Il Quindicinale 1064 - 11 aprile 2024

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VITTORIO VENETO

Come sta la sanità?

CONEGLIANO

L’artista dimenticato

QUARTIER DEL PIAVE

Il mago dei numeri

Primavera, tempo di fiori

Torna “La città e il fiore” e fa quaranta

A pag 33

Fondato
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traguardo
1064
da Dario De Bastiani nel 1982 Informazione cultura e tempo libero Anno XLIII n.7 | 11 aprile 2024 | € 2,50
Il
Ottavio Bottecchia all’arrivo di una tappa del Tour de France del 1924

Ottavio era ottavo. Prima di arrivare primo

Le origini, le pedalate, le vittorie e le audaci imprese di un ciclista – ottavogenito di una famiglia numerosadiventato leggenda. Soprattutto in Francia, dove – a distanza di cent’anni – è ancora considerato un mito.

A ragione, perché nella sua breve vita – Ottavio Bottecchia visse solo 33 anni – il collumbertese dimostrò di avere il talento e le doti atletiche di un campionissimo. Colle Umberto, il comune dove è nato e cresciuto, ha finalmente deciso di

Ottavio Bottecchia nacque a San Martino di Colle Umberto, in località Minelle, il primo agosto 1894. La sua era una famiglia numerosa. Grazie alla buona memoria di un suo pronipote, il signor Renato Zarpellon, possiamo conoscerne i nomi dei componenti. Gli otto figli di papà Francesco e mamma Elena Tonel erano, in ordine d’età: Angela, Giuseppina, Erminio, Bortolo, Domenico, Giovanni, Maria

perpetuarne la memoria con un museo e diverse iniziative che ricordano un campione che aveva la stoffa, ma soprattutto la maglia gialla, per entrare nell’empireo dei bravissimi.

Degli indimenticabili

e Ottavio. Bottecchia cominciò a praticare il ciclismo ad un’età relativamente avanzata (aveva quasi 26 anni) convinto dal compaesano Alfonso Piccin ad iscriversi alla società “Sportivi Cordignanesi”. E proprio a Cordignano disputò la sua prima gara domenica 18 aprile 1920, piazzandosi al quinto posto alle spalle dello stesso Piccin. Appena un mese dopo ecco arrivare la prima vittoria nel Giro del Piave, seguita da un’altra

Foto di famiglia “allargata” per Ottavio Bottecchia, che con i proventi del Tour de France del 1923 aveva rifatto il guardaroba a tutti i nipoti, ritratti con lui nella fotografia.

A destra in piedi possiamo osservare Ottavio, mentre seduta all’estrema sinistra troviamo la moglie Caterina.

Al centro è seduta davanti a tutti la figlia Fortunata Vittoria, nata nel 1923 e chiamata così proprio per le vittorie al Tour de France. La moglie era incinta del figlio Danilo Amerigo che sarebbe nato nel 1925, chiamato così proprio per la trasferta argentina di Ottavio di quell’anno

Il Quindicinale | 3 Giovedì 11 aprile 2024
PRIMO PIANO
di Ido Da Ros

12 luglio 1923: Ottavio Bottecchia alla testa di un plotone di fuggitivi nella tappa di Briançon al Tour de France

Ottavio Bottecchia in solitaria fuga sul monte d’Aubisque

clamorosa affermazione a Vazzola con un vantaggio di ben 25 minuti sul secondo classificato. Dominò anche la Corsa della Vittoria, con partenza e arrivo a Treviso, staccando tutti sulla salita di Revine, infliggendo un distacco di 8 minuti al secondo arrivato. Da dilettante si aggiudicò altre corse, tra cui il “Campionato veneto di resistenza”, ma avrebbe sicuramente vinto di più se la sua condotta di gara non fosse stata improntata alla spasmodica caccia ai traguardi volanti che mettevano in palio pre-

mi in denaro o in generi alimentari sempre ben accetti dalla sua povera famiglia. Dopo due stagioni da dilettante passò al professionismo. Nel 1923 partecipò al suo primo e unico giro d’Italia, classificandosi al quinto posto assoluto e al primo tra gli isolati, cioè tra i non appartenenti ad una società. Nello stesso anno questo semisconosciuto corridore italiano, tra la sorpresa generale conquistò il secondo posto nella classifica finale del Tour de France.

L’anno seguente, il 1924, segnò la

L’Aubisque, la salita più amata da Bottecchia

sua consacrazione nel mondo del ciclismo internazionale. Vinse il Tour con oltre mezz’ora di vantaggio sul secondo classificato, il lussemburghese Frantz, si aggiudicò quattro tappe, ma soprattutto conquistò la maglia gialla nella prima tappa e la conservò fino a Parigi; impresa riuscita solamente ad altri quattro corridori nelle 110 edizioni del Tour finora disputate. Nel 1925 trionfò per la seconda volta al Tour, relegando il secondo a quasi un ‘ora di distacco. Complessivamente nei tre Tour dispu-

Non si può certo affermare che gli organizzatori dei primi Tour brillassero di fantasia, visto che i percorsi delle tappe sembravano tracciati in fotocopia. C’era una tappa pirenaica, ad esempio, che si ripeté tale e quale nel 1923, nel ’24 e nel ’25, proprio in coincidenza con le tre partecipazioni al Tour di Bottecchia. Si tratta della Bayonne – Luchon di 326 chilometri (distanza impensabile e improponibile ai nostri giorni). La tappa prevedeva la scalata, nell’ordine, di Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. Bottecchia scattava sempre sulla prima dura salita, l’Aubisque, denominata “il muro del Diavolo”, distanziando gli avversari e passando da solo in cima. Fece così tutte e tre le volte.

Nel 1923 i corridori partirono da Bayonne alle 2 di notte. Giornata fredda, nebbiosa, si procedeva al buio. Molti, stremati dalla fatica, scesero di bicicletta e proseguirono a piedi. “Voi siete dei criminali!” gridò un corridore agli organizzatori. Bottecchia passò da solo in vetta, ma venne raggiunto a causa di una foratura. L’anno seguente staccò ancora tutti sull’Aubisque e giunse al traguardo di Luchon con ben 16 minuti di vantaggio sul secondo. Anche nel ’25 scollinò per primo. Se il Giro d’Italia ha la sua “Cima Coppi”, il Tour potrebbe intitolare l’Aubisque “Cima Bottecchia”.

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tati indossò per ben 34 volte la maglia gialla, contro le 20 di Bartali e le 19 di Coppi. Perciò è inevitabile il rammarico per la decisione degli organizzatori del Tour, che quest’anno parte dall’Italia, di dedicare alcune tappe solamente a Coppi, Bartali e Pantani, dimenticando completamente Bottecchia, per giunta proprio nel centenario della prima vittoria di un italiano nella corsa francese.

Dopo i trionfi al Tour la carriera di Bottecchia andò velocemente declinando. Carriera straordinaria, ma purtroppo molto breve: dalla prima corsa di Cordignano fino all’ultimo trionfo di Parigi erano trascorsi appena cinque anni. Breve fu anche l’esistenza: Bottecchia morì a Gemona del Friuli il 15 giugno 1927, a soli 33 anni, in seguito ad un malore con conseguente caduta mentre era in allenamento nella località di Peonis di Trasaghis. Ma sulla sua fine sono fiorite le più disparate versioni: ucciso da un contadino che lo aveva scoperto a mangiare l’uva nella sua vigna; ucciso da due killer che avevano sbagliato persona; ucciso per ordine della mafia per le scommesse. Infine una versione che trova credito fra molti è che Bottecchia sia stato ucciso da alcuni sicari per le sue idee antifasciste.

Il tradimento francese

Adetta di molti contemporanei, cioè di giornalisti e tecnici che seguivano la corsa, Bottecchia avrebbe potuto aggiudicarsi anche il Tour del 1923, ma venne tradito dal comportamento dei suoi stessi compagni di squadra. La squadra era l’Automoto, che lo aveva ingaggiato dopo la buona prestazione al Giro d’Italia. Alla vigilia di una tappa alpina Bottecchia era in maglia gialla con 12 minuti di vantaggio sul secondo e una trentina sul terzo in classifica. Il Tour era nelle sue mani. Ma i francesi volevano vincere a tutti costi perché da ben undici anni non ci riuscivano, battuti sistematicamente dai belgi. Nel 1923 si presentava loro l’occasione buona, perché dopo le prime tappe i belgi erano ormai tagliati fuori.

La nuova “casa” di Ottavio

Il ciclista ha trovato “casa” nel nuovo museo

COLLE UMBERTO. A Colle Umberto, comune in cui Bottecchia nacque e visse a lungo nella frazione di San Martino, dal 3 febbraio 2024 ha aperto le porte ai visitatori il Museo “Ottavio Bottecchia”. Si tratta del primo spazio espositivo interamente dedicato al campione della due

L’unico intruso da eliminare per la gloria della Francia era l’italiano Bottecchia. Venne allora ordito un tradimento a tavolino, che vide come protagonisti i suoi stessi compagni di squadra francesi, che attaccarono tutti assieme mentre si trovava momentaneamente in fondo al gruppo. Bottecchia fu costretto ad inseguire da solo, tormentato anche da coliche e dissenteria. Circolava la voce che fosse stato addirittura avvelenato. Il Tour fu vinto dal francese Henri Pélissier mentre Bottecchia, nonostante tutto, riuscì a classificarsi al secondo posto, primo italiano della storia sul podio del Tour. Il buon Ottavio non si lamentò del comportamento dei compagni e l’Automoto lo ricompensò con un sostanzioso contratto.

ruote. A promuoverlo la Pro Loco e l’Amministrazione comunale di Colle Umberto. Un piccolo scrigno allestito all’interno della vecchia mola di Mescolino in via Fratelli Tandura, con oggetti appartenuti a Bottecchia, come una sua bicicletta, una maglia gialla originale celebrativa, occhiali da corsa e un orologio Automotò. Il museo apre la prima domenica di ogni mese e su prenotazione per gruppi ed eventi. Per informazioni: www. prolococolleumberto.it

I primi anni di vittorie

Su

Ottavio Bottecchia è stato scritto molto e da molti, a partire dal “mistero” della morte. Quello che mancava però all’ampio panorama letterario sulla sua figura era una documentata e precisa indagine sui primi anni della sua carriera da ciclista. A colmare la lacuna ci ha pensato Ido Da Ros, che spulciando negli archivi dei giornali ha ricostruito le sue prime gare, dal 1920 al 1923, nel suo nuovo e agile libro “L’astro nascente. Le prime corse di Ottavio Bottecchia sulle strade venete e friulane”, edito da De Bastiani.

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PRIMO PIANO
Il nuovo museo dedicato a Ottavio Bottecchia a Colle Umberto

Una Marca a suon di robot

La provincia di Treviso è all’avanguardia nella produzione di robot e software. Ma manca manodopera specializzata

Treviso è la quinta provincia in Italia per fabbricazione di robot. La Marca Trevigiana conta 22 imprese sulle 524 sull’intero territorio italiano, con un indice di specializzazione di due volte e mezzo superiore alla media nazionale. “Questo dato è solo la punta dell’iceberg di un processo di innovazione che interessa la nostra economia”, sottolinea Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. “Ciò è dovuto a un complesso di fattori, dalla presenza della meccanica avanzata al dinamismo delle start-up innovative, fino al ruolo dell’Università. Le tecnologie dell’intelligenza artificiale entrano sempre più nelle imprese artigiane e si intrecciano con un crescente utilizzo dei sistemi robotizzati. Purtroppo, resta aperto il problema del reperimento di figure

professionali specializzate”. In Veneto, su 34.950 posti con elevata richiesta di competenze digitali avanzate 4.0, ben 20.270 risultano difficili da reperire, una percentuale del 58,6, che colloca la regione al quarto posto in Italia. Tra le professioni più richieste dalla transizione digitale ci sono gli introvabili operai addetti a macchinari per la stampa di tessuti, i conduttori di macchinari per la conservazione della carne, con il 100% delle difficoltà di reperimento. A seguire, gli ingegneri elettrotecnici (91,9%), gli elettrotecnici (91,5%), gli ingegneri dell’informazione (88,9%), gli attrezzisti di macchine utensili (88,3%), i meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili, insieme agli operai addetti alle macchine utensili automatiche e semiautomatiche (84%).

Le imprese artigiane della Marca Trevigiana, in linea con i dati veneti, trovano grandi difficoltà a reperire personale con competenze di linguaggi e metodi matematici e informatici: il 60,9% degli addetti richiesti è difficile da reperire. La carenza di personale specializzato si fa sentire anche per i

Non l’ho fatto APPosta!

Che succede se una ragazzina affida la propria vita alle App di un cellulare? Trova sempre un aiuto o i guai sono comunque in agguato? La risposta (divertente, ma su cui riflettere) nell’ultimo romanzo di Emanuela Da Ros

Consuelo arriva alle medie con la sicurezza che tutto andrà bene. E‘ un’adolescente motivata, attenta e soprattutto è dotata di tante app: strumenti tecnologici che l’aiuteranno a studiare, ma anche a rapportarsi con insegnanti e compagni. Del resto l’APPamicizia, per esempio, non ser-

ve a questo? Consuelo si mette subito in evidenza in classe, prendendo diverse iniziative. Ma a un certo punto la sua sicurezza s’incrina. I compagni la prendono di mira, e iniziano a bullizzarla, emarginandola e giocandole dei brutti scherzi. Andare a scuola per Consuelo non è più la bella avventura che aveva prospettato: è una fatica da affrontare, con la consapevolezza che le app su cui fa affidamento non le sono di aiuto. Anzi, ha il sospetto che siano una delle cause del suo isolamento.

E poi che succede? Nell’ultimo romanzo di Emanuela Da Ros Non l’ho fatto APPosta, collana Alpha di Raffello editore, non mancano le sorprese, né il divertimento, né un finale che concilia la protagonista con i pari, con gli adulti, con sé stessa, soprattutto. Tra amicizie, tradimenti, incomprensioni (anche tecnologiche) e primi amori, ecco un romanzo che fa dialogorare

posti che richiedono competenze digitali di base: il 50,6% è difficile da coprire.

A dimostrare la specializzazione dell’artigianato nella provincia di Treviso è arrivato il recente rapporto di Confartigianato in occasione della terza giornata nazionale dell’artigianato. La Marca è tra le province più specializzate in otto settori della manifattura: alimentare; fabbricazione di articoli in pelle; fabbricazione di macchinari e attrezzature; legno e prodotti del legno e sughero; lavorazione di minerali non metalliferi; fabbricazione della carta e di prodotti della carta; fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi.

“La nostra provincia è ai primi postifa notare il presidente Oscar Bernardi - anche nella produzione di software, nella consulenza informatica e nelle attività connesse. È il segnale che la Marca Trevigiana non ha nulla da invidiare ad altre aree europee”.

lettori giovani e adulti con la grande incognita dell’adolescenza. In libreria dal prossimo aprile!

