Notiziario della Marina - Aprile 2015

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M ARINA

della

ANNO LXII A P R I L E 20 1 5

N O T I Z I A R I O


dal numero di:

A PRILE 1965

CINQUANT’ANNI

FA . . .

La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti

Aprile 1965. Servizio di guardia ai timoni a bordo di un sommergibile. Tra i vari strumenti di navigazione si riconoscono il clinometro, che indica l’inclinazione del battello, il manometro, che permette di conoscere la quota di immersione, l’indicatore dell’angolo di barra molto simile a quello installato sulle unità navali.

Aprile1965. La copertina del Notiziario con la fregata Centauro in navigazione.

Aprile 1965. Edizione italiana dell’enciclopedia nautica illustrata “L’arte navale”, presentata al Museo Storico navale di Venezia.

Aprile 1965. L’ammiraglio di squadra Giulio Cipollini, Comandante in Capo del Dipartimento M.M. dell’Alto Tirreno, passa in rassegna l’equipaggio dell’inrociatore lanciamissili Caio Duilio, in occasione della partenza per la crociera addestrativa all’estero.

Aprile 1965. L’incrociatore lanciamissili “Caio Duilio” in navigazione al largo del porto della Spezia.

inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com


MARINA N O T I Z I A R I O

T E S TATA

della

M A R I N A M I L I TA R E 1954

GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L

I SCRIZIONE :

R EGISTRAZIONE :

Tribunale di Roma

n. 396/1985 dell’8 agosto1985

PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE :

Antonio COSENTINO

CAPO REDATTORE

E

PHOTO EDITOR:

Davide GALLI

REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:

Cristopher SCARSELLA Pasquale PRINZIVALLI Luciano ERBAGGIO

D IREZIONE

E

R EDAZIONE :

NOTIZIARIO DELLA MARINA Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina Militare Piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.36805556

e-mail: notiziario.marina@gmail.com N ORME

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Stampa: Tipografia Facciotti - Roma

chiuso in redazione il: 28 aprile 2015

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Editoriale

di Antonio Cosentino

Sitrep

Sommario

A N N O LXII - A P R I L E 2 0 1 5

Mediterraneo, tragedia infinita di Cristopher Scarsella

A bordo del San Giusto si parla di emergenza migranti di Antonio Cosentino

Salvaguardia della vita in mare, riconoscimento per la Marina di Elena Bruno

L’Amerigo Vespucci torna nel proprio elemento

di Curzio Pacifici

Una Marina più vicina di Cristopher Scarsella

Primavera di cooperazione e addestramento di Pasquale Prinzivalli

La Marina con Lineablu e WWF Italia per l’ambiente di Elena Bruno

IFC Singapore di Ruggero Ghiselli

L’ora della Terra di C.D.

Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina: Nazario Sauro di Desirèe Tommaselli

Il mese in immagini di Pasquale Prinzivalli

Civiltà del Mare, la grande storia della marineria italiana di Antonio Cosentino

In copertina: Il panda simbolo del WWF, nella foto in un esemplare di cartapesta, con un berretto della Marina Militare in occasione della firma di un piano di collaborazione triennale tra la F.A. e WWF Italia. (foto Maurizio Flamini) In quarta di copertina: Arsenale militare della Spezia, 28 marzo 2015. Suggestiva foto notturna della nave scuola Amerigo Vespucci, inquadrata di prora dalla platea del bacino di carenamento durante “l’ora della Terra”. (foto Silvio Scialpi) Allegato al numero: Attacco ai Dardanelli, fumetto che racconta una delle più belle storie di uomini e di mare mai raccontate, stampato negli anni 1972-73 sul Corriere dei Ragazzi.

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Editoriale di Antonio Cosentino

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l mese di aprile è stato segnato dalla drammatica ripresa dell’emergenza migranti, con il tragico episodio che ha visto scomparire nello Stretto di Sicilia circa ottocento persone in un unico, terribile incidente, riaccendendo i riflettori sulla problematica. In questa quotidiana lotta contro la barbarie umana, la povertà estrema e l’inclemenza del mare, la Marina si trova in prima linea e mette tutta la propria professionalità al servizio di chi soffre. Il fronte si è riaperto e stavolta è persino giunto su un’unità della Marina, nave San Giusto, il segretario generale dell’ONU, massimo rappresentante mondiale della principale organizzazione internazionale, accompagnato a bordo dal premier Renzi e dall’alto rappresentante della UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza. L’attività nel Mediterraneo è incessante, così si rinforzano anche le collaborazioni tra marine amiche – italiana, statunitense, egiziana e francese – che hanno trovato opportunità di incontro e addestramento comune. Nel frattempo, intorno agli ottomila chilometri di coste della penisola, la Marina sta dislocando in modo più capillare le proprie navi e, lanciando uno sguardo verso l’esterno, ha avviato la propria partecipazione all’Information Fusion Centre di Singapore per la condivisione globale di informazioni sul traffico marittimo. Tutti strumenti, questi, che dovrebbero contri-

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Arsenale militare della Spezia, 28 marzo 2015. Suggestiva foto notturna della nave scuola Amerigo Vespucci all’interno del bacino di carenamento durante l’Earth Hour 2015 (foto Silvio Scialpi)


buire ad aumentare il livello complessivo di sicurezza marittima e ad affrontare in modo sempre più efficace le emergenze che quotidianamente si presentano ai nostri confini. Con lo stesso spirito, la Marina è impegnata in una vasta campagna ambientale realizzata tramite iniziative di varia natura: dalla partecipazione ad eventi come l’Earth Hour, alla collaborazione con il WWF documentata dal programma televisivo “LineaBlu”, alla navigazione a impatto zero, della quale è massima e più elegante espressione la nave scuola Amerigo Vespucci, finalmente tornata in galleggiamento dopo la lunga sosta manutentiva in bacino. Poi non mancano gli approfondimenti di cultura marittima, raccordo essenziale tra marinai di ieri e di domani, iniziando con la storia di Nazario Sauro, patriota coraggioso, passando per l’opera sulla storia della marineria italiana e per il progetto scientifico Tre.Cor.Ala., fino all’opera a fumetti “Attacco ai Dardanelli”, pubblicato negli anni ’70 e riproposto in allegato a questo numero. Augurandoci di non dover più trattare episodi tragici come quello riportato e di veder presto le istituzioni europee attive per la risoluzione di questo dramma, non resta che augurarvi buona lettura!

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SITREP

oceano atlantico

aprile

2015

mar

SNMG 2 STANDING NATO MARITIME GROUP 2

Gruppo Navale Permanente NATO Fregata ALISEO

SNMCMG 2 STANDING NATO MINE COUNTERMEASURES GROUP 2

Gruppo Navale Permanente NATO di contromisure mine Fregata EURO (flagship)

BONIFICHE

ORDIGNI IN MARE

Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare

mar mediterraneo

Personale Gruppo Operativo Subacquei

OPERAZIONE MARE SICURO Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali 5 unità navali: Fregata multimissione BERGAMINI (flagship) Cacciatorpedinieri CAIO DUILIO, DURAND DE LA PENNE Pattugliatore di squadra BERSAGLIERE Unità anfibia SAN GIUSTO, Pattugliatore BETTICA

VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori 1 Pattugliatore: SPICA, ORIONE, VEGA, BETTICA

JOINT OPERATION TRITON Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX Personale MM presso ICC Pratica di Mare

MCCID MALTA Missione italiana di collaborazione nel campo della Difesa Personale Marina Militare

ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA

mare terra

n


ar

UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON

Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare

OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico Personale Marina Militare

COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)

n ero

Personale Marina Militare

OPERAZIONE RESOLUTE SUPPORT

Missione NATO di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO, Gruppo Operativo Incursori

M.F.O. golfo arabico

MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS

Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA, Personale Brigata Marina SAN MARCO

IFC SINGAPORE INTERNATIONAL FUSION CENTRE Scambio dati su traffico mercantile Personale Marina Militare

oceano indiano

BMNS GIBUTI BASE MILITARE NAZIONALE DI SUPPORTO IN GIBUTI

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta Personale Marina Militare

EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA EUROPEAN UNION NAVAL FORCE

Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Fregata GRECALE

NUCLEI MILITARI

DI

PROTEZIONE

Protezione naviglio mercantile nazionale in transito nelle aree a rischio pirateria Personale Brigata Marina SAN MARCO

EUCAP NESTOR

Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles) Personale Marina Militare

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con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina


