Postillare #43

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Postillare Rivista di Debora Collotta, Salvo Morisca.

Grafica e impaginazione Salvatore Morisca

Autori degli articoli in questo numero Postillina a Santiago - Debora Collotta Rubrica Farmaceutica - Debora Collotta Ricette - NaturalSicilia.it Comunicati Stampa - SpazioCultura, UNIPA Cinema - Salvatore Morisca Postillare ricorda... - Valentina Costa

Si ringraziano per gli altri articoli Lavinia Alberti, il blog raccontamidite8994.blogspot.it, Dott. Pietro Ganci, Giuseppe Catanzaro, Maria Laura Sunseri, Gilda Serafini, Ann-Kristine Reinke, Marco Guttadauro. invia il tuo articolo su Postillare@gmail.com sfoglia la rivista su www.postillare.it ascolta la nostra web radio postillare.listen2myradio.com

i disegni di

floriana Romeo


in questo numero

pg 1 - Postillina a Santiago pg 3 - Postillare ricorda...

pg 5 - Rubrica farmaceutica

pg 6 - Edmondo De Amicis, una scuola... pg 7 - Alessandra Salerno pg 8 - TotoEuropei

pg 9 - Conosciamo Alexandre Vella pg 11 - Teresa Gammauta

pg 13 - I social media: le nuove dipendenze

pg 15 - Intervista al comico Roberto Lipari pg 16 - Recensione “PPP Burger�

pg 17 - Conosciamo Fabio Venturella pg 19 - le fobie: cosa sono?

pg 20 - Il mondo delle piante Rubrica straniera

pg 21 - NPS: Network Persone Sieropositive pg 23 - EXPO 2015 per studenti UNIPA

pg 23/24/25/26 - Comunicati stampa SpazioCultura pg 27 - Le ricette di NaturalSicilia.it

pg 29 - Intervista a Ferdinando Gattuccio pg 31 - Vangelo di Domenica pg 32 - La bacheca


Postillina a Santiago | di Debora Collotta

Semana Santa in Galizia

Avevo gia sentito che la Semana Santa in Galicia era la più bella festa di tutto l'anno, ma assistervi è tutta un'altra emozione. Ogni giorno processioni per le vie medievali di Santiago de Compostela ( come in ogni altro paesino galego) organizzate dettagliatamente! Grandi e piccini come spettatori, ma anche come protagonisti di queste processioni dall'atmosfera,che solo le luci e i colori di questa regione della Spagna sanno regalare. Intere file di suonatori di tamburi e cornamuse, mascherati, avanzavano marciando a ritmo di musica. Durante le vacanze Pasquali, "libera" dalle lezioni all'università, ho potuto viaggiare abbastanza. In Galizia ho visto anche Vigo e Pontevedra. Mi sono spostata poi in Portogallo,nella splendida Oporto. Già da tempo nutrivo la voglia di scoprirne la bellezza. È superlativa! Trovate le foto sulla pagina facebook di Postillare e i video sul canale YouTube. Vi auguro una buona Pasqua anche se in ritardo e spero che anche voi abbiate la possibilità di visitare questi e più luoghi della Spagna e del Portogallo,soprattutto in periodi festivi come questo!

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Lo sapevi che..

Lo sapevate che la si può' misurare la durezza dell'acqua? Per durezza dell'acqua infatti si intende la somma delle concentrazioni di calcio e magnesio espressa in mg di carbonato di calcio in un litro di acqua. 2


Postillare ricorda| di Valentina Costa

Santa Bernadette Soubirous

Nata a Lourdes il 7 gennaio del 1844 in una famiglia di poveri contadini, visse la propria infanzia tra gli stenti della fame, l’analfabetismo e una salute precaria segnata dal colera e dall’asma. All’ età di quattordici anni, presso la grotta di Massabielle, cominciò ad essere portavoce di messaggi mariani attraverso le apparizioni di “ una piccola signora giovane” che indossava un velo ed un abito bianco cinto di blu, un rosario in mano e una rosa dorata su ogni piede. L’Immacolata Concezione, così come venne poi chiamata da Bernadette, ordinò di scavare alla ricerca di una fonte d’acqua, di costruire una cappella e cominciare le processioni. Bernadette si ritrovò ad affrontare lo scetticismo di laici e religiosi e subì pesanti interrogazioni al fine di provare la veridicità delle sue parole. Ben presto cominciarono a verificarsi guarigioni miracolose, valutate e confermate dalle Chiesa e la fama di Lourdes e della sua pastorella si diffusero ampiamente, richiamando la speranza di tantissimi ammalati che cominciarono a giungere a Lourdes animati da grande fede e speranza. All’età di 22 anni, Bernadette, si trasferì al convento delle Suore della Carità a Nevers lavorando

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come sacrestana e infermiera. Qui morì a 35 anni il 16 aprile 1879.

Il suo corpo, inspiegabilmente integro nella conservazione, è tuttora esposto sotto una teca di vetro ed è venerato e visitato ogni anno da un gran numero di fedeli provenienti da ogni parte del mondo. Ha ricevuto la Beatificazione nel 1925 e la Canonizzazione nel 1933. Il 16 aprile ricorre Santa Bernadette protettrice degli ammalati e Patrona di Lourdes.

Non vivrò un solo istante senza passarlo amando Santa Bernadette Soubirous


Cinema | di Salvo Morisca

Film da vedere questa settimana

“The Avengers - Age of Ultron�

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Rubrica farmaceutica | di Debora Collotta

Le fasi del sogno

Le fasi del sogno

-La fase non Rem(70-80%), che a sua volta si divide Il sonno e’ uno stato fisiologico nel quale il livello in 4 fasi che corrispondono alla profondità del di vigilanza diminuisce e la persona può così ripo- sonno. sare . E’ un’attività importante che ci aiuta a trovare le Durante la notte passiamo dalla fase no Rem: I -> energie per poter vivere. Il buon riposo è un ingre- II -> III -> IV -> III -> II -> I -> Fase Rem diente essenziale della qualità di vita e del modo di Con gli anni le ore di sonno sono minori e così essere degli individui. anche i periodi di sogno Rem. Si muore prima di sonno che di fame! Guardiamo questa immagine:

Non e’ spettacolare? E’ l’architettura dei nostri sogni! Si chiama ipnogramma.

Principalmente possiamo distinguere due fasi del sonno:

-La fase Rem(20-30%), caratterizzato da un movimento rapido degli occhi. Se ci svegliamo durante una fase Rem ricordiamo i nostri sogni ed è ricorrente alzarci irascibili (adesso sapete il perché).

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Considerata che ogni ciclo dura 80-90 minuti e nel corso della notte si ripete 4, 6 volte, quindi se dormiamo di meno sogniamo di meno.

Vi saluto citando il carissimo Piero Angela: In un sistema produttivo-competitivo, chi dorme è spesso considerato un individuo svogliato, un pigro; è una sciocchezza: se un individuo ha bisogno di dormire più a lungo, deve dormire di più (e, se è necessario che si alzi presto al mattino, deve naturalmente andare a letto prima). Ma l'idea che la gente produttiva debba dormire poco è un'assurdità, che fa il paio con quella dell'uomo virile che «sa reggere» l'alcol: gli ospedali e i cimiteri sono pieni di personaggi di questo tipo. L'importante, semmai, è essere in piena efficienza mentale durante la giornata lavorativa, e se una deprivazione di sonno compromette in qualche modo questa efficienza, il proverbio va rovesciato e riformulato così: «Chi non dorme (bene) non piglia pesci»

Lo sapevi che..

Sapevate che tra le dipendenze virtuali esiste quella di “Information Overload:”? La ricchezza dei dati disponibili in rete ha creato un nuovo tipo di comportamento compulsivo. Gli individui trascorreranno sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell'organizzazione di dati dal Web

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di Giuseppe Catanzaro

Edmondo De Amicis, una scuola...

Spesso parliamo di città abbandonate a se stesse, dove le istituzioni si rendono latitanti e Palermo sembra essere una di queste, infatti ormai sono mesi che i notiziari regionali riportano la seguente notizia: "Furto di rubinetti, computer e vandalismo nella Scuola Edmondo De Amicis". La popolazione del quartiere Noce, quella buona, è abbandonata alla mercé della micro criminalità e per l'ennesima volta, pochi ladruncoli di rame e vandali, hanno preso di mira la suddetta scuola sita in Via Nazario Sauro. Oggi 16 marzo 2015, ancora una volta, tornando a scuola, i bidelli e il corpo insegnante hanno trovato la scuola allagata e mancante dei rubinetti e altri atti vandalici, questa volta i genitori e gli alunni, piuttosto che affidare la notizia alla stampa locale, hanno preferito di sfilare per le vie del quartiere e mostrare la loro voglia di studiare, unita all'indignazione nei confronti di chi continua a perpetrare simili atti di vandalismo. Nel quartiere, sicuramente questi criminali sono conosciuti, ma non denunziano, così i bambini ogni settimana sono costretti a perdere un giorno di scuola. Da buon cittadino, spero che chi conosce questi tizi arrivi a loro e faccia capire che pochi Euro, non valgono la cultura di tanti bambini.

