, al miglior carretto (gruppo) il Paliotto. Una sola regola: in Zobia non si possono usare maschere. Il nostro, infatti, è l’unico carnevale in Italia “a volto scoperto”, al fine di esaltare mimica ed espressività. Un carnevale semplice e genuino, dove non c’è da aspettarsi grandi carri allegorici cartapestati o gigantesche figure semoventi. Un carnevale vivo e sentito, fatto dalla gente per la gente. Allo stand gastronomico di Pro Loco Fiorenzuola d’Arda e Quartiere la Torchina in Piazza Marsala troverete una

selezione di prodotti tipici: vin brulé, anolini da passeggio, salame cotto, chisolini, e tante altre delizie. Ma non mancheranno giochi per bambini, e una selezione di Street Food e TruckFood da tutta Italia che occuperanno Piazza Molinari da mezzogiorno di sabato 22.

SFILATA CARRI - Centro Storico Sfilata di carri, paliotti, coppie e singoli per le vie del centro.

IL PROGRAMMA

ore 01.00 Zobia AfterParty - Felix Pattinaggio, Campo sportivo 2 A cura di Mad Night Crew Info: Luca 3280922250 Mana 3391775813

GIOVEDì 20 FEBBRAIO dalle 09:30 alle 12:00 In collaborazione con l’Istituto comprensivo, l’associazione organizza la “Scuola Primaria in Zobia”. Ritrovo in piazzale Taverna: ore 9.30. Il carro del comitato aprirà il corteo formato dalle classi aderenti al progetto fino in Piazza Caduti, passando per via Bressani e via XX Settem-

ore 23.30 Lo Zoo di 105 con Wender e Pippo Palmieri - Piazza Caduti

DOMENICA 23 FEBBRAIO ore 14.30 SFILATA BANDA MAGIOSTRINA ore 15.00

Largo agli “zobiari” per il Carnevale di paese più festoso di sempre bre, a seguire ci sarà l’esibizione dalle ore 10:00 alle ore 12:00. SABATO 22 FEBBRAIO ore 14.30 ZOBIA dei BAMBINI - Piazza Caduti con Avis Comunale Fiorenzuola d’Arda ODV, Mele Verdi Cooperativa Sociale Onlus animazione, musica, e finale con la battaglia dei coriandoli. ore 21.00

SFILATA CARRI - Centro Storico ore 18.00 Gene Gnocchi Band- Piazza Caduti ore 19.00 PREMIAZIONI ore 20.00 BARAONDA FINALE Piazza Caduti con DJ SET di DJ Tubista

Concorso fotografico La Zobia 2020 Macchina fotografica alla mano per immortalare i tanti carri e zobiari che invadono le strade di Fiorenzuola nel week end del 22 e 23 febbraio, e assicuratevi che siano scatti indimenticabili se volete partecipare al concorso che anche quest’anno organizza il Club Cinefotografico di Fiorenzuola. Un modo per provare a intrappolare in un supporto fisico lo spirito leggero che si respira in questi giorni di festa, e renderlo così fruibile anche a chi non ha potuto partecipare. Il concorso fotografico è diventato ormai una tradizione che allunga ancora di qualche settimana la bella atmosfera del Carnevale fiorenzuolano, le foto infatti dovranno essere consegnate alla sede del CCF in piazza Caduti 1 entro l’11 marzo e verranno poi esposte in una mostra che sarà inaugurata domenica 22 marzo 2020 presso la stessa sede del CCF. La mostra sarà anche l’occasione per premiare i fotografi vincitori del concorso. La mostra rimarrà poi aperta al pubblico fino a domenica 5 aprile. La sfida si divide in due sezioni Bianco&Nero e Colorprint, ma la partecipazione a una sezione non esclude l’altra ed è inoltre aperta a tutti con un contributo di 5 euro indipendentemente dalle foto presentate (massimo 4 per ogni sezione). Un’unica raccomandazione: “Il Comitato Amici della ZOBIA chiede che i fotografi presenti all’interno di piazza Caduti durante le esibizioni della ZOBIA non si assiepino attorno alle scenette che i vari gruppi allestiranno nella sera del 22 e nel pomeriggio del 23 febbraio per permettere al pubblico presente di godersi lo spettacolo. Si rammenta, infatti, ai fotografi che i vari carri della ZOBIA ripeteranno lo spettacolo lungo il restante percorso della manifestazione”. Trovate il regolamento completo per partecipare al Concorso Fotografico Zobia 2020 sul sito CCF (ww.cc-f.it) e/o sulla pagina fb (https://www.facebook.com/ cicieffe). Le foto in pagina sono alcune delle vincitrici del concorso fotografico La Zobia 2019

