Notiziario della Marina - Gennaio 2015

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M ARINA

della

ANNO LXII G E N N A I O 20 1 5

N O T I Z I A R I O


C I N Q UA N T ’ A N N I

FA . . .

La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti

dal numero di:

G ENNAIO 1964

Gennaio 1964. Corvette in esercitazione

Livorno, 4 dicembre 1964. Cerimonia del giuramento degli allievi del corso normale e dei corsi di complemento.

Gennaio 1964. La fregata Cigno in navigazione

Gennaio 1964. Esercitazione di truppe da sbarco

Livorno, 12 dicembre 1964. Varo della corvetta Umberto Grosso ai cantieri Ansaldo

inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com


MARINA N O T I Z I A R I O

PERIODICO

DELLA

M A R I N A M I L I TA R E 1954

F O N DATO N E L

I SCRIZIONE :

Tribunale di Roma

R EGISTRAZIONE :

n. 396/1985 dell’8 agosto1985

PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE :

Antonio COSENTINO

antoniocosentinoit@gmail.com REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:

Davide GALLI

davide.galli@marina.difesa.it

Carlo DISMA

carlo-disma@marina.difesa.it

Pasquale PRINZIVALLI

pasquale.prinzivalli@marina.difesa.it

Silvio SCIALPI

silvio.scialpi@marina.difesa.it D IREZIONE E R EDAZIONE : NOTIZIARIO DELLA MARINA Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina Militare Piazzale della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.36805556 e-mail: notiziario.marina@gmail.com N ORME

PER LA COLLABORAZIONE

Il Notiziario è organo di informazione e la collaborazione è aperta a tutti. Gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, investono la diretta responsabilità dell’autore, rispecchiandone le idee personali. Gli articoli dovranno pervenire per posta elettronica entro 10 giorni dall’evento, corredati di foto (in formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm e risoluzione non inferiore a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando possibilmente l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati in maniera chiara e precisa. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione. La Direzione si riserva il diritto di dare all’articolo l’impostazione e i tagli ritenuti più opportuni. Al fine della corresponsione del compenso di collaborazione, è indispensabile che l’autore rediga una dichiarazione contenente tutti i dati anagrafici, recapito telefonico e coordinate bancarie. Dal momento della retribuzione l’autore cede ogni diritto di esclusività d’utilizzo al Notiziario. Nessuna parte dei testi e delle illustrazioni può essere riprodotta senza l’autorizzazione della direzione del Notiziario. Per la collaborazione a questo numero si ringraziano: Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus, Palma Agosta, Marco Maccaroni, Rosario Naimo, Giovanna Scotton, Desirée Tommaselli.

Per i contributi fotografici di questo numero si ringraziano: Corrado Carrubba, Valentina Catanese, Gabriele Lenzi, Giuseppe Micolani, Massimo Stotani, Laboratorio Fotografico Accademia Navale, Ufficio Storico della Marina

Stampa: Tipografia Facciotti - Roma

chiuso in redazione il: 10 febbraio 2015

Sommario

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A N N O LXII - G E N N A I O 2 0 1 5

Editoriale

di Antonio Cosentino

Sitrep

Norman Atlantic, un volo lungo una notte di Marco Maccaroni

La Marina Militare al Dialogue 2014 dell’ONU a Ginevra di Giovanna Scotton

Eventi ordinari (e straordinari) nello Stretto di Sicilia

di Carlo Disma

Intervista al tenente di vascello Serena Petricciuolo di Palma Agosta

Giuramento in Accademia Navale di Giovanna Scotton

Da “Caimano” a “Leone” - intervista al comandante della Brigata Marina San Marco di Marco Maccaroni

Il Caio Duilio alla Gabian di Pasquale Prinzivalli

Andrea Doria: contrasto alla pirateria e capacity building di Davide Galli

Varata nave Alpino di Rosario Naimo

Wings of Gold

di Pasquale Prinzivalli

Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina: Angelo Belloni di Desirèe Tommaselli

Il mese in immagini di Pasquale Prinzivalli

Ninna Ho: la “Nuova Ruota” salva una vita Corso Eleutheros, quarant’anni dopo In copertina: Stretto di Sicilia, 18 novembre 2014. Un operatore di volo a bordo di un elicottero SH-90A della nave anfibia San Giorgio impegnato in operazioni di attività di ricerca e soccorso. (foto di Corrado Carrubba). In quarta di copertina: Locandina pubblicitaria del calendario della Marina MIlitare 2015, ancora disponibile per l’acquisto sul sito web della Marina.

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di Antonio Cosentino

Navigando e volando “dal mare e sul mare”, in azione nel nostro Mar Mediterraneo e nelle diverse aree calde del pianeta, la Marina ha concluso il 2014 con l’emergenza del Norman Atlantic ed ha iniziato in velocità questo 2015. Il “Jack” batte fiero sui nostri più moderni cacciatorpedinieri, navi Doria e Duilio, la prima impegnata nelle attività di capacity building nell’ambito dell’Operazione EUCAP Nestor, oltre al contrasto alla pirateria, la seconda reduce da un’attività addestrativa molto intensa con la marina francese. Nel frattempo, anche in Italia le attività si sono svolte rapidamente su più fronti: a Livorno hanno giurato gli allievi ufficiali del primo anno dei corsi normali dell’Accademia Navale, mentre nello Stretto di Sicilia non si sono mai interrotti gli interventi di soccorso ai migranti, adesso inquadrati nell’operazione “Triton” dell’agenzia europea Frontex e sui quali ha relazionato al “Dialogue 2014” dell’ONU il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi. “Per mare, per terram”, le attività della Forza Armata si svolgono senza soluzione di continuità, come ci ha raccontato l’ammiraglio Rosario Walter Guerrisi, da incursore a comandante della Brigata Marina San Marco, che in quest’occasione ha descritto tutte le novità che interessano il glorioso reparto della Marina. Sempre nel novero degli uomini coraggiosi della Forza Armata, oggi portiamo l’esempio di un giovane pilota, Lorenzo Pietrini, che nonostante un terribile infortunio è riuscito, con grande forza di volontà, a recuperare la completa idoneità e conseguire le ambitissime “Wings of Gold”, con la stessa determinazione che in passato aveva spinto Angelo Belloni a prodigarsi nella sperimentazione di dispositivi e mezzi subacquei nonostante la perdita dell’udito.

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Mar Mediterraneo, novembre 2014. Formazione di AV-8B in volo sulla portaerei Cavour e su nave Etna in navigazione.

Saluti di redazione

Con questo numero lasciano la redazione il guardiamarina Carlo Disma e il capo di 1ª classe Sivio Scialpi. Carlo, valido autore che negli ultimi due anni ha prestato il proprio contributo alla realizzazione del Notiziario firmando svariati articoli inerenti la Difesa, “decolla” alla volta dell’Accademia Aeronautica, dove frequenterà il corso applicativo per ufficiali. Silvio, estroso fotografo che ha firmato svariate immagini apparse su pagine e copertine del Notiziario, torna alla “sua” La Spezia, al primo Gruppo Navale. Nella speranza di incrociare nuovamente in futuro le nostre rotte, al neo sottotenente Disma e a capo Scialpi la redazione fa un augurio sincero, dedicando loro questa foto emblematica, con unità navali ed aerei, le loro passioni.

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SITREP

oceano atlantico

gennaio

OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico

2015

Personale Marina Militare

JOINT ENTERPRISE KOSOVO

OPERAZIONE ACTIVE ENDEAVOUR

MULTINATIONAL BATTLE GROUP Personale Marina Militare

Operazione NATO di contrasto sul mare del terrorismo internazionale Sommergibile PRINI

ISAF AFGHANISTAN INTERNATIONAL SECURITY ASSISTANCE FORCE

STANDING NATO MINE COUNTERMEASURES GROUP 2

Assistenza militare alle Forze Armate afgane e stabilizzazione dell’Afghanistan

Gruppo Navale Permanente NATO di contromisure mine

Personale Brigata Marina SAN MARCO Gruppo Operativo Incursori

SNMCMG 2

mar

nero

Fregata EURO (flagship)

UNIFIL

ESERCITAZIONE GABIAN

UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON

Attività addestrativa complessa congiunta con la Marina francese

Personale Marina Militare

Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite

Cacciatorpediniere CAIO DUILIO golfo arabico

VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori

Personale Marina Militare

1 Corvetta/pattugliatore (OPV/PV) C.te CIGALA FULGOSI, C.te FOSCARI, SIRIO

M.F.O.

mar mediterraneo

MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS

JOINT OPERATION TRITON

Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran

Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX

GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA Personale Brigata Marina SAN MARCO

1 Pattugliatore/Corvetta: Navi SPICA, VEGA, LIBRA

MISSIONE ITALIANA

mar rosso

IN

LIBIA

Attività di cooperazione militare post-conflict Italia-Libia

EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA

Personale Marina Militare

EUROPEAN UNION NAVAL FORCE

Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Cacciatorpediniere ANDREA DORIA (flagship TF-465)

EUBAM LIBIA Attività di cooperazione militarecivile post-conflict UE-Libia Personale Marina Militare

BONIFICHE

COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)

NUCLEI MILITARI

DI

PROTEZIONE

Protezione naviglio mercantile nazionale in transito nelle aree a rischio pirateria

ORDIGNI IN MARE

Personale Brigata Marina SAN MARCO

Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare Personale Gruppo Operativo Subacquei

BMNS GIBUTI BASE MILITARE NAZIONALE DI SUPPORTO IN GIBUTI

30A SPEDIZIONE

IN

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta

ANTARTIDE

Programma di ricerca nel continente antartico in collaborazione con l’ENEA

Personale Marina Militare

Personale Marina Militare

oceano indiano

EUCAP NESTOR

Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles)

ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA

Personale Marina Militare

mare terra

EMOCHM - OPERAZIONE JOINT WILL/ VONTADE CONJUNTA Team internazionale di osservatori militari per la cessazione delle ostilità in Mozambico Personale Marina Militare

M ARINA

N O T I Z I A R I O della

con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina


SITREP

oceano atlantico

gennaio

OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico

2015

Personale Marina Militare

JOINT ENTERPRISE KOSOVO

OPERAZIONE ACTIVE ENDEAVOUR

MULTINATIONAL BATTLE GROUP Personale Marina Militare

Operazione NATO di contrasto sul mare del terrorismo internazionale Sommergibile PRINI

ISAF AFGHANISTAN INTERNATIONAL SECURITY ASSISTANCE FORCE

STANDING NATO MINE COUNTERMEASURES GROUP 2

Assistenza militare alle Forze Armate afgane e stabilizzazione dell’Afghanistan

Gruppo Navale Permanente NATO di contromisure mine

Personale Brigata Marina SAN MARCO Gruppo Operativo Incursori

SNMCMG 2

mar

nero

Fregata EURO (flagship)

