Notiziario Marzo 2013

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Sommario Editoriale

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Intervista al Rettor Maggiore

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Messaggio del Rettor Maggiore Lettera dell’Ispettore Formazione

Pastorale Giovanile

Animazione Vocazionale

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Direttore Responsabile

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Registrazione: Tribunale di Catania N. 15 dell’11-04-2008

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Animazione Missionaria/VIS» Associazioni

Famiglia Salesiana

Momenti di Famiglia Dalle case salesiane Guardando altrove Da ricordare

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e m e i s i n n n I a 40

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La redazione augura Buona Pasqua

Felice Bongiorno

Redazione

Felice Bongiorno (coordinatore redazionale) Edoardo Cutuli Domenico Luvarà Giovanni Mazzali Marcello Mazzeo Antonino Rubino

Collaboratori

Vittorio Castiglione Domenico Paternò Salvatore Spitale Andrea Strano Antonio Villari

Direzione e redazione

Via Del Bosco, 71 - 95125 Catania Tel. 095 336369 Fax 095 339720 E-mail: insieme@sdbsicilia.org Sito web: www.sdbsicilia.org

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Scuola Grafica Salesiana Catania-Barriera

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In copertina Città del Vaticano: Foto di Papa Francesco.

(© Osservatore Romano)


Editoriale “Ma, lo ami veramente? Non è possibile! Nessuno al giorno d’oggi è in grado di amare un’altra persona. Sono tutti così occupati ad essere innamorati” (D. H. Lawrence, Lady Chatterley). La frase paradossale e provocatoria di Lawrence mi offre lo spunto per indagare esistenzialmente su alcuni aspetti dell’amore. Ho conversato a lungo con una ragazza la cui esistenza è stata improvvisamente trasformata dalla consapevolezza di essere incinta, sforzandomi soprattutto di capire che cosa sinceramente provasse di fronte ad un fatto inatteso e sconcertante a seguito di un rapporto non completo. La conoscenza profonda e l’amicizia hanno rappresentato il sottofondo del dialogo, ma, al di là del fatto specifico, mi sono sforzato di verificare come funzioni l’amore, quali meccanismi mentali giocano quando la comunicazione è fisica, in che misura ed a quale stadio amare comporti fare l’amore. Mi ha soprattutto colpito l’ammissione di N. di non sentire più quell’attrazione verso il suo ragazzo, che la portava a non poter stare lontano da lui, a dovergli telefonare spessissimo, di avvertire piuttosto il desiderio di un certo distacco, il bisogno di starsene per conto suo per riacquistare la pace, riflettere e capire. Mi sono nuovamente sentito incalzato da una situazione contraddittoria e paradossale, verificata già in contesti umani ben diversi: solo l’esperienza sofferta, spesso per errore, irresponsabilità o un falso concetto di libertà, costringe i giovani a non essere superficiali, a calarsi dentro la vita per denunciarne i miraggi e apprezzarne i valori, al di là degli slogan e della cultura di massa. E la constatazione si trasforma immediatamente in un interrogativo per il quale stento a trovare una risposta: a che serve allora lo sforzo di educazione dei genitori e degli educatori, se il pedagogo più convincente sembra essere solo un’esperienza traumatica, se non addirittura compromettente? Insieme

Sono certo di condividere questo interrogativo, che talora si vive nell’angoscia, con tanti genitori, che nonostante gli sforzi più onesti, non riescono più ad instaurare un rapporto ragionevole coi figli. Ma riprendiamo il filo del discorso. Mi rendo conto di quanto sia arduo tentare, dico almeno azzardare, una lettura il più umana possibile della sessualità, nel clima di ossessione erotica, che caratterizza la nostra società contemporanea, senza tuttavia rischiare di ribadire sterili principi o peggio di scadere nel moralismo, che spesso si gingilla con i costrutti, ma non ama affrontare la realtà. Credo poco all’amore platonico, inteso come rapporto esclusivamente spirituale, perché avverto che l’amore tra due persone è sempre in qualche modo fisico: nasce da uno sguardo, che è esperienza fisica e, sempre, ai livello più diversi, si esprime con un linguaggio in cui è coinvolto il corpo: un abbraccio, una carezza, una stretta di mano, un bacio... Gli stessi sentimenti che esprimono la nostra identità spirituale, debbono essere trasferiti in un universo umano corporeo, che li esprime e li verifica. Ciò premesso, procederò per gradi e per successive suggestioni. 1. Ci sono linguaggi svariati: alcuni mi sono perfettamente comprensibili e quindi mi coinvolgono, stimolano la mia reazione, la mia risposta. Altri mi sono del tutto estranei, mi sfiorano, non suscitano comunicazione perché del tutto incomprensibili. L’espressione dei più delicati sentimenti nella lingua birmana, mi lascia del tutto indifferente, semplicemente perché non conosco e non capisco l’idioma in cui il mio interlocutore si sta esprimendo. Potrei anche fare l’errore di pretendere di capire lo stesso, interpretando maldestramente gesti o sguardi, rischiando di dover poi gestire situazioni imbarazzanti o addirittura compromettenti.

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Il linguaggio della sessualità è complesso e pretendere di capirlo al volo rischia di essere un atteggiamento imperdonabile. Se sei ancora fondamentalmente egoista, per esempio, e quindi non hai mai amato alcuno veramente al di fuori di te stesso (pur senza esserne necessariamente consapevole), a livello sessuale potrai essere capace soltanto di un monologo. Tu parli, ti esprimi, ti senti gratificato, forse ti senti anche realizzato, ma tutto ciò comunica, costruisce qualche cosa? E chi avrebbe dovuto dialogare con te, che stato d’animo vive? Forse, e non sempre lo si capisce, è stato come un dialogo tra sordi, ognuno ha comunicato solo col proprio io, l’amore non si è espresso ed è stato mortificato. 2. Ammiro i giovani che umilmente accettano di imparare, di mettersi alla scuola dell’amore, di non dare tutto per scontato, di confrontarsi, di ammettere i propri sbagli e soprattutto di non bruciare le tappe. È vero che i modelli dominanti presentano preadolescenti ed adolescenti che hanno, o dicono di aver regolari rapporti sessuali, che si scambiano disinvoltamente parter... ma spesso questa è una realtà fittizia o deviante, che poi genera traumi, disillusioni e potrebbe anche compromettere la crescita e la maturazione dell’amore. 3. L’atteggiamento a cui facevo cenno sopra richiama ad un altro aspetto che ritengo fondamentale: nel gestire la propria maturazione affettiva è importante farsi guidare da chi ha esperienza e saggezza di vita per costruirsi un personale quadro di riferimento, una scala di valori che motivino e illuminino le scelte quotidiane. Ricordo che qualche tempo fa alcuni giovani, con molto candore, ma anche con molta determinazione, mi dissero che avevano deciso di dissociarsi dalla Chiesa perché la Chiesa aveva una posizione rigida nei confronti dei rapporti prematrimoniali. Discutemmo a lungo ed io cercai in tutti modi di farli riflettere sulla necessità di avere delle convinzioni personali, che li guidassero a capire ciò che davano per scontato e scontato non era. Ci

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sono verità scolpite dentro di noi che, scoperte e vissute nelle piccole e nelle grandi cose, riempiono di contenuto il nostro vivere. Senza punti di riferimento e forti convinzioni molti giovani rischiano, sulla loro pelle, di essere vittime del proprio disorientamento e del proprio libertinaggio. 4. La ragazza di cui ho parlato all’inizio, tra le altre cose mi disse che aveva deciso di tenere il bambino e di non sposare il ragazzo che l’aveva messa incinta. Del bambino, a cui avrebbe dato il suo cognome, non avrebbe potuto disfarsi per i suoi principi e le sue convinzioni, quanto al suo fidanzato, preferiva non sposarlo ora, perché se l’avesse fatto sarebbe stato per un motivo contingente e non per amore. Il discorso fila ed ha certamente una sua logica, ma, a pensarci bene lascia anche tanti punti interrogativi. Perché si sospendono le previsioni di matrimonio? Si tratta di verificare l’amore. E prima non c’era l’amore? Come definire il rapporto tra lei e il suo ragazzo? Non si volevano veramente bene prima? Che cosa ha fatto sì che la situazione cambiasse repentinamente? Provo a dare una risposta schematica: l’improvvisa responsabilità, non voluta, non cercata e probabilmente non supposta ha in effetti cambiato le carte in tavola, esigendo una verifica dell’amore e quindi anche del piacere sentimentale e sessuale sperimentato. In altre parole: la responsabilità derivata dalle loro scelte, forse non del tutto consapevoli, è divenuta automaticamente un test del loro amore e del loro rapporto, magari di tante cose che prima si davano per scontate ed ora non lo sono più. Elaborando: un linguaggio sessuale maturo e consapevole deve poter esprimere un sentimento autentico, che si avvia, nel confronto con la vita, a diventare amore circostanziato e responsabile. Forse Clifford, il malinconico protagonista di Lady Chatterley, pensava anche a queste cose... D on Gian ni Mazz ali Insieme


Messaggio del Rettor Maggiore

Andate e testimoniate la gioia della fede

Imparate ad essere felici diventando discepoli di Cristo e missionari dei giovani. Lettera di Don Bosco ai Giovani del MGS Carissimi Giovani, con questa lettera vorrei avvicinarmi a tutti e a ciascuno di voi. Vorrei comunicarvi l’affetto grande che ho per voi e dirvi il sogno costante che custodisco nel cuore: che possiate essere pienamente felici, portando dentro di voi tutta la pienezza dell’umanità del Signore Gesù ed esprimendo nella vostra vita un’adesione piena e testimoniante ai valori del Vangelo. Vi scrivo in un tempo in cui si parla molto di Nuova Evangelizzazione. In molti dei nostri paesi Dio sembra essere diventato uno sconosciuto, una persona di cui si può fare a meno. Proprio per questo, oggi, risuona più forte il comando di Gesù: «Andate e fate discepoli tutti i popoli… Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19.20). La missione che Gesù ci indica è un terreno carico di sfide, ma anche fecondo di grandi opportunità. Essa costituisce un provvidenziale anello di congiunzione tra l’invito pressante di Benedetto XVI rivolto alla Chiesa universale, affinché viva con intensità questo anno della fede, e il cammino che la nostra Famiglia Salesiana ha iniziato verso il Bicentenario della mia nascita. Permettetemi di dirvi che anche allora i tempi erano difficili. Valdocco era una vera terra di missione… Con tutto ciò però la sentita presenza di Gesù e di Maria nelle fatiche del servizio educativo colmava di gioia il mio cuore. Da quella terra di missione, come tutti voi ben sapete, sono partiti molti giovani missionari per evangelizzare popoli e terre lontane. Giovani cresciuti nell’oratorio, che hanno scritto sublimi pagine di stoInsieme

ria, donando generosamente la loro vita per l’educazione, la promozione umana e l’evangelizzazione di molte generazioni di giovani. Questa storia di fedeltà e generosità, Cari Giovani, continua oggi con tutti voi ed è una sfida per voi. In questo libro mancano le pagine che solo voi potete scrivere. Questa è la vostra ora! L’insegnamento di Gesù risuona ancora ai nostri giorni, con la stessa forza: “Datevi da fare non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna” (Gv 6,27). L’interrogativo posto da quanti lo ascoltavano è lo stesso che risuona dentro di noi, oggi: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?” Conosciamo la risposta di Gesù: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che egli ha mandato” (Gv 6,29). L’opera di Dio in voi è quella d’essere discepoli che accolgono con amore la Parola di Dio, e in essa incontrano Cristo Gesù. Essere apostoli che la trasmettono gioiosamente è la vocazione di ogni cristiano. La fede, infatti, cresce nel momento che ci rendiamo disponibili per trasmetterla ad altri. Evangelizzare è la vostra vocazione, Cari Giovani! Evangelizzare significa mettere nella pasta un lievito capace di cambiare la mentalità e il cuore delle persone e, attraverso di esse, le strutture sociali, in modo tale che siano più consone al disegno di Dio. Non si tratta di un’attività intimista; evangelizzare è sprigionare una vera rivoluzione sociale, la più profonda, l’unica efficace. Per evangelizzare è necessario avere un motivo: essere “innamorati” di Dio, aver fatto esperienza della sua amicizia e della sua intimità. In questo processo, l’attenzione si deve concentrare innanzitutto sul nostro cuore. Esattamente lì dove si formano i pensieri e le scelte: il cuore deve essere sgombro da inquinamenti. Ciò richiede trasparenza, capacità di ritornare in se stessi e di mettere a nudo, davanti al Signore, le motivazioni più ve-

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re dei nostri comportamenti. La verità dei gesti richiede purezza delle motivazioni. La voglia di comunicare la Buona Notizia nasce dalla sovrabbondanza del cuore di una persona che è stata afferrata da Gesù: una persona profondamente integrata e unificata attorno all’unico amore di Dio. Si tratta di un amore unico perché centrale, unico perché ha la precedenza su tutti gli altri affetti del cuore. Puro di cuore è l’autentico cercatore e testimone di Dio. Colui che al di sopra d’ogni cosa, con tutto se stesso, cerca il Regno di Dio e la sua giustizia. Ricordando la mia vita vi devo dire che fin da giovane al Signore chiedevo una sola cosa: “Da mihi animas! Dammi da lavorare per Te, per la salvezza dei giovani!”. Prima, dunque, che il vangelo occupi la vostra mente e sia causa delle vostre fatiche, dovrà essere accolto nella vostra vita e dovrà diventare la sorgente della vostra gioia. Gesù non affida il suo vangelo a chi non gli ha dato la propria vita. Solo dei discepoli autentici possono essere degli apostoli credibili. Il mondo giovanile, lo sapete bene, è terra di missione esigente. Uscite, dunque, dal vostro minuscolo, angusto e asfissiante guscio. Entrate nel vasto mondo di Dio. Egli vi spalanca le porte di una grande missione, affinché possiate uscire da voi stessi e trovare i grandi spazi, perché possiate andare al largo verso nuovi orizzonti, quelli per i quali siete pensati e sognati da Dio. Questi orizzonti non sono necessariamente lontani da voi. Dio vi chiama, soprattutto, a tradurre e ad incarnare la vostra fede nel quotidiano, in quella ferialità che, se non corroborata

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dalla luce della risurrezione, è capace di stritolare il cuore dell’uomo. Molti giovani, lo sapete assai bene, non “abitano il proprio cuore”, vivono “distrattamente”. Sono attirati da mille cose; si incamminano su mille sentieri e, soprattutto, sono tiranneggiati e asserviti a mille signorie. Abitano “altrove”, dappertutto, ma non nel cuore, con la conseguenza di non rendere possibile l’incontro con Dio che si realizza, invece, proprio in questo luogo così prezioso, così personale e così segreto: il cuore. Nel cuore di ogni persona, infatti, esiste una ferita, un dolore grande che chiede di essere ascoltato, compreso, guarito. Per questo Gesù ha bisogno anche oggi di discepoli capaci di ascoltare il cuore della gente, specialmente dei giovani. Discepoli capaci di comprendere nelle loro gioie e nelle loro paure, una voglia, non sempre espressa, di accostarsi a lui e di incontrarlo. Soltanto il discepolo che ha un rapporto profondo con il Signore Gesù può cogliere, tra quanti lo cercano, chi desidera veramente condividere la sua esperienza di Dio. Il discepolo che segue Gesù è chiamato a facilitare l’incontro con Lui di quanti vogliono vederlo, conoscerlo, amarlo. Questa è una missione delicata e meravigliosa, e se non lo fate voi, cari giovani, chi presenterà a Gesù i sogni e i bisogni dei vostri compagni, dei vostri amici? Chi farà vedere loro Gesù? Tocca a voi indicare ai vostri amici Gesù come la luce che illumina di senso la loro ricerca, come la via che conduce al cuore del Padre, come la verità che riscalda il cuore per vivere la vita con passione. Voi siete il fuoco di una nuova Pentecoste, che brucia e contagia tanti altri vostri amici. Insieme potete lottare per la libertà lì dove manca, per la pace lì dove è minacciata, per la giustizia lì dove è calpestata, per la solidarietà lì dove è più necessaria. Voi potete essere la coscienza critica della società in cui vivete. Alzatevi dunque, uscite dal cenacolo e andate, perché il mondo ha bisogno di voi. Ma ricordatevi sempre che solo il Cristo è capace di guarire e bonificare le lacerazioni profonde e sofferenti del cuore dei giovani. Quindi, perché questo incontro risulti feInsieme


condo, si deve accettare di fare un particolare cammino: è necessario passare dall’ammirazione alla conoscenza, e dalla conoscenza all’intimità, dall’intimità all’innamoramento, dall’innamoramento alla sequela e all’imitazione. L’incontro iniziale si trasforma infine in un vero incontro, quando Gesù “si lascia vedere” e la sua Parola mette a nudo il cuore dell’uomo, liberandolo da percezioni mascherate, falsate di Dio, da una visione non corretta di se stessi, degli altri, degli eventi. È ciò che è accaduto ai due discepoli di Emmaus (Lc, 24, 13-35). Camminavano con il volto triste e il cuore deluso perché avevano vissuto insieme a Gesù e la convivenza aveva svegliato in loro le migliori speranze. Invece la sua morte in croce aveva sepolto tutte le loro aspettative e la loro fede. Lungo il cammino Gesù si fa compagno di viaggio condividendo tristezza e amarezze e, allo stesso tempo, svelando il senso dell’accaduto rileggendo loro le Scritture. Misura il suo passo ad una paziente e sofferta ricerca, aprendo con gradualità gli occhi della loro mente e del loro cuore all’intelligenza del suo mistero, della storia e del mondo. La loro ricerca è sincera, ma i loro occhi per contemplare il Risorto si aprono solo quando Egli ripete il gesto che meglio Lo identifica: “spezzare il pane”. Tale scoperta è frutto della loro ricerca, ma sarebbe stata impossibile senza la spiegazione delle Scritture e l’offerta di un segno da parte di Gesù. Soprattutto è un dono: essi “lo riconobbero”, perché Gesù “si fece riconoscere”. Il riconoscimento di Gesù nell’ospite è il momento culminante dell’incontro, ma non è l’ultimo. C’è un passo ulteriore che manifesta la fecondità dell’incontro personale con Gesù, quello che ci porta dalla comunione alla missione, dall’esperienza personale – “ci ardeva il cuore” – alla testimonianza – “fecero ritorno a Gerusalemme dove trovarono gli Undici riuniti”. I discepoli tornano al luogo dove si svolgeva abitualmente la loro vita, ma con occhi nuovi e un cuore nuovo. Anche voi, miei Cari Giovani, non potete vivere la vostra fede da solitari. La nostra salvezza sta al di fuori di noi stessi; non la Insieme

troviamo nella scienza o nella economia o nella politica, ma solo in Gesù Cristo, morto e risorto per noi. Tornate, dunque, con occhi nuovi e cuore nuovo nel luogo dove Gesù, oggi, si fa presente ed abita: la Chiesa. Incontrate la comunità dei credenti, di coloro che confessano Gesù come loro Signore, la famiglia dei suoi discepoli, di coloro che condividono con Lui vita e missione. Cari Giovani, può darsi che molte cose, nel contesto umano della Chiesa vi deludano. Può anche darsi che vi sentiate incompresi, non presi sul serio. È vero, la Chiesa a volte ci delude, a volte ci turba, ma sempre ci affascina, perché è una realtà i cui confini passano dentro di noi, perché è un abbraccio di una madre su di noi, il luogo visibile della nostra identità, la zona di incontro con il Dio di Gesù Cristo e con gli uomini compresi come nostri fratelli e sorelle. Ascoltate, perciò, le parole di un padre che ha sofferto, ma ha sempre amato la Chiesa: No, Cari Giovani, non separatevi dalla Chiesa! Nessuna realtà è così ricca di speranza, di compassione, di amore. Essa non invecchia mai: la sua giovinezza è eterna. È la continuazione, la dimora, la presenza attuale di Cristo, luogo dove egli dispensa la grazia, la verità e la vita nello Spirito. Vi spezza il pane della Parola e vi offre i doni preziosi dei sacramenti, in particolare la Riconciliazione e l’Eucaristia. Senza l’esperienza che sta in essi, la conoscenza di Gesù risulta inadeguata e scarsa. Essi sono la memoria vera di Gesù: di quello che egli compì e opera ancora oggi per noi, di quello che significa per la nostra vita. Nella Riconciliazione sperimentiamo la bontà di Dio che è sorgente della nostra libertà interiore e ricostruisce e perfeziona il tessuto della nostra vita: si aprono gli occhi ad una nuova creazione e vediamo quello che possiamo diventare secondo il progetto e il desiderio di Dio. È il sacramento del nostro futuro, anziché del nostro passato di peccatori. Nell’ Eucaristia, che la comunità cristiana giornalmente celebra, viene imbandita una duplice mensa, dove il credente corrobora la propria vita e si nutre dell’unico Signore che è Parola e Corpo spezzato. Nella Scrittura e nell’Eucaristia, la

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Chiesa riconosce, accoglie e assimila il Corpo del Signore e si edifica essa stessa come tale. A questi doni che vi vengono offerti dalla Chiesa come grazia dovete unire un atteggiamento costante di contemplazione e preghiera. La contemplazione, che si fa preghiera, è rimanere aperti a tutta la pienezza che il Padre vuole effondere nei vostri cuori, attraverso il suo Santo Spirito. Per voi oggi, evangelizzatori ed educatori dei giovani del terzo millennio, la Parola proclamata e condivisa, contemplata nella preghiera, è indispensabile per crescere nella fede. Fede che deve farsi ascolto del grido dei poveri, degli abbandonati, degli esclusi, e tradursi in gesti di carità concreta, che rendano visibile Dio, il Suo Amore. È in questo amore, ricevuto gratuitamente, che si fonda l’urgenza di evangelizzare. Solo da un grande amore può scaturire una grande passione per la salvezza degli altri e la gioia di condividere la pienezza di una vita radicata in Gesù. Chi ha incontrato il Signore non può stare in silenzio: lo deve proclamare. Restare zitti significherebbe ucciderlo una seconda volta. Andate, dunque, Cari Giovani discepoli di Cristo, e mostrate al mondo che la fede porta una felicità e una gioia vera, piena e duratura. Nel Bicentenario della mia nascita, voglio rinascere con voi per continuare a fare dei giovani la ragione della mia vita, la preziosa eredità che mi è toccata in sorte, la mia missione. Con voi voglio amarli con quello stesso amore che possiamo attingere al cuore del Buon Pastore. Questo è possibile, anche se le condizioni sociali e culturali sono cambiate. Come è mia consuetudine, non farò ricorso a forme astratte o teoriche o ideologiche, bensì a quella pedagogia della bontà che pone l’educazione in un incessante processo di adattamento, di conversione umana, spirituale, pastorale, sapendo accogliere tutti i mutamenti, ma riportandoli alle ragioni più vere e profonde della crescita umana e della maturazione cristiana. Sono sempre più convinto che l’educazione è una cosa di cuore, o meglio, che il cuore deve essere educato, perché nell’amore i giovani giocano la loro vita.

