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A caccia di una villa Pag VIII

Il “mistero” Villa Carolina

La scuola “riciclabile” che abbatte i muri Pag X Sarà immersa nel verde e all’avanguardia

Arrivano i crediti edilizi Pag VI Abbatti e ricostruisci. E con un contributo comunale

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Redazionale n. 6 del 28 marzo 2024

La Villa Veneta è rinata

Villa Lucheschi in località Valforte a Colle Umberto fotografiata da Francesco Galifi

La villa veneta è rinata

Il castello di San Salvatore a Susegana (Fotografia di Francesco Galifi)

Secondo l’Istituto Regionale nella sola provincia di Treviso ce ne sono 788, un numero enorme, che potrebbe essere anche maggiore se contassimo tutte le residenze rurali minori, magari senza un nome specifico riconducibile ad una famiglia in particolare.

Come nasce la Villa Veneta? Per scoprirlo, dobbiamo andare al Quattrocento, secolo di grande fermento, denso di storia e artisti. I fili da annodare sono due, da una parte l’invenzione della polvere da sparo, dall’altra l’espansione della Serenissima nell’entroterra.

L’invenzione della polvere da sparo impone, a partire dalla seconda metà del XV secolo, la rivoluzione delle tecniche militari, ma anche delle te-

Nel Nordest il patrimonio di Ville Venete è di circa 4500 edifici. Una ricchezza storica e culturale spesso abbandonata, ma molto sta cambiando e un nuovo Rinascimento è alle porte…

orie di assedio e difesa. La fortificazione delle città con criteri moderni è l’aspetto architettonico ed ingegneristico più visibile: via libera quindi a fortezze, baluardi, bastioni, ampi fossati e spazi aperti attorno agli abitati, dove i nemici trovino difficoltà negli assedi e siano facilmente colpibili.

Le famiglie nobili abbandonano i castelli e le torri nella campagna e costruiscono i palazzi nelle città:

Treviso, Conegliano, Feltre, Ceneda, Serravalle e Belluno sono i centri che vedono questo fiorire architettonico, mentre al di fuori delle mura gli scenari cambiano.

Nel primo Quattrocento Venezia completa l’acquisizione dei territori che circondano la laguna, che passeranno allo storia come Dominio di Terraferma o Stato da tera, corrispondenti circa all’attuale Nordest, seppur con confini differenti: esclusione di

CASA Il Quindicinale II | Giovedì 28 marzo 2024 SPECIALE

buona parte dell’attuale Trentino-Alto Adige, ma inclusione dell’Istria e della parte orientale della Lombardia. L’aristocrazia veneziana entra in possesso di grandi proprietà agrarie e si trova nella necessità di gestirle, o farle gestire da persone di fiducia. Si amplia la differenza tra insediamento cittadino e rurale, con la campagna che vede, nel volgere di un paio di secoli, l’irruzione dell’organizzazione fondiaria seguita dell’estetica architettonica. Dalla metà del XV secolo compaiono le residenze rurali, in un primo tempo spesso solamente ammodernamento di edifici già esistenti o trasformazione di ruderi castellani. Nel territorio persistono le proprietà delle famiglie nobili che si erano schierate con Venezia, vedendo nella sua presenza una possibilità per la continuazione degli affari e l’influenza a livello locale.

Sicuramente i Collalto di Susegana ne sono l’esempio più evidente, che da conti di Treviso alla fine dell’altomedioevo erano riusciti ad espandersi durante il medioevo verso l’area collinare e pedecollinare della Sinistra Piave. Il castello di San Salvatore, che costruiscono nel corso del XIV secolo, a partire dal Seicento risponderà sempre più ai criteri di residenza – azienda agricola rurale, svolgendo sia la funzione di rappresentanza che quella di cuore pulsante degli interessi economici. Le aree destinate al palazzo e ai giardini donano al complesso un aspetto ibrido e sono, da anni, lo splendido scenario per matrimoni, convegni, manifestazioni culturali come Libri in Cantina, immancabile appuntamento autunnale per la piccola

editoria, o eventi enogastronomici. Ma le ville possono avere anche un’evoluzione differente, come Villa Soligo già Brandolini, un edificio del XIX secolo costruito imitando l’edilizia gentilizia del Sei – Settecento, in passato celebre per essere stata sede del Centro Mességué, un luogo che tra il 1983 e il 1994 attirò a Soligo politici, attori e scrittori, desiderosi di ricorrere alle terapie per recuperare la forma perduta. Dal 2020 è diventata Hotel Villa Soligo, una struttura ricettiva che offre agli ospiti qualità e relax di alto livello.