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di Lavinia Alberti

Alessandra Salerno: la voce della Passione

Alessandra Salerno, classe 1987, è una giovane cantante palermitana da poco emersa nel panorama della musica italiana. La Salerno vanta diverse apparizioni televisive negli ultimi tempi, ma è soprattutto con l’esibizione a The Voice of Italy 2015 che emerge il suo talento; per dimostrare quest’ultimo, la cantante ha scelto di farlo con un brano molto famoso: Creep dei Radiohead, in un’inedita versione arrangiata con l’Autoharp. L’originalità della cantante consiste oltre che nella sua vocalità non indifferente, in questo strumento. Sin dai primi accordi il pubblico e soprattutto la giuria in studio è colpita non solo dalla sua vocalità penetrante e coinvolgente al contempo, ma anche dall’accompagnamento che nell’insieme risulta un ibrido tra una fisarmonica, un’arpa e una chitarra. Il risultato è strabiliante. A dire il vero, ancor di più colpisce il fatto che una ragazza all’apparenza così timida e fragile come lei, tiri fuori in certi casi una voce così portentosa, alternando tali momenti anche ad acuti davvero sorprendenti. Insomma, la Salerno si presenta sin da subito una cantante dalle mille sorprese in grado di modulare i timbri vocali e gli accordi in base ai suoi scopi e all’atmosfera che vuole creare; è dunque una vera e propria incantatrice, e in effetti si è dimostrata tale dato che è stata in grado di convincere la commissione giudicante all’unanimità, entrando nel team di Piero Pelù. L’emozione della Salerno nel vedere poco prima dell’esibizione la giuria schierata è tanta, infatti queste sono le sue parole: “Quando li ho visti grati verso di me sono rimasta paralizzata”. Ancor più entusiasmante è stato per la Salerno vedere gli apprezzamenti della giuria. Quest’ultima nei confronti della palermitana si è espressa chiaramente: la sua infatti è una musica straordinaria non solo per la perfetta commistione tra lo strumento e la voce, come detto poc’anzi, ma anche per ciò che è in grado di trasmettere; la sua voce sembra quasi una preghiera, che emana un qualcosa di spirituale, andando oltre i confini della materialità. Insomma…sembra portare, almeno per il tempo della canzone, in un mondo più astratto, quasi etereo e metafisico. Lo stesso Piero Pelù, ha riconosciuto l’eccezionalità della giovane palermitana, tanto da invitarla a entrare nel suo team; egli ha apprezzato soprattutto il fatto che la Salerno ha saputo rendere una can7

zone così hard come Creep, in qualcosa di celestiale. Meglio ancora, ciò che ha colpito Pelù maggiormente è stato il fatto che la cantante ha saputo unire i due aspetti: l’elemento rock e quello più leggero; concludendo il suo apprezzamento nei confronti della palermitana, Pelù ha così definito la sua personalità: “un po’ diabolica e un po’ angelica”. Quanto al suo strumento e alle sue capacità espressive, non si può negare che esso abbia giocato un ruolo fondamentale per il suo successo, proprio per le atmosfere create: suggestive e cariche di emotività. Dal punto di vista rappresentativo e simbolico, sia la strumentazione che la sua voce sembrano incarnare la duplice personalità che c’è in lei: da un lato i suoni dolci e malinconici che imitano un po’ la fisarmonica, la chitarra e l’arpa rimandano al suo lato più debole ed emotivo, dall’altro la sua vocalità a volte irruenta e aggressiva, mostra il suo lato più prorompente. Dietro il suo aspetto cela dunque una grande carica, un’anima rock e classica. L’audience a cui si rivolge la cantante palermitana è dunque eclettica, proprio perché variegato è il suo modo di approcciarsi al pubblico. La Salerno dunque con questo suo modo di fare musica è destinata, almeno per il momento, ad essere la nuova star musicale del momento, un po’ come nel 2010 era stata la giovane cantautrice romana, Nathalie, che con la sua esibizione al talent X Factor e con le sue canzoni inedite, aveva riscontrato un gran successo, vincendo anche il la quarta edizione del talent.


di Gilda Serafini - www.nonpuoesserevero.blogspot.it/ | www.facebook.com/nonpuoessereveroo

TotoEuropei, TotoAttrezzi e TotoMedaglie

Meno di un mese agli Europei. E non un Europeo qualunque, eh. L'Europeo dell'anno del Mondiale qualificante. L'anno del Mondiale qualificante è un anno particolare, molto particolare. Sofferto, molto sofferto. Perchè c'è sempre quella piccola paura di non riuscire a qualificarsi e di non andare alle Olimpiadi.

Erika Fasana In pratica funziona così: due anni prima delle Olimpiadi c'è il Mondiale pre qualificante. Le prime ventiquattro squadre del Mondiale pre qualificante vanno al Mondiale qualificante l'anno prima delle Olimpiadi, le prime otto squadre del Mondiale qualificante vanno alle Olimpiadi e quella dalla nona alla sedicesima provano a qualificarsi a Gennaio. Le prime quattro della qualificazione di Gennaio vanno alle Olimpiadi insieme alle otto qualificate al Mondiale qualificante, per un totale di dodici squadre. A questo punto ci sono due soluzioni: o mentre si aspettano le pre qualifiche, le qualifiche e le qualifiche di riparazione si decide di darsi all'ippica o si fanno le congetture più clamorose su chi andrà, chi non andrà, perchè si, perchè no. Io, ovviamente, ho scelto la seconda ipotesi. Due anni di sofferenza per una qualifica. E nel frattempo, le ginnaste si infortunano, si ritirano, vengono inghiottite da un buco nero. "Ma le ginnaste da mandare alle varie gare le decidi tu da casa col televoto?" Ehm, no. Le decide un direttore tecnico nazionale, ma sai mai che non decida di farsi un giro su internet e i vari TotoEuropei, TotoMondiali, TotoJesolo, TotoCampionatodellOratorio possano aiutarlo a scegliere chi convocare. Che poi, io non sono Casella (che sarebbe, appunto, il direttore tecnico nazionale), ma sono una persona estremamente altruista e qualora avesse bisogno di una mano per scegliere, sono a disposizione.

Carlotta Ferlito Fatto sta che quest'anno ci sono i Mondiali qualificanti quindi gli Europei sono importantissimi. Io capisco che può sembrare un discorso che nn regge, ma ha un senso lo giuro. Solo che la Fig (Federazione Internazionale Ginnastica) si diverte a creare problemi. A questo Europeo possono andare solo quattro ginnaste. Il TotoEuropeo va avanti da due mesi. Va Tizia, va Caia. No Caia no. Va Pincopalla. Va Pinco, ma Palla no. Palla può vincere una medaglia, Pinco no. Sempronia ha già abbastanza esperienza, non le serve andare all'Europeo. Peppa non ha esperienza, ma forse non è il caso che vada all'Europeo perchè tanto al Mondiale non andrà. Sempronia deve andare perchè può vincere otto medaglie (che poi ci siano solo cinque finali è una cosa ininfluente), prende anche quelle di Palla. E mentre si consumano le liti più assurde per capire se è più giusto che vada Pinco o Palla, bisogna guardare anche le altre nazioni. La Russia porta Tizianova e Caianova e forse anche Pallanova e Pinconova. La Romania porta Tiziache e Caiache.

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di Debora Collotta

Conosciamo Alexandre Vella di “The Voice”

Ciao Alexandre! Prima di tutto ti faccio i miei com- imparato da autodidatta a suonare il piano per poplimenti, anche come persona. Sei un ragazzo termi accompagnare e cantare. d’oro! Quanto la famiglia ti ha aiutato a inseguire le tue passioni e i tuoi sogni? La mia famiglia è stata determinante! Ho la fortuna di avere appunto un papà musicista e una mamma artista (si sono conosciuti lavorando nei villaggi vacanze). Insomma hanno ben chiaro quanto sia importante tentare di fare nella vita ciò per cui ci sentiamo votati.

Quali sono state le emozioni che ti hanno accompagnato alla tua prima esibizione a The Voice? La prima esibizione a The voice è stata una “bolla”. L’emozione c’era ma c’era anche la stanchezza di una lunga attesa e lo stress per il mio stato di salute. Ero raffreddatissimo e temevo un colpo di tosse, ma fortunatamente tutto bene. Noemi si è girata e in un attimo ho realizzato che ero dentro! Un bella emozione. Come ti trovi con il team di Noemi? Parlaci delle tue amicizie all’interno del programma. Col team Noemi mi trovo molto bene. I ragazzi che ha scelto sono molto bravi e tra di loro ho anche Parlaci della tua formazione da musicista e can- trovato degli amici. Lei è giovane ed è passata più tante. o meno per le stesse vie e il suo vocal coach Andrea Ciao. Grazie mille! Essere una Persona è molto più Rodini è un musicista capace che sa aiutare e conimportante che essere un cantante, un musicista, un sigliare bene. attore… anzi, puntualizzo la differenza tra essere e fare..per non alimentare l’equivoco diffuso in cui La cosa che piu’ ti ha emozionato durante The sembreremmo essere ciò che facciamo.. Io Faccio, voice? il cantante e l’attore, ma sono Alexandre con la mia Esclusa l’emozione dell’esibizione, ovviamente, mi storia di bambino nato da mamma francese, nella ha emozionato molto rivedermi. Stare dentro è una Sicilia del papà cantante. Cresciuto circondato da cosa, osservarsi da fuori e in qualche modo percestrumenti musicali, da musicisti, ascoltando la mu- pirsi diversamente è una cosa molto particolare. sica che ascoltava papà e che cantava papà. In- Così come particolare e inaspettato è stato il ritorno somma un imprinting molto forte, molto naturale, che ho avuto da questa breve esibizione: centinaia quasi inevitabile. Le prime “farfalle allo stomaco” le di persone che mi hanno contattato su fb per farmi ho sentite intorno ai 10 anni ascoltando una can- i complimenti, per incitarmi a dare il massimo. Non zone di Stevie Wonder che si chiama Knocks me of me lo aspettavo affatto. my feet, una canzone meravigliosa della quale non capito assolutamente il testo, ma che era in grado Cosa ti aspetti dal programma? di veicolarmi sensazioni forti, belle, indescrivibili a Dal programma mi aspetto che mi dia l’opportunità parole. A quel punto ho capito il potere comunica- di farmi vedere ed apprezzare, ma soprattutto che tivo della musica,la sua capacità di essere al di mi permetta di crescere professionalmente. Non sopra di qualsiasi concetto razionale, di comunicare penso che potrò vincere. Un programma come the l’indescrivibile. Ho quindi chiesto a mio padre di in- voice segue logiche televisive dove è importante segnarmi a suonarla al piano e così ho lentamente cantare bene ma è altrettanto importante essere un 9


