OSLA BREAKING NEWS ANNO 6 N.5

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Breaking News ANNO 6 N. 5 MARTEDI’ 25 OTTOBRE 2016

Direttore Responsabile: Angela Venturini

San Marino verso le elezioni Alla nuova classe politica, i lavoratori autonomi chiedono concretezza, competenza e lungimiranza. Le richieste dell’OSLA

Le recenti vicende politiche ci hanno fatto constatare, purtroppo, come negli ultimi decenni, per il Paese sia stato fatto poco o nulla. Così oggi ci troviamo inadeguati, impreparati e, soprattutto senza risorse per affrontare le sfide del mercato e dell’allineamento con gli altri Stati. Peggio, siamo pieni di debiti. Per carità, va benissimo l’uscita della Black List e il recupero delle relazioni bilaterali, ma questo, al momento non ha recuperato né l’immagine del nostro Paese, né la sua potenzialità economica. Ma con l’esercizio della lamentazione, andiamo poco avanti. E così, visto che il settore dei commerci e dei servizi è una delle voci più importanti nella formulazione

del PIL, ci sentiamo in dovere di avanzare delle proposte, che in questo momento ci limitiamo a sottolineare solo nel capitolo dei valori basilari della nostra Repubblica. Valori senza i quali nessun programma politico può avere speranza di ottenere dei risultati. Cominciamo dalla Sovranità, parola spesso abusata o usata a sproposito. Come le altre che proponiamo. Sovranità significa esercitare tutti i diritti che conseguono l’essere uno Stato, indipendentemente dalla sua dimensione, dal numero dei suoi cittadini, dall’eventuale potenza militare o economica, dalla capacità di condizionare le scelte degli altri. Sovranità significa stare nella grande comunità degli Stati con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Autonomia è la diretta conseguenza della Sovranità ed è lo strumento per mettere in atto le politiche a difesa della Sovranità e dello sviluppo. Essere autonomi significa svolgere tutte quelle azioni, nell’ambito dei doveri derivanti dall’essere nella comunità degli Stati, necessarie ed adeguate ad una visione e ad un progetto di sviluppo e potenziamen-

to dei diritti fondamentali. Sicurezza è il terzo valore fondamentale di questa semplice formula: S.A.S. (Sovranità, Autonomia, Sicurezza). Senza la sicurezza qualsiasi altro valore viene automaticamente reso inutile e a nulla varranno le azioni che si sono immaginate e programmate. Non avere Sicurezza significa non avere Sovranità ed Autonomia perché chiunque o qualsiasi forza potrà intromettersi nelle decisioni sovrane, contrastare i progetti e le azioni progettate, appropriarsi dei diritti sovrani, corrompere la politica, falsare i risultati, sconvolgere le politiche di settore, privare insomma i cittadini del diritto di decidere del proprio futuro. Con la ripresa di questa nostra pubblicazione mensile, entreremo prossimamente nel dettaglio delle nostre proposte, nella convinzione che una maggiore attenzione, concretezza e lungimiranza delle scelte politiche che riguardano il nostro settore, potranno essere davvero una boccata d’ossigeno per l’economia dell’intero Paese. Giuseppe M. Della Balda

SMaC sempre piu’ urgente cambiare Oltre due milioni per il funzionamento, circa 9 per la scontistica, ma la San Marino Card continua a non funzioanre come si deve. E soprattutto continua a non piacere ne’ ai clienti, ne’ agli operatori

Sui problemi della SMAC Card, sono stati spesi fiumi di inchiostro. Eppure, forse, non se ne parla mai abbastanza perché le cose non migliorano. Anzi. Era nata nel 2008 come fidelity card grazie ad una scontistica che attirava anche clienti non sammarinesi. Aveva bisogno solo di un’adeguata gestione di marketing e stava sviluppandosi abbastanza bene. Invece poi è stata trasformata dalla riforma tributaria in strumento per l’accertamento fiscale. Un intervento che si è innescato sull’accusa di evasione fiscale e segue a pagina 2