UNIFIL

ESERCITAZIONE GABIAN

UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON

Attività addestrativa complessa congiunta con la Marina francese

Personale Marina Militare

Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite

Cacciatorpediniere CAIO DUILIO golfo arabico

VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori

Personale Marina Militare

1 Corvetta/pattugliatore (OPV/PV) C.te CIGALA FULGOSI, C.te FOSCARI, SIRIO

M.F.O.

mar mediterraneo

MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS

JOINT OPERATION TRITON

Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran

Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX

GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA Personale Brigata Marina SAN MARCO

1 Pattugliatore/Corvetta: Navi SPICA, VEGA, LIBRA

MISSIONE ITALIANA

mar rosso

IN

LIBIA

Attività di cooperazione militare post-conflict Italia-Libia

EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA

Personale Marina Militare

EUROPEAN UNION NAVAL FORCE

Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Cacciatorpediniere ANDREA DORIA (flagship TF-465)

EUBAM LIBIA Attività di cooperazione militarecivile post-conflict UE-Libia Personale Marina Militare

BONIFICHE

COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)

NUCLEI MILITARI

DI

PROTEZIONE

Protezione naviglio mercantile nazionale in transito nelle aree a rischio pirateria

ORDIGNI IN MARE

Personale Brigata Marina SAN MARCO

Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare Personale Gruppo Operativo Subacquei

BMNS GIBUTI BASE MILITARE NAZIONALE DI SUPPORTO IN GIBUTI

30A SPEDIZIONE

IN

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta

ANTARTIDE

Programma di ricerca nel continente antartico in collaborazione con l’ENEA

Personale Marina Militare

Personale Marina Militare

oceano indiano

EUCAP NESTOR

Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles)

ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA

Personale Marina Militare

mare terra

EMOCHM - OPERAZIONE JOINT WILL/ VONTADE CONJUNTA Team internazionale di osservatori militari per la cessazione delle ostilità in Mozambico Personale Marina Militare

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con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina


Norman Atlantic

un volo lungo una notte

Un’operazione di soccorso “storica” che ha visto la Marina impegnata in prima linea con assetti aerei e navali per contribuire al salvataggio dei passeggeri del traghetto italiano incendiatosi nel canale d’Otranto

A

dal nostro inviato Marco Maccaroni

ll’alba di domenica 28 dicembre 2014 veniva diramata la notizia di un grave incendio a bordo del traghetto di bandiera italiana Norman Atlantic, avvenuto durante la navigazione tra la Grecia e l’Italia, a circa 30 miglia ad est di Otranto, mentre si trovava sotto la responsabilità di ricerca e soccorso delle autorità greche. Immediatamente la macchina dei soccorsi si è messa in moto: mentre gli elicotteri della Marina di base a Grottaglie prendevano il volo per verificare la situazione sulla scena d’azione, gli elicotteri pesanti EH-101 della Base Elicotteri di Catania si approntavano in breve tempo per raggiungere la base pugliese di Grottaglie. Negli stessi istanti la nave anfibia della Marina San Giorgio, in quel momento nella base navale di Brindisi, richiamava a bordo

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l’equipaggio e si portava rapidamente sulla scena d’azione, mettendosi a disposizione della macchina dei soccorsi. Già dalla sera del 28 i mezzi in zona erano molteplici, con una presenza particolarmente importante della componente aerea, che si sarebbe rivelata determinante per l’esito delle operazioni: dodici elicotteri, di cui 7 della Marina Militare, 2 del corpo delle Capitanerie di Porto e 3 dell’Aeronautica Militare, con l’ulteriore impiego di due aerei della Capitaneria di Porto e un velivolo da pattugliamento Atlantic dell’Aeronautica. Diversi anche i mezzi navali impiegati, tra cui 3 motovedette della


Mar Adriatico 29 dicembre 2014. Operatori di volo recuperano un naufrago con verricello da elicottero EH-101 dei Reparti Aerei della Marina MIlitare.

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Guardia Costiera, il cacciatorpediniere della Marina Durand de la Penne, 5 rimorchiatori civili e 9 navi mercantili. Ma il vero punto di forza è stato la presenza della nave anfibia San Giorgio, sede del comando, coordinamento e controllo delle operazioni di soccorso. A bordo si trovava lo staff del 3° Gruppo Navale, comandato dal contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo, che già dal 28 sera ha consentito - ininterrottamente, durante tutta la notte e nonostante condizioni meteorologiche estreme - il decollo ed appontaggio degli elicotteri EH-101, capaci di effettuare il trasbordo dei naufraghi fino a venti alla volta. Il successo dell’operazione è dipeso in gran parte dall’azione di due componenti fondamentali della Marina, quella aerea e quella navale, unitamente agli assetti del corpo delle Capitanerie di Porto e dell’Aeronautica. Inoltre la decisione di trasbordare sul traghetto nelle fasi iniziali, tramite elicottero, due aerosoccorritori dell’Aeronautica, seguiti da un pilota, un medico e un operatore sanitario della Marina, ha permesso di mantenere un contatto diretto, grazie a un telefono satellitare, e una visione effettiva e tempestiva di quello che

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succedeva a bordo della nave in fiamme. Il personale di Marina e Aeronautica è stato l’ultimo ad abbandonare il traghetto, insieme al comandante della nave che, con grande competenza e dignità, ha svolto il suo ruolo fino in fondo. La Marina Militare ha concluso il suo impegnativo intervento quando, la sera del 30 dicembre, nave San Giorgio è giunta nel porto commerciale di Brindisi dove, in condizioni meteorologiche proibitive per la temperatura prossima allo zero, con neve e vento forte di grecale, ha svolto le operazioni di ormeggio al molo Costa Morena. A bordo aveva 215 naufraghi della Norman Atlantic, di cui 184 recuperati direttamente e 31 trasbordati da nave Durand de la Penne. Appena completate le operazioni di ormeggio, sia il comandante del traghetto, sia il suo equipaggio, hanno lasciato il San Giorgio per essere ascoltati dall’autorità giudiziaria, mentre i naufraghi hanno potuto riabbracciare i propri cari o raggiungere le strutture dove sarebbero stati ospitati. La sera precedente, ultimate le operazioni di trasbordo dei naufraghi e con le unità ancora in pattugliamento per verificare la presenza di ulteriori dispersi, era stata organizzata una conferenza stampa congiunta con la partecipazione del ministro della Difesa, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, il capo di Stato Maggiore della Marina, il comandante generale delle Capitanerie di Porto e un rappresentante dello Stato Maggiore dell’Aeronautica. Nel corso del suo intervento l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi ha sottolineato come quella in corso fosse “una delle operazioni più grandi che si siano verificate in questo tipo di interventi”, e che il fatto di “recuperare 427 persone, la maggioranza delle quali a mezzo di elicotteri, con venti che andavano intorno ai 40 nodi anche con una nave che era sotto incendio quindi con le fiamme che lambivano a volte anche i ponti superiori” autorizzava a considerare l’operazione di soccorso del traghetto Norman Atlantic un’impresa “storica”.

Mar Adriatico 29 dicembre 2014. Fase di salvataggio dei naufraghi del traghetto Norman Atlantic in fiamme con elicottero EH-101 dei Reparti Aerei della Marina MIlitare. Nella pagina a fianco, in alto nave Luigi Durand de La Penne, che ha contribuito alle operazioni di soccorso al traghetto.

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La Marina Militare al Dialogue 2014 dell’ONU a Ginevra

“M

are Nostrum ha mostrato al mondo la migliore capacità professionale e il miglior volto umano nella gestione di un’emergenza umanitaria di proporzioni impressionanti. Noi ringrazieremo sempre la Marina Militare italiana per questo”. Sono le parole con cui

di Giovanna Scotton

Antonio Guterres, Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite, ha accolto la delegazione della Marina Militare, invitata alla tavola rotonda Protection at Sea, nel corso dell’iniziativa Dialogue 2014, organizzata nel palazzo dell’UNHCR (l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite) a Ginevra, dal 9 all’11 dicembre 2014. A raccogliere il tributo, il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, che ha illustrato, ad oltre cinquecento tra delegati, rappresentanti di organizzazioni non governative e della stampa interGinerva, 10 dicembre 2014. “Dialogue 2014” - Palazzo delle Nazioni Unite. Intervento del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi. (foto di Massimo Stotani)

Vai alla notizia web sul sito: www.marina.difesa.it

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nazionale, i dettagli di quest’operazione, il cui coordinamento sinergico tra le diverse componenti istituzionali ha permesso di salvare la vita ad oltre 160.000 essere umani. E non solo. Uno sforzo imponente ed efficace, come spiega l’ammiraglio De Giorgi, che ha permesso di tenere sotto controllo aspetti sanitari e di sicurezza, che ha portato, nel contempo, anche all’arresto di molti trafficanti di esseri umani. Un impegno che non termina con il passaggio del coordinamento all’Operazione Triton,

sotto l’egida dell’Unione Europea. “La Marina Militare non smetterà di indirizzare i propri sforzi nel salvare vite umane in mare – ha affermato l’ammiraglio De Giorgi – né di garantire la sicurezza di chi naviga, combattendo tutte le forme di traffici illeciti. Il Mediterraneo – ha concluso – non deve diventare un mare di morte». Una tregiorni intensa di incontri ed eventi per la Marina al Dialogue 2014 di Ginevra che ha preso il via con Sea Change, la sera del 9 dicembre. Protagonista della serata,

Mare Nostrum, modello da applicare su scala internazionale

T

anti i partecipanti di spicco che hanno chiesto di studiare l’esperienza di Mare Nostrum nel corso del Dialogue 2014 di UNHCR di Ginevra. Tra questi, il rappresentante speciale del Segretariato Generale dell’ONU per le Migrazioni Peter Sutherland, il responsabile dell’Unità Migrazione e Asilo dell’Unione Europea Laurent Muschel, il ministro degli Affari Esteri della Libia Mohammed Dayri, il direttore dell’Ufficio Regionale Europeo Vincent Cochetel. Mare Nostrum è un modello da esportare su scala internazionale” ha affermato Peter Sutherland, sottolineando l’eccellenza della “Italian way” nella gestione di emergenze umanitarie come quelle delle migrazioni via mare, presenti in tutti i mari del pianeta.

