Notiziario della Marina - maggio 2015

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M ARINA

della

La Grande Guerra sul mare e la Vittoria Navale della Regia Marina

ANNO LXII MAGGIO 2 015

N O T I Z I A R I O


dal numero di:

M AGGIO 1965

CINQUANT’ANNI

FA . . .

La Marina di cinquant’anni fa, riproposta attraverso le immagini dei Notiziari dell’epoca e i vostri scatti

29 Aprile 1965. Nelle acque di Messina, a bordo del dragamine Sgombro, il Comandante in Capo della Squadra Navale, amm. sq. Alessandro Michelagnoli, assiste al defilamento dei dragamine Salmone, Ciliegio, Acacia, Frassino, Gaggia, Gelsomino, Glicine, Gambero e Granchio. In quella occasione venne lanciata in mare una corona di alloro in memoria della Medaglia d’oro al Valor Militare tenente di vascello Giuseppe Di Bartolo.

Maggio1965. Il “Corsaro II” nelle acque di Bermuda, dove concluse vittorosiamente la regata transatlantica Lisbona-Bermuda.

1° Maggio 1965. Nelle acque di Capo Matapan, il Comandante in Capo della Squadra Navale, amm. sq. Alessandro Michelagnoli, rievoca la battaglia navale del 28 marzo 1941.

10 Aprile 1965. Il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat riceve gli onori militari durante una visita nella città di Taranto. Nella foto l’auto presidenziale transita sul ponte girevole.

7 Aprile 1965. I marinai dell’incrociatore lanciamissili Caio Duilio si recano in franchigia a Norfolk.

inviate i vostri scatti dell’epoca con una breve didascalia a: notiziario.marina@gmail.com


M A RI N A N O T I Z I A R I O

T E S TATA

M A R I N A M I L I TA R E 1954

GIORNALISTICA DELLA F O N DATA N E L

I SCRIZIONE :

R EGISTRAZIONE :

Tribunale di Roma

n. 396/1985 dell’8 agosto1985

PROPRIETÀ: Ministero della Difesa - EDITORE: Ministro della Difesa D IRETTORE R ESPONSABILE :

Antonio COSENTINO

CAPO REDATTORE

E

PHOTO EDITOR:

Davide GALLI

REDAZIONE, GRAFICA/IMPAGINAZIONE, SEGRETERIA:

Cristopher SCARSELLA Pasquale PRINZIVALLI Luciano ERBAGGIO

D IREZIONE

E

R EDAZIONE :

NOTIZIARIO DELLA MARINA Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione della Marina Militare Piazza della Marina, 4 - 00196 Roma tel. 06.36805556

e-mail: notiziario.marina@gmail.com N ORME

Sommario

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PER LA COLLABORAZIONE

Il Notiziario è organo di informazione e la collaborazione è aperta a tutti. Gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, investono la diretta responsabilità dell’autore, rispecchiandone le idee personali. Gli articoli dovranno pervenire per posta elettronica entro 10 giorni dall’evento, corredati di foto (in formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm e risoluzione non inferiore a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando possibilmente l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati in maniera chiara e precisa. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione. La Direzione si riserva il diritto di dare all’articolo l’impostazione e i tagli ritenuti più opportuni. Al fine della corresponsione del compenso di collaborazione, è indispensabile che l’autore rediga una dichiarazione contenente tutti i dati anagrafici, recapito telefonico e coordinate bancarie. Dal momento della retribuzione l’autore cede ogni diritto di esclusività d’utilizzo al Notiziario. Nessuna parte dei testi e delle illustrazioni può essere riprodotta senza l’autorizzazione della direzione del Notiziario.

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A N N O LX II - M AG G I O 2015

Editoriale

di Antonio Cosentino

Sitrep

Napoli ospita 26 marine europee di Giovanna Scotton

Insieme per fronteggiare l’emergenza umanitaria di Antonio Cosentino

Corpo Militare della C.R.I. di Cesare Fanton

Bentornata nave Euro di Cristopher Scarsella

La nostra flotta ha una nuova FREMM

di Cristopher Scarsella

32° Trofeo Accademia Navale e città di Livorno di C. D.

XIX raduno A.N.M.I. di Rosario Naimo

La Grande Guerra di Desirèe Tommaselli

Il mese in immagini di Pasquale Prinzivalli

Palazzo Marina apre al pubblico di Elena Bruno

In copertina: una formazione di MAS “tipo S.V.A.N. veloce 1917” ripresa nel periodo 1923-1925.

M ARINA M ILITARE In quarta di copertina: Alto Adriatico, 1916. Passaggio di posta tra un dirigibile tipo D.E. e un MAS.

Stampa: Tipografia Facciotti - Roma

chiuso in redazione il: 22 maggio 2015

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Per la collaborazione a questo numero si ringraziano: Elena Bruno, Giovanna Scotton, Rosario Naimo, Carlo Disma, Cesare Fanton, Desirèe Tommaselli. Per i contributi fotografici di questo numero si ringraziano: Massimo Stotani, Giuseppe Lami, Giuseppe Privitera, Bernardo Tortora, Silvio Scialpi, Ufficio Storico della Marina.

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Allegato al numero: “Tornati alla vittoria”, fumetto che racconta una delle più belle storie di uomini e di mare mai raccontate, stampato negli anni ‘70 sul Corriere dei Ragazzi.

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Editoriale L di Antonio Cosentino

a strada che porta alla Festa della Marina passa dal mese di maggio, che si è aperto con il meeting di 26 capi di stato maggiore delle marine europee, ospitato nella sede del Comando Logistico della Marina a Napoli per discutere di tematiche strategiche. Prima tra tutte, per la nostra Marina, è chiaramente l’emergenza umanitaria nel Mediterraneo, al centro degli sforzi della Forza Armata e dei partner ormai “storici”, tra i quali il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana e la Fondazione Francesca Rava. Parlando di unità navali, nel mese di maggio la Squadra Navale ha dato il benvenuto a nave Carabiniere, quarta FREMM e terza in versione antisommergibile, ed ha salutato il ritorno di nave Euro nel porto di Taranto, dopo tre mesi di attività come flagship del secondo gruppo permanente di contromisure mine alleato trascorsi nelle acque del Mediterraneo, dell’Oceano

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Atlantico e del Mare del Nord. Del mese trascorso vogliamo ricordare anche due occasioni significative per tutti gli amanti del mare. La prima ha riguardato il grande sport velico, trasformato in spettacolo dagli equipaggi che hanno gareggiato a Livorno tra il 23 aprile ed il 3 maggio in occasione della trentaduesima edizione del Trofeo Accademia Navale. La seconda, il XIX raduno dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, ha coinvolto ben quindicimila marinai “di ieri e di oggi” a Ravenna, accorsi da tutto il Paese e anche dall’estero per rinnovare la promessa “marinai per un giorno, marinai per tutta la vita”. Questi momenti, importanti per unire le vecchie e le nuove generazioni, permettono di non dimenticare le sofferenze patite e l’importanza della pace e della libertà: per questo desideriamo sempre onorare la memoria dei grandi uomini che hanno scritto la nostra storia, ricordando l’inizio delle ostilità della Grande Guerra, sapientemente ricostruita nella nostra rubrica storica, e narrando vicende dal sapore d’altri tempi con l’allegato a fumetti, dedicato ai lettori più giovani (non solo anagraficamente...). Non resta che augurarvi buona lettura!