A Cison di Valmarino, il comune trova sede nello storico Palazzo Barbi, un edificio di XVIII secolo che domina la

piazza cittadina da nord, lungo il torrente. E’ interessante come nel paese ai piedi delle Prealpi, uno dei borghi più belli d’Italia, da anni ci sia una ricerca per il recupero degli edifici storici, infatti, percorrendone il territorio si incontrano edifici gentilizi restaurati o trasformati in strutture ricettive. A suo modo, anche il castello di Cison, noto come Castelbrando, ne è un esempio, infatti le forme castellane sono completamente scomparse a partire dal tardo Seicento, quando è iniziata la fase palaziale che ne ha ingentilito le forme: finestroni, terrazze, affreschi e giardini pensili per i Brandolini, poi la fase conventuale durata sino all’arrivo di Massimo Colomban, fondatore

Il Quindicinale | III Giovedì 28 marzo 2024
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Il castello di Cison di Valmarino, noto come Castelbrando (Fotografia di Francesco Galifi)

della Permasteelisa che ha trasformato l’edificio in una struttura multiricettiva con albergo, ristoranti, terme e luoghi di divertimento.

A Conegliano, sulla collina del castello, nel primo Ottocento venne edificata Villa Gera, capolavoro neoclassico

dello Jappelli con sculture del canoviano Marco Casagrande e affreschi di Giovanni De Min a tema storico. Ora ospita eventi culturali e matrimoni, dalla sua balaustra dominata da un colonnato ionico è possibile ammirare il parco e la città che sia apre verso la

pianura.

Sempre a Conegliano, ma sulle colline di Monticella, nel Seicento su progetto di Baldassarre Longhena venne edificata Villa Paccagnella, una splendida dimora signorile immersa nel verde. Nel suo parco e nei suoi aristocratici ambienti è possibile ospitare matrimoni, eventi culturali e convegni.

A Colle Umberto Villa Verecondi Scortecci fu edificata ampliando una torre medievale, forse caminese. Ora nei suoi esclusivi ambienti si possono svolgere matrimoni, ma anche passare qualche giorno nella pace dei boschi che circondano la proprietà. Poco distante si trova Villa Lucheschi, un edificio aristocratico costruito nel XVIII secolo su progetto di Sebastiano De Boni in forme neoclassiche. E’ una ricercata ambientazione per matrimoni esclusivi, circondati da un parco secolare ed opere d’arte che arricchiscono l’edificio.

Villa Piva o dei Cedri a Valdobbiadene, splendido esempio ottocentesco di residenza nobiliare rurale, è immersa in un grande parco ai piedi dei colli. Attualmente è sede dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene ed ospita

Il Quindicinale IV | Giovedì 28 marzo 2024 SPECIALE
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Villa Lucheschi in località Valforte a Colle Umberto (Fotografia di Francesco Galifi)

eventi culturali ed enogastronomici. Villa Panigai a Cappella Maggiore fu definita da Mazzotti “piccola, chiara costruzione neoclassica” ed in effetti si presenta come un nucleo di edifici raccolto attorno ad un cortile centrale. Fu costruita all’inizio dell’Ottocento e ora è un resort di lusso, dove poter vivere momenti di pace e relax nel silenzio di prati e boschi.

A Vittorio Veneto, invece, la grande Villa Papadopoli aspetta una destinazione, infatti, dopo molti anni di abbandono e degrado, ora è stata ceduta al comune che è in attesa di un progetto per darle una nuova destinazione d’uso.

A Refrontolo il nucleo storico dell’abitato gravita nell’area della chiesa di Santa Margherita e di Villa Spada; quest’ultima fu ceduta dalla famiglia veneziana al comune e ora è un luogo destinato a eventi enogastronomici e culturali, specialmente concentrati nella barchessa che si apre sul fresco cortile alberato.

Negli ultimi anni, complice il crescente turismo, si è iniziato a restaurare e recuperare le antiche dimore signorili per convertirle all’accoglienza. E’ un processo inarrestabile, ma va considerato principalmente che il delicato equilibrio delle nostre colline non può

sopportare anche il turismo di massa. Bisogna saper scegliere un segmento con una tipologia di visitatori che non producano scossoni e alterazioni dell’ambiente, quindi evitando di costruire ecomostri che deturpino il paesaggio. Ben vengano i recuperi di ville, palazzi e residenze, ma anche di case coloniche e rustici, per accogliere in modo diffuso e complementare gli amanti delle colline trevigiane.

