Postillare16luglio2015

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Postillare Rivista di Debora Collotta Numero 46 - Giugno 2015 Le immagini presenti all’interno sono di dominio pubblico, qualsiasi diritto va ai corrispettivi proprietari. Gli articoli e gli argomenti trattati sono soltanto delle opinioni e dei consigli soggettivi. Vietata la vendita facebook.com/postillare

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Kikka Photography

Postillare augura a tutti una buona estate.

Prossima uscita a settembre!


Postillare Rivista di Debora Collotta Grafica e impaginazione Alessio Di Cioccio Si ringraziano per gli altri articoli Caterina Tarantino, Fabiana Schisa, Fabio Merlo, SpazioCultura, Mariano Ciarletta, Valentina Ventrella, Nicol贸 Renna, Giulia Gombac, Alessandro Collotta, Federica Aller (Kikka), Simona Trentacoste, Rosalba Soresi, il blog raccontamidite8994.blogspot.it, Dott. Pietro Ganci, Giuseppe Catanzaro, Maria Laura Sunseri, Giuseppe Deiana, Gilda Serafini, Marco Guttadauro, Andre Dolfi.

invia il tuo articolo a Postillare@gmail.com sfoglia la rivista su www.postillare.it ascolta la web radio postillare.listen2myradio.com

Il dis e g n o d e l m e s e

Giuliano Francesco


in questo numero 10 consigli per preparare la valigia

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Il mondo delle piante

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Sogno. Tra piano della realtĂ e piano dell'illusione...

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Intervista a Kikka

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La sagra di Santo Stefano di Quisquina 2015

13

Intervista a Roberto Pizzo e Lorenzo Pasqua

14

Tesori nascosti in provincia

17

Oltre ogni offesa: orgoglio partenopeo

18

Fumetto -The Resurrection of Darkness

19

Libri - Il tredicesimo giorno

19

Di seta e d'arancio ma occhio pallettes e lustrini...

20

Intervista a Vito Santoro

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Libri

24

L'importanza di lavarsi le mani

27

Nautoscopioarte 2015

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Il Jazz di Bollani

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Il Vangelo

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La foto del mese

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La bacheca

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Rubrica viaggi | di Debora Collotta

10 consigli per preparare la valigia Questa volta ho deciso di scrivere un articolo un po’ diverso. Invece di parlare di viaggi, mi è sembrato più utile parlare di valigie! E’ infatti necessario attenersi ad alcune regole di peso e misure, quindi risulta certe volte complicato inserire tutto quello che ci serve in una piccola e leggera valigia (ovviamente mi riferisco ai viaggi in aereo). Come fare? Ecco 10 piccoli consigli. 1. Prima di tutto può essere utile stilare una lista con tutto quello che davvero ci può servire (senza esagerare). In questo modo eviterete di dimenticare qualcosa e nello stesso tempo avrete tutto sotto controllo. 2. Sistemate tutto all’interno: arrotolando e non piegando! 3. Inserite le scarpe dentro un sacchetto e posizionatele lungo i lati della valigia. 4. Tra i buchi che necessariamente si creeranno mettete pure la biancheria e/o i costumi da bagno. 5. In alto invece potrete posizionare i vestiti più pesanti ( a secondo della stagione). Un paio di jeans è sempre consigliabile (questo dipende ovviamente anche da quanto tempo starete via).

6. Lasciate un posticino per il beauty-case. Mi raccomando a inserire i liquidi in una bustina trasparente e di collocarla dentro la tasca esterna della valigia, per poterla facilmente estrarre quando farete i controlli. 7. La giacca portatela con voi (anche se ci sono 40˚C all’ombra). 8. Se imbarcate una valigia in stiva, distribuite al meglio le vostre cose, però “il prezioso” sempre con voi. 9. Lasciate sempre un po’ di spazio, in modo tale da poterlo riempire con gli eventuali souvenir. 10. Non lasciatevi stressare dalla preparazione della valigia! Piuttosto ricordate la macchina fotografica per catturare i momenti più belli! Buone vacanze

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Lo sapevi che…

Lo sapevi che facebook applica un algoritmo per riconoscerti anche a volto coperto? Facebook ha sviluppato un sistema di riconoscimento in grado di identificare le persone anche quando hanno il viso nascosto, grazie a postura, abbigliamento e taglio di capelli

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Il mondo delle piante| di Debora Collotta

Il mirtillo nero Si tratta di un piccolissimo arbusto le cui foglie in autunno assumono colorazione rossastra. E’ comunissimo su Alpi e Appennini nel sottobosco. Si usano le foglie ed i frutti che sono bacche nel cui mesocarpo sono contenuti molti semi piccoli ovali e di colore rossastro, usati nella preparazione di conserve. Apprezzate le marmellate e i preparati similari che in parte compensano gli effetti antidiarroici secondari. Il mirtillo rosso si distingue dal mirtillo nero principalmente perché le bacche sono rosse e per l’areale di distribuzione a quote più elevate. In alcuni casi si possono avere effetti secondari accompagnati da diarrea che in caso si protragga per più giorni richiedono l'intervento del medico Costituenti principali delle foglie sono i tannini insieme ad altri composti fenolici. Rilevanti le concentrazioni di sostanze minerali. I frutti contengono acido citrico, ma soprattutto flavonoidi tra i quali diversi antocianoidi. Si ascrivono essenzialmente in medicina popolare usi esterni con proprietà astringenti ed interni per quella ipoglicemizzante e per il trattamento di varie affezioni da quelle gastrointestinali a quelle delle vie respiratorie. Tuttavia non vi sono evidenze sufficienti sulle reali capacità terapeutiche e la possibilità di controindicazioni per dosi elevate ne limitano fortemente l'Impiego. Numerosi studi hanno confermato le proprietà farmacologiche da tempo attribuite: aumento della resistenza e dimensione della permeabilità dei capillari con azione specifica sugli enzimi della retina e sui pigmenti retinici. Generalmente si usa l'estratto per via orale in caso di fragilità capillare soprattutto legata a disturbi vascolari retinici.

Ascolta la web radio Postillare: http://postillare.listen2myradio.com Si tratta di uno spazio in cui verranno trasmessi brani liberi da SIAE. Se sei autore o ne conosci qualcuno, passa la parola. Noi vi aiuteremo a diffondere la vostra musica. I brani all interno dei programmi e dello spot di Postillare sono del chitarrista Fabio Venturella! Contatti: Postillare@gmail.com per inviare i brani o +34675983007 x interagire con noi! Buon ascolto! 5


di Andrea Dolfi

Sogno. Tra piano della realtà e piano dell'illusione. Mondi r Sappiamo veramente cosa è il sogno? Ha lo stesso significato come "nome" dei nomi che diamo agli oggetti? Un bicchiere di Margarita è un oggetto che tocchiamo e il quale contenuto può essere gustato tramite i sensi. Il sogno ha la stessa natura? Serve una argomentazione per rispondere. Eppure tutti, quotidianamente usiamo la stessa parola sogno con diversi "significati". Per argomentare dobbiamo fare una distinzione tra piano della realtà (il tangibile e vero) e piano dei "mondi possibili" considerando essi come verosilmilmente veri. Consideriamo il "qui e ora" come piano della realtà, prendendo come vera la teoria presentista (solo il presente esiste). Ora prendiamo come definizione di sogno "attività psichica che si svolge durante il sonno". Dare un senso "reale" al sonno beh - è una cosa di cui troverete molte voci concordi e altrettanto contrarie. Siamo nel piano dei pensieri e non in quello degli oggetti, e in un caso particolare di pensieri. Cogito ergo sum, ma il sonno è un "pensiero" che ci dice che esistiamo? Che viviamo? Rientra nel piano della realtà? Il sogno durante il sonno non dà alcuna intuizione di realtà, ma di una inconsistente realtà possibile, legata a processi notturni della nostra attività psichica. Ciò a cui voglio arrivare è che l'unico significato che possiamo dare a sogno "è la nostra attività psichica notturna legata a particolari stati psicologici". E i sogni durante il periodo di veglia? Rientrano nell'insieme che io voglio chiamare "mondo dei sogni" appartenente alla realtà? Per rispondere cercherò di confutare ogni idea comune di sogno che abbiamo durante lo stato di veglia. Un significato che possiamo dare a sogno è "speranza o desiderio", ciò che spesso "vive" colui che viene chiamato banalmente "sognatore". In questo campo rientra la domanda che ci fanno a scuola "Cosa vorresti fare da grande?". Mettiamo di essere bimbi e rispondere "l'astronauta". Quando noi sogniamo in quel periodo di essere astronauta in futuro che consistenza ha il sogno? Siamo piccoli e non abbiamo ancora un concetto chiaro di sacrificio e una idea del tempo non ancora ben formata. E un "sogno" tutti diremmo. Chiunque lo chiamerebbe così ad un livello di conversazione banale. Se ci addentriamo scopriamo l'inghippo: è solo una risposta che diamo in base a una sensazione che 6