Napoli, 8 maggio 2015. Il Ministro della Difesa, senatrice Roberta Pinotti, introduce il forum dei capi di stato maggiore delle marine europee. Alla sua destra il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, alla sua sinistra il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi. (foto Massimo Stotani)

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SITREP

oceano atlantico

maggio

2015

ma r

BONIFICHE

ORDIGNI IN MARE

Attività di disinnesco/neutralizzazione di ordigni esplosivi in mare Personale Gruppo Operativo Subacquei

OPERAZIONE MARE SICURO Operazione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale per la tutela degli interessi nazionali 5 unità navali: Cacciatorpediniere DURAND DE LA PENNE Fregate FASAN (flagship), BERGAMINI, ESPERO Pattugliatore di squadra BERSAGLIERE Unità anfibia SAN GIUSTO Pattugliatori/Corvette FOSCARI, BORSINI, SFINGE

mar mediterraneo

VI.PE./OPER.CONSTANT VIGILANCE Attività di presenza/sorveglianza Vigilanza Pesca/Controllo flussi migratori 1 Pattugliatore: SPICA, ORIONE, VEGA

RICERCA/RECUPERO

RELITTO

Attività di ricerca e recupero del relitto dell’imbarcazione affondata nello Stretto di Sicilia il 19 aprile 2015 Corvetta SFINGE, Cacciamine GAETA, VIESTE

JOINT OPERATION TRITON Operazione congiunta di controllo delle frontiere esterne della UE sotto egida dell’agenzia FRONTEX Personale MM presso ICC Pratica di Mare

MCCID MALTA Missione italiana di collaborazione nel campo della Difesa Personale Marina Militare

ATTIVITÀ DI DIFESA E SICUREZZA MARITTIMA NAZIONALE OPERAZIONI DI SICUREZZA MARITTIMA INTERNAZIONALI ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE E OPERAZIONI INTERNAZIONALI CONCORSI/COLLABORAZIONI CON ALTRI DICASTERI NAZIONALI CAMPAGNE NAVALI/D’ISTRUZIONE, ATTIVITÀ ADDESTRATIVA COMPLESSA

mare terra


UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON

Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite Personale Marina Militare

OPERATION INHERENT RESOLVE OPERAZIONE PRIMA PARTHICA Operazione di contrasto del terrorismo islamico Personale Marina Militare

COMBINED MARITIME FORCES Forza marittima multinazionale per la sicurezza marittima nella regione (Bahrain)

ne ro

Personale Marina Militare

OPERAZIONE RESOLUTE SUPPORT

Missione NATO di assistenza e supporto alle forze di sicurezza e istituzioni dell’Afghanistan Personale Brigata Marina SAN MARCO, Gruppo Operativo Incursori

M.F.O. golfo arabico

MULTINATIONAL FORCE AND OBSERVERS

Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10: Pattugliatori ESPLORATORE, SENTINELLA, VEDETTA, Personale Brigata Marina SAN MARCO

IFC SINGAPORE INTERNATIONAL FUSION CENTRE Scambio dati su traffico mercantile Personale Marina Militare

oceano indiano

BMNS GIBUTI BASE MILITARE NAZIONALE DI SUPPORTO IN GIBUTI

Missione di supporto tecnico-logistico alle forze nazionali in transito/sosta Personale Marina Militare

EUNAVFOR - OPERAZIONE ATALANTA EUROPEAN UNION NAVAL FORCE

Operazione di contrasto alla pirateria marittima dell’Unione Europea Fregata GRECALE

NUCLEI MILITARI

DI

PROTEZIONE

Protezione naviglio mercantile nazionale in transito nelle aree a rischio pirateria Personale Brigata Marina SAN MARCO

EUCAP NESTOR

Missione UE civile-militare di Regional Maritime Capacity Building in Corno d’Africa (Gibuti e Seychelles) Personale Marina Militare

M A RINA

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con la collaborazione della Sala Monitoraggio M.M. del 3° Reparto dello Stato Maggiore Marina


Napoli ospita 26 marine europee

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di Giovanna Scotton

ueste riunioni sono molto significative per la costruzione di una realtà europea condivisa, senza cui non saremmo in grado di operare contro le minacce sempre nuove e multiformi, che attentano alle esigenze collettive di sicurezza”. Sottolinea la necessità di costruire obiettivi politici condivisi che sanciscano il passaggio da un’Europa “burocratica” ad un’Europa “operativa”. E’ il Ministro della Difesa Roberta Pinotti, ospite d’onore al meeting annuale del CHENs (Chiefs of European Navies), il forum dei capi di stato maggiore delle marine europee, organizzato a Napoli il 7 e l’8 maggio presso il Comando Logistico della Marina Militare. “Il mare gioca un ruolo centrale per i Paesi europei. Il mare condiziona direttamente o indirettamente quasi ogni aspetto della nostra vita

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quotidiana.” – ha affermato il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, all’apertura dei lavori - “La sua importanza crescerà ancora di più con il tempo, considerando che il centro geopolitico ed economico di


Il 7 e l’8 maggio si è svolto presso il Comando Logistico della Marina il CHENS meeting 2015, incentrato sull’evoluzione del ruolo delle Marine

gravità continua a spostarsi verso il dominio marittimo”. “From traditional roles to emerging security challenges. How to adapt our navies to a fast changing world”: dalle minacce tradizionali al terrorismo, la pirateria e l’immigrazione clan-

Napoli, 8 maggio 2015. Foto di gruppo dei capi di stato maggiore delle marine intervenute al CHENS. Il forum è stato arricchito dalla presenza del ministro della Difesa, senatrice Pinotti, e dal capo di stato maggiore della Difesa, generale Graziano. (foto Massimo Stotani)

destina. Questi i temi sviluppati nel corso dell’incontro, a chiusura di un anno di “reggenza” della nostra Marina, che ha coinciso con il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, nel corso del quale il nostro Paese si è

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Napoli, 8 maggio 2015. Il Ministro della Difesa, senatrice Roberta Pinotti, introduce il forum dei capi di stato maggiore delle marine europee, alla sua destra il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, alla sua sinistra il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi. In alto: foto di gruppo dei capi di stato maggiore delle marine partecipanti al pro-

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getto EAI (European Amphibious Initiative), sviluppato per accrescere la collaborazione tra i reparti anfibi. Pagina accanto: il capo di stato maggiore della Marina presiede i lavori del CHENS affiancato a sinistra dal chairman del meeting, capitano di vascello Gianfranco Annunziata, capo dell’ufficio Relazioni Internazionali dello Stato Maggiore Marina.


molto battuto per sensibilizzare e promuovere una cultura della sicurezza europea, in linea con le nuove dimensioni delle minacce internazionali. Importante la partecipazione delle delegazioni delle 26 marine europee alla due giorni partenopea, in un confronto proficuo sulla necessità di nuovi modelli, priorità e strategie operative comuni, insieme a numerosi esponenti del mondo accademico internazionale e agli osservatori delle forze navali del Mar Nero (Blackseafor), di quella statunitense in Europa (Usnaveur), della rappresentanza militare dell’Unione Europea (EU Military Staff) e del Patto Atlantico (Nato IMS). A termine lavori, è stata firmata la Dichiarazione d’Intenti (DOI) della European Amphibious Initiative (EAI), con l’intento di accrescere la collaborazione e l’integrazione tra i reparti anfibi delle marine europee. “Oggi il mondo ha rischi nuovi, diversificati e sempre più insidiosi” ha confermato il Ministro Pinotti, partendo dal califfato del Daesh che sempre più “istituzionalizza” il terrore attraverso la conquista e il con-

trollo di territori allo sbando politico, per spiegare i traffici criminali che vanno dal Sub Sahara alla Libia, attraversando estese zone dell’Africa verso Nord e coinvolgendo Siria, Yemen e altri paesi in guerra. Arrivando alla culla delle acque d’Europa, il Mediterraneo, dove “l’orrendo crimine del traffico di esseri umani”, come lo ha definito l’Ammiraglio di squadra Donato Marzano, capo del Comando Logistico di Napoli, è ormai la penosa evidenza che urge intervenire con scelte politiche. Ma per il cui contrasto la Marina non smetterà mai di mettere a disposizione la propria professionalità. “Sono in mare da trent’anni - ha affermato l’Ammiraglio Marzano – e non mi volterò mai dall’altra parte vedendo una barca in difficoltà”.

