Insieme giugno2017

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Editoriale «Siamo famiglia! Ogni casa, scuola di Vita e d’Amore» L’eco salesiana di Amoris laetitia (AL) In genere nei primi mesi dell’anno civile, in tutti i nostri ambienti, a livello locale o zonale, viene presentata la Strenna del Rettor Maggiore. Il rischio è che venga rimossa troppo presto e in breve archiviata. Nella lunga tradizione salesiana, da Don Bosco a noi, è questo il filo rosso che attraversa l’intero anno per alimentare una continua attenzione per il 2017 su questa realtà così importante e necessaria, sebbene segnata da fragilità e contestazioni. La famiglia non ammette una sensibilità temporanea e non tollera intermittenze, ma esige di essere considerata come risorsa educativa e non come problema, come opzione strategica e non come effetto collaterale più o meno indesiderato (cfr. AL, 7) … La strenna di Don Ángel per il 2017 (ma anche per gli anni a venire) ci invita a cogliere, pertanto, i nessi che la famiglia ha con la Comunità ecclesiale e la Famiglia Salesiana (FS), in questo nostro mondo così bisognoso di punti di riferimento. L’attenzione educativa e pastorale per le fa m iglie «Desidero contemplare Cristo vivente che è presente in tante storie d’amore, e invocare il fuoco dello Spirito su tutte le famiglie del mondo» (AL 59). A livello ecclesiale, sono diventati forti e insistenti l’interesse e la riflessione sul tema della famiglia, di cui pietra miliare è la bella esortazione postsinodale Amoris laetitia (2016) di Papa Francesco, dopo la Familiaris consortio (1981) di Giovanni Paolo II e altri documenti ecclesiali (cfr. AL 67-70). Fanno eco ad Amoris laetitia, riletto e commentato in modo incisivo e significativo dal nostro Rettor Maggiore, i recentissimi Orientamenti pastorali delle CHIESE DI SICILIA, Accompagnare – Discernere © Integrare la fragilità secondo Insieme

le indicazioni del cap. VIII di “Amoris laetitia” (4 giugno 2017). Approfondimento provvidenziale è anche la riflessione del nuovo Vescovo di Patti Mons. Guglielmo GIOMBANCO, Come la luce del faro. Accompagnare, discernere, integrare. Una lettura canonistico-pastorale del cap. VIII dell’Esortazione Apostolica postsinodale “Amoris laetitia“, Edizioni GrafiSer, Troina (EN) 2017. Tutti noi che viviamo e lavoriamo in contesto educativo e pastorale, sentiamo il bisogno di rintracciare in questo documento la mappa di navigazione per percorsi efficaci di crescita e di maturazione che coinvolgano tutti i soggetti che raggiungiamo, come anche le nostre stesse persone e l’intera comunità ecclesiale e salesiana a cui sentiamo di appartenere e verso cui rivolgiamo il nostro servizio. Non si tratta di aggiungere attività in più, quanto piuttosto di rifinalizzare e riorientare meglio la nostra azione educativa e pastorale che non può svilupparsi “a prescindere” dalla famiglia, ma deve ripartire da essa e rifarsi continuamente ad essa. Non si tratta neppure di tralasciare i giovani per lavorare con le famiglie, seguendo l’onda di una nuova moda, bensì di riconsiderare l’intera Pastorale Giovanile (PG) in un’ottica familiare e con un’attenzione speciale alla famiglia. A livello salesiano, nonostante essenziali accenni presenti nel Quadro di Riferimento di PG (2014, pp. 108, 238), si sta attivando a livello di Congregazione e di FS una serie di iniziative atte a sensibilizzare su questo campo tutti o, più realisticamente, il maggior numero di persone. Nella nostra Ispettoria e come FS di Sicilia non si parte da zero, né è produttivo resettare l’esistente. Qua e là nelle nostre opere si costata la provvidenziale presenza e crescita di gruppi famiglie, nati dalla solerzia e sollecitudine pastorale di qualche confratello, membro della FS o coppia di sposi a noi vicina e sensibile al Sistema Preventivo di Don Bosco. È una

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realtà abbastanza consolidata il Movimento salesiano delle famiglie (cfr. il testo curato dalla CONSULTA DI FAMIGLIA SALESIANA – SICILIA, Verso un movimento salesiano di famiglie. Indicazioni per la formazione delle famiglie, pro manuscripto, Catania 2013; “Per generare futuro”. Nella cura della famiglia un contributo alla salvezza dei giovani. Proposta Operativa per il triennio 2015-18, Catania 2015) che oltre a prevedere degli appuntamenti formativi in loco, specialmente dei ritiri ed esercizi spirituali a Casa Tabor e campi famiglia nel periodo estivo a Montagnagebbia (iniziativa che si porta avanti da circa trent’anni), ha vissuto due importanti eventi come la I Convention di Agrigento (22 aprile 2012) che ha in qualche modo inaugurato il movimento e la II recente edizione di Siracusa (23 aprile 2017). Sono da ricordare anche i due convegni di FS: “Don Bosco: nella Famiglia con lo Spirito di Famiglia. La Famiglia di Don Bosco e dell’Oratorio di Valdocco” (Istituto Teologico San Tommaso di Messina, febbraio 2015); “Famiglia Salesiana e famiglia: insieme nell’educazione e nell’evangelizzazione” (Albergo Emmaus, Zafferana Etnea, febbraio 2016). Apprezzato a più livelli è stato anche il corso biennale per operatori di Pastorale Familiare (Istituto Teologico “San Tommaso” 2012-2013). Non va dimenticata la collaborazione con gli Uffici di Pastorale familiare di alcune Diocesi siciliane (ad es. Acireale, Catania, Mazara del Vallo, Messina, Ragusa) e la collaborazione con il FORUM delle Associazione Familiari (Catania, Palermo, Ragusa). Degni di menzione sono anche le pubblicazioni sul tema della famiglia di Nino Sammartano, salesiano cooperatore (Genitori del si, genitori del no. Educare in Famiglia, Effatà, Cantalupa TO 2010; Come Cristo ha amato la Chiesa. L’amore degli sposi a somiglianza dell’amore di Cristo per la Chiesa, La Medusa, Marsala 2013; Famiglia bene comune. Rileggendo la Lettera alle famiglie di San Giovanni Paolo II, La Medusa, Marsala 2015) e di Casa Tabor (G. BUCCELLATO, C. MONTANTI E I SALESIANI COOPERATORI DI CASA TABOR, Il si-

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stema preventivo nella vita di coppia. Indicazioni e suggerimenti pratici ispirati agli insegnamenti di Don Bosco, Elledici, Torino 2017). Non manca la sussidiazione da selezionare opportunamente secondo le esigenze delle coppie e delle famiglie animate nei nostri ambienti a cura del gruppo famiglie di Alcamo (cfr. www.movimentosalesianofamigliesicilia.it). Per riconsiderare il rapporto tra PG e animazione delle famiglie con degli steps preparatori che hanno coinvolto tutte le regioni del mondo salesiano e le ispettorie, analizzando i molteplici contesti in cui si vive e si opera nel mondo, sostenuti da un gruppo di studio internazionale, si terrà in Spagna a Madrid il Congresso Internazionale di Pastorale Giovanile e Famiglia (27 novembre - 1 dicembre 2017) con l’obiettivo di approfondire gli attuali orientamenti della Chiesa e della Congregazione sulla famiglia, condividere le sfide e le opportunità educativo-pastorali e costruire esperienze per la riflessione ed azione all’interno della Comunità Educativo-Pastorale (cfr. symfamily17.org). Ad esso ci si sta preparando con quattro partecipanti dalla Sicilia previsti dall’organizzazione centrale del Dicastero di PG. F ami g li a sal esi an a: f ami gl i a di f ami gl i e L’attenzione pastorale ad ogni famiglia, per noi sdb, si concretizza nell’ambito della Famiglia Salesiana e senza prescindere dalle famiglie stesse. La Carta d’identità della FS (2008) offre le coordinate essenziali perché essa sia motivata carismaticamente e non si riduca a elemento ornativo e coreografico della missione salesiana. Così viene esplicato innanzitutto il fondamento in questo documento che invito ad avere tra le mani continuamente insieme al testo di Costituzioni e Regolamenti: «La Famiglia apostolica di Don Bosco è prima di tutto e sopra tutto una Famiglia carismatica, vale a dire un dono dello Spirito alla Chiesa in vista d’una missione (cfr. 1Cor 12,1.4-6); le sue radici più vere e profonde si trovano infatti nel Mistero Trinitario, ossia in quell’amore infinito che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito, sorgente, modello e meta di Insieme


ogni famiglia umana» (art. 5; cfr. AL 11). Analogamente alla Chiesa, e innestata in essa, la grande FS è “famiglia di famiglie” (cfr. AL 87), riflesso dell’unione trinitaria e a servizio di ogni famiglia. Tale servizio non è generico ma “testato” secondo il carisma di Don Bosco e rivolto preferibilmente al ceto popolare: «Per svolgere in modo efficace la missione giovanile e popolare, i discepoli e le discepole di Don Bosco coltivano una reale predilezione per i giovani e si prodigano per il ceto popolare. Sono convinti che fanno esperienza di Dio proprio attraverso coloro ai quali sono mandati: la gioventù e la gente comune, in particolare i poveri. […] Il ceto popolare è l’ambiente naturale e ordinario dove incontrare i giovani, soprattutto quelli più bisognosi di aiuto. L’impegno della Famiglia di Don Bosco si rivolge alla gen-

zione destinato a preparare i giovani all’amore e all’accoglienza della vita, prima scuola della solidarietà tra le persone e i popoli. Tutti sono impegnati a garantirle dignità e saldezza perché diventi, in maniera sempre più evidente, una piccola “chiesa domestica”» (art.16; cfr. art. 31). Per chi si richiama a Don Bosco e al suo spirito, la famiglia non costituisce un accessorio o un optional, ma un punto fermo generativo e rigenerativo, essenziale e caratterizzante. La presenza delle famiglie nelle nostre opere e la cura attenta verso di esse, oltre a ridondare a beneficio dei ragazzi e giovani stessi, sono la visualizzazione palese ed evidente di quello “spirito di famiglia” che conferisce identità al carisma salesiano (cfr. artt. 8.32.39.42). Non se ne può fare a meno, come risulta dal punto di vista storico e come si evince dal punto di vista spirituale e carismatico. Affidiamo a Mamma Marghe“Promozione umana, guardare al futuro, dare senso rita, la mamma di Don Bosco e dei alla vita” suoi ragazzi, il nostro anelito e il nostro impegno: «Abbiamo bisogno di trote comune, sostenendola nello sforzo di provare le parole, le motivazioni e le testimomozione umana e di crescita nella fede, evinianze che ci aiutino a toccare le fibre più denziando e promuovendo i valori umani ed intime dei giovani, là dove sono più capaci evangelici di cui è portatrice, quali il senso di generosità, di impegno, di amore e anche della vita, la speranza di un futuro migliore, di eroismo, per invitarli ad accettare con enl’esercizio della solidarietà» (art.31). tusiasmo e coraggio la sfida del matrimoNell’ambito dell’unica missione per la nio» (AL 40; cfr. 284). FS che si caratterizza secondo la Carta d’identità, come “giovanile, popolare e missionaria”, «particolare attenzione viene data alla famiglia, luogo primario di umanizzaInsieme

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messaggio del rettor maggiore

Appello missionario del Rettor Maggiore ai salesiani di Don Bosco

Cari Confratelli, vi scrivo questa lettera oggi, 8 dicembre del 2016, a 175 anni dall’inizio dell’Oratorio Salesiano, quando, come ci narra lo stesso Don Bosco, egli recitò quella Ave Maria con Bartolomeo Garelli. Lo faccio con una intenzione ben precisa. È un giorno propizio per lanciare una chiamata missionaria “ad gentes” a tutte le Ispettorie del mondo e a tutti quei confratelli che ci sentono chiamati dal Signore a vivere la vocazione salesiana in questa forma particolare: disponibili ad essere salesiani missionari “ad gentes, ad exteros, ad vitam”. La mia chiamata è una voce che deve risuonare in tutte le Ispettorie e presenze salesiane del mondo per favorire risposte generose. I l m o ti v o f o n d a m e n t a l e d i q ue s t a c h i a m a t a è triplice La missione evangelizzatrice nel mondo chiede a noi, Salesiani di Don Bosco, di andare oltre, di aprirci anora di più nel dare risposta a tante richieste, che ci giungono continuamente dalla Chiesa, per una missione di evangelizzazione in diversi luoghi e in mezzo a tanti popoli. Ci sono presenze della Congregazione che non riusciamo più a sostenere perché in alcune nazioni dei cinque continenti mancano salesiani che possano offrire il loro servizio, mentre in altri posti le forze apostoliche sono più numerose. Penso in modo particolare ai giovani che ci attendono nel contesto del Progetto Europa, nel Medio Oriente, nei

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paesi a maggioranza musulmana, nelle isole dell’Oceania, nel Sud Sudan, nella Mongolia, in Siberia, Cambogia e Malesia, così come tra i giovani migranti del continente americano ... e in tanti altri posti! Il terzo motivo è intimamente legato alla passione missionaria di Don Bosco. Dopo la grande sfida missionaria dell’Argentina, dell’anno 1875, per giungere, nel momento opportuno, in Patagonia, sembrava che Don Bosco – così affermarono alcuni suoi successori - vivesse solo per quel progetto. Scrive Don Albera: “Le Missioni furono il cuore del cuor suo e parve vivesse più soltanto per esse… Ne parlava con tanto entusiasmo, che si restava meravigliati e fortemente edificati dall'ardore suo accesissimo per le anime”. Lo stesso Don Bosco nel promemoria inviato nel 1880 a Papa Leone XIII dice esplicitamente: “Le missioni estere furono sempre oggetto vagheggiato della Congregazione Salesiana” . In occasione dei viaggi che ho compiuto in questi anni e che mi hanno permesso di visitare 44 Ispettorie, ho espresso questa convinzione sulla quale vi invito nuovamente a riflettere: se Don Bosco avesse deciso di limitare il campo di azione educativa pastorale dei Salesiani ai soli ragazzi bisognosi dell’Italia – e sarebbe stata una priorità legittima, se si considera che l’Italia aveva molto bisogno dei suoi salesiani – e non avesse avuto la grande passione e la grande visione missionaria, che lo mosse in ogni momento, oggi la Congregazione Salesiana sarebbe una piccola congregazione, probabilmente limitata ad una nazione. E’ stata la spinta missionaria del nostro Padre a rendere universale la Congregazione nella Chiesa e nel mondo. Cari confratelli, per i motivi che ho esposto, vi rivolgo questo forte appello e invito tutti alla generosità. In primo luogo chiedo la generosità di quei confratelli, che sentono questa chiamata esplicita da parte Insieme


del Signore. Poi la generosità delle Ispettorie, dei Direttori e, in modo particolare, degli Ispettori, affinchè non spengano in nessun modo l’inquietudine missionaria dei giovani confratelli e di nessun altro confratello, limitando il loro sguardo e il loro interesse solo alla propria Ispettoria. Non possiamo dimenticare le nostre origini e la nostra identità carismatica. Conoscete bene qual è il nostro modo di procedere in questi casi. Appena giunge al Rettor Maggiore una chiamata, una lettera o un messaggio di posta elettronica da parte di un confratello che manifesta questo desiderio, ha inizio nel Dicastero per le Missioni un discernimento sereno, serio e profondo con il Confratello e e con il suo Ispettore. Il tutto è poi posto a conoscenza del Rettor Maggiore. Molte volte il discernimento

mette in evidenza l’idoneità del candidato; qualche volta non è così. In ogni caso si cerca il bene delle persone e della missione. Questo è il mio appello, cari confratelli. Vi invito a pregare secondo questa intenzione in tutta la Congregazione. Sono molte le persone alle quali non è ancora giunto l’annuncio del Vangelo. Molti giovani hanno bisogno di un amico, di un fratello, di un padre, che potranno trovare nei Salesiani che andranno loro incontro. Maria Ausiliatrice benedica questa generosità e Don Bosco continui ad accompagnarci nel nostro impegno di essere veri discepoli missionari. Con affetto

C a r i c o n f r a t e l l i 8 (www.sdb.org)

Miei Cari Confratelli, vi saluto con molto affetto. Mia cara Famiglia Salesiana, dal momento che molti di voi vedranno questo "Cari Confratelli", miei cari giovani in molte presenze del mondo, vi saluto davvero con grande cordialità e grande simpatia. Vi sto parlando da Ypacaraí, in Paraguay, con un bel caldo, nell’ambito della Visita d'Insieme che stiamo realizzando con tutte le Ispettorie della Regione America Cono Sud, in un ambiente che è pertanto di vera condivisione e di salesianità. E aggiungo di più, cinque giorni fa ho avuto il dono di partecipare a delle splendide celebrazioni per il primo centenario della morte del nostro missionario mons. Giuseppe Fagnano, inviato alle terre australi da Don Bosco. E ho avuto modo di conoscere gran parte della realtà in cui visse, l'opera missionaria del nostro confratello e di altri confratelli, e della grande missionaria Figlia di Maria Ausiliatrice, Sr Angela Vallese, e delle sue sorelle ed erano tutti veramente santi, eroi, appassionati nel loro impegno missionario. E questo mi fa pensare all’eredità che ci lasciano, ed è qualcosa di molto bello: erano degli autentici appassionati di Dio e appassionati di quelle genti. E penso: questa è la nostra eredità. Don Bosco ce l’ha lasciata. Qualla di essere, in primo luogo, degli autentici appassionati di Dio, cioè, uomini e donne consacrati che hanno sperimentato il fascino di seguire Gesù, e questo entusiasmo di essere prima di tutto testimoni del Signore ci deve riempire totalmente, e poi, ci deve inviare verso i nostri ragazzi, ragazze e giovani, nei quali troviamo davvero la nostra pienezza vocazionale. Miei cari confratelli, non mi stancherò mai di dire che tutti noi abbiamo fatto l'esperienza di essere stati felici in mezzo ai giovani, e siamo ancora felici. Pertanto, non permettiamo che nulla ci allontani da loro. Non lasciamo nemmeno che nulla ci distolga da questa centralità di Dio e di andare con quel fuoco e quel calore incontro ai giovani con una vera passione educativa e pastorale. In questo tempo di Pasqua, vi incoraggio a continuare a dare ragione della nostra fede, e di questa gioia di Cristo Risorto in mezzo a noi. A presto, miei cari confratelli, che Dio vi benedica. Hasta siempre! Ciao!

