Postillare Rivista numero 44

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Postillare Rivista di Debora Collotta Numero 44 - Maggio 2015 Le immagini presenti all’interno sono di dominio pubblico, qualsiasi diritto va ai corrispettivi proprietari. Gli articoli e gli argomenti trattati sono soltanto delle opinioni e dei consigli soggettivi. Vietata la vendita facebook.com/postillare

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Ricetta: Quadrotti di mandorle all'arancia Postillare ricorda: La prima cerimonia dei premi Oscar Folclorismo: Cantar Maggio All’interno tante interviste ‌e molto altro!


Postillare Rivista di Debora Collotta Autori degli articoli in questo numero Postillina a Santiago - Debora Collotta Rubrica Farmaceutica - Debora Collotta Ricette - NaturalSicilia.it Comunicati Stampa - SpazioCultura Cinema - Lavinia Alberti Postillare ricorda‌ - Valentina Costa Grafica e impaginazione Alessio Di Cioccio Si ringraziano per gli altri articoli Caterina Tarantino, Fabiana Schisa, Fabio Merlo, SpazioCultura, Mariano Ciarletta, Valentina Ventrella, Nicoló Renna, Giulia Gombac, Alessandro Collotta, Federica Aller (Kikka), Simona Trentacoste, Rosalba Soresi, il blog raccontamidite8994.blogspot.it, Dott. Pietro Ganci, Giuseppe Catanzaro, Maria Laura Sunseri, Giuseppe Deiana, Gilda Serafini, Marco Guttadauro, Andre Dolfi.

invia il tuo articolo a Postillare@gmail.com sfoglia la rivista su www.postillare.it ascolta la web radio postillare.listen2myradio.com

Il dis e g n o d e l m e s e

Fabio

Pizza design


in questo numero Fine settimana nelle Asturie

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Ringraziamenti e presentazioni

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Piastrelle poetiche

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Inter vista a Caterina Tarantino

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La prima cerimonia degli Oscar

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Inter vista a Fabiana Schisa

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Milano a ferro e fuoco

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Inter vista a Mar ta Decente

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Fast and Furious 7

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Cantar Maggio a Montagnana Pistoiese

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Il mondo delle piante

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La ricetta del mese

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Inter vista a Fabio Merlo

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Mangiare bene a Paler mo e provincia

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Inter vista a Salvo Cappy

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Inter vista a Tony Colapinto

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“Mia madre” il nuovo film di Moretti

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Droghe da disegno

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Per saperlo dire agli altri

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Come tutto ebbe inizio

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Platone e ngineering

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Inter vista a Andrea Lupo

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Racconto: Spleen

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Inter vista a Simona Trentacoste

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The Order. La psicologia e l’ordine sociale nel 1886

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Jonathan, il “ragazzo far falla”

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La ricetta

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Inter vista a I soldi spicci

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IL cimitero acattolico dell’Acquasanta

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Paura della paura: cosa è un attacco di panico

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Sette cose che ho imparato

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E voi, avete mai provato a…

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Conoscia mo il Mago Plip

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Il Vangelo

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La foto del mese

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La bacheca

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Postillina a Santiago | di Debora Collotta

Fine settimana nelle Asturie Lo scorso fine settimana ho avuto la possibilità grazie alla organizzazione SharinGalicia di conoscere Asturia. La prima fermata l’abbiamo fatta a uno dei popoli di pescatori più carino della regione: Cudillero. Il porto è circondato da casette colorate e dà l’impressione di vivere in un sogno! Il giorno dopo abbiamo visitato i templi del monte Naranco di Oviedo e poi la città marinara e nello stesso tempo urbanistica di Gijón. Una piacevole passeggiata per il centro storico e anche nei pressi della spiaggia di San Lorenzo e Cimdevila, dove è presente El Elogio del Horizonte, un’opera di Eduardo Chillida. Purtroppo all’ora di pranzo si è messo a piovere, però abbiamo approfittato per mangiare con calma i piatti tipici: cachopo e fabada. La sera a Oviedo, città che Woody Allen definisce “deliziosa, esotica,bella,pulita, gradevole, tranquilla”. Il terzo giorno, pioveva moltissimo, ma non abbiamo rinunciato alla gita ai laghi di Covadonga (a 1.000 metri dal livello del mare), facenti parte del parco Nazionale. Sono tre i laghi: il lago Enol, Ercina e il piú piccolo il Bricial, che solo si riempie di acqua quando si scioglie la neve delle montagne. Sulla strada di ritorno siamo passati da Avilés: la terza città più grande di Asturia, per visitare il centro Niemeyer.

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Secondo il proprio architetto Oscar Niemeyer questo centro è “una piazza aperta a tutto il mondo, un luogo per la educazione, la cultura e la pace”. La struttura contrasta con il centro storico a causa della sua forma e del suo color bianco.


È l’unica opera di Oscar Niemeyer in Spagna. Oscar Niemeyer fu un architetto centenario brasiliano, creatore della città di Brasilia. Unico architetto che da vivo ha visto riconoscere una sua opera come Patrimonio della Umanità, dall’Unesco. Niemeyer ha ricevuto il Premio Príncipe de Asturias de las Artes nel 1989.

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Lo sapevi che…

Lo sapevate che ad Asturia fanno le sidra più buona? I camerieri la servono acrobaticamente e bisogna berla prima che si ossidi! 5


di Debora Collotta

Ringraziamenti e presentazioni Ho deciso di scrivere qualche riga per ringraziare tutti voi amici di Postillare. Voi che leggete, scrivete, collaborate, aiutate, supportate e sopportate Postillare! A coloro che lo hanno fatto in passato e/o che continuano a farlo e a tutti i possibili futuri amici di Postillare. Quella che si è creata è una rete di persone, che hanno creato, tutti insieme e appassionatamente, un frutto dal gusto squisito, quello della voglia di condividere. Tutti noi insieme siamo artefici di tutto ciò e voglio ringranziarvi tutti, perché anche se può sembrare mie- zie ad una intervista (adoro conoscere nuova gente loso, mellifluo, lusingatore, svenevole e lezioso è quello grazie a Postillare), Oggi trovate un suo racconto: una triste storia di mille e più altre purtroppo vere. che mi sento di fare! Colgo l’occasione per presentare brevemente alcune Giuseppe Catanzaro ci delizia sempre con i suoi articoli correlati di foto sui tesori siciliani! delle nuove rubriche fisse: Maria Laura Sunseri (socio di NPS, Network persone sieropositive,sezione Sicilia e che ha iniziato già una collaborazione importante con noi)mi ha presentato Sofia Gangi, una giovane donna, che ormai da tempo si occupa dell'organizzazione di eventi, weedding planner e molto altro, con un grande spirito critico e brillante arguzia. Mi hanno proposto una rubrica di costume, che racconta eventi, da consigli, segnala mode, note di colore, aneddoti, suggerimenti tutto anche con ironia e leggerezza (qualcosa stile Sex and the City). Una rubrica che è pensata per tutte Le Cenerentola ( la copertina era perfettamente in tema, ma non ho anticipato niente alle ragazze) che non hanno ancora trovato il principe, ma sognano già il giorno del proprio matrimonio o per le principesse che si apprestano ad indossare l’abito dei sogni e a vivere un giorno meraviglioso sotto i riflettori…

NaturalSicilia ci manda le sue squisite ricette insieme a Giuseppe Diana. Le loro non suono nuovissime rubriche di Postillare, ma ve le segnalo per consigliarvi di provare tutto quelo ce propongono!!! Spazio Cultura della libreria Macaione manda i suoi interessantissimi comunicati stampa! Gli eventi sono sempre tanti e aggiornati (potete trovarli pubblicati anche sulla pagina web) Il Dott. Pietro Ganci e la Dott.essa Valentina Ventrella ci informano sulle tematiche psicologiche. Fabiana Schisa è una ragazza più iperattiva di me e ci manderà un po’ di tutto. Soprattutto non fará mai mancare una frase o un pensiero del mese.

La rivista sarà sempre ricca di intervista che realizzo A proposito di Cenerentola, la foto in copertina, così io direttamente o che ci mandano Alba Maniscalco e come la retrocopertina e la foto del mese sono di Fe- di Nicolò D'Anna del blog RACCONTAMI DI TE. derica Aller, che cura una pagina facebook che si chiama La fotografia di Kikka, ed è una bravissima Se vi piacerebbe avere anche voi una rubrica o semplicemente scrivere “una volta ogni tanto”, siete i benpersona! venuti! Lavinia Alberti scrive ( e come scrive!!!) spesso per Po- “Passiamo parola” in modo tale che chi ancora non stillare e da ora in avanti vedrete sempre almeno un conosce Postillare possa avere la possibilità di collaarticolo suo al mese sulla rivista! Oggi una bellissima borare. recensione, che vi fará venire voglia di andare al ci- Se siete artisti ( qualsiasi sia l’arte ) e vi piacerebbe ottenere una intervista, basta chiedere! nema! Teresa Gammauta è una scrittrice e l’ho conosciuta gra- Contatti: Postillare@gmail.com per chi non lo sapesse! 6


di Giuseppe Catanzaro

Piastrelle Poetiche Le piastrelle poetiche nascono da un'idea della poetessa Elena Saviano, nata a Palermo dove vive e lavora come esperta in psicosociologia e psicopedagogista. È nota nell'ambiente letterario per le cariche che ha ricoperto e premi vinti con i suoi molti libri di poesia, alcuni dei quali sono: Voglia di memorie, Schizzi di sole, Incontri, Apis, Partenze - Arrivi, Trasparenze smeraldine… e altri ancora. La Musa che spesso l'ha ispirata è stata la "Sicilia", terra natia, della quale ha decantato le bellezze in varie poesie e per farle arrivare in tutto il mondo ha deciso di scriverle anche su delle piastrelle, nascono così: Santo Stefano di Camastra, San Mauro Castelverde, Ustica, Vulcano, Taormina,

Sicilia e altre quattordici, a formare una collezione di ventuno pezzi. La collezione di Piastrelle Poetiche è stata presentata presso l'Hotel Wagner di Palermo, in una cornice Neoclassica, fra tanti amici e amanti della poesia. Sono intervenuti parecchi relatori che hanno presentato l'opera e intessuto le lodi per l'autrice; infine l'attore Rosario Iraci ha letto sette poesie, mentre il M° d'Arpa Romina Copernico intervallava le poesie con dei brani musicali Celti.

Ascolta la web radio Postillare: http://postillare.listen2myradio.com Si tratta di uno spazio in cui verranno trasmessi brani liberi da SIAE. Se sei autore o ne conosci qualcuno, passa la parola. Noi vi aiuteremo a diffondere la vostra musica. I brani all interno dei programmi e dello spot di Postillare sono del chitarrista Fabio Venturella! Contatti: Postillare@gmail.com per inviare i brani o +34675983007 x interagire con noi! Buon ascolto! 7


Intervista a | di Debora Collotta

Conosciamo Caterina Tarantino Intervisto la bellissima e bravissima Caterina, e aggiungiamo anche gentilissima, dal momento che non ha esitato nemmeno un istante a concedermi questo piacere! Iniziamo a conoscerti. Parlaci della tua passione e magari racconta anche qualche episodio relazionato della tua infanzia Salve a tutti!! Innanzitutto grazie a voi per l'opportunità che mi offrite di presentarmi ad i vostri lettori! Io amo la musica e il teatro da tempo immemore, forse, perchè mi scorre letteralmente nel sangue dato che anche mio papà cantava e suonava.. Ho calcato il mio primo palco in qualità di cantante solista presso un teatro locale all'età di 4 anni, e da lì è partito tutto… musical, commedie teatrali, spettacoli di canto… Per me il canto ha sempre costituito una sorta di protezione, e la miglior compagnia sia nei momenti belli che, soprattutto, in quelli brutti… canto per esigenza, per me stessa Chi è il tuo artista preferito? e per regalare emozioni a chi mi osserva e mi Mia Martini, Fiorella Mannoia, Alicia Keys, Mariah Carey Ed Sheeran… Si può dire un po' tutti?? Amo ascolta… la musica in generale, ascolto ogni genere, e in reLa tua canzone preferita? Quella che ti piace altà ho quasi difficoltà ad esprimere preferenze! più cantare? Coincidono? In realtà dipende un po' dal periodo che sto vi- Qual è il tuo più grande desiderio? vendo, dalle emozioni del momento… Attualmente Io vorrei tanto vivere di musica, a prescindere dai sto vivendo un momento piuttosto produttivo su vari grandi palchi che, chiaramente, costituiscono la fronti e ricco di affetti, perciò mi piace parecchio massima ambizione per un cantante,vorrei poter esascoltare "See you again" di Wiz Khalifa e Charlie sere una cantante a tempo pieno. Puth… Mi rilassa e mi rispecchia il testo in quanto vorrei condividere ciò che sto vivendo adesso con Quali sono state fino ad ora le più grandi delle persone che non ci sono più, oltre che per dei soddisfazioni? valori che in essa vengono messi a fuoco come la Finora ho raggiunto obiettivi importanti come la finale di un talent radiofonico locale, e la semifinale famiglia= bene più prezioso. Per quanto riguarda ciò he mi pace cantare, ecco, d un contest nazionale a cura di grandi produttori io mi definisco un'interprete, perciò mi piace rac- ed autori del panorama musicale italiano. Inoltre contare delle storie mentre canto e dunque amo studio presso un'importante accademia che mi offre la possibilità di esibirmi in giro per la città, per locantare Mia Martini, De Gregori, Dalla… cali e nei teatri in modo tale da farmi conoscere, e che in collaborazione con dei professionisti di un certo rilievo, mi ha aiutato ad avviare una pagina artistica molto seguita, in cui tengo informati i miei sostenitori circa gli impegni e i progetti musicali in atto ed in cantiere. Stai lavorando a qualcosa attualmente? Attualmente sto lavorando alla realizzazione di un nuovo videoclip ed alla creazione di un nuovo inedito, ma, non vi anticipo nulla! 8


Quando è possibile poterti ascoltare? Adesso potrete ascoltarmi sul mio canale youtube: h t t p s : / / w w w. y o u t u b e . c o m / c h a n n e l / U C jlTbMvNZEdyLG9GVOUgbLA oppure nella mia fanpage: https://www.facebook.com/caterinatarantinomusica?ref=aymt_homepage_panel, in cui troverete tracce audio di mie cover. Per quanto riguarda incontri dal vivo al momento non ci sono date importanti, non prima di quest'estate, perciò, tenetevi aggiornati!

esclusiva, un segreto che non hai mai rivelato a nessuno e che oggi tramite Postillare conoscerà il mondo! Ma io non ho segreti!! Se non una schiocchezza che, a quanto pare, sconvolge chiuque me lo senta dire…. ODIO LA PIZZA!!!

Un saluto per i lettori. Grazie mille a tutti coloro i quali hanno perso un po' del loro tempo per leggere le mie parole e conoscermi! Spero di incontrarvi tutti un giorno e di regalarvi dei momenti speciali con la mia voce e la Alla fine di ogni intervista faccio sempre mia musica! Buon proseguimento e buona musica una solita domanda, chiedo qualcosa in a tutti!!

Spazio Cultura Libreria Macaione Via M.se di Villabianca 102 Palermo Tel 091 6257426

A Spazio Cultura "Incontriamo gli Autori" La tragica bellezza: il nuovo romanzo di Rosa Maria Ponte presentato da Elio Giunta. Giovedì 21 maggio alle orte 17:30, a Spazio Cultura Libreria Macaione Via Marchese di Villabianca, 102 Palermo, il Professore Elio Giunta presenterà il nuovo romanzo della scrittriceRosa Maria Ponte dal titolo La tragica bellezza pubblicato da Salvatore Sciascia Editore.

