Bergamo Salute - 2022 - 68 - settembre/ottobre

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Anno 12 Settembre | Ottobre 2022 Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale DL 353/2003 (Conv. in legge 27/02/2004 N.46) Art. 1 comma 1 LO/BG www.bgsalute.it 68numero 8 Attualità BERGAMOSCIENZA XX EDIZIONE 14 Epatite C L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE 22 Stili di vita 66 GIORNI PER CAMBIARE 24 Alimentazione PERDI PESO E MANTIENI I RISULTATI CON LA DIETA ANTINFIAMMATORIA Bergamo Salute è sempre con te: leggila integralmente dal tuo computer, tablet o smartphone www.bgsalute.it 18 Roksana Malinovska Così aiutiamo parenti e amici sotto le bombe in Ucraina

) EDITORIALE

Crisi energetica: e se diventasse un’opportunità per cambiare abitudini?

) ATTUALITÀ

BergamoScienza XX edizione

) SPECIALITÀ A-Z

Chirurgia

Come eliminare i fibromi penduli.

Epatologia

Epatite C. L’importanza della diagnosi precoce

Odontoiatria

Bruxismo e dolore pelvico: che legame c’è?

) PERSONAGGIO

Roksana Malinovska Così aiutiamo parenti e amici sotto le bombe in Ucraina

) IN SALUTE

Stili di vita

giorni per cambiare

Alimentazione

Perdi peso e mantieni i risultati con la dieta antinfiammatoria

Funghi che passione… salutare!

) IN ARMONIA

Psicologia

Flash technique: nuove prospettive nel trattamento del trauma

Coppia

Crisi di coppia. Come superarla

) IN FAMIGLIA

34 Dolce attesa

Alcol in gravidanza. Rischi anche se in piccole quantità

Bambini

Svezzamento. Quando e come iniziare?

Ragazzi

Ipotiroidismo in adolescenza. Come riconoscerlo

) IN FORMA

Fitness

Personal training online: pro e contro

Bellezza

Autunno e pelle. Fai il pieno di vitamine

) RICETTA

Polpettine di zucca e anacardi

) RUBRICHE

Animali Demenza senile nel cane: la sindrome da disfunzione cognitiva

Altre terapie Terapia occupazionale. Quando, dove e perché

Guida esami

TAC cuore: una “fotografia” 3D delle coronarie

) DAL TERRITORIO

60 News

Terzo Settore

Da Bergamo al Madagascar, per aiutare mamme e bambini a combattere la malnutrizione

Farmacie

Telemedicina in farmacia.

Prevenzione alla portata di tutti

Il lato umano della medicina

Dallo studio medico al letto del Po per liberarlo dai rifiuti

Malattie rare Fascite eosinofila

) STRUTTURE

Fondazione Don Stefano Palla

) PROFESSIONI SANITARIE

Infermieri: aggrediti 130mila l’anno

) REALTÀ SALUTE

ProgettAzione Cooperativa Sociale

Centro Fo.R.Me.

Tecno System

Allegato centrale: Amici di Bergamo Salute

PARTECIPANTI ALLA FONDAZIONE

PER L’EDUCAZIONE ALIMENTARE

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Anno 12 Settembre | Ottobre 202268numero
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Crisi energetica: e se diventasse un’opportunità per cambiare abitudini?

condizionando in modo im portante i nostri consumi. Au menti di luce e gas e bollette alle stelle: le prospettive per i mesi autunnali e invernali che sono alle porte sono poco rassicuranti. La parola d’ordine è ormai risparmia re. Politica e geopolitica a parte (non è questa la sede per parlane), i sacrifici che ci attendono, però, potrebbero trasformarsi in “nuove abitudini” più sostenibili e non solo economicamente. Proprio così. Perché allora non sfruttare questa crisi (che dall’etimologia greca vuol dire sì “momento difficile”, ma an che e soprattutto scelta e decisio ne) come un’opportunità? Magari

no, a ridurre la temperatura in casa in inverno (anche per ridurre lo shock termico tra dentro e fuo ri), a non consumare se non serve. Una nuova consapevolezza che potrebbe fare bene all’ambiente e alla nostra salute, oltre che al por tafoglio. Da anni, anzi decenni, sono tante le associazioni ambien taliste che continuamente lancia no l’allarme su questi temi, ma forse finora questi cambiamenti di abitudini ci sembravano troppo onerosi o difficili da perseguire. O forse non avevamo una motivazio ne sufficiente per farci attenzione. Ora invece la realtà che tutti noi viviamo tutti i giorni sembra porci

davanti a una situazione in cui non abbiamo molta altra scelta se non riflettere sui nostri comportamenti e su come questi impattino sull’ambiente, sulla no stra salute e in generale sul nostro stile di vita. La domanda quindi nasce spontanea: “e se non tutti i mali venissero per nuocere?”.

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EDITORIALE

BergamoScienza XX edizione

Un ricco programma di confe renze, dibattiti, spettacoli, la boratori e tour virtuali che coinvolgono appassionati di scienza e curiosi, adulti e bambini per accompagnarci alla scoperta del mondo che cambia. Ecco in sintesi la ventesima edizione di Bergamo Scienza, il primo festival di divulgazione scientifica nato in Italia. Quest’anno si tiene in pre senza nello spazio allestito in Piazzale degli Alpini dopo l’espe rienza digitale del 2020 a causa delle restrizioni dovute al Covid e quella ibrida del 2021. Dal 29 set

tembre al 16 ottobre si alternano sul palcoscenico due premi Nobel e tanti altri scienziati e studiosi italiani e stranieri per parlare di grafene, di genetica, di archeolo gia, dell’Universo, di asteroidi, delle nuove scoperte sull’Alzhei mer e sui tumori, e di tanti altri argomenti.

Torna anche l’appuntamento con la Scuola in Piazza che nel pomeriggio di sabato 1 ottobre e per tutta la giornata di domenica 2 anima il Sentierone con una vera e propria fiera scientifica on

the road. Protagonisti i ragazzi di 35 istituti scolastici di Bergamo e provincia e diverse realtà di privati, con esibizioni ed esperimenti.

«BergamoScienza prosegue nel suo percorso finalizzato a soste nere quella necessaria transizio ne, a cui tutti noi non possiamo sottrarci, verso una vera società della conoscenza. Una società che sarebbe certamente più equa e solidale» afferma Gianvito Martino, presidente dell’Asso ciazione BergamoScienza. «Se lo spettacolo della scienza, che

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Ph: Laura Pietra
ATTUALITÀ

ogni anno il festival propone, anche nell’edizione di quest’an no prevarrà sulla scienza che fa spettacolo, l’obiettivo ultimo sarà sempre di più alla nostra portata». Ad oggi il festival conta ben 32 Pre mi Nobel ospitati, vanta circa 2,4 milioni di presenze in 19 edizioni, realizzate anche grazie all’aiuto di quasi 40.000 volontari e oltre 400 scuole protagoniste .

La XX edizione del festival apre giovedì 29 settembre alle 18 in Piazzale degli Alpini con “Venti di scienza. BergamoScienza, un racconto lungo vent’anni”, un evento-viaggio per ricordare,

attraverso la voce degli organiz zatori, come sin dal 2003 il festival racconti con passione e rigore la scienza. In questi due decenni è cambiato il mondo e con esso an che il modo in cui il festival divulga la scienza, ma invariati rimangono l’entusiasmo e la voglia di impara re qualcosa di nuovo, di lasciarsi stupire, di capire e capirsi meglio.

Sul palco insieme ai soci fon datori e a membri del comitato scientifico, Piera Levi Montalcini dell’Associazione Levi-Montalcini che ricorda, a 10 anni della sua scomparsa, Rita Levi Montalcini, presidente onorario del comitato

scientifico di BergamoScienza fin dalla sua fondazione.

Il cammino di BergamoScienza incrocia anche quello di Berga mo e Brescia Capitali Italiane

Ph: Laura Pietra

della Cultura 2023 su una strada comune chiamata “cultura”. Di questo passaggio di consegne parla Stefano Baia Curioni dell’U niversità Bocconi a cui fa seguito una pièce di Marco Paolini.

Primo ospite del festival Sir Andre Geim, Premio Nobel per la Fisica nel 2010 insieme a Konstantin No vosëlov per la scoperta del grafe ne. Sottile, leggero e flessibile, ma anche resistente, impermeabile e dotato di un’elevata conducibilità, il grafene è stato isolato da Geim e dai suoi collaboratori durante uno dei loro celebri “esperimenti del venerdì notte”, dedicati a progetti curiosi, fuori dalle righe e senza finanziamenti. Moderatore dell’in contro il sindaco di Bergamo Gior gio Gori.

Nell’ultimo fine settimana, il 14 ot tobre, attesissimo ospite il Premio

Nobel per la Medicina nel 2006 Craig Cameron Mello, che ha rice vuto il prestigioso riconoscimento per aver scoperto, insieme al col lega Andrew Fire, il meccanismo RNA interference: i due scienziati hanno dimostrato che l’RNA, re sponsabile della codifica e della decodifica, della regolazione e dell’espressione dei geni può, at traverso un meccanismo naturale, silenziare i geni responsabili della produzione delle proteine perico lose, alla base di alcune malattie genetiche debilitanti. Un metodo di cura paragonato alla scoperta della penicillina che promette di rivoluzionare le terapie di diverse malattie come l’Alzheimer, il Par kinson o il cancro.

Spazio alla medicina anche con Gregory A. Petsko, biochimico e docente dell’University of Bran deis di Boston, che da anni studia

i processi biochimici alla base di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, l’unica causa diffusa di morte per la quale non esiste né prevenzione né cura. In sieme a Gianvito Martino, Petsko farà il punto su cosa sappiamo ad oggi sulle cause di questa malattia, sulle nuove scoperte e sulle migliori terapie per curarla e bloccare in tempo l’aumento dei casi. Casi altrimenti destinati a raggiungere nel mondo, entro il 2050, l’allarmante cifra di 150 milioni di malati.

Di lotta al cancro parla il 6 ottobre, Laurie H. Glimcher, presidente e CEO del Dana-Farber Cancer In stitute e docente ad Harvard. Se da un lato l’incidenza dei tumori sta aumentando globalmente, dall’altro stiamo vivendo il periodo più ricco di progressi e speranze, grazie alle recenti rivoluzioni della

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Ph: Laura Pietra
ATTUALITÀ

ricerca. Glimcher racconterà, in sieme al presidente del comitato scientifico Associazione Berga moScienza Mario Salvi, il ruolo che i centri oncologici devono svolgere nel prossimo futuro in quattro aree fondamentali: geno mica ed epigenetica dei tumori; prevenzione e diagnosi precoce; messa a punto di nuove terapie e immunoterapie.

Il programma di questa edizione è davvero multidisciplinare. Si par lerà dell’Universo,di scienza e so

cietà, di neuroscienze, di robotica, di bioetica, delle nuove frontiere dell’archeologia, della crisi ener getica e di come alcuni ricercatori stiano provando a sviluppare ma teriali in grado di produrre energia pulita sfruttando quella del sole, assorbendo anidride carbonica.

Inoltre fino al 23 dicembre si può visitare la mostra “Venti di scienza. Come cambia la scienza. E noi con lei”, un viaggio tra le scoperte scientifiche più importanti. Oppu re partecipare, fino al 16 ottobre, a

tour virtuali per guardare da vicino il primo acceleratore di particelle del Medio Oriente o il sincrotrone del centro di androterapia oncolo gica di Pavia o il telescopio italiano Galileo installato a La Palma nelle Isole Canarie.

Insomma ce n’è per tutti, anche per i bambini per i quali sono previ sti giochi di ruolo e 11 spettacoli sul nostro pianeta, dalle leggi fisiche che lo governano al cambiamento climatico. Il programma comple to su www.bergamoscienza.it.

Ph: Laura Pietra

Come eliminare i fibromi penduli

Il fibroma pendulo è una escre scenza cutanea benigna che può arrivare a riguardare anche una persona su due nell’arco della vita indipendentemente dal sesso, con una lieve predominanza nelle donne dopo la menopausa. Generalmente innocuo, indolore e assolutamente non contagioso, nei casi in cui dia fastidio può esse re asportato con un piccolo inter vento di chirurgia ambulatoriale. Un accrescimento lento ma pro gressivo. Noto anche come acro chordon o volgarmente come porro, il fibroma pendulo si forma per una crescita eccessiva di alcune cellule del derma, chiamate fibro blasti. La sua grandezza può an

dare da dimensioni millimetriche ad alcuni centimetri a causa di un lento e progressivo accrescimento dovuto alla forza di gravità che li trascina verso il basso facendoli pendere dalla sede di origine (da cui il termine penduli).

ATTENZIONE A COLLANE E REGGISENO

La causa di questa crescita ano mala è da ricercarsi in uno stimolo infiammatorio cronico. L’origine di questo stimolo infiammatorio può venire dall’esterno, come ad esempio dallo sfregamento di una collana o del reggiseno, ma anche dallo sfregamento delle pliche (pie ghe) cutanee inguinali o ascellari.

Tuttavia, trattandosi di neoforma zioni benigne, non è stata dedicata molta ricerca scientifica all’ezio patogenesi di questa patologia e quindi le cause non sono certe.

GLI ALTRI FATTORI DI RISCHIO

I fattori che possono favorirne la comparsa, oltre allo sfregamento, sono: l’età, fattori di natura ormo nale, sovrappeso e obesità, dislipi demia (alterazioni della quantità di lipidi, o grassi, nel sangue, in par ticolare trigliceridi e colesterolo) e diabete. Incide probabilmente anche una predisposizione ge netica: non è infrequente vedere più membri della stessa famiglia affetti da questo problema. Le

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∞ A CURA DI MAURO MONTUORI SPECIALITÀ A-Z CHIRURGIA

DOTT. MAURO MONTUORI

Specialista in Chirurgia Generale

Unità di Chirurgia Generale e Oncologica Policlinico San Pietro e Smart Clinic Oriocenter

uniche armi a disposizione per prevenire i fibromi penduli, quin di, sono un’adeguata idratazione, il calo ponderale nelle persone in sovrappeso e la limitazione delle possibilità di sfregamento con og getti di uso quotidiano (bracciali, collane, etc.).

LE ZONE DEL CORPO PIÙ FREQUENTEMENTE COLPITE

Le aree maggiormente interessate dalla comparsa di fibromi sono quelle in cui la pelle presenta pieghe, come palpebre, inguine, ascelle e il collo.

BENIGNO MA IN ALCUNI CASI FASTIDIOSO

Il fibroma pendulo - o spesso i fi

bromi penduli, visto che frequen temente se ne formano diversi nella stessa area - sono neofor mazioni benigne, non contagio se, e la possibilità di evoluzione maligna è pressocché assente. Possono tuttavia determinare un impatto estetico importante e una sensazione di disagio. Inoltre possono sanguinare, ad esempio, quando vengono urtati dal reggi seno o lesionati dal rasoio durante la cura della barba, con il rischio di infezione cutanea nella sede del trauma.

LAMA, CALORE E FREDDO PER RIMUOVERLO, A SECONDA DI GRANDEZZA E POSIZIONE

L’asportazione di uno o più fibromi penduli può essere indicata nel caso in cui il problema abbia un impatto sulla qualità di vita, sia da un punto di vista estetico sia “fun zionale”. Si tratta di una procedura ambulatoriale, eventualmente in anestesia locale in caso la base del fibroma sia grande. L’asporta zione, sempre preceduta dalla di sinfezione della sede del fibroma, può essere effettuata, a seconda della sede e delle dimensioni del fibroma, con diverse tecniche: > lama da bisturi sterile; > bisturi ad energia, detto anche diatermocoagulatore,

che permette di “bruciare” il fibroma in pochissimi secondi, risolvendo immediatamente il problema. Solitamente non sono necessari punti di sutura, eccetto che in caso di fibromi di dimensioni ragguardevoli, per cui non resta praticamente alcuna cicatrice; > crioterapia, con la quale si congela alla radice il fibroma, attraverso l’applicazione di azoto liquido, provocando la necrosi (morte) del fibroma stesso che, nel giro di un paio di settimane, cadrà spontaneamente.

L’asportazione può interessare uno o più fibromi nell’arco della stessa seduta e andrebbe programmata in un periodo in cui è possibile limitare l’esposizione solare della zona per i primi giorni.

NO AL “FAI DA TE”

Per asportare i fibromi è sconsiglia bile il “fai da te”. Il rimedio casalingo della legatura del fibroma con un filo da cucito è molto comune, ma anche se apparentemente efficace (bloccando il flusso sanguigno il fi broma dovrebbe seccarsi e cadere da solo dopo pochi giorni) espone a un maggior rischio di recidiva e può dare un risultato estetico poco gradevole.

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Epatite C L’importanza della diagnosi precoce

Oggi è possibile curarla grazie ai nuovi farmaci, a condizione però che venga riconosciuta tempestivamente

L’infezione da virus C dell’epati te (HCV) è una delle maggiori cause di malattia cronica di fe gato nel mondo ed è responsa bile di una larga parte dei decessi fegato-correlati, soprattutto per epatocarcinoma e complicanze della cirrosi. Si stima che circa 70 milioni di persone nel mondo siano affette da questa infezione. Nel nostro Paese si ipotizza che i pa zienti portatori cronici del virus HCV possano essere tre 750.000 e un milione anche se va detto che mancano studi epidemiologici accurati. Analogamente le persone affette da epatite C in Lombardia dovrebbero essere circa 150.000, molte delle quali inconsapevoli dell’infezione o mai indirizzate a un centro di cura.

UNA PATOLOGIA SUBDOLA

Nella sua fase acuta, l’infezione può dare sintomi quali inappe

tenza, malessere e ittero. Spesso, tuttavia, è asintomatica, il che la rende una patologia subdola: il suo cronicizzarsi può portare, in tempi variabili da 10 anni a oltre 30 anni, a cirrosi, insufficienza epatica e tumori del fegato. Un aspetto importante dell’epatite C è rappresentato dal ruolo svolto dai cosiddetti “cofattori” di danno, quelli che potremmo definire dei “cattivi compagni di viaggio”: il consumo di alcol (anche in pic cole dosi), l’obesità, la presenza di diabete, la coesistenza di altre infezioni/malattie epatiche, il ses so maschile e l’età al momento dell’infezione, rappresentano fat tori che modificano grandemente l’evolutività verso la cirrosi.

CHI È PIÙ A RISCHIO

L’epatite C si trasmette general mente attraverso il contatto con il sangue o altri fluidi corporei di una

SCREENING GRATUITO

PER CHI È NATO

TRA IL 1969 E IL 1989

Oggi in Lombardia è attiva una campagna di screening di massa, che rientra nel Programma per l’Attuazione del Piano di Eliminazione del Virus dell’epatite C promosso da Regione Lombardia. La campagna è rivolta a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 che non abbiano mai assunto i farmaci orali contro l’epatite C: a queste persone viene offerta la possibilità di accedere gratuitamente allo screening in concomitanza con l’effettuazione di analisi del sangue o di ricoveri ospedalieri

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SPECIALITÀ A-Z EPATOLOGIA

persona infetta. Particolarmente a rischio sono:

> persone emotrasfuse o sottoposte a interventi chirurgici prima degli anni Novanta; > persone sottoposte a procedure odontoiatriche o estetiche (tatuaggi) a basso standard di sterilizzazione; > personale sanitario; > familiari e partner sessuali di persone con HBV (epatite B) o

I COSTI DELLA MALATTIA

L’ epatite C (unitamente alla epatite HBV) rappresenta un rilevante problema di sanità pubblica, oltre che per la frequenza, per l’alta percentuale di casi clinicamente non manifesti che rappresentano una importante fonte di contagio, per il rilevante impatto sociale dell’infezione a causa degli innegabili danni psicologici e alla vita di relazione, cui molti pazienti vanno incontro e, non da ultimo, per il significativo peso economico della malattia. I costi, sia diretti, relativi al trattamento della malattia, sia indiretti, legati alla perdita di produttività e alla morte prematura delle persone infettate, aumentano esponenzialmente in relazione al progressivo aggravamento della stessa.

HCV;

> persone che usano, o hanno usato, sostanze stupefacenti per via iniettiva o inalatoria; > emodializzati ed emofiliaci che abbiano ricevuto emoderivati prima degli anni Novanta; > persone che abbiano avuto rapporti sessuali occasionali e a elevata promiscuità; > immigrati provenienti da aree a maggior rischio di infezione da HCV (Egitto, Pakistan, Afghanistan, Medio Oriente); > bambini nati da madri con infezione da HBV o HCV; > persone con infezione da HIV o HBV.

