Pocketsalute anno viii

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POCKET SALUTE - Anno VIII n° 2 - POCKET IDEA SRL Editore - Registrazione ROC n.18668 - Periodico Bimestrale- Spedizione in Abbonamento Postale - € 3,75

OGM: FANNO MALE O NO? L’acceso dibattito passa agli esperti in materia

Osteopatia

INTERVISTA AL DR EDDY DEFOREST

MOSCHE VOLANTI La vitreolisi laser nella terapia delle opacità vitreali

CARDIOARITMIE UN PROGETTO DI LAVORO PER UNA MODERNA CURA

Scoliosi

COSA SAPERE PER AFFRONTARLA AL MEGLIO

DISLESSIA Spesso sintomo del disadattamento scolastico. Il legame tra lettura e socializzazione ANNO VIII Numero 2 - Copia Omaggio

Focus on: Gli screening gratuiti in tour con

IL VILLAGGIO DELLA SALUTE




MEDICINA

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06 TOUR DELLA PREVENZIONE Tappe e screening del progetto Il Villaggio della Salute®

09 CONOSCIAMO IL GLAUCOMA Il Centro di Eccellenza in Oftalmologia della D’Annunzio in prima linea per la prevenzione.

11 OGM, FANNO MALE O NO? L’acceso dibattito passa agli esperti in materia.

social media

31 sclerodermia

Consigli e utilità! Benvenuto su pocketsalute Aggiornamenti, news & eventi Cinguetta con pocketsalute! Video, interviste e tanto altro... Nasce PocketSalute TV

14 OSTEOPATIA Intervista al Dr. Eddy Deforest, Direttore della Scuola di Osteopatia di Pescara.

17 MOSCHE VOLANTI La terapia con Vitreolisi

19 CARDIOARITMIE.COM Un nuovo progetto per una moderna cura, dalla parte del paziente.

21 OSAS E SICUREZZA STRADALE Nuove normative di legge e guida pratica alla prevenzione

23 tumori testa-collo In forte aumento; nel 2015 solo in Italia 9.200 nuovi casi.

29 scoliosi, cosa sapere Le scoliosi andrebbero trattate un gradino per volta, ma il problema è cominciare da quello giusto.

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Coinvolgimento gastrico nel paziente sclerodermico

32 piede diabetico Tutti i trattamenti

34 dolore alla spalla

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La patologia della cuffia dei rotatori è spesso la causa

36 implantologia Tutte le nuove tecniche risolutive e mini-invasive

39 alimenta il benessere Le cinque chiare regole per stare in salute

41 disfluenze verbali Lettura e socializzazione nella dislessia

43 oncoematologia A Pescara, da 15 anni, l’Unico Centro Regionale di riferimento per i piccoli pazienti dell’Agbe.

45 fili silhouette soft Nuova tecnica per il ringiovanimento del volto


ANNO VIII Edizione n.2 ANNO VIII Edizione n.2 Pocket Salute - Periodico Bimestrale Pocket Salute - Chieti Periodico Bimestrale Confartigianato Editore - Registrazione ROC n. 18668 Pocket Idea srl Editore -diRegistrazione ROCdel n. 07/11/2008 18668 Registrazione Tribunale Pescara n.24/08 Registrazione di Pescarada n.24/08 07/11/2008 Pocket Salute®Tribunale marchio registrato Giulia del Mincarini e Serena Zimuel Pocket Salute® marchio registrato

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Il Villaggio della Salute - Donne in Festival 5-8 Marzo Chieti

prevenzione del glaucoma

Il Centro di Eccellenza in Oftalmologia della d’Annunzio in prima linea per la prevenzione del glaucoma. Chieti, 5-8 Marzo 2016 - E’ il ladro silenzioso della vista, la seconda causa di cecità nel mondo che colpisce 55 milioni di persone sull’intero Pianeta e 1 milione solo in Italia. Ed è proprio per sensibilizzare la popolazione attraverso una informazione corretta sui gravi rischi cui espone il glaucoma, se non diagnosticato e curato tempestivamente, che l’equipe di oculisti e ortottisti del Centro di Eccellenza in Oculistica e Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia (CNAT) dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, diretto dal professor Leonardo Mastropasqua, ha effettuato visite gratuite ai cittadini finalizzate allo screening del glaucoma. L’occasione è stata l’evento “Donne in Festival” che si è tenuto a Chieti dal 5 all’8 marzo scorso. All’interno dell’unità mobile oftalmica situata in piazza G.B.Vico, sabato 5 marzo, dagli oculisti e dal personale sanitario del CNAT sono state eseguite misurazioni della pressione intraoculare e dello spessore corneale (pachimetria) con strumentazioni non invasive di ultima generazione. 300 i cittadini visitati, di cui l’8% ha scoperto valori di pressione intraoculare sopra la norma e la necessità di sottoporsi ad ulteriori e approfonditi controlli per scongiurare l’insorgenza di glaucoma.

Conosciamo il Glaucoma Il glaucoma è dovuto alla pressione aumentata degli occhi e alla cornea troppo sottile. Si verifica una progressiva perdita delle fibre nervose del nervo ottico che viene così danneggiato nel suo interno. Quando non rimangono fibre nervose vitali, la visione viene totalmente persa. Inoltre si può associare ad altri fattori come la bassa pressione arteriosa ed altre patologie vascolari. COME SI MANIFESTA? Il glaucoma è definito il ladro silenzioso della vista. Circa la metà dei pazienti affetti da glaucoma non ne è consapevole in quanto questa patologia è inizialmente totalmente asintomatica ed i pazienti non avvertono né dolore né disturbi visivi. In molti casi i pazienti non si accorgono di essere affetti da glaucoma fino a quando viene irreversibilmente danneggiata la gran parte del campo visivo. COME SI PUÒ PREVENIRE? Basta un attimo per salvarsi dal glaucoma. Dopo i 40 anni è importante sottoporsi ad una visita oculistica completa con misurazione della pressione oculare da ripetere ogni due anni. Se l’aumento della pressione intraoculare viene prontamente rilevato e curato, la progressione della patologia può essere arrestata e la visione preservata.

PROF. LEONARDO MASTROPASQUA Direttore del Centro Nazionale di Alta Tecnologia Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara Ospedale Clinicizzato Via dei Vestini Chieti Tel 0871 358695 www.clinicaoftalmologica.it

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Campagna informativa sulla chirurgia DIREZIONE POLITICHE DELLA SALUTE Attività Ispettiva-Controllo Qualità

COMPETENZA E TECNOLOGIA IN CHIRURGIA

Tecniche mini-invasive e robotica per una chirurgia sicura

La competenza dei chirurghi della sanità abruzzese si arricchisce delle più evolute e moderne tecnologie che consentono alla nostra regione di raggiungere gli standard qualitativi delle migliori strutture ospedaliere del paese. Affidati ai chirurghi della tua Regione.

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RICERCA & ECCELLENZA genetica

OGM: fanno male o no?

L’acceso dibattito che da anni si anima intorno al tema degli OGM è spesso inquinato da semplificazioni e luoghi comuni. Roma, 8 giugno 2016 – Pro\Versi (www.proversi.it), piattaforma di dibattito e di approfondimento delle tematiche più di rilievo, ha appena pubblicato la video-sfida sugli OGM, dove a confrontarsi sono la prof.ssa Chiara Tonelli – favorevole agli OGM – docente di Genetica presso l’Università degli Studi di Milano, e la dott. ssa Cinzia Coduti – contraria agli OGM – consulente legale di Coldiretti. Le due esperte, richiamandosi a studi e ricerche in corso da circa un ventennio, chiariscono con precisione i pro e contro sull’argomento. Gli OGM, concepiti per rispondere alla crescente domanda globale di cibo, dividono le opinioni della prof.ssa Tonelli e della dott.ssa Coduti riguardo il loro impiego in campo alimentare: la prima sostiene che, nella necessità di “produrre di più utilizzando meno”, queste tecniche permettono di produrre piante più resistenti agli stress ambientali, “in grado di affrontare […] i cambiamenti climatici che stiamo vedendo; piante che possono essere arricchite in quei composti che sono fondamentali per avere un’alimentazione corretta e bilanciata, quindi, arricchite di vitamine, di nutrienti ecc.” La dott.ssa Coduti, invece, afferma che “in realtà si è visto che l’impiego degli OGM è stato finalizzato soprattutto a produzioni agro-industriali […] destinate soprattutto al settore degli idrocarburanti, della mangimistica e del tessile”. Riguardo al rischio che gli OGM alterino gli equilibri ambientali e ledano la biodiversità, la prof.ssa Tonelli afferma che l’agricoltura OGM, producendo piante più resistenti agli insetti, “diminuiscono l’utilizzo di antiparassitari. Quindi, sono delle piante che possono aiutare ad avere un’agricoltura più verde, diminuendo l’input chimico. […] si stanno sviluppando piante in grado di crescere e produrre utilizzando meno acqua; piante che possono crescere e produrre utilizzando meno fertilizzanti. Quindi, tutto ciò va verso un ambiente più verde”. Non dello stesso parere la consulente legale di Coldiretti, Cinzia Coduti, che pur riconosce che “l’impiego maggiore è stato soprattutto diretto a rendere le piante più resistenti a determinati insetti e parassiti ed infestanti”, tuttavia, si è visto che nel tempo “questa resistenza si è poi estesa a insetti e parassiti che sono diventati ancora più resistenti alla stessa tossina Bt contenuta all’interno della pianta, vanificando sostanzialmente gli effetti voluti”. In riferimento all’impatto economico degli OGM, se per la prof.ssa Tonelli, la riduzione dell’utilizzo di pesticidi aumenta il margine di guadagno per il contadino, inoltre, “se guardiamo il mais, la resa produttiva di un ettaro con il mais ibrido […] è di circa 80 quintali per ettaro, se si utilizza l’OGM è 110, i contadini hanno una maggiore entrata dovuta a una produzione più sicura e a una diminuzione dell’utilizzo di sostanze chimiche”, per la dott.ssa Coduti, quella degli OGM è “un’agricoltura desti-

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nata sostanzialmente alla monocoltura, che punta e investe su produzioni omologate”, che certamente “non può avere impatti positivi sull’economia”. Inoltre, ricorda la Coduti, per impiegare gli OGM bisogna “versare delle royalties all’impresa che ha brevettato quelle che vengono considerate come delle invenzioni”. Uno dei principali punti controversi sul tema sono le possibili conseguenze che gli OGM potrebbero avere sulla salute. Chiara Tonelli afferma che “è stato dimostrato che non c’è pericolo per la salute umana”, poiché “una piante OGM per poter raggiungere il mercato […] deve passare attraverso una serie di analisi, quindi, se ci fosse qualcosa di negativo o di tossico o di pericoloso, salterebbe fuori”. Inoltre, afferma ancora la docente di Genetica, “sono coltivate e mangiate da quasi vent’anni” e non è mai successo che siano stati riscontrati problemi per la salute. La consulente di Coldiretti, invece, riconosce che questo punto “meriterebbe forse un maggiore approfondimento da parte di esperti”, e aggiunge, “manca una visione d’insieme che forse ci spinge un po’ di più a riflettere sulla necessità di ulteriori indagini e ricerche”. E, in riferimento alla sicurezza degli organismi geneticamente modificati, afferma ancora Cinzia Coduti: “il fatto che gli OGM siano frutto dell’ingegneria genetica, che consente di tagliare con forbici più o meno precise, sequenze di DNA da trasferire in un organismo diverso non rende certo gli OGM più controllati e più sicuri. E, d’altra parte, non si può dire che un’operazione perfettamente riuscita in laboratorio, poi non produca degli effetti sull’ambiente circostante, cioè nell’ambiente in cui l’OGM è destinato ad operare”. Di parere decisamente diverso la prof. Tonelli, che afferma “quello che dovrebbe essere considerato è che se io faccio una modifica ma il prodotto finale è esattamente lo stesso […] non dovrebbe neanche essere targato come prodotto OGM, perché in effetti, il prodotto finale è esattamente lo stesso”.. Per info: info@proversi.it Tel. Redazione Pro\Versi: 085-83698138 Sito web: www.proversi.it FB: https://www.facebook.com/iproversi



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GUIDA ALLA SALUTE ANNO VIII Numero II alla scoperta dell’osteopatia a cura del Dr. Deforest Direttore Scuola Osteopatia Pescara - Roma

mosche volanti a cura di Ocular Team Diagnostica Avanzata e Laser Terapia - Pescara

cardioaritmie.com a cura del Dott. Massimiliano Faustino Specialista in Cardiologia Pescara - Chieti

quel terribile dolore alla spalla a cura del Dott.ssa Annamaria Naddei

Responsabile della Riabilitazione Ambulatorio KINESIS Pescara

implantologia mini-invasiva a cura del Dott. Giuseppe Guiducci Specialista in Odontoiatria Titolare Studio Dentistico Guiducci - Pescara

alimenta il tuo benessere a cura della Dott.ssa Barbara Di Bello

osas e sicurezza stradale a cura dei Dott.i G. F. Pignatelli, A. Pacella

Medico Dietologo - Chieti

scoliosi: cosa sapere a cura della Dott.ssa Francesca Di Felice

Specialista in Dermatologia e Venereologia Centri Skin Center - Pescara e Avezzano