Mediterraneo, tragedia infinita U di Cristopher Scarsella

omini e donne come noi che cercano una vita migliore: affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre”. Sono queste le parole con cui Papa Francesco ha descritto le vittime del più grave naufragio degli ultimi decenni consumatosi nella notte tra il 18 e il 19 aprile nello stretto di Sicilia. Un barcone di circa 20 metri si è capovolto causando centinaia di morti. Le prime stime si fermavano a 700, ma la testimonianza di un sopravvissuto, un giovane del Bangladesh trasportato presso l’ospedale di Catania con un elicottero della Marina, racconta di 950 persone imbarcate, tra cui 50 bambini e circa 200 donne: “siamo partiti da un porto a cinquanta chilometri da Tripoli, ci hanno caricato sul peschereccio e molti migranti sono stati chiusi nella stiva. I trafficanti hanno bloccato i portelloni per non farli uscire”. Il barcone, partito dall’Egitto, ha caricato i migranti in un porto nei pressi di

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Zuara. In serata la richiesta di soccorso, simile a quelle arrivate nelle ultime settimane: numerosi gommoni carichi di migranti erano stati soccorsi dalle navi della Marina Bergamini, Foscari, Bettica e Orione. Grazie al sistema satellitare di chiamata Thuraya è stato rapidamente individuato il punto dal quale è partita la telefonata. Sul posto è giunto per primo il King Jacob, un portacontainer battente bandiera portoghese, che aveva già compiuto nei giorni precedenti quattro salvataggi. “Appena ci hanno visto si sono agitati e il barcone si è capovolto”, queste le parole del comandante del mercantile. Dal mare sono stati tratti in salvo appena 28 migranti. Questi ultimi in seguito avrebbero raccontato di una collisione tra il bar-


A sei mesi dalla fine dell’operazione Mare Nostrum il flusso di disperati dalla sponda meridionale del Mediterraneo non pare conoscere rallentamenti, e le tragedie che si accompagnano a questo drammatico esodo sembrano senza fine.

cone e il King Jacob, causata dalla scarsa perizia con cui lo scafista conduceva l’imbarcazione.Tra i pochi superstiti, recuperati mentre erano allo stremo delle forze, ci sono anche due scafisti ritenuti responsabili della sciagura: il comandante dell’imbarcazione affondata, un tunisino di 27 anni, e un suo assistente siriano di 25 anni. Imponente l’operazione di soccorso scaturita dal naufragio: 18 mezzi tra cui unità navali dell’operazione europea Triton, della Guardia Costiera, della Marina Militare italiana e maltese, mercantili e pescherecci di Mazara del Vallo, il tutto sotto il coordinamento della motovedetta della Guardia Costiera Gregoretti. Nonostante ciò il mare ha restituito soltanto 24 corpi, che in seguito sono stati trasferiti a Malta proprio a bordo di quest’ultima unità. Numerosi sono stati gli interventi e le

reazioni da parte dei politici e delle organizzazioni internazionali. Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ha chiesto alla comunità internazionale di “fermare l’escalation dei viaggi della morte, segno che siamo in presenza di un’organizzazione criminale che sta facendo tanti soldi e rovinando tante vite”. Sulla questione è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha manifestato la volontà di “lavorare più intensamente insieme per contrastare le minacce che arrivano dalla Libia segnata da conflitti tribali e differenze religiose, fermo restando che è necessaria una nuova strategia da parte dell’Europa”. Di più ampia veduta il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, il quale afferma che “la comunità internazionale deve condividere la responsabilità di assicurare protezione per gli immigrati e i rifugiati che attraversano il Mediterraneo”. Intanto sul fronte europeo si pensa ad un’operazione di polizia marittima per fermare i trafficanti di esseri umani in questa zona.

“Nel Mediterraneo la più grave sciagura in mare dal dopoguerra ad oggi”

Stretto di Sicilia, 13 aprile 2015. L’idrobarca di nave Comandante Foscari si avvicina ad un’imbarcazione carica di migranti per prestare soccorso; in primo piano un membro dell’equipaggio prende in braccio un neonato per metterlo al sicuro. Sopra: Stretto di Sicilia, 19 aprile 2015. Un elicottero SH-101 della Marina effettua un’evacuazione medica dalla motovedetta della Guardia Costiera “Gregoretti” prelevando uno dei pochi naufraghi sopravvissuti all’affondamento di un barcone con quasi mille migranti a bordo per trasportarlo presso l’ospedale di Catania.

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A bordo del San Giusto si parla di emergenza migranti di Antonio Cosentino

Stretto di Sicilia, 27 aprile 2015. Il picchetto di nave San Giusto rende gli onori al segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon affiancato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, accompagnati dal comandante del 3° gruppo navale di Brindisi, contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo. (foto Corrado Carruba)

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Sull’unità della Marina Militare si sono incontrati il premier italiano, l’Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e il segretario generale dell’ONU per discutere del sempre più urgente e drammatico problema della migrazione dal sud del mondo.

L

’unità anfibia della Marina San Giusto, nelle acque dello Stretto di Sicilia, lo scorso 27 aprile, è stata teatro della visita a bordo del presidente del Consiglio Matteo Renzi, del segretario generale dell’ONU Ban Kimoon e dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, per parlare di immigrazione e dell’emergenza umanitaria nel Mediterraneo. Dopo l'ultima tragedia in mare, l'Italia continua a chiedere un maggiore coinvolgimento degli organismi internazionali per affrontare la crisi dei Paesi della sponda sud del Mare nostrum. Per Ban Ki-moon, la chiave della crisi consiste nel trovare una soluzione politica nei Paesi di transito del Nordafrica, come la Libia, la cui instabilità consente ai trafficanti di gestire impunemente i traffici dei disperati che si riversano in continuazione sulle loro coste: "Quello di fermare i trafficanti è la priorità principale - ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite - E' un'attività criminale". La risoluzione avrebbe lo scopo di dare copertura a

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"Non esiste una soluzione militare alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo" Ban Ki-moon segretario generale dell’ONU

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un'operazione di “polizia internazionale" finalizzata alla distruzione dei barconi usati dai trafficanti di uomini prima che essi possano impiegarli. Altro punto fondamentale, incluso dalla strategia italiana, sarebbe il coinvolgimento dei Paesi di origine e transito dei migranti, sul cui territorio potrebbero essere realizzati dei centri per esaminare - già in loco - chi possiede i requisiti per ottenere il diritto all'accoglienza in Europa. "Apprezzo moltissimo l'operato dell'Italia e dell'Unione Europea che, a dispetto delle difficoltà, si sono impegnate in questa missione con grande senso di responsabilità. La visita costituisce un contributo incalcolabile per comprendere ciò che sta

accadendo e per condividere l'onere della responsabilità di questa emergenza” ha sottolineato Ban Ki-moon. Al termine della visita, il segretario generale dell’ONU ha ringraziato il presidente Renzi per la sua leadership e per gli sforzi che l'Italia sta sostenendo da anni per affrontare questa situazione.

Stretto di Sicilia, 27 aprile 2015. A bordo dell’unità anfibia San Giusto il contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo, comandante del 3° gruppo navale di Brindisi, illustra la situazione in atto nell’area monitorata dal dispositivo navale della Marina agli illustri ospiti (nell’ordine, verso destra): il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini e il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi. (foto Corrado Carruba)

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Salvaguardia della vita in mare, di Elena Bruno

a Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo che opera in campo sociale, sanitario, educativo e culturale, con la collaborazione dell’Associazione “Investire in Cultura” che svolge da anni interventi nel settore della conservazione dei beni culturali, ha promosso la settima edizione della giornata Immigrazione e Cittadinanza. L’evento si è tenuto lo scorso primo aprile presso la Camera dei Deputati - Palazzo San Macuto e premia dal 2006 diverse associazioni e istituzioni per l’impegno nella difficile gestione delle problematiche legate all’immigrazione nel nostro paese. Tra le tematiche affrontate nel corso dell’incontro, l'importanza della promozione e della sensibilizzazione verso la “politica del mare”. Il Mediterraneo è da sempre un mare che unisce le varie culture, fondamentale è pertanto la sua tutela. A rappresentare la Marina Militare, il sottocapo di Stato Maggiore, ammiraglio di squadra Claudio Gaudiosi, che ha ritirato la targa d’argento consegnatagli dal presidente della Fondazione Terzo Pilastro Emanuele F. M. Emanuele. L’ammiraglio Gaudiosi, nel ringraziare per questo riconoscimento dovuto principalmente all’esperienza umanitaria Mare Nostrum condotta nel corso del 2013, ha ricordato: “quest'operazione è stata figlia di una situazione di instabilità che interessa tutta la costa settentrionale dell’Africa e del Medio Oriente, le guerre spingono questi popoli verso l’Europa, vista come la terra della speranza. L'obiettivo principale era catturare i mercanti di esseri umani, e salvaguardare la vita in mare. Un’operazione di grande sinergia tra le amministrazioni

