Rupert Sheldrake - Trascendenza quotidiana

Page 1



41 nonordinari



Rupert Sheldrake

TRASCENDENZA QUOTIDIANA Risvolti spirituali e riscontri scientifici di 7 comuni pratiche

Traduzione di Marina Pirulli

SPAZIO INTERIORE


Rupert Sheldrake Trascendenza quotidiana titolo originale: Ways to Go Beyond and Why They Work traduzione: Marina Pirulli revisione: Elisa Picozza © 2019 Rupert Sheldrake © 2021 Spazio Interiore First published in English by Coronet, an Imprint of Hodder & Stoughton Ltd Tutti i diritti riservati Edizioni Spazio Interiore Via Vincenzo Coronelli 46 • 00176 Roma www.spaziointeriore.com redazione@spaziointeriore.com copertina imagami Passionblume, "passiflora", 7 raggi, di Sirtaro Bruno Hahn, in Lo Spirito nelle Piante progetto grafico Francesco Pandolfi I edizione: ottobre 2021 ISBN 979-12-80002-36-5 Sebbene siano state prese tutte le possibili precauzioni durante la preparazione di questo libro, l’editore non si ritiene responsabile per eventuali errori o omissioni, né per eventuali danni provocati dall’utilizzo delle informazioni ivi contenute. La pubblicazione di tale opera, in nessuna sua parte può essere considerata quale invito alla sperimentazione di tali tecniche e sostanze, né alla violazione di alcuna norma del vigente ordinamento giuridico, nazionale e internazionale.


INDICE

Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Capitolo 1 il lato spirituale dello sport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 Il contesto evolutivo • Antropologia dello sport • Il lavoro pioneristico di Michael Murphy • Nel flusso • Il brivido della velocità • Il flusso di gruppo • Gli effetti negativi del flusso • Le arti marziali orientali • Gli sport estremi • Lo sport come strumento di evoluzione del potenziale umano • Il flusso dello spirito • Due modi per sperimentare il flusso attraverso lo sport

Capitolo 2 imparare dagli animali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 La connessione con gli animali • L’evoluzione delle relazioni tra esseri umani e animali • Gli animali domestici • Animali che confortano e guariscono • La telepatia degli animali • La telepatia degli umani • La vita spirituale degli animali non umani • Cosa possiamo imparare dagli animali • Due pratiche con gli animali

Capitolo 3 il digiuno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95 L’antropologia del digiuno • Le risposte evolutive alla fame • Gli effetti fisiologici del digiuno sugli esseri umani • Obesità e diabete • Gli effetti cerebrali della chetosi • I pericoli • Digiunare fino alla morte • Vivere senza cibo per anni • Digiuni laici e digiuni spirituali • Due modi per digiunare


Capitolo 4 cannabis, psichedelici e aperture spirituali

. . . . 119

La cannabis • Il funzionamento chimico degli psichedelici • La famiglia delle fenetilamine • La famiglia delle triptamine • Visioni psichedeliche • Gli effetti cerebrali degli psichedelici • Misticismo sperimentale • Le esperienze psichedeliche come riti di passaggio • Rituali psichedelici e religioni • Incontri con altre entità • Risonanza morfica e memorie collettive di esperienze psichedeliche • Argomentazioni religiose contro gli psichedelici • Due pratiche con le sostanze psicoattive

Capitolo 5 i poteri della preghiera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 171 Diversi tipi di preghiera • La pratica della preghiera e la sua diffusione nel mondo • La mente trasparente • Pregare per guarire • Gli effetti della preghiera sulla salute e sulla felicità • Preghiera e pensiero positivo • Benedizioni e maledizioni • Due pratiche di preghiera

Capitolo 6 festività e celebrazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209 Il sabato ebraico • La domenica e il fine settimana • Le feste stagionali • Il solstizio d’inverno e il Natale • Le feste primaverili e la Pasqua • Calendimaggio • Il solstizio d’estate • La festa degli angeli • Commemorazione dei defunti • Le feste musulmane e il calendario lunare • I benefici di feste e celebrazioni • Due pratiche di tempo sacro