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CHENS è l’acronimo di CHiefs of the European NavieS (capi delle marine militari europee). E’ un forum informale, indipendente e apolitico i cui membri sono i capi di stato maggiore delle marine delle nazioni europee che fanno parte della Nato o dell’Unione Europea. Il CHENS mira al dialogo tra le forze navali degli stati membri, nell’intento di esaminare problematiche di interesse comune, condividere informazioni e promuovere, anche nell’ambito della più ampia comunità marittima, un’importante sensibilizzazione verso il patrimonio marittimo di questi stati.

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Insieme per fronteggiare l’emergenza umanitaria

Stretto di Sicilia, 3 maggio 2015. Le idrobarche di nave Comandante Bettica si avvicinano ad un natante in difficoltà per prestare soccorso.

L

’emergenza migratoria, la salvaguardia della vita in mare e il rispetto della vita umana. Questi sono gli obiettivi che hanno portato alla collaborazione tra la Marina, il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, il C.I.S.O.M. e diverse associazioni umanitarie tra cui la Fondazione Francesca Rava. Con questo spirito uomini e donne della Marina collaborano con volontari e personale medico specializzato, impegnati in complesse operazioni di assistenza sanitaria. L’ultimo emozionante evento risale allo scorso 3 maggio, quando l’equipaggio di nave Comandante Bettica, impegnata in operazioni navali di presenza e sorveglianza nello Stretto di Sicilia, ha soccorso oltre 600 migranti. In quell’occasione una donna nigeriana ha dato alla luce una bambina grazie all’ausilio di un team medico com-

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di Antonio Cosentino

posto da un’ostetrica della Fondazione Rava ed un medico del C.I.S.O.M. coadiuvato dal personale sanitario di bordo. Un connubio d'intenti è quello stretto tra la Marina e la Fondazione Francesca Rava, una Onlus che, dopo l’intervento nelle emergenze terremoto in Haiti e in Emilia, a fronte delle tragedie e nella difficile situazione nello Stretto di Sicilia, è intervenuta a bordo delle unità della Marina che pattugliano il Mediterraneo con team di volontari per potenziare l’assistenza sanitaria ai migranti. Attraverso le parole della Presidente della Fondazione, capiremo meglio come è stata costituita questa fondamentale organizzazione in Italia, quali sono i suoi obiettivi per il futuro, e come poter contribuire alla sua crescita.


Il grande lavoro di squadra dei volontari delle associazioni umanitarie come la Fondazione Francesca Rava e il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana è fondamentale per coadiuvare il personale della Marina nel fronteggiare il dramma quotidiano dei disperati che cercano di fuggire dal sud del mondo

Incontriamo la presidente Mariavittoria Rava

Mariavittoria, come è nata la Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus? Mia sorella Francesca alcuni anni fa è scomparsa in un incidente. Ero un giovane avvocato e per rendermi utile dopo questa tragedia della mia famiglia, diedi consulenze gratuite al mondo del non profit. Cosi incontrai NPH, organizzazione umanitaria internazionale che dal 1954 salva i bambini orfani e abbandonati in America Latina, che voleva aprire un ufficio di raccolta fondi in Italia cosi come nel resto del mondo. Mi feci avanti e cosi nacque la Fondazione, che se-

guivo all’inizio part-time, ora giorno e notte insieme a tanti volontari che rendono possibile la nostra mission, aiutare i bambini in condizioni di disagio in Italia e nel mondo, mettendoci professionalità, passione e motivazione, pronta capacità di intervento nelle emergenze. Che tipo di lavoro svolgono i volontari della Fondazione al fianco della Marina nello Stretto di Sicilia? Siamo molto legati al mare: Francesca era un’appassionata velista, è sepolta in un cimitero che si affaccia sul Tirreno. Da ottobre 2013 la Fondazione Francesca Rava ha risposto al-

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l’emergenza umanitaria nel Mediterraneo al fianco della Marina coordinando e inviando ad oggi 36 team, oltre 65 volontari pediatri, ginecologi, ostetriche, medici d’urgenza provenienti da ospedali di tutta Italia, che si sono avvicendati con continuità a bordo delle navi per dare primo soccorso sanitario insieme agli equipaggi, ai migranti recuperati dal mare. Momenti che ricorda con particolare emozione? Ogni team ci ha raccontato storie umane di dolore e di speranza indimenticabili, di tanti bambini e donne in fuga dai loro paesi. Daniela e Manuela, ostetrica e infermiera ci hanno testimoniato il dramma delle centinaia di vittime dell’ultimo naufragio di aprile e il lavoro faticosissimo per salvare i superstiti. Lacrime di gioia per la nascita della piccola Francesca Marina con l’aiuto della nostra ostetrica

Sopra: la piccola Francesca Marina subito dopo il parto; In alto a destra: tra le braccia del comandante di nave Bettica, capitano di fregata Vincenzo Pascale. A destra: Stretto di Sicilia, 21 ottobre 2014. A bordo di nave San Giorgio durante gli ultimi giorni dell’operazione Mare Nostrum, le volontarie della Fondazione F. Rava, da sinistra: Paola Lamanna, Natasha Rizzi e Gloria Argazzi. (foto Giuseppe Privitera)

Pagina a fianco: Stretto di Sicilia, 3 maggio 2015. la piccola Francesca Marina riposa tranquilla dopo il lungo travaglio che ha accompagnato la sua nascita a bordo del pattugliatore Comandante Bettica.

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Giusy di Torino che ha coordinato il personale sanitario di bordo salvando la vita alla bimba e alla mamma, incosciente al parto. Cosa si può fare per aiutare la Fondazione Francesca Rava in questa missione? Per continuare ad inviare medici volontari a bordo abbiamo bisogno di donazioni, per coprire le spese vive delle missioni. Ogni aiuto anche piccolo, è fondamentale. Se non si è medico come si può essere volontari con voi? Ci sono i nostri campus di volontariato di due settimane in estate o per Natale, nelle Case NPH In America Latina. Il 20 novembre Giornata mondiale dei diritti dell’Infanzia, siamo presenti nelle farmacie aderenti di tutta Italia “In farmacia per i bambini”: abbiamo bisogno di tantissimi volontari per un giorno!


NAVE BETTICA “SALA PARTO” PER UNA NOTTE L’ostetrica Giusy Poppa, volontaria della Fondazione Francesca Rava con notevoli esperienza e professionalità maturate all’ospedale Sant’Anna di Torino, nella notte del 3 maggio ha fatto nascere Francesca Marina nell’hangar trasformato in reparto maternità “Gli uomini dell’equipaggio e la bravissima infermiera di bordo sono stati straordinari nel coadiuvarmi in un parto molto difficile, 6 ore di travaglio con la mamma incosciente, in preda a crisi epilettiche. Sono felice di essere parte di una grande squadra, con tutti miei colleghi volontari della Fondazione e lo staff sanitario della Marina Militare”. Aggiunge orgoglioso il comandante di nave Bettica, capitano di fregata Vincenzo Pascale, che in quella notte aveva salvato 652 migranti stremati “E’ stata una grandissima emozione, la prima volta che succede su questa nave, ci sentiamo tutti un po’ zii”.

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Mar Mediterraeo, operazione Mare Sicuro, 3 maggio 2015. Due battelli a chiglia rigida di nave Bettica raggiungono un barcone con a bordo dei migranti. Sopra: personale del Corpo Militare della CRI presta soccorso ai migranti a bordo delle unitĂ navali della Marina.(foto Giuseppe Lami)

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Corpo Militare della C.R.I.