PER LA DIAGNOSI BASTA UN ESAME DEL SANGUE

La diagnosi dell’epatite C si basa sugli esami sierologici. Un sempli ce prelievo di sangue consente la ricerca degli anticorpi (anti HCV): in caso di positività, è necessario ese guire un test di conferma, l’HCV-R NA e la tipizzazione genomica del virus. Va considerato che anti HCV resterà positivo sostanzialmente per sempre dopo aver acquisito l’infezione, anche in caso di gua rigione spontanea o dopo terapia eradicante. L’anti HCV infatti è solo una “memoria” di infezione e non è un anticorpo protettivo: questo significa che è sempre possibile reinfettarsi con HCV anche dopo aver curato l’infezione, qualora ci si esponesse agli stessi fattori di rischio.

CURE EFFICACI CON I NUOVI FARMACI ANTIVIRALI

Anche se non esiste un vaccino per l’epatite C, dal 2015 sono disponi bili farmaci antivirali in grado di curare efficacemente l’infezione. Somministrati per via orale per 8-12 settimane, portano alla gua rigione in circa il 95-98% dei casi, senza effetti collaterali. In partico

PROF. STEFANO FAGIUOLI

Professore ordinario di Gastroenterologia all’Università di Milano-Bicocca e Direttore Dipartimento di medicina e dell’Unità di Gastroenterologia 1 epatologia e trapiantologia

ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo

lare, delle circa 150.000 persone che verosimilmente presentano l’infezione da HCV in Lombardia, oltre 50.000 sono già state trat tate con successo con i nuovi farmaci. Ancora oggi, però, molti casi rimangono non diagnosticati. Si è stimato che, prima dell’arrivo dei nuovi trattamenti per HCV, in Italia morisse una persona ogni 30 minuti per le conseguenze di questa patologia. Oggi l’Organiz zazione Mondiale della Sanità, grazie alle nuove terapie, ha posto tra i suoi obiettivi l’eradicazione dell’epatite C a livello globale en tro il 2030. L’Italia era ben avviata in tale percorso e riuscire a re-incre mentare i nuovi trattamenti dopo la flessione dovuta alla pandemia SARS-COV2 diventa importante per centrare l’obiettivo. Per questo motivo, la diagnosi precoce resta fondamentale per poter avviare il paziente al percorso di cura prima che la malattia abbia impattato la qualità della vita e contribuito alla diffusione dell’infezione. Poiché in molti casi la persona affetta non è consapevole dell’infezione è fon damentale che quante più persone possibili aderiscano alla campagna di screening per HCV.

Settembre/Ottobre 2022 | Bergamo Salute | 15

Bruxismo e dolore pelvico: che legame c’è?

Tensione nella bocca? Proble mi ai denti? La risposta potreb be essere nella pelvi (o bacino) e nella colonna vertebrale. Dolore pelvico, tensioni addomi nali o mal di schiena? La risposta potrebbe essere nella bocca. Già, proprio così. Tra bocca e pelvi esiste infatti una stretta connes sione anatomica fin dallo sviluppo embrionale. Inoltre non bisogna dimenticare che il corpo ha mille connessioni e spesso l’origine del dolore potrebbe essere in un pun to diverso dal punto di manifesta zione. Questo vale, ad esempio, nel caso del bruxismo, ovvero la condizione in cui si digrignano i denti: diversi studi hanno eviden ziato come il bruxismo sia presen te nel 78% dei casi delle persone che manifestano dolore pelvico, con una percentuale maggiore nelle donne. Approfondiamo allo ra l’argomento partendo, innanzi tutto, da cosa si intende per bru xismo e come riconoscerlo.

LE DUE FORME DI BRUXISMO: DEL SONNO E DELLA VEGLIA

Il bruxismo è un’attività ripetitiva dei muscoli masticatori che può avvenire in forma di digrignamen to o serramento dei denti e / o mantenimento della mandibola in posizione fissa con i muscoli in tensione. Ne esistono due forme in relazione al ritmo circadiano: il bruxismo del sonno e della veglia.

Il bruxismo del sonno è un’attività dei muscoli masticatori che, entro certi limiti, può essere considerata fisiologica. Alla base ci sono mol teplici cause correlabili a fenomeni neurologici e psicologici (ad esem pio stress o ansia), nonché un’as sociazione con altri fenomeni ri scontrabili durante il sonno. Apnee notturne, reflusso gastroesofageo, cure con farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale, ad esem pio, possono favorire il bruxismo.

Il bruxismo della veglia, anch’es so fisiologico entro certi limiti, è legato alla necessità di “scaricare”

la tensione emotiva. I muscoli ma sticatori costituiscono la struttura bersaglio e vengono coinvolti dalla cosiddetta attività di bracing, ovve ro il mantenimento della musco latura della mandibola in continua tensione, con una posizione fissa senza contatto dei denti dell’arcata superiore con quella inferiore. La presenza di dentatura usurata può essere considerata come pos sibile segnale della presenza di bru xismo in forma di digrignamento, mentre affaticamento muscolare e dolore all’articolazione tempo ro mandibolare e/o ai muscoli masticatori sono verosimilmente associati a un bruxismo in forma di bracing o di serramento dentale.

PELVI E BOCCA, UN’ORIGINE COMUNE

Come accennato tra bruxismo e dolore pelvico esiste uno stretto legame. Questo perché, durante la fase di formazione dell’em brione, bocca e pelvi si formano

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∞ A CURA DI LUCA VITALI E MONICA VITALI SPECIALITÀ A-Z ODONTOIATRIA

DOTT.SSA MONICA VITALI

Ostetrica-Osteopata

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dallo stesso tipo di foglietto em brionale nominato mesoderma, condividendo quindi lo stesso tipo di cellule. Il palato è collegato all’area pelvica, il mento al pube, la mandibola alle anche che conten gono organi e visceri addominali.

Per questo di fronte a sintomi di una tensione muscolare, che sia masticatoria o pelvica, è neces saria una valutazione globale, che tenga in considerazioni tutti i punti di vista, psicologico, fisico ed emotivo. Bruxismo e dolore pel vico possono essere considerate due manifestazioni diverse dello stesso disturbo di base, ovvero di un’aumentata sensibilità al dolore dovuta a una serie di concause fisiche e psicologiche e spesso legate a maggiori livelli di ansia, somatizzazione e di stress psico logico. Oltre alla relazione anato mica, inoltre, potrebbe esserci un nesso causale. Se fosse causale, si potrebbero riconoscere even tuali correlazioni patogenetiche comuni, come ad esempio: > l’iperattivazione del mastocita che funge da trigger per un processo infiammatorio

generalizzato con declinazioni “organo specifiche”; > un abbassamento della soglia centrale del dolore (entrambi i fenomeni già ampiamente dimostrati per il dolore pelvico); > una vulnerabilità genetica al dolore; > la presenza di ipertono muscolare (cioè un aumento del tono muscolare) che interessi in parallelo il muscolo massetere (bocca), principalmente coinvolto nella masticazione e nel bruxismo, e il muscolo elevatore dell’ano (pelvi), coinvolto nel dolore pelvico.

Nel primo caso l’ipertono musco lare potrebbe essere espressione sia di somatizzazione di ansia generalizzata, sia di contrazione difensiva in risposta al dolore orofacciale a origine infiamma toria. Nel secondo caso, invece, il muscolo potrebbe essere coin volto nel dolore pelvico in modo primario, come espressione di vaginismo e/o somatizzazione d’ansia generalizzata, oppure secondario al dolore durante i

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rapporti o durante processi in fiammatori dell’area dei genitali esterni femminili acuti o ricorrenti. Da queste considerazioni risulta evidente quanto sia importante porre attenzione alle comorbilità del dolore in medicina e la visita o durante l’anamnesi, con l’obiet tivo di cogliere poi i denominatori comuni delle diverse patologie.

LA CURA? GLOBALE E MULTIDISCIPLINARE

Per quanto riguarda la cura e il trat tamento del bruxismo, innanzitut to, è importante sottolineare due aspetti. Il primo che il bruxismo non è causato da una malocclusione e come tale non può essere curato correggendo il disallineamento dentale. Il secondo che le cause del bruxismo sono da ricercarsi nei cosiddetti “fattori centrali” e questi devono costituire il target terapeu tico. La gestione delle conseguen ze del bruxismo, con l’obiettivo di interrompere definitivamente il meccanismo scatenante, sono da ricercare all’interno di una visione multidisciplinare con un’ottica psi co-fisico-emotiva.

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DOTT. LUCA VITALI Odontoiatra

Così aiutiamo parenti e amici sotto le bombe in Ucraina

Roksana, la moglie di Malinovskyi, racconta il dramma delle loro famiglie e ci parla della loro Charity per aiutare i connazionali

Mentre parliamo con Roksana, la moglie di Ruslan Malinovskyi il calciatore dell’Atalanta, en trano due giovanissimi tifosi nel suo atelier di Passaggio Bruni in via XX Settembre. Portano un ritratto del campione ucraino fat

to da uno di loro. Il pittore indossa la maglietta arancione che la squadra usava lo scorso campio nato con tanto di numero 18 e il nome Malinovskyi. Vogliono fe steggiare il mancato trasferimen to di Ruslan e fare una donazione

alla “Malinovskyi Charity” di cui Roksana, 28 anni, ucraina come il marito, è presidente. E che ha raccolto quasi 70 mila euro per aiutare i connazionali devastati dalla guerra. Pochi minuti dopo è la volta di una signora di mezza

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Ph : Pernice Comunicazione
PERSONAGGIO ROKSANA MALINOVSKA

età che dona anche lei una som ma per la causa ucraina.

« Sono stati migliaia i bergama schi e non solo, a partire da quel drammatico 24 febbraio scorso, a mostrarci la loro solidarietà e a far donazioni all’associazione. Anzi la Charity è nata proprio grazie a tanti amici che mi hanno aiutato molto con i dettagli organizzativi economici e finanziari» ci racconta Roksana. «Molte persone volevano contribuire, ma per evitare grane legali abbiamo registrato un’as sociazione. E la gente può così essere sicura che il suo aiuto non andrà perso. Il nostro unico scopo è aiutare il nostro popolo. Subito dopo l’inizio della guerra abbiamo realizzato nell’atelier mille bandiere con i colori della nostra nazione che sono andate a ruba al costo di dieci euro l’una, poi le maglie autografate di decine di calciatori messe all’asta e quindi una serata di beneficenza ai Colli di Bergamo Golf organizzata con l’aiuto di Pernice Comunicazione e di tante altre imprese del territorio. Subito abbiamo riempito un tir con beni di prima necessità: cibo, scarpe, vesti ti, prodotti per l’igiene e tanto altro. Erano i primi giorni dell’invasione. Poi abbiamo inviato un altro tir con i prodotti che ci erano stati richie sti e ora stiamo organizzando un nuovo trasporto. Aspettiamo che l’Associazione Ucraina con la qua

le siamo collegati ci faccia sapere di cosa hanno bisogno. Servono apparecchiature mediche, oggi distrutte negli ospedali. Contiamo anche sull’aiuto dell’Ospedale Pa pa Giovanni XXIII. Nulla deve essere disperso. Controlliamo che quello che mandiamo da Bergamo finisca nelle mani giuste». L’impegno della Malinovskyi Chari ty non si ferma qui, come ci spiega Roksana. « Abbiamo aiutato cento ragazzi orfani e vulnerabili a vivere una vita normale per intere setti mane in un albergo di montagna, lontani dal rumore e dalla paura dei bombardamenti. Sono assistiti da psicologi e insegnanti che cercano di portare un po’ di tranquillità».

Già, il rumore della guerra. Missili che spazzano interi paesi. E Roksa na si intristisce. «Pensi che la sera di Sant’Alessandro quando sono cominciati i fuochi di artificio che guardavo da casa ho pianto pen sando ai miei connazionali che vi vono quotidianamente sotto i colpi dei missili e delle bombe, ai tanti bambini che non hanno nessuna colpa e che devono vivere nella paura. Mio nipote, figlio del fratello di Ruslan, vive con il rumore delle bombe. Con mia cognata erano scappati a Bergamo ma dopo un mese è voluta tornare da suo marito rimasto in Ucraina. Per loro non è semplice adattarsi alla vita dell’Oc cidente, anche se ci sentiamo

europei a tutti gli effetti. Mia non na è a Sebastopoli, nella Crimea occupata dai russi nel 2014. Non può muoversi. Non può andare in Ucraina. Dovrebbe passare prima proprio dalla Russia che però non le darebbe il passaporto per espa triare nella sua Patria. E allora resta a Sebastopoli, schivando i missili e le bombe. E pensare che voleva trasferirsi a Odessa dove abbiamo costruito una casa per tutta la fa miglia .Proprio oggi ho scoperto che su Odessa sono caduti missili lanciati da Sebastpoli, la mia città natale dove ho conosciuto Ruslan. Siamo molto preoccupati, ma que sta guerra deve finire. Mi chiedo perché tanto sangue. Siamo una grande nazione, ci sentiamo eu ropei e vogliamo vivere in pace».

Roksana e Ruslan avevano proget tato di andare in Ucraina quest’e state, a trovare parenti e amici, ma non è stato possibile. « Siamo via da qualche anno, prima in Belgio, ora a Bergamo, la mia seconda patria, dove tre anni fa è nata la nostra bambina Olivia, una città che mi piace molto e mi ha dato la possibilità di creare il mio atelier, ma non posso non pensare a chi sta soffrendo e rischiando di mo rire» dice Roksana «Un amico di mio padre che vive a Mariupol, ci ha raccontato quanta sofferenza sono costretti a sopportare in una città distrutta dove, si dice, ci siano

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centomila morti. Manca tutto, il cibo, l’acqua, l’energia, il caldo. Loro erano costretti a scappare a ogni allarme bomba nei rifugi sot toterra a 16 gradi sottozero e per bere dovevano sciogliere la neve».

Una situazione tragica che ha sconvolto anche il centrocampi sta dell’Atalanta che ha i genitori a Zhmtomyr, a cento chilometri da Kiev. Roksana ci racconta i primi giorni della guerra. «La mattina mi sveglio e leggo i messaggi drammatici che mi hanno inviato parenti e amici. C’è la guerra. I miei genitori riescono a scappare e dopo una settimana sono a Ber gamo, solo la nonna resta in Ucrai na. Vorremmo andarci, ma non è possibile. Ruslan è triste, teme per i suoi. Intanto c’è la partita dell’A talanta con l’Olympiakos. Ruslan

segna due gol e regala un sorriso in un momento così difficile, mo strando la maglietta con la scritta “Stop war”, basta guerra. Gliel’ave vo fatta io. Ero sicura che avrebbe segnato. Era la sua sfida. Lui è un leader, e in quella partita ha dato il suo contributo anche per gli ucrai ni. Ecco perché i tifosi lo amano. Ruslan è gentile, disponibile, non a caso è sempre in mezzo ai tifosi, a firmare autografi, a fare selfie e a partecipare a tante iniziative bene fiche, come quando siamo andati a Rota Imagna a incontrare i bam bini ucraini ospiti di quel paese. È stato un giorno intero a giocare con i piccoli, a confortarli. La sua gentilezza e la sua disponibilità mi hanno colpito sin dal primo giorno che l’ho conosciuto, grazie a una mia amica che mi aveva invitato a vedere una partita del Sebastopo

li, dove Ruslan giocava. I biglietti non era facile ottenerli. Lo stadio disponeva di 5 mila posti in una città di 440 mila abitanti. La mia amica aveva un biglietto, il mio l’aveva Ruslan, che io non cono scevo. Ci siamo incontrati in una discoteca ed è stato amore a prima vista. Io avevo 19 anni, lui 20. Non ci siamo più lasciati. L’ho seguito in Belgio e in Italia. Poi nel 2016 ci siamo sposati e abbiamo messo al mondo Olivia che ha quasi tre anni ed è una bergamasca verace. Ecco perché Bergamo è la nostra casa e vogliamo restarci. Anche se speriamo di poter andare di nuovo in Ucraina per aiutare i nostri con nazionali».

Intanto Roksana, che fa la stilista, sta preparando con le sue collabo ratrici i vestiti per il red carpet alla Mostra del Cinema di Venezia.

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66 giorni per cambiare

66 giorni. Sarebbe questo, secondo alcuni studi, il tempo necessario per trasformare un’azione in abitudine e man tenerla nel tempo. Questo grazie alle plasticità cerebrale del nostro cervello che, anche da adulti, ha la capacità di riconfigurarsi conti nuamente. Una buona notizia, soprattutto in questo periodo di inizio autunno durante il quale, tipicamente, ci si prefiggono nuo vi (o vecchi) buoni propositi, cam biamenti di stile di vita più salutari, modificazioni di routine e ritmi che ci stanno stretti. Ma qual è il

primo passo per cambiare? E co me fare per non ricadere nelle vecchie abitudini? Lo abbiamo chiesto a Pia Barbato, counselor.

Con gennaio, settembre e ottobre sono i mesi in cui più frequentemente si decide di cambiare qualcosa di sé o della propria vita: smettere di fumare, iniziare una dieta, ritagliarsi più tempo per se stessi, coltivare maggiormente le amicizie.

Qual è la mentalità migliore per affrontare il cambiamento?

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Counselor Supervisor Trainerr Centro Counseling Integrato Scanzorosciate
IN SALUTE STILI DI VITA

Si parla di “Cambiamento” come se fosse uno schioccare di dita, ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare, anche se la vita stessa è un continuo cambiamento. Tutto cambia, anche ciò che ci appare immutabile. “Non si può discen dere due volte nello stesso fiume” diceva Eraclito. Il fiume, sembra sempre uguale, ma le sue acque, scorrendo continuamente, non sono mai le stesse. Tutto scorre, tutto si trasforma. L’intenzione da sola, però, non basta: ci vuole il desiderio, crederci ma soprattutto l’umiltà di ammettere i propri limi ti. Non esiste un modo univoco per affrontare il cambiamento, dipende da una moltitudine di fattori: autostima, capacità di vedere le conseguenze delle decisioni prese, gestione delle proprie emozioni, credenze per sonali e influenze dell’ambiente (ad esempio un atteggiamento di disappunto di una persona verso la decisione che stiamo prenden do). Alla base, quindi, per riuscire nel proprio obiettivo ci vuole una forte motivazione e volontà che nasce da un bisogno reale.

Quali sono i nemici “interni” ed esterni del cambiamento? Paura, ansia, timore, insicurezze, demotivazione etc. sono tutte emozioni negative che incidono sulla resistenza al cambiamento.

In molti casi si inizia ad avere con sapevolezza e prendere in con siderazione il cambiare, ma poi scatta la paura di cosa potrebbe

accadere, perché può comporta re la perdita di ciò che amiamo, una relazione, una posizione comoda e sicura, unita alla paura di non farcela e fallire. Secondo Buddha, “ il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è ”. Egli soste neva che la piena accettazione che ogni cosa è temporanea può liberare gli uomini dalla sofferen za, attraverso la decisione di non vincolare la propria felicità al de siderio di trattenere ciò che se ne andrà. Spesso, le persone dicono “non posso farci niente, sono fat to così”, “le gente non cambia”, “chi nasce tondo non muore quadrato”. In realtà le persone non cambiano, quando non lo vogliono. Un altro elemento che, dall’interno, ostacola il cambia mento è lo stress che comporta. Cambiare è un po’ come scalare una montagna: bisogna studiare il percorso, munirsi di attrezzature e poi iniziare la scalata un passo dopo l’altro, facendo fatica per ar rivare fino in cima. Un altro punto

di resistenza è il vantaggio che una persona ottiene dal suo proble ma, Prendiamo il dolore: alcuni non riescono a liberarsene per ché ottengono un beneficio. Nel caso invece di una persona che non riesce, nonostante gli sforzi, a dimagrire, invece potrebbe na scondersi una strategia, conscia o inconscia, per proteggersi dal “rischio” di imbattersi in una rela zione amorosa. A questo, poi, si aggiungono convinzioni o false credenze trasmesse dall’ambien te in cui si vive (genitori, società, religione, cultura etc.). Il risultato è che ci si dice “Lo voglio, ma non ora”, “lo farò da domani” , la tipica modalità con cui le persone si autoingannano.

Ma allora come si fa a cambiare? Innanzitutto bisogna scegliere un’area della propria vita che si vuole cambiare, non tutte insie me, perché sarebbe troppo one roso, focalizzandosi su quella che sentiamo come prioritaria in quel momento e ponendosi un obietti vo raggiungibile e non irrealistico. Nel viaggio del cambiamento, poi, bisogna non concentrarsi sul risul tato finale ma assaporare i benefici che, giorno dopo giorno, derivano dalla nuova abitudine trasforman doli in “rinforzi positivi” per andare avanti su quella strada. Infine è importante darsi una scadenza. In questo modo si avranno più chan ce di arrivare alla fine del percorso e consolidare il risultato nel tempo.