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organizzata dalla Rappresentanza Permanente d’Italia e la Rappresentanza della Santa Sede presso l’UNHCR, è stata la docufiction “La scelta di Catia” coprodotta da Rai Fiction, Corriere della Sera e H24 in collaborazione con la Marina Militare, presentata dal contrammiraglio Nicola De Felice e accolta da un applauso lungo e commosso. Successo anche, la sera del 10 dicembre, per l’inaugurazione della mostra fotografica dedicata a Mare Nostrum, allestita nel foyer del Palazzo UNHCR e tenuta a batte-

simo dallo stesso Alto Rappresentante per i Rifugiati Antonio Guterres, dall’ambasciatore d’Italia Maurizio Serra e dal contrammiraglio De Felice. Una galleria di immagini toccanti e vivide, realizzate nel corso di Mare Nostrum, dal fotografo Massimo Sestini. Alcuni di questi scatti hanno guadagnato la copertina di alcune tra le testate internazionali più prestigiose, come il Times, consacrando Mare Nostrum tra le icone più nobili di intervento in un’emergenza umanitaria. Ginerva, 10 dicembre 2014. “Dialogue 2014” - Palazzo delle Nazioni Unite (foto di Massimo Stotani)

O

Le migrazioni sono la storia del mondo, spesso dopo le guerre, le più tragiche

ltre 380.000 le persone stimate, solo quest’anno, in fuga via mare. Senza contare quelli che muoiono o spariscono senza che nessuno ne sappia più nulla”. Con queste cifre l’Alto Commissario per i Diritti Umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, presenta i dati mondiali dell’ONU sulle migrazioni, riconoscendo all’Italia la capacità di aver saputo tradurre in azioni concrete anni di discussioni sulle strategie di salvaguardia delle migliaia di persone che migrano in massa attraverso gli oceani. “Le migrazioni sono la storia del mondo e dell’umanità. E spesso la più tragica, dopo le guerre” afferma Al Hussein, spiegando che sono milioni le persone che da sempre partono alla ricerca di una vita degna di questo nome e che purtroppo, spesso, muoiono sulla strada della speranza.

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Eventi ordinari (e straordinari) D nello stretto di Sicilia Mentre non conosce sosta il fenomeno della migrazione dalle coste nordafricane, a bordo delle Unità della Marina impegnate a fronteggiare l’emergenza nascono dei piccoli “cittadini del Mediterraneo” assistiti dal nostro personale medico.

opo il termine dell’operazione Mare Nostrum, lo scorso 31 ottobre, la Marina ha continuato a garantire nel Mediterraneo meridionale da una parte la maritime security, con il Dispositivo Navale di Sicurezza e Sorveglianza Marittima (DNSSM), dall’altra il controllo dei flussi migratori provenienti dalle coste nordafricane, partecipando alla più recente operazione congiunta Triton, sotto l’egida dell’agenzia europea di controllo delle frontiere esterne Frontex, senza tralasciare l’attività di presenza e sorveglianza storicamente assicurata con le operazioni Constant Vigilance e Vigilanza Pesca. Nell’ambito di queste attività in mare si inseriscono degli interventi da non dimenticare, come il salvataggio dei 900 migranti alla fine del 2014, tra i quali si trovava la donna nigeriana che il giorno di Natale ha dato alla luce un bambino a bordo di nave Etna, assistita dal personale sanitario di bordo coordinato dal tenente di vascello medico Serena Petricciuolo in qualità di capo componente.

Nei primi giorni del nuovo anno, il pattugliatore Libra, durante la partecipazione all’operazione Triton, ha effettuato un intervento di ricerca e soccorso al largo delle coste libiche nel pomeriggio dell’8 gennaio, per poi ricevere a bordo 210 migranti soccorsi 105 miglia a sud di Lampedusa da nave Maestrale. Sempre nave Libra è poi intervenuta nella notte del 15 gennaio a sole 60 miglia da Tripoli per soccorrere due imbarcazioni ed accogliere altri migranti già tratti in salvo dal pattugliatore CP405 della Guardia Costiera, sottraendo al mare 490 persone. Anche in questo caso si sono verificate delle emergenze sanitarie per assistere due donne partorienti a distanza di poche ore una dall’altra. Nonostante le difficoltà intrinseche legate alla piccola infermeria di bordo del pattugliatore e la giovane età del personale sanitario presente a bordo, il sottotenente di vascello medico Vincenzo Leone, assistito dal solo infermiere, capo di 3^ classe Angelo Vozza – rispettivamente di 27 e 23 anni – Stretto di Sicilia. Migranti a bordo di un mezzo da sbarco dell’unità anfibia San Giorgio, sullo sfondo. (foto Corrado Carrubba).

di Carlo Disma

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Eventi ordinari (e straordinari) D nello stretto di Sicilia Mentre non conosce sosta il fenomeno della migrazione dalle coste nordafricane, a bordo delle Unità della Marina impegnate a fronteggiare l’emergenza nascono dei piccoli “cittadini del Mediterraneo” assistiti dal nostro personale medico.

opo il termine dell’operazione Mare Nostrum, lo scorso 31 ottobre, la Marina ha continuato a garantire nel Mediterraneo meridionale da una parte la maritime security, con il Dispositivo Navale di Sicurezza e Sorveglianza Marittima (DNSSM), dall’altra il controllo dei flussi migratori provenienti dalle coste nordafricane, partecipando alla più recente operazione congiunta Triton, sotto l’egida dell’agenzia europea di controllo delle frontiere esterne Frontex, senza tralasciare l’attività di presenza e sorveglianza storicamente assicurata con le operazioni Constant Vigilance e Vigilanza Pesca. Nell’ambito di queste attività in mare si inseriscono degli interventi da non dimenticare, come il salvataggio dei 900 migranti alla fine del 2014, tra i quali si trovava la donna nigeriana che il giorno di Natale ha dato alla luce un bambino a bordo di nave Etna, assistita dal personale sanitario di bordo coordinato dal tenente di vascello medico Serena Petricciuolo in qualità di capo componente.

Nei primi giorni del nuovo anno, il pattugliatore Libra, durante la partecipazione all’operazione Triton, ha effettuato un intervento di ricerca e soccorso al largo delle coste libiche nel pomeriggio dell’8 gennaio, per poi ricevere a bordo 210 migranti soccorsi 105 miglia a sud di Lampedusa da nave Maestrale. Sempre nave Libra è poi intervenuta nella notte del 15 gennaio a sole 60 miglia da Tripoli per soccorrere due imbarcazioni ed accogliere altri migranti già tratti in salvo dal pattugliatore CP405 della Guardia Costiera, sottraendo al mare 490 persone. Anche in questo caso si sono verificate delle emergenze sanitarie per assistere due donne partorienti a distanza di poche ore una dall’altra. Nonostante le difficoltà intrinseche legate alla piccola infermeria di bordo del pattugliatore e la giovane età del personale sanitario presente a bordo, il sottotenente di vascello medico Vincenzo Leone, assistito dal solo infermiere, capo di 3^ classe Angelo Vozza – rispettivamente di 27 e 23 anni – Stretto di Sicilia. Migranti a bordo di un mezzo da sbarco dell’unità anfibia San Giorgio, sullo sfondo. (foto Corrado Carrubba).

di Carlo Disma

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Intervista al tenente di vascello Serena Petricciuolo, ufficiale medico di nave Etna, che ha aiutato una migrante a partorire a bordo la notte di Natale

di Palma Agosta

hanno dato dimostrazione della propria competenza e i due parti hanno avuto esito positivo. In particolare, il primo episodio ha visto la partecipazione attiva del comandante della nave, tenente di vascello Alessandro Rispoli, intervenuto in supporto dello staff sanitario, mentre per il secondo caso è stata imbarcata un’ostetrica della Fondazione Rava da Lampedusa, mostrando come la collaborazione sia realmente efficace tra i membri dell’equipaggio e con le organizzazioni partner della Forza Armata.

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Mar Mediterraneo 16 gennaio 2015, hangar di nave Libra. In alto a sinistra: il medico di bordo sottotenente di vascello Vincenzo Leone e l’infermiere capo di 3^ classe Angelo Vozza hanno appena assistito le donne partorienti; sopra: il comandante di nave Libra, tenente di vascello Alessandro Rispoli, assiste una donna partoriente. Nella immagine di sfondo: una fase del recupero di migranti trasportati a bordo di una unità della Marina. (foto di Corrado Carrubba).

“Non lasciamo occupare lo spazio dell’attenzione pubblica solo a italiani indegni, rendiamo omaggio a italiani esemplari come la dottoressa Serena Petricciuolo, medico della Marina Militare che la notte di Natale ha aiutato una profuga nigeriana a dare alla luce il suo bambino. Siamo orgogliosi di questi italiani campioni di cultura e di solidarietà”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante il consueto discorso di fine anno, ha sorpreso il tenente di vascello medico Serena Petricciuolo, mentre si trovava a bordo di nave Etna, in infermeria con la sua componente sanitaria ad ascoltare, come milioni di italiani. L’abbiamo incontrata, Serena, e lei ci ha raccontato come ha vissuto queste emozioni. Lei è il medico di bordo su nave Etna della Marina Militare, il giorno di Natale quale missione stavate svolgendo e cosa è accaduto? Ero imbarcata su nave Etna, a bordo della quale ricopro l’incarico di medico, facevamo parte del Dispositivo Navale di Sorveglianza e Sicurezza Marittima. Era stata una giornata intensa come le giornate precedenti, con molti trasbordi di migranti, il mare era molto agitato e nella notte tra il 24 e il 25 dicembre le temperature si erano molto abbassate. Avevamo già recuperato centinaia di migranti, avevamo lavorato anche nelle ore della vigilia fino a notte fonda. Quella notte c’è stata la gioia di un parto. Kate, una donna nigeriana che viaggiava con uno dei suoi figli, era già alla quarta gravidanza, era all’ottavo mese e mezzo ed il piccolo è nato grazie al lavoro di tutta l’équipe: uno splendido bambino di 3 chili e mezzo. Kate in onore dell’Italia l’ha chiamato Testimony Salvatore. Un’immensa gioia arrivata a coronamento di un impegno senza sosta in mare durato giorni, aiutarla a far nascere il suo bambino è stata per me una felicità immensa che mi ha reso davvero orgogliosa del lavoro che faccio. Quella notte ci sono state tantissime attività da fare, effettuare il controllo sanitario dei migranti, coprirli, dargli da bere, farli mangiare con ordine. Se non si collabora, se non si è una vera famiglia non si può lavorare. A bordo, un grande esempio di squadra: il team sanitario della Marina, la meravigliosa dott.ssa Maita Sartori della Fondazione Rava con la dott.ssa Sara Modde del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, le infermiere del corpo Infermiere Volontarie della Croce Rossa e i militari della Croce Rossa per il contenimento del rischio biologico, tutti insieme per un unico obiettivo: salvare vite umane in mare, e in questo caso avere l’onore di vivere insieme l’emozione di far nascere una nuova vita, una speranza per il futuro. Cosa ha provato quando il presidente Napolitano l’ha citata tra gli italiani esemplari la notte del 31 dicembre? Dove si trovava? Ero a bordo, la nave era ormeggiata nel porto di Augusta al termine di un’attività operativa, io e i miei colleghi avevamo deciso di passare il capodanno a bordo tutti insieme. Per puro caso ascoltavamo il discorso di Napolitano e quando lui mi ha citata l’emozione è stata enorme. Mi trovato in infermeria con tutto il team sanitario. Un onore immenso. Il più bel Capodanno della mia vita. Poco dopo mi ha chiamata mio padre, commosso. Come è iniziata la sua passione per il mare e la decisione di arruolarsi in Marina? Io sono di Taranto ed è stato guardando le navi militari ormeggiate nel porto della mia città che mi sono innamorata della Marina sin da piccola. Il mio sogno era anche diventare un medico. Quando ho saputo, per caso, che c’era la possibilità di diventare ufficiale medico in Marina ho partecipato al concorso per entrare in Accademia Navale e l’ho vinto, iniziando l’iter previsto per gli allievi ufficiali dei ruoli normali nel 2003. Ho completato gli studi nel 2011, laureandomi in medicina e chirurgia alla facoltà di Pisa. Avevo sempre guardato dal di fuori la Marina Militare e la medicina, come sogni: sono stata molto fortunata a poterli realizzare entrambi in una volta sola, diventando medico e ufficiale allo stesso tempo.