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FORMAZIONE

Novizi e Prenovizi dal Papa U n do n o g r a d it o: Pa pa Fr a n c e s c o acco gli e in v isi ta Nov i zi e Pren ov i zi Sa le si an i “Cammina alla mia presenza e sii irreprensibile [così il Signore ad Abramo]. Punto! Questa è la migliore definizione della santità. (…) Anche oggi si può essere santi. Ci sono tanti nella Chiesa, tanti”. È stato un incontro ricco di stimoli e d’incoraggiamento a vivere in pienezza la vocazione e la sequela di Cristo, quello che Papa Francesco ha concesso ieri, 2 maggio, nella sua residenza di Santa Marta, ai Novizi salesiani di Pinerolo e Genzano di Roma, insieme ai Prenovizi delle Ispettorie d’Italia e di Malta, con i loro formatori e responsabili. Dal 30 aprile Novizi e Prenovizi si trovavano riuniti presso la comunità salesiana di Genzano di Roma per vivere l’annuale incontro del “Faccia a faccia”, un confronto vitale ed esperienziale dei giovani prossimi a fare la domanda per il noviziato con coloro che già hanno intrapreso quest’esperienza che comporta la sequela di Cristo secondo il progetto di vita salesiana. L’incontro con il Santo Padre, pensato in questo cammino, era stato concordato, ma mantenuto segreto fino all’ultimo, e alla fine è andato molto oltre il quarto d’ora previsto: ben 50 minuti! Papa Francesco si è sottoposto ad una raffica di domande, a cui ha risposto in maniera chiara e semplice, precisa e decisa. Sul tema dell’accompagnamento dei giovani nel

discernimento vocazionale il Papa ha sottolineato di utilizzare “criteri normali”, assicurandosi che i giovani “prendano le loro responsabilità”. Attenzione invece all’ipocrisia, alla mediocrità, “a quelli che vogliono entrare in seminario perché sentono che sono incapaci di cavarsela da soli nel mondo”. Grande cura anche sulla qualità della preghiera; il consiglio è stare attenti “a come pregano”: non servono preghiere lunghe e artificiose, ma una preghiera “semplice, ma fiduciosa”. Il Pontefice ha anche approfondito il suo concetto di periferie: quelle “sociali” dei poveri, e quelle “del pensiero”, nel dialogo con non credenti, agnostici… In ogni caso, il consiglio per i Superiori è esplicito: “nelle periferie bisogna mandare i migliori!”. Nella Pastorale con i giovani il Santo Padre ha esortato ad usare tanta “creatività”, “una grazia da chiedere allo Spirito Santo”, insegnando loro ad “aiutare gli altri, i valori umani dell’amicizia, della famiglia, del rispetto per gli anziani”, e così costruire un baluardo contro la “cultura dello scarto”. Infine il Papa ha mandato un saluto d’incoraggiamento e la benedizione ai Salesiani e ai Cristiani in Siria e ha promesso le sue preghiere per don Tom Uzhunnalil, il salesiano rapito 14 mesi fa in Yemen. Quindi ha concluso con molte foto e saluti personali e di gruppo. “Davvero un bel momento di comunione con il Pastore della Chiesa che segnerà la vita di questi giovani, ma che li aiuterà, in particolare, a sentirsi parte viva della Chiesa, con l’impegno di amarla e di edificarla con la loro totale risposta vocazionale. Un dono gradito per prepararsi bene, nella preghiera, in vista della prossima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che quest’anno porta il significativo titolo: ‘Sospinti dallo spirito per la missione’, ed anche della festa di san Domenico Savio” ha commentato don Antonello Sanna, Maestro dei Novizi di Genzano di Roma. Da: ANS - Città del Vaticano - 30 maggio 2017.

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Alla fine di un anno catechistico 8 giovani “ristretti” hanno ricevuto i sacramenti della comunione e della cresima da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Salvatore Cristina. Il 31 maggio 2017, 5 giovani “ristretti” che hanno ricevuto i sacramenti accompagnati dal comandante e vice comandante della polizia penitenziaria, dal direttore dell’ Istituto Penitenziario per minori, da un educatore e dal cappellano hanno avuto la possibilità di recarsi a Roma all’udienza del mercoledì per incontrare Papa Francesco. Arrivati puntuali a Piazza San Pietro ci rechiamo sul sagrato dove avevamo i posti assegnati. Tutti quanti eravamo emozionati perché per alcuni di loro era la prima volta che uscivano da Catania e ritrovarsi nella città eterna. Ma il bello doveva ancora arrivare. Papa Francesco arriva puntuale e comincia a girare per la piazza San Pietro piena di pellegrini, arrivati da varie parti del mondo. Un saluto, un sorriso, un abbraccio e inizia l'udienza. I nostri ragazzi erano emozionati guardavano, ascoltavano sotto quel sole che batteva sulla nostra testa. Dopo i saluti del Papa ai pellegrini e Vescovi presenti, uno dei maggiordomi che si

occupa della persona del Santo Padre ci dice di seguirlo. Ci porta sotto il sagrato sinistro e si mette a parlare con noi ma ad un certo punto vediamo Papa Francesco da noi. Non immaginate l'emozione. Il Santo Padre sta con noi almeno 10 minuti parlando con i giovani “ristretti” facendo loro delle domande come anche i ragazzi che hanno parlato con lui. Si è messo a parlare con il direttore con il comandante e con me dicendomi: voi salesiani dovete stare sempre dalla parte dei giovani più poveri delle periferie. Dopo che i ragazzi hanno invitato il Papa a scendere in Sicilia a Catania andando li a trovare. Il Papa ci regala a tutti quanti la corona del Rosario. Dopo i saluti e una foto con il suo sorriso e il suo incoraggiamento va via. Una esperienza da non dimenticare insieme ai giovani “ristretti”; un incoraggiamento a me personale con i giovani poveri dell’istituto penitenziario per minori di Catania.

G r e st a l Pe n it e n zia r io d i B ic oc c a

per il gruppo di giovani animatori ha avuto una ricaduta per la loro vita aprendo loro gli orizzonti e i cuori. Un’esperienza che ha loro insegnato a non giudicare chi ha sbagliato ad amarlo. Ci ha colpito – riferiscono i giovani animatori – l’umanità di questi ragazzi che ci hanno subito accolto come dei vecchi amici fidandosi di noi, mettendo a nudo le loro debolezze, le loro paure, il loro pentimento per gli errori commessi. Alla fine della nostra esperienza - affermano ancora i giovani animatori - abbiamo visto in loro il desiderio del riscatto, di speranza per un futuro nel quale loro saranno i protagonisti della loro vita.

Nella foto i giovani animatori salesiani insieme con don F. Bontà e don M. Tomasello che hanno voluto donare un po’ del loro tempo a dei ragazzi, considerati “sbagliati”, del penitenziario minorile di Bicocca. L’esperienza nel penitenziario Insieme

Do n F ra n c e s c o Bo n tà Cappellano Penitenziario

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FORMAZIONE

I ragazzi del Penitenziario dei minori da Papa Francesco


FORMAZIONE

Don Di Mauro 99 anni Auguri!

Dal 25 aprile, data in cui i confratelli si sono radunati per la festa ispettoriale, sono iniziati i vari festeggiamenti per il nostro patriarca dell'ispettoria: don Rodolfo Di Mauro. Questo periodo di grazia comincia con la consegna di un regalino dell'ispettore per il settantesimo anniversario di sacerdozio, che ricorre il 15 giugno. Altro giorno di grazia per don Di Mauro è il 16 maggio. In questa data ha festeggiato il suo novantanovesimo compleanno. Insieme alla comunità della Salette si sono resi presenti l'ispettore e i confratelli del consiglio ispettoriale. Un bel momento di festa in spirito di famiglia per esprimere affetto e vicinanza a don Rodolfo, vita ben spesa per il bene della Congregazione Salesiana in Sicilia. A don Di Mauro è stato regalato un quadro con la raffigurazione delle ase in cui è stato e ha prestato servizio. Il pomeriggio presso l'oratorio il nostro confratello ha dato il "buon pomeriggio" ripercorrendo gli inizi della comunità salesiana della Salette, casa di cui è cofondatore.

Dono prezioso che il Signore ha fatto a don Di Mauro è il settantesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale. Presso la Cattedrale di Catania, il 14 giugno, don Di Mauro ha presieduto la messa all'altare di Sant'Agata, rivivendo così quella sua prima messa celebrata al medesimo altare. In quella occasione è stato abbastanza semplice comparare don Di Mauro a Don Bosco, sembrava vivesse lo stesso invito di Maria, "a suo tempo tutto comprenderai". Il 15 giugno ha presieduto la celebrazione eucaristica nel giorno in cui è stato consacrato sacerdote di Cristo. Con il 26 giugno, data in cui ricorre l'onomastico di questo confratello sono conclusi i festeggiamenti, ma è iniziato il countdown per il centenario. Il 15 luglio insieme ai ragazzi del grest, agli adulti della nostra opera educativo-pastorale e ad alcuni parenti di don Rodolfo abbiamo ufficialmente festeggiato i 70 anni di sacerdozio. Affidiamo a don Bosco e Maria Ausiliatrice il nostro confratello affinché resti sempre in grazia, sempre gioia sempre in gamba, come augurava don Bonomo.

Andrea Domenico Palma

Direttori in formazione L’anno formativo pastorale 2016-2017 ha visto impegnati i direttori in molteplici raduni che li hanno sottratti alle attività e al servizio ordinario delle comunità, ma che erano finalizzati al bene delle stesse comunità. In realtà quest’anno, per diverse coincidenze, c’è stata una convergenza in qualche modo eccessiva di incontri. Alle molteplici convocazioni specifiche dei direttori (programmazione ispettoriale, Visita straordinaria, Seminario vocazionale, Esercizi spirituali insieme alle direttrici FMA…) vanno aggiunte riunioni in comune con altri confra-

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telli (incontri zonali con d. G. Roggia per avviare il programma formativo 2016-2017, direttori ed economi, raduni di settore…). Un aspetto non marginale che va evidenziato è che in prevalenza si è trattato di incontri di natura formativa spirituale o pastorale, pur se non sono mancati quelli in cui si sono trattati argomenti gestionali, amministrativi, istituzionali. Da non trascurare, in questo panorama, due incontri di mezza giornata ciascuno, il 13 novembre 2016 pm e il 24 aprile 2017 pm, che si sono rivelati di notevole interesse Insieme


tata in quest’ultimo incontro su Regolamenti SDB 42.48, si è dato spazio al confronto con interventi dei singoli direttori intercalati, secondo l’opportunità, da interventi di P. Salonia nella veste non di conferenziere o di relatore, ma piuttosto di compagno di cammino che offriva indicazioni o semplici riflessioni in cui confluivano la sua universalmente riconosciuta professionalità, la ricca esperienza di animazione e governo come Provinciale e la sua profonda interiorità. Il tipo di esperienza ha riscosso la generale soddisfazione dei partecipanti e potrebbe aprire la prospettiva di un percorso formativo più sistematico dei direttori perché chi accoglie con generosità questa delicata responsabilità si senta sostenuto e accompagnato per realizzare sempre meglio, con l’aiuto necessario dei confratelli, quanto detto da Regolamenti SDB: Nelle parole, nei contatti frequenti, nelle decisioni opportune [il direttore] è padre, maestro e guida spirituale (48).

don C. Montanti

Chiusura della Visita Straordinaria Verifica ispettoriale

G uardando in sieme il percors o di un anno

L’Ispettore, avviando i lavori della verifica, nella sua relazione ne faceva notare la singolarità: “L’anno educativo-pastorale che stiamo concludendo ha visto una novità rispetto agli ultimi anni: la Visita straordinaD. S. Martoglio. ria di Don Stefano Martoglio, a nome del X Successore di Don Bosco, Don Angel Fernandez Artime”. La conclusione della visita straordinaria (Catania-Cibali 2 giugno 2017) è stata preInsieme

ceduta da due giorni di verifica (31 maggio1 giugno Montagna Gebbia) realizzata con la metodologia di questi anni recenti, seguendo il programma previsto. Perché la verifica? “La verifica – notava l’Ispettore – non è un atto dovuto a qualcuno, ma un’esigenza fondamentale di verità (verum – facere), di onestà e di coerenza con quanto siamo per natura e per grazia, di quanto facciamo e di come lo facciamo, di quanto è nelle nostre possibilità come risorsa e di quanto non possiamo operare perché fuori dalla nostra portata”. Inoltre questi due giorni di verifica, rilevava l’Ispettore, “costituiscono un appuntamento fisso del nostro stile di condivisione

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FORMAZIONE

pur nella loro brevità cronologica. Sono state due occasioni che hanno risposto alle attese dei direttori per la dinamica, per i contenuti e, non ultimo, per il prezioso accompagnamento di P. Giovanni Salonia OFM. Gli incontri, preparati anche remotamente con molta accuratezza, sono stati condotti in chiave interattiva. Precedentemente i direttori si erano incontrati per individuare ambiti, situazioni, dinamiche, istanze, problematiche di vita vissuta nelle nostre concrete comunità, con l’intenzione e l’attenzione di mettere in gioco la propria concreta umanità per far crescere soprattutto la qualità delle relazioni prendendosi cura dei confratelli, sia dei giovani che degli anziani e ammalati, consapevoli che non è il direttore da solo che può cambiare la comunità; è piuttosto il clima che si riesce a creare, non senza la insostituibile collaborazione di tutti, che cambia o fa crescere progressivamente i sentimenti reciproci di stima, di accoglienza, di affetto, di fiducia, in una parola, di fraternità. Dopo un avvio di P. G. Salonia, impron-


FORMAZIONE

ispettoriale, durante il quale non ci si limita a collaudare l’anno trascorso ma anche a prospettare il cammino che ancora resta da fare”. Perché si possa cogliere il senso della verifica è importante tenere presente il percorso triennale (vedi sotto schema) che vede accomunati sia l’itinerario per noi salesiani, sia il cammino educativo che proponiamo ai nostri giovani. Programmazione e verifica

settori della nostra missione, e i confratelli che liberamente hanno scelto di rendersi presenti almeno in alcuni momenti, seguendo la tabella di marcia. I lavori sono proceduti con regolarità e con una partecipazione attiva e propositiva, pur senza nascondere o ignorare la fatica di un cammino in salita, irto di difficoltà sempre emergenti e spesso imprevedibili, e però con la volontà e la fi-

NUCLEO FORMATIVO

Salesiani

Giovani

Alla luce del CG 27 e del CI 29

Alla luce di Evangelii gaudium e della spiritualità salesiana

2016/17

Ci impegniamo a elaborare o a riattualizzare il progetto personale di vita (cfr. CG27, 67,1) come strumento per vivere con gioia e autenticità la nostra consacrazione e per una più incisiva testimonianza evangelica (cfr. CG27, 66,1-2).

l’incontro personale con Gesù Maestro, dove abiti? Con Te o senza di Te #non è la stessa cosa

2017/18

Ci impegniamo a redigere o revisionare il progetto comunitario come strumento per vivere con gioia e autenticità la nostra frater nità e consacrazione (cfr. CG27, 67.1, 70.1; 71.1).

l’appartenenza gioiosa alla Chiesa Casa per molti, madre per tutti #nessuno escluso

2018/19

Ci impegniamo a rivivere il sistema preventivo e ad abilitarci nell’arte dell’accompagnamento personale (cfr. CG27, 75, 1). Ci impegniamo a elaborare nuove strategie pastorali per raggiungere i giovani che non frequentano i nostri ambienti, i “nuovi poveri” del nostro tempo (cfr. CG27, 73, 1-2).

il servizio responsabile nella vita quotidiana

ANNO

trovano il loro senso pieno in questa inscindibile relazione SDB-giovani e in un orizzonte che ci porta “oltre” con tappe ben definite. I primi due giorni della verifica sono stati scanditi da tempi ben precisi e vedendo interagire i responsabili SDB e laici dei vari

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NUCLEO EDUCATIVO

ducia di accogliere «la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegriInsieme


naggio. […] Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene» (EG 87). L’Ispettore, dopo aver citato Papa Francesco, conclude: “La verifica in quest’ottica è un atto di fede, di discernimento, di libertà d’animo”. Proprio sulla stessa onda si è mosso il Visitatore il 2 giugno di fronte a un numeroso raduno riservato ai confratelli venuti da tutta la Sicilia salesiana: “In questa fase così delicata e promettente della sua storia, è imprescindibile la costruzione di una visione dell’Ispettoria, la più unitaria e condivisa possibile, portando a compimento con tenacia e determinazione i passi fatti. Lavorare sulla comunione fraterna ispettoriale, sulla visione di futuro, contro individualismi e disfunzioni che hanno portato l’attuale situazione di insostenibilità economica\amministativa: è quanto mai urgente e prioritaria”. L’incontro al mattino ha trovato i punti forti nell’ascolto della relazione del Visitatore, che ha riscosso ampi consensi e qualche riserva o puntualizzazione espressa successivamente nell’ampio tempo dedicato al confronto e agli interventi dei confratelli, aperti, sentiti, appassionati intercalati dalle considerazioni o dalle risposte altrettanto chia-

Insieme

do n Pi ppo R u ta

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FORMAZIONE

Catania - S. Fr. di Sales. Assemblea dei confratelli e celebrazione eucaristica (in basso) con don S. Martoglio.

re, lineari, dirette, senza sottintesi di d. Stefano Martoglio; il tutto in un clima costruttivo e fiducioso, non di chiusura o disfattismo, pur nella consapevolezza del delicato momento che viviamo. La Concelebrazione eucaristica, presieduta da d. Stefano e l’agape fraterna con buffet che è seguita, hanno suggellato l’intensa mattinata nel segno di una fraternità da non farci rubare. Nel pomeriggio era previsto un primo momento riservato ai direttori e al Consiglio ispettoriale e un secondo momento al solo Consiglio. Con gli uni e con gli altri il Visitatore ha ripercorso la relazione presentata precedentemente per intero a tutti i confratelli, prendendo in considerazione solo gli argomenti che più specificamente riguardavano i direttori e/o il Consiglio ispettoriale nelle specifiche competenze e responsabilità di animazione e di governo, in un’ottica soprattutto di collegialità da incrementare. Credo che l’ultima parola non può che essere un immenso GRAZIE al Signore della storia universale e della nostra storia personale e della comunità a cui apparteniamo. Forse noi vorremmo una esistenza tutta luce e senza ombre. Ma la bellezza di un affresco sta proprio nel contrasto o nella composizione armoniosa di luci e ombre, si pensi agli affreschi di un Caravaggio o di un artista più vicino a noi, Antonello da Messina nei suoi splendidi ritratti. “Tra noi umani è una forma di tortura non spegnere mai la luce. Io penso che la penombra è il segreto della verità delle cose e anche il segreto di Dio che di fatto usa sempre la sua penombra, il suo mantellone, come quello che Dio ha negli affreschi di Michelangelo quando crea il mondo” (P. Sequeri). Ancora e sempre, Grazie, Signore.