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dello Stato e associazioni umanitarie, che grazie alla capacità dual-use tipica della Marina, ha permesso la realizzazione di una serie di accordi finalizzati al soccorso umanitario e allargati ad altri campi civili”. Attestati di stima sono giunti anche dalle altre associazioni premiate nel corso dell'evento. Shukri Said, portavoce dell'Associazione Migrare, ha sottolineato l'impegno e la dedizione degli uomini della Marina nelle operazioni umanitarie: “la Marina Militare, con la sua generosità e intelligenza, ha reso orgoglioso il nostro Paese per aver portato avanti un’operazione non solo militare ma anche umanitaria. Nel 2011 l’Associazione Migrare ricevette una richiesta d’aiuto da un barcone in acque internazionali; ancora non c’era Mare Nostrum ma la Marina già rispondeva con coscienza alle richieste di aiuto, non lasciando mai le persone in balia delle onde. In quell’occasione trovarono 4 barconi e salvarono oltre 300 migranti. Questa era la Marina prima di Mare Nostrum, lo è adesso e lo sarà sempre: un’istituzione di garanzia per l’Italia”. Questo riconoscimento per la Forza Armata arriva a coronamento di un percorso svolto e perfezionato nel corso degli anni. Il piano per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all'eccezionale afflusso di migranti, è il risultato di un connubio tra forze dell’ordine - con i mezzi e gli uomini dell’Aeronautica Militare, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza,


riconoscimento per la Marina

La Fondazione Terzo Pilastro premia la Marina per l’impegno nella lotta al traffico di esseri umani con una targa d’argento

della Capitaneria di Porto - e associazioni umanitarie. Non solo controllo dei flussi migratori verso le nostre coste operazione già in corso dal 2004 con il piano Constant Vigilance - ma anche assistenza sanitaria grazie allo staff medico di bordo, affiancato dai medici dell'USMAF (Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiere), dal personale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, dal personale volontario sanitario del CISOM (Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta) e della Fondazione Rava.

Stretto di Sicilia, 3 luglio 2013, alcuni membri dell’equipaggio del pattugliatore Comandante Cigala Fulgosi hanno appena tratto in salvo dei migranti nello stretto di Sicilia davanti alle acque libiche (foto Massimo Sestini). A destra: Roma, 1 aprile 2015 - Palazzo San Macuto, Camera dei Deputati. Il sottocapo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra Claudio Gaudiosi durante l’evento “Immigrazione e cittadinanza”.

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L’Amerigo Vespucci torna nel proprio elemento di Curzio Pacifici

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Nella sua pur lunga storia il veliero della Marina non aveva mai conosciuto una sosta lavori così intensa: a un anno e mezzo dall’inizio delle manutenzioni l’ Amerigo Vespucci esce dal bacino e torna in galleggiamento, in attesa di poter solcare di nuovo quel mare che costituisce il suo elemento naturale.

Arsenale militare della Spezia, 23 aprile 2015, l’Amerigo Vespucci all’interno del bacino di carenamento durante le fasi finali del processo di allagamento, propedeutico all’uscita dallo stesso.

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bordo ed una maggiore flessibilità logistica per l’impiego del personale militare femminile e, nell’ambito delle missioni dual-use, del personale civile, tra cui ricercatori e giornalisti; il tutto senza minimamente andare ad alterare le aree storiche dell’unità. In particolare, durante questo periodo in bacino, è stato applicato sulla carena un trattamento anti-vegetativo privo di sostanze tossiche (i.e. biocidi) e non inquinante (la c.d. pittura siliconica), nell’ottica di massima tutela dell’ambiente marino, principio cardine da sempre della Marina Militare. L’intenzione è quella di proiettare la nave scuola Amerigo Vespucci verso il futuro, preservando comunque le tradizioni storiche che la accompagnano. Restiamo dunque in attesa di poterla ammirare quanto prima nei mari e nei porti di tutto il mondo, al servizio degli allievi dell’Accademia Navale e dei tanti visitatori che la aspettano. Forza Amerigo Vespucci! ...non chi comincia, ma quel che persevera!

Particolare della nuova elica progettata per l’Amerigo Vespucci dal 7° reparto Navi dello Stato Maggiore Marina. In alto e nella pagina a fianco: Arsenale militare della Spezia, 23 aprile 2015, l’Amerigo Vespucci all’interno del bacino completamente allagato si appresta ad essere rimorchiato verso il proprio posto d’ormeggio.

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Una Marina più vicina

La Forza Armata verso una presenza più capillare sul territorio nazionale, attraverso un nuovo piano di distribuzione di alcune unità navali che ha lo scopo di garantire maggiore efficienza e rapidità di intervento.

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di Cristopher Scarsella

ecentemente la Marina Militare ha avviato un piano di distribuzione delle proprie unità navali in vari sorgitori nazionali con l’intento di incrementare la

Veduta aerea della base navale di Augusta (SR), dove prossimamente verrà dislocato il sommergibile Salvatore Pelosi.

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presenza della Forza Armata sul territorio. La nuova dislocazione dei mezzi navali consente certamente una distribuzione più razionale delle unità minori oltre che una


maggiore rapidità d’intervento su tutto il territorio nazionale. Quest’ultimo risultato accresce le notevoli capacità dual-use dei nostri mezzi, pensati e progettati con elevate capacità in termini di autosufficienza logistica, capacità di movimento, flessibilità di impiego e possibilità di fornire diversi tipi di supporto e servizi. La Marina, infatti, è da sempre impegnata in compiti che, per loro natura, sono strettamente connessi al mondo civile nell’articolato e complesso contesto dell’ambiente marittimo, a partire da tutte le attività svolte a supporto delle operazioni e interventi della Protezione Civile, alla ricerca e bonifica di ordigni e residuati bellici in mare, al monitoraggio e protezione della fauna e flora marina, alle campagne scientifiche per la raccolta di dati idro-oceanografici, nonché le importantissime operazioni umani-

tarie condotte negli ultimi anni. La presenza più capillare sul territorio consente inoltre una maggiore vicinanza ad aree di storico interesse marinaro, come il golfo di Napoli e quello di Venezia. Il programma di distribuzione dei mezzi navali coinvolge, oltre ai già citati porti di Napoli e Venezia, anche le città di Ancona, Cagliari, La Maddalena e Messina. Tra le navi interessate alla nuova dislocazione ci sono varie tipologie di unità, tra cui navi scuola, navi idrografiche, pattugliatori d’altura, pattugliatori costieri, cacciamine, unità ausiliarie. Menzione a parte merita il sommergibile Salvatore Pelosi, prossimamente dislocato nella base navale di Augusta.Tale movimento costituisce il ritorno dei mezzi subacquei nella base siciliana dopo molti anni di assenza.

V ENEZIA L A S PEZIA

A NCONA

L A M ADDALENA N APOLI C AGLIARI LEGENDA:

basi navali interessate dal nuovo piano di distribuzione; poli aeronavali di normale dislocazione.

TARANTO

M ESSINA AUGUSTA

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Il mese di aprile ha visto concretizzarsi varie opportunità di interazione tra la nostra Marina e quelle di Francia, Egitto e USA

L

di Pasquale Prinzivalli

’appena concluso mese di aprile è stato caratterizzato da diverse occasioni addestrative per la Marina, principalmente in Mar Tirreno e nel Mar Ionio, associate ad opportunità di interazione che rientrano nell’ambito della cooperazione con le Marine di altri paesi. Nelle acque del golfo di Napoli, la nave scuola egiziana Shalatein ha sostato dall’11 al 14 aprile con a bordo 117 cadetti dell’Accademia Navale egiziana. Nell’ambito dei rapporti di collaborazione tra la Marina italiana e quella della Repubblica Araba d’Egitto, l’ammiraglio Donato Marzano, comandante logistico della Marina, ha ricevuto presso il palazzo dell’Ammiragliato del capoluogo campano una delegazione della Marina egiziana guidata dal contrammiraglio Walid Mostafa Awad Elsayed. Al centro dell’incontro le tante peculiarità ed attività di cooperazione che accomunano le marine dei due stati, soprat-

15 aprile 2015, mar Ionio, due velivoli AV-8 in appontaggio sulla portaerei Cavour durante una navigazione che ha visto l’unità interagire con la rifornitrice di squadra Etna.

