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LE MELE CADUTE

Hai mai visto una mela cadere dal suo ramo?

Sembra una pecora bere dal ruscello! Come la vela che taglia il belvedere, l'albero si spoglia del troppo che lo afflige. Così pure volano gli uccelli via dai rami quando li raccoglie il cielo, e così pure fan le foglie dell'autunno sopra il melo. Costui piange l'abbandono?

Si astringe di dolore forse, nel trattenere le stagioni? Scorse il tempo loro, come il dono d'un cuore generoso, ed oggi lasci che ti abbandoni. Qui io vedo in te quel coraggio che non trovo, oh albero pensoso! Le mele sfatte che mai trattieni e mai raccogli vorrei poterle abbandonare come perle cadute a frotte per le scale. Eppure, anche se fa male, mi aggrappo ancora a ciò che muore, e mentre le mele cadono e la vita scorre come il mare, io mi strazio in ogni giorno del dolore di chi non sa lasciar andare.

Marino

Poche parole solcano i sampietrini del mio angusto pomeriggio al fresco: c'e ̀ un filo di vento, e pigolano gli uccellini. Volti di nonne, e di ragazze, io pesco con lo sguardo fra le viuzze strette sotto al campanile, che ronfa al sole. Mancano molte ore alle sette, ed io vago allora: mi perdo tra le aiuole belle di fiori e di erbetta verde e riccia.

Sento un alito bambino che mi parla: guardo il pelo d'un gatto che s'arriccia.

Sono contento di questo tempo che si burla di me, e dei miei ricordi velati, e senza nome. Mi allieta l'imprevisto, e il cielo che urla nelle nuvole, sopra queste verdi chiome.

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