Durante l'incontro verranno letti alcuni brani del libro dall'attore Ernesto Maria Ponte, Milena Verga e Irene Ponte, che proporrà anche degli interventi musicali con la sua chitarra. Di seguito la scheda del libro: "Rosa Maria Ponte, (...) offre oggi ai lettori questo romanzo che, rispetto alle sue precedenti opere narrative, insieme ad aspetti di continuità presenta significativi elementi di novità. La struttura narrativa di questo nuovo romanzo è articolata e complessa, dipanandosi la trama contemporaneamente su due diverse linee temporali, il presente e il passato, nelle quali le vicende rispettivamente narrate si alternano e si intrecciano avendo come filo conduttore la volontà di recupero della memoria. La protagonista, una scrittrice di libri gialli di successo..." Gianfranco Romagnoli Rosa Maria Ponte è una scrittrice, pittrice e traduttrice palermitana. Ha curato la traduzione dal russo di Musachanov e dal francese, di Kervran. È alla sua terza opera di narrativa, dopo il romanzo “Nel cuore della notte” e i racconti “La collezionista di guanti e altre storie”. Alcuni suoi quadri si trovano al Cerisdi, a Palermo, e nella sede dell’OSIA a New York . Cittadina onoraria di Prizzi (Palermo), nel 2014, con il marito Carmelo Fucarino, è stata insignita dell’onorificenza di NY per le attività culturali. 9


Postillare ricorda… | di Valentina Costa

La prima cerimonia degli Oscar Era la sera di giovedì 16 maggio 1929 quando, durante una cena organizzata, per 270 persone circa e al costo di 5 dollari a persona, nella Blossom Room del Roosevelt Hotel di Los Angeles, si assegnavano i primi 12 “Academy Awards of Merit” ovvero le prime 12 statuette dorate che, come esclamò la bibliotecaria Margaret Herrick, vedendole per la prima volta, somigliavano tanto a un suo zio di nome “Oscar”. L’dea nacque, qualche anno prima, al capo della MGM Luis B. Mayer che fondò la International Academy of Motion Pictur Arts and Sciences con lo scopo di valorizzare l’ industria cinematografica americana; l’Award, progettato dall’art director della MGM Cedic Gibbons rappresenta un nudo cavaliere crociato che conficca la sua spada su una bobina da film. L’opera realizzata dallo scultore George Stanley, alta 35 centimetri e con un peso di 3800 grammi, è realizzata in bronzo e placcata in oro 24 carati. Nessuna radio trasmise l’evento e tutto si svolse in poco più di 10 minuti!!! Al dire il vero mancava anche, e soprattutto, di quella suspence particolare che contraddistinse “La notte degli Oscar” delle successive edizioni in quanto i vincitori erano stati già annunciati tre mesi prima. Le candidature erano state fatte per i film usciti nelle sale cinematografiche di Los Angeles nei due anni precedenti fino al 31 luglio 1928. Presentarono l’evento l’attore Douglas Fairbanks (presidente dell’associazione) e il regista-scenografo William C. deMille. Gli Award da assegnare, durante la cena, dovevano essere 12 premi ufficiali e 2 premi speciali,

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ma in realtà il primo premio “Oscar” della storia del cinema come migliore attore protagonista, per 2 film (“Crepuscolo di Gloria” e “Nel gorgo del peccato”), fu assegnato qualche giorno prima della cerimonia ufficiale all’attore tedesco Emil Jannings impossibilitato a presenziare la cerimonia dovendo ritornare in Europa. L’ “Oscar” per la migliore attrice protagonista per


ben 3 film (“Settimo cielo”, “Aurora” e “L’Angelo della strada”) fu assegnato a Janet Gaynor la quale, ignara del divenire di quell’ evento nel “red carpet” più importante nel mondo del cinema e dell’alta moda, si presentò in gonnellone, golf e foulard: una mise un po’ troppo casual anche, forse, per una cena! Per l ‘edizione del 1929, il premio per il miglior film fu diviso in due sezioni e furono quindi assegnati 2 premi distinti: il premio alla migliore produzione artistica andò al film “Aurora”, regia di Fiedrich Wilhelm Murnau; il premio alla migliore produzione andò al film “Ali”, regia di William A. Wellman. Anche il premio alla regia fu suddiviso in due sezioni: Migliore regia per commedia andò a Lewis Mileston per “Notti d’Arabia” e Migliore regia per film drammatico andò a Frank Borzage per “Settimo cielo”. Solo per l’edizione del 1929, inoltre, fu previsto un premio alle migliori didascalie in quanto tutti i film in concorso erano ancora muti. Gli altri Awards furono: migliore sceneggiatura, migliore fotografia, migliore scenografia, miglior soggetto originale e migliori effetti tecnici. Uno dei due premi speciali andò alla Warner Bros per la produzione del primo film sonoro “Il cantante di Jazz”. A Charlie Chaplin venne riconosciuto l’altro Oscar speciale per il genio con cui ha interpretato, scritto e prodotto il film “The circus” ma purtroppo la statuetta è stata rubata nel gennaio di quest’anno dagli uffici dell‘Association Chaplin di Parigi.

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Intervista a | di Debora Collotta

Conosciamo Fabiana Schisa Ciao Fabiana! Ti definisci un’aspirante scrittrice e in realtà lo sei giá, almeno su fb. Le tue frasi, i tuoi aforismi meglio vengono condivisi moltissimo e sono molto apprezzati.

erba, giovani come me alle loro prime pubblicazioni… Insomma, sono molto versatile, il mondo della lettura va goduto fino in fondo nelle sue mille sfumature (che, vi assicuro, non sono affatto grigie)!

Come nascono le tue massime? Le mie massime? Nascono da esperienze di vita, riflessioni o situazioni vissute da persone a me vicine. Inoltre, mi reputo una persona interessata a conoscere tutto (o quasi) del mondo che la circonda, per cui spesso molte delle mie considerazioni sono rivolte a specifici eventi di cronaca.

Quando nasce la tua passione per la lettura e la scrittura? Sin da quando ho memoria! Credo di essere nata con i libri in mano: a 2 anni casa mia era sommersa da libri per bambini e ho iniziato a leggere precocemente, prima che andassi in prima elementare! Non ho memoria di una sola fase della mia vita in cui non ci fosse un libro a farmi compagnia: tutt’oggi non esco mai di casa senza avere un libro nella borsa. Senza mi sento come un pesce fuor d’acqua. Per quanto riguarda la scrittura, la storia è buffa: ho iniziato a scrivere un diario segreto a 6 anni, ma a scuola ero pigra e non mi piaceva l’italiano e la scrittura di temi e storie. Poi, a 8 anni circa, di ritorno dalle vacanze estive mi trovai a dover stilare uno scritto per raccontare cosa avevo fatto nei mesi di pausa dalla scuola: 10 pagine! Così, spontaneamente, senza pensarci. A scuola la maestra mi fece i complimenti e lesse il mio tema a tutta la classe: fu il momento in cui rea-

Qual è la cosa più bella che secondo te hai scritto? A dire il vero, non credo ce ne sia una in particolare: ogni singolo pensiero è frutto di un’emozione diversa, e quando si parla di “emozioni” secondo me non ci sono misure valide che permettano di valutarle come più belle/significative rispetto ad altre. Persino le emozioni più “tristi” concorrono attivamente alla nascita di pensieri che molti recepiscono come “belli”. Lo sono perché emozionanti, chiaramente. Hai già pensato di riunirli tutti in un libro? Certo, è un pensiero che mi è passato più volte per la testa e credo che in futuro provvederò a un tale tipo di pubblicazione. Prima di fare ciò, però, vorrei imparare a farmi conoscere da chi mi legge: senza dei lettori affiatati come potrei anche solo pensare di essere una scrittrice? Stai lavorando a qualcosa al momento? Sì, da qualche mese lavoro alla stesura del mio primo romanzo, un thriller psicologico. Non posso anticipare molto riguardo la storia, se non che ne vedrete delle belle: vi terrò inchiodati a ogni pagina, promesso! Chi sono i tuoi autori preferiti? Stephen King è il mio scrittore preferito, in assoluto. Ho letto ogni romanzo ed è per me fonte immensa di ispirazione. Tuttavia, non sono una lettrice che si fossilizza e legge un solo autore, per cui tra quelli che amo spiccano anche altri nomi: James Patterson, Nicholas Sparks, Ken Follett e tantissimi altri. Sono solita anche leggere molti libri di scrittori in 12


lizzai (ingenuamente) che da grande avrei fatto la scrittrice. Da allora ho scritto racconti e storie, senza mai espormi in pubblico perché ero piccola: e ora eccomi qui, a gestire una mia pagina Facebook e a scrivere il mio primo romanzo! Cosa ti spinge a perseguire il tuo sogno? È determinante la convinzione che ho riguardo al fatto che si debba fare tutto ciò che è in nostro potere per realizzare i nostri sogni. Io, poi, sono circondata da una famiglia che crede da sempre in me e mi sprona in ogni progetto e questo aspetto gioca un ruolo molto importante. I miei genitori mi hanno trasmesso la determinazione che mi caratterizza ed il fatto che siano così presenti nella mia vita è per me importantissimo: gran parte di ciò che sono lo devo a loro, per questo non posso che ringraziarli. Cosa consigli a chi come te desidera diventare una scrittrice? Di crederci fermamente e di non lasciarsi mai abbattere da niente e nessuno: ci saranno sempre scettici e “haters” che offenderanno per il puro gusto di farlo e non per apportare critiche costruttive; così come non mancheranno i momenti in cui ti blocchi e pensi che non hai la stoffa e che ti sei illuso, che non riuscirai mai a farcela. Ebbene, anche se suona banale, è in quei momenti che dovete darvi da fare: tutti cadono, la differenza la fa chi riesce a rialzarsi ed andare avanti!

Un saluto per i lettori di Postillare! Vi mando un grosso abbraccio, continuate a leggere questa fantastica rivista mandata avanti con amore e passione, mi raccomando… Un bacio dalla vostra futura scrittrice preferita!

Alla fine di ogni intervista faccio sempre una solita domande, ovvero chiedo un segreto in esclusiva, qualcosa che non hai mai detto prima a nessuno e che oggi tramite Postillare confiderai a tutti! Sono una ragazza che parla molto, a volte anche troppo (me lo dicono spesso!), quindi anche le cose che altri reputano imbarazzanti io le confesso sempre, molto stupidamente, lo ammetto. C’è però una cosa che non ho mai detto a nessuno e che sono lieta di rivelarvi in esclusiva: ogni giorno mi cucino il pranzo da sola. Avete presente quando l’acqua bolle e dovete salarla? Io nel farlo agito le mani come fossi una potente strega alle prese con la creazione della pozione del secolo! No, non scherzo… Ma io adoravo Harry Potter e credo mi abbia fortemente influenzata. 13


Rubrica cronaca | di Gilda Serafini

Milano a ferro e fuoco Stamattina io e Fidanzato -appena arrivato in quel di Milano- abbiamo deciso, visto anche il maltempo che ci ha impedito di pensare anche solo lontanamente a una scampagnata, di andare in centro a fare due passi. Milano è una città che a entrambi piace molto, almeno per quello che abbiamo visto fino adesso. Molto elegante, aria da capitale europea, così diversa da Roma da averci fatto innamorare. Il colpo di fulmine di Fidanzato è stato lo stadio Meazza, a San Siro, ma gli piace molto anche il resto, giuro. Nei nostri programmi c’è anche quello di andare all’Expo. Probabilmente, se il lavoro fatto non mi avesse portata a Milano, non ci avremmo nemmeno lontanamente pensato di andare, ma visto che sono qui, ci siamo detti Perchè no? A parte che c’è cibo e dove c’è cibo, di solito, ci siamo anche noi, dubito che mi ricapiterà a breve di trovarmi nella città dove si svolge l’Esposizione Universale, quindi si va. Non oggi che è il primo giorno, ma si va. Anche se costa un pò, anche se non mi sono piaciute le politiche di assunzione -l’Expo avrebbe dovuto dar lavoro a migliaia di persone, ma molte di queste persone in realtà sono volontari o hanno uno stipendio da fame- noi all’Expo ci andremo. E dopo averlo visitato, esprimeremo un parere in merito.

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Magari è il posto più bello e organizzato del mondo, chi lo sa. A qualcuno, però, l’idea dell’Expo non è piaciuta, cosa lecitissima ovviamente. A quanto pare, molte delle persone che sono contro Expo, hanno un risentimento nei confronti delle grandi opere, contro lo sfruttamento del territorio e altre cose del genere. Ho cercato in giro e purtroppo non ho trovato delle spiegazioni dietro a queste motivazioni, ma di solito sono molto aperta a qualsiasi pensiero altrui, quindi va bene così.


Va bene così finchè, le proprie ideologie, non creano un problema a qualcun altro. Oggi Milano è stata distrutta. Siccome siamo contro lo sfruttamento del territorio, distruggiamolo sto benedetto territorio. Mi sembra sensato e intelligente. Un ragionamento che non fa una piega. Se qualcuno conosce la persona a cui è venuta in mente questa cosa, vi prego, presentatemela che voglio stringergli la mano. Io sono abbastanza intollerante nei confronti delle manifestazioni -sarà che vivo a Roma dove ci sono dieci manifestazioni al giorno che mettono a dura prova i miei nervi quando devo andare al lavoro e non posso farlo perchè rischio di essere presa in pieno da una bomba carta- ma ritengo comunque sacrosanto il diritto di manifestare o di scioperare o di qualsiasi altra cosa che sia pacifica. PACIFICA, appunto. È un pò come quando litighi con qualcuno e invece di alzare la voce, gli spieghi le cose con calma serafica: nel 90% dei casi, in un primo momento si arrabbierà ancora di più, ma sicuramente si arriverà a una soluzione. Che una città venga devastata, però, non lo ritengo sacrosanto. Non ritengo un diritto di quattro scalmanati con il volto coperto quello di bruciare la macchina di qualcuno che magari, per potersela comprare ha dovuto chiedere un prestito o rinunciare a qualcos’altro. O che magari, domani, non saprà come andare a lavorare perchè il posto di lavoro non è servito dai mezzi pubblici e non ha la possibilità di comprare una macchina nuova. Non ritengo nemmeno un diritto incendiare un negozio, rischiando non solo di fare male a (o ammazzare) qualcuno, ma creando dei danni materiali non indifferenti. Magari quel negoziante domani sarà costretto a chiudere perchè non ha la possibilità di far sistemare i danni o comunque perderà una buona fetta di guadagno mentre aspetta che i danni vengano riparati. E no, con me non attacca la storia del :”Se è un negozio di una grande

catena, che vuoi che sia, loro sono pieni di soldi”. Saranno anche pieno di soldi, non lo metto assolutamente in dubbio, ma dentro quel negozio di una grande catena, ci sono delle persone che lavorano: persone che probabilmente hanno bisogno di quello stipendio per pagare il mutuo, per mantenere dei bambini o per qualsiasi altra cosa e che, siccome il negozio è stato bruciato, potrebbero perdere il lavoro. Ho letto su Facebook, dei commenti che dicevano che i pezzi di m***a, come sono stati definiti i distruttori, non sono loro, ma i mafiosi che ci sono dentro Expo. Ora, premesso che, qualora fosse vero (cosa che non metto in dubbio, ma che di fatto non so), è giustissimo condannare mafiosi e compagnia bella, ma non riesco proprio e pensare che l’unico modo per contrastare eventuali mafiosi sia bruciare la macchina o il negozio di una persona comune, per bene, che ogni mattina si alza e va a lavorare. Tra l’altro, i manifestanti, a quanto pare, erano talmente convinti di quello che stavano facendo che, nel caos generale, hanno abbandonato abiti neri, passamontagna, maschere antigas e si sono mischiati alla gente comune di modo che nessuno potesse riconoscerli. Lo chiedo a voi manifestanti: siete talmente convinti che quello che avete fatto è giusto che non avete nemmeno il coraggio di assumervi le vostre responsabilità mischiandovi alla gente comune alla quale, un minuto prima, avete distrutto l’auto o il negozio? 15


Intervista a | di Alba Maniscalco con la partecipazione di Nicolò D'Anna

Conosciamo Marta Decente Marta Decente: la wedding planner palermitana, Hai mai organizzato matrimoni per persodi notevole fama nazionale. naggi con spiccata notorietà? Si diversi. Nel mondo del calcio diversi giocatori, La wedding planner, o l’organizzatrice di matri- ma anche attrici, personaggi politici che rivestono moni, è un mestiere ancora non riconosciuto pro- anche cariche importanti. fessionalmente, ma richiesto e apprezzatissimo dalle coppie che desiderano avere un supporto Hai un motto? professionale, durante l’organizzazione del loro Il mio motto è: “Riuscire a far contenti tutti”. La sodmatrimonio. Oggi, parliamo in particolar modo disfazione più grande, è il giorno dopo del matridi una giovane wedding planner Palermitana, ov- monio. Quando ti svegli, è ti ritrovi un messaggio vero: Marta Decente. Iniziò ad intraprendere que- chilometrico di ringraziamenti da parte degli sposi. sto entusiasmante percorso lavorativo, circa 15 anni fa. Ad oggi, può vantare il fatto di aver or- Come ti definisci in 3 aggettivi? ganizzato più di mille matrimoni, anche per Generosa,paziente e affettuosa. conto di personaggi noti nell’ambito dello spettacolo e della politica. Marta è una donna sem- Dimmi un pregio ed un difetto. plice, umile, con la quale è facile potersi Sono testardissima,non mi puoi dire di cambiare approcciare e capire minuziosamente,le dinami- una cosa. Un pregio, invece, è che veramente facche della risaputa complessa organizzazione del- cio questo mestiere con passione. l’evento matrimoniale (e non solo) attraverso i suoi modi gentili e la notevole esperienza profes- Di cosa si occupa una wedding planner? sionale. Vi riportiamo di seguito l’intervista che Raccontaci. ci ha rilasciato. Noi wedding planner, non abbiamo un grande riconoscimento professionale. Però la professionista Ciao Marta, come mai hai deciso di intra- si riconosce, ed è colei che ti organizza il matrimoprendere questo percorso lavorativo? nio a 360 gradi. La wedding planner, è come una La mia carriera inizia con l’organizzazione degli sorta di agenda umana, che prende tutti gli appunti eventi, le feste in generale. Iniziai a studiare medi- riguardanti l’organizzazione. È una collaborazione cina, ma non mi trovavo bene, perchè amavo orga- tra la wedding planner e i futuri sposi, delle scelte nizzare le feste. In seguito, ebbi la fortuna di prese insieme, come le primissime cose tra cui: la lavorare in una gran bella società e da lì, capii che scelta della chiesa o del matrimonio civile. All’orera quello il mio mestiere.Un giorno la società mi ganizzazione del catering e tutto ciò che ne richiese di organizzare un matrimonio, ed è stato bel- guarda, e crearlo adatto al matrimonio delle lissimo vedere la soddisfazione degli sposi. persone in questione. Mi occupo inoltre, alla scelta degli arredi, del design, alle bomboniere, alle parDa quanti anni eserciti questo mestieri? tecipazioni, agli abiti degli sposi e così via. IndiÈ da 15 anni che lo esercito, ma da professionista, rizzo anche gli sposi, alla scelta del viaggio di ti dico umilmente da 7 anni. nozze. La wedding planner, non ti prepara i confetti o ti indirizza ad un fornitore. La wedding planner, Quali sono gli aspetti che più ti piacciono ti indirizza verso un mondo completo di risposte. di questo mestiere, e quali meno? Sicuramente parlare del menù mi affascina tantis- Che programmi hai per il 2015? simo, i vari piatti e così via. Ma la mia passione Questa per me, è una bella stagione. Ho rifatto il sono gli allestimenti, le decorazioni, le luci. Quello marchio, l’azienda, cambiato sede. Come se ricoche mi piace meno, è quello che mi viene imposto minciassi! Per me la caratteristica fondamentale,è di fare. Anche se infine, riesco a “convincere” i quella di personalizzare il più possibile gli eventi. clienti e conciliare le richieste. Di non creare un evento, mai uguale all’altro o simile in qualche aspetto. Quanti matrimoni hai organizzato sin ora? Più di mille sicuramente. Ringraziamo Marta per averci concesso l’intervista. 16


Cinema | di Fabiana Schisa

Fast and Furious 7 Fast and Furious, saga cinematografica dal successo mondiale che ha tenuto incollati allo schermo milioni di persone, è giunta quest’anno all’uscita del settimo film, diretto e girato dal famosissimo James Wan, autore di numerosi film di successo, tra i quali spiccano titoli come “Saw” e “Dead Silence”. Rispetto ai precedenti film della saga, questo è stato sicuramente più atteso, anche dai meno amanti del genere, a causa della prematura scomparsa di uno degli attori di punta, Paul Walker, deceduto in un tragico incidente stradale nel Novembre del 2013. Le riprese erano in piena attività in quel periodo e la morte di Walker ha messo in seria difficoltà James Wan, che ha dovuto necessariamente fare un cambio di rotta sul finale della storia e “assumere” il fratello di Paul, Cody Walker, per finire le scene che erano rimaste in sospeso. Il film è arrivato nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 3 Aprile ed è stato subito record di incassi al botteghino, come ci si aspettava. Ma, incassi a parte, il film com’è stato?Seppure dalla trama alquanto irreale (macchine che fanno paracadutismo, sul serio?) e fantascientifica (Walker che sfida tutta le leggi della fisica e riesce a scappare da un bus che sta precipitando in un dirupo), direi che il film se la gioca bene rispetto ai precedenti, specialmente per quanto riguarda gli effetti speciali e le straordinarie soundtrack scelte come colonna sonora, che coinvolgono maggiormente lo spettatore, che si sente quasi come se fosse uno dei protagonisti della storia. Nulla da dire sul cast: gli attori, da tanti anni insieme sul set, hanno creato un gruppo unito e lo si percepisce chiaramente e sicuramente questo è un punto di vitale importanza che ha giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento di tanto successo.