M ARINA

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Primavera di cooperazione e addestramento

tutto nel contesto della formazione delle nuove generazioni di ufficiali. Al termine della sosta, il 14 aprile, la nave rifornitrice egiziana ha condotto un’esercitazione congiunta con il cacciamine Termoli, anch’esso ormeggiato nel porto campano. L’attività addestrativa è iniziata fin dal disormeggio, quando l’unità italiana ha guidato in uscita la nave scuola egiziana attraverso una simulata porzione di mare ricca di mine insidiose. Una volta fuori dal porto ed in “acque sicure” i due equipaggi si sono cimentati in manovre cinematiche ravvicinate, in presentazioni per il rifornimento laterale in mare e comunicazioni a mezzo di segnali e bandiere. L’attività si inserisce in una complessa fase addestrativa per il cacciamine italiano, finalizzata ad innalzare la prontezza operativa del proprio equipaggio. Caratterizzata dalle stesse finalità è stata l’esercitazione svoltasi nel Mar Ionio settentrionale il 13 e il 14 aprile

scorso, durante la quale si sono confrontate la Marina italiana e quella francese. La fregata antisommergibile Espero, al comando del capitano di fregata Salvatore Damiano, e la corvetta francese Commandant Birot, guidata dal tenente di vascello Thomas Vuong, sono state protagoniste di un’attività addestrativa mirata sia al miglioramento di procedure e tattiche per il contrasto di attività illecite in mare che al perfezionamento delle capacità marinaresche dei propri equipaggi. Nel primo campo le due unità, simulando uno scenario particolare, hanno scoperto e localizzato una nave interessata a traffici illeciti e intenta ad eludere un’area soggetta ad embargo. Nel secondo campo, invece, i due equipaggi si sono misurati in manovre cinematiche ravvicinate, dimostrando notevole perizia marinaresca. A completamento di questo ciclo di interazioni e scambi con le Marine di altri paesi, il 20 aprile l’Accademia Navale di Livorno ha accolto la visita del comandante della Sesta Flotta statunitense, l’ammiraglio di squadra James G. Foggo III, che ha visitato le principali strutture didattiche e sportive a disposizione degli allievi, mostrando apprezzamento per le tradizioni della Marina Militare italiana e dei principi ispiratori della formazione degli allievi ufficiali. La visita, ha sottolineato ancora una volta gli ottimi rapporti di collaborazione che intercorrono tra la nostra Marina e quella degli USA.

Pagina a fianco, dall’alto verso il basso: 14 aprile, mar Ionio, l’equipaggio del pattugliatore d’altura francese Commandant Birot schierato a prora durante una manovra con la fregata Espero (foto Nicolas Fernandez); 15 aprile, mar Ionio, la rifornitrice Etna vista dall’aletta di plancia della portaerei Cavour al termine di un rifornimento laterale; Berretti dei cacciamine Termoli e della nave scuola egiziana Shalatein sul tavolo nautico; 20 aprile, Livorno, berretti del comandante dell’Accademia Navale italiana e del comandante della Sesta Flotta USA durante la visita di quest’ultimo presso l’istituto di formazione.

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La Marina con Lineablu e WWF Italia per l’ambiente R

di Elena Bruno

itorna anche quest’anno Lineablu, uno dei prodotti televisivi Rai più amati dal pubblico italiano e leader per quanto riguarda le tematiche del mare. La conferenza stampa per la presentazione della 22° edizione del programma si è tenuta presso il circolo ufficiali della Marina di Roma, lo scorso 10 aprile. Il 2015 sarà un anno ricco di novità, ma anche di importanti conferme, per la trasmissione Rai, da sempre impegnata nella scoperta e nella protezione dell’ambiente marino. A presenziare l’evento vi erano la conduttrice del programma Donatella Bianchi e il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi. L’obiettivo di Lineablu e della Marina è quello di portare i telespettatori in un viaggio alla scoperta del Mediterraneo, sensibilizzandoli sulla tutela e il rispetto del mare. Proprio su questi temi di fondamentale importanza, si fonda la rinnovata partnership con la Marina, l’ammiraglio De Giorgi ne ha sottolineato alcuni aspetti: “Lineablu e la Marina sono legati perché condividono lo stesso amore e dedizione per il mare, un mare che soprattutto per l’Italia rappresenta non solo un patrimonio ambientale ma anche economia blu, soste-

“Solo con forti alleati, a tutti i livelli della società, potremo davvero ottenere un Mediterraneo di qualità”

Donatella Bianchi

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della


Il 10 aprile a Roma si è rinnovata la collaborazione tra la Marina e la trasmissione televisiva Lineablu per la valorizzazione del nostro Mare e con il WWF Italia per tutela dell’ambiente nibilità e sicurezza”. L’equipaggio di Lineablu inoltre potrà lavorare a stretto contatto con gli uomini della Marina, grazie alla capacità duale dela Forza Armata, caratteristica che permette di utilizzare le tecnologie e i mezzi della Marina non solo per scopi militari ma anche civili. Sempre all’interno della suggestiva quanto rappresentativa cornice del circolo, Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia e l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi hanno firmato un piano di collaborazione di durata triennale. L'accordo è improntato sull’opportunità di instaurare rapporti finalizzati a promuovere l’uso sostenibile delle risorse naturali, tutelare e valorizzare l’ambiente e realizzare progetti comuni in materia di ricerca scientifica sull’ambiente marino. “Solo con forti alleati, a tutti i livelli della società, potremo davvero ottenere un Mediterraneo di

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qualità” ha affermato Donatella Bianchi, in rappresentanza del WWF Italia ONG ONLUS, al momento della firma. Uno dei punti salienti di questo rapporto tra Marina e WWF Italia, consiste nel preparare, organizzare e promuovere ogni iniziativa culturale, promozionale ed educativa, volta a destare l’attenzione di persone, aziende ed istituzioni pubbliche a favore delle tematiche di sostenibilità, tutela e valorizzazione ambientale. Nella foto di sfondo, alcuni cetacei della famiglia dei delfinidi fotografati da bordo del cacciamine Alghero, durante una navigazione. In basso: 10 aprile 2015, il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio De Giorgi, e Donatella Bianchi firmano l’accordo con il WWF presso il circolo ufficiali “Caio Duilio” di Roma. Nella pagina accanto, Fabio Gallo, Donatella Bianchi e Giorgio Calabrese della trasimssione televisiva di Raiuno “Lineablu”.

“Linea Blu e la Marina sono legati perché condividono lo stesso amore e dedizione per il mare, un mare che soprattutto per l’Italia rappresenta non solo un patrimonio ambientale ma anche economia blu, sostenibilità e sicurezza” Il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi

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IFC Singapore A

di Ruggero Ghiselli

nche la Marina Militare italiana è entrata nella comunità di paesi aderenti all’Information Fusion Centre (IFC) di Singapore, il centro di sicurezza marittima multinazionale che, attraverso la condivisione delle informazioni con le marine dei paesi cooperanti, effettua il costante monitoraggio del naviglio mercantile nella regione del sud-est asiatico al fine di garantirne la sicurezza. L’IFC, ubicato presso il Changi Command and Control Centre (CC2C) della Marina di Singapore, ospita i rappresentanti della Marina Militare e/o della Guardia Costiera di ben 22 Paesi: oltre all’Italia, Australia, Brunei, Cambogia, Canada, Cina, Cile, Filippine, Francia, Giappone, India, Indonesia, Malesia, Myanmar, Nuova Zelanda, Perù, Pakistan, Sud Africa,Thailandia, Regno Unito, Stati Uniti e Vietnam. Il database che consente la condivisione delle informazioni tra i paesi cooperanti si chiama OASIS ovvero Open and Analysed Shipping Information System. Oltre a registrare gli incidenti nell’area d’interesse (pirateria, atti di terrorismo per mare, traffici illeciti, sinistri marittimi, ecc.), OASIS analizza e valuta le minacce emergenti. Ma le attività dell’IFC comprendono anche il monitoraggio dei sinistri sul mare e le operazioni di ricerca e soccorso (SAR) che ne derivano. Esempi recenti la scomparsa in Oceano Indiano del volo Malaysia Airlines MH370 e la caduta nel Mar di Giava del volo Air Asia QZ8501. Italia e Singapore hanno molti punti in comune. Entrambe sono nazioni marittime che dipendono fortemente dal commercio sul mare; è pertanto fondamentale per entrambe garantire che le linee di co-

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della


La Marina Militare italiana membro attivo dell’Infomation Fusion Centre di Singapore per un’information sharing globale

INFORMATION FUSION CENTRE L’IFC è un’iniziativa avviata dalla Marina della Repubblica di Singapore e lanciata formalmente nell’aprile 2009 con l’obiettivo di rafforzare la maritime security nella regione del sud-est asiatico attraverso la rappresentazione comune e coerente della situazione del traffico marittimo mercantile, costituendo un hub informativo regionale per i partner. Anche questa iniziativa di information sharing nel campo marittimo analogamente a quella avviata dalla Marina italiana con il Virtual-Regional Maritime Traffic Centre ( V-RMTC) - si è sviluppata in seguito ai dibattiti sulla collaborazione in questo campo avvenuti durante l’edizione 2007 dell’International Seapower Symposium organizzato dalla Marina statunitense.

municazione via mare siano sicure e affidabili. In particolare per l'Italia quello del trasporto marittimo è un settore di crescita molto importante. Basti considerare che un terzo del totale del commercio estero italiano (import-export) si svolge via mare, per un valore di 230 miliardi di euro: un “cuore blu” che pulsa a ritmi più veloci rispetto al resto dell’economia nazionale e che, a dispetto della crisi, non ha mostrato negli ultimi anni segni di flessione. Oggi la Marina Militare italiana e quella singaporiana sono membri di una federazione di sistemi adibiti alla condivisione delle informazioni denominata Trans-Regional Maritime Network (T-RMN), grazie alla quale entrambe le nazioni si sono affermate come hub di sicurezza marittima regionale rispettivamente in Europa e in Asia. Ciò può costituire in futuro un trampolino di lancio da cui sviluppare la condivisione di informazioni a livello internazionale, pilastro essenziale per una globalizzazione della sicurezza marittima.

