Cittadini & Salute Aprile 2011

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Editoriale

Sani in una Sanità sana di Angelo Nardi Nell’incessante ricerca di no-

vità sulla nostra salute sarà sempre più determinante, non

solo quanto è bravo il medico, viene meno anche l’interesse per le ultime ricerche scientifiche, più che mai è decisivo sapere lo stato delle finanze del sistema

sanitario. Le risorse per le cure

appaiono buona parte della guarigione, anche perché in caso

di strutture sanitarie inadeguate chi può emigra in organiz-

zazioni più rassicuranti. In ogni caso sapere che la Sanità non ha debiti, che l’Asl non è in deficit, che c’è un buon li-

vello di motivazione della classe medica assume un aspetto sempre più importante nel grado di fiducia con la quale un

paziente si affida al servizio sanitario. Nella Regione Lazio,

assicurano, la Sanità si sta riprendendo. Renata Polverini garantisce sugli effetti della sua cura e garantisce su un si-

stema per la tutela della salute riformato. Questo significa

che è cambiata la logica di gestione: meno sprechi, gestione

più oculata delle risorse, anche se questo comporta rinunce

in termini di servizi territoriale. Il 6 aprile i Ministeri inte-

ressati al controllo della finanzia e della salute hanno accertato che il disavanzo 2010 consiste in 1.044 milioni di euro.

Meglio del 2009 quando il disavanzo si è attestato a 1.419

milioni di euro. Le casse riportano la riduzione del deficit a circa 400 milioni di euro. Tutto questo è stato possibile - a detta di Polverini - eliminando gli sprechi. Infatti il governatore della Regione Lazio ha detto che per l’anno 2011 la riduzione delle aliquote Irap e Irpef rispetto al 2010 permetterà

lo sblocco di ulteriori 200 milioni di euro. La Regione Lazio ha risolto l’ulteriore buco di bilancio emerso nel tavolo di ve-

rifica del 26 ottobre 2010 pari a 1 miliardo e 600 milioni. L’impegno e i sacrifici affrontati per superare questa grave

situazione di disavanzo sono stati dunque sufficienti e utili a dare al Lazio una stabilità economica e finanziaria che

aspettavamo da tempo. Tutto bene. Se non fossero accolte col

beneficio del dubbio dovuto al fatto che la fine della prognosi

riservata viene annunciata da un medico con tutto l’interesse per proclamare la fine dello stato di crisi.

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La controriforma di Brizioli

Nicole Kidman, no al botulino L’aracnide che sollecita erezioni Italiani sempre più grassi e nullafacenti IHG/ L’INTELLIGENZA EMOTIVA

Il sostegno della salute del minore in famiglia Facebook come causa di angoscia Raffreddore allergico, dipende dallo stato sociale Si rimane giovani mangiando bene Bere poco, ma bene “Siamo ancora morti?” Rubrica Prevenzione & Salute

Vitamina B e salvaguardia del benessere fisico Disastro nucleare, si pensa ai contagiati La Pillola

Anche la sanità italiana compie 150 anni

Cittadini & Salute Mensile di informazione Socio-Sanitaria della Provincia di Roma est editore e Direttore Generale Mario Dionisi Direttore Responsabile Angelo Nardi Art Director Antonella Cimaglia Webmaster Mariano Trissati Redazione Via Galletti, 16 00012 Villanova di Guidonia (Rm) e-mail: redazione@cittadiniesalute.it Te l e F a x 0774 529498 - 0774 320278 S ta m p a Fotolito Moggio strada Galli, 5 Villa Adriana (Rm). Registrazione n. 31 del 29 giugno 2010 presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato o spedito alla redazione, non verrà restituto.

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Attualità

La controriforma di Brizioli In un convegno sulla Sanità organizzato dall’Udc la soluzione contro i tagli. Ne emerge che i tagli possono essere evitati ma bisogna iniziare un nuovo metodo di gestione delle risorse.

Nell’Asl RmG il contenzioso con la Regione Lazio si è sostanziato con l’idea di chiudere due ospedali: Monterotondo e Subiaco. Simultanea l’opposizione delle cittadinanze, dei medici, ciascuno a difendere, rispettivamente, meriti, competenze, diritti di area delocalizzata, sbandierando il rapporto tra cittadinanza e posti letto che nei parametri dovrebbe essere quattro ogni mille, mentre nella nostra Asl non si raggiunge nemmeno la metà. E se Subiaco ha conservato una configurazione di ospedale montano, quindi con peculiarità tutte proprie che sfuggono ai tagli, il machete è rimasto sulla testa di Monterotondo e Palombara, che in primo tempo nessuno aveva messo in discussione ma la cui cittadinanza ha voluto sostenere una mobilitazione preventiva. Accanto al vice presidente della giunta regionale Luciano Ciocchetti, nell’incontro di martedì 29 marzo l’Udc ha messo insieme il gotha della sanità locale: Antonino Gatto, Primario di Monterontondo, Giuseppe Gentile, Primario cardiologia ospedale Monterotondo, Michele Marazza, Dirigente medico ospedale Palombara.

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Giuseppe Garritano, Dirigente medico Casa Salute Palombara. Superare baronie e campanilismi, in quintessenza è questo il piano Udc per il risanamento della Sanità. Sì perché un tema ricorrente nell’incontro ha toccato proprio l’impenetrabilità del comparto medico ospedaliero operativo al San Giovanni Evangelista. “La Regione come ente mediatore tra le necessità delle persone e le risorse in dotazione per la Sanità. Una task-force che analizzi compiutamente i costi che gravano sulla sanità”. Ha spiegato a margine del convegno Michele Pagano, Presidente Udc della provincia romana. L’intervento è quello di Ciocchetti. “La Sanità - ha chiarito nella nostra regione ha speso ogni anno dodici miliardi anche se i trasferimenti dallo Stato erano di dieci. In questo modo in dieci anni il debito è lievitato a dieci, più cinque miliardi di debiti pregressi compensati da mutui che stiamo attualmente pagando. L’obiettivo del piano regionale è arrivare a spendere secondo i trasferimenti dello Stato centrale più le risorse che arrivano da Ir-

