Quindicinale 1058 - 18 gennaio 2024

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1058 Informazione cultura e tempo libero Anno XLIII n. 1 | 18 gennaio 2024 | € 2,00

Fondato da Dario De Bastiani nel 1982

Sandra Toffolatti

Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CNS TV - Periodico di informazione, cultura e tempo libero - Anno XLIII n.1 - 18 gennaio 2024 - Euro 2,00 - Contiene I.P.

QUARTIER DEL PIAVE Il contadino custode

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Il manuale di Massimo Foltran, gastronomo e ristoratore

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CONEGLIANO 50 anni di Piccola Comunità

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Vi spiego come fare lo spiedo ISSN 2784-9716

VITTORIO VENETO La Vittorio Veneto ebraica

Questo piccolo grande teatro


L’ABATE ASSASSINO

E altre storie di contrabbandieri, criminali e suicidi, di Pompeo Gherardo Molmenti

1 anno di Quindicinale

36,90€

Amanti delle storie oscure, dei delitti, dei tradimenti, dei complotti oltre la soglia di casa, degli avvelenamenti nel…brodetto, questo libro è per voi. Racconta infatti vicende truci ambientate nelle nostre terre, che hanno come protagonisti nomi noti: Marcantonio Brandolini (l’abate assassino), il conte Altan (che finì decapitato), la bella Vendramin (che si suicidò), l’uomo selvatico che mangiava solo erbe e che nessuno ha mai saputo se fosse un matto o un grande filosofo. Storie di secoli fa, vere e documentate che tengono col fiato sospeso, anche da un sorriso.

ESCURSIONI PER TUTTA LA FAMIGLIA SULLE DOLOMITI A cura di Eleonora Solero e Mattia Pizzoli

1 anno di Quindicinale

36,90€

Dolomiti, ed è subito meraviglia. Per i grandi, ma anche - forse soprattutto - per i piccoli. Due esperti escursionisti come Eleonora e Mattia hanno selezionato per tutti noi 45 tra le più belle escursioni da fare sulle Dolomiti. Per vivere la bellezza delle cime, dei pascoli, dei laghi, della natura d’alta quota in tutta sicurezza, senza rinunciare al piacere della sorpresa, dell’incanto, del bello di una flora e di una fauna uniche al mondo.

1 anno di Quindicinale

2024

41,90€

VAJONT. QUELLA NOTTE IO C’ERO

Racconti di chi è sopravvissuto di Paolo Munarin

PÈDO ‘L TACON DE ‘L BUS

Proverbi, modi di dire e soprannomi raccolti lungo il fiume Piave di Fulcio Bortot

1 anno di Quindicinale

41,90€

Anche il grande Umberto Eco, che non era veneto, a volte citava in dialetto l’espressione idiomatica che dà il titolo a questo libro. Pèdo ‘l tacon de ‘l bus è uno dei tanti modi di dire, autenticamente nostrani, che rimandano a una saggezza antica, ma ancora attualissima, a una filosofia del vivere che un po’ abbiamo perso per strada. Ma che riconosciamo come familiare. Un viaggio nei proverbi e nelle locuzioni de casada che ci fa sentire parte di una comunità sincera e che, con un sorriso, ci aiuta a cogliere la vera essenza della nostra vita.

A sessant’anni dalla catastrofe del Vajont - la più grave tragedia della nostra storia repubblicana per numero di vittime - una testimonianza condotta sul filo della memoria e dei racconti di chi si è salvato. A ricordare l’orrore del disastro che in quattro minuti di apocalisse spazzò via Longarone e tante frazioni contermini è uno dei longaronesi che miracolosamente si salvarono. Paolo Munarin il 9 ottobre 1963 non aveva nemmeno compiuto un anno. Ma l’eco dell’acqua, della luce irreale, il frastuono della distruzione echeggia ancora nel suo cuore.

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PRIMO PIANO

Tutto è partito da un seme La straordinaria carriera in teatro e al cinema di Sandra Toffolatti, una delle migliori attrici italiane, è iniziata a Vittorio Veneto, grazie a Carlo De Poi e Paola Perin. Aveva 16 anni e ha provato a interpretare un seme, quando ha intuito che sarebbe germogliato proprio su un palcoscenico. E dopo la maturità al Flaminio, l’arte drammatica ha avuto la meglio sulla matematica. Originaria di Follina vive a Roma da trent’anni – col marito attore e una figlia – ma si sente ancora sinceramente veneta. E questa, dice, è un po’ anche la sua grande forza. Anche al Piccolo Teatro

di Claudia Borsoi

I

primi passi, su un palco, li ha mossi spronata dagli attori vittoriesi Carlo De Poi e Paola Perin. Erano i tempi del liceo, dei laboratori in cui dopo l’orario scolastico ci si metteva alla prova e si potevano scoprire lati nascosti delle proprie attitudini o farli emergere. Chissà dove sarebbe oggi Sandra Toffolatti, attrice nata a Vicenza e cresciuta a Follina, se quando aveva 16 anni – 40 anni fa -

la sua strada non si fosse incrociata con quella del teatro. Forse, dietro ad una cattedra ad insegnare matematica. Perché, se non avesse seguito la via della recitazione, c’era la facoltà di matematica, da fresca diplomata al liceo scientifico Flaminio, ad incuriosirla. Oggi Toffolatti è un’affermata attrice di teatro, “prestata” anche al cinema (ha recitato, di recente, nell’ultimo film di Antonio Albanese, Cento Domeniche, uscito nelle sale a fine novembre) e alle serie tv. Pur abitando da oltre trent’anni a Roma, il suo legame con Follina non è mai venuto meno. L’abbiamo raggiunta in occasione delle festività natalizie, quando è tornata con la famiglia – la figlia di 16 anni e il compagno Diego Ribon, anche lui attore, nato a Venezia – a Follina, dove ancora risiedono il padre e i cugini. Qui fa ritorno più volte all’anno. «Da più di trent’anni abito a Roma e sento Roma come la mia città – racconta –, anche se non ho preso alcuna cadenza romana. Sento che arrivo dal Veneto: ho una solida radice regionale che influisce an-

che sulla mia parola. Il veneto è la mia lingua madre, anche se non ho mai parlato il dialetto. Una solida base regionale aiuta un attore ad essere più vero, sincero. E io mi sento molto legata alla mia terra». Ed è in questa terra che tutto

Sandra Toffolatti in “Freud o l’interpretazione dei sogni” (foto Masiar Pasquali)

A fianco: Sandra Toffolatti in “Le Troiane” (Foto De Santins)

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PRIMO PIANO

Qui di fianco: Sandra Toffolatti A destra: Sandra Toffolatti in una foto di scena sul set di “The Italian banker”, film di Alessandro Rossetto

ha avuto inizio, in cui Sandra ha messo il seme della sua carriera di attrice. La memoria vola indietro a quarant’anni fa, ai tempi del liceo. «Come tanti altri miei colleghi, a scuola ho conosciuto il teatro – ripercorre l’attrice -. Da bambina ho fatto cose in teatrino alle elementari e alle medie. Per me era un grande divertimento, ma lo è ancora oggi. Al liceo avevo deciso di fare un laboratorio teatrale con Carlo De Poi e sua moglie Paola Perin. Ricordo in particolare un’improvvisazione fatta in uno dei laboratori con Carlo: dovevo interpretare un seme che metteva le radici nella terra e poi cresceva. Ricordo ancora oggi la potenza di quell’atto teatrale. Era il seme del mio cammino, che metteva le radici dentro di me». A quel laboratorio, sempre durante il Flaminio, ne seguirono altri. E poi le prime parti in spettacoli con De Il Quindicinale 4 | Giovedì 18 gennaio 2024

Poi regista. «Ho capito – ricorda – che quella voleva essere la mia strada». Dopo la maturità l’indecisione: fare matematica o teatro? «La matematica, e studiare in generale, mi piaceva molto. Ma ho scelto la strada più difficile e più sconosciuta: il teatro». Così come, scoprirà molti anni dopo, la sua collega Franca Nuti, anche lei al bivio tra la matematica e la recitazione. Neodiplomata, Toffolatti ha deciso di puntare su un’importante scuola di teatro a Milano. Ma per lei le porte non si aprirono. «Invece di frenarmi, mi ha fatto capire che quella era veramente la mia strada» dice. Fin da subito c’è stato l’appoggio della sua famiglia. «Non sono stata ostacolata, i miei genitori mi hanno sempre lasciata libera. La loro unica preoccupazione era che non rimanessi delusa e che quello fosse un sogno che non sarei riuscita a rea-

lizzare». Si iscrive al CCS di Udine, il teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia. Qui studia per tre anni e arrivano i primi lavori: nel 1987 è la coprotagonista di L’uccellino azzurro, l’anno dopo è la protagonista di Sogno di una notte di mezza estate. I genitori sono sempre presenti ad ogni debutto. Al termine del percorso di studio a Udine, a 22 anni, entra nell’Accademia di arte drammatica di Roma. Fra i suoi compagni di corso Pierfrancesco Favino e Alessio Boni, per citarne due. E se loro ed altri hanno puntato sul cinema e sulla tv, Sandra ha sempre messo al centro della sua carriera il teatro. Facendo base a Roma, ha girato tutti i teatri italiani. «Ho avuto la fortuna – sottolinea – di lavorare con Luca Ronconi, il più grande maestro insieme ad Orazio Costa. Non essendoci in Italia un teatro stabile, ogni anno bisogna cambiare compagnia e così ho lavorato in vari teatri e con vari registi, come Cesare Lievi, Ronconi, Marco Bellocchio, …. Inoltre per 13 anni ho avuto una mia compagnia Le miti pretese con altre tre donne attrici. Uno dei progetti che più mi hanno dato soddisfazione. Abbiamo portato nei teatri di tutta Italia le tematiche legate al femminile. Facevamo tutto noi: eravamo registe, interpreti, drammaturghe … Il primo lavoro è stato Ore 11 che vinse anche il premio di miglior spettacolo di innovazione dell’anno. Ricordo che facevamo le attrici e le mamme: partivamo noi quattro, i nostri compagni, di cui due sono attori, i bambini e una tata. Un’esperienza stupenda». La figlia di Sandra ha respirato fin da piccola il teatro. «Ma non vuole fare


PRIMO PIANO

l’attrice» racconta. Ha 16 anni, l’età in cui lei capì che il teatro sarebbe stata la sua scelta di vita ed è iniziato tutto. «Mi rendo conto – confida – come sia una fortuna trovare presto la propria strada e il proprio talento. Per me quei 16 anni hanno rappresentato un momento importante e ora è così inusuale che un 16enne sappia cosa voler fare nella propria vita, ma se a questa età incontri qualcosa in cui credi e per il quale possa diventare un piacere lavorare, credo sia una cosa molto bella ed è ciò che

posso augurare a mia figlia e ai ragazzi della sua età». Al teatro, Toffolatti affianca qualche interpretazione al cinema. Tra il film più recenti quello sul crollo della Banca Popolare di Vicenza The Italian Banker di Alessandro Rossetto in cui tra gli interpreti c’era pure il suo compagno Ribon, con cui le capita di recitare. In Siccità di Paolo Virzì (uscito nel 2022) si sono ritrovati, senza saperlo, ad interpretare proprio i ruoli di marito e moglie. «Il cinema – dice l’attrice ori-

ginaria di Follina – è più coinvolgente, si crea un rapporto singolo fra te e lo schermo, ma il lavoro dell’attore è frammentario: oggi giri la scena in cui apri la porta di una stanza, stanza in cui metterai piede per il seguito qualche giorno dopo. E tutto è in mano al regista. Il teatro è invece un qualcosa che succede, lì sul palco, tutte le sere e per tutti gli attori è un lavoro più organico. E a me sempre più interessa essere dentro al progetto». Ora Toffolatti è impegnata in una nuova produzione. Nelle prossime settimane sarà al teatro Argentina di Roma tra le protagoniste de L’albergo dei poveri di Massimo Popolizio, tratto dal dramma di Gor’kij, che approderà da marzo anche al Piccolo Teatro di Milano. Al Piccolo Toffolatti ha lavorato ultimamente con molti ventenni, giovani attori, appena usciti dalle scuole. «Oggi un ragazzo rispetto a 40 anni fa ha le stesse difficoltà se sceglie di fare teatro o medicina. Ai miei tempi il mondo del teatro era più semplice e c’erano più possibilità, meno scuole e più occasioni di lavorare. Quando oggi lavoro con attrici giovani, faccio sempre il tifo per loro, ricordando come quando io ero all’inizio della mia carriera, le attrici più grandi di me come Franca Nuti o Mariangela Melato mi hanno sempre aiutata e sostenuta. Mi capita al Piccolo, ultimamente, di lavorare tanto con i ragazzi appena usciti dalle scuole. E devo dire – conclude – che il teatro è un posto meraviglioso, di unione delle generazioni molto di più di quanto avviene in altri lavori. E il tempo trascorso insieme sul palco è sempre molto intimo e profondo».

Qui sopra: Sandra Toffolatti in “Roma ore 11:00”

A sinistra: Sandra Toffolatti in “Io lavoro per la morte”. Testo e regia Nicola Russo

Giovedì 18 gennaio 2024 | 5 Il Quindicinale


NOTIZIE DALLA MARCA

Pedemontana ultimata Inaugurato l’ultimo tratto della Pedemontana Veneta: lunga 94 km attraversa 36 comuni da Treviso a Vicenza

Il tracciato della Pedemontana Veneta

Il Quindicinale 6 |

L

a superstrada Pedemontana Veneta, un'arteria di 94 chilometri a pedaggio, che attraversa 36 comuni dal trevigiano al vicentino, è una realtà. L'ultimo tratto di 22,3 chilometri, tra Malo e Montecchio Maggiore (Vicenza), è stato inaugurato il 28 dicembre scorso, presenti il ministro Matteo Salvini e il presidente del Veneto, Luca Zaia. Alla nuova infrastruttura manca in re-

altà ancora l'innesto all'ultimo casello, quello di Montecchio. La posa della prima pietra era avvenuta nel novembre 2011. L'opera, classificata a livello nazionale come “infrastruttura strategica”, ha 14 caselli ed è costata oltre 2,3 miliardi di euro. La Pedemontana Veneta “è un esempio di efficienza e di sostenibilità ambientale, perchè è un'opera realizzata per il 74% in trincea, che dimezza i tempi

di percorrenza e dunque, consentendo di restare in auto il metà del tempo rispetto a prima, garantisce anche un risparmio di risorse”. Così il governatore del Veneto Luca Zaia ha sintetizzato i pregi per l’utenza e l’ambiente della Pedemontana. “Sono 94, 5 chilometri di infrastruttura - ha aggiunto - più 68 km di opere complementari che ridisegnano il Veneto, il nostro stesso modo di percepire le distanze nella regione. Sui pedaggi, va detto che questa, tra le nuove autostrade in Italia, è l’infrastruttura con pedaggi allineati verso il basso. Dovremo capire i flussi di traffico: oggi abbiamo 45mila veicoli al giorno, e vi sarà un incremento fra il 30 e 35% con l’apertura dii questi ultimi 22 chilometri. Dopodichè, con il collegamento definitivo alla A4, vedremo quanto potremo limare per i pedaggi”.