FORMAZIONE

Festa della comunità ispettoriale Catania-Barriera 25 aprile 2017 Proseguendo in quella che è diventata una prassi tradizionale, anche quest’anno il 25 aprile è stato dedicato alla Festa della Comunità Ispettoriale preceduta da un incontro dei Direttori.

Incontro dei Direttori. Cogliendo l’opportunità di questa convocazione, fin dall’inizio dell’anno si era programmato per il 24 pomeriggio un incontro dei Direttori, che ha avuto luogo a Casa Tabor. Per la seconda volta nell’arco di questo anno i Direttori hanno goduto della presenza di P. Giovanni Salonia OFM che hanno apprezzato per la competenza professionale, per l’esperienza di governo e per la conoscenza della vita consacrata anche come studioso. Festa della Comunità Ispettoriale. L’indomani ci si è ritrovati, sia i Direttori sia gli altri Confratelli venuti dalle comunità, accolti dai confratelli di CT-Barriera che avevano preparato e organizzato una splendida accoglienza nella quale nulla era

stato trascurato e che esprimeva la premura di far vivere a tutti i convenuti un felice momento di fraternità. Il primo momento, introdotto dall’Ispettore, è stato dedicato agli auguri ai confratelli che ricordavano gli anniversari della professione religiosa e della ordinazione presbiterale. L’offerta dei doni ai festeggiati è stata inframezzata con intelligenza e gusto giovanile da brevi intermezzi offerti dai tirocinanti e prenovizi coordinati da Andrea Palma. Momento centrale è stata la Concelebrazione Eucaristica durante la quale: - abbiamo rinnovato il GRAZIE ai festeggiati e la riconoscenza per la loro testimonianza; - abbiamo espresso il GRAZIE al’Ispettore, Don Pippo Ruta, per il servizio instancabile e perseverante nella complessità del periodo storico che viviamo; - sono stati conferiti dal Sig. Ispettore i ministeri del lettorato e accolitato ai giovani confratelli del S. Tommaso. Momento conclusivo è stata la sorpresa

Catania-Barriera: Conferimento dei ministeri del Lettorato e Accolitato ai giovani confratelli del San Tommaso.

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Insieme


zione che ha coinvolto tanti confratelli, abbiamo inteso vivere e professare nella fede la festa della comunità ispettoriale “come segno di comunione fraterna ed espressione di riconoscenza” (Regolamenti SDB 42).

don C. Montanti

Diario di bordo Notizie dal MGS di Messina Venerdì 19 maggio, dalle ore 17 alle ore 23, i giovani del Movimento Giovanile Salesiano di Messina si sono ritrovati per la tanto attesa Festa Giovani 2017. “We Are Family” è stato lo slogan di questa Festa, svoltasi per il secondo anno consecutivo presso l’Oratorio di Giostra e che ha visto coinvolti circa 250 giovani provenienti dalle realtà salesiane (e non) di Messina e provincia. Il tema, nato quasi per gioco ma frutto della Strenna di quest’anno, è stato quanto mai adatto a creare il giusto clima anche tra quelle realtà un po’ distanti geograficamente, che non hanno sempre la possibilità di partecipare alle tante iniziative del MGS Messina. Il momento dell’accoglienza e quello successivo alla cena, sono stati occasione di pura e salesiana fraternità, poiché tutte le Case/Parrocchie presenti, hanno avuto la possibilità di presentarsi e di presentare in maniera creativa il tema della Festa, tramite video, balli, sketch e canzoni. Un pomeriggio interamene dedicato ai giovani, che li ha visti impegnati in attività sportive e non, proprio per lasciare spazio al loro protagonismo. I tornei di calcio e pallavolo sono stati certamente quelli che hanno coinvolto la maggior parte dei partecipanti; ma le novità di quest’anno sono state le attività di karaoke e just dance, partecipate soprattutto dai “meno sportivi”. Un pomeriggio all’insegna del divertimento e dello sport, ma in cui non sono Insieme

mancati la preghiera, la riflessione e i momenti di grazia come la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. Le chiare e semplici parole di accoglienza del direttore di Giostra (d. Enzo Pisano) hanno dato il via alla giornata mentre la Buona Notte dell’Ispettore (d. Pippo Ruta) è diventata un’occasione di ritrovo “familiare” anche per la presenza dei Direttori, delle Direttrici e dei Responsabili della Famiglia Salesiana messinese. Un bel momento suggestivo e carico di emozioni, che ci ha visti radunati come Famiglia e come Famiglia Salesiana nel cortile, attorno al don Bosco di Sicilia e sotto il manto della Vergine Ausiliatrice, un po’ come era solito fare don Bosco con i suoi ragazzi. In questa occasione, sono stati presentati i sei giovani salesiani che nei prossimi mesi diranno il loro “per sempre” e definitivo “Si” al Signore, alla Congregazione, ai giovani! Il coordinamento della Festa è toccato ai due delegati zonali del MGS Messina: don Alfredo Michele Calderoni e Suor Ermelinda Ardita, aiutati e appoggiati dai responsabili dei vari oratori, dai Parroci e dai giovani della Consulta zonale. Non possiamo che ritenerci soddisfatti della collaborazione tra le realtà, della partecipazione e del clima che si è creato. Ci sembra di aver centrato l’obiettivo: We Are Family … concretamente! E di questo rendiamo Grazie a Dio.

Ale ssan dro D ’An drea Animatore e membro della Consulta MGS Messina

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PASTORALE GIOVANILE

di un pranzo (piuttosto che di un semplice buffet) progettato e preparato, nonostante una presenza notevolmente numerosa di salesiani e parenti, con proprietà e con abbondanza e servito in modo dinamico e allegro. In questo contesto festoso, breve cronologicamente ma prolungato nella prepara-


PASTORALE GIOVANILE

Il Meeting Pre Adolescenti MGS: La scoperta di una grande famiglia Dopo tanto tempo, il 2 Aprile 2017 è ritor nata la grande attesa “Festa Ragazzi” con il tema “Online but alive” (connessi ma vi vi), dedicata ai tutti i ragazzi dalla quarta elem entare alla terza media che fre quenta no O ra to ri , Par r oc c hie , Sc uol e e C omuni tà alloggio dei Salesiani e delle Figlie di Ma ria Ausiliatrice.

presentarti come un presentatore-mago, saresti perfetto per quella fascia d’età...”. Ho vissuto quell’affermazione come una volontà del Signore che si voleva servire di me in quel giorno per lasciare attraverso il dono della magia un messaggio a tutti i ragazzi presenti e questa cosa mi intrigava così tanto da dire il mio “si” con gioia a don Domenico ma in particolare a LUI.

Come si è articolata l’organizzazione della Festa ragazzi?

Nella foto: ragazzo con il telefonino.

La festa ha avuto luogo presso l’istituto salesiano San Filippo Neri in Via Vincenzo Giuffrida – Catania ed è stata presentata da due giovani animatori provenienti da Pietraperzia, Fatima Di Prima e Giuseppe Toscano.

Considerata la vostra giovane età vi sare ste mai a spe ttati di esse re c hia mati per co ordinare la f esta ragazzi? Fatima: Non avrei mai creduto che alla mia giovane età e alla mia poca esperienza sarebbe stato affidato un compito così importante. Quando mi è arrivata la chiamata di Don Domenico non mi sarei mai aspettato una proposta del genere, lo ringrazio infatti per la piena fiducia datami. Giuseppe: Non mi sarei mai immaginato di presentare e coordinare una festa ragazzi e ancor di più non mi sarei mai aspettato la fiducia da parte di tante persone nel volermi come presentatore. Ricordo ancora oggi la chiamata di don Domenico in cui mi disse: “Giuseppe in Consulta molti hanno fatto il tuo nome per presentare la Festa Ragazzi, poi so che tu fai il mago quindi potremmo

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Fatima: Fin dall’inizio abbiamo subito pensato ai ragazzi e rendendoli protagonisti abbiamo articolato la giornata cercando di calibrare al meglio i momenti di formazione e i momenti dedicati alle dinamiche di gruppo coinvolgendoli sempre di più. La distanza tra me e Giuseppe dovuta ai luoghi in cui studiamo non ha facilitato l’organizzazione, fortunatamente ci sono venuti in aiuto le nuove tecnologie come Skype e Facebook che se ben utilizzati possono essere una grande risorsa. Sono state infatti tante le videochiamate e le ore passate al telefono in modo tale che, quando ci incontravamo, avevamo le idee già chiare sul come gestire la giornata. Giuseppe: Fortunatamente a noi presentatori ci è stata consegnata già una scaletta provvisoria dell’intera giornata con i vari momenti che andavano dall’accoglienza alla formazione, dalla messa ai giochi, dalla presentazione della tematica alla presentazione del nuovo logo MGS e cosi via. Il nostro compito era quello di fare da “collante” a tutti i momenti, di trovare la giusta modalità per presentarli in modo divertente, coinvolgente e soprattutto avevamo il compito di tirare le fila della parte formativa e lasciare il messaggio che volevamo portassero a casa. Nel fare questo ci siamo divisi i compiti e con don Domenico, Suor Antonella e gli animatori at-work ho sperimentato la parola “collaborazione”e senza questa “parolina Insieme


Quali sono i messaggi che avete voluto la sciare ai ragazzi presenti alla festa? Fatima: I messaggi che insieme a Giuseppe abbiamo pensato e scelto sono state “parole” ripetute nella formazione e nei giochi affinché i ragazzi potessero portare con loro i valori dell’abbraccio, dell’ascolto e dello sguardo dell’altro. Abbiamo focalizzato l’attenzione su queste tre parole per riscoprire, in un mondo fatto sempre più di “smartphone”, il vero contatto umano. Giuseppe: Il tema della giornata era “connessi ma vivi” e infatti uno dei messaggi che abbiamo cercato di lasciare ai ragazzi è stato proprio quello di far capire il passaggio dal virtuale al reale, ad esempio riflettendo sul valore degli sguardi. Viviamo in un mondo fatto di sguardi troppo bassi, immersi negli smartphone e non ci accorgiamo delle grandi opportunità che ci circondano, ovvero delle persone da amare, abbracciare, guardare e che stanno proprio lì accanto a noi, a scuola, in famiglia, per strada… abbiamo proposto di abbracciare la persona che avevano accanto ed è stato bellissimo ed emozionante vedere tutte quelle persone stringersi forte. Il tutto è stato abbellito dalla magia che ha tenuto alta l’attenzione mentre cercavamo di comunicare questi messaggi. Quali sono state le difficoltà che avete in contrato durante la giornata? Fatima: Durante la giornata, la difficoltà più grande è stata senza dubbio quella meteorologica. Purtroppo il sole non ci ha accompagnato per tutta la giornata; diciamo che ha lasciato spazio ad un brutto temporale. Inizialmente c’è stato un po’ di “scoraggiamento” ma grazie al sorriso materno di suor Antonella e la meravigliosa forza di don Domenico ci siamo fatti guidare da LUI. E così abbiamo allestito i giochi nei luoghi al chiuso dell’oratorio ospitante; abbiamo intrattenuto i ragazzi in chiesa che fino all’ultimo sono stati veramente degli angeli. Un grazie particolare va anche agli animatori at work che con grande spirito saleInsieme

siano non si sono persi d’animo, facendo si che la festa continuasse.

Giuseppe: La difficoltà maggiore è stata la pioggia che fino all’ultimo abbiamo sperato ci abbandonasse mentre invece ci ha accompagnato per quasi tutta la giornata. Non ci siamo persi d’animo e subito dopo la messa abbiamo fatto una riunione mentre i ragazzi consumavano il pranzo. Abbiamo così riorganizzato in brevissimo tempo tutto il pomeriggio in cui erano previsti anche i tornei che a causa della pioggia eravamo impossibilitati a fare. Questa riorganizzazione ha comportato il prevedere dei giochi al chiuso e sotto i portici e soprattutto per noi presentatori la responsabilità di intrattenere il più possibile e nel migliore dei modi i bambini all’interno; missione che è andata a buon fine grazie a balli e bans come quello “del ciuffo” che ha fatto furore; i bambini hanno chiesto pure il bis. Qual‘è il ricordo più bello che vi portate da questa giornata? Fatima: Da questa meravigliosa esperienza mi porto gli sguardi limpidi e sinceri dei ragazzi e quei sorrisi che ti scaldano il cuore, che ti fanno sentire amata. Giuseppe: Da questa giornata mi porto gli sguardi e le risate di tutti quei bambini che nonostante la pioggia erano felici e in particolar modo mi porto quegli abbracci sinceri che ho ricevuto da tanti bambini che neanche conoscevo; volevano tutti salutarmi, abbracciarmi e questo mi ha reso veramente felice perché ho compreso che, anche se tutto quello che avevamo detto lo avessero già dimenticato, non si sarebbero dimenticati di me che ero entrato nel loro cuore.

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PASTORALE GIOVANILE

magica” nulla sarebbe stato possibile.


PASTORALE GIOVANILE

Animazione Vocazionale

Esperienze di animazione vocazionale Comunità Proposta Allargata La mia esperienza in CPA

Durante l’ultimo anno, impegnato tra studio e attività oratoriane, ho cominciato a pormi delle domande: “cosa Dio vuole che io faccia per gli altri e per me stesso”? Confrontandomi con un consacrato salesiano, ho cominciato un cammino di discernimento in CPA (Comunità Proposta Allargata). Durante gli incontri, oltre a trattare tematiche utili al discernimento personale, ho avuto la possibilità di confrontarmi con altri giovani che, seppur con modalità diverse date le diverse storie e i diversi segni di Dio nella vita di ciascuno, hanno cominciato a porsi le stesse mie domande. Agli inizi di maggio, noi giovani della CPA siamo stati ospitati dalla comunità salesiana dell’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina. Tale esperienza è stata utilissima data la possibilità di potersi confrontare anche con consacrati prossimi alla professione perpetua e con il diacono don domenico Muscherà che avrebbe ricevuto il sacramento dell’Ordine l’indomani.

Una te stimonianz a v oca ziona le Durante il nostro percorso di prenoviziato, siamo stati in più occasioni invitati per dare la nostra testimonianza vocazionale. Al San Francesco di Sales di Cibali (CT), al Don Bosco Ranchibile (PA) e al Gesù adolescente di Ragusa, abbiamo incontrato gli studenti delle scuole e dell’oratorio. Abbiamo raccontato le nostre esperienze e cosa ci ha spinto ad intraprendere il percorso specifico del prenoviziato salesiano; poi attraverso delle dinamiche di gruppo, ci sia-

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Tali confronti mi hanno offerto la possibilità di guardare l’anno trascorso da diversi punti di vista. Perché è sempre utile confrontarsi con chi è più spiritualmente maturo riguardo a un tema così delicato. Oltre ai confronti personali, don Enrico Frusteri Chiacchiera, incaricato dell’animazione vocazionale per la nostra ispettoria, ha ritenuto opportuno offrire spunti di riflessione sui tre consigli evangelici, punti nevralgici del discernimento. Da tali spunti ho potuto cogliere in parte la bellezza della castità, della povertà e dell’obbedienza. Ancora molto lungo è il mio cammino per capire cosa Dio vuole da me per rendermi felice nel tempo e nell’eternità. Sicuramente quest’anno, passato tra libri universitari, giochi in cortile con i ragazzi ed incontri utili al discernimento, da parte mia tenuti segreti ad amici e parenti data ancora l’immaturità del mio cammino, mi ha aiutato a crescere spiritualmente, nella Fede in Colui che è Amore, ma anche intellettualmente, moralmente e in una maggiore consapevolezza della propria vita.

L etter a fi rm ata

mo messi a disposizione della curiosità di ragazzi e ragazze lasciando loro il messaggio di “Puntare SEMPRE in Alto ed essere FELICI”. Sono state queste per noi occasioni di confronto e di crescita personale utili al nostro discernimento. Ci auguriamo di essere stati per i giovani che abbiamo incontrato di esempio e di stimolo per una crescita umana e spirituale nel segno di Don Bosco.

Federico, Orazio, Vito Insieme


Dal 30 aprile al 3 maggio si è svolto nel noviziato salesiano di Genzano di Roma il consueto incontro annuale del “Faccia a faccia”, raduno che vede riuniti tutti i novizi ed i prenovizi dell'Italia salesiana (e quest'anno per la prima volta anche di Malta) per uno scambio di idee ed esperienze “intergenerazionale”. Come anche l'anno passato, che abbiamo vissuto nella veste di prenovizi, anche questa volta l'esperienza è stata intensa e arricchente. Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare alcune testimonianze di novizi che hanno condiviso con noi la loro esperienza vocazionale, e di un coadiutore salesiano, che ci ha permesso di conoscere più da vicino questa figura imprescindibile nel carisma della congregazione. Ma soprattutto abbiamo avuto modo di scambiare fra noi, nei momenti formali e non, riflessioni, timori e speranze sul nostro percorso e sul nostro futuro. Ancora una volta abbiamo percepito che le nostre esperienze, a prescindere dal punto del cammino in cui ci troviamo e dalle nostre tante fragilità e imperfezioni, possono essere segno e portatrici di aiuto per chi come noi sta facendo il suo discernimento sulla chiamata di Dio alla vita salesiana.