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Nell’anno della fede voglio essere con voi in questa stupenda missione che coinvolge tutta la Chiesa. A ciascuno di voi dico le stesse parole che ripetevo ai miei giovani di Valdocco: “Uno solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità”. Perché siate felici e la Buona notizia della salvezza sia accolta da tutti, studiate di farvi amare. Perché il mondo creda e credendo si salvi, studiate di farvi amare. Perché cadano i muri della divisione, dell’incomprensione, dei pregiudizi e del rifiuto della Chiesa, studiate di farvi amare. Perché tu, giovane credente e missionario di Cristo, perché possa essere felice, ritenuto credibile e autorevole, studia di farti amare! Insieme, per i giovani, saremo annunciatori miti e coraggiosi del Vangelo, per la fede e con amore. Così vi sogno miei Cari: “giovani per i giovani”, compagni di Gesù e suoi testimoni, pieni di entusiasmo per tutto ci che è la vita, ma profondamente radicati nella vita del Signore Gesù. Affido di cuore queste mie parole, come dono del Bicentenario, a Maria Madre di Gesù. A Lei che “ha creduto all’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45), e ha consegnato se stessa a Dio, per amore del Figlio e dei figli. Maria, ispiratrice e sostenitrice della nostra Famiglia, ridesti il cuore filiale che dorme in ogni uomo, l’uomo nuovo, e il popolo nuovo, la Chiesa. Cari Giovani, Maria Immacolata Ausiliatrice vi dia il senso vivo di Cristo, un grande amore apostolico per comunicare le ricchezze del suo mistero, l’intelligenza creativa e la competenza pedagogica per educare i vostri amici alla fede in Cristo. Sarà questo, per voi, il modo di rispondere alle sfide della Nuova Evangelizzazione. Maria, la Madre di Gesù, la nostra cara Madre, interceda perché sia sempre credibile la nostra testimonianza di credenti e di educatori. Vi benedico, vi do l’appuntamento per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio do Janeiro, a metà luglio, e vi saluto abbracciandovi tutti con affetto di padre, di fratello ed amico. Valdocco, 31 Gennaio 2013

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Intervista al Rettor Maggiore

“Abbiamo una vocazione globale ma le nostre radici sono a Torino”

Il Rettor Maggiore: Torino il punto di riferimento per ogni salesiano. Don Pascual Chavez Villanueva, 65 anni, è nato in Messico, nella città mineraria di Real de Catorce. Dal 2002 è Rettor Maggiore dei Salesiani e governa una congregazione di oltre 15 mila membri diffusa in tutto il mondo. In questi giorni sarà a Torino in occasione della celebrazione, il 31 gennaio, della festa di Don Bosco. Don Chavez, qual è oggi il peso di Torino n el l a co ng re g az io n e dei s al esi an i ? «Torino rappresenta sempre le nostre radici, è il nostro punto di riferimento». L ei è nat o in Mes sico, un luogo molto lon tano. Come se la immaginava Torino, che c os a r ap p r e se nt a va p e r v oi s a le s ia ni de l mondo? «Ho avuto occasione di dire che in un certo senso ogni salesiano si sente torinese. Perché questa città ha per noi un significato carismatico, è il luogo della Casa madre, sono le nostre radici». E pp u re è u n f a t t o ch e ri sp et t o a l l e o r i g i n i , oggi la vos tra c ongre gaz ione è mol to m eno t ori noc ent ric a . L a v ost ra c as a g ene r al izia è a R o ma e vo i sie t e orm ai di f f usi i n t u t t o i l mondo. «Una delle prime iniziative di don Bosco subito dopo la nascita della congregazione fu quella di aprire centri anche fuori da Torino e dal Piemonte. I primi furono insediati in Veneto. Poi, presto, iniziarono le missioni fuori dall’Italia. Dal 1875 ad oggi ne sono state aperte 143, più di una all’anno. Come vede, la vocazione per così dire globale del Salesiani è anch’essa nelle nostre radici». Torino sta vivendo un momento di transi z i o n e. C i co n s e n t a u n pa ra g o n e c h e n o n v uol es se r e i rr iv er e nte : a nc he vo i, c om e si t em e p oss a far e la gr and e indus tria , l asc er e Insieme

te qu i u n imp ortan te pre sidio m a sp ostere t e a lt r ov e i l v o s t ro b a r ic e n t ro ? «Ci sono delle tendenze della storia che più o meno tutti seguono. Oggi non solo i Salesiani ma tutta la Chiesa si stanno radicano nelle aree emergenti del mondo dove anche le vocazioni crescono. È naturale che questo avvenga ed è logico che quelle aree acquistino peso. Ma questo non finisce certo per mettere in discussione il radicamento storico della Chiesa in Europa e dei Salesiani a Torino». Che cosa significa che a Torino i Salesiani m an te n g o n o l e l o r o ra d i c i ? «Significa che questo è il luogo dove tutta la famiglia Salesiana è chiamata a venire in pellegrinaggio, a respirare i luoghi carismatici di don Bosco. Per questo già dal 2012 abbiamo iniziato il triennio di preparazione al bicentenario della nascita del Santo. E già dallo scorso anno migliaia di persone sono arrivate a Torino da tutto il mondo a visitare i luoghi salesiani». C h e co s a ac c ad r à n e l 2 0 1 5 ? «Una parte delle celebrazioni sono già state definite, altre verranno messe a punto più avanti, altre ancora verranno decise dal mio successore: il mio incarico scade nel 2014 e io non sono più rieleggibile. Per il novembre del 2014 stiamo organizzando un convegno mondiale a Roma sulle missioni salesiane e sull’attualità del carisma di don Bosco. Si sa già che nel 2015 ci saranno grandi appuntamenti a Torino per i salesiani provenienti dai cinque continenti». Tanti “torinesi” che vivono lontano da Valdocco? «In un certo senso possiamo dire così». Paolo Griseri Da: La Repubblica, Torino 29 gennaio 2013.

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Lettera dell’Ispettore

Una sfida impegnativa: educare i giovani alla fede oggi

Cari Amici, è bello poter riprendere il contatto con voi, ormai alle porte della Santa Pasqua. In questi ultimi due mesi abbiamo vissuto avvenimenti che hanno fatto la storia e ci hanno coinvolti come persone e come credenti. La rinuncia al ministero petrino dell’attuale Papa emerito Benedetto XVI è stato un evento che ci ha evidentemente colti di sorpresa. L’avvenimento impensato ha generato in noi sentimenti di tenero affetto, di simpatia, di ammirazione per il coraggio indomito di un uomo mite e schivo. Lo abbiamo seguito passo passo negli ultimi giorni del suo pontificato ed ora serbiamo nel cuore per lui tanta riconoscenza e gratitudine per il bene fatto alla Chiesa e a ciascuno di noi. Ora siamo nella gioia per l’elezione del nuovo Papa... Lo Spirito Santo, attraverso il discernimento del collegio cardinalizio, lo ha donato come nuovo nocchiero della barca della Chiesa. Abbiamo pregato e preghiamo per lui perché con la sua forza e il suo amore sappia confermarci nella fede e gli esprimiamo, come figli di don Bosco, tutta la devozione che fu così caratteristica nel nostro Padre. Vi propongo in questo numero pasquale di “Insieme” una riflessione sulla grande ed impegnativa sfida di educare alla fede i giovani oggi. È un piccolo contributo alla riflessione sul tema dell’educazione che ci vede impegnati in questo secondo anno di preparazione al Bicentenario della morte di don Bosco. Don Juan Vecchi, ottavo successore di don Bosco scriveva alcuni anni fa: “Una voglia di oratorio percorre le chiese italiane.

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Fatti recenti in alcune diocesi e programmi per l’immediato futuro in altre lo confermano. Riscoperta tardiva, ultima speranza di ristabilire il contatto con la «massa dei ragazzi» o risposta a una nuova domanda educativa?”. Sono passati dieci anni circa e il panorama che abbiamo di fronte agli occhi sembra profondamente cambiato. Possiamo ancora parlare di “voglia di oratorio”? E gli anni trascorsi hanno portato ad una rinascita e ad un rilancio degli oratori? Certo l’orizzonte di osservazione è molto ampio e si potrebbe facilmente cadere in generalizzazioni che non documentano poi fedelmente la realtà che intendiamo analizzare. Voglio partire prima da alcuni dati che mi vengono offerti dall’ultimo rapporto IARD 2004 sulla fede del giovani. “Se Benedetto Croce all’inizio del ‘900 affermava che “non possiamo non dirci cristiani”, dei giovani cristiani dell’inizio del XXI secolo si potrebbe dire che “non possono non dirsi cittadini del mondo”. Infatti l’appartenenza cristiana dei giovani contemporanei si inserisce all’interno di una pluralità di forme di appartenenza diverse, con le quali è chiamata continuamente a confrontarsi. I giovani del 2000 frequentano una scuola più laica di un tempo, associazioni e gruppi sportivi e culturali con valori e principi educativi differenti, organizzazioni di volontariato con motivi ispiratori a volte contrapposti. Anche chi non partecipa a particolari realtà associative è soggetto ogni giorno ad un bombardamento culturale che propone messaggi, modelli di comportamento e stili di vita fortemente differenziati e, all’interno dei quali, la dimensione del sacro è sostanzialmente assente. La secolarizzazione delle società contemporanee, quindi, non solo va nella direzione di una scissione tra ambito religioso e Insieme


ambito non religioso, ma vede una costante contrazione del primo (ridotto sempre più ad una generica dimensione morale e alla frequenza di riti la cui collocazione spaziotemporale è ben delineata) e una sua maggiore frammentazione, che deriva dal confronto e dalla conoscenza con visioni del mondo e stili di approccio al sacro diversi da quelli tradizionali (si pensi allo sviluppo anche nel nostro paese di costumi legati a religioni orientali o ad orientamenti new age). Pur all’interno di uno scenario di questo tipo, che rappresenta la lente necessaria per poter interpretare i comportamenti e gli atteggiamenti delle giovani generazioni, i dati presentati evidenziano come l’appartenenza religiosa sia ancora in grado di spiegare in maniera convincente alcune differenze di comportamento e di atteggiamento, soprattutto all’interno dei contesti etici e delle relazioni umane. Allo stesso tempo, tuttavia, è altrettanto evidente come, anche tra i cattolici più partecipi ed impegnati, l’influenza dei modelli comportamentali dominanti è estremamente forte e riesce a mettere in discussione i principi etici e le indicazioni di comportamento offerte dalla stessa chiesa cattolica. Così se i non religiosi hanno fatto propri alcuni principi (quali ad esempio il rispetto per l’altro) che sono alla base della morale cattolica, i giovani religiosi, di fronte ad una situazione concreta, fanno riferimento ai modelli pragmatici dello stile di vita laico (fortemente accattivanti ed immediatamente spendibili) che richiedono un minore impegno nella rielaborazione e nella applicazione al caso particolare dei principi generali fondanti il proprio credo. La preminenza dell’importanza del contesto relazionale su quello istituzionale conferma ulteriormente come le forme tradizionali di partecipazione siano in crisi e necessitino di una profonda riflessione su quelli che sono gli scopi e gli obiettivi che si volevano perseguire attraverso di esse. La dimensione centrale della vita sociale dei giovani italiani, infatti, è quella della relazione all’interno del piccolo gruppo, in cui tutto può essere rinegoziato e ridefinito in Insieme

uno scambio informale, faccia a faccia, in cui l’unico elemento veramente essenziale è la certezza dell’accettazione affettiva dell’altro. Le regole e i modi di vivere la religione (così come accade per gli altri ambiti della vita quotidiana) sembrano dettati quindi più dal contesto di appartenenza che da una scelta razionale dell’individuo. Le forme della religiosità giovanile appaiono dunque frammentate, espressione di una pluralità di stili che, se da una parte evidenziano la tendenza verso la costruzione di una religione bricolage, dall’altra parte manifestano anche la difficoltà che incontrano le forme tradizionali di trasmissione della fede a rispondere alle sfide di un mondo che cambia. La stessa tensione verso il sacro non è sopita, ma sicuramente è assai confusa”. Questo spaccato della fede del giovani oggi ci consente di evidenziare alcune sfide che ci interpellano oggi. 1. La società giovanile si contraddistingue per un pluralismo di idee e di comportamenti che caratterizza in modo tutto particolare l’ambiente secolarizzato in cui oggi viviamo sia nella grandi città che nelle cittadine e negli stessi paesi. Si tratta di una cultura (intesa come modo di vivere e di pensare) che tende ad omologare i comportamenti e ad annullare le differenze. Basta accennare al fenomeno dell’abbigliamento, del linguaggio, dell’accesso ed utilizzo dei media, degli stereotipi settimanali, per rendersi conto di ciò. 2. Un fenomeno indotto riguarda la disponibilità da parte dei giovani ad intraprendere esperienze che, ad una valutazione oggettiva, sono decisamente contraddittorie. L’esposizione a stimoli, provocazioni ed esperienze sessuali indiscriminate e precoci, la disponibilità a fruire di stupefacenti e di bevande alcoliche, la tendenza ad abbigliarsi in modo libero e provocante e nello stesso tempo la frequentazione di un gruppo parrocchiale o oratoriano, la disponibilità a fare animazione dei più piccoli, la disinvoltura a comunicarsi, l’ostentazione di atteggiamenti di spiritualità e di preghiera.

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FORMAZIONE

3. Un terzo elemento che mi permetto di segnalare sono indubbiamente le molteplici offerte del consumismo che fa presa in modo tutto particolare, anche se non esclusivo, soprattutto sui bambini, ragazzi e giovani. I fenomeni a cui accennavo sopra derivano in qualche modo anche dalla facilità con cui la società consumistica mette a disposizione delle masse tutta una serie di “beni”, che caratterizzano e condizionano il ritmo sia ordinario che straordinario della vita dei ragazzi e dei giovani. Basta accennare all’internet, all’ipod, al facile accesso ai centri commerciali, ai luoghi di raduno giovanili per capire l’incidenza sul comportamento che l’accesso a determinati beni di consumo ha sulla popolazione giovanile.

più felice, più sicuro. Si vanno invece accentuando fenomeni come il rischio e la devianza al punto che vi sono studiosi che affermano che il preadolescente medio oggi è fondamentalmente in una situazione di rischio. Rischio di cadere vittima di bande violente, di gruppi di iniziazione agli stupefacenti, di compagnie equivoche dal punto di vista dei comportamenti sessuali. Nel prossimo numero intendo completare questa riflessione presentandovi gli snodi fondamentali della riflessione del CG23 sullo stesso tema. La Pasqua ci illumini e ci rafforzi nella nostra missione di educatori della fede nei contesti più diversi. Vi saluto con affetto e vi auguro ogni bene.

4. Da quanto detto sopra non consegue un ragazzo o giovane medio più realizzato,

Incontro direttori delle comunità La domenica 10 e il lunedì 11 febbraio i direttori delle comunità si sono incontrati a Montagna Gebbia per una ulteriore tappa nel cammino di formazione permanente, per affrontare il tema “onesti cittadini” e per un approfondimento con due consulenti sul tema del Modello Organizzativo. Nel pomeriggio di domenica, accompagnati dal Sig. Paladina, sono intervenuti l’Avv. Salvo Palmeri e il Dott. Antonino Capobianco. I due consulenti sono stati incaricati da don Aldo Ballistreri di accompagnare le comunità nell’implementare l’applicazione del Modello organizzativo, verificandone l’effettivo impiego e non soltanto la formale assunzione. L’Avv. Palmeri ha fornito un quadro di riferimento partendo dal Decreto 231 del 2001 per evidenziare la struttura della responsabilità amministrativa dell’Ente di riferimento, distinguendo appunto tra responsabilità personale e responsabilità amministrativa dell’ente stesso. Il fatto che si sia adottato un Modello organizzativo signi-

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fica che l’ente ha adottato misure di prevenzione e pertanto declina tutta una serie di responsabilità sia civili che penali. L’Avv. ha affermato che una attenta analisi del Modello organizzativo che abbiamo adottato ha dimostrato che tale modello necessita urgentemente di una implementazione, in quanto risultano carenti l’identificazione e la definizione delle procedure. È necessario procedere inoltre alla separazione e definizione più specifica delle funzioni e dall’altra parte l’organismo di vigilanza deve monitorare la effettiva applicazione dello stesso modello. Sarà pertanto necessario avviare un percorso formativo per mentalizzare la conoscenza delle procedure da applicarsi. Nel suo intervento il dott. Capobianco ha sottolineato che l’attività che si dovrà intraprendere non è né semplice né rapida. Il loro ruolo di consulenza è quello di “facilitatori”. Si dovrà fare tutti lo sforzo di definire le procedure, frammentare le responsabilità e sanzionare fatti non conformi alle procedure. Il Modello organizzativo non può riInsieme


Insieme

– una processualità finalistica: un percorso educativo illuminato e orientato alla fede. Nella seconda parte del suo intervento Mons. Pennisi ha illustrato un “power point” sul tema di don Bosco educatore. Molto interessante è stato il dialogo che si è intrecciato tra i direttori e il vescovo che ha toccato i seguenti punti: la formazione politica dei laici, talvolta non visibile nelle diocesi, la distanza dei giovani dalla politica a causa dei comportamenti discutibili di alcuni membri della scena politica ed anche per l’imperante cultura individualista. Si è anche riflettuto sul linguaggio di alcuni documenti della CESI, vedi ad esempio il documento “Amate la giustizia” ed anche sul fatto che è l’interpretazione di politica come occupazione del potere e non come servizio che andrebbe messa in discussione. Si è anche affrontato il tema dell’assenteismo, generato, secondo il parere del vescovo, da una politica basata sul rapporto clientelare. Secondo il messaggio di don Sturzo è importante il rapporto tra cultura e politica, come movimento dal basso. In effetti, si è sottolineato, l’antipolitica ci interpella come Chiesa e ci spinge ad approfondire il dibattito pubblico sul tema della parità e quindi di sacrosanti diritti che devono essere rispettati e non di privilegi che seminano il discredito. Si è anche accennato al fatto che nell’Italia odierna la voce pubblica della Chiesa è fondamentalmente “clericale”, in quanto i media danno credito ad ecclesiastici di vertice e non ad interlocutori laici. Non è mancato un cenno al rapporto, fondamentale per il carisma salesiano tra educazione ed evangelizzazione e alla fatica che si percepisce, anche presso alcuni vescovi, nell’affrontare la catechesi di tipo iniziatico, basata appunto sull’integrazione fede e vita. Non poteva mancare un accenno alla politica di don Bosco quella del Padre nostro, la politica di un popolo, di figli e di cittadini. Do n G ia n ni Ma z za l i

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FORMAZIONE

dursi ad essere un fatto documentale, ma deve essere reso vivo ed efficace, grazie alla effettiva ed efficace consapevolezza di tutti. Il tema dell’aggiornamento è richiesto anche in riferimento a nuovi reati per i quali è necessario definire procedure e responsabilità: reati ambientali e reati di corruzione. Nell’interessante dialogo successivo si è sottolineata la necessità di formalizzare le procedure, realizzando anche i cambiamenti amministrativi richiesti. Sarà necessaria molta interazione e collaborazione, ma soprattutto l’intervento di persone esterne che possano essere operative e facilitare le procedure e i cambiamenti che si rendano necessari. Nella seconda parte della serata i direttori sono stati intrattenuti dall’ispettore, da don Edoardo Cutuli e da Don Rubino su alcune iniziative ed eventi che scandiscono la vita della comunità ispettoriale. Tale parte informativa è stata completata il lunedì in tarda mattinata da don Marcello Mazzeo su alcuni punti riguardanti la Pastorale Giovanile. Gran parte della mattinata di lunedì 11 è stata caratterizzata dall’intervento di Mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina e Arcivescovo nominato di Monreale, che ha intrattenuto i presenti sul tema “Onesti cittadini”. Nella prima parte del suo intervento il vescovo ha presentato un’opera del vescovo Mons. Mario Sturzo intitolata “Problemi di filosofia dell’educazione” (1930). In tale opera il pensatore siciliano presenta don Bosco come modello di educatore presentandolo come “genio dell’educazione”. Nell’opera si sottolinea che il metodo di don Bosco è incarnato nella prassi educativa del santo, nella quale si fondono e di dipanano il mondo dell’educatore e dell’educando. L’educazione è in sè un processo costituito da riflessione e azione con tre fondamentali caratteristiche: – una processualità integrale: una educazione in costante movimento tra riflessione ed azione; – una processualità etica: una educazione basata sull’esercizio delle virtù;


FORMAZIONE

In co ntro Co mm ission e regio nal e de ll a Fo r m azi on e

giscono fra loro in modi diversi secondo la situazione di ogni Ispettoria. Il primato del carisma, della passione Nel mese di gennaio 2013 si è riunita la educativa e del senso di appartenenza che si Commissione Regionale della Formazione vive nelle Comunità Fraterne dell’Ispettoria (CRF) a Roma per riprendere il cammino determina il quadro organico delle Opere dopo gli Stati Generali della Formazione cenelle quali si svolge la missione salesiana, lebrati l’anno precedente. non al rovescio. Ci si è soffermati specialmente sulla siIl confronto e la ricerca in ordine a tale tuazione del Prenorealtà che è in atto viziato nella Regionel Capitolo IspetProssimi appuntamenti ne, sugli studi accatoriale chiede il 2 aprile: demici nei vari Stumassimo coinvolgiAssemblea Capitolo ispettoriale. dentati, ed in partimento di ogni con8 aprile: colare all’UPS. fratello per giungere Chiusura visita straordinaria. È stato un con25 aprile: ad una visione conFesta ispettoriale con anniversari fronto schietto e codivisa delle prospet(2011-2012 e 2012-2013). struttivo anche se tive future del26-27 aprile: sono rimasti molti l’Ispettoria. Capitolo ispettoriale. aspetti da chiarire e Anche con i Ticoncordare sul Prerocinanti si è affronnoviziato per giungere ad una ulteriore pretato tale tema ed è stato per loro un grande sentazione di questa realtà alla CISI. impulso alla loro crescita nel senso di apparPer gli studi accademici vi è stata la pretenenza alla Congregazione e al carisma sasenza chiarificatrice del Decano della Facollesiano. tà della Teologia e della Filosofia. Essi hanDo n A ntoni no Rubino no fatto un quadro della situazione delle loro Facoltà con aspetti di valore ed anche di fatica. Ci si è ripromessa una condivisione In co n tro i n cari cati di Pr en ov iz iat o più stretta ed attiva. Giorno 11 dicembre 2012, presso la caInfine si è fatta una programmazione sa di Venezia-Mestre, si è tenuto l’incontro dettagliata dei vari incontri estivi del settodegli incaricati di Prenoviziato della regione re formazione, per la preparazione alla ProItalia-Mediorente: l’incontro è stato orgafessione Perpetua (1° e 3° fase), per i Quinnizzato per poter riprendere le fila di un quennisti e per l’Incontro dei Formatoti a ficammino iniziato l’anno precedente. ne giugno e primi di luglio. In modo particolare è stato un momento per poter conoscere ed incontrare i nuovi Incontro dei Tirocinanti e responsabili della formazione a livello nazionale: il neo ispettore delegato della CISI, d e i Q ui nqu enni sti don Roberto Dal Molin e don Guido Errico, Nel mese di febbraio vi sono stati gli inda quest’anno coordinatore regionale per la contri previsti dei Tirocinanti e dei Quinformazione. Naturalmente non sono mancaquennisti con don Frisoli. ti gli interventi e gli scambi riguardanti le Ambedue gli incontri sono stati un intebuone prassi consolidate all’interno di ciaressante confronto con il Visitatore sulla viscuna ispettoria e alcuni orientamenti di sione che ogni Salesiano deve avere in ordifondo che guidano le esperienze di ciascun ne alle prospettive future della Congregazioprenoviziato. Indubbiamente è stato un forne in particolare in Sicilia. te ed intenso momento di fraternità salesiaSi è chiarificato il rapporto fra CARIna condito da quello spirito di famiglia tipiSMA - OPERA e COMUNITÀ, che interaco del nostro carisma.