Il Quindicinale | V Giovedì 28 marzo 2024
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Veduta aerea di Villa Papadopoli con il relativo parco

Rallenta il mercato immobiliare

La causa?

I tassi 2023 dei mutui e i costi delle abitazioni

Il mercato immobiliare residenziale rallenta: lo scorso anno registrate -9,7% compravendite rispetto al 2022.

L’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa ha analizzato i dati diramati dall’Agenzia delle Entrate relativi alle compravendite immobiliari. Il dato a chiusura 2023 vede una decrescita del 9,7% rispetto all’anno precedente. L’anno 2023 registra 709.591 transazioni.

L’analisi limitata al quarto trimestre evidenzia un calo del 3,3%.

Dopo il risultato brillante del 2022, si confermano dunque le aspettative di ridimensionamento dei volumi di

compravendita che restano su numeri interessanti e ci restituiscono un mercato comunque dinamico, con investitori in aumento.

I comuni capoluogo chiudono con 221.144 compravendite in calo del 10,7% rispetto al 2022, mentre i comuni non capoluogo invece fanno -9,2% passando da 537857 a 488.447, un risultato leggermente migliore.

Tra le grandi città è Napoli che mette a segno la contrazione più bassa: -4,4%. Fanalino di coda Bari con -19,1%.

Se si limita l’analisi al quarto trimestre Bari registra il calo più importante con -15,7% mentre Palermo registra solo un -1,6%. Vale la pena sottolineare il buon risultato di Milano e Genova nel quarto trimestre: -2,3%.

Le previsioni per l’anno in corso sono orientate verso un ulteriore ribasso dei volumi anche se la rete nei primi mesi del 2024 ci segnala una maggiore fiducia in chi si avvicina all’acquisto, alla luce dei miglioramenti registrati sul fronte creditizio.

CASA Il Quindicinale VI | Giovedì 28 marzo 2024 SPECIALE
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Una casa sicura

La sicurezza della propria casa è una priorità per molti, e gli antifurti giocano un ruolo essenziale nel garantire la protezione degli ambienti domestici.

Con l’aumento dei furti e dei crimini legati alle abitazioni, investire in un sistema antifurto è diventato più importante che mai. Ecco perché sempre più persone stanno optando per l’installazione di antifurti sofisticati per proteggere le proprie proprietà e garantire la tranquillità della propria famiglia. Uno degli aspetti più cruciali degli antifurti per la casa è la loro capacità di dissuadere i ladri. Le moderne tecnologie di sicurezza offrono una vasta gamma di dispositivi che includono telecamere di sorveglianza, sensori di movimento, allarmi sonori e sistemi di monitoraggio remoto. Questi dispositivi lavorano sinergicamente per rilevare e segnalare qualsiasi attività sospetta, consentendo agli occupanti di reagire prontamente e chiamare le autorità competenti in caso di emergenza.

Oltre alla deterrenza, gli antifurti per la casa forniscono anche una prote-

zione attiva. I sensori di movimento e le telecamere di sorveglianza possono individuare intrusioni non autorizzate e inviare notifiche istantanee agli smartphone degli utenti. Questo permette loro di monitorare da remoto la situazione e prendere provvedimenti immediati. Inoltre, molti sistemi antifurto sono dotati di funzionalità di allarme sonoro che si attivano automaticamente in caso di tentativo di intrusione, allertando non solo gli occupanti, ma anche i vicini e i passanti. La connettività è un altro elemento chiave degli antifurti moderni. Grazie alla connessione Internet, è possibile controllare e gestire il sistema antifurto da qualsiasi luogo tramite smartphone o computer. Questo significa che gli utenti possono attivare o disattivare l’allarme, visualizzare il feed delle telecamere di sorveglianza e ricevere notifiche in tempo reale ovunque si trovino. Questa flessibilità e convenienza offrono una maggiore tranquillità agli occupanti, specialmente quando sono lontani da casa per lunghi periodi.

Inoltre, molti sistemi antifurto sono integrati con altre tecnologie smart per una protezione ancora più completa. Ad esempio, è possibile collegare l’antifurto alla domotica per controllare luci, serrature e termostati da remoto. Ciò non solo migliora la sicurezza, ma offre anche un maggiore livello di comfort e controllo agli occupanti della casa.