Ma le occasioni di crescita non sono finite qui: martedì 2 maggio, in occasione del pellegrinaggio a Roma, abbiamo avuto la sorpresa di essere ricevuti in udienza privata da Papa Francesco. Con la sua consueta semplicità e familiarità ci ha riassunto la santità nel comando che Dio dà ad Abramo: “Cammina davanti a me e sii irreprensibile” (Gn 17,1), incoraggiandoci ad affrontare le difficoltà del cammino 'con i pantaloni', seguendo l'esempio di vita dei nostri genitori, e ricordandoci che la prima linea del salesiano è la periferia, sia essa morale, materiale o esistenziale. Per concludere abbiamo avuto l'occasione di ascoltare anche il Rettor Maggiore emerito don Pascual Chavez che ha voluto condividere con noi le sue riflessioni sulla vocazione come ascolto e risposta della voce di Dio nella nostra vita e sulla ricerca delle motivazioni profonde che possono sostenerci nella vita consacrata salesiana. Nel rientrare alla normalità non ci resta che ringraziare il Signore per il dono di questa nuova esperienza che ci ha consegnato un tassello in più da posizionare nel mosaico del nostro cammino di discernimento.

S c u o l a d i m o n d i a l i tà

tà, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti” e “realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare le condizioni di vita delle donne”. L’incontro più toccante è stato quello di don Enzo Volpe (SDB e Sr. Valeria Gandini (Comboniana), sulla tratta delle donne Nigeriane, donne ridotte in schiavitù e private della loro dignità. Attraverso un corto abbiami rievocato i loro sentimenti e le loro emozioni: donne illuse da uomuni senza scrupoli con la speranza di trovare una terra in cui avere una vita migliore.

“Insieme nel mondo e per il mondo” La scuola di mondialità SdM, incontri di orientamento al volontariato internazionale e all’esperienza estiva è rivolta a tutti coloro (dai 18 anni in su) che sono interessati a formarsi e confrontarsi con le tematiche della mondialità, dell’intercultura, dei diritti umani e che desiderano vivere un’esperienza estiva di formazione e servizio presso la missione salesiana o strutture salesiane. Quest’anno la SdM ha affrontato durante gli incontri due obiettivi dello sviluppo sostenibile: “Offrire un’educazione di qualiInsieme

And rea P alma

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PASTORALE GIOVANILE

Faccia a faccia 2017


PASTORALE GIOVANILE

Animazione Missionaria / VIS

Il VIS cambia look Proseguire sulla strada intrapresa 31 anni fa...

Questo è quanto è emerso dalla seconda assemblea dei partecipanti VIS (Volontaria-

to Internazionale per lo Sviluppo) che si è tenuta a Roma il 6 e 7 maggio scorso presso l’istituto Sacro Cuore di via Marsala. Sono state, come sempre, due giornate intense che si sono aperte con il discorso del presidente Nico Lotta e proseguite con quel percorso di riflessione intrapreso diversi mesi fa, quando il VIS ha indossato una nuova veste, da associazione di più di 100 soci individuali ad associazione composta da tre soci istituzionali e cioè, Fondazione Don Bosco nel Mondo, Missioni Don Bosco e CNOS. La figura del socio si è trasformata in “partecipante”, con aspetti e ruoli differenti, ma con lo spirito rinnovato e l’impegno di promuovere i “presidi” territoriali, cioè quelle strutture che possono essere riferimento e innesco per le attività di animazione missionaria nelle realtà locali. All’interno delle due giornate è stata dedicata una bella sezione allo studio su come realizzare questi presidi, come renderli più presenti nel territorio, possibilmente in sinergia con le Consulte di animazione missionaria, e quali iniziative intraprendere a livello locale nei prossimi mesi. Una iniziativa che sicuramente merita grande spazio e diffusione a livello territoriale ed è lo sforzo che il VIS richiede ai presidi nei prossimi mesi, è la campagna STOP TRATTA # IO NON DISCRIMINO, realizzata in partenariato con Missioni Don Bosco che ha l’obiettivo di sensibilizzare le società

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civili sulle tematiche delle migrazioni, dell’integrazione e della non discriminazione. A sostegno di ciò, il VIS ha realizzato e presentato proprio in quest’occasione un innovativo Kit didattico che usa tecnologia in realtà aumentata e virtuale rivolto a docenti, studenti ed educatori per far chiarezza sul fenomeno migrazioni e smontare gli stereotipi che sono alla base di molti atteggiamenti discriminatori. Nella serata del sabato, sempre per sottolineare la grande sensibilità del VIS su questo fenomeno, è andato in scena uno spettacolo teatrale dal titolo “L’orizzonte alle spalle” che, alla luce degli ultimi drammi accaduti nel Mediterraneo, rappresenta una rivisitazione dell’omonimo libro di Anna Masucci e Luca Cristaldi di favole dei paesi in via di sviluppo, intrecciando la favola del cappellaio con la vera storia di un ragazzino e della sua famiglia. Sono stati, dunque, due giorni intensi di lavoro, di grandi prospettive ed entusiasmo che hanno sempre contraddistinto il VIS fin da quando è nato nel 1986 e tutto ciò è stato riconosciuto dai nuovi soci come don Giampietro Pettenon di Missioni Don Bosco che ha sottolineato in assemblea le grandi opere che il VIS ha portato avanti a fianco dei salesiani e per tutti i giovani del Mondo e ha auspicato una riconferma nelle prossime elezioni autunnali di tutto il Comitato Esecutivo attuale. Continuare, dunque, con fiducia, sulla strada intrapresa, con una grande vision, quella di realizzare un mondo possibile per ogni persona, dove siano promossi, protetti e garantiti i suoi diritti attraverso la solidarietà e la partecipazione di tutta la comunità.

(Dal Bilancio sociale del VIS).

Daniele Tinaglia Consulta di Animazione Missionaria

Insieme


Pigiessiadi 2017 Uno spettacolo annunciato

Nello splendido scenario delle isole Eolie, al grido “Siamo noi, siamo noi, i campioni regionali siamo noi”, si sono da poco concluse le Pigiessiadi 2017, storica manifestazione sportiva che annualmente il Comitato Regionale PGS Siciliano organizza, raccogliendo centinaia di atleti, tanti attestati di stima e grandi soddisfazioni. Il Consiglio Regionale uscente, ritenendo opportuno differenziare l’offerta formativa in base all’età degli atleti, ha adottato una formula risultata vincente: istituire delle Pigiessiadi “itineranti” per rendere quanto più possibile partecipi tutte le province siciliane e separare i ragazzi più piccoli da quelli più grandi predisponendo differenti progetti formativi. Quattro sono state le manifestazioni principali e conclusive di questo splendido anno sportivo: a) le Pigiessiadi del settore scolastico, svoltesi a Terrasini nel Villaggio turistico “Città del Mare” ed organizzate dal Comitato provinciale di Palermo dal 19 al 21 maggio con il Patrocinio della PGS Sicilia; b) le Pigiessiadi del settore giovanile svoltesi a Ragusa, presso l’Athena Resort dal 25 al 28 maggio, alle quali ha partecipato il Presidente Nazionale Avv. Ciro Bisogno, giunto appositamente da Roma per salutare la seconda regione in Italia in termini di numeri di atleti e di associazioni affiliate. Degna di nota è stata la partecipazione dei ragazzi dell'Oratorio di Manouba in Tunisia, a conferma del sodalizio che va avanti da parecchi anni; c) le Pigiessiadi delle categorie Libere nelle discipline del calcio a 5 e volley maschile, femminile e misto, svoltesi nello splendido contesto dell’isola eoliana di Lipari dall’8 all’11 giugno; d) la Rappresentativa di calcio a 5 giovanile a Modica il 4 giugno che seppur non compresa nell’ambito delle vere e proprie “Pigiessiadi”, ha comunque rappresentato Insieme

una festa dello sport ed un fondamentale momento aggregativo non soltanto per le singole province, ma soprattutto per le singole associazioni che si sono trovate a collaborare per mettere su delle formazioni competitive (in tal senso il neo Direttore Tecnico Antonino Gennaro ha personalmente vigilato affinché ogni rappresentativa fosse costituita da almeno tre associazioni locali). Mentre a Ragusa l’equipe organizzativa del Presidente Massimo Motta ha tenuto fede agli impegni assunti senza grosse difficoltà, riuscendo come sempre a gestire un numero elevato di atleti e di gare svoltesi in contemporanea, a Lipari sono emerse delle problematiche dovute alla logistica ed alla sistemazione dei vari atleti ed arbitri in parti opposte dell’isola, anche rispetto ai campi messi a disposizione dalle Autorità locali per lo svolgimento delle gare. Tuttavia il Comitato Regionale, con la collaborazione dei vari Dirigenti provinciali presenti ha dimostrato di saper fronteggiare le avversità rappresentate dalla logistica e dal territorio, riuscendo a garantire il regolare svolgimento delle partite e soprattutto dei continui transfert, consentendo a tutte le squadre non solo di partecipare alle proprie rispettive competizioni, ma anche di vivere il lato più caratteristico dell’isola, quello turistico. In totale nelle quattro manifestazioni sportive si sono fronteggiati oltre 1.400 atleti e circa 60 Associazioni provenienti da ogni parte della Sicilia, per un totale di oltre

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PASTORALE GIOVANILE

Associazione - PGS


PASTORALE GIOVANILE

100 gare tra basket, volley e calcio a 5. Le Pigiessiadi siciliane non hanno rappresentato soltanto una festa dello sport, ma anche un importante momento aggregativo, un momento in cui quelle finalità educative, culturali, ricreative ed assistenziali che costituiscono il fine statutario dell’Associazione sono diventate componenti effettive della manifestazione. I due delegati, don Enrico Frusteri Chiacchiera per i Salesiani e Suor Rosetta Calì per le FMA, quest’ultima giunta alla fine del suo incarico dopo tanti anni di attiva collaborazione con le PGS Siciliane, hanno presenziato i momenti conviviali più importanti nei quali si è registrata una grande partecipazione ed un’alta affluenza di atleti, dirigenti e alleducatori. Fondamentale in tal senso il messaggio inaugurale che Don Enrico ha rivolto ai presenti sui capisaldi dell’educazione salesiana: la ragione, come elemento da porre al centro dell’educazione umana, la religione, che orienta l’uomo a Dio e lo rende capace di amare, l’amorevolezza, che pone il giovane al centro delle attenzioni dell’educatore facendolo sentire parte attiva di un progetto condiviso. Il Presidente Massimo Motta, che si è detto più che felice dell’esito delle Pigiessiadi, ha dichiarato: “Sono pienamente soddisfatto del modo in cui siamo riusciti a gestire tutte le manifestazioni che da anni ormai costituiscono un tassello fondamentale della nostra attività associativa. Ancora una volta la PGS Sicilia ha dimostrato di saper fare fronte ad ogni difficoltà, ha dimostrato le proprie capacità organizzative grazie alla collaborazione di persone volenterose, competenti e capaci. Ho ricevuto, sia pubblica-

mente che in privato, tantissimi attestati di stima da parte delle varie associazioni sportive, attestati che giro a quanti insieme a me hanno dato a vario titolo il proprio personale contributo. Sono soprattutto rimasto piacevolmente colpito nel vedere la Basilica di Lipari gremita da atleti durante la Santa Messa celebrata dal nostro Delegato Salesiano Don Enrico, perché in un momento di crisi vocazionale come quello che vive il mondo ecclesiale, in un momento in cui le case salesiane ed FMA chiudono, le PGS si sono dovute aprire ad Associazioni non provenienti da quel mondo che per decenni ha rappresentato il più grande bacino di atleti in Sicilia, con il pericolo che il percorso formativo iniziato tanti anni fa per volere del mio predecessore Avv. Maurizio Siragusa, e che ho deciso insieme alla Giunta ed al Consiglio Regionale di rendere più incisivo nei prossimi anni, subisse una battuta d’arresto dovuta al disinteresse dei ragazzi verso la nostra proposta associativo/formativa. Vedere la Chiesa piena di giovani atleti, di dirigenti, di ragazzi che avrebbero potuto scegliere liberamente di passeggiare per le vie dell’isola mi ha riempito il cuore e dato la forza per continuare con maggiore entusiasmo il nostro progetto educativo”. Formazione è quindi la parola d’ordine di questo Consiglio Regionale, che si pone in continuità rispetto al Consiglio uscente e che ha deciso di proseguire in modo più incisivo e determinante quel progetto iniziato qualche anno fa dal past president Avv. Maurizio Siragusa e che ha portato alla formazione sportiva ed educativa di tanti alleducatori, veri capisaldi dell’associazione.

D a r io C o n t e I ragazzi di Manouba alle Pigiessiadi.

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Insieme


Campo Formativo Regionale Mass media e linguaggi. Itinerario di formazione ai mezzi di comun icazione so ciale.

Il titolo, attuale e impegnativo, dovrebbe tracciare il percorso formativo per questi anni. Il tema previsto per il Campo di settembre per i giovani del CGS che si svolgerà al “San Tommaso” di Messina nei giorni 8-910 avrà per tema: la nascita del cinema, dal l e ori gi n i al son oro . L e f ina li tà Si cercherà di fornire ai giovani, le competenze necessarie per familiarizzare con i nuovi linguaggi fatti di testo, immagini, suoni, animazioni, ipertesti. Il cinema, sin dagli esordi, ha accolto espressioni e sistemi comunicativi, letteratura, pittura, architettura, musica, teatro e più recentemente radio, televisione, video, pubblicità... L’itinerario formativo consentirà di trarre elementi utili per stimolare la curiosità al mondo della comunicazione. Dopo un breve accenno alle origini del cinema, si parlerà dei raporti che lo legano alla letteratura, alla pittura, tentando di cogliere altri linguaggi che altre arti identificano: architettura, televisione, teatro , fotografia... Per il linguaggio cinematografico si cercherà di scandagliare episodi e figure rilevanti e si elaboreranno linee interpretative generali che possano orientare i giovani a comprendere il linguaggio del cinema e le potenzialità che hanno i nuovi strumenti di

comunicazioni interpretando il messaggio con senso critico. P a r te te o ri ca - Conoscenza delle fasi produttive di un filmato e la stesura di uno storiboard. - Approfondimento delle fasi produttive di un filmato, sia in modo teorico (e quindi la storia e i perché di certe scelte tecniche) sia in modo pratico (tramite la realizzazione di un breve filmato con l’apporto e la guida del professionista del settore). - La nascita della pellicola, il suo principio ottico, i primi macchinari. - Le fasi produttive di un film, le fasi produttive di una campagna pubblicitaria attraverso l’iterazione tra linguaggi (visivo, sonoro ed audiovisivo). - Educazione all’immagine (interpretazione del linguaggio iconico). - Educazione all’ascolto (attenzione alla percezione ed all’analisi degli elementi uditivi/sonori). P a rt e p ra t i ca - I principali supporti cinematografici e magnetici del passato e moderni. - Stesura di uno storyboad e la realizzazione di un breve filmato.

L’organizzazione

Primo giorno Accoglienza e presentazione del campo. Secondo giorno Tutto dedicato al linguaggio cinematografico e al laboratorio. Terzo giorno, domenica Conclusioni e linee operative per il nuovo anno associativo. A breve il programma dettagliato.

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Insieme

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PASTORALE GIOVANILE

Associazione - CGS


PASTORALE GIOVANILE

Associazione - TGS

Alla riscoperta di Bagheria, Palermo, Monreale, Cefalù

Tra le tante mete possibili in Sicilia, i soci del TGS Ibiscus Catania, quest’anno hanno optato ancora una volta per la visita della Sicilia Nord-Occidentale – nel 2016 ricordi incancellabili per la visita della Sicilia greco-fenicia (Erice, Marsala, Mozia, Selinunte): Bagheria con le sue splendide ville, Palermo arabo-normanna-barocca, Monreale e Cefalù, con le cattedrali ricche di storia e di arte arabo-normanna-bizantina. Assonnati, alle 07.15 di venerdì 2 giugno, partiamo col bus della ditta Scionti, per la prima tappa, Bagheria, per la visita di Villa Gravina di Palagonia o Villa dei Mostri, con la guida Stefano e la presenza dello stesso erede, responsabile della Fondazione; la villa del 1658 apparteneva ai Principi di Branciforte; nel 1749 nuovi restauri la trasformarono nella “Villa dei Mostri”, detta così per le famose statue in pietra arenaria che raffigurano strane forme umane e ferine, che adornano i muri esterni dei corpi bassi della villa. Ci trasferiamo all‘Hotel Athaeneum presso la cittadella universitaria di Palermo per il pranzo e la sistemazione. Nel pomeriggio visita guidata del Duomo di Monreale, costruito per volontà di Guglielmo II; è una delle più grandi chiese di Sicilia (lunghezza di 102 metri, larghezza di 40 metri). Le pareti della Basilica furono completamente coperte da un manto dorato di mosaici da maestranze bizantine con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, il tutto dominato da un gigantesco Cristo Pantocratore (la sola mano destra è lunga 2 m.). Rientriamo a Palermo per una panoramica della città nel suo centro storico, ove restiaPalermo - Piazza Pretoria.

Bagheria - Villa Palagonia.

mo per la cena libera. Il mattino di sabato 3 giugno a Palermo visita guidata delle sale del Palazzo dei Normanni e della incantevole opera d’arte insuperabile, arabo-normanno-bizantina, la Cappella Palatina, e della Cattedrale di Palermo, dal bellissimo esterno ricco di pregeMonreale - Il duomo.

voli torri e da uno splendido campanile. Rapidamente uno sguardo alla chiesa di S. Maria dell’Aiuto dell’Ammiraglio o “Martorana”, del 1184, definita “l’opera più bella al mondo”. I mosaici della Martorana sono opera di artisti venuti da Costantinopoli. Dopo il pranzo in Hotel, partenza e visita libera di Cefalù e del suo splendido Duomo, costruito per volontà di Ruggero II nel XII sec. Di notevole importanza l’Abside decorata da mosaici, che fanno capo a un Cristo Pantocratore che rappresenta la più sublime raffigurazione del Cristo nell’arte cristiana. Si conclude con il ritorno a Catania una gita ben organizzata e apprezzata per la cura dei particolari da parte del direttivo TGS, con la consulenza dell’Agenzia Lisciotto.