Prosecco Doc in Cina

Vini: Veneto primo in export

Influenza ko

Veneto. Il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC ha ottenuto una vittoria ottenuta l’Australian Wine and Grape Inc. (AGWI), confermando la validità della registrazione in Cina del marchio “普罗塞克” (PU LUO SAI KE ovvero PROSECCO in caratteri cinesi). L’associazione australiana aveva depositato una domanda di annullamento sostenendo che “Prosecco” sarebbe una varietà di vite e non un vino tutelato come indicazione geografica (IG), avendoi interesse a esportare in Cina vini australiani con quel nome. Dopo due gradi di giudizio, la Beijing High Court ha respinto l’appello, stabilendo che il marchio “Prosecco”, anche nella translitterazione cinese, costituisce una IG e può essere utilizzato esclusivamente per identificare il vino italiano.

Veneto. Il Veneto si conferma ancora leader nazionale per l’export di vino: nel 2022, il fatturato regionale del settore ha toccato i 2,84 miliardi di euro (+13,9% rispetto al 2021), segnando un nuovo record storico; tuttavia i quantitativi esportati sono aumentati in maniera molto più contenuta (7,9 milioni di quintali, +0,4%). Nei primi sei mesi del 2023 la situazione presenta dei segnali poco incoraggianti: in leggera flessione i valori esportati a livello nazionale (-0,4%) e in questo contesto, il Veneto, nonostante una perdita superiore alla media nazionale (-1,1% rispetto allo stesso periodo del 2022), si conferma al comando della classifica dei maggiori esportatori di vino in Italia (1,34 miliardi di euro), con una quota di poco oltre il 35% del totale nazionale.

Veneto. Sotto pressione il sistema ospedaliero veneto: nei primi giorni dell’anno molti ospedali hanno visto ricoverati pazienti con gravissima insufficienza respiratoria da influenza. Sono malati con età dai 42 ai 75 anni, sia con patologie croniche ma anche senza particolari fattori di rischio. Nessuna di queste persone ricoverate risulta vaccinata per l’influenza stagionale, nemmeno quelle appartenenti alle categorie a rischio (diabete, tumore, età superiore a 65 anni…). È fondamentale aderire alle campagne vaccinali se si rientra nelle categorie considerate a rischio come gli over 65 o con presenza di patologie quali obesità, diabete, bronchite cronica, tumori. Info: www.aulss2.veneto.it/campagnavaccinazione-antinfluenzale-2023.

Giovedì 18 gennaio 2024


NOTIZIE DALLA MARCA

Riapre il rifugio Sant’Osvaldo? Secondo gli ambientalisti è una prima vittoria. Resta l’amarezza sul fatto che si investa sulla neve – peraltro inesistente – anziché sulla sentieristica fatiscente

F

inalmente è stato ripubblicato il bando regionale per partecipare, entro metà febbraio, alla gara di aggiudicazione del Rifugio S. Osvaldo in Pian Cansiglio e speriamo che questa sia la volta buona. Infatti il primo era di oltre un anno fa e con il gennaio 2023 sembrava cosa fatta, ma nonostante un vincitore il rifugio è rimasto chiuso. Per noi ambientalisti il Rifugio chiuso non è certo il problema principale del Cansiglio, pur riconoscendo importanza di questa struttura ricettiva per il turismo locale, ma la sua chiusura per parecchi anni dopo la fine dell’ultima gestione era un segnale d’allarme sulla possibilità che la regione Veneto lo mettesse in vendita, assieme al Ristorante Genziana e all’ex albergo San Marco. Sarebbero state le prime strutture vendute , per poi passare al resto, cioè sopratutto alle aziende agricole. Le associazioni ambientaliste si sono opposte a questo tentativo di privatizzare una proprietà pubblica che, tra alterne vicende storiche, dura da più di mille anni. Quindi la riapertura del S. Osvaldo e il ristorante Genziana frubile già da qualche anno è la conferma che la regione ha capito

Il Rifugio S.Osvaldo in Pian Cansiglio in una foto di un po’ di anni fa

che il Cansiglio è una proprietà pubblica non vendibile e non privatizzabile. Purtroppo il San Marco è sempre più in deperimento e non si è voluto seguire la via del finanziamento pubblico, ad esempio con il PNNR che, trattandosi di proprietà pubblica, avrebbe potuto godere di una via privilegiata , e alla fine si avvererà quella che era stata la previsione iniziale, cioè il suo abbattimento. E non per colpa degli ambientalisti, le possibili soluzioni alla vendita c’erano, ma si è preferito non utilizzarle. Inoltre la regione ha deciso di finanziare la realizzazione di un nastro trasportatore al posto del vecchio skilift del Col Dar, per l’utilizzo invernale, si presume per gli slittini e non per lo sci da discesa. La perplessità è che comunque si darà il via ad una struttura che, visti gli inverni anomali e la scarsità della durata della neve, che hanno messo in crisi

anche la tradizionale pratica dello sci da fondo, sarà utilizzata per tempi brevi. Quindi si investono ancora risorse sulla neve, mentre la maggior parte della sentieristica del Cansiglio è lasciata senza manutenzione, ad eccezione dell’anello attorno alla piana. Tenere in efficienza tutta la senti eristica sarebbe necessario per favorire l’escursionismo ed una fruizione compatibile e sostenibile della grande foresta. Ci si augura che la regione si attivi per finanziare i necessarie interventi di manutenzione e ripristino della rete sentieristica che i forestali crearono ormai 50 anni fa e che è stato uno degli strumenti importanti per far conoscere la foresta in tutti i suoi aspetti naturalistici e storici. Michele Boato, direttore Ecoistituto del Veneto Alex Langer Giancarlo Gazzola, vicepresidente nazionale di Mountain Wilderness

MOM confermata

È

stato firmato il 22 dicembre scorso al Sant’Artemio il contratto di servizio tra la Provincia di Treviso e l’azienda MOM – Mobilità di Marca, che riconferma l’impegno dell’impresa, con l’entrata del nuovo socio Autoguidovie, per garantire i servizi di trasporto pubblico locale, per l’area urbana ed extraurbana, per i prossimi 9 anni, eventualmente prorogabili di ulteriori 48 mesi. L’impegno, oltre al miglioramento dei servizi sulla base delle esigenze della comunità, prevede in particolare anche un importante rinnovo del parco mezzi, attraverso l’acquisto di oltre 250 veicoli a ridotto impatto ambientale, nonché la prosecuzione degli investimenti per rendere le infrastrutture più efficienti, tecnologiche e moderne.

Giovedì 18 gennaio 2024 | 7

Il Quindicinale


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Vittorio Veneto ebraica Non solo nel “ghetto”. Non solo nei manufatti architettonici più noti al pubblico - come la casa di Da Ponte. Le tracce della comunità ebraica che per oltre mezzo millennio si è stabilita in città hanno forgiato parte della sua personalità. Un libro ci invita a percorrerle

Pier Paolo Brescacin

di Emanuela Da Ros

I La zona del Ghetto ebraico di via Manin in una foto storica

n occasione della Giornata della Memoria I’Isrev, Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea del Vittoriese Aps, ha dato alle stampe il volume La Vittorio Ebraica. Curato dal direttore scientifico dell’Isrev, Pier Paolo

Il Quindicinale 8 | Giovedì 18 gennaio 2024

Brescacin, il libro è principalmente una guida didattica, di agevole consultazione che fornisce le informazioni essenziali sull’argomento in un arco cronologico che va dal primo insediamento ebraico in Città ai giorni nostri, unitamente a una proposta di percorso strutturato sui luoghi della Comunità ebraica cittadina. “Il volume - spiega Brescacin - riassume le esperienze didattiche avviate in questi ultimi anni dall’Isrev in collaborazione con l’amministrazione comunale in occasione del Giorno della Memoria. Fornendo materiale e schede di pronta fruibilità, adattabile ai diversi livelli di scuola, il lavoro si propone di mettere insegnanti e istituti scolastici in condizione di effettuare in autonomia gli interventi sul tema”. Autore di diverse pubblicazioni sull’antifascismo e la Resistenza, Brescacin nel 2016 anche compilato per l’Atlante delle Stragi Nazifasciste in Italia (realizzato dall’Ismli e dell’Anpi nazionale, e finanziato dal Governo Tedesco) alcuni data base relativi a vicende avvenute a Fadalto, Pinidello, Montaner, Salsa di Vittorio Veneto e Silvella di Cordignano tra il ‘44 e il ‘45. Pier Paolo Brescacin quanto è ebraica Vittorio Veneto?

Storicamente la nostra città è una piccola capitale dell’ebraismo, come attestano nel tempo la presenza di due sinagoghe, di un cimitero della Comunità ebraica e di edifici ad uso abitazione e attività produttive. Dove si trovano le tracce di ebraismo in città? Sono concentrate nel ghetto? Le tracce dell’ebraismo si trovano in località Ghetto, appena fuori dell’antico centro di Ceneda e all’ombra del castello di San Martino, in un’area compresa tra via Daniele Manin, via Lorenzo Da Ponte e Beniamino Labbi. A che periodo risalgono le prime evidenze ebraiche? Anche se la presenza di ebrei nel Vittoriese è attestata a partire dalla fine del 1300, la nascita di una vera e propria comunità ebraica stabile a Vittorio Veneto è databile alla seconda metà del 1500, in particolare al 1597 quando, in un momento di grave crisi economica della Città, il vescovo di Ceneda Marcantonio Mocenigo invitò a insediarsi alcuni ebrei provenienti dai paesi limitrofi, per esempio da Conegliano, autorizzandoli “a far banco”, cioè a prestar denaro come feneratores a un tasso di interesse concordato ragionevole, nell’intento di sottrarre la povera popolazione locale dallo strozzinaggio degli usurai che imperversavano in quel frangente di grave crisi economica. Tale autorizzazione, inizialmente valida per la famiglia Conegliano, si estese in seguito anche ad altre famiglie (i Todesco, i Pincherle e i Gentili da Conegliano; i Romanin e i Luzzatto dal Friuli; gli Stella da Pirano; i Valenzini


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

da Venezia…), tanto che la Comunità arrivò a contare nella seconda metà dell’Ottocento circa 70 persone. Di conseguenza, da mera appendice della comunità di Conegliano qual era agli inizi, la comunità cenedese cominciò ad acquisire una sua autonomia e consistenza nel panorama provinciale. Nonostante le trasformazioni urbanistiche si possono ancora cogliere indizi della presenza ebraica in città? La presenza ebraica in città è attestata dall’esistenza ancor oggi di particolari edifici come i magazzini del Ghetto, oppure la casa natale di Emanuele Conegliano, alias Lorenzo Da Ponte, letterato e librettista di Mozart, o quegli edifici fuori porta come villa Gentili, il cimitero di Cal de Prade e altri.

Quanto ha influito la Comunità ebraica nello sviluppo della città? Direi moltissimo. Con l’avvento di Napoleone e l’applicazione del codice civile indistintamente a tutti i cittadini delle deputazioni di Ceneda e Serravalle, gli ebrei infatti poterono uscire dai ghetti e investire in campo economico. Nacquero così quelle fortunate attività industriali che proiettarono gli ebrei a protagonisti del decollo economico della città. Un caso tra tutti fa testo: quello di Benedetto Gentili, che acquistò nella seconda metà dell’Ottocento una filanda e una cartiera rispettivamente in località Savassa e Meschio, dando lavoro a un centinaio di persone ed esportando i prodotti in tutta Europa. Oltre agli edifici, cosa rimane della presenza “umana” ebraica a Vittorio Veneto? Purtroppo con la scomparsa dell’ultima persona ebrea residente nel Ghetto, Amina Valenzini, la Comunità cenedese si è estinta. Anche la Sinagoga, simbolo della Comunità, venne smontata pezzo per pezzo e ricostruita nel 1965 - come già avvenuto nel 1948 per la Sinagoga di Conegliano - al Museo Israel di Gerusalemme, dove ancor oggi si può ammirare in tutta la sua bellezza e nella sua configurazione originaria. Rimangono in città, ma residenti fuori del Ghetto, i discendenti di quelle che furono le antiche famiglie ebraiche cenedesi, come i Cevidalli, i Levi, uno sparuto gruppo di persone che si

occupa della gestione del cimitero di Cal de Prade e a tener viva la memoria di quella che fu la comunità ebraica in città. Veniamo al libro. Perché questa pubblicazione? Essa va vista come il compimento di un’attività di sensibilizzazione promossa dall’Amministrazione e dall’ISREV, fin dall’istituzione del Giorno della Memoria, in ordine alle tematiche relative alla presenza ebraica e alla Shoah e diretta alla comunità scolastica cittadina. Tutto questo nella consapevolezza che solo la conoscenza di ciò che è accaduto può scongiurare pericolosi ritorni all’indietro. Perché le coscienze - come giustamente afferma Primo Levi - possono nuovamente essere sedotte e oscurate. In un momento - ci si augura sia un momento - in cui si avverte un pericoloso rigurgito di antisemitismo un po’ in tutta Europa, quale importanza ha un testo come questo? L’idea di questa guida storica didattica sulla presenza ebraica a Ceneda era nata ancora nel maggio 2023, quindi ben prima di quanto accaduto in Israele il 7 ottobre e del conflitto israelo-palestinese che ne è scaturito. Tuttavia ritengo possa ugualmente essere un valido contributo per arginare quell’ondata di antisemitismo che sta contagiando anche il nostro Paese e le nostre comunità. Perché spesso l’odio, il pregiudizio e il razzismo nascono da una mancanza di conoscenza di ciò che è accaduto.