Il Quindicinale | 7 Giovedì 11 aprile 2024 NOTIZIE DALLA MARCA
Oscar Bernardi

Tutto ok nella sanità pubblica?

Riflettiamoci. O pensiamo alle esperienze fatte. A fronte delle notizie istituzionali rassicuranti, oggi ci sono situazioni oggettive che sembrano minare il diritto alla salute e a una sanità pubblica che renda efficaci – e gratuite – cure e prevenzione. L’allarme viene lanciato in particolare dal Comitato per la Difesa della Sanità pubblica che coinvolge soprattutto i cittadini e gli operatori sanitari dei comuni dell’Alta Marca Trevigiana. In vista di un importante convegno programmato per il 27 aprile alla Fenderl, a cui sono stati invitati sindaci, associazioni e operatori sanitari, abbiamo voluto saperne di più.

Perché un Comitato per la Difesa della Sanità pubblica?

Il Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica dell’Alta Marca è nato allo scopo di difendere un diritto fondamentale della persona, quello alla Salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, il quale prevede l’accesso a prevenzione, cura e riabilitazione, secondo criteri di universalità ed uguaglianza. La nostra preoccupazione è che il modello di sanità pubblica, che in passato nel Veneto ha funzionato bene grazie all’integrazione ospedale-territorio e al decentramento delle strutture, venga smantellato dalle politiche di centralizzazione, dai tagli

e dalla privatizzazione dei servizi territoriali e ospedalieri, che potrebbero portarci in un futuro ormai non lontano ad una sanità privata a pagamento. Quali sono le azioni che intendete intraprendere?

Raccogliere i disagi dei cittadini e spingere le istituzioni a risolvere i problemi che pongono. Inoltre cerchiamo di verificare la qualità dei servizi e denunciare ciò che non funziona nelle politiche messe in atto dal governo regionale e nazionale.

Dal 2019 ad oggi abbiamo organizzato due importanti convegni: il primo, nel maggio 2019, sui tagli alla Sanità Locale; il secondo nell’ottobre 2022 sul disagio psichico post-Covid. La nostra è una presenza attiva e militante nell’ambito del dibattito politico sul tema della sanità pubblica del territorio. Ad esempio una delegazione del nostro Comitato era presente al Consiglio Comunale di Conegliano l’11 marzo scorso, quando è stata presentata dal consigliere Alessandro Bortoluzzi una mozione dettagliata sulla disastrosa situazione dell’ospedale di Conegliano, condizione che si riflette inevitabilmente anche sull’ospedale di Vittorio Veneto.

Chi fa parte del Comitato? Chi sono i referenti?

Il nostro è un comitato di cittadini,

A livello istituzionale si dice di sì. Che tutto funziona. Che la riorganizzazione delle strutture porta benefici, che ora anche l’IA farà la sua parte nel garantire cure e prevenzione sempre più efficaci. Ma ci sono situazioni ricorrenti e numeri (vedi quelli dei medici di famiglia) che suscitano perplessità. O preoccupazione. Il Comitato per la Difesa della Sanità pubblica dell’Alta Marca Trevigiana mette in guardia: “E’ in gioco la salvaguardia del diritto fondamentale alla salute”

ma ne fanno parte anche medici e sanitari. Alcuni di questi ultimi spesso non possono esporsi pubblicamente perché il loro comportamento è molto attenzionato dalle aziende sanitarie e rischiano azioni disciplinari. Non siamo schierati sul fronte partitico, siamo assolutamente trasversali. Ma il comitato è anche portatore di una idea politica precisa: il principio costituzionale della salute come diritto naturale ed universale della persona (quindi non limitato ai cittadini) è attuabile solo se le logiche del profitto restano al di fuori della sanità. Non ci sono referenti o portavoce al momento nel nostro comitato. Ci dividiamo i compiti in base alle cose da fare e tutti partecipiamo in egual misura a produrre i contenuti e le attività che vanno all’esterno. Nella vostra pagina Fb avete evidenziato alcuni dei disservizi sella sanità pubblica. Quali i più eclatanti? Nel corso degli anni il Comitato ha denunciato più volte il depotenziamento dell’ospedale di Vittorio Veneto e la

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Il Quindicinale 8 | Giovedì 11 aprile 2024
L’ospedale di Vittorio Veneto

sua trasformazione da struttura per pazienti acuti (che tratta le emergenze-urgenze in ambito medico e chirurgico, es: insufficienze respiratorie, peritonite, appendicite...) a struttura per pazienti non acuti con funzioni ambulatoriali, riabilitative e di chirurgia programmata (a chiusura festiva). Dal 2017 ad oggi l’ospedale ha perso 60 posti letto, ovvero un terzo. Sono stati chiusi i reparti di Ortopedia, Ostetricia, Ginecologia, Lungodegenza. Ci siamo battuti per l’attivazione di 4 posti letto di terapia intensiva, previsti nel 2002 e reintegrati nel piano dei servizi nel 2013 ma mai attivati (all’epoca furono raccolte e consegnate alla V commissione Regionale ben 15.000 firme).

Abbiamo denunciato il ricorso alle cooperative per l’assunzione di medici “a gettone” nelle strutture ospedaliere della nostra ULSS 2, una pratica che non consente di formare dei validi team operativi e che è molto costosa per le finanze pubbliche. Da una parte ci sono i tagli, ma dall’altra ci si appoggia sempre di più a personale esterno.

Eppure si parla di razionalizzazione delle risorse..

Da quando è iniziata la fusione delle varie ULSS del Veneto, è in atto la cosiddetta razionalizzazione delle risorse, che persegue un miglioramento assistenziale del tutto teorico e che di fatto prevede la riduzione degli ospedali e dei servizi territoriali pubblici a

favore della centralizzazione. Le problematiche sono aumentate: nel privato lavorano tanti medici specialisti, mentre i bandi pubblici per le assunzioni di specialisti in ospedale sono quasi deserti. Da anni le liste di attesa sono sempre più lunghe: gli specialisti vanno in pensione, i carichi di lavoro aumentano e mancano le adeguate sostituzioni. Il problema del ricambio e l’aumento dei carichi mansionari coinvolge anche il personale infermieristico.

La popolazione della Pedemontana ne esce penalizzata, costretta a spostarsi ogni qualvolta necessita di una prestazione sanitaria, mentre, di pari passo, aumentano i servizi privati proprio in queste località. Siamo arrivati a dei paradossi: in Pronto Soccorso a Conegliano dopo le 16 non ci sono medici specialisti per assistere un paziente colpito da una patologia tempo dipendente come l’ictus.

Le visite specialistiche erogate nei centri convenzionati spesso non sono risolutive perché certe prestazioni possono essere fornite solo da strutture pubbliche.

E i medici di base?

Diminuiscono sempre di più e chi rimane si trova costretto ad ampliare il numero degli assistiti che oggi arrivano a 1.800 per medico, ma che a causa di strani meccanismi amministrativi possono salire anche a 2.000.

Per compensare a questa carenza di medici di famiglia, dovuta a gravi errori di programmazione da parte della Regione, ora si permette ai medici del primo anno della scuola di medicina generale di ricevere incarichi a discapito di un’adeguata formazione. Avete in programma un convegno alla Fenderl il 27 aprile. Chi avete invitato?

È importante che i cittadini capiscano che quello che sta succedendo segue un piano ben preciso, una trasformazione strisciante volta a definire una sanità diversa da quella che conosciamo, nella quale le prestazioni saranno volte al profitto e non più erogate in base ad un principio d’equità. Ci stiamo pian piano uniformando al modello americano e rinunciando ad un diritto costituzionale, quello alla salute.

Per questo abbiamo pensato di alzare l’asticella e invitare a Vittorio Veneto,

una città che ha ormai quasi perso i suoi principali presìdi sanitari, relatori d’eccezione come Ivan Cavicchi, docente di organizzazione della Sanità all’Università Tor Vergata di Roma e firma apprezzatissima di “Quotidiano Sanità”, e come Nicoletta Dentico, giornalista esperta di diritti umani e già direttrice di Medici Senza Frontiere Italia nei primi anni 2000. Sarà con noi anche Marco Maisano, un giornalista della trasmissione Rai REPORT.

Il convegno sarà una grande opportunità di riflessione sul futuro del nostro servizio sanitario regionale e per questo abbiamo invitato per PEC tutti i membri della Commissione Sanità, nonché l’Assessore Lanzarin. Daremo la parola anche ai sindaci del territorio, alle associazioni e ai cittadini. Consigliamo a chiunque sia interessato a partecipare o a intervenire nel dibattito, di visitare la nostra pagina facebook @sanitaltamarca e di compilare il modulo di iscrizione. L’appuntamento è per sabato 27 Aprile alle ore 16presso il Palafenderl a Vittorio Veneto.

E.D.R.

La locandina del convegno sulla sanità pubblica

In alto a sinistra: Luca Zaia con il plastico del nuovo ospedale di Conegliano

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Il Quindicinale | 9 Giovedì 11 aprile 2024

C’eravamo tanto amati

Centro sinistra unito. Centro destra spaccato. Le amministrative di giugno ribaltano il paradigma che ha sempre visto, negli ultimi appuntamenti elettorali a Vittorio Veneto, l’area di centrodestra correre unita, mentre quella di centrosinistra frammentata.

L’espulsione di Gianantonio Da Re dalla Lega, poi la scelta di candidare a sindaco, per il Carroccio, l’avvocato Giovanni Braido, già vicesindaco

Il centrodestra si spacca: la Lega con Fratelli d’Italia candida Giovanni Braido, Forza Italia invece sceglie Gianluca Posocco

di Giancarlo Scottà, hanno complicato le cose. Quel tavolo che da mesi gli Azzurri auspicavano fosse aperto con tutto il centrodestra per replicare quanto fatto cinque anni fa con la candidatura a sindaco di Antonio Miatto, primo sindaco a vincere al primo turno, non si è mai materializzato. Anzi. Ciascuno ha rischiato di sedersi ad un proprio tavolo, da solo, perché sia Fratelli d’Italia, sia Forza Italia nel periodo di stallo fra i due nomi che si ricorrevano in quota Lega – Giovanni Braido e Gianluca Posocco – hanno avanzato le proprie candidature. Poi la decisione del Carroccio di puntare su Braido. E sul già vicesindaco di Scottà, alla vigilia di Pasqua, sono convenuti anche i Meloniani. Lega e Fratelli d’Italia da un lato. Forza Italia con Gianantonio Da Re, dall’altro, accordo anche questo chiuso nella Settimana Santa con candidato sindaco Gianluca Posocco. «Mi sono messo a disposizione, ma non ho sgomitato nel modo più assoluto per essere qui oggi – precisa il candidato Braido con riferimento al tira e molla sul suo nome e quello di Posocco -. Vittorio Veneto ha bisogno, e non so se sarò io, di un sindaco autorevole, che abbia poche idee, ma chiare e fattibili. E poi di entusiasmo che è mancato in questi ultimi dieci anni». Quanto a idee, eccone alcune: «È evidente a tutti che il nostro commercio di vicinato deve essere aiutato, ad esempio con dei sostegni agli

Raccolta fondi per Mirella Balliana

La coalizione di centrosinistra che candida a sindaco Mirella Balliana lancia la prima raccolta fondi a sostegno della campagna elettorale. L’iniziativa di crowdfunding è aperta sulla piattaforma produzionidalbasso.com. “Fare una campagna elettorale costa, a volte anche

moltissimo – spiega la coalizione di centrosinistra motivando l’attivazione di questa raccolta fondi politica -. Una compagine caratterizzata soprattutto da liste civiche come la nostra coalizione non dispone delle risorse dei tradizionali partiti politici. I costi sono tutti a carico dei militanti che si autotassano. Per far

affitti per riaprire i negozi sfitti del Quadrilatero. Quanto agli immobili sportivi, ci troviamo oggi con un palazzetto dello sport indecoroso e con delle piscine che necessitano di interventi e lo so bene essendone un fruitore. Ecco che per il primo anno, farei un piano opere pubbliche da 4 milioni di euro: un milione per nuovi punti luce, un milione per asfaltature e 2 milioni per le piscine».

Leghista, Braido è stato vicesindaco dal 1999 al 2009, per poi uscire dalla scena amministrativa quando il partito scelse di candidare a sindaco Da Re. Quindici anni dopo è pronto al rientro nella veste di candidato sindaco, sostenuto da Fratelli d’Italia. I rapporti con Da Re, che ritroverà tra gli schieramenti avversari, non sono mai stati idilliaci. Tanto che ora Braido si toglie un sassolino dalla scarpa: «Di candidati sindaco da Cappella Maggiore non ne abbiamo bisogno. Da cittadino vittoriese non voglio più essere colono di Cappella Maggiore – scandisce -. La città ha bisogno di un sindaco cittadino di Vittorio Veneto, che abbia a cuore Vittorio Veneto, che si veda in Centro, a Serravalle, a Ceneda e negli altri quartieri, che guarda alla città e che vuole amministrare la città. Ci viene chiesto di andare incontro alle piccole cose dei cittadini: se io sono un amministratore, vedo le bici che tranquillamente percorrono, pur non potendo, i viali pedonali, il marciapiede sotto il municipio massacrato, l’ex Carnielli ferma. E sull’ex Carnielli non puoi dire di aspettare il progetto, ma attivi l’ufficio legale del Comune e procedi con una diffida verso il privato, chiedi un risarcimento per la bonifica non ancora eseguita e con quei soldi, magari, sistemiamo le piscine».

fronte a queste spese abbiamo avviato una campagna di crowdfunding”. Balliana è al momento sostenuta da Rinascita Civica-Partecipare Vittorio, dal Pd, da Vittorio Vive e da Progetto Vittorio Futura.

Per donare: www.produzionidalbasso. com/project/mirella-balliana-sindaco

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Il Quindicinale 10 | Giovedì 11 aprile 2024
Giovanni Braido Il Codice QR per sostenere l’iniziativa

Posocco è il terzo candidato

Sarà sostenuto da Forza Italia, da Toni Da Re e da liste civiche

Gianluca Posocco, attuale vicesindaco di Vittorio Veneto, è il candidato sindaco della coalizione che ha visto nelle ultime settimane

Forza Italia, Gianantonio Da Re e civici di area centro-centrodestra stringere un’alleanza in vista dell’appuntamento elettorale di inizio giugno. L’ufficializzazione è avvenuta il 27 marzo scorso.

L’alleanza è maturata nelle ultime settimane, dopo l’espulsione di Gianantonio Da Re dalla Lega e l’indicazione da parte del Carroccio di Giovanni Braido come candidato sindaco, dopo che per mesi i nomi di Braido e di Posocco si erano rimbalzati come papabili candidati in casa Lega.