A mio avviso, per un film del genere la durata è stata eccessiva (due ore circa). Iniziavo ad addormentarmi sulla poltroncina quando è partita la scena più bella, che ha richiamato la mia attenzione: il tributo finale dedicato a Paul Walker (uno dei motivi principali per i quali sono andata a vedere il film). Un momento così emozionante che ha preso tutta la sala: sulle note di una bellissima “See you again” di Wiz Khalifa sono scorse tutte le scene più belle dei vari film… Tre minuti in cui la lacrima è venuta quasi a tutti, che si sono conclusi con Vin Diesel e Paul Walker a bordo delle loro bellissime vetture che ad un bivio prendono strade diverse, promettendosi, un giorno, di rincontrarsi per raccontarsi i momenti più belli della loro vita. In definitiva, un film che consiglierei di vedere a tutti, anche a chi non ama il genere: ne vale la pena, se solo ripenso ai brividi che hanno percorso il mio corpo durante i minuti finali. 17


Scopriamo il "Bel Paese" | di Andrea Dolfi

Cantar Maggio a Montagnana Pistoiese Il “Cantar Maggio” è sinonimo di festa popolare e affonda le radici nelle tradizioni dell’Appennino Tosco-Emiliano. Questa usanza deriva dalla vita rurale delle comunita’ della montagna, per le quali la primavera,e in particolare il mese di Maggio, portava speranza di buoni raccolti, di abbondanza e di serenita’. Montagnana Pistoiese è ormai da più di un decennio tappa del “Maggio Itinerante Pistoiese” nato nel 2003 grazie alla formazione orchestrale del Collettivo Folcloristico Montano. Il “Cantar Maggio” è ispirato alla ricorrenza del Calendimaggio (In Italia è detta Calendimaggio la festa stagionale che si tiene appunto per festeggiare l’arrivo del mese di maggio, il mese della semina nella antica tradizione popolare). Nella Montagna Pistoiese il Calendimaggio viene festeggiato, oltre che a Montagnana, nei paesi di Popiglio, Piteccio, Campo Tizzoro, Bardalone, Prataccio e nella città di Pistoia. I canti, che hanno prevalentemente origine popolare, vengono chiamati Maggi sui quali lo studioso Sergio Gargini ne fece ricerca e le raccolse nel volume “Non son poeta e non ho mai studiato, cantate voi che siete alletterato”. Canti della tradizione popolare ed altre notizie e documenti raccolti” edito dal Comune di San Marcello nel 1986. La celebrazione dei Maggi è una perpetuazione di antiche tradizioni della Montagna Pistoiese e non solo. Il Calendimaggio è, infatti, una tradizione viva ancor oggi in molte regioni d’Italia come Piemonte, Liguria, Lombardia Emilia-Romagna, nella zona delle Quattro Province (Piacenza, Pavia, Alessan-

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dria e Genova) e in Umbria, oltre la già citata Toscana. Storicamente, sembra che il “Cantar Maggio” abbia origini addirittura antichissime risalenti agli Etruschi, che propiziavano la buona riuscita della semina e della raccolta con canti musicati. Storicamente è anche rilevante che il Cantar Maggio fu vietato nel ventennio fascista perché conteneva vocaboli dialettali (nota la raccolta di poesie in friulano di Pasolini come contestazione al divieto fascista dei dialetti), allora vietati. Dopo la pausa del ventennio fascista la tradizione è ripresa su gran parte della Montagna Pistoiese, grazie anche al lavoro di ricerca etno-musicologica del già citato Sergio Gargini. La tradizione dei Maggi è così radicata nella storia che ogni paese o frazione aveva il proprio “Maggio”. Non si può non rendere omaggio al gruppo che ha fatto rivivere questa tradizione, che rischiava di andare persa. Stiamo parlando del già citato “Collettivo Folcloristico Montano” che opera sul territorio dal lontano 1973. Il Collettivo è composto di alcune voci maschili e femminili accompagnate da suonatori di vari tipi di strumenti: a corda (chitarre, violino), ad ancia (organetti, fisarmoniche) e percussioni. Negli anni settanta il gruppo annoverava Sergio Gargini e il noto musicista e compositore Maurizio Geri (Geri inizia la propria carriera


collaborando con la cantante e ricercatrice Caterina Bueno, in seguito al suo recupero del repertorio musicale tradizionale della Montagna Pistoiese, come componente, appunto, del Collettivo Folcloristico Montano). Fra i canoni del gruppo musicale rientra il suonare e il cantare le ottave, oltre a canti antichi, popolari e nenie. La funzione magico-propiziatoria di questo rito è spesso svolta durante una questua durante la quale, in cambio di doni (cibo e vino), i maggianti (o maggerini come vengono chiamati gli orchestrali a seconda della zona) cantano strofe benauguranti agli abitanti delle case che visitano. Anticamente, ma tutt’ora recuperato grazie al lavoro svolto dai maggianti pistoiesi, usava adornare il capo (principalmente le donne) di viole e rose, spesso citate nelle strofe dei canti. I temi dei canti sono svariati: la natura, la primavera e le stagioni, il vino e l’allegria in sé e anche un eros velato in serenate dolci e anche spesso maliziose. Esse sono un’allegoria della vita, della rinascita e dell’allegria, ad imitazione dell’arrivo della bella stagione. In conclusione, per farvi capire bene di cosa si tratti e quali siano i temi e i contenuti dei Maggi (ahimè senza l’allegria della musica che le accompagna) ve ne cito un paio. ECCOLO MAGGIO Eccolo Maggio piano piano piano con l’acqua in grembo e le mezzine in mano ebbene venga Maggio e Maggio gli è venuto. Eccolo Maggio chioccola di pepe si canta Maggio signori de volete ebbene venga Maggio e Maggio gli è venuto. Eccolo Maggio fa fiorir l’ortica se c’è dei bimbi Dio li benedica ebbene venga Maggio e Maggio gli è venuto. Eccolo Maggio che fa fiorir le zucche date marito alle belle e anche alle brutte ebbene venga Maggio e Maggio gli è venuto. Eccolo Maggio che fa fiorire le pere a voi capoccia vi si chiede da bere ebbene venga Maggio e Maggio gli è venuto

LA MOSCA MORA E sorte fuor la mosca dal moscaio per agguantar la mora dal moraio fra mosca e mora, mi innamorai di quella traditora… E sorte fuori il ragno dal ragnaio per agguantar la mosca dal moscaio, fra ragno, fra mosca e mora, mi innamorai di quella traditora … E sorte fuori il grillo dal grillaio per agguantare il ragno dal ragnaio, fra grillo, fra ragno, fra mosca e mora, mi innamorai di quella traditora … E sorte fuori il topo dal topaio, per agguantare il grillo dal grillaio fra topo, fra grillo,fra ragno, fra mosca e mora, mi innamorai di quella traditora … continua alla pagina seguente

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continua dalla pagina precedente

E sorte fuori il gatto dal gattaio, per agguantare il topo dal topaio fra gatto,fra topo,fra grillo, fra ragno,fra mosca e mora mi innamorai di quella traditora … E sorte fuori il cane dal canaio per agguantare il gatto dal gattaio fra cane,fra gatto,fra topo, fra grillo,fra ragno, fra mosca e mora,mi innamorai di quella traditora… E sorte fuori il lupo dal lupaio per agguantare il cane dal canaio, fra lupo,fra cane,fra gatto,fra topo,fra grillo,fra ragno, fra mosca e mora,mi innamorai di quella traditora… E sorte fuori il leone dal leonaio per agguantare il lupo dal lupaio fra leone,fra lupo,fra cane,fra gatto, fra topo, fra grillo,fra ragno,fra mosca e mora, mi innamorai di quella traditora… E sorte fuori la tigre dal tigraio, per agguantare il leone dal leonaio fra tigre, fra leone,fra lupo,fra cane fra gatto,fra topo, fra grillo,fra ragno,fra mosca e mora, mi innamorai di quella traditora… E sorte fuor liofante dal liofantaio, per agguantar la tigre dal tigraio fra liofante,fra tigre,fra leone, fra lupo,fra cane, fra gatto, fra topo,fra grillo, fra ragno, fra mosca e mora,mi innamorai di quella traditora… E sorte fuori l’uomo dall’omaio, per agguantar liofante dal liofantaio, fra omo,liofante,fra tigre,fra leone 20

fra lupo,fra cane, fra gatto,fra topo,fra grillo, fra ragno fra mosca e mora, mi innamorai di quella traditora… E sorte fori il vino dal vinaio per agguantare l’omo nell’omaio fra il vino,fra omo,liofante,fra tigre,fra leone fra lupo,fra cane, fra gatto,fra topo,fra grillo, fra ragno fra mosca e mora,m’innamorai di quella traditora… Dagli Etrusci sin oggi, l’Appennino Toscano (in special modo la Montagna Pistoiese) canta e festeggia con i propri canti, i Maggi, per non far morire la tradizione, perché non si perda la ricchezza delle “radici” che portiamo dentro. Bibliografia: S. Gargini,”Non son poeta e non ho mai studiato, cantate voi che siete alletterato”. Canti della tradizione popolare ed altre notizie e documenti raccolti, Comune di San Marcello Pistoiese (1986). C. Bracali, T. Garofalo, “Il Cantar Maggio sulla Montagna Pistoiese tra passato, presente e futuro” Nuèter (numero 69), ed. Gruppo di studi alta valle del Reno (2009) Discografia: 2003 Acqua foco e vento Riccardo Tesi e Maurizio Geri — Il manifesto 2004 Lune Riccardo Tesi, Maurizio Geri e — Suppl. de Il Manifesto 2007 …in carrozza! Collettivo Folcloristico Montano

Foto: Collettivo Folcroristico Montano http://www.collettivo.org/Le_foto.html Pro Loco Montagnana Pistoiese: http://www.prolocomontagnana.wix.com/prolocomontagnana https://www.facebook.com/montagnanapistoiese


Il mondo delle piante| di Debora Collotta

L’Aneto L’aneto o finocchio fetido è un pianta erbacea annua, molto simile al finocchio, spontanea e coltivata in Europa. Si usano i frutti che hanno un odore forte e sapore aromatico piccante. I semi contengono olio essenziale. I frutti essiccati sono utilizzati in decotto per l’azione carmintiva, mentre le sommitá fiorite essicate in infuso sono considerate stomachiche ed utili contro infiammazioni intestinali e meteorismo. L’aneto ha proprietá stomachiche,carminative,diuretiche ed è utilizzato principalmente in liquoristeria.

La mia ricetta del mese | di Giuseppe Deiana

La glassatura delle cassate siciliane

Ingredienti. Zucchero Fondente: 1kg di zucchero semolato 300g di acqua 150 g di glucosio o miele

mente di acciaio ho marmo. facciamo freddare muovendolo con una spatola facendolo addensare sempre di più cosi facendo diverrà sempre più bianco fino a completo schiarimento. Con la spatola lo prendiamo e lo passiamo su di una teglia per porla in frigorifero per velocizzare l'indurimento. Una volta fatta riposare in frigo per un ora la cominciamo ad ammucchiare su se stessa aiutandomi con un raschino, aggiungiamo un pò di acqua e lo scaldiamo al microonde arrivando a una densità di circa 37°. Siamo pronti adesso per glassare la nostra cassata siciliana. Ricordiamoci sempre che lo zucchero fondente non dovrebbe mai superare la temperatura corporea per lavorarlo correttamente.

Procedimento: versare lo zucchero semolato in una casseruola; unire 300 grammi di acqua e aggiungere 150 grammi di glucosio o miele sciolto già in precedenza, e portare sul fuoco fino a raggiungere 115°. Ogni tanto giriamo e controlliamo sempre la temperatura con un termometro digitale per lo zucchero teniamo costantemente sotto controllo la temperatura fino ad arrivare a 115°c, una volta raggiunti la temperatura di 115° lo togliamo dal fuoco e lo facciamo raffreddare sul tavolo da lavoro possibil21


Intervista a | di Debora Collotta

Pizza design… conosciamo Fabio Merlo Cari lettori, l’intervista a Fabio Merlo è un po’ particolare. Parliamo di un artista, bravissimo e geniale che si è inventato un modo del tutto originale per esprimere la sua abilità! Fabio, a te l’onore di dirlo e di spiegare come è nata l’idea! L'idea nasce nel 2013, dalla lavorazione dell'argilla,pratica di cui sono sempre stato molto affascinato. Voi penserete cosa c'entra l'argilla? c'entra e come… un giorno mentre lavoravo l'argilla,ho immaginato come poter lavorare sulla mozzarella; da li ho iniziato a fare delle sperimentazioni su come poter realizzare un'immagine su una pizza, dopo mesi di prove alla fine sono riuscito a farne una con un'immagine; certo, non era il massimo alla vista,nel tempo mi sono perfezionato. Cosi sono entrato in questo fantastico mondo,pensando a quale nome dare a questa tecnica e rifacendomi all'ormai famosa cake design, gli ho dato il nome di Pizza design. Come possiamo vederti all’opera oltre che su youtube? Che cosa usi per disegnare? Questa è una domanda complicata… a volte mi caPer disegnare uso: coloranti alimentari, per fare pita di fare qualche dimostrazione in qualche l'immagine sulla mozzarella; e bisturi di precisione evento organizzato,ma a tutti coloro che non posper intagliarla. sono seguirmi in questi eventi ho dato la possibilità di potermi vedere all'opera su youtube.

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Qual è il disegno che più ti è riuscito bene? e quale invece il più difficile da realizzare? Non vi è un'immagine precisa,in ogni opera che realizzo metto tutta la passione che ho, ma di sicuro quella che mi ha dato più soddisfazione, e che ancora tengo in pizzeria,in esposizione perfettamente essiccata, è "La Pietà di Michelangelo", nonché la pizza più difficile che ho realizzato. Per realizzarla ho impiegato più di 8 ore!!! Grazie a questa tua attività hai anche conosciuto personaggi famosi! Chi per esempio? Ne ho conosciuti molti, come Ligabue,Lorenzo Fragola,Deborah Iurato ed altri che non sto qui ad elencarvi,e spero di conoscerne altri ma quello a cui tengo di più è Marco Masini: Il mio cantate preferito. Raccontaci qualche aneddoto legato alla tua arte! Proprio per Masini, ho preso la decisione di affrontare un lungo viaggio di oltre tre ore e mezza con la pizza surgelata e protetta da contenitori appositi.