Qui sopra da sinistra: la famiglia Levi; la famiglia Valenzini negli Anni Trenta

A sinistra: la copertina del nuovo libro di Pier Paolo Brescacin

Giovedì 18 gennaio 2024 | 9 Il Quindicinale


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Un piano da oltre 10 milioni di euro

A fianco: il passaggio a livello di via Cal Larga e lavori alla scuola Crispi

U

n 2024 di cantieri in città: sottopasso di via Cal Larga, efficientamento energetico della scuola elementare “Crispi”, il progetto di videosorveglianza, l’adeguamento impiantistico del museo a Serravalle, a cui si aggiungono una decina di altre opere, per un totale di oltre 10 milioni di euro. «Interventi – annota il consigliere Giulio De Antoni (civica Dus) – che già erano stati inseriti nei piani opere pubbliche degli anni precedenti, con la differenza che ora hanno subito un aumento dei prezzi. Solo per il sottopasso ci rimettiamo 400mila euro. Mancano invece completamente in questo piano piazza Giovanni

s.n.c. di STEFANO CAMPODALL’ORTO &C. Via P. MASET, 12 Vittorio Veneto Tel. / Fax 0438 57868 sonia.campodallorto@gmail.com Il Quindicinale 10 | Giovedì 18 gennaio 2024

Paolo I, via Rizzera e l’ex aerocampo di San Giacomo di Veglia». «Sul sottopasso di via Cal Larga siamo in ritardo di due anni» ammette il sindaco Antonio Miatto, che ricorda i rallentamenti che tutta l’operatività comunale ha subito con i due anni di pandemia. «Sembra però che il Covid sia accaduto solo a Vittorio Veneto – annota il consigliere Alessandro De Bastiani (Rinascita Civica) -, perché in altri comuni, vedi ad esempio il ponte di San Martino a Conegliano, le opere sono andate avanti». L’assessore ai lavori pubblici Bruno Fasan oltre alla pandemia evidenzia anche il ridimensionamento subito dall’organico comunale dell’area tecnica: si è passati da 29 fra tecnici ed operai del 2019 agli attuali 19. Quanto alle 14 opere in programma in questi mesi Fasan dice: «Lasceremo alla prossima amministrazione diversi lavori da portare

LE PRESTAZIONI

Un anno di cantieri, ma le opposizioni denunciano: “Tanti progetti, poche realizzazioni”

a termine». Hanno priorità 1 tra le opere del 2024 il sottopasso di via Cal Larga (1.977.766 euro), il miglioramento energetico della scuola “Crispi” (575mila euro), la chiusura della discarica di Forcal (1.406.897,96 euro), l’intervento di riqualificazione delle piscine (1.319.324,13 euro), asfaltature di strade per 300mila euro e la ristrutturazione della palazzina di via Galilei (600mila euro fondi Pnrr). A seguire l’adeguamento del polo impiantistico del museo a Serravalle (519.677,44 euro), la messa in sicurezza di 12 dissesti (fondi Pnrr, 428.614 euro), il percorso pedonale lungo via della Vallata a Longhere (500mila euro), il progetto di videosorveglianza (400mila euro), la pista ciclabile La Piave (163.443,04 euro), asfaltature (287.638,35 euro), ciclabile lungo sponda lago Morto (770mila euro) e sistemazione scalinate Santa Augusta (993mila euro). Claudia Borsoi

Tecarterapia Laser Ultrasuoni Tens - Correnti diadinamiche Elettroterapia - Ionoforesi Neurostimolazione interattiva (Interx 5002) Magnetoterapia (anche domiciliare) Massoterapia Osteopatia Terapia manuale Rieducazione funzionale e neuromotoria


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Il terreno dell’ex “Gotti” sotto la lente Si cercano presenze del cromo esavalente che potrebbe arrivare dall’ex Carnielli

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n primo inquinante, il cloroformio, è già stato individuato nel corso di un campionamento fatto in uno dei pozzi presenti all’interno dell’ex caserma Gotti ad inizio 2023. Ora si indaga l’acqua di falda prelevata da tutti e quattro i pozzi piezometrici presenti all’interno dell’ex sito militare, divenuto in buona parte di proprietà comunale. Il comune di Vittorio Veneto a fine 2023 ha commissionato uno studio per appurare se sotto all’ex Gotti ci sia anche il cromo esavalente presente nei terreni, e nelle falde, dell’ex Carnielli, posta a monte e sempre lungo via Dante. Dando corso a quella che è stata una sollecitazione di Arpav, che da anni si sta occupando dei problemi di inquinamento presenti nel sito dove un tempo si producevano biciclette e oggi di proprietà di Alì Immobiliare (che al momento ha eseguito solo la prima parte della bo-

nifica da eternit, manca ancora quella più impegnativa da cromo esavalente), il comune ha avviato una campagna di analisi sulle acque di falda prelevate dai pozzi presenti all’interno dell’ex sito militare. Si cerca il cromo esava-

lente ed altri inquinanti, come il cloroformio emerso solo nell’indagine fatta nel 2023, qui e all’ex Carnielli, e mai rinvenuto in precedenza da Arpav. I risultati dell’indagine sono attesi nelle prossime settimane. C.B.

L’area dell’ex Caserma Gotti: in giallo la parte che il Ministero ha tenuto per sè

di strade e ne mancano ancora una cinquantina per completare la prima parte di posa dei 6mila chilometri di fibra ottica annunciati da Open Fiber. C.B.

Rattoppi residui degli scavi per la messa in posa della fibra ottica

Chi sistema le buche? Ultimatum del comune alle ditte che posano la fibra ottica: “Prima sistemate i buchi, poi proseguite coi lavori”

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Basta scavi fintanto che quelli già fatti non saranno sistemati». È stato categorico l’assessore ai lavori pubblici Bruno Fasan con le ditte che da anni sono impegnate in città, per conto di Open Fiber, nella posa della fibra ottica, la rete per la connessione ad internet super veloce. Vengono sfruttati i cavidotti e le reti sotterranee esistenti per posare la fibra. Dove però non ci sono, le ditte scavano. Bucano strade e marciapiedi. Segue il rattoppo provvisorio con un cemento rosato. Quindi do-

vrebbero eseguire la sistemazione definitiva, in particolare l’asfaltatura della porzione di strada o marciapiede bucati per ridare decoro visivo e anche sicurezza a chi vi transita sopra. Ma su questo punto le ditte si sono arenate. «Per quasi un anno – spiega l’assessore Fasan – la ditta non ha più dato corso agli interventi di ripristino di strade e marciapiedi bucati. Siamo stati quindi categorici: prima ripristinano quanto hanno rotto; poi, dopo che ci avranno fatto il punto, potranno ultimare l’opera prevista in città. L’alternativa sarebbe stata che il comune sistemasse i buchi e poi mandasse alla ditta il conto, ma non voglio tirare fuori nemmeno un euro per sistemare quanto compete a loro». Gli interventi di sistemazione sono quindi partiti a dicembre e dovrebbero concludersi per fine gennaio. Al momento sono state bucate un centinaio

Giovedì 18 gennaio 2024 | 11 Il Quindicinale



VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Sentiero di Santa Augusta a nuovo L’intervento sarà realizzato nel corso del 2024. Serviranno un milione e 100mila euro. Miatto: “Una delle opere a cui tengo di più”

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fine 2023 l’approvazione del nuovo quadro economico dei lavori e il loro inserimento nel piano opere pubbliche 2024, mentre nei prossimi mesi l’amministrazione comunale intende dare avvio ai lavori di sistemazione del percorso pedonale di Santa Augusta, dalle scalinate di via Calcada, passando per il camminamento in ciottoli e terra battuta, fino all’ultima rampa di scale che conducono al santuario. La spesa è di 1,1 milioni di euro. In pochi mesi, il costo è già cresciuto di un 10%, dunque di 100mila euro. «Speriamo non sia necessario aumentare ulteriormente la spesa per questo intervento» l’auspicio del sindaco Antonio Miatto che in questo inizio 2024 in giunta porterà il progetto esecutivo dell’intervento. La Soprintendenza ha già approvato lo studio di fattibilità tecnico-economica. Con il progetto sarà fatto anche il punto per dare copertura finanziaria all’opera. «Ci sono dei privati che mi hanno detto che vogliono contribuire. E mi piacerebbe che fossero un po’ tutti i vittoriesi a darsi da fare

Il percorso che sale a Santa Augusta presenta varie criticità

per la loro santa» annota il sindaco. Questa probabilmente sarà una delle ultime opere ad essere varate dall’amministrazione Miatto in scadenza in primavera. «Questo – confida il sindaco – è uno degli interventi a cui tengo più di altri. Dopotutto quale vittoriese non ci tiene alla sua Santa Augusta? Chiaramente l’intervento non ha un’utilità di una scuola o di una palestra, ma accontenta un po’ tutti». Negli ultimi anni alla giunta sono arrivate numerose sollecitazioni da parte di

consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, cittadini, fedeli e sportivi sullo stato di degrado in cui versa il sentiero, peggiorato dagli eventi meteo e dall’assenza di una manutenzione: scalini fessurati, ciottoli saltati via, alberi caduti, terreno dilavato e scandito da solchi lasciati dalla pioggia. Un intervento che non si prospetta né facile – dovrà essere impiegato l’elicottero per trasportare i materiali –, né economico. C.B.

Protesta per l‘osso del santo

N Olga Eigenmann e Achille Pianca Spinadin 28 dicembre 2023: auguri per le vostre splendide nozze di diamante! Dai figli Mauro con Cristina, Ivano con Denise, Ornella con Giancarlo e dai nipoti Tobia, Linda, Miriam e Simone

el 1924 mons. Domenico Visentin, decano della parrocchia di Oderzo, fa richiesta al vescovo di Ceneda Eugenio Beccegato di una reliquia di San Tiziano, le cui spoglie riposano da secoli nella cripta della Cattedrale. Sia il vescovo che il parroco di Ceneda, mons. Domenico Zanette, sembrano propensi a concedere un piccolo osso dell’avambraccio del santo. Ma la cosa non è ben accolta dalla popolazione. Viene subito costituito un Comitato di agitazione che parla di “una mutilazione del santo che offende profondamente il sentimento religioso e le tradizioni del popolo cenedese”. Vengono affissi anche manifesti di protesta che si concludono così: “La leggenda narra che San Tiziano dai barbari fu salvato. Che Dio lo salvi ancora da Zanette e Beccegato”. Durante un comizio in piazza della Cattedrale un fascista arringa i presenti, alcuni dei quali danno l’assalto alla casa di mons. Zanette armati di forconi. La situazione è ormai fuori controllo e il vescovo non può far altro che annullare la traslazione della reliquia.

CENTO ANNI FA a cura di Ido Da Ros

Giovedì 18 gennaio 2024 | 13 Il Quindicinale


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Il mistero delle 600 firme sparite Che ne è stato della petizione sulle Perdonanze presentata qualche mese fa all’assessore di competenza? Seicento firme scomparse nel nulla

Il tratto finale della strada “delle Perdonanze”

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a IX Legio Hispana, la cui storia ha ispirato un famoso film, venne inviata da Roma tra il primo ed il secondo secolo dopo Cristo in Britannia a domare le rivolte dei Caledòni (Scozzesi), fierissime popolazioni che costrinsero l’esercito più potente del

mondo a creare il Vallo di Adriano per arginarle. Il mistero che l’accompagna riguarda la sua fine. La si ricorda infatti come la Legione fantasma: sparita di colpo nel nulla, senza lasciare traccia alcuna. Simile destino di sparizione ha colpito la raccolta di firme per la manutenzione della strada delle Perdonanze, tanto malconcia da costringere gli abitanti del luogo a tamponare di continuo ed alla meno peggio le emergenze. Ma qualche testimonianza sul mistero che avvolge questa petizione con 600 nomi è trapelato; chi è coinvolto ha facoltà di chiarificazione. Dunque queste centinaia di firme furono consegnate brevi manu lo scorso settembre a quel lapisino Assessore

che stravede per la sua glaciale valle natìa, infervorandosi assai meno per il restante territorio comunale. Alla consegna della petizione la risposta sarebbe stata quella standardizzata, liquidatoria per gli importuni: “No ven schei, no ven operai”. Di fatto, nessun tipo di intervento è stato eseguito né programmato sulla quasi impraticabile strada che, in territorio difficile, è comunicazione vitale per i residenti; per la fruibilità turistica del Patrimonio Unesco; per interventi antincendio o di soccorso. Né risulta che la petizione, come sarebbe d’uopo, sia mai arrivata al Sindaco. Ma il colpo basso è che queste firme, come la IX Legio, sarebbero addirittura “sparite” senza traccia. Ora, è nota l’insofferenza della giunta per ogni forma di democrazia diretta, vedi la fine dei Consigli Quartiere, ma gettare nel bidone dell’oblio e dello scherno una petizione di 600 cittadini, sa vagamente di sfoggio d’arroganza. Che, con la Sindrome dello scranno (pur piccolo) colpisce spesso i politici da troppo tempo sulla scena. Michele Bastanzetti

LE STAGIONI DEFINISCONO IL TEMPO NOI IL TUO STILE, È IL MOMENTO DI EVOLVERSI

Il Quindicinale 14 | Giovedì 18 gennaio 2024


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Quarant’anni di attività per Miriam Un traguardo - che non è una meta - per Miriam Scarpis e la sua profumeria-tabaccheria, inaugurata quando non era ancora maggiorenne

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cchi verdi e un sorriso accogliente sempre acceso (anche nel buio della recente pandemia). E garbo, gentilezza, disponibilità. Per Miriam Scarpis sono questi i valori - ereditati da papà Giovanni Battista Scarpis - che da 40 anni la guidano in un’avventura commerciale nata per caso. “Mio padre- ricorda Miriam - cercava un negozio da barbiere. Ma il caso

Flash Mancano poliziotti Vittorio Veneto. Un comando, tre comuni, ma un organico sottodimensionato per l’estensione territoriale e la popolazione a cui fa riferimento. «Soffriamo dell’esodo dei vigili verso il friulano» ha evidenziato l’assessore alla polizia locale Ennio Antiga. Nella vicina regione gli stipendi sono più alti rispetto a quelli degli enti pubblici veneti. E quindi, le offerte di lavoro che arrivano da oltre confine allettano. Attualmente mancano quattro agenti di polizia locale.

La truffa dello specchietto Vittorio Veneto. Il 28 dicembre scorso un anziano pensionato di 74 anni è rimasto vittima della truffa dello specchietto in via Antonello Da Serravalle, nei pressi della piazza di Santa Andrea a Vittorio Veneto. La tattica è sempre la stessa: l’uomo è stato avvicinato da un altro automobilista che sosteneva di aver subito la rottura dello specchietto a causa di un presunto urto con la sua auto. Convinto dal truffatore, l’anziano ha ceduto e ha consegnato una somma di circa cento euro come risarcimento.

Miriam Scarpis con il marito Walter

volle che si imbattesse in un esercente che vendeva un Alimentari con tabacchi, proprio qui, in via Dalmazia a Costa. Era il 17 gennaio 1984. Si convinse subito che la nuova attività poteva fare per lui e per me. Avevo allora 17 anni e lavoravo come commessa in un supermercato. Mi licenziai e lo affiancai nell’attività.” Col tempo - papà Giovanni Battista se n’è andato 25 anni fa - Miriam ha cooptato nella conduzione del negozio il marito Walter Da Ros, che tuttora si occupa del gioco del Lotto e delle varie lotterie, che spesso hanno fatto la felicità dei clienti con delle supervincite. Tra una maternità e l’altra Miriam è mamma di Alessia, Alberto e Virginia - la profumeria tabaccheria ha fidelizzato tanti clienti che per Miriam sono soprattutto amici.

I problemi di via Toniolo

Sentiero interrotto

Vittorio Veneto. Qualcuno lo potrebbe chiamare un “atto di disattenzione verso le richieste della comunità locale”, sembra che l’amministrazione comunale abbia deciso di far transitare gli autobus lungo Via Toniolo, ignorando le firme raccolte dai residenti che chiedevano a gran voce interventi completamente opposti nella zona. La petizione, presentata da circa sessanta residenti, chiedeva una riduzione del traffico e della velocità consentita alle auto in Via Toniolo. Chiedeva inoltre l'installazione di cartelli “pericolo bambini” e di dissuasori di velocità. Le firme, consegnate in municipio, sembrano però essere cadute nel vuoto. Gli abitanti di Via Toniolo, già preoccupati per la pericolosità della strada, si sono visti ora sconfessati dall'annuncio di far transitarvi gli autobus. “Proprio il contrario di ciò che abbiamo chiesto”, commentano i residenti con amarezza. Via Toniolo è una strada stretta e molto pericolosa, tenuto conto anche della presenza di un parco giochi e delle piscine comunali frequentate da numerosi bambini.