Il “Baffo” è stato l’abile tessitore di questa nuova alleanza che ha rotto la compattezza del centrodestra. Forza Italia ha confermato che correrà con Da Re e non con la Lega e Fratelli d’Italia. Ed escluso che il candidato sindaco sia un Azzurro, si sono fatti strada due nomi per questo ruolo: Posocco

e Da Re. Quest’ultimo è stato invitato da Forza Italia a candidarsi a sindaco, ma il diretto interessato ha declinato, sostenendo – come ha sempre fatto in questi mesi – la candidatura del suo “delfino”. Poi dagli ultimi incontri tra Posocco e Fabio Chies, coordinatore provinciale di FI, è uscita l’indicazione di Posocco come candidato sindaco per questa coalizione.

«L’apporto di Toni Da Re a questo gruppo è determinante – le prime parole di Posocco da candidato sindaco – ed è stato lui stesso a spingermi ad andare avanti come candidato sindaco, attorniato da un gruppo di qualità. Sento la responsabilità da candidato sindaco, ma siamo una squadra fatta di persone molto dinamiche e con una visione di Vittorio Veneto verso il futuro. Toni avrà la sua lista. E oltre alla sua, ci sarà naturalmente la lista di Forza Italia, unico partito a far parte di questa coalizione. Ringrazio Forza Italia che ha avuto molto coraggio nell’appoggiare questo progetto che ingloba tutta la città ed è aperto alla società civile. A sostenermi ci saranno infatti delle liste civiche, poche, ma con persone di qualità». Tra chi dell’amministrazione uscente ha già confermato il sostegno a Posocco ci

sono gli assessori Antonella Caldart e Antonella Uliana, oltre al sindaco Antonio Miatto.

Claudia Borsoi

Ahahah! Che commedia la casa di Da Ponte

Dopo le istituzionali dichiarazioni a sostegno della dimora di Da Ponte, il nulla (prima della vendita)

Della

serie “Commedie Vittoriesi”, il cui tema dominante è la faciloneria con la quale si affrontano le questioni cittadine, eccovene in anteprima pasquale una di fresca ed inedita recita. Ambientazione principale è un immobile di via Manin incrocio Da ponte, che l’arch. Sergio De Nardi scoprì essere la casa natale di Lorenzo Da Ponte già Emanuele Conegliano, librettista di Mozart con alcune delle Opere Liriche più famose al mondo.

Erano i primi di novembre del 2023 quando dall’ alto della sua autorevo-

lezza il Maestro Riccardo Muti così tuonò indignato dopo aver appreso della messa in vendita di quella casa: E’ una vergogna!..Così bruciamo i ponti con la cultura italiana! in Italia si parla solo dei Maneskin! Ad immediato rimbalzo il Ministro Cultura Sangiuliano certificava di aver dato immediata disposizione per valutare se esistessero i vincoli per poter esercitare la prelazione da parte dello Stato.

Vittorio Sgarbi, da par suo, non poteva farsi scippare la scena, col doppio fine di poter stilettare il Ministro di cui era (prima delle dimissioni) lo scomodo Sottosegretario facendogli notare che per avere la prelazione bisogna che ci sia un vincolo decretato dalla Soprintendenza, e pare che nessuno abbia mai attivato la procedura. Sindaco Miatto ed assessore Uliana, secondo

la tradizione della politica vittoriese stile Barone di Munchausehn - quello delle iperboliche imprese - non si fan cogliere impreparati ed enfatizzano con accorato sentimento la preziosità del sito ed il suo valore identitario, ventilando la nascita di un museo- biblioteca-centro studiperfino un Auditorium dietro la casa. Addirittura invitano Muti in città per, i miracoli talvolta accadono, avviare magari una Fondazione che si possa far carico della impresa. Perché, sapete com’è, nella Città delle Buse & Tacòn sulle strade, la volontà di far bene è tanta ma…ma il comune, che poche settimane dopo metterà sul piatto quattro milioni per l’acquisto del Teatro di Serravalle, purtroppo non ce la fa a comprar casa Da Ponte per 132 mila euro. Fine Atto Primo – Intervallo per andare al Bar e Toilette. Michele Bastanzetti

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Il Quindicinale | 11 Giovedì 11 aprile 2024
Gianluca Posocco Ritratto di Lorenzo Da Ponte

Un treno che deve ripartire

Un incendio divampato forse da una candela rimasta accesa, il 14 marzo scorso ha distrutto la libreria Il treno di Bogotà, situata in Galleria IV novembre a Vittorio Veneto. In fumo sono andati quasi diecimila volumi e moltissimi dei giochi presenti nel “catalogo” dell’attività.

Nonostante la tristezza e lo sgomento, la titolare Vera Salton non si è persa d’animo. In poche ore, sostenuta

dall’affetto di centinaia di affezionati lettori, illustratori, autori e amici, ha cercato una sede provvisoria per continuare le attività di promozione della lettura già programmate, trasferendo le iniziative didattiche in calendario alla libreria Il settimo binario di Conegliano. Ora Il treno di Bogotà è alla ricerca di una nuova casa. Di uno spazio che consenta a Vera (e Raffaele) di proseguire un’attività radicata e apprezzata nel ter-

Dopo il rogo che ha bruciato quasi diecimila volumi e reso inagibile la libreria Il treno di Bogotà, ha preso avvio una raccolta fondi

ritorio e non solo. «So qual è il libro che prenderei dalla libreria ora – ha affermato Vera Salton all’indomani del rogo -. Le ore felici di Jacominus Gainsburg. Per tre ore che nella notte in silenzio hanno provato a cancellare, per due ore che al mattino mi hanno vista sgomenta, c’è una giornata di ore fatte di abbracci, sorrisi, pianti comuni, piccoli doni, bicchieri consolatori, chilometri fatti da lontano, c’è così tanto che dice che il treno c’è da rendere quella solo una stanza piena di fuliggine, che in un nuovo luogo ci sarà ancora, e non so se sarà più bella di prima come ho promesso a tanti bambini in queste ore, ma so che sarà, che già è, nei sogni di ognuno». Per concretizzare il sogno è stata avviata una raccolta fondi a questo indirizzo: www.produzionidalbasso.com/ project/far-ripartire-il-treno

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Il Quindicinale 12 | Giovedì 11 aprile 2024
Il Codice QR per sostenere l’iniziativa

Flash Cesana: ecco le novità

Garbelotto in pista

Cappella Maggiore. Marco Garbelotto ha presentato nei giorni scorsi il suo staff tecnico e la sua auto, una Porsche GT 3 Cup, con cui partecipaerà al campionato italiano Porsche GT3isti in circuiti italiani ed austriaci, con l’obiettivo di piazzarsi nei primi tre posti, Dopo la gara del Mugello del 1° aprile scorso il 20 - 21 aprile sarà nuovamente in pista al Red Bull Ring - Round 2.

Via Contesse a nuovo

Colle Umberto. Lavori conclusi in via Contesse, dopo mesi di calvario per gli automobilisti. Con l’asfaltatura sono terminati gli interventi che hanno interessato i sottoservizi e l’ illuminazione pubblica con i nuovi lampioni.

Addio Giuliano

Vittorio Veneto. Cordoglio a Vittorio Veneto e nel mondo edile per la morte dell’imprenditore Giuliano De Nardi, 78 anni, titolare con il fratello Giorgio dell’azienda De Nardi srl, specializzata da oltre 50 anni nelle attività di scavo, demolizioni e autotrasporti con sede in zona industriale a San Giacomo di Veglia.

Il polo vittoriese raggiunge i 200 posti letto e amplia i servizi residenziali

Venti nuovi posti letto, un ampio locale per la mensa esterna e per i dipendenti, una sala per i laboratori degli ospiti, le palestre, la nuova cappella “Via Lucis”, 12 uffici amministrativi e 3 sale riunioni, oltre a locali di servizio nello spazio interrato dedicato ai parcheggi coperti e a 500 metri quadri tra magazzini e depositi vari: questi i numeri del nuovo nucleo socio sanitario “Argento” del Cesana Malanotti .

Un cantiere iniziato a luglio 2022 e consegnato in 430 giorni, che ha visto l’IPAB di Vittorio Veneto investire 2 milioni di euro in risorse proprie, con l’aggiunta di 1 milione di euro anticipato dalla Regione Veneto mediante il

Lanificio Bottoli: nuovo murales

La street art per la moda arriva anche a Vittorio Veneto al Lanificio Bottoli. L’ultima opera del writer Mike 128, dopo l’omaggio a Frida Kahlo a Padova, è per Bottoli, dove l’artista con bombolette spray ha decorato 60 mq di parete di una dependance dello storico opificio. Un tessuto “principe di Galles” tridimensionale sembra avvolgere con drappeggi l’edificio.

fondo di rotazione per le strutture e gli impianti del settore sociale e sociosanitario.

“La genesi di questa nuova area è stata prevista nel piano di sviluppo e di integrazione nel territorio dell’Istituto Cesana Malanotti, che proprio lo scorso marzo ha riaperto il bar di Piazza Cesana come spazio di incontro tra la cittadinanza e gli ospiti. Il reperimento dei fondi ha richiesto uno sforzo da parte dell’Ente, che ha impegnato 2 milioni di Euro di fondi propri” dichiara Giuseppe Maso, presidente dell’IPAB Cesana Malanotti. La cittadella di Via Carbonera potrà ora ospitare 200 persone, che interagiranno anche con i 25 ospiti del centro diurno la cui apertura è prevista nei prossimi mesi La struttura attualmente dà lavoro a circa 150 persone, di cui 100 operatori socio sanitari, 16 infermieri, 8 tra educatori, assistenti sociali e coordinatori, 2 fisioterapisti, uno psicologo, un logopedista, 9 amministrativi, 5 tecnici.

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Il Quindicinale | 13 Giovedì 11 aprile 2024
Una delle nuove sale al Cesana Malanotti

La piazza di Osigo cambia volto

I lavori di demolizione per la realizzazione della nuova piazza di Osigo

Avviati i lavori di demolizione, primo passo del progetto di riqualificazione

FREGONA. Con l’abbattimento dell’edificio che per decenni ha ospitato la bottega di alimentari di Osigo è iniziato, a febbraio, l’annunciato intervento di riqualificazione della piazza della frazione. I lavori per complessivi 213mila euro sono finanziati con i fondi per i “comuni di confine”. Dopo

l’abbattimento dell’ex negozio di alimentari posto lungo la strada provinciale 151, in prossimità del parcheggio e della piazza, è stato demolito anche il fabbricato della famiglia Ciprian già acquisito dal comune di Fregona e che si affaccia sempre sulla piazza di Osigo. «Con questo intervento – afferma il sindaco Patrizio Chies – si conclude un iter tecnico-amministrativo iniziato nel 2021 con l’acquisto, da parte del comune, del fabbricato di proprietà della famiglia Ciprian, la cui demolizione era stata a suo tempo congelata proprio perché si era manifestata la possibili-

tà per il comune di acquisire, con una procedura avviata e conclusa nel 2023, l’ex negozio della famiglia Gri. Ad entrambe le proprietà sono quindi grato per aver condiviso con il comune tempi e procedure».

Le demolizioni cambieranno il volto del centro di Osigo. Al posto del negozio un’area verde, mentre con l’abbattimento del fabbricato Ciprian migliorerà la viabilità nell’incrocio tra la piazza e via Borgo Danese e sarà più agevole immettersi in via Cima da Conegliano. Sarà ricavato anche un piccolo nuovo parcheggio. C.B.

Chi sarà il prossimo sindaco di Colle Umberto?

Liste e candidati verso le amministrative

COLLE UMBERTO. C’è fermento a Colle Umberto in vista dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno quando si terranno le amministrative. Con ogni probabilità, i candidati sindaco saranno almeno tre, testimoniando la vivacità di questo paese. Candidati slegati da partiti: ancora una volta saranno le civiche a scendere in campo.

Il sindaco uscente Sebastiano Coletti (eletto cinque anni fa alla guida della civica Progetto Comune per Colle

Umberto) è giunto al termine del suo primo mandato: potrebbe ricandidarsi, ma alla vigilia di Pasqua non aveva ancora sciolto la riserva.

Potrebbe tornare sulla scena amministrativa colleumbertese Edoardo Scarpis, già sindaco per due mandati (non consecutivi), l’ultimo prima di Coletti. Tante le sollecitazioni arrivategli per candidarsi, ma anche qui ancora nessuna decisione presa. Le minoranze uscenti – cioè i due gruppi rappresentati in aula dai consiglieri comunali di “Cinzia Uliana sindaco” e de “Il futuro comune” - punterebbero invece sul volto nuovo di Nella Dassié, civica, senza tessere di partito. C.B.

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Il Quindicinale 14 | Giovedì 11 aprile 2024
Colle Umberto

Un secolo di emigrazione

Da Sarmede a Cocumont: cento anni fa le prime famiglie emigrarono in Francia

SARMEDE. Erano gli anni del primo dopoguerra. E, alla ricerca di una migliore condizione di vita per la propria famiglia, numerosi sarmedesi lasciarono il paese per la Francia, diretti a Cocumont, piccolo comune (oggi conta meno di mille abitanti) nella regione della Nuova Aquitania, nel sud-ovest del paese. Sono trascorsi cento anni esatti da quella migrazione. E i discendenti degli emigranti – i Dal Cin e i Da Ros in particolare - hanno sempre mantenuto vivo il legame con la terra natia dei loro antenati. Un legame sancito prima da un patto di amicizia fra i due comuni, poi dal 2017 dal patto di gemellaggio. E per il centenario, quest’anno sono i sar-

medesi a raggiungere, con una delegazione di cittadini guidata dal sindaco Larry Pizzol, Cocumont dove saranno ospiti dal 16 al 19 maggio.

«Celebreremo – spiega il sindaco Pizzol – il centenario dell’arrivo dei primi emigranti partiti da Sarmede. In particolare, le celebrazioni si terranno nella frazione di Goutz, dove si trova anche il cimitero in cui sono sepolti i nostri emigranti. All’epoca varie famiglie lasciarono Sarmede per sconfiggere la povertà. Se da un lato la Francia è stata un paese ospitale, che ha accolto a braccia aperte i nostri emigranti e che ha permesso loro di crescere socialmente, fondamentale è stato anche l’apporto che i nostri emigranti hanno dato a quel paese in termini di sviluppo e di scambio reciproco». A Cocumont gli emigranti partiti da Sarmede si dedicarono all’attività agricola, recuperando parte del territorio che era incolto e improduttivo, e anche al campo edile. C.B.

