Cittadini & Salute Novembre 2013

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La vittoria di Beatrice

La difesa del sistema sanitario universalistico ancora non è ancora finita, ma possiamo dire che il ministro della salute Beatrice Lorenzin - sicuramente non da sola ha ottenuto quel che aveva garantito, che non ci sarebbero stati i tagli di quattro miliardi e cento milioni trapelati nei più autorevoli organi di stampa - segno quindi dell'esistenza di questo progetto di revisione e modifica. Il sistema della cura della salute non deve cantare vittoria. La Sanità va riformata nelle fondamenta e come concezione. Il rapporto Ceis (Centre for economic and international studies) dell’Università di Roma Tor Vergata dal titolo “Crisi economica e sanità”, mettendo insieme investimenti pubblici e privati, rileva che le risorse erogate in Italia sono le più basse d’Europa: quasi il 24% in meno rispetto alla media dell’Europa. Nel 2011 la spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) pro-capite in Italia è stata inferiore di circa il 23,9% rispetto ai Paesi appartenenti all’EU 15. Con un’incidenza complessiva sul PIL inferiore al 9% (Fonte Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Quindi, come in molte famiglie, anche i governi che si sono succeduti spendono meno per le cure della salute a causa dei rigori della crisi economica. La scommessa invece consiste nell’investire per la Sanità ed è questa la gestione produttiva più redditizia. Questa, auguriamo, sia la vera vittoria di Beatrice.



L’editoriale di

Mario Dionisi

Nel Documento di economia e finanza 2013, presentato dal Governo a settembre scorso, si legge che il sistema sanitario deve delineare il perimetro dei Lea (livelli essenziali di assistenza). Fare questo è possibile se dal nostro sistema burocratico si passa a un sistema di Sanità che segua problemi per la salute con approcci diversi per metodologie diverse. In questo sistema allargato ogni soggetto professionale deve concorrere a dare qualità al proprio servizio sugli ambiti che gli competono. Oggi per Sanità si intende la diagnostica, la prevenzione, la cura, la chirurgia, la riabilitazione e ciascuna di queste figure costituisce una sua branca specifica. Chiaramente debbono interfacciarsi l’un l’altra, ma il mondo della cura della salute è diventato qualcosa di sempre più complesso e sempre più legato alla tecnologia, oltre che alla perizia dei suoi operatori. In tal senso bisogna disegnare nuovamente il perimetro dei livelli essenziali di assistenza. Tutto questo è molto difficile se i governi che si succederanno investiranno sempre meno. I dati del Documento di Economia Finanziaria 2013 (DEF), parlano infatti di una spesa sanitaria a legislazione vigente per gli anni 2012/2017, che passa dal 7,1 per cento del PIL del 2013 e del 2014, al 6,8 per cento per il 2016, e al 6,7 per cento del PIL per il 2017. E al di là del richiamo alla lotta alla corruzione dal quale dovranno essere prelevate le risorse per finanziare il Servizio sanitario nazionale non ci sono altre forme di acquisizione di nuove risorse. Almeno il decreto Balduzzi (decreto-legge n.158 2012), che pure avevamo criticato come inadeguato, aveva previsto: il rilancio dell’assistenza territoriale per l’intero arco della giornata, le attività per le quali occorre una rete sanitaria che coinvolge i laboratori pubblici e privati, la collaborazione col sistema farmaceutico, l’integrazione con tutti i professionisti. Ma come si può fare tutto questo senza investimenti? L’impresa che lavora in Sanità questa scommessa ha dimostrato di sapersela caricare sulle spalle. Lo Stato faccia altrettanto. Un sistema-paese deprivato del diritto all’accesso alle cure perderebbe buona parte della ragione del suo essere. w w w .ci tta d i ni es a l ute.i t

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ARETEIA, la virtù di fare diagnostica Il centro apre anche il pomeriggio e potenzia i suoi servizi

• Analisi Cliniche • Microbiologia • Dosaggi Ormonali • Ematologia • Citologia • Intolleranze Alimentari