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Comunicazione Sociale

“La comunicazione comincia con le persone, con l’apertura alla cultura dell’incontro”, come propone Papa Francesco. Con queste parole il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Filiberto Gonzalez, ha aperto il suo discorso di saluto ai partecipanti alla riunione dei Delegati Ispettoriali per la Comunicazione Sociale della Regione Mediterranea, svoltasi dal 10 al 14 maggio a “El Campello” (Alicante). Alla riunione hanno partecipato i Delegati di comunicazione dell’Italia – tra i quali don Gian Luigi Pussino (Italia Centrale), don Donato Bosco (Italia Meridionale) e don Mariano Diotto (Italia Nord-Est); del Portogallo, con don Rui Alberto Almeida; e della Spagna, con don Javier Valiente, Delegato Nazionale e rappresentante dei Salesiani dell’Ispettoria di “Santiago el Mayor”, e il Delegato don Josep Luis Burguera, con Carlos Martín, per l’Ispettoria “Maria Auxiliadora”; oltre a don Juan Pablo Abreu, del Dicastero per la Comunicazione Sociale. Presente all’incontro anche don Cristobal Lopez, Superiore dell’Ispettoria anfitrione, che ha aperto le sessioni di lavoro realizzando una rapida rassegna storica. “I Salesiani, al loro arrivo in Spagna, portarono la stampa a Barcellona. Da allora

Campello - Foto di gruppo.

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PASTORALE GIOVANILE

I delegati di CS della Regione Mediterranea a Campello (Spagna)

la comunicazione è stata molto importante nella nostra Ispettoria e nella Spagna salesiana. Dal primo avvio della stampa fino all’arrivo dell’editrice ‘Edebe’, con i suoi libri di scuola, tutto questo ha avuto un ruolo chiave. Inoltre oggi abbiamo diversificato i prodotti e abbiamo un’impresa come ‘Dosatic’, che offre servizi informatici” ha spiegato. Da parte sua, il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale ha offerto i saluti del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime e ha insistito sull’importanza della tenerezza e della visibilità come principi comunicativi, oltre a sottolineare che “la comunicazione, con Don Bosco, è alle origini della Congregazione”. Tra i temi discussi si segnalano le diverse modalitàà di animazione della comunicazione nelle Ispettorie, le buone pratiche nel settore della formazione di Salesiani e laici, la presenza dei Salesiani nelle reti e il ruolo della Comunicazione Sociale nella riconfigurazione, ristrutturazione e ri-significazione delle Ispettorie. L’incontro si è concluso con l’impegno di ogni Delegato di comunicazione a promuovere quelle strutture in grado di rendere i Figli di Don Bosco “opinion maker”, facendo sì che il messaggio salesiano sia efficace tra i giovani.

Da: Ans - Alicante, 16 maggio 2017.

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VITA CONSACRATA

Vita consacrata: Pienezza di Umanità Liberata e Redenta Nei giorni 17-18 febbraio, ho avuto l’opportunità di partecipare, a Palermo, al convegno, dal titolo:””Vita Consacrata: Pienezza di Umanità Consacrata e Redenta”, organizzato dall’USMI regionale. Al convegno hanno partecipato circa trecento persone, quasi tutti religiosi, provenienti da varie parti della Sicilia, con una buona rappresentanza della famiglia salesiana. In entrambe le giornate abbiamo potuto apprezzare il clima familiare, favorito dagli organizzatori, nonché la presenza semplice ma significativa di S.E. Mario Russotto, Vescovo titolare della diocesi di Caltanissetta e delegato per la vita consacrata per la Conferenza Episcopale Siciliana. I lavori ci hanno visto impegnati sia in assemblea che nei gruppi di confronto. Il primo giorno ha tenuto la relazione Padre Nello Dell’Agli, presbitero della diocesi di Ragusa nonché animatore della locale Fraternità di Nazareth. Nel suo intervento dal titolo “Maturità umana e consacrazione”, ha preliminarmente citato l’inno di San Paolo nella lettera ai Filippesi (Fil. 2,5-8) ricordando che è stato il Signore a consacrarsi per primo a noi con i voti di povertà, castità ed obbedienza; sicché, la nostra è una risposta al Suo amore incondizionato. Egli, ha quindi proseguito facendo una lectio dei Salmi 1, 2 e 3 secondo la prospettiva dello psicologo: da questi è emerso che la maturità umana del consacrato comporta la capacità di dialogare nel presupposto che sono legittimi sia il punto di vista proprio che quello degli altri. Da ciò

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consegue, secondo il Dell’Agli, che non si deve aver paura di una “sana conflittualità”, che è propria di ogni forma di convivenza basata sulla stima e l’attenzione reciproca. Il secondo giorno è invece intervenuta Suor Mary Melone – appartenente all’istituto religioso delle Suore Francescane Angeline, e Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum di Roma – con la relazione dal titolo “Camminare secondo lo Spirito che dà la vita. Consacrazione e redenzione”. Ella ha citato il prologo del Vangelo di Giovanni soffermandosi, in particolare, sull’incarnazione del Verbo e della nostra adozione a figli di Dio secondo lo Spirito (Gv 1, 12-14). Ella ha quindi affermato che vivere secondo lo Spirito, comporta innanzitutto il vivere anche noi le conseguenze dell’incarnazione: la Chiesa, infatti, ha spiegato la relatrice, ha sempre respinto quei vangeli apocrifi che davano una visione eccessivamente spiritualizzata di Gesù, il quale, invece, ha assunto in pieno la natura umana, tranne il peccato. Oltre a ciò, la Melone ha proseguito ricordando che camminare secondo lo Spirito impone di non fermarsi tanto alle cose da fare – le quali possono anche cambiare nel tempo – quanto restare fedeli al carisma e mantenere il compito primario del religioso che è la profezia di ciò che sarà la condizione dell’uomo. In entrambe le giornate, infine, alcuni dei presenti hanno posto domande ed osservazioni riguardanti aspetti della vita comunitaria, e della missione di ciascun istituto. In conclusione, da entrambe le relazioni è emersa l’esigenza che la vita consacrata deve tendere alla realizzazione piena dell’umanità della persona: questa, infatti, non sceglie la vita religiosa per sfuggire dal mondo, quanto per essere con i propri talenti e le fragilità, testimoni del lieto annuncio del Vangelo.

M a rc o A i el l o Insieme


ADMA

Tindari - Domenica 04 Giugno 2017. 12° Pellegrinaggio Regionale ADMA. Due i momenti forti vissuti dall’Associazione durante la giornata:

FAMIGLIA SALESIANA

12° Pellegrinaggio Regionale me: vivere da buoni cristiani; i rapporti in famiglia e con gli altri; Spirito di Fratellanza, di perdono e di accoglienza. - Il secondo, nel pomeriggio, presso il Santuario di Tindari, raggiunto in corteo recitando il Santo Rosario e intonando canti a Maria.

Tindari - Il santuario della Madonna. A destra in alto l’immagine di Maria..

- il primo, nella mattinata, presso la casa salesiana di Barcellona dove si sono riuniti dodici gruppi con la presenza dell’Ispettore Don Pippo Ruta e dell’Ispettrice Sr. Maria Pisciotta, con la partecipazione di 370 associati. In questa prima parte della giornata è stato presentato il tema del Pellegrinaggio: “dalla Casa di Maria alle nostre Case”, relazionato dall’Ispettrice con l’ausilio di alcune slide proiettate, trattando alcuni argomenti allo scopo di farci riflettere, argomenti co-

I pellegrini all’interno del santuario per l’Eucarista.

A conclusione della giornata, sempre presso il Santuario di Tindari è stata celebrata la Santa Messa presieduta dall’Ispettore Don Pippo Ruta e dall’animatore spirituale regionale.

Don A. Gras so.

Gli "Orientamenti pastorali" comuni a tutte le Chiese di Sicilia per "accompagnare, discernere, integrare la fragilità" e "riscoprire la gioia dell'amore nelle famiglie". E' "per accogliere sempre più pienamente il Vangelo della famiglia, essenziale per l'intera comunità ecclesiale e per la società" che i Vescovi delle diciotto diocesi dell'Isola hanno elaborato un documento "per aiutare i presbiteri e gli operatori pastorali impegnati nel prendersi cura dei fratelli e delle sorelle che desiderano percorrere un cammino di grazia e di verità".Gli "Orientamenti pastorali. Accompagnare, discernere, integrare la fragilità secondo le indicazioni del Cap. VIII di Amoris laetitia” introducono "soluzioni pratiche differenziate secondo le diverse situazioni umane", che hanno lo scopo di "evitare ogni forma di rigorismo e di lassismo nell’applicare la dottrina della Chiesa nelle molteplici situazioni esistenziali, secondo gli insegnamenti del Magistero". Il documento è stato elaborato nel corso dell'ultima Sessione di lavoro della Conferenza Episcopale Siciliana e pubblicato nella Domenica di Pentecoste. Insieme

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FAMIGLIA SALESIANA

VDB: Cento anni dalla fondazione

Fraternità regionale a Caltanissetta

Nei giorni 20 e 21 Maggio 2017 si è svolta, presso il Seminario Vescovile di Caltanissetta, la Fraternità Regionale delle Volontarie di Don Bosco per festeggiare il CENTENARIO di fondazione del loro ISTITUTO. Per l’occasione si sono riunite le due Regioni della Sicilia, ISEM ed ISO. Tema dell’incontro: “Un grazie che si fa impegno”. Hanno partecipato all’incontro 60 VDB delle due Regioni. Sono intervenuti all’incontro, il Vescovo di Caltanissetta Mons. Mario Russotto delegato regionale per la Vita Consacrata, l’Ispettore SDB Don Giuseppe Ruta, il Delegato regionale SDB per la FS don Angelo Grasso, l’Ispettrice FMA suor Maria Pisciotta, accompagnata da 11 giovani suore, la Delegata per la FS suor Assunta Di Rosa FMA, la Direttrice FMA suor Rossana De Caro con tre consorelle, gli AER delle due Regioni, don Lillo

Don Pippo Ruta al tavolo dei relatori.

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Montanti e Don Pasquale Sanzo, gli AEL dei vari Gruppi don Salvatore Mangiapane, don Domenico Saraniti, don Edoardo Cutuli, Don Aldo Ballistreri, don Luigi Calapaj, don Vincenzo Di Bella, don Paolo Cicala, don Gaetano Urso, don Franco Crimì, don Vincenzo Lo Sardo. L’incontro ha avuto inizio con una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo insieme agli Assistenti Regionali. Nel pomeriggio, dopo il saluto delle due Responsabili Regionali, ha avuto inizio l’incontro di preghiera: “Memoria e gratitudine” articolato in tre parti. Nella prima parte, “Il nostro cammino” sono stati ricordati brevemente gli inizi dell’Istituto, attraverso un PowerPoint; nella seconda parte, “Chiamate a restare nel mondo” si è meditato il brano del Vangelo di Gv.17,9 - 11.15-19 riguardante la preghiera di Gesù al Padre; nella terza parte, “Chiamate a sfamare il mondo”, dopo la lettura dell’episodio della moltiplicazione dei pani, tratta dal Vangelo di Marco 6,30-44 e la recita di una preghiera ispirata alla Lettera ai Romani 12,1-17, sono seguiti, da parte delle Volontarie, numerosi interventi spontanei di ringraziamento al Signore. La domenica 21, l’Ispettore Don Giuseppe Ruta ha presentato la relazione “Un grazie che si fa impegno – Uno sguardo alla memoria e al presente, verso il futuro”. Dopo aver ringraziato il Signore e la Vergine Maria per il dono dell’Istituto VDB Insieme


Insieme

sono chiamati dal Signore ad incarnare il carisma di un Istituto secolare nel mondo. A questo proposito, Don Ruta leggendo uno stralcio della “Lettera a Diogneto” ha precisato che questo dinamismo di essere nel mondo ma non del mondo non è solo tipico degli Istituti Secolari o della Vita Consacrata in genere, ma secondo la tradizione cristiana più antica, appartiene a tutti i cristiani che vivono come tali nella società. Il relatore ha richiamato, infine, il documento del Consiglio permanente della CEI “La Chiesa italiana e le prospettive del Paese”, nel quale si sottolinea l’importanza di assicurare nel mondo attuale una nuova presenza della Chiesa con uno stile evangelico, perché come Cristo, anche la Chiesa è nel mondo, per il mondo, ma non del mondo. L’incontro si è concluso con la Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’Ispettore Don Ruta e concelebrata da tutti gli SDB presenti. Era facile vedere la gioia delle Volontarie, che con il cuore grato lodavano e ringraziavano il Signore per quanto ha operato nelle loro vite, e attraverso di loro, nelle vite delle persone con cui sono venute in contatto. Nel silenzio di una vita nascosta, proprio come Gesù a Nazareth, le Volontarie si donano gratuitamente a Dio nei fratelli, si fanno lievito e sale nelle realtà in cui sono presenti, cercando di portare amore, pace, gioia, fraternità, ottimismo. Nel silenzio della loro vocazione, portano la luce e l’amore di Cristo ad ogni creatura. Oggi le Volontarie, a cento anni della loro nascita, sentono forte l’impegno a rinnovarsi, a leggere con occhi nuovi e competenti le realtà del mondo e a spendersi per un impegno sempre più appassionato, gioioso e ricco di speranza.

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alla Chiesa e alla Famiglia Salesiana e per quanto lo Spirito Santo ha operato in questi cento anni, ha invitato le Volontarie a guardare il presente non solo come frutto di una memoria ancora viva, ma a saper scorgere in esso già semi di futuro. Ha poi presentato due immagini evangeliche significative richiamate recentemente dal magistero ecclesiale. La prima icona “Vino nuovo in otri nuovi” (Mc 2,22) è tratta dai recenti Orientamenti della Congregazione per gli Istituti Secolari e le Società di Vita Apostolica. La metafora evangelica prende spunto da una meditazione mattutina di Papa Francesco nella Cappella di Santa Marta. “A vini nuovi otri nuovi. La novità del Vangelo. Che cosa ci porta il Vangelo? Gioia e novità. Alla novità; a vini nuovi otri nuovi. E non aver paura di cambiare le cose secondo la legge del Vangelo...” L’immagine evangelica intende affermare che “le forme istituzionali e religiose hanno bisogno di guadagnare in elasticità. Senza elasticità nessuna forma istituzionale è in grado di rispondere agli appelli della storia. Gli Orientamenti invitano tutti i consacrati a risvegliare lo spirito del Vangelo secondo il proprio carisma verso quattro direzioni: giovani, formazione, fraternità, interculturalità. Per le VDB, in particolare, è importante la riscoperta della secolarità e del carisma salesiano, vissuti secondo la gioia del Vangelo, custodendo il nucleo originale e originario, ma nello stesso tempo, trovando nuove forme e dando forza a nuovi stili di vivere. La seconda icona “Vivere nel mondo, ma non essere del mondo” (Gv 17,14), tratta dal discorso di addio di Gesù e dal suo testamento spirituale, denota bene l’identità evangelica delle VDB e di tutti coloro che


FAMIGLIA SALESIANA

II Convention Famiglia Salesiana

Il Movimento Salesiani delle Famiglie a Siracusa Il resoc onto d i una bellissim a e spe rienza attraverso le parole di Roberta e Salva to r e P arrino, coor dinatori d ell’Equipe d el Movimento Salesiano Famiglie

Anche se sono passati più di due mesi dalla Convention, risuonano ancora nella

Siracusa - I giovani di Ragusa che hanno animato la giornata.

nostra mente e nel cuore i momenti e le emozioni intense vissute durante quella giornata alla quale hanno partecipato, provenienti da ogni parte della Sicilia, più di 800 persone. Ci sembra ancora di sentire risuonare le parole del canto che ci ha accompagnato, quasi come una colonna sonora: “in famiglia si sta l’uno per l’ altro, in famiglia si dà senza però “e nel frattempo scorrono davanti ai nostri occhi i visi e le parole di quanti abbiamo incontrato in quella splendida giornata. Gli ultimi tempi che hanno preceduto la Convention non sono certo stati per noi molto tranquilli: a volte la tensione, lo stress, la fatica di cercare di raggiungere quanto

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più persone possibile per coinvolgerle, i problemi con gli sponsor che ci hanno dato forfait, la paura di non riuscire a trasmettere cio che ci eravamo posti come obiettivi, hanno tenuto la nostra mente e la nostra casa in uno stato di fibrillazione continua..(e qui un grazie a nostra figlia Laura per la sua “santa sopportazione”!). Nonostante tutte le incombenze da assolvere, però, il nostro pensiero era spesso rivolto a Dio, perché ascoltasse il nostro anelito profondo che si nascondeva tra le mille cose da pensare:” Signore, che questo giorno lasci nel cuore delle famiglie che verranno un seme di speranza, di gioia, di entusiasmo per testimoniare la bellezza dell’Amore che si vive in tante famiglie nella semplicità”. E adesso che tutto è passato, ascoltando le risonanze di coloro che hanno partecipato all’incontro, siamo rimasti molto colpiti nel sentire che molti sono ritornati a casa contenti ed emozionati per la ricchezza dell’esperienza vissuta. In molti hanno apprezzato le testimonianze di vita di coppie comuni che, a differenza di altre, non sono sante per virtù eroiche riconosciute, ma si impegnano a diventarlo semplicemente amandosi quotidianamente, scegliendosi ogni giorno anche dopo 50 anni, perdonandosi anche quando si fanno errori pesanti, perché si lascia sempre la porta aperta alla speranza, ricordando il motivo per cui ci si era scelto promettendo il “SI“ per sempre. La nostra giornata è iniziata con la preghiera guidata da Don Angelo Grasso e da Suor Maria Ruta che ci accompagnano in questo cammino con le famiglie nel Movimento: tutti insieme, bambini, giovani, coppie, anziani, suore, sacerdoti. Tutti insieme, perché la Bellezza della Chiesa come l’ha voluta Gesù è così, varia, gioiosa, unita pur nella diversità di ministeri e vocazioni, colorata e luminosa come i tanti fazzolettoni gialli che si stagliavano sul grigio delle pareInsieme