Massimo Conti: “In lieve ripresa il mercato immobiliare” In attività dal 1991, l’agenzia immobiliare Arda Case guidata da Massimo Conti rappresenta una fonte rappresentattiva per elaborare indicazioni sullo stato di salute del mercato immobiliare piacentino. Essendo attiva nella zona che vede Fiorenzuola al centro e che si allarga fino alle porte di Fidenza, Cremona e Piacenza e sviluppando intermediazione e servizi in tutti i settori: abitativo, commerciale, agricolo e industriale. La buona notizia è che si stanno registrando timidi segnali di ripresa: il segno positivo interessa soprattutto il cosidetto “usato”. “L’attività della nostra agenzia ha evidenziato lievi segnali di ripresa – spiega meglio Massimo Conti – soprattutto per quanto riguarda l’usato in buon stato di conservazione degli immobili. Ancora al palo, invece, la compravendita di terreni edificabili e di quelli agricoli. Seppur muovendosi, vanno a rilento gli affitti commerciali, mentre si sta riprendendo lentamente la richiesta di capannoni”. Un discorso a parte meritano gli affitti abitativi ed è Camilla Conti – da circa sei anni al fianco del padre Massimo - a evidenziare come la grande richiesta di immobili in affitto

sconta, purtroppo, la debolezza dell’offerta: “Si è registrata, come si sa, una riduzione dei canoni e quindi diventa ancora più essenziale la ricerca di sicurezza nei pagamenti”. A Fiorenzuola, l’agenzia immobiliare Arda Case (piazza Caduti 25) non si occupa solo di trovare un acquirente o un affittuario per gli

immobili della propria clientela ma si preoccupa anche di garantire ad entrambe le parti la massima assistenza e chiarezza nei passi da compiere per una scelta importante, che determina la qualità della vita quotidiana. Di questo plus si occupa ora con professionalità e passione Camilla Conti: laureata in architet-

tura, dopo avre fatto “gavetta” presso alcune importanti agenzie immobiliari ha affiancato il padre Massimo occupandosi con più attenzione ai servizi ed alimentando sempre più il livello di affidabilità dell’agenzia. “L’attività di intermediazione immobiliare non si esaurisce nel risultato di aver messo insieme due interessi – precisa Camilla – ma si completa svolgendo per conto dei propri clienti l’attività di gestione immobiliare con l’obiettivo di valorizzare costantemente gli immobili e gestire tutti gli atti di amministrazione e messa a reddito, i rapporti contrattuali di locazione e la manutenzione delle proprietà. Un servizio a 360 gradi che permette anche di ottenere certificazioni energetiche, nonché portare a termine pratiche edilizie e catastali. Vorrei poi segnalare come tutto ciò sia possibile anche grazie alla collaborazione di Michela, che da sempre accoglie i clienti di Arda Case”. Segnaliamo i contatti di Arda Case: tel. 0523.981321 - email info@ardacase.it Nelle foto: in alto Camilla Conti, a sinistra Massimo Conti


Corriere Padano

ABITARE

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Case sempre più green grazie alla domotica