L’olio serenissimo

Due fine settimana dedicati all’olio. Mostra mercato, degustazione e molto altro in un programma rinnovato

CAPPELLA MAGGIORE. Ritorna in paese la manifestazione “L’olio della Serenissima” a cura della locale associazione La Ruota e dell’amministrazione comunale. “L’iniziativa – anticipa il presidente de La Ruota, Denis Zanette – si dispiegherà per due fine settimana. Si parte venerdì, 12 aprile e si continuerà sino a domenica, 14 aprile, per riprendere venerdì, 19 aprile e per concludere domenica, 21 aprile”. “L’olio della Serenissima” –continua Flavio Cillo - si presenta al pubblico ed agli addetti del settore rinnovato non solo nel programma, che prevedrà una mostra mercato, degustazioni, esposizioni artistiche e visite guidate, nonché attività didattiche e culturali di vario genere, ma anche nella location. “Sarà principalmente il piazzale a lato del municipio ad ospitare la maggior parte degli eventi insieme alla sala Tina Anselmi (già sala A) del Centro sociale comunale, alle spalle del municipio”. Il programma 2024 de “L’olio della Serenissima”

prevede la mostra mercato per la diffusione dell’olio extra vergine di oliva e di prodotti da esso derivati, ma anche una vasta proposta di iniziative come la presenza dell’agente consolare onoraria di Italia nel Peloponneso Margherita Bovicelli ed il presidente della Città dell’olio, Michele Sonnessa. Per maggiori informazioni ed eventuali prenotazioni (ove richieste) è attivo www.loliodellaserenissima.com R.P

Nuovo direttivo Pro Loco

Fregona. Rinnovato il consiglio della Pro Loco locale. L’assemblea del 9 marzo scorso ha confermato per la presidenza l’uscente Francesca Bertolin, mentre i ruoli di segretario e tesoriere sono stati affidati a Matteo Poloni e di vice presidente a Leonardo De Luca, il quale aveva già ricoperto l’incarico nel mandato 2016. Gli altri consiglieri: Cais Luigi, De Luca Sergio, De Luca Domenico, Falsarella Carlo, Ferrazzo Luca, Pianca Diego, Sonego Milena e Zanette Denis.

I Jokers

Il1964 registra il successo di alcuni giovani cantanti vittoriesi. Al Festival Internazionale di Nizza Gianna Zanette conquista il terzo posto nella categoria “Melodica”. In città furoreggia invece il gruppo (allora si diceva il “complesso”) dei “Jokers”. Le loro esibizioni al teatro Verdi fanno sempre il tutto esaurito. Il genere musicale che li caratterizza è simile a quello che ha reso celebri i “Beatles”. Il gruppo è composto da Nello Marini (19 anni), Alberto Tolot (18), Silvio Vardanega (19), Edoardo Piccin (18) e Franco Casati (21). Oltre ai “Jokers” si mettono in luce anche altri gruppi vittoriesi come “The Woodmen”, “The Boys”, “I Falchi” e “I Ferri Roventi”.

VITTORIO VENETO E VITTORIESE
Il nuovo Direttivo della Pro Loco di Fregona
SESSANTA ANNI FA a cura di Ido Da Ros

Disponibile in libreria e presso la redazione del Quindicinale

Sport e disabilità

All’istituto “Nievo” tre giorni di approfondimento per gli alunni

CORDIGNANO. Successo per l’edizione 2024 delle Giornate dello sport all’istituto comprensivo “Nievo” di Cordignano, il primo della provincia di Treviso a proporre anche l’indirizzo sportivo agli alunni di scuola media. Nei tre giorni gli alunni delle scuole primarie e medie del “Nievo” hanno potuto cimentarsi in varie discipline sportive (tennis, dodgeball, pallamano, calcio, pallavolo, orienteering, tennis e touch rugby), ma anche incontrare diversi atleti, dai paraolimpici Paolo Tonon (tiro con l’arco) e Pamela Pezzuto (tennistavolo), alle ex pallavoliste di serie A Luciana Do Carmo e Marika Serafin, a Pietro Martire (ex calciatore di Prima Categoria che ora, in carrozzina pratica l’handbike e il tennistavolo, oltre a essere il fondatore dell’associazione

“Oltre il muro”) al giovanissimo atleta Liam Citron, campione mondiale di yoga che frequenta la scuola media di Cordignano.

«Gli atleti con disabilità – testimonia la docente di educazione fisica Alberta Biasi – hanno trasmesso ai ragazzi il messaggio che seppur nelle limitazioni è possibile raggiungere risultati importanti nello sport, come pure nella vita personale». «Queste Giornate dello sport – aggiunge il dirigente scolastico Giuseppe Grecosono state un momento di crescita per la nostra comunità scolastica. La promozione dello sport da tempo rappresenta per il nostro istituto uno strumento educativo per lo sviluppo di competenze e di abilità quali la conoscenza di sé, l’attitudine a lavorare in gruppo, la tolleranza, la lealtà. Gli incontri con gli atleti, che ci hanno testimoniato le loro cadute e i loro successi, hanno lanciato un grande messaggio per i nostri giovani: mai abbattersi, credere sempre in sé stessi ed avere coraggio». C.B.

Ricorrenze

Dott. GIUSEPPE BORTOLUZZI

n. 31. 12. 1948 - m. 17. 4. 2022

Ti ricordiamo sempre con affetto. Manchi, ci manchi, mancherai... Ciao Giuseppe. I tuoi familiari, i tuoi amici

AUGUSTO CASAGRANDE

8. 4. 2023 - 8. 4. 2024

“Fammi un sorriso”

ELENA DE BERNARDO BETTO

15. 4. 2019 - 15. 4. 2024

Sei sempre nei nostri pensieri. I tuoi figli Milena, Gianni e Franco

MARGHERITA GUSATTO

n. 23. 9. 1956 - m. 13. 4. 2004

Venti anni che ci hai lasciato ma sei sempre nei nostri ricordi. Luigina

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Il Quindicinale | 17 Giovedì 11 aprile 2024

E CONEGLIANESE

La vita straordinaria di un artista dimenticato

Riccardo Cenedese

VA destra: l’affresco realizzato nel 1929 per il capitello dedicato alla Beata Giuliana di Collalto e a Santa Lucia a Susegana, lungo l’antica strada che collega il castello di San Salvatore a quello di Collalto

ista con gli occhi di oggi, la vita di Riccardo Cenedese sembra quasi un romanzo, densa di avventure, tragedie, lunghi viaggi, cadute e rinascite come forse lo sono state solo le esistenze della generazione del primo dopoguerra. Eppure, e nonostante fosse un validissimo artista, il suo nome è rimasto a lungo in bilico sull’orlo dell’oblio, fino a quando la famiglia ha deciso di recuperare la sua lunga e incredibile storia e documentarla in un libro curato da Antonio e Alessandro Menegon.

“Riccardo Cenedese artista dimenticato” (De Bastiani 2022) è una monografia d’artista atipica perché, oltre a rintracciare le tante belle opere lasciate da Cenedese nella Sinistra Piave, ne documenta anche una curiosa attività di inventore autodidatta che non decollò mai, pur non mancando di interessanti intuizioni, e traccia un percorso di vita stupefacente nei suoi continui saliscendi.

Ha scolpito per papi e imperatori ed è stato allievo di un beato, ma il nome di Riccardo Cenedese ha rischiato a lungo di essere dimenticato, fino a quando il libro di Antonio e Alessandro Menegon non ha raccontato per la prima volta la sua incredibile vicenda

“La famiglia di Riccardo ha fortemente voluto questo libro, in particolare Loris Cenedese che è stato il vero motore dell’iniziativa”, racconta lo storico dell’arte Antonio Menegon, che assieme al figlio Alessandro, fotografo professionista specializzato in beni culturali, ha messo per iscritto una storia fino ad allora tramandata oralmente tra parenti e amici e attraversato la Marca Trevigiana allestendo set fotografici in chiese, cimiteri, case di riposo e abitazioni private per documentare nel modo più preciso possibile un corpus di opere di grande valore artistico ed eterogeneità tecnica. A partire dal giovanile, e molto noto ai locali, affresco realizzato nel 1929 per il capitello dedicato alla Beata Giuliana di Collalto e a Santa Lucia a Susegana, lungo l’antica strada che collega il castello di San Salvatore a quello di Collalto. A soli quindici anni, e poco distante da casa essendo nativo della frazione di Colfosco, Cenedese rappresentò uno dei culti locali più noti, quello della badessa Giuliana, un lavoro che per certi versi fu quasi un preambolo della sua opera più celebre, realizzata cinquant’anni dopo per la cattedrale di Ceneda: la statua di bronzo di Papa Luciani ora posta all’esterno dell’edificio, in piazza Giovanni Paolo I.

Una scultura raffinata e di grande realismo che fu commissionata dal vescovo Antonio Cunial in persona: Cenedese lavorava spesso per le chiese locali realizzando opere molto

apprezzate, questo nonostante fosse di note simpatie socialiste, tanto che si ricordano ancora le infinite discussioni con il parroco di Colfosco, don Frare, inguaribile democristiano che comunque non mancò di affidargli la progettazione degli altari del Sacro Cuore di Gesù e della Madonna, per cui l’artista firmò anche le sculture in gesso e i dipinti.

Del resto, in mezzo a tanti ritratti di santi e beati, qualcuno in odore di beatitudine Riccardo Cenedese lo incontrò veramente e ne fu addirittura allievo: si tratta di Claudio Granzotto, che da giovane lo accolse sotto la sua ala protettiva riconoscendone le notevoli doti artistiche al punto dall’ammettere che avrebbero potuto superare le sue. Cenedese ricambiò per tutta la vita con una devozione forse laica ma nondimeno sincera: per l’altare maggiore del convento di San Francesco a Vittorio Veneto (dove Granzotto lasciò due straordinarie sculture raffiguranti Cristo e San Antonio sul letto di morte) firmò un bronzo con San Francesco di fianco al frate scultore, mentre nella sua stessa lapide si fece raffigurare di fianco al maestro. Ma in mezzo a tutte queste soddisfazioni, nella vita di Riccardo Cenedese

Il Quindicinale 18 | Giovedì 11 aprile 2024
CONEGLIANO
di Fabio Zanchetta

dimenticato

ci furono anche tante tragedie e un mare di inquietudine che lo accompagnò per tutta la vita, indirizzando e plasmando in certi modi anche la sua ricerca artistica.

Nel 1933, appena diciannovenne, decise di arruolarsi come volontario nel Regio Esercito Italiano assieme al cugino Vittorio, partendo come alpini per l’Etiopia: Vittorio non fece mai ritorno, morendo probabilmente di una malattia tropicale a insaputa di Riccardo, che finì invece internato in un campo di concentramento inglese. Grazie alle sue doti artistiche, apprezzate sia dai militari inglesi che dagli indigeni che soprannominavano “Babocristo” quello scultore che girava instancabilmente alla ricerca di rocce da trasformare in immagini sacre e che arrivò addirittura a scolpire delle sculture monumentali per l’imperatore d’Etiopia Hailé Selassié, Riccardo riuscì a risparmiarsi alcuni degli aspetti più spiacevoli della prigionia, ma lasciò comunque l’Africa con un fisico irrimediabilmente debilitato dalla malaria e un male più subdolo, il cosidetto “mal d’Africa”, una nostalgia irrimediabile che per tutta la vita lo portò a cercare un luogo di pace dove vivere, senza trovarlo.

Progettò e fece costruire case a Conegliano, Vidor e Moriago, decorandone personalmente alcune,

e provò a far lo stesso a Gorra, in Liguria, e a Rio de Janeiro, rinunciando per motivi burocratici nel primo caso e per la diffusa malavita locale nel secondo. Dopo aver sognato a lungo di passare il resto della vita ammirando un paesaggio differente che in qualche modo gli rievocasse quel lo africano, spese gli ultimi anni della vita tra Moriago e Susegana, morendo a ottantacinque anni dopo tanti riconosci menti ma senza mai aver trovato il succes so che avrebbe meritato. “Era un artista “pazzo”, nel senso che seguiva co erentemente il suo istinto

– ricordava anni dopo la sua morte Salvatore Grillo, scultore di Ponte della Priula che frequentò lo studio di Cenedese – Lavorava e, subito dopo, magari intraprendeva un viaggio, forse spendendo tutto quello che aveva guadagnato e poi ritornava a lavorare”. “Forse non ha avuto del tutto consapevolezza del grande valore della sua arte, e certo non ha fatto nulla per promuoversi – spiega Antonio Menegon – ma con il libro voluto dalla sua famiglia è stato possibile strappare all’oblio questa straordinaria figura e consegnarla alla storia”.

Qui a fianco: la statua in bronzo di Papa Luciani posta in piazza Giovanni Paolo I all’esterno della cattedrale di Ceneda a Vittorio Veneto

A sinistra: Riccardo Cenedese in Africa

A sinistra: un busto di Riccardo Cenedese, opera di Vittorio Cenedese

CONEGLIANO Il Quindicinale | 19 Giovedì 11 aprile 2024 E CONEGLIANESE

Electrolux, arriva l’accordo

Raggiunto accordo per l’esubero di 153 impiegati Electrolux: scongiurato il rischio di licenziamenti unilaterali

SUSEGANA. È stato raggiunto un accordo con Electrolux sui 153 esuberi dichiarati nel settore impiegatizio, la cui individuazione avverrà in base al criterio della volontarietà, ossia della "non opposizione" al licenziamento. Lo comunicano le segreterie nazionali di Fim Fiom e Uilm. “In tal modoproseguono i sindacati - si scongiura il rischio di licenziamenti unilaterali, che si sarebbero verificati in caso di mancata intesa. L’accordo è stato

sottoscritto da una larga maggioranza del coordinamento nazionale di Electrolux".

Sono previsti incentivi di 3.000 euro per chi ha già i requisiti per la pensione, 12.000 per chi li raggiunge entro 12 mesi, 25.000 per chi li raggiunge entro 24 mesi, 72.000 per chi non può agganciare la pensione nell’arco di fruizione della Naspi, a condizione che possa vantare una anzianità aziendale superiore a otto anni. Per chi ne farà richiesta è previsto anche un percorso di outplacement che aiuti a trovare nuove opportunità lavorative.

Nell'intesa Electrolux, che gestisce anche l’importante complesso industriale a Susegana, conferma il piano di investimenti per l’Italia esposto al

Ministero, garantisce un metodo di monitoraggio bimestrale con i delegati dei lavoratori e si impegna a ricorrere alla riqualificazione professionale e al part time, dove possibili, per ridurre gli esuberi.

Vengono confermati tutti i programmi d’investimento frutto di accordi sindacali e illustrati nell'incontro del 12 marzo presso il Mimit. È da confermare la data d'incontro nel mese di maggio per valutare il prosieguo del contratto di solidarietà oggi presente negli stabilimenti di Porcia (Pordenone) e Forlì, viste le previsioni di non crescita dei volumi di vendita dell'intero comparto dell'elettrodomestico, e per discutere un possibile accordo di uscite volontarie fra il personale di produzione.

Nuovo primario per il Pronto Soccorso

Nominata la dottoressa

Simona Brescianini

Èla

dottoressa Simona Brescianini

il nuovo primario del Pronto Soccorso dell’ospedale di Conegliano, ufficiale la sua nomina dal 15 marzo. Brescianini, originaria della provincia di Brescia, dopo la laurea in medicina e chirurgia nel luglio 2003 e la specializzazione in chirurgia generale nel novembre 2009, conseguite all’Università degli Studi di Brescia, ha esercitato la professio-

ne di medico libero professionista in diversi enti pubblici e privati dal 2006 al 2009.