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Intervista al tenente di vascello Serena Petricciuolo, ufficiale medico di nave Etna, che ha aiutato una migrante a partorire a bordo la notte di Natale

di Palma Agosta

hanno dato dimostrazione della propria competenza e i due parti hanno avuto esito positivo. In particolare, il primo episodio ha visto la partecipazione attiva del comandante della nave, tenente di vascello Alessandro Rispoli, intervenuto in supporto dello staff sanitario, mentre per il secondo caso è stata imbarcata un’ostetrica della Fondazione Rava da Lampedusa, mostrando come la collaborazione sia realmente efficace tra i membri dell’equipaggio e con le organizzazioni partner della Forza Armata.

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Mar Mediterraneo 16 gennaio 2015, hangar di nave Libra. In alto a sinistra: il medico di bordo sottotenente di vascello Vincenzo Leone e l’infermiere capo di 3^ classe Angelo Vozza hanno appena assistito le donne partorienti; sopra: il comandante di nave Libra, tenente di vascello Alessandro Rispoli, assiste una donna partoriente. Nella immagine di sfondo: una fase del recupero di migranti trasportati a bordo di una unità della Marina. (foto di Corrado Carrubba).

“Non lasciamo occupare lo spazio dell’attenzione pubblica solo a italiani indegni, rendiamo omaggio a italiani esemplari come la dottoressa Serena Petricciuolo, medico della Marina Militare che la notte di Natale ha aiutato una profuga nigeriana a dare alla luce il suo bambino. Siamo orgogliosi di questi italiani campioni di cultura e di solidarietà”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante il consueto discorso di fine anno, ha sorpreso il tenente di vascello medico Serena Petricciuolo, mentre si trovava a bordo di nave Etna, in infermeria con la sua componente sanitaria ad ascoltare, come milioni di italiani. L’abbiamo incontrata, Serena, e lei ci ha raccontato come ha vissuto queste emozioni. Lei è il medico di bordo su nave Etna della Marina Militare, il giorno di Natale quale missione stavate svolgendo e cosa è accaduto? Ero imbarcata su nave Etna, a bordo della quale ricopro l’incarico di medico, facevamo parte del Dispositivo Navale di Sorveglianza e Sicurezza Marittima. Era stata una giornata intensa come le giornate precedenti, con molti trasbordi di migranti, il mare era molto agitato e nella notte tra il 24 e il 25 dicembre le temperature si erano molto abbassate. Avevamo già recuperato centinaia di migranti, avevamo lavorato anche nelle ore della vigilia fino a notte fonda. Quella notte c’è stata la gioia di un parto. Kate, una donna nigeriana che viaggiava con uno dei suoi figli, era già alla quarta gravidanza, era all’ottavo mese e mezzo ed il piccolo è nato grazie al lavoro di tutta l’équipe: uno splendido bambino di 3 chili e mezzo. Kate in onore dell’Italia l’ha chiamato Testimony Salvatore. Un’immensa gioia arrivata a coronamento di un impegno senza sosta in mare durato giorni, aiutarla a far nascere il suo bambino è stata per me una felicità immensa che mi ha reso davvero orgogliosa del lavoro che faccio. Quella notte ci sono state tantissime attività da fare, effettuare il controllo sanitario dei migranti, coprirli, dargli da bere, farli mangiare con ordine. Se non si collabora, se non si è una vera famiglia non si può lavorare. A bordo, un grande esempio di squadra: il team sanitario della Marina, la meravigliosa dott.ssa Maita Sartori della Fondazione Rava con la dott.ssa Sara Modde del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, le infermiere del corpo Infermiere Volontarie della Croce Rossa e i militari della Croce Rossa per il contenimento del rischio biologico, tutti insieme per un unico obiettivo: salvare vite umane in mare, e in questo caso avere l’onore di vivere insieme l’emozione di far nascere una nuova vita, una speranza per il futuro. Cosa ha provato quando il presidente Napolitano l’ha citata tra gli italiani esemplari la notte del 31 dicembre? Dove si trovava? Ero a bordo, la nave era ormeggiata nel porto di Augusta al termine di un’attività operativa, io e i miei colleghi avevamo deciso di passare il capodanno a bordo tutti insieme. Per puro caso ascoltavamo il discorso di Napolitano e quando lui mi ha citata l’emozione è stata enorme. Mi trovato in infermeria con tutto il team sanitario. Un onore immenso. Il più bel Capodanno della mia vita. Poco dopo mi ha chiamata mio padre, commosso. Come è iniziata la sua passione per il mare e la decisione di arruolarsi in Marina? Io sono di Taranto ed è stato guardando le navi militari ormeggiate nel porto della mia città che mi sono innamorata della Marina sin da piccola. Il mio sogno era anche diventare un medico. Quando ho saputo, per caso, che c’era la possibilità di diventare ufficiale medico in Marina ho partecipato al concorso per entrare in Accademia Navale e l’ho vinto, iniziando l’iter previsto per gli allievi ufficiali dei ruoli normali nel 2003. Ho completato gli studi nel 2011, laureandomi in medicina e chirurgia alla facoltà di Pisa. Avevo sempre guardato dal di fuori la Marina Militare e la medicina, come sogni: sono stata molto fortunata a poterli realizzare entrambi in una volta sola, diventando medico e ufficiale allo stesso tempo.

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Giuramento in Accademia Navale di Giovanna Scotton

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attezzati da una nuova stella, quella del nuovo programma navale, approvato proprio pochi giorni prima alla Camera. Sono i 105 allievi della 1° classe dell’Accademia Navale, i 73 Ufficiali in ferma prefissata e i 4 piloti di complemento che hanno giurato il 6 dicembre 2014 nel piazzale dell’Accademia Navale a Livorno e che vedranno entrare in linea nel prossimo decennio le nuove navi

Livorno, 6 dicembre 2014. Momento del Giuramento degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno (foto di Silvio Scialpi).

multiruolo della Marina Militare. Un annuncio dato direttamente dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, davanti ad una “madrina” d’eccezione, il ministro della Difesa Roberta Pinotti e al capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Navi e formazione, un binomio fondamentale in grado di creare “quella flessibilità e quella capacità di fare squadra – ha affermato il Ministro – che sono il punto di forza della formazione in Marina e il migliore potenziale di sviluppo per il nostro Paese”. E che nelle navi trovano il proprio habitat naturale. “Questa che voi riceverete qui, in Accademia, – ha detto il ministro Pinotti rivolta agli allievi – è una formazione che dura

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A giurare fedeltà alla Repubblica 105 allievi ufficiali della prima classe del corso normale, 73 del 14° corso in ferma prefissata e 4 del 14° corso allievi ufficiali piloti di complemento

Livorno, 6 dicembre 2014. Momenti prima del Giuramento degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno (foto di Silvio Scialpi).

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da 133 anni, un patrimonio prezioso non solo per la città di Livorno ma per l’intera Nazione. L’Italia ha bisogno di voi ha bisogno di nuovi leader, onesti servitori dello Stato – ha concluso il Ministro - per garantire la libertà e la sicurezza del proprio Paese”. Un pensiero quanto mai attuale, alla luce dei recenti sviluppi geostrategici internazionali, come ha ricordato all’ammiraglio De Giorgi. “Questo è il secolo marittimo – queste le sue parole - e la nostra Marina Militare sta vivendo un momento di rinascita perché oggi abbiamo un nuovo programma navale. Voi siete il futuro,

avrete la fortuna di essere imbarcati su navi moderne e quando porterete le vostre nuove navi nei porti lontani, porterete con orgoglio un pezzo d’Italia e della sua millenaria civiltà”. “L’orgoglio di una bandiera che ho avuto l’onore di portare, proprio in questo stesso piazzale - ha ricordato il capo di Stato Maggiore della Difesa, nel definire la formazione il miglior investimento per lo sviluppo nazionale. “In avanti e in anticipo, questo è il nostro migliore biglietto da visita continua l’Ammiraglio - la migliore sintesi di assetti specialistici e naturale flessibilità d’impiego delle navi,

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Livorno, 6 dicembre 2014. Cerimonia di giuramento degli allievi ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno. In basso: allievi defilano rendendo gli onori al palco delle Autorità.

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Sopra: particolare del brigantino interrato “Alfredo Cappellini”. Pagina a fianco, in alto: l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, la senatrice Roberta Pinotti e l’ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi. (foto di Silvio Scialpi).


“L’Italia ha bisogno di voi, per la libertà e la sicurezza il Ministro della Difesa senatrice Roberta Pinotti del nostro Paese”

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“Voi siete il futuro, avrete la fortuna di essere imbarcati su navi moderne e quando porterete le vostre nuove navi nei porti lontani, porterete con orgoglio un pezzo d’Italia e della sua millenaria civiltà” legati da un filo comune fatto di valori, come fedeltà, spirito di sacrificio e professionalità. E questa “Università del Mare” - così ha definito l’Accademia - da sempre trasmette, oltre alla formazione professionale, i valori che portano alto il nome della Patria”. Eroi silenziosi, così il comandante dell’Accademia Navale, contrammiraglio Maurizio Ertreo, ha definito i futuri ufficiali, esortando gli

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il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Giuseppe De Giorgi

allievi a onorare quotidianamente il giuramento soprattutto nei suoi aspetti meno clamorosi e più ordinari. “Il significato vero del vostro giuramento, al di là delle parole formali – ha affermato - lo dovrete ricercare nelle due parole che vedete scritte di fronte a voi, sulla Torre dell’Orologio di questo istituto: Patria e Onore. Guardatele bene. E scolpitele nella vostra mente e nel vostro cuore”.


Vai alla notizia web sul sito : www.marina.difesa.it Livorno, 6 dicembre 2014. Il Capo di Stato Maggiore, ammiraglio De Giorgi, passa in rassegna lo schieramento degli allievi durante la cerimonia del giuramento (foto Laboratorio Fotografico Accademia Navale).