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Ascoltare è la prima virtù dell’arte medica. E ancor prima di ascoltare si deve ben leggere quali sono le effettive condizioni del paziente. Quando si pensa alla diagnostica legata alla cura della salute troppi elementi sono lasciati in modo approssimativo. Sicuramente doveroso osservare massima perizia per la pulizia, la qualità professionale, la tecnologia dei sistemi. Ma assodati questi elementi come costitutivi dell’organizzazione di un sistema diagnostico, la nota più stonata spesso riguarda la difficoltà nel raggiungere un laboratorio diagnostico, l’impersonalità con il quale il paziente viene trattato come numero. In Areteia, nel quartiere tiburtino di Roma, il laboratorio diagnostico è un vero e proprio avamposto sanitario, dove il paziente può avere informazioni su una serie di servizi, effettuare il prelievo, avere uno stato aggiornato al dettaglio dello stato in cui versa la sua condizione fisica. Il laboratorio Areteia è una realtà fortemente consolidata in via Torelli Viollier. In questo punto di riferimento per i cittadini del quartiere romano, nei prossimi giorni, sarà aperto anche il pomeriggio. Uno sforzo in più nell’organizzazione del centro per consentire l’accesso a tutti, senza limiti di antimeridiani e postmeridiani. La prevenzione è più facile se i modi di accesso sono anche più facili. In un quartiere con molti abitanti e soprattutto con l’accesso disagiato ai servizi diagnostici - anche se il più vicino ospedale, l’Umberto I, non è molto distante - un luogo facile da raggiungere per effettuare le analisi

diagnostiche è una grande ricchezza sociale. Tantopiù se questo centro diagnostico gode di stimati professionisti che fanno parte di una grande organizzazione di servizi legati alla cura della salute nel mondo più articolato, capillare e professionale. Oggi per offrire un servizio di diagnosi sulle più variegate patologie che bisogna combattere significa comprendere un insieme di verifiche in laboratorio sulle quali qualche anno fa non c’era nemmeno nozione. Per questo un centro diagnostico al passo coi tempi deve offrire la gamma completa di ricerche cliniche che vanno dalla dietologia alla ricezione preventiva su ogni anomalia nei valori ravvisabili in analisi del sangue e delle urine. Ma come vuole l’inizio di riforma della Sanità voluta dall’ex ministro Balduzzi, un centro diagnostico di questo tipo deve essere un vero e proprio avamposto della Sanità con la possibilità di essere visitati da medici o di fare ricerche specifiche. Areteia offre questa rete di servizi con precisa attenzione alle esigenze che i propri pazienti esprimono ogni giorno.

ARETEIA del Dott. Bonomolo ed altri s.r.l. Prevenzione Analisi cliniche Diagnostica Via Eugenio Torelli Viollier, 15 00157 Roma Tel. 06.4181910 - Fax 06.41468302

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di

Angelo Nardi

Diagnostica e prevenzione, questo è il problema

Non basta evitare i tagli, c’è bisogno di pensare una Sanità diversa

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Solo per rifare un po’ i conti e tenerli bene a mente. L’attacco alla sanità pubblica sembra scongiurato. La crisi finanziaria non è riuscita ad intaccare le risorse assegnate al pianeta “cura per la salute”. Stabilire quanto la Sanità entri nel sistema benessere in fondo è facile, basti ricordare che abbiamo otto milioni di cittadini in povertà, quindici milioni a rischio di esclusione sociale. Probabilmente è la Sanità a non dare il senso della catastrofe vera e propria. Il problema in Italia, come sempre, è nella gestione e ancor prima nella equa ripartizione. Nel novero delle prestazioni a protezione sociale, oggi alla Sanità va il il 25% mentre alla previdenza il 65%. Sempre in Italia, nel 2011 la spesa sanitaria pubblica per ogni persona è stata del 22% inferiore alla media dei principali paesi europei, quella spesa farmaceutica al di sotto del 14,5%. Andando a vedere la politica di tagli per è iniziata da tempo: dal 2005 al 2011 il disavanzo di esercizio è passato da 5,7 miliardi a 1,3 miliardi di euro. Abbiamo più volte celebrato il fatto che il disavanzo più grande ce l’hanno gli enti regione Liguria, Lazio, Campania, Calabria e Sardegna dove si concentra oltre l’87% del deficit nazionale. In questo quadro non si capisce dove, cosa e come si possa restringere. In una politica di scelte, senza decisioni, ridurre le risorse per la Sanità è un suicidio sociale. Si deve, invece, modernizzazione. E per fare questo non è detto che occorrano investimenti incredibili. Solo consentendo un ingresso sistemico alla telematica e all’informatica in tutto l’universo della cura per la salute si otterrebbero grandi risparmi e nuove opportunità. Esclusione di fare duplicati in termini di servizi nella stessa area territoriale. Innovare le tecnologie sanitarie, investire sulla formazione, le cose che in ogni ambito di attività umane vanno fatte, non possono essere rinviati ulteriormente. Tutto questo per rafforzare la diagnostica e la prevenzione! In questo modo non solo si avrà più efficienza ma anche maggiore protezione sociale.