Sotto: Singapore, 3 marzo 2015, gli ufficiali di collegamento di alcune delle nazioni ospitate presso l’International Fusion Centre; il capitano di fregata Ruggero Ghiselli, quinto da sinistra, rappresenta la Marina italiana nell’ambito del team integrato degli international liaison officers.

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L’ora della Terra S

di C.D.

abato 28 marzo, alle ore 20.30, anche l'Italia ha spento le luci per partecipare all'Earth Hour, l’evento mondiale ideato dal WWF per la sensibilizzazione verso il rischio dei cambiamenti climatici, al quale si prende parte “contribuendo” con un’ora di risparmio energetico. Così, sotto l’Alto Patronato della presidenza della Repubblica, quest’anno le luci si sono spente anche sul mare, regalando uno spettacolo indescrivibile. L'Earth Hour esprime la volontà di assicurare alle future generazioni un domani sostenibile attraverso alcune semplici ma significative azioni, come quella di spegnere le luci per un'ora. “Change Climate Change”, questa l'idea che ha attraversato sei continenti, centosessantadue paesi, ventiquattro fusi orari coinvolgendo moltissimi monumenti

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storici, imprese, organizzazioni e governi. Per la prima volta, l’ora di buio ha circumnavigato i nostri ottomila chilometri di coste e non solo, infatti la partecipazione è partita sin da palazzo Marina a Roma, sede dello stato maggiore della Forza Armata. Contemporaneamente si sono spente le luci delle basi e delle unità


La Marina, partner del WWF, in prima linea per la salvaguardia del pianeta: il 28 marzo anche le nostre coste e aree portuali hanno spento le luci per combattere il cambiamento climatico navali della Marina dalla Spezia ed Augusta, della Scuola Navale Militare “Morosini” di Venezia all’Accademia Navale di Livorno, passando per Brindisi ed il Castello Aragonese di Taranto. La partecipazione della Marina nasce dal suo costante impegno nello sviluppo eco-sostenibile: basti pensare al pro-

getto “Flotta Verde”, che consiste nella ricerca di un prodotto alternativo al combustibile navale di origine petrolifera (gasolio codice Nato F76, utilizzato a bordo delle unità navali) o, ancora, la lotta all'inquinamento marino, realizzata anche con il progetto “Strategia Ambientale Marina”, che prevede il monitoraggio dei parametri ambientali per accertare lo stato di salute dei mari nazionali e internazionali. E’ anche così che - accanto al dedicato e necessario compito di difesa del Paese - diventa possibile offrire un servizio utile a 360° per la collettività nazionale. 28 marzo 2015, base navale di Augusta: durante l’Earth Hour si spengono le luci dell’area portuale e delle unità navali ormeggiate.

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Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina

Nazario Sauro

Il primo violatore di porti della Marina Militare di Desirée Tommaselli foto: Ufficio Storico della Marina

T

utte le volte che Nazario Sauro prendeva parte a una missione di guerra, l’equipaggio vedeva salire a bordo un tenente di vascello un po' corpulento, dall’aspetto gioviale, con una valigetta in mano. Così anche quella notte, a San Nicolò di Lido, dove il cacciatorpediniere Zeffiro con le macchine sotto pressione si accingeva a partire per un’incursione contro la base idrovolanti di Parenzo. Tutti conoscevano in Marina Nazario

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Sauro, se non personalmente, almeno per fama: ottimo marinaio, era il pilota esperto delle coste nemiche che aveva il compito di condurre, anche in condizioni di estrema difficoltà, “ad occhi chiusi”, le navi italiane all’interno dei porti austriaci. Durante gli anni in cui comandava i piroscafi per le società di navigazione istriane (1905 – 1914), egli aveva studiato le coste dell’Adriatico, fino a conoscerle perfettamente; come ricorda

il suo primo biografo, Silvio Stringari, direttore del quotidiano il Gazzettino nonché suo amico, Sauro “in tutte le occasioni studiava con meticolosa diligenza, con paziente costanza, ogni punto, ogni insenatura, ogni corrente, ogni scoglio, ogni accidentalità, ogni sponda...” e aveva redatto una specie di portolano personale in cui erano segnate tutte quelle specifiche che le carte nautiche ufficiali austriache, per questioni di sicurezza, non riportavano. Inoltre, durante le na-


vigazioni costiere, aveva raccolto anche preziose informazioni sulle difese militari che l’Austria aveva predisposto, preparandosi al conflitto. Questa sua attenzione non era solo funzionale al suo lavoro; egli era convinto che tutti questi elementi da lui raccolti sarebbero prima o poi serviti all’Italia. Nativo di Capodistria, “italianissima cittadina dell’Istria” - come diceva Stringari -, era stato educato in famiglia “all’italianità”, rafforzando poi questi suoi sentimenti patriottici con la frequentazione del Circolo Canottieri Libertas di Capodistria, fucina di irredentisti. Dopo lo scoppio della Grande Guerra, non volendo rischiare di indossare la divisa austriaca e deside-

rando, invece, di poter vestire quella italiana, si trasferì a Venezia, dove fu attivo interventista al punto da studiare “sbarchi alla Pisacane”, ossia azioni che costringessero l’Italia ad entrare nel conflitto. Figura già nota al governo italiano per aver fornito utili informazioni durante la guerra di Libia, venne reclutato dalla Regia Marina pochi giorni prima della dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria. Era un tenente di vascello speciale: la sua nomina, per questioni di opportunità politica, non fu mai ufficializzata da un decreto ma gli giunse direttamente dall’ammiraglio Thaon di Revel che, come si trova appuntato su un documento conservato presso l’Ufficio Storico, pose sul capo di Sauro “un berretto trigallonato”. Ma fu a tutti

Nella pagina a fianco Nazario Sauro con indosso, sopra la divisa, il tabarro. In alto il cacciatorpediniere Zeffiro; a bordo di questa unità, Sauro si rese protagonista della “Beffa di Parenzo” all’alba del 12 giugno 1916. A seguire il piroscafo Timavo in navigazione: recuperato dall’ufficiale istriano, dopo la sua morte fu rinominato Nazario Sauro.

gli effetti un ufficiale della Regia Marina, vestendo la divisa prescritta e ricoprendo gli incarichi commisurati al grado. L’apporto di Sauro fu giudicato prezioso dal capo di Stato Maggiore della Marina che lo impiegò subito, fin dall’inizio delle ostilità. Sauro venne imbarcato nelle prime navigazioni, particolarmente difficili, nelle località abbandonate dagli austriaci che, nel ritirarsi, eliminavano tutti i segnalamenti per le sicurezze della

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notte; a Sauro era anche affidato l’incarico di ripristinarli, di sorvegliare gli scavi di nuovi canali e di ottenere notizie dai prigionieri nemici. Grande prova di arguzia e perizia marinaresca diede, inoltre, nel recupero del piroscafo Timavo, bloccato dagli austriaci sull’Isonzo. Sauro prese infatti il comando dell’unità e la fece scendere lungo il fiume sotto il tiro nemico. Il Timavo, una volta recuperato, fu destinato al servizio dragamine e venne poi ribattezzato con il nome di Nazario Sauro dopo la morte di questi. L’opera di Sauro si rivelò utilissima per la conoscenza dei luoghi, delle persone e degli usi. Di fatto fu grazie a lui, e a

tutti gli altri irredenti imbarcati, che la strategia della guerra in porto poté essere sperimentata fin dai primi momenti del conflitto. Anticipando le glorie dei MAS e le imprese di Luigi Rizzo, furono le torpediniere, i cacciatorpediniere e i sommergibili con a bordo Nazario Sauro a violare i porti nemici. Tra le azioni “leggendarie”, quella che più si impresse nella memoria comune fu l’incursione nel porto di Parenzo, che si rivelò una vera e propria “beffa” contro gli austriaci. La missione, voluta dall’ammiraglio Thaon di Revel, aveva lo scopo di distruggere gli hangar della stazione

In alto Nazario Sauro con un gruppo di ufficiali del Regio Esercito a Venezia; l’istriano mantenne sempre stretti rapporti con gli irredentisti che, allo scoppio della guerra, si erano arruolati nell’Esercito italiano: tra questi c’erano gli amici Pio Riego Gambini, Vico Predonzani e Piero Almerigogna.

idrovolanti di Parenzo da cui, nella seconda metà di maggio, erano partiti i velivoli austriaci che avevano attaccato le città italiane del nord Adriatico. All’alba del 12 giugno 1916 il cacciatorpediniere Zeffiro penetrò nel porto di Parenzo per individuare la posizione del bersaglio stabilito che, però, non venne subito riconosciuto in quanto abilmente mascherato. “La missione sarebbe fallita – ricorda il capitano di vascello Pignatti Morano, comandante Sommergibile Nazario Sauro in navigazione: alla memoria dell’ufficiale istriano, la Marina ha intitolato un cacciatorpediniere –in servizio dal 1926 al 1941 – ed un battello in servizio dal 1980 al 2005, oggi musealizzato presso il Galata Museo del mare di Genova.

