Notiziario della Marina - Febbraio 2015

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M ARINA

della

ANNO LXII F EBBRAIO 2015

N O T I Z I A R I O


dal numero di:

F EBBRAIO 1964

C I N Q UA N T ’ A N N I

FA . . .

La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti Febbraio 1964. Il Corsaro II in navigazione al lasco per La Spezia.

Numero speciale febbraio 1964. Corsaro II, crociera d’istruzione 1964. Febbraio 1964. Arrivo a Taranto.

Febbraio 1964. Allievi del collegio Morosini in navigazione a bordo del Corsaro II.

inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com


MARINA N O T I Z I A R I O

T E S TATA

M A R I N A M I L I TA R E 1954

GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L

I SCRIZIONE :

R EGISTRAZIONE :

Tribunale di Roma

n. 396/1985 dell’8 agosto1985

PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE :

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E

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Per i contributi fotografici di questo numero si ringraziano: Maurizio Flamini, Massimo Stotani, B. Gaudry, Cesare Ricchiuti, Fabio Dal Cin, Fabio Mariani.

Stampa: Tipografia Facciotti - Roma

chiuso in redazione il: 28 febbraio 2015

Sommario

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A N N O LXII - F E B B R A I O 2 0 1 5

Editoriale

di Antonio Cosentino

Sitrep

Rapporto Italia 2015 di Francesco Pagnotta

Cambio al vertice di SMD

di Antonio Cosentino

Tre anni di speranza

di C.D.

Andrea Doria, 192 giorni da flagship di Cristopher Scarsella

Impegno NATO per l’Aliseo di Cristopher Scarsella

Esercitazione di reparto nel golfo di Taranto di Pasquale Prinzivalli

Scuola di Comando Navale di Pasquale Prinzivalli

Allievi di domani di Mauro Cannavale

Quarant’anni di Stromboli di Cristopher Scarsella

Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina: Federico Martinengo di Desirèe Tommaselli

Il mese in immagini di Pasquale Prinzivalli

Nuclei manutenzioni edili di Pasquale Prinzivalli

In prima di copertina: mar Ionio, 22 febbraio 2015. Una suggestiva immagine di nave Margottini in navigazione con mare agitato durante la partecipazione all’esercitazione bilaterale italo-tedesca di caccia antisommergibile “Smart Hunt 2015”. In quarta di copertina: Il manifesto del bando di concorso della Scuola allievi Sottufficiali per diventare Marescialli della Marina frequentando l’anno accademico 201517. Il bando scade il 9 aprile.

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Editoriale di Antonio Cosentino

C

on l'appena trascorso mese di febbraio, si chiude il triennio dell'ammiraglio Luigi Binelli Mantelli al vertice di SMD. Si è infatti svolto il 28 febbraio a Santa Rosa, sede di Cincnav, il passaggio di consegne con il subentrante, generale Claudio Graziano, nuovo capo di Stato Maggiore della Difesa.Tuttavia, per la Marina, febbraio ha anche un significato meno festoso, legato all'evento che ha costretto in India i due Fucilieri, Massimiliano e Salvatore. La vicinanza del Paese tanto ai Fucilieri, quanto alla Forza Armata, è tangibile ed evidenziata anche dal Rapporto Italia 2015 di Eurispes, che assegna alla Marina il massimo indice di gradimento. Ciò è reso possibile soprattutto dall'impegno degli equipaggi italiani, operativi come quello di nave Doria che, dopo oltre sei mesi di impegno, ha ceduto il comando della più importante operazione navale europea, oppure come quello di nave Aliseo, dal 3 febbraio inserita nel dispo-

Mar Ionio 20 febbraio 2015. Un elicottero SH-90A decolla dal ponte di volo di nave Margottini, impegnata nell’esercitazione Smart Hunt 2015.

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sitivo SNMG2, parte della Forza di Reazione Rapida dell'Alleanza. Questi risultati sono però frutto di un intenso addestramento, come avvenuto nel Golfo di Taranto per le Unità della Squadra Navale e come avviene sempre - ormai per "tradizione" - sia alla Scuola di Comando Navale, giunta alla 267ª sessione, che in Accademia Navale, che quest'anno ha registrato un boom di domande. E, proprio per onorare le tradizioni, ecco che febbraio è stato dedicato a nave Stromboli, da 40 anni al servizio della Squadra Navale, e a Federico Martinengo, personaggio storico di grande spessore: contrammiraglio, Medaglia d’Oro al Valore Militare alla memoria e Medaglia d’Argento al Valore Militare, pilota e osservatore d’idrovolante, protagonista di numerosi combattimenti aerei su Istria e Dalmazia durante la prima Guerra Mondiale, esempio per tutti gli aviatori di Marina.

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SITREP

OPERAZIONE ACTIVE ENDEAVOUR Operazione NATO di contrasto sul mare del terrorismo internazionale

febbraio

Sommergibile PRINI

2015

SNMCMG 2 STANDING NATO MINE COUNTERMEASURES GROUP 2

Gruppo Navale Permanente NATO di contromisure mine Fregata EURO (flagship)

ESERCITAZIONE SMART HUNT

mar

Attività addestrativa complessa bilaterale Italia-Germania Fregata MARGOTTINI, Sommergibile SCIRE’

oceano atlantico

ADDESTRAMENTO

DI REPARTO

Attività addestrativa complessa nel Golfo di Taranto condotta dal Comando 2° Gruppo Navale con unità dei 3 Gruppi Navali Portaerei CAVOUR, Unità anfibia portaelicotteri GARIBALDI, Caccia DURAND DE LA PENNE, Caccia CAIO DUILIO, Rifornitrice ETNA e altre 4 unità Assetti del 2° Rgt Brigata Marina S.Marco Velivoli A.M. Unità anfibia M.M. algerina KALAAT BENI-ABBES

BONIFICHE

mar mediterraneo

ORDIGNI IN MARE

Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare Personale Gruppo Operativo Subacquei

VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori assicurata da una delle unità in operazione TRITON

JOINT OPERATION TRITON Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX

2 Pattugliatori: SPICA, VEGA, LIBRA, SIRIO, CIGALA FULGOSI, FOSCARI

COLLABORAZIONE

CON

MARINA CILENA

Attività di collaborazione scientifica con la Marina e l’Istituto Antartico del Cile Personale Marina Militare

30A SPEDIZIONE

IN

ANTARTIDE

Programma di ricerca nel continente antartico in collaborazione con l’ENEA Personale Marina Militare

ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA

mare terra

n


ar

OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico Personale Marina Militare

JOINT ENTERPRISE KOSOVO MULTINATIONAL BATTLE GROUP Personale Marina Militare

UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON

Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare

ISAF AFGHANISTAN

n ero

INTERNATIONAL SECURITY ASSISTANCE FORCE

Assistenza militare alle Forze Armate afgane e stabilizzazione dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO Gruppo Operativo Incursori

COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain) golfo arabico

Personale Marina Militare

IDEX 2015 INTERNATIONAL DEFENCE EXHIBITION & CONFERENCE

Mostra e conferenza internazionale nel settore della Difesa di Abu Dhabi Cacciatorpediniere ANDREA DORIA

M.F.O. MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS

Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA Personale Brigata Marina SAN MARCO

SNMG 2 STANDING NATO MARITIME GROUP 2

Gruppo Navale Permanente NATO Fregata ALISEO

EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA EUROPEAN UNION NAVAL FORCE

Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Cacciatorpediniere ANDREA DORIA (flagship TF-465) Fregata GRECALE (avvicendamento 17 FEB)

NUCLEI MILITARI

DI

PROTEZIONE

Protezione naviglio mercantile nazionale in transito nelle aree a rischio pirateria Personale Brigata Marina SAN MARCO

BMNS GIBUTI BASE MILITARE NAZIONALE DI SUPPORTO IN GIBUTI

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta

oceano indiano

Personale Marina Militare

EUCAP NESTOR

Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles) Personale Marina Militare

EMOCHM -OPER.JOINT WILL/VONTADE CONJUNTA Team internazionale di osservatori militari per la cessazione delle ostilità in Mozambico Personale Marina Militare

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con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina


Rapporto I t a l i a 2 0 1 5

Presentato il 30 gennaio a Roma da Eurispes, lo studio vede tributare alla Marina Militare l’apprezzamento più alto da parte degli italiani, a coronamento di un anno intenso e impegnativo su molteplici fronti per la Forza Armata

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di Francesco Pagnotta

l 30 gennaio a Roma è stato presentato il Rapporto Italia 2015 di Eurispes. Tra le forze armate è la Marina Militare a raccogliere il più alto apprezzamento presso gli italiani con il 73,5% dei consensi e un incremento di 5,8 punti percentuali rispetto al 2014. Un risultato che la porta in cima non solo alle forze armate ma anche sul podio nel confronto con le forze dell'ordine. «Quanto è emerso dal Rapporto 2015 di Eurispes è frutto del costante impegno che il personale della Marina Militare, uomini e donne, ha dimostrato nelle azioni di ogni giorno, nell’ultimo anno». Queste le parole del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De

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Giorgi. «La Marina Militare – prosegue l’Ammiraglio – esprime le proprie capacità e impiega il proprio personale e mezzi in una gamma di attività e operazioni che spaziano dal sociale, all’umanitario, all’ambientale, allo scientifico e in tutti i settori d’interesse della collettività che unitamente alla funzione prettamente militare delineano le capacità dual-use in senso più ampio. Questo riconoscimento, rafforza le nostre motivazioni e dà i giusti stimoli a fare sempre meglio con l’entusiasmo e la dedizione di sempre». Per quanto riguarda le altre forze armate, l’Arma dei Carabinieri si attesta al 73,4%, mentre l’Aeronautica Militare ottiene il 72,3% dei consensi con un 7,1% in più dello


LAVORO DI SQUADRA. Una formazione navale in navigazione, da sinistra verso destra si riconoscono il cacciatorpediniere Andrea Doria, la portaerei Cavour, l’unità anfibia portaelicotteri Giuseppe Garibaldi e il cacciatorpediniere Francesco Mimbelli. CONSENSO: sopra, un bimbo sventola una bandierina della Marina Militare durante la celebrazione del 10 giugno, Festa della Marina.