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Tra queste testimonianze don Attard e suor Runita hanno elegantemente e sapientemente offerto le loro considerazioni come saggi nonni, il tutto allegramente condotto da Salvo LaRosa che, da ex allievo salesiano, non ha mancato di inframezzare aneddoti e battute che hanno creato un piacevole clima di famiglia. Tra un momento e l’altro anche il dolce canto di Martina (alunna del Cibali) ha deliziato la platea di attenti ascoltatori. Quindi. la celebrazione eucaristica con l’ Arcivescovo di Siracusa, animata, per l’ occasione, da un coro eccezionale diretto da Carmelo La Terra, della comunità di Ragusa, che ha animato la liturgia e tutta la giornata, mentre i bambini, cuore della nostra vita familiare, stavano al centro della scena , immobili, da far anche preoccupare, e stranamente attentissimi. Nel pomeriggio, dopo un pranzo in condivisione tra i gruppi provenienti dalle varie parti della Sicilia (Ragusa, Catania, Messina, Alcamo, Piazza Armerina…) ci ritroviamo nuovamente nella cripta per un momento di festa. Vincenzo Cascino ci intrattiene da bravissimo clown salesiano cooperatore e papà di un piccolo bimbo. La sua catechesi nello stile familiare, trasmette la bellezza dell’unione della coppia anche dopo un contrasto, della gioia di essere genitori, della fatica di costruire un AMORE VERO ma con la leggerezza e l’allegria che noi abbiamo nel sangue da figli di Don Bosco... “Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri“, Qualcuno si è stupito di come di possano veicolare messaggi così profondi attra-

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FAMIGLIA SALESIANA

ti della cripta. LA FAMIGLIA REGGE IL MONDO…recita il logo della nostra giornata, la famiglia, un punto di appoggio per sollevare il mondo!…. Dopo la preghiera abbiamo il piacere di accogliere Salvo La Rosa che condurrà un talk show al quale sono state invitate due coppie di sposi, una coppia di fidanzati, due giovani e il caro Don Attard del Consiglio Mondiale degli SDB e la cara Suor Runita del Consiglio Mondiale delle FMA. Anche se attorno agli ospiti ci sono più di 800 persone che ascoltano, la sensazione è quella di essere seduti attorno ad un tavolo in cui ci si racconta la vita di ogni giorno. Silvia e Vincenzo (fidanzati) testimoniano la loro scelta del matrimonio cristiano “per sempre” in un momento storico in cui più facilmente si sceglie la convivenza ad oltranza, dopo la loro ricerca di un percorso di formazione e crescita per il loro amore. Ci parlano delle paure per il futuro, dei commenti dei loro amici in riferimento alla loro scelta, non sempre benevoli. Essi ci trasmettono la freschezza del loro amore che stanno vivendo come sostegno vicendevole soprattutto per la condizione di essere lontani dalle famiglie di origine ,dal momento che vivono a Milano. Fiordineve e Giuseppe (coppia con 50 anni di matrimonio), con leggiadria di giovincelli, ci trasmettono la preziosità del loro amore maturo ma ancora capace di guardare oltre le rughe per scorgere la bellezza dell’altro e godere della sua presenza. Grazia e Salvo (coppia di sposi che è stata separata per due anni e poi ha ripreso il cammino insieme) lasciano nei nostri cuori una grande speranza: che nulla è perduto, che l’amore va costruito anche sulle rovine, che si può ritornare alla scelta originale dell’altro per ritrovare le motivazioni, e ci si può perdonare riprendendo in mano la propria famiglia con coraggio e determinazione, non dimenticando coloro che ci hanno aiutato a risalire la china Infine i due giovani dell’MGS hanno condiviso con tutti la consapevolezza della ricchezza che hanno ricevuto dalle loro famiglie d’origine.


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verso un mimo, un clown, una dinamica… ma noi sappiamo, da educatori, che si impara di più quando si è contenti di imparare. Così dopo Vincenzo, assistiamo ad un mimo preparato da un gruppo di giovani famiglie ragusane sul costruire la propria casa sulla roccia o sulla sabbia. Sulla ROCCIA o sulla sabbia #nonèlastessacosa: no Jesus, no party! Così, tra qualche risata, comprendiamo la bellezza del fondare la nostra famiglia sulla PAROLA e su GESÙ, che ci fanno incontrare amici e fratelli e gioire con loro . Poi il momento finale: la consegna del TESORO… In ogni famiglia ci sono tesori nascosti nel baule di casa… E lì nella cripta, i bambini con gli occhi stupiti, hanno tirato fuori dal baule i quattro pezzi più preziosi di questo forziere della Famiglia: la gioia, la fede, la speranza e la fedeltà. Quattro parole che potrebbero sembrare vuote, se non ci fossero state le testimonianze delle coppie della mattina che ce ne hanno comunicato il valore. Così, ogni coppia dona ad un’altra il suo tesoro: Fiordineve e Giuseppe la loro Fedeltà, rappresentata simbolicamente dalle fedi del loro matrimonio, ad una coppia di sposi più giovane . Vincenzo e Silvia passano simbolicamente una brocca di vino, la loro Gioia di fidanzati, ad un’altra coppia di giovani fidanzati . Salvo e Grazia, con un emblematico alberello di ulivo, passano la Speranza ad una coppia di sposi , mentre don Luvarà e suor Antonella, insieme ai giovani, con il libro della

PAROLA, passano la fede, con tutta la sua ricchezza, ai ragazzi più piccoli. Un passaggio di testimone, perché ognuno di noi può e deve essere testimone nella sua vita quotidiana, nelle piccole cose. Poi tutti insieme, accompagnati dai colori di tanti palloncini, che voleranno prima di entrare nel Santuario superiore, dipingendo il bellissimo cielo azzurro di tanti colori!), ci disponiamo davanti alla nostra mamma celeste, per affidare a Lei tutte le nostre famiglie e il mondo intero. A Lei, che è stata madre e comprende i desideri di ogni figlio, doniamo, alla fine di questa esperienza, i propositi di bene, gli aneliti del cuore, i bisogni più profondi nostri e di tutta l’umanità. Da Siracusa ripartiamo per casa pensando che tutto ciò che abbiamo vissuto sarà veramente fruttuoso se ognuno di noi diventa seme di bene laddove il Signore lo pone, perchè la famiglia può veramente reggere il mondo, ma solo se si mette nelle mani di Dio e si lascia guidare nella strada della vita… Così la famiglia, così come l’ha voluta Dio, può diventare profezia di futuro per il bene dei giovani, per le future generazioni, per l’umanità. Ci crediamo perché sappiamo che noi famiglie siamo il luogo che Dio ha scelto per porre la sua dimora, siamo l’immagine più nitida dell’amore di Dio, siamo il posto dove si impara ad amare, a perdonare e a vivere. Appuntamento per tutti alla prossima esperienza del campo per famiglie a Montagna Gebbia dal 17 al 20 Agosto!

Siracusa - Foto di gruppo.

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Dalla Consulta regionale di FS Verifica Attività 2016/2017 Pr ospettive di cammino per il 2017-2018

Domenica 11 Giugno 2017, presso la casa delle FMA di S. Cataldo, si è tenuto l’incontro della Consulta Regionale di Famiglia Salesiana per la verifica 2016/2017 e per le indicazioni programmatiche per il 2017/2018. Verifica degli obiettivi comuni della Fa miglia salesiana per il 2016-17: - Attivare un processo che crei mentalità e sviluppi una visione progettuale nell’accompagnamento e nella cura delle famiglie in ogni comunità locale e all’interno della Famiglia Salesiana (cfr. Papa Francesco, AL. n. 84). - Scoprire i tratti della santità salesiana presente in Sicilia e costruire un Itinerario di Spiritualità salesiana a servizio della FS e della Chiesa locale che valorizzi e comprenda il Tabor (Centro di spiritualità), Alì Terme (M. Morano), Modica (Nino Baglieri), Messina (Card. Guarino), Bova Marina-Pellaro (Mons. Cognata). - Consolidare la CEP/CE (anche con la presenza dei vari rami di FS) con azioni concrete: pensare, condividere, pregare, agire e verificare insieme come FS nel territorio. Alla verifica di medio termine, effettuata nella CRFS del 5 Febbraio 2017, (Cfr verbale), si aggiungono le seguenti osservazioni: Insieme

Per il primo obiettivo: - Non sono sufficientemente conosciute le indicazioni e le proposte operative regionali; - Non sono presenti referenti per la Famiglia nelle Consulte territoriali; - Si fatica ad organizzare un itinerario formativo sistematico per le famiglie; - Continuano e si rafforzano alcune esperienze formative per i Genitori degli allievi negli istituti scolastici (caffé educativo); - Sono presenti numerose pubblicazioni sul tema della famiglia, con stile salesiano, (testi di Nino Sammartano, del Tabor, ecc…), che possono essere maggiormente diffusi e utilizzati in ogni gruppo della FS di Sicilia; - Si sviluppano tante iniziative per le famiglie ma nessun processo di accompagnamento; - Si registra una diffusa ambiguità circa il target specifico di famiglia a cui si vuole fare riferimento (Gruppifamiglie, Famiglie dell’ASC, ecc…); - Risulta non utilizzata la risorsa delle famiglie già formate a livello regionale (Albo dei Formatori). Per il secondo obiettivo: - La raccolta dei materiali significativi legati ai tratti di santità salesiana in Sicilia, con particolare riferimento alle comunità di: Tabor (Centro di spiritualità), Alì Terme (M. Morano), Modica (Nino Baglieri), Messina (Card. Guarino), Bova Marina-Pellaro

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FAMIGLIA SALESIANA

Consulta regionale di famiglia salesiana


FAMIGLIA SALESIANA

(Mons. Cognata), non risulta ancora completata; - Solo i giovani SDB e le giovane FMA hanno visitato i luoghi della santità salesiana di Sicilia, che risultano ancora poco conosciuti e poco visitati; Per il terzo obiettivo: - Si registrano esperienze positive in termini di FS, nelle CEP/CE di Gela e Ragusa e difficoltà nelle realtà di Palermo e Catania; - Vengono segnalati in alcuni territori, casi di presenza di un solo gruppo di FS, e per queste situazioni specifiche si invitano i Responsabili Regionali a richiedere alla CRFS l’accorpamento ad una consulta FS territoriale vicina; - Si concorda di effettuare una plenaria regionale con Delegati/e, Direttori/Direttrici, Coordinatori consulte cittadine, per attivare un coinvolgimento e un coordinamento maggiore nei singoli territori; Prospettive di cammino e Obiettivi 2017/2018: - Curare maggiormente i ritiri e altre esperienze significative (eucaristia mensile, momenti di fraternità, opere di carità…) con tutti i rami della FS presenti nell’Opera, programmati all’inizio dell’anno. - Analizzare la presenza degli esponenti dei vari rami della FS nelle varie consulte e organismi diocesani e appurare se vi siano ulteriori possibilità di inserimento, al fine di dare un contributo carismatico a nome dell’intera FS. - Scoprire i tratti della santità salesiana presente in Sicilia e costruire un itinerario di spiritualità salesiana a servizio della FS e della Chiesa locale che valorizzi e comprenda (ME – Card. Guarino; Alì Terme – Madre Morano; Modica – Nino Baglieri; TP – Mons. Cognata) che comprende anche Casa Tabor. - Verificare il progetto “Don Bosco Island” e intensificare la collaborazione per una più efficiente e coordinata accoglienza dei migrantes, ampliando l’orizzonte dei servizi (tutorato, affidamento…).

P i e r o Q u i nc i Segretario CRFS

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CAMPO FAMIGLIE Montagna Gebbia: 17-20 agosto 2017

“Famiglia: Inno alla carità” Anche quest’anno, la Famiglia Salesiana, attraverso il Movimento Salesiano delle Famiglie, offre l’opportunità di vivere una arricchente esperienza di crescita umana e spirituale per sé e per la propria famiglia, immersi nella quiete delle colline di Montagna Gebbia (Piazza Armerina).

F i n al i t à d el c am p o: Si vuole approfondire la naturale e profetica missione della famiglia di essere non solo palestra di misericordia, ma luogo dove la Carità, cioé l’AMORE, si esprime in tutti i suoi aspetti, anche in quelli che sono meno noti o che si pensano non debbano appartenere agli atteggiamenti ed ai comportamenti propri di chi ama ed è amato. Seguendo la traccia di San Paolo sull’Inno alla Carità, ci sorprenderemo a scoprire modi inattesi e piacevoli di vivere la propria relazione tra sposi e con i figli, accompagnati anche quest’anno dalla competenza e dalla simpatia della dott.ssa Maria Grazia Vinci, psicologa e psicoterapeuta cui si affiancherà nell’ultima giornata quella del nostro ispettore, don Pippo Ruta. ____________________

Durata del campo: Dal pomeriggio del 17 agosto (giovedì) al pranzo della domenica 20 Agosto.

Dest inatar i: Coppie di tutte età, famiglie mono o biparentali. Come al solito, il campo prevede anche un percorso parallelo per i figli che sono al seguito delle famiglie e che verranno seguiti da giovani animatori.

Per pren ot azio ni e i nf ormazi on i: - Lina Di Paola - 3476155775 rudisp@alice.it - Salvatore e Roberta Parrino 336 586338 / 339 8315819 salvatore.parrino@alice.it Insieme


Solo chi sogna può volare

Veramente abbiamo fatto tanta strada in quest’anno in cui siamo partiti da una domanda: ”Maestro dove abiti”? e da un atto di fede e di amore: “Con Te o senza te non è la stessa cosa”. E come orizzonte il tema della Strenna: Siamo famiglia, scuola di vita e di amore. Un cammino formativo condiviso da tutta la comunità educativo-pastore formativo scandito in 7 tappe: 1. Amoris Laetitia - 29 ottobre (Siviglia Ina). 2. Primo ritiro: Dove sei Signore? 27 novembre. 3. Abitare con Cristo - 17 dicembre (G Savagnone). 4. Con Te o senza Te non è la stessa cosa - 11 febbraio (Robert Cheaib). 5. Secondo Ritiro: Ritornate a me - 5 marzo. 6. Educare è uscire verso… - 8 aprile (Nino e Pia Sammartano). 7. Terzo ritiro: Andiamo insieme - 11 giugno.

Eventi tipici della tradizione (strenna, convention, convegno Ex Allievi con don Chavez ecc.) tutti ruotanti sul tema della famiglia. Un evento che ha avuto un grande successo è stato la Festa della Famiglia del 28 maggio organizzata in modo creativo e partecipata con entusiasmo sia nella marcia fatta a piedi e in bicicletta, sia nella S. Messa nella Chiesa stracolma di fronte al mare, sia nel momento conviviale e i giochi nel lido aperto proprio per noi. La locandina esprime bene la gioia e la centralità della realtà della famiglia in tutto il nostro anno pastorale. Insieme

“L e C am p a ne d i N o tr e Dam e ” i n st i l e s a l e si a n o i nc a nt a no i l pu bbl i co Autore: redazione. Pubblicato da 24live.it il 14 giugno 2017. Inserito in Attualità, Musica e Spettacoli. Un vero successo è stato lo spettacolo inscenato dalla Don Bosco Dance lo scorso 10 giugno presso l’Oratorio San Michele Arcangelo di Barcellona Pozzo di Gotto, quando è andato in scena “Le Campane di Notre Dame”, con la regia di Antonella Scolaro e Virginia Scoglio e con musiche dal vivo. Si è trattato di uno spettacolo giovane e intenso, ideato e realizzato dai giovani dell’Oratorio che hanno dato sfoggio delle loro doti migliori. 160 bambini si sono esibiti nel saggio di fine anno che è stato un vero tripudio di ballo e musica con le voci che hanno eseguito i brani di: Giusita Di Pietro, Giovanni Perdichizzi, Andrea Plutino, Maria Elena Torre, Salvo Renna. I brani eseguiti dai musicisti: Filippo Alibrando alla batteria, Tonino Giorgianni alla chitarra acustica e classica, Manuela Gitto alle tastiere, Francesco Greco al basso, Stefano Milioti alle chitarre elettriche ed acustiche. A rendere unica la parte recitata sono stati, invece, gli attori: Biagio Dauccio che ha interpretato Quasimodo; Sarah Ciminelli, Esmeralda; Sebastiano Conti, Frollo; Checco Crupi, Clopen; Santino Di Pasquale, Hugo; Anthony Foti, Laverne; Alessandro Lo Presti, Victor; Alessandro Presti, Arcidiacono; Chiara Conti, Dajali; Nicolò

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DALLE CASE SALESIANE

Barcellona PG


DALLE CASE SALESIANE

Chillemi, Mugnaio; Riccardo Di Pasquale, guardia; Valentina Maio, Mamma di Quasimodo; Marika Chillemi, Mirea Papale, Beatrice Rossello, le Zingare; Ausilia De Pasquale, Carolina Fazio, Mariella Puliafito, le Popolane. Dietro le quinte, certosino è stato anche il lavoro delle suggeritrici, Virginia Scoglio ed Emanuela Reitano, e delle costumiste: Tania Chillemi, Carmelina Nania, Rita Coppolino, Carmela Barca, Maria Genovese, Maria Aricò, Francesca Paratore, Daniela

Isgrò, Cettina Archimede, Melina Trifiletti, Maria Carmela Lo Schiavo, Mary Di Marco. Il tutto è stato condito dalle scenografie di Paolo Trifilò, Sebastiano Conti, Alessandro Presti, Sara Buemi e Daniela Genovese. Tra i ringraziamenti sono stati, inoltre, annoverati le aiutanti di sala: Beatrice Rossello, Antonella Di Salvo, Myriam Milone, Valentina Maio e Marzia Longo, senza dimenticare il service di Alberto La Rosa e della NoProblem s.a.s, il Comune di Barcellona P.G. e l’Oratorio Salesiano.