Le nuove tecnologie che rispettano l’ambiente e fanno risparmiare

Quando sentiamo parlare di domotica, la prima cosa che ci viene in mente è una casa extra-lusso, dotata di tutti i comfort, ma che è accessibile solamente a gente con le tasche molto piene! In realtà è un insieme di tecnologie molto più accessibili di quanto non si possa pensare vedendole applicate in qualche casa da sogno. Oltre a gestire una casa tramite l’utilizzo di dispositivi intelligenti connessi fra di loro e con l’ambiente circostante, la domotica fa risparmiare sui consumi energetici. Oltre a rispondere alle esigenze degli abitanti e a far delle attività al posto loro, la domotica trova la soluzione per ridurre al minimo gli sprechi, ad esempio con impianti di termoregolazione che decidono quando accendere o meno la caldaia o grazie ad impianti di illuminazione che spengono le luci capendo quando è inutile che restino accese. Ecco che allora anche il risparmio economico è una diretta conseguenza di queste applicazioni ed è anche una comodità perché le funzioni degli impianti possono essere controllate da remoto, creando una sorta di comunicazione tra uomo e macchina Dagli anni ’90, cioè da quando è nato il pensiero di realizzare delle case domotiche, si sono fatti passi da gigante: luci che si accendono battendo le mani, rilevatori di presenza che attivano sistemi di areazione, antifurto wireless. CASE INTELLIGENTI Il fatto che vengano definite case intelligenti riguarda la loro adattabilità alle esigenze degli abitanti, modificando i propri attributi automaticamente, semplicemente analizzando cosa succede all’interno, ma anche all’esterno, dell’edificio: se ad esempio, il

sistema principale osserva che ogni volta che piove d’inverno, voi chiudete le tapparelle e alzate la temperatura della caldaia, dopo un determinato periodo di tempo il sistema domotico lo farà autonomamente. Il fatto che possa gestire un pò tutto quello che riuscite a immaginare (irrigazione, antifurti, serramenti, impianti di climatizzazione) e che lo faccia coordinando il tutto in maniera efficiente comporta solamente vantaggi. Tra gli impianti più importanti che è in grado di comandare un sistema domotico, ci sono sicuramente quelli di riscaldamento e raffrescamento, quello di illuminazione e i sistemi anti-intrusione. Ad esempio, la termoregolazione a zone è un sistema molto furbo per quanto riguarda il risparmio energetico. Non andando a climatizzare tutte le stanze, ma solamente gli ambienti che si utilizzano, scegliendo per ognuno la temperatura desiderata, si ottiene una maggior efficienza del sistema casa rispetto all’impianto tradizionale che riscalda o raffredda l’intera casa. Attraverso l’analisi di dati come l’esposizione delle pareti al sole, l’irraggiamento giornaliero e delle condizioni climatiche, l’impianto può anche decidere autonomamente qual è la temperatura migliore per ogni stanza. Oltre ad implementare la classe energetica dell’edificio, questo tipo di applicazione consente di risparmiare fino al 30% dell’energia abitualmente utilizzata per alimentare caldaie e condizionatori.

rendere la propria casa completamente automatizzata, aumenta il valore dell’immobile stesso (dal 5% fino all’8% a fronte di un investimento che è di solito dell’1% il prezzo della casa); a differenza dei classici lavori di ristrutturazione che possono anche non piacere, qualsiasi acquirente apprezzerà un sistema di automazione dell’immobile. Bisogna in qualsiasi caso pensare alla soluzione ottimale e confezionata su misura per la vostra abitazione, perché non esistono sistemi standard adatti a qualsiasi tipo di edificio.

L’impianto domotico dev’essere realizzato da un tecnico specializzato, progettato all’intero di un più ampio lavoro di ristrutturazione della casa e dev’essere naturalmente a norma di legge. Il prezzo finale dipende da diversi fattori, come il numero di impianti che si vogliono gestire, la configurazione dell’impianto elettrico e il livello di complessità per far interagire tutti i diversi sistemi; chiaramente, anche la geometria dell’immobile è un aspetto fondamentale, in quanto bisogna considerare almeno tre aspetti, come la grandezza, il numero di vani e il numero di punti luce e prese elettriche. In ogni caso si può affermare che la casa domotica è un’opportunità più a buon mercato rispetto a quello che si pensa generalmente, e sta a voi ora informarvi più dettagliatamente rispetto a quella che è la vostra abitazione e a quelle che sono le vostre esigenze.