ci ha lasciato felici quando abbiamo visto o sentito parlare del lavoro che fa un astronauta: volare nello spazio tra le stelle. Non è un sogno. E' solo (e qui solo è usato in senso limitato a una ristretta cerchia di sensazioni e non in senso pauperistico) un incanto e non ha alcun appiglio al proprio "reale" ma al reale di qualcun altro che lo ha vissuto o lo sta vivendo. Ora qua dovremmo entrare nel campo delle varie teorie del tempo che non è il caso di approfondire qua. Ora consideriamo di essere adulti e di considerare tre mondi possibili: siamo astronauti stiamo facendo tutti i passi per diventarlo le nostre scelte ci hanno portato a "stati" di esistenza per i quali non è possibile diventare astronauti Consideriamo il primo caso. Ciò che era un sogno, se lo consideriamo come una funzione, è diventato realtà e la funzione matematica ad esso collegata è "collassata" al valore 1. E' realtà, non è più sogno, non si può più classificare come "speranza o desiderio". E questa è la prima caduta del significato non onirico di sogno. Ora, invece, prendiamo il caso in cui stiamo facendo un percorso in cui, se tutto procede nel modo corretto secondo i nostri piani, il sogno diventerà reale. Questo punto è molto più difficile da confutare. Il sogno pare essere davvero ancora "speranza o desiderio". Ma possiamo facilmente confutare l'idea di sogno come "speranza o desiderio" nel seguente modo. In questo caso entra in gioco il futuro e l'idea che abbiamo di esso. Il futuro è reale o non reale? Vi sono teorie filosofiche e scientifiche molto diverse tra loro che non affronteremo qua. Consideriamo che il futuro sia reale e quindi determinato o in qualche modo deterministico. Nel futuro saremo o no "astronauti" ad un certo periodo t1. Ma se è reale, e quindi determinato, che significato ha la parola sogno al presente


reali e mondi (im)possibili t0? Se il futuro è reale cade qualsiasi senso di speranza se vediamo la linea del futuro in maniera diversa da uno stato psicologico. Abbiamo detto è reale. Quindi il sogno perde di consistenza (di realtà) e consiste solo in un cammino che proseguiamo per raggiungere un obiettivo. Un presente continuo e quindi una visione del mondo presentista: "faccio ciò che è necessario al mio scopo ogni attimo del presente secondo una freccia che va verso il futuro" e che finirà in maniera positiva secondo le nostre speranze o in maniera negativa secondo le nostre paure. Ma allo stesso tempo è una visione realista del futuro, il che rende passato, presente e futuro reali. Allora io immagino di essere un essere superiore, una divinità che conosce il futuro. Nel caso in cui io al tempo t1 sono davvero un astronauta il sogno dell'aspirante astronauta non è un sogno ma è realtà, perché sia passato, presente che futuro sono simultaneamente veri, e io come divinità esterna già ne ero a conoscenza. E cadiamo in un paradosso dal quale non riusciremmo ad uscire. Lo stesso vale per il caso in cui non saremo astronauti al tempo t1, il sogno è infranto e non è mai stato reale, ma soltanto una nostra proiezione psicologica verso il futuro. Non sono sicuro di aver ben confutato l'idea di "sogno" come "desiderio e speranza", ma sono sicuro di avere messo ben in discussione ciò che noi banalmente senza riflettere chiamiamo comunemente "sogno". Difficile dare al significato di sogno lo stesso grado di denotazione che ha il nome di un oggetto. Probabilmente lavoriamo a livelli diversi, probabilmente in più mondi

possibili, ed è difficile ancorare "il sogno come desiderio" al piano del reale. Ora consideriamo il sogno come "costruzione o vagheggiamento illusorio della fantasia" o come direbbe Pascoli "il sogno è l'infinita ombra del vero". Questo caso è il caso comune di una conversazione comune tra amici. Eppure, banalmente la consideriamo come una definizione valida in un determinato contesto. Ma già nella definizione – qualunque definizione che possiamo dare collo stesso significato, ma usando parole diverse ha lo stesso grado di verità o falsità – incontriamo la parola "illusorio", il che denota già un volontario all'allontanamento dalla realtà, una fuga, un modo per sfuggire alla realtà. Possiamo davvero dire che una fuga dalla realtà sia qualcosa che denota un senso della parola "sogno"? Possiamo riempirlo volontariamente di ciò che meglio ci fa stare psicologicamente ed ha una forza denotante pari all'idea che abbiamo di mucchio. Una inquantificabile quantità di qualcosa di ammassato. Anche se contassimo i granelli di un mucchio, non daremo mai un significato unico e netto alla parola "mucchio", ma rimane qualcosa di indefinito, un vocabolo di comodità: "una infinita ombra del vero" che non avrà mai consistenza e legami con la realtà, ma una infinita e illusoria proiezione del presente (il "vero"). Consideriamo ora il sogno come "esperienza vissuta al di fuori della coscienza". Ora non addentrandosi troppo nella scienza della psicologia, prendiamo ad esempio un incubo che ti tormenta ogni notte. E consideriamo "coscienza" per semplicità, tutto ciò che è esperito mentalmente durante lo stato di veglia. Sorge a tutti una domanda? E' esperienza ciò che è esperito al di fuori della "coscienza" in un stato di sonno profondo? E' essa esperienza? Non è esperienza ciò che proviamo in uno stato di "coscienza"? L'incubo è qualcosa di connesso al reale? Al quotidiano? Non sempre. Spesso è frutto di un stato di angoscia che proietta immagini irreali e spesso prive di appiglio al reale. Prendiamo ad esempio un incubo, ricorrente, che ci angoscia e non è connesso al reale. Esso suscita in noi stati di angoscia, di ansia, spesso incide sul nostro umore. E' quindi un incubo un sogno? Lo è eccome: esso rientra nella nostra "attività psichica del sonno" ed è quindi uno stato mentale e quindi reale. Ci sono varie correnti filosofiche, sin da parcontinua alla pagina seguente

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tire dall'antichità, che sono a favore o meno di considerare gli stati mentale come realtà, ma con gli studi scientifici è difficile non considerali reali: è dimostrato che è in attività intensa una parte del nostro cervello durante il sogno. Lo stesso protremo dire di uno stato di ubriachezza o di stato mentale dopo aver assunto sostanze psicotrope. Ciò che proviamo è reale? Lo è se consideriamo gli stati mentali come realtà. Hegel risponderebbe "tutto ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale". Con questo aforisma Hegel intende riassumere quello che costituisce uno dei capisaldi del suo sistema, cioè l'identità tra Ragione e realtà. La Ragione (il razionale) è reale in quanto si attua nella realtà in forme concrete; essa non rimane un concetto astratto, ideale, ma è riscontrabile nel mondo concreto poiché ogni fatto che si realizza ha la ragione del suo verificarsi. D'altra parte tutto ciò che esiste (il reale) è manifestazione concreta della Ragione; nella realtà infatti, non c'è posto per qualcosa che non sia pensiero, poiché ogni evento segue magari inconsapevolmente una certa struttura razionale. Risponderemo quindi così: il sogno – e anche quindi l'incubo – è reale in quanto manifestazione concreta della Ragione, è come non può che essere manifestazione della Ragione ciò che la mente produce. Ogni evento (pure l'incubo) segue inconsapevolemtne una certa struttura razionale. Ora consideriamo il sogno come "fantasma estremamente labile e caduco", ad es. "la gloria". L'inseguimento in sè della gloria è un susseguirsi di 8

eventi reali, ma sono sogno? Per esserlo dovrebbe un sogno continuo, mentre si tratta di "salti" tra momenti di illusione e realtà. Mi spiego meglio: ci sono momenti in cui si tocca la gloria e cade il sogno e momenti in cui la si insegue. Ecco questi ultimi momenti sono quelli che sono da analizzare come sogno. Sono sogni? O sono illusioni? Richiamerò il "mito della caverna" platonico. Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dall'infanzia, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro. Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada sia stato eretto un muretto lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attrarrebbe l'attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un'eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro. Mentre un personaggio esterno avrebbe un'idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (incatenati fin dall'infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre "parlanti" come oggetti, animali, piante e persone reali. Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto a rimanere in piedi, con la faccia rivolta verso l'uscita della caverna: in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del sole ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato; persino se gli fossero mostrati quegli oggetti e gli fosse indicata la fonte di luce, il prigioniero rimarrebbe comunque dubbioso e, soffrendo nel fissare il fuoco, preferirebbe volgersi verso le ombre. Allo stesso modo, se il malcapitato fosse costretto ad uscire dalla caverna e venisse esposto alla diretta luce del sole, rimarrebbe accecato e non riuscirebbe a vedere alcunché. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s'irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo.Volendo abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riusci-


rebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre delle persone e le loro immagini riflesse nell'acqua; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare gli oggetti stessi. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti con maggior facilità che di giorno. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nell'acqua, e capirebbe che: «è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e suoi compagni vedevano.» (Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c – d) Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all'ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall'ascesa con"gli occhi rovinati". Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento e, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce,