Capitolo 7 coltivare le buone abitudini, evitare quelle cattive e praticare la gentilezza . . . . . . . . . 247 Le virtù come buone abitudini • Egoismo e cooperazione • Cooperazione altruistica nelle società degli insetti • Le radici evolutive della moralità umana • Moralità e coscienza • I vizi come cattive abitudini • Le dipendenze • Coltivare le virtù • La gentilezza • Due pratiche di gentilezza


Capitolo 8 perché le pratiche spirituali funzionano? . . . . . . . 291 Spiritualità materialista • La connessione con una coscienza piùche-umana • La triplice natura di Dio • Trinità scientifiche • L’animismo o panpsichismo • Il panenteismo • Trinità e pratiche spirituali • Spiritualità evolutiva • Doni e ricerche

Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 327 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 357 Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 377



A Rick Ingrasci e Peggy Taylor, miei amici e ispiratori da trentacinque anni



PREMESSA

Sono un convinto sostenitore del metodo scientifico e dell’indagine empirica. In qualità di scienziato e ricercatore ho condotto in prima persona centinaia di esperimenti, i cui risultati sono riassunti in oltre ottantacinque articoli su autorevoli riviste scientifiche, più svariati altri scritti inclusi in manuali tecnici ed enciclopedie specializzate. Gran parte del mio tempo è dedicato a svolgere ricerche sperimentali. Al tempo stesso, sono convinto che solo attraverso le pratiche spirituali e l’esperienza diretta possiamo davvero stabilire una connessione profonda con i livelli di coscienza più-che-umani, acquisendo maggiore consapevolezza della fonte da cui scaturiscono la coscienza e la natura in tutte le loro manifestazioni. Tali pratiche ci permettono di conoscere meglio sia la nostra stessa natura, sia la natura del regno spirituale, che si trova al di là del mondo terreno: il regno della coscienza più-che-umana. Quest’opera è la continuazione del mio libro precedente, Scienza e pratiche spirituali, in cui avevo passato in rassegna sette pratiche spirituali molto diverse tra loro: la gratitudine; la meditazione; la connessione con la natura; il relazionarsi con le piante; il canto e la salmodia; i rituali; il pellegrinaggio. Questo libro prende in esame altre sette pratiche, tra le quali alcune – come l’imparare dagli animali o il praticare sport – di certo non sono comunemente associate alla dimensione spirituale. 11


L’esplorazione scientifica delle pratiche spirituali costituisce un aspetto molto positivo dell’era moderna. Man mano che gli scienziati portano avanti queste ricerche e il settore degli studi sulla coscienza diventa sempre più sviluppato, la separazione artificiale tra scienza e spiritualità inizia a venir meno. Sia la scienza che le pratiche spirituali sono empiriche: si basano sull’esperienza diretta. Lo studio sistematico delle esperienze causate da queste pratiche porta alla convergenza tra scienza e spiritualità, una nuova sinergia che potrebbe aiutarci a relazionarci meglio con i livelli di coscienza più-che-umani e ad approfondire la nostra comprensione delle esperienze spirituali. Nella premessa al libro Scienza e pratiche spirituali ho già descritto il mio percorso di formazione e l’interesse che ho sempre nutrito sia per la ricerca scientifica, sia per l’esplorazione delle pratiche spirituali, interesse che mi ha portato a studiare e lavorare in Europa, Nord America e Asia. In breve, dopo aver ricevuto un’educazione cristiana convenzionale, da adolescente cominciai a studiare scienze e diventai ateo, accettando la comune idea secondo cui la mentalità scientifica sarebbe intrinsecamente basata sull’ateismo e incompatibile con credenze come la fede in Dio o nei dogmi religiosi, superstizioni ormai superate dalla scienza e dalla razionalità. Tuttavia, durante i miei studi presso le università di Cambridge e Harvard e le mie ricerche in biologia dello sviluppo a Cambridge, la mia fede ateista fu messa a dura prova dai dubbi scientifici che iniziavo a nutrire sulla teoria meccanicistica della vita. Trovavo sempre più difficile credere che animali e piante fossero soltanto meccanismi inconsci programmati geneticamente in base alle forze cieche del caso e della selezione naturale. Inoltre, nel periodo in cui insegnavo al Clare College di Cambridge e dirigevo il Dipartimento di Biologia Cellulare, cominciai mio malgrado a mettere in dubbio la visione materialista secondo cui la mente umana non è altro che l’attività del 12