pef e Irap, pari a 800 milioni l’anno - le più alte tra le regioni d’Italia. Nel 2012 contiamo di arrivare a pareggio di bilancio”. E chiarisce: “Dobbiamo superare quel mito degli anni Settanta per cui la Sanità si fa tutta dentro l’ospedale, per cui tutte le realtà nosocomiali diventano generaliste. Quando parliamo di Sanità, come organizzazione di servizi nella società, dobbiamo pensare anche a poliambulatori, a tanti servizi a sostegno della società come l’assistenza domiciliare per cui nel Lazio si spendono solo 62 milioni di euro. E poi c’è un problema di organizzazione: tagliare gli sprechi, i doppioni o i tris in ogni azienda sanitaria. In ciascuna Asl basterebbe un solo reparto di chirurgia e ortopedia”. Molto atteso anche l’intervento del direttore generale della Asl RmG, Renzo Brizioli. “I medici non debbono pensare a difendere il proprio reparto, la propria struttura, la maglia da sostenere è l’Asl RmG!” Ma anche sulla collaborazione tra diverse realtà nosocomiali è stato chiaro: “Bisogna risolvere i problemi di un paziente in questa azienda prima di rivolgersi altrove. Quindi definire un codice di tracciabilità del paziente che se trasferito in altra realtà sanitaria deve essere seguito da quella che l’ha preso in cura origianariamente”. Sui timori di w w w.cittadinies alut e.it


Attualità smantellamento delle realtà nosocomiali di Palombara e Monterotondo Brizioli ha affermato che nel suo piano, consegnato alla Polverini il 28 febbraio, c’è un ruolo per ciascuna realtà. “Palombara deve essere configurato, nel linguaggio tecnicoamministrativo, come ospedale di secondo livello di tipo B dove sono garantite le attività specialistiche, inserendo e sviluppano la diagnostica per immagini. La mia idea è anche inserire Medicina nucleare con Radioterapia attraverso un project financing, la degenza infermieristica, prendere un Day Sur-

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gery e attivare un Hospice per malati terminali. Su Monterotondo la mia idea è lasciare l’ospedale come è, con diminuzione di posti letto. Vedo sedici posti a Medicina, 16 a Chirurgia, mantenere Ostetricia. Altra cosa importante razionalizzare la rete dei laboratori, sempre per evitare che territorialmente ci siano dei doppioni”. Motivi di tensione tra i medici di Palombara intervenuti, a causa della scarsa collaborazione con la struttura tiburtina che ha mostrato quel campanilismo e difesa di alcune baronie

sui quali sia Ciocchetti che Brizioli si sono soffermati come vero problema da risolvere. Il ragionamento che inseguono le controdeduzioni al decreto 80 e 113 dove si prevedono le riconversioni dei presidi ospedalieri, segue centralmente proprio questo superamento come necessità assoluta. La sintesi la offre Antonino Gatto: “Tutti insieme, amministratori, politici, medici e cittadini, chiedere a Polverini di recepire come proprio il piano così come delineato da Brizioli”. Angelo Nardi

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Attualità

Nicole Kidman, no al botulino

“I segni del tempo leggibili sulla pelle sono una ricchezza”. La diva però se ne accorge ora, dopo esser stata modello di artificiosa cura di Sé. La Kidman in persona, non la sua maschera presentata nei film, non è un buon esempio. Nondimeno l’attrice vuole lanciare un appello a tutte le donne, invitandole a non fare come lei, a non usare il botox per nascondere i segni del tempo, in quanto si diventa schiavi. Il servizio è stato pubblicato in Italia su Ok Salute. Si sa che le attrici americane hanno sempre un salvacondotto che mette pace tra comportamenti personali e condotte etiche generali. Nel senso che lei lo fa, chi legge le sue preziose dichiarazioni però è consigliato di non farlo.

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E poi una bella paccottiglia di consigli del vivere bene: fare quarantacinque minuti di corsa al giorno, mangiare pastasciutta e nostrana pizza. Tutto molto bello. Per avere queste meravigliose dichiarazioni la dea del terzo millennio è stata contattata a Los Angeles. Sarcasmo a parte dice di essere molto pentita della scelta che aveva intrapreso. Con le misure atte ad allontanare le naturali prime pieghe della pelle del viso si sentiva una cavia da laboratorio. La cosa più importante per la sua attorialità consisteva nell’allontanamento del suo volto da un volto

di una persona normale, naturale, con delle espressioni comunicative. Quindi c’è sempre la carriera al primo posto. Ora, finalmente, ha trovato la serenità. Con questa asserzione il lettore troverà una pace interiore. Non si contano le attrici che dal pari suo dopo uno sciame di errori o di scelte discutibili, fanno mea culpa e si dedicano alla pace interiore. Questa la si trova dando il volto a se stesso e lasciandolo alle sue espressioni. Distendere le rughe della fronte la faceva sentire inespressiva ed ora si esprime. Adesso la Kidman appare molto serena - e siamo tutti contenti -. Ha chiesto di non avere ritocchi al computer per aggiustare il suo viso, proprio in consonanza col suo trovato naturalismo.

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RICERCA

L’aracnide che sollecita erezioni

L’uomo ragno sarà sinonimo di persona molto efficiente sessualmente: dal veleno di un ragno si ricava una sostanza che megalizza le prestazioni sessuali di un individuo maschio umano. Esiste un tipo di aracnide il cui morso è in grado di aiutare alcuni maschi ad avere erezioni. Viene conosciuto come “ragno brasiliano errante”. Chiaramente tutto ciò che ha relazione con la soluzione di problemi sessuali incontra l’interesse di case farmaceutiche. Prevedibile, quindi, lo studio e le applicazioni su larga scala. Il nome che i ricercatori hanno dato al tipo di ragno è Phoneutria nigriventer. E in effetti è scattato lo studio sugli amici roditori. (Sempre loro!) Dopo un morso dell’amabile ragno le reazioni sono di due tipi: la morte oppure nei maschi episodi di erezione prolungata. Il suo siero potrebbe essere il Viagra del domani. Ma è bene

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non considerare il dato come acquisito perché, tra gli amici roditori è stato sperimentato che dopo l’erezione con dei tempi del tutto fuori norma, può arrivare l’impotenza assoluta. D’altra parte è pur vero che sussistono elementi decisivi per analizzare la tossina che potrebbe dare la sindrome di Priapo. La tossina è la Tx26. Secondo gli analisti ricercatori del Medical College of Georgia degli Stati Uniti, ci sono già sufficienti elementi di conoscenza per dedurre che potrebbe dare un’erezione persistente: fino a quattro ore! A questo punto del racconto il ragno sarà l’animale preferito da tutti gli uomini un po’ agée.

