Suicidio mastromauro fabiola 3a

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SUICIDIO Per suicidio (dal latino suicidium, sui occido, uccisione di sĂŠ stessi) si intende l'atto col quale un individuo si procura volontariamente e consapevolmente la morte


• Il suicidio è il gesto autolesionistico piĂš estremo, tipico in condizioni di grave disagio psichico, particolarmente in persone affette da grave depressione e/o disturbi mentali di tipo psicotico. • Essi possono essere determinati da eventi ben pratici, quali delusioni amorose, condizioni di salute o di estetica, condizioni sociali, mobbing familiare, derisioni, bullismo.


• Il suicidio, è l'"atto di prendere la propria vita". • Il tentato suicidio o un comportamento suicida non fatale suicida è considerato autolesionismo con il desiderio di terminare la propria vita che non si traduce nella morte. • Il suicidio assistito è quando un individuo aiuta un altro a provocare la propria morte indirettamente fornendo consulenza o il mezzo per la propria fine. • L’eutanasia consente ad un'altra persona di assumere un ruolo più attivo nel determinare la morte di una persona. • L'ideazione suicidaria è quando uno pensa di porre fine alla propria vita


Secondo il sociologo francese Emile Durkheim ci sono tre tipi di suicidio, che sono spesso correlati fra di loro. • Il suicidio egoistico è motivato da un eccesso di individualismo: la persona si estra-nia dalla società civile e si isola da ogni realtà a lei esterna. Perde progressivamente il sen-so del reale e non riesce più a dare il giusto valore a ciò che le accade, fino a che non gli resta altro che la triste via del suicidio.

• Il suicidio altruistico che è invece motivato da un eccesso di integrazione: l’individuo si annulla all’interno del gruppo e per la causa comune arriva a im-molarsi. Si pensi, per esempio, ai suicidi collettivi o agli attentati suicidi. • Il suicidio anomico, tipico della persona aggressiva. È l’uomo che ha subito una forte perdita e non riesce ad accettare la situazione: entra così in uno stato acuto di esasperazione e di odio verso la causa remota di tutto, cioè se stes-so, e si suicida.


Nell'antica Atene ad una persona che si suicidava senza l'approvazione dello Stato, veniva negato l'onore di una sepoltura normale. Essa sarebbe stata sepolta da sola, alla periferia della città, senza una lapide o un segno distintivo. Nella antica Grecia e nella antica Roma, il suicidio era considerato un metodo accettabile per affrontare una sconfitta militare. A Roma, mentre il suicidio era stato inizialmente ammesso, fu poi considerato un crimine contro lo Stato per i suoi costi economici. Un decreto penale emesso da Luigi XIV di Francia nel 1670 puniva gravemente chi si toglieva la vita: il corpo della persona morta veniva trascinato lungo le strade, a faccia in giù, per poi essere appeso o gettato nei rifiuti. Inoltre, tutte le proprietà di un suicida venivano confiscate. Storicamente la chiesa cristiana scomunicava chi tentava il suicidio e coloro che si erano tolti la vita venivano sepolti fuori dai cimiteri consacrati. Nel tardo XIX secolo, in Gran Bretagna, il tentato suicidio era considerato equivalente al tentato omicidio e poteva essere punito per impiccagione. Nell‘Europa del XIX secolo l'atto suicidario veniva visto come una dimostrazione di infermità mentale.


La legge.. •

Nella maggior parte dei paesi occidentali, il suicidio non è più considerato un REATO tuttavia lo era in molti paesi europei dal Medioevo fino almeno al XIX secolo. Molti paesi islamici lo considerano un reato.

In Australia il suicidio non è un reato, tuttavia è un crimine consigliarlo, incitarlo o aiutare un altro nel tentativo di attuarlo. La legge canadese consente esplicitamente a chiunque di utilizzare "la forza che possa ragionevolmente essere necessaria" per evitare che un individuo si suicidi. Il Territorio del Nord dell'Australia aveva brevemente legalizzato il suicidio assistito tra il 1996e il 1997.

Nessun paese europeo attualmente considera il suicidio o il tentato suicidio un crimine. L'Inghilterra e il Galles lo hanno depenalizzato tramite il Suicide Act del 1961 e la Repubblica d'Irlanda nel 1993.

In India, il suicidio è illegale e i famigliari sopravvissuti possono dover affrontare difficoltà di ordine giuridico.

In Germania, l'eutanasia attiva è illegale e chiunque dei presenti durante la pratica può essere perseguito per il mancato aiuto.

La Svizzera ha recentemente preso provvedimenti per legalizzare il suicidio assistito per i malati mentali cronici

L'alta corte di Losanna, con una sentenza del 2006, ha concesso ad un individuo anonimo con una lunga storia di problemi psichiatrici il diritto di porre fine alla sua vita.