in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell'accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte. Ora in questo mito chiaramente Platone si riferisce, tra le righe, al processo che Socrate dovette subire: tutto il mito, infatti, diviene una metafora della vita del filosofo ateniese, che riuscì a risalire la strada verso la verità, ma venne ucciso per aver tentato di portarla agli uomini, incatenati al mondo dell'opinione. Ecco la differenza tra sogno come illusione e sogno come realtà hegeliana (il sogno come prodotto reale e razionalmente spiegabile). Pensare al sogno come illusione di giungere a qualcosa (es. alla gloria) è appunto un ""fantasma estremamente labile e caduco", l'ombra a cui è abituato l'uomo della caverna e dal quale non vuole staccarsi. Mai come in questo caso il sogno è men legato alla ragione e alla verità. Ne cade quindi il senso, se come senso pensiamo a ciò che è reale e mentalmente razionale. Ultimo caso di senso del sogno: la bellezza incantevole, oggetto di una espressione ammiravita. Ad argomentare tale possibile significato di sogno non occorre molta analisi. Il sogno di avere accanto la bellezza è una illusione o una realtà. Nel caso di realtà il sogno (come illusione) decade. Nell'altro caso la chiamerei più che sogno, una sensazione di piacere o di dispiacere (come non citare Arthur Rimbaud: "Una sera, ho preso la Bellezza sulle mie ginocchia. – E l’ho sentita amara. – E l’ho insultata.") e quindi qualcosa legata al mondo delle sensazioni. Niente che non si possa chiamare "realtà" più che sogno. Negli ultimi casi ho spesso accostato l'illusione al sogno. L'illusione ha qualche dimensione legata al reale e quindi – pensando hegelianamente – al razionale? Non saprei dare una netta risposta – a me che non l'abbia già inconsapevolmente data argomentando –, al che mi viene in mente a riguardo un proverbio italiano: "L'ospite, come il pesce, dopo tre giorni puzza". Sono più propenso a pensare al sogno a qualcosa di reale, e definire reale l'illusione è un pensiero che "maleodora". Giunti alla conclusione, per me, il sogno ha soltanto un significato. Il sogno (così come l'incubo) è "attività psichica che si svolge durante il sonno" e che è reale quanto razionale, e cioè legato a qualche processo che ha causa logica nella realtà (ad esempio un trauma o una esperienza piacevole). Se avete incubi, chiamateli sogni perché hanno tutto il diritto di esserlo. Mentre non ne ha alcun diritto l'illusione. 9


Intervista a | di Debora Collotta

Conosciamo Kikka, alias Federica Aller Molte delle foto sulle copertine e retrocopertine di lo devo assolutamente fotografare. Mi capita Postillare sono merito di Federica Aller, una eccel- spesso di soffermarmi su particolari di un paesaglente fotografa. Conosciamola insieme! gio e pensare come potrebbe venire una foto scattata li,quale ora del giorno esalterebbe di più quel Ciao Federica, intanto grazie per aver ac- particolare paesaggio e come dovrei posizionarmi cettato questa intervista! Volevo chiederti per catturare quello che sto vedendo. Lo dico prima di tutto: quando nasce la tua pas- spesso, “ci vuole un buon occhio”, cosa che a mio sione per la fotografia? parere non tutti hanno. Come prima cosa volevo ringraziarvi non solo per avermi concesso, più volte, la possibilità di esibire Normalmente i fotografi non hanno molte le mie foto,ma anche per questa intervista. Ne sono foto di sé. Capita anche a te o c’è qualcuno molto lusingata. a cui ti affidi per avere anche delle belle La mia passione per la fotografia è senza ombra di foto che ti ritraggono? dubbio ereditaria, mi racconta spesso mia madre Ho alcune mie foto scattate da due bravi fotografi di quanto mio padre fosse innamorato di quest’arte, in uno studio fotografico, ma diciamo che con i tedegli infiniti tomi di fotografia letti per poter impa- lefonini di oggi si possono realizzare autoscatti di rare e della sua incredibile attrezzatura. continuo, per cui non sento l’esigenza di farmi riRicordo ancora quando, a sei anni, per la prima trarre da qualcuno …ci penso io!!! volta mio padre mi chiese cosa desiderassi per il mio compleanno, la mia risposta fu chiara: “una Quando è il miglior tempo per fotografare? macchina fotografica!”. Tecnicamente parlando gli orari migliori per fotoSi presentò,vista la tenera età, con una grafare sarebbero la mattina presto mentre albegPolaroid,quanto la adoravo! Amavo il fatto di poter gia e la sera mentre tramonta, o almeno questo è guardare subito le mie foto, e l’attesa che la foto- quello che mi hanno insegnato in un corso di fotografia si materializzasse a poco a poco sotto i miei grafia prettamente teorico al quale ho partecipato occhi nel giro di qualche minuto e amavo l’odore qualche anno fa. Sempre tecnicamente parlando delle fotografie. Ancora oggi conservo un intero non si dovrebbe fotografare con il sole perpendicoalbum di foto fatto da me(per lo più foto di famiglia) lare al soggetto che hai intenzione di ritrarre. Ma nel mio comodino e in giro per casa ci saranno an- ecco, io non seguo nessuna regola, se ho voglia e cora tantissime mie foto fatte con la mia mitica Po- sento la necessità di scattare lo faccio senza crelaroid (i soldi che ho fatto spendere a mio papà!!!…si perché un rullino costava 10.000 lire e ogni rullino aveva solo 10 foto).Crescendo mio padre mi regalò un'altra macchina fotografica,questa però aveva un vero rullino. Mi insegnò come metterlo, e nell’eventualità anche come toglierlo nel caso avessi bisogno di sviluppare le foto e il rullino non fosse ancora terminato,mi spiegò l’importanza assoluta di non esporre il rullino alla luce altrimenti avrei perso le mie foto. Questa cosa mi impressionò così tanto, che ogni cambio di rullino lo vivevo con una certa tensione! Insomma…la mia passione per la fotografia è senza ombra di dubbio ereditaria. Cosa ti piace più fotografare? A dire il vero non ho un soggetto preferito, vado ad “ispirazione”. Mi spiego meglio,se in una immagine mi sembra di vederci qualcosa di bello , allora 10


armi troppi problemi. Se il soggetto in questione è una persona ed ha il sole perpendicolare sulla testa ed io non posso proprio posticipare la foto (vuoi per impegni lavorativi miei o della modella) mi faccio aiutare dal mio potentissimo flash. Ad ogni modo Amo fotografare di notte, è molto rilassante. E il tramonto? bhè, anche quelle foto hanno indubbiamente il loro fascino, ogni secondo che passa cambia la luce,il sole se ne va pian pianino e bisogna cogliere l’attimo perfetto e credetemi non è facile, cambiando la luce devi cambiare le impostazioni sulla macchinetta,decidere se aprire o chiudere l’otturatore pensare a come vuoi la foto è una vera sfida!Fantastico no?

ho deciso di creare una mia pagina di Fotografia. Ho raccolto e selezionato le mie foto, le ho suddivise per categoria ovvero, book fotografici in esterna,quelli a studio,foto di particolari ( prettamente di ispirazione Newtoniana!!!),foto in giro per il mondo,foto degli animali,street art e foto alla mia splendida e meravigliosa città:ROMA, nonché la mia modella preferita! Purtroppo il lavoro non mi concede la possibilità di poter fare molte foto e quindi di curare la mia pagina,ma io la adoro e con i consigli del mio ragazzo è diventata una pagina molto curata ed ordinata. Per chi volesse maggiori informazioni non Ti affidi più all’istinto o allo studio quando deve far altro che mmettere un bel like alla mia pagina “la fotografia di Kikka” e contattarmi! fotografi? Come ho già spiegato prima assolutamente all’istinto, mi devo innamorare di un certo soggetto Alla fine di ogni intervista chiedo sempre un segreto in esclusiva: qualcosa che non hai per poterlo ritrarre. mai detto e che riveli oggi tramite Postillare. Partecipare a degli eventi ( anche familiari) Bhè tutti abbiamo un segreto,uno scheletro nel procon la tua macchina fotografica è come un prio armadio. Io ho addirittura una comitiva di schepo’ perderli o viverli con una doppia pro- letri! No, scherzi a parte. Il mio segreto è che se non fosse stato per il mio ragazzo probabilmente spettiva? Non amo molto, anche se l’ho fatto, fare la foto- non avrei ritrovato questa passione, se non fosse grafa degli eventi. Adoro essere libera e fotogra- stato per lui probabilmente non avrei avuto la posfare quello che più mi piace. Vivo la fotografia con sibilità di immortalare determinati paesaggi. E’ inpassione e questo genere di foto non fa proprio per fatti merito della sua pazienza e del suo amore se me. Infatti, alle feste di compleanno, alle cene e ho potuto fare determinate foto. Lui ha seguito e aliqualsiasi altra occasione non porto mai con me la mentato nuovamente questa mia passione. E’ il mio critico, chiedo sempre prima a lui se una foto è fatta macchina fotografica. bene o meno,se secondo lui può andare sulla mia pagina o no. E’ anche il mio modello Hai un modello a cui ti ispiri? Adoro Helmut Newton, l’ho scoperto nel 2006 per preferito,adoro fotografarlo di spalle mentre siamo caso. Lo trovo originale e semplicemente geniale. in perlustrazione in qualche location,che lui mi ha Quelle poche foto che fa a colori, quasi tutte le sue cercato e dove lui mi ha portato. Sono foto che opere sono in B&N, sono semplicemente magnifi- amo, che mi danno più emozioni perché è come se che,i colori sono accesi e vivi. Fotografa spesso dei fosse una sicurezza, avanti a me c’è lui e non può particolari, per lo più di donne, ma che sanno tra- che andare tutto bene! smettere delle emozioni molto forti. Ci sono foto che Un saluto per i lettori! vorrei realizzare proprio ispirandomi a lui. Certamente! Saluto e ringrazio tutti coloro che Parlaci della tua pagina Fb e dai qualche hanno perso un po’ del loro prezioso tempo a legindicazione per chi volesse maggiori in- gere questa mia intervista e ringrazio tutti coloro i quali si soffermano a vedere le mie foto sulla mia formazioni. La mia pagina FB è nata così un po’ per gioco. Co- pagina “la fotografia di Kikka”, spero di trasmetminciavo ad avere molte foto fatte da me delle quali tervi un po’quello che provo io ad ogni mia foto,ovandavo particolarmente orgogliosa e così una sera vero senso di pace e libertà. Bacioni!!! 11