Il Phoneutria nigriventer è conosciuto come “ragno delle banane” e qui il lettore può risparmiarsi ogni battuta da taverna perché il nome gli è stato dato perché è possibile trovarlo spesso al riparo nei caschi di banane. Sempre il lettore non si affretti ad acquistare caschi di banane in quantità perché il ragno è diffuso in America centro-meridionale. Oltre ai caschi di banane il ragno preferisce nascondersi tra i vestiti, sotto le rocce o nei piccoli anfratti dei muri. I collezionisti del genere ne hanno sicuramente un esemplare. È un ragno elegante, grosso, marrone chiaro e a pelo rado. Attenzione! Subirne il morso significa perdere il controllo muscolare, il dolore e difficoltà respiratorie e, se non viene trattato con l’apposito antidoto, rischia la morte. Vanni Fucci

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Attualità

Italiani sempre più grassi e nullafacenti

Che la salute sia determinata dai luoghi dove si vive è un dato assodato. Che i luoghi in cui si vive possano cambiare la Sanità nell’offerta di servizi e strutture è un’altra certezza da capire. Una nota in completa controtendenza alla tirata che in ogni dove si fa sui meriti che il federalismo può dare alla gestione delle nostre risorse pubbliche. Secondo il Rapporto Osservasalute 2010 presentato all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma l’8 marzo a Roma, il federalismo legato alla sanità sembra non far bene ai nostri conti. Il risalto dei piani di rientro a carattere totalmente finanziario evidenzia una voragine tra costo dei servizi e loro sostenibilità, da parte degli enti Regione. La risultanza consiste nell’erosione dei servizi, sia a livello sociale che a livello sanitario. Lazio, Campania e Sicilia sono state le protagoniste del 69%

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dei disavanzi accumulati dal Servizio sanitario nel periodo 2001-2009. Nel 2009, solo Sicilia (46 euro a persona abitante la regione) e Abruzzo (37 euro) si sono posizionate al di sotto del disavanzo medio pro capite nazionale (54 euro), mentre Lazio e Molise si confermano gli enti Regione più deficitari per il 2009 (rispettivamente 244 euro e 225 euro pro capite) e nel dato cumulato 2001-2009. Solo Valle d’Aosta, Piemonte, P.A. di Trento, Liguria e, nel 2009, Veneto hanno i conti in sostanziale equilibrio. La sanità italiana nel 2000 era posta come secondo miglior sistema sanitario al mondo nel ranking dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il dato ita-

liano è stato tradizionalmente inferiore alla media UE-15. Il divario tra Italia e media UE-15, nel 1995 era pari a 1.6 punti percentuali, si è però ridotto a 0.6 punti nel 2000 e 0.2 nel 2005, infine, nel 2008, per la prima volta nell’ultimo ventennio, il dato italiano è stato superiore a quello UE-15. Lo dice il Rapporto Osservasalute. Ma aumenta anche il senso della prevenzione, della cura diagnostica. Rispetto al Rapporto Osservasalute 2009, si registra anche qualche sportivo in più. Nondimeno la pigrizia è sovrana tra gli italiani. Nel 2008 il 21,6% della popolazione pratica uno o più sport con continuità. Il precedente rapporto riportava il 20,6% e il 9,7% la cifra degli sportivi della domenica. Vengono consumati un maggior numero di antidepressivi. Qui una regione o l’altra non fa differenza. Ellery Queen

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L’INTELLIGENZA EMOTIVA Il sostegno della salute del minore in famiglia Dr.ssa Tiziana Franceschini, Psicologa dell’Età Evolutiva e Psicoterapeuta Clinica, Responsabile Ambulatorio privato di Psicologia dell’Età Evolutiva

Parliamo spesso dei disturbi psicopatologici più frequenti in età evolutiva e molte delle energie di noi professionisti sono indirizzate alla cura del minore e della famiglia. È meno frequente sentir parlare di prevenzione del disagio e di sostegno della salute psicofisica del bambino, per cui il professionista spesso è chiamato ad intervenire sull’onda di un’emergenza sociale, quando la patologia, oramai conclamata, arriva all’attenzione di insegnanti, educatori e genitori. È, invece, possibile e doveroso lavorare per la prevenzione. Per questo dobbiamo interrogarci su quali siano i fattori protettivi e le risorse psichiche che tutelano il minore dal rischio psicopatologico. Cosa rende un bambino più forte o più debole rispetto alle sfide evolutive che la crescita gli pone? Cosa contraddistingue il bambino che riesce ad affrontare lo stress? Quali sono le risorse familiari che apprende dai genitori? Per rispondere a tali interrogativi, ci può aiutare il concetto di Intelligenza Emotiva, introdotto da H. Gardner (“Intelligenze Multiple”, Ed. Anabasi, Milano 1994), all’interno di una visione dell’intelligenza umana come multidimensionale. L’intelligenza non è riconducibile alla solo forma Logico-Matematica, misurata dai più comuni test intellettivi tramite la stima del Quoziente d’Intelligenza. Quando siamo messi di fronte ad una scelta, quando interagiamo con gli altri, utilizziamo la ragione, con cui valutiamo i pro e i contro delle diverse alternative possibili, ma in gran parte le nostre scelte sono dettate dalle emozioni e dai sentimenti. Quella emotiva è una forma di intelligenza che presuppone tutta una serie di abilità, tra cui: la consapevolezza dei propri sentimenti e stati d’animo; il riconoscimento dei sentimenti altrui, che è alla base dell’empatia e dell’altruismo; l’autostima e la capacità di motivare se stessi, nutrendo aspettative ottimistiche; l’autocontrollo, che permette di esprimere le emozioni in modo appropriato e coerente con il contesto; la risoluzione dei conflitti interpersonali e la collaborazione reciproca, che consentono di