20 febbraio 2020

Serramenti tecnologici per abitare in sicurezza Cominciando dalle finestre, l’automazione delle ante può favorire la ventilazione naturale degli ambienti della casa, tramite appositi sensori che entrano in azione all’aumentare o al diminuire della temperatura e dell’umidità interna, adattandosi alle condizioni climatiche in stretto rapporto con gli impianti di climatizzazione. I serramenti in alluminio sono perfetti per questo uso perché è possibile dotarli di sensori per la pioggia e il vento, che si chiudono automaticamente quando le condizioni lo richiedono, prevenendo possibili danni. La domotica, abbinata ai serramenti in alluminio, favorisce un notevole aumento della sicurezza, sia nel senso della prevenzione contro le intrusioni, sia nella riduzione del rischio di incidenti, medi o grandi, dovuti a disattenzioni o guasti. I sensori di allarme dei sistemi antintrusione sono collegabili a porte, finestre e oscuranti, segnalano l’ingresso di estranei, oltre all’eventuale rottura di vetri. Inoltre, nella vita di tutti i giorni, ci forniscono informazioni preziose: se stiamo uscendo e abbiamo il dubbio di aver dimenticato una finestra aperta, il sistema ci informa, e possiamo chiuderla senza rientrare. Le applicazioni domotiche integrate ai serramenti in alluminio permettono l’apertura o la chiusura delle finestre da remoto: così, se viene improvvisamente un temporale o una grandinata estiva e abbiamo lasciato le finestre aperte, possiamo chiuderle senza tornare a casa.

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20 febbraio 2020

Corriere Padano

ABITARE

Come ristrutturare casa sfruttando le agevolazioni Da qualche anno i bonus casa hanno permesso di rilanciare il mercato dell’edilizia e, allo stesso tempo, hanno dato la possibilità a molti contribuenti di sostenere le spese e di recuperarne una parte, nel tempo. Ma chiunque abbia avuto accesso alle detrazioni fiscali si è imbattuto nel concetto, poco noto ai più, della ‘capienza fiscale’, la capacità del contribuente di abbattere l’imposta sul reddito utilizzando le detrazioni Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche). Cosa succede dunque per i bonus legati agli

interventi sul patrimonio edilizio esistente? Il bonus ristrutturazione - in vigore fino al 31 dicembre 2020 - ha un limite massimo di spesa pari a 96.000 euro per singola unità immobiliare, sul quale calcolare la detrazione del 50%. È opportuno ricordare che “la detrazione fiscale di 96.000 euro per immobile è annuale a patto che non sia una prosecuzione di una ristrutturazione precedente” come spiega la Circolare 17/2015 dell’Agenzia delle Entrate; pertanto, se un contribuente effettua una ristrutturazione e comunica la fine lavori, qualora l’anno successivo inizi un nuovo intervento sulla stessa unità immobiliare (che non sia ovviamente un prosieguo del primo), potrà nuovamente calcolare la detrazione su una spesa massima di 96.000 euro. Al contrario se i nuovi interventi consistono nella prosecuzione di lavori iniziati in anni precedenti, per determinare il limite massimo delle spese detraibili si deve tenere conto di quelle già sostenute, in modo che il totale