Vittorio Veneto. Disagi per i turisti che percorrono il Cammino delle Colline del Prosecco. Un’imponente cancellata in ferro blocca il passaggio in via Piai, all’ingresso del Giardino Segreto: un’ordinanza comunale vieta il transito a causa di un muro pericolante. I turisti che percorrono il Cammino da Valdobbiadene possono optare per il percorso lungo la Via dell’acqua sul versante nord del Monte Baldo, che parte da Nogarolo e arriva al Borgo Con Alti. Chi rimane però orfano del passaggio (ormai dallo scorso novembre) sono tutti gli sportivi e i viandanti che erano soliti salire alla Terrazza dell’artigliere e sulla crsta del Monte Baldo. Giovedì 18 gennaio 2024 | 15 Il Quindicinale


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Il Da Ponte è del Comune Ma Rinascita Civica denuncia: “Pagato un milione in più”

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Il teatro Da Ponte

l teatro “Da Ponte” è del comune di Vittorio Veneto da lunedì 18 dicembre. Ma le polemiche sull’acquisto, in particolare sul prezzo pagato, non si placano. In città sono comparsi i manifesti-denuncia di Rinascita Civica-Partecipare Vittorio: “Compra 1 e paghi 2 – si legge -. La Lega di Vittorio Veneto ha acquistato il teatro “Da Ponte” pagandolo 2.449.00 euro con una perizia che lo stima 1.230.000. Un regalo per gli amici trevigiani pagato un milione in più. Il teatro non era una priorità come lo sono le buche nelle strade, la piscina comunale, il museo archeologico, la biblioteca civica, la villa Papadopoli”. «La notizia dell’acquisto del teatro “Da Ponte” ha generato un putiferio in città, innescato da un sentimento di forte indignazione – affermano in una nota gli esponenti di Rinascita Civica - Partecipare

Vittorio -. Le persone ci fermano per strada, ci scrivono o ci telefonano per esternare la loro rabbia. Non per l’acquisto in sé stesso, ma per il fatto che tra due perizie sia stata scelta la seconda, quella più costosa, un milione in più rispetto alla prima. C’è chi ci invita a segnalare il fatto alla Corte dei conti, chi di informare la Soprintendenza, addirittura un imprenditore offre 500 euro per contribuire alle spese legali». «La cosa è più che comprensibile in quanto non si è mai visto un “buon padre di famiglia” scegliere tra due opzioni di spesa quella più costosa – proseguono -. I consiglieri di maggioranza hanno sottostato all’imposizione della Lega trevigiana che ha imposto il prezzo e i tempi dell’operazione. Sono state scavalcate tutte le emergenze cittadine (decoro urbano, impianti sportivi, biblioteca civica, manutenzione delle strade, museo archeologico) per obbedire alle disposizioni del partito di maggioranza». «Miatto ha parlato di una data storica, probabilmente riferendosi al fatto che da oggi sarà ricordato come il sindaco che ha speso un milione in più per l’acquisto del “Da Ponte”» concludono. C.B.

Celebrazioni tizianesche

Colle Umberto. Proseguono gli incontri incentrati su Tiziano Vecellio organizzati dalla Pro Loco. Il prossimo appuntamento sarà venerdì 19 gennaio, con la storica e critica d’arte Gabriella Niero che terrà una serata sulla “Autocelebrazione della Serenissima nei dipinti di Tiziano (e dintorni)”. Inizio ore 20:30 presso la sala San Lawrenz di via Capitano 5.

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Il Quindicinale 16 | Giovedì 18 gennaio 2024


VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Addio al Maestro Luigi Marcon

Ricorrenze LUIGINO NAPOL 28. 12. 2014 - 28. 12. 2023 Sei sempre nei nostri cuori. Bruna e Chiara

Luigi Marcon

Incisore di talento, la sua Saletta della grafica è stata cenacolo di artisti VITTORIO VENETO/FREGONA. Cordoglio nell’Alta Marca Trevigiana e nel mondo dell’arte per la morte di Luigi Marcon, incisore e pittore morto a 85 anni. Era nato a Piai di Tarzo nel 1938. Marcon apprese l’arte dell’incisione a Venezia frequentando il Centro Internazionale della Grafica. Dal 1960 aveva partecipato con successo a innumerevoli rassegne di grafica in Italia e all’estero. Era stato insegnante di educazione artistica in alcune scuole del vittoriese e grande animatore culturale della città di Vittorio Veneto. La sua Saletta della Grafica, in via Manin, è stata cenacolo di artisti, luogo

di esposizione per innumerevoli suoi colleghi incisori, laboratorio personale e scuola per molti che hanno voluto addentrarsi nella tecnica incisoria. Marcon è considerato un maestro dell’acquaforte e dell’acquatinta, ma anche pittore di buona qualità. Per il suo carattere affabile e gentile si era contornato di innumerevoli amicizie e si era guadagnato la stima unanime dei suoi concittadini. A causa di un incidente in montagna, altra sua grande passione, era costretto in carrozzella, ma aveva continuato instancabilmente la sua attività artistica. Marcon lascia la moglie Giovanna, i figli Roberta e Luca, il fratello Mario, la cognata Pierina, i nipoti uniti ai parenti ed amici. “Il tuo coraggio, la tua voglia di vivere, sia d’esempio per tutti noi che ti abbiamo conosciuto ed amato” hanno scritto i familiari di Marcon sull’epigrafe.

La scomparsa di Vittorio Giust LaCordignano. prematura scomparsa di Giust La ristorazione trevigiana è in lutto per la scomparsa di Vittorio Giust, titolare dell’Antica Trattoria Coan di Cordignano. Lo chef è mancato venerdì 29 dicembre, a 61 anni, a causa di una malattia incurabile. Da quasi quarant’anni guidava con la sorella e il cognato l’attività ereditata dai genitori dove preparava con maestria i piatti della cucina veneta. Nel 2020 aveva anche ricevuto un riconoscimento da parte dell’Accademia della Cucina Italiana. In passato Vittorio aveva lavorato come cuoco anche al ristorante “Da Celeste” a Venegazzù. Tantissimi in questi giorni i messaggi di ricordo e affetto da parte dei numerosi clienti e dei colleghi della ristorazione. Lascia la mamma Santina, la sorella Maria, il cognato Maurizio, i parenti e gli amici tutti.

IVANO FODA 16. 1. 2012 - 16. 1. 2024 Il tempo passa ma non cancella i nostri bellissimi ricordi e ci insegna a convivere con il dolore della tua mancanza. La tua Famiglia

SERGIO DAL VI 14. 1. 2019 - 14. 1. 2024 Nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta. Moglie e figli

UMBERTO BONAN n. 25.02.1934 - m. 08.01.2022 A due anni dalla tua scomparsa il tuo ricordo é sempre con noi. Continueremo a vivere con gioia sicuri che un giorno ci ritroveremo. Moglie Laura, figli Maria Rosa e Carlo

ELEONORA DE NARDI n. 25. 1. 1945 - m. 11. 1. 2020 A quattro anni dalla tua dipartita ti ricordano con affetto marito, figlie e nipoti.

Giovedì 18 gennaio 2024 | 17 Il Quindicinale


VITTORIO VENETO E VITTORIESE 30 persone bandite dalla città Non possono più metterci piede: pugno duro dell’amministrazione contro sbandati e molestatori

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a giunta Miatto ha preso una decisione senza precedenti per affrontare i crescenti problemi di comportamento in alcune zone di Vittorio Veneto. “Non c'è altra soluzione che il Daspo urbano”, ha dichiarato il sindaco, sottolineando la necessità di allontanare dalla città alcune persone, in particolare giovani, italiane e straniere, che continuano a creare disagi e insicurezza in diversi

luoghi del centro. Il provvedimento è stato preso a seguito delle continue segnalazioni di comportamenti incivili, provocatori e talvolta violenti da parte di un gruppo di persone, che ha portato ad un deterioramento della qualità della vita in specifiche aree della città. Le lamentele dei cittadini riguardano luoghi come il tempietto di San Gottardo, le rampe del monte Altare, il parcheggio interrato delle Poste e la pista ciclabile del Meschio, che una volta erano frequentati da famiglie e ora sono diventati teatro di comportamenti inaccettabili. Nonostante le frequenti segnalazioni alle forze dell'ordine, in assenza di reati non è stato possibile intervenire. Pertanto, la giunta ha deciso di adottare

Il successo della Little Run

La consegna del ricavato agli ospiti del Piccolo Rifugio

La corsa ha “portato” oltre 20mila euro agli ospiti del Piccolo Rifugio

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l 2024 sarà un anno pieno di occasioni di felicità per le donne e gli uomini con disabilità del Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto. Perchè a rendere possibili tutte queste occasioni di fe-

Il Quindicinale 18 | Giovedì 18 gennaio 2024

licità c'è la grandissima generosità del popolo della Little Run. È infatti di 21.718 euro euro il ricavato totale della settima edizione della Little Run, corsa e camminata del 26 dicembre 2023 a Vittorio Veneto, dedicata agli ospiti del Piccolo Rifugio. Un risultato che supera le più rosee aspettative: +24% rispetto al ricavato dell'edizione precedente, che già era stata da record.

il Daspo urbano come unica misura per allontanare tali individui dalla città, aggiornando di conseguenza il regolamento di polizia urbana. Secondo le stime del sindaco, il provvedimento interesserà circa una trentina di giovani, accompagnati da alcune figure più adulte, e mira a restituire sicurezza e decoro ai luoghi colpiti da tali comportamenti. L'indignazione per queste situazioni di degrado si è diffusa anche sui social, evidenziando la preoccupazione dei cittadini per la situazione. La decisione della giunta Miatto ha suscitato un acceso dibattito all'interno della comunità, ma ha anche ricevuto sostegno da coloro che chiedono un intervento deciso per preservare la qualità della vita in città.

Premio nascita 2023

Colle Umberto. Il Comune ha istituito il “Premio Nascita 2023” per i residenti nel Comune, ovvero un contributo economico una tantum previsto per le nascite e/o adozioni avvenute nel corso del 2023. La domanda è da presentarsi entro le ore 23.59 del 20 gennaio. L’importo dell’assegno sarà determinato in base alle domande pervenute, tenuto conto che la somma messa a disposizione per l’anno 2023 è di 7mila euro. Info: 0438 200895. o www. comune.colle-umberto.tv.it


VITTORIO VENETO E VITTORIESE Ricorrenze

In ricordo del partigiano Tolot

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ra partita per l’America all’età di sei anni con la famiglia e non era più ritornata a Vittorio Veneto. Ma di Paola Tolot si ricordava il suo amico di infanzia Maurizio ed ora che Paola, dopo sessanta anni, aveva deciso di ritornare per portare le ceneri della madre, gli ha organizzato una sorpresa molto particolare. Il nonno di Paola era il partigiano Elio Tolot (1904 - 1969) commissario del C.N.L. dal 43 al 45., risiedeva a San Fris nella casa davanti alla quale si è svolta una semplice ma toccante commemorazione a ricordo del nonno di Paola. La presidente dell’ Anpi di Vittorio Veneto e Domenico Mognol hanno ricordato ai presenti ed alla commossa nipote la figura del partigiano Tolot; è poi toccato al figlio di Paola scoprire la targa commemorativa del bisnonno.

CATERINA PIN in Segat m. 12. 1. 2012

ADELCHI SEGAT m. 29. 12. 2019

Siete sempre nei nostri cuori. I vostri cari

FRANCESCO DE ZANET 18. 1. 2023 - 18. 1. 2024 Il tuo ricordo è pace e il dono del tuo amore rimarrà sempre con noi. La tua Famiglia

LETTERE EROS TONUS 26. 1. 2015 - 26. 1. 2024

La miopia su Villa Papadopoli Spett.le Redazione, leggo su un numero del Quindicinale un articolo su Villa Papadopoli lasciata nel totale degrado. Come affermato nell’articolo appare evidente che questa Amministrazione avrebbe deciso che detto patrimonio architettonico e culturale non è degno di essere valorizzato. E’ vero che le precedenti amministrazioni, pur avendo la volontà di sistemare la villa, non hanno mai avuto i mezzi economici per farlo. Oggi si presenta una prospettiva diversa con quanto previsto e concesso dal PNRR, ma si preferisce investire nella caserma Gotti; si distrugge, a mio parere, un patrimonio più che centenario,(già sede della G.I.L., poi ospedale militare, ricovero per gli alluvionati del Polesine, sede del reparto ortopedico-traumatologico dell’ospedale di Vittorio V, e infine casa di riposo

Cesana-Malanotti...) per creare forse un carrozzone dall’incerto e non chiaro uso. E poiché tutto sembra venire prima di Villa Papadopoli e di Cèneda, (sulle cui recenti proposte migliorative stendo un velo pietoso), da cittadina vittoriese, da cenedese doc, e da ex consigliere comunale di Vittorio Veneto per ben trent’anni, poiché adesso “ci sono i soldi”, invito tutti a ricordare che a Cèneda c’è un patrimonio già esistente, un parco già esistente e che la sistemazione della villa potrebbe portare non pochi vantaggi. Conclude bene l’articolo del Quindicinale là dove ricorda ai cittadini che nel prossimo maggio andremo a votare: dovremo ricordare che dal nostro voto dipenderanno la salvezza e il rilancio di Ceneda. Cordiali saluti, Francesca Meneghin, Vittorio Veneto

A nove anni dalla tua scomparsa ti ricordiamo sempre con infinito affetto. I tuoi cari

LALO n. 28.4.1943 - m. 3.1.2015 Le tue nipoti, tua cognata e i tuoi amici ti ricordano.

MARIA DE NARDI “Mariella” 18. 1. 2020 - 18. 1. 2024 Sono passati quattro anni da quando mi hai lasciata. Tu sei sempre a me vicina. Il mio grande dolore è di non poterti più abbracciare. La sorella Silvia e nipote

Giovedì 18 gennaio 2024 | 19 Il Quindicinale



VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Il più anziano di Cappella

Riecco il campanile!

Angelo Pagotto

Compleanno centenario per Angelo Pagotto CAPPELLA MAGGIORE. Un secolo di vita! E’ il caso di Angelo Pagotto, che nel dicembre scorso ha raggiunto 100 anni e non li dimostra affatto. E’ giunto a questo straordinario traguardo non segnato particolarmente dal tempo. Non solo è lucido, ma anche informato sui fatti di attualità. Non guarda solo i telegiornali, ma continua a leggere quotidiani e periodici, nonché a seguire le vicende calcistiche nazionali con particolare attenzione alla sua squadra

del cuore, l’Inter. Per l’occasione i figli Ivano e Domenica hanno organizzato insieme ai loro familiari una festa, a cui ha partecipato anche il sindaco Barazza: “Festeggiare il 100° compleanno di Angelo Pagotto è una grande gioia. Un esempio, quello di Angelo, di dedizione alla famiglia e di operosità lungo tutto il suo lungo percorso di vita”. Angelo Pagotto risulta essere il più longevo dei residenti di Cappella Maggiore. Chissà quale sarà il suo elisir di lunga vita di questo distinto signore, che gli ha mantenuto ancora i capelli corvini? Buon compleanno Angelo ed ad arrivederci a quota 101!