Dove possiamo mangiare la tua buonissima e anche bellissima pizza? Mi potete venire a trovare da Pizza family ad Acireale (CT) Corso Savoia 143. Alla fine di ogni intervista, faccio sempre una domanda, ovvero chiedo qualcosa in esclusiva, un segreto che non hai mai rivelato e che oggi, tramite Postillare confidi a tutti! Io penso che un segreto dovrebbe rimanere segreto :D Un saluto per i lettori! Ciao cari lettori di Postillare, passate a trovarmi o visitate la mia pagina facebook "pizza design merlo fabio" Domanda extra per te: Ne faresti anche una per Postillare? :D L'ho gia fatta. 23


Mangiare bene a Palermo e provincia | di Marco Guttadauro

St. Thomas (steak house & wine bar) Venerdì scorso, in compagnia della donna con la quale condivido la sorte, cenai presso il St. Thomas(steak house & wine bar), sito in Via Atenasio 8. Sala immensa(in stile tavola calda americana ma molto piú elegante e di respiro teutonico), con gigantesco banco carni che orgogliosamente troneggia con sussiego in mezzo ad essa, in posizione sopraelevata. Una volta accomodati nei comodissimi divanetti, con rara e accurata maestria veniamo, su nostra richiesta, ragguagliati relativamente al piatto denominato ”parellada mista x 2”(32€), e dopo aver visionato i vari tagli di carne e la quantità(1,6 kg) che andrà a comporre il piatto, senza più alcuna esitazione, optiamo per esso. Acqua minerale naturale(2,20€) e coca zero(2,50€) per dissetare le nostre gole riarse. La carne cotta alla griglia, giunge al tavolo adagiata

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su vassoio in ghisa(per poterne gestire un'eventuale ulteriore cottura), con contorno di patate al forno e cestino con pane e grissini. Veniamo omaggiati anche di un gustosissimo "mangia e bevi". Il tutto, squisito, si scioglie letteralmente in bocca, e la quantità é davvero considerevole: il nobile obiettivo di riuscire a "spazzolare" tutto, non viene raggiunto. Assurdamente non mi sento per nulla appesantito e poco dopo mi ritrovo a sgranocchiare grissini. Soddisfatti e ricchi di proteine, chiediamo il conto. Esperienza davvero positiva. Amen.


Intervista a | di Alba Maniscalco con la partecipazione di Nicolò D'Anna

Conosciamo Salvo Cappy Salvo Cappy: la morale sociale nella musica. Salvo Cappello, in arte “Cappy”, è un giovanissimo cantautore Siciliano. Vive a Belmonte Mezzagno in provincia di Palermo, e canta sin dalla tenera età di 5 anni. Cappy, si dedicò totalmente alla musica a 15 anni iniziando a scrivere poesie e testi. È recentemente uscito il suo nuovo brano “NON CAMBIO IDEA” ed è una forma alternativa di protesta, che giunge rapidamente alla “coscienza” della gente. Inoltre, mette in risalto gli aspetti “oscuri “ del percorso formativo e lavorativo, che deve affrontare un cantante, affinchè possa raggiungere i suoi obiettivi. Vi riportiamo di seguito l’intervista che Salvo ci ha rilasciato.

Raccontaci della tua esperienza al “GIGI TALENT SCOUT”. La mia esperienza al “GIGI TALENT SCOUT “ è stata… pessima! No, scherzi apparte, fui preso al provino che feci a Roma. In seguito, mi richiamarono ma non potei raggiungerli, perchè presi l’influenza.

Quanti video-clip hai fatto? In maniera approssimativa, ne avrò fatti 6-7 amatoriali, poichè non ho mai avuto una casa discograCiao Salvo, quando è nata la tua passione fica che mi appoggiasse. per il canto? Sin da bambino, all’asilo già cantavo. Crescendo, A cosa ti ispiri quando scrivi le tue canlogicamente,ebbi altre passioni. Ma all’età di 15 zoni? anni, iniziai nuovamente a riprendere il canto. Ho Solitamente, l’amore è sempre fonte di ispirazione. cominciato a scrivere le prime canzoni,le prime Ma attualmente ho deciso di ispirarmi al sociale.A poesie che mettevo nel diario. volte, sono anche le storie di persone a me vicine. Come mai, quando frequentavi le scuole medie, i tuoi compagni ti assegnarono il nomignolo “CAPPY”? Tra di noi compagni, ci assegnavamo dei nomignoli. A me chiamarono “Cappy” dato il mio cognome Cappello.

Qual è il tuo motto? Il mio motto è appena divenuto “NON CAMBIO IDEA” nonchè il titolo della mia canzone.

Parlaci del tuo nuovo brano “NON CAMBIO IDEA”. “NON CAMBIO IDEA” è una protesta, contro tutto Hai mai frequentato scuole di canto? quello che accade di “male” nel mondo della muScuole di canto no. Però feci 4 mesi di canto, con sica. È anche una denuncia, nei confronti di tutte la professoressa Patrizia Martorana. Quest’ultima quelle persone che non sanno cosa deve patire un è stata brava ad insegnarmi in breve tempo, le basi artista emergente per poter formarci professionalimportanti del canto. mente. È parla di tutto ciò che deve subire un artista, prima di arrivare ai suoi obiettivi. Quando è stata la tua prima esibizione? Sui palchi nel 2005, prima nei piano bar. Ma la Descriviti in 3 aggettivi. mia primissima esibizione, avvenne nel 1992, Sono timido, determinato e confuso. quando avevo appena 5 anni. Cantai “NON AMARMI” durante un matrimonio. Che programmi hai per il 2015? Uscirà un documentario sulla mia vita, raccontato Sei mai stato ospite di un programma te- dalle persone che mi conoscono. Verranno inseriti levisivo? anche, tutti i video-clip che ho fatto sin ora. Inoltre, Si, apparte quelli locali,partecipai anche al pro- durante l’estate, uscirà un mio nuovo brano in stile gramma televisivo di Antonella Clerici “ IL TRENO Rock. DEI DESIDERI “. Inoltre, partecipai ad un talent scout ideato da Gigi D’Alessio. Ringraziamo Salvo, per averci rilasciato l’intervista. 25


Intervista a | di Alba Maniscalco con la partecipazione di Nicolò D'Anna

Conosciamo Tony Colapinto Tony Colapinto: giovane talento maturato in pochi anni. Tony Colapinto, nasce a Cagliari nel 1986. Sin dalla giovinezza, armato di determinazione e volontà d’animo, s’instradò in direzione dell’ambito della recitazione, trovandosi a percorrere un risaputo percorso arduo. Nel 2007, ricevette la qualifica professionale “Attore e Regista” conseguita presso l’Accademia d’Arte Paolo Grassi di Milano. Nel 2008 eseguì un corso di formazione in arte e teatro terapia presso una scuola di formazione in arte e teatroterapia di Monza, diretto dallo psicologo e teatroterapeuta Walter Orioli. Fu allievo di numerosi maestri, tra cui due di nota popolarità quali: Giancarlo Giannini e Gigi Proietti, intramontabili artisti dello spettacolo. Inoltre, vinse una borsa di studio allo Strasberg Institute. Un giovane talento, caratterizzato da innumerevoli esperienze artistiche, che lo videro impegnato in altrettante innumerevoli partecipazioni cinematografiche e televisive, come: Cento Vetrine (Canale5),Codice Rosso (Canale5), Terapia d’urgenza (Rai2), conduttore di Miss Mondo 2008 e 2010 (Sky), Carabinieri 4 (Canale 5), Distretto di Polizia (Canale 5), Lucignolo (Italia1), SkyTg24 (Sky), Il Bell’Antonio, Così è la vita. Inoltre dal 2013, è divenuto direttore e docente della Shakespeare Theatre Academy Italia. Dunque, Tony vanta di un ampio curriculum artistico, ambito da tanti giovani. Ma è pur vero, che ha ambiziosamente e inavvertitamente bruciato alcune tappe della sua vita lavorativa, come lui stesso ci ha ammesso durante l’intervista, realizzando, però, un importante raggiungimento artistico e personale. Attualmente, è impegnato nello spettacolo “Jesus”, che avrete modo di vedere presso il teatro Jolly di Palermo giorno 24 marzo 2015 alle ore 17.30, oppure alle 21.15. Ringraziamo Tony Colapinto, per averci deliziato con la sua presenza. Vi riportiamo di seguito l’intervista che ci ha rilasciato.

Quali studi hai conseguito che effettivamente ti preparassero a questo tipo di percorso artistico e lavorativo? Chiaramente un’accademia che è l’Accademia Paolo Grassi di Milano che è la seconda accademia nazionale dopo quella di Roma. Lì mi sono diplomato come attore, altri tre anni come regista, prendendo anche l’abilitazione per insegnare. Questa è stata la mia formazione più impegnativa nel tempo. Ho fatto anche diversi stage, masterclass, workshop, corsi vari, perchè il teatro si studia. Hai mai partecipato a programmi televisivi? Si, ho partecipato ad un programma televisivo, un reality su Sky dove ti preparava ad essere l’uomo perfetto. Come partecipazioni televisive ho fatto diverse fiction, soap opera, tra cui “Centrovetrine”, “Distretto di Polizia”, “Carabinieri”, “Codice Rosso”, “Terapia d’urgenza” e tanti altri. Con chi hai collaborato sinora? Ho collaborato con Gigi Proietti, Giancarlo Giannini, Fioretta Mari, Gabriele Lavia, Alessandro Gassman, questo per quanto riguarda il teatro e il cinema. Poi con Claudio Baglioni, che è testimonial del mio film sull’immigrazione. Con chi ti piacerebbe collaborare? Ho un sogno nel mio cassetto artistico cioè quello di collaborare con il mio regista preferito ovvero Rerzan Ozpetek. Sono un appassionato dei suoi film, mi piacerebbe tantissimo lavorare con lui. In un film “Mine Vaganti” ero quasi arrivato al momento della stipula del contratto però ecco fra gli attori opzionati hanno scelto altri attori, altre figure fisiche completamente diverse dalle mie. Cosa ti aspetti dal tuo percorso lavorativo? Sinceramente non lo so, perchè io ho 28 anni e ho bruciato tante tappe. Sono anche direttore di una accademia internazionale di teatro, quindi non so quello che può venire ancora dopo tutto questo. Io mi auguro sicuramente che questo possa essere la mia vita fino alla fine dei miei giorni, cioè non riuscirei a immaginare un pezzo della mia vita senza questo lavoro.

Ciao Tony, quando è nata la tua passione per la recitazione? Ciao, la mia passione per la recitazione è nata esattamente quando ero bambino, perchè sono stato uno dei piccoli attori nei teatri della parrocchia, nei teatri delle scuole. A 9/10 anni ho fatto un iter completamente diverso . Ma a 12 anni ritorna la “ma- Ti piacerebbe condurre un talent show? lattia “ teatro e da lì si inizia una lunghissima strada Dipende, se è un talent show fatto bene però doe gavetta per raggiungere l’obiettivo. vrebbe essere un format americano perchè in Italia 26


non vedo ancora nulla di così “forte”. In questo momento al posto di condurre un talent show italiano preferirei condurre un programma di cucina. Quali sono gli aspetti positivi e negativi del tuo mestiere? L’aspetto positivo: è il lavoro più bello del mondo, perchè ti permette di vivere esperienze pazzesche. L’aspetto negativo: è una vita sacrificata, con pochissimo tempo per te stesso, per la tua famiglia, per i tuoi amori, per i tuoi affetti, per la tua vita privata. Devi sempre cercare un equilibrio tra quello che, fondamentalmente, sono gli aspetti positivi, che sono tanti, e gli aspetti negativi, che sono troppi. Ma è un lavoro meraviglioso, chi ha la possibilità e la fortuna di fare il mio lavoro può assolutamente capire e condividere quello che sto dicendo. Parlaci del tuo spettacolo “Jesus” al Teatro Jolly il 24 Marzo. “Jesus” è una corona di spine, sono gli ultimi sette parole di Cristo in croce. Tra l’altro, parlando della fede, non sono un assiduo frequentatore di chiese cioè non sono un cattolico praticante, anzi il contrario. Mi chiedono tanti come mai allora stai facendo uno spettacolo su Cristo? Perchè la fede è una cosa diversa rispetto alla religione. La fede è una cosa che porti dentro, è tua e nessuno può toccare. La religione è una cosa imposta da tanti, troppi. Nasce questo spettacolo dalla voglia di raccontare Cristo nella sua vera bellezza, nella bellezza di essere uomo, nella bellezza di essere figlio di Dio, ma nell’essere colui che ha dato tanto all’umanità. Raccontato con la voce di Maria Maddalena, che non è solo una prostituta, ma è una donna che ha amato. Per questo motivo, ho scelto di mettere lei a fianco di Gesù perchè da un lato la passione e dall’altro l’amore, è un connubio sicuramente vincente. Il terzo incomodo, in questo connubio, è Giuda, che rappresenta il dubbio, la debolezza dell’uomo, nel momento in cui ci ritroviamo lì a dire “Dio dove sei?” “Perchè non rispondi?”. Soprattutto Giuda, che da carnefice, colui che ha consegnato Cristo ai soldati romani, diventa vittima del disegno divino, cioè io non posso fare nulla se tuo padre ha deciso che tu dovevi morire su una croce per mezzo mio. Poi, Giuda che dice a Cristo, guarda che se oggi esiste tutto questo, esiste grazie a me, cioè

senza il tradimento di Giuda non sarebbe venuta fuori la crocifissione, la resurrezione, non sarebbe venuta fuori tutto quello che oggi noi abbiamo come fede cattolica. È uno spettacolo, esattamente, opposto alle vie crucis, non c’è Ponzio Pilato, non c’è nulla di tutto ciò. C’è la croce con Cristo e le sue ultime sette parole in croce, una Maddalena che ama e che rappresenta l’amore della donna a 360° gradi, un Giuda che rappresenta lo specchio della debolezza dell’uomo. Come ti senti a dover indossare i panni e di interpretare un ruolo così importante come quello di Gesù? È una cosa terribile, perchè nella vita artistica, sono passato dal ruolo di poliziotto di “Centovetrine”, dal medico in “Terapia d’urgenza”, dal principe “Amleto”, a Cristo con una responsabilità addosso non indifferente. Mi sento molto emozionato, perchè è una responsabilità forte, però sono prontissimo perchè voglio dare al mio pubblico un Cristo autentico, ci tenevo proprio tanto a farlo in un determinato modo, perchè questo uomo merita di essere raccontato nell’animo più sincero, più puro meno fiabesco. Era un uomo oltre ad essere il figlio di Dio, ed è questo l’spetto che voglio raccontare. Quale è stato il personaggio che hai preferito interpretare? Io sono un appassionato di Amleto, per me “essere o non essere questo è il problema” cioè lì c’è l’uomo, la follia umana, i dubbi dell’uomo. In Amleto c’è la vita dell’uomo ed è, per me, il capolavoro per eccellenza. Poi, Shakespeare è Shakespeare, essendo anche il direttore della Shakespeare Theatre Academy. Quali programmi hai per il 2015? Intanto, abbiamo un pò di produzioni tra cui: “Jesus” il 24 marzo, ad aprile “Il monologo della Vagina”, diversi spettacoli, abbiamo un tour estivo e diversi spettacoli in fase di progettazione. 27


Cinema| di Lavinia Alberti

“Mia madre” il nuovo film di Nanni Moretti Dopo Habemus Papam uscito nelle sale cinematografiche nel 2011, film sulla crisi sociale e personale di un uomo candidato a diventare Papa (interpretato da Michel Piccoli), questa volta Nanni Moretti con Mia Madre (12esimo lungometraggio), sceglie di portare sul grande schermo una storia di dolore e di perdita: una storia fatta solo di sentimenti veri. In passato Moretti aveva già trattato tematiche simili, di dolore struggente, si pensi a La stanza del figlio (2001) o a Caos calmo (2008), ma questa volta unisce a tali tematiche un valore aggiunto, proprio perché si tratta di una vicenda autobiografica; il regista infatti nel 2011 (proprio durante le riprese del suo precedente film) aveva perso la madre, ed è proprio quello che succede alla sua protagonista, Margherita, una regista che sta girando un film su degli operai di fabbrica che perdono il lavoro. Ad interpretare il ruolo della protagonista è Margherita Buy, come sempre di eccezionale bravura, il cui ruolo sembra tagliato apposta per lei. Nel film interpreta la parte della regista, una donna arrogante, sempre scontrosa con chi le sta accanto e che senza rendersene conto respinge chi la circonda. È un personaggio che come ha detto lo stesso Nanni Moretti, rappresenta il suo alter ego, solo con qualche differenza: lei è un po’ più nevrotica e incostante. Margherita vive infatti una drammatica situazione: la malattia della madre, una ex

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insegnante di latino, molto amata dai suoi ex allievi, che la definiscono una figura materna. Il ruolo di quest’ultima è affidato a Giulia Lazzarini, attrice di grande esperienza, che riesce anche lei nel corso del film a far calare lo spettatore nel dramma che sta vivendo. A vivere con lei questa drammatica vicenda è il fratello Giovanni, il cui ruolo è impersonato dallo stesso Moretti, la cui figura non è così ben delineata come quella della sorella. Il film è un continuo descrivere la vita che conduce Margherita e quella della madre in ospedale: un pendolo tra la vita (quella di Margherita e Giovanni) e la morte (quella della madre). Ben giocata è poi questa continua alternanza tra scene drammatiche e comiche, queste ultime affidate all’abilissimo John Turturro. In tutto il film la madre è sempre al centro di tutto, anche quando questa non è inquadrata fisicamente dalla telecamera, poiché vi sono continui richiami ad essa (oggetti, ricordi e discorsi legati a lei); è dunque una figura onnipresente, che riempie le vite dei figli, che scandisce ogni singola ora del giorno. La regia di Moretti coglie abilmente ogni piccola sfu-


matura dei personaggi, ne coglie le ansie e le angosce, soprattutto quelle di Margherita, che durante le riprese del film pensa costantemente alla madre in ospedale e alle sue sofferenze. Moretti ancora una volta ci consegna un film dalle tematiche molto forti, struggenti. Merito dell’atmosfera che si crea in sala sin dall’inizio del film è di Margherita Buy, che col suo modo di recitare così spontaneo e immediato è riuscita a rendere compartecipe lo spettatore di questo dolore, di questa inquietudine interiore. Il suo personaggio, non era certo semplice da interpretare proprio per il lavoro di immedesimazione nel ruolo: quello di una figlia che perde la propria madre che se ne va lentamente e silenziosamente. Ci sono poi diversi momenti del film particolarmente toccanti, in cui difficilmente si trattiene la commozione; ciò è dovuto anche al fatto che si tratta di una storia in cui ognuno di noi per motivi personali si può rispecchiare. Un ruolo altrettanto importante è affidato poi alla colonna sonora, fatta di parti strumentali e di brani cantati; si va infatti dalle musiche di Jarvis Coker a quelle di Philip Glass fino a quelle di Arvo Part, (ad esempio Cantus in memory di Benjamin Britten e Tabula rasa, queste ultime usate da Moretti come elemento di congiunzione fra la realtà e i momenti di sogno o di ricordo. Per Moretti girare questo film sulla madre non è stato affatto facile; è stato lui stesso a dirlo: “Di solito faccio passare parecchio tempo tra un film e l’altro. Ho bisogno di lasciarmi alle spalle l’investimento psicologico, emotivo del film appena fatto. Ci metto sempre un bel po’ di tempo per ricaricarmi. Stavolta invece, appena uscito Habemus Papam, ho cominciato subito a pensare a Mia madre. Ho iniziato a scrivere quando nella mia vita

?

erano appena successe le cose che poi ho raccontato nel film. Dopo la prima stesura della sceneggiatura, sono andato a rileggermi i miei diari scritti durante la malattia di mia madre perché immaginavo che quei dialoghi, quelle battute, avrebbero potuto aggiungere peso e verità alle scene tra Margherita e la madre. Ecco, rileggere quei quaderni è stato doloroso”. Le due figure delineate da Moretti sono dunque antitetiche: quella di Margherita rappresenta l’immagine della donna apparentemente forte e aggressiva, ma in realtà fragile e confusa che alla fine sceglie di andare avanti nonostante tutto; dall’altro fronte c’è Giovanni che invece, non reggendo la difficile situazione sceglie di abbandonare il lavoro che aveva. Mia madre è dunque un film che porta sullo schermo tantissimi temi e sentimenti: la solitudine, la vita, la morte, la paura di rimanere soli, l’angoscia e la paura del vuoto. Un film che riporta ai veri valori della vita: l’amore per le persone che amiamo, così come sono, fino alla fine.