Quanto è emerso dal Rapporto è “frutto del costante impegno che il

personale della Marina, ha dimostrato nelle azioni di ogni giorno, nell’ultimo anno

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scorso anno e l’Esercito Italiano raccoglie un livello di gradimento del 68,4% contro il 59,3% registrato nel 2014. Il Rapporto, presentato alle autorità e alla stampa presso la sala conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, è stato costruito attorno a sei dicotomie, illustrate attraverso altrettanti saggi accompagnati da 60 schede fenomenologiche: Coraggio/Rinuncia, Morale/Diritto, Naturale/Artificiale, Città/Campagna, Presente/Futuro, Cittadinanza/Sudditanza. «La Marina Militare Italiana – si legge nel rapporto –, attraverso il nuovo concetto strategico di “dual-use” (capacità operative sia nel campo militare che civile), punta sulla portaerei Cavour e sulle nuove navi altamente tecnologizzate quali le PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura), le FREMM (Fregate Europee Multi-Missione, o dal francese Frégate Européenne Multi-Missions) classe Bergamini e i sommergibili della classe Todaro (in collaborazione con la Germania). Tali unità garantiscono, al loro interno, l’utilizzo di ulteriori tecnologie italiane, con positive ripercussioni sull’indotto nazionale, senza dimenticare il ruolo svolto dalle nuove tecnologie progettate ad hoc dalla Marina Militare, come i sistemi radar della famiglia Kronos, ovvero gli Aesa ad antenna rotante e l’antenna a trasmettitore allo stato solido». Quello della ricerca e sviluppo, quindi, è un settore in grado di garantire non solo un ritorno d’immagine all’industria cantieristica italiana, ma anche, o forse soprattutto, di offrire nuove opportunità di penetrazione alle TECNOLOGIA E DUAL-USE. A destra, due AV-8B plus Harrier sfrecciano a fianco della portaerei Cavour, ammiraglia della Marina e concentrato di tecnologia dalle molteplici capacità sia in campo militare che civile. NUOVE UNITÀ E CANTIERISTICA. Sotto, da sinistra, il varo del sommergibile Venuti (classe Todaro), la fregata Carabiniere (classe Bergamini) insieme all’Alpino alla sua destra presso gli stabilimenti di Fincantieri. EMERGENZE UMANITARIE. Nella pagina a fianco, in basso, la fregata Euro soccorre migranti durante l’operazione Mare Nostrum.

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La Marina attraverso il nuovo concetto strategico di dual-use, punta sulla portaerei Cavour e sulle nuove navi altamente tecnologizzate

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campo della tutela ambientale “laNelMarina si configura come uno dei

più attivi operatori del settore

AMBIENTE. Sopra, unità da pattugliamento della Marina impegnate in un’esercitazione anti-inquinamento. Sotto, il logo del progetto “Flotta Verde”, che mira a impiegare carburanti alternativi sulle navi militari. RICERCA SCIENTIFICA. A destra, diagramma tridimensionale del fondale marino delle Isole Eolie ottenuto dai sensori di bordo di una nave idrografica. C ALAMITÀ. Nella pagina a fianco, un operatore di volo a bordo di un elicottero EH-101 recupera con verricello e barella un civile che simula un infortunio durante un’esercitazione in concorso con il Dipartimento della Protezione Civile.

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produzioni italiane ad alto contenuto tecnologico nei mercati internazionali. Sempre secondo il rapporto, «nel campo della tutela ambientale, la Marina Militare si configura come uno dei più attivi operatori del settore. Il “progetto Flotta Verde” si prefigge l’obiettivo dell’impiego sulle navi militari di carburanti alternativi a quelli petroliferi, come i biocarburanti e il Gnl, gas naturale liquefatto. Tali soluzioni, altamente tecnologizzate per la propulsione e la generazione elettrica, produrranno migliori prestazioni con un minor impatto ambientale, garantendo il conseguimento dei vincoli accettati dal nostro Paese e dalla UE in campo internazionale sul contenimento delle emissioni di inquinanti atmosferici e di gas serra». L’indagine ha toccato le tematiche e i fenomeni che hanno stimolato il più recente dibattito e interesse dell’opinione pubblica. In particolare hanno partecipato e contribuito a delineare il quadro degli orientamenti presenti nella compagine della nostra società 1.042 cittadini. La rilevazione è stata effettuata nel periodo tra il 15 di-

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cembre 2013 e il 5 gennaio 2015. L’indagine è stata realizzata su un campione probabilistico stratificato in base alla distribuzione della popolazione per sesso, classe d’età (18-24 anni, 25-34 anni, 35-44 anni, 45-64 anni, 65 anni ed oltre) ed area geografica (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole) risultante dai dati dell’ultimo Censimento Istat. La rilevazione è stata realizzata tramite la somministrazione face to face di un questionario semistrutturato ad alternative fisse predeterminate, composto da domande a risposta chiusa o semichiusa (con possibilità per l’intervistato di aggiungere una propria risposta a quelle già previste). La modalità delle domande chiuse o ad alternativa fissa predeterminata ha consentito di ottenere, oltre ad un elevato tasso di risposta al questionario, una più efficace standardizzazione ed una maggiore facilità di codifica e di analisi delle risposte fornite dagli intervistati. I questionari compilati e analizzati sono stati complessivamente 1.041 e hanno indagato diverse aree tematiche: la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, la condizione economica e i consumi delle famiglie, il fenomeno dello stalking, il vissuto legato alla situazione lavorativa, l’atteggiamento dei cittadini nei confronti della moneta unica, l’opinione su temi etici e nei confronti della Chiesa Cattolica, il possesso e la cura di animali domestici e, infine, l’utilizzo delle nuove tecnologie. NUOVE NAVI. A destra, la fregata Carlo Bergamini, prima delle FREMM della Marina ad entrare in servizio. SOCIALE. Nella pagina a fianco, in basso, bambini a bordo di un gommone della Marina. AL SERVIZIO DELLA COLLETTIVITÀ. Sotto, operatori video a bordo di un elicottero della Marina effettuano riprese per la realizzazione di servizi televisivi di pubblica informazione.

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La Marina esprime le proprie capacità e impiega il proprio personale e mezzi in una gamma di attività e operazioni che spaziano in tutti i settori d’interesse della collettività

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Cambio al vertice di SMD Il generale Graziano assume il comando dello Stato Maggiore della Difesa subentrando all'ammiraglio Binelli Mantelli, che termina il servizio attivo.

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di Antonio Cosentino

anta Rosa, Roma - 28 febbraio 2015 - “L’orgoglio che provo per essere stato vostro Comandante è lo stesso che, grazie a voi, ho provato confrontandomi con i miei colleghi stranieri, sempre e senza eccezioni. Il vostro entusiasmo, il modo di interpretare il vostro ruolo e di svolgere i vostri compiti, sono il miglior biglietto da visita della nostra Italia e la migliore assicurazione per il suo futuro” - ha sottolineato l’ammiraglio Binelli Mantelli parlando davanti ad un reparto interforze, schierato nel quartier generale della Marina, sede del Comando in Capo della Squadra Navale, in occasione della cerimonia di avvicendamento con il generale Claudio Graziano, nuovo capo di Stato Maggiore della Difesa. In basso: Santa Rosa (Roma), sede del Comando in Capo della Squadra Navale, 28 febbraio 2015. l’atto del passaggio di consegne tra l’ammiraglio Binelli Mantelli (cedente, a destra) e il generale Graziano (subentrante), nuovo capo di Stato Maggiore della Difesa.

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Presenti alla cerimonia il capo dello Stato Sergio Mattarella, in qualità di capo supremo delle Forze Armate, il ministro della Difesa Roberta Pinotti e le più alte cariche istituzionali civili e militari. Dopo poco più di due anni, l'ammiraglio Binelli Mantelli lascia la guida dello Stato Maggiore della Difesa e il servizio attivo. Il generale Claudio Graziano subentra nel prestigioso incarico dopo aver trascorso quattro anni alla guida dell'Esercito. Il generale Graziano ha evidenziato come le Forze Armate siano pronte a garantire, con efficienza ed efficacia, la sicurezza del Paese in aderenza alle decisioni politiche che vengono assunte dal Governo e dal Parlamento. “Un impegno, come hanno insegnato le esperienze maturate in varie teatri di crisi dai militari italiani, che si inserisce in un contesto più ampio di iniziative di carattere diplomatico ed economico in cui quella

militare ne rappresenta una componente fondamentale. Le Forze Armate italiane sono pronte a rispondere con efficienza ed efficacia in aderenza alle decisioni politiche che saranno assunte”. Infine, il nuovo capo di SMD ha toccato il tema della stabilità internazionale che, a causa della globalizzazione, del collasso di intere entità statuali, dei flussi migratori incontrollati provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo e dei nuovi fenomeni di terrorismo è sempre più intimamente legata e connessa alla sicurezza interna dove la Difesa gioca un ruolo decisivo quale saldo punto di riferimento per tutta la collettività nazionale. Il ministro della Difesa sen. Pinotti, ringraziando l’ammiraglio Binelli Mantelli per il lavoro fatto sin’ora, ha ricordato “la delicatezza e l’importanza del momento che viviamo per il deteriorarsi della situazione in-


ternazionale, e soprattutto l’imprevedibilità dei rischi e delle minacce a doverci preoccupare. Imprevedibilità che riguarda sia la localizzazione geografica, la provenienza e la direzione, sia la forma e gli obiettivi con cui essi si possono concretizzare. Caro generale Graziano ora tocca a Lei, non dobbiamo farci illusioni su ciò che l’aspetta e aspetta il nostro Paese, il periodo che abbiamo di fronte non sarà dei più facili”. Sia l’ammiraglio Binelli Mantelli come anche il generale Graziano hanno inoltre ricordato i due Fucilieri di Marina, i sottufficiali Latorre

In alto: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella firma il libro d’onore del Comando in Capo della Squadra Navale in occasione della cerimonia.