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ATTUALITÀ

“Patto per la salute”

Quello che sarà il finale dell’elaborazione del Ministero della Salute con i presidenti degli enti regione dovranno restituirci una Sanità più efficiente e meno costosa Le elaborazioni sono solo a metà del percorso. Quelle qui pubblicate sono solo le prime in grado di essere un banco di prova sul quale testare un campo di mediazione tra ritorno al controllo centrale delle risorse e salvaguardia delle autonomie territoriali: regionali e aziendali. Tuttavia nello stato dell’arte sull’elaborazione a cui attualmente sono arrivati presso le sedi competenti del mondo sanitario, relativamente al cosiddetto Patto. Almeno così lo battezzò il precedente ministro Balduzzi, non si ravvisano svolte epocali. (Va sempre evidenziato il fatto che non si tratta di decisioni in procinto di essere ratificate, ma solo di un avanzamento dei lavori di elaborazione).

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Non essendo diminuite le risorse sanitarie l’obiettivo è spenderle meglio per non spendere di più. Una volta decisa la strada da seguire, si concorderà se preparare un documento delle Regioni con cui poi trattare col Governo, oppure procedere direttamente a un’elaborazione congiunta per arrivare comunque entro Natale alla sottoscrizione del Patto. Questi i capisaldi. Medico di famiglia - Deve essere superata la sua configurazione di libero professionista. Rivedere le regole del turn over. Svecchiare i ranghi. Ospedali - Confermato il documento sugli standard del 2012. Però la soglia di 60 posti letto per acuti per le strutture private e il calcolo dei posti letto relativi alla mobilità interregionale deve essere rivista.

Farmaci - Rivedere il prontuario. Gli unici criteri devono essere: costo-beneficio, categorie terapeutiche omogenee e verifica dell’innovatività reale dei farmaci. Risorse finanziarie - Gli enti regione vogliono una modifica legislativa sul federalismo fiscale per determinare il fabbisogno basandolo sui Lea erogati in condizioni di efficienza e appropriatezza. Fabbisogni e costi standard dovranno essere definiti annualmente da Salute, Economia d’intesa con la Stato-Regioni e dovranno fare riferimento alle informazioni del Nsis. Le percentuali di assegnazione sono 5% per la prevenzione, 51% per l’assistenza distrettuale e 44% per quella ospedaliera, ma dal 2014 saranno rideterminate annualmente sulla base dei risultati raggiunti dagli enti regione. Dolcino da Novara

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CURIOSITÀ

Il rumore fa male

Il danno non è solo alle orecchie, ma a tutto l’organismo e si aggiunge ai guai alla salute determinati dall’ambiente Il rumore è pervasivo nella vita di tutti i giorni. Causa danni non solo al padiglione auricolare, ma anche alla salute per i segnali non-uditivi. Da una parte c’è l’esposizione al rumore sociale, su tutti l’uso di cuffiette auricolari per ascoltare la musica, la radio, rispondere al telefono. La nostra comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti nel danno delle cellule ciliate e nervose indotta dal rumore è notevolmente aumentata, e farmaci preventivi e terapeutici, probabilmente, saranno disponibili solo tra dieci anni. L’evidenza di effetti non uditivi di esposizione al rumore ambientale sulla salute pubblica è un dato in crescita. Studi osservazionali e sperimentali hanno dimostrato che l’esposizione al rumore porta al fastidio, disturba il sonno e provoca sonnolenza diurna, influenza i risultati dei pazienti e le prestazioni del personale negli ospedali, aumenta l’incidenza di ipertensione e malattie cardiovascolari, altera le prestazioni cognitive in età scolare.

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In questa recensione, il periodico scientifico The Lancet il 31 ottobre sottolinea l’importanza di adeguata prevenzione dei disturbi e strategie di mitigazione per la salute pubblica. Ad effettuare la ricerca sono i membri della International Commission on Biological Effects of Noise. Ci sono problemi acustici strettamente uditivi e altri effetti deleteri sul benessere fisico e mentale. Sono state analizzate ricerche degli ultimi cinque anni, anche nell’ambito dell’otorinolaringoiatria, della medicina vascolare, della psicologia e della medicina ospedaliera per determinare lo stato delle prove di impatto del rumore sulla salute. La perdita dell’udito a causa dei rumori è il disturbo più comune negli States. Sono 22 milioni coloro che negli USA, esposti a stress da inquinamento acustico sul posto di lavoro. Si spendono, sempre negli Stati Uniti, 242 milioni di dollari per compensare questa disabilità. In ogni caso il problema è stato sottovalutato e i suoi effetti nefasti vanno ad incidere sul livello di ricerca relativa ai rimedi da sordità apparente o totale per cui la Medicina non riesce a dare soluzioni definitive. Giovanna Visconti