cervello. I miei viaggi in Asia, la scoperta delle sostanze psichedeliche e la pratica della meditazione amplificarono ulteriormente queste mie perplessità. Trascorsi un anno in Malesia, per studiare la vegetazione tropicale presso l’Università di Malaya, e altri sette anni in India, di cui cinque come responsabile del Dipartimento di Fisiologia Vegetale presso l’Istituto Internazionale di Ricerca sulle Colture nelle Aree Tropicali Semi-Aride (icrisat) vicino a Hyderabad; laggiù mi dedicai a selezionare nuove varietà di ceci e caiani, nonché a sviluppare nuovi sistemi di semina che oggi sono largamente utilizzati in agricoltura. Passai anche due anni in un ashram cristiano in Tamil Nadu, sulle rive del fiume Kavery, dove scrissi il mio primo libro: A New Science of Life (“Una nuova scienza della vita”). Mia moglie, Jill Purce, è un’insegnante di canto che ha ideato metodi innovativi per lavorare in gruppo con la voce: nei suoi corsi e seminari, chiunque sia interessato può avere accesso ad antiche pratiche spirituali che utilizzano la voce come strumento. Il lavoro di Jill mi ha dimostrato innumerevoli volte come le pratiche spirituali possano arricchire la vita di ogni persona, che si definisca religiosa o no, ed è una delle fonti da cui ho tratto ispirazione per questo libro. Il mio intento non è realizzare un catalogo esaustivo di tutte le pratiche spirituali possibili e immaginabili; piuttosto, vorrei mostrare che esistono molti modi diversi per avvicinarsi alla spiritualità, con risultati concreti e scientificamente misurabili. Spero che questo libro aiuterà coloro che già svolgono una pratica spirituale a vederla sotto una nuova luce, scientifica ed evolutiva; e per chi non ha familiarità con tali pratiche, spero che la lettura possa aprire nuovi orizzonti di possibilità. Rupert Sheldrake Hampstead, Londra Luglio 2018

13



INTRODUZIONE

Nessuna civiltà, prima della nostra, aveva mai avuto accesso a una scelta così vasta di pratiche spirituali provenienti da ogni parte del mondo. Nelle grandi città cosmopolite è ora possibile partecipare a rituali di svariate tradizioni religiose, imparare a meditare, praticare Yoga o Qi Gong, svolgere pratiche sciamaniche, esplorare gli stati di coscienza mediante l’uso di sostanze psichedeliche (benché questo sia illegale in gran parte del mondo), cantare in coro, prendere parte a preghiere di ogni tipo, apprendere le arti marziali o dedicarsi a uno degli innumerevoli sport disponibili. Tutte queste pratiche hanno la capacità di portarci oltre gli stati di coscienza ordinari, quelli che sperimentiamo ogni giorno e che consideriamo normali; possono farci percepire un senso di connessione con una coscienza più-che-umana, una presenza più grande di noi. Simili esperienze vengono spesso definite “spirituali”. Le esperienze in sé lasciano comunque aperta la questione della natura del regno spirituale. Come vedremo nel corso del libro, le esperienze spirituali possono essere soggette a molte diverse interpretazioni, compresa quella della visione materialista secondo cui tutto accade all’interno del cervello e non esiste alcuna forma di coscienza più-che-umana “là fuori”. Al tempo stesso, le pratiche spirituali non sono mai state tanto studiate scientificamente come nella nostra epoca. Siamo 15