A destra: saluto tra l’ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, capo di Stato Maggiore della Marina, e l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, al termine del suo mandato. (foto di Massimo Stotani).

In basso: il generale Graziano, il ministro della Difesa sen. Pinotti, l’ammiraglio Binelli Mantelli e il capo dello Stato Sergio Mattarella passano in rassegna lo schieramento rappresentativo delle tre Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri. (foto di Maurizio Flamini).

e Girone, riconoscendone la grande dignità, l’esemplare comportamento e il senso di responsabilità che li hanno sempre contraddistinti.

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Tre anni di speranza

Quel 15 febbraio del 2012 per i Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone iniziava un incubo. Da allora poco è cambiato, ma la speranza dei tanti che li amano e li aspettano non è mai tramontata.

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re anni. Sono trascorsi altri 12 mesi dall’ultima volta che sulle pagine di questo Notiziario parlammo della vicenda dei nostri Fucilieri trattenuti in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ancora oggi in attesa di una qualche decisione da parte degli organi che dovrebbero giudicarli, seppure senza un vero e proprio fondamento giuridico. Nel frattempo, qualcosa è avvenuto a modificare uno status quo ormai monotono e sfibrante: a settembre 2014 Massimiliano Latorre ha avuto un grave malore ed è rientrato in Italia per sottoporsi a cure mediche, la popolazione si è stretta ancora una volta al militare italiano e l’affaire “marò” è riemerso sui media. È successo ciò che nessuno si auspicava, ma che era praticamente inevitabile, considerando le condizioni di stress alle quali i due Fucilieri sono stati sottoposti negli ultimi anni. Salvatore invece è ancora bloccato nel paese asiatico, in attesa che qualcuno decida del suo destino, in India, in Italia o in Europa. Nell’arco dell’ultimo semestre è avvenuto il cambio della guardia alla Farnesina, con Federica Mogherini nominata Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Paolo Gentiloni nominato Ministro degli Affari Esteri: entrambi hanno introdotto il proprio mandato auspicando una rapida e definitiva risoluzione della vicenda. Purtroppo, ad oggi, non ancora nessuno sviluppo si è concretizzato, ma la speranza di tutti è che qualcosa si stia muovendo, anche se la tempistica a cui ci ha abituato questa vicenda sembra interminabile, dopo ben più di mille giorni di incertezze, delusioni e frustrazioni. Restiamo ancora una volta vicini ai nostri due colleghi, uomini e militari coraggiosi, esempio di disciplina e onore, in attesa che questa lunga e triste storia volga a conclusione quanto prima. C.D.

Aeroporto militare di Ciampino (RM), 22 dicembre 2012. Latorre e Girone preceduti dall’allora capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Luigi Binelli Mantelli, scendono dal velivolo che li ha riportati in Italia per trascorrere le festività natalizie in famiglia. Un’immagine che si spera possa essere di buon auspicio per una conclusione positiva dell’annosa vicenda.

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Andrea Doria, 192 giorni da flagship

Termina dopo oltre 6 mesi l’impegno del cacciatorpediniere Andrea Doria nella missione anti-pirateria Atalanta: si tratta della più lunga permanenza come nave di bandiera per Eunavfor. All’unità anfibia olandese Johan De Witt il compito di proseguire.

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di Cristopher Scarsella

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ono passati 192 giorni da quella mattinata estiva dello scorso 22 luglio, quando il cacciatorpediniere Andrea Doria lasciava la stazione navale Mar Grande di Taranto. Giorni intensi, impegnativi, trascorsi lontano dall’affetto e dagli abbracci di familiari e amici. Dopo più di 6 mesi di permanenza nell’area del Corno d’Africa (Golfo di Aden e Bacino Somalo), il 13 febbraio nave Doria ha ultimato il suo impiego nella missione europea di contrasto alla pirateria marittima Atalanta, diventando l’Unità con la più lunga permanenza come flagship nel corso dell’operazione. Il comando della missione è stato assunto dal contrammiraglio della Marina svedese Jonas Haggren, che coordinerà uomini e mezzi dalla nave anfibia olandese Johan De Witt, a testimonianza dell’impegno europeo nel garantire la sicurezza del traffico marittimo internazionale in 10 febbraio 2015, Golfo di Aden. il caccia Andrea Doria in navigazione al largo delle coste della repubblica di Gibuti incrocia la portaerei francese Charles de Gaulle, impegnata nella missione nazionale Arromanches 2015 (foto B. Gaudry)

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Gibuti, 13 febbraio 2015. Schierati sul ponte di volo di nave Andrea Doria, gli equipaggi del caccia italiano, flaghsip cedente della TF 465, e dell’unità anfibia olandese De Witt, che assume l’incarico. A passarsi le consegne il contrammiraglio Guido Rando (in primo piano, sulla sinistra) e il suo parigrado svedese Haggren (sulla destra). Al centro dello schieramento, a presiedere la cerimonia, il contrammiraglio Paolo Pezzutti, deputy commander di Eunavfor. A sinistra, il comandante di nave Doria, capitano di vascello Angelo Virdis, illustra l’attività svolta durante la missione al capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Binelli Mantelli, e alle altre autorità intervenute alla cerimonia di passaggio di consegne.

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un’area strategica così importante. Il contrammiraglio Guido Rando, Force Commander cedente, nel discorso di commiato ha ringraziato ed evidenziato l’opera impeccabile dei mezzi navali europei e del personale alle sue dipendenze, manifestando particolare apprezzamento e gratitudine per quanto fatto dall’equipaggio della flagship italiana. Nave Doria, infatti, si è particolarmente distinta per le spiccate capacità operative dimostrate e per l’elevata professionalità delle donne e degli uomini del suo equipaggio, qualità che le hanno consentito di portare a termine la missione con ottimi risultati, non ultimo quello che l’ha vista impegnata il 7 febbraio scorso con l’emergenza sanitaria relativa al mercantile tedesco Ever Charming. Alla ricezione della chiamata di soccorso per un

intervento medico urgente a bordo del mercantile, l’unità italiana, al comando del capitano di vascello Angelo Virdis, che si trovava a circa 130 miglia nautiche dal luogo dell’evento, si è diretta alla massima velocità verso di esso, approntando l’elicottero EH-101 imbarcato con un team sanitario a bordo. Raggiunta l’area e valutata la situazione l’equipaggio di volo ha trasferito il medical advisor dello staff, tenente di vascello Alberto Guasconi, sull’aletta di plancia del mercantile, che proseguiva la sua navigazione verso ovest nell’International Recommended Traffic Corridor del golfo di Aden. Poco dopo, prestate le prime cure e immobilizzato il ferito sulla barella, l’elicottero ha recuperato il personale sanitario per il successivo trasferimento del paziente presso l’infermeria di nave Doria. Si trattava di un filippino di 42 anni che, seppure stabilizzato,

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necessitava di urgenti cure mediche e doveva pertanto essere trasferito al più presto presso la struttura sanitaria più vicina, ovvero l’ospedale Buffard di Gibuti distante circa 260 miglia nautiche dall’unità. Un lavoro di squadra efficacemente coordinato: la centrale operativa di combattimento prende i contatti con l’ospedale e con gli enti a supporto dell’operazione Atalanta presenti sul territorio della Repubblica di Gibuti, poco dopo l’elicottero lascia l’unità con il ferito a bordo.

L’impegno della Marina italiana nella lotta alla pirateria marittima nell’ambito di Eunavfor continua con la fregata Grecale, che ha raggiunto l’area di operazioni di Atalanta lo scorso 17 febbraio ricongiungendosi con le altre unità del dispositivo aeronavale europeo, ora guidato dalla Marina svedese. Il Grecale ha lasciato la base di Taranto lo scorso 2 febbraio e rimarrà assegnato alla missione Atalanta per circa quattro mesi.