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Ospedale Regina Apostolorum Ospedale Regina Apostolorum Via San Francesco d'Assisi, 50 00041 Albano Laziale (Roma)

Dr.ssa Maria Teresa D’Agostino

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Cura dei denti al Regina Apostolorum Direzione Sanitaria

In apertura il centro odontoiatrico in una struttura ospedaliera perfettamente attrezzata

L’odontoiatria ha trovato l’eccellenza. A metà di novembre

apre il Nuovo Centro Odontoiatrico all’interno dell’ospedale Regina Apostolorum.

Si tratta di una struttura nuova, con tecnologia molto avan-

zata e con sistemi di ultima concezione.

Il Centro offre le migliori garanzie professionali, tecnolo-

giche e di igiene.

Presso il Centro, diretto dal Dott. Raffaele Bollero, sarà pos-

sibile essere seguiti per tutte le problematiche odontoiatriche: - Odontoiatria pediatrica

- Ortognatodonzia

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La collocazione in un centro ospedaliero è certamente un

valore aggiunto.

L’Ospedale Regina Apostolorum aderisce al progetto

ospedaliero senza dolore, pertanto il Centro pone grande at-

tenzione alla profilassi del dolore, sostendendo il paziente

anche da questo punto di vista per tutto il percorso di cure.

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cati ai bambini, in locali confortevoli, climatizzati, privi di

barriere architettoniche e soprattutto sicuri, con rigorosissime procedure di sterilizzazione.

Il team, di alto profilo professionale, consente di ottenere

i migliori risultati con procedure, materiali e metodi certifi-

cati, in tempi di intervento.

Il Centro opera in regime privato, con possibilità di finan-

ziamenti agevolati e convenzioni assicurative.

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RICERCA L’ambiente, l’aria che si respira è un fattore di rischio per la salute come il fumo delle sigarette, le cattive abitudini di vita. Si tratta di una consapevolezza oramai generalizzata. A dirlo, solo oggi, è anche l’Organizzazione mondiale della sanità. L’Oms ha inserito singoli inquinanti, ad esempio le emissioni dei motori diesel e i solventi, tra gli elementi cancerogeni. Tra questi, anche i meno pericolosi. Sempre secondo l’Oms - preso come anno di riferimento il 2010 - sono 223 mila le persone che sono morte a causa di un cancro legato in qualche modo all’inquinamento atmosferico. Si scrive in un documento licenziato il 17 ottobre: “L’aria che respiriamo è diventata inquinata con una miscela di sostanze che provocano il cancro”, spiega Kurt Straif, Capo della Sezione Monografie IARC. “Ora sappiamo che l’inquinamento dell’aria esterna non è solo un importante rischio per la salute in generale, ma anche una causa ambientale di decessi per cancro”. Diversi studi scientifici avevano peraltro già confermato la cancerogenicità dello smog, fra cui un’ampia ricerca europea pubblicata su Lancet Oncology. Lo studio, coordinato da Ole Raaschou-Nielsen del centro di ricerca della Società oncologica danese, a Copenhagen, fa parte del progetto europeo Escape (European Study of Cohorts for Air Pollution Effects), e ha coinvolto 17 corti per un totale di 312.944 uomini e