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Insieme


Diario di Bordo della PG

Il nuovo anno 2013 è iniziato con la tradizionale esperienza del Meeting Adolescenti svoltasi a Isola delle Femmine dal 3 al 5 gennaio con la partecipazione di 230 adolescenti che hanno realizzato un percorso formativo sul senso della vera gioia. Nelle pagine successive troverete un articolo di approfondimento dell’evento. Dal 10 al 13 gennaio a Roma Pisana si è svolto un incontro nazionale di Pastorale Giov an i l e insieme a tutti gli ispettori di Italia si è cercato di dare uno sguardo generale alle varie dimensioni della PG riflettendo su alcuni delle principali risorse e delle prospettive, soprattutto sul tema dell’animazione vocazionale. Il 20 gennaio a Palermo Gesù Adolescente e Santa Chiara si è tenuto l’Harambée ispettoriale sul tema del cammino della fede in Africa. Nelle pagine successive troverete un articolo di approfondimento dell’evento. Il 26 e 27 gennaio si è tenuto il II incontro del GR Leader, itinerario spirituale e vocazionale per ragazzi/e della scuola media. Gli incontri, come sempre, hanno avuto luogo contemporaneamente in 3 località per facilitare la partecipazione dei ragazzi: ad Alcamo per le province di PA e TP, a San Gregorio per le province di ME, SR e CT, a Montagna Gebbia per il centro Sicilia. Il tema formativo dell’incontro è stata la figura di Giuseppe d’Egitto. Il 2 e 3 febbraio si è svolto il II incontro del GR Ado, itinerario spirituale e vocazionale per ragazzi/e della scuola superiore. Gli incontri, come sempre, hanno avuto luogo contemporaneamente in 3 località per facilitare la partecipazione dei ragazzi: a Palermo Gesù Adolescente, a San Gregorio e a Montagna Gebbia. Gli incontri prevedono il pomeriggio del sabato una lectio su un brano biblico, per questo incontro sul tema della preghiera, mentre la domenica mattina si affronta una catechesi salesiana sullo stesso tema del sabato per aiutare i partecipanti a veInsieme

dere come il tema della preghiera è stato vissuto e attuato nella vita dei santi salesiani e nella spiritualità salesiana. Momento centrale e molto partecipato è l’adorazione serale. Partecipano a questo percorso circa 150 adolescenti. Il 9 e 10 febbraio a Roma Sacro Cuore si è celebrata la Consulta Nazionale MGS Italia che vede la partecipazione dei delegati di PG, delle consigliere di PG e di 2 giovani rappresentanti di tutte le ispettorie. Tema principale dell’incontro è stata la preparazione del Confronto Nazionale che si vivrà a Torino dal 10 al 16 agosto. Il 19 febbraio si è svolto il quiz don Bosco che questo anno ruotava attorno alla vita dei 3 giovani scritta da don Bosco: Domenico Savio, Michele Magone, Francesco Besucco. Il quiz è stato realizzato in 4 luoghi: Catania, Gela, Messina e Palermo e ha visto la partecipazione circa 200 ragazzi divisi in 3 categorie: elementari, medie, biennio. Per i ragazzi del triennio e per i giovani è stato avviato un concorso artistico che prevedeva tre possibilità: composizione di un elaborato scritto, creazione di una canzone, realizzazione di un video. Sia per il quiz che per il concorso trovate nelle pagine successive i nomi dei vincitori. Il 2 e 3 marzo si è svolto il 3° e ultimo incontro del GR Leader sul tema dei discepoli di Emmaus.

é Isola delle Femmine (PA): Meeting Adolescenti.

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PASTORALE GIOVANILE

Esperienze Ispettoriali


PASTORALE GIOVANILE

Con il tema “Al pozzo della samaritana” sono stati realizzati gli esercizi spirituali per adolescenti (Casa Tabor dall’8 al 10 marzo) e esercizi spi rituali per giovani (Casa Tabor e Acireale dal 15 al 17 marzo). Tra fine febbraio e marzo sono state realizzate le prime riunioni di commissione per preparare il pel legrinaggio dell’Ur é Casa Tabor: EE.SS. per giovani - 15-17 marzo 2013. na in Sicilia. Vivremomento in poi si avvieranno i lavori di mo questo importante evento spirituale e coinvolgimento e di riflessione con ogni carismatico dal 1 al 20 novembre 2013. La paese e città che accoglierà il passaggio delmacchina organizzativa è stata avviata. Dopo la preparazione di una prima bozza di l’Urna, in modo da avere, prima dell’estate, percorso, tutte le comunità sono state invitail programma dettagliato dell’evento. te a dare il loro apporto e il loro contributo P ro s si m i a p p unt a m en ti per migliorare l’ipotesi elaborata. Il 5 aprile, nel prossimo incontro della commissione, si 7 aprile: Festa Ragazzi; accoglieranno i contributi che arriveranno 20-21 aprile: Incontro unificato GR Ado, dalle varie comunità e si definirà il programDiscernimento, Scelta (San Gregorio); ma del pellegrinaggio dell’Urna. Da quel 7 maggio am: Consulta zonale MGS – Centro Sicilia; 15 maggio am: Consulta zonale MGS – Catania; 15 maggio pm: Consulta zonale MGS – Messina; 16 maggio am: Consulta zonale MGS – Palermo; 3 giugno am: Verifica ispettoriale “settore oratorio – parrocchia”; 31 luglio – 3 agosto: Pellegrinaggio Torino (II media – II superiore) – 1° fase iscrizione 15 aprile; 10-16 agosto: Confronto Nazionale (dal III superiore in su fino ai 26 anni) – 1° fase iscrizione 15 aprile. é Acireale: EE.SS. per giovani - 15-17 marzo 2013.

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Do n M a rc e l lo M a zz e o Insieme


Meeting Adolescenti 2013

Dal 3 al 5 Gennaio 2013 si è svolto il 6° e 7° Meeting Adolescenti dal Tema “Una vita da sballo” presso Hotel Saracen Isola delle Femmine (PA). Sono state varie le dinamiche, gli interventi, le testimonianze, i laboratori, i lavori di gruppo e le preghiere che hanno coinvolto circa 250 adolescenti dai 14 ai 18 anni. Attraverso queste dinamiche particolari i ragazzi sono stati accompagnati in un percorso da “sballo” suddiviso nei tre giorni: “Cos’è la felicità per te e per noi” con dei video, lavori in gruppo, momento dinamica della Discoteca. Il secondo giorno si è passatti “ Alla ricerca della vera felicità” attraverso laboratori di musica, poesia, il rapporto con le persone, con il tempo, con il lavoro, l’adorazione. Il terzo giorno “La felicità che va alla ricerca di Dio, degli altri, di noi stessi”, attraverso testimonianze sul prendersi cura delle sofferenze degli altri e il prendersi cura delle persone povere. Nei tre giorni lo “sballo” è stato affron-

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PASTORALE GIOVANILE

Una vita da sballo

tato grazie all’aiuto di 3 Supereroi che hanno introdotto ogni momento catapultando i ragazzi in un mondo fantastico, sottolineando e facendo comprendere gli elementi permanenti della felicità e quelli che invece possono essere solo apparenti per arrivare alla conclusione che la felicità non sta nelle cose materiali ma in qualcos’altro. San Domenico Savio diceva: “Noi ci facciamo santi stando allegri”... ma lui completava la frase dicendo… “compiendo anche i nostri doveri” e si, perché la felicità comporta anche attesa, fatica, delusioni, insuccessi il prendersi cura di alcune persone, il costruire un percorso più o meno lungo e crescendo piano piano impari che la felicità non è fatta solo di grandi cose, ma anche di piccole e semplici cose. Il tempo si dilata e a volte 5 minuti possono essere preziosi e lunghi più di ore. E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami, sono piccoli attimi felici , ma c’è di più; per me ad esempio essere felice va oltre le cose materiali, io sono felice quando mi ritaglio un po’ di tempo per stare sola con me stessa e parlare con Dio. La gioia del Signore è la nostra forza. Non vi è un solo essere umano che non sia alla ri-

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PASTORALE GIOVANILE

cerca della felicità, tutti la desiderano, ma è soprattutto Dio che vuole la felicità della propria creatura. Il Signore desidera che la nostra vita su questa terra sia serena e felice; per questo ha voluto lasciare agli uomini una strada sicura da percorrere. Seguire il Signore significa trovarsi davvero sulla “via della felicità”. Su questo cammino si ricevono preziosi insegnamenti provenienti direttamente dalla Parola di Dio: “Tutto il popolo, ascoltandolo, pendeva dalle sue labbra” (Luca 19:48). La via della felicità, quindi, è strettamente congiunta con la volontà di Dio dichiarata nella Sua Parola, nell’incontro con Dio e nell’incontro con gli altri, perché appunto nell’incontro con gli altri si può incontrare Dio e godere della bellezza dello stare insieme. La vera felicità nasce dal cuore perché è espres-

sione dell’amore, parte dall’amore e arriva all’amore. Diversamente, non è felicità”! È stato bello partecipare e poter condividere con voi questa esperienza da “sballo”, arrivederci al prossimo anno. E come dice un mio caro amico che la gioia vi perseguiti! Katia Renda (Katrilly)

MGS - Movimento Giovanile Salesiano

Vincitori Quiz Don Bosco Q ui z Do n B o s co Vincitori delle varie categorie

Quiz Elementare: Dario Silvestri (Catania Maria Ausiliatrice); Sajeva Antonio (Gela FMA); Maria Francesca Ficarra (Messina Don Bosco); Di Maggio Pietro (Palermo Maria Mazzarello). Quiz Medie: Enrico Cimbali (Catania Cibali); Sollami Sara (San Cataldo FMA); Carlotta Scoglio (Messina Don Bosco); Mazzara Curcurù Giulia (Palermo Ranchibile). Quiz Biennio: Marina Di Benedetto (Catania San Filippo Neri vecchio); Gabriele Lauretta (Gela SDB); Chiara Vita (Messina Zafferia); Bellisà Adriana (Palermo Maria Mazzarello). Co n co rso art i st i co Vincitori delle varie categorie Concorso triennio - elaborato scritto: Gravano Oriana Agatina (Caltagirone). Concorso giovani - elaborato scritto: Martina Novello e Maria Silvia Nolfo (Caltagirone). Concorso video: Eleonora Bianco, Martina La Malfa, Anna Bellavia, Antonietta Bellavia e Serena Settineri (Messina Stella Maris). Concorso canzone: Alessandro Basile (Bronte).

Catania, 28 febbraio 2013

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“Un cuore che batte per i giovani come risposta alla sfida educativa”

Questo il titolo del Convegno Educatori che si è tenuto giorno 16 febbraio 2013, presso il centro fieristico delle Ciminiere a Catania promosso dalla Pastorale Giovanile e dalla Famiglia Salesiana di Sicilia. Tema centrale appunto: l’EDUCAZIONE, come impegno a collaborare alla costruzione di una società più a “misura d’uomo”. È proprio in questo contesto che si colloca il secondo anno del triennio di preparazione al bicentenario della nascita di Don Bosco, presentendocelo come modello di santità educativa e considerando il suo esempio e il suo metodo una coinvolgente proposta per educare i giovani alla Vita Buona del Vangelo. Siamo invitati a “ravvivare” la passione per l’educazione attraverso la conoscenza di questo Santo: entriamo dentro la sua personalità e conosciamone la passione educativa, per continuare oggi la sua pedagogia. Siamo stati stimolati a creare una cultura educativa in un tempo in cui si parla di deserto educativo: ciò richiede capacità di sostare, di riflettere e di rileggere con le categorie dell’oggi il Sistema Preventivo perché Don Bosco sia vivo attraverso noi. A sviluppare eloquentemente questo tema sono intervenuti, nel corso della giorna-

é Don G. Mazzali, Sr. A. Razionale, V. Martorana, D. Monaco e G. La Speme.

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ta: Don Gianni Mazzali, Ispettore dei Salesiani che ha affrontato il tema del “Cuore che conosce”; il Prof. Gaetano La Speme, docente e counselor docente Istituto Teologico “San Metodio” a Siracusa che ha affrontato il tema “Un cuore che sana le ferite”; la Dott.ssa Domenica Monaco, docente e formatrice del Liceo don Bosco di Catania che ha affrontato il tema del “Cuore che fa sognare” e suor Anna Razionale, ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice che ha affrontato il tema del “Cuore che crede”. Hanno felicemente accolto quest’invito quasi 500 partecipanti: animatori, insegnati, catechisti, allenatori, famiglie, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, educatori e membri della Famiglia Salesiana provenienti dalle case SDB ed FMA della zona di Catania. Questo è stato l’ultimo dei sei convegni che in questo anno sono stati realizzati in giro per la Sicilia per raggiungere l’obiettivo di approfondire l’anno della Pedagogia così come ci ha indicato il Rettor Maggiore nella sua strenna 2013. Il percorso formativo ha avuto il seguente percorso: Trapani il 6 ottobre, Modica il 13 ottobre, San Cataldo il 27 ottobre, Messina il 17 novembre, Palermo il 15 dicembre e Catania il 16 febbraio. Complessivamente sono stati 1500 gli educatori che hanno potuto riflettere e confrontarsi su questo tema così importante per la nostra missione educativa e pastorale.

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PASTORALE GIOVANILE

Convegno Educatori - Catania


PASTORALE GIOVANILE

Pellegrinaggi ai luoghi salesiani In occasione del triennio in preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco, accogliendo l’invito del Rettor Maggiore a riappropriarsi del carisma e della Spiritualità Salesiana, organizza due PELLEGRINAGGI AI LUOGHI SALESIANI (Colle don Bosco, Chieri, Valdocco, Torino, Mornese). Date e destinatari: RAGAZZI: Dal 31 luglio al 3 agosto 2013 per tutti i ragazzi/e dalla IIa media al II superiore.Si tratta di un pellegrinaggio organizzato dal MGS Sicilia per i ragazzi che hanno fatto lungo l’anno un cammino formativo e che vogliono vivere una forte esperienza di conoscenza dei luoghi salesiani e della Spiritualità di don Bosco. GIOVANI: Dal 10 al 16 agosto 2013 per tutti i ragazzi/e dal III superiore in su (fino ai 26 anni). Si tratta del CONFRONTO NAZIONALE organizzato dal MGS ITALIA, che coinvolgerà 2.000 giovani provenienti dall’Italia e da alcuni paesi dell’Europa che vogliono vivere una forte esperienza di conoscenza dei luoghi e della spiritualità salesiana, che vogliono confrontarsi – come se fosse una GMG Salesiana – con altri giovani, che vogliono mettersi in ascolto del Rettor Maggiore e della Madre Generale che in quei giorni condivideranno con noi questa esperienza e che vogliono festeggiare il compleanno di don Bosco lì dove lui è nato.

Quota di partecipazione: 200 € + impegno di vendere 50 biglietti per un sorteggio ispettoriale. La quota reale per ogni partecipante è di 300 €. Di questa quota, 50 € a partecipante sono stati trovati dal MGS Sicilia che si è attivata per trovare alcuni benefattori. Della restante quota di 250 €, indichiamo come quota che ogni persona deve versare quella di 200€, ma ogni partecipante si assume la responsabilità di vendere almeno 50 biglietti da 1 € per un sorteggio che verrà organizzato a livello regionale. L’estrazione verrà effettuata il 22 settembre 2013, ma i 50 biglietti vanno venduti entro fine luglio 2013.

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I biglietti verranno consegnati dopo l’iscrizione al pellegrinaggio, nel mese di aprile.

Per l’iscri zione: – Entro il 15 aprile 2013 si dovrà: Mandare via mail: mgssicilia2013@gmail.com le seguenti informazioni (nome e cognome come indicato sulla carta di identità, casa di provenienza, data e luogo di nascita, email, cellulare, data del pellegrinaggio per la quale ci si prenota). Effettuare un bonifico di acconto di 100€. – Il saldo con la restante quota di 100€ va effettuato entro il 31 maggio sempre via bonifico. – Entro il 31 luglio vanno consegnati i biglietti del sorteggio venduti e la relativa quota ricavata. Intestare il bonifico a Ispettoria Salesiana Sicula presso la Banca Intesa San Paolo, IBAN IT 66 B 03069 16923 100000000132, causale: nome e cognome del partecipante + la dicitura “RAGAZZI” (se si fa riferimento al pellegrinaggio dal 31 luglio al 3 agosto) o “GIOVANI” (se si fa riferimento al pellegrinaggio dal 10 al 16 agosto) (es. Marcello Mazzeo GIOVANI).

La quota comprende: viaggio in aereo a/r, vari trasferimenti autobus, alloggio, vitto, guide e relatori, gadget vari, sussidi vari, segreteria e pratiche burocratiche. Catania, 31 gennaio 2013 D o n M ar c el l o Ma zz e o Suor Assunta Di Rosa N.B. Stiamo provvedendo alla ricerca di altri fondi. Molto probabilmente saremo in grado di abbassare ancora la quota di partecipazione. Verrà comunicata l’eventuale abbassamento della quota subito dopo la prima fase di iscrizione del 15 aprile 2013. Insieme


PASTORALE GIOVANILE

Festa Ragazzi 2013 D e s t i n a t a r i: Tutti i ragazzi/e dalla III elementare alla III media che frequentano gli Oratori, le Parrocchie, le Scuole e le comunità alloggio animate dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, sia quelli che fanno un cammino formativo (gruppi formativi, catechesi…) sia quelli che frequentano le varie attività scolastiche – ludico – ricreative.

O b i e t t i v i d e l l a g i o r n a t a: – vivere un’esperienza di festa, gioia e giochi in comunione con tutte le altre opere salesiane presenti in Sicilia; – rafforzare il senso di appartenenza al Movimento Giovanile Salesiano e alla Spiritualità Giovanile Salesiana; – riflettere sul tema dell’amicizia.

Dove: Catania, Palacannizzaro “Rosario Livatino” Via Napoli S.N. - 95021 - Cannizzaro (Acicastello). Quando: Domenica 7 aprile 2013. Slogan: “Condividi Amicizia. Tutti x tutti”. (Inno della giornata: “Tutti x tutti”). Programma della gio rnata: 09.30 – Arrivo e ritiro gadget; 09.45 – Accoglienza e animazione; 10.00 – Lancio del tema; 11.30 – Eucaristia; 12.45 – Pranzo a sacco; 13.15 – Tornei di calcio: serie A (scuola media), serie B (scuola elementare); 13.30 – Stand; 15.15 – Dinamica formativa per gruppi di provenienza; 16.15 – Premiazioni tornei, stand e striscione; 17.00 – Conclusione. Insieme

Quota di partecipazione: 3 € (saranno consegnati ad ogni partecipante due gadgets). Mo da l it à d i i sc ri zi o n e: Ogni casa salesiana faccia pervenire il numero dei partecipanti alla festa ragazzi entro e non oltre il 27 marzo all’indirizzo: mgssicilia2013@gmail.com Nella prenotazione va indicato il nome della casa di provenienza, cognome e nome del referente del gruppo, numero di tutti i partecipanti (ragazzi, animatori, adulti). Ogni casa potrà partecipare al torneo di calcio a 5 (4 giocatori + il portiere) anche con più squadre. Ci saranno 2 categorie: la serie A (scuola media) e la serie B (scuola elementare). Le squadre che saranno composte sia da ragazzi dell’elementare che della media verranno inserite nella serie A. Ogni partita sarà di un tempo unico della durata di 12 minuti. Il torneo è ad eliminazione diretta. Ogni squadra deve essere accompagnata da un animatore. N.B. Ogni opera realizzi per l’occasione un manifesto o uno striscione che presenti la propria casa di provenienza (i migliori verranno premiati).

Catania, 1 marzo 2013 D o n Marcel l o Su or As s un ta

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PASTORALE GIOVANILE

Animazione Vocazionale

“Qui con voi mi trovo bene”

Seminario sull’Animazione Vocazionale nella realtà locale. L’Ufficio Orientamento e Vocazioni della Conferenza degli Ispettori Salesiani dell’Italia (CISI) ha promosso dal 14 al 16 febbraio un seminario sul tema “L’Animazione Vocazionale (AV) nella realtà locale” al quale hanno partecipato una settantina di salesiani e alcune Figlie di Maria Ausiliatrice della Regione Italia - Medio Oriente. Il seminario, che si è svolto a Genzano di Roma, è stato coordinato da don Erino Leoni, Coordinatore dell’Ufficio Vocazioni, coadiuvato dagli animatori vocazionali ispettoriali. I relatori sono stati don Sala Rossano (docente presso l’UPS di Roma) che ha presentato un’articolata fondazione teologicopastorale dell’AV Locale e don DAL MOLIN Roberto, Ispettore referente CISI Ufficio Orientamento, Vocazioni e Formazione. Come negli anni passati, anche quest’anno è stata un’esperienza di comunione tra SDB ed FMA e di formazione nel delicato ruolo dell’accompagnamento. Esperienza nella quale si riceve, ma anche si dona molto, nel ricco confronto laboratoriale. Il focus su cui si sono mossi i lavori dei partecipanti

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è stato appunto quello dell’AV nella realtà locale. Partecipare ad un seminario sull’accompagnamento vocazionale nella realtà locale è innanzitutto mettere in gioco la propria vita. Parlare di vocazione non è parlare di un tema tra gli altri ma è parlare della nostra vita. Quando ci capita di accompagnare un giovane, in cui scorgiamo portatore di una domanda vocazionale, andiamo a recuperare non solo cosa ha toccato la nostra vita, ma Chi ha toccato la nostra vita e i passi che sono stati fatti. Don Roberto Dal Molin, introducendo i lavori del seminario, ha invitato i presenti a «fare sempre memoria della propria esperienza vocazionale. È una realtà che coinvolge ciascuno di noi; ciò che ha toccato e trasformato la nostra vita è quello che vogliamo essere anche ricca di propositività per la vita di altri». Come SDB, ha affermato don Roberto, «abbiamo una responsabilità ecclesiale, che anche le costituzioni sanciscono, nell’accompagnare i ragazzi: fa parte del carisma salesiano accompagnare i giovani alla bellezza del dono di sé, alla bellezza del

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I partecipanti sono stati coinvolti durante i laboratori a dare il proprio contribuito per migliorare la bozza del progetto di AV Locale: sono stati messi in rilievo tanti punti del testo ed alcune mancanze, non sono mancate le osservazioni e vari suggerimenti o correzioni da apportare nel testo stesso. Tutto ciò ha favorito una condivisione ed un ampio coinvolgimento dei partecipanti; sono proprio quest’ultimi che, in definitiva, lavorano nelle realtà locali e che saranno chiamati a mettere in atto questo progetto. L’elemento di rilievo che ha accomunato i partecipanti è stata la consapevolezza, da parte di Insieme

tutti, che l’AV Locale deve creare le condizioni adeguate perché ogni giovane possa scoprire, assumere e seguire responsabilmente la propria vocazione. Il tema del seminario “Qui con voi mi trovo bene” non è stato solo uno slogan, quanto piuttosto l’atteggiamento di fondo che dovranno assumere coloro i quali sono chiamati ad operare nelle realtà locali: è la partecipazione alla vita dei giovani con il solo scopo di condurli gradualmente alla scoperta della propria vocazione. A ciò mira il progetto di AV Locale: promuovere tra i giovani i gruppi e le associazioni di formazione cristiana e di apostolato, la formazione e l’accompagnamento dei giovani animatori e volontari nel loro discernimento vocazionale, la proposta di gruppi specifici di ricerca vocazionale per fasce d’età, l’accompagnamento vocazionale dei giovani adulti, la comunità proposta o altre forme concrete di esperienza comunitaria (volontariato, aspirantato) per maturare la possibile opzione vocazionale. Concludo lasciando la parola al nostro fondatore; il suo modo di fare AV locale era sotto gli occhi di tutti: i suoi obiettivi erano molto chiari e graduali i passaggi da far fare ai giovani. La modalità del coinvolgimento non portava ad escludere nessuno ma si adattava alle capacità dei singoli e portava i più dotati ad una crescente tensione missionaria e spirituale. «Scorgendo poi la necessità di avere qualcheduno che mi venisse in aiuto nelle cose domestiche e scolastiche nell’Oratorio, cominciai a condurne meco alcuni in campagna, altri a villeggiare a Castelnuovo mia patria, taluni meco a pranzo, altri alla sera venivano per leggere o scrivere alcun che, ma sempre collo scopo di opporre un antidoto alle velenose opinioni del giorno. Ciò fu fatto con maggiore o minore frequenza dal 1841 al 1848. Io adoperava tutti i mezzi per conseguire eziandio uno scopo mio particolare, che era studiare, conoscere, scegliere alcuni individui che avessero attitudine e propensione alla vita comune e riceverli meco in casa» (Memorie Biografiche III, 1216-1224). Do n D o m e n i c o L uv a r à

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dono del perdere la vita per ritrovarla come Gesù ci ha insegnato a seguito di Don Bosco; è un dono che il Signore ci fa ed un compito al quale vogliamo corrispondere». Il Seminario s’inserisce in un lavoro che già è stato avviato dall’Ufficio Vocazioni: la riflessione sul tema dell’AV Locale è la seconda di tre tappe che il cammino prevede. Dopo il progetto di AV delle Ispettorie Salesiane “…Darei la vita” don Pier Fausto ha invitato gli animatori vocazionali delle varie ispettorie italiane a continuare nello specifico: Il quadro completo richiede lo studio di altri due elementi fondamentali: l’Animazione vocazionale locale e l’Accompagnamento personale. I servizi ispettoriali sono importanti, quelli locali e personali sono decisivi. Se nelle nostre case non matura la sensibilità vocazionale e la consapevolezza della propria responsabilità, se mancano o sono impreparati confratelli che accompagnino personalmente nel discernimento vocazionale, manca il meglio. Sarebbe come voler costruire un tetto in un edificio senza pareti e senza fondamenta. […] Nello stesso tempo, vi chiedo altre due fatiche. La prima è raccogliere le esperienze migliori di comunità locali che, in Italia e nel Medio Oriente, stanno facendo animazione vocazionale (accoglienza in comunità, settimana vocazionale, particolari iniziative di annuncio vocazionale, ecc.) ed individuare gli elementi costanti e le condizioni di fecondità (Dalla presentazione a Darei la vita di don Pier Fausto Frisoli, Regionale di Italia Medio Oriente, 2009, pp.11-12).