Colle Umberto. Grande festa per la parrocchia di San Tomaso (e del paese tutto): il restauro del campanile a fianco del municipio è terminato e la struttura svetta nuovamente in tutta la sua bellezza finalmente svelata dalle impalcature.

Diciottenni&Costituzione Cappella Maggiore. Ecco uno dei momenti de “Il buon cittadino, secondo Costituzione: tra diritti inviolabili e doveri inderogabili”, l’iniziativa messa in campo dall’amministrazione comunale, che ha avuto quale relatore Sandro De Nardi, docente di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Padova. “L’evento – spiega il sindaco Barazza - è stato organizzato per la consegna della Costituzione ai neo diciottenni”. “Per celebrarla abbiamo invitato un esempio concreto di come dedizione, passione ed impegno siano strumenti imprescindibili per raggiungere traguardi di vita. Incontri di questo genere sono una occasione in più relazionarci con i nostri giovani, per conoscerli, ascoltarli e confrontarsi con loro”.

Giovedì 18 gennaio 2024 | 21 Il Quindicinale


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Se mi sono innamorato devo dire La vita – e i meravigliosi imprevisti - di Simone Aliprandi, avvocato mancato (per scelta), ballerino di talento, cameriere per necessità che grazie al lockdown (e ai social) ha trovato l’amore, tante nuove opportunità e soprattutto la felicità , tanto da dire con un sorriso che la vita è una cosa meravigliosa

Simone Aliprandi

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adre avvocato, stirpe di avvocati; cosa può sognare di diventare un giovane se non seguire le orme paterne? Questo era il futuro che Simone Aliprandi, classe 1992 e originario di Conegliano, era convinto di aspettarsi, così dopo il liceo scientifico ha iniziato giurisprudenza a Trieste, ma ha capito ben presto che non si trattava di una facoltà così stimolante come pensava. Dopo aver cambiato ed intrapreso psicologia, si è convinto che l’università non gli piaceva e così è tornato a casa. Già da bambino Simone amava la danza, ma i genitori temendo che a scuola dei compagni lo prendessero in giro, non l’avevano iscritto se non a 12 anni, con l’arrivo di un corso di hip hop e break dance. “Mi sono innamorato della danza. Ho fatto corsi su corsi, ero presissimo e anche nel periodo universitario quando ero a Trieste cercavo sempre dei locali dove andare a ballare e rientravo a Conegliano non appena terminavano le lezioni settimanali per riuscire a frequentare

Il Quindicinale 22 | Giovedì 18 gennaio 2024

di Tiziana Benincà un paio di lezioni nel weekend nella scuola di danza dove avevo sempre studiato” spiega Simone. “Quando ho lasciato l’università i miei genitori mi hanno appoggiato, ma non è stato facile. Sono tornato alla scuola di danza ed ho chiesto di poter insegnare, così mi sono certificato, ho iniziato ad insegnare zumba e poi un corso propedeutico di hip hop per bambini. Lì ho avuto un colpo di fortuna, perché un insegnante di danza moderna voleva portare il suo gruppo di 12 allieve ad un concorso e ha chiesto la mia presenza visto che gli piaceva come ballavo. Pochi giorni dopo la gara, il direttore di un’accademia di Milano mi ha chiamato perché era tra i giudici del concorso cui avevo partecipato e mi ha chiesto se fossi interessato ad una borsa di studio per frequentare il MAS (Music Arts & Show), uno dei più importanti centri di formazione per lo spettacolo in Europa. A me è sembrato provvidenziale, perché solo sei mesi dopo aver lasciato l’università avevo vinto questa borsa

di studio, era un segno. A quel tempo non conoscevo molto il mondo del musical; quando mi sono trasferito a Milano sono andato a vedere uno spettacolo organizzato dall’accademia che era anche società di produzioni teatrali ed è stato splendido. Questo percorso mi ha permesso di apprendere diversi tipi di ballo, recitazione teatrale e cinematografica e canto, dove mi sono concentrato maggiormente essendo il mio punto debole dal momento che ho un nervo acustico danneggiato. Ho capito i miei punti di forza ed il mio tallone d’Achille: sono stati tre anni veramente intensi. L’accademia fin da subito mi ha permesso di partecipare a dei progetti lavorativi ed entrare subito nel mondo del lavoro è stato molto rassicurante, perché è un mondo difficile dove molti sognano di entrare. Ho capito che questo era quello che dovevo fare nella mia vita, di fronte al pubblico. Al termine dello spettacolo del terzo anno, il direttore, nonché regista delle produzioni teatrali, mi ha proposto di lavorare con lui in “Priscilla, la regina del deserto”. È stata un’enorme soddisfazione e ho vissuto e lavorato due anni della mia passione, girando l’Italia. Nel periodo primaverile/estivo – in cui non avevamo la tournée - andavo nei villaggi turistici come artista. 16 febbraio 2020: ultima serata della tournée e ultimo spettacolo prima dell’arrivo del Covid. La professione dell’artista non è mai stata tutelata; molte case di produzione sono fallite e non sapendo quanto si sarebbe protratto questo periodo ho deciso di rientrare a casa”. La storia di molti che hanno visto la loro carriera terminare dall’oggi al domani, ma nella vita di Simone questa situazione drammatica ha portato un risvolto positivo: l’amore. “Ero a casa che mi annoiavo ed avevo un sacco di tempo per stare sui social, così ho visto questa bella ragazza che poi è diventata mia moglie ed ho iniziato a scriverle. È stato un amore a prima vista, il mio nuovo motivo per essere felice. Il nostro primo appuntamento è stato in videochiamata, ma già tre mesi dopo le ho chiesto di sposarmi. Io ho iniziato a reinventarmi facen-


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

grazie al lockdown

do il cameriere, ma dopo un anno ero proprio stanco di questo lavoro e così mi sono licenziato ed ho messo un annuncio di lavoro scrivendo quello che sapevo fare e dicendo che ero un ar-

tista. I teatri intanto avevano iniziato a riaprire, ma lentamente, con paghe dimezzate. A quel punto ero davanti ad un bivio: tornare a Milano e ricostruirmi la carriera o rimanere qui e dare vita ad una famiglia. Ho optato per la seconda ed ogni giorno che passa sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta. Al mio annuncio ha risposto una scuola di ballo che voleva dare vita ad un corso per musical e così inaspettatamente ho ricominciato a recuperare un po’ il mio lavoro anche se in maniera diversa. Non ero sicuro di saper insegnare, ma ho provato e mi sono trovato benissimo”. Può una carriera breve – seppur intensa – lasciare dei rimpianti ad un giovane artista che si è visto proiettato in un mondo quasi parallelo a quello della quotidianità? La risposta per Simone è un “no” categorico. “Ho sempre fatto quello che volevo. Ho pensato “È andata, ho fatto la mia esperienza, ho lavorato qualche anno, ho girato l’Italia con vari spettacoli, ora mi sposo e metto su famiglia”. Ora sono contentissimo perché ho modo di praticare la mia passione e non lo vedo come un passo indietro, ma un passo in avanti, perché sto inse-

gnando quello che ho imparato e aiuto a migliorare qualcun altro. Sono risalito sul palco a giugno 2022 con il musical della scuola ed è stata un’emozione veramente stupenda! Certo il pubblico, le strutture ed i mezzi non sono gli stessi, ma noi cerchiamo di fare gli spettacoli in modo professionale e voglio portare il maggior contributo possibile per avere un qualcosa in più rispetto alle altre scuole di ballo. Mi sento realizzato dal punto di vista lavorativo e anche da quello umano, perché il lockdown mi ha permesso di conoscere mia moglie e ad aprile 2023 è arrivata la nostra bambina, quindi ne è valsa la pena”. Con tanto tempo libero a disposizione durante il giorno però, Simone ha deciso di cercare un altro lavoro per occupare le giornate e così ha iniziato a collaborare con una piccola agenzia immobiliare dove gli orari sono flessibili, le sue doti teatrali per porsi e intrattenere i clienti sono richieste e non è mai fermo in ufficio. Due carriere che apparentemente non hanno nulla in comune, ma che grazie agli insegnamenti appresi all’accademia riesce a portare avanti di pari passo con soddisfazione, perché, si sa, la vita è uno spettacolo.

Simone Aliprandi (il secondo da sinistra) in uno spettacolo

A sinistra: Simone Aliprandi

Giovedì 18 gennaio 2024 | 23 Il Quindicinale


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Fra Dante e il Duemila Il nuovo libro del coneglianese Lamberto Salvador raccoglie una serie di saggi storicoletterari su Dante, Giuseppe Berto e la storia del Veneto orientale

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na serie di saggi che spaziano ampiamente di argomento, legati dalla passione dell’autore e dalle letture originali che ne derivano dei temi trattati: “Fra Dante e il Duemila” è il nuovo libro di Lamberto Salvador edito da Dario De Bastiani. “In questo volume ho raccolto in ordine cronologico alcuni scritti prodotti prima della pandemia – spiega l’autore – Poi, quando questa si è presentata,

Il nuovo libro di Lamberto Salvador

ho sentito il bisogno di pubblicarli in un volume per esprimere il mio desiderio di vita”. Ad emergere, in questo libro, sono passioni storico-letterarie a lungo coltivate dall’autore, docente liceale che nel 2015 aveva già pubblicato il volume “Giuseppe Berto scrittore politico. Un profilo complessivo” (edito da Cleup) e che ora ritorna sull’argomento con diciassette nuovi scritti che si concentrano in particolare sulla formazione e sui motivi ispiratori dello scrittore originario di Mogliano Veneto. Giuseppe Berto è stato anche oggetto della tesi di laurea in Lettere di Lamberto Salvador, ed entrambi hanno compiuto il proprio percorso di studi presso l’Università degli Studi di Padova, un trait d’union che l’autore non manca di sottolineare dedicando il libro proprio all’ottavo centenario

della nascita dell’università patavina. Ma c’è un altro anniversario a cui è legato il libro: il settimo centenario dantesco, e infatti la prima sezione è dedicata a una serie di scritti sul Sommo Poeta, in parte relazioni di conferenze tenute da Salvador per il comitato trevigiano della Società Dante Alighieri e gli Amici di Dante di Conegliano. A concludere il volume alcuni saggi di storia culturale veneta recente, due in particolare legati a Conegliano: un ricordo di Ugo Cerletti, psichiatra e neurologo, figlio del più celebre enologo Giovanni Battista, e la riscoperta della breve esperienza del liceo classico non statale “Cima-Toniolo”. “Quello che collega queste tre sezioni – spiega l’autore nell’illustrare la vastità degli argomenti trattati – è un assillo per la libertà intellettuale scevra, se possibile, da stereotipi e per la stessa esistenza umana. Fabio Zanchetta

Gaia Maschio

Un caffè Alzheimer in città Un locale per l’inclusività dei malati di Alzheimer e dei loro familiari. Lo scopo: abbattere stigmi e barriere

È

stato firmato l’accordo tra il Comune di Conegliano, l’Istituto Padre Pio di Tarzo (Gruppo Korian) ed il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato Sinistra Piave ODV per dare vita al Caffè Alzheimer anche

Il Quindicinale 24 | Giovedì 18 gennaio 2024

nel coneglianese. Un altro importante traguardo dopo l’apertura a settembre di un altro Caffè, a Pieve di Soligo. Si prevedono sei incontri gratuiti, uno a mese. Soddisfatta Gaia Maschio, assessore alle politiche sociali del Comune “Questo orgoglioso progetto rappresenta un gesto per dire alle famiglie che ci siamo, che siamo vicini ai malati e ai loro familiari nel difficile percorso di queste malattie sempre più diffuse. Il Caffè Alzheimer ha il sapore dell’aiuto, della cura, della gentilezza, dell’impegno e della dedizione; significa dignità, possibilità e capacità.

Lo scopo è quello di abbattere ogni barriera e tipo di solitudine”. Come a Pieve gli incontri non sono previsti nella RSA o nei centri diurni, bensì in contesti sociali esterni come bar, locali pubblici o parrocchie. Si tratta di un momento di accoglienza ed accettazione, dove pazienti e accompagnatori possono ritrovarsi, parlare, confrontarsi, conoscersi, aiutati da una figura professionale facilitante. Un appuntamento per superare quell’isolamento che purtroppo molto spesso colpisce questi malati. Per maggiori informazioni telefonare al 348 8466008.


CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Il progetto più importante Compie 50 anni la Piccola Comunità di Conegliano. Una struttura pensata in un’epoca di grave emergenza da un prete “comunista”. Approvata dal comune all’inizio fu osteggiata dalla Diocesi

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a spento 50 candeline la Piccola Comunità di Conegliano, un punto di riferimento nel territorio che in mezzo secolo di vita è riuscita, nonostante molte difficoltà, a costruirsi un’incontestabile autorevolezza nell’ambito delle dipendenze. Questo speciale compleanno si celebra con la pubblicazione di un libretto: “Mezzo secolo di opere alla Piccola Comunità (19732023)” a cura di Barty Stefan e con uno spettacolo all’Auditorium Dina Orsi domenica 28 gennaio alle 18. La sua storia non è certo di quelle “istituzionali”, ma si delinea quasi come una crociata in una Conegliano degli anni Settanta in pieno sviluppo economico, che ha come controaltare un problema con la tossicodipendenza sotto gli occhi di tutti. Le istituzioni lo sanno e anche i cittadini, ma si cerca di non vedere gli sbandati che tra la Gradinata degli Alpini, Piazza Cima, sotto i portici del Duomo e per le vie della Contrada si “bucano”. In Calle Madonna della Neve è meglio proprio non andare a certe ore, e in pieno giorno bisogna stare attenti a non calpestare le sirin-

ghe. Questa situazione non sfugge a don Gigi Vian, un prete salesiano originario del Trentino con un carisma non sempre allineato ai canoni. Da qualche tempo si sta occupando di questa fragilità dilagante nei giovani e nel 1973 riesce a ottenere uno stabile fatiscente di proprietà del Comune, in un luogo decentrato dietro al Castello (l’attuale sede di via Molmenti), dandosi da fare per trasformarlo in una sede di accoglienza per quelli che vengono definiti “drogati”. Non esistono in quel momento reti di gestione pubblica di questo problema e l’amministrazione concede gli spazi, sebbene la Diocesi non sia molto favorevole all’iniziativa di pronto soccorso sociale messa su da quel prete “comunista” e dissidente, aiutato da un altro suo amico don Antonio Prai. Alla fine del 1973 viene fondata la Piccola Comunità, ma la situazione è complicata. “In via Molmenti arrivava gente tutti i giorni ed a tutte le ore; si susseguivano riunioni intensissime, cresceva una grande solidarietà ma c’era anche molta confusione - raccontava don Gigi - Ai barboni si univano ex-carcerati, tossicodipendenti,

orfani, emarginati e ogni sorta di bisognosi”. Gli stessi politici dalla sua parte gli si rivoltano contro, mossi dai benpensanti e da una certa frangia del clero che li accusa di essere responsabili di un incremento dei numeri in città, quando in realtà è un problema sociale diffuso ovunque. Intanto intorno a questa comunità si forma una solida rete di volontariato fondamentale per la sua sopravvivenza. Nel tempo la sensibilità si evolve rendendo sempre più evidente gli sforzi pionieristici fatti da questi religiosi controcorrente e la validità degli effetti terapeutici e sociali messi in atto. Dopo varie figure di traino, la presidenza a dicembre 2023 passa dall’ex sindaco Flavio Silvestrin a un altro ex primo cittadino, Floriano Zambon, che eredita una Piccola Comunità diventata una struttura al passo con i tempi, specializzata nel recupero e reinserimento di persone con problemi di varie dipendenze (sostanze illegali, alcol, ludopatie), forte di altre due realtà: la fattoria sociale “La Mondaresca” di Arfanta di Tarzo e la “Casa per le marginalità sociali” di Fontanelle. Chiara Dall’Armellina