Impariamo a guardarci con occhi benevoli: “Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare” diceva lo psicologo americano Carl Rogers ”

Perdi peso e mantieni i risultati con la dieta antinfiammatoria

Finita l’estate, periodo durante il quale spesso ci si concede qualche strappo alla dieta, è il momento di riprendere le cor rette abitudini alimentari. Qualcu no si è già rimesso in riga perden do quel peso in più acquistato durante le vacanze. Tuttavia, una volta raggiunto il peso forma, il problema è riuscire a non vanifi care i risultati ottenuti. Come fare?

L’eccesso di grasso corporeo fa sì che si instauri un processo di infiammazione cronica e silente che è causa a sua volta di altro accumulo di grasso ”

Esistono diverse strategie. Tra queste, una delle più importanti è spegnere l’infiammazione, una condizione strettamente legata a sovrappeso e obesità. Ne parlia mo con la dottoressa Cristina Robba, nefrologa e nutrizionista.

Dottoressa Robba, che relazione c’è tra sovrappeso o obesità e infiammazione?

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∞ A CURA DI RITA COMPOSTELLA IN SALUTE ALIMENTAZIONE

Il tessuto adiposo è un tessuto “infiammato”. Si è visto infatti che l’obesità è associata a una down regolazione (sottoregolazione) di tanti fattori anti infiammatori come l’adiponectina (l’obeso ne produce di meno) e a una up rego lazione (sovraregolazione) dei fat tori che producono infiammazio ne. Anche la vascolarizzazione del tessuto adiposo sembra svolgere un ruolo fondamentale nell’origi ne dell’infiammazione: l’obesità si associa a una diminuzione della vascolarizzazione del tessuto adiposo con una conseguente

ipossia (condizione di carenza dell’ossigeno) tessutale. Questo stato di ischemia relativa potrebbe contribuire a innescare le risposte infiammatorie in conseguenza di una necrosi (morte) degli adipo citi, le cellule del tessuto adiposo, indotta proprio dall’ischemia. Quando ciò accade, devono in tervenire i macrofagi presenti nel tessuto, cellule “spazzino” che hanno il compito di eliminare le cellule morte. Nell’obesità però aumentano maggiormente i ma crofagi M1, che hanno significato pro infiammatorio e una ridotta

capacità di “ripulire” il tessuto adi poso dalle cellule apoptotiche, mentre diminuiscono i macrofa gi M2 che sono invece presenti e attivi quando vi è un bilancio energetico negativo. Insomma un cane che si morde la coda, che mantiene così un substrato proinfiammatorio.

Cosa fare allora per evitare questo circolo vizioso?

Perdere peso innanzitutto, ma avere poi uno stile di vita e alimen tare che combatta l’infiammazio ne. Esistono alcuni alimenti che ci vengono in aiuto, se utilizzati in modo costante. Innanzitutto gli omega 3, in particolare EPA (acido eicosapentaneoico) e DHA (acido docosaesaenoico), che contra stano l’infiammazione del tessuto grasso e sono in grado di abbassa re i livelli di insulina nel sangue aiu tando a mantenere il peso forma. Via libera allora ad alimenti come salmone e sgombro, trota e pesci grassi in generale, ma anche olio di semi di lino, usato rigorosamen te a crudo. L’aumentato apporto

di questi alimenti deve comunque essere sempre concordato con il medico, soprattutto nelle perso ne in trattamento con medicinali anticoagulanti oppure con FANS, in quanto gli acidi grassi polinsaturi possono aumentare il tempo di coagulazione. Un capitolo a parte lo merita poi la cannella, spezia veramente dotata di virtù tera peutiche: contiene calcio, ferro, fosforo, potassio, rame, selenio e zinco e anche vitamine del grup po B. Ma il vantaggio di assumere la cannella nel mantenimento del peso deriva in particolare dalla sua capacità di stimolare la termoge nesi cioè la produzione di calore da parte dell’organismo, processo che interessa sia il tessuto adiposo sia il tessuto muscolare. Se possi bile, è suggerito scegliere i can nelli da polverizzare al momento dell’uso, conservandoli in vasetti chiusi e custoditi lontani da fonti di luce e da qualsiasi forma di calore. Una dieta antinfiammatoria non può non includere i frutti rossi, cioè tutti i frutti di bosco come mirtilli, more lamponi e ribes: con

tengono flavonoidi e antocianine, sostanze antiossidanti che aiute rebbero a ridurre la assimilazione dei grassi e migliorerebbero l’in fiammazione del tessuto adipo so. Poco calorici, ricchi di fibre e minerali, basta aggiungerne una manciata al giorno, a colazione o come spuntino spezza fame, per garantire un miglior controllo del peso. Inoltre possono essere in trodotti anche come succhi, puri o diluiti, sfruttando così anche il loro effetto contro la ritenzione idrica. Sempre di colore rosso e con proprietà simili è il succo di melograno, alleato della dieta: la dose giornaliera suggerita è di una tazza di succo di melograno, me glio ancora se spremuto, assunto al mattino. È anche una iniezione di vitamina C e A, ma è sconsigliato a chi soffre di gastrite. Importante, infine, è il coenzima Q10: contribuisce a combattere l’esposizione del nostro corpo ai radicali liberi che aumentano con l’avanzare dell’età. Le principali fonti alimentari di coenzima Q10 sono fegato, pesci grassi e cereali

26 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022
IN SALUTE ALIMENTAZIONE

integrali, ma anche piante come spinaci e soia, frutta a guscio e oli vegetali. L’organismo è in grado di produrre Coenzima Q10, ma tale proprietà diminuisce con l’età, pertanto è consigliato inte grarlo con capsule, sempre però sotto controllo medico, poiché può scatenare effetti collaterali e abbassamenti di pressione e non deve essere utilizzato du rante l’allattamento o durante chemioterapie. Concludendo, una manciata giornaliera di frut ti rossi, un succo di melograno con un cucchiaio colmo di frutta

secca, un cucchiaino di cannella in polvere aggiunto a uno yogurt magro, associati a una dieta che introduca moderate quantità di cereali integrali e abbondi invece di pesce azzurro o pesce grasso ci garantisce il mantenimento del peso. Ovviamente il tutto associa to a abbondanti porzioni di verdu ra condita con olio extra vergine o olio di semi di lino, cotta e cruda, almeno due frutti di stagione al giorno e, solo se consigliati dal medico, integratori farmaceutici come Coenzima Q10, Vitamina D, Vitamine del gruppo B e zinco.

DOTT.SSA CRISTINA ROBBA

Specialista in Nefrologia

Responsabile dell’Ambulatorio di Nutrizione Clinica Policlinico San Marco Zingonia e Nutrizionista di Smart Clinic

I Percorsi Terapeutici

Percorsi di terapia Individuali Percorsi di terapia di Coppia Percorsi di terapia di Gruppo Terapia EMDR

Le Patologie Trattate

Problematiche sessuali Narcisismo patologico Traumi

Lutto Ansia Autostima Problematiche a ettive

I Gruppi di Terapia

Gruppi sulla Dipendenza A ettiva Gruppi sull’Autostima Gruppi sul Narcisismo Patologico Gruppi sulle Dipendenze senza Sostanze (Lavoro, Sessualità, Internet, Shopping)

I Laboratori

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Dipendenza da Internet Dipendenza da Lavoro Dipendenza A ettiva Dipendenza Sessuale Dipendenza da Shopping
e lo studio delle

Funghi che passione… salutare!

Deliziosi al palato e capaci di insaporire primi e secondi in modo unico, i funghi non solo apportano pochissime calorie, ma rappresentano anche una mi niera di sostanze benefiche per l’organismo. Porcini, champignon, cardoncelli, gallinacci e chiodini: ognuno ha le sue caratteristiche e il suo particolare gusto. In ogni caso, sono una vera e propria pas sione per molti, soprattutto se si tratta di porcini, carnosi e profu mati, che si possono raccogliere tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, nei boschi di querce e di castagne. Conosciamoli me glio allora con l’aiuto della dotto ressa Emanuela Mosca, dietista.

Dottoressa Mosca, che tipo di alimento sono i funghi? Quando si parla di funghi spesso si crea molta confusione perché molte persone credono che si tratti di un tipo di verdura. I funghi, invece, appartengono a un regno a sé stante denominato “Fungi o Mycetae”.

I funghi possono essere consumati freschi, sempre disponibili come quelli coltivati nelle fungaie, o raccolti soprattutto nel mese di settembre, ma è possibile utilizzare anche quelli surgelati o essiccati per realizzare gustosi piatti ”

Quali sono le caratteristiche nutrizionali che li rendono “amici” della nostra salute? Sono composti per quasi il 90% da acqua e apportano pochis simi grassi e calorie (26 calorie per 100 grammi), motivo per cui possono essere consumati anche nell’ambito di diete ipocaloriche. Sono ottime fonti di fibra, utili per il buon funzionamento dell’inte

stino, ma contengono anche tracce di proteine vegetali e una buona quantità di vitamine e sali minerali come potassio, fosforo, calcio e ferro. Inoltre, sono alleati delle ossa, grazie alla presenza di lisina, amminoacido che oltre a favorire la formazione di anti corpi ormoni (come quello della crescita) ed enzimi, è necessario allo sviluppo e alla fissazione del

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Biologo Nutrizionista con Laurea in Alimentazione e Nutrizione Umana Brignano Gera d’Adda (BG)
IN SALUTE ALIMENTAZIONE

UNA RICETTA

INTRAMONTABILE

Ecco come preparare un buon risotto ai funghi, utilizzando porcini secchi, in modo da poter ottenere un piatto sano e nutriente, tutto l’anno. Preparate un brodo vegetale con carota, patata, sedano, prezzemolo e cipolla. Nel frattempo, mettete in ammollo i funghi e poi strizzateli. Fate un soffritto con uno spicchio d’aglio e poco olio extravergine d’oliva; una volta che l’aglio sarà rosolato, toglietelo dalla padella e versate il riso e i funghi. Portate a cottura aggiungendo brodo vegetale, un po’ per volta, sempre mescolando. Mantecate con un cucchiaio di parmigiano e un trito di prezzemolo freschissimo.

vengono spesso consigliati nell’a limentazione durante il cambio di stagione tra estate e autunno, per aiutare l’organismo a difen dersi meglio. Tra l’altro, quello è il periodo migliore per consumarli freschi, anche per la maggiore di sponibilità di funghi che crescono spontaneamente. Durante tutto il resto dell’anno, è più facile trovarli surgelati o secchi.

Ci sono precauzioni da seguire per consumarli in sicurezza? Innanzitutto, come tutti gli alimen ti, anche i funghi vanno consumati senza eccedere con le quantità e con cautela per quanto riguarda i bambini al di sotto dei tre anni, gli anziani e le donne in gravidanza. Inoltre è importante acquistarli da rivenditori autorizzati oppure, se si sceglie di raccoglierli autono mamente nei boschi, rispettare la normativa vigente e farli sempre controllare dagli esperti delle ASL prima di consumarli. Infatti, l’inge stione di funghi non sicuri può es sere pericolosa e procurare danni alla salute, fino alla morte. Prima

di consumarli, poi, è necessario, sottoporli alla cottura per evitare di ingerire batteri che possono essere pericolosi per la salute e distruggere le tossine termolabi li - ossia sensibili al calore, che evaporano durante la cottura a circa 80°C - potenzialmente tos siche se ingerite. I funghi, infatti, si alimentano direttamente (senza radici) assorbendo le sostanze dal terreno dei boschi come delle ve re spugne, i nutrienti possono aver assimilato sostanze tossiche già presenti nel terreno e non visibili al controllo, ma comunque dan nose per l’organismo. La cottura serve anche a facilitare la dige stione della struttura biologica del fungo che, a causa di una sostanza chiamata micosina o chitina, può risultare difficile da digerire.

Meglio freschi o essiccati?

I funghi conservano le proprie caratteristiche nutrizionali anche quando sono essiccati; dunque, in mancanza di funghi freschi, quelli secchi andranno benissimo.

calcio nelle ossa. Sono anche alleati del buonumore e dell’e nergia, in virtù del triptofano e delle vitamine del gruppo B di cui sono ricchi, e un alimento anti-a ge poiché contengono sostanze antiossidanti che contribuiscono a contrastare l’effetto dannoso dei radicali liberi, principali re sponsabili dell’invecchiamento cellulare. Infine, da secoli i funghi sono considerati un toccasana per il sistema immunitario e

Valori nutrizionali

per 100 di funghi freschi

Porcini

. Energia 26 kcal

. Acqua 92 g

. Carboidrati 1 g

. Zuccheri solubili 1 g

. Proteine 3,90 g

. Grassi 0,70 g

. Fibra totale 2,50 g

Prataioli 20 kcal 90,4 g

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Flash technique: nuove prospettive nel trattamento del trauma

Negli ultimi anni, a causa della pandemia, le richieste di aiuto per forti ansie, stati depressi vi, ritiri sociali e incapacità di gestire livelli di stress eleva ti sono diventate sempre più frequenti. « Se queste diffi coltà prima del 2020 erano già presenti, possiamo dire che attualmente sono in crementate, come sono aumentati i casi di disturbo post traumatico da stress» conferma la dottoressa Sofia Raffa, Psicologa, Psi coterapeuta, Pratictioner in EMDR. «Il disturbo post trau matico da stress è una condi zione clinica caratterizzata da sintomi di evitamento (evitare pensieri, situazioni, luoghi che ri portano al trauma); riesperienza (ricordi, sogni o pensieri che intru dono senza controllo, come se si stesse rivivendo il momento del trauma); effetti negativi sulla cogni zione e sull’umore e alterazioni dello stato di attivazione (problemi del sonno, irritabilità, difficoltà di concentrazione, etc.)».

Dottoressa Raffa, com’è possibile affrontare questa condizione?

La ricerca dice che una delle te rapie elettive per il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress è la Terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazio

ne e rielaborazione attraverso i movimenti oculari). L’EMDR uti lizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra per trattare ricordi traumatici, sia con la T maiusco la, ossia traumi maggiori come gravi incidenti, lutti, malattie etc., sia con la t minuscola, come ad esempio traumi relazionali, legati a umiliazioni, a vissuti abbandoni ci etc., ipotizzando che tali ricordi sostengano i sintomi psichici che generano sofferenza al paziente. Al paziente viene richiesto di ritor nare sul trauma e dopo la seduta

EMDR, i ricordi negativi perdono la loro carica emotiva: l’immagine relativa al ricordo appare più distante, le emozioni e le sensazioni negative vengo no meno e la valutazione cognitiva su di sé viene ristrutturata in positivo. In poche parole “ il passato viene lasciato nel passa to” e gli effetti rimango no tali anche nel lungo termine. Il trattamento EMDR è molto efficace. Ci sono, tuttavia, situazioni più complesse per svariate ragio ni (come una storia personale caratterizzata da traumi multipli o scarse risorse individuali) in cui il trattamento con EMDR diventa complesso. È necessaria in molti casi una buona preparazione del paziente, un lavoro sulle risorse e l’integrazione di altre tecniche che permettano all’elaborazione di fluire verso una risoluzione del trauma. Succede, infatti, che quando il paziente percepisce un livello di stress troppo elevato o teme di accedere al materiale traumatico, mette in atto incon sapevolmente delle difese che bloccano l’elaborazione, come ad esempio evitare di sentire le emozioni o disconnettersi dal ri cordo sul quale si sta lavorando. In questi casi, può essere utile associare anche un’altra tecnica, di recente introduzione, chiamata Flash Technique (FT).

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∞ A CURA DI VIOLA COMPOSTELLA IN ARMONIA PSICOLOGIA

In cosa consiste la Flash Technique e in cosa si differenzia dall’EMDR?

La Flash Technique è una tecnica terapeutica che è stata utilizzata inizialmente durante la fase di pre parazione alla terapia EMDR per facilitare l’elaborazione dei ricordi traumatici. È stata sviluppata negli ultimi 15 anni dal dottor Phil Man field e recentemente introdotta in Italia e si sta rivelando un intervento terapeutico completo, che dà un importante contributo alla risolu zione di esperienze traumatiche e a migliorare il benessere del paziente. Come la terapia EMDR, la Flash Technique viene utilizzata con pazienti di tutte le età ed è utile a migliorare il funzionamento psico logico e a risolvere diversi disturbi quali ansia, disturbi depressivi, DOC e altri. La terapia inizia sem pre con una fase di conoscenza del paziente e la stesura di un piano terapeutico in cui vengono “map pati” i traumi individuali alla base della sintomatologia e vengono

individuate le risorse personali. La differenza dal protocollo classico dell’EMDR, è che la Flash Techni que è minimamente intrusiva e non richiede al paziente di rientrare nel ricordo traumatico rivivendolo nel la sua interezza, con le emozioni e le sensazioni connesse. Al paziente viene richiesto di sfiorare il ricordo traumatico e di individuare un focus emozionale positivo; il protocollo prevede l’utilizzo del tapping (tam burellamento sulle ginocchia) e di “flash ”, ossia un veloce battito di ciglia. Si stima che la seduta duri dai 10 ai 45 minuti: il disturbo legato all’evento traumatico si neutralizza e, con semplici verifiche, il terapeu ta aiuta il paziente a comprendere se emozioni e sensazioni e cogni zioni negative legate al trauma so no svanite. Nella Flash Technique, il paziente accede al ricordo così velocemente da rendere l’espe rienza traumatica non verbalizzabi le e portarla verso una risoluzione. Alla base di questi risultati c’è un processo neurologico che sfrutta

il riconsolidamento della memoria: il ricordo traumatico viene recu perato dalla memoria di lavoro e grazie al materiale positivo su cui il paziente deve focalizzarsi, viene reimmagazzinato nella memoria in modo più “ecologico”, non distur bante e con una diversa e positiva cognizione su di sé. Essendo una nuova tecnica, a oggi non è pre sente molta ricerca sul tema, ma le attuali esperienze sono molto incoraggianti.

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Crisi di coppia Come superarla

«La relazione di coppia non è un legame che, una volta nato, esiste e perdura, è piuttosto continuamente sfidato, scosso, messo alla prova, è dinamico, così come la vita stessa, un incessante processo di mutamento. Questi cambiamenti negli anni possono generare tensioni, incomprensioni, problemi. La coppia che sa rinno varsi, cercando e costruendo un nuovo equilibrio e una strada co mune, supererà i momenti di crisi». Chi parla è la dottoressa Eleonora Castelli. Ci siamo rivolti a lei per capire come superare una crisi di coppia, momento che quasi tutte

le coppie, soprattutto se di lunga durata, si trovano a dover affronta re prima o poi.

Dottoressa Castelli, qual è il modo migliore per affrontare una crisi di coppia? Spesso, soprattutto quando si sta vivendo una crisi di coppia o si sta insieme da molto tempo, ci si chie de: “perché stiamo insieme”. Ecco questa è un’ottima domanda da cui partire. Scavando in profondità, in generale, possiamo scoprire che la motivazione più atavica che ci spinge a “stare insieme” a qualcuno è che questo ci aiuta a soddisfare

L’elisir di lunga vita a due

un bisogno primario, un po’ come mangiare, bere, respirare. Senza relazioni non si muore biologi camente parlando, ma si muore psicologicamente: possiamo es sere pienamente noi stessi solo se attiviamo una serie di legami con gli altri entro i quali ci definiamo. In particolare, i ricercatori hanno individuato due tipi di relazioni di coppia: complementare, rappre sentata dalle cosiddette relazioni ad “incastro”, in cui i due partner nella loro diversità si completano, e simmetrica, che può essere im maginata come due binari paralleli che viaggiano insieme e valorizza

Desiderio reciproco e intimità: il desiderio può essere compromesso se non viene coltivato; la vita della coppia dipende anche dalla capacità di conservare, sia pure in parte, l‘intimità provocata dall’in namoramento.

Complicità: al contrario della passione, rappresenta il frutto di un’intesa maturata nel tempo.

Esclusività del rapporto: l’amore è qualcosa di scelto, voluto, condiviso. Se non viene esplicitamente stabilito un patto di fedeltà e fiducia reciproca, la coppia non durerà. L’impegno di fedeltà, come tutti gli altri impegni di coppia, deve essere rinnovato nel tempo.