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Da “Caimano” a “Leone” Intervista al comandante della Brigata Marina San Marco di Marco Maccaroni

Quali sono stati i cambiamenti e come è oggi la Brigata Marina San Marco, quali sono le peculiarità che la rendono speciale nello scenario anfibio nazionale ed europeo, quali sono le caratteristiche che si devono avere per entrare in un reparto d’élite. E poi, tre anni trascorsi ad aspettare Massimiliano e Salvatore. Questi sono alcuni degli argomenti trattati nell’intervista al comandante della Brigata Marina San Marco, contrammiraglio Rosario Walter Guerrisi

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9 gennaio 2015 Esercitazione di boarding e assetto Force Protection della Brigata Marina San Marco (foto di Valentina Catanese).

uerrisi, dopo aver frequentato l’Accademia Navale, diventa incursore di Marina nel 1984, con i “caimani” del Raggruppamento Subacquei e Incursori (Comsubin). Dopo aver trascorso circa 13 anni di carriera a Comsubin viene inviato presso la Marine Corps University per la frequenza del Command and Staff College, dove si specializza ufficiale “anfibio”. Da quel momento, nel 1997, la sua carriera prosegue a Brindisi, prima presso l’allora Terza Divisione Navale, e poi al Raggruppamento Anfibio “San Marco”. Tra i “leoni” del San Marco, Guerrisi rimane fino al 2010, con l’ultimo incarico da comandante del Reggimento. Oggi la Brigata Marina San Marco è reduce da un recente processo di riorganizzazione: è articolata su un organico di circa 2.700 unità ed ha visto nascere il Comando della Forza Anfibia (Comforanf), alle dirette dipendenze del Comandante in Capo della Squadra Navale (Cincnav). Il compito del Comforanf è di fornire competenze specialistiche e supportare il processo di pianificazione e condotta delle operazioni anfibie e rappresenta il comando sovraordinato della Brigata Marina San Marco. Contestualmente, presso lo Stato Maggiore Marina, è nato il Reparto Anfibio, che si occupa di programmazione finanziaria, ammodernamento e potenziamento della componente e definizione delle linee guida su impiego e formazione del personale anfibio.

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Ammiraglio, Lei è nel San Marco dal 1997. Ha ricoperto tutti gli incarichi di comando, vivendo i cambiamenti che il Reparto ha subito negli ultimi 15 anni. Ora torna a Brindisi dopo una parentesi di tre anni all'estero. Che sensazioni prova ad essere il comandante della Brigata Marina San Marco? Un misto di emozioni, in quanto consapevole di tornare in un reparto che con la nostra Forza Armata ha contribuito a scrivere pagine di storia militare del nostro Paese. Sono tornato tra gli uomini con cui ho condiviso buona parte della mia vita professionale, i cambiamenti, la continua voglia di migliorarsi, la voglia di contribuire con la Componente alla capacità operativa della nostra Marina per affrontare i variegati ed impegnativi compiti che ci attendono. Da Battaglione San Marco a Raggruppamento Anfibio, poi Forza da Sbarco e ora Brigata. Com'è oggi il San Marco? Oggi la Brigata Marina San Marco è una complessa unità dalle forti connotazioni marittime e dalla grande flessibilità d’impiego che contribuisce, attraverso le sue componenti, a completare le capacità operative della Marina nello svolgimento di tutte quelle missioni a cui è chiamata a partecipare. La sua forza è rappresentata dai fucilieri di Marina, marinai che, attraverso il processo di formazione specialistica e l’addestramento quotidiano, si integrano a bordo delle nostre unità navali per le missioni di tutti i giorni. Inoltre, in relazione alla precipua flessibilità, la Brigata è in grado di operare, anche con un minimo preavviso d’impiego, in supporto alle popolazioni colpite da emergenze umanitarie o calamità naturali, grazie all’intrinseca autonomia operativa e logistica conferitale dalla piattaforma navale da cui opera.

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Nello scenario odierno, le pedine principali della Brigata sono: • Il Comando Brigata, che fornisce all’ammiraglio comandante tutto il necessario supporto per la pianificazione e la condotta delle operazioni; • Il 1° Reggimento San Marco, che rappresenta la principale unità di manovra della Brigata; • Il 2° Reggimento San Marco, preposto principalmente alle operazioni navali; • Il 3° Reggimento San Marco, responsabile della difesa di installazioni e delle aree portuali della Marina; • Il Battaglione Scuole Caorle, organo deputato al delicato ed articolato compito della formazione per tutti i ruoli della Marina; • Il Gruppo Mezzi da Sbarco, l’indispensabile unità che assicura il movimento nave-terra, sia garantendo la condotta dei mezzi da sbarco, sia assicurando la gestione e l’organizzazione della spiaggia di sbarco. Senza di esso un’operazione anfibia non sarebbe possibile. • Il Quartier Generale della Brigata Marina, che assicura il funzionamento delle infrastrutture e con il reparto tecnico, polo di manutenzione, assicura la capacità di primo intervento su tutte le apparecchiature elettroniche, optoelettroniche e di armamento sia sul suolo nazionale, sia in zona d’operazione. Storicamente i fucilieri di Marina del San Marco hanno partecipato a tutte le missioni internazionali che hanno interessato le nostre FF.AA. Tale grande esperienza internazionale è una caratteristica peculiare della Brigata. Era il 2006, Operazione Leonte in Libano, dove Lei ha partecipato. A mio avviso, l'ultima operazione anfibia alla quale ha preso parte il San Marco. Qualche anno prima gli stessi Marines USA avevano iniziato operazioni prettamente terrestri, durate per più di un decennio, come Iraqi Freedom/Antica Babilonia in Iraq e ISAF in Afghanistan. Oggi, nella propria vision, il corpo dei Marines ha rappresentato l'esigenza di riacquistare la cosiddetta amphibiousity (“anfibiosità”). Il San Marco sente la stessa necessità? L’operazione in Libano del 2006 è stata una chiara espressione delle caratteristiche della forza anfibia della Marina Militare: la forza aero-navale a connotazione anfibia era stata approntata molto rapidamente e, raggiunta la zona d’operazione, in pochissimi giorni è riuscita a trasferire a terra le unità operative dell’at-


Un team ispettivo della Brigata Marina San Marco. I movimenti di ogni elemento sono studiati per assicurare a tutto il team una copertura a 360째. Pagina a fianco, in alto: il contrammiraglio Rosario Walter Guerrisi, comandante della Brigata Marina San Marco

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tuale Brigata Marina San Marco, le quali, fin da subito, hanno cominciato ad operare, rinforzando così il dispositivo delle Nazioni Unite, ormai insufficiente a fronteggiare gli effetti del conflitto nel sud del Libano. E’ importante ricordare che il trasferimento di uomini e mezzi è avvenuto dal mare proprio sulla costa antistante la zona di operazioni assegnata. Ricordo il continuo via vai di elicotteri e mezzi navali che trasportavano uomini, mezzi terrestri e attrezzature; ricordo l’abbraccio festoso della popolazione libanese che ci attendeva. Molti ragazzi per strada vestivano le maglie dei nostri calciatori, neo campioni del mondo. Un’emo-

dalla forza aero-navale presente nelle acque antistanti le coste libanesi. Come si ricorda, le unità operative del San Marco sono state poi rilevate da unità del nostro Esercito, che hanno continuato l’operazione, tutt’ora in atto. Sull’”anfibiosità”: l’Italia è un paese che si proietta sul mare con migliaia di chilometri di coste e si deve confrontare quotidianamente con eventi che si svolgono nel nostro mar Mediterraneo. Inoltre, la stessa popolazione mondiale è concentrata per la gran parte nella fascia costiera e quindi la maggioranza delle attività rilevanti avviene tra la costa ed il mare. Da qui emerge la necessità di una forza

zione unica. Questa capacità ci ha consentito di evitare uno sbarco amministrativo - con un ingente numero di mezzi tattici e logistici - e il conseguente attraversamento di lunghi tratti della viabilità libanese che avrebbe provocato inevitabili disagi alla popolazione, già vessata dalla situazione di difficoltà dovuta al conflitto. Al comando dell’operazione era l’allora ammiraglio di divisione Giuseppe De Giorgi, comandante della Task Force anfibia. Le unità della Brigata Marina San Marco, come in ogni operazione anfibia, sono state sempre supportate

in grado di operare sul mare e dal mare. È ancora unico il San Marco? Quali sono, secondo Lei, quelle peculiarità che rendono ancora speciale il San Marco nello scenario anfibio nazionale ed europeo? Il San Marco è un’unità particolarmente leggera, flessibile e mobile, in grado, grazie al supporto aeronavale, di concentrare un’adeguata capacità operativa (ivi compresa una potenza di fuoco) dove necessario e opportuno. Con le sue unità imbarcate completa il sistema d’arma delle nostre navi. I fucilieri del San Marco hanno una grande

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esperienza per aver partecipato praticamente a tutte le missioni militari degli ultimi decenni. I giovani fucilieri sono guidati grazie all’esempio dei più anziani. Cosa direbbe a un giovane che intraprende la carriera in Marina per incoraggiarlo a far parte della famiglia del San Marco? Che caratteristiche deve avere un giovane per affrontare questa bellissima avventura in un reparto d'élite della Marina Militare? Il San Marco è una forza costantemente pronta a essere impiegata, e questo comporta che i suoi uomini e le sue donne debbano essere capaci di addestrarsi costante-

mare, perché quello è il suo teatro naturale, deve amare una vita molto attiva, avere un grande spirito di adattamento a dover saper vivere in condizioni sicuramente non confortevoli. A fronte di questo grande impegno ogni singolo elemento dell’organizzazione è cosciente dell’importanza dell’opera che svolge in quanto, ogni singola azione, contribuisce alla sicurezza nazionale ed agli interessi del nostro Paese. La consapevolezza di essere una pedina che contribuisce all’azione più importante affidata ad un militare, ovvero la difesa della Patria e degli interessi nazionali.

mente e pronti all’azione anche con breve preavviso. Pertanto la caratteristica indispensabile per far sì che un giovane entri a far parte della famiglia del San Marco è sicuramente una condizione psico-fisica ottimale, che costituisce il vero e proprio fondamento di un fuciliere di Marina, ma non è sufficiente. Doti quali disponibilità, determinazione, lealtà, riservatezza, coraggio fisico e morale, nonché l’altruismo, devono essere parte del carattere del “marò” che sarà poi impiegato in ogni attività/contesto in cui il Reparto è chiamato ad operare. Sono questi i valori del fuciliere di Marina. Deve amare il

Siamo a tre anni, purtroppo, di permanenza forzata in India dei nostri due fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Li conosciamo bene entrambi. Cosa vuole dire a Salvo e Max? Voglio soltanto dire loro che li aspettiamo in assemblea per intonare, come di consueto, l’inno nazionale.

Ammiraglio Guerrisi, la ringrazio per la Sua disponibilità, e mi consenta di concludere questa intervista con il motto dei “leoni”: “per mare, per terram… San Marco”!!!

Veicolo anfibio d’assalto AAV7 (Marine Amphibious Assault Vehicles) durante un’esercitazione. (foto di Giuseppe Micolani).