Cinema

Poltergeist


Eventi | di Giuseppe Deiana

La sagra di Santo Stefano di Quisquina 2015

Super visore tecnico, il pasticcere Nicola Fiasconaro, il re dei panettoni. Il Panettone King di Fiasconaro ha conquistato Bruxelles e si aggiudica le 3 stelle del Superior Taste Award. L’Istituto belga ITQI ha premiato con il massimo dei riconoscimenti l’eccellenza dell’arte dolciaria del Maestro pasticcere siciliano Nicola Fiasconaro.

Alcuni dolci di crema di ricotta.

Il mio canale di Youtube dove è possibile trovare le mie videoricette e le mie partecipazioni alle sagre ed eventi. 13


Intervista a | di Debora Collotta

Conosciamo Roberto Pizzo e Lorenzo Pasqua Come promesso e con immenso piacere intervisto Roberto Pizzo e Lorenzo Pasqua, autori di “Scusi, parlo con i televisori? Cronache di un commesso perplesso”. Come definireste questa collaborazione? Roberto Pizzo: Come tutte quelle che l’hanno preceduta… sia che si trattasse di lavorare in gruppo o in coppia, salendo su un palcoscenico o scrivendo un copione: nata spontaneamente ma con la consapevolezza di essere la soluzione migliore! Lorenzo Pasqua: E’ stato un parto naturale, piacevolmente scontato. Quando abbiamo deciso di unire le forze per questo libro, non c’è voluto nemmeno un minuto per mettersi d’accordo. E’ venuto fuori il libro esattamente così come lo immaginavate? Roberto Pizzo: Fosse stato per me – che nello scrivere sono prolisso, verboso e barocco (ed infatti per questo Lorenzo mi chiama Tolkien!) – avrei “vomitato” dentro ancora molta roba, soffermandomi sui passagi narrativi… sulle parti del racconto. Ma avrei commesso un grave errore… avrei reso il testo più macchinoso e meno rispondente alla sua destinazione finale: un libro da leggere in ogni momento della giornata, aprendolo in qualsiasi punto a piacimento… da tenere sul comodino o da portare in spiaggia! Lorenzo Pasqua: Esattamente è quasi sinonimo di perfettamente. E per la pignoleria che mi contraddistingue, avrei di sicuro realizzato qualche disegno in modo migliore. Ma non posso affatto lamentarmi del risultato finale. Sono soddisfatto. Come è andata la presentazione alla Galleria d’arte moderna di Palermo? Roberto Pizzo: Con la presenza di tutto il nostro collettivo artitico “Cristiano Pasca e i Ricoverati” al gran completo non poteva che andare al di là delle nostre aspettative! Siamo stati rapidi, concisi ed efficaci. Per intenderci… in puro stile cliente del Commesso Pizzo: “Piccolo, economico e immediato… che abbiamo?”.

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Lorenzo Pasqua: E’ stato un momento magico. Molte persone presenti non conoscevano il contenuto e la storia del libro. Malgrado ciò, si sono divertite molto e noi con loro. E le vendite sono state tempestive. Tanta emozione e soprattutto tanto divertimento. Il prossimo appuntamento? Roberto Pizzo: Abbiamo intenzione di girare in lungo e in largo tutta la Sicilia per tutta l'estate. Monitorate i nostri profili e le nostre pagine FB per rimanere sempre aggiornati! Prendete nota (per la serie… “PUBBLICITÀ OCCULTA”): Profilo Facebook di Roberto Pizzo https://www.facebook.com/roberto.pizzo.9 Profilo Facebook di Lorenzo Pasqua https://www.facebook.com/lorenzo.pasqua?fref=ts Pagina Facebook di Roberto Pizzo https://www.facebook.com/pizzoyoupork?ref=bo okmarks Pagina Facebook di Lorenzo Pasqua https://www.facebook.com/pages/PALO-alias-Lorenzo-Pasqua-Caricaturista-per-matrimoni-ed-altrieventi/353427871348282?fref=ts Pagina Facebook del gruppo “Cristiano Pasca e i Ricoverati”


https://www.facebook.com/pages/Cristiano-Pascae-I-Ricoverati/1379701908971488?ref=bookmarks Canale Youtube del gruppo “Cristiano Pasca e i Ricoverati” https://www.youtube.com/user/CristianoPasca Lorenzo Pasqua: Mi pare abbia già detto tutto, con dovizia di particolari (… pure troppi!!!), Roberto. Quali sono stati i riscontri? Roberto Pizzo: Siamo solo agli inizi! Il libro è stato distribuito su territorio nazionale il 12 Giugno e già in molti ci hanno comunicato di averlo acquistato proprio in libreria. Per il resto… le presentazioni sono sempre un’ottima occasione per fare conoscere il libro e per farlo giungere in maniera più immediata ed efficace al lettore. Lorenzo Pasqua: Fin dove siamo stati testimoni, ottimi direi. Chiunque s’è fatto quattro risate incoraggiando il nostro prodotto, condividendone l’aspetto umoristico. Speriamo possa piacere al resto dell’Italia. E’ un libro senza geografia. La sua storia è la storia di mille lavoratori. Con questo libro dimostrate in un certo senso che la realtà supera la fantasia! Ricordaci il cliente più fantasioso! Roberto Pizzo: Più che altro… questo libro dimostra che il mondo non è bello perché è vario, ma che il mondo è “AVARIATO”!!! Beh, scherzi a parte… credo che “scegliendo” un clinete piuttosto che un altro farei un torto alle altre innumerevoli perle di infinita assurdità. Leggete il libro e capirete cosa intendo! Lorenzo Pasqua: Mi viene in mente il più criptico e misterioso. Quello che, avvicinandosi al banco, disse “Eeee…avete….” Andandosene un secondo dopo senza aggiungere altro. Incredibile ma vero!

cacia di una battuta… di una gag, viene meno se la si legge piuttosto che la si osserva o la si ascolta dall’interprete. Ecco, lorenzo è riuscito a “far rivivere” gli spaccati di vita vissuta dal sottoscritto all’interno del negozio di elettrodomestici. Ha fattò sì che in determinati momenti – là dove ce n’è la necessità – il lettore possa “vedere” esattamente la scena descritta nel testo. Lorenzo Pasqua: Grazie per l’apprezzamento. Ho cercato innanzitutto di “codificare” lo stato d’animo di Roberto mentre realizzavo i disegni. In questo caso non era una questione di bravura tecnica. Sarebbe stato solo autoreferenziale. Ho preferito far vedere la follia di quel mondo sgrammaticato e confuso, cercando di dare ulteriore colore a quello presente nel testo. Spero d’esserci riuscito.

Parliamo anche un po’ dei bellissimi disegni presenti nel libro! Roberto Pizzo: Lorenzo con le sue illustrazioni è riuscito a colmare quel gap che riscontro spesso nei libri dei comici. A mio avviso buona parte dell’efficontinua alla pagina seguente