∞ A CURA DI MARIA CASTELLANO
IN ARMONIA COPPIA

l’indipendenza di ciascuno a livello individuale. È chiaro che la coppia, per funzionare bene, necessita di posizionarsi su un continuum che permetta di oscillare fra comple mentarietà e simmetria, in modo da garantire calore, vicinanza e scam bio quanto autonomia e rispetto reciproco. Un altro meccanismo che condiziona la relazione e su cui quindi, soprattutto nei momenti di crisi, vale la pena di riflettere è la co siddetta Identificazione Proiettiva, che è alla base dell’influenzamento reciproco degli stati affettivi e può aiutare e sostenere il legame o di venire fonte di problematiche: nel primo caso c’è un uso dell’altro co me risorsa, attraverso elaborazione e integrazione, nel secondo la rela zione è improntata all’insegna della coazione a ripetere, del controllo e dell’aggressività. Fare un “bilancio” della propria coppia e del proprio modo di stare in coppia sulla base di queste dinamiche può aiutare a ri strutturare il rapporto con maggio re consapevolezza e quindi soddi sfazione. Il primo passo, quindi, è attuare strategie di introspezione rispetto a se stessi. Utile è poi am pliare il proprio orizzonte a nuove

prospettive, chiedendo consiglio a persone di fiducia esterne alla situazione, che possono arricchire la nostra visione, limitata dal coin volgimento emotivo e affettivo, o nei casi più complessi chiedendo aiuto a un professionista.

E quali sono invece gli errori da evitare?

> Essere ipercritici: tutte le critiche mantengono in stato di allerta le difese del vostro compagno/a, stimolando lo scontro o la reazione di fuga.

> Pretendere uniformità in tutti gli aspetti della relazione: il vostro partner non può essere esattamente come voi. La compatibilità assoluta è la chiave di un rapporto noioso.

> Strumentalizzare l’altro: evitare di dire come vi sentite e descrivere invece le azioni per voi frustranti del vostro compagno/a utilizzando espressioni come “tu fai sempre…” e “tu non sei mai…”

> Comunicare senza assonanza emotiva: ricadere sempre nelle stesse modalità disfunzionali e cristallizzate di comunicazione,

verbale e non, cariche di altri significati emotivi e razionali, senza cercare di imparare nuove tecniche di comunicazione.

> Trovare espedienti e idealizzare la relazione: ricercare primariamente le cause delle difficoltà fuori dalla relazione stessa per giustificare ciò che non funziona, addossandole costantemente a fattori esterni, e vivere nell’illusione che l’attrazione romantica debba durare per sempre.

DOTT.SSA ELEONORA CASTELLI

Psicologa Analista del Comportamento Collaboratrice presso Studio Psicologia e Cambiamento di Bergamo • ASSISTENZA DOMICILIARE AGLI ANZIANI • BADANTE AD ORE • BADANTE CONVIVENTE • ASSISTENZA OSPEDALIERA • PRESTAZIONI INFIERMIERISTICHE • ESAMI DIAGNOSTICI www.assistenzadomiciliarebergamo.com Agenzie Bergamo e provincia 333.2225973

Alcol in gravidanza Rischi anche se in piccole quantità

Rinunciare a un bicchiere per la salute del neonato è l’appello della Società Italiana di Neonatologia, che sostiene la campagna Zero alcol, zero FASD

Il 10% delle donne in gravidanza nel mondo consuma in qual che momento della gestazione alcol, in forma moderata o oc casionale (Rapporti ISTISAN 21/25). Un’abitudine dannosa sia per la madre sia per il feto, come recen temente ribadito dalla Società Ita liana di Neonatologia (SIN) in occa sione della Giornata mondiale della sindrome feto-alcolica e di sturbi correlati, che si è celebrata il 9 settembre.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha individuato nella gravidanza e nell’allattamento due momenti di particolare vulnera bilità all’esposizione a sostanze alcoliche, sia per la madre sia per il feto, con possibili gravi conseguen ze per la salute nel lungo termine.

Bere alcol occasionalmente e mo deratamente fa parte delle abitudini alimentari, sia in contesti familiari sia sociali, abitudini che spesso si protraggono dal preconcepi mento, alle prime fondamentali settimane di gestazione, ovvero quando la gravidanza ancora non è stata accertata. Una consuetu dine che viene spesso percepita come priva di rischio per la salute nel breve e nel lungo termine, sia tra la popolazione sia tra gli ope ratori sanitari. Invece l’alcol è una sostanza cancerogena, calorica, che può creare dipendenza e che è sempre associata a una mole prevenibile di danni. «L’esposizio ne all’alcol, seppur moderata, può comportare seri rischi, sia per la madre sia per il feto, con possibili gravi conseguenze per la salute

nel lungo termine. Tra queste, la FASD o Spettro dei Disturbi Feto Alcolici, una disabilità permanente neurocognitiva, conseguente all’e sposizione all’etanolo in utero, di cui la FAS, o Sindrome Feto Alcolica ne è la forma clinica più grave e pienamente espressa» spiega il dottor Luigi Orfeo, Presidente SIN. «L’alcol passa sempre attraverso la placenta, a prescindere dall’epoca gestazionale, dalla quantità assunta o dal tipo di bevanda e anche un consumo “occasionale e modera to” può avere conseguenze per manenti e irreversibili sul nascituro a causa dell’azione embriotossica e teratogena dell’etanolo Il feto, infatti, non è in grado di metabo lizzare l’alcol, perché privo degli enzimi necessari e quindi anche una minima quantità ne pregiudica

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IN FAMIGLIA DOLCE ATTESA

la salute. Perciò l’alcolemia fetale è sovrapponibile all’alcolemia ma terna, quando la mamma beve, il bimbo beve».

Il rapporto dei nati con FASD dalle donne che assumono alcol è di 1:67 e dei nati con FAS di 1:300. Dati verosimilmente sottostimati per il numero limitato di studi effettuati, per la metodologia utilizzata nella raccolta delle informazioni, per la variabilità dei fattori e determi nanti socio-ambientali presi in considerazione, per l’assenza di un’anamnesi alcologica materna mirata nella diagnosi differenziale di FASD e per l’inconsapevolezza, da parte della popolazione e degli operatori sanitari, sui possibili dan ni per la salute materno-infantile legati al consumo di alcol anche quando è minimo o occasionale.

Al fine di promuovere una campa gna di sensibilizzazione e preven zione della FASD, l’Istituto Superio re di Sanità ha avviato uno studio, ancora in corso, su “Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello Spettro dei Disturbi

Feto Alcolici (FASD) e della Sindro me Feto Alcolica (FAS)“ coordinato dalla dottoressa Simona Pichini, con l’obiettivo di monitorare il reale consumo di alcol in gravidanza ed esposizione all’etanolo in utero, di sensibilizzare la popolazione sui danni alcol correlati per la salute materno-infantile e di formare il personale socio-sanitario sulla pre venzione, diagnosi e il trattamento mirato della FASD. Il progetto, il primo nazionale che raccolga dati oggettivi sulla situazione italiana sul consumo di alcol in gravidanza, ha visto coinvolti numerosi Neonato logi della SIN, tra i quali il dottor Luigi Memo, past president del Gruppo di Studio di Genetica Medica della SIN, e Operatori Sanitari in sei Uni tà Operative distribuite per aree geografiche di competenza, che hanno attivato a loro volta centri collaboratori in tutta Italia.

Il reclutamento ha previsto il coinvolgimento di 2.000 gestanti e 2.000 neonati sul territorio na zionale, senza criteri di esclusione specifici e la raccolta di dati sia soggettivi sia oggettivi, con un

questionario sulle abitudini alimen tari prima e durante la gravidanza e la donazione di un campione biologico da parte delle mamme (una ciocca dei loro capelli o un campione di meconio del neona to nelle prime ventiquattro ore di vita) per la ricerca in laboratorio dell’etilglucuronide, un biomarca tore specifico del metabolismo dell’alcol. Sono stati attivati, inoltre, numerosi interventi di formazione e sensibilizzazione del personale sanitario, rivolti ad ostetriche, pe diatri, medici di base, ginecologi, assistenti sociali e psicologi. Tutto con un unico obiettivo: sensibi lizzare per cambiare il concetto secondo cui “piccola dose piccolo danno” e trasformarlo in “zero alcol zero FASD”.

I disordini feto-alcolici sono prevenibili al 100% se si evita totalmente l’alcol in gravidanza ”
PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA COACH MARCO GHEZZI Bergamo via Zambonate 58 24122 Bergamo www.marcoghezzi.org Per appuntamenti Telefono 347 9194378 email: scrivi@marcoghezzi.org N. iscrizione ordine psicologi della Lombardia 4352 consulenza e psicoterapia per adulti e adolescenti esperto in psicoterapia Emdr consulenza e coaching per imprenditori, manager, atleti

Svezzamento Quando e come iniziare?

Svezzamento è il termine di uso comune con il quale si indica il passaggio dall’allattamento ai cibi solidi. In altre parole è il periodo di transizione, che dura in genere sei mesi, in cui il bambino integra pian piano un’alimentazio ne con solo latte materno o la formula artificiale e inizia a cono scere il “cibo dei grandi”. Ma quan do è bene iniziare? E come fare? Ce lo spiega Giulia Meloni, pueri cultrice.

Le linee guida OMS parlano di alimentazione complementare a significare che il latte materno o la formula artificiale rimangono l’alimento principale per i nostri bambini fino ai 12 mesi di vita compiuti ”

Qual è l’età giusta per iniziare con lo svezzamento? Innanzitutto più che di svezzamen to, che etimologicamente man tiene in sé il concetto di “togliere un vizio”, bisognerebbe parlare di alimentazione “complementare”, ovvero non più rappresentata solo da latte materno o formula artificiale, ma con anche altri alimenti cosiddetti complemen tari. A partire dai sei mesi questa integrazione diventa necessaria

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∞ A CURA DI VIOLA COMPOSTELLLA IN FAMIGLIA BAMBINI

GIULIA MELONI

Cosa prevede l’alimentazione complementare?

perché le esigenze nutrizionali del bambino via via cambiano e crescono con lui.

Distinguiamo due tipi essenziali di alimentazione complementare: quella guidata dal bambino, meglio conosciuta come auto svezza mento e quella guidata dall’adulto che prevede la preparazione della classica pappa. È possibile natu ralmente fare entrambi i percorsi contemporaneamente: i bambini sono molto intelligenti e flessibili e sanno interpretare contesti diversi con proposte diverse da persone diverse. L’auto svezzamento pre vede che il bimbo, in autonomia, si conceda assaggi del cibo che vede in tavola, nei piatti degli altri come nel suo, con l’accortezza di moderare il sale nella preparazione

e che nel suo piatto venga proposto il cibo di una dimensione idonea e dal taglio sicuro. Niente a che vede re con il cibo infilato nelle retine per lo svezzamento. Se invece siamo noi a preparare la classica pappa prendiamo in considerazione che possiamo dire addio al brodo vege tale che non rispetti la stagionalità delle verdure e soprattutto che vie ne ridotto al nulla dai lunghi tempi di cottura. Ai bambini, dopo i 6 mesi, possiamo proporre tutto il cibo che mangiamo noi con alcune ecce zioni molto importanti: nei primi tempi i legumi solo se decorticati, il miele è vietato sotto i 12 mesi e i funghi sotto i 24 mesi. Qualsiasi sia la nostra scelta è importante che il bambino, anche se imboccato,

ORGANIZZAZIONE ASSISTENZA ANZIANI quando non sai da che parte girarti...

Domani la dimettono

Abito lontano: come posso aiutarli?

Verso sera si agita tantissimo, come se diventasse un’altra persona e la notte non dorme: chi mi aiuta?

FAMMI LE TUE DOMANDE: TI DARÒ

RISPOSTE CONCRETE E VELOCI

Orientamento per chi si prende cura di persone anziane, anziani soli, figli lontani

RISPARMI tempo e denaro

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Vacanze estive come organizzarsi?

dall’ospedale e non è più autonoma come prima: come faccio?

Come faccio a capire quando è necessario un aiuto in più?

Tanti anni di esperienza concentrati in un colloquio

Non riconosco più mio padre ed è molto aggressivo: come aiutarlo?

Come faccio per scegliere l’assistente “giusta”?

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non mangi da solo e in tempi di versi dal resto della famiglia.

Spesso i genitori si sentono insicuri a proporre ai bimbi cibo a pezzetti.

Che consigli possiamo dare?

Per prima cosa un corso di diso struzione dei lattanti e pediatrica è assolutamente utile per chiunque sia a contatto con i bambini, a prescindere dallo svezzamento. Questo consentirà di sentire di avere il controllo della situazione se dovesse presentarsi un’emergenza anche che non riguardi il cibo. Possiamo poi imparare tagli sicuri a seconda dell’età del nostro bam bino e prenderne dimestichezza. La maggior parte delle fatiche dello svezzamento, quanto a opposizio ne e rifiuti, solitamente dipendono dalla mancanza di rispetto del tem po giusto per iniziare. È bene quindi ricordare che:

> il bambino deve aver compiuto sei mesi;

>

deve essere in grado di stare seduto stabilmente da solo senza appoggi (sul tappeto, senza cadere di lato per esempio) perché questo è un segnale di maturità scheletrico muscolare che coinvolge anche l’apparato digerente;

> deve saper esprimere un “NO”, con la voce, o con la testa, o voltandosi, allontanando la nostra mano;

> il riflesso di estrusione deve essere scomparso: se introducete qualcosa nella sua bocca e la lingua spinge avanti e sputa non è necessario insistere con il cucchiaino affinché si abitui, anzi può essere pericoloso perché si tratta di un riflesso salvavita, quando sarà pronto a deglutire il cibo, sarà pronto a mangiare.

Il bambino deve essere interessato al cibo: per questo motivo è im portante che abbia un seggiolone della pappa snello, non reclinabile

e che gli consenta di partecipare al pasto della famiglia. La curiosità nascerà guardando ciò che succe de attorno e che mangiano gli altri insieme a lui. Anche se desideria mo imboccarlo, è importante che sappia portare il cibo alla bocca. La coordinazione oculo manuale, che possiamo sostenere e svilup pare cambiando il seno durante la poppata (oppure il braccio con cui somministriamo la formula) e man tenendo lo sguardo sul bambino, è un altro segnale importante e fondamentale per iniziare. Quando sono presenti tutti o quasi questi segnali il bambino è pronto per iniziare.

Quindi i bambini possono mangiare quello che mangiamo noi?

Sì, e non è novità o una moda: pri ma della nascita delle aziende di baby food, i bambini hanno sempre mangiato quello che mangiavano gli adulti, tritato molto fine. Poi si

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IN FAMIGLIA BAMBINI

aggiungeva la polenta o si creavano delle polpette. Tutte le scelte infor mate sono rispettabili: la consape volezza sta nel saper riconoscere che ciò che ci spinge a comprare, e cosa, non faccia leva sul concetto di non essere o dare abbastanza. I bambini conoscono già i sapori della nostra tavola, qualunque sia la nostra cultura: in gravidanza assaporano i cibi che la mamma mangia attraverso il liquido amnio tico e durante l’allattamento ritro vano nel latte materno tutti i sapori della tavola fino al momento in cui, unitamente al latte, iniziano ad assaggiare alimenti solidi. Il punto fondamentale è essere rispettosi del tempo e delle capacità del bambino, non forzandolo a finire

tutta la pappa e ricordando che si parla di alimentazione com plementare: il latte garantisce di continuare a provvedere fino al 70% fabbisogno calorico fino ai 12 mesi compiuti. Non bisogna poi dimenticare che mangiare, per i bambini, è un momento di gran dissimo apprendimento e hanno bisogno di sperimentare con tutti cinque i sensi: è importante che possano sentire il profumo del cibo (o delle piante aromatiche, per esempio). È fondamentale che possano manipolarlo, spal marlo, schiacciarlo e, sì, anche spalmarselo addosso. Temiamo di essere diseducativi perché ci han no insegnato che il cibo non è un gioco e non va sprecato e questo

è importante, ma per imparare a gestire gli spaghetti, per esempio, servono tanti tentativi e all’inizio ne bastano davvero pochi. Pos siamo aiutarci facendo indossare al bambino delle bavaglie molto ampie o con le maniche e mettere una vecchia tovaglia a terra sotto la postazione del bambino così da rendere più veloce e pratico il momento di ripulire. Rimane fon damentale che il cibo lo vedano soprattutto nei piatti degli altri: le forme, i colori, le consistenze. Mangiare per concludere è uno dei momenti più significativi per partecipazione e convivialità; co me dice la famosissima e dolcis sima Pediatra Carla: la famiglia si fa a tavola.

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Ipotiroidismo in adolescenza Come riconoscerlo

La tiroide nell’adolescenza svol ge un ruolo cruciale: contribu isce al corretto e fisiologico sviluppo fisico e mentale. Du rante l’adolescenza, però, possono insorgere condizioni di ipotiroidi smo, oltre che di ipertiroidismo. Per questo è importante che i genitori imparino a coglierne eventuali sin tomi. Ne parliamo con la dottores sa Danila Covelli, endocrinologa.

Dottoressa Covelli, innanzitutto, cosa si intende per ipotiroidismo?

Parliamo di ipotiroidismo in pre senza di un’insufficiente azione degli ormoni tiroidei a livello di vari tessuti dell’organismo che provoca un rallentamento dei processi metabolici. La situazione più frequente, detta ipotiroidismo primitivo, è quella in cui la tiroide non produce abbastanza ormoni.

Meno frequente è invece l’ipotiroi dismo detto centrale o secondario nel quale la tiroide ne produce me no o nulla perché non stimolata da parte dell’ipotalamo e dell’ipofisi.

Ma è una malattia congenita?

L’ipotiroidismo è congenito, cioè presente dalla nascita, in una pic cola parte dei casi (in genere com pare in età adulta). Oggi comunque viene prontamente diagnosticato perché ormai tutti i neonati ven gono sottoposti allo screening neonatale attraverso un prelievo di sangue dal tallone nella seconda o terza giornata di vita. In Lombar dia il campione viene inviato a un Centro regionale per l’analisi. In base ai risultati viene effettuata la diagnosi e se necessario la terapia di sostituzione (somministrazione dell’ormone che non viene pro dotto dall’organismo) può iniziare

già entro il primo mese di vita. In alcuni casi invece l’ipotiroidismo alla nascita è solo transitorio per ché legato a condizioni di salute particolari della madre o all’uso di farmaci durante la gravidanza. Quando la diagnosi non era tem pestiva e i neonati non ricevevano l’ormone dai primi mesi di vita l’ipotiroidismo causava ritardi per manenti nello sviluppo fisico e neu rologico dei bambini (cretinismo).

Può insorgere anche nei ragazzi giovani?

L’insorgere dell’ipotiroidismo in età pediatrica, se escludiamo quello congenito, si concentra so prattutto a ridosso della pubertà, nell’adolescenza, ed è quasi sem pre legato a malattie autoimmuni. Queste malattie, per le quali esiste una predisposizione genetica e un’elevata familiarità, si manifesta

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∞ A CURA DI LELLA FONSECA IN FAMIGLIA RAGAZZI

no maggiormente nell’età dello sviluppo, in coincidenza con le molte modifiche a cui il corpo e il metabolismo vanno incontro in questa fase della crescita. Per l’elevata familiarità delle malattie autoimmuni i bambini che hanno casi in famiglia dovranno essere seguiti attentamente soprattutto nell’adolescenza. L’associazione con la celiachia, malattia autoim mune, è tra le più frequenti.

Quali sono i campanelli d’allarme che possono far sospettare un problema di ipotiroidismo negli adolescenti?

I campanelli d’allarme per i geni tori possono essere rallentamenti della crescita, stanchezza, calo del rendimento scolastico, della concentrazione, dell’umore e della memoria. Possono verificarsi anche aumento di peso, eccessi va sensibilità al freddo, stipsi, pelle secca e pallida, gonfiore al volto e alle palpebre, voce rauca, crampi muscolari, cicli mestruali irregolari, capelli fragili, gozzo e accumulo di liquidi. Per quanto riguarda il rallen tamento della crescita in altezza, la causa potrebbe essere anche una carenza dell’ormone della crescita (GH): gli approfondimenti diagno stici possono chiarire l’origine e permettere di individuare la terapia

idonea. Anche l’uso prolungato di farmaci antiepilettici può favorire l’ipotiroidismo, per cui i ragazzi che seguono queste terapie devono essere monitorati.

Si può curare?