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Di smog si muore,

L'Organizzazione mondiale della sanità pone nuovamente al centro dell’attenzione il danno donne di età compresa tra i 43 e i 73 anni, Perspectives conferma tali conclusioni. uomini e donne provenienti da molti I ricercatori del Dipartimento di Epipaesi europei. demiologia della Regione Lazio, guiI partecipanti sono stati seguiti per dati dal dottor Francesco Forestiere, circa 13 anni, nel corso dei quali si sono hanno analizzato i dati relativi a un verificati 2.095 casi di milione e duecentoNel 2010 sono 223 mila le cancro del polmone mila abitanti di connessi in maniera persone che sono morte a Roma fra il 2001 e il evidente con l’inqui- causa di un cancro legato in 2010. Le sostanze namento dovuto alle qualche modo all’inquina- sotto accusa sono sopolveri sottili (parti- mento atmosferico prattutto il particocolato PM10 e PM2,5). lato sottile (PM2,5) e Nello specifico, per ogni incremento di il biossido di azoto (NO2). 10 microgrammi di PM10 per metro cubo Gli epidemiologi hanno calcolato un aupresenti nell’aria aumenta il rischio di tu- mento del rischio pari al 4% in corrisponmore al polmone di circa il 22%. denza di ogni aumento di 10 La percentuale sale al 51% per l’adenocar- microgrammi/m3 di polveri sottili, mencinoma, l’unico tumore che si sviluppa in tre è del 6% se si tratta di biossido di azoto. un significativo numero di non fumatori. Si è di fronte a un tipo di relazione diret“L’associazione tra inquinamento da tamente proporzionale fra l’aumento dei particolato e rischio di cancro del pol- gas di scarico e l’aumento della mortalità. mone persiste anche a concentrazioni in- Per arrivare a questa conclusione, i ricerferiori ai valori limite di PM10 (40 µg/m3) catori romani hanno associato il campione e PM2,5 (25 µg/m3) per la qualità dell’aria di oltre un milione di cittadini con deterdell’Unione Europea”, spiega Raaschou- minati livelli di esposizione ai due inquiNielsen. “Non abbiamo trovato soglie al nanti, ricavati dai dati provenienti dalle di sotto delle quali il rischio sparisse”. centraline sparse in vari punti della città e Un altro grande studio epidemiolo- dal calcolo di modelli statistici di dispergico italiano pubblicato sulla rivista sione che riescono a tracciare un quadro fespecializzata Environmental Health dele della situazione smog nella capitale.

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lo dice l’OMS

Se l’influenza nefasta dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei polmoni era cosa nota, potrebbe provocato dall’ambiente riabilitando altre cattive sorprendere quanto lo smog sia decisivo abitudini che riguardano la soggettività nel caso delle malattie cardiocircolatorie. I dati indicano inoltre un rischio lieA questi dati, i ricercatori hanno ag- rittura più alte nel caso di morte per ma- vemente più alto per gli uomini e per giunto le informazioni personali degli lattie cardiovascolari, la cui incidenza le persone fino ai 60 anni. Non resta appartenenti al campione, con partico- dovuta all’inquinamento è pari al 10%. che sperare in uno stravolgimento lare riferimento alla distanza dei sogFonte di consoladelle abitudini perPer ogni incremento di 10 getti dalla rete stradale maggiormente zione per alcuni o sonali, con la rinuntrafficata. dettaglio ancora più microgrammi di PM10 per me- cia alla mobilità I computer hanno fatto il resto, asso- preoccupante per al- tro cubo presenti nell’aria au- autonoma garantita ciando la localizzazione delle persone tri, la distribuzione menta il rischio di tumore al dall’automobile e a decedute con i dati sul traffico e sull’in- della “morte tos- polmone di circa il 22%. un maggior utilizzo quinamento atmosferico di quelle zone. sica” non è uniforme La percentuale arriva al dei mezzi pubblici, Ne sono scaturiti dati inquietanti. in tutta la città. nonché nell’introdu51% per l’adenocarcinoma, Ad ogni aumento di 10 microGli abitanti del zione e nello svil’unico tumore che si sviluppa grammi/m3 il biossido di azoto è re- centro storico corluppo di nuove sponsabile di una mortalità generale rono un rischio an- in un significativo numero di forme di trasporto accresciuta del 3%, di decesso per ma- che superiore al non fumatori condiviso come il lattie respiratorie del 3%, di morte per 10%, mentre la percar sharing e il car tumore del polmone o per patologie di centuale si abbassa in alcune aree pe- pooling e di sistemi di autotrazione carattere cardiocircolatorio del 4%. riferiche che beneficiano di un traffico meno inquinanti come le auto dotate di motore elettrico. Alagia Fleschi Il particolato mostra cifre simili, addi- inferiore.

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RICERCA

Fisico integro senza uso delle macchine Negli uomini un corpo tonico consente di godere di migliore prolificità a dirlo la ricerca presentata in un meeting mondiale Uomo palestrato è anche un uomo fecondo. Pare proprio di sì, secondo una ricerca dell’Harvard School of Public Health presentato al meeting annuale dell’International Federation of Fertility Societies and the American Society for Reproductive Medicine. La quantità di spermatozoi in più è del 48 per cento. Ma bisogna impegnarsi costantemente. Nell’Eros fisico non si accettano improvvisazioni. Gli allenamenti in palestra e all’aria aperta rafforzano la dotazione di spermatozoi. Questo conferma, se ce n’era bisogno, che si deve avere un fisico allenato. Non sono sufficienti poche sedute in palestra a settimana. La media deve essere di sette ore di allenamenti. I migliori ad essere selezionati come possibili uomini prolifici sono coloro che fanno body building. Ma anche per gli allenamenti all’aria aperta ci sono ampie possibilità di far accrescere la propria dote di prolificità. Ma per essere in forma, con fisico tonico e soprattutto animus ottimista e corpo efficiente non è necessario fare lunghe trafile in palestra utilizzando pesi o macchine. Sempre in palestra, o con una guida personale, si può usare il proprio corpo come peso.