Infine, investire in un sistema antifurto per la propria casa può anche portare a un risparmio finanziario a lungo termine. Molte compagnie di assicurazione offrono sconti significativi sul premio assicurativo per le case protette da sistemi antifurto approvati. Questo può aiutare a compensare in parte i costi iniziali di installazione e manutenzione del sistema, rendendolo un investimento ancora più conveniente nel lungo periodo.

Con tecnologie sempre più avanzate e integrate, questi sistemi offrono una difesa efficace contro intrusioni non autorizzate e furti, consentendo agli occupanti di vivere con maggiore tranquillità e sicurezza. Investire in un sistema antifurto è un passo fondamentale per proteggere ciò che conta di più: la propria famiglia e il proprio patrimonio.

Il Quindicinale | VII Giovedì 28 marzo 2024 CASA SPECIALE

A destra:

Cesare Sofianopulo, “Ritratto di Luciana Valmarin”, 1927

A caccia di… una villa!

Un paio di mesi fa ricevo una telefonata da Laura Pasin, rinomata guida coneglianese, in associazione con me al Centro Coneglianese di Storia e Archeologia.

Stiamo preparando un libro sulle ville venete di Conegliano, ma le hanno fatto una richiesta particolare, sapendo del nostro studio sulla Conegliano ebraica… Tutto nasce dal dipinto di una donna “Ritratto di Luciana Valmarin”, 1927, esposto nella mostra “Eterno femminino. Arte a Trieste tra fascino e discrezione 1900 - 1940” al Museo Sartorio di Trieste. Le curatrici, cercando informazioni su di lei, hanno scoperto che era nipote di Abramo Adolfo Valmarin, un personaggio illustre, esponente del partito liberale, procuratore sociale della Società di Navigazione di Trieste nonché ai vertici della Comunità Ebraica locale, ma soprattutto… passato a mi-

glior vita nella sua villa di Conegliano a 67 anni. Ed ecco il nodo… vorrebbero sapere quale sia questa villa, ma nelle nostre ricerche il signor Adolfo non era ancora pervenuto, o meglio così sul momento pensavo. In cerca di risposte e animata dalla mia consueta curiosità, inizio le ricerche. Grazie alla disponibilità di Livio Vasieri della

Comunità Ebraica Triestina e al prezioso libro con i dati dello stato civile ne “L’Albero del Ghetto” di Edoardo Salvadori, scopro alcune informazioni interessanti. Il nostro Adolfo sposa Carolina Liebman e hanno due figli: Enrico, il papà della bella Luciana del quadro, e Estella. Non riesco a trovare molto altro finché non sottopongo

CASA Il Quindicinale VIII | Giovedì 28 marzo 2024 SPECIALE

“la caccia alla villa” all’incomparabile archivista del Comune di Conegliano, Maria Rita Sonego, che mi risponde: “Mi ero annotata a suo tempo una Carolina Liebman, indicata in un documento relativo al pagamento tassa domestici e vettura del 1898 come Liebman Carolina vedova Valmarin, via Ospitale nuovo. Ricordo anche che su Europeana era presente una cartolina, viaggiata 1906, con l’immagine di una Villa Carolina a Conegliano che non eravamo riuscite a ricondurre a nessuna villa. Se la ricorda? Se fosse la villa che cerca?”. Lì per lì non ricordo, ma nel giro di dieci minuti mi viene in mente che quella Villa Carolina l’avevamo identificata subito grazie all’aiuto dei follower su Facebook, ai quali avevamo chiesto un consulto pubblicando un post con quella cartolina sulla pagina del Centro Coneglianese di Storia e Archeologia.

In men che non si dica la soluzione è lì, davanti agli occhi: Villa Carolina è Villa Valmarin, ed è la sede attuale della Direzione Medica Ospedaliera in via Brigata Bisagno all’interno dell’area dell’Ospedale. Cerco e trovo conferma nei dati catastali. Le proprietà dei Valmarin comprendevano un vasto lotto a ovest, nell’area dell’attuale parcheggio, e arrivavano a sud fino al famoso Viale dei Passeggi, oggi viale Spellanzon, mentre sul retro confinavano con i terreni dei Cappuccini, passati poi all’Ospedale Civile. Curiosamente a un centinaio di metri di distanza c’è un’altra dimora appartenuta agli ebrei molto simile nell’architettura, Villa Emilia, in via Zamboni (dove c’è il Gattile). Era di Emilia Liebman, maritata Pardo. Che Emilia e Carolina siano parenti? Ma questa è un’altra storia…