Quando l’ipotiroidismo viene indi viduato si inizia la terapia sostitutiva con l’ormone tiroideo sintetico, che generalmente accompagnerà l’individuo per tutta la vita, con le opportune variazioni di dosaggio. La terapia ormonale sostitutiva può essere paragonata all’uso degli oc chiali: vanno utilizzati sempre per ché l’effetto sia presente. Smetten do di usarli i disturbi si ripresentano. L’ormone sintetico è sicuro, viene somministrato nella forma inattiva e l’organismo ne utilizza attivando solo la parte che serve. Proprio per ché non si tratta di un farmaco, ma semplicemente della sostituzione di una molecola carente nell’orga nismo non bisogna temere nessun effetto collaterale. A differenza di quanto avviene in età neonatale, in cui un ritardo dell’inizio della te rapia porta a danni permanenti, in adolescenza non esistono rischi di questo tipo, ma è auspicabile che la diagnosi e l’inizio della terapia siano tempestivi per eliminare i sintomi che possono essere pesanti per i ragazzi e le ragazze.

LA PREVENZIONE

Per un buon funzionamento della tiroide in generale è importante che nella dieta sia presente il giusto apporto di iodio, attraverso l’uso di sale iodato (ormai generalizzato) e di alimenti come il pesce di mare e le uova che vanno consumati abitualmente. Questi consigli dietetici dovrebbero essere seguiti in tutte le famiglie per una efficace prevenzione a tutte le età.

DOTT.SSA DANILA COVELLI Specialista in Endocrinologia Politerapica Terapie per la Salute a Seriate
Treviglio (Bg) - Via Madreperla 12/b Tel. 0363 301788 - info@tecnosystemsrl.org Il DAE è un dispositivo semplice e intuitivo, che tramite indicazioni gra che e messaggi vocali ti guida passo passo nel soccorso, tu devi solo seguire le istruzioni. Al resto ci pensa lui... Qualunque sia la tua attività anche tu puoi diventare un anello fondamentale della Catena della Sopravvivenza. www.tecnosystemsrl.org

Personal training online: pro e contro

Si è diffuso esponenzialmente durante il periodo del Covid, ma anche adesso rappresenta in molti casi un’alternativa per al lenarsi, soprattutto se non si ha la disponibilità e il tempo per frequen tare una palestra. Parliamo dell’al lenamento on line con personal trainer. Ma quali sono i pro e quali i contro? Lo abbiamo chiesto a Silvia Allemano, chinesiologa spor tiva e personal trainer.

Iniziamo dai vantaggi di scegliere un allenamento on line con un personal trainer o un professionista… Esistono molte figure diverse tra loro e specializzate in diversi am biti dell’allenamento, dallo yoga, all’allenamento della forza alla preparazione atletica per un deter minato sport. Uno dei primi punti a favore è che è possibile affidarsi al professionista che più soddisfa le proprie esigenze, scegliendo tra un numero di personal trainer molto superiore a quello a disposizione nella palestra o centro sportivo

di fiducia. Già questo fa capire quanto ciò renda questo servizio adatto a tutti, sia per l’atleta sia per il principiante, ma anche per gli sportivi più giovani. Un altro punto a favore è che è possibile allenarsi anche comodamente da casa, tra una riunione e l’altra dal lavoro o la mattina prima di iniziare, senza perdere tempo per gli spostamenti. Ulteriore vantaggio dell’allena mento online è la disponibilità: il fatto di avere un coach sempre a disposizione aumenta la motiva zione. Attraverso le piattaforme e applicazioni di videochiamata è infatti possibile allenarsi in ogni momento e in ogni luogo, a casa, al parco e anche in vacanza. Sempre parlando di motivazione questa è sicuramente mantenuta alta dal fatto di essere seguiti e controllati da un occhio esperto, cosa che invece raramente avviene quando ci si allena in autonomia. C’è poi l’aspetto economico: il costo del servizio virtuale è minore rispetto a quello dal vivo. Infatti, il personal trainer lavorando da casa non ha

bisogno di pagare affitti e non de ve includere nel prezzo eventuali spese di spostamento. Questo per mette di rendere questa modalità di training più accessibile a tutti.

Quali sono i contro?

Il rovescio della medaglia della comodità di allenarsi a casa è che spesso non si hanno a disposizione attrezzi adatti. La buona notizia è che è possibile utilizzare anche oggetti di uso quotidiano (come bottiglie d’acqua, sedie, manici di scopa…) o effettuare esercizi a corpo libero, soprattutto per i prin cipianti. In alternativa si possono acquistare piccoli attrezzi, ormai reperibili a un basso prezzo. Nel caso di atleti o persone di livello avanzato, invece, è possibile anche farsi seguire dal personal trainer online allenandosi però in palestra avendo così a disposizione tutti gli attrezzi necessari. Un altro svan taggio è legato alla motivazione: se per alcune persone la maggiore disponibilità e “accessibilità” di un personal trainer on line può au

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∞ A CURA DI GIULIA SAMMARCO IN FORMA FITNESS

mentarla, per altre la motivazione e la costanza sono sostenute dal fatto di fare attività fisica in compa gnia e in questo l’allenamento one to one on line non aiuta affatto (mo tivo per il quale si stanno creando sempre più corsi di gruppo online) Un’alternativa può essere allenarsi in palestra o all’aperto in aree dedi cate all’attività fisica, portando con sé uno smartphone o un tablet per collegarsi con il proprio personal trainer a distanza, svolgendo così un allenamento individualizzato ma in un ambiente stimolante.

Ma, quindi, concludendo? Sicuramente l’alternativa migliore, quella che permette un approc cio più tecnico e più “personale”, rimane ancora l’allenamento one to one di persona, ma è necessa

rio prendere in considerazione la continuità e la sostenibilità di un programma. Per raggiungere un obiettivo, infatti, è fondamentale che il percorso sia continuativo e costante e per esserlo deve essere sostenibile nel tempo: deve essere comodo e facilmente accessibile (se il personal trainer che mi piace lavora in una palestra distante da casa mia, a lungo andare il percorso diventerà sempre più pesante). Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’attività fisica raccomandano per le perso ne adulte 150 – 300 minuti di attività fisica moderata oppure 75 – 150 minuti di attività fisica intensa a setti mana. Spesso può risultare difficile ritagliarsi questo tempo da dedica re all’attività motoria; l’allenamento on line diventa così fondamentale,

un compromesso necessario per chi ha poco tempo a disposizione, ma vuole mantenere uno stile di vita sano e attivo nonostante gli impegni della vita quotidiana.

SILVIA ALLEMANO Chinesiologa sportiva e personal trainer Presso Krioplanet Treviglio
............ misura e ............ misura utile per testi e loghi cm 18,0x 12,5 (fondi e immagini devono sbordare nei 5 mm di abbondanza) TEMPL

Autunno e pelle Fai il pieno di vitamine

Non solo raggi solari, ma anche salsedine, vento, sabbia e cloro. L’estate può lasciare sulla pelle diverse tracce oltre all’abbron zatura, rendendola meno elastica e idratata. A tutto questo si aggiun ge anche l’arrivo dell’autunno e dei primi freddi. «In questa stagione l’aggressione di agenti esterni co me smog e temperature in discesa possono rappresentare un’ulterio re minaccia per la salute e bellezza della pelle del viso, la parte del corpo più esposta a questi fattori ambientali. Ecco perché, è consi gliato assumere vitamine e sceglie re i cosmetici giusti. Inoltre, un’in tegrazione con queste preziose sostanze aiuta a preparare il tessu to cutaneo all’inverno» osserva il professor Antonino Di Pietro, der matologo.

Professor Di Pietro, qual è il modo migliore per non farsi mancare le vitamine?

Mangiare tanta frutta e verdura, variando e alternando sempre ti pologie e colori. In questo modo è possibile assumere vitamine e sali minerali preziosi per la salute non solo dell’organismo in generale ma anche della pelle. Le vitamine svol gono infatti un’importante azione antiossidante che si traduce in una cute più giovane e luminosa: aiu tano a contrastare l’azione dei ra dicali liberi, molecole responsabili dello stress ossidativo, un processo cellulare che può favorire l’invec chiamento. Un suggerimento è consumarle il più possibile crude o al massimo cotte al vapore o bollite, per conservare percentuali più alte di vitamine e sali minerali.

Di quali vitamine, in particolare, ha bisogno la pelle con il cambio di stagione?

A, B, C ed E. Per integrarle bisogna selezionare frutta e verdura di sta gione ricche. La vitamina C si trova

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PROF. ANTONINO DI PIETRO Specialista in Dermatologia Direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis
IN FORMA BELLEZZA

negli agrumi, ma anche nei frutti rossi (sebbene in autunno comin cino a non essere più disponibili a causa delle temperature più rigide). Noci e nocciole, invece, sono ric che di vitamina E che aiuta la pelle a mantenersi idratata. Infine, la vitamina A, consigliata in partico lare per la pelle in menopausa, è contenuta in verdure come zucca, spinaci e verze.

Oltre all’alimentazione, può essere utile assumere anche degli integratori? Se sì, quali? Gli integratori possono essere utili nei casi in cui l’alimentazione non riesca a fornire l’apporto vitaminico necessario o in situazioni partico lari, come ad esempio il cambio di stagione, per dare un “ boost ” in più. In ogni caso, devono essere scelti in base alle proprie esigenze cutanee e dermatologiche. I mi gliori integratori per la pelle sono quelli che contengono vitamine del gruppo B e in particolare la biotina, vitamina essenziale che il corpo non produce e deve quindi essere introdotta con integratori alimentari o iniezioni di vitamine per la pelle. Indicate per qualsiasi tipo di pelle, le vitamine del gruppo B aiutano a mantenere il normale trofismo cutaneo e svolgono un’a

confronti dei rossori e delle irrita zioni tipiche dell’autunno. Un’inte grazione di vitamina D3, invece, si rivela utile nelle persone sportive o che cominciano (o ricominciano) a fare attività fisica: oltre a sostenere la pelle e prevenire cedimenti cuta nei, aiuta a mantenere il benessere di muscoli e ossa. In caso di coupe rose l’alleato migliore è la vitamina

C, grazie alla sua azione benefica sul microcircolo. Infine, per chi sof fre di pelle particolarmente secca, la vitamina che non deve mai man care è la E: ha un’azione idratante, protegge la pelle dall’attacco dei radicali liberi e aiuta la pelle nelle sue funzioni di barriera e riparazio ne, importantissime per difenderla dal freddo.

LA SKIN ROUTINE IN QUESTA STAGIONE

Dopo l’estate l’obiettivo di cure e trattamenti cosmetici è quello di ridurre lo strato corneo ispessito e ripristinare l’idratazione. Per farlo è importante seguire alcuni consigli.

> Scegliete una detersione né troppo aggressiva né troppo delicata (nel primo caso si rischierebbe di asportare il film idrolipidico della pelle, nel secondo il sebo potrebbe accumularsi e appesantire ulteriormente l’epidermide). Meglio preferire un latte detergente non schiumogeno a base di fospidina, superossido-dismutasi, vitamina C ed E; applicate dopo la pulizia serale cosmetici a base di estratto di peonia, estratto di argania, estratto di cedro associati a burro di karitè olio di mandorla e vitamina E.

> Optate per creme idratanti che stimolano la naturale produzione di acido ialuronico da parte della cute, come quelle ricche di fosfolipidi, glucosamina, deltalattone, coenzima Q10, Fospidina. Utile anche avere uno scudo dalla luce blu grazie all’acqua vegetative da olive e dall’inquinamento grazie alla moringa, associate a maggiorana, pool di zuccheri cronoidratanti e proteine idrolizzate del lievito.

Polpettine di zucca e anacardiSecondo piatto

46 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022 INGREDIENTI per 4 persone 300 g Polpa di zucca cotta al forno 300 g Ceci cotti 20 g Tahin 20 g Olio EVO 50 g Cipolle rosolate 200 g Anacardi tostati 15 ml Succo di limone qb Sale PREPARAZIONE Frullare i ceci con il tahin, l’olio, il succo di limone, il sale e ridurli i cre ma. Frullare assieme cipolla e zucca cotta. Tritare gli anacardi e ridurli in granella fine. Unire le tre componenti e formare delle polpettine di 3-4 cm. Cuocerle in forno caldo a 250 gradi per 6/7 minuti, finché dorano leggermente.
Difficoltà di preparazione Facile Tempo di preparazione 30 minuti Calorie a persona 470 Kcal MICHELA QUADRI Cuoca Presso il Ristoro de Il Sole e la Terra di Bergamo

DIFETTI VISIVI

La MIOPIA provoca una visione sfuocata da lontano.

L’IPERMETROPIA si manifesta con affaticamento visivo e talvolta mal di testa, soprattutto nella visione a distanza ravvicinata.

La PRESBIOPIA comporta difficolta’ a mettere a fuoco gli oggetti da vicino, e quindi nella lettura, dopo i 40 anni di eta’.

L’ASTIGMATISMO e’ una combinazione di difetti visivi - miopia e/o ipermetropia - che provoca uno sdoppiamento d’immagine.

ALBANO SANT’ALESSANDRO

Centro Medicina Complementare Bergamo

Via Spallanzani, 99

ALBINO

Caredent Albino Viale Stazione, 4 Centro Prelievi Bianalisi Albino Via Volta, 2/4

Foini Dimensione Casa Via Provinciale, 37/a Social Care

Piazza Carnevali, 6 Teleserenità Via Matteotti, 38

ALMÈ

Farmacia Visini Via Italia, 2

Lavorare Insieme Coop. Sociale Passaggio della Costituzione, 1

ALZANO LOMBARDO Ospedale Pesenti Fenaroli / Asst Bergamo Est Via Mazzini, 88

AZZANO SAN PAOLO Iro Medical Center

Via del donatore Avis-Aido, 13 Studio Odontoiatrico Dott. Campana Marco Via Castello, 20

BAGNATICA

Centro Prelievi Bianalisi Bagnatica Piazza Gavazzeni BERGAMO

20 Fit

Via Broseta, 27C

ASST Papa Giovanni XXIII Piazzale OMS, 1 ATS Bergamo Via Borgo Palazzo, 130

ATS Bergamo - Sede Via Galliccioli, 4 Ambulatorio For.US di Coop. RUAH

Via Daste e Spalenga, 15 Associazione Mosaico Via Scuri, 1/c Athaena

Via Ronzoni, 3 Avis Monterosso Via Leonardo da Vinci, 4 Blu Fit Redona Via Gusmini, 3 Cartolombarda Via Grumello, 32 Centro Acustico Italiano Via San Bernardino, 33/c Centro Medico Boccaleone Via Capitanio, 2/e

GLI AMICI DI BERGAMO SALUTE

DOVE PUOI TROVARE LA RIVISTA IN DISTRIBUZIONE GRATUITA

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Via Statuto, 41 Centro Terza età / Boccaleone Via Rovelli, 27 Centro Terza età / Borgo Palazzo

Via Vivaldi, 5 Centro Terza età / Colognola

Via dei Caravana, 7 Centro Terza età / Loreto Via Pasteur, 1/a Centro Terza età / Monterosso Via Leonardo Da Vinci, 9 Centro Terza età / Redona

Via Leone XIII, 27 Centro Terza età / San Colombano

Via Quintino Basso, 2 Centro Terza età / Villaggio degli Sposi

Via Cantù, 2 Cooperativa Sociale Alchimia Via Boccaleone, 17c

Dipendiamo - Centro per la cura delle New Addiction Via Torquato Taramelli, 50 Domitys Quarto Verde

Via Pinamonte da Brembate, 5 Dott. Barcella Antonio c/o Centro Don Orione

Via Don Orione, 6 Dott. Ghezzi Marco Via Zambonate, 58

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Via Promessi Sposi, 19/C Farmacia Conca Verde Via Guglielmo Mattioli, 24 Farmacia Santa Lucia Via Dello Statuto , 16 Farmacia Sella Piazza Pontida, 6

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Happy Friends

Via Meucci, 2

Il Bio di Francesca nel Borgo Via Borgo Santa Caterina, 9/d La Terza Piuma Via Divisione Tridentina, 6/b Medical Farma Via Borgo Palazzo, 112 Methodo Medical Center Via San Giorgio, 6/n Milano Senza Glutine Via Sant’Ambrogio, 19

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BONATE SOPRA Ortopedia Tecnica Gasparini Via Milano, 57 BREMBATE DI SOPRA Piscine Comunali Via Bruno Locatelli, 36 CALCINATE

Ospedale F.M. Fassi / Asst Bergamo Est Piazza Ospedale, 3 CASAZZA

Centro Prelievi Bianalisi Casazza Piazza della Pieve, 2 Istituto Polispecialistico Bergamasco Via Nazionale, 89 CASNIGO Centro Sportivo Casnigo Via Lungo Romna, 2 Il Casaro Bianco Via Lungo Romna, 51 CHIUDUNO Centro Prelievi Bianalisi Chiuduno Largo Europa, 3

Giacomo Strabla Centro Sportivo Via Martiri della Libertà

CLUSONE

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Bongiorno Antinfortunistica Via Enrico Fermi, 10 Caredent Curno Via Enrico Fermi, 5 Dm Drogerie Markt Curno Via Enrico Fermi, 39 Dott. Leonino A. Leone Via Lungobrembo, 18/A For Me Centro Medico Via dell’Aeronautica, 19 ItalianOptic Via Bergamo, 32

DALMINE

Animal Center

Strada Statale 525, 29 Farmacia Ornati Dott. De Amici Via Papa Giovanni XXIII, 11 Farmacia all’Università Via Marconi, 9 Istituto Medico Sant’Alessandro Via Cavagna, 11

PreSST Bergamo Ovest / Dalmine Viale Betelli, 2 Teleserenità Via Manzoni, 32 Viktor srl Via Pasubio, 5

GAZZANIGA

Ospedale Briolini / Asst Bergamo Est

Via Manzoni, 130

GORLAGO

Namasté Salute Piazza Gregis, 10/a

GORLE

Casa di Riposo Caprotti Zavaritt Via Arno, 14 Centro Medico MR Via Roma, 28

GRASSOBBIO

Centro Prelievi Bianalisi Grassobbio Via Fornacette, 5 Farmacia Brizzi Via Cristoforo Colombo, 2

GRUMELLO DEL MONTE

Four Dental Via Marconi SNC

Settembre/Ottobre 2022 | Bergamo Salute | 49

LOVERE

Ospedale SS. Capitanio e Gerosa / Asst Bergamo Est

Via Martinoli, 9

PreSST Bergamo Est / Lovere Piazzale Bonomelli, 8

MOZZO

Sportindoor All in One Via Fausto Radici, 1 NEMBRO

Centro Medico Santagostino Via Cascina Colombaia, 3 Farmacia San Faustino Via Europa, 12

OLTRE IL COLLE

Alp Life Via Drago, 1760

OSIO SOTTO Studio Kinesi Via Milano, 9 OSPITALETTO

Dott.ssa Seiti Mara

Via Famiglia Serlini Trav III, 16 PEDRENGO

Cooperativa ProgettAzione Via Moroni, 6 PIARIO

Ospedale M.O. A. Locatelli / Asst Bergamo Est Via Groppino, 22

PONTE SAN PIETRO

Centro Medico Ponte Via S. Clemente, 54 Nonni e Bimbi - Delizia Point Via Papa Giovanni XXIII, 33 PreSST Bergamo Ovest / Ponte San Pietro Via Caironi, 7 ROGNO

Centro Prelievi Bianalisi Rogno Via Giardini, 3 ROMANO DI LOMBARDIA Avalon

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Farmacia Comunale

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Ospedale SS. Trinità / Asst Bergamo Ovest

Via S. Francesco d’Assisi, 12 ROVETTA

Centro Sportivo Rovetta Via Papa Giovanni XXIII, 12/f

SAN GIOVANNI BIANCO Farmacia Contenti Via Carlo Ceresa, 44

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SAN PAOLO D’ARGON

Centro Prelievi Bianalisi San Paolo d’Argon

Viale delle Rimembranze Insieme a te Via Francesco Baracca, 28

SAN PELLEGRINO TERME

In Cammino Coop. Sociale Via de Medici, 13

Istituto Clinico Quarenghi Via San Carlo, 70

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PreSST Bergamo Est / Sarnico Via Libertà, 37

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Centro Prelievi Bianalisi Scanzorosciate

Piazza della Costituzione Shiny Happy Chickens orto e pollaio Corso europa, 66

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Farmacia Micheli Via Roma, 71/a SERIATE Caredent Seriate Via Italia, 131

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Ospedale Bolognini / Asst Bergamo Est Via Paderno, 21 Politerapica -Terapie della Salute Via Nazionale, 93 PreSST Bergamo Est / Seriate Via Paderno, 40

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Euphoria Sport Dance A.S.D. Viale Lombardia, 15

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Caredent Stezzano Via Guzzanica, 62/64 (c/o Centro Comm. Le Due Torri)

Dm Drogerie Markt Stezzano Viale Industria, 293 Farmacia San Giovanni Via Dante Alighieri, 1 TELGATE

Centro Prelievi Bianalisi Telgate Via Roma, 48

TORRE BOLDONE

Top Line

Via Leonardo Da Vinci, 7 TRESCORE BALNEARIO Caredent Trescore Balneario Via Nazionale, 44 Consultorio Familiare Zelinda Via Fratelli Calvi, 1 Ospedale S. Isidoro / Asst Bergamo Est Via Ospedale, 34

PreSST Bergamo Est / Trescore B. Via Mazzini, 13

TREVIGLIO

Caredent Treviglio Via Roma, 2/a Dm Drogerie Markt Treviglio Via Baslini Krioplanet Via Pontirolo, 18/c

Ospedale di TreviglioCaravaggio / Asst Bergamo Ovest Piazzale Ospedale Luigi Meneguzzo, 1

PreSST Bergamo Ovest / Treviglio Piazzale Ospedale Luigi Meneguzzo, 1 Tecno System

Via Madreperla, 12/b

TREVIOLO

Farmacia Bianchi Via Roma, 73/b

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VERDELLO

Casa Mia Verdello Via XXV Aprile, 9 VERTOVA Dott. Barcella Antonio c/o Centro Medico Valseriana Largo Vittorio Veneto, 29

VILLA D’ALMÈ

Caredent Villa d’Almè Via Roma, 20/d Farmacia Donati Via Roma, 23 Ortopedia Fagiani Via Fornaci, 6/f

PreSST Papa Giovanni XXIII / Villa d’Almè Via Roma, 16 ZANICA

Farmacia Gualteri Piazza Repubblica, 1 ZOGNO

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Demenza senile nel cane: la sindrome da disfunzione cognitiva

Perdita dell’orientamento o di sorientamento, cambiamento delle relazioni sociali in partico lare con i proprietari, difficoltà di ricordare i comportamenti ap presi, problemi del sonno. Sono questi alcuni dei sintomi della sindrome da Disfunzione Cogni tiva, patologia a cui possono an dare incontro i cani con l’avanza re dell’età, proprio come succede agli umani. Ma come capire pre cocemente se il proprio amico a quattro zampe ne è affetto? Cosa si può fare per affrontarla? Ce lo spiega il dottor Jacopo Riva, me dico veterinario.