personaggio.Io non sono personaggio, non sono neanche più troppo giovane (31 anni) rispetto all’età dei personaggi musicali su cui si punta ultimament, anche perché la maggiore fetta di pubblico e’ tra i giovani giovanissimi che si “appassionano” più facilmente a loro coetanei. Poi il genere musicale che prediligo ovvero il soul, il funky in Italia non esistono e se ancora non esistono forse è perché non se ne sente la mancanza… Io mi auguro nella vita di riuscire a vivere, quindi guadagnare, di ciò che amo…quindi mi auguro di ricevere questo da the voice: la possibilità di affermarmi professionalmente. Hai anche qualche lavoro teatrale in progetto? Per il momento ho messo tutto in standby ovviamente. Il prossimo lavoro teatrale previsto per il momento è a Novembre dove lavorerò con un regista con cui ho già lavorato e per il quale nutro grande stima,Marco Baliani.

Alla fine di una intervista, noi di Postillare, facciamo sempre una solita domanda, chiediamo un segreto, qualcosa in esclusiva che non hai mai detto e che confidi solo a noi ( e da questo momento al mondo intero). Un segreto…mmm… dai ce l’ho! Dunque… quando ero piccolo e passavo i pomeriggi a suonare e cantare a squarciagola cantavo di tutto e mi divertivo persino a cantare le canzoni di Gigi D’alessio… ecco l’ho detto… chi mi conosce e sa quanto io soulettaro e funkettaro (quindi internazionale) se la ghignerà ad immaginarmi neomelodico!!! Un saluto ai lettori! Saluto tutti i lettori e auguro a tutti loro di riuscire a non lasciarsi schiacciare e immobilizzare dalle paure legate al futuro, per concentrarsi, con un po’ di incoscienza, su un presente in cui si persegue il sorriso, il bello, e ciò che ci fa stare bene qui e ora. Il presente è l’unica cosa che esiste e la gioia è una scelta che facciamo noi in ogni istante della nostra vita.

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di Debora Collotta

Intervistiamo a Teresa Gammauta

Ciao Teresa, grazie per aver accettato con entusiasmo una nostra intervista. Fabio Ceraulo ci ha parlato molto bene di te come persona oltre che scrittrice. Sappiamo anche che hai una biblioteca molto fornita, 3000 volumi.

Quali sono i tuoi preferiti? Questa è una domanda alla quale non riesco mai a rispondere. Sono troppi i libri che ho amato per poter decidere quali siano i miei preferiti. Poi mi piace leggere di tutto, perché tutto mi incuriosisce. Certo ci sono autori che considero imprescindibili e anche qui elencarli è impossibile - e altri ai quali sono legata in modo particolare, come Steinbeck, Faulkner, Pavese. Mi piace il teatro e la poesia e sono un’appassionata di gialli. Specie del giallo classico inglese. E’ il genere di lettura che mi aiuta a rilassarmi e che, parafrasando Poirot, stimola le mie “cellule grigie”.

Quando hai deciso di scrivere qualcosa di tuo? Io ho sempre scritto. Dai diari personali alle poesie ai racconti. Per tutta la vita non ho fatto altro che buttare giù note e pensieri aspettando il momento in cui mi sarei decisa a “scrivere” seriamente. Momento che non arrivava mai perché nessuno sembrava mai quello giusto. Troppi impegni, la famiglia, le figlie. Tutte scuse che raccontavo a me stessa per non ammettere che magari avevo paura di mettermi in gioco. Poi durante una breve vacanza a Salina, una delle Eolie, è nata l’idea di un romanzo ambientato in quei luoghi straordinari . Io sono siciliana e la dimensione dell’isola mi appartiene ma le piccole isole hanno un fascino particolare, sono posti dove davvero è possibile ritrovare se stessi. Tornata a casa ho iniziato a scrivere “Isole”. L’ho finito in meno di due mesi ma confesso che non credevo che avrei trovato un editore, non subito almeno. Le case editrici ricevono talmente tanti manoscritti che è quasi un miracolo riuscire già ad essere letti. La Milena – una giovane e seria casa editrice di Napoli – per fortuna lo ha fatto e in poco tempo il libro è stato pubblicato.

Parlaci del tuo romanzo “Isole”: quanto c’è di Teresa nella protagonista? In verità molto poco. E’ opinione diffusa che le prime opere siano quasi sempre in buona parte autobiografiche ma ad essere sincera ho messo poco 11

di me in Paola, la protagonista. Anzi direi che Paola è proprio il genere di donna che mi sono sempre sforzata di non diventare. In comune con me ha solo il fatto di aver scelto di dedicarsi alla famiglia piuttosto che alla carriera lavorativa, ma laddove la mia è stata una scelta ponderata e consapevole la sua è stata una sorta di deriva dell’esistenza, quasi indipendente dalla sua volontà. Paola è una donna che arrivata a 45 anni si accorge improvvisamente di vivere una vita che non sente più appartenerle. E’ sposata da molti anni con un uomo affermato e affascinante, ha due figli grandi che studiano all’estero, una bella casa, un’esistenza agiata e tranquilla. Ma di colpo tutto le è estraneo. Capisce di essersi persa, di non essere più – o forse di non essere mai stata – la donna che credeva e decide di fuggire. Mette qualcosa in un trolley, lascia un biglietto con poche spiegazioni e con un taxi raggiunge il porto dove prende il primo traghetto in partenza per un’isola di cui non dico il nome ma che è chiaramente Salina. Torna nei luoghi dove trascorreva le vacanze dell’infanzia perché spera di potersi ritrovare recuperando la bambina di un tempo. La sua è una fuga istintiva, non ragionata. E tutto quello che le succede dopo è determinato dall’istinto, non dalla ragione. Incontra un uomo e per la prima volta nella sua vita sperimenta una passione devastante che la porta ad interrogarsi ancora più profondamente su se stessa e sulla sua radicata incapacità di scegliere e determinarsi. Fino all’inevitabile epilogo. Aperto, come la vita, a mille possibilità.

A chi consiglieresti particolarmente la sua lettura e perché? Essendo un romanzo per così dire “al femminile”, verrebbe da dire a tutte le donne, specie non giovanissime che vivono momenti di incertezza e di crisi. In realtà invece mi piacerebbe che fossero principalmente gli uomini a leggerlo, proprio per sfatare la convinzione che le storie di donne siano inevitabilmente destinate a un pubblico femminile. Devo riconoscere che molti dei commenti più entusiasti al libro sono arrivati proprio da lettori maschili. Uomini che mi hanno detto di essersi riconosciuti in alcuni tratti della storia della protagonista, o di aver sperimento emozioni simili in particolari momenti della loro vita. A dimostrazione del fatto che non esistono sentimenti di natura maschile


o femminile. La natura dei sentimenti non ha determinazioni di alcun genere.

Hai altri libri nel cassetto? Sto finendo di scrivere un romanzo che a breve spedirò al mio editore e che spero possa essere pubblicato prima dell’estate. Questa volta racconterò un ritorno e non una fuga. E ne ho già iniziato un terzo a cui tengo molto e che sarà completamente diverso, una specie di banco di prova per le mie capacità narrative.

Alla fine di ogni intervista, noi di Postillare facciamo sempre la solita domanda, chiediamo qualcosa in esclusiva che non hai mai detto a nessuno e che regali a noi di Postillare. Mi piacerebbe scrivere una storia di tipo adolescenziale, il che considerata la mia età non più verdissima può far sorridere. In realtà vorrei raccontare proprio gli adolescenti della mia generazione, quelli che oggi sono padri e madri, che magari dicono “ai miei tempi” e che spesso agli occhi dei figli non sono mai stati giovani. Sarà che in qualche modo io a volte ho difficoltà a sentirmi “grande”. Se qualcuno di colpo mi chiedesse quanti anni ho e rispondessi senza riflettere credo che direi “venti”. Ecco vorrei raccontare i ventenni, i sedicenni dei “miei tempi”, quelli che esistono ancora dietro le rughe dei cinquantenni di oggi.

Un saluto per gli amici di Postillare. E’ stato un piacere conoscere, grazie a Debora Collotta, questa rivista. E’ giovane, fresca ma molto professionale ed accurata. La lettura è un aspetto fondamentale della vita oggi spesso trascurato, per questo ogni forma di coinvolgimento o incitamento ad essa va sostenuto con forza. I lettori per definizione già leggono e quindi la cosa che mi sento di augurare è di leggere ancora di più e meglio. Magari anche i miei libri.