Centro Universitario Screening delle Patologie Ostruttive del Sonno

ringiovanimento del volto a cura del Dott. Dott. Domenico Piccolo

Specialista di ISICO Pescara

IL PIEDE DIABETICO a cura della Dott. Gustavo Adolfo Velasquez Clinica Pierangeli, Pescara

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RIABILITAZIONE - Abruzzo OSTEOPATIA

alla scoperta dell’osteopatia Gentile Dr Deforest ci racconta brevemente cosa è l’osteopatia? L’osteopatia è una scienza terapeutica manuale, fondata su una conoscenza precisa della fisiologia e dell’anatomia del corpo umano. Il concetto osteopatico, unicamente nella sua pratica manuale, sollecita al meglio le risorse proprie dell’individuo, considerato nella sua globalità. In pratica sarà essenziale la conoscenza del corpo umano (l’anatomia, la fisiologia, ecc.), l’utilizzo esclusivo di tecniche manuali senza nessun ausilio di macchinari o strumenti e l’approccio globale al paziente. Dalla sua nascita (Dr. Andrew Taylor Still, 1828-1917, Kansas), l’osteopatia arriva in Europa con il Dr Little John che crea la prima scuola a Londra (l’attuale e prestigiosa British School of Osteopathy). Dopo la seconda guerra mondiale, quest’osteopatia si estende in Francia (Parigi) per merito dei grandi maestri (J. Josse, F. Peyralade, D. Brooks) che fondano il primo Istituto di Osteopatia, l’Istituto W.G.Sutherland dove, nel 1980 mi sono diplomato. È vero che lei è stato uno dei primi ad esercitare l’osteopatia in Italia? E’ vero; non sono stato uno dei primi a esercitare l’osteopatia in Italia, sono stato il primo, e posso pretendere la “Paternità” dell’osteopatia in Italia. Agli inizi degli anni ’80 sono giunto a Pescara. Oltre all’apertura del mio studio in Corso Vittorio Emanuele II, nel 1983 creo la prima scuola di osteopatia a Milano (Istituto Italiano di Osteopatia). Nel 1989 fondo il ROI (Registro Italiano degli Osteopati). Con l’insegnamento avrò formato più del 60% degli osteopati attualmente in attività sul territorio, tra cui una grande parte dei direttori delle varie scuole della penisola. Ho aperto la scienza e l’arte osteopatica al mondo veterinario internazionale, europeo e italiano, con la “Metodica Deforest”: l’osteopatia al trattamento sugli animali (cani e cavalli). Dopo due viaggi-studio negli Stati Uniti d’America (nel 1987 e nel 1988) a San Diego (California), da Viola Fryman, la “madre” dei trattamenti osteopatici sui neonati e bambini) porto e formo parecchi allievi e colleghi a queste pratiche. In questo campo pediatrico, con i miei allievi, continuiamo con passione ricerche presso diversi dipartimenti romani di pediatria e di neonatologia. Cosa cura l’osteopatia? L’osteopatia può essere molto utile in condizioni quali: lombalgia, cervicalgia, dolori vertebrali, problemi posturali derivanti da scorrette posizioni lavorative o dalla gravidanza, traumi da sport, mal di testa ed emicrania, otiti, vertigini, sinusiti, stipsi, asma, sindrome del tunnel carpale; dolori mestruali e altre problematiche an-

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DR. EDDY DEFOREST Osteopath D.O. I.W.G.S.Parigi Direttore Scuola Osteopatia Pescara - Roma cora. L’osteopatia è particolarmente utile per i più piccoli poiché utilizzando tecniche manipolative delicate non invasive né dolorose, riesce a risolvere alcune problematiche diffuse tra i bambini. Il trattamento manipolativo osteopatico permette di individuare celermente e prontamente le cause dei disturbi di cui soffrono ad esempio bambini nati da parti eutociti, da cesareo. Tra i più comuni traumi da parto che si verificano nelle prime settimane di vita vi sono: plagiocefalia, rigurgiti e reflusso gastroesofageo, stitichezza, coliche gassose, atteggiamenti scoliotici, difficoltà a prender sonno, otiti o sinusiti ricorrenti. L’osteopatia può essere un valido supporto allo sportivo dilettante e professionista, sia per la prevenzione degli infortuni, sia per l’ottimizzazione della prestazione. L’osteopata lavora inoltre in team con preparatori atletici e lo staff medico con il ruolo di guidare il corretto sviluppo posturale degli sportivi. Parliamo del suo nuovo progetto ovvero la scuola di osteopatia, ci descrive brevemente il corso di osteopatia ovvero durata, materie di studio, modalità d’ingresso e se ci sono dei requisiti particolari per accedervi. Questa scuola di osteopatia, nata a Roma più di 10 anni fa, con l’apertura della sua seconda sede, in un certo modo “è ritornata a Pescara” dove avevo portato l’osteopatia nel 1983. Attualmente siamo al terzo anno di formazione. A Roma organizziamo sempre i corsi di specializzazione ed una parte della clinica frequentata dai nostri allievi del terzo, quarto e quinto anno di studi. Siamo “tornati” a Pescara, motivati anche dalle richieste di molti studenti provenienti da varie regioni della costa Adriatica. A Pescara, attualmente, manca una realtà d’insegnamento all’osteopatia generale completa (strutturale, viscerale e cranio sacrale, post graduate osteopatia veterinaria “Metodica Deforest”) e abbiamo potuto chiudere il vuoto e rispondere a questa domanda. Inoltre, la loca-


PERCHÈ SCEGLIERE LA SCUOLA DI OSTEOPATIA Per maggiori informazioni visitate i seguenti siti internet: www.scuolaosteopatiapescara.it www.istitutoosteopatiapescara.it www.osteopatica.it www.deforest.eu • Scegliere la scuola di osteopatia a tempo pieno significa scegliere una scuola in cui la parte pratica e la parte clinica sono insegnate e svolte dagli stessi operatori che collaborano sia come docenti sia come osteopati. • Scegliere la scuola di osteopatia a tempo pieno significa scegliere una scuola che propone l’interazione diretta fin dal primo giorno tra la professione e lo studio. • Scegliere la scuola di osteopatia a tempo pieno vuol dire decidere per un percorso di studio che rispetta gli standard formativi dell’OMS. • Scegliere la scuola di osteopatia a tempo pieno rappresenta la scelta di una scuola che offre un numero di ore di formazione maggiore rispetto alle altre scuole.

lizzazione a Pescara offre maggior tranquillità di vita e di studio ai nostri giovani studenti. Il programma di studio è il programma consigliato in Europa (Francia, Belgio, Svizzera, Inghilterra ed Italia) dalle Accademie e dall’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per il riconoscimento accademico della formazione. La durata è di cinque anni con un minimo di 4000 ore di attività formativa (300 CFU-ECTS) di cui 100 ore di tirocinio clinico. La didattica e il piano di studio sono di norma organizzata per ciascun anno di corso su una durata complessiva, non inferiore, alle 30 settimane (il piano di studio completo scaricabile in http://www. deforest.eu/?page_id=941). La formazione è a numero chiuso e l’iter selettivo è basato sull’open day e su un colloquio motivazionale con il direttore del corso. Perchè oggi un ragazzo dovrebbe scegliere di studiare osteopatia alla “Deforest Osteopathy Institute”? Quali possono essere gli sbocchi lavorativi? Ormai riconosciute da decenni, le scuole di osteopatia a tempo pieno (Full Time) sono presenti in quasi tutti i paesi europei (Francia, Gran Bretagna, Belgio). L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dato pieno riconoscimento alle scuole di osteopatia a tempo pieno. La scuola a tempo pieno ha numerosi vantaggi: – la frequenza quotidiana facilita l’apprendimento e instaura un rapporto positivo e fruttuoso tra gli allievi e i docenti; – viene eliminato il percorso classico che fino ad oggi vedeva lo studio dell’osteopatia appannaggio unico

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dei diplomati in professioni sanitarie e IUSM. In questo modo (non essendo necessaria la laurea in fisioterapia o dello IUSM) l’allievo accorcia il proprio percorso di studi: 5 anni per quanto riguarda l’osteopatia a tempo pieno contro i 8 anni tra laurea di fisioterapia e corso di osteopatia a tempo parziale; – l’ingresso nel mondo del lavoro è in questo modo velocizzato sia dal punto di vista temporale che dal punto di vista professionale; – Il diplomato della scuola a tempo pieno impara a fondo la professione osteopatica e la applica dal giorno successivo al diploma; L’osteopata è uno dei pochi professionisti che interagisce e presta la sua opera in collaborazione con numerose specializzazioni dell’arte medica. L’osteopata, quindi, collabora con ortopedici, neurologi, otorinolaringoiatri, gastroenterologi, ginecologi, pediatri, pneumologi ed altre categorie del mondo sanitario. L’osteopata è ormai presente, come figura fondamentale, anche in numerosi sport come il calcio, la formula 1, il golf, l’atletica e tanti altri. L’osteopata lavora anche in ambito veterinario sia con piccoli animali, cani e gatti, che con grandi animali come i cavalli. Scegliere l’osteopatia come professione significa scegliere un mestiere a contatto con le persone; significa essere in grado di ascoltare le necessità di chi ci sta di fronte, sia con le orecchie sia con gli occhi e con le mani. Significa saper interagire con persone che ci portano le loro difficoltà. Nella sua scuola si pratica anche l’osteopatia veterinaria e pediatrica? E’ l’unica Scuola di Osteopatia in Italia che propone anche un percorso di base di formazione in osteopatia veterinario e pediatrico. Questi 2 percorsi possono sembrare un po’ paradossali e estremi, eppure questo permette all’osteopata di occuparsi di tutti le forme di vita, di salute e di benessere.



MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo OCULISTICA

MOSCHE VOLANTI “LA VITREOLISI LASER NELLA TERAPIA DELLE OPACITÀ VITREALI”

Le miodesopsie (visione di mosche volanti) rappresentano un disturbo frequentissimo, a volte invalidante, della visione. Sono dovute alla visione di ombre, filamenti, corpuscoli mobili, che accompagnano i movimenti dello sguardo, ma cambiano continuamente posizione e, avolte, si piazzano al centro del campo visivo causando notevoli distrurbi. All’interno del bulbo oculare, infatti, è contenuta una sostanza gelatinosa, il CORPO VITREO, o umor vitreo, composto principalmente da acqua e proteine. Queste sono disposte a formare un’impalcatura regolare, a contatto della quale si dispongono ordinatamente le molecole di acqua. Con il passare degli anni, a causa di vari agenti (stress ossidativo, luce, fenomeni degenerativi), la conformazione molecolare del gel si altera, le proteine dell’impalcatura si si denaturano, si aggregano e formano corpuscoli, filamenti e membrane. L’acqua che era trattenuta dalle maglie del reticolato proteico si raccoglie in cavità sempre più grandi, nelle quali galleggiano i vari corpuscoli e filamenti, dei quali abbiamo percezione, in quanto, interrompendo il cammino della luce, proiettano la loro ombra sulla retina, specialmente quando guardiamo una superficie luminosa (una parete chiara, un foglio di carta, l’orizzonte, il cielo). L’evento conclusivo della disgregazione del corpo vitreo è il distacco posteriore, caratterizzato dalla perdita dei normali rapporti tra vitreo e retina. Il vitreo posteriore si stacca dalla superficie retinica e “galleggia” davanti alla retina, producendo delle ombre talvolta fastidiose. In termini medici, la visione di questi fenomeni prende il nome di “miodesopsie”, parola greca che significa “percezione di mosche volanti”. Quando si ha la percezione di un aumento improvviso e tumultuoso di mosche volanti, specialmente se accompagnate da visione di lampi luminosi, la visita oculistica è necessaria ed urgente, perchè in alcuni casi il distacco di vitreo si accompagna a rotture retiniche, dalle quali può svilupparsi, dopo alcuni giorni, il distacco della retina, malattia molto grave, che causa invalidità e necessita di terapie chirurgiche molto invasive e non prive di complicanze. L’intervento di cataratta può esaltare la percezione della visione di mosche volanti.

