Va scazz l' rizz ku kul

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Primum te neco deinde te iciam! Mo t’accido e poi ti do mazzate!


“gli introvabili”

“gli introvabili”

“gli introvabili”

WIP Edizioni Srl Via G. Capaldi, 37/A 70125 Bari  080.55.76.003 Fax 080.55.230.55  www.wipedizioni.it  info@wipedizioni.it 1a Edizione giugno 2014

Copertina a cura di Roberto Errico Foto in quarta di copertina di Roberta Di Stefano Illustrazioni a cura di Roberto Errico e Giuseppe Lopez ISBN: 978-88-8459-297-2

è vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della pubblicazione senza autorizzazione dell’Editore e dell’Autore


PREFAZIONE di Piero Ladisa Tanto tuonò che piovve! Non stiamo facendo riferimento a nessun evento ascrivibile al campo della meteorologia, ma all’opera di coinvolgimento, andata per fortuna a buon fine, che ha portato l’amico Piero a mettere per iscritto le ‘perle’ uscite dalla bocca dei nostri concittadini. Una cosa è certa: non è stato facile convincere il ‘rosso’. Metaforicamente parlando, ne è passata di acqua sotto i ponti prima della tanto sospirata e agognata fumata bianca. Come non ricordare il giorno in cui, dopo il sì definitivo, Piero affermò tra il serio e il faceto: “Grazie per il supporto ragazzi, sostenetemi nella mia pazzia”. Ma in fondo la pazzia ha caratterizzato la vita di numerosi scrittori (basti pensare a Charles Baudelaire, Dino Campana, Edgar Allan Poe, Virginia Woolf) e tu caro Piero non sei certo da meno rispetto ai tuoi illustri colleghi. Questo volumetto non è stato concepito per denigrare o sbeffeggiare i baresi, sarebbe vile e al tempo stesso meschino agire in questo

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modo. Sarebbe come pugnalare dei fratelli o delle sorelle con i quali si vive sotto lo stesso tetto, in questo caso un’abitazione molto vasta chiamata città. Il suddetto, quindi, serve per far conoscere i pensieri del popolo della nostra cara e amata terra, nonostante un italiano non idilliaco ridotto ai limiti della comprensione, che cerca di rapportarsi con il susseguirsi degli eventi che fanno da contorno alla vita quotidiana. È dall’opinione della popolazione che, storicamente, si evincono disagi o benefici in cui versa una città come una specie di asticella che si alza o si abbassa a seconda dei periodi. Ulteriori parole sarebbero inutili e superflue. Buona lettura e mò sapit c’stè… sciat’a skazzà l’rizz ku kul !!!

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Nota dell’Editore Finalmente... ecco un’altra perla per arricchire la Collana Gli introvabili. Dopo “Cappuccetto Rozzo”, “Il collezionista di scrofe” e company, poteva forse mancare “Va skazz l’rizz ku kul!”? Siamo orgogliosi di pubblicare un Manuale di saggezza popolare che tra una risata e l’altra ci farà anche riflettere. Sono convinto che i protagonisti dei coloriti dialoghi raccolti per strada dall’autore, pur non avendo una formamentis propriamente accademica, possano trasmetterci dei valori, degli insegnamenti, un’istantanea dei tempi che viviamo. Il mio consiglio? Mettetevi comodi, rilassatevi, dimenticate per un momento l’italiano imparato a scuola e... godetevi una “sana ignoranza”. Ah, un’ultima cosa, l’Autore ci tiene a ribadire che le regole seguite nel riportare i dialoghi in vernacolo sono frutto di libera interpretazione e che con la sua trascrizione del dialetto non intende toccare la suscettibilità di nessuno.

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Rifiuti differenziati Lui: Auè posso scenne a scittà la mmondizia? (vado a cestinare i rifiuti?) Lei: Aspì che stonne le cose del pesce di mezzadì. (attendi, non dimenticare la risulta di pranzo) Lui: Ma sta scioccata, ti vuè move! (insomma, muoviti, sei sempre la solita inconcludente) Lei: Strunze, ste pur u cos del detersivo! (e c’è il detersivo) Lui: No cudd lassalo così ti lavi. (e se ne conservassimo ancora per lavarti) Lei: Uè inzivus si tand lordo tu, amminati jind u cassonett! (da che pulpito, sei da differenziata) Io passando: ...salve, buonasera.

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Pubblicità molesta Quellodeivolantini: Oooo japre signora!!! (...permesso?) Signora: Ci si? (si qualifichi) Quellodeivolantini: Cudd dell volandin! (volantini) Signora: Vattinne che inzivisce u portone! (lei mi risulta molesto e per giunta arreca disordine nell’androne) Quellodeivolantini: Ma va fasce l’ bikkine! (sia almeno utile a suo marito) Signora: Trimone! (inconcludente) Quellodeivolantini: Pure sop u volandin ste scritt quann si Puttan. (il ciclostile conosce quanto i suoi costumi siano libertini)

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Pietas… ...dal Giovedì Santo barese, bambino fastidioso che urla in Chiesa. Madre premurosa: Uè strunz statt citte... che mo scende Gesù e ti dà na stambata n’culo! prosit.

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I fanciulli su la piazzuola in frotta fanno un lieto romore

Bambino 1: Oooooo trimone addà passà u pallone... vaffammoccka! (sottospecie di calciatore desisti dal tuo essere solista e concilia la palla). Bambino 2: E ci jè il tuo il pallone... la bikkin d’ mamete! (accampi pretese e diritti che non ti appartengono) Bambino 1: Stu gress d’ mmerda! (io potrò anche non vantare la proprietà del pallone ma tu puoi vantare una forma fisica deprecabile) Bambino 2: Mo vado a chiamà a mamma e ti apr u cul. (la mia genitrice laverà l’onta della tua offesa). Iniziando a sputarsi, i fanciulli in frotta fanno un lieto romore e intanto siede sulla panchina poco distante la pingue madre del Bambino 2 che educatamente proferisce: Lassa stè cudde trimone... (godi fanciullo mio... altro dirti non vo ma la tua festa e gli sputi... non ti siano gravi).

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Uovi… Bambino: Ma’, maaaaa! (o madre) Madre: C’ uè? (dimmi o pargoletto) Bambino: Cosa sono gli ovini? Madre: Gli Ovini? e... GLI UOVI PICCOLI.

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