PASTORALE GIOVANILE

Il GR Discernimento: non puoi comprenderlo in fondo se non ci sei dentro! Il Movimento Giovanile Salesiano (MGS) ogni anno propone diverse attività di animazione vocazionale e una di queste sono proprio i percorsi GR (Gruppi Ricerca) che suddivide per fasce d’età affinchè «l’argomento» che si prende come guida dell’anno, possa essere espresso e compreso da chiunque partecipi a questi incontri. I GR sono costituiti da una serie di appuntamenti spalmati durante il corso dell’anno, le cui attività principali sono il confronto con la Parola di Dio, momenti di riflessione, deserto, condivisione di gruppo e la fraternità in stile salesiano. I GR sono costituiti da un percorso unico, ma differenziato. Si parte dal GR Leader in cui il tutto è proporzionato a ragazzi di scuola media; si passa al GR Ado in cui le riflessioni spirituali si accentuano e infine al GR Discernimento e GR Scelta a cui sono chiamati a partecipare i giovani dai 18 anni in su… quindi si può ben capire a che livello giunge la serietà del percorso e il confronto con la Parola di Dio. Chi vi scrive ha conosciuto i salesiani all’interno dell’ambiente scolastico perchè frequentavo l’Istituto Paritario Maria Ausiliatrice di Caltagirone ed è da circa due anni che rispondo attivamente ad ogni proposta che mi viene fatta dall’MGS. È così che quest’anno mi trovo a frequentare il GR Discernimento. Nel mio percorso di crescita umana e spirituale ho partecipato per due anni al GR Ado e adesso son passata al GR Discerni-

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mento. Mi son trovata fin da subito bene nel mondo salesiano, ma mi sono sentita ancora più in famiglia frequentando questi incontri. I GR Leader e Ado sono caratterizzati da una partecipazione numerosa di ragazzi quindi sono anche un’occasione per conoscere giovani come te, della tua età, che condividono le tue stesse idee, che hanno voglia di trascorrere due giorni lontani dalla quotidianità e dedicarsi all’ascolto della Parola di Dio. Ho deciso di continuare il mio percorso di crescita partecipando al GR Discernimento perché normalmente il GR Ado si snoda da tre a cinque anni, mentre io ho partecipato solo a due, quindi è come se mi sentissi mancare di una parte del percorso. Inoltre nel mio paese di provenienza non ci sono case salesiane e la più vicina è quella di Caltagirone; sento sempre l’esigenza di frequentare luoghi salesiani e questi incontri diventano funzionali al raggiungimento del mio desiderio. Non conoscevo bene quali sarebbero stati gli argomenti trattati al GR Discernimento. Ho avuto delle spiegazioni in merito, ma non puoi comprenderle fino in fondo se non ci sei dentro. Quindi da una parte ho iniziato spinta dalla curiosità e dall’altra, seguendo e fidandomi della descrizione fatta di questo percorso, per cercare di capire qual’è il mio posto su questo mondo, cercare di fare discernimento vocazionale e di confrontarmi con i diversi stati di vita presenti nella Chiesa e nella Famiglia Salesiana, imparare a chiamare per nomi i desideri. Spero di riuscirci ! Il numero di partecipanti al GR Discernimento è notevolmente ridotto rispetto ai precedenti gruppi, quindi per me il primo impatto è stato strano. Ero abituata a grande gioia ed euforia, a condividere queste esperienze con almeno altri quaranta ragazzi, ad Insieme


M ar t i na N ov el l o

Animazione Missionaria/VIS

Il percorso delle materie prime: dalla consapevolezza all’azione!

Il 15 e il 16 dicembre scorsi, presso l’Istituto Salesiano di S. Gregorio di Catania, ha avuto luogo l’incontro di Scuola di Mondialità del VIS Sicilia. Il secondo del calendario degli appuntamenti previsti sul tema annuale: Educare alla mondialità… sulle orme del sistema preventivo. In seno alla programmazione degli eventi abbiamo inteso formare i nostri destinatari ad una sensibilità sociale e politica che sia segno di una Insieme

mente aperta e critica di fronte alla complessa realtà dei consumi, promuovendo al contempo uno stile consapevole e responsabile dell’utilizzo delle risorse – volto ad interrogare i partecipanti e a invitarli a spendere la propria vita a servizio della comunità sociale – coadiuvati dalla pedagogia di Don Bosco. Il primo ed il secondo evento: Conoscere e Ascoltare sono stati collegati da un filo ros-

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PASTORALE GIOVANILE

avere orari fiscali da rispettare anche solo per andare in bagno, ai turni rigorosi di pulizia della mensa e sopratutto al momento di fraternità finale in cui il divertimento raggiungeva il più alto livello che si possa immaginare. Adesso è dié M. Novello. verso: non ci sono più cinquanta ragazzi, non ci sono orari precisi ma ognuno si sente molto libero di gestire il proprio tempo. Ma questo è normale quando si passa ad «un livello superiore». Ma la cosa più importante è che la spiritualità salesiana rimane sempre la stessa. Sono solo sorrisi e gioia quello che vedi trasparire dai volti dei tuoi compagni di avventura e dalle tue guide. In particolar modo al GR Discernimento impari quanto sia importante il silenzio; spesso si tende a vedere il mondo solo dall’aspetto dell’euforia, dimenticando di cercare del tempo da dedicare a sè stessi, per riflettere un pò, staccando la spina dal mondo quotidiano. Consiglio a tutti i miei coetanei il GR Discernimento sia per una crescita a livello spirituale che personale. Da parte mia, continuerò a farne parte fin quando me ne sarà data l’occasione.


PASTORALE GIOVANILE

so data la presenza di due ospiti di eccezione da sempre impegnati nell’ambito della mondialità: Eugenio Melandri (intervenuto presso il Lido La Playa di Catania il 20 e il 21 ottobre) e poi, come dicevamo, Giuliana Martirani. Melandri, già missionario saveriano, Parlamentare europeo, fondatore di Chiama l’Africa, della rivista Missione oggi e delle campagne contro guerre ed armi, ha ampiamente illustrato le problematiche relative alla cooperazione oggi. Anche un po’ provocatoriamente, ha affermato che è arrivato il tempo di capire che se la cooperazione non diviene il punto di partenza per un cambiamento globale di politica, di economia e di cultura, continuerà ad ingannare i poveri e a fabbricare miseria. Pertanto, oggi più che mai, essa deve essere attenta non tanto ad aiuti e progetti quanto piuttosto a persone e diritti. Deve divenire motore trainante di un cambiamento politico, economico, culturale, che ponga i diritti di tutti e il loro rispetto al centro di ogni scelta. Si è poi addentrato nel tema delle materie prime di cui sono ricchi i paesi “impoveriti”: dalla loro scoperta al lungo percorso che porta alla costruzione di oggetti di alta tecnologia, adoperati dai paesi industrializzati; di come l’accaparramento di tali risorse è oggi motivo di conflitto e di calpestamento dei diritti

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primari dei paesi beneficiari nei confronti dei paesi produttori. La Martirani, docente universitaria di geografia politica ed economica e di politica dell’ambiente, fa parte del direttivo dell’International Peace Research Association (IPRA), è membro di Pax Christi, del MIR, e collabora con numerose altre esperienze pacifiste, ecologiste, della solidarietà, nonviolente. Ricollegandosi al tema del primo incontro si è addentrata nell’argomento “Progetti, materie e sviluppo”: un dettagliato studio di geografia politica e dello sviluppo che analizza il complesso problema della globalizzazione del mercato a partire dai popoli impoveriti, per individuare e denunciare scelte di potere e di sfruttamento che impediscono un progresso dal volto umano. La provocazione non è mancata neanche questa volta, a fine serata, la professoressa ha voluto riproporre un classico delle sue “lezioni”, un gioco di ruolo che ci ha messo a dura prova e ci ha interrogato profondamente sulla seria dimensione delle tematiche trattate: La cena del drago e dell’agnello, tratta da uno dei suoi libri più famosi. Il drago sono le multinazionali al servizio dei potenti, la piovra delle mafie che controlla il mondo finanziario, le guerre, il razzismo, le migrazioni forzate, lo sfruttamento dei de-

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PASTORALE GIOVANILE

boli. L’agnello è invece la cultura della solidarietà, della sobrietà, della nonviolenza, del dialogo interculturale, dell’impegno per uno sviluppo sostenibile e della finanza etica. Su più di cinquanta partecipanti, solo in otto (interpretanti i membri del G8) hanno potuto assaporare le ricche pietanze che ciascuno aveva preparato con cura, il resto è rimasto a guardare e, sì e no, a mangiare a mala pena una ciotola di riso e a bere un po’d’acqua. Quest’ampia fascia di persone, ha interpretato, sperimentando un po’ di fame, la maggior parte dei paesi che non godono dei privilegi dei super potenti. La fascia intermedia composta da altre dodici persone, che servivano gli otto assisi al banchetto luculliano, non erano altro che i paesi che si assommavano a questi ultimi facendo così parte del G20, dunque servitori, ma ladri, perché “sgranocchiatori” clandestini. Una scelta coraggiosa e certamente originale quella che ci è stata proposta e che sicuramente non dimenticheremo facilmente. Soprattutto perché l’elemento più sconvolgente è stato determinato dall’enorme quantità di cibo che a fine serata è avanzato ed è stato gettato dai membri del G8 e del G20, a danno di chi “faceva la fame”. NaturalmenInsieme

te un pungolo, ma specchio fedele di ingiustizie e squilibri che, purtroppo quotidianamente, avvengono anche a partire dalle nostre case. Incontro illuminante che ci avrebbe aperto ad una successiva proposta di riflessione: Valutare. Cittadini onesti ed equilibrati, e che avrebbe visto come principale animatore Don Enzo Volpe, ex delegato ispettoriale del VIS Sicilia ed attuale direttore dell’oratorio di Santa Chiara a Palermo, dove ci saremmo incontrati il 19 e il 20 gennaio per poter sentire e toccar con mano la durissima realtà legata ai temi dell’immigrazione clandestina e della tratta delle donne vittime della prostituzione. Don Enzo fa parte del coordinamento contro la tratta, nato lo scorso anno, dopo che a Palermo sono state assassinate, una dopo l’altra, due giovani nigeriane. La tratta è un problema drammatico e nelle nostre città seri problemi ci interpellano da vicino perché a gestirla è una vera e propria mafia e chi si impegna ad arginarla sul serio rischia molto. Ma qui si apre un altro capitolo e ne parleremo più diffusamente in seguito. Er m in ia Sc a gl ia

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PASTORALE GIOVANILE

Animazione Missionaria/VIS

Harambée 2013 “Il cammino della fede in Africa”

La Sicilia Salesiana Missionaria ha vissuto una giornata intensa con l’Harambée Ispettoriale svoltosi a Palermo all’insegna della conoscenza dello sviluppo della presenza salesiana in Africa, ossia il “volto africano” di Don Bosco. Circa 200 giovani partecipanti hanno preso parte all’evento ispettoriale tenutosi presso l’Istituto Salesiano “Gesù Adolescente”; si sono ritrovati nella mattinata a vivere un momento forte di riflessione prendendo spunto dal tema suggerito dalla Giornata Missionaria Salesiana 2013: “Il cammino della fede in Africa. Sarete miei testimoni”. Il tema è stato di grande attualità nel contesto dell’Anno della Fede come spunto di riflessione sul primo annuncio del Vangelo i cui destinatari sono coloro che non conoscono Gesù. Esso richiama la bellezza e la centralità della fede nella prospettiva della missione Ad gentes e l’urgenza di questo annuncio in tutti i continenti. A guidare la riflessione è stato don Gianni Mazzali, ispettore dei salesiani di Sicilia, che ha fatto conoscere agli uditori la complessa realtà del Vangelo e del suo impatto sui popoli e sulle culture africane. L’articolata ma anche appassionata conferenza dell’ispettore, a motivo anche dei suoi trascorsi di contatti e di responsabilità salesiana anche per l’Africa, ha portato ad un lungo dibattito e confronto tra i presen-

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ti. Anche l’intervento di un ospite d’eccezione, il missionario don Giovanni Corselli, ha reso concreto quanto la Congregazione Salesiana opera, da oltre 30 anni, nella terra malgascia. Nel pomeriggio si sono susseguiti, attraverso appositi stand, vari gruppi di giovani volontari e salesiani raccontando la propria esperienza di volontariato sia in Italia che all’estero: Palermo “Santa Chiara”, Albania, Repubblica Democratica del Congo, Burkina Faso e Madagascar. L’obiettivo dell’Harambée Ispettoriale era quello di far conosce i processi della fede, ancora in atto, di alcune nazioni e l’importanza della testimonianza cristiana attraverso l’opera dei missionari e dei giovani volontari. Per questa ragione, sono state presentate anche le proposte di volontariato nazionale e internazionale per l’estate 2013. La giornata di festa e di raduno giovanile (Harambée significa proprio questo) si è conclusa con la celebrazione dell’Eucaristia presso la parrocchia “San Nicolò all’Albergheria”, sita nel popolare quartiere di Ballarò, animata dalla comunità del Ghana. È stato un momento bello, vissuto e partecipato da tutta l’assemblea; la Messa in inglese presieduta da Don Gianni e l’animazione musicale e corale dei nostri fratelli e sorelle ghanesi ha reso l’Harambée molto “africano”! Anche quest’anno l’evento dell’Harambée ha suscitato nel cuore nei giovani il desiderio di crescere e di sensibilizzarsi sempre più attorno ai temi della mondialità e del volontariato internazionale. Inoltre, gli input offerti durante tutta la giornata sono stati – come ha affermato don Gianni – «uno stimolo ed una consegna a tutti noi a prendere sul serio quel cammino di fede che condividiamo con tanti nostri fratelli dalla pelle nera che percorrono a piedi i sentieri polverosi di terra rossa». D o n D om e n i c o L u v a r à Insieme


Le nuove sfide educative dello sport

Agire con intenzionalità educativa nello sport giovanile. Questo il rinnovato impegno delle pgs siciliane riunite a Catania il 2 e 3 marzo per l’assemblea ordinaria ed elettiva. I rappresentanti delle associazioni presenti, ottantacinque in tutto, accompagnati da diversi tecnici e dirigenti locali, si sono confrontati con le sollecitazioni dei relatori della Tavola rotonda sulle nuove sfide educative nello sport. Apprezzatissimi gli interventi di Edio Costantini, consultore del pontificio consiglio per i laici, Sandro Morgana, presidente della Federcalcio siciliana, Marcello Mazzeo, delegato per la pastorale giovanile dei salesiani, Sergio Parisi, assessore allo sport e politiche giovanili del Comune di Catania. Hanno preso parte all’incontro Enzo Falzone, Presidente regionale della Fipav, Salvo Russo, Coordinatore degli Enti di promozione in Sicilia, Gennaro La Delfa, delegato provinciale del Coni, Sr. Assunta Di Rosa, responsabile della pastorale giovanile per le Fma. Domenica sono stati sottoposti alle valutazioni dell’assemblea la relazione consuntiva e le linee programmatiche del Consiglio regionale e si è proceduto al rinnovo degli organi. ORG ANI RE GI O NA LI Q U AD RI E N NI O 20 1 3 -2 0 1 6 Presidente Regionale Siragusa Maurizio C onsiglio Re giona le Marino Matteo – Vice Presidente Pergolizzi Carmelo – Direttore Tecnico Conti Dario – Tesoriere Raimondo Antonino – Consigliere Fumuso Vincenzo – Consigliere Caripoli Giovanni Sergio – Segretario

Co ll egi o R egi on ale dei r evis o r i dei con ti Rinaldi Santo – effettivo Chines Fabio – effettivo Mezzatesta Sonia – effettiva Di Rosa Concetto – supplente C ons igl io di re tt iv o Na z ion al e Caruso Vincenzo Di Pasquali Mauro

Federazione SCS/CNOS

Don G. D’Andrea nuovo Presidente

Sarà Don Giovanni D’Andrea, salesiano sacerdote di Messina, il nuovo Presidente di Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS. Ex Presidente dell’Associazione Santa Chiara di Palermo, impegnata nel quartiere a rischio Ballarò-Albergheria per fronteggiare i problemi connessi alla povertà, all’uso della droga fra i giovani, alla disoccupazione e all’abbandono scolastico, all’accoglienza ed integrazione dei migranti, era anche direttore dell’opera. Don Giovanni, nominato all’unanimità dai soci presenti in aula ha esordito nella sua nuova veste con un ringraziamento rivolto a tutti i presenti attraverso un discorso pieno di umiltà e carico di sentimenti ed emozioni forti volgendo uno sguardo di fiducia e speranza al futuro. Insieme

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PASTORALE GIOVANILE

Associazioni - PGS - Assemblea Regionale


FAMIGLIA SALESIANA

Consulta Cittadina della FS di Catania

Incontro della Consulta Cittadina della Famiglia Salesiana di Catania con Don Pier Fausto Frisoli

Verbale Sabato 9 Febbraio 2013, presso la Casa Salesiana “S. Cuore” di Catania-Barriera, si è svolta la riunione straordinaria della Consulta Cittadina di Famiglia Salesiana di Catania con Don Pier Fausto Frisoli, nel contesto della sua visita in Sicilia. Il Direttore della Casa, Don Domenico Paternò, ha accolto i partecipanti e guidato il momento di preghiera iniziale. Il Coordinatore della Consulta, Piero Quinci, ringraziando Don Pier Fausto Frisoli per il dono della sua visita alla Consulta, ha presentato la scheda riassuntiva dell’attività svolta dalla Consulta Cittadina di FS di Catania dal 2009 al 2013. Don Pier Fausto Frisoli nel corso del suo intervento: – Esprime pieno compiacimento per la ricca esperienza di famiglia salesiana che si vive in terra di Sicilia, anche attraverso le strutture di consulte di FS territoriali. – Colloca il significato della visita in Sicilia, a nome del Rettor Maggiore, nella tradizione, descritta negli Atti degli Apostoli, delle visite alle prime Comunità Cristiane. – Riporta la sollecitudine del R.M. per-

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é Catania-Barriera: Da sin.: Don G. Ruta, Don D. Paternò, Don P. F. Frisoli e P. Quinci.

ché nella FS si passi dalla conoscenza e buone relazioni alla condivisione del medesimo Spirito Carismatico e quindi alla realizzazione di progetti apostolici nel territorio, (“Vada per la Città… e si guardi intorno…” Don Cafasso a Don Bosco). – Invita la FS di Catania, ad individuare priorità ed appelli presenti nel territorio, a “scendere” nella Città per “leggere” la situazione ed operare insieme a favore dei giovani, degli immigrati, dei nuovi poveri… – Manifesta apprezzamento per l’attività della Consulta Cittadina, ma invita forte-

Insieme


Catania, 09/02/2013 P i er o Q u i nc i

San Cataldo, 2 marzo 2013

Incontro delegati e delegate delle Associazioni laiche FS di Sicilia

Giorno 2 marzo u.s., a San Cataldo, presso l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, si è tenuto l’annuale incontro formazione annuale per delegati e delegate, in continuità col cammino di intrapreso in questi ultimi due anni 2011 e 2012. La Consulta Regionale della Famiglia Salesiana di Sicilia ha pensato di proporre una riflessione articolata, attorno alla Carta di Identità carismatica editata lo scorso anno dalla Consulta Mondiale della Famiglia Salesiana di Don Bosco e promulgata dal nostro Rettor Maggiore il 31 gennaio del 2012. Accogliendo questi orientamenti, in questo secondo anno del Bicentenario, si è ritenuto opportuno porre in essere un tema portante in questo nuovo documento, nell’ambito dell’attuazione della missione salesiana: la testimonianza di comunione con tutti i gruppi della Famiglia Salesiana nel proprio territorio di riferimento. Tale tema, è di grande attualità in vista del CG27 dei Salesiani di Don Bosco che ci indirizza ad attuare la missione salesiana ai giovani, in comunione con tutte le forze salesiane del territorio, in unità con la Chiesa locale e con tutte le forze educative laiche di buona volontà. Il grande obiettivo che desideriamo ragInsieme

giungere è quello di crescere come delegati e delegate di un gruppo di FS locale, nella consapevolezza dell’unica missione, insieme a coloro che nel territorio di riferimento lavorano per uno stile di comunione a partire dalla “Carta dell’Identità carismatica della Famiglia Salesiana”. Sono stati presenti i delegati e gli assistenti spirituali dei Salesiani di D. Bosco, le delegate delle opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice FMA, le Oblate del Sacro Cuore i Responsabili delle Consulte cittadine di Famiglia Salesiana ed i Responsabili Regionali delle Associazioni laiche: salesiani cooperatori, Exallievi, Exallieve ed Associazione di Maria Ausiliatrice. La Commissione Preparatoria che ha preparato e gestito l’evento è stata composta da: Piero Quinci, Coordinatore della Consulta cittadina di Catania, Sr. Maria Vella, Delegata FMA dei cooperatori, Sr. Carmelina Cappello, Delegata FMA dell’ADMA, Don Enzo Giammello, Delegato ispettoriale degli exallievi, Rosetta Giordano, Presidente Regionale per le Exallieve di Catania, Sr. Gina Vicaria Ispettoriale FMA, Don Edoardo Cutuli Coordinatore della Consulta della FS. Don Edoardo Cutuli

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FAMIGLIA SALESIANA

mente a passare ad un progetto operativo comune nel territorio, con particolare riferimento alle periferie della Città. Dopo l’intervento di Don Frisoli, si sviluppa un intenso confronto che mette in evidenza in particolare, l’esperienza della “Stanza di FS” dentro una casa salesiana, la possibilità di condivisione e di uno sguardo d’insieme all’interno della Consulta, la necessità di prenderci cura della famiglia e della formazione all’impegno sociale e politico nella FS. La riunione straordinaria della Consulta si conclude con un momento di preghiera e la benedizione di Maria Ausiliatrice, impartita da Don Frisoli.