Dal dicembre 2009 ha iniziato il servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale di Conegliano e Vittorio Veneto, dapprima come medico specialista convenzionato e poi, dal 10 giugno 2010, come dirigente medico di accettazione e Pronto Soccorso. Brescianini è stata titolare dell’unità operativa semplice di accettazione e pronto soccorso dal 1° febbraio 2020 al 28 febbraio 2023 e dal marzo 2023 ha svolto il ruolo di facente funzione

del direttore dell’unità, fino all’attuale nomina a titolare dell’incarico.

“Alla dottoressa Brescianini rivolgo un sentito ringraziamento per l’impegno profuso in questo ultimo anno da facente funzione, dopo il trasferimento al Pronto soccorso di Treviso del dottor Enrico Bernardi, e le auguro buon lavoro per il nuovo incarico che le è stato affidato con la certezza che continuerà a dirigere con l’entusiasmo, l’energia e lo spirito di squadra che la caratterizza”, dichiara il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.

Il Quindicinale 20 | Giovedì 11 aprile 2024 CONEGLIANO E CONEGLIANESE
Simona Brescianini

Un nuovo patto di amicizia

Firmato con la città di Milovice (Repubblica Ceca)

Durante

la Prima Guerra Mondiale, nei pressi di Milovice (città della Repubblica Ceca in Boemia Centrale) esisteva un campo di prigionia (Mladá) che, per le scarse condizioni igienico sanitarie e alimentari ha visto morire molte persone, fu indispensabile pertanto adibire una zona nell’area cittadina che consentisse di seppellire un tale numero di persone, in quanto i cimiteri civili si dimostrarono subito insufficienti. Nacque così un cimitero militare che fu utilizzato fino al 1945.

Il cimitero militare, che ha una estenConegliano. I carabinieri della Compagnia locale sono intervenuti il 15 marzo presso il centro commerciale Conè dove ignoti, verso l’una di notte tra la domenica e il lunedì precedenti, verosimilmente mediante l'effrazione di un lucernario, sono penetrati all'interno della struttura. I malviventi hanno preso di mira in particolare due negozi orafi. Il valore complessivo della merce rubata è in via di quantificazione.

sione di 5.000 mq, è un luogo importante per la storia italiana, in quanto qui hanno trovato sepoltura i corpi di 5.276 italiani, per lo più in fosse comuni (alcuni fonti parlano di 7.000 italiani) che furono prigionieri di guerra. I morti italiani furono certamente i più numerosi rispetto a quelli russi, serbi e ai militari austro-ungarici; da qui nasce la denominazione di “cimitero degli italiani”.

Ogni anno, tra ottobre e novembre, l’Ambasciata italiana ed altre istituzioni organizzano eventi commemorativi e messe in loco. È frequente la presenza di associazioni del corpo degli alpini e dei bersaglieri della sezione di Conegliano, i quali hanno partecipato anche alla ricostruzione e alla pulizia del “Cimitero degli italiani”.

Ladri acrobati Una guida per il castello

Questo rapporto storico-culturale si è consolidato negli anni tanto che i contatti tra il Comune di Conegliano e il Comune di Milovice si sono rafforzati portando alla periodica visita della nostra delegazione coneglianese in Repubblica Ceca e viceversa. A fine marzo sono ospiti a Conegliano tre rappresentanti istituzionali: Milan Pour, sindaco di Milovice, Kristýna Bukovská, vicesindaco di Milovice e Giuseppe Filippo Imbalzano, UNUCI, ex console a Praga. In occasione di questa visita e considerati i tanti anni di rapporto e confronto reciproco si è deciso di stipulare un Patto di Amicizia tra la Città di Conegliano e la Città di Milovice che è stato firmato il 22 marzo presso la Sala Giunta del Comune di Conegliano.

Conegliano. II Museo del castello di Conegliano ha una nuova e agile guida che ne dà, in poche battute, tratti salienti e caratteri dominanti. La pubblicazione “Alto e bel, Castelvecchio sul Colle di Giano”, con il suo formato pocket e le sue 82 pagine scorrevoli, è talmente immediata da leggersi tutta d’un fiato. Edita da Grafiche Battivelli Editore e voluta dal Comune di Conegliano e dal Rotary Club Conegliano, ha testi di Roberto Silvestrin, Giovanni Carraro e Laura Pasin, fotografie di Ennio Bornancin, Francesco Galifi, Arcangelo Piai, Franco Zanardo e altri, e disegni inediti di Michele Potocnik.

CONEGLIANO Il Quindicinale | 21 Giovedì 11 aprile 2024 E CONEGLIANESE
Foto di gruppo in occasione del patto di amicizia tra Conegliano e Milovice

La copertina del libro “Preti d’oltre Piave” di Carlo Trabucco

Pagine eroiche del Veneto invaso

La Grande Guerra ha sconvolto profondamente il Veneto e le sue genti, lasciando soprattutto nell’alta Marca segni indelebili del suo passaggio. Carlo Trabucco (18981979), giornalista e attivo sindacalista e cattolico, ha narrato il periodo di occupazione austriaca nel Veneto tramite il racconto di alcuni sacerdoti, offrendo un affascinante

È una ferita sempre aperta. Ma qualcuno, già allora, ha provato a ricucirla con fede e resilienza

viaggio attraverso il territorio veneto e intrecciando sapientemente la storia locale con il dramma che ha scosso il mondo intero.

«Si può dire che ogni campanile mi ha raccontato una storia, ogni prete la sua avventura ora triste e dolorosa, ora bella ed emozionante», spiega l’autore introducendo l’opera. Attraverso la lente dei sacerdoti, Trabucco ci trasporta nella realtà vibrante e complessa della nostra regione, dipingendo vividamente paesaggi, tradizioni e comunità d’Oltre Piave. Parliamo di un libro che offre una prospettiva unica sulla guerra e su come essa abbia segnato profondamente il tessuto sociale e culturale delle nostre terre, da Colbertaldo a Udine, da Vittorio Veneto a Latisana. Il giornalista esplora con attenzione le conseguenze devastanti della guerra sulle vite dei residenti veneti, sottolineando le tragedie umane, la distruzione materiale e le fratture che

hanno segnato il territorio per generazioni. Queste storie danno uno sguardo unico sugli effetti che il primo conflitto mondiale ha avuto sulla quotidianità, affrontando tematiche come la fede, la speranza, la tragedia e la resilienza: Carlo Trabucco ha esplorato le dinamiche sociali, culturali e religiose del nostro Veneto, offrendo uno sguardo unico sulle conseguenze umane e materiali della guerra e servendosi di figure, i sacerdoti locali, diventati dei veri e propri eroi per la gente e per la storia.

“Preti d’Oltre Piave” è appena arrivato in tutte le librerie e gli store online, pubblicato in versione anastatica da De Bastiani Editore, che ha accorpato la prima e la seconda edizione per dar vita a un volume nuovo e completo, con prefazione di Maria Cavasin e corredato di immagini che celebrano la memoria e gli sforzi degli eroi protagonisti.

Il Quindicinale 22 | Giovedì 11 aprile 2024 CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Botteon guida gli alpini di Conegliano

Gino Dorigo ha passato il testimone. Lavori in corso per il centenario della Sezione

Si è svolta domenica 17 marzo, al Teatro Toniolo di Conegliano, l’assemblea ordinaria dei delegati, indetta dalla sezione di Conegliano dall’Associazione nazionale Alpini (Ana). Ben 13 i punti all’ordine del giorno, tra cui l’elezione del nuovo presidente sezionale: Gino Dorigo ha infatti passato il testimone a Francesco Botteon, esprimendo la propria soddisfazione per il suo percorso alla guida della sezione. “Sono stato eletto presidente all’età di 45 anni, dopo aver intrapreso il percorso da consigliere a 39 anni ed ero considerato, dalla maggior parte di voi, ‘un bocia’. Quest’esperienza mi ha però fatto crescere e ha arricchito il mio bagaglio di vita – le parole lette da Dorigo, il quale ha ringraziato tutti coloro che con lui hanno collaborato e la sua famiglia – Sono entrato in punta di piedi, dopo tanti anni di volontariato, mettendomi prima a disposizione nelle scuole e nella parrocchia per i miei figli, poi all’interno del mio gruppo e, infine, qui come consigliere e poi diventando presidente. Ho fatto tutto mettendoci il cuore e la passione, con l’obiettivo di aiutare il prossimo, in un contesto di amicizia e spirito di squadra, perché trovo che questo sia il modo giusto per proseguire”.

“Vi ringrazio della fiducia che mi avete dato. Sono pronto e motivato per portare avanti questo impegno, consapevole che lo zaino che mi sono messo sulle spalle è bello, ma anche pesante – le parole del neoeletto Francesco Botteon – Cercherò di dare del mio meglio per il bene della sezione e dell’Ana. Vorrei dire un grande grazie al nostro presidente: ti sei emozionato, sei stato un amico, abbiamo lavorato insieme, in sintonia per il bene dell’Ana. Cercherò di tenere alta l’asticella: insieme a voi, sono sicuro che ce la faremo”.

“Chiedo a tutti voi (capigruppo, consigli direttivi e gruppi) di mettere anche voi uno zainetto un po’ più leggero, per supportarmi e proseguire sulla strada che i nostri ‘veci’ hanno tracciato: una strada fatta di alpinità,

famiglia alpina, cuore alpino e solidarietà – ha concluso – Questo è l’auspicio che tutti assieme dobbiamo portare avanti. Su con la penna!”.

Ora alle Penne nere spetta un appuntamento ancora più importante: il raduno del terzo raggruppamento in occasione del centenario della Sezione. “Questo sarà un momento significativo nella storia della nostra sezione, e abbiamo il dovere di assicurarci che sia un evento indimenticabile, degno del nostro patrimonio e della nostra eredità – le parole del presidente uscente – E con questa assemblea diamo ufficialità dell’apertura di questo grande evento”. Per l’iniziativa è stato organizzato un comitato organizzatore, presieduto dallo stesso Gino Dorigo e composto da: Alessio Tittonel (vicepresidente del Comitato, incaricato dell’organizzazione e della pianificazione), Alessandro Cenedese (curerà la logistica dell’evento), Narciso De Rosso (gestirà tutta la parte riguardante l’accoglienza, la ristorazione e i servizi), Claudio Botteon (si occuperà dell’organizzazione e gestione degli eventi “Aspettando il centenario”), Massimo Battistuzzi (nel ruolo di cerimoniere sezionale), Gino Ceccherini (direttore del periodico alpino “Fiamme Verdi”, curerà i rapporti con la stampa, la comunicazione e promozione dell’evento, oltre alla stesura di un volume

sui 100 anni di storia della Sezione), Claudio Lorenzet (tesoriere sezionale, si occuperà della gestione finanziaria) e Simone Algeo (coordinatore dei lavori di segreteria). A breve la presentazione del logo dell’evento, degli appuntamenti collaterali e di un’opera per la città di Conegliano. Al termine della cerimonia, il neoeletto presidente Francesco Botteon ha consegnato una targa al presidente uscente Gino Dorigo, con inciso un messaggio: “5.000 soci, 30 gruppi, una sola famiglia – si legge – La Sezione Alpini di Conegliano estremamente grata al presidente Gino Dorigo”. Allo stesso modo sono state consegnate delle pergamene ai capigruppo uscenti Claudio Bernardi e Marcello Silvestrin.

Flash

Nova Eroica Prosecco al via Susegana. Il 28 aprile torna la Nova Eroica Prosecco Hills, “costola” dell’Eroica toscana ideata da Giancarlo Brocci. Partenza da Borgoluce a Suegana, con percorso sui Colli del Prosecco diviso in tre categorie: il lungo di 120 km, il medio di 90 km e il corto di 60 km.

Info: www.eroica.cc

Da sinistra: il presidente uscente Gino Dorigo e il suo successore Francesco Botteon

CONEGLIANO Il Quindicinale | 23 Giovedì 11 aprile 2024 E CONEGLIANESE

Il mago dei numeri

Agostino Recchia

A destra: alcuni dei giochi inventati da Recchia

“A casa nostra si mangia pane e matematica” esorta così Mariagrazia, ex maestra di matematica e moglie di Agostino Recchia. Ma chi è Agostino?

Un professore di matematica in pensione dal 2007 che si diletta a creare rompicapi ispirandosi ai giochi classici, come la dama, il gioco del 15, le torri di Hanoi e molti altri, tanto da essere alla ricerca continua di novità, anche nel mondo dell’editoria.

“Fino agli anni ‘60 questo tipo di letteratura non esisteva, ma da oltre quarant’anni cerco e compro libri per trovare idee nuove e ad oggi conto oltre un centinaio di libri che trattano l’argomento”.

Agostino ha fatto la sua comparsa anche in due pubblicazioni con due sue invenzioni: nel libro “Manuale

di magia matematica” di Ennio Perez con il primo rompicapo creato nel 1987 ispirato un po’ al trabocchetto ed un po’ al gioco del 15 e in una rivista per insegnanti con il “rompicapo del cavallo” ispirato alla mossa di scacchi, ma eseguita in maniera molto complessa su tavolieri esagonali.

A quattro anni sapeva far di calcolo – grazie a nonna Giuseppina, che aveva solo la terza elementare – e crescendo non poteva che laurearsi in matematica. Agostino Recchia col tempo ha correlato questa abilità e passione al gioco, tanto da inventare rompicapi matematici a km zero. E anche ora che è in pensione continua a dare i numeri…divertendosi (e facendo divertire)

Originario di Col San Martino dove ancora abita, ha iniziato proprio in paese la sua carriera da insegnante nel 1971, mentre ancora frequentava l’università a Padova.

Ma da dove nasce questa passione per i numeri?

Nonna Giuseppina sembrerebbe essere la fautrice di questo dono: vedova di guerra e con una terza elementare alle spalle, ha lavorato come contabile nella latteria del paese. Amava i numeri e conosceva benissimo il calendario, tanto da riuscire a dire in brevissimo tempo in che giorno della settimana sarebbe caduta una data futura, eseguendo un calcolo matematico a mente.

“Mia nonna mi ha insegnato a leggere l’orologio a quattro anni e già da piccolo sapevo fare i calcoli velocemen-

Il Quindicinale 24 | Giovedì 11 aprile 2024 QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA
di Tiziana Benincà

te. Tutti mi apprezzavano per questa mia capacità e questo mi ha motivato e mi ha sempre dato le maggiori gratificazioni sia alle elementari che alle medie. Ricordo bene in seconda media quando il professore ci ha assegnato un esercizio facoltativo per casa ed io ho perso tutto il pomeriggio per riuscire a svolgerlo. Il giorno dopo si è scusato dicendo che si era sbagliato, perché il compito era al di sopra delle nostre capacità, ma io ero riuscito ad arrivare alla soluzione. Lo stesso insegnante è venuto a trovarmi nel mio primo anno d’insegnamento” ricorda Agostino. Dopo aver frequentato il liceo scientifico a Treviso e ancor prima di aver conseguito la laurea in matematica, ha iniziato ad insegnare prima alle medie e poi al liceo.