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Le macchine possono essere inutili per il potenziamento e la salute. Non è una nuova frontiera del fitness. Si tratta di quello che gli esperti in fatto di allenamento hanno sempre saputo e che oggi sta facendo di nuovo breccia, forse in concomitanza alla crisi economica, quindi alla difficolta di onorare un’iscrizione in palestra. In sostanza, le macchine che affollano le palestre possono essere inutili. A sostenerlo è Bret Contreras che ha scritto un libro: Bodyweight strength training anatomy. Un vero e proprio vademecum per chi intende migliorare le prestazioni fisiche, anche estetiche, senza spendere un soldo in palestra. Non ci sono né pesi né attrezzi. Il criterio consiste nell’usare il proprio corpo come peso. In questo modo sollevamenti da terra, flessioni sulle gambe (squat), affondi e una miriade di accorgimenti da poter effettuare anche in case piccole. Chiaramente la raccomandazione è sempre la gradualità nell’approcciare ogni singolo movimento e rivolgersi ad un occhio esperto che nelle prime esperienze sappia consigliare di modo che i movimenti non siano sbagliati. Gemma Donati

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RICERCA

Osteoporosi, un problema di sanità pubblica Bisogna operare immediatamente in caso di frattura, non attendere giorni. I parametri di immediato intervento chirurgico devono essere attuati come normalità in tutti gli ospedali italiani La stima è che in Italia il 23% delle donne ed il 14% degli uomini siano affetti da osteoporosi. Il 50% delle donne e il 12,5% degli uomini di età superiore ai 50 anni ha riportato almeno una frattura nel corso della propria vita. La mancata aderenza alla terapia rimane il problema: la proporzione dei soggetti non aderenti permane tra il 35 ed il 65% a un anno dall’inizio del trattamento. Inoltre, i soggetti non aderenti hanno mostrato un aumento del rischio di fratture del 30-45% rispetto agli aderenti a partire dal sesto mese di terapia. La ricerca è stata effettuata dal Geriatric working group dell’Aifa. Più che mai in Italia, oggi, bisogna insistere sull’importanza del trattamento con anti-osteoporotici nella popolazione anziana e sulla prestazione operatoria a coloro che si fratturano a causa dell’osteoporosi, tanto che il parametro dei tempi medi in cui si passa dall’arrivo in ospedale alla camera operatoria fa parte degli standard di efficienza dell’organizzazione sanitaria. L’osteoporosi costituisce un problema di sanità pubblica rilevante poiché, con l’invecchiamento progressivo della popolazione, le fratture osteoporotiche sono diventate una delle maggiori cause w w w .ci tta d i ni es a l ute.i t

di disabilità, con un conseguente aumento della spesa sanitaria. Sono ancora pochi gli studi nel contesto italiano volti a verificare l’efficacia dei farmaci antiosteoporotici sul rischio di fratture in funzione dei livelli di aderenza. Tra i rimedi che provvedono per la prevenzione, bisogna però distinguere da quelli adeguati e quelli non. Ebbene, la Vitamina D è insufficiente contro l’osteoporosi. Appare inappropriata senza l’aiuto del Calcio e di terapie più complesse. C’è un uso diffuso di vitamina D finalizzato alla prevenzione dell’osteoporosi, anche laddove non ci sia carenza di vitamina D. Ebbene, questo uso comune appare inappropriato. Lo dice Il periodico di ricerca scientifico medica The Lancet. Una ricerca che raccoglie i dati di ventitre studi per 3.930 casi analizzati, rileva che senza somministrazione collegata di calcio non c’è prevenzione delle fratture. Nonostante questo risultato non sia del tutto nuovo nell’ambito dei sistemi di cura, molti medici si ostinano a indicare questa soluzione per la prevenzione con integratori di vitamina D. Nella ricerca si è valutato se la supplementazione di vitamina D influisce la densità minerale ossea.