La sede della Piccola Comunità, sul colle a fianco del Castello di Conegliano

A sinistra: don Gigi Vian, fondatore della Piccola Comunità

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CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Il secolo della Stazione Sperimentale Nata da una costola della più celebre Scuola enologica, nel corso della sua lunga storia la Stazione Sperimentale di Conegliano è diventata un punto di riferimento della ricerca vitivinicola

La sede della Stazione Sperimentale di Viticoltura

Dall’alto: Michele Giunti e Giovanni Dalmasso

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a Stazione Sperimentale di Viticoltura di Conegliano festeggia il suo primo secolo di vita: oggi fa parte del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), ente nazionale vigilato dal Ministero dell’agricoltura, ma alla sua origine ci sono intuizioni e battaglie tutte locali. L’idea di fondare un’istituzione dedita esclusivamente alla ricerca nel campo della viticoltura nacque infatti verso gli inizi degli anni Venti tra le aule di un’altra, e ben più celebre, eccellenza coneglianese, la Regia Scuola Enologica, oggi Istituto “G. B. Cerletti”. Fino ad allora la ricerca si svolgeva proprio negli istituti che avevano come prima vocazione la formazione dei nuovi enologi, ma, in un momento in cui patologie della vite e guerre avevano ridotto ai minimi termini la viticoltura locale, l’allora di-

rettore Michele Giunti e il professore Giovanni Dalmasso iniziarono a battersi per la creazione di una stazione sperimentale indipendente. La viticoltura europea, e in particolare nella zona del Veneto e del Friuli, si trovavano a dover fare i conti con i danni devastanti portati dalla famigerata filossera, il parassita della vite che, importato in Europa verso la metà dell’Ottocento, aveva fatto ben comprendere quelle che sarebbero state le sfide per il settore agricolo in un mercato che iniziava a globalizzarsi. Proprio tra Veneto e Friuli (che nei primi decenni del Novecento contava anche i territori istriani) fu piantata una collezione di varietà selezionate e creata una rete di vigneti sperimentali che sarebbero serviti come modello per la ricostruzione delle viticolture regionali. Nacque così nel 1923 la Stazione sperimentale, un’ente indipendente

Ladro goloso

N

ella notte tra il 29 e il 30 dicembre scorso un ladro è entrato nella pasticceria De Rosa, in viale Spellanzon: prima ha fatto una scorpacciata di dolci e poi ha rubato il fondo cassa, la stampante, un panettone e il cellulare del negozio. Protagonista della scorribanda è un 51anni originario di Vittorio Veneto ma senza fissa dimora, con precedenti penali e conosciuto alla forze dell’ordine. L’uomo è stato fermato dagli agenti del commissariato di Conegliano che, dopo avere visionato le immagine della telecamere di sorveglianza del locale, lo hanno individuato e fermato sei ore dopo.

Il Quindicinale 26 | Giovedì 18 gennaio 2024

e consortile sostenuto dalle Camere di Commercio e dalle Province del Veneto e del Friuli. La sede storica della stazione, il bel edificio in stile eclettico che si trova alla fine di via XVIII Aprile, subito dopo l’Istituto Cerletti, fu costruito qualche anno più tardi, nel 1932, dopo che l’ente fu nazionalizzato diventando Regia Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia. Architettonicamente parlando l’edificio fa parte di un ideale polo enologico e vitivinicolo che fu progettato dall’ingegnere Bernardo Carpenè nel corso del primo decennio del Ventennio, e di cui fanno parte la nuova sede della scuola (1924) e la Bottega del vino (1927). Va comunque ricordato che, nonostante la parentela con la Scuola enologica, la Stazione sperimentale è nata e si è sviluppata come l’ente autonomo immaginato dai professori Giunti e Dalmasso, la cui importanza è cresciuta di pari passo con quella della viticoltura nel corso del Novecento. Subito dopo l’inevitabile pausa causata dagli eventi della seconda guerra mondiale, l’attività dell’istituto divenne infatti determinante, tra le altre cose, per lo sviluppo di tecniche di coltivazione moderne attraverso la sua rete di vigneti sperimentali, ma anche per la promozione della denominazione di origine controllata dei vini, istituita nel 1963. Oggi la stazione è un centro di ricerca per la viticoltura e l’enologia di ambizioni internazionali che, oltre alla sede centrale di Conegliano, conta anche di sezioni periferiche a Gorizia, Asti, Arezzo, Velletri e Turi e coordina l’attività di ricerca universitaria in tutta Italia. Fabio Zanchetta


CONEGLIANO E CONEGLIANESE Amici di Dante Conegliano. Riprendono gli incontri culturali all’associazione Amici di Dante al Dina Orsi di via Einaudi (inizio alle 17:30). 18 gennaio: conferenza del dr. Saverio Pascarelli su “Dante letto anche in Cina: una curiosità storica”. 25 gennaio: presentazione del libro “Dall’Ucraina al Don / L’ultimo viaggio di Bepi bersagliere: 1942” di Luigi Floriani. 8 febbraio: conferenza del dr. Leopoldo Miorin su “I Templari” (con proiezioni). 22 febbraio: presentazione del libro “Voli di liberi uccelli” (racconti) d’Enzo Capitanio, con intervento delle attrici Monica Stella e Cristina Battistella. 7 marzo: conferenza della prof.ssa Antonietta Pastore Stocchi su “Grazia Deledda e il western italiano” (con proiezioni). 25 marzo: Dantedì conferenza della prof.ssa Claudia Andreazza su “Il paesaggio nella Divina Commedia” con lettura di versi danteschi da parte di soci e non soci. Ingresso è libero e gratuito.

Mattia e Alberto premiati a Londra Al Concorso Internazionale di packaging Pentawards

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o studio coneglianese Granzotto Mazzer è stato premiato con un Silver Award al concorso internazionale di packaging design “Pentawards”, per un progetto di packaging di un vino Prosecco DOC Biologico, durante la cerimonia di gala che si è tenuta a Londra. Granzotto Mazzer è uno studio che crea progetti di packaging Food&Beverage, fondato da Mattia Granzotto (35 anni) e Alberto Mazzer (35 anni). Fondato nel 2005, Pentawards è considerato uno dei più prestigiosi concorsi di packaging design al mondo suddiviso in diverse categorie. Il progetto di Granzotto Mazzer è stato presentato nella categoria Design Performace, che premia l’effettivo aumento delle vendite di un prodotto dopo la creazione di un nuovo packaging. Per Granzotto Mazzer questo premio rappresenta una conferma di come il ruolo del designer, inserito in una filiera locale all’avanguardia come quella

del Nordest, possa diventare un vero e proprio volano a livello internazionale. Lo studio è stato premiato anche nell’edizione Pentawards 2022 con un bronzo nella categoria Sustainable Design, che premia progetti di packaging sensibili alle tematiche ambientali.

Mattia Granzotto e Alberto Mazzer

Giovedì 18 gennaio 2024 | 27 Il Quindicinale


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Il contadino custode

In queste pagine: Luciano De Biasi tra vigneti e castagneti (Fotografie di Giovanni Damian)

La curatura di Luciano De Biasi e il recupero autentico dei frutti del territorio. A cominciare dall’Albero del pane, ossia il castagno – oggi Marrone di Combai IGP che per secoli ha garantito la sopravvivenza di un’intera comunità e che oggi continua a essere uno dei prodotti fondamentali di queste terre, minacciate da pesticidi e monocolture

di Antonella Pianca

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uciano De Biasi, convinto ambientalista e sostenitore di un’agricoltura che rispetta l’ambiente e le componenti che lo caratterizzano, proviene da una famiglia contadina molto legata alla terra ed ha alle spalle una lunga carriera professionale nel settore amministrativoIl Quindicinale 28 | Giovedì 18 gennaio 2024

finanziario. Può essere definito un contadino custode perché riscopre e salvaguarda varietà autoctone di piante da frutto (meli, peri, susini, ciliegi ecc.) e di vecchie cultivar di vite, dimenticate ed abbandonate, anche a causa dell’agricoltura intensiva. Senza il lavoro e la tenacia di Luciano, degli enti di ricerca, di persone e produttori che selezionano e catalogano i prodotti legati al territorio, molte varietà vegetali e animali potrebbero scomparire, con grande danno per la biodiversità. Luciano De Biasi ha recuperato l’antica tradizione della castanicoltura e si prende cura del castagneto nel Bosco di Vergoman in località “la Guzza”, nel comune di Miane che era di proprietà della famiglia; un

pregevole luogo naturale con piante maestose dalla vasta chioma ed esemplari anche secolari di diverse varietà. Il toponimo “Guzza” o “Guizza” è probabilmente di origine Longobarda e significava bosco o riserva di caccia, come ci dice Luciano.


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Come lui stesso ci spiega, un castagneto trascurato, senza manutenzione, sistemazione del terreno e pulizia del sottobosco, con l’andar del tempo si degrada e si spegne. Urbanizzazione e spopolamento delle zone collinari e montane hanno portato all’abbandono dei castagneti; per questo è fondamentale sensibilizzare le giovani generazioni sull’importanza di conservare e valorizzare il patrimonio boschivo perché le piante, oltre a custodire la bellezza del paesaggio, sono alleati importanti e preziosi per l’ecosistema: contrastano il degrado del suolo e il dissesto idrogeologico, catturano l’anidride carbonica dall’atmosfera, migliorano l’aria che respiriamo, combattono il cambiamento climatico e rendono più bella la nostra vita. Il castagno europeo (Castanea sativa) - che dal punto di vista botanico appartiene alla famiglia delle Fagacee - è una delle più importanti essenze forestali dell’Europa meridionale, un albero con una lunga tradizione nella cultura popolare, che fin dall’antichità veniva chiamato “albero del pane”. Molte comunità, in passato, hanno basato la loro economia sul castagno, il frutto ricco di proprietà benefiche è stato una preziosa risorsa alimentare per le famiglie contadine delle zone montane e collinari ed il legname era ricercato per la sua compattezza, resistenza all’umidità e duttilità. Del castagno non si buttava via niente, i ricci vuoti venivano impiegati per il riscaldamento domestico, il fogliame secco era impiegato come lettiera per il bestiame nelle stalle e come fertilizzante, al frutto ed alle foglie erano riconosciute qualità terapeutiche, ecc. Se un tempo venivano considerate un ingrediente povero, al giorno d’oggi le castagne sono un cibo pregiato, una vera prelibatezza autunnale consumate come caldarroste o marron glacé o utilizzate nella preparazione di numerose ricette dall’antipasto al dolce. In pasticceria solitamente si privilegia il marrone che è la varietà più pregiata della castagna ed è mediamente più grosso - di norma un riccio contiene un unico seme - la polpa di colore biancastro è consistente, zuccherina e di sapore dolce. Dal punto di vista nutrizionale casta-

gne e marroni sono un alimento nutriente ed energetico, frutti eccellenti ricchi di amidi e di vitamina C, vitamine del gruppo B e di una discreta quantità di sali minerali: magnesio, fosforo, potassio, ferro, sodio e calcio. Non contengono glutine ed hanno un valore nutritivo simile a quello dei cereali. Dopo la raccolta che si effettua normalmente da metà settembre e fino alla metà del mese successivo, possono essere conservate essiccate o trasformate in farina. Luciano De Biasi utilizza il metodo della curatura (un tempo chiamata “novena”), che consiste nell’ immergere i frutti in acqua potabile per un periodo di 7/8 giorni, cambiando l’acqua ogni giorno. I frutti che salgono a galla vanno eliminati in quanto bacati. In questo modo la loro conservazione, come prodotto fresco, è garantita per alcuni mesi. Gli alberi rafforzano il nostro legame con la natura. Il castagneto, il vigne-

to degli anni Settanta, che Luciano chiama “catalogo”, le antiche varietà di alberi da frutto recuperate dall’abbandono, sono la testimonianza dell’importanza del lavoro di Luciano per conservare e valorizzare la biodiversità e proteggere la bellezza e la diversità del paesaggio. Un patrimonio di conoscenze che contribuisce a difendere l’identità di un luogo con i saperi tramandati di generazione in generazione. Tornare a praticare un’agricoltura che mantenga vivo e vitale l’ecosistema, conseguentemente, significa anche prendersi cura del nostro benessere. Ripensare il nostro futuro significa, come scrive Luciano, “poter ancora sentire l’appartenenza ad un mondo in cui vivono esseri umani ma anche altri esseri viventi come gli animali e le piante con cui condividiamo la nascita, la vita e la morte”, ristabilendo la connessione che ci lega gli uni altri, in una comunità planetaria. Giovedì 18 gennaio 2024 | 29 Il Quindicinale


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Quattro pietre d’inciampo per Pieve

Patto d’amicizia con Garibaldi

Un esempio di “pietra d’inciampo”

Saranno posate in piazza Vittorio Emanuele II per la Giornata della Memoria PIEVE DI SOLIGO. Quattro pietre d’inciampo – Stolpersteine – in piazza Vittorio Emanuele II a ricordo di altrettanti pievigini che, internati nei lager durante la Seconda Guerra Mondiale, non fecero più ritorno a casa. La cerimonia si terrà in occasione della Giornata della Memoria, sabato 27 gennaio. Alle 10.30 nella sala consiliare in municipio la presentazione, a cura di Pietro Baratto e della storica Antonella Lorenzoni, della ricerca storica sulle vicende dei pievigini - Angelo Marinelli (18941945), Giovanni Padoin (1913-1944), Gregorio Salomon (1911-1945) e Luigi Stella (1912-1945) – deportati e deceduti nei campi di concentramento e a cui sono dedicate le pietre. Alle 12 la cerimonia di posa alla presenza dell’artista Gunter Demnig, ideatore delle pietre d’inciampo, una piccola

Il Quindicinale 30 | Giovedì 18 gennaio 2024

targa d’ottone delle dimensioni di un sanpietrino che con la sua luce vuole restituire il nome e l’individualità perduta alle vittime della violenza nazista. Un monito per non dimenticare. Lunedì 22 gennaio, alle 21 nell’auditorium “Battistella-Moccia”, il monologo di Teatro Civile Nedo, un racconto di ebrei e di antifascisti costretti a vivere l’incubo della persecuzione e della deportazione nei carri bestiame, imprigionati nei campi di concentramento e di sterminio, uccisi nelle camere a gas e bruciati nei forni crematori. Ma è anche il racconto dei giusti che molte vite hanno salvato e di chi è sopravvissuto alla fame, alla morte dei propri cari, all’orrore dei campi e nonostante la sofferenza e la disperazione provate fino al giorno della Liberazione hanno trovato la forza di testimoniare. Lo spettacolo, scritto da Alessandra Dondi, Alice Ponti, Matilde Dalla Piazza e Antonio Roma, è diretto da Antonio Roma e interpretato da Antonio Roma con Nicoletta Bellazzi. L’ingresso è gratuito.