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mantenere relazioni interpersonali soddisfacenti. L’importanza di tali competenze ci appare centrale nelle patologie in cui esse sono carenti. Pensiamo al Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, in cui mancano le capacità di mantenere la motivazione e di esercitare autocontrollo; alla Depressione, in cui la scarsa autostima deprime la relazionalità e l’esplorazione dell’ambiente; al fenomeno emergente del Bullismo, che evidenzia la mancanza di empatia verso l’altro. In altre parole, alla base di tali patologie c’è un deficit nell’Intelligenza Emotiva, che ostacola l’adattamento all’ambiente. Intervenendo preventivamente, possiamo rafforzare l’Intelligenza Emotiva, per rendere i bambini più consapevoli degli stati emotivi propri e altrui. Il lavoro prevede di riservare un’attenzione particolare alle emozioni negative (tristezza, paura, collera…), che tendiamo ad inibire perché risultano più difficili da controllare e più pericolose socialmente. Il rischio di tale strategia difensiva consiste nel fatto che le emozioni represse si nascondono in una zona oscura del Sé, che diventa quella che lo psicoanalista C. G. Jung chiama l’Ombra. Non essendo mentalizzate, tali emozioni tendono a riaffiorare alla coscienza tramite comportamenti incontrollati, che spesso sono all’origine dei disturbi psicopatologici. Educare l’Intelligenza Emotiva vuol dire insegnare al bambino e alla famiglia a dare un nome alle emozioni. I bambini imparano che ansia, tristezza e rabbia sono sotto il loro controllo: le emozioni non calano su di noi senza motivo, ma dipendono dal modo in cui valutiamo noi stessi, gli altri e le situazioni, per cui sono modificabili se cambiamo il nostro modo di sentire, di pensare e di agire. È importante sottolineare come l’intervento debba coinvolgere anche i genitori in questo processo di alfabetizzazione emozionale, perché la più grande risorsa del bambino rimane la famiglia. L’Intelligenza Emotiva è un potente fattore di prevenzione dal rischio psicopatologico, perché prima di curare si può prevenire.

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Giovani

Facebook come causa di angoscia La competizione sul numero di amicizie induce cadute di fiducia in sé stessi, del resto qualsiasi gara iniziata senza un training dà prestazioni scarse, così come quando la propria simpatia. Il caso di una quindicenne del Massachusetts, suicidatasi dopo che era stata ampiamente sbeffeggiata sul suo profilo, ha animato una polemica che ha sollecitato approfondimenti e analisi sulle risultanze che il Social Network induce tra i giovani. Primo tra gli studi che possono vantare un minimo di rilevazioni ponderali su un campione di giovani degno di interesse scientifico è stato pubblicato su American Academy of Pediatrics. Quello della ragazza è un fatto clamoroso che però si riflette anche su una miriade di situazioni tragiche ma minime nelle proporzioni, tali da non riuscire a dare elementi alla cronaca. D’altro canto è comunque vero che quando un gioco per

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un adolescente è vissuto come competizione centrale per la propria vita i risultati scarsi non possono che creare profonda tristezza. Lo studio ha rilevato che i ragazzi con scarsa autostima nel vedere insoddisfatte la propria necessità di riconoscimento negli altri, nel vedere confermato il sentimento iniziale con cui si è avvicinato al Social Network, trova un senso di sconfitta confermato. Come fosse un giudizio inappellabile. D’altra parte Facebook non si presenta come realtà virtuale, bensì non fa che riprodurre, estremizzando, effetti di vita sociale e le modalità di conversazioni più praticate tra amici e conoscenti. Laddove ci si inoltra con la speranza di un riscatto sul

mancato successo sociale, il Social Network difficilmente smentisce. Ma nel gioco telematico socialmente più affermato nel mondo, c’è una nascosta insidia in più: la competizione sul numero di amicizie. Più conosci persone, più sono ampie le tue pubbliche relazioni, più esisti. Quasi a dire che sono gli altri a dover testimoniare della propria esistenza. Se non ci sono persone che possono attestarla, non esisti. Ed è così che la comunicazione può sostituire quella reale e soffocarli perché documentabili. Viene tolto altro spazio determinato dalla fantasia nella gestione dei rapporti personali. Si livella, ancor più, il mondo in vincenti e perdenti di cui il ragazzo con bassa autostima crede di esser parte. D’altra parte come per ogni attività, abitudine e comportamento, sopravvalutarne la valenza è sempre un errore. Alfred Nyers

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RICERCA

Raffreddore allergico, dipende dallo stato sociale Starnuti da pollini, insetti, polveri, peli di gatto… Ci sono oltre 300 milioni di asmatici. In Italia sono stimati 18 milioni. Come nel resto dei Paesi occidentali, la tendenza alle allergie è in aumento, in particolare tra i bambini sottolinea Renato Cutrera, Responsabile di Broncopneumologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Il clou della pollinazione, soprattutto delle graminacee, è atteso tra aprile e maggio (Agi Salute). Nelle città, negli ultimi 30 anni, le allergie sono raddoppiate. Lo stile di vita è determinante nel contrarle. Cambiare il modo di vivere in meglio può avere delle controindicazioni tanto da far affiorare quelle indesiderate lacrimazioni e starnuti. Vivere in condizioni che tendono alla sterilità dell’ambiente determina un cambiamento della flora batterica intestinale. Anche l’alimentazione giustamente modulata, senza imprevisti e variazioni, crea negli organi attitudini a reagire davanti agenti nuovi. Il sistema immunitario non ha varianti, non reagisce contro elementi ordinari, tipicamente presente nella sostanza che presenta caratteristiche allergiche. L’aria dove gli elementi tossici si

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moltiplicano di anno in anno definisce il resto del quadro delle allergie. Facile uscire fuori dall’ordine delle cose e reagire con segnali di sofferenza quando il sistema immunitario meno forte ha davanti una miriade di fattori nuovi come polveri e gas con effetti pro-infiammatori. Lo studio è del World Allergy Organization. Secondo la Società italiana di allergologia e immunologia clinica (Siaic), nel nostro Paese sono circa 8 milioni quelli che soffrono di allergie ai pollini. Le cosiddette intolleranze primaverili sono determinate dai pollini di cespugli e alberi. In Italia settentrionale l’allergia più diffusa è alla fioritura di betulla e ambrosia, a Sud invece i raffreddori stagionali arrivano dalle graminacee e dalle parietarie. Guarire questo malanno è possibile. Innanzitutto bisogna capire a cosa si è allergici. Per capire a cosa si è allergici, nella maggior parte dei casi bastano i test cutanei. Individuato il polline che scatena la reazione allergica, si fa ricorso al vaccino. Esistono dei farmaci antistaminici per la rinite e inalatori per l’asma. Sono solo dei palliativi. Tolgono i sintomi, ma non li curano. Svolge un ruolo importante anche lo smog.