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L’evento condotto da nave Doria evidenzia la valenza e la flessibilità di impiego tipiche dello strumento navale, soprattutto in un’area di così grande valore strategico. L’apprezzamento e il “bravo zulu” al cacciatorpediniere italiano è stato espresso anche dal deputy commander dell’operazione Atalanta, contrammiraglio Paolo Pezzutti, che ha presieduto il passaggio di consegne tra il comandante cedente, contrammiraglio Rando e il comandante accettante, contrammiraglio Haggren. La cerimonia si è

ATALANTA è l'operazione navale condotta dall’Unione Europea per prevenire e reprimere gli atti di pirateria marittima lungo le coste della Somalia a sostegno delle Risoluzioni 1814, 1816, 1838, 1846 e 1851 adottate nel 2008 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il mandato dell’operazione consiste nel proteggere le navi mercantili che transitano al largo delle coste somale, e sono dunque soggette al rischio di atti di pirateria marittima, scortando inoltre le navi mercantili del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (World Food Programme), incaricate di consegnare aiuti alimentari in Somalia. Le navi sotto egida UE operano in una zona di mare che comprende il golfo di Aden, le acque antistanti il Corno d'Africa e il tratto di Oceano Indiano occidentale fino alle Isole Seychelles.


tenuta nel porto di Gibuti, sul ponte di volo di nave Doria, alla presenza di numerose autorità civili e militari, tra cui il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e il suo omologo svedese, il generale Sverker Göranson. Pochi giorni prima, il 10 febbraio, il nostro caccia aveva incrociato la portaerei francese Charles De Gaulle durante il suo transito verso l’area del Golfo arabico per la missione nazionale Arromanches.

Si chiude così l’impegno operativo dell’unità italiana nel Corno d’Africa, dopo circa 200 giorni dedicati alla sicurezza e alla protezione delle principali rotte commerciali dell’area. Il rientro di nave Doria in Patria avverrà nel corso del mese di marzo. Sotto, Golfo di Aden, 10 febbraio 2015. L’Andrea Doria visto dal ponte di volo della portaerei francese Charles De Gaulle.

Nave Andrea Doria, al termine dell’impegno come flagship dell’operazione Atalanta ha partecipato alla 12^ edizione dell’International Defence Exhibition and Conference (IDEX) e alla Naval Defense and Maritime Security Exhibition (NAVDEX), eventi che si svolgono con cadenza biennale ad Abu Dhabi (E.A.U.). L’IDEX/NAVDEX è un appuntamento strategicamente molto importante nel panorama dell’industria della Difesa internazionale, e la presenza di nave Doria, una delle più moderne ed avanzate unità navali della Marina Militare italiana, ha costituito l’occasione per rappresentare le eccellenze industriali e tecnologiche nazionali. Il supporto dell’Industria nazionale, come recentemente testimoniato anche dalla campagna “Sistema Paese in movimento” condotta dal 30° Gruppo Navale, costituisce uno dei compiti istituzionali della Marina Militare.

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Impegno NATO per l’Aliseo

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di Cristopher Scarsella

o scorso 3 febbraio la fregata Aliseo è entrata a far parte del dispositivo SNMG2 (Standing Nato Maritime Group 2), il gruppo navale multinazionale integrato che fa parte della Forza di Reazione Rapida della Nato (Nato Response Force). Il Secondo Gruppo Navale Perma-

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nente della Nato, operante sotto il comando della componente marittima alleata (MARCOM) di Northwood, costituisce una presenza visibile e continua della solidità e coesione dell’Alleanza. Nave Aliseo è impegnata, insieme ad altre sei navi che compongono il gruppo, nell’operazione Active Endeavour, l’iniziativa attivata a seguito


lI comandante del 2° Gruppo Navale Permanente della NATO (SNMG 2) a bordo di Nave Aliseo nell’ambito della partecipazione della fregata italiana all’operazione Active Endeavour

dell’attentato dell’11 settembre 2001 a New York, con la finalità di prevenire e contrastare la rete del terrorismo internazionale. Il 12 febbraio scorso la fregata italiana, nelle acque del mar Adriatico, ha ospitato a bordo il comandante del Secondo Gruppo Navale Permanente della NATO, contrammiraglio della US Navy Brad Williamson, arri-

vato in elicottero dall’unità statunitense sede di comando, l’incrociatore Vicksburg. L’ammiraglio Williamson ha trascorso una giornata con l’equipaggio di nave Aliseo, confrontandosi così con la realtà operativa degli uomini e delle donne della Marina Militare Italiana. L’Unità, al comando del capitano di fregata Mario Giancarlo Lauria aveva da poco lasciato il porto di Trieste, dove è stata ormeggiata insieme alle altre navi del dispositivo. Durante la sosta, in accordo al programma Partnership for Peace, Dialogo Mediterraneo e si-

mili programmi di cooperazione internazionale, gli equipaggi delle navi hanno potuto relazionarsi e interfacciarsi con le autorità del posto, consolidando così i rapporti tra l’Italia e l’Alleanza Atlantica. Qualche giorno prima della sosta a Trieste, le navi impegnate nell’operazione Active Endeavour avevano partecipato ad un addestramento congiunto nella lotta subacquea ed anti-aerea, attività alla quale ha partecipato anche la Marina croata. La fregata Aliseo in navigazione durante una precedente missione Nato (foto di repertorio).

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Esercitazione di reparto nel Golfo di Taranto di Pasquale Prinzivalli

Unità appartenenti ai tre gruppi navali hanno svolto un’intensa attività addestrativa nel Golfo di Taranto guidate dal comandante del 2° Gruppo Navale.

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11 e il 12 febbraio nove unità maggiori della Marina Militare hanno condotto un’intensa attività addestrativa nel Golfo di Taranto. Un programma di ampio respiro che ha coinvolto l’ammiraglia della Squadra Navale, portaerei Cavour e unità appartenenti ai comandi dei 3 gruppi navali. Il dispositivo è stato integrato con l’unità anfibia algerina Kalaat Beni-Abbes, impegnata nel

completamento del proprio tirocinio navale presso Maricentadd, e con assetti del 2° Reggimento della Brigata Marina San Marco che si sono addestrati alle operazioni di abbordaggio di unità in navigazione anche a velocità sostenuta. Nel corso dell’uscita in mare sono state svolte esercitazioni di tiro in ruolo antiaereo e antinave, nonché una complessa esercitazione di difesa antiaerea che ha visto

Golfo di Taranto, 11 febbraio 2015. Alcune delle unità partecipanti all’esercitazione condotta dal comando del 2° Gruppo Navale navigano in linea di fila: sulla destra, la portaerei Cavour, che precede, nell’ordine, il cacciatorpedinere Caio Duilio. il cacciatorpediniere Durand De La Penne e due FREMM Bergamini e Margottini. (foto C. Ricchiuti)

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Il dispositivo navale è stato integrato dall’unitĂ anfibia algerina Kalaat Beni-Abbes, impegnata nel tirocinio navale presso Maricentadd

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la nutrita partecipazione di velivoli dell’Aeronautica Militare. Particolare spazio è stato dedicato alle attività marinaresche, prevedendo l’impiego dei battelli in dotazione alla varie unità, nonché alle operazioni di rifornimento in mare con la rifornitrice Etna. Nell’arco notturno sono state sviluppate manovre cinematiche a difficoltà crescente a Golfo di Taranto, 11 febbraio 2015. In primo piano, di poppa, il cacciatorpediniere Caio Duilio che segue il cacciatorpediniere Durand De La Penne, unità sede del comando del 2° Gruppo Navale.

In basso a sinistra: il contrammiraglio Andrea Gueglio, comandante del 2° Gruppo Navale, segue l’esercitazione dalla plancia di nave Durand De La Penne affiancato dal comandante dell’unità, capitano di vascello Andrea Bocchieri. Golfo di Taranto, 12 febbraio 2015. Il cacciatorpediniere Durand De La Penne va al tiro con il proprio cannone calibra127/54 compatto in un’esercitazione di tiro antinave; nella pagina a fianco, in basso a destra: la serie di tiro vista dalla plancia.

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favore sia dei giovani guardiamarina da poco usciti dall’Accademia Navale sia degli ufficiali di prossimo invio alla 267^ sessione della Scuola Comando. Non sono mancate poi le operazioni di volo con gli elicotteri organici al dispositivo e numerose esercitazioni antincendio e antifalla. A condurre l’attività addestrativa è stato il comandante del 2° Gruppo Navale, contrammiraglio Andrea Gueglio, a bordo del cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne. Golfo di Taranto, 11 febbraio 2015. Gommoni a chiglia rigida con a bordo fucilieri del 2° Reggimento della Brigata Marina San Marco si esercitano in un’operazione di boarding di unità mercantile sospetta. (foto Fabio Dal Cin) in basso a sinistra: le Fregate Europee MultiMissione (FREMM) Bergamini (in primo piano) e Margottini. In basso a destra: il caccia Caio Duilio, in primo piano, precede nella formazione il cacciatorpediniere Durand De La Penne, sull’estrema destra, impegnato in un’esercitazione di tiro antinave con un cannone calibro 76/62 super rapido. (foto Fabio Dal Cin). Pagina a fianco: serie di tiro condotta dal cacciatorpediniere Caio Duilio con uno dei cannoni calibro 76/62 super rapido in dotazione.

Vai alla notizia web sul sito: www.marina.difesa.it

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Scuola di Comando Navale Si apre la 267^ sessione della Scuola di Comando Navale, per i futuri comandanti di unitĂ navali della Marina Militare

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di Pasquale Prinzivalli

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a appena preso il via la 267^ sessione della Scuola di Comando Navale per tredici tenenti di vascello presso il Comando delle Forze di Pattugliamento (COMFORPAT) di Augusta. La sessione, che avrà una durata di sei settimane, si svolgerà nelle acque antistanti la rada della città siciliana e sarà caratterizzata da due fasi: una parte teorico-pratica, che vedrà i frequentatori cimentarsi nella conduzione di Rada di Augusta (SR), 5 febbraio 2015. Ufficiali frequentatori della 267^ sessione della scuola di Comando Navale in aletta di plancia di nave Favignana, impegnati nella manovra di ingresso in porto al termine dell’attività giornaliera, assistiti dal comandante dell’unità, tenente di vascello Giovanni Cianci, al centro. (foto di Fabio Mariani).