FAMIGLIA SALESIANA

ASC - Associazione Salesiani Cooperatori

Giornata del Salesiano Cooperatore e visita di Ivo Borri

Domenica 10 marzo 2013 si è tenuta, presso l’Istituto Don Bosco Ranchibile di Palermo, la “Giornata del Salesiano Cooperatore”. È stata un’occasione di festa, favorita da un anticipo di primavera, che ha visto riunirsi i Salesiani Cooperatori di Sicilia attorno al Coordinatore della Regione Italia-Medio Oriente e Malta Ivo Borri, che ha approfondito “La vocazione del Salesiano Cooperatore alla luce della Carta dell’Identità carismatica della Famiglia Salesiana”. Ne è sorto un dibattito ed un vivace confronto con l’uditorio, al quale è seguito il momento conviviale del pranzo, con la fraterna ed allegra condivisione di quanto ognuno aveva portato da casa. Il pomeriggio si è aperto con un momento di testimonianza della Consigliera

Provinciale Cettina Caruso e del marito Enzo, che hanno condiviso con tutti la loro esperienza di adozione di due fratellini del Brasile. È seguito un talk show, guidato da Marco Pappalardo, sui temi e le problematiche trattate la mattina, al quale hanno dato il loro contributo l’Ispettrice FMA Suor Anna Razionale, l’Ispettore SDB Don Gianni Mazzali, Vincenzo Cascino, Vincenza Parrino e Sandro Ingrao, testimoniando le motivazioni ed i percorsi personali per la realizzazione della propria vocazione Salesiana. La S. Messa ha concluso la giornata, consacrando la comunione vissuta in questo giorno di festa. Vincenzo Lipari Coordinatore provinciale Asc Sicilia

Salesiani Cooperatori Sicilia

Riflessione sull’incontro di formazione permanente a Palermo

“La vocazione del salesiano cooperatore alla luce della carta dell’identità carismatica della Famiglia Salesiana”. Salve a tutti, fratelli e sorelle salesiani/e, condivido con voi su richiesta la mia riflessione di quella che per me è stata una stupenda giornata di famiglia Salesiana. La cosa che più mi è piaciuta è stato il poter respirare il clima di famiglia,trovare laici e consacrati insieme, l’Ispettore, l’Ispettrice e laici che condividono per crescere insieme, per remare insieme. Vedere quanta gente di diversa età, provenienza, formazione, insomma gente diversa si ritrova nel clima di famiglia grazie alla condivisione di

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due grandi amori: il primo quello in Dio, creatore della creatura e poi nell’amore in San Giovanni Bosco e il ritrovarsi nel suo carisma fatto di “Amore Gioioso e lungimirante nei confronti dei giovani”. Ho sentito l’aria di festa, grazie all’animazione fatta da giovani che integrati e interagendo con meno giovani J hanno organizzato in modo esemplare la giornata del salesiano cooperatore. Dopo i vari canti e balli ovviamente su musiche salesiane, che ogni qualvolta riportano alla mia memoria ricordi di esperienze meravigliose fatte in passato, ci siamo trovati con Ivo Borri (consigliere Mondiale dei Insieme


Insieme

Vincenzo Cascino

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FAMIGLIA SALESIANA

salesiani cooperatori di Italia - Medio Oriente - Malta) a discutere sulla carta d’identità carismatica della famiglia salesiana. Devo dire che ogni parola pronunciata da Ivo l’ho sentita vibrare nell’animo. Ho percepito in questo documento d’identità il desiderio che anche io sento nel cuore di vivere la vera Salesianità. Che parte sull’esempio di San Giovanni Bosco, dal desiderio di salvare la propria anima, quindi il desiderio di vivere in santità la quotidianità con Salesianità. Cosa vuol dire? Vuol dire amare Dio e metterlo al primo posto nella nostra vita. Nutrire il nostro rapporto con Dio attraverso i sacramenti, la comunione e la riconciliazione. Vuol dire sentirsi amati da Dio, perché ha già dato la vita per noi, prima ancora che noi fossimo e ha scommesso su noi e sul nostro amore per Lui e in Lui per il prossimo. Significa sentirsi chiesa, aderire alla chiesa ed esserne parte attiva di quel corpo mistico di Gesù che opera attraverso le nostre mani, cammina sulle nostre gambe e ascolta i bisogni di chi ci sta accanto con le nostre orecchie. Quindi Dio e la chiesa hanno bisogno di laici “contemplattivi”,che vivono con cuore aperto da riempire con amore caritatevole. Per quanto riguarda la salesianità, occorre sentirsi famiglia, pregare in famiglia, pregare per il rettor Maggiore, per gli SdB,

per le FMA, per i salesiani tutti in uno spirito di comunione che in comune deve avere il desiderio di salvare le anime dei giovani e di prodigarsi per dare a questi giovani una vita dignitosa, attraverso l’amore, la religione e la ragione. Con opere concrete che facciano sentire amati i giovani. Non capiti mai che un ragazzo/a passi dinanzi ad un salesiano/a e riceva indifferenza, non trovi orecchie pronte all’ascolto dei bisogni fisici, materiali e spirituali. San Giovanni Bosco non voleva un gruppo di bravi ragazzi ma desiderava trasformare la società partendo dai giovani. Quindi dobbiamo riscoprire l’importanza dell’evangelizzazione. Se l’oratorio è vuoto, torniamo per le strade a raccogliere i giovani, andiamo incontro ai giovani cercando di offrire loro proposte di crescita nella verità, cercando di fargli incontrare l’unica vera fonte di gioia, di vita: Gesù! Fratelli, sentiamoci veramente famiglia e ricordiamoci che siamo nati per i poveri materiali, spirituali e di amore vero e sincero. Non aspettiamo sempre che siano gli altri a fare ciò che ci piacerebbe realizzato per il bene dei giovani ma alziamo le maniche e lavoriamo per il regno di Dio con la bontà paterna di San Giovanni Bosco e l’amore materna di Mamma Margherita e Madre Mazzarello. Uniamoci e continuiamo a sognare insieme concretamente. Buon cammino a tutti dal vostro fratello Vincenzo, preghiamo gli uni per gli altri e non sentiamoci soli. L’augurio è quello di rispondere al Vangelo di Gesù Mt 5,13-16 ossia di essere sale della terra e luce per gli uomini ma non per la nostra gloria ma per la gloria di Dio e poterci ritrovare un giorno tutti insieme in Paradiso.


MOMENTI DI FAMIGLIA

Prima sessione del 28° Capitolo Ispettoriale

Testimoni della radicalità evangelica

Dal 27 al 29 dicembre 2012 si è svolta a Zafferana Etnea la prima sessione del 28° capitolo della nostra ispettoria, sul tema “Testimoni della radicalità evangelica” indicato dal Rettor Maggiore nel n. 414 di ACG. Cinquantaquattro i membri effettivi, due i confratelli invitati e due i segretari. I numeri, soprattutto se paragonati a quelli del Capitolo Ispettoriale precedente, evidenziano in modo palese il ridimensionamento di fatto della nostra ispettoria, sia nel numero delle comunità, sia in quello dei confratelli. Pur tuttavia, per chi è intervenuto a questa sessione, non c’è stato spazio per la rassegnazione, ma è emersa in tutti l’intenzione di partecipare attivamente ad un evento fondamentale per la vita dell’ispettoria e della Congregazione; compito di questo Capitolo è infatti rivisitare la vita delle nostre comunità in ordine alla radicalità evangelica e l’elezione del delegato che, insieme all’ispettore in carica, parteciperà al prossimo Capitolo Generale. Dopo l’iniziale momento di preghiera, nel quale dapprima il vangelo di Marco sulla scelta degli apostoli (Mc 3, 13-19), il racconto della nascita della Congregazione il 18 dicembre 1859, e il contributo del Cardinale J.H. Newman, nel quale si è ricordato la risposta personale al dono della vocazione, i lavori hanno visto impegnati i membri capi-

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tolari in tre ambiti: la relazione dell’Ispettore sullo stato dell’Ispettoria, la redazione della seconda bozza del documento da inviare al Capitolo Generale e, infine, la consultazione sulla nuova ridefinizione delle Regioni dell’Europa. La relazione dell’Ispettore, pur riconoscendo i problemi dell’ispettoria, la quale si trova a dover fronteggiare una crisi economica che coinvolge sia i fronti di attività – basti pensare alla drammatica situazione della Formazione Professionale – sia le famiglie ed i giovani a noi affidati, ed un calo evidente nelle nostre presenze a fronte di un crescente fronte di attività, ha insistito sulla necessità della conversione personale di ciascun confratello, del recupero della vita fraterna nelle singole comunità, e sulla necessità di eliminare le contro testimonianze e le situazioni obiettivamente contrarie alle Costituzioni che non ci rendono più profetici nei confronti dei giovani e che non ci permettono di vivere appieno la vocazione salesiana. A tale relazione sono seguiti gli interventi dei confratelli i quali, nei loro discorsi, con accenti vari, hanno confermato la necessità di ritornare al nucleo essenziale della Consacrazione come Salesiani di Don Bosco. La redazione del documento da inviare al Capitolo Generale ha visto dapprima suddivisi i membri capitolari in tre commissioni (una per ciascuna area tematica) al fine di elaborare la seconda bozza del documento; quindi, si è svolto il dibattito nell’assemblea ove i relatori hanno illustrato i rispettivi documenti e sono state proposte integrazioni e modifiche da parte dei presenti. Da parte di tutti è emersa la necessità di un ulteriore approfondimento tanto che si è deciso di formare tre sotto commissioni (una per ciascuna area tematica) per rielaborare una terza bozza che tenga conto delle osservazioni fatte. Insieme


Insieme

D on M a r c o A ie l l o D o n G i a n ni L o G r a n d e

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MOMENTI DI FAMIGLIA

Sia i lavori delle commissioni, sia il dibattito assembleare hanno segnalato la necessità di operare poche ed essenziali scelte, al fine di recuperare gli elementi fondanti della nostra consacrazione salesiana; da più parti, infatti, è stata evidenziata la fatica di far vedere all’esterno quanto viviamo all’interno. Nelle fasi del vivace dibattito, una frase celebre fra tutte mi è rimasta impressa: “Non si entra a gamba tesa nella vita degli altri” come a dire non ci sono scorciatoie alla conversione perché non bisogna cominciare dagli altri, ma da se stessi. La Consultazione sulla proposta di ridefinire le Regioni dell’Europa: il ‘terzo giorno’ ha visto i membri capitolari impegnati nella discussione sulla proposta formulata dal Rettor Maggiore e dal suo Consiglio, di ridefinire le Regioni d’Europa. Tale necessità, ha spiegato l’ispettore nel suo intervento introduttivo, è determinata dal calo evidente delle vocazioni nel nostro continente, e dalla necessità del ridimensionamento. Il nostro Superiore ha ricordato che già in Spagna è avvenuta una significativa riduzione delle Ispettorie e che questa ridefinizione appare necessaria per garantire una migliore possibilità di animazione da parte del Consigliere Regionale e di avere un numero congruo e proporzionato di confratelli per ciascuna delle Regioni. Tutti dei confratelli intervenuti, pur evidenziando – da parte di qualcuno - il timo-

re di compromettere la funzione paterna dell’ispettore, nel timore di un accorpamento della nostra ispettoria con altre dell’Italia, hanno convenuto sulla necessità di tale ridefinizione e, dalla votazione sondaggio ha ottenuto più consensi l’ipotesi che vede la nostra Regione Italia Medioriente unita alla Spagna ed al Portogallo con la possibilità, espressa da più confratelli di includere in questa regione anche l’Africa settentrionale. La sessione capitolare è stata quindi aggiornata agli appuntamenti del prossimo due aprile quando sarà possibile – anzi auspicabile – la partecipazione di tutti i confratelli, anche di chi non è membro del Capitolo, ed alla seconda ed ultima della fine dello stesso mese per l’approvazione del documento finale e l’elezione del delegato al Capitolo Generale. In conclusione riporto la testimonianza di un confratello che, scrivendo ‘un pizzinu’ al regolatore, esprimeva la propria soddisfazione per il clima di dialogo ed apertura che ha caratterizzato il capitolo. “Personalmente ho vissuto l’esperienza capitolare nel suo complesso come un bellissimo momento. Ti confido che ero intimamente sfiduciato e mi ero posto nella prospettiva di vivere quei giorni come un dovere da compiere. Man mano che siamo andati avanti però ho respirato aria buona fatta di serenità, di onestà intellettuale, di apertura di orizzonti. Il clou è stato il dialogo lungo, prolungato, aperto cui l’ispettore si è sottoposto. L’esperienza nel suo complesso mi ha dato un colpo d’ala”. Cari confratelli soluzioni magiche non ce ne sono, solo scelte responsabili, che abbraccino con fiducia la croce e che, senza dimenticare le difficoltà dell’oggi, guardino al futuro con speranza.


MOMENTI DI FAMIGLIA

Pasqua 1988-2013

In ricordo di Don Rocco

Sono passati 25 anni da quella radiosa giornata di sole quando don Rocco è volato in cielo, tuttavia è ancora vivo tra noi. Vivo perché vive in Cristo. Chi era Rocco? Rocco era un sacerdote in cui il divino e l’umano “coesistevano in armonia”. Rocco era “profondamente uomo, profondamente uomo di Dio”. In lui l’umanità trovava la sua pienezza perché sorretta da una spiritualità proveniente da una continua e incessante unione con Dio. A 18 anni, dopo aver deciso di farsi santo, dopo molta riflessione sceglieva la via del sacerdozio per arrivare alla meta che si era prefissa. E ne suoi vent’anni di sacerdozio, nei luoghi dove l’obbedienza lo chiama svolge il suo ministero sacerdotale con ardore “trascinando chiunque sulla scia di Cristo”. L’annuncio della Parola la testimonianza, il dono di sé, il “da mihi animas” in lui fiorivano dall’intimità con il “suo Signore”. I giovani lo amavano profondamente e ognuno di loro era il preferito da lui come ogni ragazzo di Valdocco lo era di don Bosco. Per ognuno aveva un gesto affettuoso, una parola dolce, una battuta spiritosa, una risata allegra, una parola di conforto o di incoraggiamento, un invito alla preghiera… pregare,

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é Don Rocco.

pregare, pregare... Pregava sempre… E invitava gli altri a farlo. Stare con i ragazzi, con i giovani era la sua vita, la sua gioia: “Ci resta sempre la gioia di averli amati”. A San Gregorio prima e a Messina dopo per gli aspiranti e i chierici fu un Padre spirituale; seppe guidarli con il dono del discernimento nell’ascolto della chiamata del Signore accompagnandoli verso la totale adesione alla Sua Volontà. Visse con stile e animo missionario interamente votato verso gli ultimi, i poveri, i lontani, “scelse la povertà come beatitudine per portare agli altri la ricchezza dell’amore di Dio”. Fu sostenitore entusiasta della nuova missione in Madagascar. Particolare attenzione rivolse all’Etiopia colpita da una grave carestia. Rocco spendeva tutte le sue energie lavorando anche di notte per le missioni e contagiava la voglia di fare incitando sempre a programmare il proprio tempo da donare per non rischiare di lasciare agli altri solo le briciole. La sua azione era sostenuta dalla preghiera anzi era essa stessa preghiera. In Rocco “Azione e contemplazione” erano fusi in modo mirabile, per lui “la vita è una continua preghiera”. All’apparire dei primi segni del suo male inesorabile ci invitava a pregare: “pregate, pregate perché io possa fare la volontà di Dio, pregate perché aumenti in me la fede”. E la forza di accettare la sofferenza gli venne dalla preghiera: “Ho guardato il mio Signore Crocifisso, l’ho contemplato con amore… Ora una trasformazione si è compiuta in me…”. Così don Rocco ha celebrato con gioia la gloria di Dio nella sofferenza unendosi definitivamente a quel Cristo di cui era tanto innamorato. La certezza dell’amore di Dio gli faceva dire spesso: “Dio mi ama come sono”. Poi nell’ultimo annunzio della Parola in preparazione alla Pasqua gli farà dire, quasi in una visione escatologica: “Credo nella fantasia amorosa di Dio, Dio mi ama anche per quello che diventerò”. I giova ni sa ngre gore si d el 1988 Insieme


Nuova comunità dell’Ispettoria Sicula DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO Via della Pisana, 1111 – 00163 ROMA Tel 06.6561.21 – e-mail: pfrisoli@sdb.org

Il Consigliere Regionale per l’Italia ed il Medio Oriente All’Ispettore ISI Don Gianni Mazzali ed ai confratelli Prot. n. 13/0036 Roma, 24 gennaio 2014 Festa di San Francesco di Sales Carissimo Don Gianni e carissimi confratelli dell’Ispettoria Sicula, nella seduta di ieri del Consiglio generale abbiamo esaminato la opportunità del passaggio ad altra Ispettoria della comunità missionaria di Manouba in Tunisia. Essa è attualmente composta di 3 confratelli: Don Antonio Gutierrez (spagnolo), il Sig. Roberto Lionelli (italiano), il Sig. Loubayi Jean Serge (congolese). Essi animano una presenza preziosa in contesto interamente musulmano, accogliendo circa 700 fanciulli e preadolescenti nella scuola materna ed elementare. In tal modo, i nostri cari confratelli rendono testimonianza con la semplicità della loro vita e la forza della educazione. A partire dalla visita straordinaria del 2010 si era resa evidente la difficoltà da parte della Ispettoria dell’Irlanda e della Delegazione di Malta di assicurare l’accompagnamento di questa comunità. Dopo un’attenta riflessione, si era valuInsieme

tata la possibilità che la comunità di Manouba potesse essere ascritta alla Ispettoria sicula, non solo per la maggiore facilità dei collegamenti, ma soprattutto per la ben nota vostra generosità e disponibilità. La vostra risposta positiva, ispirata certamente a ragioni di fede, ha edificato il Rettor Maggiore e tutti i membri del Consiglio generale. La comunità di Manouba entra, così a far parte a tutti gli effetti, dell’Ispettoria Sicula a partire dal l° marzo p.v. Si apre (o meglio, si riapre) una nuova frontiera missionaria per voi, per i laici della Famiglia Salesiana, per i giovani del Movimento Giovanile Salesiano. Considerate tutto ciò una grazia. Il Consiglio generale, nella persona del Consigliere per le Missioni, si impegna a sostenervi nel futuro per il reperimento del personale e — qualora fosse necessario — per la cooperazione economica. Ancora grazie, carissimo Ispettore e cari confratelli, a nome del Rettor Maggiore! La generosità del dare è la condizione per ricevere ancora in abbondanza. Vi saluto tutti con affetto.

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DALLE CASE SALESIANE

Manouba - Tunisia


DALLE CASE SALESIANE

Barcellona P. G.

Festa di compleanno per Don Duca

Il 17 febbraio 2013 il direttore Don Luigi Perrelli ed i confratelli della casa salesiana di Barcellona Pozzo di Gotto hanno festeggiato il 90° compleanno di Don Antonio Duca. In basso due foto di Don Duca con i confratelli.

Catania-Barriera

Festa di Don Bosco a Barriera

I salesiani sono già in festa in tutta l’Isola, in vista del giorno dedicato al loro fondatore, san Giovanni Bosco, che sarà celebrato giovedì 31 gennaio. A Catania, nell’Istituto Sacro Cuore di Barriera, alle ore 9.30, solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Don Pier Fausto Frisoli, membro del Consiglio Superiore dei Salesiani e Consigliere Regionale per l’Italia e il Medio Oriente. Dopo la S. Messa ed alla presenza di centinaia di abitanti del quartiere, fedeli, exallievi e soprattutto giovani, ci sarà l’annuale intervento dei Vigili del fuoco che, con l’autoscala, effettueranno l’omaggio floreale a Don Bosco. Nel grande cortile dell’Istituto, in prosieguo, si terranno gare sportive. Un appuntamento da non sottovalutare e perdere, all’insegna dell’aggregazione, questa volta più sentita perché siamo nell’anno della Fede e marcata da squilli di sirena e partite di calcio. Agati n o Zi zz o

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L a C at ec h e si se c o n d o i l p ro g et to C at e ne al Vangelo, con la presenza accanto ai figli c h i st i c o I t al i a n o : I l C am m i n o di f ed e co n negli incontri catechistici e alla S. Messa fes t i l e c at e c u m e n a l e stiva. Ci siamo posti un duplice “Obiettivo”: Già da due anni abbiamo avviato, presl’educazione alla fede dei ragazzi all’interno so l’Oratorio Salesiano del Sacro Cuore di della Famiglia, considerata dalla Chiesa Catania-Barriera, all’interno della Parrocchia, a partire dai fan«prima scuola di preciulli di 3^-4^ elemenghiera e di fede» e l’inLa famiglia è l’ambiente educatare, il CAMMINO DI INIserimento nella comutivo e di trasmissione della fede nità oratoriano-parrocZIAZIONE CRISTIANA per eccellenza: spetta dunque chiale. CON STILE CATECUMEanzitutto alle famiglie comuniStiamo tentando di NALE, secondo il Procare i primi elementi della fede ai propri figli, sin da bambini. raggiungere questi getto Catechistico ItaSono esse le prime «scuole di obiettivi tramite: liano, fedeli alla Nota preghiera», gli ambienti in cui – l’inserimento gradella CEI sugli «Orieninsegnare quanto sia importante duale dei ragazzi nella tamenti per l’iniziaziostare con Gesù ascoltando i Comunità Parrocchiane cristiana dei fanciulli Vangeli che ci parlano di lui. I le-Oratoriana, attravere dei ragazzi da 7 a 14 coniugi cristiani sono i primi reso la partecipazione alanni». Continua, ad sponsabili di quella «introduziole attività educative e riesaurimento, il “Catene» all’esperienza del cristianechismo tradizionale“ creative dell‘Oratorio e simo di cui poi chi è beneficiario per i ragazzi che hanno ai momenti di catechesi porterà in sé il seme per tutta la vita. già frequentato, negli e spiritualità… anni passati, il corso in – e la presenza delle Famiglie ai momenti preparazione alla «Credi formazione, celebrazione e festa (Liturgie, sima», mentre i fanciulli di 3^ elementare iniziano, a ottobre di ogni anno, il nuovo giornata della famiglia, ritiri…). percorso del cammino di iniziazione cristiana La Catechesi non è più finalizzata ai sacon stile catecumenale. cramenti, ma ad un percorso formativo di 5 Questo esige un forte coinvolgimento anni: si comincia con la 3^ elementare sino delle “FAMIGLIE”, che sono invitate ad acalla 2^ media o con la 4^ sino alla 3^ media e si concluderà con l’anno della «mistagocompagnare i propri figli in questo cammino di fede con uno stile di vita familiare consogia», cioè della esperienza di fede e vita ecclesiale, condivisa da figli e genitori: miriamo a trasformare le «classi» in «gruppi», che, speriamo, possano continuare il loro cammino anche dopo la catechesi, con graduale inserimento nell’Oratorio parrocchiale… I Sacramenti della Confermazione e dell’Eucarestia verranno conferiti insieme al termine del cammino, se la Comunità – Genitori, Catechisti e Sacerdoti – riterrà maturi e preparati i ragazzi. Don Ga e ta no U rs o Insieme

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DALLE CASE SALESIANE

Il cammino di catechesi con stile catecumenale


DALLE CASE SALESIANE

Visita pastorale alla parrocchia Santuario “Sacro Cuore” Dal 2 al 7 marzo 2013 la comunità parrocchiale ed i salesiani accolgono S.E. Rev.ma Monsignor Salvatore Gristina, Arcivescovo Metropolita di Catania. La Visita Pastorale è «un segno della presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace» (Pastores gregis, 46). Il carattere spirituale ed ecclesiale della Visita si è manifestata nello spirito di fede, nell’ascolto reciproco, nella capacità di riconoscere e condividere la povertà e la ricchezza di ogni situazione, nella gioia di una responsabilità condivisa nel rispetto della diversità di ministeri e carismi, nella semplicità e nella festosità del celebrare e del pregare insieme. I momenti più significative della visita: – L’incontro con la comunità parrocchiale; – La solenne dedicazione della Chiesa Santuario “S. Cuore”; – L’incontro con i ragazzi della formazione professionale; – L’incontro con la comunità salesiana. L’incontro con i genitori, i ragazzi che seguono l’itinerario della iniziazione cristiana. Presenti i 30 catechisti, i ragazzi, circa