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MARTEDI’ 25 OTTOBRE 2016

Il vero problema di San Marino? L’incompetenza! Intervista a Luca Ercolani, giovanissimo operatore economico. “Non siamo né ladri, né evasori. Noi facciamo la nostra parte.” E sulla SMAC: “E’ un aborto” Un commerciante che aspira al cinema. Forse è anche più di un’aspirazione, dal momento che ha già cominciato a lavorarci. Luca Ercolani, 26 anni, da cinque e mezzo titolare della tabaccheria/edicola a Borgo Maggiore. Ciò vuol dire che ha cominciato molto giovane, perché gli studi non facevano per lui. Un po’ di aiuto dalla famiglia, un po’ dalla banca, e la scelta è stata fatta. Ma la vita del commerciante non è facile. “Avere a che fare tutti i giorni con la gente non è semplice: spesso e volentieri capitano clienti non propriamente educati, che tu sei comunque costretto (se non vuoi rischiare di perderli) a trattare bene”.

per il rischio d’impresa che si assumono. Una persona che non ha mai avuto un’attività neanche se lo immagina; fa le sue ore e torna a casa. Molti lavorano 37 ore alla settimana, hanno riposi, vacanze e quant’altro e hanno uno stipendio molto più alto. Le norme e le regole in vigore aiutano gli operatori o, in base alla sua esperienza, ci sarebbe qualcosa da cambiare? la sua giornata? Il mio esercizio è aperto quasi 14 ore tutti i giorni (eccetto la domenica, quando la giornata termina alle 13). Siamo in tre a lavorare, con me ci sono le mie due sorelle. Mediamente lavoriamo 50/55 ore a settimana ciascuno; non possiamo chiudere, perché i giornali escono quasi tutti i giorni. Se uno di noi fa le ferie, chi rimane fa il turno doppio. Volendo, si può decidere anche di andare tutti in vacanza, ma così non incassi. Insomma, le ferie non sono pagate. E per la malattia?

E a livello di impegno, quanto dura

In quel caso siamo coperti, ma gli altri devono fare sempre il doppio turno.

false dichiarazioni, compromettendo così quel rapporto di fiducia e di rispetto che gli imprenditori hanno sempre sostenuto e difeso, sia nei rapporti con lo Stato, sia con la clientela. Il circuito che era stato approntato inizialmente si è rivelato non adeguato ai volumi della fiscalità, quindi sono nati problemi operativi, come i ritardi, gli intoppi e le doppie operazioni, spesso aggravati dal mal funzionamento delle linee. Non è bastato tutto ciò, sono stati introdotti ulteriori controlli, nuove indagini (anche nelle tasche dei turisti), nuove regole, delineando un tracciato nevrotico che non ha portato alcun bene. Con la riforma, la scontistica è diventata inappetibile, cosicché gli

stessi clienti sono rimasti scontenti, che sentono questo strumento come una violazione della privacy. Ma anche gli operatori commerciali non sono contenti, tanto che appena un sesto è entrato nel circuito: poco più di 500 contro 3000. Una ragione ci sarà. O no? Ma guardiamo un po’ anche i costi, aggravati dall’introduzione della funzione “borsellino elettronico”, alla quale hanno aderito solo 170 operatori economici. Sarà ancora peggio l’anno prossimo, quando tutte le transazioni avranno una commissione che andrà a gravare sull’operatore economico. Un vantaggio per le banche, un costo in più per i commercianti. Da aggiungere i costi sostenuti dallo Stato, imputati sui diversi capitoli di

Però i commercianti fanno un sacco di soldi. Giusto? Ni. I tempi sono cambiati rispetti ai decenni precedenti, non puoi più permetterti di aprire un negozio ed aspettare che entrino clienti. Oggi occorrono degli studi che partono dalla scelta dell’articolo fino alla sua promozione, passando per la cura e la conoscenza del prodotto, le competenze e le strategie di marketing.
Troppo spesso ultimamente si vedono attività commerciali chiudere, locali e intere vie completamente sgombre e morte. I commercianti fanno un sacco di soldi? Può anche essere, ma mi viene da dire che se è così, è perché se lo sono meritati; per l’impegno, per le tante ore di lavoro,

A livello di burocrazia, posso dire che San Marino lascia molto a desiderare. In un paese così piccolo, per una qualsiasi pratica o richiesta, c’è un’infinità di carte da firmare e una lentezza esasperante nel ricevere risposte. Soprattutto, spesso si incontra un’assoluta incompetenza in coloro che queste risposte le deve fornire. E a livello di fiscalità, cosa mi dice? Sicuramente rispetto all’Italia siamo ancora avvantaggiati. Il problema, però, è che il denaro raccolto dalle tasse, a mio avviso, non viene adeguatamente investito per migliorare servizi, infrastrutture e, più in generale, per far crescere il Paese. Credo che sarebbe opportuno creare un sis-