Vai alla notizia web sul sito: www.marina.difesa.it

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manovre di ormeggio e disormeggio, e una parte più prettamente pratica che vedrà gli ufficiali prendere il largo per condurre manovre cinematiche a difficoltà crescente. In questa fase si alterneranno simulazioni di varie manovre, dal rimorchio al rifornimento, dall’effettuazione di affiancamenti al cambio di posto in formazione. Si eseguiranno poi manovre reali un pò più complesse quali la navigazione in formazione ravvicinata, il rimorchio navale ed il passaggio di personale tra le unità.

Tali manovre permetteranno ai giovani ufficiali frequentatori di affinare i fondamenti della condotta navale in acque ristrette e consolidare quella perizia marinaresca indispensabile per affrontare al meglio il loro primo impegno da comandanti di unità. La Scuola Comando è considerata una vera e propria “palestra” per gli ufficiali che si accingono ad affrontare il più affascinante traguardo della propria carriera, il primo comando navale. Mar Ionio), 16 febbraio 2014. Nave Fenice in manovra con il personale schierato a prora durante un affiancamento con passaggio di sacchetto nel corso di una precedente sessione della Scuola di Comando Navale.

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Allievi di domani di Mauro Cannavale

e domande di ammissione alla prima classe dell’Accademia Navale per l’anno accademico 2015/16 costituiscono un primo risultato concreto: oltre seimila giovani italiani tra i 17 e 21 anni hanno chiesto di partecipare al concorso per l’istituto che formerà i prossimi 108 allievi ufficiali della Marina Militare. La campagna di promozione del concorso, condotta attraverso gli strumenti di comunicazione più efficaci, anche attraverso degli Open Day presso l’Accademia, ha raggiunto l’obiettivo di coinvolgere un maggior numero di ragazzi rispetto agli anni precedenti: alla scadenza del termine, il 9 febbraio, le domande sono state ben 6.296, con un incremento del 19,63% rispetto all’anno precedente. Il dato è molto positivo, anche nei confronti di Esercito e Aeronautica, che pure hanno visto le domande per le proprie Accademie crescere rispettivamente del 13,73% e 7,99%. L’aspirazione che ha spinto così tanti giovani a sfidarsi per un futuro in una Forza Armata, in par-

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Boom di domande per l’ammissione all’Accademia Navale di Livorno. Ma per i 108 candidati finali è solo l’inizio della sfida. ticolare in Marina, si basa sull’idea di un futuro in una organizzione moderna come ufficiale, una figura dal profilo dinamico, internazionale e tecnologico, un professionista serio che si mette al servizio della Patria e della comunità, la quale risponde riponendo la sua fiducia nella Forza Armata, così come testimoniato anche dall’ultimo rapporto Eurispes. Il primo passo per raggiungere il traguardo finale - far parte dei 108 giovani ammessi all’A.A. 2015/16 - è già stato compiuto: dal 16 al 25 febbraio al Centro di Selezione della Marina di Ancona sono state effettuate le prove scritte di selezione culturale da parte dei concorrenti. Livorno, 6 dicembre 2014. Cerimonia di giuramento in Accademia Navale. A prestare fedeltà alla Repubblica anche i 105 allievi della 1^ classe del corso normale 2014/15, che hanno raggiunto questo primo simbolico traguardo superando una dura selezione partita dalle iniziali 5.263 domande di ammissione.

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Quarant’anni di Stromboli

Più di 1.200 rifornimenti in mare, ben 43.512 ore di moto, 414.120 miglia percorse: questi i numeri dell’unità rifornitrice che ha appena compiuto 40 anni

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di Cristopher Scarsella

ono passati quarant’anni da quel lontano 20 febbraio 1975, giorno in cui la rifornitrice di squadra con distintivo ottico A5327 veniva varata dagli scali dei Cantieri Navali Riuniti di Riva Trigoso. Quarant’anni ricchi di impegni operativi, attività addestrative e supporto logistico, al servizio di tutte le principali classi di unità navali nazionali e Nato, al fianco di diverse generazioni di uomini e donne della Marina. Una carriera segnata da un elevato senso di altruismo e solidarietà: la prima attività operativa dell’unità fu il soccorso umanitario ai profughi vietnamiti nel 1979 che si concluse con lo sbarco a Venezia di 114 persone, affidate poi agli enti assistenziali della Croce Rossa. Nel corso degli anni nave Stromboli ha partecipato a varie attività, molte delle quali di tipo dual-use, con impegni importanti a favore delle popolazioni in difficoltà (Operazione Somalia 2 e Somalia 3). Non ultimo l’impiego nell’Operazione Mare Nostrum, 30 novembre 2006. L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, allora Comandante delle Forze d’Altura, risponde agli onori tributatigli da nave Stromboli durante un defilamento nel corso di una delle tante attività condotte nei 40 anni di vita della rifornitrice

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Taranto, fine anni ‘70, una foto d’epoca dello Stromboli durante l’attraversamento del ponte girevole nei primi anni di attività dell’unità.

durante la quale l’unità ha tratto in salvo 450 naufraghi. In questi quarant’anni, quella che è la nave più anziana di tutta la Squadra Navale, ha condotto più di 1.200 rifornimenti in mare a favore di unità navali nazionali e alleate, totalizzando ben 43.512 ore di moto e 414.120 miglia percorse. Numquam Satis – mai abbastanza – questo il motto della rifornitrice Stromboli, a testimonianza dell’im-

pegno costante al servizio delle altre unità navali, senza alcun limite temporale e spaziale. Non ci resta quindi che augurarle un futuro ancora ricco di attività ed impegni operativi, sicuri che le soddisfazioni non saranno, appunto, mai abbastanza. Buon compleanno Stromboli!

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Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina

Federico Martinengo

di Desirée Tommaselli foto: Ufficio Storico della Marina

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entre per l’Esercito il servizio aeronautico costituisce un indispensabile servizio ausiliario, per la Marina, in caso di guerra contro l’Austria, esso sotto molti punti di vista rappresenta un indispensabile

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servizio complementare all’Armata”, sosteneva l’ammiraglio Thaon di Revel in una lettera al ministro della Marina il 26 dicembre 1914. Promotore della nascita e dello sviluppo dell’aviazione di Marina, di fatto l’ammiraglio fu il padre spirituale di quel nutrito gruppo di piloti di idrovolanti costituito da pionieri del volo, inventori di sperimentali velivoli e assi di

tutta l’aviazione italiana. Di quest’ultima categoria, all’indomani della fine del primo conflitto mondiale, il generale Luigi Bongiovanni stese una vera e propria classifica. Nella sua lista, riconosciuta quale fonte storica in materia, figurano tre aviatori di Marina: Orazio Pierozzi, con 7 abbattimenti di velivoli nemici, Federico Martinengo e Umberto Calvello, con 5 vittorie ciascuno. Dei tre, solo Martinengo sopravvisse alla guerra e ai contemporanei collaudi dei mezzi (sia Pierozzi che Calvello persero la vita a bordo di velivoli nel 1919). Martinengo, che all’inizio del conflitto aveva preso parte alle azioni offensive italiane sulle unità navali, fu destinato all’addestramento quale pilota e osservatore nel settembre 1916, mettendo a segno le sue due prime vittorie aeree già nell’ottobre successivo. Questi, allora destinato alla Stazione Idrovolanti di Venezia quale osservatore sui velivoli FBA, il 10 ottobre, dopo aver effettuato il bombardamento di un obiettivo militare nemico, contrattaccò un idrovolante austriaco nei pressi di Rovigno e, sfruttando la manovra del pilota italiano con cui era imbarcato, colpì l’aereo nemico, costringendolo ad ammarare col motore fuori uso. La seconda vittoria non tardò ad arrivare: il 23 ottobre, su Caorle, abbatté, in collaborazione con il pilota francese Paul Xavier Garros, un idrovolante austriaco Lohner. Passato a comandare la 253ª Squadriglia di stanza a Grado - la base più avanzata della Marina - durante l’estate del 1917 iniziò a volare sul nuovo Macchi 5, velivolo monoposto da caccia. Creata presso la stazione idrovolanti veneziana di Sant’Andrea la 260ª Squadriglia composta esclusivamente dai nuovi mezzi aerei d’attacco, Martinengo vi fu trasferito durante la ritirata di Caporetto, quando gli idrovolanti della Marina, per le necessità contingenti, si spinsero ripetutamente in profondità, nell’entroterra, nonostante l’impossibilità, in caso di emergenza, di ammarare. Assunto il comando della 260ª Squadriglia, il 4 maggio 1918, pilotando il suo Macchi 5, colpì in com-

battimento 3 velivoli Hansa-Brandenburg W.18 austroungarici. Il combattimento aereo ebbe luogo nel cielo di Trieste e vide fronteggiarsi la formazione di idrovolanti guidata da Martinengo e quella nemica capitanata da Gottfried von Banfield, il più vittorioso pilota della K.u.K. Kriegsmarine e leggendariamente noto con il soprannome di "Aquila di Trieste". I velivoli individuati dall’identificativo A 91 e A 78, colpiti in coda, furono costretti ad ammarare e vennero catturati dagli italiani insieme ai rispettivi piloti Josef Niedermayer e Franz Boros. Banfield, a bordo dell’ A 82, fu ugualmente costretto a scendere in mare, ma riuscì a sfuggire alla cattura. Dopo quell’azione da maestro, in cui tutto il servizio di aviazione della Regia Marina trionfò, Martinengo fu destinato alla Scuola istituita presso il lago di Bolsena con l’incarico di istruire i futuri aviatori, compresi quelli della Marina statunitense. Pilota più che capace ed eccellente leader, fece ritorno sul fronte aereo al comando della base di Otranto, dove rimase fino al dicembre 1918. Alla fine del conflitto, Martinengo aveva all’attivo ben 172 missioni di guerra, 5 vittorie aeree,

In alto: la Nave da battaglia Dante Alighieri a bordo della quale Federico Martinengo prestò servizio dall’aprile al novembre 1915, prendendo parte alle prime fasi della Grande Guerra.