Lo sapevi che…

Lo sapevate quanto fa 111.111.111 x 111.111.111? 12.345.678.987.654.321!!! 29


Rubrica farmaceutica | di Debora Collotta

Droghe da disegno Qualche settimana fa mi sono dedicata alla realizzazione di un video per una esposizione di chimica farmaceutica, per l’universitá di Santiago de Compostela. Ho inserito il video su youtube e sul blog correlato di un testo in spagnolo. Oggi ve lo traduco! La espressione “droghe di disegno” si riferisce a farmaci ( sostanze d’abuso) di sintesi clandestina, al fine di evitare le esistenti disposizioni legali, mediante generalmente la preparazione di derivati o analoghi di molecole già esistenti effettuando modificazioni nella struttura chimica. Normalmente si tratta di un insieme di sostanze psicostimolanti, la maggior parte derivate da anfetamine ( ma non solo). La storia delle droghe di disegno inizia verso gli anni sessanta con il recupero della sintesi della MDMA (3,4-metilenediossimetanfetamina), sostanza che era stata scoperta nel 1912 dalla compagnia tedesca Merck, come vasocostrittore ( secondo altri come anoressigeno), ma che mai fu commercializzata. Oggi queste sostanze si presentano abitualmente in forma di compresse colorate con immagini attrattive e si definiscono volgarmente pasticche. Il loro uso è associato a feste con musica elettronica e si consumano i fine settimana in compagnia di amici. I consumatori pretendono facilitare la comunicazione e le relazioni personali. Ottenendo una sensazione di euforia e riducendo la stanchezza, la fame e la sete. Il generale, il crescente successo di queste sostanze radica in credenze errate: la credenza generalizzata della loro innocuità. Molti nemmeno considerano che l’ecstasi sia una sostanza d’abuso. Per una parte la presentazione attrattiva e il comodo uso e dall’altra parte l’effetto che produce di auto fiducia, stato di allerta, aumento della resistenza, miglioria del rendimento fisico e l’effetto anoressigeno. Gioca un ruolo fondamentale la durata dell’effetto stimolante a livello del Sistema Nervoso Centrale e il suo relativamente basso costo ( e la facile disponibilità a causa del depp web). Un rischio è anche il non sapere con esattezza il grado di purezza che queste sostanze possiedono. Che effetti produce? 30

Si è visto che in pochi mese, un individuo che inizia con una pasticca a notte, passa a prenderne 6, 8 e questo produce anche un quadro di intossicazione. In termini generali gli effetti di tutte queste sostanze sono simili e direttamente relazionate con la dose, la frequenza e la via di somministrazione. I consumatori presentano effetti psichici come cambi nel comportamento, euforia,aumento della auto stima e disinibizione, ma anche confusione, ansia, aggressività. La depressione può manifestarsi dopo la ritirata della sostanza e può essere importante, dato che può causare chiari inclinazioni al suicidio. Effetti allucinogeni lievi, cioè possono prodursi alterazioni nella visione dei colori, però non visioni di oggetti irreali ( ma non sempre ). Esiste una grande confusione in relazione ai possibili effetti afrodisiaci, infatti alcuni dicono che questo effetto esiste, mentre altri affermano che successivamente si potrebbero determinare difficoltà nella erezione e eiaculazione. I derivati sintetici di anfetamina hanno gli stessi effetti simpaticomimetici delle anfetamine e quindi anoressia, aumento della pressione arteriale e tachicardia. Tuttavia, tutti questi effetti presentano grandi variazioni interpersonali. Recenti esperimenti in animali, hanno dimostrato la distruzione di neuroni serotoninergici in diverse re-


gioni del cervello. Con il passare del tempo si ori- “Pillola dell’ amore” ginano alterazioni di naturalezza psichiatrica, come la schizofrenia. La MDA o pillola dell’amore si sintetizzò in Germania nel 1910 e combina gli effetti dell’anfetamina con “Ecstasy” quelli della mescalina. Sembra mostrare maggiori effetti allucinogeni e una tossicità superiore all’ecstasy. Non si deve bere alcool quando si consume, perchè Ha fama di essere afrodisiaca, anche se questo efpuò causare il “colpo di calore”, con alto rischio di fetto mai è stato comprovato scientificamente. disidratazione. Si sono registrati casi, nel quale il L’effetto ha inizio dopo 30-60 minuti dall’ingestione consumatore soffre tachicardia, vertigini, vomito, e dura tra le 6 e le 10 ore. nervosismo. Inoltre possono persistere una serie di Dosi superiori a i 300mg possono produrre iperateffetti, come l’insonnia, l’angoscia, l’irritabilità che tivitá, aumento della salivazione e in casi gravi consono scompaiono con una nuova dose. vulsioni, crisi respiratoria e morte. “Eva” I suoi effetti si manifestano rapidamente e sono di durata corta. Produce neurotossicitá a livello del sistema serotoninergico e inducono anche aumento della temperatura corporea. È quella che meno altera la percezione, però quella che più stimola il S.N.C.

“Polvere dell’angelo” La fenciclidina si cominciò a fabbricare negli anni 50 come anestetico intravenoso e dopo si smise di utilizzare, perché produceva agitazione e delirio nei pazienti. SI tratta di una polvere bianca, cristallina che si scioglie in acqua e alcool. Ha un sapore amaro distintivo e si può mescolare con facilità con coloranti. Si commercializza in forma di capsule e polveri colorate. In generale si sniffa, fuma ( in foglie di piante come la marijuana) o si inghiottisce. Gli effetti nel cervello sono quelli di inibire l’abilità per concentrarsi e pensare e parlare in maniera logica Da cambi drammatici nella percezione, il pensamento e lo stato d’animo. Alcuni sperimentano euforia leve o intensa, mentre altri si sentono addirittura minacciati per la sensazione di paura che li invade. A causa del gran successo che hanno queste sostante di facile e rapida sintesi e alla fuga legale che riescono ad effettuare, si creano moltissime sostanze del genere. Io, per farvi capire come la penso, riporto una frase del mio professore di tossicologia di Palermo, Fabio Venturella: “Saluto come salutiamo sempre tutti quelli che intervengono ai miei seminari: non serve un additivo per essere migliore, non serve la pillola magica per credere di esistere. La vera rivoluzione é l’EMOZIONE, é la voglia di vivere e di scoprire il mondo con i propri occhi e i propri sensi, senza alterarli in nessun modo. La vera rivoluzione é sognare, crederci sempre e volare con le ali nascoste dietro ognuno di noi”. 31


Associazione NPS Sezione Sicilia | di Ornella Collotta

Per saperlo dire agli altri A volte è difficile immagine che un corso a scuola ti possa cambiare la vita ma per me è stato così. Ho partecipato ad un corso dal titolo Per Saperlo Dire Agli Altri, tenuto dall’Associazione NPS Sez. Sicilia, Network Persone Sieropositive. L’organizzazione nps Sicilia è un’organizzazione spontanea, coinvolgente, profonda ed esserne stati partecipi per poco tempo ci ha dato il senso della consapevolezza della vita e dell’empatia. Grazie a svariati incontri settimanali siamo entrati nel mondo dell’associazione cioè l’hiv e la sua prevenzione al fine di formarci come peer educator( educatore fra pari). La prima stupefacente consapevolezza mi è stata data grazia a testimonianze toccanti e commoventi. Racconti di chi era insoddisfatto della propria vita o semplicemente non curante da avvicinarsi alla droga o al sesso non protetto per subire infine quel grande male che chiamiamo AIDS. Credetemi che con dei racconti simili, non si può che sentire la pelle d’oca affiorare ed il desiderio di fare qualcosa, di aiutare o consolare ma purtroppo si comprende subito dopo che è troppo tardi e che l’unica cosa che si può fare è ascoltare. E per questo che credo che questo corso lascerà indelebili nel mio cuore delle persone ricche d’animo, persone difficili da incontrare… probabilmente proprio perché chi ha conosciuto la sofferenza possiede dentro di se una gioia più viva dopo aver visto la vincita della vita stessa. Tuttavia l’Hiv ha portato con se milioni d pregiudizi :ignobili, sconvolgenti… Provate a immaginare la vostra vita che cambi, potremmo trovarci nei panni di una persona povera, ricca, immorale o malata di HIV.. ma questo cambia davvero qualcosa? L’uomo è sempre lo stesso, amerà sempre allo stesso modo e si merita sempre rispetto. Negli anni 80 fin troppi uomini hanno subito pregiudizi falsi e alienanti e questo deve far pensare l’uomo e ricordarsi della perenne diversità di ognuno che non è un malanno ma una fortuna!! Ho imparato molto di questo brutto mostro chiamato HIV. L’uomo può renderlo anche sopportabile mentalmente con un po’ di forza e speranza ma la sua forza contro un organismo è grandissima ed è stato in grado di uccidere più di 40 milioni di uomini e

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continua a farlo. Oggi si dice che non si muore più di AIDS ma bisogna saperlo. Fare il test (ormai più che raro salvo controlli generali) è indispensabile per portare prima o poi all'estinzione dello stesso. Alla fine del corso ci siamo dedicati alla creazione di un video-prevezione e tutti abbiamo riscontrato la stessa difficoltà nell’esporre i propri sentimenti proprio perché comunicare deriva dalla fuoriuscita dei propri pensieri e ci limiamo spesso a non esprimerli,siamo gelosi di noi stessi e dei nostri pensieri. Tuttavia parlare di qualcosa può alleviare gli animi e le paure e parlare dell’HIV è un modo per eliminarlo progressivamente. Proprio per questo dobbiamo cercare di attivarci ed portare ad una pubblicità di prevenzione sempre maggiore fino a che non si ottengano risultati validi. Un preservativo infatti può salvarci la vita senza che ne siamo a conoscenza. Non possiamo pensare che la vita non dipenda da noi,che Dio è l’unico che può decidere a quando toglierci la vita..NOI siamo capaci d fare di più di quanto pensiamo. Io oggi da peer educator sto facendo del mio meglio per attivare tutto questo e sono fiera di esserlo. Essere peer educator per me infatti non è soltanto un promotore della salute ma è chi si è empaticamente messo nei panni di un malato di AIDS ed ha compreso che ogni cosa può succedere a tutti, è per questo che non dobbiamo mai abbassare la guardia.


Di seta e d’arancio… e pagliette e lustrini? | di Sofia Gangi

Come tutto ebbe inizio Donne di ogni epoca e generazione, da sempre, pensando al giorno più bello della propria vita, immaginano quell’evento come il sogno principesco con cui la Disney ed Hollywood ci nutrono fin da piccole… Possiamo dire che veniamo proprio programmate a pensarla così e nella nostra immaginazione, mista alla realtà dei nostri tempi suona più o meno in questo modo; il Principe Azzurro arriva sul suo cavallo bianco (scooterone, utilitaria, cabrio), ci salva da una qualche moderna sventura (la “zitellagine “ad esempio, gravissima piaga sociale da combattere entro il compimento degli ‘anta!!!) a questo segue Proposta di Matrimonio (anello con diamante, rigorosamente taglio brillante da almeno 1 carato su oro bianco!!!) che ci catapulta finalmente al tanto agognato “giorno più bello della nostra vita”, da vivere ovviamente come protagoniste indiscusse in un magnifico abito bianco… Questo sogno ci accompagna da quando siamo bambine… C’è chi ha avuto fortuna, incontrando il principe nel bosco metropolitano della propria città, che non vi avrà cantato di certo i suoi sogni d’amore ma vi avrà offerto come promessa per la vita, gioia, fedeltà, comprensione, condivisione, appoggio, assistenza e tutto il pacchetto, che include anche liti per chi porta giù la spazzatura, per chi tiene i conti,

per lo spazio occupato sul materasso, per la tavoloccia del wc sempre alzata… C’è anche però chi sta ancora aspettando di svegliarsi dal suo sonno con un bacio fatato… chi va in cerca di rospi per dispensar baci, chi strizza piedi e calli in scarpette di vetro un po’ vintage…il tutto per eguagliare quell’immagine senza tempo e vivere quel momento così come lo sogniamo da sempre… Il Matrimonio da Favola…. Questa rubrica è pensata per tutte Le Cenerentola che non hanno ancora trovato il principe ma sognano già il giorno del proprio matrimonio o per le principesse che si apprestano ad indossare l’abito dei sogni e a vivere un giorno meraviglioso sotto i riflettori…

di Luca Costa

Platone Engineering (Platone Ingegneria) Questo progetto è nato direttamente nelle aule scolastiche di un indirizzo industriale, precisamente in una scuola paritaria "Istituto Platone" di Palermo. Due alunni (Luca Costa-Marco Anelli), insieme all'ingegnere Maurizio Melluso presenteranno un progetto per una mostra scolastica prima della famosa "Maturità" il suo nome era: "Camera Automation System With Ultrasonic and Luminosity Sensors" ecco l'idea! Creare un sito web che descrive tutto il funzionamento del progetto più relativo codice Open Source (aperto a tutti). Il Sito Web è stato programmato interamente da Luca Costa avendo qualche esperienza passata in

questo campo, ma non contento decide di aprire una grande community dove sarà possibile iscriversi,partecipare al forum,aprire discussioni e scambiarsi codici online, visto le grandi potenzialità del nostro CMS Content Management System. Bene, che aspetti? Iscriviti anche tu nella nostra community! E ovviamente, come una grande famiglia,ricordati di presentarti nel nostro forum! Cordiali Saluti, Platone Engineering STAFF http://platonengineering.it 33