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del gruppo navale – ma giudicai, prima di ritirarci, che si dovesse approfittare della mancanza di qualsiasi allarme…per fare una corsa all’interno del porto ed accertare se in qualche altra località, nascosta alla visione dal largo, potesse esservi l’hangar. Mentre si stava per uscire dal porto comparvero sul molo della Sanità tre soldati che osservavano la manovra delle torpediniere con curiosità, ma evidentemente senza alcuna preoccupazione. Il signor Sauro lanciò l’idea di accostare alla banchina e di cercare di prenderli e così avere delle informazioni.” Approfittando dell’ “effetto sorpresa”, Sauro, a prora del mezzo, chiese ai tre soldati, in dialetto veneto-istriano, aiuto ad ormeggiare l’unità che essi non avevano evidentemente riconosciuta come italiana. Appena possibile, Sauro saltò sulla banchina con altri marinai e, nella colluttazione, riuscirono a farne uno prigioniero. Scattato l’allarme, lo Zeffiro uscì dal porto e si appostò e, grazie alle indicazioni ricevute dal prigioniero, fu condotto il cannoneggiamento dell’hangar. Quest’azione giungeva 15 giorni dopo quella contro il porto di Trieste del 28 maggio 1916. “La notte era oscurissima – racconta il comandante della torpediniera 24 OS, tenente di vascello Gravina – l’atmo-

sfera fosca, piovigginosa. Alla nota pratica e alla coraggiosa serenità del pilota Sauro devesi in massima parte se fu possibile l’orientarsi nelle sfavorevolissime circostanze di questa notte entro l’anfiteatro uniforme e oscuro della conca di Trieste.” L’azione di Trieste, dopo le incursioni italiane di Porto Buso e Monfalcone del 24 maggio 1915, riapriva un ciclo di azioni “a carattere provocatorio, oltre che offensivo,” come disse l’ammiraglio Virgilio Spigai in Cento uomini contro due flotte. Infatti, il 25 giugno le torpediniere 19 O.S., 20 O.S. e 21 O.S. violarono il porto di Pirano. Come disse Spigai, che in queste azioni riconobbe le prime prove dei violatori di porti, “Ormai il nemico nei remoti ancoraggi non dormiva più…nel frattempo nuovi piccoli mezzi velocissimi erano comparsi,

con intenzioni risolutive… I marinai li chiamavano MAS.” In tutte queste missioni ebbe un ruolo fondamentale Nazario Sauro che, dall’inizio della guerra fino alla sua cattura, prese parte a ben 62 azioni militari ricevendo unanimi consensi ed encomi da parte del Comando della Piazza Marittima di Venezia - da cui dipendeva -, e di quelli delle divisioni navali lì dislocate: su loro proposta Sauro fu insignito della Medaglia d’Argento al Valore Militare, cui si aggiunse, dopo la sua morte, quella d’Oro alla memoria. In basso il sommergibile Jalea. Sauro vi fu imbarcato per missioni di agguato nell’agosto 1915 quando al comando del battello era il suo concittadino ed amico Ernesto Giovannini.

ato il 20 settembre 1880 a Capodistria – allora sotto l’Impero Asburgico - da genitori di origine romana, trascorse i primi anni della sua vita (1881-1886) a Cette, in Francia, dove il padre era imN prenditore di lavori navali.Tornato con la famiglia a Capodistria, frequentò le scuole fino ai quattordici

anni, quando iniziò a navigare col padre lungo l’Adriatico. Nel 1904 si iscrisse alla Scuola Nautica di Trieste, presso la quale conseguì il diploma di Capitano di grande cabotaggio.Tra il 1905 ed il 1914 fu al servizio di varie società di navigazione, per le quali comandò piroscafi passeggeri e da carico. Prevedendo ed auspicando la fine della neutralità italiana, il 2 settembre 1914 lasciò Capodistria con il suo primogenito, Nino, per trasferirsi a Venezia dove, nell’aprile seguente, fu raggiunto dalla moglie e da altri 3 dei suoi 5 figli. Attivo interventista, appresa la notizia del terribile terremoto della Marsica (13 gennaio 1915), partì, insieme ad altri irredenti istriani e trentini riuniti nel battaglione Mestre, per prestare soccorso alle popolazioni colpite dal sisma. Arruolato nella Regia Marina italiana il 21 maggio 1915 con il grado di tenente di vascello, fu impiegato come pilota pratico della costa dalmata istriana e del golfo di Trieste fin dalle prime ore dell’ingresso in guerra dell’Italia; dopo aver partecipato al forzamento della base di Monfalcone a bordo del cacciatorpediniere Bersagliere il 24 maggio 1915, fu imbarcato su cacciatorpediniere e sommergibili in azioni offensive contro i porti e le basi militari nemiche. In servizio sul Marco Polo (giugno 1915), sul sommergibile Jalea (agosto 1915) e sull’Emanuele Filiberto (fino all’8 gennaio 1916), violò il porto di Sistiana il 7 dicembre 1915. Destinato alla torpediniera 4 PN, la notte del 15 gennaio 1916 fu l’artefice del recupero del piroscafo Timavo, bloccato dagli austriaci sull’Isonzo. Il 26 maggio forzò il porto di Trieste con la torpediniera 24 OS comandata dal tenente di vascello Gravina Manfredi e il 4 giugno, con il sommergibile Atropo, compì un’incursione nel Quarnerolo, affondando il piroscafo austriaco Albanien, adibito a trasporto truppe, materiale bellico e viveri. Il 12 giugno 1916, a bordo del cacciatorpediniere Zeffiro, comandato dal capitano di corvetta Costanzo Ciano, Sauro fu protagonista della “Beffa di Parenzo”. Il 24 giugno forzò il porto di Pirano con la torpediniera 19 OS. Decorato di Medaglia d’Argento al Valore Militare e insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, il 4 luglio entrò nel porto di Fiume con il sommergibile Pullino, colpendo il mercantile austriaco San Marco. Il 30 luglio tornò sul medesimo battello per silurare nella stessa rada i piroscafi adibiti a trasporto truppe e rifornimenti. Il Pullino da lui pilotato, forse a causa della corrente, s’incagliò sullo scoglio dell’isola della Galiola nel Quarnaro; riusciti vani i tentativi di disincaglio e distrutti i documenti segreti, l’equipaggio si allontanò su una barca a vela requisita mentre Sauro tentò di raggiungere la costa a bordo di una piccola lancia a remi. Catturato da una nave austriaca, fu condotto a Pola, processato e giustiziato per alto tradimento il 10 agosto 1916. Decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare alla memoria, dal 1947 é sepolto nel Tempio Votivo del Lido di Venezia, dedicato a tutti i Caduti della Grande Guerra.

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I

ARZO

guardiamarina Ambra Francolini e Alex Michele Natale, dopo aver conseguito tutte le qualifiche previste dal Basic Officer Course, hanno ricevuto il diploma di fine corso al termine della cerimonia (Graduation Ceremony), svoltasi nell’auditorium della base di Quantico (Virginia). Il Basic Officer Course rappresenta la formazione basilare degli ufficiali appartenenti al corpo dei Marines americani; i due ufficiali della Marina italiana, nell’arco di 7 mesi, hanno svolto prove fisiche, militari e teoriche e hanno potuto così sviluppare le loro abilità di rifleman grazie ai numerosi poligoni, alle complesse esercitazioni di navigazione terrestre e al corso di difesa personale, in aderenza al Marine Corps martial art program.

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i è tenuto a Venezia il seminario “La Simprescindibile sicurezza nei porti quale requisito per una gestione comMARZO

petitiva nel settore dei trasporti”, con l’intento di offrire un momento di riflessione e un approfondimento sul tema della prevenzione nelle attività portuali e marittime, partendo da un’analisi dei rischi intrinsechi a tali attività. L’ammiraglio Marcello Bernard, Comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi, ha sottolineato l’attualità e la sensibilità dell’argomento, in quanto “la crescita economica di un Paese come l’Italia passa in gran parte dai porti,” e ciò può avvenire solo consolidando il binomio "trasporto e sicurezza".