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Avete fatto delle cernite? Qualcosa di inedito da regalarci? Roberto Pizzo: La selezione dei brani non è stata semplice. Ogni aneddoto “sacrificato” è stato per me come il preferire un figlio piuttosto che un altro. Vabbè, senza esagerare… alcuni episodi avevano delle connotazioni fortemente locali e per tale motivo si rischiava che fossero comprese solo dai lettori palermitani. Il grosso dei “tagli” è stato fatto in quest’ottica. Per quanto riguarda qualcosa d’inedito… giusto questa settimana un mio ex collega che ancora lavora nel negozio di elettrodomestici dove ho fatto il commesso, mi ha mandato un “aggiornamento” (continuano a farlo, periodicamente!) da appuntare nell’agenda in cui trascrivevamo tutte le “castronerie tecnologiche” dei clienti: “Senta… c’è il computer che s’imblocca in continuazione. Un mio amico mi ha detto che forse devo distillare (“DISINSTALLARE”) qualche cosa… lei che dice?”. E ho detto tutto!!! Lorenzo Pasqua: Beh sì, abbiamo selezionato tanto materiale cercando di trovare le battute migliori. Non è stato semplice e neppure rapido. Ma alla fine pensiamo d’aver pescato le scene più esilaranti e variopinte. Per quanto riguarda qualcosa d’inedito…lascio a Roberto il piacere di raccontare. Alla fine di ogni intervista chiediamo sempre un segreto, qualcosa in esclusiva che non avete mai detto e che oggi rivelate a tutti coloro che leggeranno! Un sogno, un desidero o una paura. Roberto Pizzo: Così come fanno i miei due fratelli più grandi (entrambi dentisti), vorrei poter guadagnare “sfruttando il sorriso altrui”. Battute a parte… credo che riuscire a “campare” dignitosamente facendo quello che si ama fare sia l’aspirazione di chiunque… ed io non faccio differenza. Per ciò che riguarda il segreto… è meglio che non ve lo dico perché poi sarei costretto a farvi fuori tutti!!! Lorenzo Pasqua: Il mio sogno è di poter sorridere col mio lavoro e magari permetterlo agli altri. Come desiderio, mi auguro che la qualità della cultura italiana possa salire qualche gradino in più, da più punti di vista. C’è bisogno di più libertà d’espressione e d’idee più innovative. Si sperimenta poco e si sguazza molto nello stagno delle nostre tradizioni. Se migliora la cultura, migliorano tante altre 16

cose. Infine la paura. Ho paura degl’ignoranti al potere. Non c’è cosa peggiore. Un ignorante al potere frantuma ogni giustizia, ogni merito, ogni speranza e ogni buon senso. Che sia un politico, un insegnante o un direttore. Un saluto per i lettori di Postillare! Roberto Pizzo: Cari Postillini, cari Post it, cari Posteggiatori… leggete, leggete e ancora leggete (ovviamente prima di tutto il nostro libro!). Non negatevi questa fonte di arricchimento perché, come diceva la mia professoressa d’italiano delle medie: “Il libro fa il labbro. Guida la mano a scrivere, la mente a pensare e la bocca a parlare”. E con questo momento in puro stile “Libro Cuore”, concludo e vi saluto. Lorenzo Pasqua: Se sei arrivato a questo punto dell’intervista, vuol dire che t’è piaciuta. Se t’è piaciuta corri ad acquistare il nostro libro. Una volta acquistato, scoprirai che n’è valsa la pena. In caso contrario, probabilmente sarai uno dei tanti clienti “alieni” citati all’interno del testo. Buona estate a tutti e fregatevene della prova costume!!


Tesori nascosti in provincia | di Giuseppe Catanzaro

Racconto per un Detto Palermo è la città dai mille detti, eccone uno: "Si apparata comu a Maruonna ri Travicieddi" (sei agghindata in maniera appariscente) . Questo detto è molto antico, quindi sconosciuto dalle nuove generazioni, ma anche dai non palermitani e chi ha un'età inferiore ai cinquan'anni, infatti, oggi è quasi passato in disuso perché questa icona di questa Madonna è nascosta al pubblico e non viene più adorata come nel passato. L'edicola che contiene l'icona di questa Madonna, fino al 1643 si trovava nel vicolo dei Travicelli (dalle travi che puntellavano due palazzi e formavano una volta) e dal quale ne prese il nome. La popolazione del rione era molto devota e così questa edicola era sempre illuminata da ceri e lumini che facevano risplendere i tanti ex voto, tanto da riuscire ad illuminare la Discesa dei Maccheronai e proteggere i viandanti che scendevano verso piazza Caracciolo, centro del mercato della Vucciria. La ricchezza di questa edicola e il suo splendore eccessivo fecero nascere i detto "apparata comu a Maruonna ri Travicieddi". Nel 1643, in onore di questa Immagine Sacra, venne costruita una chiesa detta "ri vintitri scaluni" (delle 23 scale) o Madonna della Volta. Negli anni '30 la città, causa l'espansione demografica, conobbe parecchi cambiamenti e con il taglio della via Roma, la chiesa venne demolita. La Madonna tornò al suo vicolo dove attualmente si trova, ma anche se per parecchi anni continuarono i festeggiamenti in suo onore oggi è del tutto caduta nel dimenticatoio. Protetta da un primo cancello in lamiera verde, che ne cela la vista e dal puzzo d'urina che sconsiglia d'avvicinarsi, Lei, la Madonna ri Travicieddi si trova lì chiusa da una spessa inferriata al buio e al fetore.

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Lo sapevi che…

Lo sapevi che per colpa del petrolio aumentano i terremoti? L'iniezione di acqua, fatta per facilitare l’estrazione di petrolio, agisce sulle fratture della crosta, che si muovono con maggiore frequenza. 17


di Fabiana Schisa

Oltre ogni offesa: orgoglio partenopeo Ho avuto la fortuna di avere due genitori che mi hanno insegnato, sin da quando ero una bambina, che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina e che tanto meno ci si deve lasciare influenzare dalle opinioni degli altri, che spesso parlano per sentito dire. Ebbene, stamattina leggevo l'ennesimo articolo denigratorio sulla mia bella Napoli, scritto da un "giornalista" come tanti che probabilmente non l'ha nemmeno mai visitata e ho deciso di esprimere un mio pensiero. Sono cresciuta con un mondo intorno che ne diceva di tutti i colori sulla mia città: a Napoli tutti criminali, non si può camminare perché ti "scippano anche le mutande" , le persone sono rozze e ignoranti, è piena di spazzatura... E chi più ne ha più ne metta. Ah, sto volutamente omettendo di parlare di tutte le persone che sui social hanno creato gruppi di odio verso i Napoletani, augurandoci ogni tipo di morte (purché dolorosa) e arrivando ad essere contenti per la morte di Ciro Esposito, quel giovane ragazzo ucciso fuori lo stadio a Roma un anno fa (che riposi in pace). A tutte queste offese c'è chi risponde più o meno duramente. Per quanto mi riguarda, certi "pensieri" hanno sempre suscitato in me una grossa risata e a volte un'amara tristezza, perché Napoli non è così. Ed io lo so. Napoli è brutta: ma è la città del Sole. La città del mare. Napoli è la città in cui ci sono molti criminali, ma anche molte persone che combattono contro la criminalità. Napoli è la città delle persone ignoranti, ma quelle persone spesso ne sanno più di chi ha tre lauree e master fatti in giro nel mondo.

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Napoli è la città della spazzatura, e anche se in altre città ce n'è di più, mantiene comunque il primato. Napoli è la città dei corrotti e dell'illegalità, ma ci sono persone che ogni giorno lavorano duramente per mandare avanti la propria famiglia in modo dignitoso. La mia città è stata sempre martoriata, saccheggiata, stuprata da chi ne ha voluto sfruttare tutto, fino all'ultima risorsa: quando ci si è resi conto che mai nessuno avrebbe potuto imitarne la bellezza e l'unicità, sono iniziati gli insulti, per dare un'idea distorta e contorta a chi non l'aveva mai visitata. Non è necessario ricorrere alle stesse armi subdole e meschine per rispondere a certi soggetti. Mi basta pensare ai MILIONI DI TURISTI che ogni anno visitano Napoli e ne percepiscono la vera essenza: quella di una città storica, piena di cultura e piena di persone semplici pronte sempre a donare un sorriso e un aiuto a chi ne ha bisogno. Mi basta pensare ai turisti che camminano per i vicoletti della città, tra i negozietti tipici, e che ne escono sorridendo perché in nessuna altra parte del mondo hanno mai visto uno spettacolo simile. Mi basta pensare a tutti quelli che vengono a Napoli impauriti e tornano a casa nostalgici... Perché, come qualcuno disse una volta: "A Napoli piangi due volte: quando arrivi, e quando te ne vai."


Fumetto | di Shyra Clode e Matteo Bianchi

The Resurrection of Darkness Ecco a voi il continuo del fumetto che vi abbiamo Nella foto in altro a sinistra i due autori della storia: mostrato nell'ultima uscita di Postillare. contattateci su facebook alla pagina "shyra clode Continuate a seguire quest'avventura qui o pas- fumettista". sando sul sito www.shyraclode.com dove troverete Sceneggiatura: il volume 0 e il volume 1 della storia. Matteo Bianchi Disegni: Shyra Clode

Libri | di Fabio Ceraulo

Il tredicesimo giorno La vera storia degli ultimi giorni di vita a Palermo di Joe Petrosino si intreccia con quella immaginaria di un giovanissimo cameriere, impiegato nel bar-ristorante di piazza Marina dove il poliziotto italoamericano cenava abitualmente. La sera del 12 marzo 1909, il ragazzo assiste all’agguato di cui Petrosino è vittima. Da quel momento la sua esistenza cambia per sempre, e il suo animo è diviso tra la volontà di fare luce sul delitto, la paura di diventare una nuova vittima della “Mano Nera”, l’ossessione che si trasforma in rabbia e l’aspirazione a diventare un tutore della legge. Le vicissitudini che segnano la vita del giovane scoprono inoltre uno

spaccato sociale della Palermo dei primi del Novecento, tra degrado, fermento politico (si era in periodo di elezioni) e piccoli episodi, anche comici e grotteschi, di omertà quotidiana. Il tutto, per una narrazione magistrale che travalica le comuni categorizzazioni di genere sentimentale, storico, poliziesco. 19