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200 ed i genitori coinvolti nell’impegno di testimonianza cristiana e coinvolti, insieme con i ragazzi, in tutte le iniziative che lungo l’arco dell’anno orientano alla maturazione cristiana e all’inserimento ecclesiale (gruppi e attività oratoriane, volontariato...). Si è voluto sottolineare l’importanza della Catechesi che non si ferma ai piccoli, ma in modo sistematico si rivolge ai preadolescenti, agli adolescenti e ai giovani, che settimanalmente si incontrano per incontri formativi e spazi di spiritualità e di formazione all’animazione nei gruppi di impegno o formativi dell’Oratorio stesso. L’arcivescovo incontra e incoraggia gli allievi dei percorsi triennali di formazione professionale in obbligo di istruzione. S.E. Mons. Gristina ha ascoltato le domande degli allievi ed ha recepito l’appello urgente da parte degli operatori e della comunità salesiana: “Eccellenza Rev.ma. La ringraziamo di cuore per il dono della sua presenza fra noi e per la partecipazione e condivisione che ha sempre manifestaInsieme


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to per i giovani che scelgono la FP che con altissimo senso di dovere, competenza, abnegazione e sacrifici, continuano il loro lavoro educativo pur senza essere retribuiti da 16 lunghissimi mesi”. La parrocchia luogo di accoglienza, di a sc olto, d i a nnunzio e d i tes tim onianza . La Parrocchia Sacro Cuore alla Barriera sorge in via Del Bosco, strada in prosecuzione della via Etnea che dopo avere costeggiato il Parco Gioieni ed attraversato il quartiere della Barriera del Bosco, si ricollega infine alla strada che sale verso l’Etna. La Chiesa Santuario, voluta fortemente dal cardinale Giuseppe Francica Nava di Bontifè, con l’intento di solennizzare l’inizio del nuovo secolo, il novecento, consacrando l’intera diocesi di Catania al Sacro Cuore di Gesù. Nel 1923 il santuario è stata affidata alle cure della famiglia salesiana, che ha provveduto ad ampliarla e completarla unitamente all’istituto ad essa annesso. Il quartiere di Barriera, ricadente nella quarta circoscrizione del Comune di Catania, pur essendo periferico rispetto al centro cittadino, non può essere catalogato come quartiere dormitorio in quanto ha mantenuto nel tempo una identità tale da risultare pienamente vissuto dai suoi abitanti nei servizi che esso offre. Il livello socioculturale della popolazione si presenta diversificato nelle varie zone del territorio con una prevalenza di abitanti

appartenenti al ceto medio. Discreta è la presenza di famiglie provenienti da paesi al di fuori della comunità europea. Va tuttavia rilevato che il loro numero relativamente limitato e la loro residenza non concentrata in un’unica area del territorio parrocchiale, non permettono di evidenziare una vera e propria comunità nella comunità. Su una popolazione stimata nel territorio parrocchiale di circa 6500 anime, va rilevato che solo il 20% partecipa con una certa regolarità alla vita della parrocchia. In quest’ambié Mons. S. Gristina incontra i giovani della FP. to vanno inseriti anche

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quei fedeli che pur risiedendo in altre zone dell’interland preferiscono frequentare la nostra chiesa. Dinanzi a questa realtà la parrocchia ha confermato ed in taluni casi accresciuto il suo volto missionario e di testimonianza della presenza di Cristo attraverso la promozione ed il sostegno di una serie di attività operanti nell’ambito del sociale e rivolte al quartiere. Ci preme ricordare il Centro di Ascolto Caritas che oltre alla assistenza materiale di singoli e famiglie in difficoltà cerca di costruire con loro un progetto che li aiuti ad autonomizzarsi al fine di uscire dalla situazione di disagio in cui versano; il volontariato che si occupa di gestire mensilmente il banco alimentare destinato alle famiglie indigenti; le consulenze psicologiche, mediche e legali che gratuitamente vengono offerte a chi ne faccia richiesta; il recupero scolastico dei ragazzi più poveri, non solo economicamente, ma anche moralmente; l’Oratorio salesiano che attraverso l’organizzazione del cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli, delle attività di formazione, di quelle sportive e ludico ricreative, costituisce punto di convergenza e riferimento per ragazzi, giovani e famiglie.

Presiede il rito S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Gristina con la comunità dei sacerdoti dell’Opera salesiana “S. Cuore” di Barriera e altri ospiti.

A 90 a nn i d i c u r a pa s t or a le e di p r e s e n za s a le si an a a ll a Ba r ri e ra . Solenne dedicazione della chiesa-santuario alle ore 18 del 3 marzo 2013.

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La liturgia è stata animata dal Coro polifonico “S. Cuore” diretto dal M° Matilde Frangipane, con all’organo il M° Gabriele Casella. La celebrazione rituale ha avuto inizio con il solenne ingresso processionale e la consegna della chiesa all’Arcivescovo con la benedizione dell’acqua in ricordo del Battesimo e l’aspersione del popolo (tempio spirituale), delle pareti della chiesa e dell’altare. Momento culminanti e suggestivo del rito: la preghiera di dedicazione, preceduta dal canto delle litanie dei santi, l’unzione dell’altare e delle 12 croci. Insieme


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Catania-Cibali

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DALLE CASE SALESIANE

Campo invernale a Montagna Gebbia “Vi voglio felici nel tempo e nell’eternità”. In questo messaggio è racchiusa la proposta educativo-pastorale salesiana per il nuovo anno, ed è con questo augurio di Don Bosco che sono stati congedati i ragazzi dell’Oratorio “San Francesco di Sales” che hanno preso parte al campo invernale che si è tenuto dal 28 al 30 dicembre 2012 presso l’oasi di spiritualità salesiana Montagna Gebbia di Piazza Armerina. Una tre giorni all’insegna dell’allegria, della fraternità, della preghiera e della riflessione, un momento di ricapitolazione dell’anno che ci si è lasciati alle spalle e di premessa per quello che ci apprestiamo ad affrontare.

In una splendida cornice di pace e serenità, interamente immersa nella natura, i ragazzi, dagli 11 ai 20 anni, sono stati coinvolti in un programma ricco di attività: i laboratori per fasce d’età, i tornei sportivi, i momenti di gioco e di libera aggregazione, i momenti di preghiera, con le meditazioni mattutine, la celebrazione eucaristica quotidiana e il pensiero di buona notte. Particolarmente significativa ed entusiasmante è stata la premessa al Campo. Infatti, prima di raggiungere la località, i ragazzi hanno trascorso una mattinata sulla neve, tra giochi, risa, pupazzi di neve e scivolate giù dai pendii.

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Tra i momenti formativi più significativi c’è stato il “laboratorio di idee”, durante il quale il gruppi degli adolescenti e dei giovani, in fase progettuale, hanno lavorato alle proposte di animazione e formazione per i più piccoli in vista del Gr.Est. 2013. Un particolare appuntamento quotidiano è stato occupato dal “Cocorito show” , un nuovo “format” leggero e divertente per proporre ai ragazzi delle tematiche formative, quali la fiducia, il sacrificio e la semplicità, attraverso la lettura di racconti, l’ascolto di canzoni e la partecipazione a giochi musicali, intercalati dalle simpatiche gags dei due “conduttori”, Michele Giuffrida ed Eduardo Solano, e del loro “regista” Andrea Parisi. Don Domenico è stato invece il “mattatore” delle due serate di fraternità: la prima occupata da una sfida tra quattro squadre coinvolte in giochi di abilità fisica, artistica e canora e alla quale i ragazzi hanno partecipato con grande entusiasmo; la seconda da brevi scenette comiche interpretate dagli stessi ragazzi. La giornata conclusiva è stata arricchita dalla presenza del direttore della casa Don Pippo Ruta, accompagnato da Don Santo Muratore, e da alcune famiglie dell’Oratorio che si sono uniti a noi per la celebrazione eucaristica e la consumazione del pranzo. Un grazie speciale va a Don Giuseppe che ha diretto e coordinato questi momenti e ci ha consentito di vivere questa esperienza, durante la quale è stata data ai ragazzi l’opportunità di approfondire i legami di amicizia già esistenti e di crearne di nuovi, di meditare sui temi proposti, di scoprire qualcosa di nuovo su se stessi e sugli amici che hanno accanto, di mettersi in gioco, e soprattutto di crescere insieme nell’allegria, nella gioia e nella fraternità. Gr az i ana C a m pi si Insieme


Domenica 10 marzo 2013. Grande emozione e tanti ricordi al “San Francesco di Sales” fra gli oratoriani, oggi diventati adulti, attorno a Don Salvatore. “Sono contento di trovarmi tra voi, mi sento serenamente emozionato” così don Di Benedetto durante la celebrazione della santa Messa del suo Giubileo d’oro. “Guardando i vostri volti, vi voglio comunicare il mio sorriso”. Sorriso che i presenti hanno conosciuto e accompagnato sempre nella vita.

Catania-Salette

X edizione del Premio Quartiere Vivo

La consegna del “Premio Quartiere Vivo”, brillantemente condotta dal giornalista dott. Piero Maenza, a opera degli exallievi di Don Bosco di Catania-Salette, avvenuta il 26 gennaio nel salone-teatro dell’Istituto salesiano di via S. M. della Salette, ha messo in risalto le qualità umane, l’impegno e la co-

é Catania-Salette: Don R. Di Mauro con le figlie dell’ing. S. Saporito.

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stanza dei premiati per il non facile compito della rinascita culturale, economica e sociale del quartiere San Cristoforo. Dopo i saluti del direttore della Casa salesiana, don Antonino Rubino, e del delegato degli exallievi, don Rodolfo Di Mauro, il presidente dell’Unione Salvatore Caliò ha illustrato i principi sui quali si basa il Premio. Nella prima sezione vengono premiati personaggi espressione del quartiere o che in favore di esso si sono distinti per il riscatto delle periferie e degli ultimi e per la crescita culturale della comunità. Il Premio, giunto alla decima edizione, è stato assegnato alla memoria dell’ing. Sebastiano Saporito, fondatore e primo presidente dell’Unione, prematuramente scomparso: dopo il ricordo della sua figura pronunciato dall’ing. Giovanni Costanza, già presidente ispettoriale degli exallievi, e dall’ing. Gaetano D’Emilio, il premio con la motivazione “Fondatore dell’Unione Exallie-

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DALLE CASE SALESIANE

50° di sacerdozio per Don Di Benedetto


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vi della Salette, laddove affondano le sue radici di uomo operoso e generoso nella vita familiare come nell’agire sociale e professionale, che per il riscatto del suo quartiere ha profuso costante impegno e iniziativa” è stato consegnato alla famiglia Saporito da don Rodolfo Di Mauro. È stato altresì assegnato il Premio al dott. Mario Ciancio Sanfilippo, direttore del quotidiano “La Sicilia”, che fin dalla fondazione dell’Unione ha sponsorizzato l’assegnazione di premi ai ragazzi di scuole del quartiere e delle scuole di formazione professionale dei Salesiani e dei ragazzi dell’oratorio

é Catania-Salette: Don A. Rubino, P. Maenza e S. Caliò

nuini della gente del quartiere nella vita di ricercatore in America” e alla dott.ssa Rossella Jannello, redattrice del quotidiano La Sicilia, “per avere svolto con passione e competenza i suoi interventi giornalistici a favore del quartiere”. Dopo la consegna dei premi e delle targhe sono intervenuti la dott.ssa Annamaria Polimeni, Vice Prefetto Vicario di Catania, il sen. Enzo Bianco e Pino Orlando, presidente Ispettoriale degli Exallievi di Sicilia, che hanno espresso vivo apprezzamento per la manifestazione.

é Targa al Prof. G. La Fauci.

della Salette. Il Premio è stato consegnato al dott. Mario Ciancio Sanfilippo dal presidente dell’Unione Salvatore Caliò con la seguente motivazione: “Per il sostegno costante e generoso messo a disposizione dei giovani delle periferie emarginate come segno di incoraggiamento a proseguire sulla via dell’operosità e dell’impegno per costruire il proprio domani e un mondo migliore”. I premi, due sculture gemelle in legno e plexiglas, sono stati realizzati dallo scultore maestro Orazio Grasso, socio dell’Unione. Nella seconda sezione del Premio due targhe speciali sono state assegnate al prof. Giuseppe La Fauci, biologo, nato a San Cristoforo ed emigrato negli Stati Uniti nel 1979 dove è ricercatore presso l’Institute for Basic Reaserch di New York nonché professore di Biologia nella New York City University, “per avere conservato i valori più ge-

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é Catania-Salette: Premio a Mario Ciancio Sanfilippo. Nella foto col figlio Domenico e il presidente dell’Unione Exallievi S. Caliò.

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Catania-San Filippo Neri vecchio

Attività invernali all’oratorio

L’oratorio San Filippo Neri di Via Teatro Greco 32 Catania, unico centro di aggregazione giovanile del quartiere, affidato a Giuseppe Salamone offre ai fanciulli, giovani e adulti un insieme di attività ludico ricreative e spirituali anche nel periodo invernale, per dare loro l’opportunità di stare insieme, divertirsi e crescere la propria fede. L’apertura ufficiale è avvenuta sabato 1 setInsieme

tembre offrendo molteplici e variegate attività per le varie fasce d’età. Ai bambini della scuola elementare e i ragazzi della scuola media viene offerta la possibilità del sostegno scolastico, dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 17.30 e per poi poter partecipare alle attività, come il calcio, sport predominante, che si svolge dal martedì al sabato e coinvolge fino a 80 ra-

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Nella terza sezione del Premio, riservata a giovani studenti meritevoli, sono stati assegnati: “Premi di studio La Sicilia” ad Alessio Parisi dell’Istituto Comprensivo Caronda, a Federico Liuzzo dell’I.C. Andrea Doria, a Marco Pinelli dell’I.C. Livio Tempesta, a Coné Catania-Salette: Gli attori del Teatro Stabile di Catania. cetta Monaco dell’Istituto di Istruzione Superiore Lucia e a Claudia Pistorio dell’Oratorio della SaMangano, a Giovanni Castiglione del lette; CNOS di Barriera, a Sara Aiello del CNOS “Premi di studio Assemblea Regionale Sidi Misterbianco, a Cristian Sicali del CNOS ciliana” ad Anna Pinelli e Matteo Cupper San Filippo Neri, ad Antonio Guarnera, dell’Oratorio della Salette; Santo Strano, Valeria Lanzafame e Agata “Premio di studio I. C. San Domenico SaBruno dell’Oratorio della Salette, a Grazia vio” ad Antonino Di Maria; Pandetta, Alessia Spampinato e Andrea “Premio di studio Famiglia Polimeni” a Consolo del CNOS della Salette; Samuele Furrnari dell’Oratorio della Salette. “Premi di studio Teatro Stabile di CataIl Teatro Stabile di Catania, alla fine ha nia” a Daniele Agatino Carani dell’Istituto intrattenuto i presenti con scene tratte da “Il di Istruzione Superiore Lucia Mangano, a paraninfo”, attualmente in scena al Teatro Gabriele Sicali del CNOS di Barriera, a IreMusco di Catania, a cura di Ezio Donato e ne Platania del CNOS di Misterbianco, a con gli attori Angelo Tosto, Aldo Toscano, David Costa del CNOS San Filippo Neri, a Cosimo Coltraro e Filippo Brazzaventre. Al Marianna Scarcella del CNOS della Salette piano il Maestro Nino Lombardo.


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gazzi in mini-partite da 10 minuti ciascuna; tra gli altri sport praticati, judo, lotta greco romana, basket, calcio balilla, tennis tavolo; laboratorio teatrale, attraverso il quale ad ogni ragazzo viene data la possibilità di sviluppare varie aspetti del proprio carattere, crescita culturale, sviluppo della personalità, accompagnandoli nel riconoscere e superare le proprie insicurezze, migliorare l’ autostima che spesso sono alla base del disagio giovanile; laboratorio di danza, dedicato ai bambini che vogliono imparare a muovere il corpo a ritmo di musica e creare un gruppo “in armonia” che possa esistere anche fuori dal momento del ballo; laboratorio manuale per stimolare le abilità manuali, la fantasia e la creatività; laboratorio di cucina, in cui i ragazzi, con la supervisione dell’adulto, si divertono preparando un menù completo; laboratorio di canto, dedicato ai bambini e ragazzi che vogliono acquisire i primi rudimenti del canto con modalità ludica, imparando a stare insieme condividendo e coltivando una piccola passione musicale. La crescita culturale ed interiore, e il formare un “buon cristiano e un onesto cittadi-

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no”, è il principio cardine su cui si basano la formazione e le attività rivolte ai nostre ragazzi, a tal proposito si sono costituiti cinque gruppi: “San Domenico Savio” per i bambini che frequentano la quarta e quinta scuola elementare; “San Filippo Neri” per i preadolescenti che frequentano la scuola media; “Michele Rua” per gli adolescenti; gruppo “Ministranti” aperto per i bambini dai 10 anni in su, il gruppo animatori ed educatori “Amici di Don Bosco” formato da giovani e adulti i quali offrono il loro servizio in oratorio e che si incontrano ogni lunedì per un cammino di formazione personale e spirituale, a tal proposito, si tengono momenti di Adorazione Eucaristica, Lectio divinae, perché siamo convinti che la crescita e l’essere testimoni di una fede vera, è quella marcia in più che fa la differenza nell’approccio con i nostri giovani. La celebrazione eucaristica, è il punto cruciale dei nostri momenti in oratorio, viene celebrata il sabato, con attiva partecipazione della comunità oratoriana e dei nostri giovani. Numerosi sono e saranno gli eventi che organizzeremo durante l’anno sociale, tutto nello pieno carisma salesiano, caratterizzato da gioia e amore, come ci ha insegnato il nostro padre, maestro e amico Don Bosco. Insieme


Festa di Don Bosco e Carnevale

Da poco è passata la festa del nostro caro padre Don Bosco, per celebrarlo all’oratorio di Leonforte si è svolta la tradizionale novena. A partire dal 22 sino al 31 gennaio ogni sera, nella cappella dell’oratorio, si è celebrata la ss. Messa in onore del Santo. Tutte le realtà impegnate in oratorio sono state coinvolte e ogni sera la ss. Messa era celebrata con un pensiero particolare ad ognuna di queste realtà: il consiglio dell’oratorio, l’mgs, la scuola dell’infanzia, il laboratorio di ricamo, il gruppo famiglie, il gruppo “noi speranza del domani”, i cooperatori che hanno rinnovato la promessa, e le ex-allieve che hanno vissuto un intenso momento di comunione con la partecipazione della ex-presidente mondiale dell’associazione; e quest’anno si sono unite alla celebrazione del nostro santo le maestre aderenti all’AIMC (Associazione Italiana Maestre Cattoliche). Inoltre abbiamo avuto la visita di don Edoardo Cutuli che ha celebrato una sera di novena e in un incontro che ha preceduto la s. messa ha presentato la strenna 2013, ad un folto gruppo di simpatizzanti. Tutte le sere la cappella è stata piena di devoti, che non si sono lasciati intimorire dal freddo e dal brutto tempo, e hanno partecipato con il cuore. Il 30 gennaio a seguire della messa si è svolta la veglia, in comunione con gli altri oratori ispettoriali e a subito dopo la statua del santo con canti e musiche è stata portata in processione sino alla chiesa madre, luogo più grande, capace di ospitare tutti i fedeli che la sera della festa si radunano a celebrarlo. Il 31 la messa è stata celebrata dal vescovo della nostra diocesi mons. Salvatore Muratore; la serata è continuata con il recital organizzato dai ragazzi “noi speranza del domani”: tre scene ispirate alla vita di don Bosco e ai giovani che ispirano la tematica della strenna di quest’anno. Questo rappresentazione era stato presentata in tre serata precedenti, ma la simpatia e la bravura dei ragazzi hanno portato tutti a decidere di riproporlo dinanzi al vescovo. Insieme

A seguire la statua del santo è stata riportata in oratorio dove si è proceduto all’estrazione dei biglietti vincenti del sorteggio che abbiamo organizzato per finanziare le attività che svolgiamo quotidianamente nella nostra casa. Oltre al sorteggio, si è tenuta per tutta la durata della novena la “pesca”… sorteggio con premio sicuro! Passata la festa di Don Bosco, il carnevale già imperversava nel nostro paese.. in occasione del giovedì grasso, giorno che per questioni lavorative, non viene dedicato pienamente al carnevale se non nelle scuole, i giovani dell’MGS hanno deciso di organizzare una festa da ballo per famiglie nei locali della parrocchia. Inizialmente la festa doveva interessare solo i bambini della scuola e del “grest invernale”, alla luce di quanto visto durante la sfilata dei gruppi in maschera della domenica pomeriggio (consumo ecces-

é Leonforte: Serata di Carnevale.

sivo di alcol da parte di persone sempre più giovani), si è deciso di allargare l’invito alla famiglia intera. Discreta è stata la partecipazione (circa un centinaio di persone tra: genitori, figli di tutte le età e qualche nonno!). si è potuto veramente affermare che l’allegria nasce da un cuore sincero e non da sostanze ingerite!!! Ora siamo già in quaresima, vivremo con intensità anche questo periodo cercando sempre di mettere lo spirito di Don Bosco in ogni cosa che facciamo preparandoci con serietà alla Pasqua.

