Agosto 2014

Page 1

Centro Studi Aurhelio Il granaio spirituale di ispirazione tradizionale, in servizio permanente effettivo, sul litorale a nord di Roma. Bollettino delle attività nel mese di Agosto 2014

Apertura della biblioteca per la cultura tradizionale a Santa Marinella [comunicato] Da oggi presso il Centro Studi Aurhelio, a Santa Marinella in Via della Libertà 22, è attiva e accessibile al pubblico l’unica biblioteca per la cultura tradizionale nel comprensorio del litorale a nord di Roma.Aurhelio, oltre a preservare il fondo librario “Niglio-Farinacci”, con l’inaugurazione ha già messo a disposizione testi di Evola, Guenon, Junger, Mishima, Codreanu, Degrelle La Rochelle, Sands e Pressefield. Ancora: quaderni formativi, riviste, studi scientifici, saggi, nonché fumetti per i più piccoli che possono essere consultati sia sul posto che – lasciando i propri dati – fuori dalla sede. Tutti i libri provengono da donazioni di soci e da simpatizzanti del Centro Studi. Quest’ultimo infatti a proprio carico, ospita i testi, ne supporta la gestione e segnala le novità e le disponibilità attraverso i suoi

organi informativi. Con l’occasione, segnaliamo anche a tutti coloro che sono sensibili alla diffusione della nostra cultura che Aurhelio è disponibile ad accogliere altre donazioni librarie ed eventuali contributi per l’acquisto di testi (il centro studi garantisce anche la diffusione di saggi gratuiti agli studenti ed ai disoccupati) in linea con il profilo della biblioteca stessa. Cionondimeno, i doppioni di libri presenti, verranno donati alle Biblioteche Civiche di Santa Marinella e Civitavecchia, appena saranno conclusi i lavori della prima. Ci auguriamo, con l’apertura di questo nuovo spazio dedicato alla cultura, di contribuire in modo sensibile per l’avvicinamento delle persone e, soprattutto, i più giovani alla lettura ed a conoscere il significato ed il valore del messaggio tradizionale.

Direttivo del Centro Studi Aurhelio

AFFETTO SERRA – Solidarietà Serre Pistola | La Maglietta dello Shoplab [comunicato] [28-VIII-2014] L’azienda trentennale “Serre Pistola” è stata messa in ginocchio da una tromba d’aria la notte tra sabato 12 e domenica 13 Luglio. È stato distrutto tutto. In pochi minuti il lavoro e la dedizione di 30 anni sono stati devastati. La Regione Lazio non riconosce lo stato di calamità naturale poiché non è stata coinvolta il 75% della cittadina di Santa Marinella. Il Comune ha detto che bisogna sperare in atti di solidarietà perché non ha fondi. Il futuro di questa piccola azienda, della famiglia Pistola e delle famiglie dei lavoratori dipende dal vostro aiuto. “Sappiamo che avere un azienda


comporta dei rischi, che nonostante tutte le prcauzioni prese, puo capitare qualcosa che ti metta in difficoltà. Mai avrei pensato, però, che tutto, veramente tutto, fosse distrutto in una sola notte. Non voglio, tramite le donazioni, ricostruire quello fatto in 30 anni, non sarebbe neanche giusto, ma ho bisogno di un piccolo aiuto per ripartire. Rimettere in piedi anche solo una serra e riniziare nuovamente a lavorare” . Massimo Pistola – Grazie Siamo partiti da questo messaggio. Così come accaduto in precedenza per altre emergenze (Abruzzo, Emilia e Sardegna) non siamo rimasti a guardare. Il Centro Studi Aurhelio – attraverso il laboratorio creativo Shoplab – ha creato una maglia speciale per il sostegno della causa “Affetto Serra”. I proventi, tolte spese di produzione, saranno interamente devoluti per la ricostruzione. Le grafiche sono state realizzate dal nostro laboratorio e le magliette sono di ottima qualità (non le magliette da una volta e via, per intenderci). Esse verranno prodotte nei colori Verde, Marrone e Viola, nelle taglie S, M, L e XL.

ll costo della maglia è 15 euro e può essere richiesta e prenotata presso la sede del Centro Studi Aurhelio in Via della Libertà 22 a Santa Marinella, tramite mail all’indirizzo shoplabinfo@gmail.com, su Facebook Centro Studi Aurhelio oppure al telefono +393289020510. Adesso tocca a te, la solidarietà si misura con l’azione, il resto è aria fritta.Diamo forza alla ricostruzione, diamo speranza ai fiori di Santa Marinella.