L’inquinamento può causare uno stato infiammatorio cronico delle vie respiratorie, facilita la penetrazione delle sostanze irritanti. Contro le allergie ci sono sempre nuovi rimedi. Ultimo tra questi, e sicuramente non ultimo, uno studio di scienziati italiani pubblicato sul periodico Blood. Si ritiene così di aver scoperto la chiave che spegne alcuni effetti dell’istamina. Con questo meccanismo si controllano le reazioni allergiche e le loro conseguenze. Si tratta così della principale arma farmacologica a disposizione delle persone per combattere allergie e shock anafilattici. Lo studio consiste nel fatto di aver identificato la molecola che causa l’allergia e reazioni infiammatorie in risposta all’istamina. A seguito di sollecitazioni si lega a specifici recettori determinando nelle cellule effetti biologici specifici. Ma tra le allergie ci sono anche quelle alimentari. E allora in soccorso arriva lo yogurt. (Sempre ammesso che l’allergia non sia proprio allo yogurt). I fermenti lattici contenuti nello yogurt possono aiutare a prevenire le allergie alimentari e sembrano in grado di ridurne i sintomi. Lo dicono gli studi presentati durante il “Food allergy and anaphylaxis Meeting” dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology, svolti a Venezia ad inizio aprile. Duns Scoto w w w.cittadinies alut e.it


Alimentazione

Si rimane giovani mangiando bene

È oramai un luogo comune, ma sempre più la scienza nutrizionale approfondisce la conoscenza sulle condizioni metaboliche che sono alla base di chi prende chili. In termini rovesciati, cioè non entrando nei termini del rapporto tra biologia fisiologica e elemento nutritivo ma guardando i suoi effetti su larga scala, è stata pubblicata una nuova versione tra alimento e impinguamento. La novità è data dall’indagine dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano. È stato esaminato un campione di 4 mila persone con età superiore ai quaranta anni. Le risultanze della ricerca danno gli uomini più ricettivi ad acido ascorbico, carotenoidi, licopene, retinolo, tocoferolo e zinco, rispetto alle donne di pari età. Ma quasi un terzo risulta “scoperto” relativamente alle effettive esigenze di antiossidanti. Il tutto per una battaglia contro i radicali liberi che sono molecole prodotte naturalmente dal corpo umano responsabili dell’invecchiamento. Di qui, il precoce invecchiamento della pelle che consiste in uno dei segnali più conosciuti e visibili dello stress ossidativo e responsabili anche di molte patologie. L’organismo di una persona sana si difende dallo stress ossidativo con un proprio sistema chiamato sistema antiossidante, com-

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posto, tra le altre, da sostanze quali la vitamina E, la vitamina C, i carotenoidi, i polifenoli, le antocianine, ed altre ancora, che normalmente vengono introdotte con l’alimentazione e che ci permettono, se assunte in sufficiente quantità, di neutralizzare l’eccesso di radicali liberi che aggrediscono le cellule, provocando danni più o meno gravi. Ma la lotta contro l’obesità continua su più fronti. Le cause possibili sono sempre molto superiori ai possibili rimedi. Di certo si moltiplicano le conseguenze in termini di vere e proprie malattie per il sovrappeso. Misurare il grado del sovrappeso è possibile attraverso alcune semplici norme di auto misurazione. Si tiene sotto controllo il proprio stato di salute misurando il punto-vita. C’è obesità a 102 cm per l’uomo e a 88 cm per la donna. Un altro metodo parallelo consiste nel calcolare il rapporto tra peso corporeo diviso altezza al quadrato. In questo modo la cifra che esce indica l’Indice di Massa Corporea (IMC). Un IMC tra 20-25 è normale, tra 25-30 è sovrappeso, 30 è obeso, superiore a 40 è obeso patologico, superiore a 50 è obeso gravissimo.

L’obesità è messa all’indice dai medici perché responsabile di ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari centrali e periferiche, ictus, problemi epatici ed insufficienza renale, osteoartriti, apnee notturne e fenomeni respiratori di tipo restrittivo, fino alla sterilità, ai problemi della sessualità e alle limitazioni gravissime della mobilizzazione. Infine, è dimostrata una stretta correlazione tra obesità e certi tipi di neoplasia. C’è l’obesità androide. Qui il grasso si accumula e la sua manifestazione tipica è la pancia gonfia. C’è anche l’obesità ginoide. Qui il grasso lo si trova nei glutei e nei fianchi. C’è differenza anche nella tipologia di tessuto adiposo. Il bianco viene considerato quello più dannoso perché consente l’accumulo di grassi. Il tessuto bruno ha caratteri maggiormente dinamici: si bruciano i grassi sviluppando energia. La buona norma: ridurre i dolci o almeno sostituirli da frutta e verdure, fare sport o muoversi in modo continuato e coerente. Formule oramai fruste se concluse con questa generalità. Nascondono la mancanza di una lettura aderente alle caratteristiche fisiche di ciascuno riscontrabile solo attraverso approfondimenti eseguiti specificamente sulla persona.

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Alimentazione

Bere poco, ma bene

Meglio se un bicchiere di rosso che diventare astemi per forza rompendo la disciplina della dieta che dà equilibrio agli importi calorici. Oramai si moltiplicano gli studi per cui il vino rosso se degustato “modus in rebus” diventa addirittura un salvacondotto per preservare uno stato di buona salute. Secondo un ultimo studio il consumo moderato di vino rosso è collegato a un rischio minore di incidenza di malattie cardiovascolari, pressione alta, obesità e anche diabete di tipo 2. Quindi il vino rosso, secondo la ricerca, non solo previene, ma cura. La sua chimica, detto in modo popolare, fa azione sul metabolismo del glucosio e dei lipidi come fosse un farmaco vero e proprio. Non si capisce bene però come tutto questo possa avvenire. Il diabete è sempre più diffuso. L’Organizzazione mondiale della sanità parla di questa malattia come una vera e propria pandemia. Dati alla mano: nel 2000 c’erano 171 milioni di malati nel mondo, si stima che nel 2030 saranno 366 milioni. Gli italiani sono colpiti per una percentuale del 7, pari a circa 4 milioni di persone. La prevenzione al diabete si fa col controllo del peso, attività fisica e alimentazione sana ed equilibrata, ricca di frutta, verdura e cibi integrali. Lo studio è stato pubblicato su Food & Function. Secondo uno studio pubwww.cittad inies alut e.it