Intervista a | di Alba Maniscalco con la partecipazione di Nicolò D'Anna

Conosciamo Andrea Lupo Andrea Lupo: un talentuoso comico tutto da sco- punto. Una mia amica mi convinse a partecipare al prire. provino, e andò a buon fine. Non solo, poco dopo Matranga e Minafò mi diedero la possibilità di esiAndrea Lupo, in arte “Lupetto”, è un giovane artista birmi. comico Palermitano. Nel 2013, ebbe inizio la sua carriera nel mondo della comicità, grazie ai maestri Come ti senti quando vedi il tuo pubblico ( considerati tali da Andrea ) Matranga e Minafò, entusiasta del tuo sketch? che lo scelsero durante un provino al convento ca- Io vivo per il sorriso delle persone. Mi piace far sorbaret. Attualmente Andrea lavora e si esibisce nel ridere la gente, anche fuori dal teatro, per cui è una teatro di convento cabaret e ha recentemente dif- soddisfazione grandissima quando riesco a a sodfuso un tormentone ovvero la parola: “WELLECA” disfare il pubblico. che ha contagiato il pubblico Palermitano. Vi riportiamo di seguito l’intervista ad Andrea con Invece, quando il pubblico non gradisce allegato anche il video l’esibizione come ti senti? Mi sento spiazzato dentro e non so come reagire. Ciao Andrea come è nata la tua passione Le prime volte che mi esibii, mi capitò di dimentiper la comicità? care anche le battute e il pubblico rise comunque, La mia passione per la comicità è nata un po come vedendo la mia espressione buffa e in difficoltà. tutti: in un villaggio. Feci la stagione d’animatore in Una delle volte in cui dimenticai la battuta, esclamai Calabria, e da li ho capito che il cabaret è la mia vita. innanzi al pubblico: “MU SCUIDDAVU” in Palermitano, ovvero l’ho dimenticato. Quando eri bambino, hai mai provato a recitare lo sketch di un comico? Come mai la frase “welleca” che adotti Assolutamente si. Sapevo a memoria molti sketch di sempre durante i tuoi sketch? comici nazionali. La frase “welleca” è divenuta un tormentone qui a Palermo, poichè nel nostro dialetto, in segno di saHai un comico preferito? luto quando si incontra un amico, si pronuncia: Mi ispiro molto ai comici Siciliani, quali: Giovanni “wella”. Una sera, durante le prove, risposi al celCacioppo, Stefano Piazza, Matranga e Minafò che lulare dicendo “welleca” e il pubblico andò in viconsidero due grandi punti di riferimento e con i sibilio. Ultimamente mi hanno fermato anche in quali attualmente lavoro. giro, perchè è diventato un vero e proprio tormentone. Hai mai effettuato degli studi che ti preparassero ad intraprendere questo per- Come mai, invece, hai deciso di immortacorso lavorativo, oppure il tuo è un lare il tuo personaggio nei panni di un caltalento innato? ciatore? Non ho mai avuto possibilità di effettuare degli studi Qualche anno fa, giocavo a calcio ( non da profesche mi potessero preparare a tal proposito. Comun- sionista) cosi decisi di creare un personaggio calcique, ho acquisito esperienza lavorando con Ma- stico in chiave parodica. tranga e Minafò al Convento Cabaret, che considero non solo due grandi punti di riferimento, Cosa facevi prima di intraprendere questo come dissi precedentemente nella scorsa domanda tipo di percorso? a me posta, ma li considero anche due maestri Giocavo a calcio, per moltissimi anni ho frequendella comicità. Inoltre, sto frequentando un corso di tato le giovanili a Palermo e a Morreale. In seguito, formazione con il maestro Antonio Pandolfo. ho giocato nel Kamarat, nell’Agrigentino e cosi via. In giro per la Sicilia insomma. A causa di un Quando è stata la prima volta che ti sei incidente al ginocchio dovetti sospendere l’attività esibito? calcistica. Inoltre, accadde nella mia vita un evento La mia primissima esibizione, è stata nel dicembre molto spiacevole, che però mi legò ancor più a mia 2013 durante un provino al Convento Cabaret, ap- madre. 34


Hai un motto? Si, il mio motto è: “ chi sa ridere è padrone del mondo “ di Leopardi. Come dissi precedentemente, vivo per il sorriso della gente ed è per questo motivo che potrei definirmi anche io “padrone del mondo” se cosi si può dire. Quando vedo una persona sorridere, mi sento il ragazzo più felice al mondo. Che programmi lavorativi hai per il 2015? Ho dei bei programmi. Questo sabato ( giorno 28 Febbraio ) mi esibirò in un mio spettacolo al convento cabaret in via Castellana Bandiera. La realizzazione di questo mio primo spettacolo, è dovuto all’aiuto e sostegno di Matranga e Minafò ( direttori del convento cabaret a Palermo, e co-

mici anche di Made in Sud ), i quali stanno dando possibilità a me e a tutti gli altri artisti emergenti, di esibirci negli spettacoli nel Palermitano. Ringrazio con tutto il cuore Matranga e Minafò e tutti coloro che collaborano e lavorano con me,per il sostegno, l’amicizia e la simpatia che contribuiscono alla formazione del mio percorso lavorativo. Ringraziamo Andrea Lupo per averci dato la possibilità di intervistarlo e conoscere di più sul suo percorso. Vi invito, inoltre, a visualizzare la sua pagina Facebook “Lupetto”. Ti auguriamo e ti incoraggiamo a non demordere cercando attraverso la determinazione, di realizzare i tuoi progetti.

RACCONTAMI DI TE è un blog indirizzato a tutti coloro che hanno voglia di raccontarci la loro storia, le loro esperienze significative ed incisive nella loro vita. Nel nostro blog, avrete la possibilità di leggere storie di vita comunicate a noi attraverso interviste che ci hanno gentilmente rilasciato. Se anche tu hai voglia di raccontarmi la tua storia, le tue testimonianze o esperienze contattaci: raccontamidite8994@gmail.com Sarò sempre disponibile ad ascoltarti! Che aspetti? RACCONTAMI DI TE. Sezione comici: http://raccontamidite8994.blogspot.it/2015/02/andrea-lupo-un-talentuoso-comico-tutto.html Sezione attore teatrale: http://raccontamidite8994.blogspot.it/2015/03/tony-colapinto-giovane-talento-maturato.html Sezione cantanti: http://raccontamidite8994.blogspot.it/2015/03/salvo-cappy-il-cantautore-della.html Sezione wedding planner: http://raccontamidite8994.blogspot.it/2015/03/marta-decente-la-wedding-planner.html Le interviste sono scritte da Alba Maniscalco con la partecipazione di Nicolò D'Anna. Ecco il nostro blog: http://raccontamidite8994.blogspot.it/ Ecco la nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/raccontamidite8994?ref=aymt_homepage_panel Ecco il nostro canale youtube: https://www.youtube.com/channel/UCa_AnWltgUTt5rZRgx7ov2g 35


Cinema

Mi chiamo Maya


Racconto | di Teresa Gammauta

Spleen Ecco, piove. Una pioggia fine e lenta che sembra un pianto silenzioso. Io sono ancora qui. Accartocciata sulla sabbia, immobile e già fredda. Non so nemmeno quanto tempo sia passato. Forse era ieri o un’ora fa. In fondo non importa. Il tempo ha smesso di contare. Vorrei solo che qualcuno mi chiudesse gli occhi, sono stanca di tenerli fissi sul cielo d’acciaio sopra di me. Per un po’, o forse per molto non so, ho guardato le nuvole che passavano e giocato a trovare in loro forme diverse, come facevo da bambina. Ma adesso le nuvole si sono incupite in una massa grigia e compatta diventando un coperchio “basso e greve”, come in una poesia che amavo. Cerco di ricordare gli altri versi ma non ci riesco. La memoria è capricciosa e selettiva. Ferma alcune cose e ne cancella altre e senza un perché. Anche di me resteranno solo frammenti nella memoria degli altri, perché ciò che io sono per intero sta scivolando via. Non so dove e questo un poco mi spaventa. Ho sempre immaginato che sarei morta vecchia, stanca e pronta. Non ho mai pensato che sarebbe successo tanto presto, su una spiaggia d’autunno, con la sabbia tra i capelli e il lamento del mare dentro le orecchie. Mi domando se invece lui lo sapesse che sarei finita così e se lo avesse già deciso prima di portarmi qui, quando mi ha chiesto sorridendo: «Ti va di andare al mare?» Si è poi fermato a comprare le caldarroste e mi ha messo fra le mani il cartoccio bollente dicendo : «Sbucciale tu» e io le ho sbucciate e ci ho soffiato sopra per raffreddarle, mentre lui guidava verso il mare e forse già pensava che sarebbe tornato indietro da solo, con il mio profumo ancora dentro l’auto e la mia sciarpa dimenticata sul sedile. Era così bella l’autostrada quasi deserta con la luce obliqua di novembre riflessa sul parabrezza. Era così bella che faceva male. La pioggia mi cade addosso. È buffo, non la sento ma riesco ugualmente a percepirla, come se avessi sviluppato un senso nuovo che non appartiene al mio corpo ma ad una parte diversa di me. Ho sempre amato la pioggia, il suo odore, i suoi colori puliti, il suo ritmo sulle cose. C’è qualcosa di bello e di triste nel fatto che io me ne sia andata in un pomeriggio di pioggia della mia sta-

gione preferita. Nessuno pensa alla propria morte con la convinzione che sia reale. Nessuno la immagina come concreta. Viviamo tutti una sorta di personale eternità e forse solo con la vecchiaia realizziamo la fine. Ma io non ne ho avuto il tempo. Non sono invecchiata, non ho avuto modo di convincermi che prima o poi sarei morta davvero e di accettarlo. Magari è per questo che sono ancora qui. Si dice che chi muore in modo tragico e prematuro resti in qualche modo “sospeso” per un certo periodo. E poi? Cosa succederà poi? La cosa più brutta dell’essere morti è non sapere cosa ci accadrà. Ma a pensarci bene è anche la cosa più brutta dell’essere vivi quella di non sapere cosa ci accadrà. Io non lo sapevo cosa mi sarebbe accaduto. Non lo sapevo stamattina quando mi sono svegliata e ho sentito la pioggia sui vetri. Non lo sapevo quando sono entrata nel solito bar per la solita colazione. Non lo sapevo che era l’ultima volta. L’avessi saputo forse avrei bevuto con più calma il mio cappuccino, magari ci avrei fatto mettere su una spolverata di cacao, e ne avrei assaporato ogni sorso invece di mandarlo giù in fretta. L’avessi saputo avrei camminato più lentamente e mi sarei goduta l’odore di asfalto bagnato e il vento frizzante fra i capelli invece di correre per arrivare puntuale, come se il ritardo potesse rubarmi qualcosa. Non lo sapevo ma lui si, lui doveva saperlo quando ha chiamato chiedendo un altro incontro, per l’ultima volta. Doveva saperlo che sarebbe stata davvero l’ultima volta. L’ultima volta di tutto, per me. Non mi sono stupita che volesse andare al mare. Gli era sempre piaciuto andare al mare fuori stagione, quando la spiaggia è deserta e le onde selvagge divorano la battigia. Avevamo passato molte ore a passeggiare sulla sabbia umida e fredda e una volta avevamo persino fatto l’amore dietro un barcone rovesciato. Erano stati i nostri giorni felici. Perché anche le storie che finiscono hanno avuto giorni felici. L’ho pensato camminandogli accanto e sentendo il calore dei ricordi prima che il freddo del coltello mi penetrasse. Non gli ho nemmeno chiesto perché. Sono scivolata piano sulla sabbia mentre lui si allontanava senza voltarsi indietro. 37


Intervista a | di Debora Collotta

Conosciamo Simona Trentacoste Ciao Simona. Grazie per avermi dato l’opportunità di questa intervista. Che cosa è per te la musica e come è nata in te la passione per il canto? Sono nata e cresciuta in un contesto in cui la musica, oltre che un’immensa passione, era uno stile di vita! Mamma e papà pianisti i quali, pur rispettando le inclinazioni e preferenze di noi figli, hanno avuto la capacità di trasmetterci l’amore profondo per la musica tutta, senza distinzione alcuna in termini di genere. Il canto è stato il primo veicolo immediato per esprimere la musica che avevo dentro e non credo ci sia stato un momento in cui ho deciso di voler cantare o suonare… è stato qualcosa che è cresciuto con la mia pelle e sempre più la musica per me è diventata un credo, uno stile di vita da applicare su tutto indistintamente. Come e quando è iniziata la tua carriera artistica? Avevo 9 anni la prima volta che calpestai un palcoscenico, iniziavo una canzone durante un concerto in cui suonavano mamma e papà.. .ricordo ancora la sensazione di terrore ed eccitazione! Poi all’età di 14 anni feci una stagione con mio papà in un albergo alle isole Tremiti e da lì in poi cominciai a prendere sul serio questo lavoro.

Con il tuo timbro vocale così vellutato e versatile riesci a riproporci i pezzi del repertorio musicale internazionale in una nuova chiave suggestiva e profonda che va dal soul al jazz. Come nasce questa scelta artistica? Negli anni ho voluto accostarmi alla musica in maniera performante e diversificata, poi questo mix di generi mi ha portato ad avere maggiore dimestichezza e consapevolezza in modo da poter affrontare un brano con personalità. Poi in realtà è la musica stessa che ti sceglie e ti conquista ogni volta in modo nuovo ed i limiti rispetto ad un genere diventano sempre più sottili ma la curiosità della sperimentazione e del mettersi alla prova ti spinge a voler darti alla musica completamente. Chi ne cura gli arrangiamenti? Io stessa mi occupo degli arrangiamenti o della composizione nel caso degli inediti, tuttavia trovandomi a collaborare con eccezionali musicisti voglio assolutamente che chiunque si senta libero di esprimere creatività dando un contributo che rende tutto molto appassionante. La partecipazione ad “Amici” nel 2004 cosa ti ha portato? Ripeteresti questa esperienza? La partecipazione ad “Amici” è stata un’esperienza tanto importante da un punta di vista umano quanto illuminante da un punto di vista musicale.. .infatti dopo questa esperienza ho lasciato la musica per 5 anni. Quando cresci con una concezione della musica e del contesto musicale non sempre si è disposti a “snaturalizzare” la propria essenza. Oggi rifarei un talent soltanto per utilizzarlo come vetrina ma credo che l’arte non dovrebbe mai essere una piattaforma sulla quale essere in gara ma dove trovare reciprocità negli stimoli e condivisione.

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Oltre ad essere una bravissima insegnante di musica, a cosa ti stai lavorando attualmente? Al momento sto lavorando alla realizzazione di due dischi. Uno che ha come scopo fotografare quello che sono adesso e tutta la musica che mi ha attraversata sintetizzata in riarrangiamenti di brani della tradizione jazzistica visti dal mio punto di vista ed è un disco dove mi occupo personalmente degli arrangiamenti, dove oltre a cantare suono pianoforte e tastiere. Indispensabile la collaborazione del mio papà che si sta occupando delle registrazioni in studio, di Luca Trentacoste che oltre ad essere mio fratello è un batterista eclettico che riesce a prolungare la mia immaginazione e Riccardo Lo Bue che è un contrabbassista ed un uomo che stimo infinitamente. Il disco prevederà la collaborazione di altri musicisti strepitosi, ma questa sarà una sorpresa! Il secondo disco lo sto realizzando con la supervisione Lino Costa, eccezionale ed originale chitarrista e videomaker fantasioso ed appassionato e Riccardo Lo Bue. Disco di inediti in italiano concepiti con sonorità semplici ed intensamente acustiche che si contraddistinguono in raffinatezza ed eleganza.

Come è stato l ‘esperienza di vocal coach al reality “Vota la voce”? Amo i bambini e lavorare con loro! Con i bimbi devi sempre reinventare i metodi didattici per fargli percepire ogni informazione. La televisione ha dei tempi tecnici e delle modalità che purtroppo non consentono, ad un’insegnante prolissa come me, di Quali progetti hai per il futuro? trasmettere tutte le cose che avrei voluto. Il mio progetto è quello di promuovere la mia musica ed il mio modo di reiventare, vorrei che non fiHai cantato insieme ai Supernova Sound e nisse mai la sete di conoscenza e l’entusiasmo degli Seven steps. Come mai hai poi deciso di in- incontri pazzeschi che si fanno grazie alla musica! traprendere la carriera musicale da solista? Vorrei trasmette il mio amore per la musica agli alSono convinta che ogni cantante solista dovrebbe lievi in modo da formare musicisti sempre più apsaper cantare in coro! Immaginate un violinista che passionati e ricchi di personalità. non è in grado di suonare in orchestra… Il coro, sebbene formato da più voci, ha una sola voce. La Alla fine di ogni intervista faccio sempre una musica è condivisione e capacità d’ascolto e il coro domanda ovvero chiedo qualcosa in escluinsegna a misurarsi nel rispetto di sé e degli altri. siva, un segreto che non hai mai rivelato e Fai un passo avanti quando esiste uno spazio per che oggi, tramite Postillare confidi a tutti. te e ne fai uno indietro per dard spazio ad altri. Poi Non saprei veramente… forse non ho mai confidato credo che solistri ci si nasca. a nessuno che quando scrivo un testo succede sempre qualcosa di magico per cui poi si realizza nella Parlaci della tua esperienza lavorata con mia vita ciò che ho scritto… come se fosse un sogno la cantante israeliana Noa. premonitore! Quindi credo che scriverò una canUna di quelle esperienze che conservi tra le cose zone sulla lotteria appena terminata l’intervista. preziose della vita! Da ragazzina studiavo con i suoi dischi in sottofondo e poi mi sono ritrovata sul Potresti salutare tutti i lettori di Postillare? palco di uno dei teatri più belli al mondo con lei. Buona musica a tutti ed un sonorissimo bacio a te Noa è stata un grandissimo esempio di professiona- ed ai lettori. lità che però non celava la grandissima passione! 39


Rubrica psicologica | di Pietro Ganci

The Order. La psicologia e l'ordine sociale nel 1886 Il 1886 ricorda l’era delle grandi rivoluzioni in ambito letterario, scientifico e industriale. Sigmund Freud in quegli anni iniziò gli studi e le modalità di cura dell’isteria attraverso l’ipnosi e l’interpretazione dei sogni; il medico britannico Edward Bach sfrutta i principi della floriterapia con la terapia dei fiori di Bach, una cura alternativa alla medicina tradizionale; il teologo e intellettuale Henry James scrisse più di venti romanzi e centinaia di racconti brevi e novelle, saggi di critica letteraria, letteratura di viaggio e opere teatrali; lo scienziato William Horatio Bates dimostrò in maniera sperimentale che la fissazione normale dell’occhio è centrale ma mai stazionaria, e la tecnica sviluppata da lui per il trattamento della vista imperfetta, senza ricorrere agli occhiali, venne basata su questo principio. Erano anche gli anni dell’Impressionismo, movimento artistico nato qualche decennio prima, e durato fino ai primi del Novecento, movimento nato dalle precedenti esperienze del Romanticismo e del Realismo, che si interessavano soprattutto della rappresentazione della realtà quotidiana. Ma rispetto a questi, l’Impressionismo non ne condivide l’impegno ideologico o politico ma si occupa prevalentemente dei lati gradevoli della società del tempo. Maggiori esponenti furono artisti come Manet,

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Monet, Degas e Renoir. Inoltre, in ambito psicologico è necessario menzionare Frederic William Henry Myers che con la sua opera “Human Personality and its Survival of Bodily Death” indaga sui poteri di quello che lui chiama “Sé Subliminale”, che definisce come un “IO reale”, un immenso organismo psichico del quale la coscienza ordinaria è solo una minima parte e i cosiddetti poteri paranormali sono i normali canali di percepire il mondo.