Chiara Dall’Armellina

Il Quindicinale | IX Giovedì 28 marzo 2024
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Villa Valmarin Villa Carolina (oggi Valmarin) in una cartolina del 1906 custodita al Museo Otto Herman

A destra:

il render della futura scuola

Rodari a Parè di Conegliano

La scuola “riciclabile” che

Conegliano avrà presto una nuova scuola primaria, immersa nel verde e all’avanguardia per la sostenibilità energetica e per l’innovazione spaziale e didattica.

La nuova scuola Rodari sarà una delle prime in Italia a seguire il modello degli spazi circolari e modulari pensati dallo studio C+S Architects, che hanno progettato le prime scuole “riciclabili” in Italia. Il progetto esecutivo è stato approvato per un costo di 5,3 milioni di euro (3 milioni dai fondi Pnrr e i restanti 2,3 milioni finanziati con risorse proprie dal Comune di Conegliano). Un edificio che si svilupperà su 2.119 metri quadri e su un lotto di 6.800 metri quadri, comprendente 10 aule e pronto ad ospitare una capacità totale di 250 studenti.

IL PROGETTO. La dimensione delle

aule è più generosa di quanto previsto dalla normativa in quanto l’esperienza di C+S nella progettazione di edifici scolastici considera questa scelta un valore aggiunto alle potenzialità didattiche e alla possibilità di conformare lo spazio dell’aula posizionando i banchi in modo variabile a seconda della tipologia di lezione. La nuova scuola avrà pianta circolare e si svilupperà su un unico livello. Il progetto conserva gli alberi esistenti: i due filari di tigli, lungo via Padova e il confine settentrionale del lotto e i due grandi

cedri dell’attuale giardino pubblico, aggiungendo nuovi tigli, betulle, cachi e siepi di lavanda.

Affacciato su via Padova, l’ingresso principale conduce ad un ampio atrio illuminato da una serie di lucernari scavati nel volume di copertura. Dall’atrio, un generoso sistema di spazi collettivi, illuminato zenitalmente da lucernari e articolato attorno a due corti centrali, si espande in tutte le direzioni, suggerendo l’esplorazione dello spazio comune al di là della lezione frontale, elemento pedagogico

Il Quindicinale X | Giovedì 28 marzo 2024 SPECIALE
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abbatte i muri

fondamentale nei primi approcci alla didattica. E’ un sistema fluido, si contrae e si dilata generando ‘spazi delle potenzialità’ flessibili e a disposizione delle esigenze e della creatività della comunità. In particolare, una ‘piazza circolare’ opposta al grande atrio di ingresso e attrezzata con una tenda, si presta ad ospitare attività speciali e teatrali.

Le dieci aule si dispongono lungo il perimetro dell’edificio in stretto rapporto di continuità visiva e fisica con il giardino con un ampio portico perimetrale. In questo modo ogni aula gode di un accesso diretto al giardino e di uno spazio coperto antistante, utilizzabile anche per attività all’aperto. Le pareti perimetrali, costituite da uno strato di policarbonato alveolare traslucido all’esterno e di vetro stratificato all’interno, fanno filtrare e diffondono morbidamente la luce all’interno delle aule, che potranno così godere di un’illuminazione na-

turale ottimale. Le partizioni interne sono invece delle pareti attrezzate con gli armadietti per gli studenti, sulle quali si aprono delle grandi vetrate fisse, che dilatano visivamente gli spazi collettivi verso il giardino.

Il progetto prevede il ricorso a fonti energetiche rinnovabili grazie all’installazione di un’estesa superficie di pannelli fotovoltaici sul manto di copertura. Gli impianti saranno essere gestiti da remoto con un sistema BSM. Grazie all’utilizzo di energie alternative, si prevede la realizzazione di un edificio in classe energetica nZEB.

La struttura in acciaio è riciclabile a fine vita dell’edificio. Il sughero scelto come materiale per la pavimentazione è una materia prima naturale biodegradabile al 100%, riciclabile e rinnovabile.