blicato dal British Medical Journal, il buon vino non favorisce le indigestioni. Va detto però che diluisce il tempo di assimilazione del cibo. I ricercatori dell’Università di Zurigo hanno raggiunto questa conclusione con uno studio in cui a 20 persone sono stati fatti bere 300 millilitri di vino bianco o di tè nero durante un pasto a base di fonduta di formaggio. Novanta minuti dopo è stata data ai soggetti studiati un’altra dose di alcolici, 20 millilitri di liquore, o acqua. Il gruppo che aveva bevuto alcol durante il pasto ha mostrato una digestione più lenta, con un effetto ancora maggiore in chi aveva bevuto sia il vino che il liquore. “Anche se le conclusioni non possono essere generalizzate a tutti i tipi di pasto - hanno scritto gli autori - non abbiamo trovato nessun segno di indigestione in coloro che avevano bevuto, e possiamo assicurare che una moderata quantità di alcolici durante i pranzi festivi non comporta alcun problema digestivo”. È quanto riportato da Agi Salute. Ma a tessere le virtù del buon bere, usando sempre morigeratezza, arriva uno studio dagli Stati Uniti per il quale un paio di bicchieri di vino al giorno durante la

mezza età possono favorire una vecchiaia più in salute per le donne. Presentata al meeting della American Heart Association, la ricerca del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard University ha analizzato i dati del Nurses’ Health Study. Partendo dal 1976 ad oggi, riepilogano le rispondenze di 200 mila donne, guardando alle abitudini nel consumo di alcolici di 14 mila, tra queste 1.499 sono arrivate a 70 anni senza malattie gravi come tumori o problemi cardiaci, e senza problemi di memoria o deambulazione. Si sono osservate le unità di comportamento alimentare che queste donne avevano in comune e si è rilevato che intorno ai 58 anni quelle che bevevano uno o due bicchieri al giorno. Quelle stesse donne avevano il 28 per cento di probabilità in più di essere nel gruppo delle “fortunate”. Un altro studio ha analizzato il rischio di ictus nello stesso campione, trovando che questo era minore nelle donne che bevevano, forse perché le sostanze presenti nel vino aiutano a metabolizzare meglio il glucosio. Tre studi diversi che arrivano a una conclusione unica, sbagliato il demonizzare l’alcol tout court con normative troppo restrittive. Ma se il benessere dell’animo non è misurabile, ha bisogno però di misura. Alberto Chiaravalle Cittadini & Salute

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Eventi

“Siamo ancora morti?”

Un convegno dal 31 marzo al 3 aprile a Bologna dove spirito umanitario, cogenza della guerra, diritto alla salute vengono ripensati attraverso l’opera di Steiner. La paura della malattia e sul ruolo dell’arte nel combatterla. La malattia come metamorfosi. Come cambiamento. Può generare paura, ma non deve fungere solo da fuga, da scaramanzia. Ci sono tante persone malate che invece hanno detto, nella malattia o appena uscito, ho cominciato a vedere, a sentire cose che prima non sentivo. Interviene allora la qualità emancipatrice dell’arte. Non consolatoria. La possibilità di elevarsi dai ricatti della vita terrena. L’arte consiste nel cercare l’anima, lo spirito o un suo sostitutivo semantico che denoti la capacità di rappresentare e inventare una dimensione in grado di sentirsi parte, di percepire il proprio Sé in sintonia a un insieme coerente. Sempre. La lezione di Steiner non solo ricordata, analizzata e approfondita, bensì ripensata nelle sue applicazioni nei rapporti con il malessere, sotto tutte le sue significazioni, e il limite assoluto consistente nella Non esistenza. “Fra guerre e catastrofi naturali, in questi giorni la paura ce la stanno instillando per bene. Usiamola come detonatore per costruirci altri palinsesti giornalistici, altri punti di vista.

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Cittadini & Salute

Di fronte alla guerra in Libia o allo tsunami in Giappone non basta analizzare l’economia e la politica, dobbiamo lavorare sugli individui”. Lo ha detto l’ex umorista Alessandro Bergonzoni che partecipando al convegno dedicato all’opera Rudolf Steiner, padre dell’antroposofia, ha dato una dimensione applicativa al nonsense che l’ha reso celebre, anche se non famoso. “Steiner ci ha lasciato studi anche sui cataclismi e sui cambiamenti della terra. Oggi noi agiamo da un punto di vista politico e sociale, ma prima viene la scienza dell’anima, che scava speleologicamente in eventi che non riusciamo a spiegarci”. L’intervento di Bergonzoni è arrivato proprio il 2 aprile. Il tema affrontato: “Immaginazioni dell’Io”. Ha affrontato il tema della malattia, degli stati vegetativi e del collegamento con la letteratura, l’arte e la società. La titolazione del suo show relazione ha il titolo che non perde il gusto del nonsense: “Siamo ancora morti?”. Tratta della paura della malattia e il ruolo che l’arte può svolgere per combatterla. Nel convegno relatori italiani e internazionali discutono sul pensiero di Steiner relati-

vamente alla conoscenza, alla salute della terra e dell’uomo. Steiner ha studiato gli alimenti biodinamici e biologici, la medicina e i farmaci antroposofici, la conoscenza, l’amore e la pratica delle arti, come fattori fondamentali per la formazione dell’uomo e per la comprensione della storia dei popoli. Il Primo e 2 aprile gruppi di studio si occupano degli stati vegetativi. Le “Soglie dell’esistenza”, “Il dolore e la malattia come occasione di maturazione dell’Io”, “Stati di coscienza dell’Io”, “Varcare la soglia: Coma e stato di coscienza ispirativo. Un ponte tra individuo e comunità” per affrontare nella malattia, in particolare del coma e dello stato vegetativo. In sostanza, si tratta di elaborare i principi del metodo di Steiner: la capacità di insegnare risvegliando tutte le facoltà dell’essere umano. Contro una lunga tradizione che divide dualisticamente l’uomo tra corpo e intelletto, fisico e mente, istinto e anima, Steiner era un profondo sostenitore della tripartizione dell’uomo. L’uomo ha capacità di pensare, sentire e volere. Ciascuna di queste parti deve essere auto elaborata in tempi e luoghi adeguati. Musica, teatro, pittura, modellaggio, artigianato, e tanti altri lavori manuali consentono un’evoluzione umana armonica. w w w.cittadinies alut e.it


Rubrica

Prevenzione & Salute

La rubrica mensile, Prevenzione & Salute, nasce con l’intento di informare, in maniera semplice ed efficace, i lettori su come prevenire e combattere le patologie più diffuse del terzo millennio.