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OCULAR TEAM Via Rieti 45, Pescara Tel. 085 4213583 Prof. Lucio Lobefalo Dott. Lorenzo Grannonio Dott. Roberto Salvatore Dott. Pierdomenico D’Andrea La terapia delle mosche volanti “innocue”, causate cioè da fenomeni degenerativi legati all’età, si è basata sinora sulla somministrazione di integratori alimentari, che sicuramente aiutano a rallentare i fenomeni di disgregazione, ma certamente non restituiscono la trasparenza al corpo vitreo. Oggi appare di grande interesse, in quanto corredata da buoni risultati e notevole apprezzamento da parte dei pazienti, il trattamento parachirurgico laser che prende il nome di VITREOLISI YAG LASER. Questo consiste in una o più sedute ambulatoriali, durante le quali si colpiscono le opacità con un raggio laser molto potente, in grado di vaporizzarle. La tecnica parachirurgica non è particolarmente difficile, tuttavia sussistono delle indicazioni e controindicazioni precise, delle quali bisogna tenere conto. E’ indispensabile un’accurata visita pre operatoria finalizzata all’individuazione di lesioni retiniche che possono predisporre al distacco di retina, che devono essere trattate con un altro tipo di laser, prima di effettuare la vitreolisi. E’ prudente, ma non assolutamente controindicato, non trattare pazienti che hanno altre problematiche dell’apparato visivo, come uveiti e degenerazioni del vitreo causate da altre malattie. I risultati sono soddisfacenti, ma bisogna avvertire i pazienti che il trattamento laser delle mosche volanti è finalizzato a disintegrare solo i corpi mobili più grossolani, che sono quelli che maggiormente disturbano la visione.


Campagna di sensibilizzazione sulle malattie mentali

IL PREGIUDIZIO MACCHIA Il disturbo mentale isola, il pregiudizio emargina.

I disturbi psichici si possono curare aiutando le persone che ne soffrono ad esprimere le proprie capacità per renderle autonome in campo lavorativo e scolastico. Il pregiudizio verso la diversità ostacola la riabilitazione e l'integrazione: superarlo è il primo passo per vivere insieme in una società responsabile. Per saperne di più rivolgiti al Dipartimento di Salute Mentale della tua città.

Abruzzo Sanità: il nostro impegno per la tua salute.

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MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo CARDIOLOGIA

cardioaritmie.com “UN PROGETTO DI LAVORO PER OFFRIRE UNA SEMPRE PIU’ MODERNA CURA DELLE ARITMIE CARDIACHE AL PAZIENTE AFFETTO DA QUESTA PATOLOGIA.”

Il portale internet offre al visitatore una serie di informazioni sulla eziopatogenesi e sulla terapia delle aritmie cardiache valide sia per il paziente che per il medico non esperto della materia.

DottORI M. FAUSTINO T. AGRICOLA Specialisti in Cardiologia Staff Cardioaritmie.com

Le aritmie del cuore sono una patologia in forte crescita proprio grazie all’allungamento della vita media e le migliori possibilità di cura per patologie che prima avevano una elevata mortalità quale ad esempio lo scompenso cardiaco. Nel loro complesso le aritmie possono essere provocate da una vasta gamma di agenti. Le aritmie transitorie e funzionali possono essere scatenate da sforzi fisici, processi digestivi, assunzione e abuso di sostanze eccitanti (caffè, tè, tabacco) tutte cause che aumentano, attraverso il sistema simpatico, l’eccitabilità delle cellule miocardiche e causano perlopiù tachicardie ed extrasistoli. Le aritmie si manifestano più frequentemente in caso di cardiopatie, in particolar modo malattie delle arterie coronarie, delle valvole cardiache e insufficienza cardiaca. Anche patologie sistemiche possono dare aritmie, come ad esempio le disfunzioni della tiroide e gli squilibri elettrolitici. Molto spesso non vengono riconosciute cause. Oggi gli sviluppi tecnologici sia in campo biomedicale che farmacologico consentono un trattamento sicuro e sempre più esteso a tutte le aritmie cardiache, sia benigne che maligne.

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OSPEDALE SS. ANNUNZIATA - Chieti OSPEDALE SPIRITO SANTO - Pescara Per info e visite: Dott. Massimiliano Faustino telefono: +39 347 3578209 e-mail: massimilianof29@gmail.com Dott. Tullio Agricola telefono: +39 085 4252917 e-mail: t.agricola@cardioaritmie.com I SINTOMI DELL’ARITMIA I sintomi di un’aritmia possono variare notevolmente da persona a persona. Un’aritmia può durare per qualche minuto, qualche ora, qualche giorno, anche un paio di settimane ogni volta. A volte non si avverte alcun sintomo. In questo caso l’aritmia viene diagnosticata, in maniera occasionale nel corso di un controllo medico eseguito per altri motivi, oppure in concomitanza di eventi come l’ictus cerebri, come nella fibrillazione atriale, oppure durante lo scompenso cardiaco. La corretta diagnosi delle aritmie richiede un elettrocardiogramma che è lo strumento più idoneo per valutare l’attività elettrica del cuore. A seconda della gravità dell’aritmia, i pazienti possono soffrire di dispnea (respiro corto), sincope (svenimento), affaticamento, sintomi di insufficienza cardiaca, dolore toracico o arresto cardiaco.


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CENTRO UNIVERSITARIO DI SCREENING DELLE PATOLOGIE OSTRUTTIVE DEL SONNO Per informazioni e prenotazioni: Tel. 0871 3554100 - ore ufficio - osas.chieti@gmail.com


MEDICINA SPECIALISTICA otorinolaringoiatria

Giulio Filograna Pignatelli, Alessandro Pacella

OSAS e Sicurezza Stradale Guida alla Prevenzione.

L’OSAS, sindrome delle apnee ostruttive del sonno, è una patologia cronica associata al russamento, spesso sottovalutata e ampiamente riconosciuta e trattata in diverse specialità mediche e chirurgiche, che riconosce una patogenesi multifattoriale, correlata a fattori di rischio (obesità, ipertensione arteriosa, diabete etc.), che possono portare a gravi ripercussioni per la salute della persona, come l’infarto miocardico e lo stroke ischemico cerebrale. L’OSAS, essendo una patologia che agisce durante le ore del sonno e che provoca delle pause respiratorie anche di un minuto o più per tutta la sua durata, genera una un disturbo continuo della fisiologica azione ristoratrice del sonno, che nel quotidiano corrisponde ad un’eccessiva sonnolenza diurna addirittura con incoercibili colpi di sonno. Resta facile capire quali possano essere i risvolti sanitari e sociali di questa patologia cronica; infatti secondo stime ufficiali dell’Unione Europea, la sonnolenza diurna è la causa di oltre il 30% dei casi di incidenti stradali su tutte le strade. Si stima che in Italia sia di oltre il 22% per la sola rete autostradale. Ovviamente questi incidenti sono gravati da un alto tasso di mortalità, sicuramente maggiore rispetto ad altre cause. Recentemente sono stati pubblicati numerosi lavori scientifici in tutto il mondo sull’argomento OSAS e circolazione stradale e vari autori definiscono questa patologia come il Silent Killer della strada. Secondo i dati ISTAT, infatti, sono 40.000 in Italia e circa 240.000 in tutta l’UE gli incidenti stradali causati dalla sonnolenza diurna imputabile all’OSAS. Per questi motivi, il primo luglio 2014 è stata emanata una direttiva europea, n.2014/85/UE, ribattezzata normativa su “OSAS-sonnolenza diurna e idoneità alla guida”, che affronta questa problematica in relazione alla sicurezza stradale. La normativa, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2016, pone l’obbligo a tutti gli Stati Membri dell’UE di attuare misure specifiche quali questionari valutativi, visite mediche specialistiche ed esami diagnostici strumentali nei confronti di tutti coloro che soffrono di patologie legate al sonno e si apprestano al conseguimento di una nuova licenza di guida di veicoli motorizzati o a tutti coloro che richiedono il rinnovo della stessa, rendendo obbligatoria la diagnosi, favorendo così le procedure terapeutiche necessarie. Attenzione! Denunciare queste patologie non determina il ritiro o la sospensione della licenza di guida, ma semplicemente una segnalazione da parte della Motorizzazione Civile, come già accade per tutti coloro che hanno la guida con lenti perché ipovedenti. La Motorizzazione provvederà attraverso una commissione medica al momento del rilascio o rinnovo della licenza di guida, ad accertarsi dello stato di salute del conducente per l’altrui e sua sicurezza.

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La Clinica Universitaria di Otorinolaringoiatria di Chieti, attraverso il Centro di Screening per i disturbi respiratori Ostruttivi del Sonno, è stata designata quale coordinatore per un progetto della Regione Abruzzo, che ha come scopo la prevenzione degli incidenti stradali causati dall’OSAS, in previsione della stesura dei progetti attuativi nei quali saranno anche previste campagne di sensibilizzazione e di prevenzione delle patologie ostruttive del sonno. Non ci resta dire che: se tu o il tuo partner russate, non tappatevi le orecchie e aprite gli occhi, uno screening e degli esami diagnostici possono salvare la vita, vostra, e di chi vi sta attorno!

Centro Universitario di Screening delle Patologie Ostruttive del Sonno Prof. Giampiero Neri Campus universitario, Via dei Vestini Chieti presso Clinica Odontoiatrica Dipartimento di Scienze Orali Mediche e Biotecnologiche - Prof. Caputi Segreteria: Tel. 0871 3554100 E-mail: osas.chieti@gmail.com www.apneasonno.wordpress.com


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RICERCA & ECCELLENZA oncologia

TUMOri testa-collo in forte aumento Al congresso americano di oncologia ASCO presentati i risultati di CheckMate -141 . Nel 2015 in Italia 9.200 nuovi casi.

La prof.ssa Lisa Licitra, responsabile del Reparto di Medicina Oncologica all’INT di Milano: “Troppo spesso le diagnosi sono tardive per una sottovalutazione dei sintomi. Per la quinta volta in poco più di 12 mesi uno studio sulla molecola è stato interrotto perché ha raggiunto in anticipo l’obiettivo”. Chicago, 5 giugno 2016 – Il 36% dei pazienti colpiti da tumore della testa e del collo in fase avanzata è vivo a un anno grazie al trattamento con nivolumab, nuova molecola immuno-oncologica. Un miglioramento sostanziale rispetto al 16,6% ottenuto con la chemioterapia di confronto (metotressato, docetaxel o cetuximab). Il dato emerge dallo studio di fase III CheckMate -141 che ha coinvolto 361 pazienti colpiti da carcinoma a cellule squamose della testa e del collo in progressione dopo terapia a base di platino, presentato oggi al 52° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) in corso a Chicago. “Nel 2015 in Italia sono stati stimati 9.200 nuovi casi e circa 113.500 persone vivono dopo la diagnosi - spiega la prof.ssa Lisa Licitra, responsabile del Reparto di Medicina Oncologica del Capo e del Collo all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Riguardano in particolare la laringe, la bocca, la lingua e la faringe. Il 75% dei casi è riconducibile al fumo di sigaretta e all’abuso di alcol. Chi fuma ha infatti un rischio 15 volte più alto di sviluppare la neoplasia, probabilità che aumenta ulteriormente se al tabacco si associa il consumo di alcol. Quando la malattia è individuata in fase precoce, le possibilità di guarigione variano dal 75% al 100%. Troppo spesso però le diagnosi avvengono in stadio avanzato, soprattutto per una sottovalutazione dei sintomi, ad esempio bruciore o lesioni nel cavo orale, mal di gola, raucedine persistente, deglutizione dolorosa e fastidiosa o gonfiore al collo. In fase avanzata, la sopravvivenza a cinque anni si attesta intorno al 40%”. Nello studio CheckMate -141, i pazienti trattati con Nivolumab hanno evidenziato una riduzione del rischio di morte del 30%, con una sopravvivenza globale mediana di 7,5 mesi rispetto a 5,1 mesi del braccio di confronto. “Il carcinoma a cellule squamose costituisce il 90% del totale dei casi. Nivolumab rappresenta la nuova arma efficace in questa istologia e la portata del suo carattere innovativo è dimostrata dal fatto di aver ricevuto la designazione di ‘Breakthrought Therapy’ da parte dell’FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia regolatoria

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statunitense. Sono definite in questo modo solo quelle terapie che hanno evidenziato un potenziale beneficio clinico in patologie gravi, per poterne accelerare le fasi di approvazione e renderle disponibili per i pazienti in breve tempo”. Nivolumab ha ottenuto per 5 volte la ‘Breakthrought Therapy Designation’, oltre che nei tumori della testa e del collo, nel linfoma di Hodgkin, nel melanoma, nel tumore del polmone non a piccole cellule non squamoso e nel carcinoma a cellule renali. “Lo scorso gennaio lo studio CheckMate -141 – conclude la prof.ssa Licitra - è stato interrotto perché ha raggiunto in anticipo l’obiettivo ambizioso di un aumento della sopravvivenza. E per la quinta volta in poco più di un anno un trial su questa molecola è stato interrotto proprio perché ha ottenuto l’obiettivo: nel melanoma, nel tumore del polmone non a piccole cellule (nelle due istologie, squamoso e non squamoso), nel carcinoma a cellule renali e nei tumori della testa e del collo”. Ufficio stampa Intermedia 030.226105 – 335.1892975 - 335.265394 intermedia@intermedianews.it