FOLLINA. Garibaldi e Follina distanti 9mila chilometri, ma oggi più vicine grazie ad un patto di amicizia. Il comune dello Stato del Rio Grande do Sul e il comune dell’Alta Marca Trevigiana hanno deciso di recuperare quel legame che, da oltre un secolo, li unisce. Da Follina alla terra brasiliana sono emigrati tra Ottocento e Novecento tanti follinesi, che si sono insediati nell’attuale municipio di Garibaldi. L’idea è che partendo da un patto di amicizia si possa poi arrivare ad un gemellaggio tra le due comunità. A fine 2023 una delegazione del municipio di Garibaldi è arrivata a Follina per mettere le basi di questo patto, conoscere il territorio da cui i loro avi sono partiti e stringere nuove amicizie.


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA Flash

Giochi per tutti

Luci stradali spente di notte fino ad aprile TARZO. Con ordinanza, il sindaco Gianangelo Bof ha dato mandato all’ufficio tecnico comunale di spegnere di notte l’illuminazione pubblica lungo strade e piazze (con unica eccezione della rotatoria di via Maset) dalle 2 alle 6 fino al 30 aprile 2024 per contenere la spesa dell’illuminazione pubblica che, per il 2024, peserà per stimati 104mila euro.

Il nuovo municipio costerà 2,5 milioni REVINE LAGO. La demolizione e la ricostruzione del municipio di Revine Lago, lungo la Strada dei Laghi in località Santa Maria, costerà 2,5 milioni di euro. Così è stato messo nero su bianco nel progetto definitivo ed esecutivo, in linea tecnica, dell’opera. Al momento l’intervento non ha copertura economica.

A scuola con il Touring Club

Novità a Barbisano per i più piccoli. Investimento di 40mila euro PIEVE DI SOLIGO. Un regalo sotto l’albero per i bambini e non solo. L’area verde di Barbisano, spazio di ritrovo per la comunità – qui si svolge la tradizionale festa della birra a giugno – e per i bambini si amplia. Poco prima di Natale il comune di Pieve di Soligo ha definito l’accordo per l’acquisizione, dai privati, di una parte del terreno posto a nord del parco giochi, dove si trova un vigneto, così da ampliare l’area a beneficio della comunità. A fine dicembre si sono invece

conclusi i lavori di ammodernamento dell’area giochi di Barbisano con l’installazione di un’altalena e di uno scivolo nuovo. Nei vari parchi comunali pievigini negli ultimi mesi il comune è intervento con la sostituzione di numerosi giochi per i bambini e con la sistemazione delle staccionate. Tra i nuovi giochi acquistati ci sono ad esempio un nuovo scivolo mono-torre, un gioco a molla e un dondolo a bilico su molla a due posti posizionati nel parco del Soligo, oltre ad altalene e ad altri giochi a molla collocati nei parchi di via Buonabitacolo, di via Rivette a Solighetto e di via Cimitero a Barbisano, per un investimento complessivo di 40mila euro circa. S.F.

I nuovi giochi all’area verde di via Cimitero a Barbisano

Il luogo dell’incendio

CISON DI VALMARINO. Operatori turistici a confronto e in rete, per mettere in atto azioni collaborative sul territorio. Dopo un primo ciclo di incontri promosso dal comune e dal Touring Club Italiano per migliorare l’accoglienza turistica nell’ambito del progetto Pnrr “Il borgo del saper fare”, un secondo partirà a febbraio. Maggiori informazioni in municipio.

Incendio in mansarda MIANE. Paura in paese il 26 dicembre scorso. I vigili del fuoco sono intervenuti in Via Verdi per un incendio divampato all’interno di una mansarda di un fabbricato di tre piani fuori terra. Per fortuna nessuna persona è rimasta ferita, ma l’intero stabile è stato evacuato. Le squadre dei vigili del fuoco arrivate da Conegliano, Montebelluna e Treviso con 3 autopompe, un’autobotte, l’autoscala e 17 operatori sono riusciti a circoscrivere le fiamme all’ultimo piano, evitando un rogo generalizzato. Gravi i danni all’interno della mansarda. Sembra che l’incendio sia partito da dei lumini a cera accesi dagli anziani per scaldarsi.

Giovedì 18 gennaio 2024 | 31 Il Quindicinale


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA La sezione del Bon Bozzolla che verrà trasformata in casa di comunità

Una casa di comunità a Soligo L’Ulss 2 vi investe quasi 2,3 milioni di euro. Sarà pronta entro il 2026 FARRA DI SOLIGO. Tra le 1.350 case di comunità che saranno realizzate nel territorio nazionale entro il 2026 e grazie ai fondi Pnrr, una sorgerà anche a Farra di Soligo, precisamente all’interno dell’ex complesso ospedaliero del Bon Bozzolla, nella frazione di Soligo. Un edificio adiacente la casa di riposo, oggi non utilizzato, sarà completamente ristrutturato per collocarvi la casa di comunità. A realizzarla sarà l’Ulss 2, che darà qui corso ad un investimento di quasi 2,3 milioni di euro. Prenderà quindi vita nei prossimi due anni questa nuova struttura con i suoi servizi, a cui i cittadini potranno accedere per avere assistenza sanitaria e socio-sanitaria secondo il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità. Una struttura che ha l’obiettivo di sgravare il carico di lavoro negli ospedali. Il progetto prevede un investimento complessivo di 2.263.500 euro, di

Il Quindicinale 32 | Giovedì 18 gennaio 2024

Francesco Benazzi, Direttore Ulss 2

cui 1,8 milioni coperti da fondi Pnrr. L’avvio dei lavori è previsto in questo inizio anno. Nella casa di comunità saranno presenti, sette giorni su sette, i medici di famiglia e degli specialisti ambulatoriali nelle patologie croniche più diffuse come il diabete, lo scompenso cardiaco e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, ma anche gli infermieri “di famiglia”, figure che si occuperanno anche di promozione e di educazione alla salute oltre che delle cure a domicilio, un’assistente sociale, un fisioterapista e un logopedista. Tra le strumentazioni della casa di comunità ci saranno un ecografo, un retinografo, un elettroencefalografo, oltre al necessario per fare le radiografie e per gestire la diagnostica di base. C.B.


QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA Flash Nuove luci FARRA DI SOLIGO. Attivata poco prima di Natale la nuova illuminazione a led di via Bon Bozzolla e via De Toffoli a Soligo: il comune ha sostituito i corpi illuminanti per poter attuare un risparmio energetico. «Nel mese di gennaio – annuncia il sindaco Mattia Perencin - sarà efficientata anche l’illuminazione pubblica di via dei Bert con il rifacimento della linea».

La consulta dei ragazzi di Refrontolo raccoglie 2.524 euro REFRONTOLO. Sono riusciti a raccogliere, in occasione dell’evento “Natale in piazza”, ben 2.524 euro. La consulta dei ragazzi di Refrontolo ha deciso di destinare queste offerte all’acquisto di una giostra per il nuovo parco di Refrontolo in fase di realizzazione di fronte a villa Spada.

Dalle mele solidali quasi centomila euro PIEVE DI SOLIGO. L’edizione 2023 di “Frutto di un sostegno sociale”, la vendita benefica di mele avvenuta a dicembre e promossa dal Consorzio Pro Loco Quartier del Piave, ha permesso di raccogliere quasi 100mila euro destinati alle case alloggio per disabili del territorio.

Addio a Baratto PIEVE DI SOLIGO. Si è spento il 26 dicembre scorso il dottor Marcello Baratto, storico farmacista di Pieve di Soligo. Aveva 96 anni. Baratto aveva aperto l’omonima farmacia in pizza Umberto I, oggi farmacia Battistella. Baratto lascia i figli Gabriella, Cristina con Alessandro, Marco con Francesca e Sara ed i parenti tutti.

Farra: via libera al bilancio “In programma efficientamenti energetici e la ristrutturazione di parte dell’ex Enam” FARRA DI SOLIGO. Approvazione del bilancio di previsione finanziario 2024-2026 al centro del Consiglio comunale di Farra di Soligo nell'ultima seduta del 2023. «Insieme all’approvazione del Bilancio di previsione», spiega il Sindaco Mattia Perencin «il Consiglio comunale si è espresso per l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche e degli acquisti di forniture e servizi, nonché delle aliquote comunali. Tra le opere pubbliche in programma nelle prossime annualità sono previsti l’intervento di efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica delle zone industriali di viale Europa, Cal della Madonna e via Verdi, per 150.000 euro, e la realizzazione di un marciapiede lungo via Cao de Villa a Soligo per un importo complessivo di 700.000 euro. Inoltre si provvederà alla ristrutturazione di parte del palazzo Vedovati (ex Enam), per un importo complessivo dell’opera di € 268,693.14 finanziata con fondi PNRR misura M5C2, per

la realizzazione di percorsi di autonomia per persone con disabilità. Per l’avvio dei lavori il Comune è in attesa che Ulss 2 e INPS sottoscrivano l’accordo per la gestione dell’intero immobile ex Enam. Continueranno inoltre gli interventi sulle scuole, che rimangono una priorità per questa Amministrazione, e in particolare di efficientamento energetico della scuola primaria G. Ancillotto di Soligo (importo lavori 1.600.000 €) e di miglioramento sismico ed efficientamento energetico scuola primaria di Farra (importo lavori 1.500.000 €)». «Per quanto riguarda le aliquote comunali», aggiunge l’Assessore al Bilancio Manuela Merotto «l’Amministrazione, nonostante i tagli per mancati trasferimenti e le risorse sempre limitate a disposizione dei bilanci comunali, ha voluto mantenere invariate sia l’aliquota dell’addizionale comunale all’IRPEF, sia le varie aliquote e detrazioni per l’applicazione dell’Imposta Municipale Propria, per non gravare sulle famiglie e le imprese del territorio.» A.G.

Mattia Perencin

Un anno di cantieri Oltre due milioni per le opere pubbliche in campo, a partire dalle scuole di Barbisano PIEVE DI SOLIGO. Ultimi mesi di amministrazione per la giunta Soldan, ma tanti i cantieri in partenza che scandiranno tutto il 2024. «Grazie ad un accordo pubblico-privato – annuncia l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Negri - tutto il territorio comunale sarà rimesso a nuovo per quanto riguarda l’illuminazione stradale. Si tratta di un ampio e complesso progetto che prevede la sostituzione delle vecchie lampade con performanti corpi a led con gran-

de risparmio energetico generale e proprio in questo risparmio vengono reperite le risorse per il nuovo impianto generale. La spesa complessiva supera i 2 milioni di euro e dovrebbe concludersi nel primo semestre del 2024. Nei primi mesi di quest’anno inizieranno i lavori alle ex scuole di Barbisano: la gara è stata indetta dalla Provincia e la rosa delle ditte già individuata. Presto ci sarà la posa della prima pietra di questa importante opera». Qui saranno fatti lavori per un milione e 870mila euro. In fase di realizzazione il primo stralcio della ciclabile di via delle Morosine. Previsto nei prossimi mesi l’avvio della progettazione per ristrutturare l’ex municipio di via Vaccari per farne un centro per le associazioni. S.F.

Giuseppe Negri

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RUBRICHE & WEB CHE COS’È LA NASPI?

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Problemi Sociali a cura di Michele Cais

n origine, negli anni passati, quando un dipendente, perdeva il posto di lavoro, aveva diritto a percepire la così detta “Indennità di disoccupazione”. Oggi, con nuove norme, tale sussidio ha cambiato denominazione, diventando “NASPI”. La NASPI viene erogata in misura pari al 75% della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni. Qualora la retribuzione sia inferiore all’importo di riferimento, stabilito dalla legge, viene rivalutato annualmente sulla base della variazione indice ISTAT: euro 1.352,29 per il 2023. La prestazione viene ridotta del 3% per ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione. La riduzione, scatta dall’ottavo mese, se il soggetto ha compiuto 55 anni di età alla data di presentazione della domanda.

La contribuzione figurativa accreditata in seguito alla percezione della disoccupazione NASPI, è valida per il

raggiungimento del diritto alla pensione di vecchiaia , cioè il calcolo della stessa prestazione pensionistica.

Ecco la ricetta:

giunto il punto di ebollizione buttare il riso, salare e far cuocere mescolando di tanto in tanto. Mettete il resto del latte a scaldare in un pentolino e aggiungetelo al riso, un mestolo alla volta, man mano che viene assorbito. Quando sarà pronto avrà assunto la consistenza di una crema. Togliere dal fuoco, mantecare col burro e il grana grattugiato. Si possono aggiungere a piacere spezie o pepe.

IL RISO AL LATTE

L

il Cuore Veneto a cura di Alberta Bellussi

a ricetta del riso al latte si perde nella notte dei tempi, si dice che sia di origine medievale, senza andare cosi lontano, molti di noi conservano ancora il ricordo delle nonne che preparavano questa ricetta tanto facile e genuina, durante l’inverno, soprattutto se viviamo al Nord: un ricordo dell’infanzia. In passato questa ricetta veniva preparata principalmente per i bambini o per le donne affette da dolori mestruali oppure che avevano appena partorito. Il riso al latte è infatti un’antica preparazione della tradizione dell’Italia settentrionale, specialmente del Veneto e della Lombardia, ma anche del Piemonte dell’Emilia Romagna, e comunque di tutti quei territori storicamente votati alla coltivazione del riso. Caldo, quasi una candida coccola; il riso al latte è un piatto un po’ dimenticato, ma assolutamente da riscoprire, adatto agli adulti ma soprattutto ai bambini. Il latte è infatti un alimento indispensabile per la loro crescita. Oltre a questo, il riso al latte è una pietanza molto nutriente e fonte di energia, adatta anche ai convalescenti.