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del dott. Pietro Ganci

I socialmedia, le nuove dipendenze

Nella società odierna, lo sviluppo esponenziale delle nuove tecnologie ha contribuito a trasformare le forme di comunicazione e a modificare stili di vita e comportamenti in modo repentino. Purtroppo oggi ci si interroga ancora poco sulle nuove dipendenze che caratterizzano gli adolescenti; dipendenze che essendo in continuo aumento, destano particolare preoccupazione. E’ doveroso, soprattutto da parte delle istituzioni, analizzare i cambiamenti che le nuove tecnologie hanno generato nelle fasce più deboli della società, e in particolare negli adolescenti, cercando, attraverso azioni di sensibilizzazione, di bloccare l’emergere delle nuove devianze. E’ noto che in età adolescenziale si manifesta tra i giovani una spasmodica ricerca di autonomia dai genitori, oltre ad un accentuato bisogno di confronto con i coetanei. Appartenere ad un groppo diventa per gli adolescenti un obiettivo primario, irrinunciabile, in quanto essi riescono ad esprimere le loro emozioni, esperienze, preoccupazioni senza la paura di essere giudicati, non capiti o puniti. Si affermano così, tra i giovanissimi, modelli culturali e comportamentali diversi, spesso alternativi rispetto a quelli forniti dai genitori. Le dipendenze da nuove tecnologie più diffuse sono quelle da cellulare, videogames e internet. I fattori di rischio che possono contribuire ad aumentare le probabilità di sviluppare dipendenze di questo tipo riguardano comportamenti errati come, per esempio, trascorrere online più di 40 ore a settimana, o la nascita di relazioni nel web facilitate dall’anonimato, o l’uso eccessivo del cellulare, computer e videogames, o lo scambio esagerato di sms tra amici. Vi sono anche fattori individuali come l’impulsività, la ricerca di nuove sensazioni ed una bassa stabilità emotiva. Altri fattori possono essere ricercati in un adeguato sostegno e monitoraggio da parte dei genitori, e in una scarsa qualità relazionale con i coetanei. Il Dott. Karrie Lager, uno psicologo infantile praticante a Los Angeles, ha condotto uno studio in merito affermando che l'uso eccessivo di Internet può avere gravi conseguenze negative; inoltre ha pubblicato un sondaggio condotto dalla Columbia CASA in cui l'indagine esplora il rapporto tra gli adolescenti, l'uso dei social media e l'abuso di droga. E’ stato scoperto che il 70% degli adolescenti di età tra i 12 e i 17 anni trascorre la mag13

gior parte del loro tempo in siti di social media. Coloro che interagiscono attraverso i social media su base giornaliera hanno cinque volte più probabilità di usare il tabacco, tre volte più probabilità di utilizzare alcol e il doppio di probabilità di usare marijuana. Il 40% di questi ragazzi intervistati, dopo aver visto immagini di persone sotto l'effetto della marijuana, hanno quattro volte più probabilità di utilizzare questa droga rispetto a quelli che non hanno visto le stesse immagini. Il dato ha un senso: quelli esposti a immagini di droga e alcol sono più inclini a cercare e sperimentare su loro stessi. Il Dr. Charles Sophy, uno psichiatra di Los Angeles, afferma che gli adolescenti sono facilmente impressionabili e lo sono ancora di più da tutto ciò che apprendono dai social media. L'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V) in realtà lo comprende come un disturbo che necessita di ulteriori studi e ricerche. Una pubblicazione sul “National Center for Biotechnology Information” ci illustra un’importante ricerca condotta dal Dipartimento di Psichiatria, presso l’Università Medica in Polonia, che ha dimostrato che la dipendenza da Internet è molto popolare tra i giovani tanto da stabilire addirittura 1 adolescente ogni 4. Questa è una statistica allarmante che deve essere affrontato il più presto possibile. Alcuni ricercatori ritengono che ci siano cambiamenti chimici che si verificano nel corpo quando qualcuno è impegnato in un comportamento di dipendenza. Inoltre, dal punto di vista biologico, ci può essere una combinazione di geni che rendono una persona più suscettibile ai comportamenti di dipendenza, così come i ricercatori hanno individuato geni che influenzano la suscettibilità di una persona che fa uso di alcol.


La dipendenza da Internet o dall’uso compulsivo del computer si manifesta in diversi sintomi fisici ed emotivi che sono, tra gli altri: Sovraccarico di informazioni. Sensi di colpa. Ansia, Depressione e Agitazione Disonestà Euforia Nessun senso del tempo Isolamento Difesa

Troppo navigazione online porta alla diminuzione della produttività del lavoro e un minor numero di interazioni con i membri della famiglia. Partendo da queste riflessioni è possibile realizzare interventi necessari a predisporre gli strumenti che diano a genitori ed insegnanti la possibilità di individuare precocemente gli atteggiamenti di dipendenza in età adolescenziale. In questo modo sarà possibile orientarsi all’interno di una realtà che, se subito riconosciuta, permetterà di evitare problemi di vera e propria dipendenza. 14


di Debora Collotta

Intervista al comico Roberto Lipari

Ciao Roberto. Per me e’ un vero piacere intervistarti e ti ringrazio per aver subito accettato! Invece di iniziare dall’inizio questa volta voglio partire dalla mia ultima domanda: Chiediamo sempre un segreto, un desiderio, qualcosa in esclusiva che regali a noi di Postillare e che da ora in poi sapranno tutti! Non pensarci troppo e sii sincero! Il segreto che vi regalo è che da bambino mi chiudevo in una stanza, da solo, immaginando di essere su di un palco o nel set di un film…Chiamavo questo gioco “i grandi”.

Adesso cerchiamo di capire perché di questo tuo segreto o desiderio. Da piccolo che cosa sognavi? Il mio sogno era più o meno fare quello che faccio oggi. Ho incominciato da solo in una stanza poi sono passato alle feste in famiglia dove recitavo tutte le barzellette e battute trascritte dalla tv ed infine sono arrivato davanti ad un pubblico vero con i testi scritti da me! Da bambino il gioco si chiamava “i grandi” perché, sotto sotto, avrei voluto che fosse così la mia vita…da “grande”! Fare ridere la gente e’ facile? No…far ridere è molto difficile. Ridere è difficile anche da spiegare: Prima di dedicarmi del tutto al Cabaret ero uno studente di Medicina e credetemi che non esiste una spiegazione scientifica del riso. Non a caso è stato oggetto di studi filosofici da sempre. A parer mio la chiave fondamentale della risate è riuscire ad essere tu mezzo della risata e la risata mezzo di un messaggio. Mai far ridere di se stessi…in quel caso non si è comici, ma ridicoli.

Il palco di Zelig e’ il mio preferito, come hai vissuto il momento in cui ci sei stato sopra per la prima volta? “Mi sono cagato sotto” si può dire? Mi tremavano le gambe prima di salire…ed ad essere sincero è così tutt’ora dopo tante volte. La mia paura più grande era quella che il pubblico Milanese non capisse la mia comicità “terrona”. Si dice che per far ridere al nord bisogna usare di più la testa, mentre da noi devi andare di pancia. Per fortuna andò tutto alla grande…o quasi tutto, perché proprio quando avevo finito il pezzo, dopo l’applauso e stavo per andare nel corridoio che collega il palco al camerino, non ho visto l’uscita ed ho dato una testata alla quinta. Tutto questo fu seguito da una fragorosa risata da parte del pubblico. Da allora allo Zelig sono “quello che non ha visto l’uscita”. Forse ho preso troppo alla lettera il fatto che per far ridere al Nord bisogna usare la testa!

Chi e’ il tuo idolo? Non esiste! Amo follemente il tempo comico di Ficarra,la penna di Benigni e la potenza di Grillo,ma un idolo solo non esiste. Tra i 3 citati sopra, Benigni su tutti, anche perché obiettivamente ha un bel nome. Cosa fa ridere Roberto Lipari? La comicità è sorpresa. Ovviamente ne ho vista e sentita tanta e quindi è sempre più difficile sorprendermi, ma per fortuna continuo a farlo; non smetterò mai di ridere per un uomo che scivola sulla buccia di banana o qualcuno che da una testata ad una quinta, soprattutto se sono io.

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Il tuo prossimo spettacolo? Il 28 Marzo debutterò con “Parlo col Muro”. Dopo il successo di “Ci Provino”, primo mio spettacolo da solista che ho portato in giro per la Sicilia tutta l’estate scorsa, torno al teatro “Al Convento”, oramai mia seconda casa, con una piccola follia comica: Se all’improvviso Roberto Lipari diventasse padre? Come gestirebbe un ventenne di oggi la paternità? Cosa non emulerebbe da i suoi genitori? Cosa vorrebbe che ci fosse nel mondo di suo figlio? E cosa non vorrebbe che ci fosse? Tra tanti Monologhi e incroci comici col compare Simone Riccobono, racconterà una storia che fa ridere e riflettere, rivolgendosi al suo unico compagno di scena…un muro! Tutto il resto lo scoprirete solo ascoltando e vedendo Roberto che Parla col Muro. Un saluto per gli amici di Postillare Cari amici di Postillare io sono un comico ed un autore comico, anche, per dei colleghi, quindi, a nome di tutti, vi dico che abbiamo bisogno di voi…Riempite i Teatri! Perché anche voi avete bisogno di Noi! Come diceva un filosofo “la vita è troppo triste per essere vissuta, per questo hanno inventato i comici” Ciaooo!!! di Marco Guttadauro