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MEDICINA SPECIALISTICA - Nazionale RIABILITAZIONE

scoliosi: cosa sapere “LE SCOLIOSI ANDREBBERO TRATTATE UN GRADINO PER VOLTA, MA IL PROBLEMA È COMINCIARE DA QUELLO GIUSTO” Isico (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale), coi suoi centri in tutta Italia, è leader nel trattamento riabilitativo della scoliosi, gestito da un’intera équipe di professionisti e formulato caso per caso in un rapporto di fiducia con il paziente. La scoliosi è una deformità tridimensionale della colonna che in base all’età di prima rilevazione viene definita infantile (fino a tre anni), giovanile (dai tre anni fino alla pubertà), adolescenziale (dalla pubertà fino alla completa maturità ossea). Oltre l’80% delle scoliosi viene diagnosticato durante l’adolescenza. La scoliosi è una patologia che non ha sintomi evidenti (ad esempio dolore) e va affrontata in maniera attenta affidandosi a specialisti esperti, sapendo che: 1) Colpisce circa il 3% della popolazione e riguarda in 7 casi su 10 il sesso femminile, anche se è grave in meno dello 0,5 per mille; 2) Viene definita nell’80-85% dei casi “idiopatica”, una maniera elegante per dire che per ora non ne conosciamo le cause: negli altri casi è secondaria a malattie neurologiche, congenite, metaboliche, etc.; 3) La scoliosi idiopatica è una malattia familiare, nel senso che se qualcuno in famiglia ce l’ha, è probabile che altri ne soffrano, sia pure con diversa gravità: attenzione a figli e nipoti, dunque; 4) Di solito si presenta durante la crescita e peggiora sino alla maturazione ossea, con un picco a inizio pubertà, alle soglie dell’adolescenza. Se supera certi livelli (spesso oltre i 30°, quasi sempre oltre i 50°), l’evoluzione non finisce con la crescita, anche se diviene molto lenta (0,5-1 grado all’anno): spesso ne consegue un incurvamento di lato e in avanti in età anziana (pensiamo al gobbo di Notre Dame o la strega di Biancaneve); 5) Lo scopo del trattamento riabilitativo (con esercizi e/o corsetto) è ottenere un rachide che permetterà una buona funzionalità in età adulta, nel contesto di un corpo e una psiche ben sviluppati; 6) In Isico trattiamo la scoliosi utilizzando il protocollo di esercizi SEAS (Scientific Exercises Approach to Scoliosis). E’ il primo “gradino” per pazienti con curve lievi (sotto i 15°) e che poi, nel caso di curve più gravi (generalmente oltre i 20°), abbiniamo al corsetto.

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Dott.SSA francesca di felice Fisiatra, Specialista di Isico Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale AMBULATORIO ISICO PESCARA Per info e visite: Tel. 0381 310851- www.isico.it Gli esercizi allenano il fisico pur non sostituendosi al corsetto là dove è richiesto; 7) Isico utilizza lo Spinecor, un corsetto a fasce poco invasivo per curve dai 15° ai 25°, lo step successivo è un corsetto rigido (lo Chaneau), mentre per curve oltre i 35° viene prescritto lo Sforzesco (un corsetto capace della stessa correzione del gesso ma che garantisce maggiore libertà di movimento); 8) Lo sport, oltre agli esercizi, è il mezzo naturale per coltivare e migliorare le buone capacità neuromotorie del corpo dell’adolescente, perché rinforza le qualità fisiologiche di base della colonna vertebrale in difficoltà e riduce gli effetti collaterali del corsetto, quando è previsto il suo uso. Anche col corsetto è possibile praticare sport; 9) L’obiettivo del trattamento non è “guarire” la scoliosi. Guarire vorrebbe dire tornare a zero gradi, cosa che è realmente eccezionale, ma ciò che conta in realtà è avere una curva lieve anche se la colonna non è perfettamente dritta. La terapia della scoliosi finisce al termine della crescita ossea, quando si entra nella fase del monitoraggio, con controlli periodici ogni anno, biennali o triennali a seconda dell’entità. Se a un certo punto la scoliosi inizia a peggiorare ci sono 2 possibilità: sottoporsi all’intervento, oppure mettersi a fare regolarmente esercizi specifici per mantenere la situazione stabile; 10) Ricordati che la scoliosi non ha causa psicologiche, non viene causata dai muscoli (salvo pochissimi casi), la colonna non può tornare dritta del tutto (altrimenti si trattava di un atteggiamento scoliotico non di scoliosi), non ci sono evidenze scientifiche a favore di terapie riabilitative che non siano esercizi specifici e corsetto.


non piÚ soli nel dolore Cure palliative, un riparo sicuro di calore umano e scienza medica La legge 38/2010 tutela l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore.

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COINVOLGIMENTO GASTRICO nel paziente sclerodermico I disturbi gastrointestinali più frequenti nella sclerodermia, che interessano l’80% dei pazienti riguardano potenzialmente tutto il tratto gastroenterico. Tra le alterazioni gastrointestinali più studiate ci sono quelle della mobilità esofagea che possono indurre: Disfagia (sensazione di blocco alla progressione del cibo) legata sia all’incoordinazione dell’attività motoria dell’esofago sia alla presenza di stenosi, ossia restringimenti, conseguenti allo stato infiammatorio dell’esofago. Reflusso gastroesofageo (patologica risalita in esofago del contenuto gastrico acido e/o biliare con bruciore retrosternale) conseguente alla riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore e alterazioni della mobilità del corpo esofageo. Come conseguenza dell’eccesso di reflusso può comparire l’esofagite (infiammazione dell’esofago). In alcuni pazienti si osservano ulteriori alterazioni: Alterazione della motilità del canale alimentare, con rallentamento dei tempi di svuotamento gastrico e di transito dell’intestino tenue e del colon, dovute alla fibrosi dei nervi viscerali che guidano la motilità e dei muscoli che la supportano. Rallentamento del transito del colon, con conseguente stitichezza, assenza di stimolo e dilatazione del colon. Alterazioni funzionali dello sfintere anale, con conseguente incontinenza fecale passiva. Emorragie legate alla presenza di teleangectasie (alterazioni dei vasi più piccoli) lungo il tratto gastroenterico. Riduzione da parte del pancreas, della secrezione di enzimi per l’assorbimento e digestione degli alimenti. Gli esami che diagnosticano un coinvolgimento esofageo sono: - Radiografia dell’apparato digerente con mezzo di contrasto, che valuta la motilità del corpo esofageo, l’eventuale dilatazione dell’esofago e la presenza di sfintere esofageo inferiore troppo aperto.

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Per ulteriori informazioni Dott.ssa Luigia Calcalario - Cell. 333 5674914 E-mail: ails@tiscali.it - www.ails.it DONA IL TUO 5 x MILLE - CF. 93091610423 - Manometria esofagea, che studia la motilità del corpo esofageo, dello sfintere esofageo inferiore e la pressione esercitata da quest’ultimo a riposo e al passaggio del bolo. Le cure L’uso di farmaci procinetici, che stimolano la motilità, può essere di una certa utilità ma quando la fibrosi colpisce direttamente i muscoli occorre ridurre la lesività del reflusso gastroesofageo allo scopo di prevenire le complicanze quali: esofagite, stenosi, adenocarcinoma esofageo, ecc. Questo è possibile assumendo inibitori di pompa protonica (omeprazolo, esomeprazolo, pantoprazolo, ecc) ovvero della secrezione acida gastrica, anche ad alto dosaggio, e protettori di barriera quali arginati e magaldrato. Queste terapie vanno mantenute per sempre. Utili indicazioni comportamentali sono: - Sollevare la testa durante il riposo (alzando la testiera del letto) - Non fumare - Assumere pasti piccoli e frequenti bevendo molta acqua, che facilita il transito del cibo dall’esofago alla stomaco. - Evitare i cibi potenzialmente dannosi come alcol, cioccolato, menta, cibi grassi e fritti, succhi di agrumi e pomodoro. Per maggiori informazioni: www.ails.it


MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo CHIRURGIA GENERALE

piede diabetico, TUTTI I TRATTAMENTI Il Piede Diabetico è un insieme di alterazioni funzionali ed anatomiche secondarie a una ateropatia ostruttiva periferica e a una neuropatia diabetica. E’ caratterizzato da ulcerazioni molte volte complicate con infezioni cutanee e ossee che possono evolvere verso una gangrena. Se il piede diabetico non viene curato in tempo potrebbe essere amputato come unica soluzione terapeutica. Il piede diabetico, come tutte le altre complicanze croniche della malattia diabetica è dovuto ad un cattivo controllo della glicemia e degli altri fattori di rischio cardiovascolare (pressione arteriosa, colesterolo, fumo, ecc.), che rappresenta il cardine della prevenzione. La causa del piede diabetico è collegata ad una riduzione della sensibilità negli arti del paziente, riduzione provocata appunto dal diabete mellito, che può danneggiare i nervi degli arti inferiori e dei piedi. Come conseguenza di tale riduzione della sensibilità, si registra una difficoltà nell’avvertire la presenza di iniziali lesioni nella zona dei piedi. I sintomi del piede diabetico consistono in un arrossamento della parte, gonfiore o la presenza di vesciche nel piede, difficoltà nel camminare, dolore, cambiamento del colore della pelle nel piede, febbre. Nel piede diabetico molte volte incontriamo contemporaneamente segni legati alla neuropatia diabetica (Piede Neuropatico), alla ateropatia diabetica (Piede ischemico) ed alla infezione (Piede infetto). PIEDE NEUROPATICO Il piede neuropatico è una conseguenza del danneggiamento da parte del diabete delle fibre nervose sensitive, motorie e vegetative. La neuropatia sensitiva determina una ridotta sensibilità del piede che coinvolge prima la percezione tattile, poi quella termica ed infine quella dolorifica. Il cattivo funzionamento della sensibilità può determinare il mancato riconoscimento di condizioni potenzialmente pericolose che pertanto non vengono allontanate causando la formazione di ulcere.La neuropatia motoria, invece, determina la riduzione del tono muscolare e la progressiva atrofia dei muscoli del piede con modificazioni del rapporto fra muscoli estensori e flessori delle dita che causano le tipiche deformazioni del piede neuropatico: le dita assumono il caratteristico aspetto a martello o ad artiglio, l’alluce diviene valgo e le teste metatarsali cedono con protrusione anteriore dei cuscinetti adiposi sottometatarsali. Le zone del piede sottoposte a questo continuo carico sviluppano come meccanismo di difesa l’ipercheratosi o callo che, a

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Dott. Gustavo adolfo velasquez Medico Specialista in Chirurgia Generale Esperto in: Wound Care, Ferite difficili e Piede diabetico Riceve a: Clinica Pierangeli Unità Ferite e Piede Diabetico 1 piano Tel. 085 42411 Urgenze e visite domiciliari: Tel. 349 6035299 Lunedì- venerdì dalle 08:00 alle 18:00 Sabato dalle 08:00 alle 14:00 Studio Privato Via Italia, 70 Villa Raspa Previo appuntamento: 349 6035299 Sito web: www.ulcerecutaneeabruzzo.it E-mail: info@ulcerecutaneeabruzzo.it CURRICULUM PROFESSIONALE

L’ambulatorio del Piede diabetico e Ferite complesse diretto dal Dr Gustavo Velasquez svolge un’attività dedicata al trattamento di lesioni, ferite e ulcere con difficoltà alla guarigione, attraverso l’utilizzo di materiali e tecniche all’avanguardia. Le ferite difficili o complesse sono quelle che non guariscono in otto/dodici settimane, sono considerate croniche e necessitano di una valutazione specialistica. Sono attivi percorsi per le seguenti lesioni: piede diabetico; ulcere vascolari arteriose, venose, linfatiche, miste; ulcere reumatiche; ulcere neoplastiche; ulcere da trauma; ulcere da pressione; lembi o innesti compromessi. I percorsi diagnostico assistenziali hanno come obiettivo il miglioramento della condizione della ferita e la diminuzione del dolore, favorendo nel complesso la guarigione.


