Precarious

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Quando vai all’estero e presentandoti dici: “Sono una docente precaria”, ti guardano sgranando gli occhi meravigliati e ti domandano: “Precarious?! What does it mean? There isn’t in my language!” E cerchi mille parole per farglielo capire, ma quello che manca nelle altre nazioni è il concetto.

Angela Alessandra Milella

Angela Alessandra Milella

PRECARIOUS Quello che della Scuola non si dice “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”

Quella che leggerete è una storia vera, fatti e personaggi non sono inventati, ogni riferimento non è casuale.

PRECARIOUS

€ 12,00

ISBN 978-88-8459-343-6

Wip Edizioni

Angela Alessandra Milella è giornalista, scrittrice, regista, attrice e docente di letteratura e storia; ha fondato e dirige il webzine “Impagine”, è autrice del blog “Efemeride”. Ha vissuto nove mesi in Belgio, dove ha svolto attività di ricerca per il progetto Erasmus e lavorato alla pubblicazione di Cronache dal Belgio (Edizioni dal Sud). È laureata in lettere e filosofia con una tesi su Guido Morselli. Ha fondato Simploché, Associazione Culturale Guido Morselli, di cui è presidente. Ha scritto alcuni saggi (Unde malum? La ricerca letteraria di Guido Morselli, Racioppi editore; Il Neorealismo nell’opera di Guido Morselli; Ali per volare: le parole di guido Morselli; A partire da sé in Incipit. Così inizierà il mio primo libro... Un’esperienza di scrittura creativa nelle scuole superiori di Fasano, Rotary club Fasano (Br) (Edizioni Dal Sud). Ha collaborato con il Co.re.com Puglia; con la Rai, per un’inchiesta sul precariato, e con l’IPSAIC. Fa parte del direttivo dell’Associazione del Centro Studi Normanno Svevi dell’Università di Bari. Nel 2010, ha organizzato la IX edizione del premio letterario Il viaggio infinito. In qualità di critico dello spettacolo, ha prodotto il programma televisivo Monitor teatro trasmesso da AntennaSud e da Odeon Tv. Ha contribuito come sceneggiatrice e giornalista al programma Tutto in 50 secondi trasmesso da Vero Tv, Sky e ReteCapri. Attualmente vive tra Bari e Venezia.

Wip Edizioni

Il libro è la storia di una giovane del Sud, del suo viaggio, anche geografico, nel mondo della precarietà, fino alla conquista della cattedra. Le attese, il viaggiare da un luogo all’altro, con quel bagaglio da aprire e chiudere subito dopo. Un racconto che si fa tenerezza con il ricordo di quel “corpo rannicchiato e stanco” che occupa “solo una piccola parte del grande letto matrimoniale” di un alloggio per una notte. Dormire in luoghi dove mai si sarebbe pensato di dormire, straniera in terra propria. E i treni all’alba, con gli occhi che si chiudono per la stanchezza, ma con la consapevolezza che la vita, che è lotta per la sopravvivenza, è anche questa. Le corriere per le stradine di montagna, i viaggi in automobile con gli altri precari, le guerre quotidiane contro le ingiustizie, l’indifferenza, i diritti violati. E quella speranza di una vita al Nord, ora docente di ruolo. Con in valigia il sogno di insegnare ciò che si sa. Perché insegnare è una missione. E una nuova lotta, anche nel “civilissimo” Nord, quello che emargina i docenti del Sud perché, dicono, rubano il lavoro. Arrivare al Nord e toccare con mano il degrado morale. Dirigenti astiosi, piccoli piccoli come tanti altri, che tollerano violenze contro i docenti e che usano essi stessi violenza contro di loro e che, spalleggiati dal loro mondo di provincia, coprono ogni stortura. E scandali. E il ricordo, fra le nebbie del Nord, della lontana terra d’origine, di quella scuola che s’affaccia a picco sul mare e dove nelle belle giornate, nelle ore libere, era bello “osservare il mare dalla scala esterna”, respirando quell’aria dal “profumo inconfondibile”, profumo di macchia mediterranea, là dove, tra il mare e il “giallo splendente della sabbia”, volavano liberi i gabbiani. Montenegro, 1° maggio 2015 Stefania Elena Carnemolla


Edizione giugno 2015 ISBN 978-88-8459-343-6 WIP Edizioni srl Via Capaldi 37/A - 70125 Bari tel. 0805576003 - fax 0805523055 www.wipedizioni.it - info@wipedizioni.it Collana “I bibliotecabili”