Negli Stati Uniti, il suicidio non è illegale, ma può essere associato a sanzioni per coloro che lo tentano. Il suicidio assistito è legale negli Stati di Oregon e di Washington


• I sostenitori dell’etica della qualità della vita rivendicano la legittimità del suicidio. Quando le condizioni di vita, sia fisiche che psicologiche, non sono più tollerabili o desiderabili, un uomo ha il diritto di scegliere di morire. Il suicidio chiama in causa la libertà e l’autonomia dell’essere umano. • L’etica quindi si interessa del suicidio inizialmente in relazione al problema della volontà di morire; tuttavia, se l’atto del suicidio rimanda alla richiesta estrema di aiuto rispetto alla pro-pria condizione esistenziale o sociale, il problema etico di fondo non riguarda solo più la li­ceità dell’atto di togliersi la vita, ma anche la creazione delle condizioni umane e terapeutiche per evitare l’atto estremo, riducendo la sofferenza dell’individuo. Si può discutere, infatti, della libertà dell’atto, solo quando esso è compiuto in una condizione di piena consapevolezza, e non quando è determinato da un particolare dolore psicologico. • Si può ancora ricordare che il problema di dare a se stessi volontariamente la morte è stato anche un problema filosofico di notevole importanza; più di un sistema filosofico, dallo stoicismo classico fino all’esistenzialismo del Novecento, lo ha introdotto come scelta possi-bile e matura in relazione a condizioni esterne (ad esempio di tipo politico) o interne all’individuo, quando questo condivide in modo profondo e responsabile un intero sistema ideale di riferimento (ideale filosofico). In questo caso l’atto della morte volontaria risponde a una precisa volontà ed è inteso come un atto pienamente autonomo e riconducibile a un sistema etico che lo riconosce come un atto lecito e dovuto alla propria dignità personale.


A cosa è dovuta la scelta di morire?


I FATTORI DI RISCHIO Disturbi mentali: schizofrenia,disturbo depressivo maggiore,stress Uso di sostanze: metanfetamine,cannabis,sigarette,alcol,cocaina Condizioni mediche: dolore cronico,danno cerebrale traumatico,cancro,morbo di Alzheimer,ipotiroidismo Stati psico-sociali: disperazione,ansia,perdita di lavoro,bullismo,abusi sessuali,povertà Media:I mezzi di comunicazione, compreso internet, giocano un ruolo importante nei casi di suicidio:il modo in cui si presenta il suicidio può avere un effetto negativo, glorificandolo e romanticizzandolo con un grande impatto emotivo e mediatico. Questo contagio di suicidio è noto come effetto Werther, dal nome del protagonista dei I dolori del giovane Werther, di Goethe, che appunto finisce con il suicidarsi.Questo rischio è maggiore negli adolescenti che possono idealizzare la morte. Sembra che mentre le notizie dei media abbiano un effetto significativo, quello dei mezzi di intrattenimento sia equivoco.L'opposto è l'effetto Papageno la cui presenza di efficaci meccanismi di adattamento, può avere un effetto protettivo. Il termine si basa su un personaggio presente nell'opera di Mozart "Il Flauto Magico", che temendo la perdita di una persona cara stava per suicidarsi, ma l'aiuto degli amici riuscì a salvarlo


Suicidio razionale è il motivato abbandono della propria vita, anche se alcuni ritengono che il suicidio non è mai logico. L'atto di perdere la vita per il bene degli altri è noto come suicidio altruistico. In alcune culture eschimesi questo è visto come un atto di rispetto, di coraggio e di saggezza. Un attacco suicida è un atto politico in cui un attaccante perpetra la violenza contro gli altri sapendo che ciò provocherà la propria morte. Alcuni attentatori suicidi sono motivati ​dal desiderio di essere considerati dei martiri.

L'omicidio-suicidio è un atto in cui ad un omicidio segue il suicidio del colpevole entro una settimana dall'atto. I suicidi di massa sono spesso eseguiti sotto la pressione sociale in cui i membri rinunciano alla propria autonomia per seguire un leader.Un suicidio di massa può avvenire con un minimo di due persone, spesso definito come un patto suicida. Alcune persone usano il suicidio come una via di fuga. Alcuni detenuti nei campi di concentramento nazisti sono noti per essersi uccisi deliberatamente toccando le recinzioni elettrificate


• Il metodo principale utilizzato per suicidarsi, varia da paese a paese. I più frequenti nelle diverse regioni sono l'impiccagione, l'avvelenamento da pesticidi e l'utilizzo di armi da fuoco. Queste differenze sono da ritenersi parzialmente dovute alle disponibilità dei diversi metodi. Uno studio effettuato su 56 paesi ha rilevato che l'impiccagione è stato il sistema più comune messo in pratica dal 53% dei suicidi di maschi e dal 39% dei suicidi di femmine.