sua volta, riducendo ulteriormente la superficie di appoggio plantare, accentua l’ipercarico. Inoltre il callo, agendo da corpo estraneo, lesiona i tessuti cutanei e sottocutanei determinando la formazione di una raccolta sierosa o sieroematica che si estende in profondità per poi aprirsi all’esterno determinando l’ulcera diabetica. PIEDE ISCHEMICO L’ateropatia diabetica si distingue dall’aterosclerosi non diabetica, oltre che per la maggior precocità e gravità, anche per un caratteristico coinvolgimento delle arterie più distali che rende più improbabile lo sviluppo di circoli collaterali. Come conseguenza di questa ostruzione vascolare meno sangue giungerà nelle gambe e nei piedi rendendo difficoltosa la deambulazione. Spesso il paziente con ateropatia agli arti inferiori riferisce dolore durante la deambulazione e sente la necessità di fermarsi durante il cammino dopo aver percorso una distanza che è tanto più breve quanto più grave è l’ateropatia. Se il mancato afflusso di sangue riguarda la parte più superficiale del piede si formano le ulcere ischemiche che spesso si localizzano sulla punta e sul dorso delle dita, spesso tali ulcere, soprattutto durante la notte, possono essere molto dolorose. Se, invece, il mancato afflusso sanguigno coinvolge anche le parti più profonde dei tessuti si determina la gangrena. Le attuali possibilità terapeutiche prevedono l’uso di farmaci antiaggreganti o anticoagulanti e anche la possibilità di rivascolarizzazione. PIEDE INFETTO La comparsa di ulcere neuropatiche e ischemiche crea le condizioni per lo sviluppo di processi infettivi che comportano un aumentato rischio di amputazione (ulcera infetta). Più frequentemente l’infezione coinvolge la cute superficiale, le unghie, il sottocute e a volte può coinvolgere anche i tessuti più profondi come l’osso. L’infezione, che può essere causata da molteplici batteri, costituisce un ulteriore fattore predisponente all’ischemia in quanto determina una, maggior richiesta di ossigeno da parte dei tessuti. Le arterie, però, già parzialmente ostruite, non sono in grado di soddisfare questa maggior richiesta di ossigeno e pertanto si determina un peggioramento del quadro ischemico. Anche il controllo terapeutico con gli antibiotici può essere difficoltoso dato lo scarso afflusso locale dei farmaci. L’ascesso è una delle conseguenze più frequenti di un processo infettivo localizzato. Quando, invece, l’infezione si diffonde coinvolgendo i tessuti sottocutanei ma senza coinvolgere il tessuto muscolare, si presenta con necrosi massiva del sottocute e con colorazione bluastra della cute sovrastante conosciuta come fascite necrotizzante. Se invece è coinvolto solo il tessuto muscolare (senza il coinvolgimento di cute e sottocute) si parla di cellulite necrotizzante; si caratterizza per la presenza di ulcere a drenaggio sieroematico, dolenti e con enfisema sottocutaneo. L’osteomielite, invece, si ha quando

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il processo infettivo, non adeguatamente trattato, arriva a coinvolgere anche l’osso. Le ossa metatarsali e le piccole ossa delle dita sono le più frequentemente coinvolte ma ogni osso del piede può essere potenzialmente coinvolto. Se la terapia antibiotica e chirurgica dovessero fallire l’ultima possibilità terapeutica è rappresentata dall’amputazione dell’arto in quanto un’ulteriore diffusione dell’infezione (setticemia) potrebbe essere fatale per il paziente. La diagnosi di piede diabetico viene effettuata in base alla presenza di ulcerazione o distruzione dei tessuti profondi associate ad alterazioni dei nervi e/o delle arterie degli arti inferiori. E’ importante che il paziente sia a conoscenza della possibilità che questa patologia complichi il decorso del diabere così come della sua gravità. È fondamentale rivolgersi all’ambulatorio del piede diabetico in presenza di: una qualsiasi lesione a livello dei piedi (calli, graffi, ulcere, cancrena), dolore o formicolio oppure ridotta sensibilità alle gambe e ai piedi, prurito ai piedi, chiazze arrossate sulla pelle delle gambe e dei piedi, difficoltà a camminare, deformazione evidente dei piedi, rossore, infiammazione e gonfiore a livello di un’unghia del piede. A domicilio il paziente diabetico può seguire alcuni consigli per prevenire le lesioni del piede tali: fare ogni giorno un’accurata ispezione e igiene dei piedi, controllare la temperatura dell’acqua con un termometro o con il gomito prima di immergervi i piedi, asciugare bene e delicatamente i piedi, calzare sempre le scarpe con calze che non stringano e cambiarle ogni giorno, utilizzare creme specifiche se la pelle del piede e delle gambe è secca, non curare le callosità con callifughi e/o oggetti taglienti, tagliare le unghie con forbici a punta smussa e arrotondarle con una lima di cartone, non camminare mai a piedi scalzi, non utilizzare fonti di calore dirette (borse di acqua calda, camino, calorifero, etc.), utilizzare calzature per diabetici, controllare la glicemia e gli altri fattori di rischio cardiovascolare (pressione arteriosa, colesterolo, fumo, ecc.) La cura del piede diabetico si serve di: trattamento locale della lesione (medicazione e asportazione del materiale infetto o necrotico), ripristino dell’apporto di sangue (rivascolarizzazione) con procedure endovascolari o chirurgiche, trattamento aggressivo di eventuali infezioni con antibiotici mirati, scarico delle pressioni sulla lesione mediante uso di plantari e calzature apposite. Un piccolo accenno al Piede di Charcot, che rappresenta una particolare manifestazione del piede neuropatico. In questo caso le ossa tarso-metatarsali presentano osteoporosi diffusa e micro-fratture, le articolazioni sono lussate e alcune ossa (cuboide, cuneiforme) sono dislocate. Ciò causa deformità delle ossa con perdita della curve anatomiche del piede “piede plantigrado”. La terapia della fase acuta dello Charcot è l’immobilizzazione con apparecchio di scarico gessato. I controlli devono eseguirsi con RMN, posteriormente si devono usare tutori speciali.


MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo RIABILITAZIONE

quel terribile dolore alla spalla La cuffia dei rotatori è una struttura anatomica costituita da 4 unità muscolotendinee rappresentate dal sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare, che lavorano in combinazione con il deltoide per consentire l’elevazione della spalla. La cuffia dei rotatori mantiene la testa dell’omero centrata sulla glenoide e si oppone alla traslazione superiore esercitata dal deltoide grazie a un vettore di forza diretto verso la cavità glenoidea e verso il basso. Accanto a questi muscoli è necessario considerare il capo lungo del bicipite che, pur essendo estraneo al sistema scapola-tuberosità omerali, quando è stabile e funzionalmente valido, ha funzioni di depressore e stabilizzatore della testa omerale. La patologia della cuffia dei rotatori è la causa più comune di dolore alla spalla e deficit funzionale e rappresenta, nella pratica ortopedica, la terza causa di dolore muscoloscheletrico più comune dopo il dolore lombare e cervicale. Tale patologia può presentarsi in forme differenti, che vanno dalla tendinite, tendinosi, alla lesione della cuffia dei rotatori stessa. Il dolore e/o il deficit funzionale sono i principali sintomi di presentazione delle lesioni della cuffia dei rotatori. Il paziente con una lesione, lamenta normalmente un dolore alla spalla con irradiazione laterale lungo il braccio fino a livello del gomito, tale dolore si accentua durante i movimenti di elevazione dell’arto. Il paziente riferisce frequentemente un accentuazione della sintomatologia dolorosa durante la notte e la necessità di alzarsi dal letto e assumere una posizione seduta o in piedi o se è steso, di portare l’arto in massima abduzione con rotazione esterna. Un altro sintomo frequentemente lamentato dai pazienti è la facile stancabilità dell’arto durante i lavori eseguiti con le braccia sollevate al disopra dei 90° e la necessità di dover mantenere l’arto abbassato per qualche minuto, prima di riprendere il lavoro. I test diagnostici includono la valutazione del range di movimento (ROM) attivo e passivo, la valutazione dei singoli tendini della cuffia dei rotatori, la valutazione di alterazioni del ritmo scapolo-toracico e l’eventuale presenza di patologie carvicali associate. Gli esami diagnostici possono essere di aiuto per meglio identificare la lesione dei tendini della cuffia dei rotatori ed eventuali lesioni associate.

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centro di riabilitazione kinesis Fisioterapia e Riabilitazione Viale Regina Margherita 15 Pescara Tel. 085.374203 www.fisiokinesis.com info@fisiokinesis.com ECCELLENZA RIABILITAZIONE SPALLA-GOMITO Dott. Marco Saporito Medico Chirurgo Specialista in Ortopedia Centro di Chirurgia della Spalla e del Gomito diretto dal Prof. Giuseppe Porcellini Presidio Ospedaliero Riccione-Cattolica Ospedale “D. Cervesi” Via L. Beethoven, 46 47841Cattolica (RN) Azienda USL della Romagna Sede Legale Via De Gasperi 8 48121- Ravenna Dott. ssa Naddei Annamaria Responsabile Riabilitazione della Spalla e del Gomito Centro di riabilitazione KINESIS Pescara.

Il Centro di Riabilitazione KINESIS, situato a Pescara in viale Regina Margherita 15, si sviluppa su una superficie di 350 mq. Dal 1993, svolge attività riabilitativa trattando, in modo particolare, il recupero di lesioni ortopediche, permanenti e croniche, adottando metodi all’avanguardia e ponendo soprattutto l’accento sugli aspetti sociali che spesso accompagnano le disabilità. Presso il centro di Riabilitazione KINESIS di Pescara, eccellenza nella riabilitazione della Spalla e del Gomito, è possibile effettuare una visita specialistica con il Dott. Marco Saporito, Medico Chirurgo specialista in Ortopedia - Centro di Chirurgia della Spalla e del Gomito diretto dal Prof. Giuseppe Porcellini Presidio Ospedaliero Riccione-Cattolica Ospedale “D. Cervesi” Via L. Beethoven, 46 47841 Cattolica (RN)Azienda USL della Romagna Sede Legale Via De Gasperi 8, 48121 Ravenna - ed effettuare i protocolli riabilitativi eseguiti da fisioterapisti altamente specializzati nella riabilitazione della Spalla e del Gomito.


Al fine di una corretta valutazione diagnostica della lesione dovrebbero essere eseguiti i seguenti esami: - RX Spalla in 3 proiezioni (AP, Ascellare, Y di Neer) - Ecografia - Risonanza Magnetica Bisogna per prima cosa differenziare il trattamento conservativo delle lesioni della cuffia dei rotatori, da quello riabilitativo post-chirurgico. Il nostro approccio al paziente con lesione della cuffia dei rotatori, prevede, dopo un accurata fase anamnestica-clinica-diagnostica, la prescrizione di una terapia farmacologica finalizzata al miglioramento del dolore, alla prescrizione di un programma riabilitativo finalizzato al recupero funzionale e all’eventuale indicazione chirurgica artroscopica o artrotomica. Il tipo di approccio alla lesione della cuffia dei rotatori dipende dalla valutazione durante la visita e terrà conto di numerose variabili quali: età del paziente, attività lavorativa, sport, tipologia e bilateralità della lesione, retrazione del tendine. In pazienti con età inferiore a 65 anni, attivi dal punto di vista lavorativo e sportivo, con lesioni tendinee traumatiche o croniche-degenerative riparabili del sovraspinato e del sottospinato, dopo un primo approccio conservativo della durata di circa 3 mesi, se la sintomatologia non dovesse migliorare, preferiamo eseguire la riparazione artroscopica della lesione di cuffia. Se invece, dopo il programma riabilitativo, la sintomatologia dovesse migliorare notevolmente e il paziente si mostra soddisfatto di tale risultato, prescriviamo un programma riabilitativo di mantenimento e lo rivalutiamo clinicamente e con nuova RMN dopo circa 8-10 mesi. In pazienti di età superiore a 65 anni, poco attivi, con lesioni spesso croniche-degenerative o massive irreparabili, pazienti con patologie sistemiche associate che controindicano in maniera assoluta l’intervento chirurgico, pazienti diabetici scompensati, grandi obesi, con uso cronico di corticosteroidi e anabolizzanti, grandi fumatori, con condizioni psicologiche e con uso di ansiolitici e antidepressivi nella maggior parte dei casi, preferiamo prescrivere un programma riabilitativo finalizzato al controllo del dolore e al miglioramento della funzionalità dell’arto. RIABILITAZIONE CONSERVATIVA Il recupero del ROM passivo, in pazienti con rigidità capsulare, si ottiene mediante l’esecuzione di mobilizzazioni passive praticate dal fisioterapista su lettino 2-3 volte a settimana fino al completo recupero del movimento su tutti i piani, tali mobilizzazioni possono essere eseguite con opportune