“Non so bene perché ho intrapreso

questa strada. In realtà avevo fatto anche teoria della programmazione quando a Padova c’era solo un terminale che arrivava da Bologna e si scriveva ancora su schede perforate. Al tempo sembrava una cosa futuristica, poi ho iniziato ad insegnare e visto che mi piaceva, ho continuato a farlo”.

I giochi matematici sono sempre stati uno dei suoi strumenti d’insegnamento, grazie alla loro capacità di stimolare la logica, e molti dei suoi studenti, come i suoi due figli, hanno partecipato a giochi matematici. La matematica sembra veramente il filo conduttore di tutta la famiglia: è stata la scintilla che ha avvicinato Agostino e Mariagrazia e i figli continuano con l’insegnamento in matematica e fisica. Dal momento della pensione gli ingranaggi della sua mente matematica hanno trovato nuove sinapsi che hanno dato vita a circa una ventina di rompicapi, così Agostino da insegnante è diventato un inventore.

“Già per il mio primo progetto avevo contattato Dario Uri, uno dei maggiori esperti mondiali di giochi matematici, perché non volevo creare dei doppioni come è già successo ad altri in passato. Tutto nasce da un’ispirazione che poi dev’essere elaborata: un’operazione questa che richiede qualche mese. Ogni volta mi confronto con Dario che nel frattempo è diventato un amico e aggiustando qualcosa arrivo ad una soluzione possibile e interessante. La prima a testare le mie invenzioni è mia moglie, la mia prima critica, poi posso confrontarmi anche con degli amici appassionati di matematica con i quali ci troviamo per cenare e testare questi giochi. Tutto il mio lavoro è di progettazione, poi per la parte manuale mi appoggio ad un artigiano” spiega Agostino.

Numeri, calcoli, formule sono alla base di questi rompicapi, molti dei quali possono trasformarsi anche in giochi a due, per delle sfide a colpi di cervello. Ognuno ha le proprie regole da seguire, dettagliatamente spiegate in un faldone che Agostino utilizza quando porta le sue creazioni nelle scuole o nelle università per gli adulti con le quali ha iniziato a collaborare già da diversi anni e dove organizza dei brevi laboratori. “Mi hanno contattato per-

ché ho partecipato più volte ad eventi come Ludica a Vittorio Veneto, la festa del pi greco e la giornata mondiale del gioco a Udine”.

Tra i tanti giochi troviamo anche tre dedicati ai propri nipoti: le Torri di Mario, il Cubo di Antonio e le Elle di Leonardo. “Ogni volta che li va a prendere a scuola, lui si diverte a fare un giochetto di matematica” spiega Mariagrazia.

I quesiti però si diverte a sottoporli o a riceverli anche da colleghi, con i quali condivide un gruppo in cui si sfidano nel risolverli.

“Quando creo un rompicapo, io devo arrivare all’ordine partendo da un’idea. La creatività è quella che ti fa uscire da un ordine precostituito”, spiega Agostino “Purtroppo in Italia non ci sono aziende che producono questo genere di giochi, perché sono molto di nicchia, in ogni caso ora ne ho duetre in cantiere che stiamo testando”.

È proprio il caso di dire che l’anagramma trovato da Giorgio Dendi per Agostino Recchia è proprio indovinato: serata con giochi, provare per credere!

DEL PIAVE Il Quindicinale | 25 Giovedì 11 aprile 2024 E VALLATA
QUARTIER
In questa pagina: altri giochi inventati da Recchia

Nuova linfa per la Pro Loco

Il nuovo

Direttivo della Pro Loco di Refrontolo

REFRONTOLO. Nuova linfa per la Pro Loco di Refrontolo. Recentemente l’associazione ha rinnovato il proprio direttivo e ha nominato come presidente la 28enne Anita Campardo. La giovane raccoglie l’eredità di Valter Scapol, che ha guidato la Pro Loco per 12 anni. “Ci siamo trovati davanti ad un bivio e rischiavamo la chiusura –fa sapere Campardo -. Dopo i tragici fatti del Molinetto nessuno voleva assumersi la responsabilità di fare il pre-

sidente. Io ho fatto il primo passo, perché sarebbe stato un peccato far morire la Pro Loco. Gli altri mi hanno seguito e siamo riusciti a salvarla”. Il nuovo direttivo è formato anche dai vicepresidenti Sabrina Tormena e Luca Della Colletta e dai consiglieri Enrico Campardo, Alex Antoniazzi, Paola Tormena, Edoardo Dal Vecchio, Giacomo Dal Col, Giulia Zussa, Sonia Carobolante, Valter Scapol, Federico Lorenzon e Sandra Poles. Negli anni la

Recentemente l’associazione ha rinnovato il proprio direttivo e ha nominato come presidente la 28enne Anita Campardo

dedizione di Scapol ha lasciato il segno. “Non riuscirò mai ad eguagliarlo – ammette Campardo -. Se riuscirò ad avvicinarmi a quello che ha fatto, sarà già un successo”.

Per il momento il gruppo ha deciso di confermare i classici eventi organizzati dalla Pro Loco e di introdurre eventuali novità a partire dal prossimo anno. “Abbiamo tanta voglia di organizzare eventi e manifestazioni – fa sapere la neopresidente -. Nei prossimi anni vorremmo introdurre alcuni appuntamenti dedicati ai giovani”. La Mostra del vino si terrà il 20 aprile, poi sarà il turno della festa di Santa Margherita e della classica Festa dei passiti. Grazie alla partecipazione di 30 cantine, per la mostra sarà un’edizione da record. Roberto Silvestrin

Il Quindicinale 26 | Giovedì 11 aprile 2024 QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Addio a Meneghel Flash

Piazza Roma pedonale

CISON DI VALMARINO. Fino al 29 settembre, tutte le domeniche e i giorni festivi viene istituita in piazza Roma, cuore di Cison, un’area pedonale. Vietato il transito dei mezzi, per l’intero arco delle 24 ore, nella piazza dall’intersezione con via Mazzini a quella con via Marconi.

La malattia dementigena

TARZO. Nuovo incontro pubblico gratuito al K-point di via Roma 42 (saletta vicino alla biblioteca): venerdì 12 aprile alle 16.30 con la dottoressa Marta De Biasi, medico di medicina generale, si parla di “La malattia dementigena: diagnosi e trattamento”.

Cerva sbranata

TARZO. Una cerva gravida sbranata a pochi metri dall’abitato di Tovena: il macabro ritrovamento risale alla mattina del 22 marzo scorso. Ad uccidere la cerva potrebbero essere stati dei lupi.

Era stato presidente della

Pro Loco di Valmareno

FOLLINA. L’intera comunità di Follina e la sezione Ana locale piange Fabio Meneghel, mancato sabato 16 marzo, all’età di 62 anni, per una malattia Per dieci anni è stato presidente della Pro Loco di Valmareno e del gruppo Alpini. Sempre disponibile e pronto a darsi da fare per gli altri Meneghel è stato un instancabile volontario. “Grazie Fabio per aver condiviso la tua vita anche con la comunità

di Valmareno, ricordiamo con affetto i tuoi 10 anni da presidente. Grazie per i momenti indelebili che hai passato insieme a tutti noi. Un abbraccio forte a tutta la tua famiglia da parte nostra e un saluto, che la terra ti sia lieve. Ciao Ciuffe!”, scrive la Pro Loco sulla pagina Facebook.

Fabio Meneghel lascia la mamma Rosa, il fratello Franco, le sorelle Luisa, Maria Teresa, Dolores e Paola. La famiglia ringrazia pubblicamente il servizio infermieristico per le cure palliative, il dottor Mondelli e il dottor De Chirico. Isabella Loschi

Acquisita la caserma dei Carabinieri

FARRA DI SOLIGO. Si è positivamente concluso l’iter di acquisizione dell’immobile sede della Stazione Carabinieri di Col San Martino - continuativamente occupato dai militari dell’Arma sin dal 1981- al patrimonio dello Stato. Concluso l’iter per la struttura di Col San Martino che ospita l’Arma dal 1981: l’iniziativa è la prima in Veneto e la seconda a livello nazionale. La Stazione di Col San Martino, alle dipendenze della Compagnia di Vittorio Veneto ha competenza territoriale sull’omonima frazione del Comune di Farra di Soligo, su quel Comune e su quelli di Miane e Moriago della Battaglia.

QUARTIER DEL PIAVE Il Quindicinale | 27 Giovedì 11 aprile 2024 E VALLATA
Fabio Meneghel

A Pieve la maggioranza si spacca

PIEVE DI SOLIGO. Il gruppo civico “Per Pieve” si spacca in vista dell’appuntamento elettorale di giugno. Tre dei suoi esponenti, Alexa Spina (che in aula aveva il ruolo di capogruppo di maggioranza) e gli ormai ex assessori Tobia Donadel e Danilo Collot, sono passati a Fratelli d’Italia. Tesseramento maldigerito dal sindaco Stefano Soldan che ha deciso di ritirare le deleghe ai due assessori, poche ore dopo aver annunciato la sua candidatura per un terzo mandato. Soldan punta alla rielezione sempre alla guida di “Per Pieve”. «Ho deci-

Due nuovi assessori

A destra: Mauro Finotto e Roberto Gallon

PIEVE DI SOLIGO. Mauro Finotto e Roberto Gallon sono i nuovi assessori comunali di Pieve di Soligo. Gallon è il nuovo assessore a manutenzioni, patrimonio, sport e associazioni, Finotto ha le deleghe a servizi demografici e protezione civile (che già da consigliere comunale aveva). Il sindaco Stefano Soldan ha tenuto a sé la delega ai servizi sociali.

so di mettermi ancora in gioco: per Pieve soprattutto. E per senso del dovere – spiega -. Ci sono ancora alcune importanti cose da fare per completare il programma impostato con la squadra. La direzione è quella giusta, ma occorre andare avanti, aggiustando qualcosa sì, ma evitando il rischio di cadere nell’incubo del fare e disfare. Un classico quando si cambia amministrazione. Mi candido anche per que-

Il sindaco Soldan conferma la candidatura con “Per Pieve”

sto». La squadra di “Per Pieve” sarà inevitabilmente rinnovata, anche alla luce del terremoto che si è registrato in maggioranza a fine marzo.

Intanto anche il centrodestra –Forza Italia, Fratelli d’Italia e Legaè al lavoro. Punta ad una candidatura unitaria. Tra i papabili candidati sindaco c’è Alexa Spina. «Purtroppo – hanno dichiarato Donadel, Collot e Spina - la spinta che ha portato a sostenere l’amministrazione Soldan in questi anni si è esaurita. Lo stesso sindaco ha dichiarato di non avere più l’entusiasmo e l’energia di un tempo tanto. Ed è proprio questo quello che ci preoccupa. Una comunità importante come la nostra non può essere amministrata con scarsa convinzione». «Noi – aggiungono i due ex assessori - fino all’ultimo giorno avremmo continuato a fare il nostro dovere con orgoglio, lealtà e determinazione: appare singolare, considerato l’apporto garantito in tutti questi anni, che il sindaco abbia deciso, per motivi evidentemente di censura politica, di ritirarci le deleghe» «In realtà è singolare che non le abbiano rimesse loro spontaneamente, dopo aver preso la tessera di partito e deciso di lasciare la maggioranza – replica “Per Pieve” -. Sarebbe stato un gesto di correttezza e dignità. Così, invece, una chiara dimostrazione di inaffidabilità». Claudia Borsoi

Il Quindicinale 28 | Giovedì 11 aprile 2024 QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA
Stefano Soldan

Flash

Punto prelievi spostato

FARRA DI SOLIGO. A seguito dei lavori di ristrutturazione per la realizzazione della casa della comunità, l’accettazione e la zona prelievi presenti al piano terra di via dei Bert 44 hanno trovato una nuova collocazione sempre all’interno della struttura solighese, negli spazi messi a disposizione dall’Ipab Bon Bozzolla. Il Cammino Unesco tra i “Cammini aperti”

FARRA DI SOLIGO. Il Cammino delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene protagonista, il 13 aprile, dell’evento nazionale “Cammini aperti”. L’escursione sarà ad anello e avrà come contesto parte della seconda tappa del Cammino, in particolare il tratto da Col San Martino al Monte Moncader. Maggiori dettagli su www-camminiditalia.org.

Frecce tricolori cittadine onorarie di Pieve di Soligo

PIEVE DI SOLIGO. A metà marzo, il consiglio comunale all’unanimità ha conferito la cittadinanza onoraria al 313° Gruppo addestramento acrobatico Pattuglia acrobatica nazionale “in modo da poter dare concretezza – si legge nella delibera - al sentimento che lega i pievesani alla Pattuglia acrobatica nazionale, oltre a mostrare un segno tangibile di vicinanza di una delle eccellenze italiane al nostro territorio”. Ergastolo per Boumarouan

PIEVE DI SOLIGO. La Corte d’Assise di Treviso ha emesso una sentenza di condanna all’ergastolo per Mohamed Boumarouan, 37 anni, riconosciuto colpevole dell’omicidio di Adriano Armellin, 83 anni, avvenuto il 25 marzo 2022 a Pieve.

Nuovi cantieri per un milione

Con l’avanzo di amministrazione, la giunta Perencin vara nuove opere

FARRA DI SOLIGO. Un avanzo di amministrazione di poco di più di un milione di euro da tramutare, a stretto giro, in interventi sul territorio. Ad annunciarli l’amministrazione comunale di Farra di Soligo.

«L’applicazione dell’avanzo sarà utilizzata per finanziare per 60mila euro la manutenzione straordinaria degli stabili comunali, in particolare la Casa anziani monsignor Pasin, che ha subito ingenti danni al tetto dopo la violenta grandinata dell’estate 2023 – spiega l’assessore al bilancio Manuela Merotto -. 121mila euro sono destinati ad interventi di sistemazione di frane e messa in sicurezza della viabilità collinare; 275mila per la realizzazione dei nuovi spogliatoi negli impianti sportivi di Soligo. Poi l’investimento per la videosorveglianza, con 60mila euro per l’acquisto e installazione di nuovi sistemi, che saranno in parte finanziati per 35mila euro con contributi statali. Stanziati 40mila

euro per la realizzazione di attraversamenti pedonali in via Canal Nuovo e via Sernaglia». «Inoltre - afferma il sindaco Mattia Perencin - abbiamo destinato 77mila euro al completamento della messa in sicurezza dei solai della scuola media di Col San Martino: dopo l’intervento urgente realizzato a dicembre, abbiamo ritenuto di sistemare anche i solai che secondo la perizia tecnica non necessitavano di un intervento immediato, ma su cui, in un’ottica di sicurezza, si è valutato di intervenire ugualmente». Sul fronte opere pubbliche, Perencin traccia un bilancio positivo al termine del suo primo mandato: «In questi 5 anni di amministrazione, dopo aver concluso positivamente le cause Pip, abbiamo avviato e realizzato opere per 9,9 milioni di euro, dalla sistemazione delle scuole del comune, all’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica per 700mila euro, ad interventi di viabilità come i nuovi marciapiedi in via Castelletto, via Scandolera, via dei Colli e via San Francesco. Diversi anche gli interventi in sinergia con ATS per il rifacimento di molti chilometri di acquedotto e fognatura». C.B.