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N

MARZO

ave Chioggia ed il Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) del Comsubin hanno eseguito le delicate operazioni di rimozione dei residuati bellici, presenti nelle acque del mar Mediterraneo. Le sofisticate apparecchiature presenti a bordo dell'unità e in dotazione al G.O.S. hanno scandagliato il tratto di mare compreso tra il mar Tirreno meridionale e il mar Ionio settentrionale, nell'arco di tempo di una settimana; sono stati rimossi tre dei quattro ordigni segnalati dalle autorità, quali latenti pericoli per la sicurezza marittima e, pertanto, da rimuovere con urgenza al fine di garantire una navigazione sicura, nell’interesse di quanti vivono ed operano sul mare.

M ARINA

N O T I Z I A R I O della

IL

MESE

IN

IMMAGINI


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lcune unità operative del 1° RegA gimento San Marco, sono state impegnate nello svolgimento di attività ARZO

addestrative in ambiente montano e boschivo nei pressi della Stazione montana di Camigliatello Silano (CS). Le esercitazioni si sono susseguite con ritmo incalzante e, grazie alle particolari condizioni climatiche e di altitudine, hanno reso l’addestramento più difficile e selettivo. L’esercitazione rientra nel più ampio programma d’incremento delle capacità operative degli uomini e delle unità del 1° Reggimento San Marco, già iniziate nel 2014 con il raggiungimento della Full Operational Capabality (FOC) “Commando”.

1A

bordo della portaerei Cavour orA meggiata nel porto di Taranto, si è svolta un’altra edizione della Weekend PRILE

Clinic nell’ambito del progetto “Un mare di sorrisi”, in cui i medici volontari della fondazione Operation Smile Italia Onlus, hanno operato gratuitamente sei pazienti affetti da labiopalatoschisi, con il supporto del personale del servizio sanitario della Marina Militare. Dal 2013 a oggi il Cavour ha ospitato ben otto Weekend Clinic, con una media di 6 interventi ogni fine settimana e un totale di 80 visite specialistiche. Sale a 45 il numero dei pazienti operati a bordo. Nave Cavour si è riconfermato mezzo versatile sia per le attività militari, che per quelle vicine ai bisogni della collettività.

1A

PRILE

stato indetto il concorso, per Ealla’esami, per l'ammissione di 65 giovani Scuola Navale Militare "Francesco

Morosini". I posti saranno così ripartiti: 3°liceo classico: posti 15; 3°liceo scientifico: posti 50. La prova preliminare avrà luogo il 6 e 7 maggio 2015 per gli aspiranti al liceo scientifico e il 7 maggio 2015 per gli aspiranti al liceo classico, presso il Centro di Selezione della Marina Militare di Ancona. A seguire gli accertamenti sanitari/attitudinali e le prove di educazione fisica avranno luogo dal 3 al 20 giugno 2015 e la prova di cultura generale il 24 luglio. Per saperne di più visità il sito www.marina.difesa.it

di Pasquale Prinzivalli


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i sono svolte presso il Centro di SupS(CSSN) porto e Sperimentazione Navale i test di verifica funzionale dei PRILE

veicoli autonomi subacquei Tifone e Marta dell’Università di Firenze nell’ambito del progetto di collaborazione tra il CSSN e il Centro Interuniversitario di Ricerca sui “Sistemi Integrati per l’Ambiente Marino” (ISME). Le prove sono state effettuate nell’ambito del progetto congiunto GEOSUB (Georeferenziazione Subacquea), tale progetto intende sinergizzare l’applicazione della ricerca archeologica marina del Progetto Europeo ARROWS cui l’università è partner con quella della localizzazione di oggetti di interesse militare sul fondo marino con l’impiego di veicoli autonomi unmanned.

3A

sottotenenti di vascello Tommaso Inizza Scolaro, Alberto Mussida, Piero Fae il guardiamarina Davide CapoPRILE

rale, hanno conseguito, presso il Training Air Wing 5 di Milton (Florida, USA), le ambitissime Wings Of Gold: il brevetto di pilota militare rilasciato dalle Scuole di Volo della Marina degli Stati Uniti. Il raggiungimento di tale traguardo, conquistato dopo due anni di sacrifici e intenso addestramento, è stato in quest’occasione valorizzato da una straordinaria circostanza: tra i 19 Ufficiali brevettati (appartenenti alla US Navy, US Marine Corps, US Coast Guard e Marina Militare), sono stati solo tre i piloti premiati, tutti italiani che si sono distinti durante il corso.

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è concluso, con la consegna dei diS67°iplomi e del tradizionale distintivo, il Corso Normale di Stato Maggiore PRILE

(CNSM). Alla cerimonia, presieduta dal contrammiraglio Marcello Bernard, comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia, hanno presenziato i 31 frequentatori del corso, le loro famiglie e lo staff dell’istituto. Il Corso Normale di Stato Maggiore dura 13 settimane e prevede seminari ed esercitazioni intesi a completare, armonizzare e valorizzare le professionalità acquisite dagli Ufficiali dei vari Corpi, approfondendo varie discipline e promuovendo anche attività di scambio con istituti nazionali e internazionali.

M ARINA

N O T I Z I A R I O della


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ell'ambito del programma televiN sivo "D-Day i Giorni decisivi L'Italia andò alla guerra", trasmesso in PRILE

prima serata su Rai 3, è andato in onda un reportage a carattere storico realizzato da una troupe composta dal regista Elio Mazzacane e dall'inviato Fabio Toncelli, imbarcata sul modernissimo sommergibile Salvatore Todaro. L'obiettivo del servizio è stato quello di documentare le differenze tecnologiche tra i mezzi attuali e quelli dell'ultimo conflitto mondiale, si è constatatato così come il sommergibile Todaro rappresenti la massima espressione tecnologica dei nostri tempi nel settore subacqueo.

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’ iniziata ad Augusta la 268^ Sessione di Scuola Comando, un passaggio fondamentale per ogni ufficiale di vascello della Marina Militare per conseguire l'idoneità al comando navale. Cinque settimane durante le quali gli ufficiali, tra lezioni teorico-pratiche e incontri con esperti del settore, acquisiranno le tecniche di manovra per condurre la nave fino all'ormeggio in porto in un primo momento con le navi ausiliarie Ticino, Favignana e Lipari, per poi passare sulle corvette Driade, Chimera e Fenice. Il tutto sotto gli occhi di un team di tre ufficiali istruttori che avranno il compito di valutare le attitudini e le capacità dei frequentatori.

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issione compiuta per la fregata Aliseo che ha fatto rientro nella base navale di Taranto dopo aver terminato, nelle acque dell’Oceano Atlantico, la sua partecipazione al 2° Gruppo Navale Permanente della NATO (SNMG2), alla guida dell’ammiraglio della US Navy, Brad Williamson. Nave Aliseo, al comando del capitano di fregata Mario Giancarlo Lauria, è entrata a far parte dello SNMG2 il 3 febbraio scorso. Da allora, ha operato insieme con le altre navi del gruppo, come il caccia statunitense Vicksburg, la fregata canadese Fredericton, le fregate turche Turgutreis e Goksu, la fregata spagnola Canarias, le rifornitrici Patino, Marne e Spessart.

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Civiltà del Mare

La Grande Storia della Marineria Italiana

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di Antonio Cosentino er la presentazione di un’opera così sontuosa, raffinata e straordinaria non si poteva scegliere un contesto alquanto spettacolare e ricco di storia e d’arte come la biblioteca di Palazzo Marina a Roma. In questo scenario si è svolta, lo scorso 28 aprile, la conferenza stampa moderata da Francesco Malvasi, direttore editoriale della casa editrice Progetto Editoriale, per la presentazione del volume: “Civiltà del Mare. La Grande Storia della Marineria Italiana”. Il capo Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione, capitano di vascello Enrico Pacioni, ha introdotto la conferenza ponendo in evidenza “il ruolo e l’importanza della Marina e della marittimità in Italia con i suoi 8.000 km di costa”. Mentre, il direttore generale della Lega Navale Italiana, ammiraglio Sergio Caruso, ha posto in risalto “le attività, la formazione professionale e il ruolo della Lega Navale” esercitata attraverso la capillare presenza in tutta Italia delle sue sezioni e delegazioni. Altro tema