Cena da “PPP-Burger” Ieri sera io e la mia consorte abbiamo cenato da PPP Burger, locale che fa della genuinità delle materie prime a chilometro zero, il suo grande punto di forza. Il personale è gentilissimo, attento ma mai invadente: veniamo illuminati tramite un piccolo preambolo verbale circa la filosofia gastronomica del locale, e sapientemente guidati nella scelta delle pietanze. Optiamo entrambi per il "maialino nero superiore", e dopo aver pagato (si paga prima e si aspetta che venga chiamato il proprio turno, il cui numero si evince dallo scontrino), ci accomodiamo. Il locale è piccolo ma accogliente, colpisce l'arredamento dal design post-industriale, con lampade d'autore a far da cornice alla cucina a vista. Il bagno è originalissimo, sembra l'interno di un vecchio sottomarino, residuato bellico di una società distopica. Mentre attendiamo notiamo le patate fritte ordinate dai nostri vicini di tavola, e decidiamo di ordinarle anche noi(3,50€), in quanto estremamente invitanti e acquolinose. Il panino è incredibilmente buono, gustoso, di qualità superiore, e ad ogni morso, nel momento in cui mi avvicino per addentarlo, le mie cavità nasali vengono investite da un mix inebriante di superlativi odori caserecci. Molto buone anche le patate, fatte in casa, tagliate di proposito in maniera grossolana, spessa, e con un pó di buccia(anche se non sono proprio fritte alla perfezione, alcune lo sono troppo, altre troppo poco) e servite con salsa barbecue. Tutto perfetto? No. Purtroppo gli sgabelli sono particolarmente scomodi, e complici la mia statura e un tavolo piuttosto basso, stamattina la mia schiena è più curva di quella di Leopardi nei suoi anni di studio matto e disperatissimo. Amen 16


di Debora Collotta

Quattro chiacchiere al musicista Fabio Venturella

Incontriamo Fabio Venturella, chitarrista, composi- alla fine penso di avere ascoltato e suonato un tore ed uno dei principali fondatori del ‘progetto ar- poco di tutto…sviluppando poi uno stile che è una tistico’ denominato Backstage specie di ‘sintesi’ dei vari momenti musicali che ho vissuto…dal blues, al rock and roll fino al pop-rock Di cosa si occupa il progetto BackStage e perché non si può definire una semplice band? “Il Fabio compositore” dove trova le sue ispirazioni Questo progetto nacque una notte, dopo tanti di- e quando soprattutto, se c’è un momento dedicato scorsi intrecciati tipici di quegli orari....hai presente, Le canzoni nascono sempre da qualcosa che ti intorno alle 3\4 del mattino sotto le stelle e aspet- ‘tocca dentro’..può essere una sensazione..un ritando un’alba che ancora deve venire??…si discu- cordo..una fantasia. C’è una frase molto significateva di emozioni e ci si chiedeva.: ma come fare un tiva che ricordo sempre..e cioè che i sogni è come qualcosa di diverso dalle solite band? E allora venne se stessero a dieci passi di distanza.. sta a noi perl’idea : un progetto che fosse tanti progetti in- correre quei dieci passi verso di essi..e mentre persieme….già a partire dal nome. Il ‘Backstage’ nor- corriamo quei passi si vivono emozioni..non importa malmente viene inteso come il ‘retropalco’..io invece poi se si raggiunge quel che si sognava.. mentre lo intendo come <tutto ciò che sta dietro le emo- ‘viaggi’ provi comunque qualcosa di unico. zioni>…ecco, Backstage è tutto ciò che ha a che Ecco..ogni canzone racconta ciascuno di questi fare con le emozioni…in questo progetto vengono dieci passi…verso l’amore ideale..verso la canzone ideati e realizzati concerti di vario genere, cover ideale, verso i ricordi o verso le illusioni…..verso la riarrangiate, canzoni inedite, videoclips, cortome- notte ideale…e beh..se c’è un momento unico per traggi…il tutto avvalendosi di numerose cantanti e scrivere…quello è la notte! varie collaborazioni Come mai la scelta di non essere canta – autore? Non solo una persona eclettica che abbraccia di- Nessuno ci crede che non sai cantare! versi ambiti, ma anche un artista che nel suo am- Ehehe..beh affidandosi a cantanti così brave..che bito abbraccia molti generi! Sono sempre più motivo c’è di cantare io? Scherzi a parte..non so..ho sorpresa! Parlaci di qualche tua collaborazione! sempre preferito lasciare interpretare le mie canzoni Come dicevo, questa non è la classica band con un …mi concentro maggiorante sul suonare ed arrannumero fisso e limitato di elementi. Proprio perché giare…anche con le cover è sempre stato così… è un progetto nato per abbracciare vari generi e credo che ci siano voci più eclettiche che possono varie iniziative, le collaborazioni sono tantissime. Ci rendere al meglio le mie composizioni…e devo dire sono le ‘puperock’ capitanate da Stefy Norato con che ho sempre avuto interpreti straordinarie !! La cui suono musica ‘tosta’ e con cui facciamo da un voce femminile poi, trovo sia perfetta…a livello di paio di anni concerti sempre più infuocati specie estensione e musicalità fuori Palermo…, c’è il progetto delle cover riarrangiate con Dani Dieli,, c’è la collaborazione con Fe- E per quanto riguarda la scelta del tuo strumento? derika D’aguanno con cui abbiamo già vinto una Perché la scelta è caduta sulla chitarra elettrica? importante rassegna musicale, ci sono collabora- Perché mi ha affascinato da subito…quando ascolzioni con radio e studi di registrazione… poi in que- tavo i dischi le prime cose che mi colpivano erano i sti anni ho avuto modo di comporre tanta musica e riff di chitarra e gli assoli ! E’ stata una scelta natudi avere il supporto di grandi arrangiatrici in studio rale ed istintiva..poi mi piace il suono ‘vintage’ di di registrazione,come, appunto le ‘Puperock’,Euge- certi amplificatori per chitarra, molto caldo e calinia Marino con cui tra l’altro ho suonato quasi ‘una brato. Mi piace anche suonare il basso elettrico, lo vita’insieme,Eliana Morici, Studio Shasa Arcuri….etc faccio spesso in studio di registrazione ultimamente. Ad ogni modo la chitarra elettrica è fantastica, Tra tutti i tipi di musica quale e’ quella che più molto espressiva, certe volte puoi farla essere agascolti o ti piace riprodurre? gressiva…altre volte dolce e romantica… Io sono cresciuto con la musica dei Rolling Stones, Tina Turner, Pink Floyd, Led Zeppelin, Doors…ma Quali sono state le emozioni principali che hai spe17


rimentato durante la vittoria della canzone “Ma cosa dovrei dire” al Festival dei Nebrodi ? E’ stata una vittoria fantastica condivisa con Federika D’Aguanno, una straordinaria interprete, una ragazza che ha una voce e una presenza scenica superba. E’ una canzone rock molto orecchiabile che avevo nel ‘cassetto’ da qualche tempo ma Federica le ha dato la ‘marcia in più’ con la sua voce e la sua interpretazione. In realtà non ce l’aspettavamo di vincere anche se, sin dalle fasi eliminatorie, la giuria di Radio Italia ci aveva fatto capire di puntare su di noi. Sul palco siamo stati spontanei e scatenati al punto giusto, nel backstage eravamo rilassati e ce la siamo goduta minuto per minuto senza pensare al verdetto finale, ci siamo semplicemente divertiti. Ma quando ci hanno proclamati vincitori, beh, l’emozione si è fatta sentire..a Fede sono scese anche le lacrime di gioia !

vero fare musica dal vivo come si deve, ma qualcuno per fortuna ancora c’è.

La programmazione dei vari eventi legati al progetto Backstage li possimo trovare nella vostra pagina Facebook? Si è una pagina gestita dalle mie collaboratrici e ci si trova di tutto..foto, spezzoni audio\video e molto altro. Presto verrano aperti anche altri canali telematici

Come già sai, vorremmo un piccolo segreto in esclusiva questa volta legato a questo altro mondo che vivi con entusiasmo! Il segreto, che dura da tanti anni..praticamente da sempre, è continuare a vivere tutto come se fosse sempre la prima volta..continuando sempre ad emozionarsi ed a percorrere quei famosi dieci passi… .La musica è perfetta per ‘perdersi’ nelle emozioni Quali sono altri aneddoti o importanti eventi che e per ‘vagare’ lungo la strada della fantasia ricordi con piacere? Ce ne sono una marea…si potrebbe scrivere un Un saluto per gli amici di Postillare! libro! Ad esempio i concerti con le Puperock nella Il saluto tipico dei Backstage…’lungo la strada del zona di Catania dove certe volte ci sentiamo come rock e dell’emozione…tutto può succedere!! ‘ se fossimo i Beatles..con tanto di urla e scene di delirio della gente e dove addirittura sono stato ‘assalito’ dalle fans urlanti al punto che mi chiedevo se mi avevano scambiato per qualche musicista famoso…oppure la recente partecipazione al ‘concerto di san faustino’ dedicato ai single durante il quale ho anche cantato due canzoni in una bellissima atmosfera anche perche si erano fulminate le luci in sala e quindi c’era una penombra fioca che rendeva tutto particolare, si vedevano tante candele accese nei tavoli e i brillantini sui corpi delle ragazze che brillavano nel buio..sembrava una scena da film!! Poi i numerosi speciali in radio …la radio è un’altra bellissima avventura!