Lo splendore dell’Essere in Tolkien [dottrina] (25/VIII/2014) Il tema della bellezza traspare nell’intera opera tolkieniana, sia nelle descrizioni dei paesaggi, sia nei personaggi stessi. La bellezza di un luogo può colpire a tal punto da suscitare un sentimento di struggimento verso ciò che va oltre l’apparenza ed il presente, per riconnettersi al tempo in cui “il mondo era giovane” e tutto appariva fresco e nuovo. Quando giunge a Lothlorien, ed in particolare nella radura del Cerin Amroth, cuore del reame elfico, sembra a Frodo di “essere passato su un ponte del tempo e di essere giunto in un angolo dei tempi remoti (…). Gli sembrava di essere volato giù da


un’alta finestra aperta su un mondo svanito (…). Non vedeva colori ignoti al suo sguardo, ma qui l’oro ed il bianco, il blu ed il verde erano freschi ed acuti e gli pareva di percepirli per la prima volta e di creare per essi nomi nuovi e meravigliosi” (1). [..] L’espressione di Tolkien: vedere le cose come siamo (o eravamo) destinati a vederle si riferisce sicuramente al tema, tanto caro all’Autore, che l’uomo, seppur caduto, rimanga sempre fatto ad immagine e somiglianza del Creatore. Deve però riguadagnare uno sguardo sulla realtà che gli permetta di uscire dal proprio orizzonte limitato e la bellezza della natura costituisce il tramite ideale. Già Platone sosteneva che, tra tutte le idee, la bellezza è quella che più facilmente attira l’uomo, poiché si può cogliere attraverso la vista che è il più nobile tra i sensi; affascinato dalla bellezza terrena l’uomo passa alla contemplazione di quella divina che reca con sé le altre idee, poiché vi è una coincidenza tra bello, vero e bene. Tolkien non era dichiaratamente un platonico come lo fu il suo amico C. S. Lewis, ma si può ritrovare comunque nella sua poetica una eco di elementi platonici, filtrati attraverso il pensiero medievale, a lui così caro. Platone infatti fu il filosofo che per primo venne “cristianizzato” ed il suo influsso rimase fondamentale fino al 1200, quando Tommaso d’Aquino ripropose invece la filosofia di Aristotele. In realtà i due grandi, almeno nella loro versione cristiana, vennero visti dalla filosofia medievale più come complementari che come antagonisti. Di Platone è centrale la spinta verso il trascendente e la concezione della realtà naturale come segno che rimanda ad un mondo divino, sede degli archetipi; di Aristotele si sottolinea la presenza dell’essere nelle cose stesse e la possibilità per l’uomo di cogliere tale essenza. La bellezza degli elfi e la luminosità che li accompagna assumono, ne Il signore degli anelli, il significato di un richiamo alla bellezza eterna delle Terre imperiture, di cui gli elfi stessi provano nostalgia, poiché l’animo umano anela all’Infinito e all’Assoluto. Gli elfi incarnano la bellezza e la difendono preservandola nella Terra di Mezzo; i loro tre anelli, infatti, hanno proprio lo scopo di conservare intatti e senza macchia i luoghi ove queste creature dimorano, in particolare Lothlorien e Imladris. L’incontro con gli elfi di Gildor, ancora nella Contea, infonde nei quattro hobbit il coraggio e la determinazione per andare avanti, suscitando nel cuore di ciascuno il desiderio per qualcosa di più alto e nobile. Anche i cibi quotidiani assumono un altro gusto grazie alla loro presenza e tutto è inondato dalla luce e dal canto. Tommaso afferma che la natura della bellezza deriva da Dio in quanto egli è la causa dell’armonia e dello splendore di tutti gli enti. Ogni cosa può essere considerata bella in quanto ha in sé il fulgore della sua forma, spirituale o corporale, e in quanto è in armonia, all’interno della gerarchia e dell’ordine finalistico del cosmo. Tommaso mostra poi come Dio sia la causa dello splendore del creato, oltre che dell’armonia ordinata del cosmo, in quanto Egli diffonde negli enti un raggio della sua luminosità che è fonte di luce che risplende nelle cose. E Tolkien, come afferma lo studioso Mark Sebank, era profondamente innamorato delle forme dell’esistenza, in quanto la luce, che si identifica nella teologia cristiana con il Logos, rivela una splendida ricchezza di forme e realtà sensibili (4). Il tema della luce è particolarmente presente nella sua opera, essa stessa è simbolo dello splendore supremo e rivela la bellezza intrinseca degli oggetti; a Lothlorien Frodo è colpito dalla luminosità che pervade il paesaggio: “La luce in cui era immerso non aveva nome nella sua lingua. Tutto ciò che vedeva era armonioso, ma i contorni erano allo stesso tempo precisi, come se concepiti e disegnati al momento in cui gli venivano scoperti gli occhi ed antichi, come se fossero esistiti da sempre” (5); gli elfi stessi sembrano accompagnati da un alone di luce che brilla nella notte. Il chiarore che rivela la forma, ossia l’essenza degli enti, e l’armonia che rasserena l’animo sono dunque anche per Tolkien gli elementi fondamentali di una poetica del bello. Secondo Verlyn Flieger (6) tutta l’opera tolkieniana si può leggere come un’opposizione tra luce e tenebre: nella Terra di Mezzo la bellezza della luce si manifesta, più ancora che nello splendore del sole, nella luminosità delle stelle che incendiano il buio della notte e risplendono come gioielli incastonati nella volta celeste, tanto più brillanti proprio in quanto contrastanti con l’oscurità. Dama Galadriel dona a Frodo una fiala che contiene la luce di Eärendil, la stella del mattino e della sera, la più amata dagli elfi, perché gli sia di guida e di conforto nei luoghi più oscuri, là ove ogni luce dovesse spegnersi. La luce di Eärendil, divenuto una stella, è quella di uno dei Silmaril, i gioielli in cui era conservata la luce originaria degli Alberi di Valinor, la Terra Beata dei Valar; le stelle, inoltre, sono opera di Varda, la Regina celeste, moglie di Manwë, il Vala supremo dell’aria e del cielo. Varda è la signora della luce, la più adorata dagli elfi che la invocano dal loro esilio nella Terra di Mezzo col nome di Elbereth, mentre Melkor, il maligno, la teme. In lei e nella figura di Galadriel, che svolge un ruolo analogo per gli hobbit, sono confluite, secondo le parole dello stesso Tolkien, tutte le sue considerazioni sulla bellezza e lo splendore, così come si sono espresse nella