In basso: il Muzio Attendolo in linea di fila con il Duca d’Aosta, il Montecuccoli ed il Bolzano. Federico Martinengo fu al comando dell’Attendolo dal maggio 1938 al dicembre 1940.

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Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina

Federico Martinengo

di Desirée Tommaselli foto: Ufficio Storico della Marina

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entre per l’Esercito il servizio aeronautico costituisce un indispensabile servizio ausiliario, per la Marina, in caso di guerra contro l’Austria, esso sotto molti punti di vista rappresenta un indispensabile

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servizio complementare all’Armata”, sosteneva l’ammiraglio Thaon di Revel in una lettera al ministro della Marina il 26 dicembre 1914. Promotore della nascita e dello sviluppo dell’aviazione di Marina, di fatto l’ammiraglio fu il padre spirituale di quel nutrito gruppo di piloti di idrovolanti costituito da pionieri del volo, inventori di sperimentali velivoli e assi di

tutta l’aviazione italiana. Di quest’ultima categoria, all’indomani della fine del primo conflitto mondiale, il generale Luigi Bongiovanni stese una vera e propria classifica. Nella sua lista, riconosciuta quale fonte storica in materia, figurano tre aviatori di Marina: Orazio Pierozzi, con 7 abbattimenti di velivoli nemici, Federico Martinengo e Umberto Calvello, con 5 vittorie ciascuno. Dei tre, solo Martinengo sopravvisse alla guerra e ai contemporanei collaudi dei mezzi (sia Pierozzi che Calvello persero la vita a bordo di velivoli nel 1919). Martinengo, che all’inizio del conflitto aveva preso parte alle azioni offensive italiane sulle unità navali, fu destinato all’addestramento quale pilota e osservatore nel settembre 1916, mettendo a segno le sue due prime vittorie aeree già nell’ottobre successivo. Questi, allora destinato alla Stazione Idrovolanti di Venezia quale osservatore sui velivoli FBA, il 10 ottobre, dopo aver effettuato il bombardamento di un obiettivo militare nemico, contrattaccò un idrovolante austriaco nei pressi di Rovigno e, sfruttando la manovra del pilota italiano con cui era imbarcato, colpì l’aereo nemico, costringendolo ad ammarare col motore fuori uso. La seconda vittoria non tardò ad arrivare: il 23 ottobre, su Caorle, abbatté, in collaborazione con il pilota francese Paul Xavier Garros, un idrovolante austriaco Lohner. Passato a comandare la 253ª Squadriglia di stanza a Grado - la base più avanzata della Marina - durante l’estate del 1917 iniziò a volare sul nuovo Macchi 5, velivolo monoposto da caccia. Creata presso la stazione idrovolanti veneziana di Sant’Andrea la 260ª Squadriglia composta esclusivamente dai nuovi mezzi aerei d’attacco, Martinengo vi fu trasferito durante la ritirata di Caporetto, quando gli idrovolanti della Marina, per le necessità contingenti, si spinsero ripetutamente in profondità, nell’entroterra, nonostante l’impossibilità, in caso di emergenza, di ammarare. Assunto il comando della 260ª Squadriglia, il 4 maggio 1918, pilotando il suo Macchi 5, colpì in com-

battimento 3 velivoli Hansa-Brandenburg W.18 austroungarici. Il combattimento aereo ebbe luogo nel cielo di Trieste e vide fronteggiarsi la formazione di idrovolanti guidata da Martinengo e quella nemica capitanata da Gottfried von Banfield, il più vittorioso pilota della K.u.K. Kriegsmarine e leggendariamente noto con il soprannome di "Aquila di Trieste". I velivoli individuati dall’identificativo A 91 e A 78, colpiti in coda, furono costretti ad ammarare e vennero catturati dagli italiani insieme ai rispettivi piloti Josef Niedermayer e Franz Boros. Banfield, a bordo dell’ A 82, fu ugualmente costretto a scendere in mare, ma riuscì a sfuggire alla cattura. Dopo quell’azione da maestro, in cui tutto il servizio di aviazione della Regia Marina trionfò, Martinengo fu destinato alla Scuola istituita presso il lago di Bolsena con l’incarico di istruire i futuri aviatori, compresi quelli della Marina statunitense. Pilota più che capace ed eccellente leader, fece ritorno sul fronte aereo al comando della base di Otranto, dove rimase fino al dicembre 1918. Alla fine del conflitto, Martinengo aveva all’attivo ben 172 missioni di guerra, 5 vittorie aeree,

In alto: la Nave da battaglia Dante Alighieri a bordo della quale Federico Martinengo prestò servizio dall’aprile al novembre 1915, prendendo parte alle prime fasi della Grande Guerra.

In basso: il Muzio Attendolo in linea di fila con il Duca d’Aosta, il Montecuccoli ed il Bolzano. Federico Martinengo fu al comando dell’Attendolo dal maggio 1938 al dicembre 1940.

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due Medaglie d'argento ed una Croce di guerra al Valor Militare. Ottenuto il comando della nuova Stazione Idrovolanti di Curzola, fu destinato pochi mesi dopo a quella di Sebenico da dove, il 14 settembre 1919, decollò a bordo di un Macchi M.8: fu l’ultimo volo della sua straordinaria carriera di aviatore. Nei primi anni del dopoguerra, infatti, tornò a

bordo delle unità navali, imbarcando sul Varese, il Sardegna, il Galileo, il Duilio, il Nievo, il Quarto e il Bronte.All’atto di costituzione della Regia Aeronautica, invece di passare al servizio della neonata Forza Armata, Martinengo scelse di rimanere nella Regia Marina. Dopo numerosi imbarchi, prese il comando dell'incrociatore leggero

In alto: la Scuola Idrovolanti di Bolsena, in cui Martinengo addestrò gli aviatori della Marina italiana e statunitense dal giugno al settembre 1918. In basso: l’idrovolante austroungarico A 91 presso la Stazione Idrovolnate Sant’Andrea

Muzio Attendolo, che tenne fino al dicembre 1940. La nave, come testimonia Alberto Da Zara in Pelle d’Ammiraglio,“nelle mani del capitano di vascello Federico Martinengo aveva raggiunto una eccezionale efficienza e poteva considerarsi un istrumento di guerra perfetto”. Il comandante, infatti, “aveva curato nei minimi particolari la prepara-

a Venezia. Il velivolo fu abbattuto da Federico Martinengo il 4 maggio 1918 e, costretto ad ammarare, fu catturato insieme al suo pilota dalla Regia Marina e condotto a Venezia.

zione morale e materiale” dell’Attendolo, che entrò nel secondo conflitto mondiale in perfette condizioni di efficienza. Nelle numerose missioni di vario genere compiute con la sua nave quali crociere di vigilanza, ricerca, scorte di convogli, azioni di fuoco contro la costa nemica, posa mine nel Canale di Sicilia, Martinengo dimostrò sempre elevate virtù di co-

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mando e perizia marinaresca. Destinato al Comando in Capo del Dipartimento Marittimo dello Jonio e Basso Adriatico, prima quale Capo di Stato Maggiore aggiunto e poi quale Capo di Stato Maggiore effettivo, fronteggiò tutte le problematiche legate, soprattutto, alla presenza nei suoi porti del grosso delle Forze Navali. Subentrato all’Ammiraglio Bruto

Brivonesi nella carica d’Ispettore generale della flottiglia antisommergibile costiero, dall’ufficio di Roma diede impulso alle nuove costruzioni e alle riparazioni del naviglio e prestò grande attenzione alla preparazione del personale. La sera dell'8 settembre 1943, in ottemperanza agli ordini ricevuti, lasciò Roma per La Spezia al fine di assumere il comando di tutte le unità dipendenti e trasferirle nell’imminenza dell’arrivo del nemico. Preso il largo a bordo della VAS 234, seguita dalla VAS 235, fu intercettato da due motosiluranti tedesche che aprirono il fuoco contro le unità italiane. Martinengo rispose all’attacco serrando le distanze. Nel corso del violento scontro, che inflisse seri danni e gravi perdite agli avversari, Martinengo, presa su di sé la manovra, fu colpito mortalmente. La VAS 234 , riparata insieme all’altra a Cala Scirocco, esplose, dopo, però, che il suo equipaggio era riuscito ad allontanarsi. A sinistra: l'insegna personale di Federico Martinengo, dipinta sul suo Macchi 5, l’idrovolante con cui il 4 maggio 1918 conseguì tre vittorie aeree. L’uso di segni identificativi personali sui velivoli si diffuse tra i piloti a partire dalla metà del 1916, per raggiungere la massima espansione nel 1918.

