Valentin Tomberg - SVILUPPO INTERIORE

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Valentin Tomberg SVILUPPO INTERIORE

Sette conferenze antroposofiche

Talismani 7

Valentin Tomberg

Sviluppo interiore

Titolo originale: Inner Development

traduzione: Mariavittoria Spina

revisione: Elisa Picozza

Edizioni Spazio Interiore

Via Vincenzo Coronelli 46 • 00176 Roma

www.spaziointeriore.com

redazione@spaziointeriore.com

copertina

San Michele e il Drago, autore sconosciuto, 1405 c.a.

progetto grafico

Fabrizio Crollari

I edizione: aprile 2023

ISBN 979-12-80002-54-9

L’editore ha effettuato, senza successo, tutte le ricerche necessarie al fine di entrare in contatto con gli aventi titolo rispetto ai diritti dell’opera. Pertanto resta disponibile ad assolvere le proprie obbligazioni.

Sviluppo interiore

Sette conferenze antroposofiche

Rotterdam, 15-22 agosto 1938

Traduzione di Mariavittoria Spina

SPAZIO INTERIORE Valentin Tomberg
Indice i conferenza Introduzione: la nuova Comunità di Michele e la sua importanza per il futuro . . . . . . 9 ii conferenza La meditazione: la sua essenza e il suo effetto . . . . . . 27 iii conferenza Lo yoga indiano in relazione al percorso cristiano-rosacroce . . . . . . 45 iv conferenza Immaginazione, ispirazione, intuizione 63
v conferenza I due Guardiani della Soglia . . . . . . 79 vi conferenza Le prove occulte . . . . . . 95 vii conferenza Il percorso di vita di Rudolf Steiner come via dell’iniziato cristiano . . . . . . 109

NOTA DEL TRADUTTORE

Inner Development è la traduzione in lingua inglese di un manoscritto in lingua tedesca intitolato Sieben Vorträge über die innere Entwicklung des Menschen. L’edizione originale fu preparata dietro consenso di Martin Kriele per conto dell’autore e pubblicata dalla Candeur Manuscripts nel 1983. Essendo il testo originale praticamente irreperibile, si è ritenuto opportuno lasciare i termini in lingua tedesca in corsivo tra parentesi come appaiono nella traduzione inglese.

I CONFERENZA

Introduzione:

la nuova Comunità di Michele e la sua importanza per il futuro

Cari amici, per prima cosa, lasciatemi dire quanto sia lieto di essere ritornato a Rotterdam dopo un anno di assenza e di vedere così tanti volti familiari!

Vorrei aggiungere che sono appena arrivato dall’annuale scuola estiva in Inghilterra, in cui altri hanno condotto lavori simili a quello che intraprenderemo qui. Questo fatto mi presenta l’opportunità di formare una personale connessione tra quello che è stato svolto in Gran Bretagna e il lavoro e le persone qui presenti. Tali connessioni sussistono non soltanto quando una persona collega logicamente che cosa ha fatto in un luogo con ciò che ha fatto in un altro, ma anche quando gli individui coinvolti nel lavoro in un certo luogo si spostano e incontrano coloro che sono stati coinvolti in un altro posto. Allora le connessioni diventano umane, vere e vive.

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In questo senso, vorrei provare a connettere il lavoro finito appena qualche giorno fa con quello che stiamo per cominciare qui.

Lasciatemi anche dire che la nostra presentazione musicale d’apertura è stata un preludio magnifico ed estremamente appropriato al lavoro che abbiamo programmato. I temi che abbiamo scelto, poiché sorgono dallo sviluppo interiore dell’umanità, richiedono un’attitudine della mente in ogni aspetto simile a quella ispirata da una musica come quella che abbiamo appena ascoltato. Durante questa settimana, sarà importante per le nostre anime considerare ciò che viene detto con una certa apertura e silenzio interiore. È importante non cercare di voler assumere e immediatamente afferrare e manipolare i contenuti del nostro discorso, bensì riceverli avendo una certa percezione della loro delicata natura essenziale. Questa sera considereremo l’importante tema di Michele e della sua comunità. Immediatamente, senza aggiungere altro, dobbiamo affrontare la domanda: chi è Michele nel cosmo? Chi è Michele in relazione all’umanità? Per poter rispondere a questo interrogativo, dobbiamo prima dirigere la nostra attenzione verso un altro essere spirituale, l’unico al quale nella Bibbia il profeta Ezechiele si rivolge chiamandolo Re di Tiro, ovvero l’essere spirituale il cui riflesso terreno fu il Re di Tiro.