Dottor Riva, di che tipo di patologia si tratta?

La disfunzione cognitiva rappre senta un disordine neurodegene rativo legato all’invecchiamento che normalmente sfocia in un

declino delle funzioni encefaliche superiori, incluse quelle implicate nella memoria e nell’apprendi mento. È caratterizzata da alte razioni progressive a carico del cervello che causano varie forme di comportamenti alterati. Questa patologia è stata studiata e ricono sciuta in molti mammiferi (nell’uo mo è paragonabile alla malattia di Alzheimer e/o a forme di demenza senile) e presenta molte analogie, tanto che alcuni autori considera no questa specie come un valido modello per lo studio della pato genesi e delle possibili terapie della malattia umana. Attualmente nella specie canina è una patologia sot tostimata e la scarsità di informa zioni è legata principalmente alla mancata consultazione dei medici veterinari da parte dei proprietari, che spesso considerano l’insor gere di alcuni comportamenti

problematici tipici della patologia come una normale e inevitabile caratteristica dell’età senile.

Quali sono le cause?

Con l’età il cervello va incontro a modificazioni strutturali, prima a carico della corteccia prefrontale, tra gli 8 e gli 11 anni di età, solo dopo gli 11 anni anche nell’ippocampo, rendendosi più evidenti. Queste modificazioni sono legate a una progressiva diminuzione della ca pacità di riparazione e compensa zione dell’organismo nei confronti del danno ossidativo a carico delle cellule cerebrali causato dall’invec chiamento cellulare. In questa fase della vita, inoltre, i cani sono spesso afflitti da una concomitante serie di patologie che compromettono ulteriormente la vitalità delle cellule nervose come l’insufficienza car diaca, l’ipertensione, l’anemia e

Settembre/Ottobre 2022 | Bergamo Salute | 53 ANIMALI RUBRICHE
∞ A CURA DI GIULIA SAMMARCO

RUBRICHE ANIMALI

l’alterata viscosità del sangue, tutte condizioni responsabili di possibile ipossia (carenza di ossigeno), a cui i neuroni sono particolarmente sen sibili, contribuendo alla sindrome.

Quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione?

I segni clinici vengono general mente riassunti usando l’acronimo DISHA (Disorientamento spaziale e temporale; alterazione delle Intera

DOTT. JACOPO RIVA

Medico Veterinario PhD (behaviour), Specialista in Etologia Applicata, Esperto in comportamento animale (MVECA)

Esperto in Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)

Ambulatorio Veterinario Santa Maria – Calcinate

zioni con le persone e gli animali; modificazione del ciclo Sonno-ve glia; eliminazione inappropriata house soiling e cambiamento dei livelli di Attività). I primi cambia menti riguardano il manifestarsi di risposte inappropriate nell’ambito delle interazioni sociali sia con i proprietari sia con gli altri animali: a causa del deficit cognitivo, il cane può ricercare meno attivamente il contatto, mostrando scarse mani festazioni di affetto o atteggiamenti di saluto e può mostrare maggio re irritabilità, alterazioni, spesso e inizialmente molto lievi. Negli stadi più avanzati della patologia si possono manifestare episodi di aggressività; il disorientamento può presentarsi a livello spaziale e temporale mostrando maggior dif ficoltà a spostarsi negli ambienti fa miliari (si guardano attorno smarriti, rimangono bloccati negli angoli o dietro a mobili, riducono la capaci tà di aggirare o scavalcare semplici ostacoli, etc.); manifestano com portamenti incompleti e ripetuti chiedendo di uscire all’aperto per poi rientrare immediatamente e chiedere ancora di essere portati fuori, oppure possono richiedere del cibo e continuare a chiedere

nonostante si siano già alimentati; l’eliminazione inappropriata (fe ci-urina) può essere legata a ma lattie metaboliche o essere causata da incontinenza indotta da diverse cause, a disturbi comportamentali correlati all’ansia, oppure può es sere associata alla Disfunzione Co gnitiva (alcuni proprietari riferisco no che il loro cane viene condotto all’aperto ma urina solo al rientro in casa oppure non segnala la ne cessità di uscire). Il disorientamento spazio-temporale influenza anche le alterazioni del ciclo sonno-veglia e i livelli di attività, problematiche spesso associate tra loro: durante il giorno dormono più a lungo e so no generalmente meno attivi, non mangiano, mostrano una ridotta risposta agli stimoli e trascorrono meno tempo nel mantenersi pu liti; al contrario, durante la notte, si svegliano ripetutamente e sono molto attivi, camminano senza meta, anche in circolo, vocalizzan do e leccano superfici e oggetti o eccedono nei comportamenti di pulizia fino all’autotraumatismo.

Come si fa a diagnosticare con certezza la patologia?

La Disfunzione Cognitiva con divide i sintomi con molte altre patologie; la sua diagnosi diventa più probabile qualora diversi dei sintomi elencati si presentano congiuntamente. È evidente che, per ottenere una diagnosi definitiva, è necessario esclu dere tutte le patologie mediche responsabili di sintomi simili. È quindi fondamentale sottoporli a una visita clinica completa, me glio se con l’aiuto di un medico veterinario comportamentalista, comprensiva di misurazione della pressione sanguigna, valutazione neurologica ed ortopedica, esami del sangue e urine per escludere le tipiche patologie organiche senili.

54 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022

Se l’animale è affetto da più pato logie, deve essere somministrata per ciascuna l’opportuna terapia medica e solo successivamente il quadro clinico andrà rivalutato per la conferma diagnostica.

È possibile curare la disfunzione cognitiva?

La Disfunzione Cognitiva non può essere curata perché i danni insorti a carico delle strutture ner vose sono irreversibili, ma i suoi sintomi possono essere attenuati e la progressione delle alterazioni neuropatologiche può essere par zialmente rallentata attraverso una combinazione di terapie (mediche, dietetiche e comportamentali). Per mantenere le funzioni cognitive a un livello accettabile sono di grande supporto l’inserimento e il mante

nimento di una routine quotidiana che includa esercizio fisico, gioco, contatti con altri animali, introdu zione di piccole novità, addestra mento ed esercizi che stimolino la mente. La terapia dietetica (meglio se assunta come forma di preven zione) si basa su un’alimentazione equilibrata contenente frutta e verdura e carente di grassi saturi. L’aggiunta di antiossidanti (vitamine C ed E, carotenoidi, flavonoidi, to coferolo e selenio) garantisce una protezione rispetto al danno ossi dativo a carico delle fibre nervose; la L-Carnitina e l’acido alfalipoico riducono il rilascio di radicali liberi dell’ossigeno; il gingko biloba ha azione antiossidante ed è in grado di aumentare il flusso sanguigno al cervello; gli acidi grassi omega 3 ed omega 6, contenuti nell’o

lio di pesce, esplicano un’azione antinfiammatoria e proteggono le membrane cellulari; l’attività sinaptica è favorita anche dalla vitamina B6, che contribuisce alla sintesi dei neurotrasmettitori come serotonina, noradrenalina e dopamina. Per quanto riguarda invece la terapia farmacologica sono presenti diversi prodotti, co me la Selegilina, la Propentofillina, gli antidepressivi (triciclici- SSRI), le Benzodiazepine e il trazodo ne, ma molti non sono registrati come specialità veterinarie, per cui è d’obbligo estrema cautela nell’utilizzo. Per concludere, è importante sottolineare che il deterioramento cognitivo è un processo graduale, perciò è rac comandato il trattamento fin dai primissimi stadi.

Terapia occupazionale Quando, dove e perché

Sempre più diffusa in diversi contesti, la Terapia Occupa zionale (TO) è una disciplina sanitaria riabilitativa che si ri volge a chi convive con una situa zione fisica e/o mentale che in qualche modo ostacola la sua autonomia nell’iniziare, svolgere e portare a termine le attività quoti diane. «Con attività quotidiane si intendono gesti che consideria mo spesso scontati come allac ciare la zip della felpa, gestire il dentifricio e lo spazzolino per la varsi i denti, organizzare un’attività complessa come cucinare un pasto, impugnare una matita, usa re le forbici» spiega Renata Cano va, terapista occupazionale.

Dottoressa Canova, quindi in quali disturbi/situazioni è indicata?

Esercitata dal professionista in pos sesso di titolo di Laurea ed Esame di Stato di terapista occupazionale, la terapia occupazionale non è ap plicata a un selezionato elenco di patologie. Anzi il focus della terapia

non è la malattia - temporanea o permanente - del paziente, bensì le capacità residue che la persona può sfruttare per raggiungere il più alto livello di autonomia possibile, senza dipendere dagli altri (o dipen dere il meno possibile). La terapia occupazionale interviene quindi in tutte quelle situazioni in cui si ha difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane: paralisi cere brali infantili, sindrome di Down, ritardo mentale, artrite e artrosi, traumi cranici, ictus, demenze etc.. Ovviamente per ciascuno di questi quadri clinici, per ciascuna perso na, e anche di fronte a persone con la stessa diagnosi, l’approccio è del tutto personalizzato: per ognuno le attività quotidiane importanti da svolgere da solo sono diverse e quindi la terapia sarà centrata in modo specifico sulle individuali esigenze.

È adatta a tutte le età? Certamente. Un bambino piccolo così come una persona anziana possono incontrare ostacoli du

rante la loro routine quotidiana che li porta a dipendere da altri. Ovviamente le esigenze di un bambino, di un giovane adulto e di un anziano sono diverse, per tanto il trattamento pur avendo come substrato comune l’obiet tivo dell’autonomia, assume un significato diverso a seconda della situazione. Il bambino con disabi lità ha bisogno di imparare da zero ad allacciare le scarpe, coordinare le mani per ritagliare, impugnare correttamente una posata o lo strumento grafico. In questo caso la collaborazione con i genitori e i fratelli è fondamentale: sono loro che conoscono a fondo il loro bambino e spesso alcune strategie vanno insegnate affinché il piccolo sia sostenuto nel fare le cose da so lo, ma non sostituito o non troppo aiutato. Il giovane adulto potrebbe aver subito un trauma, ad esem pio per incidente stradale, e aver riportato danni cognitivi (perdita di memoria, difficoltà a organizzare le sequenze di un’attività, ecc.), e fisici (amputazioni, lesioni midollari etc.).

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RUBRICHE ALTRE TERAPIE

In questo caso dovrà re-imparare a fare tutta una serie di azioni che già sapeva svolgere, ma che ora deve affrontare con una condizione diversa. Con la persona anziana, ad esempio affetta da demenza,

to di strategie ai caregiver per non sostituirsi troppo al malato. È de terminante far sentire la persona partecipe della propria vita anche in piccoli aspetti come scegliere quali abiti indossare, senza che siano altri a decidere per lei.

Come si svolge la terapia?

Il primo passaggio fondamentale è un colloquio con il paziente e la famiglia. In alcuni casi è utile orga nizzare anche incontri separati per avere un quadro più chiaro della situazione. Una volta identificati gli obiettivi del trattamento, si esegue una valutazione funzionale con la persona interessata: il terapista inizialmente osserva il paziente e il suo eventuale caregiver per vede

durante l’igiene, riuscire ad allac ciare i bottoni di una camicia, im pugnare la penna mentre si scrive, preparare un piatto di pasta, riuscire a dedicarsi ad un hobby. L’incontro è basato quindi sull’esecuzione dell’attività stessa (concetto chiave della terapia occupazionale è il “fare”) e su una serie di eventuali esercizi motori e/o cognitivi pre liminari per riuscire a fare meglio quella determinata azione. Il trat tamento può essere svolto in vari luoghi: ospedale, casa di riposo, studio privato, domicilio e scuole. Non esiste un numero predefinito di sedute. Talvolta l’intervento si esaurisce con una consulenza e un appuntamento di controllo do po qualche settimana, altre volte

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TAC cuore: una “fotografia” 3D delle coronarie

È un esame non invasivo e veloce particolarmente utile per valutare la salute dell’appa rato cardiovascolare. In pochi secondi, infatti, permette di iden tificare eventuali patologie delle coronarie e la presenza di atero sclerosi. Parliamo della TAC cuo re cardiaca e lo facciamo con la dottoressa Erika Bertella, cardio loga.

Dottoressa Bertella, che tipo di esame la TAC cuore? Ogni sospetta patologia cardiaca ha il suo esame specifico. Quello relativo alle malattie coronariche è la TAC cuore, esame diagnostico strumentale eseguito oggi con sempre maggiore frequenza. Si tratta di un esame di secondo livel lo, eseguito da cardiologi e radiolo

gi in collaborazione, che consente di effettuare indagini diagnostiche avanzate in ambito cardiologico. Viene utilizzata per analizzare lo stato di salute delle arterie corona rie e, quindi, per valutare pazienti con dubbia cardiopatia ischemica, ma anche per pianificare eventuali trattamenti chirurgici mini-invasivi. L’esame consente di acquisire im magini di elevata qualità del cuore e delle sue strutture e permette di ri conoscere la presenza di ateroscle rosi coronarica e di quantificarla.

In quali occasioni viene prescritto?

La TAC cuore viene eseguita sul le persone che si sospetta siano affette da patologie coronariche, quindi ai pazienti che denunciano sintomi come dolore toracico o dif

ficoltà respiratorie legate a sforzi o a condizioni di stress, ma che non abbiano caratteristiche tali da far propendere per l’invio immediato al Pronto Soccorso. In questi casi la TAC cuore viene oggi conside rata un esame di screening che ha soppiantato il tradizionale test da sforzo, ormai ritenuto troppo poco accurato per riconoscere la pre senza di malattia. L’esame, infatti, consente di capire se la persona è sana e non ha bisogno di terapie nell’immediato, se è molto malata e deve essere sottoposta a una coronarografia o a maggiori ac certamenti, o - nella maggior parte dei casi - se deve semplicemente essere sottoposto a nuove terapie mediche o se si debbano aggiusta re quelle già in essere per evitare che l’aterosclerosi coronarica pro

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RUBRICHE GUIDA ESAMI

gredisca nel tempo, causando un infarto.

Quali fasce d’età interessa?

In genere viene prescritto a perso ne di età compresa tra i 40 e i 70

anni, considerate più a rischio per queste patologie soprattutto se si è in presenza di fattori di rischio come familiarità per le malattie cardiovascolari, diabete, coleste rolo, pressione alta, obesità o fumo.

Come si svolge l’esame?

Nel corso dell’esame, in una ve na del braccio del paziente viene iniettato un mezzo di contrasto a base di iodio che permette di visualizzare meglio alcuni dettagli che altrimenti sarebbero meno evidenti. Mentre il paziente è sdra iato immobile su un lettino che si muove orizzontalmente, attorno a lui ruota il tubo radiogeno che emette i raggi X. Le radiazioni che attraversano il suo corpo vengono poi trasformate in segnali elettrici analogici e convertite in dati digitali

Letto Assistenza domiciliare

La rete a 3 s nodi, con 4 sezioni indipendenti, e il piano letto sollevabile permettono numerose configurazioni, il massimo comfort al paziente e per agevolare il lavoro degli operatori

La percezione di un comune letto diminuisce l’impatto nei confronti del paziente, che non avrà più l’idea di utilizzare un letto ospedaliero

Disponibile in diverse misure e colori

(immagini tridimensionali del cuo re e delle coronarie) visualizzabili su un monitor.

Quanto dura?

La TAC cuore ha una durata di circa 5 minuti.

Bisogna seguire una preparazione particolare prima dell’esame?

La TC cuore prevede l’utilizzo di mezzo di contrasto, motivo per il quale al paziente viene richiesta la presentazione degli esami del san gue della glicemia e della creatinina eseguiti da non più di un mese. Il giorno in cui viene eseguita la TAC il paziente deve osservare un digiu no di cibi solidi da almeno 6 ore, mentre è consentito bere acqua.

Settembre/Ottobre 2022 | Bergamo Salute | 59
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Servizio Pediatrico Ambulatoriale del sabato pomeriggio di ATS Bergamo: nuovi orari per il periodo invernale

Il Servizio Pediatrico Ambulatoriale di ATS Bergamo, messo a disposizione gratuitamente sul territorio ber gamasco il sabato pomeriggio al fine di supportare le famiglie quando i pediatri di famiglia non sono operativi, ha ripreso la normale attività invernale. Per evitare situazioni di affollamento, gli ambulatori saranno accessibili solo previo colloquio telefonico, chiamando durante l’orario di apertura al pubblico. Il colloquio telefonico prevederà una valutazione pre liminare effettuata dal personale sanitario presente in ambulatorio. Il Servizio Pediatrico Ambulatoriale è rivolto ai bambini fino ai 14 anni d’età, residenti, do miciliati o in temporaneo soggiorno nel territorio di competenza dei Presidi territoriali. Per conoscere gli orari invernali: https://www.ats-bg.it/guardia-medi ca-pediatrica-ambulatorio-pediatrico.

Film Friendly Autism all’UCI Cinema di Oriocenter

Sono tornate le proiezioni Friendly Autism all’UCI Cinema di Oriocenter, iniziativa gratuita messa a disposizione dal Centro Commerciale a inizio 2022, che ha riscosso un ottimo successo ed è stata molto apprezzata da genitori e ragazzi. Il sistema Autism Friendly Screening è un particolare adattamento di ambiente che rende possibile la visione dei film alle persone con autismo. Finora sono stati 19 i film sele zionati da Oriocenter con circa 1354 posti prenotati, per un totale di 272 famiglie che hanno usufruito del servizio. Famiglie che provengono principalmente dal la provincia di Bergamo (64%) seguita da Milano (13%), Brescia (10%), Monza-Brianza (8%) e altre province e regioni limitrofe (5%). A seguito di un riscontro più che positivo da parte di coloro che hanno potuto assistere gratuitamente a una proiezione di film, Oriocenter ha deciso di mettere in programma diversi nuovi corto metraggi per ripresentare questo tipo di esperienza inclusiva anche per i prossimi mesi.