Ci descrivi l’atmosfera dei concerti e se c’è una differenza che si riscontra tra Palermo e provincia! Beh le atmosfere certo cambiano…nella zona di Catania il pubblico è davvero ‘fuori di testa’ scatenatissimo…ma anche nelle zone Agrigentine e delle Madonie ci siamo sempre divertiti parecchio, forse perché ancora i concerti sono vissuti come eventi e si ascolta molta musica rock. A Palermo probabilmente sono ancora pochi i locali dove si può dav-

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Cinema | di Salvo Morisca

Film da vedere questa settimana

“Humandroid�

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Il mondo delle piante| di Debora Collotta

Il Colchico

Il colchico o croco autunnale o zafferano bastardo e' una piccola pianta erbacea perenne o bienne. Si utilizzano il bulbo, i fiori e i frutti. Dosi troppo elevate possono determinare disturbi varianti dalla cefalea sino al vomito, alla diarrea, a convulsioni e fenomeni asmatici.

Da un punto di vista farmacologico l'alcaloide presente, chiamato colchicina presenta proprietà antimitotiche, purtroppo la sua eccessiva tossicità impedisce l'uso come antitumorale. Possiede pero' anche proprietà' antinfiammatorie, soprattutto specifico delle artriti microcristalline. Si usa infatti per la cura delle crisi acute di gotta.

Controindicata in casi di insufficienza epatica o renale.

di Ann-Kristine Reinke

Lo que mas extrano durante mi semestre de Erasmus

… es mi violín. Hace 15 años que toco el violín y es la primera vez que lo dejo en casa. Aunque parece raro, mi violín es mi mejor amigo. Siempre está cuando estoy mal, y tocando el violín siempre me hace sentir mejor. Y aunque me encanta estar aquí, lo echo mucho de menos. En mi ciudad donde estudio, en Göttingen, Alemania, toco en la orquesta universitaria:

Yo, dando un la para el resto de la orquesta, para la afinación.

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di Maria Laura Sunseri

NPS: Network Persone Sieropositive

Vogliamo parlarvi ancora di HIV/AIDS e speriamo di poterlo fare in una serie di articoli che nei prossimi mesi vi proporremo: perché? HIVO è il personaggio protagonista di una serie di brevi filmati della campagna pubblicitaria promossa da NPS Italia onlus nel 2014. Hivo in uno degli episodi finisce sul lettino dello psicoanalista, frustrato e depresso: non fa più paura. Non sembra fare più paura, non se ne parla, le campagne sociali d’informazione e per la prevenzione sono sempre meno numerose, tutti sembrano avere informazioni a sufficienza…ma i contagi restano numerosi, troppi, persino in alcune regioni in aumento. Parliamo nel 2014 di quasi 4.000 nuovi casi solo in Italia. Come mai? Cosa accade? Occorre promuovere una riflessione che parta dal modo in cui il sociale e la politica si occupano dei fenomeni che rimandano al “pericolo”, alla “paura” e alla “morte”. Potremmo riattraversare grande parte della storia dell’umanità e della storia economica, sociale, politica scegliendo come filo conduttore la storia di malattie fisiche e psichiche, la storia delle grandi pestilenze: la peste e il vaiolo, la peste bubbonica, la lebbra, il colera, in tempi più recenti la sifilide e la febbre spagnola e poi l’asiatica. La storia dell’HIV/AIDS è storia recente, anch’essa storia di paura e dunque anche di disagio emotivo, di stigma e pregiudizio. Come sempre quando l’animo umano è turbato dall’idea della morte. 21

Tale storia viene di fatto fatta iniziare soltanto nel 1981 quando si cominciano a mettere insieme in un quadro clinico simile le morti di diversi pazienti. E’ stata un’ecatombe e una pandemia, ha seminato paura e angoscia e di conseguenza stigma, diffidenza, colpevolizzazione, isolamento sociale. Dal 1996 una combinazione di farmaci riesce a immobilizzare il virus rendendo cronica la malattia. Nei paesi sviluppati si muore sempre meno ma sembra non muoversi invece il numero dei contagi. Restano le gravi problematiche sociali, economiche, organizzative e di qualità della vita dei sieropositivi. Comprendiamo che in breve tempo i progressi scientifici hanno fatto moltissimo e la ricerca sembra avanzare giornalmente. Tutto in modo estremamente veloce per i tempi dell’umanità. Ma lenti, non lo dimentichiamo, per i singoli, per gli amici, i compagni, le compagne, i mariti, le mogli, i figli persi in una battaglia che ancora deve essere vinta. La storia di una malattia è anche la storia di chi l’ha combattuta e di chi l’ha resa visibile. Le associazioni hanno avuto un ruolo fondamentale nell’assunzione di responsabilità politica, scientifica e sociale. NPS Italia onlus, Network Persone Sieropositive, è un’associazione fondata ufficialmente nel 2004 il cui primo gruppo era costituito per la prima volta proprio da pazienti HIV+ con un’esperienza maturata all’interno dell’Anlaids. Pazienti che hanno scelto di essere attivi nella promozione di attività per la prevenzione, la sensibilizzazione, l’informazione ed il supporto psicosociale per le problematiche legate all’HIV/AIDS. Presente ai tavoli di lavoro con le Pubbliche Istituzioni e le Aziende farmaceutiche intende non far abbassare la guardia, come è giusto che sia. L’associazione si è aperta in anni più recenti alla partecipazione di persone non sieropositive nell’ottica di un lavoro più ampio orientato al benessere. NPS Sezione Sicilia, di cui è fra i soci fondatori chi vi scrive, opera a Palermo da quasi tre anni. E’ un team che opera in modo autonomo e aperto ad altre realtà che si occupano di malattie croniche, nell’interesse comune del Diritto alla Salute e della Qualità della Vita. La logica è la partecipazione, il promuovere la consapevolezza del diritto alla salute, alla cura, alla non discriminazione, del dovere del rispetto dell’altro, dell’ascolto, della solidarietà.


Qui a Palermo stiamo lavorando per promuovere iniziative per i giovani, per i migranti, per le donne, per chi ha meno voce o ha dimenticato d’averla. Ma vogliamo lavorare nell’idea che una cultura positiva e serena dell’attenzione a sé e all’altro sia comune, condivisa e diffusa. Viviamo in tempi durissimi in cui l’individuo, i gruppi, le comunità non sono più in grado di pensare in termini di solidarietà e condivisione, ciascuno arroccandosi sull’autocentratura, sulla paura dell’altro (malato, straniero, diverso da me) E’ un tempo di paure ed incertezze che rischia di far tornare indietro perché è un tempo che funziona su, e incontra, un sentimento diffuso, nella depressione generale. Il ruolo delle associazioni è certamente cambiato in questo ultimo decennio, pensiamo a una delle prime associazioni nate nel 1981. Il “Gay Men’s Health Crisis, fondata dallo scrittore ebreo americano che si impegna attraverso essa affinché la malattia al suo insorgere non venga trattata con superficialità dal mondo medico e sociale e politico. Per combattere occorre innanzitutto vedere il nemico. E’ la storia raccontata dal film “The Normal Heart”, magnifico spaccato sul caos, il dolore, il panico del moltiplicarsi delle morti nel mondo gay dei primi anni ottanta negli USA per il Sarcoma di Kaposi, allora nominato e bollato come “Il cancro dei gay”. Era il tempo della difficoltà di identificare persino il quadro clinico, le modalità di contagio, individuare il pericolo e il senso e i modi della prevenzione. Ci vorranno moli morti e in una popolazione sempre più ampia e sempre meno identificabile come “categorie a rischio” (omosessuali, tossicodipendenti, prostitute) per superare l’immagine e lo stigma di una “malattia della colpa”. Le associazioni hanno fatto moltissimo per promuovere la ricerca e il sostegno politico, hanno fatto e fanno moltissimo per diffondere il senso del diritto alla salute. Ma molto ancora occorre fare. E’ sempre più chiaro che nessuno si può sottrarre, neanche oggi con le cure efficaci esistenti il fenomeno è superato. Si aprono molte questioni: di chi è oggi il problema? Come mai ancora tanta diffusione? E’ ancora una volta un “problema d’altri”? Prima dei gay, poi delle popolazioni africane, poi dei migranti in generale? Una campagna pubblicitaria diffusa da NPS Italia recita: A volte l’altro sei tu. Questo può non farci paura, ma attivarci. Mi piace concludere questa mia incursione in Postillare.it proponendo di cambiare paradossalmente punto di vista sulla battaglia che combattiamo: Essa ci obbliga alla “Resilienza”. La resilienza è quella forza che proviene dalle ferite, dai traumi, essa non solo ci permette di recuperare le forze necessarie a combattere ed affrontare gli eventi ma promuove una speranza progettuale. Resilienza viene dal latino “rimbalzare”. E’la capacità del tutto umana di superare le difficoltà non solo con energia e vitalità, senza soccombere ma con un nuovo investimento e un nuovo slancio. Per altre info

Maria Laura Sunseri - marialaura.sunseri@fastwebnet.it

per NPS Italia – sez. Sicilia - Palermo nps.sic@npsitalia.net tel: 389.4486042/ 328.6222134 | www.facebook.com/nps.sicilia

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Lo sapevi che..

Lo sapevate che stiamo creando una web radio targata Postillare? Se siete musicisti o cantanti mandate i vostri brani a Postillare@gmail.com e li inseriremo nella nostra play list! 22


Comunicati Stampa | Universita degli Studi di Palermo

EXPO2015 - Tariffe agevolate UNIPA

L’Università degli studi di Palermo ha aderito al Progetto Scuola di “EXPO Milano 2015” grazie al quale ogni singolo studente potrà acquistare un solo biglietto al costo agevolato di 10 euro (il costo normale è di 32 euro). tuttavia, a causa di alcune difficoltà burocratiche e gestionali da parte di EXPO, al momento non è possibile garantire l'effettiva emissione dei biglietti scontati.