Una sinergica collaborazione con le unità della Marina

di Cesare Fanton

L’efficacia del supporto sanitario nelle operazioni di soccorso e controllo dei flussi migratori è frutto dell’interazione tra la Marina Militare, il Ministero della Salute, le organizzazioni di volontariato rappresentate dalla Fondazione Rava, il Corpo di Soccorso dell’Ordine di Malta ed i Corpi Ausiliari della Croce Rossa: le Infermiere Volontarie ed il Corpo Militare della C.R.I... Questo straordinaria, sinergica e generosa, collaborazione tra Istituzioni e Volontari ha consentito alla Nazione di esprimere valori di professionalità e solidarietà in cui l’intero Paese si è orgogliosamente riconosciuto. A livello comunitario è stato riconosciuto l’impegno italiano a tutelare la salute comunitaria predisponendo un azione di sorveglianza sindromica sulla popolazione migrante ed attivando un dispositivo d’intervento e trasferimento in alto biocontenimento per pazienti colpiti da malattie altamente contagiose, unico a copertura delle rotte mediterranee. Nell’ intento di evitare inutili e costose duplicazioni per l’acquisizione di strumentazioni sanitarie altamente specialistiche, la Marina ha stipulato un accordo di cooperazione con il Corpo Militare della CRI che ha consentito l’imbarco di 257 uomini tra

medici e tecnici sanitari ma soprattutto ha rischierato a bordo delle UU.NN. maggiori e a MARISTAELI Catania dei dispositivi per la decontaminazione, il trattamento ed il trasferimento BIOMEDEVAC dei soggetti che devono essere mantenuti in condizioni di alto biocontenimento. Due nuclei assicurano la capacità di risposta 7/24 ad emergenze marittime, inseriti nel dispositivo di risposta nazionale alle emergenze sanitarie che fanno capo all’Istituto Spallanzani di Roma, ai Servizi di 118 e alle reti ospedaliere regionali della Puglia e della Sicilia. Grazie a questa sinergia con il Corpo Militare della CRI, la Marina ha affiancato l’Aeronautica Militare responsabile del trasporto strategico in biocontenimento, assicurando l’intervento nella delicata fase del “primo miglio” quando ogni errore potrebbe avere gravi conseguenze sulla salute pubblica nazionale. A quest’attività che impegna la Marina Militare, il Ministero della Salute ed il Corpo Militare corrisponde il riconoscimento di altissima professionalità ed affidabilità. Siamo orgogliosi e grati al Corpo Militare della CRI e alle altri Istituzioni che collaborano con la Marina condividendo sacrifici ed entusiasmo. Benvenuti a bordo

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Bentornata nave Euro D

814 ore di moto e 8.612 miglia di navigazione in Mar Mediterraneo, Oceano Atlantico e Mare del Nord: questi i numeri di oltre tre mesi di attività della fregata con la Nato di Cristopher Scarsella

opo circa 814 ore di moto e oltre 8612 miglia nautiche percorse, la fregata Euro è rientrata nella stazione navale Mar Grande di Taranto il 1° maggio scorso. Salpata dal porto pugliese lo scorso 19 gennaio, flagship del secondo Gruppo Navale permanente di Contromisure Mine della Nato (SNMCMG2) dal 28 dicembre 2014, l’unità è stata impegnata per oltre tre mesi in attività operativa e addestrativa nel Mar Mediterraneo, Oceano Atlantico e Mare del Nord. Oltre ad aver condotto varie esercitazioni NATO, impor-

Settembre 2008, la fregata Euro durante un’esercitazione di tiro antinave in un’immagine di repertorio.

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tanti sono stati il supporto all’operazione Active Endeavour e il contributo alla bonifica dei fondali da residuati bellici risalenti ai periodi delle guerre. Con il rientro a Taranto termina anche il periodo di comando italiano del gruppo navale permanente di contromisure mine alleato, assunto dal capitano di vascello Giovanni Piegaja il 19 giugno 2014 a Catania, alla presenza del contrammiraglio della US Navy Robert Kamensky, comandante del Nato Submarines Command. “Ambasciatori della cultura e della professionalità della Marina italiana nel mondo”, così sono stati definiti gli uomini e le donne di Nave Euro nel saluto all’equipaggio da parte del comandante del Secondo Gruppo Navale di Taranto, contrammiraglio Andrea Gueglio. Ora che la missione è compiuta, non resta che godersi un po’ di riposo e l’affetto di familiari e amici. Bentornati ragazzi!

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La nostra flotta ha una nuova FREMM di Cristopher Scarsella

A distanza di circa un anno dal varo, nave Carabiniere è stata consegnata alla Marina. L’unità è la quarta FREMM in dotazione alla squadra navale, la terza in versione antisommergibile.

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o scorso 28 aprile nave Carabiniere è entrata a far parte della flotta italiana, portando a quattro il numero di fregate europee multi-missione in dotazione alla squadra navale. L’unità, terza della serie in versione antisommergibile, è stata consegnata alla Marina Militare da parte di Orizzonte Sistemi Navali, prime contractor del programma italo-francese FREMM. Varata il 29 marzo 2014 negli stabilimenti Fincantieri di Riva Trigoso in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, la nuova fregata ha ultimato l’allestimento presso gli stabilimenti del Muggiano (La Spezia).Alla cerimonia di consegna, tenutasi a bordo del Carabiniere, hanno partecipato l’ammiraglio ispettore capo Stefano Tortora, presidente della commissione di collaudo e accettazione, l’ammiraglio ispettore Matteo Bisceglia, direttore generale degli armamenti navali, le principali autorità militari dell’area spezzina unitamente ai rappresentanti dell’industria privata. Nave Carabiniere è il simbolo dell’eccellenza dell’industria nazionale e le sue capacità le conferiscono un’elevata flessibilità di impiego e possibilità di operare in tutte le situazioni tattiche. Ha una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6700 tonnellate. Può raggiungere una velocità superiore a 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200 persone. Con la consegna alla Marina, il capitano di fregata Francesco Saladino ne ha formalmente assunto il comando. “Nei secoli fedele”, questo il motto della nuova unità da guerra che sarà al fianco dei marinai e degli italiani di oggi e di domani.

Stabilimenti del Muggiano (La Spezia), 28 aprile 2015. Nave Carabiniere entra a far parte della flotta italiana e il capitano di fregata Francesco Saladino ne assume formalmente il comando. Nella foto l’equipaggio della nuova FREMM schierato a prora.

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di C. D.

Ancora una volta lo spettacolo della vela è andato di scena a Livorno, ed è sempre il J24 La Superba a salire sul gradino più alto del podio

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on la cerimonia di chiusura del 3 maggio al Villaggio Tuttovela di Livorno è terminata la trentaduesima edizione del Trofeo Accademia Navale, che aveva avuto inizio nella giornata dello scorso 23 aprile. La mattina della chiusura è stata dedicata alla caratteristica parata navale, nella quale hanno sfilato le unità della Marina Militare Porpora ed Astice e le navi scuola a vela della Forza Armata Orsa Maggiore, Stella Polare e Corsaro II che, accompagnate dalle note della fanfara dell’Accademia Navale, hanno regalato uno spettacolo unico al pubblico accorso sulla Terrazza Mascagni. Nel corso della cerimonia, suggellata dal suggestivo ammaina bandiera a bordo dell’Orsa Maggiore, è stata decretata la classifica finale, facendo svanire ogni dubbio su chi potesse essersi aggiudicato i primi posti, combattuti fino all’ultima regata. Gli equipaggi di tutte le categorie, dalle classi Tridente, ai J-24, Snipe e Catamarani classe A – per un totale di 320 imbarcazioni – hanno mostrato tutta la propria capacità di dominare e trasformare in spettacolo anche giornate di vento debole. Andando per ordine, sono saliti sul podio: per la classe

Primo piano di due imbarcazioni della classe IRC-X35, di bolina con mure a sinistra, durante una delle prove del Trofeo Accademia Navale e città di Livorno.

Tridente l’equipaggio di Mancini, giovane allievo della Scuola Navale Militare “F. Morosini” di Venezia; per i J24 ha primeggiato ancora una volta “La Superba”, mentre per la classe Snipe e per i Catamarani sono stati premiati rispettivamente Enrico Solerio e Mirco Mazzini. Da non dimenticare anche il primo posto per le marine estere, aggiudicato dall’equipaggio della Royal Navy, ed il primo femminile, raggiunto dalle ragazze dell’Accademia Navale condotte dalla guardiamarina Giulia Burchielli. Da non dimenticare poi la pittoresca “Tuscany Regatta”, durata oltre 18 ore, al termine della quale hanno tagliato l’arrivo le barche “Andromeda”, “Seabiscuit” e “Scamperix”. Con la grande soddisfazione di aver assistito anche quest’anno ad uno spettacolo di grande sport e ad un momento di passione per il mare, non possiamo che salutare la trentaduesima edizione con l’augurio che la trentatreesima possa regalarci ancora una marea di emozioni e sensazioni.