The Order 1886 è ambientato proprio in questo periodo. Una disgrazia immane si è abbattuta sulla Terra centinaia di anni fa, in una Londra tra la fine del VII secolo e l’inizio dell’VIII dove la specie umana ha cominciato a mutare geneticamente dividendosi in due generi distinti così che alcuni individui hanno perso la loro parte umana diventando qualcosa di ignoto e sconosciuto, dai tratti animaleschi. Un nuovo Ordine sta nascendo sotto il comando di Arthur Galahad (Re Artù), un uomo coraggioso che ha deciso di porre fine alla devastazione. Ma l’inizio non è facile in quanto pur riuscendo a mettere insieme un manipolo di uomini (i Cavalieri della Tavola Ronda), Artù si rende conto che per contrastare i mutanti serve qualcosa di più. E mentre Arthur invecchia con grande lentezza, il mondo attorno a lui cambia, muta forma, le persone a lui care muoiono e l’uomo, oltre alle cicatrici di guerra porta in sé anche quelle di una vita passata a combattere contro i fantasmi dei ricordi ormai sempre più evanescenti; la percezione del mondo è ormai artefatta e ricorda la crisi di una società ai giorni nostri. Con una Playstation4 finalmente NexGen che descrive in qualità cinematografica tutta la narrazione di questo titolo e nuova IP, la distorsione dei metalli con armi da fuoco, effetti particellari in tempo reale ci accompagnano lungo questa nuova esperienza cinematografica sull’esibita grandezza architettonica dell’epoca vittoriana, nobile e altezzosa, ma al contempo incapace di nascondere le cicatrici di un inumano progresso industriale. Si innestano, inoltre, le fascinazioni della storia alternativa; le ombre ucroniche dei dirigibili si stendono tra le nuvole di un cielo sempre opaco e le meraviglie della tecnica, costruite dal brillante Nikola Tesla, diventano stravaganti marchingegni elettrici e armi rivoluzionarie.

Conclusione: la natura della nostra società è ormai esclusivamente economica e tecnica e tende ad escludere progressivamente l’essere umano dalla possibilità di essere lui stesso l’artefice del suo destino, senza subire passivamente le conseguenze di un apparato artificiale ed eccessivamente complesso. L’ordine, oggi assente, vissuto nel titolo Sony e costantemente avvertito nei confronti della nostra società è ormai totalmente sfuggito alle sue capacità di controllo; sarà forse la paura di un’introspezione personale, che il titolo di Ready at Dawn di Sony ha suscitato nella società videoludica esistente?

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di Fabiana Schisa

Jonathan, il “ragazzo farfalla” commuove il mondo (e me) In questo post vorrei scrivere della storia di Jonathan, che molti di voi conoscono come “ragazzo farfalla”, perché ultimamente si è molto parlato di lui in questi termini. Jonathan è un ragazzo canadese e la sua carta d’identità ci dice che ha 14 anni, ma mentalmente è molto più maturo di tanti ragazzi della sua età: sin da bambino si trova a lottare contro la Epidermolisi Bollosa, una rara malattia genetica che colpisce 1 persona su 17mila. La pelle di Jonathan è delicatissima, traumi o sfregamenti anche di lieve intensità possono causare la formazione di vesciche e lo scollamento della cute e delle mucose. I bambini che soffrono di questa malattia vengono chiamati “ragazzi farfalla” proprio perché la loro pelle è delicata come le ali di un lepidottero. La vita di Jonathan non è come quella dei suoi coetanei: un giorno sì e un giorno no, con l’aiuto della sua fantastica madre, questo ragazzo è costretto a farsi un bagno particolare che lavi via le ferite, di modo tale da non contrarre infezioni. Per Jonathan questo è un processo molto doloroso: deve togliersi le bende prima di entrare in acqua e rimetterle appena ne esce, patendo la sofferenza che dura circa tre ore. Sulla storia di questo ragazzo è stato girato un documentario, mandato in onda dalla Tsn, che mostra quanto la vita di Jonathan sia diversa rispetto a quella di tanti altri ragazzi della sua età. Ho deciso di vedere questo documentario in lingua originale, perché la situazione mi ha particolarmente colpito: quando penso ad un ragazzo di 14 anni, lo immagino intento a giocare a pallone con gli amici o alle prese con le prime cotte delle età. Quando penso ad un ragazzo di 14 anni lo figuro avanti a me come sano, senza limitazioni fisiche di alcun tipo, ed è chiaro che la mia è una visione nor-

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male, ma non del tutto realistica, perché ci sono ragazzi come Jonathan che ogni giorno devono combattere contro malattie che sono più grandi di loro. Più grandi di qualsiasi persona. Ed è giusto parlarne. Si deve parlare di loro e li si deve conoscere, per renderci conto di quanto non sia scontato avere una vita “normale”. Quanti di noi si lamentano del superfluo? Quanti di noi piagnucolano al minimo dolore? Quanti di noi spesso si sentono stanchi perché la vita è troppo “monotona”? Passiamo il nostro tempo a soffermarci su chi sta meglio di noi, e questo va bene se serve a migliorare noi stessi, ma quasi mai ci voltiamo alle nostre spalle per riflettere anche su chi tante fortune non le ha mai avute. E con la parola “fortune” non mi riferisco a una montagna di soldi o a uno yacht privato, ma a cose che diamo per scontate e che per tanti non lo sono: una passeggiata sulla spiaggia, una corsa in bicicletta, un momento di relax dopo una lunga giornata di lavoro. Quelle piccole cose che a noi sembrano banali, ma che non lo sono affatto per ragazzi come Jonathan. A un certo punto, durante l’intervista, il giornalista gli chiede quale sia il suo sogno più grande e lui risponde che sin da bambino desidera diventare un giocatore professionista di hockey.


Quando lo dice, gli brillano gli occhi, ma dietro quel luccichio c’è la consapevolezza che è un sogno che non riuscirà mai ad avverare: non perché non vuole, ma perché il proprio corpo glielo impedisce. E tu lo vedi così: un ragazzo che ha messo da parte il suo più grande sogno e che vorrebbe solo avere una vita normale. Una vita normale, che noi vediamo come dovuta ma che non lo è e ce ne si rende conto di questa cosa, quando a un certo punto, durante l’intervista, Jonathan afferma che: «Le grandi cose non arrivano mai facilmente, ma se lo fai con tutto il tuo cuore, tutto è possibile». Ognuno di noi ha così tante cose da imparare da ragazzi come lui: in primis che la vita, signori miei, è un dono. Un dono del Signore per chi crede, un dono da parte di un’entità non identificata o del fato per chi non crede, ma è sicuramente un dono che non va sprecato mai.

Spazio Cultura Libreria Macaione

Se Jonathan riesce ad essere felice nonostante tutte le difficoltà che incontra quotidianamente, ognuno di noi può mettere da parte i problemi che ha, smettere di lamentarsi inutilmente e vivere. Semplicemente vivere.

Mercoledì 20 maggio alle orte 17:30, a Spazio Cultura Libreria Macaione Via Marchese di Villabianca, 102 Palermo, incontro con lo scrittore Emilio Paolo Taormina.

Anna Maria Bonfiglio e Nicola Romano presenteranno i suoi due ultimi volumi: Le regole della rosa (poesia), Edizioni del Foglio Clandestino, 2014 Inchiostro (racconto), Edizioni del Foglio Clandestino, 2010 Introduzione e letture a cura di Daìta Martinez

Via M.se di Villabianca 102 Palermo Tel 091 6257426

Nato a Palermo nel 1938, Emilio Paolo Taormina è scrittore di poesia e prosa. Il suo linguaggio raffinato e malinconico affronta, con elevata sensibilità creativa, la parola della narrazione moderna e innovativa. Ha curato un'attività commerciale con «La Boutique della musica», specializzata in musica rock, folk, blues, jazz e nuove tendenze. Nel 2014, nell’ambito del IV Premio di poesia "Arte d'amare", gli è stato conferito il Premio speciale della Giuria per l'«impegno letterario». Sue poesie sono presenti in antologie, riviste italiane e internazionali. E' stato tradotto in spagnolo, portoghese, francese, inglese, russo, albanese, croato e tedesco. 43


Ricetta| di NaturalSicilia.it

Quadrotti di mandorle all'arancia

Lavate bene le arance, togliete loro la buccia e rimuovete da questa la porzione bianca. Tagliuzzate dunque la scorza in modo da ottenere tanti filetti. Metteteli in un contenitore con dell’acqua fredda e lì lasciateli immersi per due giorni sostituendo l’acqua più volte con dell’altra fresca. Togliete le scorzette dall’acqua e strizzatele, ponetele in una padella con il fruttosio. Impostate una fiamma debole e lasciate in cottura per una Ingredienti per 2/3 porzioni: • 2 – 3 arance • 200 g di fruttosio • 100 g di mandorle spellate Consiglio Nutrizionale La ricetta originale prevede il miele anziché il fruttosio, l’uso di quest’ultimo si è rivelato un ottimo compromesso per garantire un buon gusto e abbattere con decisione le calorie conferite dall’apporto del miele.

mezzora circa mescolando con energia. Contemporaneamente tagliate le mandorle a pezzetti e date loro una leggera cottura al forno a 180°C circa. Aggiungete i pezzetti di mandorla tostati alle scorzette in padella, amalgamate per bene il tutto e ancora caldo versate su una lastra di marmo o in un vassoio di acciaio. Spianate l’impasto con una grossa spatola o coltello. Una volta freddo ricavate da questo dei quadrotti.


Cinema

Leviathan


Intervista a | di Debora Collotta

Conosciamo “I soldi spicci” Grazie a Postillare ho l’immenso piacere di intervistare I Soldi Spicci: la coppia comica palermitana più amata in questa era di network, composta da Claudio Casisa & Annandrea Vitrano. Personalmente vi ho conosciuti al Palab come presentatori del tAAAc e la vostra simpatia mi ha fatto ridere, con le lacrime! Confesso che ogni mattina, mentre faccio colazione, guardo la vostra pagina facebook per vedere se è presente un video nuovo, la giornata inizia meglio! So che siete occupatissimi e vi ringrazio di aver accettato una mia intervista ( che prometto è breve e semplice!). Prima di tutto: Come vi siete conosciuti? All’Agricantus, teatro palermitano che adesso è casa nostra, durante un corso di teatro, tre anni fa. Vi trovate meglio quando interpretate “I fratelli” o una coppia di fidanzati? I fidanzati sono sicuramente il contenitore che ci permette di avere delle libertà che i fratelli (anche se siamo tanto affezionati a loro) non possono tosto il pensiero che dietro quelle camere ci fossero darci. 2 milioni di persone. Eravamo agitati. Anna era acconciata come se Annandrea che cosa ti piace di più di Claudio? fosse una donna di quarant’anni, Claudio truccato Il suo carisma. Quando entra in una stanza, quella in maniera eccessiva, quando ci siamo rivisti da si illumina. casa eravamo imbarazzati ma felici di essere riusciti comunque a superare la prima puntata! Claudio cosa ti piace di Annandrea? La sua determinazione ed in più è l’unica donna Perché non fare un film? che oltre ad avermi conquistato per la sua bellezza Perché non è semplice come sembra! mi ha conquistato con la mia stessa arma segreta È il nostro obiettivo, con i giusti tempi arriverà …. Mi fa ridere come nessun altro! anche lui! Raccontateci un aneddoto dietro le quinte! Lasciamo la porta dei camerini aperta per sentire il rumore del pubblico che entrando, riempie la platea!

Alla fine di ogni rivista, noi di Postillare, facciamo sempre una solita domanda, ovvero chiediamo qualcosa in esclusiva ( un desiderio, una paura), che non avete mai svelato e che confidate solo a noi ( e da Prima di ogni spettacolo siete agitati o questo momento a tutti coloro che leggetranquilli? ranno). Sempre fortemente emozionati! Un segreto l’uno o comune! Anna: Sono onicofagica da 26 anni. Non ho mai Che emozioni avete provato la prima volta smesso. Non riesco a smettere!!!! a Colorado? Claudio: Ho la fobia degli scarafaggi. È stata una grande esperienza per la nostra coppia artistica, l’emozione più grande non è stata esibirsi Un saluto per gli amici di Postillare davanti al pubblico live della trasmissione ma piut- CIAO! VABBè! 46


di Giuseppe Catanzaro

Il Cimitero acattolico dell’Acquasanta Da un ingresso monumentale, in Via Simone Gulì, un tempo via Acquasanta 21, si accede nel vecchio Cimitero degli Inglesi. La prima attenzione va al cornicione sul portone d’ingresso, fatto di pietra della contrada Portella di Mare, sul portale vi è scolpito il Genio della Salute (con un’ala spezzata) mentre tiene in mano le insegne regali e ha accanto un’aquila e una cornucopia, ma il tempo e l’incurie l’hanno deteriorata. Per essere un cimitero, entrando l’atmosfera è affascinante, anche se il luogo versa in un avanzato stato di abbandono, infatti, le

piante tipiche della macchia mediterranea crescono fra le erbacce, difficili da estirpare, anche se mi viene detto essere state recise da poco tempo. Fra le erbacce, vi sono anche molti alberi spontanei di tipo infestante e alcuni spuntano fra le lapidi spezzate delle tombe. I morti tumulati in questo cimitero, in parte, appartengono a facoltose famiglie inglesi residenti nella città e naviganti che ammalati venivano a morire nel porto di Palermo. Il vecchio cimitero fu lazzaretto dal

1771 fino al 1787, anno in cui iniziano le tumulazioni. La sorte di questo cimitero è stata segnata dalla decadenza dei facoltosi casati inglesi e tra la fine del ‘800 e gli inizi del ‘900, viene ceduto al comune che lo affida a un custode, ma nel 1930 lo vende allo stesso, che è il giardiniere del Cimi-

tero dei Rotoli. Il declino del cimitero comincia nel 1885, quando per costruire la Regia Manifattura Tabacchi viene alzato un muro che distrutte molte tombe, mentre un altro lotto è inglobato nei muri perimetrali dei cantieri navali di Palermo. I morti di questo cimitero continuano a non avere pace, infatti, alla fine degli anni novanta viene usato come Pub estivo, dal nome esoterico; “Cimitero Pub”. Finalmente dopo svariate proteste, nel 1999, gli edifici e i sepolcri sono stati riconosciuti come beni d’interesse storico artistico. 47


Rubrica psicologica | di Valentina Ventrella

Paura della paura: cosa è un attacco di panico Un attacco di panico è un’improvvisa ed intensa manifestazione di ansia che assale l’individuo inaspettatamente, durante il quale presenta almeno quattro tra i seguenti sintomi: palpitazioni, capogiri, sudorazione eccessiva, tachicardia, sensazione di soffocamento, tremore, brividi, dolore al petto. Tali manifestazioni sono accompagnati dalla paura di avere un’infarto o di soffocare. Gli attacchi di panico si possono manifestare nelle situazioni più disparate, ad esempio durante il pranzo con la famiglia; mentre l’individuo guarda la tv, comodamente a casa; sotto la doccia.

Se il disturbo da attacco di panico è presente da tanto tempo, quest’ultimo tende ad acutizzarsi e l’individuo tende ad avvertire i seguenti sintomi: vertigini, tachicardia, fame d’aria, tremolio alle mani e alle gambe, offuscamento della vista, mal di testa. La tachicardia, provoca intensa paura e, per tutta la durata della crisi, l’individuo con attacco di panico, sente che sta per morire di infarto. Di solito, durante la crisi chiede aiuto alla moglie o al marito, o ad una persona di fiducia. In alcuni casi si possono manifestare anche più volte al giorno.

Ciascun individuo può avere sperimentato nella vita un singolo attacco di panico, durante un periodo particolarmente stressante. L’8% di coloro che si rivolgono alle strutture di pronto soccorso presentano attacco di panico.