Solo in sei casi si è rilevato beneficio in più di un sito. I risultati di questa analisi hanno mostrato un piccolo vantaggio a livello del collo del femore. Non è stato segnalato alcun altro effetto positivo nell’anca totale. Il professor JeanYves Reginster, membro del Board International Osteoporosis Foundation (SIOT) facendo il quadro della fenomenologia della malattia e delle circostanze esistenziali concrete in cui si manifesta, indica negli stili di vita la miglior prevenzione. Bisogna ben distinguere tra osteoporosi severe dalla presenza di questa malattia in molte donne che presentano perdita di massa ossea. Ha chiarito il professor Paolo Cherubino, presidente della Società italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT). Bisognerebbe, perciò, rivedere il Titolo Quinto, secondo la senatrice Maria Rizzotti, e bisognerebbe ripensare il federalismo sanitario che non ha funzionato recuperando un sistema centralistico. Quando si parla di giornate mondiali per argomenti monotematici si mettono sotto i riflettori tematiche che rischiano di non essere ascoltate. Matilde di Canossa

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RICERCA

Nel sonno il cervello si depura

Dormire non serve solo a riposare, ma anche ad eliminare sostanze tossiche. La ricerca è stata pubblicata da Science Dormendo i tessuti cerebrali si disintossicano di molecole pericolose come la beta-amiloide associata allo sviluppo dell’Alzheimer. C’è un funzionamento nel cervello che regola il flusso del liquido cerebrospinale. Con l’aiuto degli amici roditori, sono stati iniettati coloranti nel liquido cerebrospinale. Si è dimostrato che il flusso nel cervello aumenta fortemente durante il sonno. Le cellule tra loro convivono anche con maggiore armonia. Quando sono addormentati lo spazio tra loro aumenta del 60%. Diversamente, la somministrazione del farmaco che blocca le variazioni di volume delle cellule della glia, che controllano il flusso attraverso il sistema glinfatico, permette di aumentare lo scorrimento del liquido nel cervello. Infine, iniettando nei topi della proteina beta-amiloide Nedergaard. Ebbene, si è dimostrato che si elimina meglio durante il sonno. Ma c’è una cura anche nel dormire bene, prendendone il massimo profitto.

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World Association of Sleep Medicine ha pubblicato il breviario del giusto riposo per il convegno internazionale sul sonno. Questi i dogmi facili da verificare: - Darsi un orario fisso per il sonno e il risveglio; - Non esagerare con i riposi i durante il giorno; - Non consumare alcol e non fumare nelle quattro ore prima di andare a dormire; - Evitare a cena cibi pesanti, speziati o troppo zuccherati. Non bere caffé nelle sei ore che precedono il riposo; - Evitare l’esercizio fisico subito prima di andare a dormire; - Avere a letto della biancheria confortevole, curare il microclima della stanza. Evitare rumori. Attenuare la luce. Non lavorare a letto. Materasso di qualità, anatomico, perfettamente confortevole per la schiena. Il lattice è il materiale consigliato. Quelli del World Association of Sleep Medicine hanno preparato l’evento internazionale che racchiude convegni e attività varie di promozione dell’educazione al riposo, per questa edizione di Valencia in Spagna dal 28 settembre al 2 ottobre. Vanni Fucci

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RICERCA

Nel cervello destra o sinistra non è importante Ridimensionata l’importanza della sfera sistematica e quella creativa Il 5 novembre esce un libro di neuroscienza che farà molto discutere. Lo ha scritto Stephen M. Kossyn, neuroscienziato cognitivo. Lo aiuta uno scrittore: G. Wayne Miller. Il libro ha il titolo molto chiaro per il nuovo presupposto sul quale fonda la nuova divisione delle funzioni del cervello, ma rivede anche le sue regioni. Il titolo è Top Brain, Bottom Brain: Surprising Insights Into How You Think, “Cervello alto e cervello basso: rivelazioni sorprendenti su come pensiamo”. E così il cervello sarebbe organizzato in “alto” e “basso” e in quattro modalità di funzionamento: Dinamico (Mover), Riflessivo (Perceiver), Creativo (Stimulator) ed Elastico (Adaptor). In sostanza una divisione che va in pendant con i comportamenti effettivi. La definizione di Dinamico: chi usa alternativamente l’alto e il basso per azioni costanti e con risultati positivi nel tempo. Ed è la classe dirigente che sviluppa (o ha potenziato) questa parte. Con riflessivo si intende esattamente quello che comunemente si intende per rilfessivo, solo con l’avvertenza che questo tipo di persona utilizza il cervello basso.