Rivolgendosi a lui, Ezechiele dice:

«Tu sei un sigillo incontaminato, pieno di saggezza e di bellezza oltre misura. Tu sei nel Paradiso di

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Dio e adornato con ogni sorta di pietre preziose, sardio, topazio, diamante, turchese, onice, diaspro, zaffiro, ametista, smeraldo e oro. Nel giorno in cui fosti creato, i tuoi timpani e flauti dovevano ancora essere preparati per te. Sei come un cherubino che si distende e si adombra; e io ti ho posto sulla Sacra Montagna di Dio, cosicché dimorassi tra le pietre di fuoco». (Ez 28; 12-14)

Ora, che essere è mai questo di cui parla Ezechiele con parole tanto meravigliose? Chi è il cherubino che dimora nel Paradiso di Dio tra le pietre di fuoco e ha dodici pietre preziose sulla corona? Questo “cherubo” o cherubino, è l’essere di nome Lucifero. È di Lucifero che si parla qui. Infatti, queste parole splendide e avvincenti dicono che Lucifero era l’essere al quale Dio aveva ordinato di dimorare tra le pietre di fuoco. Questo significa che il ruolo cosmico, o la stazione, sulla soglia del Paradiso, quella assunta dal “cherubino con la spada fiammeggiante”, in effetti era stata intesa per Lucifero. Lucifero avrebbe dovuto essere il Guardiano della Soglia. Lucifero era l’essere al quale l’Altissimo aveva ordinato di stare «sulle pietre di fuoco» al «limitare del Paradiso» e di fare la guardia alla sua soglia. Ma Lucifero commise l’atto malvagio (Ez 28; 16-17) e venne espulso dalla Sacra Montagna di Dio.

Un fatto spirituale fondamentale, che dobbiamo comprendere, è connesso alla caduta di Lucifero: precisamente, il fatto che la Trinità del Bene porta a espressione una legge totalmente definita, la legge per cui il principio

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superiore della Trinità si sacrifica a quello inferiore. Vediamo questa legge espressa, ad esempio, nel Padre del mondo. Poiché lo scopo primario del Padre che sottende al mondo è di farsi sostituire sul trono dal suo successore, suo Figlio. È la speranza del Padre di essere sostituito nella sua massima carica da un altro essere. È innanzitutto questo che sta alla base sia del principio del Bene che di qualsiasi autentico movimento “bianco” sulla Terra. Pertanto, chiunque assuma una posizione definita sulla Terra in definitiva vuole essere sostituito da un successore, un erede. Questo è il principio dell’altruismo.

La trinità, o più correttamente la triplice dis-unità, del male presenta invece qualcosa di piuttosto diverso. Nel caso del male, il successore è il nemico del predecessore.

L’essere che arriva prima si sente sempre minacciato dalla possibilità di venire divorato da quello che arriva dopo. Pertanto Lucifero, che attraverso la sua caduta divenne il rappresentate del primo principio del male nel mondo, odia il suo successore karmico, Arimane, perché Arimane compie ogni sforzo possibile per arrivare a fagocitarlo. In base al futuro karmico, tuttavia, lo stesso Arimane verrà divorato dal suo successore, l’Asura, il terzo principio del male che si deve ancora rivelare.

È importante essere consapevolmente coscienti che il bene si rivela attraverso il fatto che ogni predecessore si sacrifica al suo successore. Il predecessore si ritira, per così dire, per garantire un posto al successore. Nel caso del male avviene il contrario: l’essere che arriva dopo diventa il divoratore del suo predecessore.

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Collana Talismani

Da telesména, dalla radice greca teléo, “consacro” e “rendo perfetto”. Questa collana nasce con l’obiettivo di raccogliere e rendere fruibile il lavoro di ricercatori e studiosi che, attraverso l’esperienza in prima persona, fondono abilmente nei propri scritti l’attività di ricerca e il proposito di divulgazione e insegnamento. Veri talismani cartacei, i libri di questa collana, seppur differenti per l’ampiezza e la varietà degli argomenti trattati, sono accomunati dal taglio operativo dei loro contenuti, proposti come strumenti di applicazione quotidiana nel lavoro di crescita interiore e presentati in una veste maneggevole e allo stesso tempo elegante e ricercata, come meritano il tempo e l’impegno che l’essere umano dedica al sacro compito della propria personale evoluzione. Il sapere esperienziale che ciascun Autore mette a disposizione della collettività viene perciò “consacrato” nelle pagine di questi libri, affinché il lettore possa farne uso sapiente per “rendere perfetto” ciò che sente di voler migliorare di sé.

Bisogna trovare il proprio potere del coraggio. Questo potere non ha niente a che fare con desideri e sentimenti, bensì si basa unicamente sulla forza del proprio io. L’io è forte perché esiste. Non si può contare su nessun aiuto. L’io deve dimostrare di essere coraggioso.

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