ato a Roma il 18 luglio 1897, dopo aver compiuto gli studi presso il Liceo Torquato Tasso della capitale, fu ammesso all’Accademia Navale di Livorno nel settembre 1911. Come allievo Ufficiale fu imbarcato sulle navi scuola Flavio Gioia (nel settembre 1911 e da luglio a ottobre 1912), Amerigo Vespucci (da luglio a ottobre 1913) ed Etna (da settembre a ottobre 1914). Promosso Guardiamarina nel 1915, prestò servizio sulla nave da battaglia Dante Alighieri (da aprile a novembre 1915) e sulla nave da trasporto Trinacria (da novembre 1915 a settembre 1916). Avanzato nel grado di Sottotenente di vascello nel luglio 1916, fu destinato alla Stazione Idrovolanti di Venezia (da settembre a novembre), dove conseguì il brevetto di pilota di idrovolanti e osservatore aereo. Durante questa destinazione, riportò due vittorie aeree (rispettivamente il 10 il 23 ottobre), la prima delle quali gli valse l’attribuzione della Medaglia d’argento al Valor Militare. Comandante della 1ª Squadriglia (poi rinominata 253ª Squadriglia) di stanza a Grado fino al 5 agosto 1917, rimase in servizio presso questa sede fino all'ottobre di quell'anno, quando passò alla 260ª Squadriglia, appena costituita a Venezia. Decorato quello stesso mese della seconda Medaglia d’argento al Valor Militare, a dicembre assunse il comando della 260ª Squadriglia, incarico che mantenne fino al giugno 1918. Conseguita la Croce di guerra al V.M. nel gennaio 1918, il febbraio successivo fu promosso Tenente di vascello. Il 4 maggio di quell'anno mise a segno una tripletta, abbattendo 3 velivoli austroungarici intercettati presso Trieste. Lasciato il comando veneziano, fu destinato alla Scuola Idrovolanti di Bolsena quale Direttore dei Corsi Speciali fino al settembre dello stesso anno. Comandante della Stazione Idrovolanti di Otranto (da settembre a dicembre 1918), di quella di Curzola (da dicembre 1918 a febbraio 1919) e di Sebenico (da febbraio a ottobre 1919), nel 1920 tornò ad imbarcarsi sulle unità di superficie. 1° Tenente di Vascello nel 1923, Capitano di corvetta nel 1927 e Capitano di fregata nel 1932, fu promosso Capitano di vascello nel 1938, anno in cui sposò a Roma Angela Maria Lante della Rovere. Comandante del Muzio Attendolo dal maggio 1938 al dicembre 1940, partecipò alla battaglia di Punta Stilo. Destinato a Taranto, dal 23 gennaio 1941 ricoprì l’incarico di Capo di Stato Maggiore del Dipartimento Marittimo dello Jonio e Basso Adriatico. Contrammiraglio nel giugno 1942, nell’aprile 1943 fu nominato Ispettore generale della flottiglia antisommergibile costiero della Regia Marina e trasferito a Roma. Morì a bordo della VAS 234 nelle acque della Gorgona il 9 settembre 1943 durante un violento combattimento contro due motosiluranti tedesche. Decorato di Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria, è sepolto nel cimitero di La Spezia.

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due Medaglie d'argento ed una Croce di guerra al Valor Militare. Ottenuto il comando della nuova Stazione Idrovolanti di Curzola, fu destinato pochi mesi dopo a quella di Sebenico da dove, il 14 settembre 1919, decollò a bordo di un Macchi M.8: fu l’ultimo volo della sua straordinaria carriera di aviatore. Nei primi anni del dopoguerra, infatti, tornò a

bordo delle unità navali, imbarcando sul Varese, il Sardegna, il Galileo, il Duilio, il Nievo, il Quarto e il Bronte.All’atto di costituzione della Regia Aeronautica, invece di passare al servizio della neonata Forza Armata, Martinengo scelse di rimanere nella Regia Marina. Dopo numerosi imbarchi, prese il comando dell'incrociatore leggero

In alto: la Scuola Idrovolanti di Bolsena, in cui Martinengo addestrò gli aviatori della Marina italiana e statunitense dal giugno al settembre 1918. In basso: l’idrovolante austroungarico A 91 presso la Stazione Idrovolnate Sant’Andrea

Muzio Attendolo, che tenne fino al dicembre 1940. La nave, come testimonia Alberto Da Zara in Pelle d’Ammiraglio,“nelle mani del capitano di vascello Federico Martinengo aveva raggiunto una eccezionale efficienza e poteva considerarsi un istrumento di guerra perfetto”. Il comandante, infatti, “aveva curato nei minimi particolari la prepara-

a Venezia. Il velivolo fu abbattuto da Federico Martinengo il 4 maggio 1918 e, costretto ad ammarare, fu catturato insieme al suo pilota dalla Regia Marina e condotto a Venezia.

zione morale e materiale” dell’Attendolo, che entrò nel secondo conflitto mondiale in perfette condizioni di efficienza. Nelle numerose missioni di vario genere compiute con la sua nave quali crociere di vigilanza, ricerca, scorte di convogli, azioni di fuoco contro la costa nemica, posa mine nel Canale di Sicilia, Martinengo dimostrò sempre elevate virtù di co-

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mando e perizia marinaresca. Destinato al Comando in Capo del Dipartimento Marittimo dello Jonio e Basso Adriatico, prima quale Capo di Stato Maggiore aggiunto e poi quale Capo di Stato Maggiore effettivo, fronteggiò tutte le problematiche legate, soprattutto, alla presenza nei suoi porti del grosso delle Forze Navali. Subentrato all’Ammiraglio Bruto

Brivonesi nella carica d’Ispettore generale della flottiglia antisommergibile costiero, dall’ufficio di Roma diede impulso alle nuove costruzioni e alle riparazioni del naviglio e prestò grande attenzione alla preparazione del personale. La sera dell'8 settembre 1943, in ottemperanza agli ordini ricevuti, lasciò Roma per La Spezia al fine di assumere il comando di tutte le unità dipendenti e trasferirle nell’imminenza dell’arrivo del nemico. Preso il largo a bordo della VAS 234, seguita dalla VAS 235, fu intercettato da due motosiluranti tedesche che aprirono il fuoco contro le unità italiane. Martinengo rispose all’attacco serrando le distanze. Nel corso del violento scontro, che inflisse seri danni e gravi perdite agli avversari, Martinengo, presa su di sé la manovra, fu colpito mortalmente. La VAS 234 , riparata insieme all’altra a Cala Scirocco, esplose, dopo, però, che il suo equipaggio era riuscito ad allontanarsi. A sinistra: l'insegna personale di Federico Martinengo, dipinta sul suo Macchi 5, l’idrovolante con cui il 4 maggio 1918 conseguì tre vittorie aeree. L’uso di segni identificativi personali sui velivoli si diffuse tra i piloti a partire dalla metà del 1916, per raggiungere la massima espansione nel 1918.

ato a Roma il 18 luglio 1897, dopo aver compiuto gli studi presso il Liceo Torquato Tasso della capitale, fu ammesso all’Accademia Navale di Livorno nel settembre 1911. Come allievo Ufficiale fu imbarcato sulle navi scuola Flavio Gioia (nel settembre 1911 e da luglio a ottobre 1912), Amerigo Vespucci (da luglio a ottobre 1913) ed Etna (da settembre a ottobre 1914). Promosso Guardiamarina nel 1915, prestò servizio sulla nave da battaglia Dante Alighieri (da aprile a novembre 1915) e sulla nave da trasporto Trinacria (da novembre 1915 a settembre 1916). Avanzato nel grado di Sottotenente di vascello nel luglio 1916, fu destinato alla Stazione Idrovolanti di Venezia (da settembre a novembre), dove conseguì il brevetto di pilota di idrovolanti e osservatore aereo. Durante questa destinazione, riportò due vittorie aeree (rispettivamente il 10 il 23 ottobre), la prima delle quali gli valse l’attribuzione della Medaglia d’argento al Valor Militare. Comandante della 1ª Squadriglia (poi rinominata 253ª Squadriglia) di stanza a Grado fino al 5 agosto 1917, rimase in servizio presso questa sede fino all'ottobre di quell'anno, quando passò alla 260ª Squadriglia, appena costituita a Venezia. Decorato quello stesso mese della seconda Medaglia d’argento al Valor Militare, a dicembre assunse il comando della 260ª Squadriglia, incarico che mantenne fino al giugno 1918. Conseguita la Croce di guerra al V.M. nel gennaio 1918, il febbraio successivo fu promosso Tenente di vascello. Il 4 maggio di quell'anno mise a segno una tripletta, abbattendo 3 velivoli austroungarici intercettati presso Trieste. Lasciato il comando veneziano, fu destinato alla Scuola Idrovolanti di Bolsena quale Direttore dei Corsi Speciali fino al settembre dello stesso anno. Comandante della Stazione Idrovolanti di Otranto (da settembre a dicembre 1918), di quella di Curzola (da dicembre 1918 a febbraio 1919) e di Sebenico (da febbraio a ottobre 1919), nel 1920 tornò ad imbarcarsi sulle unità di superficie. 1° Tenente di Vascello nel 1923, Capitano di corvetta nel 1927 e Capitano di fregata nel 1932, fu promosso Capitano di vascello nel 1938, anno in cui sposò a Roma Angela Maria Lante della Rovere. Comandante del Muzio Attendolo dal maggio 1938 al dicembre 1940, partecipò alla battaglia di Punta Stilo. Destinato a Taranto, dal 23 gennaio 1941 ricoprì l’incarico di Capo di Stato Maggiore del Dipartimento Marittimo dello Jonio e Basso Adriatico. Contrammiraglio nel giugno 1942, nell’aprile 1943 fu nominato Ispettore generale della flottiglia antisommergibile costiero della Regia Marina e trasferito a Roma. Morì a bordo della VAS 234 nelle acque della Gorgona il 9 settembre 1943 durante un violento combattimento contro due motosiluranti tedesche. Decorato di Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria, è sepolto nel cimitero di La Spezia.