Nel Laboratorio Analisi Guidonia in via Roma 190 A, vengono effettuati: - Esami Tossicologici per rinnovo patenti - Monitoraggio alcol-droghe negli Ambienti di Lavoro - Tossicologia Clinico-Forense Dottoressa Helen Costanzi Specialista della Nutrizione

Vitamina B e salvaguardia del benessere fisico

N

ella disciplina delle diete alimentari troppo spesso si tiene in poco conto del complesso vitaminico insostituibile per la regolazione del metabolismo. Si tratta nello specifico delle vitamine B6, B12, B9. Sono vitamine importanti, perché svolgono un ruolo di supporto per il sistema nervoso, il tono muscolare dell’area gastrointestinale, sono fondamentali per la funzione della cute e per il mantenimento della lucentezza dei capelli. Infatti, avere carenza di vitamina B dà segnali subito visibili con secchezza o ruvidità della pelle, capelli come fossero arsi, mancanza di appetito, stitichezza, insonnia e acne. Al di là dell’aspetto estetico sono segnali che indicano uno stato definito nel linguaggio scientifico come ipo-sideremia. Con l’espressione si identifica un basso (dal suffisso “ipo”) quantitativo di ferro nel sangue. Questa carenza è quasi sempre determinata da squilibri alimentari a cui fanno fronte l’assimilazione di vitamina B9. Il deficit di vitamine è stato spesso rilevato su bambini che avevano iper-attività o depressione intesa come difficoltà di concentrazione. In entrambe i casi si rileva scarsezza nell’assimilazione di vitamine B12, B2, B6. La vitamina B interviene in questo caso come grande equilibratore. Ma spesso c’è un problema. Lo stress non consente di assorbirla completamente, così come l’eccesso di caffè, di alcolici e di zucchero, stesse difficoltà si hanno con l’uso di sonniferi, pillole anticoncezionali e sulfamidici. “La B” viene più facilmente assorbita con un complesso vitaminico, come la vitamina C, E, con il Calcio e il Fosforo. La Vitamina B si caratterizza per essere idrosolubile. Ha un ruolo fondamentale per le vie metaboliche, la sua funzione può eswww.cittad inies alut e.it

sere di grande aiuto per la prevenzione di patologie cardiovascolari. Il problema che deriva dalla povertà di vitamina B per cui è importante l’assimilazione si ravvisa nell’accumulo di omocisteina. Si tratta di un aminoacido che fa mille danni ai tessuti degli organi. Questo stato provoca danni con conseguenze molto lesive per l’integrità del fisico. Il bravo professionista a cui ci si affida deve studiare bene il motivo per cui c’è deficit di queste tre vitamine e trovare negli alimenti questo supplemento. Passando quindi il problema alla necessità di adeguate buone abitudini alimentari che riescono a evitare cure a base di dosi massicce di vitamine di ogni tipo, è bene avere come principio regolativi il ritorno a cibi integrali, che sono molto ricchi di vitamina B. Un ritorno all’antico utile per restare sempre in forma senza cadute di efficienza nei riflessi mentali e fisici, scongiurando quelle fasi di inspiegabile stanchezza nelle quali il nostro fisico ci indica comunque una carenza. Continuando con consigli pratici nella generalità dei casi si vede bene uno spuntino a base di frutta secca - noci, nocciole, mandorle, semi di zucca e girasole - Consistono in una buona norma alimentare. Mangiarli a stomaco vuoto, per un break costituisce una buona prevenzione alla possibilità di cadute nella concentrazione.

GRUPPO EUROMED

Via Roma 186 (Guidonia Montecelio) Tel. 0774 300401 gruppoeuromedguidonia@gmail.com Cittadini & Salute

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Attualità

Disastro nucleare, si pensa ai contagiati Solo ora inizia il conto dei danni alla salute prodotta dalla centrale nucleare. La fascia di sicurezza di 20 chilometri intorno a Fukushima non basta più a garantire l’incolumità della popolazione. L’autorizzazione ad assumere pillole di iodio nei villaggi della zona nord-occidentale del Giappone, evidenzia la disperazione dele autorità. Va detto che il via libera all’assunzione di iodio è stato dato solo in alcuni villaggi a Sudest e sotto sorveglianza medica. È un’area al confine della zona compresa fra 20 e 30 chilometri dalla centrale. In questo raggio le autorità non hanno ritenuto opportuno evacuare la popolazione, ma consigliano di restare in casa. Le misurazioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica il primo aprile sono risultate 4.385 volte superiori alla norma e in aumento rispetto al giorno precedente. I tentativi per contenere le radiazioni non stanno dando i risultati sperati. Gli sforzi per raccogliere l’acqua radioattiva intorno ai reattori hanno superato il limite dell’autotutela della salute da parte del personale addetto a salvare il salvabile. L’acqua pompata è oramai contaminata, tanto che la soluzione finale più drammatica è stata presa: disperderla in mare. L’effetto più devastante tra la popolazione, anche lontana dalla centrale nucleare, www.cittad inies alut e.it

consiste nella corsa al farmaco. Sul periodico Science si informa che al momento c’è un farmaco in grado di fronteggiare gli effetti da esposizione a radiazioni nucleari. È il CBLB502. Quando questo potenziale farmaco è stato iniettato in topi e scimmie sottoposti ad esposizione molto alte di radiazioni, è riuscito ad evitare la loro morte. Questo farmaco stimola poi la produzione di molecole che assorbono i radicali liberi, limitando il danno sul DNA. Ma la Food and Drug Administration deve approvare subito questo farmaco sull’uomo, anche per contrastare il rischio più temibile a medio e lungo termine costituito dai tumori. Sono milioni le persone esposte alle radiazioni quindi a rischio. I danni sono incalcolabili, proprio perché non c’è parametro di misura per ponderarli se non quello probabilistico. Al momento l’industria farmaceutica non ha prodotto fino ad oggi farmaci in grado di bloccare gli effetti sanitari devastanti di un’esposizione massiccia alle radiazioni. Il rimedio che si ravvisa è nello ioduro di potassio che scongiura i tumori della tiroide. Di alcuni farmaci