all’inizio di una nuova fase evolutiva sotto il profilo scientifico, filosofico e spirituale. Dalla fine del xix secolo in poi, le scienze naturali sono state dominate da una filosofia materialista e meccanicistica: l’intera natura funziona come un enorme macchinario, formato da materia priva di coscienza il cui comportamento è determinato da leggi matematiche – incluse le leggi probabilistiche della meccanica quantistica – ed eventi casuali; la natura non ha alcuno scopo, l’evoluzione è priva di senso o direzione. La mente umana è semplicemente l’attività fisiologica del cervello, confinata all’interno della testa. La coscienza è un’illusione, oppure un inutile sottoprodotto dell’attività cerebrale; anche il libero arbitrio è solo un’illusione.1 Questo tipo di scienza ha ottenuto grandi successi nel campo della fisica, della chimica, dell’ingegneria e della tecnologia; ha consentito grossi passi avanti anche per la biologia, soprattutto decifrando i meccanismi molecolari che regolano il patrimonio genetico e il ruolo dei geni nella sintesi delle molecole proteiche, mentre in medicina ci sono stati enormi progressi riguardanti le tecniche chirurgiche e lo sviluppo di numerosissimi farmaci e vaccini. Di gran lunga meno efficace è stata invece la sua applicazione alla scienza della mente, ovvero la psicologia. Una scienza secondo cui tutto ciò che esiste è fatto di materia non cosciente non possiede gli strumenti necessari per occuparsi della coscienza. Per gran parte del xx secolo, la psicologia accademica nel mondo anglofono è stata dominata dalla scuola comportamentista, che considerava le esperienze soggettive irrilevanti e prive di valore scientifico in quanto non misurabili oggettivamente. I comportamentisti prendevano in considerazione soltanto le misurazioni oggettive di attività fisiologiche o secrezioni ghiandolari. Verso la fine del xx secolo, il comportamentismo ha iniziato a perdere la sua egemonia nel mondo accademico in favore della 16


psicologia cognitiva. Secondo questo nuovo modello dominante la mente umana non è altro che l’attività del cervello, il quale a sua volta funziona come un computer che elabora algoritmi: la mente è il software, il cervello è l’hardware. Tale visione “informatizzata” del cervello umano è stata radicalmente scardinata a partire dagli anni Novanta, quando lo psicologo Antonio Damasio ha per primo suggerito l’idea che il pensiero sia influenzato dalle emozioni e che queste ultime dipendano dalle reazioni fisiologiche, come l’impulso fight-or-flight (“combatti o scappa”) mediato dall’ormone adrenalina. Nel suo autorevole libro L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Damasio sostiene che siano le emozioni a guidare i comportamenti e le decisioni umane.2 Per la maggior parte delle persone al di fuori del mondo accademico, questa idea non è affatto sconvolgente e neppure originale, ma una semplice questione di buonsenso; nel mondo della psicologia accademica, però, si è trattato di una svolta epocale. Un’altra innovazione è stata introdotta dalla scuola di psicologia positiva, ufficialmente istituita nel mondo accademico dal 1998, che si pone l’obiettivo di scoprire cosa rende la vita degna di essere vissuta.3 Nelle loro ricerche, gli psicologi positivi hanno riscontrato che esistono numerose attività, anche molto diverse tra loro, in grado di renderci felici: ad esempio concentrarsi nel lavoro che si sta svolgendo, portare avanti una conversazione piacevole, cantare, danzare, fare l’amore o giocare. L’elemento comune è uno stato di totale coinvolgimento, lo “stato di flusso”.4 Quando invece le persone sono separate, disconnesse, estraniate o in conflitto, tendono a essere meno felici. La psicologia positiva ha contribuito alla ricerca sulle pratiche spirituali studiando gli effetti della gratitudine (di cui ho parlato diffusamente nel capitolo 2 del libro Scienza e pratiche spirituali) e l’induzione di stati di flusso attraverso lo sport, il canto e la danza. Gli anni Novanta hanno visto anche la nascita degli studi sulla coscienza, un nuovo settore che si è spinto molto oltre ri17