degli anni non superi il limite complessivo di 96.000 euro. COME SI CALCOLA LA CAPIENZA FISCALE? La capienza fiscale si calcola partendo dall’imposta lorda dovuta (indicata nella propria dichiarazione dei redditi) e confrontandola con la rata annuale da detrarre. Se il reddito varia, tale confronto andrà fatto ogni anno. La capienza fiscale è un concetto molto importante; per questo motivo ogni contribuente, per non incorrere in spiacevoli soprese, dovrebbe conoscere la sua capienza fiscale prima di intraprendere dei lavori di ristrutturazione. Va sottolineato che sono detraibili anche le spese sanitarie, quelle relative al mutuo per la prima casa, ai figli a carico ecc. Poichè la capienza fiscale di ogni contribuente è proporzionale al reddito e coincide con l’Irpef dovuta, il complesso delle detrazioni cui il contribuente ha diritto non può comunque eccedere la sua capienza fiscale. Di conseguenza, il contribuente potrebbe ‘perdere’ una parte delle detrazioni.

Ammodernare partendo dal pavimento L’ammodernamento della pavimentazione costituisce per la ristrutturazione edilizia il cambiamento più evidente. Esistono delle tipologie di piastrelle sottili e rivestimenti vari, come il gres porcellanato, il parquet di ultima generazione, pavimenti in resina o in cemento, sovrapponibili a quanto già è esistente, quindi senza obbligo di demolizione. Scegliendo i pavimenti da sovrapporre, è bene tenere presente che gli impianti dovranno passare a parete. D’altro canto, però, il pavimento

che va a rivestire la preesistenza sarà sufficientemente sottile, così da evitare di dover rifilare le porte interne nella parte bassa. Gli spessori

variano dai 3 ai 5 mm. Se l’obbiettivo è quello di dedicarsi solo ad alcune stanze della casa, si dovrà prestare attenzione all’altezza dei pavimenti delle restanti stanze per non creare eccessivi dislivelli poco piacevoli esteticamente. Rendere attuali i nostri interni non è difficile se si rispettano semplici operazioni di preparazione dei supporti: la posa pavimenti deve avvenire su una superficie liscia e pulita, senza buchi o crepe e il pavimento preesistente deve essere incollato perfettamente.

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Come migliorare l’efficenza energetica Secondo l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo ecosostenibile), considerando il Rapporto per i cittadini sull’efficienza energetica 2011, il fabbisogno energetico di una famiglia deriva per il 54% dal riscaldamento, per il 31% dal trasporto, per il 7% dalla produzione di acqua calda e per il rimanente 8% dall’uso di apparecchi domestici e dispositivi elettronici. Proseguendo con semplici interventi su questi fattori, ad esempio utilizzando fonti rinnovabili oppure con opere di fai da te, si potrebbe consumare meno e risparmiare di più (fino al 40% delle spese di riscaldamento e il 20% di quelle per l’illuminazione e gli elettrodomestici). Una maggiore efficienza energetica, quindi, parte dalle nostre abitazioni, adottando dei comportamenti capaci di diminuire le nostre spese energetiche senza rinunciare ai livelli di benessere a cui siamo abituati. Esistono molti modi per migliorare l’efficienza energetica di una casa. Si può intervenire partendo dal risparmio sul riscaldamento e sull’energia elettrica installando impianti solari termico e fotovoltaico, oppure tramite tecniche di isolamento, o seguendo alcuni principi della bioedilizia. Ecco alcune idee: • • • • • •

Utilizzare lampadine a risparmio energetico Acquistare elettrodomestici efficienti, controllando l’efficienza energetica e scegliendo i prodotti con la classe più alta Valorizzare al massimo la luce naturale per risparmiare energia e godere della migliore qualità dal punto di vista della luminosità Scegliere il solare termico per produrre acqua calda Usare termostati e timer per non riscaldare (o rinfrescare) più del necessario (bastano 18-20 °C per il riscaldamento e 23-25 °C per il condizionamento) o quando in casa non c’è nessuno Migliorare l’isolamento termico della casa nei muri, tetti, porte e finestre

Decorazioni artistiche Tinteggiatura interni/esterni Rivestimenti plastici - Stucchi decorativi Verniciatura serramenti Imbiancatura e verniciatura capannoni


Corriere Padano

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PUBBLICITÀ

20 febbraio 2020


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