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Ravenna, medaglia d’oro al Valor Militare e capitale italiana della cultura 2015 dal 2 al 10 maggio saluta i Marinai di ieri, oggi e domani Ravenna, 10 maggio 2015. Alcuni momenti del raduno nazionale dell’A.N.M.I., a destra il presidente nazionale, amm. sq.(r) Paolo Pagnottella; a seguire il palco delle autorità presenti alla cerimonia. (foto Bernardo Tortora).

XIX raduno A.N.M.I.

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di Rosario Naimo

a Marina guarda a voi come una componente vitale e insostituibile del suo stesso organismo. Questo giorno rappresenta un momento di concentrazione e di impegno volto al futuro e ai compiti che ci attendono”. Così l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di Stato Maggiore della Marina, ha salutato gli oltre quindicimila partecipanti al XIX raduno nazionale dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Ravenna. Marinai di ieri e di oggi, appartenenti alla Forza Armata ma anche alla marina mercantile, ai portuali, agli assistenti bagnanti

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“perché – ha sottolineato l’ammiraglio Paolo Pagnottella, presidente ANMI – anche loro fanno parte della gente di mare”. Gente di mare che ha sfilato con i caratteristici solini blu sulle spalle e con i nastrini gialli in petto per testimoniare la solidarietà ai fucilieri Girone e Latorre. Convegni e incontri per uno scambio di esperienze tra diverse generazioni e la promozione della cultura marinara. Eventi culminati con una mostra dell’Ufficio Pubblica Informazione della Marina, un concerto della banda musicale della Forza Armata e l’esibizione del Silent Drill della Brigata Marina San Marco.“Così manteniamo lo spirito di corpo e le tradizioni” hanno sottolineato i partecipanti al rendez vous, provenienti da tutta Italia, da Nord


Ravenna, 10 maggio 2015. Alcuni marinai “di ieri, oggi e domani” sfilano per le strade della città in occasione del XIX raduno nazionale dell’A.N.M.I.. con i caratteristici solini blu sulle spalle, accompagnati dai nastrini gialli sul petto in segno di solidarietà con i fucilieri Girone e Latorre la cui vicenda non si è ancora conclusa. (foto Gianluca Girolami)

a Sud, dal Veneto alla Calabria, dalla Lombardia e dal Piemonte fino alla Sicilia e alla Sardegna. Nonché dall’estero, da Stati Uniti, Canada e Australia. In tutto 15mila, e forse più, uniti dal motto “marinai per un giorno, marinai per tutta la vita”. Meno giovani (97 anni il più anziano) nel fisico ma giovanissimi nell’animo, e poi bambini e ragazzi che si sono avvicinati all’Associazione grazie alla neo costituzione del gruppo di volontari legato alla Protezione Civile. Sul palco d’onore, tra gli altri, anche ex capi di Stato Maggiore della Marina, quindi il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, e il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, che nei rispettivi interventi hanno ricordato l’importanza economica del mare e l’impegno della Marina Militare nell’assistenza e nel soccorso ai migranti nel Canale di Sicilia.

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La Grande Guerra 1915: l’apertura delle ostilità di Desirée Tommaselli foto: Ufficio Storico della Marina

L

’ingresso dell’Italia nel conflitto europeo scoppiato nel 1914 era idealmente finalizzato al completamento del processo di unificazione dei confini nazionali iniziato con le guerre d’indipendenza. Questo processo interessava sia il fronte terrestre, con l’annessione dei territori di lingua italiana, sia il fronte marittimo, con la riconquista dell’Adriatico e la ricostituzione, così, del Mare nostrum di romana memoria. La questione del dominio dell’Adriatico, che aveva ragioni di ordine politico, strategico e soprattutto di salvaguardia degli interessi nazionali, si identificava nell’immaginario collettivo dell’epoca con la “vendetta di Lissa”; letterati, artisti e giornalisti avevano fatto penetrare nel senso comune quest’immagine che, oltre a toccare le corde dell’orgoglio italiano, poneva in stretta continuità una futura guerra in Adriatico con l’epopea risorgimentale. Tra gli intellettuali e scrittori che più contribuirono a creare e divulgare i topoi letterari di Lissa e della rifondazione del Mare nostrum, Gabriele d’Annunzio ebbe certamente un ruolo di spicco. Nei suoi componimenti dedicati al mare e alla Marina, fin dagli anni ’80 dell’Ottocento, torna, come un musicale re-

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frain, l’ombra di Lissa che “oscura” l’Adriatico. "Sarà dunque eterna/la vergogna?" si domanda d’Annunzio che, però, conclude riconoscendo nella torpediniera della Marina il “vendicatore” della sconfitta della famosa battaglia navale del 1866. D’Annunzio apre il suo dramma politico La Nave con un’Ode all’Adriatico, vero protagonista dell’opera, che viene esaltato quale mare della Serenissima, mare di conquiste e mare “guerresco”. Lissa non riguarda solo la produzione letteraria di d’Annunzio ma

anche la sua esperienza di marinaio: il suo primo imbarco quale “lanciere di mare” cadde il 20 luglio 1915, giorno dell’anniversario di quella battaglia navale per cui la Marina dispose l’uscita dai porti di un gruppo di sei cacciatorpediniere, sospettando che il nemico scegliesse quella data simbolica per tentare un’incursione contro le coste italiane. Del resto il capo di Stato Maggiore della Marina austroungarica, ammiraglio Haus, era ben conscio del fatto che Lissa, come disse egli stesso, “per l’Italia ha una certa im-


A sinistra: Carlo Carrà, Guerra navale sull’Adriatico, inchiostro e collage su carta, Torino, collezione privata. L’opera, realizzata nel 1914, venne pubblicata come “disegno guerresco” dallo stesso autore nel suo volume Guerra – pittura, edito nel 1915.

In alto: Copertina de La Nave, tragedia in versi dedicata a Venezia e al suo dominio sull’Adriatico, scritta da Gabriele d’Annunzio nel 1907.

A destra: Carlo Carrà, Esplorazione aeroplano mare luna-2 mitragliatrici, “disegno guerresco” tratto dal volume Guerra – pittura

La questione dell’Adriatico ed il ruolo della guerra navale non poteva non essere ben presente agli intellettuali più sanguigni

bordo, i giovani non parlavano che della guerra sul mare, della loro guerra, la guerra che doveva vendicare la giornata di Lissa”. La questione dell’Adriatico ed il ruolo della guerra navale non poteva non essere ben presente agli intellettuali “più sanguigni”, tra cui il

portanza”; infatti, all’approssimarsi dell’apertura delle ostilità, ordinerà la dislocazione di un sommergibile davanti all’isola, temendo una sortita dei nuovi nemici. Il mito di Lissa percorre anche gli articoli dei numerosi corrispondenti di guerra imbarcati, come Arnaldo Fraccaroli che, da bordo nelle acque antistanti quest’isola, nell’agosto 1916, la definisce “Terra delle nostre rivendicazioni”, soffermandosi sullo stato d’animo dell’equipaggio: “… ognuno, anche il più modesto, si sente come investito d’una missione di vendicatore. Lissa! Sanno cos’è, sanno che cosa rappresenta.” Questa consapevolezza del personale della Marina trova conferma nella testimonianza del giovane Alberto Da Zara che, in Pelle d’Ammiraglio, ricorderà come, nella primavera 1915 “Sulla banchina torpediniere di Taranto, sul Corso dei Due Mari, al Circolo di Marina, a terra e a

futurista Carlo Carrà che, tra i primi “disegni guerreschi” del suo volume Guerrapittura -antecedente all’intervento italiano nel conflitto- pone quello intitolato Guerra navale sull’Adriatico, con il quale individua il teatro operativo del futuro conflitto sul fronte marittimo; ad esso segue

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Gabriele d’Annunzio (a sinistra) ed il tenente di vascello Giuseppe Miraglia, Capo Squadriglia degli idrovolanti della Piazza di Venezia. Il 7 ottobre 1915 sorvolarono insieme Trieste, lanciando sulla città proclami di incitamento e speranza alla popolazione.