spetto alle prospettive limitate del comportamentismo e della psicologia cognitiva, aprendo campi di ricerca che fino ad allora erano stati ignorati o bollati come non scientifici dalla maggior parte degli studiosi. I ricercatori di questa nuova materia hanno studiato le esperienze di pre-morte, la meditazione, gli effetti del contatto con la natura, le esperienze extracorporee, gli stati di unione mistica, gli effetti della salmodia e del canto corale, le esperienze psichedeliche; tutte queste ricerche hanno portato le scienze anni luce più avanti rispetto al materialismo meccanicistico di vecchio stile.5 Infatti, oggi succede che gli stessi materialisti o atei utilizzino la meditazione o gli psichedelici per esplorare la propria coscienza; un esempio è Sam Harris, esponente dei Nuovi Atei, che pratica e insegna meditazione online.6 Questa convergenza tra scienza e pratiche spirituali, per quanto possa risultare sorprendente dal punto di vista dell’ortodossia materialista in cui si è formata la grande maggioranza degli scienziati contemporanei, è invece perfettamente coerente con il metodo scientifico, che consiste nel formulare ipotesi – congetture su come funziona il mondo – per poi metterle alla prova mediante esperimenti. L’arbitro supremo non è la teoria, ma l’esperienza. Il termine francese expérience significa sia “esperienza” che “esperimento”; in greco, esperienza si dice empeirìa, da cui deriva l’aggettivo “empirico”. L’esplorazione della coscienza attraverso la coscienza stessa è letteralmente empirica, cioè basata sull’esperienza. Le pratiche spirituali ci offrono possibili modalità per esplorare la coscienza empiricamente.7 Questo libro è la prosecuzione delle ricerche iniziate con il precedente volume Scienza e pratiche spirituali, in cui avevo passato in rassegna sette diverse pratiche studiate empiricamente sia da coloro che le svolgevano in prima persona, sia dagli scienziati che ne analizzavano gli effetti. I sette capitoli dedicati a tali pratiche erano intitolati come segue: 18


1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

La meditazione e la natura della mente Il flusso della gratitudine Riconnettersi con il mondo più-che-umano Relazionarsi con le piante I rituali e la presenza del passato Il canto, la salmodia e il potere della musica Pellegrinaggi e luoghi sacri

In questo libro scopriremo altre sette pratiche spirituali, a cui sono dedicati altrettanti capitoli: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Il lato spirituale dello sport Imparare dagli animali Il digiuno Cannabis, psichedelici e aperture spirituali I poteri della preghiera Festività e celebrazioni Coltivare le buone abitudini, evitare quelle cattive e praticare la gentilezza

Il capitolo finale è dedicato ai motivi per cui queste pratiche funzionano. I due libri non costituiscono una panoramica esaustiva di tutte le pratiche spirituali esistenti. Ce ne sono molte altre: lo Yoga, il mettersi a servizio degli altri, il Tai Chi, il Qi Gong, il culto devozionale o bhakti, il sesso tantrico, il prendersi cura dei moribondi, lo Yoga del sogno, le varie forme di espressione artistica. Alcune pratiche sono più indicate per determinate persone rispetto ad altre; alcune si addicono più di altre a specifici momenti della vita, e tutte si combinano tra loro in modo diverso nelle varie tradizioni religiose. Tutte le pratiche di cui parlo in questo libro sono state da me sperimentate in prima persona. In ognuna ci sono moltissimi praticanti più esperti di me; io non sono un guru, ma un esplo19


ratore. Il mio intento è proseguire il progetto iniziato con Scienza e pratiche spirituali, dimostrando che esiste una gran varietà di modi diversi per entrare in contatto con una realtà cosciente più grande di noi, in qualunque modo la intendiamo, e che gli effetti di tali pratiche possono essere studiati scientificamente. Alla fine di ciascun capitolo, suggerirò due modi in cui il lettore potrà fare esperienza diretta della pratica che è stata presa in esame. Siamo all’inizio di una nuova era nel campo dell’esplorazione della coscienza, grazie alla nuova popolarità delle pratiche spirituali e anche grazie alle ricerche scientifiche sui loro effetti. Dopo essere state in apparente contrasto per svariate generazioni, scienza e spiritualità stanno ora diventando complementari l’una all’altra; insieme stanno creando una fase completamente nuova dell’evoluzione spirituale dell’umanità, e questa fase è appena cominciata.