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Si tratta di un tipo di persona schiva che preferisce stare in ombra. Non poteva mancare il creativo, in questa tetraripartizione. (Ma chi, oggi, non mette una buona dose di creatività nei suoi atti?). Questo tipo di persona dovrebbe corrispondere al soggetto maggiormente esibizionista (dato contestabile). Usa il cervello alto. Dovrebbe esser dotato di immaginazione produttiva. (Anche questa una catalogazione frusta). L’elastico è un capace esecutore di ordini e di compiti, ma non un leader né un creativo solitario. Gli auguriamo buona fortuna: all’elastico, deve vedersela con gli altri sparvieri. Ma la versione più accreditata, quella di una parte creativa e quella di una parte rigorosa, nel cervello umana è l’assunto che sarà difficile ad essere smantellato. Questo perché due categorie fondamentali dell’esistenza di una persona e presenti in modo preponderante in modo diverso, da persona a persona, sono i tratti denotativi più forti per individuarne i tratti salienti. Necessario per l’immaginario il fatto che abbiano una sede specifica nel cervello. Naralia Albensi

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ATTUALITÀ

Il sistema sanitario italiano è sostenibile

Lo dice l’Organizzazione mondiale della sanità e anche il ministro Lorenzin. Formare le reti di assistenza sanitaria questa la scommessa Primi obiettivi del sistema sanitario: “Attivazione di centri unici di prenotazione, istituzione del fascicolo sanitario elettronico, certificati di malattia telematici, dematerializzazione dei documenti sanitari, la telemedicina”. Lo ha detto Beatrice Lorenzin il 22 ottobre intervenendo al Senato sul problema della sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Sempre il ministro ha detto: “In linea con tale indirizzo, anticipo che è mia ferma volontà presentare, e fare approvare, nel corso dell’iter parlamentare del DDL stabilità, una proposta emendativa per istituire l’Anagrafe Nazionale degli Assistiti che, nel rispetto delle disposizioni sulla privacy, permetterà di unificare in una sola banca dati informatizzata tutti i dati relativi all’assistenza sanitaria dei cittadini”. Il ministro non ha mancato di toccare i problemi del cambiamento. In testa a tutti quello del federalismo. “Non è infatti possibile - ha detto Beatrice Lorenzin - ignorare che le regioni, in seguito alla riforma del Titolo V della Carta costituzionale ed alle numerose manovra di finanza pubblica succedutesi negli anni recenti, sono state chiamate ad interventi di riorganizzazione economicamente rilevanti, dei quali tuttora rimane traccia nei loro bilanci”. Ed ha toccato il tema del Patto per la salute di cui parliamo anche a pagina sette. Il nuovo Patto per la Salute guarda ai costi standard del Servizio Sanitario Nazionale ed a ottenere un risparmio in

termini economici, ma soprattutto verificare se il sistema federalista sarà in grado di mantenere lo stesso livello di tutela della salute e superare il divario oggi esistente tra le diverse realtà regionali. Anche le tematiche dell’assistenza ospedaliera e dell’assistenza territoriale saranno oggetto del Patto; in tale sede potranno essere promossi adeguati processi di qualificazione della rete per l’assistenza ospedaliera, con la definizione di indirizzi e linee di razionalizzazione della funzione ospedaliera e l’avvio di azioni sinergiche tra ospedale e territorio. Un altro tema è il superamento della centralità dei nosocomi con il trasferimento di risorse dall’ospedale al territorio. Lorenzin vede questo come lo strumento in grado di affrontare efficacemente anche i temi dell'invecchiamento e delle cronicità e, quindi, di garantire la sostenibilità futura del sistema sanitario. Questo significa promuovere la domiciliarità e il welfare di comunità significa portare vicino al domicilio del cittadino i servizi essenziali, garantendo tutta la rete con standard di qualità e sicurezza omogenei ed elevati. Il vero cambiamento passa quindi anche attraverso l’accelerazione del processo di razionalizzazione della rete di assistenza territoriale. Quindi bisogna realizzare le cosiddette reti assistenziali integrate tra ospedale e territorio. La riorganizzazione del livello assistenziale ospedaliero deve vedere, quindi, il trasferimento di attività a livello territoriale e quindi una rimodulazione ed un potenziamento della rete dei servizi territoriali. Beatrice Portinari

Cittadini & Salute

Mensile di informazione Socio-Sanitaria Editore e Direttore Generale Mario Dionisi Direttore Responsabile Angelo Nardi Redazione Via Carlo Del Prete, 6 Tel. 0774.081389 Stampa Fotolito Moggio strada Galli, 5 Villa Adriana (Roma). Registrazione n. 31 del 29/06/2010 presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato alla redazione, non verrà restituito. Chiuso il 02/11/2013

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