Time Run

Page 1

«Io sono un grande girasole, da sempre ho vissuto nel mio pezzo di terra. La terra del migliore, che non mi avrebbe mai fatto mancare l’acqua e il resto. Poi è diventata arida, sono stata abbandonata e trapiantata in un altro pezzo di terra che mi ha fatto sentire al sicuro, che teneva sempre un po’ d’acqua in serbo per me. Ma ora anch’esso è arido e io soffro.»

giordana facchini

time run

Giordana Facchini (2003) è nata a Bari e frequenta il Liceo Scientifico “A. Scacchi”. Da bambina inizia a praticare diversi sport anche a livello agonistico (nuoto, ginnastica ritmica, taekwondo) scegliendo ad oggi di praticare pallovolo nella squadra delle “Eagles” di Bari. Giordana riesce a coniugare il liceo, lo sport e lo studio del pianoforte (iniziato all’età di sei anni, partecipando a diversi concorsi regionali) senza tralasciare un’altra sua passione che è la letteratura. Tra un FA diesis e un SI bemolle l’autrice inizia il suo percorso letterario scrivendo brevi poesie all’età di sette anni. Crescendo si appassiona alla lettura spaziando in diversi generi letterari, successivamente conosce la piattaforma digitale “Wattpad” e si cimenta con successo nella scrittura di testi del genere “fanfiction”. All’età di quindici anni decide di rendersi nota al pubblico scrivendo il suo primo libro. L’autrice sta lavorando a un secondo racconto…

wip edizioni

€ 10,00 ISBN 978-88-8459-464-8

Time Run è un racconto scritto da un’adolescente… di “quelli” che hanno quotidianamente i polpastrelli su un cellulare o un tablet. Noi adulti pensiamo, il più delle volte, che questo loro “modo di impiegare il tempo” sia poco costruttivo… ma Time Run è nato proprio sul cellulare! Narra la storia dell’amicizia tra Ametista – la protagonista del libro – e Opale, il senso della vita, l’amore di Ametista per la nonna Ossidiana: «…non dimenticherò mai l’orologio Run che con lei non ha avuto il tempo di fermarsi». Il racconto è caratterizzato da vicende fantasy abilmente imbastite tra sogno e vita reale di una ragazza... “insolita”. L’autrice ci apre le porte della sua mente, per introdurci in un mondo magico, ma l’imprevisto è dietro l’angolo… questo è Time Run!


A mio padre che ha sempre creduto in me

Â


Â


1a edizione giugno 2018 ISBN: 978-88-8459-464-8

Copertina a cura di Luigi Facchini ©Tutti i diritti riservati all’Autore.

Ai sensi della Legge sui diritti di autore tutelati dal Codice Civile è vietata la riproduzione di questo libro o parte di esso e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, informatico, compreso le copie fotostatiche, microfilms, registrazione, ecc.) senza la preventiva autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore.


Prologo

È possibile che il tempo sia così veloce in un campo di girasoli? Che corra come un coniglio bianco, con il panciotto e un orologio da tasca? Come il coniglio di Alice in Wonderland. Ogni giorno passo dalla stessa via, per andare nello stesso posto, per nove mesi l’anno. Ogni volta la stessa storia: ci sono persone dark, con i tacchi alti “cinquecento metri”, ragazzi con i vestiti larghi e i pantaloni a metà sedere... e tutti sono “amici” e se ne stanno in disparte all’angolo del carcere minorile. Sono tutti pecore a tinta unita, le pecore nere, rosse, gialle… e insomma nessuno ha la sua variante di colore. Si nascondono dietro una maschera che manco loro sanno di avere! Il tempo passa e non se ne accorgono. Io lo lascio correre.

5


Avete presente quella domanda che ti fanno le persone ogni volta che le senti su whatsapp, facebook, snapchat o dal vivo? Il famoso: Come stai? Io rispondo sinceramente: Non lo so. Il tempo passa e talvolta mi sento male o bene, altre volte triste o felice... Ma dai... ammettilo, neanche tu sai come ti senti, rispondi «Bene» perché non sai cosa dire, invece il mondo va avanti e non è possibile che ti senta sempre bene. Mi chiamo Ametista, ma gli amici mi chiamano Ame. Ho 14 anni e i miei compagni dicono che penso come se fossi una psicologa. Quando mi rendo conto del tempo che corre, per stargli dietro cado ma cerco di rialzarmi subito, perché ho paura che non venga nessuno ad aiutarmi. Eppure, non sono sola, ho milioni di amici. Forse non sono gli amici che… non ti abbandoneranno mai, ma loro ci sono, se ho bisogno. Uno di questi si chiama Opale ed è il mio migliore amico. Ci conosciamo dalla nascita. Quando siamo insieme è come se qualcuno

6


rallenti il tempo, ma appena ci separiamo le lancette si sbloccano velocemente ripristinando l’ora stabilita. E io sento un vuoto dentro, un vuoto che dura qualche secondo… non ho idea di cosa sia. Ho sempre pensato che fosse colpa dell’orologio Run che, una volta sbloccato, deve recuperare il tempo perso muovendo, per qualche secondo, le lancette più velocemente, ed essendo collegato a una girandola con tutte le tonalità dei colori, per quel breve lasso di tempo, questa gira e rigira, fino a far scomparire tutti i colori, sostituendoli con un bianco candido. Me lo ha raccontato la mia nonna Ossidiana, che aveva il potere di trasformare il buio in luce; aveva lo sguardo colmo di amore e trasmetteva saggezza. Io e lei avevamo un rapporto bellissimo, giocavamo sempre insieme, mi raccontava di antiche storie sulla nostra famiglia, sulle sue origini; quando ne parlava la sua voce si faceva più profonda, il tono cambiava a seconda delle avventure, degli eventi che mi raccontava; ascoltavo a occhi chiusi, per «Un ascolto perfetto», così diceva lei. La realtà scompariva e vivevo in prima persona le leggende che nonna narrava.

7


Un giorno parlò di eventi soprannaturali, avevo otto anni ed ero in un periodo in cui dichiaravo di non credere in nulla (anche se in fondo, dentro di me, ci credevo), perciò le dissi ciò che pensavo e si offese, perché le avevo dato della bugiarda, ma poi mi perdonò e invitò Opale a fermarsi per pranzo. Quando restammo sole, le raccontai ciò che mi succedeva quando lui si allontanava da me. Lei pronunciò le sue ultime parole e morì davanti ai miei occhi. Non dimenticherò mai quel momento. Quando le raccontai di Opale e della sensazione di vuoto che provavo, lei mi spiegò che «È colpa dell’orologio» e che quando sarei stata più grande gli avrei dato un altro nome. Ora sono grande, il mio orologio è Time Run. Ma con nonna Ossidania, Time Run non si è fermato!

8


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.