segue dalla prima pagina bilancio negli ultimi cinque esercizi alla voce “Oneri di funzionamento San Marino Card”: 250 mila euro nella finanziaria del 2011, 330 mila euro in quella del 2012, 418.625 nel 2013; 600 mila nel 2014; 500 mila nel 2015 475 mila nell’assestamento di bilancio settembre 2016. Totale, oltre due milioni e mezzo. Vanno messi in conto anche i circa 8/9 milioni di euro per la scontistica (dato fornito dalla Segreteria Finanze). Siamo a cifre che, probabilmente, non ripagano lo sforzo fatto. Oltre tutto per un progetto che non accontenta nessuno e che non ha aumentato i consumi, solo le transazioni.

Invece, la situazione economica in generale ha bisogno di far aumentare i consumi interni, rispolverando quell’appeal che si è così pesantemente appannato. L’OSLA, che ha partecipato attivamente all’istituzione della SMAC, metterà in atto tutte le iniziative in suo potere perché essa ritorni ad essere lo strumento che era stato inizialmente progettato. E alla politica continuerà a chiedere maggiore attenzione e collaborazione con il settore del commercio e dei servizi, che a San Marino rappresenta l’attività prevalente. E’ necessario tornare a mettere tutta la piccola e media impresa e le politiche turistiche al centro delle strategie di riorganizzazione dello sviluppo economico.

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tema multiplo di imposizione fiscale che garantisca equità tra le categorie che esportano e quelle che importano, senza penalizzare nessuna delle due. Inoltre, credo che andrebbe ristabilita la parità tra lavoratori autonomi e dipendenti. Si vuole spiegare? La percentuale di tasse pagate da un lavoratore autonomo è maggiore rispetto a quella che paga un lavoratore dipendente, in certi casi si parla del doppio o del triplo! Questa disparità è dovuta al fatto che, mentre il reddito del primo è incerto, quello del secondo è accertato. Allora io voglio dire a gran voce che non sono un ladro e non voglio essere etichettato come tale. Io faccio la mia parte, tutti i mesi. E’ vero che la possibilità di evadere c’è (e in passato ne siamo stati testimoni innumerevoli volte), ma

non si può generalizzare e penalizzare l’intera categoria. Piuttosto sarebbe opportuno migliorare l’accertamento fiscale.

questo non deve essere uno strumento che rallenta il lavoro degli operatori e li penalizza dal punto di vista economico.

E sulla SMAC ha qualcosa da dire?

Qualcuno afferma che sono i soliti luoghi comuni…

Quello che ho sempre detto: una gran pagliacciata. E’ stata inserita obbligatoriamente nelle mense, distribuita ai frontalieri e ai minorenni; è stato proposto di accreditarvi parte dello stipendio dei dipendenti della PA. E ora l’ultima ridicola “crociata”: la distribuzione ai bambini di 11 anni. Insomma, un “colabrodo”, al quale sono stati continuamente messi rattoppi per “forzarne” l’uso. A San Marino siamo 32mila anime: se togliamo i minorenni, i pensionati, i dipendenti pubblici e quelli privati, siamo davvero pochi quelli che lavorano in proprio e che dovrebbero essere controllati. E’ giusto che ci sia un controllo, ma

Il fine di questo strumento (si legge chiaramente nel testo della normativa) è anche quello di eliminare la moneta e renderlo in tutto e per tutto un borsellino elettronico. Già dal 2017, salvo variazioni, verrà applicata una commissione sui pagamenti, che naturalmente finirà nelle tasche delle banche. Se così sarà, io non potrò più permettermi, con questo sistema, di far pagare un giornale, un euro. Quindi, cosa occorre? Uno strumento del genere deve essere perfetto prima di renderlo oper-

ativo. Occorrono studi e simulazioni. Invece è stato inserito prima ancora di capire quali articoli e/o esercizi ne fossero esenti, sono state emanate circolari che cambiavano tutte le settimane! E poi ci fa perdere un sacco di tempo: con una media di 14 secondi per transazione, a fine giornata hai trascorso due ore a strisciare carte. Esistono dei registratori che semplificano e accelerano questa procedura, ma sono parecchio costosi e le alte cariche, come recentemente comunicato, non sarebbero in grado di provvedere alla loro fornitura. Rimane solo la speranza… Già, si spera in un cambiamento radicale. Si spera che su certe poltrone (dato che poi i loro stipendi li paghiamo tutti) si siedano esclusivamente persone preparate e competenti.


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