©Copyright Angela Alessandra Milella Tutti i diritti riservati all’Autore Foto di Angela Alessandra Milella © Immagine in copertina di Giusy Michielli e Alessandro Attanasio www.free-D.ch Illustrazioni Lapis (Antonello Lapesara)

è vietata la riproduzione di questo libro o parte di esso con qualsiasi mezzo senza la preventiva autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore


A chi mi ha prestato le valigie, perchÊ due non bastavano. A chi ha creduto in me e mi ha sostenuto. A chi mi ha atteso in stazione. A chi mi ha dato informazioni. A chi ha lottato con me. A chi mi ha ospitato e custodito i miei bagagli. A chi mi ha incoraggiato. A chi mi ha fatto compagnia. A chi mi è stato sempre vicino. A coloro che hanno reso questa esperienza possibile.



Introduzione Notti bianche, la valigia sempre pronta accanto al letto, mille strade grigie, passioni tristi. Fin quando un giorno dici basta e decidi di andare via, perché tutta una vita nella valigia non entra. È la storia di tanti precari vittime di un bilancio sbagliato che non ha reso efficace la legge 270 approvata il 20 maggio 1982 per mettere fine al precariato nella Scuola. È la storia della Scuola italiana, della sua declassazione. È la mia storia. Otto anni in prima linea per tastare il polso al sistema di istruzione italiano, un malato cronico a cui l’Unione Europea, nel 2000, ha chiesto di ridurre, entro il 2020, al 10% la dispersione scolastica. Un’operazione che richiede l’attivazione di molte forze, ricerca e innovazione. Ma finora l’Italia ha soltanto cercato di importare modelli presi in prestito da altri paesi. Quando vai all’estero e presentandoti dici: “Sono una docente precaria”, ti guardano sgranando gli occhi meravigliati e ti domandano: “Precarious?! What does it mean? There isn’t in my language!” E cerchi mille parole per farglielo capire, ma quello che manca nelle altre nazioni è il concetto. Questo mi è capitato in Belgio, nel centro di integrazione civica per gli immigrati, Enburgering, mentre consegnavo il curriculum all’impiegato Duko Besselsen. L’ultimo contratto collettivo nazionale, riguardante la funzione docente, in Italia, risale al 2007 ed è ormai ob7


soleto come tutto il sistema, non considera nemmeno il lavoro per l’Invalsi e l’autovalutazione d’istituto. L’Italia può vantare uno dei peggiori primati. Otto anni estenuanti in 38 capitoli. Uno screening che ha sondato la Scuola italiana a Nord e a Sud. Quella che leggerete è una storia vera, fatti e personaggi non sono inventati, ogni riferimento non è casuale.

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Notte nel Palazzo ducale Trascino il trolley e il cuore sussulta a ogni sobbalzo sull’antico lastricato. Corro contando i secondi e i passi che separano la fermata del pullman delle Ferrovie del Gargano dal Palazzo ducale, dove ho prenotato una notte. È domenica e l’orologio segna le 21.30. Le strade sono deserte, non mi sembra di essere nello stesso paese conosciuto di sabato mattina. Eppure di giorno c’è gente – mi dico – mi chiedo dove sia andata a finire. Guardo attorno, mai indietro, per non perdere velocità. C’è il coprifuoco. Imbocco una lunga gradinata in discesa, sperando che il rumore della valigia desti buoni e cattivi, ma a nessuno sembra importare della mia presenza. Dopo qualche gradino, un gatto sfreccia, tagliandomi la strada, il cuore mi salta in gola. Finalmente inserisco le chiavi nella serratura del grande portone. Mi avevano detto che nel residence erano soliti alloggiare i colleghi del Conservatorio, ma di loro nessuna traccia. Entro in camera, sistemo i miei oggetti personali e preparo un brodo caldo, che assaporo in pochi minuti. Pulisco e ripongo al loro posto gli utensili da cucina: non è difficile ricordare dove mettere il tegame, il bicchiere, il piatto e le posate e mentre li sistemo, penso banalmente che dovrò utilizzarli dopo la scuola per il pranzo. Il mio corpo rannicchiato e stanco occupa solo una piccola parte del grande letto matrimoniale, quella sul lato della finestra, anche se lo sguardo ansioso è rivolto alla porta chiusa a chiave. È quasi mezzanotte. Per qualche secondo la mente si sofferma sul silenzio assoluto che avvolge il 20