Dopo aver aderito alla manifestazione di interesse, adesione da effettuarsi entro il 10 aprile 2015, verranno comunicate, attraverso portale studenti e email, le modalità di acquisto del biglietto di accesso alla “EXPO Milano 2015”.

La manifestazione di interesse non vincola in alcun modo lo studente al successivo acquisto del biglietto per l’EXPO ma costituisce comunque una E' possibile esprimere la propria manifestazione di prenotazione, per cui emissioni di biglietti per interesse all'acquisto attraverso la procedura dispo- richieste successive alla scadenza non sono al monibile sul portale studenti http://studenti.unipa.it - mento assicurate essendo subordinate all'accetta> voce di menù "EXPO2015"->"Manifestazionedi zione da parte dell'Organizzazione di EXPO 2015. interesse".

Comunicati Stampa | SpazioCultura

Proiezione: “Vivere la felicita’” a Palermo

A Spazio Cultura "VIVERE LA FELICITA' a Palermo!" "La vera gioia è dentro ciascuno di noi, e rappresenta il volo dell’anima nei cieli della libertà interiore, per poi tornare e condividere quella gioia con tutti."

Giovedì 16 aprile alle ore 17:30, a Spazio Cultura Libreria Macaione Via Marchese di Villabianca, 102 Palermo, presentazione e proiezione del film Finding Happiness (Vivere la felicità).

“Molto più di un film, un documento rivoluzionario per la felicità. Da vedere e rivedere fino a quando non capisci che il protagonista sei tu”.

Giacomo Campiotti, regista, sceneggiatore Finding Happiness o Vivere la Felicità è un film; ma è anche una storia vera: una realtà di persone che Dialogo aperto con Nandini Valeria Cerri e Jai Matvivono insieme in una comunità con alti ideali. Una thew Phippen di Ananda Assisi. giornalista scettica incontra i residenti di una “co- Seguirà un breve dibattito sulle tematiche del film. munità di fratellanza mondiale” in California e Ingresso libero viene invitata a vivere un’esperienza per lei impenPer informazioni: Nicola 091.6257426 sabile: un’avventura basata sulla felicità interiore, il rispetto reciproco e la cooperazione. 23



Comunicati Stampa | SpazioCultura

Tributo alla poesia che non muore

A Spazio Cultura due appuntamenti dedicati alla poesia:

"Dipthycha 2. Questo foglio di vetro impazzito, sempre, c'ispira..."

"GRANDI E DIMENTICATI: Tributo alla poesia che non muore"

Venerdi 17 aprile alle ore 17:00, a Spazio Cultura Libreria Macaione Via Marchese di Villabianca, 102 Palermo, presentazione dell'opera critico-antologica in dittici poetici a due voci "Dipthycha 2. Questo foglio di vetro impazzito, sempre, c'ispira...", secondo volume del progetto poetico «Dipthycha» a cura del poeta e aforista palermitano Emanuele Marcuccio.

Due poesie di due diversi poeti, scritte indipendentemente, anche in tempi diversi, e accomunate dal medesimo tema in una sorta di corrispondenza empatica. Impreziosiscono l'opera le note critiche del poeta e critico letterario bresciano Luciano Domenighini. Parte del ricavato dalle vendite spettante agli autori andrà a AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, così come si è già fatto con il ricavo di «Dipthycha» (Photocity Edizioni, 2013).

Oltre all'autore e curatore dell'opera saranno presenti per degli interventi: Lorenzo Spurio (scrittore, critico-letterario, direttore rivista di letteratura "Euterpe") e Luigi Pio Carmina (scrittore, curatore del blog "Cultura, Comunità, Conoscenza, Coscienza, Curiosità)

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Sabato 18 aprile alle ore 17:30, sempre nei nostri locali di Via M.,se di Villabianca, 102, la rivista di letteratura "Euterpe" organizza un incontro dedicato alla poesia dal titolo “GRANDI E DIMENTICATI: Tributo alla poesia che non muore”; un reading poetico che ha la volontà di ricordare poeti che hanno contraddistinto la storia della letteratura italiana e straniera nel corso dei secoli.

La rivista Euterpe nasce nell'Ottobre del 2011 per volontà di Lorenzo Spurio, scrittore e critico-recensionista, Masssimo Acciai, scrittore, poeta e direttore della rivista Segreti di Pulcinella e Monica Fantaci, poetessa. Il nome della rivista deriva dal nome di una divinità greca connessa alla musica, alla lirica e all’animo allegro.

All'iniziativa possono partecipare tutti gli appassionati che dovranno registrasi all'ingresso in libreria presentando la loro "proposta poetica". Ogni partecipante potrà leggere un massimo di 3 liriche che dovranno avere le seguenti caratteristiche: - dovranno essere di completa produzione dell’autore; - non dovranno superare i 30 versi; - dovranno attenersi al tema proposto.

Nessun contributo è richiesto per la partecipazione al reading.

Al termine dell’evento gli organizzatori si premureranno di raccogliere tutte le liriche dei poeti partecipanti in un volume antologico che sarà pubblicato nel corrente anno e del quale verranno fornite tutte le indicazioni ai partecipanti. L'acquisto di detto volume non sarà obbligatorio, ma consigliato a testimonianza del ricordo della serata di poesia e condivisione artistica.


Comunicati Stampa | SpazioCultura

“Storia di un riccio bianco”

A Spazio Cultura "Spazio Bimbi" con Agata Daniela Grigliè autrice del libroStoria di un riccio bianco Leima Edizioni.

Sabato 18 aprile alle ore 10:30, a Spazio Cultura Libreria Macaione Via Marchese di Villabianca, 102 Palermo, incontro dedicato ai bambini con Agata Daniela Grigliè autrice del libro Storia di un riccio bianco Leima Edizioni.

"Storia di un riccio bianco" è una favola semplice che porta con sé un messaggio altamente educativo. Consigliato quindi per bambini dai quattro anni in su. In un freddo giorno invernale nasce un riccio molto speciale. Un riccio albino: lui candido tra una moltitudine di ricci scuri. Non subito si rende conto della sua diversità, ma una volta che ne diventa consapevole, decide di lanciarsi in una fantastica avventura che lo porterà lontano dalla sua famiglia e dalla sua casa, alla ricerca dell’unica cosa che potrebbe aiutarlo a essere come tutti gli altri: la mela-Nina. Riccio ci accompagnerà in rima lungo tutti i passi della sua tenera storia. Insieme a lui, altri simpatici personaggi: il dottor Merluzzo, zia Tonnina, il signor Gronco e Alice, la bambina albina che con dolci parole farà capire al piccolo protagonista la verità più importante: al di là dei “colori”, ciò che conta è essere se stessi". I bambini che parteciperanno all'incontro saranno accolti dal Clown Mollica ed accompagnati sino al Tappeto dell'Albero della vita per volare con la fantasia ascoltando la favola raccontata dalla stessa autrice. A seguire verrà proposto un laboratorio creativo per la realizzazione di alcune tavole, illustrate dagli stessi bambini.

• Titolo: Storia di un riccio bianco • Editore: LEIMA Edizioni • Collana: Le Sirene • Data di Pubblicazione: Novembre 2014 • ISBN: 8898395183 • ISBN-13: 9788898395187 • Pagine: 48 • Reparto: Bambini e ragazzi > Libri illustrati e per imparare > Libri illustrati > Fiabe e storie illustrate • Prezzo: euro 14,00

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Ricetta| di NaturalSicilia.it

Tartine con Prosciutto crudo di suino nero dei Nebrodi e cetrioli

Eliminate la crosta delle fette di pan carrè e dividetele tutte in due. Scottatele un po’ alla piastra su entrambi i lati e spalmate quindi su di esse il formaggio light. Tagliate il prosciutto crudo in modo tale da ricavare delle strisce larghe due centimetri circa. In un tagliere ponete i cetriolini e divideteli in due nel senso della loro lunghezza. Arrotolate ogni cetriolino con una strisciolina di Prosciutto, utilizzate a mò di spago gli steli di erba cipollina o in alternativa della rucola per chiudere con un nodo gli involtini appena formati. Poneteli uno per volta su altrettante tartine e servite in un vassoio da portata. Ingredienti per 2/3 porzioni: • 2 – 3 fette di pan carrè • 50 g di formaggio spalmabile light • 5 cetriolini sottaceto • 60 g di prosciutto crudo di suino nero dei Nebrodi • 10 steli di erba cipollina o rucola q.b Consiglio Nutrizionale I cetrioli sono consigliati nei regimi ipocalorici ma molti soggetti accusano difficoltà nella loro digestione. Ciò accade più spesso in chi soffre di gastrite e di disturbi al tratto gastrointestinale in genere. In questi casi sarebbe meglio provare le tartine di questa ricetta a pranzo onde avere l’intero pomeriggio a disposizione per poter digerire.