Di seta e d'arancio ma occhio pallettes e lustrini... | di Sofia Gangi

Summer Wedding Ogni sposa che si rispetti sogna nei dettagli il giorno più bello della propria vita sin da ragazzina... L'abito bianco, il bouquet fiorito da lanciare al gruppo di schiamazzanti e starnazzanti amiche single in sala,la location perfetta, il fotografo discreto ma presente che racconti la storia di un amore in ogni scatto rubato... Dal primo film d'amore stile " il matrimonio del mio migliore amico" al giorno stesso delle nozze, quell'incanto, quel sogno ci accompagna nitido come lo avessimo già vissuto in una vita precedente!!! Ma il sogno di una sposa, sognato in anni o meglio notti di adorabile e romantico ristoro può diventare l'incubo di un'ignara organizzatrice d'eventi che quel giorno meraviglioso, pensato in ogni dettaglio nell'arco di almeno un decennio deve programmarlo, pianificarlo, costruirlo e realizzarlo in meno di nove mesi!!!!!!!! Quest'estate l'evento più importante del mio calendario lavorativo è stato proprio un matrimonio! E che matrimonio!!!! Il Summer Wedding per eccellenza, il "matrimonio isolano" celebrato ad Ustica tra una palermitana ed un torinese!!! Il primo incontro con gli sposi aveva avuto luogo ad ottobre 2014... Dopo una attenta analisi dei loro profili, della loro storia e dei loro desideri ecco la proposta di coniugare la " bucolicità" di lei con l'amore per il mare ed i sapori siciliani di lui ( torinese doc) in una ambientazione divertente frizzante e nuova, l'isola di Ustica. Ustica, a pochi chilometri o meglio miglia marine da Palermo è un'isoletta deliziosa che offre un paesaggio marino circondato da verdi colline, un piccolo e ridente paesino e degli scorci da cui si gode di tramonti mozzafiato! Più romantico di così!!!! Primo sopralluogo sull'isola alla ricerca della location perfetta 1 novembre 2014! Data concordata per il matrimonio 4 luglio 2015!!! Dopo aver vagliato le due ipotesi di location possibili ed aver preso accordi col prete dell'isola, fissata definitivamente la data e preso un impegno con i proprietari del luogo prescelto inizia la prima fase di costruzione del matrimonio che deve più o meno rispondere alle seguenti domande : " che identità e stile deve avere il nostro matrimonio? " " cosa sogniamo da sempre "? E 20

anche, ahimè " cosa possiamo permetterci e a cosa dobbiamo rinunciare" Tenete presente che di base un matrimonio così " fuori porta" prevede a carico degli sposi delle spese obbligatorie imposte dall'etichetta a cui non ci si può sottrarre se si opta per una tale scelta, prima fra tutte il farsi carico delle spese di pernottamento degli ospiti che vengono da fuori, in questo caso tutti, non essendo nessuno dei due protagonisti dell'isola!!! Chiarito questo punto con relativo capogiro del padre della sposa, eccoci andare avanti nella ricerca del moode di questo matrimonio, di un Concept unico studiato apposta per M ed A !!! La location situata su una scogliera proprio a picco sul mare offre un paesaggio verde e rigoglioso con una fittissima vegetazione ed un profumo di Sicilia che più intenso sarebbe difficile trovare!!!!La sposa ama la natura ed il romanticismo che in essa ritrova... Una Biancaneve postmoderna insomma, che canta con gli uccellini!!!!!Lo sposo immagina un luogo isolato in cui far festa indisturbato fino alle sei del mattino... Più un eroe dei nostri tempi!!!! E quindi quale proposta per questi due meravigliosi sposi? In relazione ai loro gusti, al loro stile ed alla location scelta... Beh, flower design con piante grasse, vegetazione del luogo e fiori


di campo,dalle margheritine ai San carlini, allestimento bucolico con cassettine delle frutta dipinte di bianco ed una ad una decorate e personalizzate, juta a rivestire agavi ed aloee, un tableau de mariage con nomi di piantine grasse, più o meno rinomate, dal famigerato " cuscino di suocera" all'" euforbia bizzarra" in cui sedere le nonne un pó rincitrullite e le ospiti più appariscenti!!! Un Withe Table realizzato su pedane ( pallet) anch'esse dipinte di bianco ed illuminate da romantiche candele nei toni e nelle sfumature del mare... Gessetti profumati a forma di conchiglia e stella marina come segna posto, cadeu per ogni ospite su tovagliato bianco candido in lino ben stirato ed inamidato!!! Confetti per tutti i gusti e piccolissime piantine grasse come bomboniere da portar via come ricordo!!! Questo un riassunto più che breve degli ultimi otto mesi di lavoro insieme ad una sposa appassionata e piena di fiducia ed ad uno sposo cu-

rioso ma discreto, nell'ottica di realizzare un sogno, di trasformare un'aspettativa in realtà ed un giorno speciale in uno tra i più belli ed indimenticabili della loro vita!!!! Il più bel matrimonio di sempre, lungo quanto una gestazione con la stessa dose di soddisfazione!!!!

Una buona occasione per visitare anche il palazzo dei normanni a Palermo che os`pita la mostra, prorogata fino al 30 settembre 2015. La Via Crucis, o “via della croce”, è un rito che propone una riflessione sul percorso doloroso di Gesù Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota. Durante la Settimana Santa i cristiani pregano di fronte a quattordici immagini, dette “stazioni” della passione di Cristo. Le opere di Fernando Botero raccolte per l’esposizione “VIA CRUCIS la pasión de Cristo” rappresentano una svolta nella carriera dell’artista, senza per questo mettere in ombra il tratto originale e peculiare del linguaggio che lo ha reso famoso. Come spiega il critico d’arte Conrado Uribe, per la prima volta, nelle opere dell’artista fa incursione il dramma, ed è per questa ragione che il suo lavoro può essere considerato come un nuovo corso. Qui la continuità del vecchio si accompagna alle trasformazioni che arricchiscono e potenziano Per maggiori informazioni: le opere e la loro interpretazione. Mutamenti impor- www.boteroapalermo.it tanti, senza dubbio, nella carriera dell’artista. www.federicosecondo.org 21


Intervista a | di Debora Collotta

Conosciamo Vito Santoro Con infinito piacere intervisto Vito Santoro, scrittore di Brindisi che ha gentilmente contattato la redazione di Postillare, e che altrettanto con garbo vorrei chiacchierare. Prima di tutto vorrei sapere qualcosa in più sull’autore. Come eri da piccolo? Cosa sognavi? Ti piaceva leggere? Chi i tuoi autori preferiti? Taciturno, sognatore e… spilungone (a quattordici anni ero già alto un metro e ottanta) . Leggevo tantissimi fumetti, davvero tanti. Da Alan Ford passando per Diabolik, Zagor, Dylan Dog, finendo ai supereroi Marvel. Una passione, quella per i fumetti, che non ho mai abbandonato e crescendo mi sono avvicinato a letture più adulte come Frigidaire e l’Eternauta. Tuttora seguo due manga: Vagabond e Berserk. Per quanto riguarda i libri invece, i primi che ho letto sono stati il Gabbiano Jonathan Livingston e l’Alchimista (entrambi perfetti per la mia attitudine sognatrice). Col tempo mi sono avvicinato a scrittori molto diversi, come Cormac McCarthy, Kafka, Hammett, Camus, per citare dei “classici”, mentre attualmente mi piace leggere Ellmore Leonard, Palahniuk e Don Wislow. Tra gli italiani senza dubbio Tabucchi. Parlaci del tuo primo scritto! È un racconto che scrissi per far colpo su una ragazza. Una storia d’amore e sangue ambientato in un’epoca lontana. Non lo ricordo neanche più bene. Parlaci adesso di quello che più ami. Oltre a leggere e scrivere, amo fare tante cose, e tolto il tempo da dedicare alla famiglia mi rendo conto che una giornata dura davvero poco. La musica rimane comunque una delle mie passioni più grandi. L’ultimo titolo è: Non c’è tempo per il sole. In che modo si può considerare una rivisitazione del mito di Prometeo? “Non c’è tempo per il sole” si presta a due chiavi di lettura. La prima, quella che emerge immediatamente attraverso la trama, si sviluppa come una storia tipicamente noir. Una persona scomparsa misteriosamente e un’indagine subito ostica e piena di intrighi e lati oscuri. L’altra chiave di lettura è quella nascosta sottotraccia, in quanto tutti i perso22

naggi del romanzo (ma anche buona parte delle vicende narrate) attingono a piene mani all’epopea mitologica di Prometeo, il dio che si privò della propria condizione divina per salvare l’umanità. Ho scritto la storia però, con l’intento di farla reggere sulle proprie gambe, in modo che potesse essere fruibile senza dover dipendere necessariamente dalla conoscenza della mitologia. A cosa stai lavorando attualmente? Un nuovo romanzo, una crime story. Meno cerebrale di “Non c’è tempo per il sole” ma più violenta e serrata. Quando è possibile conoscerti e sentirti parlare di presenza? Quando la prossima presentazione di un tuo libro? Purtroppo non ho fatto ancora molte presentazioni del mio libro. Mi piacerebbe poter fare qualcosa di particolare, una sorta di reading accompagnato da una colonna sonora di tutto rispetto. Vedremo. Come definiresti il tuo modo di scrivere? Amo molto l’essenzialità e il controllo del ritmo. Preferisco le rasoiate a certi brodi interminabili. Sono molto attento alla gestione del punto di vista che, per quanto mi riguarda, è spesso una stretta messa a fuoco sul protagonista. Tendo a pianificare e a elaborare prima ciò che devo scrivere, in modo che davanti alla tastiera possa concentrarmi sulla scrittura senza troppe pause di riflessione.