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Leonforte


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Messina-Giostra

Tutti insieme per Messina

C’erano anche i giovani dell’Oratorio Centro Giovanile di San Matteo-Giostra alla serata di solidarietà organizzata per gli alluvionati della provincia di Messina sabato 1 dicembre alle ore 20.30. Giunta ormai alla sua terza edizione, la manifestazione è stata organizzata dal CRAL dei Vigili del Fuoco di Messina, in collaborazione con il Comando provinciale VVFF, l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco, l’Associazione Don Bosco San Matteo e con il patrocinio del Comune di Messina. L’iniziativa benefica ha visto la partecipazione, a titolo gratuito, della nostra “Compagnia degli OraTtori” che torna a calcare le scene del Vittorio Emanuele, dopo il succes-

so avuto lo scorso anno con il musical “Salvato dalle Acque”, rappresentando una commedia in dialetto siciliano in due atti intitolata “A morti du Cavaleri” tratta e tradotta da “La Burla di don Giovanni” di Vincenzo Galvagno e con la regia di Maria Grazia La Rosa. Attratti dal carisma di Don Bosco, i ragazzi della compagnia degli OraTtori esprimono la loro voglia di crescere nel mettere insieme il desiderio di condividere talenti, nella stima e nell’aiuto reciproco, ognuno così come può. È un gruppo eterogeneo che dal 2007 conta già al suo attivo 5 musical: “La Locanda di Emmaus”, “L’unica strada è l’amicizia”, “Sorella Cerca Pane” ispirato alla vita di Santa Jane Jugan, “Fra cielo e terra” tratto dalla vita di S. Antonio da Padova e il recen-

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te “Salvato dalle Acque” che narra la storia di Mosé. È risaputo che “fa più rumore un albero che cade, che un’intera foresta che cresce”; l’Oratorio di Giostra, una quercia piantata in un quartiere tristemente conosciuto per altri eventi rimbalzanti alla cronaca cittadina, da tempo è impegnato nella promozione e nella salvezza dei giovani, mettendo in gioco tutte le risorse disponibili, non ultimo l’espressione teatrale. Per Don Bosco non esisteva un “teatro per il teatro”: o era educativo o “non era”! I riflettori erano puntati sui giovani o giovanissimi attori; insomma non si recitava tanto “per il pubblico” quanto piuttosto per gli stessi attori, per la loro formazione. Durante un vibrato discorso ai direttori delle case salesiane, don Bosco, nel corso delle ‘conferenze di san Francesco di Sales’ del gennaio 1871 affermava: ‘… io intendo che i teatrini abbiano questo per base: di divertire e di istruire;’ (MB X 1057). In linea a queste regole tenta di essere l’attività della Compagnia degli oraTtori che coinvolge l’intera comunità parrocchiale di Giostra e che riesce a mettere sul palco 80 elementi giovani e meno giovani, tra attori, ballerini, costumisti, scenografi e tecnici; Una parrocchia dotata di un meraviglioso costruendo teatro che rischia di essere una delle tante “incompiute” del nostro tempo. Ultimati i lavori di stabilizzazione della struttura e di adeguamento, rimangono da completare gli arredi tecnici e scenografici che richiedono ancora un grosso sforzo economico e che non può gravare solamente sulle spalle dei salesiani e della comunità locale. Non possiamo dire che il ricavato degli spettacoli organizzati dalla compagnia possa consentire di ultimare i lavori del teatro ma è indubbio che i valori trasmessi assieme al messaggio lanciato nel cuore della gente, siano ulteriori pilastri sui quali poter costruire il futuro di alcuni giovani del nostro quartiere, sulla nostra città. R o be rto Ba gal à Insieme


Messina-San Dom. Savio

Mi chiamo Rosanna, sono salesiana cooperatrice da undici anni. Sposata dal 2005 e madre dal 2007. Insieme a mio marito Massimiliano, partecipiamo annualmente al Campo Famiglie di Montagnagebbia (Piazza Armerina) dal 2008. Dopo cinque anni di campo abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa in più per noi stessi e per altre coppie che sentono il bisogno di “crescere” e “far crescere il matrimonio”. Quando, l’estate scorsa chiesi all’Ispettore, don Gianni Mazzali, la sua eventuale disponibilità qualora fossimo riusciti ad organizzare un percorso per la coppia/famiglia, lui mi diede risposta affermativa. Da quel momento dentro di me si è messo in moto qualcosa che mi ha spinto ad andare avanti. Ho trovato l’immediato appoggio di mio marito e ci siamo messi “a lavoro”. Rientrando a Messina, tra le tantissime “cose da fare” (lavoro, figli, casa, famiglia, …), non si trova mai il tempo per fermarsi a parlare di noi. Al campo famiglie c’è uno spazio, importante per la coppia, in cui ci si ritrova con il/la compagno/a di vita per riflettere su degli spunti forniti dal relatore; vuoi o non vuoi, si riesce ad avere un confronto con chi ci sta accanto e, spesso, il dialogo spazia sui problemi di vita quotidiana. Ecco che abbiamo organizzato un percorso per le coppie/famiglie all’oratorio Domenico Savio di Messina. Ci incontriamo una volta al mese, la domenica pomeriggio; gli incontri sono tenuti da due relatori d’ec-

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Incontri famiglie/coppie al “Savio” di Messina

cellenza: don Gianni Mazzali e suor Mariella Lo Turco, che ci invitano, di volta in volta, a confrontarci nella coppia e con noi stessi; mentre i nostri figli giocano, colorano con le ragazze più grandi, noi coppie stiamo insieme ad ascoltare, a riflettere e a confrontarci sul nostro quotidiano. I nostri incontri si concludono con un momento di convivialità e fraternità. In questi momenti ci si ritrova a parlare tra di noi in modo non formale e ci si conosce meglio. La tematica che abbiamo scelto è “La civiltà dell’amore”, dalla lettera di Giovanni Paolo II alle famiglie, nell’anno della famiglia 1994. In ogni incontro affrontiamo un aspetto della vita di famiglia di cui si parla nella lettera; L’ Alleanza coniugale - L’unità dei due Il bene comune della famiglia – Il Dono sincero di sé. Siamo circa una decina di coppie, alcune delle quali “bianche” di questo tipo di cammino. Il nostro invito è stato accolto da amici, salesiani cooperatori e non, e colleghi di lavoro. La nostra paura era che, dopo il primo incontro, ci saremmo ritrovati in pochi; ci siamo affidati a don Bosco e così non è stato; tutti hanno mantenuto l’impegno e hanno partecipato attivamente. A volte mi è sembrato di essere con amici a colloquiare senza alcuna formalità. È una bellissima esperienza. Gli incontri saranno cinque, cui seguirà un ritiro di un’intera giornata; ce ne sarà un settimo soltanto tra le coppie per raccogliere le impressioni di tutti, soprattutto di chi fa questa esperienza per la prima volta.

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Ragusa

Visita di Don Frisoli a Ragusa

Don Pier Fausto Frisoli, responsabile dei Salesiani per l’Italia e il Medio Oriente, ha concluso l'omelia della messa in onore di San Giovanni Bosco, celebrata nella parrocchia Maria Ausiliatrice, a Ragusa. Il sacerdote ha detto tra l’altro: “L'augurio che oggi voglio farvi è quello di riuscire sempre di più ad aiutare la Chiesa locale, le autorità cittadine a vedere i ragazzi che stanno oltre la siepe, quei ragazzi che non ce la fanno, per offrire loro il pane della comprensione e dell'amore”.

Queste parole in pratica hanno sigillato la chiusura dei festeggiamenti per i 50 anni di presenza dei Salesiani a Ragusa. Un anno intero di celebrazioni iniziate il 29 gennaio dello scorso anno con una solenne concelebrazione presieduta dal vescovo, Paolo Urso. Poi, nel mese di marzo, la visita storica di don Pascual Chavez, nono successore di don Bosco, all'Istituto salesiano di corso Italia. Don Chavez fu anche a Modica e a Noto in occasione dell'avvio dell'iter della cau-

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sa di beatificazione di Nino Baglieri. In maggio 2012 un altro appuntamento, con i salesiani di oggi e di ieri. In agosto la statua di San Giovanni Battista è stata accolta nel cortile dell'Oratorio. “Quando ho detto al Rettor Maggiore che stavo venendo a Ragusa – ha detto don Frisoli nell'omelia – un sorriso si è stampato sul suo volto, ricordo della bella accoglienza che ha ricevuto in questa città poco meno di un anno fa. Adesso sono contento di essere io a concludere con voi l'anno di festeggiamenti per questo bel traguardo. Ragusa ha un cuore salesiano, è questo quello che ho subito capito stando qui con voi”. Prima della messa, un momento celebrativo all'esterno della chiesa, dove da qualche anno è stata sistemata una statua di don Bosco. Al santo dei giovani, famiglie, bambini, ragazzi e giovani, hanno offerto simbolicamente un fiore con un messaggio. In serata, infine, in teatro, la tradizionale festa organizzata dai gruppi dell'Oratorio e dalle famiglie. Insieme


Grande successo all’Oratorio Salesiano di Ragusa in occasione della domenica del Carnevale 2013. Nonostante le pessime condizioni meteo, così come da tradizione, gli animatori hanno organizzato il “Luna Park”. All’insegna del sano divertimento tanti ragazzi in maschera, guidati dagli stessi animatori, hanno giocato con più di 25 giochi messi a disposizione nei locali dell’oratorio e quindi al coperto. Acchiappa la gallina, il gioco del criceto, il booliwing sono solo alcuni dei giochi che hanno fatto divertire i ragazzi. Ma la grande novità del Luna Park 2013 è stata “l’area bimbi” da 0 a 3 anni dove insieme agli animatori i piccolissimi hanno trascorso la mattinata giocando. Tanta musica dal vivo, con batteria, flauto traverso, basso e chitarra e una bellissima sfilata hanno fatto trascorrere la mattinata piena di gioia e spensieratezza anche ai tantissimi genitori, nonni, che hanno accompagnato i propri figli e nipotini. Alla chiusura dei giochi l’appuntamento per tutti è stato per il martedì pomeriggio di carnevale. E anche in questo giorno nonostante la pioggia, il vento e la grandine non

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hanno impedito a più di 100 ragazzi ad essere presenti e in maschera nei locali coperti dell’Oratorio Salesiano per festeggiare il Carnevale 2013. Tanta allegria, balli, giochi, e dolci… sorprese, (la merenda è stata preparata e offerta, per tutti, dalle catechiste) hanno fatto si che il pomeriggio trascorso in oratorio sia volato via in modo intenso e frizzante. La festa di carnevale, con balli, musica e pizza è continuata con i ragazzi più grandi fino alle 23.30, quando si è dato lo stop per entrare in clima con una preghiera per dare inizio alla quaresima. Sicuramente l’Oratorio Salesiano, senza nessun aiuto o contributi esterni, è stata una delle poche strutture organizzative che in città hanno fatto vivere l’atmosfera e la spensieratezza del carnevale. L’Oratorio Salesiano organizzando la domenica, con il Luna Park, e il martedì grasso, ha centrato in pieno lo scopo socio-aggregativo della manifestazione. Di conseguenza tanti ragazzi hanno avuto la possibilità di trascorrere allegramente il Carnevale secondo lo stile e la pedagogia di Don Bosco.

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Carnevale 2013 a Ragusa


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Sant’Alfio - Casa Tabor

Festa della Famiglia in Casa Tabor

Un camino acceso, le voci di bambini che risuonano tra i corridoi, caffé e tè caldo con biscotti… atmosfera di casa, atmosfera di famiglia. È questo l’inizio dell’ultima domenica dell’anno in casa Tabor dove circa 30 coppie di sposi con i loro figli si sono ritrovati insieme per la Festa della Famiglia. Un appuntamento fisso per le famiglie che da anni condividono i momenti e i percorsi proposti dalla casa salesiana-centro studi di spiritualità Tabor, e che quest’anno è stato arricchito dalla partecipazione numerosa, oltre le aspettative, di altre coppie, di cui un buon numero di giovani coppie. Dopo il caloroso momento dell’accoglienza da parte dei salesiani, l’allegra ciurma di bambini cominciano le loro attività con i giovani e disponibili animatori mentre noi adulti entriamo nel vivo dell’esperienza con l’incontro comunitario incentrato sulla Parola di Dio proposta dalla liturgia della Domenica (Luca 2, 41-52). Don Paolo Fichera guida la riflessione con i contributi delle coppie di sposi che nelle settimane precedenti hanno preso parte agli incontri preparatori, Linda e Salvo Adamo, Laura e Nico Lotta e Roberta ed Enrico Compagnini. Vari e interessanti gli spunti di riflessione che vengono evidenziati: – Le figure di Giuseppe e Maria nel brano appaiono nella loro semplicità e umanità. Sono due genitori “normali”, che dopo aver

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preso parte alla festa di Pasqua a Gerusalemme si rendono conto, sulla via del ritorno, che il loro unico figlio non è con la comitiva con cui sono partiti. Ritornano angosciati a Gerusalemme per cercare Gesù e lo trovano seduto tra i maestri mentre li ascoltava e li interrogava. – “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del padre mio?” È la risposta dell’adolescente Gesù. È come se Gesù richiamasse Maria e Giuseppe e tutti noi a mettere al centro della nostra vita le cose del Padre. E dovrebbe essere una priorità nella nostra vita di coppia e di famiglia dare il primato al legame con il Signore e costruire su questo legame il nostro essere famiglia. Occorre comprendere la necessità di riconoscere la presenza di Dio nelle nostre case e trasmettere questo legame ai figli con la nostra parola, con i nostri gesti e con la nostra presenza. I nostri ritmi di vita ci consentono di trovare questo tempo per rafforzare e dare segno in famiglia di questo legame con Dio? – “Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.” E noi riusciamo a custodire il nostro essere famiglia? Riusciamo a ritrovare il tempo? A prenderci cura del proprio partner, dei propri figli? Trovare il tempo per custodire e ritrovare la relazione con noi stessi, con i nostri cari e con Dio? Custodire e ritrovarsi: due parole chiave che hanno caratterizzato il prosieguo della Festa della Famiglia a Casa Tabor. La celebrazione eucaristica presieduta dall’ispettore dei salesiani di Sicilia, Don Gianni Mazzali, è stato il momento del ritrovarsi tutti, grandi e piccini, e insieme ringraziare il Signore del nostro essere famiglia e rinnovare le promesse matrimoniali. La condivisione del pranzo insieme, il divertentissimo momento dei giochi nelle Prime Olimpiadi della famiglia (a cura della frizzante e inarrestabile famiglia La Rosa), e il momento pomeridiano di condivisione in gruppo, sono stati occasione per poter soInsieme


sima della Famiglia, per entrare con fede e in ascolto più attento della Parola di Dio nel tempo quaresimale. Per tutte le famiglie interessate le date dei prossimi incontri di spiritualità per la famiglia: Pasqua a Casa Tabor (29-31 marzo); Pentecoste della famiglia (19 maggio); in estate due corsi di esercizi spirituali per famiglie (18-21 luglio e 20-24 agosto).

Casa Tabor, 30 dicembre 2012 Nino e Mariella Licciardello

Trapani

Visita di Don Frisoli a Trapani

Visita straordinariamente bella, del Consigliere Mondiale dell’Italia e il Medio Oriente Don Pier Fausto Frisoli, rimasto affascinato dalla bellezza della nostra città di Trapani. Abbiamo vissuto due giornate intense scandite come da programma da vari appuntamenti con i rappresentanti della famiglia salesiana e tutta la comunità, l’inaugurazione della statua di San Domenico Savio (restaurata da poco), la preghiera comunitaria, momenti di condivisione e fraternità, la Celebrazione Eucaristica ed infine la rappresentazione del musical “l’amore più grande” sulla figura di don Pino Puglisi. Abbiamo apprezzato tantissimo le indicazioni, l’incoraggiamento di Don Pier Fausto, la testimonianza che ha fatto ai nostri animatori e le belle parole che ha avuto nei riguardi della nostra comunità. Sicuramente tutto ciò ci ha entusiasmati e fatto capire quanto ancora si può fare in meglio per l’oratorio e la città di Trapani. Grazie Don Frisoli!!! Grazie dalla comunità dell’oratorio salesiano e buona missione a tutti!!! Insieme

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cializzare, conoscersi meglio, ritrovarsi e riscoprirsi tutti all’interno di una grande famiglia, la Famiglia Salesiana. È tardo pomeriggio, è l’ora di andar via... ma prima occorre svelare il nome della famiglia vincitrice delle Prime Olimpiadi della Famiglia a Casa Tabor: la famiglia Coco che con coraggio e allegria mamma e papà con i loro quattro piccoli monelli e l’immancabile passeggino con a bordo l’ultimo arrivato, sono riusciti a superare tutte le prove!!! Ed ora è giunto il momento dei saluti. Ogni famiglia porta a casa come ricordo della giornata una icona della Santa Famiglia, frutto della maestria di don Mario Di Marco. Don Lillo Montanti, direttore della casa, saluta tutti, ringrazia tutti i presenti e in particolare coloro che si sono adoperati per preparare e animare la bella giornata di festa e fraternità in famiglia e ci dà appuntamento per il prossimo 17 febbraio per la Quare-


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Il Musical “L’amore più grande” Con grande gioia l’Oratorio Salesiano di Trapani ha presentato il progetto dal titolo “l’Amore più grande“, musical sulla figura di Don Pino Puglisi, scritto e ideato da alcuni ragazzi dell’oratorio. Progetto perché siamo partiti dal fare un’attività in comune che è il musical. Pensando a quale messaggio trasmettere è nato un testo che parla della grande figura di Don Pino Puglisi che si è prodigato con tutte le sue forze per togliere i ragazzi dalla strada, lottando contro il sistema mafioso. Egli si è servito di uno strumento che noi, appartenenti alla famiglia salesiana, cono-

gno e il messaggio che tutti noi abbiamo voluto dare agli spettatori. “Ognuno di noi sente dentro di sé una inclinazione, un carisma, un progetto che rende ogni uomo unico e irripetibile. Questa chiamata, questa vocazione, è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita”. “È importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi. Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste”.

sciamo bene: l’Oratorio. Da qui anche l’accostamento a San Giovanni Bosco e al suo sistema preventivo. Progetto, perché non si tratta solo di apparire nella scena teatrale ma di testimoniare, nella vita di tutti i giorni, uno stile di vita da onesto cittadino e da buon cristiano proprio come Don Pino ha fatto. L’8 dicembre festa dell’Immacolata si è messo in scena per la prima volta lo spettacolo che ha avuto uno strepitoso successo, tra i presenti anche il nostro ispettore Don Gianni Mazzali che ha apprezzato l’impe-

Alle parole di Don Puglisi aggiungerei: è importante che nella nostra società ci siano dei testimoni positivi, perché c’è tanto bisogno di speranza e di ottimismo, c’è tanto bisogno che non si facciano chissà quali cose straordinarie come ci insegna il nostro Don Bosco, basta fare quello che già facciamo in modo straordinario, grazie a tutti coloro che hanno condiviso questo nostro semplice modo di dare un messaggio positivo a noi stessi e agli altri.

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Giuseppe Virzì Insieme


F esta de ll a B eata Mad re Mo rano , Suo ra d elle F iglie d i Ma r ia Au silia t r ic e , f e d e l e i n t e r p r e t e de l p e n s ie r o di D on B osco e del Beato D usm et Celebrata la Festa della Beata Madre Maddalena Morano ad Alì Terme nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. A conclusione del Triduo l’incontro per mettere in risalto tre figure di Santi e Beati, Don Bosco, il Card. Dusmet e Madre Maddalena Morano e la loro esperienza cristiana segnata dal disegno caritativo ed educativo. Tema dell’incontro “Sulle vie dell’educazione: cittadinanza e solidarietà”. Nell’occasione è stato presentato il libro di Salvatore Di Mauro “I Chiostri e le Strade di Dusmet” della Libreria Editrice Vaticana. In avvio il dott. Rosario Cunsolo, medico di Direzione Sanitaria, ha presentato con il sussidio di immagini una comparazione dei diversi istituti di solidarietà e carità raffrontati alle nostre attuali situazioni locali. Cogliendo dal libro la mappa del “Il tessuto connettivo delle opere di beneficienza di fondazione religiosa”, dei luoghi di Catania che ancora oggi danno testimonianza delle opere di carità cristiana. Casa della nutrizione o casa da “lattare” – conservatorio della Purità – Ospedale S. Bambino - Monte di pietà, ognuna di queste opere ancora oggi è inserita nella toponomastica cittadina. Il dott. Cunsolo ha affermato che “La mia esperienza professionale di Direttore Sanitario, mi ha fatto cogliere nel libro gli elementi significativi di servizio alla persona, abbandonata debole o povera”. Tali condizioni non sono da circoscrivere al 700 o all’800 ancora oggi in forma diversa quelle intuizioni sono riproposte dal servizio sanitario nazionale. Significativa l’Opera di Soccorso infermi a domicilio, animata ancora oggi dal laicato cattolico, che vive la fama datale anche dalla Serva di Dio Suor Anna Cantalupo. In particolare è da segnalare l’ospedale di maternità del S. Bambino fondato nel 1776 che riprendeva l’originaria finalità del Monastero delle Repentite del 1517. Insieme

Questo pio istituto è l’unico in Sicilia ed è stato unico nella civile Europa. Dalla Francia e dalla Germania si son chieste istruzioni, gli statuti ed i regolamenti per istituirvi in quelle nazioni istituti consimili, che debbono considerarsi figli secondogeniti dell’Ospizio del S. Bambino, che questa città si onora di aver per prima istituito. Scopo è quello di ricoverare, con la più assoluta riservatezza, le donne rese madri per illecito connubio, l’Ospizio è il più antico del genere, avendo servito di esempio e di modello a tutti quelli che in altri Paesi servirono posteriormente. Il Canonico Alfonso Toscano autore di un opuscolo illustrativo del S. Bambino nel 1950 scriveva: “Invero Catania fu sempre ansiosa quei mali sociali e morali come l’infanticidio, che se frequenti quanto la colpa avrebbero minacciato seriamente la stessa civiltà cristiana”.

A queste opere di carità si aggiunse nel fecondo rapporto tra Dusmet e Don Bosco la presenza dei Salesiani e poi delle Figlie di Maria Ausiliatrice con l’azione educativa di Madre Maddalena Morano. Don Ildebrando Scicolone, Abate Benedettino, ha approfondito il tema dell’impegno educativo di Madre Morano nell’intera Sicilia. Per far questo ha indicato in sintesi due

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GUARDANDO ALTROVE

Guardando Altrove


GUARDANDO ALTROVE

capitoli del libro “Il dialetto e la lingua italiana nelle scelte pastorali di Dusmet” e “La sequela educativa della Beata Madre Morano”. A Catania le affidano l’intera Opera dei catechismi, la fondazione di nuovi oratori e il Convitto dell’Istituto Magistrale. Devotissima di San Giuseppe e di Maria Ausiliatrice, che la guidarono nelle nuove fondazioni, riuscì a trasmettere fedelmente il carisma di Don Bosco e il Sistema Preventivo. Alla sua morte a Catania nel 1908, le ca-

se della Sicilia sono 18, le suore 142, le novizie 20, le postulanti 9. Questi dati sono fortemente indicativi: innanzitutto l’uso della lingua parlata per far comprendere il catechismo e la forte risposta di vocazioni religiose in accoglienza dei metodi di Madre Morano. La Celebrazione Eucaristica, animata dai Cooperatori Salesiani e presieduta dall’Abate Scicolone ha concluso la Festa per la Beata Maddalena Morano.

I Giovani parlano di Nino Baglieri No n ti co n oscevam o… M a ci h ai c o nqu is ta ti …

Dominici, che è stato vari anni a Modica, un centinaio di diapositive su Nino; ne ho scelto una cinquantina secondo un certo ordine ed un progetto ben chiaro, a cui ho inserito un commento musicale che, aggiornato e completato, è arrivato a questa forma: da diapofilm iniziale è diventato Power Point. Tutti coloro che lo hanno visto sono rimasti attratti dal suo coraggio, dalla sua forza di volontà, dalla sua fede, dalla sua felicità e dal suo messaggio. Nessuno si distraeva, nessuno bisbigliava, ma tutti con profondo silenzio si confrontavano con questo loro coetaneo che nel pieno della sua giovinezza si era ridotto a un nulla a motivo dell’incidente ma che, ritrovando Dio, era riuscito a dare un senso alla sua vita, a vivere nella gioia, ad essere un apostolo di questa gioia ritrovata. Dal 2 al 4 aprile 2012, invitato dal Direttore del CNOS di Catania “O. Romero”, Signor Francesco Cauchi, a preparare i ragazzi alla Pasqua, ho creduto opportuno presentare loro la figura di Nino Baglieri attraverso il Power Point di cui sopra, che i ragazzi hanno seguito con molta attenzione, ad eccezione di qualcuno. Dopo la visione del Power Point è stato consegnato loro un foglio contenente due domande a cui sono stati invitati a rispondere. Le domande erano le seguenti: – Cosa ti ha colpito di più della vita di Nino Baglieri? – Cosa insegna oggi Nino Baglieri ai giovani?

Questa espressione è il titolo di un eventuale fascicolo o libro su Nino Baglieri visto dai giovani. Durante la mia permanenza di un anno nella comunità salesiana di Modica, ho avuto la possibilità e la fortuna di conoscere Nino Baglieri che, quando sono stato trasferito nella comunità di Pedara, mi ha fatto dono del suo volume “Dalla sofferenza alla gioia”. Essendo stato inviato a Pedara come catechista, cioè animatore spirituale dei ragazzi aspiranti, ho voluto loro farlo conoscere. In occasione di una mia visita a Modica, il 26-01-1985, sono andato a casa di Nino Baglieri munito di registratore, e gli ho chiesto di farmi dono della sua testimonianza. Fortissima è stata l’impressione che ha suscitato sui ragazzi, i quali sono stati conquistati dalla sua testimonianza e dal suo messaggio. Alcuni anni dopo ho ricevuto da Don Angelo

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é N. Baglieri.