Catania-Barriera

Grest famiglie

L’Oratorio di don Bosco da sempre ha dato ampio spazio alla presenza degli animatori adulti e, in particolare di mamme e papà degli oratoriani e degli allievi, presenti accanto a don Bosco e agli educatori, come già mamma Margherita, la Mamma di don

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Bosco, e le mamme di altri giovani e salesiani dell’Oratorio di Valdocco. Anche il nostro Oratorio “Sacro Cuore” di CataniaBarriera pone la famiglia e i giovani come protagonisti per una educazione integrale dei ragazzi. Pure il Grest dà molto spazio alle famiglie e, in particolare, ai genitori, fondamentali nella famiglia, composta da un papà, una mamma e, se il Signore li manda, da uno o più figli. Il tema di quest’anno, progettato da alcuni animatori del nostro Oratorio, “Solo chi sogna può volare”, sottolinea, già nella prima tappa dei tempi di formazione dei ragazzi delle varie squadre, divisi per fasce di età, l’importanza della famiglia, come luogo di comunione, di crescita e di vita. Insieme


DALLE CASE SALESIANE

Nell’ambito del grest, otre che al MiniGrest, al Grest-Ragazzi e al Grest-Animatori trova spazio, anche quest’anno, con una fisionomia propria, il GREST FAMIGLIE o GENITORI, con un calendario denso. Esso è stato programmato insieme con i vari animatori adulti responsabili dei vari ambiti: laboratori artistico, teatrale, attività sportive, incontri su temi educativi (educazione alimentare con dietista, e tema della crescita con psicoterapeuta); possibilità di partecipare alla S. Messa il sabato e alle preghiere

ogni sera con i figli, alle gite e alle manifestazioni ufficiali del Grest (sfilata, inaugurazione delle mini-olimpiadi, spettacoli teatrali, canta-grest, lunapark … con arrusti e mangia); il Canta-grest anche per genitori e adulti, il gemellaggio col Grest della Parrocchia S. Nicolò di Misterbianco; incontro su un Insieme

tema caro a Papa Francesco e a don Bosco: “la Famiglia nella vita di ogni giorno” con don Angelo Grasso; il Pilates o ginnastica dolce, la giornata della solidarietà e della vita, in collaborazione con la Caritas parrocchiale, e il CAV Domenico Savio e un paio di incontri all’inizio e alla fine del grest per presentare attività, gruppi e associazioni e offrire ai ragazzi e genitori la possibilità di iscriversi alle attività e proposte dell’Oratorio per l’anno prossimo. Contiamo, sulla base di questa esperienza, di incrementare la presenza dei genitori e delle famiglie all’interno dell’Oratorio e della Parrocchia “Sacro Cuore” di CataniaBarriera, convinti che il binomio giovani e famiglia è fondamentale per la maturazione dei figli e perchè ,come già avvenne per il primo Oratorio di don Bosco a Valdocco, possa anche il nostro Oratorio assumere “una fisionomia e una sensibilità familiari più concrete e palpabili…”: Il compito dei genitori all’interno della realtà oratoriana, discreto ma significativo, è ”un compito umile, ma senza dubbio inestimabile nel corso del processo educativo”. (http://www.infoans.org/sezioni/l-approfondimento/item/3595-argentina-generare-processi-piu-che-dominare-spazi-mamma-margherita-e-le-mamme-dell-oratorio

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Premio Internazionale “CHIMERA D’ARGENTO” al CAV Domenico Savio di Catania- Barriera Un simpatico riconoscimento per il Centro aiuto alla vita di Catania Barriera, il CAV Domenico Savio, invitato alla cerimonia di consegna del “Premio internazionale” Chimera d’argento, promosso dall’Accademia d’Arte Etrusca con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Comunale di Catania, e che si è svolta sabato 8 luglio presso l’Aula consiliare del Palazzo degli Elefanti.

Catania - Sala Consiliare del Comune.

Madrina dell’importante evento culturale cittadino è stata la presidente del Consiglio Comunale, dott.ssa Francesca Raciti, che, insieme con la presidente dell’Accademia, la pittrice Carmen Arena e il prof. Agostino Palmeri, preside del corso di laurea in

Da sinistra: Rosa Maria Acunto, A. Blandini, G. Urso.

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medicina e chirurgia, ha condotto la serata durante la quale sono state premiate 20 personalità che si sono particolarmente distinte in diversi ambiti professionali e istituzionali: tra i premiati con la Chimera, animale mitologico simbolo di forza, figurano personalità che si sono distinte nel campo della medicina, della cultura, dello sport e del sociale. La serata è stata allietata da momenti culturali e musicali. Tra i premiati insieme al CAV Domenico Savio, anche mons. Gaetano Zito, vicario episcopale per la cultura e sr. Maria Trigila, giornalista e direttrice dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Catania. Il giornalista Antonino Blandini, già docente di Diritto ed Economia presso il nostro istituto Tecnico Industriale “Sacro Cuore”, ha consegnato la “Chimera d’Argento”, il “leone caprino” simbolo dell’Accademia Etrusca, e la pergamena, che riporta le motivazioni dell’assegnazione del medesimo, al presidente del CAV Domenico Savio, avv. Rosa Maia Acunto e all’assistente spirituale, don Gaetano Urso, che hanno sottolineato il servizio di promozione della vita e dei valori della famiglia, che offre il Centro di aiuto alla vita, anche con la realizzazione di varie iniziative, svolte in questi sei anni di vita del Centro all’interno del territorio della Città di Catania.

d o n G a e ta no U rso Avv. Rosa Maria Acunto presidente

Consegna del Premio CHIMERA D’ARGENTO al CAV “D. Savio” .

Insieme


Il “Tempo Fermato”

Video sulla vita in carcere curato dal CePAS Savio Il carcere è diventato un grande contenitore di “povertà” poiché mette insieme molteplici realtà rispetto alle quali la società non sta riuscendo a trovare un sistema punitivo diverso. La reclusione dovrebbe servire a stimolare la persona a reinserirsi nella società, secondo una nuova prospettiva. “Tempo Fermato” è il video sul Carcere

di Messina realizzato dal giornalista Rino Labate e curato dal CePAS (Centro di prima accoglienza Savio), che è stato presentato mercoledì 15 marzo all’istituto Savio. “In carcere si sorride poco! – ha detto Labate. Non è facile raccontare la realtà dei detenuti costretti a condividere con tante persone quegli ambienti ristretti e a relazionarsi con gli agenti di polizia”. Il filmato rientra nel progetto “Il carcere: contenitore di disagio o percorso riabilitativo?”, patrocinato dall’assessorato regionale alla Cultura,

che prevede un laboratorio teatrale con i detenuti come percorso riabilitativo. All’incontro, introdotto da don Gianni Russo, direttore del Savio, e da don Umberto Romeo, direttore del CePAS, sono intervenuti il direttore della Casa circondariale di Messina, Calogero Tessitore e Nicola Mazzamuto, presidente del Tribunale di sorveglianza. “Coinvolgere i detenuti in un progetto artistico – ha sottolineato quest’ultimo – è segno dell’opera educativa che un’istituzione come quella carceraria deve rispettare per adempiere a un mandato costituzionale”. Nessuno dunque, può essere abbandonato al proprio reato: una sorta di riscatto inclusivo per queste persone che“possono tornare a nascere solo in inediti spazi di vita relazionali – ha detto Tessitore – rielaborando le proprie vicissitudini e aprendosi a una vita nuova. Quest’attività si aggiunge a tutto ciò che già facciamo per i detenuti”. Il progetto, già avviato al Carcere Pagliarelli di Palermo “insiste sulle relazioni e sulla dimensione sociale del carcere come realtà viva che dialoga con la città, e non una periferia esistenziale”, ha concluso don Romeo. L’incontro è stato moderato dalla professoressa Enza Sofo, vice presidente del CePAS.

R ac he le G er ace

Laboratorio teatrale in carcere De t e n ut i “ a t t o r i ” p e r ci nq u e m e s i Si è conclusa, dopo cinque mesi di intensa attività, la prima parte del laboratorio teatrale riservato ai detenuti di Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Messina. Il laboratorio al quale hanno partecipato una decina di detenuti è stato tenuto dalla Insieme

Compagnia del “Piccolo Teatro Blu” degli attori Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano e Giuseppe Capodicasa, e promosso dal Centro Prima Accoglienza Savio. È il secondo anno che il CePAS porta il Teatro in carcere, grazie a questa Compagnia. Da parte degli ospiti dell’Istituto di Pena c’è stata, anche questa volta, un’adesione

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Messina-Savio


DALLE CASE SALESIANE

compatta e convinta. La recitazione è stata, per gli aspiranti attori, un momento formativo, educativo, culturale e di crescita in senso lato. Il far parte (anche se tra le sbarre) di una mini compagnia teatrale ha significato per i partecipanti al corso impegno, disciplina, cura di sé, aspetti relazionali e riscatto personale. Gli aspiranti attori hanno così provato sentimenti ed emozioni che all’interno di un carcere ognuno sente moltiplicati al cubo. Peppe, Antonio Luciano, Vito, Teodoro e tutti gli altri hanno potuto dimenticare in quelle ore d’incontro fatte di passione, entusiasmo e coinvolgimento, i loro pur grandi problemi e hanno potuto superare, grazie alla recitazione, anche le “crisi” della loro vita di reclusi volando così con pensieri e spirito oltre le sbarre. Parallelamente a questo laboratorio si è concluso anche un altro “Progetto sulla Genitorialità” promosso dal Centro prima accoglienza Savio.

Questa iniziativa è stata seguita dalla professoressa Lalla Lombardi, vicepresidente CePAS e dalla pedagogista Rosa Maria Guarino. L’obiettivo di questo progetto sulla Genitorialità è stato quello di cercare di rinsaldare i legami familiari puntando sull’importanza della funzione paterna messa in discussione dalla “assenza” dovuta alla reclusione. Si è lavorato per alcuni mesi attraverso gruppi di parola e autoaiuto, test psicologici, tecniche di rilassamento e respirazione per allentare le normali tensioni e giochi di ruolo (role play). Ogni partecipante ha potuto trovare un sostegno, un parametro di confronto e di aiuto nell’altro. Momenti, quindi, di grande condivisone che hanno generato emozioni e fatto scoprire incertezze e difficoltà nel rapporto con gli altri e soprattutto con i familiari. In “Gazzetta del Sud”, 28 giugno 2017, p. 23.

Progetto“Mission X” Attività fisica e alimentazione La fantasia degli … astronauti p er i m p a ra re Sport e alimentazione: un binomio sempre più inscindibile ai giorni nostri. Un binomio che va affrontato anche con tanta fantasia per stimolare gli studenti più piccoli e consentire loro di apprendere nozioni che poi saranno di fondamentale importanza per la vita. È il caso del proget-

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to Mission X in corso all’Istituto Domenico Savio di Messina. “Mission X è un progetto didattico internazionale sul tema dell’attività fisica e della corretta alimentazione che incoraggia i ragazzi ad allenarsi come un vero astronauta. Mission X riguarda il benessere fisico e l’alimentazione: sappiamo, infatti, che un corpo sano è indispensabile per essere un esploratore in forma! L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato nell’obesità infantile una delle questioni più gravi per la salute pubblica nel XXI secolo: una sana alimentazione e un’attività fisica regolare sono le risposte migliori a questo problema largamente prevenibile. Gli astronauti conoscono l’importanza dell’addestramento fisico per il successo di una missione spaziale, e quindi, l’importanInsieme


ne: Controllo! Salto sulla luna; Esplora e scopri; Astrocorso di agilità; velocità della luce; l’allenamento di un astronauta in erba; Creazione di un equipaggio; scaliamo una montagna su Marte; Pianeta che vai gravità che trovi; Salta sulla bicicletta spaziale; Roll’ n Roll spaziale. I moduli didattici di scienze includono: Ossa vive, ossa forti; Pochi grassi; Stazione di idratazione; Energia di un astronauta e gravità ridotta. Per il secondo anno consecutivo la nostra Scuola partecipa a questo progetto con gli alunni della 3a, 4a, 5a Elementare coordinati dal maestro Fabio Cicciò (Educazione Motoria) e dalla maestra Marcella Francilia (Inglese). In :“Gazzetta del Sud - Noi Magazine”, 9 marzo 2017, pag. IV.

Tutta la vita per i giovani Gr a nd e fe s t a p e r i l 60 ° d i s a c e r d o z i o d i d on P i etr o Gar ofal o “Grazie per il vostro amore e la vostra benevolenza. Tu, Maria, hai fatto tutto! Tutta la mia vita per Dio e per i giovani, come Don Bosco”. Queste le parole di don Pietro Garofalo a conclusione della sua festa per i 60 anni di Sacerdozio. Un grande Magnificat, espresso particolarmente in due momenti: il primo il 29 giugno, giorno in cui ricorreva l’evento, con la presenza del Sig. Ispettore, don Pippo Ruta, che ha ricordato anche la sua esperienza personale con don Pietro a Modica nella scuola media. Don Pietro nutre un grande affetto per don Pippo e quel giorno lo si vedeva negli occhi, pieni di luce e di commozione. Il secondo evento è stato Domenica 2 luInsieme

glio, con una S. Messa con tutta la Comunità Educativa Pastorale del Savio. Don Pietro ha potuto celebrare la S. Messa, con l’assistenza del direttore don Gianni Russo, ha parlato ai fedeli e li ha ringraziati. Ha ricordato le belle esperienze vissute durante tutta la sua vita spesa per i giovani, in particolare ha sottolineato il suo impegno nelle comunità salesiane di Caltanissetta e di Modica, che hanno visto gli anni più forti e intensi della sua vita. Una celebrazione “vocazionale”, che cadeva proprio nella prima domenica del mese, quando la Comunità educativa del Savio ricorda e prega per le vocazioni, e la cui raccolta delle offerte va per le vocazioni salesiane. Tutti si sono stretti attorno a don Pietro subito dopo la Messa, per formulare gli auguri e ricevere l’immaginetta ricordo. Anche i parenti, hanno sottolineato la presenza bella e costruttiva di don Pietro in famiglia. Alla fine della celebrazione la festa si è spostata su un’altra mensa, con un’agape fraterna con confratelli, parenti e amici: don

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za di una vita sana. Squadre di alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado avranno modo di comprendere l’importanza di una sana alimentazione e di una attività fisica regolare, parteciperanno a una sfida internazionale in cui dovranno completare esercizi fisici e attività in classe, scoprendo cosa accade nello spazio e come loro stessi potranno un giorno diventare protagonisti dell’avventura spaziale internazionale. I ragazzi lavoreranno in squadra per completare le missioni a loro assegnate, basate su esercizi mirati a sviluppare la muscolatura, la resistenza, la coordinazione, l’equilibrio e molto altro ancora. Le attività di “Mission X; allenati come un astronauta” includono: Ritorno alla stazione base, addestramento fisico dell’equipaggio, una camminata nello spazio, missio-


DALLE CASE SALESIANE

Pietro ha soffiato sulle candeline della torta ed ha aperto con sorpresa i doni che ha ricevuto. Tante foto, tanti sor-

risi, tanta salesianità: “Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme! … Là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre!” (Sal 133). La fraternità è un dono stupendo e si manifesta maggiormente nella comunità quando la maturità ci rende fisicamente più fragili, ma più eucaristici nelle relazioni fraterne.

d. G. R .

Messina-San Tommaso - Scuola di Bioetica

“Roboetica”: Quale ‘dialogo’ tra l’uomo e le macchine intelligenti?

In che modo i robot da eroi fantastici sono diventati “compagni” delle nostre attività”? Quali sono le possibili applicazioni della robotica e quali le conseguenze di un’etica dell‘interazione umana con i sistemi robotici? Esistono meccanismi autonomi o a controllo remoto in grado di effettuare pratiche di riabilitazione fisica o assistenza, o fungere da ausilio nelle attività quotidiane per persone con disabilità cognitive, motorie. L’annuale simposio organizzato dal Direttore della Scuola superiore di Specializzazione in Bioetica e sessuologia, don Gianni Russo lo scorso 27 maggio, è stato dedicato al tema “Roboetica: quale dialogo tra l'uomo e le macchine intelligenti?”. La giornata, in collaborazione con l’Associazione per l’ingegneria genetica “Maria Giovanna Stella Modaffari", è stata introdotta dalla presidente Marianna Gensabella, ordinaria di Bioetica del nostro Ateneo e coordinata dalla prof. Giusy Furnari Luvarà, docente di Storia della filosofia. Al centro del dibattito, l’approccio della robotica alle emozioni e l’uso degli umanoidi come attori sociali: ne hanno parlato i docenti Luisa Damiano, dell’Università degli studi di Messina e Hagen Lehmann, ricercatore dell’Istituto italiano di Tecnologia di Genova.

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L'esperienza con questi robot non è circoscritta ai processi cognitivi, poiché mette in atto una forma di pensiero narrativo che lo assimila a un organismo vivente dotato di una “storia”, di una “personalità”, di “emozioni” e di “stati mentali”, spiegano i relatori. Paro, il cucciolo di foca-robot ideato in Giappone, è una delle creazioni più recenti, costruite in modo da percepire l’ambiente esterno e di reagire creando una “connessione intelligente” tra ciò che percepisce e la conseguente azione. «E opportuno sottolineare che queste intelligenze artificiali hanno un comportamento sempre determinato dall‘essere umano; i robot non hanno emozioni. Questi umanoidi sono l’esempio di un artificiale che potrebbe non sostituire, ma affiancare e sostenere l‘uomo». Nelle applicazioni della robotica, però, ci sono alcuni problemi etici da considerare. «Il dilemma etico non riguarda solo il buono o cattivo utilizzo dei robot, bensì la questione del nostro rapporto con queste strutture che non hanno un'anima», sostiene don Russo. Una sfida dunque che, come ha sottolineato la Gensabella, i Comitati nazionali di bioetica e della tutela delle biotecnologie e della biosicurezza devono accogliere e saper vincere. In “Gazzetta del Sud” 30 maggio 2017, pag. 22. Insieme


Palermo

Piero Gras so ospit e d’eccez ione nella nazionale magistrati, visto che carriera?" Scherza con gli studenti Piero Grasso sul palco del teatro Ranchibile. "Grazie Don Bosco", dice il presidente del Senato. "NelIl Don Bosco Ranchibile festeggia i suoi la magistratura ho rivestito più ruoli, ho fatottant'anni. Con un ospite d'eccezione, il to il pubblico ministero ma anche il presidente del Senato Piero Grasso. giudice. Sentire che tu giudichi i tuoi La casa salesiana ha accolto il suo il- Il presidente simili ti fa sentire una grande responlustre ex allievo in un clima di festa. del Senato è un exallievo sabilità. E quando sono tornato a faGrasso ha dato il cinque a molti sture il pubblico ministero il mio apd el l ' I s t i t u t o denti e poi è entrato nel teatro Ran- Don Bosco proccio era cambiato. chibile, dove parlerà ai ragazzi delOggi qualcuno parla di separal'Istituto. zione delle carriere appellandosi a Falcone, ma non è vero che lui voleva questo. La politica? Ci arrivo dopo 43 anni di magistratura, quando Bersani mi chiamò e appena eletto mi ritrovai presidente del Senato. Ma l'obiettivo della legalità e della ricerca della verità è rimasto in me", dice il presidente del Senato intervistato dagli studenti. Grasso ripercorre con i ragazzi i ricordi degli anni del maxiprocesso. "Da quel momento cominciai ad avere una vita privata dalla libertà". E qui Grasso con la voce rotta dall'emozione ricorda la difficoltà del figlio allora adolescente ad accettare la vita blindata del padre: "Quella distanza tra noi finì con la morte di Giovanni Falcone", dice con voce rotta dall'emozione il presidente.