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A.s. 2007/2008 Esami di Stato fra Troia e Candela ovvero: “Che ne sai di un campo di grano?” Il giallo del grano si unisce a quello del sole e all’azzurro lucente del cielo che segna l’orizzonte. Sulla corriera, partita alle 6.00 da Foggia, ci sono solo io con tre uomini: il conducente e due suoi colleghi. Sono diretta a Candela, un paese che non conosco e di cui nessuno mi ha raccontato nulla. Questa mattina si insedia la commissione degli Esami di Stato e sono uno dei membri esterni. L’istituto Giannone rilascia la maturità tecnica commerciale, fa capo a quello di Foggia con l’altra sede di Troia. L’unico problema che occupa la mia mente, mentre attraverso il Tavoliere, è riuscire a raggiungerla. Questi piccoli paesi dell’Appennino non fanno parte del mio immaginario, apprendo la loro realtà solo adesso che è per me tangibile. La grande distesa di grano sembra una lama e come al solito a giocare sono io, equilibrista sul suo filo o pedina tra i covoni, spigolatrice famelica che corre a raccattare questi 15 giorni di servizio. La voce dei tre uomini mi giunge a tratti, parlano di lavoro: “Non siamo mica tutti brave persone…” “Che ne sai di un campo di grano?”. Già, che ne so? Si insinua nella mente questa canzone, le strofe mi tornano con fatica, pensavo di conoscerla a memoria e invece non trovo tutte le parole, alcune caselle restano vuote e continuo a rigirare attorno alle stesse. Delusa come sempre da me stessa, mi lascio portare, mentre la tempera36


Legnago (Vr) - Nebbia del mattino

I ragazzi sanno che conseguire la qualifica non sarà difficile e non studiano. Il dirigente e la sua collaboratrice abbassano il livello. Ai ragazzi viene detto che basta scrivere qualcosa per prendere C e che difficilmente non si supererà l’anno scolastico. I provvedimenti disciplinari, per effetto Brunetta, invece di essere avviati nei confronti degli alunni sono attuati verso i docenti. Capita spesso che gli insegnanti vengano privati di autorevolezza davanti ai ragazzi impunibili anche per gravi mancanze di rispetto e atteggiamenti o atti violenti.

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Fumo, telefonini e social network I ragazzi a scuola arrivano drogati e a volte ubriachi. Non sappiamo quali sostanze abbiano assunto il giorno prima o prima di entrare. Vicino alle scuole c’è sempre un grande traffico di stupefacenti. Gli studenti sono adescati dai narcotrafficanti e spacciano a loro volta nella scuola che frequentano; i dirigenti sanno chi sono ma insabbiano le prove per mantenere alto il nome del proprio istituto. La stessa cosa avviene per i furti. Ci dovrebbe essere sempre la polizia a pattugliare le scuole.

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Postfazione Una giungla. È la scuola italiana. Una giungla dove s’aggirano anche sindacalisti indifferenti all’evoluzione del mondo del lavoro, personaggi immorali disposti a tutto per amor di cattedra, insegnanti, della generazione più in là, tanto “saccenti” quanto “presuntuosi, egocentrici, frustrati e inetti”, dirigenti simbolo dell’Italia peggiore, quei burocrati piccoli piccoli che nella scuola italiana di oggi – distrutta dal susseguirsi di governi incompetenti – vivono felici. “Piccolo-borghesi mafiosi”, li chiama Angela nel suo libro, racconto di chi ha conosciuto ora da precaria ora da docente di ruolo le storture della scuola italiana. Burocrati impuniti, servitori infedeli dello Stato, cui tutto è concesso. Sono loro il vero cancro. Un cancro che nessun bisturi oserà mai rimuovere dal corpo della scuola italiana, ormai infettato dalle metastasi del degrado e della corruzione. Un po’ come l’università italiana, dove proliferano “prostituzione e nepotismo”. Burocrati cinici e arrivisti “spalleggiati da partiti, sindacati e associazioni varie, da padrini” e che “giungono avidi, saccenti e arroganti a ricoprire incarichi e ad occupare poltrone, riproducendo nella propria funzione i meccanismi del potere che li ha generati”, creando “lobby e potentati”, spartendo “privilegi e ricchezze” e “denaro pubblico”, amministrando “il bene comune come un feudo” e che usano “coercizione e mobbing” come un’arma contro coloro che “non si allineano, che non mollano, che non ci stanno” e che lottano quotidianamente contro “personalismi, nepotismo, corruzione, 133