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La guerra nei grandi mari ebbe un peso straordinario (anzi determinante ...) nelle sorti del conflitto

pagato proprio dall’Esercito. Pertanto, nell’immaginario collettivo il primo conflitto mondiale si identifica con la guerra di posizione, di trincea, oppure con la grande epopea degli Alpini, che prima del nemico sfidavano le forze della natura. Già l’ammiraglio Thaon di Revel, a pochi anni dal conflitto, dichiarava che “psicologicamente il popolo italiano è più che sensibile ai ricordi delle invasioni terrestri che non di quelle marittime”, e riassumeva, in poche battute, il ruolo strategico che invece aveva svolto la Marina nel “consolidare i propri traffici ed esaurire completamente quelli del nemico”.

Esplorazione aeroplano mare luna-2 mitragliatrici, ispirata all’Aviazione navale di recentissima costituzione (1913). “La nostra flotta, in caso di guerra contro l’Austria, dovrà operare principalmente in Adriatico”, scriveva il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Thaon di Revel, che, con la convenzione navale di Londra, ottenne per l’Italia il comando delle operazioni navali in quel mare. “Principalmente”, ma non esclusivamente: infatti, la protezione del traffico mercantile effettuata dalla Marina nel Mediterraneo garantirà i necessari approvvigionamenti alla Nazione, contribuendo decisamente all’esito favorevole della guerra. “La guerra nei grandi mari ebbe un peso straordinario (anzi determinante, secondo non pochi studiosi) nelle sorti del conflitto, permettendo l’alimentazione della guerra dell’Intesa in viveri, materiali e uomini e sottraendo risorse essenziali alla Germania e all’Austria”, sostiene il noto storico Mario Isnenghi che precisa, però, al contempo che “nei volumi dedicati alla guerra italiana non c’è spazio per la guerra sui mari: poche pagine quasi in appendice o il silenzio. Le grandi offensive e le centinaia di migliaia di morti della guerra di trincea suscitano logicamente più interesse e commozione delle operazioni navali, che appaiono meno drammatiche e meno importanti.” La pubblicistica dell’epoca, così come tutte le testimonianze di prima mano dalle trincee (lettere e diari) hanno contribuito a far identificare la Grande Guerra con la guerra dei Fanti; del resto il maggior tributo in termini di vite umane fu

Dell’opera della Marina si parlò poco durante il primo anno del conflitto, probabilmente per una scelta della stessa Forza Armata, dovuta all’alta valenza strategica del suo impegno. Furono i giornalisti imbarcati dal 1916 in poi a colmare questo silenzio e a portare alla ribalta le continue “esplorazioni accascianti” condotte sul fronte marittimo dalle unità leggere della Marina, sempre intente a cercare “la battaglia che il nemico non vuol dare”, a “molestarlo, a istigarlo, per scuoterlo…Ogni giorno, ogni notte – instancabilmente, sempre… Sono queste piccole siluranti, e i cacciatorpediniere


che si avventano lungo le coste nemiche, che spadroneggiano sul litorale conteso, che si infiltrano nei canali nemici vigilatissimi, che arrivano fino nel cuore dei porti ferocemente difesi, che sbalordiscono il nemico. Hanno un’insolenza beffarda. Sono gli «scugnizzi» del mare.” Thaon di Revel, come principale istruzione per l’apertura delle ostilità, aveva disposto che le migliori navi da battaglia fossero assolutamente risparmiate “per averle pronte a battersi col grosso austriaco” quando se ne fosse eventualmente presentata l’opportunità. Il 20 maggio 1915 la dislocazione del naviglio di guerra era già compiuta, con le navi maggiori concentrate nel porto di Taranto. All’apertura delle ostilità, che ebbero inizio alla mezzanotte tra il 23 ed il 24 maggio, i sommergibili erano dislocati in posizione di agguato nelle zone di possibile transito delle unità nemiche, prime tra tutte le acque antistanti il “capace, sicuro, formidabilmente difeso” porto di Pola, principale base della flotta austriaca. I dirigibili Città di Jesi (V1) e Città di Ferrara (M2) si alzarono in volo per compiere un’incursione su Pola mentre sulla medesima piazza dirigevano due idrovolanti della base di Venezia in missione esplorativa. L’aeronave P4 perlustrava dall’alto, a scopo difensivo, la Laguna e i cacciatorpediniere Zeffiro, Bersagliere e Corazziere partivano per colpire a sorpresa Porto Buso, Grado e Monfalcone. Carabiniere, Garibaldino, Lanciere, Alpino, Fuciliere mossero per un’esplorazione strategica mentre il sommergibile Argonauta, dislocato nelle acque di Ancona, si posizionava a contrastare l’eventuale attacco austriaco contro la città, la più indifesa dell’Adriatico. Nella base di Brindisi le unità italiane iniziarono a prendere il largo

fin dal pomeriggio del 23: i cacciatorpediniere Animoso, Audace, Ardito con l’obbiettivo di distruggere i sommergibili nemici e le loro basi nel Golfo del Drin, il Borea e l’Espero per rimorchiare fino a Cattaro i battelli Nereide e Velella, gli esploratori Quarto e Bixio in funzione di appoggio e ponte per le comunicazioni con le unità in posizione più avanzata, Agordat, Spica, Scorpione, Sirio, Saffo, Serpente per prendere posizione di vigilanza e blocco nel canale d’Otranto, il Libia, e il Città di Siracusa per tentare un colpo di mano contro l’isola di Pelagosa. Tutti gli altri esploratori, cacciatorpediniere e torpediniere restavano pronti a

L’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, capo di Stato Maggiore della Marina dal marzo 1913 fino all’ottobre 1915 quando assunse il Comando in Capo delle Forze Navali dell’Alto Adriatico e della Piazza di Venezia. Qui l’ammiraglio raffinò la strategia della guerriglia navale attraverso l’impiego combinato di mezzi aerei, navali e terrestri.

muovere mentre le torpediniere costiere svolgevano servizio di vigilanza. Dall’altra parte dell’Adriatico, l’ammiraglio Haus aveva programmato l’attacco simultaneo di alcuni punti della indifesa costa italiana, in modo da infliggere un terribile colpo morale al nuovo nemico. Due idrovolanti austriaci attaccarono Venezia mentre un terzo, scorte le unità italiane in navigazione verso Pola,

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Gli equipaggi delle torpediniere italiane: all’inizio del conflitto, prima che venissero impiegati i celebri MAS, la guerra insidiosa, d’assalto nei porti nemici fu condotta dalla Marina con le torpediniere siluranti.