NEWS
DAL TERRITORIO NEWS

Il Papa Giovanni XXIII tra i primi 300 “Smart Hospitals” al mondo

Il Papa Giovanni XXIII di Bergamo è uno degli ospedali al mondo che si distingue per le nuove tecnolo gie nei percorsi clinici di diagnosi e cura al servizio del paziente. A stabilirlo è la nuova classifica di Newsweek-Statista “World’s Best Smart Hospitals”, che seleziona i primi 300 ospedali di 28 Paesi del mondo dotati di tecnologia digita le, robotica, sistemi di intelligenza

artificiale e automazione. Il Papa Giovanni XXIII rientra nell’elenco dei 18 ospedali italiani selezionati Sono cinque, in particolare, le ca tegorie sottoposte a esame per il ranking “Smart Hospitals”, giunto quest’anno alla seconda edizione. È stata giudicata la presenza di attrezzature per l’imaging digitale, di sistemi avanzati di intelligenza artificiale, della robotica, di attrez

zature di telemedicina e di una solida struttura informatizzata. Il sondaggio alla base del ranking internazionale si è basato su un campione di medici esperti che ha fornito più di 4.000 valutazioni. Statista, elaboratore leader di dati sul mercato e sui consumatori, ha effettuato le opportune verifiche di qualità.

Da Bergamo al Madagascar, per aiutare mamme e bambini a combattere la malnutrizione infantile

Il “cuore bergamasco” unito alle competenze di un agrono mo sta permettendo a Change onlus, associazione che dal 2005 crea e avvia infrastrutture sanitarie nei paesi più poveri del mondo, di proseguire con la col tivazione di una pianta ancora poco conosciuta e sfruttata nel centro del Madagascar, uno dei Paesi in cui la onlus è da sempre impegnata. «L’autoproduzione e

la valorizzazione della coltura di moringa sono parte integrante dell’intervento capillare dell’asso ciazione in tema di malnutrizione materno-infantile» ci racconta dal Madagascar Matteo Chiesa, anno 1995, una laurea alla facoltà di Agraria, che ha deciso di partire da Villa d’Almè dopo aver parteci pato a un bando per effettuare Servizio Civile Universale all’este ro e dedicare la sua professionali

tà e le competenze di agronomo per un anno, insieme ad altri gio vani, al progetto “semi per nutrire” per la lotta alla malnutrizione nella regione di Itasy al centro del Paese.

«Prima di partire ci siamo ripetuta mente incontrati con il dottor Pa olo Mazza, presidente di Change Onlus, con grande esperienza sul terreno del Madagascar, che ci ha

62 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022 DAL TERRITORIO TERZO SETTORE
BUONANNO

introdotti alla realtà del Centro sa nitario di Saint Paul di Ampefy-An dasibé e dei vari progetti che vi si intersecano» continua Chiesa. «Uno dei progetti più importanti qui al Saint Paul è quello della salute materno infantile con par ticolare attenzione ai 1.000 giorni di vita del bambino, dal concepi mento fino ai due anni, intervallo di tempo in cui si giocano i fattori determinanti per un corretto svi luppo psico-fisico nella crescita. Change Onlus agisce sul campo, spaziando dalla sensibilizzazione alle madri sull’importanza delle cure mediche e del parto assisti to, fino al monitoraggio dello stato nutrizionale della popolazione

con conseguente presa in carico dei casi più gravi.” Per questo si è creata un’equipe multidisciplinare con altri giovani volontari: Rosita, nutrizionista, Emma e Amber, ostetriche, e io, un agronomo La nostra equipe raggiunge ogni giorno i villaggi più sperduti per ef fettuare lo screening nutrizionale della popolazione infantile e tutti i bambini affetti da malnutrizione

vengono presi in carico per avviare il programma di supplementazio ne con farine arricchite. La polvere di moringa è una di queste farine». Perchè proprio la moringa? «È un vero super food vegetale, ad altis simo valore nutritivo, che cresce a latitudini equatoriali e tropicali e che si adatta facilmente a terreni diversi e alla siccità. La moringa oleifera è ricchissima di vitamine,

Change onlus

- DIAGNOSTICA PER IMMAGINI ECOGRAFIA

epato-bilio-pancreatica, internistica urologica, mammaria, muscolo scheletrica, tiroide e ghiandole endocrine

ECOCOLORDOPPLER tronchi sovraortici, arterie e vene arti superiori e inferiori e arterie renali /grossi vasi doppler penieno dinamico

ECOCARDIOGRAFIA ecocardio colordoppler grafia cardiaca MOC (mineralometria ossea a raggi X)

RISONANZA MAGNETICA ARTICOLARE (con apparecchiatura dedicata) articolazione: spalla, gomito, polso, coxo femorale (anca), ginocchio e caviglia

MAMMOGRAFIA

RADIOLOGIA TRADIZIONALE radiografia scheletro radiografia torace

- VISITE SPECIALISTICHE

chirurgia vascolare dermatologia diabetologia endocrinologia endocrinologia pediatrica ginecologia ostetrica /urologica medicina interna neurochirurgia oculistica ortopedia otorinolaringoiatria pediatria psicologia psicoterapia /sessuologia urologia andrologia

- CARDIOLOGIA

visita specialistica eletrocardiogramma a riposo elettrocardiogramma dinamico sec. Holter monitoraggio continuo della pressione 24 h

- GERIATRIA

visite specialistiche valutazione multidimensionale finalizzata al riconoscimento dell’indennità di invalità, di accompagnamento e legge n° 104

Resp. Sanitario dott.ssa Sara Oberti

Via Abbadesse 52 Milano Tel. 339 4153245 www.change-onlus.org Codice Fiscale 974 192 301 52
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ma soprattutto di proteine e forni sce anche amminoacidi essenzia li. Poter produrre questa polvere in loco, da piantagioni autonome di moringa, ci consente di prepa rare e somministrare ai bambini un nutriente completo, proteico,

ricco di vitamina A, K e del gruppo B, oltre che di ottimizzare le assun zioni giornaliere di ferro, calcio e potassio».

Dal 2017 Change Onlus, con il sostegno di benefattori e finanzia

tori, ha avviato una propria pianta gione, assumendo otto agricoltori locali e formandoli sulle corrette tecniche di coltivazione di questa pianta. «Il mio compito è razio nalizzare e ottimizzare la coltiva zione della moringa, coordinare i

UNA SERATA

ALL’INSEGNA DELLA SOLIDARIETÀ

Per poter proseguire con tutti i progetti dalla chirurgia, all’oculistica o semplicemente alla manutenzione di tutte le strutture sanitarie già presenti, l’associazione ha bisogno di finanziamenti costanti. Ecco perché il 20 ottobre a Milano, nel famoso locale Black Hole (che fornirà il suo supporto a titolo di beneficenza), si terrà una serata di raccolta fondi e presentazione delle nuove iniziative, tra cui quella di costruire un mulino per produrre farine arricchite di Moringa, così da rendere Change Onlus indipendente dai grossi fornitori, valorizzare le colture ad alto valore nutritivo e soprattutto chi le produce.

64 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022 DAL TERRITORIO TERZO SETTORE

lavoratori locali, al fine di assicura re un raccolto non solo sufficien te in termini di quantità, ma che possa avere tutte le migliori ca ratteristiche chimico nutrizionali e microbiologiche» spiega Matteo.

«In una realtà di povertà nutrizio nale, insegnare a coltivare piante di moringa alle popolazioni locali, insegnare loro come essiccarla ed estrarre la polvere, come utilizzare fertilizzanti e pesticidi unicamente biologici per poi utilizzare la farina nella alimentazione quotidiana si gnifica davvero fornire loro le basi

per sfruttare al massimo questa pianta miracolosa» continua con l’orgoglio di chi appartiene a una comunità da sempre attenta ai bisogni del prossimo.

Numerosi studi indicano che il consumo di moringa migliori l’apporto energetico nel bambino non solo direttamente, in quanto fonte proteica e di microele menti, ma anche indirettamente attraverso la madre. Assumere moringa durante la gravidanza può incrementare la produzione

di latte materno, migliorando di conseguenza lo stato nutrizionale del neonato. «Rosita, nutrizionista volontaria, e le ostetriche stanno conducendo uno studio ad hoc, con la partecipazione delle don ne che afferiscono al percorso gravidanza. La malnutrizione è un problema intergenerazionale ed è proprio nel nodo che lega la vita di madre e bambino che sta la chiave per affrontarlo» conclude Matteo.

Telemedicina in farmacia Prevenzione alla portata di tutti

Negli ultimi anni stiamo assi stendo a un cambio di rotta epocale della farmacia italiana: i farmacisti, oltre alla classica attività di dispensazione del farma co si stanno sempre più specializ zando nell’erogazione di servizi.

«La farmacia si sta trasformando sempre più in un presidio sanitario polifunzionale, in cui al cittadino viene offerta la possibilità di acqui stare farmaci e allo stesso tempo di effettuare prestazioni analitiche di prima istanza (test autodiagno stici quali misurazione di glicemia, colesterolo e trigliceridi), tampo ni antigenici, vaccini e servizi di telemedicina (holter pressorio e cardiaco, elettrocardiogramma, teledermatologia etc.)» sottolinea Maddalena Boreatti, Presidente Agifar Bergamo. «In sostanza, è nato un nuovo ruolo per la farmacia italiana, da sempre al servizio dei cittadini. Un destino quasi naturale, essendo sempre più coinvolti nel processo di presa in carico del paziente cronico e necessario per garantire una risposta adeguata ai bisogni di salute della popolazio ne». È proprio in questo contesto che si inserisce la telemedicina,

con l’obiettivo non di sostituire il rapporto diretto medico-paziente con la tradizionale visita speciali stica, ma di integrare e velocizzare le procedure, così da garantire al maggior numero di utenti preven zione e monitoraggio, grazie alla capillarità sul territorio. «Durante questi anni di pandemia spesso gli screening e le visite di controllo sono venuti meno. Offrendo la possibilità di venire nella farmacia dietro casa, senza lunghi tempi di attesa, le persone si sentono più predisposte a controllarsi e questo ci permette di mandare il paziente dallo specialista con esami in mano o di inviarlo direttamente al pronto soccorso in caso di rilevazione di anomalie gravi. Inoltre, con l’incre mento dell’aspettativa di vita, au menta anche il numero di pazienti con patologie croniche. Ciò rende necessario un sistema di presa in carico differente, che prevede una forte collaborazione tra medico di medicina generale e farmacia dei servizi. La telemedicina si configura come uno strumento fondamen tale per assicurare una migliore aderenza alla terapia e per miglio rare la rete di prevenzione sul terri

torio in tempi rapidi. Si pensi inoltre agli abitanti di piccole isole, di aree montane o rurali: questo servizio in farmacia permette l’equità di ac cesso all’assistenza sanitaria, non costringendo la persona a lunghi trasferimenti per raggiungere le grandi città di riferimento» conti nua la farmacista.

Ma cosa è la telemedicina? La telemedicina è una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria con tecnologie innova tive, caratterizzata dal fatto che il medico e il paziente non si trovano nella stessa località. Il farmacista trasmette i dati attraverso apposite piattaforme e in breve tempo un medico legge e referta, reinviando l’esito della prestazione. Le princi pali attività di telemedicina erogate in farmacia sono:

> la telerefertazione che comprende l’effettuazione di elettrocardiogrammi (per visite sportive o di controllo), holter cardiaci e pressori, telespirometria, teledermatologia;

> la teleassistenza che consiste in videochiamate tra farmacista e paziente, per consulenze

66 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022
DAL TERRITORIO FARMACIE

inerenti la salute.

«Una delle ultime attività di tele medicina inserite dalle farmacie è il servizio di teledermatologia. Sempre più spesso pazienti si presentano al banco mostrando macchie, nei sospetti o pustole e non sempre riescono ad avere un appuntamento in tempi rapidi con uno specialista» spiega la dottores sa Boreatti. «La teledermatologia permette di avere una consulenza con un dermatologo in tempi cele ri, riuscendo a prevenire e diagno sticare per tempo patologie di vario tipo quali melanomi, psoriasi, der matiti ed eczemi, garantendo una cura adeguata alla problematica. Il tutto si svolge in maniera molto semplice: il farmacista attraverso un dermatoscopio acquisisce le immagini e le invia mediante una piattaforma dedicata a un network di dermatologi che valutano la

patologia e inviano entro 24 ore il referto in farmacia, con la terapia consigliata. Un’altra applicazione della telemedicina in farmacia forse più conosciuta è l’holter cardiaco e pressorio, servizio che permette al farmacista di mettere a disposizio ne della propria utenza un device che registra la sequenza della trac cia elettrocardiografica o pressoria nelle 24 ore. L’esame consente al paziente di fornire in tempi brevi al proprio medico un referto utile per diagnosticare ipertensioni, aritmie, presenza di extrasistoli atriali o ven tricolari e quindi di poter intrapren dere il prima possibile una terapia farmacologica appropriata. Ai fini di uno sviluppo su larga scala della Telemedicina è importante creare fiducia nei confronti di questo ser vizio e favorirne l’accettazione sia da parte dei professionisti sanitari sia da parte dei pazienti, mettendo

in luce i numerosi benefici che ne possono derivare, ben consapevoli che i servizi di telemedicina sono lo strumento fondamentale per ren dere l’assistenza sanitaria più vicina e accessibile al cittadino» conclude la Presidente.

DOTT.SSA MADDALENA BOREATTI Farmacista Presidente Agifar Bergamo Farmacia Conca Verde Longuelo

Dallo studio medico al letto del Po per liberarlo dai rifiuti

∞ A CURA DI MASSIMO VALVERDE

Cosa fa un medico quando fi nisce di lavorare? Le risposte sono infinite esattamente come varrebbe per un altro professio nista. In genere per prima cosa tira il fiato perché credo che la medici na sia una professione e non solo un lavoro, per cui in un certo senso mentalmente continui a pensare da professionista. Non è possibile però esservi sempre immersi, per cui ci si inventa un qualche cosa che ti permetta di “staccare la spina” per il tempo necessario per riposare veramente. La scelta del proprio passatempo è di fatto infinita, dalla fotografia alla lettura, alla passione per il cinema o per i francobolli e poi ci sono medici che praticano tutti i tipi di discipline sportive.

Personalmente sono sempre stato attratto dall’acqua e dall’aria, per cui da decine d’anni pratico sia il nuoto e l’immersione sportiva e sia il volo. Immergermi o volare mi dà quella sensazione di tranquillità e rilassa mento che mi serve per poi poter riprendere a lavorare con la mente più leggera. Esiste un’infinita biblio

grafia scritta da chi pratica il volo o l’immersione, ma alla fine siamo tutti concordi nello scrivere che il momento in cui stacchi il carrello da terra o ti immergi anche solo in apnea passi da un mondo a un altro mondo che con i propri modi e con le proprie regole ti trasmette sensazioni diverse. Sensazioni che si possono raccontare a parole, ma che non saranno mai tali sino a quando non le si sarà provate in prima persona.

Però in un certo senso non riesco mai a separare nel mio profondo l’impulso di fare, a modo mio, qual che cosa di utile non solo per me ma anche per gli altri. E così in questi ultimi mesi di grande siccità ho ini ziato a volare sui fiumi e soprattutto sul Po oramai ridotto a poco più di un fiumicello e a scattare fotografie che potessero rendere visivamente reale quello che tutti abbiamo letto e ascoltato alla radio o guardando la televisione. Le immagini che ho riportato a terra sono molto più impressionanti di quanto si potesse anche solo immaginare

In questa rubrica gli operatori sanitari (medici, infermieri etc.) si raccontano, facendo conoscere oltre al loro lato professionale la loro attività di artisti, volontari, atleti...

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del disastro provocato dalla sicci tà. A quel punto ho pensato che invece di disperarsi per quello che vedevo e documentavo, sarebbe stato più utile cercare di mettere in movimento la macchina della protezione civile e del volonta riato (ad esempio l’Associazione Nazionale Alpini) per metter mano ai letti dei fiumi in secca e ripulirli dalle incredibili quantità di rifiuti che man mano affioravano dal fango che oramai si stava compattando come il cemento. Gli infiniti oggetti che ingombrano e riducono la por tata dei letti dei fiumi, infatti, con tribuiscono a rendere difficoltoso il deflusso dell’acqua durante le piog

68 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022
DAL TERRITORIO IL LATO UMANO DELLA MEDICINA

ge autunnali e invernali, favorendo i danni alluvionali che, purtroppo e regolarmente, si verificano.

Ho “girato” la mia idea a chi poteva in qualche modo iniziare ad orga nizzarsi per renderla concreta e con mia grande soddisfazione l’idea ha trovato ascolto. E così con tutte le attenzioni e le regole di sicurezza in un futuro che spero prossimo, un passo per volta, inizierà questo lungo lavoro di bonifica. Ovviamente continuo a volare e a immergermi per potermi rilassare, ma sono felice del fatto che da una semplice constatazione sia stato possibile mettere in movimento una macchina che credevo immo bile … in fondo è la conferma di un aforisma di Einstein che da sempre ho fatto mio: “Tutti (gli esperti in un certo campo) dicono che una cosa è impossibile, poi arriva un che (non fa parte del gruppo degli esperti) non lo sa e la realizza“

Contattaci per una visita di valutazione 035.223820 L’unico centro dedicato in modo esclusivo alle disfunzioni pelviche Via Betty Ambiveri, 11 - Bergamo monicavitali.it Il Metodo Vitali si caratterizza da un team di specialisti che opera con l’obiettivo di riportare il paziente al benessere psichico, fisico ed emotivo con un approccio di medicina funzionale integrata.

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Fondazione Ricerca Malattie Rare INSIEME CONTRO LE MALATTIE RARE

Le Malattie Rare sono un ampio gruppo di patologie (circa 7.000 secondo l’OMS), accomunate dalla bassa prevalenza nella popolazione (inferiore a cinque persone per 10.000 abitanti secondo i criteri adottati dall’Unione Europea). Con base genetica per l’80-90%, possono interessare tutti gli organi e apparati dell’organismo umano.

Incontri con i sostenitori e gli amici di A.R.M.R.

/ / /

MERCOLEDÌ 19 OTTOBRE

11:00 Riunione Commissione Scientifica

A.R.M.R. per attribuire le borse di studio 2023. Centro Anna Maria Astori Istituto Mario Negri al Kilometro Rosso

18:00 Conferenza della Ricercatrice A.R.M.R. Dott.ssa Roberta Giampietro Sede Via Salvioni 4 Bergamo

MERCOLEDÌ 26 OTTOBRE

19:00 Santa Messa in suffragio dei nostri Sostenitori e Amici “andati avanti” Chiesa di San Leonardo Largo Nicolò Rezzara, 12, Bergamo

20:00 Incontro conviviale presso “la Trattoria da Giuliana” Prenotazioni Segreteria A.R.M.R tel. 351 7379867

MERCOLEDÌ 9 NOVEMBRE

18:00 Convegno Prof. Giuseppe Remuzzi “Nutrire la salute” il cibo come farmaco Sala Oggioni del Centro Congressi Giovanni XXIII Bergamo

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FASCITE EOSINOFILA

Codice di Esenzione. RM0040

Categoria. Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo.

Definizione. Sindrome simil-sclerodermica caratteriz zata da infiammazione, seguita da sclerosi (indurimento) di derma, sottocute e fasce profonde di mani, piede e arti.

Epidemiologia. Colpisce maggiormente maschi cauca sici, con picco di incidenza tra i 40 e i 60 anni..

Segni e sintomi. Esordisce con edema (gonfiore) alle estremità, in genere simmetrico, con successivo induri mento cutaneo e sottocutaneo. Colpisce più frequente mente gli arti superiori. Possono essere evidenti artralgie (dolore alle articolazioni), astenia e perdita di peso. Spesso compaiono la sindrome del tunnel carpale e contratture in flessione alle dita. Un’intensa attività fisica precede spesso l’esordio e può peggiorarne i sintomi.

Eziologia. Alcuni autori pensano sia una variante della sclerodermia, altri una patologia immunitaria (può es sere associata ad altre patologie immunologiche come l’anemia aplastica e le sindromi mielodisplasiche).

Diagnosi. Gli esami ematochimici mostrano inizial mente una marcata eosinofilia (aumento del numero di eosinofili, un tipo di globulo bianco, circolanti nel sangue periferico) che poi diminuisce, un aumento di IgG policlonali e la presenza di immunocomplessi. Diagnostica è una biopsia a tutto spessore che evidenzia un infiltrato perivascolare con istiociti, eosinofili, linfociti e plasmacellule.