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– Un bestemmiatore che però ha cambiato rotta, passando dalla disperazione, a motivo dell’incidente, alla gioia; – Non si è arreso, non ha “mollato” mai, ma con coraggio è andato avanti nonostante le sue difficoltà; – Un uomo di grande fede, che ha ritrovato il Signore, si è affidato a Lui e gli ha dedicato la sua vita, animato dal bisogno profondo di far conoscere in tutto il mondo la sua esperienza di fede scrivendo con la bocca; – Un uomo che non si è accostato superficialmente ma in profondità alla Parola di Dio. Vengono inoltre elencati gli insegnamenti che, secondo loro, Nino trasmette ai giovani: – Non mollare mai, non arrendersi e non abbattersi dinanzi alle difficoltà; – Un avvenimento terribile può trasformarsi in una grande gioia con la fede, per cui anche attraverso la sofferenza si può conoscere la felicità e ci si può sentire figli di Dio; – Non allontanare Dio dalla propria vita; – Non bestemmiare; – Leggere la Parola di Dio; A motivo di tutto ciò, vari giovani vedono in lui un esempio che li può sostenere nel capire il piano di Dio su sé stessi, nel dire di sì al Signore, nel vedere Cristo come la propria forza nonostante tutto, nel saper apprezzare ogni momento della propria vita, nel non arrendersi e quindi nell’affrontare le sfide della vita, nel saper cercare la vera felicità. Alcuni giovani del liceo statale dichiarano di non essere stati profondamente colpiti dalla figura di Nino Baglieri, che da uno di loro viene considerato uno che “venendogli a mancare la padronanza del proprio corpo, si Insieme

rifugia nella religione, optando quindi la scelta meno impegnativa”, motivo per cui uno studente viene colpito dalla “trasformazione di una vita normale in una riluttantemente bigotta”. Un altro afferma “che le condizioni in cui si è trovato Nino Baglieri, dopo dieci anni, abbiano comportato l’avvicinamento ad una religione in ultima spiaggia, dopo la disperazione e la sofferenza”. La riflessione del gruppo giovanile di Maletto è stata rappresentata, oltre che dalle riflessioni, dalla composizione di una canzone, dal titolo “Correre come volare”, alla realizzazione della quale hanno contribuito tutti i membri del gruppo, suddivisi in tre sottogruppi. C o rre re co m e vo l a re 1. Fermo immagine di quel giorno in cui mi sono perso e ho capito che la mia vita non ha senso e lo sconforto ha il sopravvento. 2. Ho sofferto, ho bestemmiato Ma col tempo a Lui son ritornato La Sua luce mi ha folgorato Ed il mio cuore a Lui ho donato. R i t . O c c h i pe r v e d e re Voci per cantare Cuori per pregare N in o Ba gl ier i su i no s tr i se n ti er i. 3. Da questo letto posso dire io son felice perchè ho trovato Te... Ti fai Ostia Tu per noi Così saremo Ostia per gli altri... R i t . 4. Un sorriso così immenso tanto grande ed intenso così forte da affrontare un mondo da dimenticare. R i t . Tu mi guardi e magari ti domandi, da dove viene questa gioia che mi illumina, questa gioia che accende il mio viso sofferente... Amico, gioisci col Signore, che se Lui rende felice un diverso come me ancor di più renderà felice te... Lui è la forza... Lui è la vita... Lui è il mio mondo... R i t .

La conclusione del fascicolo è rappresentata dalle seguenti espressioni che rivolgo a Nino:

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Lo stesso lavoro è stato svolto con il gruppo giovanile dell’Oratorio “San Domenico Savio” di Catania, con il gruppo giovanile «Giovani Orizzonti» di Maletto (CT) e con tre classi del Liceo classico statale “Spedalieri di Catania”. Dall’analisi delle risposte date, la cui lettura è stata una vera “scoperta”, sono stati evidenziati i tratti salienti della personalità e del messaggio di Nino Baglieri:


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«Carissimo Nino, uno dei giovani che ti ha conosciuto tramite il Power Point è stato colpito dalla mancanza in te di un’idea tua propria, in quanto venendoti a mancare la padronanza del tuo corpo ti sei rifugiato nella religione, optando quindi per la scelta meno impegnativa. Si è anche meravigliato come tu creda in un dio buono che ti vuole bene lasciandoti precipitare da un’impalcatura. Un altro giovane invece è stato molto col-

Riconosc imento dei Salesi ani a Piero Maenza Nel corso di una sobria cerimonia, nella casa salesiana di Barriera, in concomitanza con l’elezione di Papa Francesco, il presidente della Confederazione mondiale degli exallievi di Don Bosco, dott. Francesco Muceo, ha consegnato al giornalista Piero Maenza, ex responsabile della sede Rai di Catania ed exallievo dell’oratorio dei salesiani di Cibali, il diploma di benemerenza della Confederazione mondiale degli exallievi. Il raro riconoscimento, sottoscritto dal Rettor Maggiore don Pascual Chavez, è stato assegnato a testimonianza dell’impegno

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pito dalla tua fede nel Signore, dalla tua totale devozione. Soprattutto è stato colpito perché hai considerato vera vita non quella prima dell’incidente ma quella dopo dell’incidente perché era con Dio. Veglia su tutti i giovani del mondo, su quelli che non ti capiscono e su quelli che sono entusiasti di te, o atleta della santità!». D o n M ic he l e S p a l l i n a

nel settore radiotelevisivo quale “buon cristiano ed onesto cittadino”. Hanno presenziato alla consegna don Felice Bongiorno, Salvatore Caliò, presidente degli exallievi della Salette e Liliana Pezzino Maenza. Da: La Sicilia, Catania 20 marzo 2013.

é P. Maenza e F. Muceo.

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Per il tempo della Quaresima e Pasqua, periodo liturgico in cui si celebra il pio esercizio della Via Crucis, è in libreria un nuovo testo di Marco Pappalardo dal titolo “Via Cru-

L’argentino Bergoglio è il nuovo P a p a. S i c hi a ma Fr a nc e s c o Padre Federico Lombardi alla stampa riunita: “Ci dobbiamo aspettare grandi sorprese positive”. Appena eletto ha fatto visita a Santa Maria Maggiore, poi si è recato alla Casa del Clero a prendere le valigie e pagare il conto. Ai fratelli cardinali dice: “che Dio vi perdoni per quello che avete fatto”. Camminare, edificare, confessare: un itinerario per la Chiesa tutta. “Camminare sempre, alla presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiede ad Abramo nella promessa”. Insieme

cis con Don Bosco e Nino Baglieri”, edito dalla Elledici di Torino e dalla Cooperativa San Tommaso di Messina. San Giovanni Bosco e il Servo di Dio Nino Baglieri in vita hanno accolto in modo diverso la croce e ora sono testimoni di fede, speranza e carità. In un unico libretto tascabile l’Autore ha realizzato due testi per vivere la Via Crucis personalmente, in famiglia, nella comunità, ispirandosi alla vita del Santo Educatore e a quella del suo discepolo Nino Baglieri, modicano, il cui processo di beatificazione ha avuto inizio nel 2012. L’amore per Gesù è adesione alla croce, tanto da diventare – donne e uomini – “un altro Cristo crocifisso”. Così è stato per Don Bosco. Tutta la sua vita è stata segnata dalla croce, innalzata in più momenti e accettata con amore e per amore, sempre con lo sguardo alla Resurrezione. Il Servo di Dio Baglieri, rimasto paralizzato a 17 anni, dopo un percorso duro di riconversione, dice il suo “sì” al Signore e riscopre le meraviglie della fede. Aiutando alcuni ragazzini a fare i compiti, impara a scrivere con la bocca. Redige, così, le sue memorie, le lettere a persone di ogni categoria in varie parti del mondo, e la sua parola calma e convincente li conforta. Comincia un continuo flusso di relazioni che non solo lo fa uscire dall’isolamento, ma lo porta a testimoniare il Vangelo della gioia e della speranza scegliendo la consacrazione nella Famiglia Salesiana.

“Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore”. Al momento dell’Habemus Papam, la sorpresa della piazza è stata grané Lo stemma di de, gli applausi Papa Francesco. calorosi. «Fratelli e sorelle, buonasera», ha detto il Papa prima di impartire la benedizione. «Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei

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“Via Crucis con Don Bosco e Nino B agli eri” di M arco P app alard o


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Prima che io benedica voi, siate voi, popolo della Chiesa, a benedire me». Queste poche parole hanno lasciato intravedere la prima, importante qualità del nuovo Pontefice: la semplicità. Quella a cui si è ispirato scegliendo come nome Francesco, il santo dell’umiltà. «Ci vediamo presto, domani voglio andare a pregaFoto: © Getty Images re la Madonna. Buona notte é Città del Vaticano: Papa Francesco dalla loggia di S. Pietro. e buon riposo». Con queste parole Papa Francesco si congeda dalla folla in festa. fratelli cardinali siano andati a prenderlo Durante la S. Messa di inizio del suo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui, vi Pontificato, Papa Francesco si rivolge ai poringrazio dell’accoglienza». Dopo aver ritenti: «Per favore, custodite il creato e l’uocordato con la preghiera il suo predecessomo» e afferma «il vero potere è il servizio». re, Benedetto XVI, il nuovo Pontefice ha Abbiamo conosciuto un uomo schietto, continuato: «Vi chiedo un favore, vi chiedo affabile, dal volto simpatico e dalle parole semplici e dirette. Auguri Santità! di pregare perché il Signore mi benedica.

L ettera del R etto r M aggio re a P apa Francesco Beatissimo Padre, mi faccio presente a Lei, con questa lettera, per manifestarLe i sentimenti di omaggio e di augurio della Congregazione e dell’intera Famiglia Salesiana, per la sua nomina a Vescovo di Roma e Sommo Pontefice. Le scrivo nel giorno della solenne inaugurazione del suo Pontificato, che auguro duraturo e colmo delle benedizioni di Dio. Come eravamo convinti di avere, in Benedetto XVI, un grande Pastore, così ora siamo riconoscenti al Signore per averci dato un altro grande Pastore nella persona del suo Successore. In Lei, Santità e Amatissimo Papa Francesco. In questo momento, come cristiani e religiosi salesiani, mentre vogliamo esprimere la nostra gioia per la sua nomina, Le rinnovia-

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mo la nostra fedeltà e assicuriamo il rispetto filiale ereditato da Don Bosco. Egli spesso si esprimeva con frasi cariche di affetto e di fede nei confronti del Successore di Pietro. “Chi è unito con il Papa, è unito con Cristo!” (MB VIII,567) “Saremo ossequiosissimi alla Cattedra Apostolica in tutto, in ogni tempo, in ogni luogo, dove ci chiamerà il Signore” (MB XV,249). “La preghiera del Papa è per me un comando” (MB V,874) “La sua parola deve essere la nostra regola in tutto e per tutto” (MB VI,494) Così parlava il nostro Fondatore Don Bosco e così vuole sentire il nostro cuore, oggi. Voglio dirLe, Santità, che immediatamente dopo l’annuncio della Sua elezione è stato Insieme


So molto bene della sua vicinanza affettiva ai Salesiani, particolarmente quelli della Comunità di Almagro, dove si trovava il P. Enrique Pozzoli, che è stato suo direttore spirituale, e il P. Lorenzo Massa, fondatore della squadra di calcio del San Lorenzo. Soprattutto ho apprezzato moltissimo la sua testimonianza sul nostro confratello coadiutore, Beato Artemide Zatti, nel momento in cui Lei era Provinciale dei Gesuiti, e la sua paternità, come Pastore dell’Arcidiocesi di Buenos Aires, verso i nostri confratelli. Sem-

pre mi ha dato grande gioia la nota Sua devozione a Maria Ausiliatrice, ricordata da tanti nostri Confratelli. Sin dal momento della sua elezione e della sua presentazione siamo rimasti affascinati dal nome assunto come Pontefice, che raccoglie bene alcuni dei tratti della Sua persona e annuncia un programma di rinnovamento della Chiesa, riportandola alla sua vera identità e al Vangelo, attraverso la semplicità, l’austerità, e tenendo fisso lo sguardo sul Signore Gesù. Santità, accogliamo e facciamo nostro il suo augurio di avere “il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti”. Nella fedeltà alla Chiesa e al nostro Fondatore Don Bosco, raccogliamo questo suo invito, Santità, e Le promettiamo di tenerlo sempre presente nella nostra vita personale, nelle nostre scelte pastorali e nei nostri programmi apostolici. Le assicuriamo la nostra preghiera. Lo Spirito Santo La assista nel delicato compito che la Provvidenza ha voluto affidarLe e la Vergine Maria sia sempre la grande Ausiliatrice del suo ministero. Con questa lettera Le inviamo come segno della vicinanza una statua di Maria Ausiliatrice. Sarebbe un grande dono per tutti noi averLa presente un 24 Maggio a Torino nella Basilica di Maria Ausiliatrice, costruita con tanto amore da Don Bosco. Forse nel 2015, in cui celebreremo il secondo centenario della sua nascita. In spirito di obbedienza filiale, Le diciamo oggi e sempre la nostra devozione e il nostro affetto.

Roma, 19 Marzo 2013 Foto: © AP Photo/Gregorio Borgia.

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Don Pascual Chávez Villanueva

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per me spontaneo ricordare con gioia la bellissima e indimenticabile esperienza di Chiesa ad Aparecida, nel maggio 2007, dove ho avuto la grazia di conoscerLa e salutarLa personalmente. Insieme abbiamo partecipato ai lavori, alle celebrazioni e agli incontri della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi; ci siamo pure incontrati per la riunione con i Vescovi argentini, da Lei presieduta, al fine di definire il luogo e le modalità della beatificazione del Ven. Zeffirino Namuncurá. Non dimenticherò mai le sue parole, piene di stima per il lavoro dei miei Confratelli Salesiani nella Patagonia, e per il suo intervento affinché fosse Chimpay la sede della celebrazione.


DA RICORDARE

Da ricordare

Messa per il funerale di Don Vincenzo Restivo

Catania, 3 gennaio 2013 Omelia

La situazione di salute di don Vincenzo che, nonostante l’età avanzata (si avvicinava a celebrare il novantesimo anno di età il prossimo 27 maggio), sembrava salda e compatibilmente florida, è precipitata negli ultimi giorni, debilitando gravemente il suo organismo fino a portarlo a concludere la sua esperienza terrena. Ho potuto trascorrere qualche momento con lui la sera del 1 gennaio di questo nuovo anno; era lucido, ma in condizioni di grande fragilità e debolezza. Nella notte, amorevolmente assistito dal direttore della comunità don Giuseppe Ruta, è parso peggiorare per lasciare spazio ad una breve ripresa il mattino del 2 gennaio, in cui ha ricevuto la visita dell’anziano fratello. Poi il tracollo dovuto immediatamente ad un collasso e la consegna della sua vita a Dio. La morte di questo nostro fratello ci coglie nel periodo liturgico in cui

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contempliamo il mistero della nascita del Figlio di Dio e ci sentiamo rinnovati e desiderosi di bene, di novità, di speranza all’inizio di un nuovo anno. Percepiamo che siamo davvero viandanti, pellegrini, spesso incerti e soprattutto che ci sovrasta il mistero del nascere, del vivere, del morire, del gemere, del soffrire e del gioire. La contemplazione del mistero della morte ci provoca e soprattutto ci induce a guardare all’essenziale, a ciò che conta veramente, a ciò che cela in sé germi di immortalità e di vita eterna. Viviamo in ogni morte un anelito di verità e di amore e una lezione che quasi ci costringe ad imparare con umiltà. Ha scritto il beato Card. Henry Newman: “Non avere paura che la tua vita un giorno finisca. Abbi paura invece che non possa cominciare davvero”. “Il Signore dell’universo non guarderà in faccia a nessuno, non avrà riguardi per la grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e a tutti provvede in egual modo”. Così ci soccorre il Libro della Sapienza, ponendoci di fronte ad un Dio che è egualmente buono e giusto, un Dio che non fa differenze, che non considera privilegi, ma che guarda a tutti indistintamente con il cuore di un Padre che provvede per tutti in egual modo. Pensiamo allo sguardo di Dio nei confronti di don Vincenzo, al suo abbraccio tenero, avvolgente a placare l’ansia di una mente e di un cuore che talvolta soffrivano per le limitazioni dell’anzianità, per una certa sensazione di essere messo da parte, il desiderio quasi irruente di poter ancora essere utile. Quante volte mi ha chiesto, rendendosi disponibile, di ritornare in Medio Oriente, in Tunisia, a Istanbul! Non era facile temperare la sua foga e il suo entusiasmo, cercando di contemperarlo con gli anni avanzati e le oggettive difficoltà. Con il Buon Dio don Vincenzo avrà avuto modo, ancora una volta, di dare espressione alla sua conoscenza Insieme


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molte case dell’ispettoria, anche per brevi soggiorni: San Gregorio, Catania Cibali in varie riprese fino all’ultima, Randazzo, San Cataldo, Pedara, Taormina, con un permanenza assai prolungata dal 1969 al 1981, Messina San Luigi, Messina Giostra, Palermo Ranchibile, Catania San Filippo Neri e finalmente, dopo l’esperienza di Istalbul, l’ultima destinazione qui al San Francesco di Sales di Cibali. Una vita fremente, attiva, quasi insofferente. Ha espresso in particolare la sua missione con lunghi periodi di insegnamento, anche nella scuola statale. I suoi ricordi più intensi andavano spesso al lungo periodo trascorso a Taormina come insegnante di lingue nella scuola statale. Davvero un uomo in cammino fino agli ultimi giorni, amante dei lunghi tragitti a piedi, bramoso di essere in movimento, in azione! Del resto la pagina evangelica di Matteo, dal discorso della montagna sottolinea questa consegna di Gesù ai suoi perché siano sale, perché siano luce. È stata volontà costante di don Enzo quella di essere luce e sale, con quel suo carattere forte, non facilmente arrendevole, non rassegnato. Nelle sue brevi domande per l’ammissione ai voti, agli ordini minori e al presbiterato esprime la sua percezione di indegnità, ma la certezza di essere chiamato al sacerdozio, come figlio di don Bosco e affidandosi, da vero figlio, al Buon Dio e alla Vergine Ausiliatrice. Un salesiano fremente, talvolta impulsivo, ma desideroso di rendersi utile, di lavorare, di non essere messo da parte. Lo ringraziamo per la sua testimonianza e preghiamo per lui perché, purificato, possa camminare nei pascoli erbosi del Paradiso, fremente di felicità, di gioia e di grazia, accolto da tante persone a cui ha fatto del bene, da don Bosco e dalla Vergine Ausiliatrice. Esprimo la mia personale partecipazione e quella dei confratelli al dolore del fratello, dei nipoti e dei fami-

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delle lingue. Era davvero una passione che volentieri evidenziava con chi era in grado di dialogare con lui in francese, in inglese, in tedesco, addirittura in arabo. Proprio la sera del 1 gennaio nella sua stanza, mentre don Munafò lo aiutava a consumare un piccolo pasto, ha voluto a tutti i costi prendere il Nuovo Testamento in greco e voleva leggerne una pagina, sfogliando i vari libri con evidente spossatezza. In Paradiso è già alle prese con una nuova lingua, la più universale, la più necessaria, la lingua di Dio con l’atteggiamento suggerito ancora dall’autore del Libro della Sapienza: “Bramate pertanto le mie parole, desideratele e ne sarete istruiti”. C’era nel cuore di don Vincenzo quasi una insofferenza missionaria. La presenta così in una sua lettera del 20 febbraio 1993 a don Giovanni Fedrigotti, Regionale dell’Italia Medio Oriente: “Chiamato fin dalla adolescenza con intimissimo ed ininterrotto appello dal Signore Nostro Gesù Cristo alla maggiore gloria di Dio mediante la evangelizzazione delle genti (…) non volendo respingere con cuore ottuso il “Sitio” di Gesù Salvatore, con umiltà, anche se indegno e “servus inutilis” (…) mi dichiaro disponibile e, nel mio cuore robustamente lieto di essere chiamato in questa più matura fase della mia consacrazione sacerdotale (…) a portare anch’io Gesù, come Lumen Gentium, in terre non cristiane”. Questo suo desiderio, che aveva avuto una prima breve esperienza a Tunisi del 1963 al 1964, si concretizza, seppur per esperienze limitate nel tempo, a Manouba in Tunisia, a Betlemme e ad Instanbul dove anche in tempi recentissimi reiterava la richiesta di ritornare! Una lunga vita quella di don Restivo originario di Canicattì. Dapprima le tappe della formazione con la sua consacrazione definitiva al Signore a Pedara nel 1945 e la consacrazione presbiterale a San Gregorio nel 1948. Da allora don Enzo è un salesiano frequentemente in movimento in


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liari, invitandoli a conservare una bella memoria del caro don Enzo, che vi ha sempre voluto bene e vi ricordava spesso. Esprimo un grazie sincero al direttore e ai confratelli della comunità di Cibali, San Francesco di Sales che hanno condiviso con lui gioie e dolori e gli sono stati affettuosamente vicini nel momento del suo trapasso. Con Don Enzo possiamo esprimere la gioia della risurrezione con le parole del Salmo 22: “Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita. Abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni”. Davvero gli anni di una eternità felice. Don Gianni Mazzali

Nel giardino del Cielo la mamma del sacerdote salesiano don Pippo Ruta

È passata all’eternità lo scorso lunedì 25 febbraio 2013 a Modica

Modica dal cuore salesiano di Don Bosco, lunedì scorso 25 febbraio 2013, ha trapiantato nel giardino della Patria senza tramonto un nuovo fiore: la signora novantaduenne Carmela Macauda ved. Ruta, mamma del sacerdote salesiano don Pippo Ruta. Alla Eucaristia di suffragio, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni evangelista in Modica Alta – presieduta dal figlio sacerdote don Pippo, con la presenza del Delegato regionale dell’Ispettoria salesiana e del nostro Vicario generale, mons. Angelo Giurdanella, e con oltre 30 presbiteri salesiani da tutta la Sicilia ed altri presbiteri della nostra diocesi – partecipava un’assemblea commossa di fedeli legati, in un modo o in un altro, a questa semplice serva della Vigna del Signore. Il figlio sacerdote l’ha ricordato, con accenti carichi di fede e di speranza nel Signore Risorto, come

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donna, sposa, mamma e nonna profondamente intrisa di affetto umano e cristiano e dell’arte educativa che sgorga dai cuori umili impregnati di sapienza evangelica. Al carissimo figlio don Pippo Ruta, al fratello Carmelo, alle sorelle Maria e Giuseppina e ai parenti tutti della cara estinta, “La Vita Diocesana” esprime vicinanza al dolore per il distacco, mista a gratitudine al Signore che opera meraviglie nel cuore degli umili e dei semplici. O.R.

Da: La vita diocesana, Noto 28 febbraio 2013.

Ricordiamo i familiari defunti dei confratelli: la sig.ra Graziella, sorella di Don Vittorio e Gino Costanzo, il sig. Santo, fratello di Don Salvatore Privitera, la sig.ra Giorgia, sorella di Don Giuseppe Melilli e il sig. Daniele, fratello di Don Giuseppe Costa. Insieme


Nel secondo centenario della nascita di San Giovanni Bosco tutta la Famiglia Salesiana, ma soprattutto i giovani, che hanno il privilegio e la gioia di poterne sentire il calore umano e paterno, nelle istituzioni che a lui si ispirano, vuole ricordarne la vita, tutta spesa a loro servizio; il metodo, il messaggio e lo stile educativo, riassunti nel ‘sistema preventivo’; lo zelo sacerdotale per la salvezza delle anime, divenuto scuola di spiritualità, oggi patrimonio della Chiesa universale. Con gioia riconoscente anche l’Istituto Salesiano ‘Don Bosco’ di Villa Ranchibile a Palermo, nella sua realtà di Casa e Famiglia Salesiana, si sente coinvolta dall’evento giubilare, e si prepara ad accogliere l’urna con le spoglie mortali del nostro Padre. Tra le iniziative messe in atto per approfondire la conoscenza e l’amore per il Santo dei giovani si pone questo testo intenso di Don Biagio Amata. Le riflessioni, che scaturiscono dalla sua profonda cultura e dalla viva esperienza del carisma salesiano, ci comunicano l’amore entusiastico e l’ammirato stupore con cui egli guarda a Don Bosco e presentano la sua amabile figura paterna, alle famiglie, alle associazioni giovanili, alle istituzioni educative, alla Chiesa, e ai giovani bisognosi di attenzioni colme di amorevolezza. La fede incrollabile di Don Bosco ravvivi e fortifichi la fede che opera meraviglie nel cuore di tutti. Don Carmelo Umana Direttore dell’Istituto Don Bosco - Ranchibile



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