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Il Caio Duilio alla Gabian

Esercitazione congiunta con la Marina francese per il nostro cacciatorpedinere, unica unità straniera a partecipare, lo scorso dicembre nel Golfo del Leone

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di Pasquale Prinzivalli

l cacciatorpediniere Caio Duilio è rientrato nella base della Spezia, dopo un periodo di addestramento in mare congiuntamente alla Marine Nationale francese. L’esercitazione Gabian, svoltasi nelle prime due settimane di dicembre, ha portato la nostra unità nelle acque del Golfo del Leone, tra Francia e Corsica. Nave Duilio, al comando del

In alto: Golfo del Leone, dicembre 2014. Il cacciatorpedinere Caio Duilio in navigazione durante la partecipazione all’esercitazione Gabian; A sinistra: esercitazione di tiro condotta dal Caio Duilio con uno dei suoi tre cannoni calibro 76/62 super rapido.

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A sinistra: Golfo del Leone dicembre 2014. Un membro dell’equipaggio del Duilio durante un rifornimento laterale nel corso dell’esercitazione Gabian 2014, sullo sfondo la fregata francese Montcalm; sotto, una fase dell’esercitazione con una motovedetta francese ed un gommone a chiglia rigida del Duilio insieme ad altre imbarcazioni al largo delle coste francesi meridionali.

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capitano di vascello Giacinto Sciandra, è stata l'unica unità straniera invitata a partecipare alla quarta edizione dell’importante esercitazione francese, durante la quale l'equipaggio ha svolto un intenso e proficuo addestramento con ritmi e difficoltà crescenti, affrontando scenari realistici che vanno dalla difesa e sicurezza marittima a operazioni a più alta intensità. Sia il Duilio che l’unità francese Forbin appartengono alla classe “Orizzonte”, nata da

una collaborazione italo-francese, che ha portato alla realizzazione di quattro unità innovative per la difesa aerea, due destinate alla nostra Marina e due a quella d’oltralpe. La Gabian 2014 ha fornito anche l'occasione per uno scambio di esperienze tra gli equipaggi delle due unità gemelle, con una delegazione francese che ha trascorso un’intera giornata a bordo del Duilio operando fianco a fianco con i colleghi italiani.

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Andrea Doria contrasto alla pirateria e capacity building di Davide Galli

Esercitazione dalla duplice finalità per il nostro caccia: addestramento antipirateria e attività di capacity building con la Coast Guard delle Seychelles, in supporto alla missione dell’Unione Europea Eucap Nestor

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l cacciatorpediniere Andrea Doria, in occasione della sosta alle Seychelles ai primi di gennaio, ha partecipato ad un’esercitazione complessa con le forze armate locali. L’attività addestrativa ha visto la partecipazione di un velivolo da pattugliamento delle forze aeree, un pattugliatore della Coast Guard e mezzi veloci della Maritime Police dello stato insulare africano congiuntamente alla nostra unità con il suo elicottero EH-101 ed il boarding team della Brigata Marina San Marco. L’addestramento è consistito nella simulazione di un attacco da parte di un gruppo di pirati ad un peschereccio, in seguito al quale la Coast Guard delle Seychelles è intervenuta richiedendo il supporto di nave

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Doria per coordinare le ricerche e intercettare il mezzo sospetto. Una volta localizzata dai mezzi aerei l’imbarcazione è stata intercettata e bloccata dal security team della nostra unità, consentendo l’intervento della guardia costiera per l’avvio della fase di raccolta di prove a carico dei presunti pirati, in seguito arrestati e trasferiti a bordo del caccia italiano. L’esercitazione ha consentito all’equipaggio dell’Andrea Doria di addestrarsi nell’applicare le procedure previste in simili circostanze nell’ambito della missione Atalanta di cui è attualmente flagship, supportando al tempo stesso il processo di Capacity Building che la missione Eucap Nestor sta conducendo a favore della Coast Guard delle Seychelles.


Oceano Indiano occidentale, gennaio 2015. In queste pagine, il cacciatorpedinere Andrea Doria durante alcune fasi dell’esercitazione antipirateria condotta congiuntamente alla Guardia Costiera delle Seychelles in supporto alla missione Eucap Nestor. Sopra, da sinistra, il Force Commander dell’operazione Atalanta, contrammiraglio Guido Rando, e il comandante di nave Doria, capitano di vascello Angelo Virdis, discutono dell’esercitazione con un rappresentante governativo delle isole Seychelles a bordo del caccia itailano.

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Varata nave Alpino

Quinta Fregata Europea Multi Missione del programma italo-francese per la Marina Militare di Rosario Naimo

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iva Trigoso, stabilimento Fincantieri, 13 dicembre 2014: nasce nave Alpino, quinta di una serie di 10 unità Fregate Europee Multimissione della Marina Militare, commissionata nell’ambito dell’accordo di cooperazione internazionale italo francese con il coordinamento dell’organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti, e che andranno a sostituire le ormai datate fregate classe Lupo e Maestrale. Centoquarantaquattro metri di lunghezza, circa 20 di larghezza e un dislocamento di 6.700 tonnellate, la nuova Fremm prende il nome di Alpino in onore di uno dei reparti storici dell’Esercito Italiano, come ribadito dal capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli: “Il nome di questa nuova unità suggella il forte legame tra marinai ed alpini e il concetto interforze”. Nave Alpino è un fiore all’occhiello della cantieristica e industria italiana. “Dalla legge sulla tutela della capacità marittima – ha aggiunto l’ammiraglio Binelli Mantelli deriverà un ulteriore beneficio all’operatività delle Forze Armate e all’economia nazionale”. Unità versatili, che presto verranno costruite sempre a Riva Trigoso, nel programma di rinnovo della flotta approvato dal Governo, “a cui l’Italia – ha sottolineato il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi - in questo momento contrassegnato dalla rilevante importanza del mare, non vuole rinunciare”. “Confermato con la legge di stabilità dello scorso anno – ha chiosato il presidente della Commissione Difesa al Senato, Nicola La Torre –, che ci impegnerà per i prossimi diciannove anni con un investimento di 5.4 miliardi, e adesso con il lavoro delle nostre commissioni parlamentari che sono arrivate al pa-

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Riva Trigoso 13 dicembre 2014. Nave Alpino pronta al varo (foto di Gabriele Lenzi).


rere positivo per l’articolazione del piano navale che ci permetterà di entrare nella fase pienamente operativa per l’ulteriore salto di qualità della nostra Marina”.Alla cerimonia presenti anche il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Claudio Graziano, e il segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale di corpo d’armata Enzo Stefanini, nonché i vertici Fincantieri, il presidente Vincenzo Petrone e l’amministratore delegato Giuseppe Bono. La nuova Fremm proseguirà, sotto la guida del comandante designato capitano di fregata Marcello Grivelli, le attività di allestimento al cantiere integrato navale militare al Muggiano e sarà consegnata nei primi mesi del 2016. Riva Trigoso 13 dicembre 2014. A destra: l’intervento del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. Graziano; sopra: la firma apposta sul libro d’onore, al centro il capo di Stato Maggiore della Difesa ammiraglio Binelli Mantelli, il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio De Giorgi e l’Amministratore Delegato di Fincantieri Giuseppe Bono; in alto l’ammiraglio De Giorgi passa in rassegna lo schieramento durante la cerimonia del varo.

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Il sottotenente di vascello Lorenzo Pietrini ha conseguito il brevetto di pilota militare della US Navy dopo un duro percorso di riabilitazione

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di Pasquale Prinzivalli

otrebbe sembrare un normale traguardo, per la carriera di un pilota della Marina Militare. Ma Lorenzo Pietrini ha raggiunto questo risultato dopo un percorso particolarmente difficile, durante il quale ha messo in gioco tutta la sua forza di volontĂ , per superare un ostacolo che sembrava insuperabile. Il nostro ufficiale in-

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fatti, dopo essere stato selezionato come allievo pilota nel 2011 e inviato in Florida per frequentare il corso d'indottrinamento preliminare e di addestramento al pilotaggio, ha avuto un incidente nel quale ha riportato la frattura delle prime due vertebre cervicali. Paralizzato dal collo in giù, i medici che lo avevano in cura lo hanno messo sin da subito di fronte alla dura realtà: solo l'1% delle persone con il medesimo tipo di frattura riesce a recuperare tutte le funzionalità. Lorenzo non si é scoraggiato e ha iniziato ad affrontare con determinazione tutte le dure tappe del percorso terapeutico per il ritorno ad una vita normale. Un percorso iniziato con un delicato intervento per il posizionamento di un complesso busto toracico (halo brace), una lunga degenza e momenti in cui la paura di non farcela si faceva sentire. Durante questa difficile fase, al giovane pilota non è mai mancato il soste-

gno dei familiari, degli amici e di tutta la Forza Armata. Dopo 6 mesi di intensa fisioterapia, Pietrini è stato trasferito in Accademia Navale come ufficiale sottordine agli allievi dei corsi normali, poi a bordo ad Augusta dove ha preso parte all’operazione Mare Nostrum e ha conseguito l'abilitazione alla guardia in plancia operativa. Nel giugno 2014, dopo aver conseguito la completa idoneità al volo, è ritornato negli Stati Uniti per ultimare il suo addestramento. Il 19 dicembre 2014 questa incredibile avventura ha avuto termine con l'apposizione delle meritatissime Wings Of Gold sul petto dell'ufficiale. Grande Lorenzo!!!

Corpus Christi,Texsas (U.S.A.) Il sottotenente di vascello pilota Lorenzo Pietrini al termine del primo volo solista.

Vai alla notizia web sul sito: www.marina.difesa.it

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Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina

Angelo Belloni

di Desirée Tommaselli foto: Ufficio Storico della Marina

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esta triangolare, fronte ampia, occhi grandi, intensi come quelli dei falchi, senza battito”. Questa l’immagine di Belloni tratteggiata da d’Annunzio nella galleria di audaci marinai “allestita” nel suo Notturno; un ritratto che, attraverso la similitudine col predatore, rivela le qualità d’intelligenza, tenacia, lucidità, concentrazione, chiaroveggenza e strategia di colui che, con le sue invenzioni, ha segnato la nascita della subacquea. Quando d’Annunzio lo conobbe a Venezia, diventandone amico in quanto “amicissimo” dei suoi compagni di corso Gravina, Roberti e Miraglia, Belloni era un ufficiale richiamato della Riserva Navale, cui era stato iscritto - dopo 11 anni di Marina - a seguito del congedo causato dall’improvvisa perdita dell’udito. Assunto alla Fiat - San Giorgio, i suoi rapporti con la Marina continuarono ad essere strettissimi: quale collaudatore di sommergibili per il cantiere Muggiano di Spezia, tra il 1912 e il 1914, consegnò alla Marina 8 sommergibili tra i quali Argo e Argonauta, sui cui imbarcherà durante il primo conflitto mondiale, facendone la storia. Con l’Argonauta, costruito per la Marina russa ed allora identificato dal numero “43” di commessa interna al cantiere, Belloni prese il largo verso Ajaccio allo scopo di armarlo e impiegarlo in un attacco a sorpresa contro la base navale austriaca di Pola; era il 3 ottobre 1914 ed egli, dipendente del cantiere, approfittando di una prova di collaudo, intendeva presentare una “dichiarazione personale di guerra all’Austria”. Patriota e interventista, aveva manifestato sin dal 1909 il suo acceso irredentismo, rafforzato nei mesi del 1910 trascorsi a Fiume, inviato dalla Marina a testare i nuovi siluri ad aria calda Whitehead. L’azione col sommergibile “43” fallì e Belloni fu processato con diverse imputazioni, prima tra tutte quella di furto di unità da guerra. L’azione eclatante, che avrebbe dovuto accelerare l’ingresso dell’Italia nel conflitto, entusiasmò gli interventisti. L’impresa sarebbe stata una vera azione d’attacco, con una precisa strategia e, so-


prattutto, con l’impiego di un nuovo dispositivo che consentisse la fuoriuscita dal sommergibile immerso di uomini armati di cariche esplosive da posizionare sotto le carene delle navi austriache. L’idea rivoluzionava la scienza subacquea e la tecnologia militare, come apparve chiaro all’ammiraglio Thaon di Revel che, sempre aperto alla sperimentazione e all’impiego di nuovi mezzi, volle investire su quell’uomo che, già dai tempi del suo impiego in Marina, si era dimostrato brillante, inventivo, curioso e capace; l’esperienza al Muggiano, poi, gli aveva fatto accumulare in breve tempo importanti competenze ed ampie conoscenze in materia di sommergibili e di subacquea, soprattutto da quando, nel 1913, era stato preposto all’ufficio brevetti. Assolto al processo celebratosi nel febbraio 1915, in un clima di crescente tensione verso l’ingresso italiano nel conflitto, Belloni fu richiamato in servizio e incaricato da Revel di applicare il dispositivo di fuoriuscita proprio al sommergibile “43”, requisito dalla Marina e rinominato Argonauta. La scelta, infine, ricadde sull’Argo e, tra diverse difficoltà e un diffuso scetticismo – “Queste sono pazzie! Questa missione non la farai mai!” – Belloni iniziò i lavori per l’applicazione e gli esperimenti del dispositivo di fuoriuscita, interrotti appena nel marzo 1916 per volontà del ministro della Marina. “Addio progetti del forzamento di Pola! Addio sogni di azioni mirabolanti dentro il canale della Dalmazia, con Sauro per pilota e d’Annunzio per compagno! Sauro […] non riusciva a capacitarsi che un progetto così fruttifero in caso di successo, venisse abbandonato, quando tutto avrebbe dovuto servire al grande scopo. […] D’Annunzio, che vedeva tutto con la sua grande fantasia, che era come una fiamma, e non aveva un’idea esatta dei punti deboli del progetto, soprattutto di quelli di carattere tecnico, pretendeva che io ripetessi il gesto di Ajaccio e scappassi con lui e con l’Argo”. Dopo Caporetto, quando “il nemico era in casa, e le «pazzie» cominciavano a diventare cose ragionevoli”, Belloni riprese le sperimentazioni sull’Argo, di cui ebbe

In alto: Sommergibile Argo; Belloni prestò servizio su questo battello dall’ottobre 1915 all’aprile 1916 e da giugno a novembre 1917 in qualità di ufficiale in

seconda; vi ritornò quale Comandante dal dicembre 1917 al febbraio 1918. In basso: Il sommergibile Argonauta durante la Prima Guerra Mondiale.

il comando, e predispose l’azione offensiva contro Pola, resa impossibile da una grave avaria. Revel gli affidò dunque il Galileo Ferraris, che, nonostante tutti gli sforzi, fu pronto solo a guerra finita. Belloni fu lasciato dall’Ammiraglio al comando del Fer-

raris affinché potesse continuare gli esperimenti di fuoriuscita dei palombari ed il forzamento delle reti subacquee, prima tra la Palmaria e il Tino (quando ancora in servizio), e poi in Mar Rosso (una volta congedato).Tra le due guerre, concentrò le

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sue ricerche sui dispositivi necessari al salvataggio degli equipaggi di sommergibili immersi sinistrati: la “vasca” ed il “cappuccio” individuale (un autorespiratore a campana d’aria) risultarono ottimi strumenti per la fuoriuscita in sicurezza dell’equipaggio, così tutelato dai rischi dovuti alla risalita in superficie, e divennero i sistemi di salvataggio adottati sui som-

mergibili della Marina italiana. Ma lo strumento fondamentale arrivò nel 1935, quando Belloni fu chiamato da Marinarmi per realizzare un autorespiratore con due ore di autonomia quando quelli in uso non garantivano la mezz’ora. Era il “49” della IAC, poi perfezionato nel corso degli anni. Promotore della nascita di una Scuola Sommozzatori, Belloni fu ri-

chiamato in temporaneo servizio attivo nell’agosto 1940, nonostante i 50 anni compiuti, in quanto “prezioso nell’organizzazione tecnica dei mezzi di assalto della Marina”. Consulente tecnico della I, e poi X, Flottiglia MAS, direttore del Reparto Tecnico Sperimentale, ideò e migliorò l’efficienza delle tute e degli autorespiratori in uso agli uomini d’assalto e agli uomini

Due immagini di Belloni mentre indossa la sua tuta e ne dimostra l’impermeabilità; a destra, la foto con dedica di Gabriele d’Annunzio all’amico Angelo Belloni.

In basso a sinistra: il sommergibile Galileo Ferraris comandato da Belloni dal maggio 1918 all’ ottobre 1919. Sotto: la foto con dedica dell’ammiraglio Thaon di Revel, capo di Stato Maggiore della Marina durante il primo conflitto mondiale, che sempre sostenne le idee e gli studi di Belloni.

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Gamma: con loro Belloni riuscì a dare applicazione alla sua idea elaborata alle soglie della Grande Guerra. “Se Tesei fu un paladino dello spirito, nel campo subacqueo, Belloni fu un paladino della scienza, pronto a buttarsi in ogni sorta di avventure”: le sue sperimentazioni si estesero ai nuovi sommergibili tascabili classe “CA”, destinati ad azioni al di fuori del Me-

diterraneo. Convinto assertore dell’importanza di educare i giovani al mare - “Noi dobbiamo andare nel popolo e inspirare a quello l’amore del mare e cercare fra il popolo che dà gli operai all’industria, i marinai tecnici delle navi moderne” - Belloni va considerato, come disse l’Ammiraglio Birindelli, colui che ha “sempre detto la prima parola in campo subacqueo”.

Rudolf Claudus, fuoriuscita di due siluri a lenta corsa da un sommergibile immerso. L’originale idea di impiegare dei guastatori subacquei che, fuoriusciti da un sommergibile immerso, potessero collocare cariche esplosive sotto le carene delle navi nemiche, fu elaborata da Belloni fin dagli anni della Grande Guerra e trovò piena attuazione con gli operatori degli SLC nel corso del secondo conflitto mondiale.

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ato a Pavia il 4 marzo 1882, dopo gli studi classici al liceo Beccaria di Milano, fu ammesso all’Accademia Navale di Livorno nel 1900. Uscitone tre anni dopo con il grado di guardiamarina nel Corpo dello Stato Maggiore Generale, nel 1904 fu destinato in Estremo Oriente, dove rimase fino al 1906 prestando servizio sia a bordo – sul Marco Polo, sull’Elba e sul Puglia - sia a terra - presso il Distaccamento della R. Marina a Shanghai -. Rientrato in Italia, fu promosso sottotenente di vascello e imbarcato sul Morosini, il Saint Bon e il Benedetto Brin (1906-1908). Destinato all’Officina Siluri di San Bartolomeo a Spezia nel 1910, a causa di un’otite catarrale fu posto in congedo provvisorio nell’agosto 1911 e iscritto nella Riserva Navale. Assunto nel 1912 dalla Fiat-San Giorgio di Torino con l’incarico di responsabile per i collaudi dei sommergibili presso il cantiere del Muggiano (La Spezia), nell’aprile 1915 fu richiamato in servizio attivo dalla Marina, che lo assegnò alla flottiglia sommergibili di Venezia. Promosso tenente di vascello della Riserva Navale l’anno seguente, fu imbarcato sui battelli Argo, Jantina, Fisalia (come ufficiale in seconda), Narvalo (ottobre 1915 - novembre 1917) e come comandante su Narvalo, Argo e Otaria (novembre 1917 - febbraio 1918). Nel maggio 1918 fu inviato a La Spezia per prendere in consegna il sommergibile Galileo Ferraris, da cui sbarcò alla fine di ottobre del 1919. Dispensato dal servizio attivo nel novembre 1919, si trasferì in Mar Rosso per svolgere attività di pesca e sperimentazioni subacquee con il sommergibile Galileo Ferraris che, destinato ad essere radiato, gli fu concesso in affitto dalla Marina.Tornato in Italia nel 1921, si dedicò alle ricerche nel campo dei dispositivi subacquei (“cappuccio” e “vasca Belloni”) per il salvataggio degli equipaggi dai sommergibili affondati. Consulente tecnico della IAC (Industria Articoli in Caoutchouc) di Tivoli, fu richiamato dalla Marina in temporaneo servizio attivo nell’agosto 1940. Direttore della Scuola Sommozzatori dell’Accademia Navale e consulente tecnico della I e poi della X Flottiglia MAS, fu promosso capitano di corvetta nel 1942. Per aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana, alla fine dell’aprile 1945 fu arrestato dai partigiani e rinchiuso in campo di concentramento finché non venne rintracciato dal capitano di corvetta Lionel Crabb, suo corrispettivo nella Royal Navy, che, per le riconosciute competenze in ambito subacqueo, gli offrì l’incarico di creare sull’isola di Sant’Andrea a Venezia la Allied Navies Experimental Station per la bonifica dei fondali marini italiani dagli ordigni bellici e dai relitti. Belloni accettò, a condizione che tutta la strumentazione fosse poi lasciata alla Marina italiana. Morì a Genova il 9 marzo 1957.

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er la prima volta nella storia dei ReP parti Subacquei della Marina, nave Anteo ha ospitato la tradizionale ceriOVEMBRE

monia di brevettamento del corso Ordinario Palombari. La cerimonia è stata svolta a bordo dell’Unità al fine di evidenziare il forte legame esistente tra gli Operatori Subacquei della Marina e l’Anteo. Alla presenza del Comandante di COMSUBIN, del Gruppo Operativo Subacquei, di una rappresentanza dell’equipaggio e del Reparto Subacqueo dell’Unità e dei familiari dei brevettandi, sei sottocapi reduci della severa selezione del corso Ordinario sono stati insigniti del tanto sospirato brevetto da Palombaro.

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a rappresentativa di nuoto dell’AcLcampionati cademia Navale ha preso parte ai italiani UISP di nuoto, che OVEMBRE

sono stati organizzati a Livorno presso il complesso sportivo “La Bastia”, ottenendo un prestigioso terzo posto a livello nazionale. Gli allievi ufficiali iscritti hanno potuto confrontarsi con gli oltre 300 atleti provenienti da tutta Italia, testando la loro preparazione e la loro capacità di affrontare le difficoltà con grinta e determinazione in vista degli impegni futuri. I risultati hanno messo in luce la qualità del gruppo, che ha guadagnato 5 ori, 8 argenti e 7 bronzi, riuscendo così a salire sul podio grazie al terzo posto generale su 20 squadre.