La nuova scuola Rodari di Parè di Conegliano si configura quindi come un centro culturale che raccoglie le necessità funzionali e spaziali

La struttura della nuova scuola vista dall’alto con in evidenza i numerosi lucernari a camino

Il Quindicinale | XI Giovedì 28 marzo 2024
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della scuola primaria, e allo stesso tempo amplifica le potenzialità degli spazi comuni trasformandoli in luoghi di incontro e scambio per tutta la comunità. In questo modo si possono rafforzare le connessioni tra le altre due scuole presenti nelle vicinanze, i parchi e gli spazi pubblici, mettendo a sistema gli spazi e le attrezzature collettive di questa parte di città.

Il progetto è firmato da Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini di C+S Architects, studio con sede tra Treviso e Londra e recentemente premiato come miglior studio di architettura italiano.

L’esecuzione, secondo gara d’appalto è stata assegnata alla ditta IA2.

“Lo spazio interno esplode in altezza grazie a una sequenza di ‘lucernari’ a forma di tronco di piramide, cercando la luce zenitale all’interno del sistema delle travi reticolari della struttura di copertura, che ospita anche tutti i sistemi impiantistici e libera completamente lo spazio a terra”, spiega l’architetto Maria Alessandra Segantini. “Verso l’esterno la scuola si presenta come un padiglione nel parco. Il fronte è semplice: un volume sospeso rivestito in mosaico di vetro bianco (materiale riciclabile e di grande durabilità) che poggia su un sistema strutturale puntiforme di pilastrini in acciaio”.

“Abbiamo disegnato uno ‘spazio delle potenzialità’, dove ogni ambiente può essere trasformato dalla creatività degli insegnanti o della comunità che vi ruota intorno”, dichiara Carlo Cappai. “Tutti gli spazi di distribuzione sono generosi e possono essere trasformati in ‘spazi per attività speciali’ anche in orario extra-scolastico. In questo modo la scuola diventa un epicentro per la comunità e ne rafforza l’identità”.

I.Q.

Qui sopra: il render degli interni della futura scuola Rodari a Parè di Conegliano

A sinistra: gli architetti

Maria Alessandra Segantini e Carlo Cappai

Il Quindicinale | XIII Giovedì 28 marzo 2024
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Crediti edilizi

Abbatti e ricostruisci altrove con un contributo comunale

Tra i primi comuni della Marca Trevigiana, Vittorio Veneto sta studiando l’operazione dei crediti edilizi con abbattimento sostenuto da un contributo comunale.

«Stiamo studiando la modalità per concedere un contributo a chi vorrà abbattere un immobile a patto che poi il sito, una volta completata la demolizione, rimanga zona verde. Il privato, ad abbattimento ultimato, riceverà dei crediti edilizi da poter “spendere”

in altre zone della città, previste dal Pat e dal Pi, dove andare a costruire nuove strutture in linea con le nuove normative sismiche ed anche efficienti da un punto di vista energetico – spiega il vicesindaco Gianluca Posocco -. In base a dove si andrà ad abbattere, il credito edilizio avrà un diverso valore. Dettagli questi che sono in fase di definizione. Vittorio Veneto sarà tra i primi comuni trevigiani a dotarsi di una simile possibilità dettagliata in un apposito regolamento».

Per dare corso agli abbattimenti di edifici che oggi non riescono ad avere una nuova vocazione, perché collocati ad esempio nei borghi collinari della città o perché ormai in uno stato di degrado, il comune stanzierà un contributo. «La demolizione di una casa di circa 300 metri cubi potrà beneficiare di un contributo di 5mila euro – esemplifica il vicesindaco -. Puntiamo a stanziare per questo primo anno 100mila euro per sostenere gli abbattimenti di edifici, azione che consentirà di dare un po’ di ordine alla città e al territorio soprattutto nelle zone periferiche. La regione aveva già fatto una simile

operazione, ora noi dobbiamo tradurla nella capacità del comune: non è semplice. Ho ricevuto tante richieste da famiglie con redditi normali che si sono trovate in eredità case vecchie senza alcun valore storico, spesso in decadenza, e sulle quali pagano l’Imu non riuscendo a venderle. Se funziona, investiremo per dare ordine al territorio. Intanto iniziamo con delle prove». Attuando questa procedura, il comune istituirà anche un registro dei crediti edilizi nel quale saranno iscritti i crediti ottenuti dall’abbattimento di edifici, crediti che potranno essere utilizzati dai proprietari per nuove costruzioni oppure ceduti a terzi. C.B.

Il Quindicinale | XV Giovedì 28 marzo 2024 CASA SPECIALE
Gianluca Posocco
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