Bottega è passata in maggioranza

Manovre in vista dell’appuntamento elettorale di giugno

REVINE LAGO. La consigliera comunale Francesca Bottega, eletta nel 2019 tra le fila del gruppo “Insieme per un bel comune”, da marzo ha lasciato la lista di opposizione per passare in maggioranza, con il gruppo “Prima Revine Lago” del sindaco Massimo Magagnin.

«Già cinque anni fa – ripercorre il sindaco di Revine Lago – avevo cercato Francesca affinché si candidasse nella nostra lista. Negli ultimi mesi mi ero accorto che in consiglio comunale, sedute a cui Francesca ha sempre partecipato a parte qualche volta, secondo me la minoranza si era sfaldata. Così, quando è venuta in municipio

per parlarmi del baby grest che organizza, le ho proposto di rivalutare il suo ingresso nella nostra lista. Ne è seguito un incontro con lei e la giunta, il vicesindaco Thomas Sandrin e l’assessore Elisa Carpenè, dal quale è emerso che anche la mia squadra era d’accordo». Così a metà marzo l’ufficializzazione di Bottega nel gruppo “Prima Revine Lago”. La diretta interessato ha affermato di aver trovato nel nuovo gruppo una squadra coesa e con persone animate dalla voglia di fare per il paese. Bottega ha ringraziato il suo ex capogruppo Boris Bottega per quanto ha fatto e fa per il territorio. L’opposizione di “Insieme per un bel comune” resta rappresentata in aula dai consiglieri Boris Bottega e Doris Carlet. C.B.

QUARTIER DEL PIAVE Il Quindicinale | 29 Giovedì 11 aprile 2024 E VALLATA
Mattia Perencin Francesca Bottega

Parola d’ordine: rifiorire!

Fiori di gelsomino

Anni fa avevo una collega che quando vedeva un negozio di fiori attraversava la strada. Per andare nella direzione opposta. Per stare alla larga da quei banchetti dove occhieggiavano mazzi coloratissimi. Pensavo fosse allergica - che so - a qualche polline. O che avesse una sorta di florefobia (le fobie si rintanano ovunque). Un giorno però l’ho vista sfogliare avidamente - aveva sul viso la stessa espressione che adotto di fronte a un cannolo - delle riviste sui fiori. Ha alzato gli occhi, ha notato

la mia espressione curiosa e ha spiegato l’arcano (va be’, chiamiamolo esageratamente così). Mi ha rivelato che i fiori la facevano impazzire, che li trovava irresistibili, che aveva un’attrazione fatale per ogni tipo di pianta, e che poiché viveva in un piccolo appartamento già strapieno di vasi fioriti non poteva permettersi di acquistarne altri. “Per vincere la dipendenza dai fiori - ha commentato - devo stare lontana da serre, fiorai e pure dalle edicole…perché non resisto nemmeno alla tentazione di comprare riviste dedicate

Le vedete le gemme? Sono lì per noi. Per voi. Sono una promessa della natura, che ci fa l’occhiolino.

Furbescamente.

Profumatamente

alle piante”. Non vedo la collega da un sacco di tempo. A dire il vero - lo confido con mestizia - non ricordo nemmeno il suo nome (chissà se chiamava Margherita, Iris, Flora, Gemma, Viola…), ma di lei mi è rimasto questo ricordo profumatissimo.

Credo che l’attrazione verso i fiori sia sinonimo di generosità, allegria, spontaneità. Me lo conferma, per esempio, la zia Bruna Lovatello. Credo che abbia aperto i social solo per postare foto di fiori. La sua casa, il suo giardino fioriscono perennemente, ma scommetto che a un certo punto ha sentito il bisogno di avere anche dei fiori virtuali. Coi quali salutare le amiche su Fb o su whatsapp.

FOCUS PRIMAVERA: è tempo di fiori Il Quindicinale 30 | Giovedì 11 aprile 2024

Anche la mia amica Annalisa è florofila. A lei piacciono soprattutto le piante succulente. Quelle che per crescere, e produrre magari un unico fiore, hanno bisogno delle cure che si dedicano a un neonato. Le piante di Annalisa godono sempre di ottima salute. Lei non ha un pollice verde: ha tutti i polpastrelli smeraldo (mi sa che questa non me perdona: speriamo non arrivi a leggere fin qui). Io invece ho il pollice color asfalto. Anche se adoro i fiori, le piante, gli alberi, non riesco a comunicare loro il mio affetto: le poche piante che ho in casa o sul terrazzo mi rimandano sguardi spazientiti. Ma eloquenti: la sanseveria mi accusa di averle dato troppa acqua dopo la lunga dieta siccitosa con cui l’ho tormentata; il ficus - attorcigliato a una canna di finto bambù - mi prega di rinvasarlo; la spatifillo mi chiede urgentemente qualche integratore, il geranio odoroso s’è intestardito a non regalarmi che foglie (i fiori te li scordi, sembra ripetermi piccato). Solo i pansè arancioni - che del resto sono appena arrivati - sorridono. Ignari forse di essere stati accolti in una casa dove - se si è nati fiori - bisogna cavarsela da soli. Crescere e rinverdire con la forza di volontà. Una lezione che impartisce il gelsomino. Magica pianta! In queste ore, a dispetto della mia evidente incapacità nell’arte della floricoltura, ha messo fuori delle gemme. Preziossime. Sono lì che sorridono, chiacchierano tra loro e si ripromettono di dare a quel terrazzo-un-po’-così dei fiorellini profumati di felicità!

Buona primavera a tutti! Abbiate o no il pollice smeraldino.

Concorso verde per gli alunni di Follina

FOLLINA. Giovedì 21 marzo 2024 si è svolta la Festa degli Alberi per la scuola primaria di Follina, in un’area verde dedicata lungo il corso della Fiadora. Questa festa all’insegna dell’ecologia viene organizzata annualmente, a partire dal 1994, dal gruppo Artiglieri di Follina con il contributo della Banca Prealpi. Tutti i bambini di classe prima e gli alunni di recente iscrizione hanno piantato un giovane alberello, contrassegnato da una targhetta in legno con il proprio nome, realizzata dagli ospiti del Ceod di Soligo. Ogni 5 anni viene anche organizzato un concorso per gli alunni sul tema “Alberi”, quest’anno è stato dedicato al presidente degli artiglieri Giuseppe De Conto e , in suo ricordo, è stato piantato un albero da frutto. Per il concorso gli alunni di classe prima

e seconda hanno preparato dei disegni, quelli di terza disegni con uno slogan sulla natura, mentre quelli di quarta e quinta hanno realizzato un modellino di albero tridimensionale con materiali naturali e/o di recupero. La scelta della giuria non è stata facile per l’originalità e la creatività di tutti i lavori, ogni alunno ha comunque ricevuto un segnalibro ricordo, realizzato sempre dai ragazzi del Ceod. I premi, in libri e giochi didattici, sono stati così assegnati:

Classe prima: 1 Cecchella Angela, 2 Compaore Chanel, 3 Biz Giulio.

Classe seconda: 1 Modolo Noah, 2 Nardi Nicolò, 3 Mani Noureddine.

Classe terza: 1 Zanato Olivia, 2 Girardi Cristian, 3 Bortolini Alex.

Classe quarta: 1 Farcas Yara, 2 Nika Dario, 3 Perencin Gilberto.

Classe quinta: 1 Recchia Emma, 2 Gentile Leonardo, 3 Dal Pont Agata. Questa festa è un evento di particolare rilievo civico per far capire alle giovani generazioni, con un’ attività pratica all’aperto, l’importanza degli alberi e della salvaguardia della natura.

Il Quindicinale | 31 Giovedì 11 aprile 2024
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PRIMAVERA: è tempo di fiori FOCUS La festa degli alberi

La Città e il Fiore fa 40

La manifestazione si terrà il 14 aprile a Vittorio Veneto

Quaranta edizioni. La prima a Serravalle. Ad organizzarla all’epoca era il comune di Vittorio Veneto con il suo assessorato alle attività produttive. Poi lo spostamento in Centro. E l’affido della regia alla Pro Loco di Vittorio Veneto.

“La città e il fiore” giunge quest’anno alla sua 40esima edizione. L’appuntamento in piazza del Popolo e lungo il viale della Vittoria con la mostra-mercato di piante e fiori è per domenica 14 aprile dalle 8 alle 19. Una novità celebrerà l’importante anniversario: per la prima volta a Vittorio Veneto sarà realizzata, grazie alla collaborazione della Pro Loco di Fucecchio (Firenze), un’infiorata: utilizzando fiori e petali saranno realizzati suggestive creazioni artistiche.

«La manifestazione è arrivata alla sua quarantesima edizione – sottolinea la Pro Loco di Vittorio Veneto -. Noi volontari da quando il comune ci ha chiesto di occuparci di questo evento

siamo impegnati a tenerlo vivo, prestando gratuitamente il nostro tempo alla comunità. E anche questa edizione sarà tripudio di colori e profumi». Oltre una trentina gli espositori che animeranno il centro città. Gerani, gardenie, margherite per abbellire il balcone di casa. E poi piante fiorite e sempreverdi, per interni ed esterni. Non mancheranno nemmeno gli alberi da frutto. E spazio naturalmente anche a sementi, attrezzature per il giardinaggio e il fai da te.

Sotto al Quadrilatero torna a dare appuntamento la mostra di bonsai organizzata, come tradizione, dal Bonsai Club di Conegliano. «Ci proporranno meravigliose creazioni realizzate dai maestri bonsaisti» assicura la Pro Loco.

In piazza del Popolo, dalle 8 alle 11 andrà in scena la creazione del tappeto floreale a cura della Pro Loco di Fucecchio, mentre la scalinata del municipio sarà ancora una volta avvolta da fiori. E sempre in piazza spazio ai laboratori naturalistici con Zafferano di Caneva, FigoMoro di Caneva, Tapa Olearia, associazione naturalistica Lorenzoni e Al portego, associazioni custodi delle varietà di piante da frutto che il tempo rischia

di cancellare: ci saranno anche dimostrazioni di innesti per far conoscere i segreti di quest’arte.

Dalle 10 alle 12 nei giardini (in caso di pioggia al Quadrilatero) incontro di lettura curato dalla libreria Il Viale, mentre dalle 10.30 alle 11.30 letture per bambini del gruppo LeggiamoliForte della biblioteca civica. Sempre per i più piccoli dalle 15.30 alle 18 in Quadrilatero laboratorio gratuito “Nel paese delle farfalle” e nei giardini ancora un nuovo appuntamento con letture.

Il Quindicinale | 33 Giovedì 11 aprile 2024 PRIMAVERA: è tempo di fiori FOCUS

DOPO LA PENSIONE …IL SUPPLEMENTO

a cura di

Icontributi versati dopo la decorrenza della pensione per l’attività non vanno perduti, ma si potranno utilizzare per la pensione facendo domanda di supplemento di pensione. In maniera specifica il supplemento spetta anche nei confronti di quei lavoratori che abbiano ottenuto il trattamento pensionistico attraverso l’Istituto di “cumolo” dei periodi assicurativi e che successivamente alla decorrenza della pensione continuano a lavorare o versare contributi in una delle gestioni che sono state interessate dal cumolo, sempre che tale gestione preveda nel proprio ordinamento l’istituto del supplemento di pensione

La liquidazione di tale supplemento può aver luogo solo dopo che siano trascorsi 5 anni dalla data di decorrenza della pensione o del precedente supplemento. E’ possibile chiedere anche dopo due anni, ma questo solo nel caso sia stata raggiunta l’età pen-

sionabile.

E ancora: il supplemento biennale viene però riconosciuto una sola volta, gli eventuali successivi supplementi hanno di nuovo scadenza quinquennale. Relativamente al calcolo e, quindi all’eventuale importo di supplemento spettante, c’è da dire che viene calcolato con gli stessi criteri previsti per il calcolo della pensione ( il 2% per ogni

“TE FASSO VEDER MI CHE ORA CHE XE”

Te fasso veder mi che ora che xe è un detto che i veneti conoscono bene e capiscono subito che quando lo sentono pronunciare sanno che c’è qualcosa che non va, anzi forse meglio girare alla larga.

Questa frase, infatti, che letteralmente significa Adesso ti faccio vedere io che ora è è una vera e propria minaccia, usata anche bonariamente o ironicamente per rimproverare o spaventare qualcuno che si è comportato male e dovrà pagarne le conseguenze. Ma da dove deriva questo modo di dire veneziano?

Questo detto comunissimo trae origine da un’abitudine tutta veneziana ai tempi della Serenissima e rimasta nel linguaggio comune. Nella metà del XVIII secolo in piazza San Marco nello spazio tra le colonne di San Marco e San Todaro, venivano effettuate le esecuzioni capitali.

Quest’area di San Marco è ancora oggetto di superstizione da parte dei veneziani che non vi passano mai in mezzo perché era destinata alle uccisioni ed è proprio da questo luo-

anno di anzianità contributiva calcolata sulla media dei redditi coperti da contribuzione).

Per gli importi successivi al 31 dicembre 1995 si utilizza il sistema retributivo, se il titolare ha già maturato 18 anni di contributi a tale data, fermo restando che i contributi versati a partire dal 1° gennaio 2012 saranno conteggiati con il sistema contributivo.

go che deriva il detto. I condannati a morte erano costretti a dare le spalle al bacino San Marco e l’ultima cosa che guardavano, appena prima di venire ammazzati, era dritto alla torre dell’orologio che avevano davanti che segnava l’ora della propria morte.

Proprio da qui deriva questa minaccia di origine molto antica: “Ti faccio vedere che ore sono”, nel senso di “Ti condanno a morte”, che ancora ora fa parte dei modi di dire veneti in un’accezione più leggera.

Il Quindicinale 34 | Giovedì 11 aprile 2024 RUBRICHE
Michele Cais il Cuore Veneto a cura di Alberta Bellussi

RUBRICHE

I MUSCOLI PELVICI COME UN’AMACA APPESA A DUE ALBERI

Cos’è il pavimento pelvico? E’ un insieme di muscoli che stanno alla base del bacino, comunemente tutti quelli che noi appoggiamo sulla sella della bicicletta, superficiali, detti perineo, e profondi. Sostengono gli organi pelvici come la vagina, l’utero, la vescica e il retto, e nell’uomo anche la prostata.