Terapia. La terapia con corticosteroidi dà spesso buoni risultati, in alternativa può essere utilizzata la cimetidina. Un miglioramento spontaneo può essere osservato dopo 2-5 anni di malattia. La fisioterapia è necessaria per ridurre le contratture

Settembre/Ottobre 2022 | Bergamo Salute | 71
Dottor Angelo Serraglio Vice Presidente della Fondazione A.R.M.R

La Fondazione Don Palla si amplia

Il 19 settembre il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fon tana ha visitato Piazza Bremba na nell’ambito del “Tour delle Aree Interne” per presentare la nuova “Agenda del Controesodo e la Strategia delle Aree Interne”. Per l’occasione sono state anche inau gurate due nuove stanze di degen za presso la Fondazione Don Palla. «I quattro posti letto, presenti in queste due nuove stanze, si aggiun geranno agli attuali 85 della nostra RSA, di cui 20 dedicati a pazienti Alzheimer» spiega il professor Mi chele Iagulli, Presidente della Fon dazione Don Stefano Palla Onlus. «Saranno destinati a soggiorni brevi di sollievo o per isolamento in caso di Covid, grazie alla presen za di una circolazione dell’aria se parata rispetto al resto della strut tura».

La RSA Don Palla è una Struttura sociosanitaria residenziale desti nata ad accogliere anziani non autosufficienti di grado medio o elevato, non assistibili a domicilio e richiedenti trattamenti continui, affetti da patologie cronico-de

generative a tendenza invalidante che non necessitano di specifiche prestazioni ospedaliere. La struttu ra fornisce ospitalità e assistenza, offre occasioni di vita comunitaria e servizi per l’aiuto nelle attività quotidiane, attività occupazionali e ricreativo-culturali, di manteni mento e riattivazione. L’utenza pro viene prevalentemente dalla Valle Brembana e in alcuni casi esterna alla stessa. Lo splendido ambiente montano intorno alla struttura, sot tolineato dalle ampie vetrate di vari locali della RSA, contribuisce a ri durre lo sradicamento degli anziani ospiti che hanno sempre vissuto in montagna. «La Fondazione si col loca naturalmente nella Strategia delle Aree Interne presentata dal presidente Fontana. Nata nel 1981 dalla volontà di 20 comuni dell’alta Valle Brembana insieme al Vicaria to locale, risponde alle esigenze peculiari del territorio vallare. Oltre alla RSA e al nucleo Alzheimer la Fondazione mette a disposizione della comunità mini-alloggi per an ziani autosufficienti, SAD (Servizio Assistenza Domiciliare), RSA Aperta in convenzione con i Comuni e

AUTO E MOTO D’EPOCA PER LE VIE DELLA VALLE

Lo scorso 3 settembre ha avuto luogo una sfilata di auto e moto d’epoca tra le vie di Piazza Brembana con arrivo alla Fondazione Don Stefano Palla. L’appuntamento ha preso il via dalla decisione di Franco Begnis, storico socio del Club Orobico Auto Moto d’Epoca di Pedrengo, di mettere in vendita la propria auto d’epoca a favore della Fondazione Don Stefano Palla. Il Club Orobico, entusiasta dell’iniziativa, ha aderito alla volontà di Begnis, acquistando direttamente l’auto ed erogando il beneficio economico alla Fondazione.

72 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022
STRUTTURE FONDAZIONE DON STEFANO PALLA

l’ASST, hospice, consultorio e am bulatori specialistici. Tutti servizi di cui l’alta Valle era sguarnita. Inoltre la struttura partecipa attivamente nel combattere l’esodo di giovani e forza lavoro dai comuni monta ni: solo nella RSA hanno trovato impiego 80 ragazze con diverse mansioni» sottolinea il professor Iagulli.

Tra i fiori all’occhiello della strut tura c’è in particolare il nucleo Alzheimer, con 20 posti letto per la degenza di ospiti affetti da de menza neurodegenerativa di tipo Alzheimer. «Il progetto è stato av viato nel 2006 con la supervisione del dottor Ivo Cilesi, psicopedago gista, genovese di nascita e ber gamasco d’adozione, purtroppo mancato precocemente nella pri ma ondata di Covid» ricorda il Pre sidente. Il dottor Cilesi ha per primo introdotto in Italia la doll therapy (bambola terapia) ed è il “padre” della bambola Gully (da lui ideata e diventata presidio medico). La doll therapy favorisce la diminuzione di alcuni disturbi comportamentali quali agitazione, aggressività, apa tia, comportamento motorio non adeguato etc.. «Il dottor Cilesi ha

La Fondazione Don Stefano

Palla è un’istituzione senza fini di lucro che nasce dalla visione del compianto Don Stefano Palla che mise a disposizione i propri beni

per la realizzazione dell’opera e dalla ferrea volontà di Piero Busi che, negli anni 80, ha compiuto il sogno di realizzarla ”

organizzato e formato il team che si occupa dei pazienti Alzheimer che continua ora a gestire in au tonomia il nucleo, con attenzione particolare al trattamento non farmacologico. In questo ambito, nel 2015 è iniziato il progetto di rea lizzazione di un giardino sensoriale dedicato esclusivamente al nucleo Alzheimer, che è stato inaugurato nel 2018».

Il Consultorio Familiare accredita to di Piazza Brembana, attivo dal

2011, prevede le figure profes sionali richieste dalla normativa vigente (Assistente Sociale, Psico loga, Ginecologo, Ostetriche ed Infermiera Professionale) e offre un servizio di ascolto, consulenza e sostegno del singolo, della cop pia e della famiglia in tutte le fasi della vita. Eroga inoltre i corsi di educazione sessuale presso tutte le scuole medie e superiori della valle.

Più recentemente sono nati gli ambulatori specialistici, in grado di soddisfare le esigenze di cura degli ospiti e del territorio direttamente in Alta Valle Brembana, senza costrin gere gli utenti a spostamenti non indifferenti. «Il Consiglio di Ammi nistrazione della Fondazione ha ini zialmente deliberato di acquistare un ecografo di ultima generazione e di investire su professionisti medi ci conosciuti e stimati, in grado di offrire risposte alle problematiche di salute più comuni dell’utenza. Si tratta di un servizio privato, ma erogato a prezzi calmierati e con una scelta accurata degli specialisti coinvolti per la loro competenza e integrazione sul territorio vallare», conclude il professor Iagulli.

Settembre/Ottobre 2022 | Bergamo Salute | 73 INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

aggrediti 130mila l’anno

Le aggressioni, fisiche e/o ver bali, sul posto di lavoro colpi scono in media in un anno un terzo degli infermieri, la catego ria professionale più numerosa in assoluto del Servizio Sanitario Na zionale e della sanità in generale. Si tratta di circa 130mila casi, con un “sommerso” non denunciato

all’INAIL di altri 125mila casi l’anno. Il 75% delle aggressioni riguarda donne. A lanciare l’allarme, recen temente, sono state Barbara Man giacavalli, presidente FNOPI (Fede razione Nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche) e Annamaria Bagnasco, professore ordinario di Scienze infermieristi

che all’Università di Genova, in occasione del seminario in Senato “#rispettachitiaiuta – La sicurezza degli operatori sanitari”, durante il quale sono stati presentati i dati dello studio CEASE-IT, promosso dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieri stiche e svolto da otto università

74 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2022
Infermieri:
∞ A CURA DI ELENA BUONANNO GUIDA ALLE PROFESSIONI SANITARIE

italiane, capofila l’Università di Ge nova.

UN FENOMENO SOTTOSTIMATO

Chi non ha segnalato l’episodio, lo ha fatto perché, nel 67% dei casi ha ritenuto che le condizioni dell’assi stito e/o del suo accompagnatore fossero causa dell’episodio di vio lenza, nel 20% convinto che tanto non avrebbe ricevuto nessuna risposta da parte dell’organizzazio ne in cui lavora, il 19% perché ritiene che il rischio sia una caratteristica attesa/accettata del lavoro e il 14% non lo ha fatto perché si sente in grado di gestire efficacemente questi episodi, senza doverli riferire.

LE CONSEGUENZE: DALLE ESCORIAZIONI

AL BURNOUT MA NON SOLO

Le conseguenze materiali per i pro fessionisti delle aggressioni fisiche vanno nel 32% dei casi da escoria zioni e abrasioni a fratture e lesioni dei nervi periferici, fino anche - sep pure in pochi casi - all’invalidità. La principale conseguenza psicologi ca invece è il burnout che colpisce il 10,8% degli infermieri che hanno subito violenza: attualmente quelli in burnout per questa e altre cau se (stress da lavoro) sono il 33 per

La presenza di procedure chiare per la gestione degli episodi di violenza sul luogo di lavoro riduce la probabilità di subire violenza del 26% rispetto ai luoghi di lavoro che ne sono sprovvisti ”

cento. I danni però sono anche economici per il sistema. Il 4,3% degli infermieri vittime di violenza riferisce assenza dal lavoro a causa della violenza subita. Se l’assenza è di almeno tre giorni vale circa 600 euro a caso che moltiplicati per il numero degli infermieri coinvolti in un anno sale a oltre 11 milioni di euro. Se però l’assenza raggiunge i sette giorni la stima di CEASE-IT triplica il costo per singolo evento (1.800 euro) e si raggiungono fino a oltre 34 milioni di euro/anno di costi totali a carico a carico del si stema e della società per la violenza sugli infermieri.

L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE

«Lo studio ha dimostrato che gli infermieri conoscono i tratti e le

caratteristiche di un potenziale comportamento di aggressione fisica o verbale; tuttavia, per varie ragioni non riescono a intercettare e prevenire questi episodi» spiega Annamaria Bagnasco. «Una delle concause dimostrate dallo studio è la comunicazione inadeguata che avviene tra il personale e l’assistito e/o l’accompagnatore; tuttavia, i processi comunicativi sono am piamente influenzati dall’ambiente di lavoro, dallo staffing (carenza) e dal benessere dei professionisti». Il rischio di aggressioni, infatti, risul ta essere maggiore aumentando il carico di lavoro: assistendo un paziente in più durante l’ultimo turno lavorativo aumenta del 4% la probabilità di sperimentare vio lenza. Un altro fattore di rischio è l’ambiente in cui si lavora: nell’area dell’emergenza/urgenza aumen ta di oltre due volte la probabilità di subire violenza rispetto a lavorare in area medica, mentre nell’area della salute mentale aumenta di oltre quattro volte la probabilità di subire violenza rispetto ad altri contesti. Tra i fattori che invece diminuiscono le aggressioni è risultata significativa l’età; infatti, all’aumentare dell’età degli infer mieri diminuisce del 3% la proba bilità di subire violenza.

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REALTÀ SALUTE

ProgettAzione Cooperativa Sociale Un punto di riferimento per le Gravi Cerebrolesioni Acquisite (GCA)

ProgettAzione Cooperativa

Sociale, da oltre 20 anni, si oc cupa di persone con danni cerebrali (GCA) in provincia di Bergamo e Milano, offrendo una filiera articolata di servizi (CDDCentro Diurno Disabili, RSD - Resi denza Sanitaria per Disabili, LaB, Housing Sociale, interventi specia listici) che inizia dal supporto alla dimissione ospedaliera sino al rien tro al lavoro e al ritorno alla vita in autonomia. Abbiamo incontrato Claudia Maggio, psicologa psicote rapeuta, Responsabile Area Scien tifica presso il Centro Diurno e Centro Residenziale per Gravi Ce rebrolesioni Acquisite di ProgettA zione Cooperativa Sociale per co noscere meglio questo mondo e i possibili percorsi clinici e riabilitati vi per le persone che hanno subito lesioni cerebrali.

Dottoressa Maggio cosa si intende innanzitutto per GCA?

Si intende un danno cerebrale, di origine traumatica o altra natura, ta le da determinare una condizione di coma più o meno protratto (in genere di durata non inferiore alle 24 ore). Le conseguenze possono portare a gravi compromissioni senso-motorie, cognitive e com portamentali.

Cosa è importante per un buon recupero?

La gravità del danno subito ovvia mente rimane l’aspetto di maggio re rilevanza, ma a esso si associano altri fattori come l’organizzazione

della famiglia prima dell’evento traumatico, la possibilità di acce dere a interventi clinico-sanitari, assistenziali e sociali dopo la dimis sione, il tipo di ambiente scolastico/ lavorativo. Sono importanti anche le risorse economiche della fami glia e della persona colpita da GCA, quelle del territorio e il luogo dove si abita (si pensi che le Regioni si differenziano per quantità e pre senza dei servizi). Nella maggior parte dei casi infatti, dopo la fase di ospedalizzazione, permangono conseguenze che rendono neces sari interventi a lungo termine. Non tutte le persone colpite da una GCA possono rientrare a domicilio dopo la fase post-acuta, molti devono entrare in maniera temporanea o

definitiva in strutture residenziali, come RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) o RSD (Residenza Sanitaria Disabili) o in Nuclei di Accoglienza per Persone in Stato Vegetativo e di Minima Coscienza. Ci sono poi centri diurni come: CDD (Centro diurno per disabili); CSE (Centro Socio Educativo) e SFA (Servizio di Formazione all’Au tonomia).

Dopo un GCA è possibile tornare a una vita normale?

In alcuni casi possono essere pensati interventi per un rientro al lavoro e per l’addestramento verso l’autonomia abitativa, ma è difficile che si possa riprendere in mano come prima attività e occupazio ni. Le relazioni affettive e sociali (se precedentemente stabili) e la pro pria storia personale spesso sono il ponte che mantiene una continuità tra un prima e un dopo improvviso e destabilizzante; la rottura com pleta tra ciò che ci rappresentava e ciò che ci definisce diventa, invece, una ferita insanabile. Ogni nuova situazione, seppure tragica, neces sita di una base di partenza su cui definirsi, raccontarsi e ricostruirsi.

PROGETTAZIONE COOPERATIVA SOCIALE

Via Moroni 6 Pedrengo (BG)

Via Teodosio 4 Milano

Tel. 035 657351 - 3428448381 info@cooperativaprogettazione.it www.cooperativaprogettazione.it

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ore 9 - Pilates ore 10 - Amache Adulti ore 17 - Yoga in Gravidanza ore 18.15 - Ginnastica Vertebrale ore 19.30 - Pilates

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ore 17 - Body Flying Kids (Amache ragazzi) ore 17.30 - Yoga ad approccio integrato ore 18.15 - Pilates ore 19.30 - Amache Adulti ore 20 - Yoga integrale

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ore 16 - Psicomotricità Relazionale di Gruppo ore 18 - Yin Yoga ore 18.30 - Yoga Sciamanico ore 18.30 - Meditazione ore 20 - Hatha e light Yoga ore 20 - Meditazione ore 20 - Yoga Nidra online

VENERDÌ

ore 15 - Yoga Terza Età ore 16.30 - Yoga Bimbi ore 17 - Ginnastica Vertebrale ore 18 - Meditazione ore 18.30 - Pilates ore 19.30 - Amache Adulti

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Centro Fo.R.Me. A Bergamo un servizio innovativo per la salute mentale di pazienti e operatori

Il Centro Fo.r.Me, che nel suo acronimo significa Formazio ne, Ricerca e Mediazione, è un servizio della Cooperativa Ruah dedicato alla Salute Mentale, al miglioramento della qualità di vita della comunità, alla cura del tessu to di relazioni col territorio e con le sue agenzie per una migliore ge stione delle situazioni di disagio per le quali è previsto un accompagna mento. Nato informalmente in Mali nel 2002 - all’interno di un progetto di cooperazione interna zionale del Celim Bergamo coor dinato da Bruno Goisis e affidato alla dottoressa Rita Finco - come spazio dedicato al miglioramento della vita di coloro che direttamen te o indirettamente vivono il pro cesso migratorio, nel tempo il Centro è diventato un luogo di orientamento, riflessione e cura in cui ognuno può scoprire la propria singolarità. «Negli anni il Centro ha messo a punto una pratica di lavo ro innovativa, cosiddetta etnoclini ca, che si focalizza sul particolare

posizionamento che i vari profes sionisti e servizi assumono quando si interfacciano con la persona-pa ziente» dice la dottoressa Finco, direttrice di Fo.r.Me. È così che nel 2015 la dottoressa Rita Finco, pe dagogista e antropologa medica, il dottor Pietro Barbetta, psicologo e psicoterapeuta, e il dottor Fulgen zio Rossi, medico psichiatra, danno vita a ciò che oggi è il Centro: una realtà dinamica in cui è attiva un’éq uipe composta da antropologi, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, avvocati, logopedisti, pedagogisti, mediatori familiari, insegnanti. At tualmente una parte delle attività si svolge presso l’ambulatorio so cio-sanitario autorizzato Fo.R.Us di via Daste e Spalenga 15 dove è possibile usufruire di servizi logo pedici, pedagogici, psicologici e psicoterapeutici, psichiatrici e neu ropsichiatrici rivolti a bambini, pre adolescenti, adolescenti, giovani, adulti e anziani. Presso la sede di via Zanica 67 sono altresì attivi un servizio didattico, un servizio etno

clinico, un servizio legale, un servi zio di temporary management e un servizio di case management.

«Nel corso dell’ultimo anno il Cen tro Fo.R.Me ha erogato diversi corsi di formazione dedicati agli/ alle insegnanti e allestito una Co munità di pratiche a loro dedicata. Ha organizzato formazioni destina te agli operatori sociali, seminari internazionali e progetti dedicati ad adolescenti e giovani adulti. Ha svolto attività clinica di plurivisione all’interno di diverse équipe appar tenenti alle aziende ospedaliere e ai servizi sociali territoriali sia in Lombardia sia in altre regioni italia ne distrettuali e consolidato una metodologia di accompagnamen to psicologico a domicilio» conclu de il dottor Rossi.

Centro Fo.R.Me.

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DAE: se c’è acqua prendo la scossa?

Lavoro, RSPP, HSE, ecc.) e spesso nei corsi BLSD» osserva Pelicioli.

Il Defibrillatore Semiautomati co Esterno (DAE) è un disposi tivo salvavita quando una per sona è colpita da Arresto Cardiaco Improvviso (ACC). Ormai è sempre più diffuso anche in Italia e la nuova legge n. 116 del 2021 prevede l’utilizzo del DAE in caso di emergenza cardiaca anche da parte di persone che non abbiano seguito un corso specifico (BLSD), a patto che venga prima chiamato il 112, i cui operatori sono in grado di guidare il soccorritore anche se inesperto. «È comunque auspica bile che sempre più cittadini si formino con un corso BLSD, che insegna a riconoscere i sintomi in una persona colpita da AAC, le manovre di rianimazione e l’utilizzo del DAE» osserva Federico Pelicio li, istruttore BLSD. Il soccorso a una persona colpita da AAC può essere necessario dovunque: a casa, per strada, a scuola, sui trasporti, in

contesti sportivi o di lavoro etc. Tra gli ambienti in cui ci si può trovare a utilizzare il DAE potrebbe esserci il pavimento bagnato di un bordo piscina, il bagnasciuga di una spiag gia, una pista da sci, situazioni in cui il soccorritore e la vittima sottopo sta a defibrillazione si trovano su una superficie con caratteristiche di conduzione elettrica aumentate. Lo stesso vale in presenza di grate metalliche poste sopra le autori messe, sui giardinetti di poppa delle imbarcazioni, pavimenti di elicotteri etc..

«Il dubbio se rilasciare una scarica elettrica con il DAE in situazioni di aumentata conduzione (presenza di metallo o umidità) comporti dei rischi per il soccorritore e/o la vitti ma è una domanda ricorrente che viene posta durante i confronti con i responsabili della Prevenzione e Protezione delle aziende (Datori di

«Chiariamo subito che questi ti mori non trovano fondamento. Il Dan (Divers Alert Network Furope), di cui faccio parte come istruttore Blsd, ha pubblicato uno studio in merito a questa problematica (According to the American Heart Association, metal surfaces “pose no shock hazard to either victim or rescuer”). I test dimostrano che somministrare una “terapia” elettri ca in presenza di superfici bagnate o metalliche non comporta mag giori rischi di elettrocuzione per i soccorritori. La ricerca conferma che anche in questi casi la gran parte dell’energia erogata (corrente elettrica) “viaggia” attraverso il tora ce della vittima da ACC seguendo un percorso di andata e ritorno (onda bifasica) dove incontra mi nore resistenza, da placca a placca (elettrodi). In condizioni ottimali, a pavimento asciutto, invece il 100% della corrente attraversa la cute del la vittima senza alcuna dispersione, “colpendo” solo il paziente nella parte compresa tra le due placche. Ma attenzione! Il rischio per i soc corritori non sussiste purché, come indicato dalle Linee Guida ILCOR - ERC, nessuno tocchi il paziente nell’esatto momento in cui viene erogata la scarica. Il DAE avverte esplicitamente i soccorritori di allontanarsi prima della scarica» conclude Pelicioli.

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Bergamo Salute anno 12 | n° 68 Settembre | Ottobre 2022
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Crisi energetica e se diventasse un’opportunità per cambiare abitudini?

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