20


Capitolo 1

IL LATO SPIRITUALE DELLO SPORT

Lo sport non è comunemente considerato una pratica spirituale; anzi, tende ad apparire come la più profana delle attività. Eppure si tratta di uno dei modi più diffusi nelle moderne società secolari per sperimentare il senso di trascendenza che deriva dall’essere pienamente immersi nel momento presente. A un meditatore può succedere di ritrovarsi a vagare col pensiero, ritornando al qui e ora in maniera intermittente e discontinua; ma un calciatore, durante una partita importante, deve essere completamente presente a se stesso se vuole rimanere in campo. Analogamente è richiesta totale concentrazione allo sciatore che effettua una discesa a cento chilometri all’ora, al surfista che cavalca un’onda gigantesca, all’alpinista che scala una parete rocciosa in arrampicata libera o al cacciatore che segue silenziosamente un cervo sapendo che il minimo rumore o movimento visibile potrebbe farlo fuggire. È interessante notare che la parola sport è indirettamente collegata al latino portare, da cui derivano verbi come esportare (portare fuori) o deportare (portare via) nonché il verbo inglese to disport, che ha assunto il significato di “divertirsi, spassarsela, svagarsi”. Proprio da quest’ultimo, in effetti, ha avuto origine il termine sport. Il verbo inglese to play proviene invece dall’anglosassone plega, “divertirsi, spassarsela”.1 Il suo significato primario è “fare 21


esercizio”, muoversi o agire con una certa energia, ma può anche indicare svariate azioni come partecipare a un gioco, fare puntate in una scommessa, praticare uno sport, suonare uno strumento musicale, recitare una parte sul palcoscenico. Inoltre, può essere riferito anche a soggetti diversi dagli esseri umani o dagli animali: ad esempio una fiamma o le acque di una fontana, che “giocano” metaforicamente con il loro movimento libero e spontaneo, così come può “giocare” la luce in certi effetti visivi.2 Dall’inglese medio gamen (“gioco” o “sport”, a sua volta proveniente dall’antico alto tedesco gaman, “allegria”) derivano i termini attuali gaming (“gioco d’azzardo”) e game, che significa “gioco, partita” ma anche “selvaggina, cacciagione”, ovvero animali selvatici catturati per sport. Queste parole possiedono dunque una vastissima gamma di significati, ma ciò che li accomuna tutti è il senso di lontananza dalle normali attività quotidiane. David Papineau, filosofo e appassionato sportivo, ha dedicato allo sport gran parte delle sue riflessioni, sintetizzandole con mirabile chiarezza nella seguente conclusione: «Il valore delle imprese sportive consiste nel piacere della pura e semplice abilità fisica».3 Gli esseri umani provano piacere nell’esercitare e migliorare le proprie capacità fisiche. Questa definizione spiega il motivo per cui molti sport (come lo sci o il tiro al fagiano) non sono giochi, mentre alcune abilità sportive (come il rovescio in topspin nel tennis) esistono solo nell’ambito di giochi specifici. Altri sport si basano invece su capacità che vengono esercitate anche nella vita di tutti i giorni: correre, saltare, remare, prendere la mira, sollevare o lanciare pesi. Dice Papineau: «Queste attività ordinarie si trasformano in sport nel momento in cui le persone iniziano a praticarle in maniera fine a se stessa e si esercitano con impegno per raggiungere livelli di eccellenza».4 Esistono molte altre attività fisiche che non fanno parte della quotidianità ma che possono diventare sport, ad esempio il windsurf o il paracadutismo acrobatico. 22