Imbarco di siluri su un sommergibile italiano: l’insidia dei sommergibili e delle mine spinse sia la Marina italiana che quella austriaca, fin dall’inizio dell’ostilità, a preservare le grandi navi da battaglia all’interno dei porti e a mettere in atto incursioni a sorpresa contro le coste nemiche.

tornò alla base a riferire dell’arrivo. Il Città di Ferrara durante il volo verso Pola venne fatto segno di un nutrito fuoco di cannoni e, risposto

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all’attacco, rimase illeso. Durante il rientro in Italia, ingaggiò battaglia contro due torpediniere austroungariche che facevano fuoco contro Senigallia, costringendole a ripiegare. Sempre in difesa della costa italiana intervennero l’Aquilone ed il Turbine che distrassero l’austriaco Helgoland dal connoneggiamento

della città di Barletta. A seguito di quest’azione, il Turbine fu attaccato dall’Helgoland, il Tatra, il Csepel e, infine, il Lika. Affrontate le unità nemiche da solo, tenne loro testa per dare tempo agli incrociatori italiani di arrivare sulla squadra avversaria. Esaurite le munizioni, il Turbine si autoaffondò, venendo infine canno-


Locali interni di un sommergibile.

neggiato dagli avversari che furono raggiunti e colpiti dagli italiani Libia e Città di Siracusa. Fu questo uno dei pochi scontri tra le forze navali italiane e quelle austriache dell’intero conflitto, scontri comunque limitati agli elementi leggeri delle flotte competitrici. Perché, come disse Maffio Maffii, “sono

le grandi navi quelle che non navigano, o navigano poco. In questa guerra moderna di posizione che anche sul mare non ammette la vasta battaglia manovrata, l’urto classico in campo aperto, esse non hanno la bella parte.” Un altro combattimento, nel 1915, ci fu solo il 29 dicembre quando, per contrastare le operazioni a favore

dell’esercito serbo, l’Austria attaccò Durazzo con una squadra leggera che, raggiunta da una divisione navale di unità italiane e francesi, fu costretta a ripiegare, riportando danni alle proprie navi. Prima delle ostilità e nei primi giorni di azione “si poteva pensare che le due flotte avversarie, pur mantenendo

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in riserva le grandi navi da battaglia, avrebbero cercato subito – mediante gli incrociatori, gli esploratori, le corazzate più vecchie ed il naviglio silurante – di decidere con una serie di urti e di scontri a chi sarebbero rimasti il dominio dell’Adriatico e la libertà di navigazione in codesto mare”. Infatti nei primissimi giorni del conflitto gli esploratori e gli incrociatori austriaci bombardarono le città italiane della costa adriatica, inizialmente indifese e indifendibili. Questa strategia, però, “non si prefiggeva scopi tattici importanti e neppure insisteva per conseguire quelli che potevano occasionalmente presentarsi. Le sue scorrerie notturne non avevano obiettivi militari, ma politici e morali.” Era, insomma, una strategia da "comunicati stampa", come disse Da

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Cartina raffigurante la dislocazione delle unità navali italiane e austriache all’apertura delle ostilità, da Cronistoria documentata della guerra marittima italo-austriaca 1915-1918, Ufficio Storico della Marina.

Zara. Dato lo scarso rendimento militare di queste operazioni, a fronte del grosso rischio di perdere naviglio nello scontro con gli avversari o semplicemente a seguito di siluramento o impatto con mine, Haus ridusse la sua guerra marittima all’immobilità quasi assoluta, scoraggiato anche dall’iperattività della Marina italiana che, oltre a perlustrare continuativamente l’Adriatico, dal forzamento di Porto Buso dello Zeffiro all’alba del 24 maggio, sviluppò sempre più i metodi e i mezzi della guerriglia navale. Anche l’attacco delle coste italiane venne


Varo del minisottomarino A1, La Spezia, 17 ottobre 1915; l’ammiraglio Thaon di Revel sostenne sempre le costruzioni nuove e sperimentali che potessero risultare utili alla conduzione del conflitto: nel 1915, infatti, furono sperimentati e commissionati dalla Marina i primi MAS per la difesa delle coste italiane e l’attacco di quelle nemiche, vennero introdotti i treni armati per la difesa del litorale nazionale adriatico e furono varati i minibattelli classe A per la vigilanza foranea dei principali porti e basi adriatiche.

Sbarco di profughi serbi a Brindisi: dal dicembre 1915 al febbraio 1916 la Marina protesse l'esodo dell'Esercito e del popolo serbo traendo in salvo centoquindicimila profughi.

scemando con l’introduzione dei treni armati della Regia Marina (il primo fu attivo dal settembre 1915), fino ad esaurirsi completamente. Persino il successo dell’affondamento dell’incrociatore italiano Amalfi si ritorse contro gli austriaci che, pensando di non doversi imbattere “più sulle vie del mare coi marinai dell’Amalfi ebbene: se li sarebbero trovati di contro nelle battaglie di terra”. “Da una sciagura nacque un portentoso organismo di guerra”: gli uomini dell’incrociatore italiano furono infatti trasformati in pochi giorni “da puntatori di bordo a bombardieri di «doline»” 120 marinai furono inquadrati in due compagnie che presero il nome di 284ª Batteria Amalfi destinata a Romans d’Isonzo. Una terza, dal 20 luglio 1915, venne inviata sul Monte San Michele dove, con il nome di Gruppo Amalfi, tenne le posizioni avanzate di Straussina e Peteano. Le sole azioni condotte tra il settembre e l’ottobre 1915, nel cuore della guerra sul fronte terrestre del Carso, valsero agli uomini dell’Amalfi la concessione di 3 Medaglie d’Oro e 19 Medaglie di Bronzo al Valore Militare. Di fatto si erano ricostituite le forze da sbarco della Marina. Impegnata in azioni offensive e difensive sul mare, in cielo e a terra, la Forza Armata chiuderà il primo anno di guerra con un intervento umanitario di grande portata, immortalato nelle fotografie, nelle cronache e nelle opere pittoriche dell’epoca: il salvataggio dell’Esercito e del popolo serbo.

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svolti nella piscina Palanuoto Slutiidisono Torino i campionati italiani assodi nuoto per salvamento validi PRILE

anche come selezione per i campionati europei assoluti che si svolgeranno a Cardiff in Gran Bretagna dal 1 al 7 agosto prossimo. La manifestazione prevedeva dieci prove in due giorni (6 individuali e 4 staffette) con 322 atleti di 56 società per un totale di circa 800 presenze. I nostri atleti si sono dimostrati all’altezza della situazione, soprattutto il comune di 1^ classe Samantha Ferrari, che si è classificata terza nei 100 metri manichino con pinne, con l’eccellente tempo di 57.23 secondi.

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l sottocapo della Marina Antonino Barillà si è aggiudicato la medaglia ld'oro nella specialità Double Trap du-

rante la terza Coppa del Mondo ISSF di tiro a volo, a Larnaca, Cipro. Dopo le serie di qualifica, è giunto finalmente nella finale per l'oro, nella quale superava 29 a 27 il guatemalteco Enrique Brol. Con quest'ultimo risultato, dopo essersi laureato nel 2014 campione del mondo a squadre, vice campione del mondo Individuale, e dopo aver ottenuto il pass per le Olimpiadi di Rio de Janeiro in programma nel 2016, il sottocapo Antonio Barillà conferma di essere atleta di punta della Marina e della Nazionale italiana di Tiro a Volo.

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l tenente di vascello ANF (abilitato IMarina anfibio) Jacopo Orsoni della Brigata San Marco si è diplomato al AGGIO

termine del corso Expeditionary Warfare School presso l'università di Quantico in Virginia. L'istituto è un riferimento non solo per i marines statunitensi, ma anche per tutte le nazioni che vantano nelle proprie forze armate una componente anfibia e che vogliono mantenere il proprio strumento militare al passo con le nuove minacce. Centro di studi e di formazione, la Marine Corps University è composta al suo interno da numerose strutture con il compito di formare gli ufficiali dei marines per tutta la loro carriera .

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el porto dell’isola di Ventotene la N nave scuola Corsaro II ha dato il via all’operazione Delfini Guardiani, in AGGIO

collaborazione con l’associazione Marevivo, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani nei confronti delle problematiche ambientali per la salvaguardia dell’ambiente marino e del proprio territorio. Nel frattempo Le navi scuola a vela Orsa Maggiore e Stella Polare hanno visto salire a bordo un totale di 76 giovani visitatori presso La Maddalena. Il progetto di educazione ambientale prevede l’imbarco degli studenti, Delfini Guardiani, con l'obiettivo di sensibilizzarli al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente e del mare.

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AGGIO

'imbarcazione Antares vince il XX Lganizzato trofeo Challenge amm. Francese, ordal Club Nautico Versilia.

La sezione velica della Marina MIlitare di Livorno sale sul gradino più alto del podio, aggiudicandosi il prestigioso premio. Un totale di 27 imbarcazioni (14 ORC e 13 Open) si sono sfidate per circa 65 migli, accompagnate da un costante e debole vento di maestrale. Lasciati a sinistra l’isola del Tino e lo Ship Light di Livorno, alle 23:32 l’imbarcazione ANTARES (IMX 40 - S.V.M.M. - Sezione Velica di Livorno) ha tagliato la linea d’arrivo davanti a Viareggio.