devozione mariana del popolo cristiano in tutta la sua storia: “Su di essa si basa tutta la mia piccola percezione di bellezza, sia come maestà, sia come semplicità” (7). Per Tolkien la luce solare e lunare illumina il mondo successivo alla Caduta nel quale ormai viviamo, mentre le stelle richiamano in noi la nostalgia per il Paradiso perduto e sono insieme spinta a non smettere di sperare: desiderarederiva etimologicamente da de-sidera: ossia dalle stelle. Quando Sam sembra aver perduto ogni speranza a Mordor, il bagliore di una stella compare debolmente nel buio ed egli, contemplandola, ricorda che al di là dell’oscurità vi è sempre la luce e ritrova il coraggio. La frammentazione progressiva della luce è però anche ciò che permette lo sviluppo delle diverse realtà, popolazioni e storie della Terra di Mezzo, quindi il dispiegarsi della Storia. La sua diffusione va di pari passo con la nascita del linguaggio e la sua successiva moltiplicazione nelle diverse lingue; ma questo permette la ricchezza della subcreazione artistica ed il manifestarsi perciò della luce e della bellezza originarie attraverso l’opera dell’uomo. Il teologo tedesco Hans Urs Von Balthasar, nel primo volume del Gloria, testo dedicato a formulare una teologia estetica, afferma: “La bellezza è la maniera in cui il bonum di Dio si dona e può essere compreso dall’uomo come verum”. Il bello si manifesta nella confluenza di forma e splendore, come sosteneva Tommaso d’Aquino; ma il mondo moderno ha perso la capacità di riconoscerlo e di affermarlo, per questo, continua Balthasar, ha perso di vista anche il bene e il vero. “Essa è la bellezza disinteressata senza la quale il vecchio mondo era incapace di intendersi, ma la quale ha preso congedo in punta di piedi dal moderno mondo degli interessi, per abbandonarlo alla sua cupidità e alla sua tristezza (…). In un mondo senza bellezza (…), in un mondo che non ne è forse privo, ma che non è più in grado di vederla, di fare i conti con essa, anche il bene ha perduto la sua forza di attrazione (…) e l’uomo resta perplesso di fronte ad esso e si chiede perché non deve piuttosto preferire il male (…). La testimonianza dell’essere diventa incredibile per colui il quale non riesce più a cogliere il bello” (8). […] Fonte: Centro Studi La Runa

Le ultime novità firmate Shoplab Maglietta “Civitavecchia”: colore grigio melange

Posta elettronica: shoplabinfo@gmail.com

Maglietta “SMB”: colore turchese, giallo, celeste

Facebook: Shoplab

Centro Studi Aurhelio Via della Libertà, 22 - 00058 Santa Marinella (Roma) Tel: +3288388603 - e-mail: cst.aurhelio@gmail.com www.aurhelio.it – Pagina Facebook: Centro Studi Aurhelio


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.