sono iniziate le sperimentazioni, ma il problema consiste che di questa tipologia di farmaci non c’è bisogno correntemente, a meno di ventennali emergenze epocali. L’esposizione alle radiazioni può causare danni al midollo osseo e al tratto gastroenterico. Si generano radicali liberi che danneggiano il DNA delle cellule. Ad aumentare il panico concorrono anche le notizie che per rassicurare evidenziano errori grossolani. Numeri sballati per la stima del pericolo di contagio nucleare nell’impianto di Fukushima hanno creato maggiore allarme. Il 27 marzo 2011 sarà ricordato come il grottesco gioco dei numeri aggiunge panico nel mondo alla paura diffusa nel mondo a numeri impazziti. Prima sparano 10 milioni, poi dicono 100 mila. Si sta parlando del moltiplicatore di radioattività dallo stato di normalità. Ma il fatto è che a dare questi numeri non sono organi di informazione, ma proprio il vicepresidente della Tepco, la società giapponese che gestisce l’impianto nucleare. Accortosi dell’errore si è scusato. Questa può esser anche la buona notizia. La cattiva notizia è che l’allarme è comunque alto. Molto alto. Evacuati gli eroi che hanno lavorato nel reattore per localizzare donde deriva la falla di radioattività. Uberto da Casale Cittadini & Salute

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La Pillola

Anche la sanità italiana compie 150 anni

Nel 1861 la vita media era di 33 anni, oggi è passata ad 80 anni per gli uomini e di 85 per le donne. Nel 1861 l’Italia era popolata da 25 milioni di abitanti, il 44% dei bambini moriva sotto i cinque anni di età. Ma le battaglie che il sistema sanitario italiano deve fare per la sua emancipazione sono ancora molte. La sanità è sempre stato un sistema sensibile allo sviluppo del Paese. Il Sistema sanitario nazionale ha trasformato il concetto stesso di malattia che mentre prima era solo appannaggio dei medici, ora è

nelle mani di diversi specialisti, primi tra questi coloro che sono addetti alla diagnostica. Un’evoluzione che investele scienze umane e le relazioni sociali, sollecita le coscienze e i professionisti. Ma la questione del miglioramento del diritto alla cura e del diritto alla salute non possa solo attraverso l’acquisizione di conoscenza, ma anche attraverso il miglioramento dell’efficienza. Con l’istituzione delle Opere Pie da parte di Francesco Crispi oppure con la creazione del ministero della Sanità nel 1958, con l’istituzione del Servizio sanitario nazionale con la legge 833 del 1978, fino alla riforma del Titolo V della costituzione che, nel 2001, affidò alle Regioni l’autonomia organizzativa in materia di sanità, si sono compiuti i passi più importanti in questi 150 anni.

Servizio ai cittadini FARMACIE

GUIDONIA

Aleandri Viale Roma 140 0774 342955 Di Siena Cinzia Via Tiburtina, 92 0774 372116 Altobelli Via Corso Italia, 95 0774 371811 - 353400 De Michele S. Piazza San Giovanni, 37 Montecelio 0774 510043 Barresi Via Monte Bianco, 59 0774 363066 Ivella Dr. Simonetta Largo Falcone, 5 0774 300926 Lorenti Via Colle Nocello La Botte 0774 324152 Piracci Via Leopardi, 21 Setteville 0774 391101 Restaino Via Albuccione, 32 0774 378740 Tornaghi Via Maremmana, 153 Villanova di Guidonia 0774 528112

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Cittadini & Salute

Rossetti Laura Via Maremmana, 300 Villanova di Guidonia 0774 325418 - 324134 Scaramella S. Via Girasoli, 30/32 Guidonia 0774 343449 Scavolini Viale Roma 84 - 0774 342019 Farmacia Vitillo Marco Simone Setteville Nord Via Anticoli Corrado, 37 0774368686

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Baldinelli Marco Piazza della Queva, 11 Tel. 0774 371020 Baldinelli Fabio Via Pio IX, 7 0774 357085 Conti dei Dott.ri Le. E G. Valentini Via del Trevio, 78 0774 335093 Poggi Via Empolitana, 17 0774 334323 Giovannola Dott. Fabrizio Via Campolimpido 0774 380300 Minelli Piazza Rivarola, 8 0774 335213 Caricari Via Empolitana, 126 0774 314722 Pallante Dott. Ettore Piazza Plebiscito, 18 0774 312183

Pangia Raffaele Vincenzo Via Bulgarini, 28 0774 314303 Riccardi Zino Via Trieste, 14 0774 335094 Tornaghi Dott. Giacomo Via Nazionale Tiburtina, 159 0774 530804 Farmacia Sciarra Villa Adriana Via Rosolina, 80 0774380046 Sulsenti Dr. Adriana KM. 34.300, Via Valeria 0774 334684 De Franceschi Paola 12, Via Munazio Planco 0774 318558 (parafarmacia)

FARMACIE NOTTURNE Orario prolungato fino alle ore 24. Dalle 24 alle 8.30 su reperebilità Scaramella Collefiorito Via Dei Girasoli, 30 0774 343449 Di Siena Villalba Via Tiburtina, 92 Tel 0774 372116

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Emergenza Sanitaria 118 Ospedale di Tivoli 0774 5314397 Montecelio Ambulanza 0774 345345 Associazione Stella Maris 0774 325111 Croce Blu Guidonia 0774 300696 Croce Rossa Italiana Guidonia Emergenza sanitaria 118 Richiesta ambulanze 0774 353091 Croce Rossa Italiana Tivoli 0774 335086

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Tecnomedical s.r.l. Guidonia Via delle Petunie, 5 0774 343375 - Fax 0774 309245 Sanitaria Asia Guidonia Via Numa Pompilio 43/45/47 Tel e Fax 0774 346172 w w w.cittadiniesalu te.it




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