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tecniche di presa, da terapisti esperti, anche in piscina con acqua riscaldata e generalmente a scapola “bloccata”. Il paziente eseguirà a casa esercizi pendolari di Codman senza peso 2-3 volte al giorno per 3 minuti, finalizzati alla decoaptazione gleno-omnerale ed esercizi di stretching capsulare contro la parete finalizzati al recupero dell’elasticità capsulare. Il paziente viene quindi istruito ad eseguire esercizi autopassivi , finalizzati al mantenimento e/o recupero del ROM attivo e al mantenimento e/o recupero dell’elasticità capsulare. Particolare attenzione viene posta al riequilibrio posturale e allo stretching della muscolatura parascapolare atti a ripristinare i rapporti scapolo toracici. Notevoli risultati ha dimostrato l’applicazione delle facilitazioni neuro cinetiche progressive secondo le quali seguendo delle traiettorie di movimento diagonali e spirali, si può portare unb muscolo, o meglio, un gruppo muscolare, da uno stato di massimo allungamento a uno di massimo accorciamento. RIABILITAZIONE POST CHIRURGICA Il programma riabilitativo che prescriviamo al paziente operato per sutura artroscopica della cuffia dei rotatori può differire in base ad alcune variabili preoperatorie e intraoperatorie come: pazienti diabetici,il tipo di lesione tendinea il tipo e la stabilità della sutura. Successivamente al periodo di immobilizzazione con apposito tutore il paziente comincerà con il terapista mobilizzazioni passive prima sul piano scapolare e dal 35° giorno post operatorio aggiungerà esercizi auto passivi in acqua e mobilizzazioni passive al di sopra della scapola e nelle rotazioni fino al completo recupero del rom passivo. Dopo il 45° giorno dall’intervento, il paziente verrà istruito ad eseguire a casa, delle mobilizzazioni autopassive con il bastone, la carrucola e l’asciugamano, finalizzate al recupero completo del ROM passivo e attivo. Ottenuto il completo recupero del ROM attivo e l’elasticità capsulare, il paziente comincerà il rinforzo con gli elastici degli abbassatori omerali e a seguire degli intra/extrarotatori.


MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo ODONTOIATRIA

IMPLANTOLOGIA MINI-INVASIVA L’estetica dentale non è una disciplina ben distinta dalle altre ma è solo il punto di arrivo ed il valore aggiunto di terapie eseguite con scrupolo e razionalità scientifica. Abbiamo intervistato il Dottor Giuseppe Guiducci, odontoiatra e protesista dentale di Pescara, esperto in Implantologia Computer Guidata. Dottor Guiducci, cosa s’intende per implantologia mini invasiva? “Il costante sviluppo delle tecniche chirurgiche permette che l’intervento venga pianificato ed effettuato grazie ad un tipo d’implantologia avanzata mini-invasiva computer guidata. Avvalendosi infatti della TAC tridimensionale che evidenzia la struttura scheletrica è consentita la programmazione protesicamente guidata del caso e la realizzazione dell’intervento, attraverso apposite mascherine chirurgiche, con l’inserzione preventivamente programmata e non dolorosa d’impianti in titanio, biocompatibili, inerti, anallergici, su cui andranno ancorati monconi e corone in ceramica. Il sistema è quello più recente - prosegue il Dott. Guiducci - che permette di avere una prima sistemazione della bocca, sia estetica che funzionale, eseguita nella stessa giornata per poi raggiungere progressivamente, attraverso un’adeguata riabilitazione, la soluzione definitiva. In questo modo si riducono al minimo i disagi, anche in condizioni di completa mancanza di denti, e si consente al paziente di recuperare la piena efficienza funzionale masticatoria ed un sorriso estetico luminoso”. Quali vantaggi hanno apportato le nuove tecniche biologiche metal free in campo protesico? “Nell’odontoiatria protesica l’orientamento è rivolto all’utilizzo di corone in ceramica integrale e zirconio ceramica, realizzate attraverso software digitali evoluti CAD CAM e che presentano una biocompatibilità ed un’integrazione tissutale migliore. Il colore viene preso attraverso uno spettrofotometro digitale garantendo così un’estetica eccellente, con caratterizzazioni e traslucenza dei denti naturali”. Dottor Guiducci, rimane comunque preferibile riuscire a “salvare” i propri denti? “Nei pazienti suscettibili alla malattia parodontale molto importante è il monitoraggio dei tessuti di sostegno dei denti e l’eliminazione di sanguinamento ed infiammazione, attraverso singole sedute dedicate e mirate alla difesa dell’altezza della cresta alveolare ossea, decisiva per evitare la perdita degli elementi dentali. Nell’era dei grandi passi in avanti dell’odontoiatria, la sfida

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Dott. GIUSEPPE GUIDUCCI Odontoiatria e Protesista dentale Studio Odontoiatrico Via Venezia 36, Pescara Tel. 085 386258 www.studiodentisticoguiducci.it www.studiodentisticoguiducci.abcsalute.it CURRICULUM PROFESSIONALE Albo Provinciale degli Odontoiatri di PESCARA n. 0000000510 dal 21.07.2005

Il Dott. Giuseppe Guiducci si laurea in Odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università “G.D’Annunzio” di Chieti, frequenta il reparto di Odontostomatologia e la sala operatoria di Chiriurgia Maxillo facciale dell’ospedale San Liberatore di Atri. Nell’ottica di un continuo aggiornamento, essendo le terapie odontoiatriche in continua evoluzione e potendo disporre di tecniche sempre più efficaci per risolvere i problemi dei singoli pazienti, il dr. Giuseppe Guiducci segue ogni anno in Italia e all’estero numerosi Corsi di “Educazione continua in medicina” certificati a livello nazionale. Frequenta a Parigi con il Prof. Jean Francois Gaudy presso L’institut d’Anatomia du centre Biomedical des Saint-Peres 45, dell’Università Descartes, il corso avanzato su cadaveri di anatomia applicata alla chirurgia implantare orale. Frequenta con il Prof. Mauro Chiapasco il corso in chirurgia implantare. La riabilitazione implanto-protesica nei casi complessi. Frequenta con il Prof. Parma Benfenati il corso strutturato annuale in Parodontologia avanzata. Frequenta con il Prof. Malagnino il corso strutturato annuale in Endodonzia clinica, utilizzo della sistematica Ni-Ti Mtwo e sigillatura canalare. Frequenta con il Dott. Bruno Portelli al corso. Le disfunzioni dell’ATM nell’equilibrio Neuromuscolare e Posturale. Vari tipi di Byte, significato diagnostico e terapeutiche al corso teorico pratico Le disfunzioni dell’Atm e del sistema cranio-mandibolare. Frequenta con il Prof. Francesco Mangani al corso (Le restaurazioni estetiche dirette nei settori anteriori e posteriori). Frequenta con il Dott. Daniel Hess (Valutazione del rischio e piani di trattamento). Frequenta con il Prof. Stefano Gracis (corso di protesi fissa). Preparazioni e realizzazione di provvisori in casi articolati. Frequenta con il Dott. Mauro Fradeani (La riabilitazione estetica su denti naturali ed impianti).


che oggi attende il dentista è di saper conservare la dentatura dei pazienti non più giovani ripristinando con tutte le tecniche estetico funzionali possibili, eventuali deprimenti strutturali dei denti. Diventano fondamentali una diagnosi scrupolosa e l’attenta esecuzione del miglior trattamento di ripristino della masticazione estetico funzionale”. Per quando riguarda l’estetica dentale, si sente sempre più spesso parlare delle faccette estetiche dentali; ci spiega in cosa consistono? ”Le faccette dentali rappresentano uno dei risultati migliori dell’odontoiatria estetica moderna; consentono il raggiungimento di un eccellente risultato estetico in odontoiatria. Si tratta di sottili gusci in ceramica dello spessore di 0,4 mm realizzati su misura dopo un attento studio in laboratorio; applicate sulla superficie esterna dei denti sono in grado di donare forma e colore ideali per l’estetica del paziente. DOMANDE FREQUENTI 1) Esiste un limte di età per l’inserimento degli impianti dentali? Una volta concluso il processo di crescita osseo scheletrico, gli spazi vuoti possono essere sostituiti con impianti dentali anche in età senile molto avanzata. 2) L’inserimento degli impianti dentali è doloroso? No, l’inserimento degli impianti dentali viene eseguito in anestesia locale. 3) Si prova dolore o fastidio dopo l’inserimento degli impianti dentali? No, grazie ad un tipo chirugia implantare mini invasiva si riduce al minimo il disagio ed il discomfort per il paziente, che nel giro di poche ore può tornare alle sue normali attività. In alcuni casi possono subentrare disturbi analoghi a quelli di una semplice estrazione dentale. 4) Qual è la durata media di un impianto dentale? Sane e corrette abitudini d’igiene orale, come spazzolarsi accuratamente, passare il filo interdentale e lo scovolino, insieme a controlli periodici e sedute d’igiene presso lo studio dentistico, ne garantiscono una lunghissima durata. IN BREVE I VANTAGGI DEGLI IMPIANTI: - Mantengono sani i denti naturali - Sono affidabili e duraturi - Sono estetici - Tutelano le strutture ossee - Sono economici Sarà possibile così evitare tutti gli inconvenienti dovuti a ponti, protesi mobili, totali o parziali. L’implantologia spesso costa meno degli altri trattamenti? Considerando il tempo impiegato per adattare continuamente le protesi o riparare i danni provocati nel tempo dai ponti, si può capire che gli impianti sono la soluzione che dà il miglior valore aggiunto e la tecnica di ripristino della masticazione più estetica, funzionale e salutare.

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Faccette Dentali prima e dopo l’applicazione



MEDICINA SPECIALISTICA - Abruzzo DIETOLOGIA

ALIMenta il tuo benessere Feuerbach scriveva: Noi siamo quello che mangiamo. È fondamentale prendersi cura della nostra alimentazione scegliendo gli alimenti migliori. La scelta giusta inizia facendo una spesa consapevole guidata da una informazione ben precisa sui cibi da mettere in tavola. Ecco allora 5 chiare regole che renderanno la scelta più semplice. 1) Mangia poco raffinato. Le farine 00 e 0 subiscono un alto livello di raffinazione, un processo questo che porta ad eliminare preziose parti del chicco: la crusca (ricca di fibre, vitamine del gruppo B e sali minerali) e il germe di grano, (ricco di vitamine del gruppo B, sali minerali ed antiossidanti come la vitamina E). La raffinazione, inoltre, fa alzare l’indice glicemico di quell’alimento portando numerose conseguenze, tra cui un immediato senso di fame. Meglio scegliere prodotti realizzati con la farina integrale che contiene tutta la crusca e il germe di grano che erano presenti nel chicco intero. All’inizio si può trovare il giusto compromesso tra piacere del palato e salute, con la farina di tipo 2, la semi-integrale, combinandola casomai con altre farine integrali di segale, grano saraceno, farro e orzo. 2) Mangia fresco e semplice. Mangiare fresco significa scegliere cibi semplici non preparati industrialmente e che non hanno subito una lunga lavorazione. Bisogna aggiungere verdura in abbondanza sia per ridurre le calorie assunte che per apportare all’organismo il giusto nutrimento, così da proteggerlo da patologie gravi come tumori, infarto ed ictus. 3) Mangia prodotti di stagione. Le piante che vengono “costrette” a crescere in periodi diversi dalla loro normale stagione risultano indebolite e sono più facilmente preda di attacchi da parte di insetti indesiderati, perciò richiedono una quantità nettamente maggiore di prodotti chimici per eliminare i parassiti. Le piante, che al contrario seguono il loro normale ciclo di vita, presentano una quantità maggiore di nutrienti e principi attivi e apportano la giusta quantità di calorie in relazione al periodo dell’anno. I prodotti di stagione sono più buoni, profumati ed aromatici dunque non si è costretti ad esagerare con i condimenti; oltretutto costano meno poichè non hanno bisogno di serre e di energia aggiuntiva per crescere. 4) Mangia prodotti locali. Prediligere prodotti locali è una buona soluzione per evitare i lunghi viaggi di cibo, proveniente magari dall’altro capo del mondo. Buona cosa sarebbe incentivare i gruppi di acquisto solidale che sono costituiti da persone che decidono di incontrarsi per ridistribuire tra loro i prodotti alimentari acquistati collettivamente e direttamente dai produttori, saltando così buona parte dell’intermediazione commerciale ed evitando i passaggi della filiera e il relativo spreco di imballaggi, ma soprattutto avendo la certezza di mangiare cibi freschi, locali e di stagione alimentando così il nostro benessere.