14 M

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resso la sede del Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera, la bandiera delle corvette Minerva e Sibilla è stata ammainata per l'ultima volta, dopo oltre 25 anni di attività. Salutate da 21 salve di cannone, le due bandiere di combattimento sono sbarcate per essere consegnate dall’ultimo comandante di entrambe le corvette, il capitano di corvetta Fabio Pinturo nelle mani del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi. Questi, a sua volta, le ha riposte nei rispettivi cofani, che saranno conservati nel museo Sacrario delle bandiere presso l’Altare della Patria, a Roma.

di Pasquale Prinzivalli


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del GOS neutralizzano Ibaiapalombari una bomba d’aereo nelle acque di Vallugola (Pesaro). ll Gruppo Ope-

rativo Subacquei, di stanza al nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Ancona, ha svolto con successo un'operazione di bonifica di un ordigno esplosivo a 3 metri di profondità nel porticciolo turistico. L'ordigno, classificato come bomba d'aereo italiana della 2^ Guerra Mondiale, dal peso complessivo di 500 chili, era stato segnalato alle autorità marittime da un subacqueo civile che si era immerso in quella zona lo scorso aprile.

17 M

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nche quest'anno la partecipazione A della Difesa alla più importante rassegna internazionale dell'editoria

(Salone del Libro di Torino) si è conclusa con un bilancio assolutamente positivo. È stato infatti confermato il successo della formula, ormai consolidata, che vede la presentazione delle novità editoriali e multimediali di tutte le forze armate in una manifestazione ricca di appuntamenti, convegni e dibattiti. In tutto questo la Marina ha presentato le nuove pubblicazioni edite dall'Ufficio Storico, con una buona partecipazione da parte del pubblico intervenuto con interesse alle conferenze su argomenti storici della nostra Forza Armata. Lo stand è stato visitato soprattutto da tanti giovani, i quali si sono avvicinati al mondo della Difesa grazie anche alla presenza, per la prima volta, di un'area dedicata alle innovazioni della comunicazione digitale della Difesa. La 28ª edizione del Salone è stata anche l’occasione in cui la Marina ha presentato il libro “La scelta di Catia”, edito da Mondadori, esposto sia nella sala blu del Salone sia allo stand della Difesa. Un libro autobiografico quello del comandante Catia Pellegrino, che ripercorre i suoi quattordici mesi di comando su nave Libra, arricchito da flashback e ricordi familiari, per descrivere al lettore l'importanza della sua 'scelta'.

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17 M

è svolta a Roma la 16ª edizione Sdi idella Race for the Cure, la maratona beneficenza per la raccolta fondi AGGIO

contro i tumori al seno. Una gara di 5 Km per sensibilizzare alla prevenzione e alla conoscenza sulle cure delle neoplasie femminili: questo lo spirito con cui hanno partecipato le signore dell'associazione Tre Emme (Mogli Marina Militare) e il personale della Marina. La partecipazione all’evento ha voluto lanciare un messaggio di speranza nei confronti delle donne che ogni giorno combattono con coraggio la malattia, esprimendo loro solidarietà e sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione.

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AGGIO

n occasione del centenario della Itecipa Grande Guerra, anche la Marina paralle iniziative per ricordare il

conflitto mondiale. Dopo il successo della due giorni di Open House Roma, in cui è stato registrato un alto flusso di visitatori, la sede centrale della Marina Militare si è mostrata ancora al pubblico. Dal 24 maggio al 2 giugno, Palazzo Marina è stato eccezionalmente aperto con ingresso gratuito. Oltre a visitare lo storico edificio progettato da Giulio Magni, nipote di Valadier, i numerosi ospiti hanno avuto modo di vedere la mostra fotografica dal titolo "La Grande Guerra sul mare". Palazzo Marina è un imponente complesso che si estende per 31.000 mq, di cui 11.500 coperti. Il propileo d'ingresso, che si affaccia sul Lungotevere, è arricchito dalle ancore di due corazzate austriache: la Viribus Unitis, affondata durante la Prima Guerra Mondiale, e la Tegetthoff, preda bellica consegnata all'Italia nel 1919 e smantellata nel 1925 a La Spezia. Per celebrare i cento anni dal Primo Conflitto Mondiale, dunque, la Marina non poteva scegliere una cornice storica e ricca di tradizioni più affascinante e significativa della sede del suo Comando.

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Palazzo Marina apre al pubblico di Elena Bruno

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ra le maestose bellezze della città, non poteva mancare per valore artistico e importanza storica Palazzo Marina, simbolo della Marina Militare italiana. A guardia dell’edificio, progettato dall’architetto Giulio Magni nel 1912, sono collocate le monumentali ancore di due corazzate austriache: la Viribus Unitis, affondata durante la prima guerra mondiale, e la Tegetthoff, preda bellica consegnata all’Italia nel 1919. Elementi e manufatti relativi alla storia del nostro Paese ritornano con forza durante tutto il tour guidato di Palazzo Marina. Ne è un esempio il motto “Memento Audere Semper”, coniato da Gabriele D’Annunzio a seguito della “Beffa di Buccari”, fatto proprio dalla Marina ed inciso su una facciata del palazzo che dà sul cortile d’onore. Lo

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9 e 10 maggio: Open House Roma, tour guidato attraverso la storia della sede dello Stato Maggiore Marina

scalone principale è il cuore monumentale di tutta la struttura interna: qui salta agli occhi la forte impronta barocca dell’architetto Magni, ripresa anche dai dettagli scolpiti nel marmo, come il particolare delle onde del mare della prima rampa; vi è inoltre una commistione di marmi, provenienti da tutta Italia, dal bianco di carrara al botticino. Proseguendo ancora si giunge alla Sala dei Marmi, un tempo denominata Sala del Ministro, all’interno della quale si prendevano importanti decisioni militari. La sala è inoltre illuminata da grandi finestrature che affacciano sul Lungotevere. Palazzo Marina ospita diversi stili architettonici, dal repertorio Liberty romano a quello ispirato all’arte di Michelangelo che primeggia nei corridoi dell’edificio. L’attenzione però è sempre rivolta alla

Vai alla notizia web sul sito: www.marina.difesa.it

vita marinara, soprattutto per quanto riguarda la biblioteca dell’edificio, fiore all’occhiello della forza armata. I ripiani della sala, disposti su due ballatoi e affiancati dalla caratteristiche scale a chiocciola, ospitano testi risalenti anche al ‘500. La realizzazione della biblioteca è stata curata dal vetraio veneziano Umberto Bellotto, che ne ha rifinito ogni dettaglio, dalle balaustre di ferro e rame in cui ritorna il simbolo dell’ancora, ai velieri intarsiati nelle grate delle librerie e dei termosifoni. Il tema marinaro oltre che nelle maniglie delle porte a forma di cavalluccio marino, è ripreso anche nei maestosi lampadari, che contengono dei simboli legati agli astri, di fondamentale importanza nella storia della navigazione. Un itinerario dunque che raccoglie le nostre più antiche tradizioni.



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TORNATI ALLA VITTORIA di Mino Milani disegni di Bajef dal Corriere dei Ragazzi n째 45 del 5 Novembre 1972

Allegato al numero di Maggio 2015 del Notiziario della Marina

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Il Notiziario, dopo l’allegato “Attacco ai Dardanelli” proposto lo scorso numero, ripropone un’altra pagina della storia, dal titolo “Tornati alla vittoria” pubblicata sul Corriere dei Ragazzi nel 1972. Questa preziosa ristampa è stata resa possibile grazie alla concessione della famiglia Ivaldi, titolare dei diritti di pubblicazione.

Florenzo Ivaldi e Hugo Pratt in una foto dell’epoca.










Aonzo e Rizzo, in posa con Gori, protagonisti dell’impresa di Premuda del 10 giugno 1918.


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Allegato al numero di Maggio 2015 del Notiziario della Marina


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