omertà”, veri “vizi della scuola pubblica italiana”, gli “stessi del Paese”. Una scuola che continua a crollare sotto il fallimento di scelte sbagliate e dissennate – agli occhi di chi crede, ciononostante, nella scuola e nell’insegnamento visto come missione educativa – . E viene il dubbio che nessuno, a parte qualcuno, voglia davvero cambiare la scuola italiana: “Ai tragici ragazzi viene inculcata la mentalità edonistica, omologante, strisciante, la mentalità mafiosa piccolo-borghese, che ha avvalorato la vita attraverso i propri beni di consumo, che ha reso la cultura stessa un bene di consumo, che ha distrutto tutte le culture periferiche dalle quali era assicurata una vita libera. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazione e di istruzione. Sclerosi delle facoltà intellettuali e morali e frustrazione o addirittura ansia nevrotica sono ormai caratteristiche collettive. La scuola con i mass media ha corrotto l’Italia, io conosco i nomi, io conosco i fatti di cui si sono resi colpevoli”. In mezzo ci sono loro, i precari, molti dei quali giovani del Sud. Il libro è la storia di una giovane del Sud, del suo viaggio, anche geografico, nel mondo della precarietà, fino alla conquista della cattedra. Le attese, il viaggiare da un luogo all’altro, con quel bagaglio da aprire e chiudere subito dopo. Un racconto che si fa tenerezza con il ricordo di quel “corpo rannicchiato e stanco” che occupa “solo una piccola parte del grande letto matrimoniale” di un alloggio per una notte. Dormire in luoghi dove mai si sarebbe pensato di dormire, straniera in terra propria. E 134


i treni dell’alba, con gli occhi che si chiudono per la stanchezza, ma con la consapevolezza che la vita, che è lotta per la sopravvivenza, è anche questa. Le corriere per le stradine di montagna, i viaggi in automobile con gli altri precari, le guerre quotidiane contro le ingiustizie, l’indifferenza, i diritti violati. E quella speranza di una vita al Nord, ora docente di ruolo. Con in valigia il sogno di insegnare ciò che si sa. Perché insegnare è una missione. E una nuova lotta, anche nel “civilissimo” Nord, quello che emargina i docenti del Sud perché, dicono, rubano il lavoro. Arrivare al Nord e toccare con mano il degrado morale. Dirigenti astiosi, piccoli piccoli come tanti altri, che tollerano violenze contro i docenti e che usano essi stessi violenza contro di loro e che, spalleggiati dal loro mondo di provincia, coprono ogni stortura. E scandali. E il ricordo, fra le nebbie del Nord, della lontana terra d’origine, di quella scuola che s’affacciava a picco sul mare e dove nelle belle giornate, nelle ore libere, era bello “osservare il mare dalla scala esterna”, respirando quell’aria dal “profumo inconfondibile”, profumo di macchia mediterranea, là dove, tra il mare e il “giallo splendente della sabbia”, volavano, liberi, i gabbiani. Stefania Elena Carnemolla Montenegro, 1° maggio 2015

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Indice Introduzione......................................................................... 7 Rodi Garganico a.s. 2006/2007 Ospite dei cantori di Carpino............................................. 9 Matematica e preghiere..................................................... 16 Notte nel Palazzo ducale................................................... 20 Avventure sulla Garganica............................................... 22 Intercity................................................................................ 24 Rodi Garganico. Bidelli impiccioni.................................. 27 Sannicandro Garganico a.s. 2006/2007........................... 29 Foggia. Convocazioni: tortura a 40° C............................ 32 A.s. 2007/2008. Esami di Stato fra Troia e Candela: ovvero “Che ne sai di un campo di grano?”.................. 36 Vieste a.s. 2008/2009. Topone ovvero Top-one.............. 40 Sostegno e mafia................................................................. 42 Le prof.................................................................................. 44 Sala docenti vs biblioteca.................................................. 45 Manfredonia a.s. 2009/2010 Da stalle a stalle.................................................................. 47


Pon........................................................................................ 51 Supplenze orarie................................................................ 52 A.s. 2013/2014. Fesr........................................................... 54 A.s. 2012/2013. Collegio docenti a Barletta.................... 56 Vieste a.s. 2010/2011. I miei “Diritti a scuola�............... 57 Ho fermato i treni............................................................... 66 Andria a.s. 2011/2012. Enaip: il caso............................... 69 Scrutini, falso in atto pubblico.......................................... 72 I proffi.................................................................................. 76 Molotov a scuola Sicurezza e valutazione dei rischi.................................... 78 Rsu........................................................................................ 81 A.s. 2011/2012. Nel feudo di Canosa.............................. 83 Sommersi o salvati............................................................. 87 Legnago (Vr) a.s. 2014/2015 Classi ghetto: i corsi Iefp................................................... 94 Tablet e registro elettronico............................................. 100 Fumo, telefonini e social network.................................. 103 Corsi di alfabetizzazione: un optional.......................... 109 Sorveglianti e sorvegliati: chi ha rubato la marmellata?...........................................112 140