Nel mondo della musica.. Il gesto disperato e insieme eroico del suicidio è stato spesso drammatizzato, in chiave per lo più sublime, nel teatro d'opera. È celebre l'aria della protagonista nell'ultimo atto della Gioconda di Amilcare Ponchielli su libretto di Arrigo Boito, che inizia appunto con la parola Suicidio! "Suicidio! ... in questi / Fieri momenti / Tu sol mi resti ...“ Fabrizio De André dedicò alcuni suoi più commoventi brani proprio ai suicidi, tra questi Preghiera in gennaio, dedicata a Luigi Tenco, ma che rappresenta un vero e proprio atto di pietà e comprensione nei confronti di coloro che: "...all'odio e all'ignoranza preferirono la morte“ I Queen hanno scritto due canzoni, entrambe con testo di Freddie Mercury , che affrontano il tema del suicidio, Don't Try Suicide e Keep Passing The Open Windows La locomotiva di Francesco Guccini racconta, in maniera romanzata, la vera storia del tentativo fallito di suicidio del giovane ferroviere anarchico Pietro Rigosi nel 1893, un esempio di suicidio simbolico a sfondo politico, per protesta contro le dure condizioni di lavoro degli operai e dei contadini e le disuguaglianze sociali. Lo stesso tema è stato affrontato più volte nel rock, nel grunge (ad esempio dai Nirvana di Kurt Cobain, il quale si suicidò egli stesso) e nell'emo statunitensi, ma in particolar modo nel metal estremo. Questo tema viene affrontato molto spesso nel genere chiamato depressive black metal. Qui il suicidio è visto come la fonte di liberazione dalle sofferenze, come qualcosa di estremamente romantico e sublime.


Nella letteratura.. Tra letteratura e filosofia, Dante Alighieri nella Divina Commedia, colloca i suicidi nell'Inferno nel cerchio dei violenti contro sé stessi. Tuttavia giustifica Catone, uccisosi ad Utica, collocandolo nel Purgatorio poiché aveva rinunciato alla vita per non sottomettersi al regime di Giulio Cesare. Presenta questo personaggio scrivendo:"libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta“ Qualche esempio classico della trattazione del suicidio in letteratura può essere la tragica conclusione di "Romeo e Giulietta" (1600 circa) di William Shakespeare o il già citato "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang Goethe (1774) o le "Ultime lettere di Jacopo Ortis" di Ugo Foscolo considerato il primo romanzo epistolare della letteratura italiana (1801), dove il protagonista si uccide, atto che è insieme una liberazione e una protesta: liberazione dal dolore e protesta contro la natura, che ha destinato l'uomo all'eterna infelicità. Il tema del suicidio ricorre spesso nelle "Operette morali" di Giacomo Leopardi (1827), in cui il poeta fa una distinzione su quelli che potevano essere i motivi di suicidio per le genti del passato e quelli della sua epoca, e fu argomento di ispirazione per "Madame Bovary" di Gustave Flaubert.


La filosofia.. Il tema del suicidio è stato oggetto di numerose domande lungo la storia della filosofia, tra cui il cosa porta a compiere un gesto così estremo, se sia una scelta razionale e sulla sua liceità morale. Nell'Etica Nicomachea Aristotele definisce il suicidio un atto di viltà; del resto, già il suo maestro Platone non ammetteva il suicidio se non per qualche necessità assolutamente ineluttabile, per il filosofo Seneca il saggio piuttosto che compromettere la propria integrità morale, deve essere pronto all'extrema ratio del suicidio. Cicerone ribadisce le idee di Pitagora secondo il quale l'uomo non appartiene che alla divinità. Platone condanna i suicidi e li considera dei vigliacchi, meritevoli di sepolture senza un nome ed in luoghi solitari. Per il filosofo greco il suicidio è un atto contro la divinità. Tra gli altri oppositori al suicidio ricordiamo i filosofi cristiani come Agostino di Ippona e Tommaso d'Aquino, Immanuel Kant e, senza dubbio, John Stuart Mill. Proprio per Kant, il suicidio è da considerarsi immorale poiché non può diventare una legge universale.


Le religioni.. Pro o contro?


Nella maggior parte delle confessioni cristiane, il suicidio è considerato un peccato. Ciò si basa in particolare su autorevoli scritti di pensatori Medioevali, come Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino. Tuttavia il suicidio non era considerato un peccato sotto il codice Corpus iuris civilis dell'imperatore bizantino Giustiniano Nella dottrina cattolica, la tesi si basa sul comandamento "non uccidere" così come l'idea che la vita sia un dono dato da Dio, la quale non deve essere disprezzata e che il suicidio è contro l’ordine naturale e interferisce con il piano di Dio per l'umanità L'Ebraismo si concentra sull'importanza di valorizzare questa vita, e come tale, il suicidio equivale a negare la bontà di Dio nel mondo Nonostante questo, in circostanze estreme, quando vi è altra scelta che uccidersi o essere uccisi o costretti a tradire la propria religione, gli ebrei si sono tolti la vita o individualmente o in suicidi di massa Il suicidio non è consentito nell'Islam. Nell'Induismo, il suicidio è generalmente malvisto e viene considerato ugualmente peccaminoso come uccidere un altro individuo. Scritture indù affermano che chi si suicida entrerà a far parte del mondo degli spiriti, vagando in terra fino a quando sarebbe altrimenti morto, se non avesse commesso l'atto. Tuttavia, l'induismo accetta il diritto di un uomo di porre fine alla propria vita attraverso la non violenta pratica del digiuno fino alla morte, pratica chiamata Prayopavesa.Tuttavia tale pratica è strettamente limitata alle persone che non hanno alcun desiderio o ambizione e nessuna responsabilità ai rimanenti in questa vita


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