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trattato è stato:“l’importanza del Mediterraneo e il ruolo della Marina”, a cura del professor Sergio Conti, presidente della Società Geografica Italiana. Mentre, il contrammiraglio Paolo Bembo, direttore della Rivista “Lega Navale”, ha relazionato sulle quattro Repubbliche Marinare. Il saggista ed esperto della storia della marineria, Enrico Cernuschi, ha narrato la “storia della Marina dal 1814 ad oggi”. Infine, si è parlato di vela e storia delle regate con l’esperto in materia, contrammiraglio Stéphan Jules Buchet. L’opera presentata -“Civiltà del Mare, la Grande Storia della Marineria Italiana”per l’alto pregio dei contenuti e per la veste editoriale, è

da considerarsi un’opera esclusiva e di “nicchia”. Una tiratura di 3.000 esemplari numerati e certificati, 480 pagine arricchite con oltre 600 iconografie e documenti, impreziosita con una rilegatura artigianale in pelle blu con impressioni in oro a caldo e a secco. Ma è prevista anche un’edizione speciale in due volumi rilegati in seta moire blu Brunei e impressioni a caldo in oro. L’opera edita dalla casa editrice romana Progetto Editoriale, specializzata nella realizzazione di edizioni di qualità a tiratura limitata e nella riproduzione di importanti volumi di carattere storico e geografico, nonché di originali collezioni di cartografia antica, nasce dalla collaborazione con la Lega Navale Italiana e con il supporto della Società Geografica Italiana e dello Stato Maggiore della Marina Militare. “Civiltà del Mare” rappresenta un evento senza precedenti nella storia dell’editoria italiana che, attraverso un viaggio ultra millenario, arriva fino ai nostri giorni, corredato da una ricchissima e in gran parte inedita iconografia. I testi sono stati affidati a studiosi ed esperti fra cui il professor Francesco Surdich dell’Università di Genova, il contrammiraglio Paolo Bembo direttore della Rivista della Lega Navale Italiana, il dottor Enrico Cernuschi, esperto di storia della marineria moderna e il professor Mario Tozzi, geologo e ambientalista. L’opera rappresenta un valido strumento non solo per gli addetti ai lavori ma per tutti coloro che considerano il mare come luogo figurato che include tutte le professionalità che vi si legano, il mare come elemento di unione dei popoli e delle diverse civiltà.


Progetto TRE.COR.ALA

A Trieste il 21 aprile la conferenza di chiusura del progetto “TRE.COR.ALA”, con lo scopo di presentare i risultati del progetto di studio delle “TREzze e CORalligeno dell’ALto Adriatico: valorizzazione e gestione sostenibile nel Golfo di Trieste”. Finanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali, il progetto “TRE.COR.ALA” (TREzze e CORalligeno dell’ALto Adriatico) si è posto l’obiettivo di studiare gli affioramenti rocciosi presenti nell’Alto Adriatico (in gergo “trezze”). Tale interesse scientifico deriva dal fatto che in un bacino come l’Adriatico, caratterizzato principalmente da fondali fangosi e sabbiosi, le “trezze” rappresentano autentiche riserve naturali e nicchie di biodiversita ̀ che è necessario studiare e conoscere al fine di garantirne una gestione sostenibile. La parte scientifica del progetto è stata coordinata dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste. La Marina Militare, parte attiva del progetto, ha presentato i risultati conseguiti con il capitano di vascello Maurizio Pitton, il quale ha ricordato che la Marina è da sempre impegnata nei settori della ricerca scientifica e della salvaguardia dell’ambiente e collabora attivamente con diversi Enti ed Istituti nell’offrire le proprie competenze per lo svolgimento di attività a carattere “duale”, in cui

lo strumento militare è a supporto della collettività, delle altre amministrazioni pubbliche o delle organizzazioni che operano nel sociale con finalità di pubblica utilità. Nel particolare è stato di rilievo per la Marina Militare aver collaborato con l’Istituto triestino dell’OGS. Tale collaborazione si è svolta in due fasi temporali e grazie all’impiego delle due unità idro-oceanografiche della classe Ninfe, catamarani idrografici con scafo in vetroresina dotati di elevata mano-

vrabilità ed in possesso di peculiarità tecnicoscientifiche all’avanguardia. La prima fase della collaborazione con OGS si è sviluppata nei mesi di settembre ed ottobre del 2013. Nave Aretusa, in tale ambito, ha condotto, in aree coordinate con i ricercatori dell’OGS, un’intensa attività a carattere idro-oceanografico, investigando - per mezzo della strumentazione in suo possesso (ecoscandagli multifascio, sonde multiparametriche e scandagli a scansione laterale ad alta definizione) - gli affioramenti rocciosi presenti in un’area estesa dell’Alto Adriatico. I dati raccolti sono stati condivisi ed analizzati dal personale idrografo di bordo con i ricercatori dell’OGS ed elaborati al fine di definire una nuova campagna di ricerca che si è svolta per mezzo dell’altra unità della classe Ninfe, Nave Galatea, a fine febbraio di quest’anno. Entrambe le attività svolte hanno permesso di ottenere risultati di elevato valore scientifico consentendo di conoscere meglio i fondali dell’Alto Adriatico: difatti la ricerca scientifica e la conoscenza del mare e dei fondali rappresenta la strada maestra se si vuole preservare e tutelare l’ambiente per le future generazioni. Fabio Agostini


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ATTACCO AI DARDANELLI di Mino Milani disegni di Attilio Micheluzzi

Allegato al numero di Aprile 2015 del Notiziario della Marina

dal Corriere dei Ragazzi n째 21 del 27 Maggio 1973

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partire da questo numero il Notiziario della Marina presenta, a distanza di oltre quaranta anni dalla prima pubblicazione, tre delle più belle storie di uomini e di mare mai raccontate a fumetti, stampate negli anni 1972-73 sulla mitica rivista Corriere dei Ragazzi. Le storie in oggetto sono il frutto dell’eccezionale connubio tra le sceneggiature del noto scrittore Mino Milani, redattore e responsabile letterario della rivista, e del raffinatissimo disegno del Maestro Attilio Micheluzzi. Quella del Corriere dei Piccoli, e della sua evoluzione nel Corriere dei Ragazzi, a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70, rappresenta un’epopea unica, finalizzata alla creazione di una vera e propria scuola del fumetto italiano: una squadra irripetibile di disegnatori del calibro di Hugo Pratt, Dino Battaglia, Sergio Toppi, fino all’arrivo di Attilio Micheluzzi e di un giovane Milo Manara, quasi sempre sotto le sceneggiature di un attivissimo Mino Milani. In tale ambito, una delle serie più apprezzate era l’appuntamento a cadenza settimanale con “Il nostro inviato nel tempo”, dedicata ad avventure nella storia, sempre rigorosamente autentiche, scelte per la loro spettacolarità ed il potere evocativo. Tra queste, il Notiziario ripropone alcune delle più famose storie, dedicate ad alcune delle più gloriose azioni della nostra Marina. Questa preziosa ristampa è stata resa possibile grazie alla cortese e disinteressata disponibilità della

famiglia Ivaldi, titolare di diritti di pubblicazione, nel solco dell’opera dell’editore Florenzo Ivaldi, uomo di Marina, soldato del Battaglione San Marco e mecenate di artisti di fama internazionale. Affidiamo quindi l’introduzione di queste storie alle dirette parole del “Nostro Inviato nel Tempo”, ora come allora scrittore prolifico e di successo, nonché pregiatissimo collaboratore dell’Ufficio Storico, che onora con la sua firma questo numero del Notiziario. di Marco Sciarretta

Florenzo Ivaldi e Hugo Pratt in una foto dell’epoca.

... dal nostro inviato dei tempi In quegli anni (i ’70, anni ormai lontani) il fumetto era altra cosa di oggi, nel racconto, nel disegno e, per usare una parolona, nella “filosofia”. Non era, come adesso, un’alternativa, un sostituto del libro e della lettura: era invece una sorta di introduzione ad essa. Doveva fare severi conti con la diffidente Scuola e generalmente con una cultura che lo respingeva. Tutto sarebbe presto cambiato, ma la realtà del fumetto era allora questa; e non è detto che non fosse migliore dell’attuale: il contrario, se mai. Come che sia, pure se fermamente ritenendolo sganciato dalla Scuola, io lo vedevo come un modo di racconto e insieme di informazione, e dell’informazione storica: elementare, si intende, conoscitiva. Poteva cioè sostituire quei racconti che nessuno più narrava e che venivano via via scomparendo anche dalle antologie e dai libri di scuola. Non v’era ancora il nefasto buonismo, che appena appena si profilava; ma più d’un naso già s’arricciava a parole come patria e storia: figurarsi poi a guerra, esercito, marina, aeronautica. Erano considerate in sostanza sovversive e da negare ai ragazzi, in nome della loro sana costituzione. Ragione di più per parlare di esse; e così nacquero i fumetti de “Il nostro inviato nel tempo”, con racconti storici di varie epoche e di vari tempi. Essi furono un successo, giovarono a caratterizzare il “Corriere dei Piccoli” e il “Corriere dei Ragazzi” né la loro memoria s‘è spenta del tutto. E’ quindi con gioia profonda che ne introduco la riproposta, al di là dei miei meriti. Ringrazio per la collaborazione l’Editore Ivaldi, nel ricordo di suo padre Florenzo, combattente per l’Italia e prode uomo di mare. Mino Milani











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Allegato al numero di Aprile 2015 del Notiziario della Marina


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