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a fregata spagnola Navarra e il cacLflagship ciatorpediniere Andrea Doria, la di EUNAVFOR, si sono inconICEMBRE

trate in mare durante il pattugliamento al largo delle coste somale. Per l’occasione è stato organizzato un incontro ed il saluto dell’Unità al Force Commander prima della conclusione del suo deployment, dopo ben cinque mesi di attività in Oceano Indiano. Il Comandante dell’Unità spagnola, Alejandro Cuerda Lorenzo, e due giornalisti spagnoli embedded sono stati trasferiti sul ponte di volo di nave Andrea Doria dall’elicottero AB - 212 spagnolo, per salutare il contrammiraglio Guido Rando, FCDR della missione Europea Atalanta.

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ICEMBRE

i rinnova l’impegno della Marina in collaborazione con l’università di Siena per svolgere l’attività di ricerca di materiale plastico, nell’ambito del progetto “Plastic Buster” per contrastare l’inquinamento marino. Nave Rimini ha condotto indagini ambientali in alcuni punti individuati dall’università di Siena (Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente) situati nei pressi dell’Isola di Capraia e di fronte alla foce del fiume Tevere. La Nave ha impiegato veicoli subacquei del tipo ROV (Remotely Operated Vehicle) grazie ai quali ha filmato lo stato del fondale. La Marina è da sempre attenta alla tutela dell’ambiente marino.

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ICEMBRE

n occasione dell’annuale cerimonia in Inutaomaggio al Giorno del Marinaio, tepresso l’Ambasciata del Brasile,

l’ambasciatore del Brasile in Italia, S.E. Ricardo Neiva Tavares, ha insignito l’ammiraglio ispettore Matteo Bisceglia, Direttore degli Armamenti Navali, della Medaglia al Merito Tamandarè. Tale onorificienza è “destinata a decorare autorità, istituzioni e personalità civili e militari, brasiliane o straniere, che abbiano prestato rilevanti servizi nella divulgazione o nel rafforzamento delle tradizioni della Marina del Brasile, onorando le sue imprese o dando risalto ai suoi aspetti storici.

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o sport italiano riconosce alla MaLagonistico rina la propria attività in ambito con la stella d’oro al merito ICEMBRE

sportivo. Consegnata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel salone d’onore del Coni, al capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, e alla nuotatrice Alessandra Romiti, nel contesto della cerimonia dei Collari d’Oro e delle stelle d'Oro e d’argento ad atleti, uomini di sport e società, che si sono particolarmente distinti nel corso del 2014 e della loro carriera. Riconoscimento che arriva nell’anno in cui è stato celebrato l’ammiraglio Straulino a cento anni dalla nascita.

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ntonino Barillà, argento agli ultimi A mondiali e carta olimpica per Rio in tasca nel tiro a volo specialità dou-

ble trap, Giovanni Abagnale e Vincenzo Abbagnale, campioni Under 23 di canottaggio nel 4 senza: sono i tre atleti della Marina premiati durante gli Stati Generali dello sport militare. Il summit dello sport con le stellette, ha ribadito come sia importante una sinergia per lo sviluppo e la diffusione tra i gruppi militari e lo stesso comitato olimpico, anche alla luce della prossima candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 annunciata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.

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a collezione di 17 bandiere di comLtesche battimento di unità navali ottocened uno stendardo reale, ICEMBRE

custodite presso il Museo Navale della Spezia, è stata sottoposta ad un primo intervento conservativo di spolveratura, analisi dei danni, arrotolamento e imballaggio da parte della dottoressa Lucia Nucci, restauratrice di tessili, con lo straordinario supporto del personale del Museo Navale di La Spezia.Alcune di queste bandiere hanno dimensioni enormi, superiori a 4 x 6 metri, e presentano evidenti tracce di deterioramento dovute ai tanti anni di esposizione all’umidità, alla polvere e agli agenti biologici.

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i è svolta a Lecce la cerimonia di SC.O.N.I. consegna dei premi conferiti dal agli atleti salentini, che si sono ICEMBRE

contraddistinti per i risultati sportivi a livello nazionale ed internazionale. Tre quelle di maggior pregio: due d’oro andate agli olimpionici Sandro e Paolo Montefusco, icone della vela italiana, ed una d’argento invece consegnata al tenente di vascello Francesco Rima, atleta dello sport velico della Marina che attualmente svolge l’incarico di direttore sportivo della sezione velica giovanile di Venezia. Il riconoscimento arriva a seguito degli importanti successi ottenuti in campo nazionale ed internazionale nello sport della Vela.

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lla presenza del capo di Stato MagA giore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, degli incursori in

servizio al G.O.I., due ufficiali reduci dalla severa selezione del corso Ordinario Incursori hanno ricevuto il brevetto indossando così il tanto agognato basco verde della storica categoria. La cerimonia è stata preceduta dalla deposizione di una corona a memoria degli eroi e dalla consegna di una medaglia di bronzo al Valore di Marina e due medaglie d’oro al Merito di Marina a due sottufficiali incursori, concesse per il loro mirabile comportamento tenuto durante diverse operazioni condotte in Afghanistan.

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a portaerei Cavour, nave ammiraglia Leffettuare della Marina, è giunta a Trieste per un breve intervento manutentivo. La nave è stata posizionata nel bacino n° 4 dell’arsenale San Marco.Al comando del capitano di vascello Luca Conti, per nave Cavour si tratta della seconda volta in pochi mesi nel capoluogo friulano; risale al 4 novembre 2014, infatti, la sua partecipazione alle celebrazioni della festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate ed alla cerimonia di consegna della Bandiera di Combattimento a Nave Fasan. I lavori si concluderanno entro fine gennaio.

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gennaio 2010 Haiti venne colpita Isolodal 12unminuto terremoto devastante. In un la scossa di magnitudo 7 ENNAIO

distrusse case, scuole, strade e lasciò dietro di sé una scia di devastazione e miseria. Nave Cavour, nell'ambito della missione White Crane di soccorso alla popolazione di Haiti, lasciava il porto di La Spezia il 19 gennaio con 882 militari tra cui la Task Force “Genio” dell’Esercito e personale dell’Aeronautica Militare e Carabinieri. Nei due mesi ad Haiti la portaerei Cavour si dimostrava uno strumento flessibile capace di portare soccorso e trasferire in tempi brevi viveri e materiali di prima necessità in aree isolate.

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Ninna Ho: la “Nuova Ruota” salva la vita ad una bimba a Firenze

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n gesto disperato ma d’amore che ha salvato la vita ad una bambina. a Firenze: se abbandonata all'aperto il freddo l'avrebbe uccisa. È accaduto la mattinata del 2 gennaio e la piccola, in buona salute, è stata subito coccolata da pediatri e infermieri del reparto maternità di Careggi. È stata la direzione del nosocomio fiorentino a rendere nota la notizia. È la prima volta che la struttura per neonati non desiderati, realizzata nella località toscana e inaugurata nel dicembre di due anni fa, viene utilizzata.

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Livorno presso il circolo ufficiali della Marina è stato celebrato il 40° anniversario del Corso “Eleutheros”. Nell’estate del 1974, 207 ragazzi italiani, algerini, tunisini e iraniani, spinti dalle motivazioni più disparate, iniziavano un percorso comune che li avrebbe portati a raggiungere prestigiosi traguardi nella vita. Come sottolineato dal capo corso, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, gli anni dell’Accademia Navale sono stati la solida base su cui costruire il proprio personale futuro, non solo nell’ambito della Marina Militare e altre istituzioni pubbliche, ma anche presso aziende e società private che contribuiscono al bene del Paese. Nel corso dell’evento si sono rievocati i momenti che hanno caratterizzato la vita in Accademia. L’ingresso dal cancello di San Jacopo ha suscitato grandi emozioni che per molti

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Avrete letto sicuramente in città la notizia della bambina ritrovata nella culla NINNA HO a Firenze. Si chiama Daniela, pesa 1.7Kg, sta bene. Siamo molto felici ed emozionate, vogliamo pensare che la mamma abbia letto uno dei pendoli o annunci o annunci radio realizzati nell'ambito della campagna 2014 a Firenze (Napoli e Roma) grazie anche al vostro sostegno con il calendario e le diverse iniziative che la Marina ha dedicato a questo straordinario progetto. Grazie per quanto avete fatto, per aver creduto in noi con l'auspicio e l'augurio di lavorare sempre insieme per questo e tanti altri progetti in corso e futuri per i bambini.

Maria Chiara Roti Vice Presidente della Fondazione Rava

è stato difficile celare. All’indirizzo di saluto del comandante dell’Accademia è seguito l’alzabandiera con il vessillo originale del corso, confezionato a bordo del Vespucci con materiali di fortuna. Dopo la celebrazione della Santa Messa nella cappella dell’istituto è avvenuta la deposizione della corona in ricordo dei compagni di corso scomparsi. La visita in Accademia ha consentito di scoprire alcune recenti innovazioni, come quella del simulatore di plancia. Alla tradizionale foto di gruppo è seguita la seconda colazione in sala mensa 1a e 2a classe, dove il corso Eleutheros ha avuto il privilegio e il piacere di ospitare gli ammiragli Binelli Mantelli, Gramellini, e Arena. Successivamente è stata visitata la fregata Carlo Margottini, l’ultima unità a entrare in servizio nella Marina, appositamente inviata a Livorno dallo Stato

Maggiore per l’evento: la visita di un’unità così tecnologicamente avanzata è stata particolarmente apprezzata, unitamente all’ampiezza degli spazi e la razionalità delle sistemazioni, segno evidente del salto di qualità che l’unità rappresenta. Gli eventi ufficiali del quarantennale Eleutheros sono culminati nella cena di gala che ha avuto luogo nella splendida cornice del Grand Hotel Palazzo, un altro ricordo del periodo livornese. I saluti finali nei pressi della Capannina Bianca, tradizionale luogo di ritrovo, hanno concluso, un weekend ricco di emozioni e ricordi, perché - come ha ricordato l’ammiraglio Arena citando un autore tedesco - “i ricordi ci fanno ammalare, ma i ricordi ci aiutano a guarire”. Arrivederci Eleutheros, la tua vita continua!


SPORT: Nuoto Sincronizzato Oro per il “duo" e il “solo” della Marina Militare ai Campionati Assoluti di Torino

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e campionesse in carica di Nuoto Sincronizzato, Linda Cerruti e Costanza Ferro della Marina Militare, si sono imposte al primo posto ai campionati assoluti di disciplina disputati al Palazzo del Nuoto di Torino. Linda Cerruti (in primo piano nella foto) si è ripetuta confermando il titolo di campionessa italiana nel “solo”.

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