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Dott.SSA BARBARA DI BELLO Medico Dietologo PRENOTAZIONI Via Picena 214, Chieti Tel. 0871 346200 Cellulare 349 3900817 5) Non dimenticare di bere 1,5 litri di acqua al giorno e svolgere regolare attività fisica. CURRICULUM PROFESSIONALE Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Chieti al n.4420 dal 20.06.2005 - Diploma di Scuola Media Superiore conseguito presso il Liceo Scientifico Filippo Masci di Chieti - Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia classe n.46/s delle lauree specialistiche in medicina e chirurgia ex d.m.509/99, conseguita in data 29/07/2004 presso l’Universita’ G. d’annunzio di Chieti; - Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione, conseguita in data 18/12/2012 per una durata di anni 4 conseguito ai sensi del d.lgs.n.257/91 così come modificato dal d.lgs.n.368/99; - Titolare di Studio Medico di Nutrizione Umana da Dicembre 2012 con svolgimento dell’Esercizio della Libera Professione di Medico- Dietologo che prevede l’Approccio Medico e Dietetico per una Sana Alimentazione, nelle Malattie Metaboliche quali Obesità, Diabete, Iperlipidemie, Ipertensione arteriosa, Gotta, in Gastroenterologia, nel paziente sottoposto a trattamento chirurgico delle patologie del tratto gastrointestinale, nelle Patologie del fegato e delle via biliari, nelle Patologie del pancreas, in Nefrologia, in Pediatria, nei Disturbi del Comportamento Alimentare:Anoressia e Bulimia, nella Pratica Sportiva di tipo Amatoriale o Agonistica ect.

PRESTAZIONI

- Applicazione e interpretazione dell’Analisi della Composizione Corporea con Bioimpedenziometro; - Impiego della Pressoterapia come strumento finalizzato al miglioramento dei sintomi nei pazienti obesi affetti da fatica, insonnia e debolezza, nelle fasi iniziali di cattiva circolazione, insufficienza venosa, linfodrenaggio, cellulite, edema linfatico, vene varicose, sciatica, distorsioni, rottura dei capillari scarso tono della pelle. La Dottoressa Di Bello Barbara ha svolto esperienza di ricerca scientifica inerente la Nutrizione Clinica Umana e Applicata. Promotrice di progetti scolastici nell’ambito dell’educazione alimentare, sicurezza alimentare e igiene degli alimenti in collaborazione con enti locali in via di attivazione e promozione.


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LETTURA E SOCIALIZZAZIONE NELLA DISLESSIA Oggi la dislessia è divenuta il simbolo dell’insuccesso e del disadattamento scolastico. Non di rado l’alunno che viene a trovarsi in questa situazione esprime il suo disagio attraverso comportamenti anomali di tipo reattivo (opposizione, rifiuto, aggressività o inibizione, demotivazione ecc.). Tutto questo accade per un’immediata e diretta percezione che egli ha del proprio stato, ma anche per la ripercussione che queste difficoltà producono negli stessi insegnanti e soprattutto nei familiari. In sostanza si verifica una compromissione della relazione tra questo alunno e il suo ambiente. È facile immaginare come la portata di questo insuccesso mortifichi l’espressione, la comunicazione e l’apprendimento, che sono un bisogno e un desiderio naturale di tutti. Da qui un senso di fragilità e insicurezza insieme ad una progressiva degradazione della immagine di sé, come effetto degli insuccessi ripetuti e delle conseguenti disapprovazioni, esplicite o implicite degli altri. Anche fuori dalla scuola il dislessico si sente isolato, perché non è in grado di comprendere i numerosi messaggi scritti che l’ambiente sociale emette in misura sempre più numerosa e rilevante (dai giornali, agli avvisi, alle indicazioni sull’uso dei servizi e degli apparecchi). Sul piano della relazione dunque l’incapacità o la difficoltà di lettura hanno una maggiore risonanza e conseguenza rispetto ad altre difficoltà, ad esempio di scrittura, le quali ostacolano soprattutto l’andamento della vita scolastica. È mia premura, come spesso ricordo in occasione dei convegni nazionali sul tema o nelle visite nelle scuole, che sin dalla scuola materna è possibile riconoscere quantomeno fattori predittivi della dislessia. Consiglio pertanto alle maestre di fare prove ed osservazioni in questo quadro generale: ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO: - riproduzione grafica di figure geometriche o stilizzate; - riconoscimento di figure simmetriche; - costruzione di figure con cubi o schede. LINGUAGGIO - rievocazione immediata di un breve racconto; - rievocazione immediata del nome di oggetti familiari; - ripetizione di parole polisillabiche (controllo dell’articolazione). ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO - ripetizione di un ritmo dato con percussione; - copia di strutture ritmiche (relazione spazio-temporale).

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DOTT. MARCO SANTILLI Presidente e Direttore CENTRO SPECIALISTICO ITALIANO ELIMINAZIONE DELLA BALBUZIE E DISTURBI DEL LINGUAGGIO Dott. S. Di Donato Psicologo-Psicoterapeuta Per info: Numero verde: 800 090 732 Infoline: 340 8671477 Sito web: www.marcosantilli.it Questi test vanno effettuati come prove collettive e prove individuali. Consiglio alle maestre della scuola materna di osservare e avvertire se esistono arresti o ritardi in una o più di queste condizioni di base ed iniziare a proporre situazioni di gioco ma anche di esercizio-giocato adatte a colmare le lacune riscontrate. Nella scuola elementare, poi, valuteremo se si tratta di dislessia specifica o invece di difficoltà generiche destinate cioè a scomparire sia pur lentamente con il progredire delle tappe dello sviluppo all’interno del mondo apprendimento. Il dott. Marco Santilli, pedagogista specializzato nei disturbi del linguaggio e dell’apprendimento è Responsabile del Centro Specialistico per L’Eliminazione della Balbuzie e Presidente dell’Associazione italiana La Nuova Parola. E’ l’ideatore della metodologia pedagogica della motricità e delle relazioni verbali con cui opera in equipe multidisciplinare. E’ presente su tutto il territorio italiano con 27 sedi nelle principali città. Opera nel settore della Rieducazione al linguaggio e della Ricerca scientifica da venticinque anni. Si è specializzato presso una delle più antiche scuole ortofoniche dove è stato responsabile nazionale della formazione e primo insegnante dei corsi per la cura della balbuzie per venti anni in tutta italia. Ha inoltre avuto un ruolo determinante nell’aggiornamento delle tecniche precedentemente utilizzate sviluppando metodologie innovative che oggi garantiscono la soluzione al problema balbuzie infantile e adulta. Nel 2005 ha conseguito una ulteriore specializzazione in “Disturbi Del Linguaggio E Dell’apprendimento”. Dal 2005 è consulente presso molti Istituti Scolastici e si occupa di formazione ed aggiornamento nel settore delle “Disfluenze In Eta’scolare”. Nel 2006 ha effettuato due stage internazionali a Padova sulle “Metodologie Per La Cura Della Balbuzie”.Dal 2007 a tutt’oggi effettua conferenze in diverse Università italiane del nord e centro Italia. Dal 2008 è consulente presso alcune A.S.L. del nord Italia. Nel 2009 ha effettuato un corso di aggiornamento a Milano sui “Disturbi Della Fluenza Verbale”. Dal 2012 è Docente Universitario.



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TI SEI CHIESTO CHI SI PRENDE CURA DI TUO FIGLIO? In Italia ogni anno circa 1500 bambini ammalano di tumore. La forma più frequente in età pediatrica è la leucemia acuta seguita dai tumori del sistema nervoso centrale, i linfomi, i neuroblastomi ed i tumori dei tessuti molli. La diagnosi di tumore in un bambino è una di quelle cose inattese e considerate ingiuste, che lascia gli adulti attoniti e spesso incapaci di reagire. Improvvisamente questi bambini “speciali” diventano, agli occhi dei più, così fragili che in pochi accettano la responsabilità di prendersene cura. Proprio per offrire ai “bambini speciali” e alle loro famiglie un percorso diagnostico-terapeutico il più adeguato possibile all’interno di Centri di Alta Specialità, a partire dagli anni ’70 medici specialisti in pediatria, ematologia ed oncologia si sono riuniti in una rete collaborativa nazionale per condividere protocolli di terapia e progetti di ricerca con l’obiettivo di migliorare le cure e l’assistenza al bambino affetto da tumore, disordini ematologici o deficit immunologici. Si ponevano così nel 1971, con la stesura del primo protocollo per la cura della leucemia linfoblastica acuta, le basi di quella che sarebbe divenuta l’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP). In quegli stessi anni (1973) anche il Dipartimento di Ematologia dell’ Ospedale Civile di Pescara raccoglieva la sfida per la cura dei tumori e dei disordini ematologici in ambito pediatrico iniziando ad occuparsi dei piccoli pazienti affetti da leucemie e linfomi ed effettuando i primi trapianti di midollo osseo in bambini affetti da leucemia acuta e da talassemia major.

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Nel corso del tempo è andata delineandosi in maniera sempre più concreta una Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica dedicata esclusivamente alla cura di pazienti pediatrici affetti da tumori solidi e da malattie ematologiche. Divenuta centro AIEOP nel 1980, l’Unità di Oncoematologia Pediatrica di Pescara ha profuso energie e risorse nell’offrire una possibilità di cura “vicino casa” per bambini abruzzesi e molisani; un’alternativa alla fuga verso altre regioni, a quella “migrazione sanitaria” che aggiunge alla frustrazione per la malattia anche il disagio della lontananza dai cari nonché un impegno economico considerevole. A tal fine particolare attenzione è stata posta nel potenziamento dei percorsi di diagnosi e cura dei tumori solidi dell’età pediatrica grazie ad una stretta collaborazione con le Unità Operative di Chirurgia Pediatrica, Anestesia Pediatrica (centri di riferimento regionale per le patologie di interesse chirurgico) e Pediatria del Presidio Ospedaliero di Pescara, nonché all’implementazione dei protocolli utilizzati per il trattamento di tumori quali neuroblastoma, rabdomiosarcoma, tumore di Wilms e tumori a cellule germinali. Nel contempo l’equipe degli operatori sanitari coinvolti è cresciuta anche grazie al contributo quotidiano di psicologi ed assistenti sociali e alla presenza della “Scuola in Ospedale”, grazie al lavoro di due insegnanti, che sono impegnati nel definire un programma d’intervento, nel garantire una continuità del processo educativo che vada oltre l’orizzonte della chemioterapia e faccia da ponte

per il ritorno ad una vita sociale piena. Grazie al contributo dell’Associazione Genitori Bambini Emopatici (AGBE) sono stati portati avanti progetti di umanizzazione dell’assistenza con la creazione di ambienti dedicati ai bambini come il nuovo Day Hospital Oncoematologico Pediatrico (inaugurato nel marzo 2014) e la casa “Trenta Ore” che ospita le famiglie durante i lunghi ricoveri o quando i controlli in ambulatorio sono più frequenti. Tutto questo ha fatto si che negli ultimi dieci anni siano stati presi in carico dall’U.O. di Oncoematologia Pediatrica di Pescara oltre 200 pazienti con nuova diagnosi di emopatia acuta, disordine ematologico o tumore solido. Inoltre, grazie alla presenza all’interno dello stesso Dipartimento del’Unità di Terapia Intensiva Ematologica per il Trapianto Emopoietico è possibile offrire ai pazienti un trattamento di cura complesso che include il trapianto di cellule staminali emopoietiche autologhe o allogeniche. Infatti, a fronte degli oltre 1000 trapianti di midollo osseo allogenico eseguiti a Pescara dal 1976, sono stati effettuati 299 trapianti in pazienti pediatrici di età compresa tra i nove mesi ed i 18 anni. Il donatore di midollo osseo è stato un fratello o una sorella compatibile in 232 casi, un donatore non consanguineo scelto da un registro internazionale in 38 casi mentre è stato utilizzato sangue cordonale da banca in 10 casi. Diciannove bambini che non disponevano di un donatore compatibile in famiglia né di uno da registro sono stati sottoposti a trapianto aploidentico, ovvero è stato utilizzato un donatore

familiare (più spesso uno dei due genitori), compatibile al 50%. Sono stati eseguiti inoltre 25 trapianti di tipo autologo in bambini sottoposti a chemioterapia ad alte dosi per il trattamento di leucemia mieloide acuta, neuroblastoma o tumore di Wilms in recidiva. Oggi l’AIEOP raccoglie più di 50 centri italiani e grazie all’impegno di medici, biologi, infermieri specializzati, oltre il 80% dei bambini ammalati di tumore può ottenere la guarigione completa. Tutto questo è possibile anche a Pescara grazie all’Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica che in collaborazione con la rete nazionale e utilizzando le risorse Dipartimentali ed Interdipartimentali è in grado di offrire ai bambini della nostra regione un’assistenza consona agli standard nazionali ed internazionali senza la necessità di ricorrere ai viaggi della speranza. Proprio per questo è un diritto chiedere che le risorse umane, economiche, organizzative vengano convogliate in un unico centro specializzato anziché essere disperse sul un territorio ed essere frammentate in servizi senza autonomia. E’anche un dovere di noi genitori pretendere che in Oncoematologia Pediatrica non si giochi all’improvvisazione, non si raccolgano fondi né sperperino soldi nel nome dei bambini malati di tumore. Siamo noi genitori a chiedervi di non fermarvi all’immagine commovente dei bimbi senza capelli che strappa facili donazioni ma a chiedervi: CHI, DOVE, CON QUALI MEZZI ED ESPERIENZE cura i nostri ed i vostri bambini.