Qual è invece il ruolo della competizione? Si tratta di un aspetto molto presente in alcuni sport, soprattutto in quelli che attirano pubblico, come il wrestling o il cricket. Secondo Papineau la competizione gioca un ruolo importante nello sport perché consente di misurare le proprie capacità contro quelle degli altri: «Esercitare un’abilità significa voler fare qualcosa bene, anzi, nel modo migliore possibile».5 Esistono però anche sport in cui l’aspetto competitivo non è direttamente coinvolto: per un alpinista, ad esempio, scalare una vetta difficile rappresenta più una sfida con se stesso che una competizione con altri arrampicatori. In questo capitolo osserveremo innanzitutto il contesto evolutivo e antropologico in cui si svolgono le discipline sportive moderne. Vedremo poi come lo sport, pur non essendo comunemente praticato con questo intento, può avere notevoli effetti dal punto di vista spirituale, tra cui la piena presenza nel qui e ora o la sensazione di far parte di un tutt’uno più grande.

Il contesto evolutivo Nel libro L’origine dell’uomo, Charles Darwin sottolinea l’importanza della selezione sessuale per molte specie animali. Tra gli uccelli, per esempio, quasi tutti i maschi sono «moltissimo battaglieri» nella stagione degli accoppiamenti, ma anche i più aggressivi tendono a non contare esclusivamente sulla propria capacità di allontanare i rivali; hanno anche una serie di stratagemmi per «allettare le femmine». Alcuni utilizzano il potere del canto, altri eseguono danze di corteggiamento, altri ancora «ornamenti di molte sorta, come le tinte più vivaci, creste e bargigli, belle piume, penne allungate, ciuffi e simili».6 Per i mammiferi, al contrario, la forza gioca un ruolo più importante: 23


RUPERT SHELDRAKE Nato a Newark-on-Trent, in Inghilterra, nel 1942, Rupert Sheldrake è considerato tra i più importanti biologi e saggisti scientifici dell’età contemporanea. Dopo aver studiato Biologia a Cambridge e Filosofia ad Harvard, ha conseguito un dottorato di ricerca in Biochimica a Cambridge nel 1967. Ha fatto parte della Royal Society dal 1970 al 1973, studiando lo sviluppo delle piante e l’invecchiamento delle cellule. Dal 1974 al 1985 ha vissuto in India, dove è stato responsabile del Dipartimento di Fisiologia delle Piante presso l’Istituto Internazionale di Ricerca sulle Colture nelle Aree Tropicali Semi-Aride (icrisat) di Hyderabad. È autore di più di 85 articoli scientifici e di 14 libri, tradotti in tutto il mondo, di cui 6 come co-autore. Con Edizioni Spazio Interiore ha pubblicato, nel 2019, il libro Scienza e pratiche spirituali, di cui il presente volume costituisce il completamento. È noto soprattutto per la teoria della “risonanza morfica” che, confutando alcuni capisaldi della scienza classica, dimostra come ogni membro di ogni specie attinga a una memoria collet381


tiva propria del corredo genetico di quella determinata specie. Questa teoria, il cui dibattito è ancora in corso e che ha implicazioni enormi riguardo lo sviluppo di una coscienza collettiva di genere, è stata aspramente criticata dai membri della comunità scientifica, ma ha portato nel 2013 Sheldrake a essere inserito nella lista dei pensatori più influenti del mondo dal Duttweiler Institut di Zurigo. Nel corso della sua lunga carriera ha studiato molti fenomeni poco approfonditi dalla scienza classica come il comportamento degli animali legato alle loro capacità sensoriali (quali ad esempio le abilità telepatiche di cani, gatti e altri animali o la loro capacità di anticipare terremoti o tsunami) e altri fenomeni legati alle persone, come la sensazione di essere osservati, la telepatia tra le madri e i propri figli e le premonizioni. Vive a Londra con la moglie Jill Purce, terapeuta della voce e del suono e costellatrice familiare.

382



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.