Cinema | di Salvo Morisca

Film da vedere questa settimana

“Se Dio vuole”

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Intervistiamo Ferdinando Gattuccio

Ferdinando Gattuccio è un avvocato Siciliano di grande notorietà . Nasce a Palermo nel 1969 e all' età di 23 anni , consegue la laurea in giurisprudenza presso l' Università degli studi di Palermo , con tesi su "L' abuso d' ufficio " . A seguito della laurea , iniziò il tirocinio professionale con patrocinio presso lo studio dell' avvocato Salvatore Raimondi . Dal 1992 al 1998 avvia il proprio studio professionale "Studio Legale Gattuccio" con la collaborazione di quest' ultimo . Nel 1998 , fondò lo studio legale associato Gattuccio Spallitta ed è uno dei Representative Office di Geieonline. Inoltre, è stato sindaco e in seguito vice presidente dell' Elsa. È membro di innumerevoli associazioni tra cui : "Fuori dal recinto" , " Vivi il territorio". Oltre ad aver intrapreso la carriera d' avvocato , è anche uno scrittore , regista , attore , produttore cinematografico , guionista e speaker radiotelevisivo. Ha accumulato notevoli esperienze teatrali interpretando svariati ruoli tra cui : " Don Calogero Ciaramella" ex sindaco, nel ruolo de " Il vendicatore " di Francesco Lanza al teatro Don Orione di Palermo ; "Non tutti i ladri vengono per nuocere " di Dario Fo al teatro Agricantus di Palermo, interpretando il ruolo del padrone di casa. Ferdinando intraprese anche la strada del cinema, accumulando anche qui numerose esperienze come attore,sceneggiatore,regista e infine produttore cinematografico. Lo ricordiamo come attore, nella nota serie televisiva "Squadra antimafia 6 " nel ruolo del dottor Onofrio . È speaker nella " Radio tv azzurra " e conduce attualmente "Vostro onore". Inoltre, è stato uno degli organizzatori di "PalermoFilmFestival" fornendo anche , assistenza e consulenza legale. Il profilo lavorativo e culturale di Ferdinando Gattuccio è notevolmente arricchito sotto tutti i fronti, ed è uno stimolo e punto di riferimento per i giovani che hanno voglia di farsi avanti nella vita . La determinazione, la volontà d' animo , la serietà e la professionalità, hanno fatto sì che Ferdinando raggiungesse i suoi obiettivi. Vi riportiamo di seguito l' intervista video e scritta che ci ha rilasciato. Ciao Ferdinando, di cosa ti occupi nella vita? Ciao ragazzi, sono avvocato, attore e speaker radiofonico. Nessuna di queste attività mi pesa singolarmente perché le amo, ma la parte difficile 29

consiste nell’organizzare la giornata (ho anche due figli che non intendo trascurare, e che anzi coinvolgo nelle mie attività artistiche).

In quale settore ti sei specializzato? Come avvocato, mi occupo principalmente di diritto amministrativo, civile e dello spettacolo (come è ovvio, ho tanti clienti che sono colleghi attori e registi).

Abbiamo notato che sei fortemente coinvolto con l’associazionismo e il volontariato. E’ vero, ritengo che il surplus di energie che ci rimane debba essere dedicato agli altri. Tra l’altro è una scelta che è fonte di grande realizzazione.

Hai mai pensato di scrivere un libro, oltre le tue sceneggiature? Si, ho un libro in corso di scrittura.

Sappiamo che hai scritto alcuni aforismi. Qual è il tuo preferito? Il mio preferito riguarda i cani, mi piace molto: “Il cane è la chance che Dio ha dato a tutti di essere amati". Inoltre , un'altra mia preferita è: "Non si danno appuntamenti all'amore; gli si lascia in un angolo una ciotola con la nostra vita".


Raccontaci delle tue esperienze lavorative. In ambito artistico, presto mi vedrete nelle sale come coprotagonista del film "L' innesto" di Giuseppe Celesia. Il film, la cui sceneggiatura si ispira all’omonima opera di Luigi Pirandello, tratta temi delicati e attuali come la violenza sulle donne e l'aborto. In ambito teatrale, abbiamo appena finito di mettere in scena al teatro Al Convento una commedia divertente di cui sono protagonista, "Lo strano giorno di Freddy Mancini" con la regia di Irene Ponte. Ho in preparazione una regia per "Una lunga attesa"di Romagnoli e sono il coprotagonista di "Mille modi per far male a una donna", di Sandy Di Natale. Ogni giorno sono in radiovisione, conduco un programma a tema giuridico dal lunedì al venerdì; il sabato, invece, conduco un format che si occupa di spettacolo. La radio è una passione di cui non riuscirei più a fare a meno. Recentemente mi sono cimentato anche nel doppiaggio, sotto la guida di Maestri come Monica Word, Massimo Lopez, Chiara Colizzi, Paolo Mannella e Virginia Alba. Gli aggettivi che descrivono la tua personalità? Corretto, Narcisista, Vendicativo.

Parlaci della tua esperienza come attore in "Squadra Antimafia 6". Ho avuto una bella esperienza con loro perchè il set Taodue è molto professionale quindi, venendo anche da produzioni indipendenti, si nota molto la differenza. Ho lavorato con tutti i protagonisti della serie, che sono molto bravi.

Raccontaci della tua attuale esperienza in Radio Tv Azzurra. Una passione che finalmente ha trovato il giusto ‘sfogo’. E' nata come esperienza radiofonica, poi RTA è cresciuta andando anche in radiovisione su vari canali del digitale terrestre, quindi adesso c'è questa fusione di radio e tv che funziona molto bene; è aumentata la platea che ci guarda e cambia anche il modo di fare radio. Molto interessante.

Che programmi lavorativi ha per il 2015? Sono appena iniziate le riprese del film ‘Enygma’di Alessandro Valenti, un thriller storico di cui sono protagonista. Successivamente, interpreterò un antiquario in una produzione horror. E’ stata confermata anche la seconda stagione di TheCoach, un talent-contest con aspiranti attori che vengono da me sottoposti a prove dure ma divertenti. RACCONTAMI DI TE è un blog indirizzato a tutti coloro che hanno voglia di raccontarci la loro storia, le loro esperienze significative ed incisive nella loro vita. Nel nostro blog, avrete la possibilità di leggere storie di vita comunicate a noi attraverso interviste che ci hanno gentilmente rilasciato. Se anche tu hai voglia di raccontarmi la tua storia, le tue testimonianze o esperienze contattaci raccontamidite8994@gmail.com Sarò sempre disponibile ad ascoltarti! Che aspetti? RACCONTAMI DI TE. Le interviste sono scritte da Alba Maniscalco con la partecipazione di Nicolò D'Anna.

Ecco il nostro blog: http://raccontamidite8994.blogspot.it/ Ecco la nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/raccontamidite8994?ref=aymt_homepage_panel Ecco il nostro canale youtube: https://www.youtube.com/channel/UCa_AnWltgUTt5rZRgx7ov2g

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Il Vangelo della Domenica

La foto

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Squarcio di cielo - Foto di Morisca Salvatore

19 Marzo 2015 | Dal Vangelo di Gesù Cristo se- Ma poiché per la grande gioia ancora non credecondo Luca 24,35-48. vano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». « Perché siete turbati ? » Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; In quel tempo, di ritorno da Emmaus, i due disce- egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. poli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in per- Mosè, nei Profeti e nei Salmi». sona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle ScritStupiti e spaventati credevano di vedere un fanta- ture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare sma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sor- dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la gono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio conversione e il perdono dei peccati, cominciando io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.


La bacheca | Annunci, humor, aforismi, poesie... Le Rondini __ Indescrivibili sapori dell’aria con l’odore di mille margherite, con il cielo azzurro e chiaro e cose buttate ormai appassite; inconfondibili raggi di sole allietano delle rondini il ritorno, e si allungano sempre di più,da raddoppiare la luce del giorno. __ Sapori freschi di primavera che ti fanno amare il mondo, e che presi tutti per mano si farebbe un grande girotondo; sapori freschi di primavera a passeggiar nei lunghi tramonti, e leggere gli occhi come libri aperti tutti pieni di fantastici racconti. __ E nuove voglie di fare e di ridere le rondini,han portato da lontano, e nuovo grano han portato per vivere da seminare con giovane mano; e semina mano,semina sempre finché il frutto non raccoglierai, e come le rondini trovano il nido tu per sempre del grano avrai. __ Sapori freschi di primavera come il profumo di giovani donne, di camicette sbottonate sul seno e dai misteri delle loro gonne; sapori freschi di primavera da farne cento fotografie, che a guardarle un anno dopo, come rondini,son volate via.

Seduzione Seduzione uno sguardo fendente, profondo, penetrante, ammaliante, travolgente. La seduzione è in un gesto, in un modo di fare, dei gemelli, un fiore all'occhiello, due gambe e un decolté che osi solo guardare. Perché sai che la seduzione non va smorzata, ma vissuta, provocata, sostenuta e alimentata. Cio che regala la Seduzione è un grande dono, sfocia in contatto, della cui ntensità quasi chiedi perdono. Quello di averlo vissuto con forte passione, ciò che lei ti ha implorato di donarle

Desio Non chiederti il perché, non stare dietro a un se. Non chiuderti neanche un pò, in ciò che solo si può. La vita è rischio è fibrillazione, di viverla in ogni tua emozione. Perché la luce in cuor si smorza, quando te stessa non risollevi più con forza. E allora corri e buttati nell'oblio, di ciò che temi ... il tuo desio. Gianni Silvestri

Julian

Paolo Caiazzo

I consigli del “Guru” Premetto che non siamo fidanzati, ma non siamo nemmeno dei semplici amici. Viviamo in città diverse e mi e' venuta la brillante idea di fare una vacanza nella sua città' (ovvio con la scusa di vederlo), ma mi dice che e' troppo occupato e che non possiamo vederci perché' ho scelto la settimana meno adatta (sua sorella si sposa), perché non mi ha invitato? Carissima, da quello che mi scrivi, probabilmente non e' affatto interessato. Mi dispiace dirtelo, ma se lo fosse si comporterebbe diversamente e tu non staresti a chiederci consigli.


Foto di Debora Collotta


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