A volte, tali manifestazioni di ansia, si possono presentare, durante le ore notturne: “mi sono svegliato improvvisamente di notte in uno stato di profonda agitazione ed ho cominciato a sudare; sentivo il cuore battere all’impazzata, quasi che volesse scoppiare; mi mancava il respiro ed ero Tuttavia, si parla di Disturbo da attacco di panico sicuro che sarei morto. E’ stato terribile. E’ terribile soltanto quando si presenta ripetutamente ed ina- provare nuovamente quella sensazione che avevo spettatamente e l’individuo teme di avere altri attac- sperimentato da ragazzo”. chi, pertanto le sue abitudini di vita sono alterate da questo timore. L’individuo percepisce che la sua Il Disturbo da attacco di panico viene spiegato atvita è profondamente compromessa dall’attacco di traverso il modello di “paura della paura”, secondo panico e di conseguenza la modifica; ad esempio: cui l’individuo che ha avuto un’attacco di panico è fa la doccia solo se è presente qualcuno in casa; particolarmente attento ai segnali del proprio corpo smette di guidare; esce solo se accompagnato da e interpreta tali segnali come segno di un’ulteriore una persona fidata. attacco, tale da innescarlo realmente. In altre parole, la paura che l’individuo ha di vivere un altro attacco di panico lo portano ad interpretare erroneamente i segnali del proprio corpo e si innesca un attacco di panico vero e proprio. Tali individui si sentono spesso dire che non hanno nulla e che deve superare gli attacchi di panico con la loro volontà per cui, tendono a minimizzare o nascondere il problema di fronte agli estranei, e spesso si rivolgono ad uno psicoterapeuta soltanto quando si rendono conto di non avere più alternative. Quando l’attacco di panico è tale da compromettere la propria vita, è utile richiedere l’aiuto di un professionista. Dott.sa Valentina Ventrella Psicologo e Psicoterapeuta www.psicologoapalermo.it ventrella@live.it 48


Cinema

Il racconto dei racconti


Dal blog nonpuoesserevero | di Gilda Serafini

Sette cose che ho imparato "Porta pazienza". Questa frase me la ripeto spesso in questo periodo che è tutto fuorchè allegro. C'è stato un periodo in cui la mia vita ruotava intorno al pessimismo cosmico, ma roba che Leopardi in confronto a me era un giovanotto allegro. Poi ho deciso che comunque andava, bisognava affrontare le cose in un altro modo, provando a sorridere, provando a coglierne il lato positivo. In quest'ultimo mese e mezzo ho capito delle cose che ancora mi sfuggivano e, strano ma vero, le ho capite affrontando qualcosa che per me è molto doloroso, ovvero la malattia di Cane Nero. So che molti penseranno che è ridicolo, in fondo è solo un cane. Ma no, per me non è solo un cane, è parte integrante della mia famiglia. E un domani, quando non ci sarà più, la ringrazierò per avermi, in qualche modo, aperto gli occhi. Ho imparato che tutti piangono e non sono (siete) l'unica (gli unici). ho visto piangere mio padre e Fidanzato, quando l'oncologo ci ha detto che per Cane Nero non c'erano speranze. Sono due persone che non piangono mai, due persone molto forti che hanno affrontato cose probabilmente più gravi, due persone che io ammiro molto per come affrontano la vita. Le emozioni, anche quelle negative, colpiscono tutti, nessuno ne è immune. E pensare che non siamo gli unici al mondo a soffrire per qualcosa, può aiutarci. E non perchè mal comune mezzo gaudio. Sarà capitato a tutti di pensare che siamo gli unici a stare male per qualcosa e che gli altri… beh, gli altri sono sempre felici, non vedi? No, non vedo perchè non è così.

gere determinate situazioni. Cane Nero dipende in tutto e per tutto da me. Non cammina, le va somministrata la terapia, va pulita più volte al giorno, le va cambiato il pannolino. Se piange durante la notte bisogna svegliarsi e risolvere il problema - qualunque esso sia. Bisogna farle credere che lei può ancora camminare, anche se sarebbe più facile prenderla in braccio e basta, quindi bisogna reggerla e darle l'impressione di essere indipendente. E quando proprio non ce la fa, bisogna caricarla in braccio e poco importa se pesa più di venti kg. Se lo sto facendo per lei, un domani potrò farlo anche per qualcun altro. Se la necessità di dormire dieci ore a notte rappresentava un grosso limite per me, adesso so che non Ho imparato a osservare gli altri più atten- lo è più. Lo stesso vale per tante altre cose. tamente. perchè se anche gli altri piangono magari hanno Ho imparato che gli amici possono sopporanche loro qualcosa che non va e forse, chi lo sa, tare cose che non avremmo mai pensato e potrei aiutarli a superare il loro problema o quanto dovremmo fare lo stesso per loro. Ho un'amica che viene spesso a trovarmi perchè sa meno a renderlo meno pesante. che non posso stare fuori troppo a lungo anche se E questo vale per tutti. abita dall'altra parte della città, che mi assiste Ho imparato che i limiti che pensiamo di quando devo sistemare Cane Nero, che non si impressiona davanti a un pannolino sporco. E lo fa avere, in realtà non esistono. pensavo che non sarei mai riuscita a occuparmi di per me. E gliene sono immensamente grata perchè qualcuno, che non avrei mai avuto la forza di reg- non mi fa sentire mai sola.

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Ho altri amici che mi scrivono tutti i giorni per sapere come sto, per sapere come sta Cane Nero e per dirmi di non perdere mai la speranza. E non li ringrazierò mai abbastanza.

grafo da Little Tony alla fine di un suo concerto a cui sono stata portata con la forza(e, per la cronaca, Little Tony ha chiuso la sessione di autografi quando era il suo turno, quindi niente autografo).

Ho imparato che non si deve mai dire "i tuoi problemi sono meno gravi dei miei". Qualcuno me l'ha detto. Perchè Cane Nero è solo un cane e ci sono persone che stanno passando le stesse cose con una mamma, un marito, un fratello. Ed è peggio. Adesso il mio problema, quello che mi fa stare male è questo. L'ho provato anche io sulla mia pelle cosa vuol dire veder spegnere una persona per cui avrei dato la mia vita. E i due dolori non possono essere messi a paragone, anche se li ha provati la stessa persona - ovvero io. Avevo dieci anni di meno e ho affrontato la cosa in un modo che adesso non sarebbe lo stesso. Se una persona sta male per qualcosa bisogna rispettare il suo dolore e non paragonarlo ad altri, non dirle "ma io sto peggio" perchè nessuno può mai davvero capire fino in fondo cosa prova quella persona, cosa c'è nel suo vissuto.

Ho imparato che non bisogna arrendersi mai. Cane Nero, nonostante tutto, non si è arresa. "Ha il cuore forte" mi hanno detto. Lei ci prova, insiste, ci riprova, fino allo sfinimento. E noi con lei. Nonostante le docce fredde, non ci siamo arresi. E combattiamo. E la stessa voglia di non arrendersi l'ho messa anche in tutto il resto. Perchè la speranza è l'ultima a morire. E la vita va avanti, nonostante tutto. www.nonpuoesserevero.blogspot.it www.facebook.com/nonpuoessereveroo

Ho imparato che anche in un periodo triste si può trovare qualcosa per cui essere felici. Mia madre che sta portando avanti un progetto in cui crede molto e che la rende felice per esempio. E io sono felice per lei. O il mio amico che si sposa a Luglio: ogni volta che ci penso mi si riempie il cuore perchè se sette anni fa me lo avessero detto, non ci avrei mai creduto. E sono felice anche se non mi fa fare la damigella che sparge i petali. E gli voglio bene anche se ho dovuto aspettare per ore che si facesse fare l'auto-

?

Lo sapevi che…

Per legge, le strade interstatali degli Stati Uniti hanno almeno un miglio rettilineo ogni 5. Questi rettilinei possono essere utili come piste di atterraggio in casi di emergenza o in guerra.

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Cinema

Rigoletto a Mantova


Pensiero del mese | di Fabiana Schisa

E voi, avete mai provato ad immaginarlo? Immaginate di essere un/a ragazzo/a che frequenta l'università. Siete in aula, a seguire un qualsiasi corso. È un giorno normale, come tanti altri. Sì, un giorno normale, almeno finché, improvvisamente, qualcuno irrompe in aula ed inizia a sparare e uccidere i vostri colleghi studenti: così, senza un motivo apparente. Il terrore invade ogni singola parte del vostro corpo e scappate. L'unica preoccupazione che vi resta è la ricerca di una via di fuga, ma tutto intorno a voi ci sono persone che continuano a sparare. Cosa sta succedendo? Non c'è abbastanza tempo per pensare e continuate a correre, cercando un rifugio: c'è gente morta dappertutto e sangue sparso ovunque. Qualcuno è stato trucidato e decapito. Correte. Correte. Correte ancora. Siete sfiniti, ma non vi fermate. Correte, finché, ad un certo punto, una terribile verità vi attanaglia il cuore: siete circondati da tante persone armate. Non avete scampo. Una di loro vi punta un grilletto alla fronte. Vi chiedete perché stia succedendo tutto questo, che cosa possiate avere fatto per far arrabbiare chi avete di fronte: e vi passa la vostra vita avanti agli occhi. Pensate a vostra madre, che non vi vedrà tornare a casa. Ai vostri fratelli, coi quali non giocherete mai più. A quel lavoro a cui aspiravate, che non potrete mai svolgere. Tutto dura pochi istanti. Poi, la persona che avete di fronte preme il grilletto: e vi uccide. Stop. Fine della corsa. Potrebbe essere una storia tratta da un romanzo, vero? E anche di grande impatto.

E invece, è tutto reale. È accaduto qualche giorno fa, in un'università in Kenya, dove un gruppo di estremisti jihadisti ha deciso che andavano fatte le pulizie di primavera. 147 le vittime: trucidate a sangue freddo come nei peggiori film horror. Ognuna di quelle persone aveva dei sogni nel cassetto, delle aspirazioni, degli ideali. C'era Leah N Wanfula, 21 anni, che era il primo di nove fratelli ad essere andato all'Università, per la gioia di tutta la famiglia. C'era anche Gideon Kirui, la cui famiglia aveva risparmiato per una vita intera i soldi per mandare la propria figlia all'università. E ancora Selpher Wandia, 21 anni, il cui più grande sogno era quello di diventare insegnante. Cosa resta di tutte quelle persone? Macerie. Sogni spazzati via. Figli tolti alle famiglie e tanto dolore. Non voglio infangare la memoria di queste persone parlando di politica. Non voglio nemmeno commentare quanto sia insensato uccidere altre persone in nome di un ipotetico Dio. Tanto meno voglio toccare il tasto dolente dell'incuranza dei mass media, che attribuiscono ad alcune morti un'importanza maggiore rispetto ad altre. Voglio solo che TUTTI VOI riflettiate. E che vi informiate. Perché non si può, non si deve assolutamente permettere alla violenza di prendere il sopravvento. Né ora, né mai. Fabiana Schisa © All Rights Reserved www.nonpuoesserevero.blogspot.it www.facebook.com/nonpuoessereveroo

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Intervista a | di Debora Collotta

Conosciamo il Mago Plip Ho sempre adorato i maghi! Ero una bambina curiosissima, però quando i maghi entravano in azione mi limitavo a guardarli affascinata ( lo faccio ancora adesso) senza pensare che sotto c’era il trucco! Caro Mago Plip, come è iniziato questo viaggio nella e con la magia? il mio viaggio nella magia è iniziato più di quindici anni fa nella stessa identica maniera con la quale un palermitano possa prendere un autobus dell’Amat senza obliterare il biglietto, nel senso che è stato rischioso. Uno, perché quando ho iniziato non ero un mago vero e proprio, capace di chissà quali grandi abilità ma ero poco più di un animatore, due, perché essendomi avventurato nel mondo della magia senza avere mai frequentato corsi o scuole del settore, questo poteva pregiudicare il mio percorso. Invece la miscela che ho saputo affinare tra magia e cabaret è stata la mia fortuna e mi ha portato a calcare nel tempo tantissimi palchi. Nel 2006, anno in cui gli azzurri vinsero i mondiali di calcio, lasciai definitamente il mondo dell’animazione turistica per cominciare questo percorso nuovo ed emozionante che nel giro di pochi anni mi ha fatto assaporare anche il mondo televisivo, realizzando passaggi in Rai ed in molte emittenti regionali. Ho capito sin da subito che la gente voleva divertirsi e ridere tanto, quindi, amando il cabaret, ho costruito uno show dove la comicità era il prezioso ingrediente capace di amalgamare stupore, interazione con il pubblico e gags di ogni tipo.

Sei più di un mago, sei un mago simpaticissimo! Cosa fa più ridere alla gente? Ciò che fa ridere di più alla gente è il mio modo di relazionarmi con loro. Per me il pubblico è la parte più importante del mio spettacolo. Non sto facendo la solita retorica ma sto dicendo la verità; senza di loro non potrei fare spettacolo. Il 70% dei miei numeri è fatto con il pubblico che viene agli spettacoli, gente che coinvolgo al momento, scegliendola accuratamente, riuscendo a sfruttare al massimo ogni piccola sfumatura del loro viso, del modo in cui ridono e assistono allo spettacolo. Gioco tanto con loro e questo è ciò che gradiscono di più. Qual è stato lo spettacolo nel quale anche tu ti sei divertito di più? Nel mio percorso artistico ho fatto centinaia di spettacoli, dai più piccoli ai più grandi ed importanti, affiancando personaggi illustri della televisione e del teatro. Ma non c’è uno spettacolo dove io mi sia divertito di più, proprio perché in ogni esibizione io sono il primo a divertirmi. Solo cosi la gente può davvero lasciarsi andare e divertirsi di conseguenza.

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Ti piace fare più intrattenere gli adulti o i bambini? Ho iniziato a fare spettacoli circa 15 anni fa e proprio agli esordi il mio pubblico era composto da bambini. L’ho fatto per parecchio tempo, ma poi mi accorsi che ai miei spettacoli per piccini il pubblico adulto che li accompagnava si divertiva tantissimo e allora ebbi la bella intuizione di scrivere un repertorio adatto a loro. Qua ci fu la svolta che ancora oggi mi permette di divertire platee di ogni tipo ed età. Quali sono le maggiori soddisfazioni che fino ad ora hai ottenuto? Le soddisfazioni più grandi sono sempre quelle che ti regala la gente quando viene a vedere un tuo show. I complimenti, i ringraziamenti e quant’altro venga fuori dal cuore della gente è ciò che mi spinge a credere sempre di andare avanti e a non mollare mai, anche quando i tempi e questa nostra terra non sono spesso clementi con te e l’arte che svolgi. L’arte, qualsiasi essa sia, è fonte di vita e pertanto un artista non deve abbandonarla mai. Quali i prossimi obiettivi? Tra gli obiettivi a breve termine ci sono i miei spettacoli che farò nell’estate che sta per arrivare in giro per la Sicilia. A lungo termine invece ci sono gli impegni con Convento Cabaret, la famosa trasmissione in onda su TGS che vede all’opera diversi comici del calibro di Matranga e Minafò, Stefano Piazza, Antonio Pandolfo, Marco Manera, Roberto Lipari e tanti altri bravissimi comici emergenti. Chi è il tuo mago preferito? Potrei ricordare tantissimi nomi che hanno reso celebre la magia e nel caso mio, la magia comica nel mondo ma per molti dei lettori sarebbero perfetti sconosciuti. Sicuramente mi piacciono molto i maghi di oltreoceano per il loro spiccato senso dell’humour e per la loro creatività ma anche l’Europa non è da meno.

Alla fine di ogni intervista faccio sempre una solita domanda. Chiedo qualcosa in esclusiva, che non hai mai rivelato a nessuno e che oggi confidi a tutti! Un saluto ai lettori. Bella questa domanda… quanto mi dai??? Ahahhahaha, un abbraccio a tutta la redazione di Postillare, vi ricordo di visitare la mia pagina ufficiale su Facebook “Mago Plip” all’interno della quale troverete post sui miei spettacoli ( foto, video e date in teatro) inoltre potete divertirvi vedendo tutti i VIDEOPLIP, divertenti minuti di comicità realizzati del sottoscritto. A presto.

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Il Vangelo

La foto

del mese 56

viene l'ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Donna pavone - Foto di kikka

16 Maggio 2015 | Dal Vangelo secondo Giovanni a 16, 23-28. In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma


La bacheca | Annunci, humor, aforismi, poesie

Cos’è mantenere la parola, se non il rispetto della propria persona. Perché le menzogne non sono torti verso altri, ma è la tua dignità che in verità maltratti. Tornate o tempi della stretta di mano, dove a nulla valeva l’opera dello scrivano. Allora voi tutti, non buttate le parole al vento, di fronte ad un fare andate fieri dicendo: - “Cadesse il mondo di fatto mantengo, quel che io dissi …. Ho assunto UN IMPEGNO”. Julian K.

Con la mente e con il cuore Fiera un tempo son stata rivelata al mondo per la mia dote innata. Agile, forte, coraggiosa e dall’ animo silente, donna e sportiva con un cuor che non mente. Avversarie temibili ho guardato nel profondo, mentre nelle loro pupille un fuoco ardeva violento. Un fuoco sconosciuto a chi non lotta per vincere, ma allo scaltro avversario ama spesso soccombere. E ora che i miei biondi capelli son diventati canuti, nel sentiero dei ricordi ricompio i passi perduti. Osservo le mie mani consunte, insensibili al gioco, ma per sempre nei miei occhi arderà l’ antico fuoco.

Mariano Ciarletta & Maurizia Cacciatori

IMPEGNO

Paolo Caizzo Mie poesie che vanno dal periodo post-adolescenziale fino a periodi più recenti.Gli argomenti maggiormente trattati sono tipici di quella nostra parte di vita,senza tralasciare il sociale come, ad esempio, solitudine,droga,ecologia,spiritualità,emarginazione… tranne poesie d'amore; ebook e cartaceo sui maggiori store on line… grazie. http://www.ibs.it/code/9788862 599597/caiazzo-paolo/lapistracce-di-inchiostro.html, oppure, http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it /home/pages/catalogo/searchresults.html?prkw=lapis+paolo+caiazzo&cat1&prm

I consigli del Guru Ho sempre considerato l’amicizia piu’ difficile dell’amore. Forse l’unico amico è nce il proprio amore? Carissima, probabilmente è davvero difficile trovare un amico sincero e mantenere una amicizia autentica. È vero che il proprio partner diventa anche amico e confidente, ma l’amicizia a cui ti riferisci è quella disinteressata e propabilmente che non implica l’amore “coniugale”. Un’amicizia si può coltivare o si può fortunatamente trovare e dopo continuare a coltivare. Non escludo la possibilitá che possa esserci, però certo non aspettarne molte!!!


Foto di Kikka


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