Alla fine di ogni intervista chiedo sempre un segreto, qualcosa in esclusiva che non si è mai detto e che oggi rivelai a tutti coloro che leggeranno! Un sogno, un desiderio o una paura. È un incubo ricorrente che faccio fin da piccolo. Sogno di perdermi in un posto ignoto nel quale tutto ciò che mi circonda è deforme e in cui prevale il colore amaranto (infatti è un colore che non sopporto). Provo a scappare ma non trovo mai la via d’uscita. È un sogno che faccio in momenti sempre diversi e quindi non sono mai riuscito a dargli un’interpretazione.

Un saluto per i lettori di Postillare! Leggete, ascoltate musica, andate al cinema e al teatro. Dipingete se sapete farlo e cantate se siete intonati Amate e fatevi amare. La vita è troppo breve per sprecarla banalmente.

"19 Luglio 1992, Una Fiat 126 rubata carica di esplosivi, posteggiata in Via D' Amelio, esplode al passaggio del giudice Paolo Emanuele Borsellino, uccidendo anche quasi tutti i membri della sua scorta. E' un'altro triste momento della storia Siciliana e della lotta contro la Mafia, dopo l'attentato avvenuto il 23 maggio dello stesso anno sul tratto di autostrada Palermo-Mazzara del vallo all'altezza dello svincolo per Capaci, in cui mori' Giovanni Falcone, sua moglie e la sua scorta." A 23 anni dall'accaduto, tra le tante manifestazioni ed eventi che ogni anno sono dedicate a quel tragico evento, se ne aggiunge un altro, dal titolo: lino"Ricordando Borsellino", non e' una frase detta "La Sicilia Sotto Le Stelle - Ricordando Borsellino" e lasciata al caso, poichè la serata iniziera con la Un Evento prettamente a scopo Sociale, Culturale, visione di alcuni filmati dedicati alla Legalità ed a e soprattutto NO-PROFIT che metterà in mostra ciò Paolo Borsellino, gli interventi di Arte e Moda saranno anch'essi dediti a parlare di lui, non tralache oggi si sta muovendo nella loro terra. Arte, Musica, Spettacolo, saranno le tre parole sciando le varie letture ed i vari interventi delle chiave di questo evento, unite nel ricordo ed aggre- Autorità locali sul palcoscenico. gate ad interventi di diverse Organizzazioni ed As- "La Sicilia Sotto Le Stelle", sarà un evento magico, sociazioni Umanitarie e culturali siciliane, che pieno di emozioni, nella cornice del Teatro Carlo durante lo svolgimento della manifestazione mostre- Cottone di Palermo, gli artisti partecipanti, come ranno a tutto il pubblico presente ciò che in questi tutte le aziende che stanno collaborando, saranno unite nel ricordo e nella simbiosi della parola LEanni sono riuscite a fare. Diversi artisti siciliani, si passeranno il testimone su GALITA'. quel palcoscenico, passando dal canto alla danza, da momenti dicomicità a momenti di suspance, con- 19 LUGLIO 2015 - TEATRO CARLO COTTONE tornando i momenti diArte e Moda, sui quali parec- (VILLA CASTELNUOVO) VIALE DEL FANTE 66 A PALERMO (INGRESSO DA VIA SAN LORENZO 1) chie sorprese vi attenderanno. Il Giudice Paolo BorsellinoIl Giudice Paolo Borsel- INGRESSO LIBERO 23


Libri | di Tiziana Terranova

“Come l’acqua tra le mani” di Tiziana Terranova “Come l’acqua tra le mani”, è la storia di Eve, una donna ferita, spezzata, tradita, umiliata, profanata dalla persona più cara al mondo: suo marito Adam. E’ un libro che parla di emozioni ferite, prima di gettare un ponte verso l’Anima. E’ malinconia condivisa, sentimento denso, immagini in bianco e nero di un Amore che si é sgretolato come un sogno prefabbricato, in un labirinto di dolorose scoperte, inquietanti retroscena, prevaricazioni, soprusi, manipolazioni e violenza. Ma anche consapevolezza di ciò che conta di più, dei primi passi verso una nuova vita. E’ dialogo intenso con un Dio assente, ma disperatamente cercato e nuovamente incontrato in questa lunga notte di fede. Anche se alla fine sono tanti i quesiti irrisolti, resta in Eve l’inquietudine del non trovato ma intuito, che nella sua mente segna una linea indelebile di paura e sconcerto. Mentre di Adam non resta più nulla, se non il tanfo e la sporcizia di un grigio fantasma. cise, ma più semplicemente raccontandosi, lasciando quindi al lettore la possibilità di tracciare il “In questo mio primo libro, ho voluto superare la di- proprio limite. E tutto questo diventa “Come l’acqua cotomia tra Bene e male, tra il Tutto e il Nulla, ri- tra le mani”, Eve, ognuno di noi.” portando la serenità, l’Amore per se stessi, la speranza, la concordia tra gli intimi sguardi del no- Per maggiori dettagli vi invito a consultare la mia stro cuore e in cima alle cose che ogni persona ha pagina facebook Come l'acqua tra le mani e il sito da scoprire di se stesso; senza indicare linee pre- internet www.come-l-acqua-tra-le-mani.it

Libri | di Vito Santoro

Non c’è tempo per il sole Ho scritto un romanzo, pubblicato lo scorso marzo "Chi meglio di te può sada Edizioni della Sera. perlo? Pensiamo che la vita sia tutta un libero arE' un noir atipico che nasconde una rivisitazione bitrio e quando ci scondel mito di Prometeo, ed è il mio romanzo di esor- triamo con l’inevitabilità dio (ha vinto il premio letterario organizzato dalla delle cose ci chiediamo casa editrice che lo ha poi pubblicato). il perché. Tu ti trovi qui, alla fine di un percorso che ora ti appare drammatico e senza via di scampo, ma in realtà è il frutto di scelte che tu hai fatto e che alla fine ti hanno condotto qui. Ogni uomo è responsabile delle proprie azioni e ogni scelta determina un’inevitabile conseguenza." 24


Libri | di Valentina De Luca

La saga delle gemme Red-Blue-Green mi è piaciuta molto perché intreccia, con uno stile di scrittura sorprendente, romanticismo e avventura creando un mix di emozioni, un cocktail dal gusto insuperabile. L'autrice Danielle Steel con il libro "Un uomo quasi perfetto" descrive la storia di un uomo e di un clone, ma soprattutto la storia di una donna che nonostante le incertezze iniziali decide l'umanità alla "bella copia". Una storia intrigante, emozionante, entusiasmante ed estremamente romantica. Della stessa autrice è anche molto bello "Acquila solitaria". Una storia che tocca le corde più profonde dell'anima, piena di amicizie, addii, riconciliazioni e naturalmente di amore. Ho anche letto questo mese "La signora delle Camelie" di Alexander Dumas. Anche questa una storia meravigliosamente triste, ma piena d'amore, e in senso lato amore per la libertà.

Libri | di Vincenzo Zonno

Non è un vento amico “E dunque, fingendo di parlarci della Russia, della politica, dello scontro tra tradizione e modernità, Vincenzo Zonno ci ha mostrato un vivido spaccato dell’inferno e l’amore quale unica via d’uscita.” Oliviero Canetti, Postfazione a Non è un vento amico

Infine, sotto l’apparente leggerezza c’è lo spessore dei temi toccati: la filosofia, la sociologia, la dottrina religiosa, in un’indagine fascinosa dell’animo umano e delle motivaVocifuoriscena pubblica per la sua collana “i Ciot- zioni che muovono ognuno. toli” Non è un vento amico di Vincenzo Zonno, romanzo che trae ispirazione dagli avvicendamenti politici della Russia dello zar Nicolaij per dare vita Perchè un uomo saccanisce a una vicenda d’inganni, d’indagini e d’amore; ma sulle assurdità della vita quando la contestualizzazione storica, ancorché precisa e potrebbe vivere nutrendosi esclusivamente della informata, non deve trarre in inganno: Non è un sua bellezza? Il male la soluzione per il male, e vento amico è molto di più che un romanzo storico non vi dubbio che gli uomini siano pi affascinati e se la narrazione indugia in ricostruzioni ambien- dal buio che dalla luce. tali, non è mai da queste appesantita. La complessità dell’intreccio è stemperata dalla scrittura http://www.vocifuoriscena.it/catalogo/titolianomala di Zonno: più spesso abituato ai racconti non_e_un_vento_amico.html surreali, sa fluire veloce per soffermarsi sui soli dettagli necessari, pochi e potenti, immediatamente ca- vocifuoriscena.it ratterizzanti. 25