I muscoli del pavimento pelvico sono come un’amaca appesa a due alberi. Le corde che la legano agli alberi sono i legamenti e sono ormoni dipendenti, quindi, finché la donna non è in menopausa e produce ormoni estrogeni, le “corde” sono bene tirate e l’amaca sostenuta. Poi inevitabilmente cedono o si spezzano e gli organi pelvici appoggiati scendono verso il basso. Ciò si definisce prolasso degli organi pelvici.

Perché è importante prendersene cura? Quando i muscoli sono elastici, quindi sanno contrarsi e rilassarsi, ovvero non sono troppo tesi o troppo deboli la funzionalità del pavimento pelvico è quasi sempre garantita .

Parlo della minzione, della

defecazione, della continenza in generale, del parto e della sessualità. Ad esempio l’ipertono dei muscoli che circondano la vagina, possono impedire una penetrazione o renderla dolorosa.

L’ipotono dei muscoli che circondano l’uretra (il canalino della pipì) può generare incontinenza urinaria, anche di poche gocce, prolasso del retto da spinte eccessive e protratte possono impedire una buona e soddisfacente defecazione.

Pensate che l’ipertono del pavimento pelvico maschile può anche generare il problema dell’eiaculazione precoce. In quali fasi della vita è bene ricordarsi della cura del proprio pavimento

UN’ORIGINE LONTANISSIMA

All’interno del complesso del castello di San Martino, sul colle San Paolo che domina Ceneda, esisteva già in età medievale una cappella castrense. Ma se per la fortificazione si può parlare di derivazione da un castrum romano, per la cappella si può identificare l’altomedioevo longobardo come possibile inquadramento storico. La dedicazione al santo altomedievale di Tours, cantato da Venanzio Fortunato, è legata alla nascita di Ceneda come sede vescovile tra VII e VIII secolo. La piccola cappella viene nominata nelle fonti, per la prima volta, nel 1277, anche se già nel 1175 ne abbiamo una prova indiretta dell’esistenza. Secondo lo storico mons. Rino Bechevolo, le statue che il Graziani ricorda presenti all’interno dell’edificio ora si trovano a decorare il tempio di San Rocco, poco distante sulle pendici del Colle San Paolo. Come l’intera struttura castellana, ha subito vistosi danneggiamenti dai

pelvico? Sempre. Ideale sarebbe già educare i ragazzini e le ragazzine in pubertà e con la comparsa delle mestruazioni, insegnare a prendersi cura di quell’area intima e segreta. Perché il pavimento pelvico è uno scrigno segreto. Io parlo sempre di “emozioni dei genitali”, perché racchiudono le nostre emozioni correlate alle relazioni che stiamo vivendo.

E non è mai troppo tardi per sottoporsi ad un percorso di rieducazione perineale o riabilitazione del pavimento pelvico.

La pre menopausa, che inizia anche cinque o sei anni prima della menopausa è una importante fase che consente di informarsi, prendere coscienza di come cambierà il corpo , la vulva e la vagina. In senilità, perché non è mai troppo tardi per stare meglio di come si sta. Ogni fase della vita presenta un “potenziale perineale”, così lo definisco io. Una capacità intrinseca a tutti gli esseri umani, di ascoltarsi e fare fronte al problema.

Specialista nella riabilitazione delle disfunzioni pelvi perineali

Consulente Sessuale

terremoti, in particolare del 1873 e del 1936. Quest’ultimo, estremamente distruttivo, portò al rifacimento integrale della cappella per iniziativa del vescovo Eugenio Beccegato, che nella sua opera si avvalse dei fidati collaboratori mons. Fernando Marcolin e mons. Giuseppe Bortoluzzi e delle indicazioni del comm. Ferdinando Forlati della Soprintendenza ai Monumenti di Venezia. Un altare marmoreo policromo, in stile neoclassico, ospita la pala con San Martino nella sua iconografia classica, mentre dona ad un bisognoso parte del suo mantello. E’ un ambiente semplice e raccolto, con una luce fioca e tenue che rispetta la destinazione di questo edificio: sul pavimento, dal 1936, ci sono le tombe con le sepolture di alcuni vescovi cenedesi. Ha superato i secoli, le guerre e i terremoti un crocefisso in marmo scolpito da un unico pezzo, ancora presente a decorare la cappella.

tra le colline a cura di Michele Zanchetta

A sinistra: il castello di San Martino a Vittorio Veneto, Sede Vescovile

Il Quindicinale | 35 Giovedì 11 aprile 2024
Autorizzazione Ufficio per l'Arte Sacra e i Beni Culturali Diocesi di Vittorio Veneto n°1253.189/2015

Alla scoperta delle Prealpi a cura di Giovanni Carraro

Iestende tra gli abitati di Soligo e di Col San Martino, a tutti gli effetti una catena montuosa in miniatura che rappresenta per l’escursionista una piccola avventura tra stradine, sentieri, salite e discese, in un contesto di notevole valore paesaggistico. La partenza è fissata alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Soligo, posta ai piedi del Colle di San Gallo. La prima parte del percorso costeggia il fiume Soligo che si raggiunge percorrendo l’antica Strada delle Cavade. Dopo aver camminato lungo l’argine, incontriamo il capitello di Sant’Antonio dove ci teniamo a destra su via Croda seguendo un percorso molto frequentato dai runners che ci condurrà tra i vigneti in direzione del Bosco Impero. Tramite un sentiero che taglia il versante settentrionale di un colle, in breve raggiungeremo Collagù,

Grado di difficoltà: escursionistico

Punto di partenza:

Soligo, parrocchiale

Punto di arrivo: Col San Martino

Tempo richiesto: 3h 30m

Aumento di quota: m 552

Distanza: km 11,5

Info e dati: www.ibit.ly/5GF47

Santa Florida. Il grazioso borghetto appare come un piccolo gioiello incastonato tra le colline in un punto di osservazione straordinario. Il cammino prosegue sulla Strada Giuliana, che lasceremo dopo alcuni minuti per visitare la prima delle cime, il Col Maor (436 m), tramite il sentiero nord n.5.

Giunti a Forcella di San Martino (360 m) affrontiamo le successive colline delle Colesìe (453 m) e del Col Vinal (450 m) tramite il Sentiero Alpino n.4. Dall’alto di queste piccole vette vi è una vista panoramica verso Pianezze, le alture di Miane, di Follina e di Cison, mentre a nordest si intravede la vetta del Col Visentin. Il successivo colle è il Pian Serafin (470 m) dove sorge un castagneto e un pianoro, quindi scen-

una ripida strada sassosa saliamo al Monte Pertegar (485 m), la più alta di queste cime. Le vette non sono ancora tutte conquistate, poiché mancano all’appello il Roccolo (474 m) e l’ultima delle nostre cime, il Monte Moncader (470 m). Qui è presente una galleria passante risalente alla Grande Guerra, perfettamente conservata. Ora finalmente è tutta discesa, prima fino al Campo Farel e successivamente lungo una stradicciola che si snoda tra colline rivestite di vigneti in uno scenario di straordinaria bellezza. La parte finale del percorso ci darà la possibilità di visitare l’antica chiesetta di San Vigilio, simbolo di Col San Martino. Si conclude così il Sentiero delle Vedette in centro al paese, un piccolo viaggio tra storia e natura.

Il Quindicinale 36 |
RUBRICHE
Percorso tratto dal libro “Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, di Giovanni Carraro, De Bastiani Editore Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Alla scop erta delle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Il Cammino delle Colline del Prosecco nell’area Patrimonio dell’Umanità Giovanni Carraro Giov anni Carraro bellezze paesaggistiche dove trovano spazio proposte di escursioni a piedi, alcune del tutto inedite, inserite nel territorio di 29 comuni della Core Zone UNESCO, della Buffer Zone e della Commitment Zone. Una guida che offre passeggiate adatte tutti, dalle semplici camminate di pianura tra borghi città d’arte, agli itinerari più impegnativi e avventurosi sui rilievi maggiori della dorsale collinare. 405 km di sentieri costituiti da 40 percorsi base e 29 varianti, comprendenti il Cammino delle Colline del Prosecco da compiere in quattro tappe giornaliere tra Vidor e Vittorio Veneto. I singoli itinerari sono minuziosamente descritti e corredati da mappe Tabacco, altimetria, grado di difficoltà, distanza, georeferenziazione, foto di dettaglio e approfondimenti storici e culturali. I tracciati GPS sono scaricabili nel sito www.collineconeglianovaldobbiadene.it. 40 itinerari a piedi, 405 km di sentieri
GPS E INFO

PRIMAVERA DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO

Fino al 9 giugno 2024

Varie località

THE WORLD WE LIVE IN Fotografie di Fabio Bucciarelli

Fino al 26 maggio

LA PRIMAVERA DEL GIOCO IN SCATOLA

14 aprile, dalle 14:00 alle 18:00

Francenigo, sala Damiano

Chiesa in via per Brugera,1

“The world we live in” è la nuova mostra dedicata al pluripremiato fotografo italiano Fabio Bucciarelli. L’esposizione sarà visitabile gratuitamente fino al 26 maggio il venerdì, sabato e domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Bucciarelli è un fotografo, giornalista e autore internazionale noto per il suo lavoro di reportage sui conflitti globali e sulle terribili ricadute umanitarie che ne conseguono. L’impegno costante nel raccontare storie importanti attraverso immagini vivide e reportage dettagliati gli è valso l’ampio riconoscimento e il rispetto del settore. Numerosi sono i suoi premi internazionali. Oggi collabora con i principali organi di informazione, tra cui New York Times, La Repubblica, Die Zeit, Il Fatto Quotidiano, La Stampa, Yahoo News, Newsweek, L’Espresso, Time Magazine, Al Jazeera.

Vittorio Veneto, Palazzo Todesco Procede senza intoppi la manifestazione che, con le sue 16 Mostre del vino, intende far vivere al pubblico la vera essenza delle colline dove nascono le bollicine più conosciute al mondo. La Primavera del Conegliano Valdobbiadene Prosecco è l’itinerario culturale e gastronomico che dal 16 marzo al 9 giugno, racconterà l’Alta Marca, i suoi piccoli borghi, i vigneti che decorano i pendii e le operose cantine che hanno reso celebre il vino del territorio. Le prossime date: Col San Martino. 9 - 28 aprile: Mostra del Valdobbiadene DOCG . Conegliano. 12 - 14 aprile: Conegliano DOCG Street Wine and Food. Miane. 19 aprile1° maggio: Mostra del Conegliano Valdobbiadene DOCG. Guia di Valdobbiadene. 19 aprile-5 maggio: Mostra del Valdobbiadene DOCG. San Giovanni di Valdobbiadene. 20 - 28 aprile: Mostra del Cartizze e del Valdobbiadene DOCG

Info: www.primaveradelprosecco.it

Info: www.palazzotodesco.it

Torna a popolarsi di tavoli e giocatori la sala Damiano Chiesa nella giornata dell’8ª edizione della Festa di Primavera di Francenigo.

E sarà la festa del Gioco in Scatola che dopo i primi due riuscitissimi incontri tra dicembre e gennaio tornerà a riunire grandi e piccini attorno a un tavolo, lanciando dadi, muovendo pedine, mescolando carte.

Tutti i tavoli saranno animati dai giocatori appassionati di diverse associazioni del territorio che spiegheranno e aiuteranno i giocatori a scegliere tra le decine di giochi a disposizione e poi a giocarci.

Giochi dagli 8 anni in su. Ingresso libero.

Informazioni: 331 260 2913

Organizza La Corrente aps e associazione Giocatori in scatola

Il Quindicinale Giovedì 11 aprile 2024 ABSTRACT cultura,
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arte & spettacolo

In cucina con Armando Zanotto

FILETTO DI VITELLO AL PROFUMO DI TIMO

Ingredienti per 4 persone: 800 gr di filetto di vitello da cui ricavare 8 filetti dello spessore di 1,5 cm, 30 gr di foglioline di timo fresche pulite e lavate, 70 gr di burro, 1⁄2 bicchiere di vino bianco, 3 fette di pancarrè, solo la mollica, sale e pepe.

Preparazione: frullate per bene il timo assieme al pane, con sale e pepe appena macinato. Passate i filetti di vitello in questo composto e fatelo aderire bene. In una padella antiaderente con il burro adagiate i filetti e cuocete a fuoco dolce da ambo le parti annaffiando con il vino. A cottura, disponete su 4 piatti caldi con il sugo di cottura. Portate subito in tavola.

Volendo si possono passare i filetti nella farina poi nell’uovo sbattuto e poi nel composto di pane e timo.

a cura di Nello

Della Giustina

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LA LANTERNA DI DIOGENE

Con il termine fornice in Roma antica si indicava un arco, che poteva nascondere un’entrata o uno spazio limitato dove le prostitute potevano agire senza dare nell’occhio, un’anticipazione delle case chiuse di un tempo. Metaforicamente quell’arco segnala tuttora la distinzione spaziale tra il puro e l’impuro, tra il moralmente lecito e l’illecito. In ambito cristiano, nella risistemazione del sesto comandamento, non commettere atti impuri, i Padri del Concilio Tridentino riscoprono il termine fornicare sulla scia di S. Paolo, “ Fuggite l’impudicizia: qualunque peccato l’uomo commetta, si svolge fuori del corpo, ma il fornicatore pecca sul proprio corpo ” (Corinzi, 1, 6, 18). S. Paolo usa il termine pòrnos dal significato esplicito; la lingua latina usa il termine fornicator , a conferma che le prostitute esercitavano negli angiporti, lo spazio angusto e nascosto al di là degli archi a volta. Questione complessa: è lecito chiedersi cosa ne potessero capire i fanciulli in formazione e quindi privi di strumenti adeguati di lettura.

Vendesi porzione di casa a due piani composta da 3 camere, sala da pranzo, cucina con caminetto, soggiorno, un bagno e un antibagno. Casa abitabile a Vittorio Veneto in località Basso Fadalto, vicino al lago Morto. Prezzo: euro 35.000 trattabili. Possibilità di aggiungere separatamente spazio per l’orto e un terreno boschivo. Tel. 346 4925123

Cerchiamo casa in affitto con due appartamenti indipendenti, semiarredati o arredati, con garage e giardino. In zona tranquilla a Vittorio Veneto e dintorni, a Cison di Valmarino e dintorni, Tarzo e vallata. Chiamare al 331 4548424

Vittorio Veneto. Cercasi appartamento anni ‘70-’80-’90 per acquisto, munito di ascensore e riscaldamento autonomo. Zona centro o Costa di Vittorio Veneto, purchè vicino ai servizi. Tel 347 2668688

Vittorio Veneto. Signora cerca abitazione in affitto con un po’ di verde a Vittorio Veneto o paesi vicini. Tel 347 3756363

Periodico di informazione, cultura e tempo libero

Iscritto al n. 480 del registro stampa del tribunale di Treviso il 17/12/1981 e al n. 3086 del registro nazionale della stampa il 24 /04/1991

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Il Quindicinale Giovedì 11 aprile 2024 38 |
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