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MEDICINA ESTETICA - Abruzzo DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA

IL ringiovanimento del volto TOSSINA BOTULINICA, FILLER E FILI SILHOUETTE SOFT®. Il nostro viso è sempre protagonista nei rapporti che stabiliamo con gli altri e nelle interazioni sociali di ogni giorno. Il nostro sguardo, il tono della pelle, la sua lumonisità, i continui cambiamenti di espressione degli occhi e della bocca raccontano la nostra storia e il nostro carattere, ecco perché mantenere un viso giovane è diventata una esigenza importante per le donne e per molti uomini. Per ottenere un ringiovanimento naturale del volto si può ricorrere a diverse tecniche ed all’utilizzo di diversi materiali, quali Acido Ialuronico, Tossina Botulinica e i più recenti fili Silhouette Soft® di acido polilattico. La Tossina Botulinica è particolarmente indicata per distendere i muscoli mimici del volto e attenuare le rughe espressive. È una molecola di piccole dimensioni che deriva dal clostridium botulinum, e di questa molecola solo una piccola parte, detta neurotossina, è in grado di svolgere l’azione terapeutico-estetica. Dal punto di vista terapeutico la tossina botulinica viene utilizzata da molti anni per curare molte patologie neurologiche. In campo estetico viene utilizzata in particolare per trattare tutto il terzo superiore del volto, rughe glabellari, frontali e sopraciliari con una quantità di 50 unità che è una dose del tutto sicura (ndr. la dose letale per una persona di 70 kg è pari a 1750 unità). Le indicazioni post-trattamento sono semplici: bisogna evitare di distendersi per circa 4 ore, evitare l’attività fisica per almeno 24 ore e per le successive 48 ore evitare di spalmare le creme ma solo picchiettarle. Per il trattamento del terzo inferiore del volto e ripristinare i volumi perduti esistono vari tipi di Filler iniettabili e riassorbibili. Sono sostanze di origine naturale in grado di riempire le rughe delle regione perioculare, naso-geniene e peribuccali. Esistono filler di consistenza diversa con cui è possibile dare volume alle regioni zigomatiche e alle labbra. Tali sostanze sono utilizzate ormai da anni per migliorare l’aspetto del volto ma il trattamento deve essere eseguito da un medico specialista e con competenze specialistiche in materia. I risultati sono evidenti subito dopo il trattamento anche se per il risultato definitivo bisogna aspettare qualche giorno. Nei giorni successivi si può verificare la formazione di alcuni piccoli ematomi legati alla vascolarizzazione delle zone trattate ma che spariscono senza esiti. A differenza del botulino è buona norma massaggiare le aree trattate nelle ore successive all’infiltrazione. Il trattamento con Botulino e Filler iniettabili ha un li-

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dott. domenico piccolo Dr.ssa Antonella Piccioni Specialista in Dermatologia e Venereologia Skin Center - Centro Laser Dermoestetico Via Napoli,17 - 65121 Pescara Tel. 085 36295 Avezzano (AQ) Tel. 0863 21253 www.skincenters.it- info@skincenters.it

mite legato al tempo di durata del risultato in quanto trattandosi di materiali completamente riassorbibili può aggirarsi intorno ai 4-12 mesi. Per tale motivo si consiglia l’abbinamento con trattamenti che allungano la durata del risultato quali iniezioni con sostanze biorivitalizzanti. Molti pazienti avvertono l’esigenza di dare un tono più marcato alla cute del volto, ottenere un risollevamento di guance, zigomi e sopracciglia, rassodare il collo o ridefinire il profilo mandibolare. Oggi tutto questo è possibile grazie ai fili Silhouette Soft®, fili riassorbibili realizzati con acido polilattico, inerte dal punto di vista immunologico e completamente riassorbibile dall’organismo. Vengono posizionati nello strato adiposo sottocutaneo e stimolano una maggiore produzione di collagene che induce un immediato effetto rassodante-lifting. La procedura è mini-invasiva e dura dai 15 ai 20 minuti al max. Il giorno successivo al trattamento è possibile riprendere le normali attività, in quanto, non sono presenti segni visibili né dolore. In alcuni casi può comparire un leggero gonfiore ed arrossamento che regredisce spontaneamente. Si consiglia di non truccarsi almeno per le 48 ore successive al trattamento. Il risultato è assolutamente naturale, senza alcuna traccia né cicatrice visibile. Solitamente l’effetto dura due anni e nel frattempo l’acido polilattico stimola la formazione di nuovo collagene che aiuta a ricompattare e tonificare la cute del volto con un miglioramento generale dell’aspetto del viso.


Il Comune Informa

Dott. Giuliano Diodati Assessorato alle Politiche Sociali Piano di Zona - Sanità - Sport Gestione e Manutenzione Impianti Sportivi Grandi Eventi Sportivi

Webiste: www.comune.pescara.it

Città di PESCARA La CARTA della CITTADINANZA SOCIALE: per una strategia di partecipazione del cittadino Il Comune di Pescara ha scelto nell’erogazione dei servizi e nel rapporto con i cittadini l’approccio del miglioramento continuo, in un ottica di valutazione e dialogo costante. In tale ottica garantire la qualità significa monitorare, misurare e verificare il livello dei servizi offerti e coinvolgere i cittadini-utenti nel processo di valutazione. Tale sistema di valutazione garantisce il dialogo sulle specificità dei servizi e si configura come strumento per recepire le istanze dei cittadini-utenti trasformandole in miglioramento della qualità dell’offerta sociale del Comune. Il sistema di partecipazione dei cittadini ai Servizi Sociali si basa su due momenti: 1) l’informazione sui servizi offerti, per cui svolge un ruolo importante la Carta della Cittadinanza Sociale 2) la valutazione dei servizi che utilizza due strumenti fondamentali: - Individuale: la rilevazione, attraverso la customer satisfaction, del grado di soddisfacimento degli utenti; - Collettiva: la partecipazione ai tavoli tematici semestrali da parte degli stakeholders. In tale occasione vengono condivisi i risultati e ascoltate critiche e proposte di miglioramento.

La valutazione del grado di soddisfazione degli utenti si caratterizza per essere uno strumento particolarmente idoneo a cogliere le criticità del sistema. I questionari per la Customer satisfaction sono strumenti in grado di cogliere la peculiarità di ogni servizio attraverso la rilevazione della qualità percepita dal cittadino-utente. L’obiettivo è di promuovere un canale utile, per lo sviluppo di processi trasparenti di miglioramento della qualità dei servizi sociali e per l’attivazione di una comunicazione efficace fra utenza e servizi per l’avvio di un corretto percorso di ricerca valutativa. La modalità di rilevazione è quella della somministrazione di questionari a campione. I dati oltre ad essere utili per il miglioramento dei servizi verranno resi pubblici nell’ottica della massima trasparenza. Il cittadino-utente che intendesse far presente un disservizio e cioè: un cattivo funzionamento del servizio, l’assenza o la necessità del servizio perché l’organizzazione non è in grado di soddisfare tutta la domanda, una semplice segnalazione di una anomalia di qualsiasi genere o esprimere il grado di soddisfacimento del servizio, può compilare il Modulo personalmente e imbucarlo in un’apposita cassetta disponibile presso i locali dei Servizi Sociali dell’Ente; in casi particolari l’utente può avvalersi dell’aiuto del personale di servizio e farsi compilare il modulo da un operatore. I moduli sono disponibili presso: 1. U.R.P; 2. Sportello di Segretariato Sociale (apposito contenitore); 3. Sul Sito WEB del Comune di Pescara: www.comune.pescara.it ; 4. Possono essere richiesti al personale di servizio. Per i servizi di tipo domiciliare o garantiti attraverso le cooperative o associazioni di volontariato i moduli, formulati dalle stesse cooperative o associazioni, verranno fatti recapitare a cura delle stesse.

Numeri Utili DOV’E’ P.zza Duca D’Aosta, 15 Palazzo ex INPS 65121 Pescara ORARI DI APERTURA Dal lunedì al venerdì 8,30 – 12,30 Il martedì e il giovedì 15,30 – 17,30 CONTATTI email: urp@comune.pescara.it fax: 08528105 CALL CENTER: 800482527

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emergenze CONTINUITA’ ASSISTENZIALE NOTTURNA E FESTIVA L’Azienda Sanitaria Locale di Pescara ha attivato il Numero unico aziendale di continuità assistenziale 085 4289790 che i cittadini potranno chiamare per avere l’assistenza della ex Guardia Medica. Sede: Via Renato Paolini n° 49 a fianco al Centro Diabetologico (palazzo rosso) OSPEDALE SANTO SPIRITO Centralino 085 4251 CUP 085 4253232 URP 085 4253201 Pronto Soccorso 085 4252450 Sede: Via Renato Paolini n° 47 www.ausl.pe.it DISTRETTI SANITARI Pescara Nord 085 4253457 Via Naz. Adriatica nord n° 140 Pescara Sud 085 4254032 Via Rieti n° 47 FARMACIE DI TURNO Per info sulle farmacie di turno, quelle di appoggio e le guardie mediche consultate il link: www.ausl.pe.it/farmacie Per informazioni e consigli su farmaci, prodotti da banco, ticket e tutto ciò che riguarda il mondo delle farmacie consultate il sito: www.federfarma.it TELEFONO VERDE Fumo 800 554088 Alcol 800 632000 Anti-Doping 800 896970 Droga 800 186070 Disturbi Alimentari 800 180969 ADHD 800 571661 AIDS e IST 800 861061 Malattie rare 800 896949 Trapianti 800 333033

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GIULIANO DIODATI Nato a Foggia il 10 settembre 1960, residente a Pescara dalla nascita. Sposato e padre di 3 figli. Laureato in medicina e chirurgia nel 1986, specializzato in odontostomatologia nel 1995. Esercita la professione presso il suo studio a Pescara, autore di numerose pubblicazioni scientifiche inerenti prevalentemente la branca dell’Implantologia e della Chirurgia Odontoiatra. Eletto per la prima volta al consiglio comunale nel 2009 nelle file del PD dove ha ricoperto la carica di componente della commissione politiche sociali e sanita’. In questa legislatura ricopre l’incarico di Assessore con delega alle Politiche Sociali, Piano di zona, Sanita’, Sport, Gestione e Manutenzione Impianti Sportivi, Grandi Eventi Sportivi. Tra le priorità del suo mandato di assessore alle politiche sociali ci sono la riapertura della casa di riposo e il rafforzamento del rapporto con le associazioni di volontariato che operano sul territorio.

I principiABRUZZO fondamentali del nostro operare Eguaglianza ed imparzialità I servizi vengono garantiti con equità di trattamento e valutazione nei confronti di tutti i cittadini, senza distinzione di razza, etnia, sesso, lingua, religione e opinioni politiche, condizione sociale o grado di istruzione. Efficacia ed efficienza L’organizzazione dei servizi è ispirata a criteri di efficacia ed efficienza, ricercando le soluzioni organizzative, procedurali e tecnologiche più idonee. Trasparenza ed accesso Viene garantito a tutti i cittadini di conoscere le modalità di organizzazione e funzionamento dei servizi. Continuità del servizio Salvo cause di forza maggiore, è garantita la continuità nell’erogazione dei servizi. Le eventuali interruzioni di erogazione dei servizi o variazioni nelle modalità di gestione, vengono comunicate tempestivamente agli utenti mediante: comunicazione diretta, comunicati agli organi di informazione locale, sito web del Comune e segnaletica negli uffici. Diritti dei cittadini Ai cittadini che accedono ai servizi sociali è garantito l’accesso a tutte le informazioni sui servizi e sulle modalità di attivazione degli stessi. E’ garantito, inoltre, da parte di tutto il personale, il rispetto della dignità umana e delle proprie convinzioni culturali, politiche, filosofiche e religiose. Doveri dei cittadini I cittadini che accedono ai servizi sociali devono rispettare le norme di buona educazione nel rapporto con il personale, gli ambienti, le attrezzature e gli arredi, fornire la massima collaborazione e correttezza nei confronti degli operatori, al fine di rendere più efficace la loro attività, ed evitare comportamenti che possano creare situazioni di disturbo e disagio per altri cittadini e per gli operatori.



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