Cinema

Pan


Rubrica farmaceutica | di Debora Collotta

L'importanza di lavarsi le mani Una delle prime regole di igiene che si impara è quella di lavarsi le mani, soprattutto prima di mangiare. Questo piccolo e semplice accorgimento, infatti è molto efficace per proteggerci dai germi e dalle particelle di sporcizia che inevitabilmente accumuliamo, anche senza rendercene visivamente conto. Durante la giornata, le nostre mani vengono a contatto con numerosi oggetti, spesso con animali e con alimenti che pullulano di microrganismi (pensiamo, ad esempio, alle banconote, ai sostegni dei mezzi pubblici..). Di certo non bisogna diventare dei maniaci dell’igiene, però è giusto avere un minimo di precauzione. Le mani vengono portate al naso, alla bocca, agli occhi o passano su ferite aperte, anche impercettibili ad occhio nudo, quindi per prevenire infezioni che possono anche essere di una elevata gravità è opportuno lavare la mani, soprattutto se la persona ha un sistema immunitario debilitato. In particolare: Quando bisogna lavare le mani? Come già accennavo sopra, prima di maneggiare o consumare alimenti o per medicare una propria o altrui ferita o anche per applicare lenti a contatto. Dopo essere stati al bagno o cambiato un pannolino. Dopo essersi allenati in palestra o aver maneggiato rifiuti, dopo aver soggiornato in luoghi molto affollati o al ritorno di un ospedale. Dopo aver soffiato il naso o tossito o starnutito. Insomma molte delle situazioni che sappiamo giá ovviamente “a rischio”.

Ma esattamente: Come bisogna lavarsi le mani? Utilizzare sapone ed acqua corrente, preferibilmente calda. Lavare accuratamente tutte le superfici, compresi i polsi, i palmi ed il dorso delle mani, le dita e lo spazio al di sotto del margine libero delle unghie. Sfregare le mani tra di loro e strofinare tutte le superfici per almeno 20 secondi. Risciacquare abbondantemente. Asciugare le mani con l'apposita carta usa e getta, con un asciugamano personale pulito o con un dispositivo ad aria calda. Qualora il lavandino sia dotato dei vecchi rubinetti o dei più moderni, ma antigienici miscelatori, questi andrebbero chiusi con le mani protette dalla carta usa e getta. Eventualmente, applicare una crema idratante per prevenire le irritazioni dopo l'utilizzo di detergenti troppo aggressivi o dopo un lavaggio prolungato. Negli ultimi anni, sono comparsi nella grande distribuzione detergenti dotati di azione battericida, ma più del prodotto scelto è fondamentale rispettare la corretta tecnica di lavaggio (anche perché gli agenti antibatterici potrebbero aumentare la resistenza batterica, quindi non abusatene).

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17.07.2015 - h. 22.00 STEFANO BASILE JAZZ 4ett una delle migliori jazz band cittadine... in un live in quartetto fra standard jazz ed inedito.

18.07.2015 - h. 22.00 JACK&theSTARLIGHTERS fra INEDITI&ROCK la band più rock della città presenta brani iediti sorprendenti in una serata da non perdere... mixati in una scaletta che ripercorre la storia del rock! 19.07.2015 - h. 21,30 MAXIPROCESSOR... dedicato a Paolo Giacomo Tantillo, un giovane talento del panorama jazz italiano, musicherà il più grande processo alla mafia di tutti i tempi. Idea e montaggio: Francesco Guttuso Tromba e synth: Giacomo Tantillo 28


Musica | di Lavinia Alberti

Il Jazz di Bollani Stefano Bollani, classe 1972, può essere definito insieme ad altri talentuosi artisti della sua generazione (Paolo Fresu, Stefano Di Battista) una vera e propria star del jazz. Il mago della tastiera, come più volte è stato definito, si esibirà nei mesi di luglio, agosto e settembre nelle varie città d’Italia, nella dimensione del “Piano Solo”, modo in cui il musicista sa esprimere meglio il suo talento. Approcciatosi per la prima volta al piano all’età di sei anni, Bollani muove i suoi primi passi nel mondo musicale del jazz alla fine degli anni ‘80, per affermarsi in toto a metà anni ‘90. Sin dai primi anni della sua attività collabora con talenti del mondo jazzistico e non solo, si pensi a Gato Barbieri, famoso per il suo sax, a Richard Galliano, a Giovanni Sollima, e ancora a Enrico Rava, il cui sodalizio artistico cominciò nel 1996. Il suo stile è davvero particolare, come lo è il suo modo di approcciarsi al piano: sembra quasi che il musicista non si limiti solo a suonare il suo repertorio, ma che interpreti la parte del suonatore di jazz, immedesimandosi come un attore. In fondo che cos’è un musicista se non colui che, come un attore, interpreta il repertorio in maniera del tutto personale ed intima, calandosi totalmente in ciò che sta facendo suo? In effetti Bollani fa tutto ciò, e lo fa forse in maniera ancora più evidente degli altri compositori. Cifra costante del musicista è infatti questo rapporto privilegiato con la tastiera, questo gioco a due, del quale sembra anche compiacersi. Quasi tutte, per non dire tutte le sue esibizioni, prevedono una sorta di messa in scena delle sue performance; queste ultime sono caratterizzate infatti da un vero e proprio studio mimico-gestuale oltre che compositivo, che lo vedono prima sedersi di fronte al piano pronto per esibirsi, poi iniziare il suo repertorio, interrompere

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per dei secondi piegato in avanti sul piano, per poi riprendere nuovamente; il pubblico lo sa, fa parte del suo stile, e forse è anche per questo che ha così tanto seguito (oltre ovviamente che per il suo talento). Sembra quasi che con questi suoi giochi mimicomusicali non solo consideri il lato ludico dell’esibizione, se così si può dire, ma tenga sospesi gli spettatori, aumentando così la suspence e le emozioni ad essa connesse. Nelle esibizioni con il piano solo, prevale un Bollani eclettico, che mescola spesso stili e epoche musicali, “iperattivo” musicalmente: un vero e proprio prestigiatore della tastiera il cui scopo sembra quello di mostrare il suo virtuosismo e al contempo intrattenere il suo pubblico. Come si diceva prima, egli si comporta proprio come gli attori e gli artisti in generale: incanta con la sua abilità la platea, ed è per questo che il pubblico ogni volta sceglie di premiarlo con una partecipazione e coinvolgimento sempre maggiori. Bollani dunque può senza dubbio essere considerato uno dei jazzisti più importanti nel panorama odierno, il corrispettivo italiano di jazzisti del passato come gli statunitensi Thelonious Monk, Bud Powell e John Lewis. Questi gli appuntamenti: Milano – 16 luglio, MiTo Teatro degli Arcimboldi, Viale dell’innovazione, ore 21 Roma – 19 luglio, Auditorium Parco della musica, Viale Pietro de Coubertin, ore 21 Udine – 20 luglio, Castello, Piazzale del Castello, ore 21.30 Palermo 12 agosto, Teatro della Verdura, Viale del Fante, ore 21.30 29


Il Vangelo Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 11,28-30.

La foto

del mese 30

lì ho lasciato il cuore - Foto di Kikka

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».


La bacheca | Annunci, humor, aforismi, poesie

Paolo Caizzo A volte si sente il bisogno di stare da soli...di godere del silenzio e dei suoi segreti...con la speranza di venirne a capo di qualcosa......dove la staticità dell'aria finalmente viene interrotta da nuovi impulsi. Dal mio libro "Lapis"...grazie.

Il Silenzio Dei Misteri __ Il silenzio è padrone di me stesso; sassolini neri colpiscono il cervello e scalfiscono il cerchio protettivo con la stessa azione di un martello. Poi il vento bussa alla finestra, all’improvviso,come un ululato, quasi volesse entrarmi nella pelle: la mia stanza è un castello diroccato. __ Soltanto il rumore dell’aria è capace di svegliare i miei amici, muti compagni della solitudine presenti in storie tristi o felici; soltanto i fischi e le sue urla mi circondano di nuova gente, facendo brillare una stella dove prima non brillava niente. __ Il silenzio è ancora il mio padrone; sassolini rosa,semiseri, colorano il cerchio protettivo che circonda il mondo dei pensieri. Il vento bussa sempre alla finestra e rompe il silenzio dei misteri, intorno a me è umido e afoso,come una foresta piena di magici poteri. __ Soltanto il rumore dell’aria è capace di abbellire i miei amici, tesori nascosti dell’anima,che dicono prima quello che tu dici; soltanto i fischi e le sue urla son riusciti a svegliare la mia mente, facendola cambiar d’abito così,come al sole,cambia l’abito un serpente.

I consigli del Guru 3 modi in cui offendi senza rendertene conto: - quando riferite solo alcune parole del complesso discorso che una persona ha fatto, riportando quindi mezze verità o totalmente una presa di opinione falsata; - mentire e giustificare le proprie bugie; - battute di cattivo gusto.


Foto di Kikka


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