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Genova si è tenuta la conferenza A Surface Warships 2015, organizzata dall’Internationl Quality and Productivity ENNAIO

Center, nella quale sono stati presentati i programmi di ammodernamento e rinnovamento delle diverse Marine militari. Il contrammiraglio del Genio Navale Roberto Dattola, del Reparto Navi dello Stato Maggiore Marina, ha effettuato un intervento, dal titolo "The new Italian Navy shipbuilding program: an innovative approach to naval design", nel quale ha illustrato i criteri e le linee guide seguiti nella progettazione di base delle nuove unità della Marina Militare che verranno costruite nell'ambito dell'ambizioso programma di rinnovamento dello strumento navale.

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a base navale di Venezia ha fatto un passo in avanti verso quello che sarà il suo assetto definitivo grazie alla messa in opera di due boe, necessarie all’ormeggio di unità navali. Un assetto fortemente voluto dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che ha da tempo intravisto nella risorsa lagunare una potenzialità essenziale per la Forza Armata ed il Paese. Con l’utilizzo di queste boe, la cui progettazione e costruzione è stata affidata all’Arsenale dell’Agenzia Industria Difesa di Messina, la base navale di Venezia potrà ospitare le tre unità navali designate: due idrografiche classe Ninfe e una ausiliaria tipo Moto Trasporto Fari.

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opo 17 anni dall’intervento dei D palombari della Marina in Austria per fornire il supporto iperbarico duENNAIO

rante l’incidente della miniera di Lassing, gli uomini del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin sono tornati oltralpe per partecipare ad una esercitazione multinazionale che ha visto l’esecuzione di immersioni sotto i ghiacci nel lago di Turracher Höhe. L’attività, della durata di due settimane, ha visto immergersi 29 subacquei di Italia, Germania, Croazia ed Austria con lo scopo di condurre immersioni operative sotto il ghiaccio, diurne e notturne, a temperature estreme, e di approfondire e aggiornare le relative procedure di sicurezza.

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er 107 allievi della 1^ classe dell’Accademia Navale ha avuto inizio il modulo addestrativo “Arte del Comando” con gli istruttori della Brigata Marina San Marco, a Massafra (TA). Grazie all’esperienza e alla professionalità del personale del Battaglione Scuole Caorle gli allievi hanno avuto l’opportunità di apprendere e mettere in pratica le principali nozioni di difesa personale, tiro con armi leggere, combattimento terrestre e topografia. In questi giorni di addestramento il pensiero degli allievi è stato rivolto a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, encomiabili esempi di coraggio ed obbedienza, simbolo dei valori di lealtà, onore e amore di Patria innati in ogni marinaio.

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ella sede del Comando delle N Scuole della Marina di Ancona è stato sottoscritto un accordo di collaEBBRAIO

borazione tra la Forza Armata e la Regione Marche, da parte del comandante delle scuole della Marina, ammiraglio di squadra Salvatore Ruzittu e dell’assessore regionale Paola Giorgi. Una cooperazione mirante allo sviluppo di temi coerenti con gli aspetti marittimi, tra i quali la formazione, l’istruzione, l’educazione digitale, la salvaguardia ambientale, la sicurezza marittima, la tutela del territorio e del mare, incentivando i rapporti con altre realtà regionali, nazionali ed internazionali.

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pen day in Accademia Navale, a LiO vorno, per tutti coloro interessati alla conoscere da vicino la realtà del-

l’Istituto di formazione della Marina. Durante la visita gli ospiti hanno potuto visitare il simulatore di plancia di una nave militare, la sala storica, le strutture sportive, la galleria allievi, il palazzo studi e il brigantino nel piazzale. Gli ufficiali e gli allievi hanno guidato i visitatori rispondendo ad ogni domanda e curiosità, con la possibilità di presentare la domanda di ammissione al concorso per accedere alla prima classe dell’Accademia Navale.

di Pasquale Prinzivalli


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ccolti dal fischio del nostromo, A quale tradizionale “benvenuto a bordo”, un gruppo di bambini in cura presso l’ospedale Gaslini di Genova è salito a bordo di nave Maestrale. I piccoli hanno esplorato la nave, accompagnati dai membri dell'equipaggio, apprendendo quali siano le sue caratteristiche e la sua storia. L’attività è frutto di un accordo nazionale tra la Marina e l’associazione “Il Porto dei Piccoli” che ha permesso ai bambini di provare, insieme ai propri genitori, l’emozione di una giornata da “marinaio” allontanandosi, anche se solo per un giorno, dalla routine della terapia.

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sibizione coinvolgente ed emozioE nante quella della Banda della Marina, che ha eseguito marce brillanti e EBBRAIO

militari di fronte a una gremita platea che si è lasciata trasportare dalle note intonate per l’occorrenza in un “Auditorium” d’eccezione, istituzionale e suggestivo: la piazza di Montecitorio. Posizionata di fronte all’omonimo palazzo, la banda ha atteso l’arrivo della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, per iniziare ufficialmente il concerto con l’Inno di Mameli e il Canto degli Italiani. La Presidente ha successivamente accompagnato un folto gruppo di visitatori in un percorso all’interno del Palazzo, in un itinerario storico-artistico.

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i sono svolti nella piscina comunale Smaverili di Riccione i campionati italiani pridi categoria R/J/C/S di nuoto EBBRAIO

per salvamento. 1.287 atleti per 89 società hanno preso parte alla manifestazione, record assoluto per questo bellissimo sport che accomuna agonismo a valori istituzionali. L’atleta della Marina Samantha Ferrari conquista l’oro nei 200 mt super lifesaving con il tempo di 2’28.26”, migliore prestazione italiana dell’anno e terza migliore prestazione italiana di tutti i tempi. Per lei anche uno stupendo secondo posto nei 100 m. trasporto manichino con pinne (prima volta a podio in questa disciplina) con il tempo di 57.07”, suo personale.

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onclusa la prima collaborazione C realizzata in Antartide dalla Marina italiana con l'Armada cilena. Il capitano EBBRAIO

di corvetta Nicola Pizzeghello e il secondo capo Giuseppe Ghirardini, dell’Istituto Idrografico della Marina di Genova, entrambi specializzati in idrooceanografia, sono imbarcati a bordo dell’Aquiles, unità di supporto logistico cilena. Le attività della Marina Militare nella regione antartica, riguardante la mappatura dei fondali nel mare di Ross, si arricchiscono con questa ultima missione, che ha permesso di apprendere le professionalità necessarie ad operare nelle condizioni estreme che l'ambiente antartico impone.

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a fregata Grecale rileva nell’operaLDoria,zione Atalanta il caccia Andrea che il 13 febbraio ha terminato il lungo impegno come flagship della missione europea di contrasto alla pirateria marittima. La fregata, nel corso dei suoi oltre 30 anni di vita, ha preso parte a tutte le principali missioni alle quali la Marina ha partecipato, in ambito nazionale e internazionale, per garantire la protezione delle linee di traffico commerciali, il contrasto alla minaccia terroristica e al fenomeno della pirateria via mare, come le operazioni Enduring Freedom, Active Endeavour e Ocean Shield.

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ell’ambito della “Legge Navale”, N che prevede la costruzione di nuove unità navali per il rinnovamento EBBRAIO

della flotta della Marina, la gestione del programma inerente la costruzione della Unità LSS (Logistic Support Ship) è stata affidata all’OCCAR (Organisation Conjointe de Coopération en matière d'ARmement). Nella sede di La Spezia, alla presenza del rappresentante nazionale - il Direttore di Navarm ammiraglio ispettore Matteo Bisceglie - e del direttore di OCCAR, Mr. Timothy Rowntree, è stata inaugurata la sede della LSS Programme Division, divisione di OCCAR costituita al fine di gestire la realizzazione dell’unità.

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Nuclei di manutenzioni edili

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di Pasquale Prinzivalli imitare il ricorso ad imprese private per la manutenzione di primo livello delle infrastrutture e rispondere con tempestività al mantenimento degli immobili e degli alloggi, riducendo le tempistiche di intervento: sono le linee guida del progetto “Nuclei di manutenzioni edili”, nati con una direttiva dello Stato Maggiore Marina del 14 maggio 2013. I nuclei, diretti da un responsabile che può essere un ufficiale dei corpi tecnici, un funzionario tecnico civile o un maresciallo nominato tra il personale di idoneo profilo professionale, sono costituiti presso i singoli comandi da personale militare, sottufficiali e/o graduati, e da personale civile preventivamente formato attraverso dei corsi già attivi. Presso tutti i Comandi/enti aventi maggiore consistenza infrastrutturale sono presenti ad oggi 57 nuclei, ed i risultati da essi conseguiti sono tangibili, con un numero considerevole di interventi manutentivi effettuati. Buon lavoro! Brindisi, 9 giugno 2014. Un militare facente parte del nucleo di manutenzione edile della Brigata Marina San Marco intento in un lavoro di tinteggiatura. (foto di Giuseppe Micolani)

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