Bes e dsa.............................................................................115 Libri di testo.......................................................................116 Marketing e iscrizioni, la scuola che non insegna......... 119 In trappola......................................................................... 123 Articoli Una scuola per “Menti digitali� in Italia si tenta la sperimentazione.................................129 Culture periferiche, mafia e istruzione...........................131 Postfazione........................................................................ 133 Abbreviazioni................................................................... 137

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Quando vai all’estero e presentandoti dici: “Sono una docente precaria”, ti guardano sgranando gli occhi meravigliati e ti domandano: “Precarious?! What does it mean? There isn’t in my language!” E cerchi mille parole per farglielo capire, ma quello che manca nelle altre nazioni è il concetto.

Angela Alessandra Milella

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PRECARIOUS Quello che della Scuola non si dice “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”

Quella che leggerete è una storia vera, fatti e personaggi non sono inventati, ogni riferimento non è casuale.

PRECARIOUS

€ 12,00

ISBN 978-88-8459-343-6

Wip Edizioni

Angela Alessandra Milella è giornalista, scrittrice, regista, attrice e docente di letteratura e storia; ha fondato e dirige il webzine “Impagine”, è autrice del blog “Efemeride”. Ha vissuto nove mesi in Belgio, dove ha svolto attività di ricerca per il progetto Erasmus e lavorato alla pubblicazione di Cronache dal Belgio (Edizioni dal Sud). È laureata in lettere e filosofia con una tesi su Guido Morselli. Ha fondato Simploché, Associazione Culturale Guido Morselli, di cui è presidente. Ha scritto alcuni saggi (Unde malum? La ricerca letteraria di Guido Morselli, Racioppi editore; Il Neorealismo nell’opera di Guido Morselli; Ali per volare: le parole di guido Morselli; A partire da sé in Incipit. Così inizierà il mio primo libro... Un’esperienza di scrittura creativa nelle scuole superiori di Fasano, Rotary club Fasano (Br) (Edizioni Dal Sud). Ha collaborato con il Co.re.com Puglia; con la Rai, per un’inchiesta sul precariato, e con l’IPSAIC. Fa parte del direttivo dell’Associazione del Centro Studi Normanno Svevi dell’Università di Bari. Nel 2010, ha organizzato la IX edizione del premio letterario Il viaggio infinito. In qualità di critico dello spettacolo, ha prodotto il programma televisivo Monitor teatro trasmesso da AntennaSud e da Odeon Tv. Ha contribuito come sceneggiatrice e giornalista al programma Tutto in 50 secondi trasmesso da Vero Tv, Sky e ReteCapri. Attualmente vive tra Bari e Venezia.

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Il libro è la storia di una giovane del Sud, del suo viaggio, anche geografico, nel mondo della precarietà, fino alla conquista della cattedra. Le attese, il viaggiare da un luogo all’altro, con quel bagaglio da aprire e chiudere subito dopo. Un racconto che si fa tenerezza con il ricordo di quel “corpo rannicchiato e stanco” che occupa “solo una piccola parte del grande letto matrimoniale” di un alloggio per una notte. Dormire in luoghi dove mai si sarebbe pensato di dormire, straniera in terra propria. E i treni all’alba, con gli occhi che si chiudono per la stanchezza, ma con la consapevolezza che la vita, che è lotta per la sopravvivenza, è anche questa. Le corriere per le stradine di montagna, i viaggi in automobile con gli altri precari, le guerre quotidiane contro le ingiustizie, l’indifferenza, i diritti violati. E quella speranza di una vita al Nord, ora docente di ruolo. Con in valigia il sogno di insegnare ciò che si sa. Perché insegnare è una missione. E una nuova lotta, anche nel “civilissimo” Nord, quello che emargina i docenti del Sud perché, dicono, rubano il lavoro. Arrivare al Nord e toccare con mano il degrado morale. Dirigenti astiosi, piccoli piccoli come tanti altri, che tollerano violenze contro i docenti e che usano essi stessi violenza contro di loro e che, spalleggiati dal loro mondo di provincia, coprono ogni stortura. E scandali. E il ricordo, fra le nebbie del Nord, della lontana terra d’origine, di quella scuola che s’affaccia a picco sul mare e dove nelle belle giornate, nelle ore libere, era bello “osservare il mare dalla scala esterna”, respirando quell’aria dal “profumo inconfondibile”, profumo di macchia mediterranea, là dove, tra il mare e il “giallo splendente della sabbia”, volavano liberi i gabbiani. Montenegro, 1° maggio 2015 Stefania Elena Carnemolla


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