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INGREDIENTI per 4 persone. 320 g di riso vialone nano di Grumolo delle Abbadesse 30 g di burro 4 cucchiai di grana padano 1,5 l di latte sale PREPARAZIONE. Far bollire metà del latte in una pentola. Una volta rag-


RUBRICHE & WEB LE PAROLE PER DIRLO SOS COMUNICAZIONE Dato che nel cervello femminile il vocabolario non ha un centro specifico, noi donne spesso riteniamo irrilevante fornire una definizione precisa di ciò che diciamo e quindi ci prendiamo delle cosiddette licenze poetiche anche per creare influenza ed effetto nella nostra conversazione. Alcuni uomini però, interpretano ogni parola come se fosse vera e rispondono di conseguenza. La donna si avvale dell’intonazione della voce per comunicare e del linguaggio del corpo per trasmettere le emozioni mentre l’uomo usa il linguaggio per competere con la donna e tenerle testa. Noi donne non dovremmo mai usare gli avverbi a sproposito. Ad esempio non dire mai “Non sei mai d’accordo su niente di quello che dico” oppure, “Tu sei sempre in contrasto con me” oppure, “Lo dici ogni

volta che ne parliamo”, oppure “mi tocchi solo quando vuoi fare sesso”. Lui prenderà quel “solo” quell’”ogni volta” quel “sempre” quel “mai”, alla lettera, e continuerà a puntualizzare le parole. Quindi vi lascio un esempio di buona comunicazione. La frase “non sei mai d’accordo su niente di quello che dico” diventerà “ho l’impressione di non essere compresa quando parlo” e al posto che dire “mi tocchi solo quando vuoi fare sesso” diventerà “mi piacerebbe essere toccata non solo prima e durante il rapporto ma anche in altri momenti della giornata”. FINGERE L’ORGASMO Il 59% delle donne ha finto almeno una volta l’orgasmo. Sapete quali sono le motivazioni? Vediamo se rientrate anche voi in queste.

1) Per terminare rapidamente il rapporto 2) Per noia 3) Perché non avrei mai raggiunto l’orgasmo in quel modo 4) Per paura del suo giudizio 5) Per non farlo sentire inadeguato 6) Perché effettivamente era inadeguato 7) Perché provavo dolore e non volevo farglielo sapere o provavo dolore e volevo terminare rapidamente il rapporto 8) Perché non mi sentivo coinvolta e non volevo dare giustificazioni 9) Perché non ci sapeva fare 10) Perché ho tempi lunghissimi e avevo paura che si stancasse Se le donne e gli uomini fossero meno ossessionati dall’idea che l’orgasmo sia essenziale per l’appagamento del partner alcune finzioni non sarebbero necessarie

Tabù a cura della dott.ssa Fanny Guidolin Specialista nella riabilitazione delle disfunzioni pelvi perineali Consulente Sessuale

LE LONTANE ORIGINI LONGOBARDE DI CENEDA

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n località Salsa, a Vittorio Veneto, a nord della chiesa attuale, lungo una stretta viuzza un agile campanile ci rivela il sito dell’antica chiesa di San Michele, adagiata su un poggio artificiale. Il sito racconta una storia antica, si tratta infatti di una chiesa con una dedicazione che rimanda direttamente all’Altomedioevo, quando sul finire del VI secolo i Longobardi avevano occupato l’Italia e creato a Ceneda un ducato. Un frammento di lapide romana, reimpiegata in un muro, e una sepoltura attestabile al VII secolo, suggeriscono che tra età antica e Altomedievo quest’area fosse occupata da una necropoli. In seguito, tra VII e VIII secolo, venne costruita una cappella funeraria monoabsidata, di cui non rimangono che labili tracce. Sono state rinvenute alcune sepolture, interpretate come longobarde, con corredi, tra cui una con spatha e croce aurea, oltre ad alcuni frammenti di pilastrini e ornati di chiara fattura dei secoli VIII – IX. L’edificio venne ampliato tra X secolo ed età romanica,

La fede tra le colline a cura di Michele Zanchetta mentre la prima attestazione scritta è un testamento del 1255, con un terreno donato da Giovanni da Ceneda. Nel XV secolo un importante prolungamento verso ovest portò alla riedificazione della facciata, in questa occasione le pareti vennero decorate con affreschi attribuiti al pittore locale Giovanni Antonio Da Meschio. L’attuale edificio sembra risalire al XV – XVI secolo, quando venne so-

praelevato il tetto e creato l’abside. L’interno dell’edificio sacro non esiste più, nell’Ottocento dopo la sua sconsacrazione vennero create abitazioni private; in facciata venne dimezzato il portale d’ingresso e fu chiuso un grande finestrone per l’apertura di due finestre più piccole, mentre sui lati si addossarono strutture per la creazione di nuove stanze.

Autorizzazione Ufficio per l'Arte Sacra e i Beni Culturali Diocesi di Vittorio Veneto n°1253.189/2015

La chiesa sconsacrata di San Michele Salsa a Vittorio Veneto

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ABSTRACT

“Vi spiego come fare lo spiedo” Pubblicato il manuale di Massimo Foltran , gastronomo e ristoratore. E’ tra i fondatori dell’Accademia dello Spiedo di Pieve

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assimo Foltran è l’autore del libro “Il Manuale dello Spiedo”, appena pubblicato da De Bastiani Editore. Gastronomo e ristoratore, è tra i fondatori dell’Accademia dello Spiedo di Pieve. Cosa ha di diverso il manuale dello spiedo dagli altri libri sullo spiedo? Credo che il Manuale dello Spiedo sia l’unico libro, tra quelli pubblicati sul tema, che non si limita a parlare dello spiedo, a descriverne i vari aspetti, a raccontarne le vicende, ma che insegna proprio come farlo. Dall’A alla Zeta, attrezzature e strumenti inclusi. E anche come servirlo in tavola. Negli ultimi vent’anni sulla ricetta simbolo del Nord pedemontano, dall’Alta Marca trevigiana a Brescia, sono stati pubblicati libri focalizzati sull’origine e la storia di questo metodo di cottura, o sulla celebrazione di uno o più protagonisti nell’arte dello spiedo. Quello che mancava era un manuale, una guida tecnica alla preparazione dello spiedo. Nel mio manuale, in maniera semplice e soprattutto chiara (e a questo proposito devo proprio

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ringraziare l’Accademia dello Spiedo e Graziano Lazzarotto, docente come me ai Corsi di Spiedo e che ha curato i testi) si è cercato di fornire tute le informazioni necessarie a realizzare uno spiedo a regola. Non solo quello misto trevigiano e veneto, ma qualsiasi tipo di spiedo, considerando i più praticati. Nel tuo manuale parli di spiedo d’Alta Marca e anche di Spiedo bresciano. Ma qual è a tuo giudizio il migliore? Non saprei cosa rispondere, se non dire che qualsiasi spiedo fatto bene, con gli ingredienti giusti, e un po’ di passione, è sicuramente un’esperienza che val la pena di fare, vegetariani compresi! Nel manuale ho riportato anche una ricetta di verdure allo spiedo. Buonissime... Parlavi di informazioni, quali ad esempio? Oltre al tempo, che è quello che occorre non quello che si vorrebbe, l’elemento chiave di un buono spiedo è la qualità della carne, che quando si inspieda deve essere ben frollata (almeno 4-5 gg) e a temperatura ambiente e non da frigo. Per insaporirla nel modo giusto la salatura va fatta nelle ultime due ore di cottura,

non prima, e, al contrario di quanto facevano i nostri avi, penso anche a mio padre, non va unta in continuazione con l’olio della golosa. Uno spiedo ben predisposto si unge da sé, grazie al lardo che gocciola e al lento movimento circolare del girarrosto. Lo spiedo perfetto richiede anche un fuoco preparato e gestito perfettamente. Bisogna valutare dove e con cosa lo si prepara, tenendo conto del tipo di legna che si sceglie e delle carateristiche del camino, dal tipo di mattoni all’inclinazione della cappa che sarà più o meno vicina alla carne conducendo, quantità diverse di calore: in linea generale, come riporto nel manuale, lo spiedo, nelle prime due ore, va cotto a fiamma bassa e ad una temperatura max (dentro la carne) di 40-45 gradi”. Come si giudica uno spiedo fato a regola? Una volta seduti a tavola ci sono delle buone prassi da seguire per valutarne la qualità. Si parte dall’analisi visiva relativa alla disposizione dei vari pezzi di carne e dai colori che compongono il piatto (anche l’occhio vuole la sua parte). Passando alla degustazione vera e propria, occorre valutare l’equilibrio fra morbidezza e croccantezza dei diversi pezzi, l’uso corretto delle erbe aromatiche e la scelta dei contorni. L’Accademia da disciplinare prevede erbe cotte, radicchio e fagioli. La polenta da usare dovrebbe essere bianca ma spesso, e qui chiudo un occhio, alle sagre paesane si usa quella gialla, facendo uno strappo alla regola. Lo spiedo è sì rispeto della tradizione e tecnica ma non bisogna mai dimenticare l’obiettivo ultimo che muove il bravo spiedista ovvero, fare felici i propri commensali, metendo prima di tutto passione e spirito conviviale. Gli errori? Sono sacrosanti anche nella preparazione dello spiedo; d’altronde, come in tutte le cose della vita, è solo sbagliando che s’impara”.


cultura, arte & spettacolo

IL DUCE DELINQUENTE

Martedì 23 gennaio, 21:00 Conegliano, Teatro Accademia La maggioranza degli italiani pensa che Mussolini fino al 1938 le abbia azzeccate quasi tutte, fino all’errore dell’alleanza con Hitler, delle leggi razziali, della guerra. Ma non è così. Prima del 1938, Mussolini aveva provocato la morte di Gobetti, Gramsci, Matteotti, Amendola, dei fratelli Rosselli e di don Minzoni. Aveva fatto morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che aveva amato. Aveva preso e mantenuto il potere nel sangue, perseguitando oppositori e omosessuali. Aveva chiuso i libici in campo di concentramento, gasato gli abissini, bombardato gli spagnoli. Si era dimostrato uomo narcisista e cattivo. La guerra non è un impazzimento; è lo sbocco naturale del fascismo. Una storia a due voci: Aldo Cazzullo racconta, Moni Ovadia legge i testi del Duce e delle sue vittime. Con musiche e canzoni dell’epoca. Alla fine capiremo perché dobbiamo vergognarci del fascismo. Ed essere orgogliosi dei resistenti che l’hanno combattuto. Info: www.teatroaccademia.it

VENEZIA E I SUOI MISTERI

Giovedì 18 gennaio, 20:30 Moriago, Casa del Musichiere Incontro con l’autore Alberto Toso Fei, che ha fatto della raccolta delle “storie dei nonni” che nessuno raccontava più e non stavano scritte in nessun libro, una specie di missione di vita: racconti attraverso i quali si può riprendere possesso della città - passeggiando nel silenzio - per scoprire, magari dietro a una finestra o nel buio di un sotoportego, tra calli, Ghetto e campielli, i protagonisti di quelle storie che sono ancora là, pronti a raccontarci di loro; oppure ritrovare, scolpiti nelle pietre, forme e messaggi testimoni di antiche vicende. Un modo diverso, avvincente e suggestivo, di visitare la città, di conoscerne la storia più intima e segreta – attinta alla Storia ufficiale (quella meno nota) e alla tradizione orale – con cui il lettore/viaggiatore vive un’esperienza unica e indimenticabile. Introduzione di Lorena Gava, nell’ambito del Festival della Cultura di Moriago della Battaglia, promosso dall’Associazione “Moriago Racconta”. Info: www.moriagoracconta.it

ABSTRACT

SECOLARE SAGRA DE SANT’ANTONI

17, 19-21, 26 e 28 gennaio, Vergoman di Miane Torna puntuale a Vergoman di Miane “la Secolare Sagra de Sant’Antoni” presso il centro polifunzionale di via Cal di Mezzo. Il programma prevede pranzi e cene a base di specialità paesane e a tema (domenica 21 e 28 gennaio pranzo a base di Radicchio di Treviso, venerdì 26 gennaio cena a base di Ossada de porzel e Muset col cren), concerti (sabato 20 gennaio si esibiranno i “Senza vergogna”), Per tutta la manifestazione ci sarà “Ocio al peso” Le specialità: Trippe, Fasoi co la pecheta, Fasoi co la farina, polenta, salsicce, formaggio cotto e crudo, costicine, braciole e pollo alla griglia. Per informazioni sig.Giuseppe Lucchetta tel. 338 2965318 Per prenotazioni: tel.353 3886004. L’evento è organizzato dal Comitato Festeggiamenti Vergoman (in memoria di Mario Bortolini) in collaborazione con la Pro Loco di Miane.

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RUBRICHE & ANNUNCI I FIORI ROSSI DI TREVISO AVVOLTI NEL PROSCIUTTO CRUDO, LARDO DI COLONNATA, PANCETTA E GUARNITI DI MELOGRANO Ricetta semplice che manifesta un connubio di sapori dolceamarosalato molto piacevoli che possono essere presenti in un giorno di festa importante

In cucina con Armando Zanotto

Ingredienti per 4 persone: 12 fettine di buon prosciutto crudo dolce, 12 fettine di lardo di Colonnata o Patanegra, 12 fettine di pancetta tutte tagliate sottili, 6 bei cespi di radicchio rosso di Treviso Tardivo, spuntate dalle cime e di parte della radice tagliato a metà nel senso della lunghezza, lavato ed asciugato in un panno, I chicchi di una melagrana, Olio evo, Aceto balsamico, Sale e pepe Preparazione: condire delicatamente il radicchio con poco olio e aceto, sale e pepe macinato al momento. Disponete su ogni piatto 3 pezzi di radicchio avvolto nelle fettine di prosciutto crudo di lardo di colonnata e pancetta. Cospargetevi i chicchi di melagrana ed un filino leggero di olio d’oliva. Portate in tavola.

LA LANTERNA DI DIOGENE

a cura di Nello Della Giustina

A Bolzano in piazza Siegesplatz troneggia il monumento alla Vittoria voluto dal regime fascista; progettato da Marcello Piacentini, fu inaugurato il 12 luglio del 1928 in sostituzione del monumento ai Kaiser Jager, peraltro non ancora finito. Nella parte superiore della facciata est si legge questa epigrafe: Hic Patriae fines sunt siste signa. Hinc ceteros excoluimus lingua legibus artibus: Qui i confini della nostra Patria; legionario, poni qui le insegne. Da qui educammo gli altri alla lingua, alle leggi, alle arti. A fine novembre la squadra italiana di tennis ha vinto la coppa Davis dopo decenni di digiuno. Trascinatore degli azzurri è stato quel talento naturale che risponde al nome di Jannik Sinner di Sesto Pusteria, i cui antenati sarebbero passati dalla barbarie alla civiltà grazie alla fortuna di essere stati sconfitti nel Primo Conflitto mondiale. Giusta la decisione condivisa dalle due etnie linguistiche di mantenere quella scritta, divisiva per decenni, a monito dei danni che la vuota retorica nazionalista può provocare. La Storia non fa sconti: passeranno pochi anni e l’Istria subirà la stessa sorte del Sud Tirolo. Nemesi storica?

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Periodico di informazione, cultura e tempo libero Iscritto al n. 480 del registro stampa del tribunale di Treviso il 17/12/1981 e al n. 3086 del registro nazionale della stampa il 24 /04/1991 Editoriale il Quindicinale srl . Viale della Vittoria, Galleria IV Novembre, 4 - Vittorio Veneto (TV), Contatti: Tel 0438.550265 | E-mail: redazione@ilquindicinale.it Siti internet: www.oggitreviso.it | www.ilquindicinale.it Direttore responsabile Emanuela Da Ros Stampa Grafiche De Bastiani snc. Via Marco Polo, 14 - Godega S. Urbano (TV) Abbonamenti e pubblicità Telefono: 0438.550265 Via internet: www.ilquindicinale.it Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al R.O.C. (Registro degli Operatori di Comunicazione) N 016571

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ISSN 2784-9716

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