Il p resi d en te d el S en ato a l D on Bo sco p er festeggiare gli 80 anni dell'istituto dei Salesiani

"Qui mi son formato nella fede, nel latino e nel calcio. E avendo queste basi finii

Insieme

Da: Livesicilia, Mercoledì 24 Maggio 2017 13:19 - Salvo Toscano.

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DALLE CASE SALESIANE

Il “Don Bosco” compie 80 anni


DALLE CASE SALESIANE

Pedara

Don G. Dolcimascolo 70 anni di sacerdozio e cittadino pedarese A do n Gi us eppe Do l ci ma sco l o ne l gi o rno d e l suo 7 0 ° A n n i v e r s a r i o d i S a ce r d o z i o

Molti i cittadini, le autorità civili e militari che si sono stretti attorno a questo figlio di Don Bosco che non si è mai risparmiato per i giovani, per gli Exallievi, per le famiglie e per il paese intero che lo conosce ormai con il nomignolo di don Dolci. Per festeggiarlo adeguatamente, due

altre, di molti festosi grestini ed animatori (il futuro dell’Oratorio e di Pedara) e la poesia finale dei suoi affezionati Exallievi:

Da Castronovo partisti, con tanta gioia arrivasti, e il tuo Cuore offristi per il bel Santo di Asti. Serena t’accolse Pedara, la più bella dell’Ara, coi suoi figli generosi e dai modi calorosi. Quanto bene, Don Dolci! Quanti giovani, Don Dolci! Quanta fatica, Don Dolci! Quanta gioia, Don Dolci! Grazie, caro Maestro da sempre pieno di estro. Di Messa settant’anni. Di spirito vent’anni!!!

Pedara - Una targa a d. Giuseppe per i 70 anni di sacerdozio.

concelebrazioni: una il 15 giugno 2017 nel Santuario dell’Annunziata, tanto caro ai pedaresi, (anche nel ricordo dell’anima eccelsa di Enna Zappalà), con il Rettore e Parroco della Chiesa Madre, Padre Sebastiano Cristaldi e il salesiano Don Di Leo, già parroco della Chiesa di S. Antonio Abate, e quella ufficiale celebrata due giorni dopo nell’Istituto salesiano S. Giuseppe con la presenza dell’Ispettore Don Giuseppe Ruta, del Direttore dell’Istituto don Calogero Augusta, del Direttore dell’Oratorio don Carmelo Coco, don Angelo Dominici e di tanti confratelli anche delle case salesiane dove precedentemente don Dolci ha prestato il suo apostolato. Non poteva mancare, altresì, il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Sindaco ed exallievo Antonio Fallica a nome del civico consesso e la presenza, tra le

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Ped ar a: Fe st e ggi a ti i 70 a n ni d i sa c e r d o z i o p e r d on D o l ci masc olo redazione del 29/06/2017 Sabato 17 giugno, a Pedara (CT), per l’ufficializzazione della cittadinanza onoraria che è stata conferita con una cerimonia a don Giuseppe Dolcimascolo, per tutti don Dolci, in occasione del 70mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Comunità salesiana di Pedara è stata in festa sabato 17 giugno per l’ufficializzazione della cittadinanza onoraria che è stata conferita con una cerimonia a don Giuseppe Dolcimascolo, per tutti don Dolci, in occasione del 70° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. L’appuntamento è stato per le 18,30 presso l’oratorio San Giuseppe: si è cominciato con la Santa Messa, alla presenza delle autorità cittadine e dell’ispettore dei Salesiani di Sicilia don Giuseppe Ruta. Insieme


Pedara - Istituto “S. Giuseppe” Tutti in chiesa per la Santa Messa.

Insieme

corso ginnasiale ed è qui che nasce la sua vocazione, maturando l’intenzione di seguire Don Bosco. Nel 1944 diventa salesiano emettendo i voti perpetui proprio a Pedara; il 9 marzo 1947 riceve il diaconato e il 15 giugno successivo è ordinato sacerdote. Vive i primi anni del suo ministero nella comunità di Catania “Cifali” dove comincia la sua piena attività educativa tra i giovani. Pedara lo rivede tra il 1954 e il 1957 e lo riabbraccia dal 1988 in poi dopo essere transitato per gli istituti di Taormina, Agrigento, Randazzo, Caltanissetta, Barcellona e Modica come Direttore dell’Oratorio, Consigliere scolastico, Direttore della comunità e specialmente Economo, avendo avuto come guida il grande ed indimenticato don Piazza e poi don Vassallo, don Forno, don Crucillà, don Ragonesi. Era a Pedara quel pomeriggio del 6 agosto 1943 quando gli alleati, dopo aver bombardato il versante meridionale dell’Etna, entrarono a Pedara mettendo in fuga i tedeschi; c’era pure nel 1988, nella felicissima ricorrenza del primo centenario della morte di Don Bosco, quando la comunità e gli Exallievi salesiani vollero realizzare un monumento bronzeo al Santo dei giovani da collocare nel parco cittadino. In quasi 35 anni trascorsi a Pedara, don Dolcimascolo ha rivolto sempre le sue attenzioni e cure particolari alla comunità assistendo le attività degli Exallievi, dei Cooperatori e del laboratorio “Mamma Margherita”, impegnandosi sempre per la realizzazione del Premio “Don Bosco” rivolto alle scuole, assicurando il servizio religioso alle parrocchie, alle Figlie di Maria Ausiliatrice e soprattutto al Centro Cuore “Morgagni”.

Pedara - Sala Consiliare del Comune Don Dolce cittadino pedarese.

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L’evento fa seguito alla seduta di consiglio comunale di mercoledì scorso quando, su iniziativa dell’amministrazione comunale, è stata votata dai consiglieri presenti, all’unanimità, la delibera di conferimento dell’onorificenza al salesiano che di Pedara ha fatto la sua seconda Patria. “Don Dolci ci ha visti crescere, si è speso per la comunità pedarese con passione ed ha sempre avuto una buona parola per ognuno di noi, portando avanti una grande opera di coesione”. Così il sindaco Antonio Fallica in occasione dei settant’anni di sacerdozio di don Giuseppe Dolcimascolo, per tutti don Dolci, che lo scorso 17 giugno è stato protagonista di una grande festa alla presenza dell’ispettore dei Salesiani di Sicilia don Giuseppe Ruta, di don Lillo Augusta direttore dell’Istituto San Giuseppe, del presidente del Consiglio comunale Mario Laudani, dei consiglieri Alfio Cristaudo, Salvo Bonaccorso e Mimmo Pappalardo e dello storico Salvo De Luca. “Per questo – ha continuato il primo cittadino a margine della Santa Messa celebrata nella chiesa dell’oratorio San Giuseppe gremita di giovani – abbiamo voluto che don Dolci fosse nostro concittadino onorario consegnandogli una pergamena che sugella questo evento e che vuole soprattutto essere un “grazie” per tutto quello che ha fatto e che fa per noi.” Nato a Castronuovo di Sicilia, a Palermo, il 4 agosto del 1921, ha fatto infatti di Pedara la sua seconda patria, vivendo qui per quasi 35 anni. Il suo legame con questa città è nei primi anni Trenta quando è accompagnato dal papà proprio all’istituto “San Giuseppe” di Pedara (la decima opera salesiana sorta in Sicilia) per frequentare il


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Ragusa

30 anni del Basket “Domenico Savio” La passion e con la palla a spicchi vissuta con lo spirito di don Bosco

Trent’anni! Tanto è passato da quando, nel lontano 1987, è stato costituito il Centro Olimpia Domenico Savio, l’associazione sportiva dilettantistica nella quale, in questi lunghi anni, sono cresciuti centinaia di ragazzi con la passione per la palla a spicchi. In questi anni la Savio si è sempre caratterizzata per uno stile unico, figlio delle origini salesiane, che ha identificato nel basket un mezzo per puntare alla crescita dei ragazzi a 360°, coniugando l’aspetto tecnico e sportivo a quello umano ed educativo. Poca pressione sui risultati (soprattutto a livello giovanile!), perseguendo sempre la vittoria, ma non “a tutti i costi”, se ciò significa sacrificare il coinvolgimento di tutti i componenti della squadra o l’utilizzo di scorciatoie (morali e tattiche), che poco collimano con la crescita dei ragazzi. Altra peculiarità è senz'altro rappresentata dal modello organizzativo della Savio, da sempre gestita in maniera volontaria e gratuita da chi, nel corso di questi anni, si è succeduto alla guida della società, spinto solo dall'entusiasmo e la passione. Ciò ha creato un circolo virtuoso che ha fatto si che chi per primo, negli anni ‘90, si è rimboccato le maniche per gestire la società e allenare i ragazzi, oggi affidi i propri figli alle cure di quegli stessi ragazzi da loro alle-

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nati anni or sono. L'elemento di continuità di questi anni è senz'altro rappresentato dalla prima squadra che, a fronte delle tante società che in questi anni sono purtroppo scomparse, rappresenta da tempo un punto fermo ad ogni avvio di stagione. I limiti alla crescita sono stati, negli ultimi anni, più economici e che tecnici, considerato che negli ultimi 6/7 anni questa squadra ha sempre raggiunto i playoff del campionato a cui ha partecipato (Prima Divisione, Promozione, Serie D), rinunciando più volte alle promozioni ottenute sul campo per vincoli finanziari. Ma il vero "core business" della Savio, il focus di tutte le attenzioni e dell'impegno, è rappresentato dal Settore Giovanile. In tal senso, il primo e più importante obiettivo è stato quello di beneficiare della collaborazione di alcuni tra i più bravi istruttori in circolazione (Antonio Brugaletta, Valentina Guastella, Rita La Rosa), tecnici di livello e veri educatori. Grazie al loro impegno quotidiano, il Settore Giovanile della Savio prosegue il suo percorso di progressiva crescita sotto il profilo qualitativo e quantitativo, rappresentando un punto di riferimento a livello locale. Ieri l'evento è stato festeggiato con una serie di partite per i bambini, ragazzi del settore giovanile e successivamente con i giocatori della prima squadra in formazioni miste con le “vecchie glorie”. Il tutto voluto fortemente dalla dirigenza con in testa gli infaticabili Antonio Occhipinti e Francesco Buscema. Al termine delle partite, secondo lo stile salesiano come una grande famiglia, tutti, tra genitori, ragazzi, giocatori, Insieme


Ragusa, 15 giugno 2017.

Orato rio Cen tro Gio van ile Salesian o INIZIATO IL GREST 2017 Come da tradizione, anche quest’anno giovedì 22 giugno, presso l‘Oratorio Salesiano di Ragusa si è alzato il sipario per il GREST 2017 che in questa edizione avrà il titolo“SI VA IN SCENA” con una tematica vocazionale sul protagonismo dei ragazzi nella vita quotidiana. I nomi delle 4 squadre, in cui sono stati divisi i ragazzi dai 7 agli 11 anni, sono “I Fotografi, I Coreografi, I Conduttori, I Produttori. A questi vanno aggiunti i partecipanti dell’”Estate Ragazzi” che hanno un’età dai 12 ai 14 anni, che faranno un percorso edu-

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cativo inerente all’età adolescenziale. Il Grest è coordinato dal direttore dell’Istituto salesiano Don Edoardo Cutuli, insieme al responsabile dell’oratorio Don Rocco Tasca e anche quest’anno insieme ai giovani animatori è prevista la presenza di adulti che saranno d’aiuto grazie alla loro navigata esperienza. Il primo momento importante di questa entusiasmante manifestazione, sarà sabato 1° luglio con l’inaugurazione ufficiale e la consueta sfilata dei “grestini” che partirà dall’Oratorio di Corso Italia per raggiungere i Giardini Iblei. La manifestazione avrà la durata di quattro settimane e proseguirà fino al 22 luglio secondo lo stile salesiano voluto da Don Bosco. Ogni pomeriggio dal lunedì al sabato nel cortile e nei locali dell’oratorio si “SI VA IN SCENA ” con momenti di gioco di amicizia, di creatività e preghiera. Non mancheranno come al solito le gite fuori porta previste ad Etnaland, all’ Acquapark di Mellili, e Marina di Ragusa. Un pomeriggio sarà dedicato allo sport con le Olimpiadi nel campo di c.da Selvaggio. Numerosi saranno i laboratori (musica, teatro, radio, basket, calcio, danza, cucina, manipolazione), che quest’anno saranno di mattina il martedì e il giovedì dalle ore 10.00 alle ore 11.30. L’oratorio salesiano conferma ancora una volta l’attenzione verso tutti i ragazzi di qualsiasi estrazione sociale o nazionalità, proponendo attività tramite l’allegria e il divertimento finalizzate alla formazione per una vera socializzazione e una sana crescita interiore.

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mogli, fidanzate, figli, raccolti nel campetto di basket dell’oratorio. Si sono avvicendati per i rispettivi saluti Don Salvatore Frasca (già presidente della società), Don Edoardo Cutuli (direttore dell’Istituto Salesiano), Don Rocco Tasca responsabile del Centro Giovanile Salesiano e il presidente Enzo Campo (attuale presidente della Savio) che ha voluto evidenziare la crescita della società nel corso di questi anni a beneficio soprattutto dei giovani al fine di centrare quell’obbiettivo lasciato da Don Bosco che voleva fare dei ragazzi “dei buoni cristiani e onesti cittadini”. Poi la festa è proseguita con l'immancabile taglio della torta.


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A SS OC I AZI O NE S ALE S I ANI COOPERATORI - RAGUSA

Alber to Amenta v ince la 2^ San Dom enico Sa vio running c up Sabato 13 maggio a conclusione dei festeggiamenti in onore di san Domenico Savio si è svolta, dopo il successo dell’anno precedente, nelle strade adiacenti l’Istituto Salesiano di Ragusa, la “2^ San Domenico Savio Running Cup”, manifestazione sportiva podistica con camminata veloce. Evento voluto dall’ Associazione Salesiani Cooperatori di Ragusa, che rappresenta il 3^ ramo della famiglia salesiana, ovvero i laici che condividono il carisma di Don Bosco. Si è bissato il successo dello scorso anno per la partecipazione di quasi 250 persone, oseremo dire temerari, in quanto si sono cimentati in un percorso impegnativo tipico di una collinare con diversi sali e scendi e per aver sfidato anche il caldo arrivato impietosamente. Nutrita è stata la presenza dei camminatori e in modo particolare dell’Associazione “Siemu a peri”, che così come nella prima edizione, non ha voluto mancare a questa appassionante camminata. L’aspetto tecnico-sportivo è stato curato dall’ASD No Al

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Doping di Ragusa. Lo slogan dell’evento “CorriAMO per un cuore giovane”, prende spunto da un pensiero di Don Bosco che diceva ai suoi ragazzi: “Basta che siate giovani, perché io vi ami assai”. Con questa iniziativa, in pratica, l’oratorio salesiano si è aperto alla città coinvolgendo bambini, ragazzi, adulti, figli e genitori tramite un momento di sport, di sano divertimento, di festa, di aggregazione. È stato curato anche l’aspetto sociale perché sono stati invitati a partecipare gli ospiti stranieri richiedenti asilo politico della Coop. Nostra Signora di Gulfi e i ragazzi ospiti della casa famiglia Rosetta. Dopo una sobria ma sentita cerimonia di apertura con lancio di palloncini da parte dei piccoli corridori in onore del giovane Santo, alle 16.00 start e partenza per le categorie giovanili maschili e femminili divise in cinque fasce di età (esordienti A,B,C, ragazzi e cadetti). A seguire sotto l’arco gonfiabile è toccato ai camminatori per un tragitto di 6 km e successivamente agli assoluti/master/amatori uomini e donne per un totale di 8 km. Vincitore assoluto della 2^ San Domenico Savio Running Cup è stato Alberto Amenta della Libertas Scicli (2° nel 2016), che percorrendo gli 8 km con lo strepitoso crono di soli 28’ 53”, nonostante il dislivello

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Un albero della memoria per le vittime della mafia

affrontato, ha battuto il record dello scorso anno appartenente ad Alessandro Vizzini (29’55”). Sul podio sono saliti pure 2° Mirabella Giorgio (Atlet. Padua 31’02”) e 3° Speranza Antonino (Libertas Scicli 31’03”). Per la categoria over 50 si sono confermati i primi due posti di categoria del 2016: 1° Bertone Filippo (No Doping 33’53”), 2° Spatola Antonino (Barocco Running 34’ 19”), 3° Spata Carmelo (Atlet. Padua 35’04”). Categorie Donne: 1^ Sessa Rosita (Ispica Running 41’08”), 2^ Tavormina Letizia (No Al Doping 43’ 49”), 3^ Ruta Delia (48’49”). Graditissimo ospite della premiazione è stato il sindaco del Comune di Ragusa Federico Piccitto, che si è complimentato per la manifestazione. In precedenza c’era stata la premiazione delle categorie giovanili maschili e femminili, con una medaglia ricordo per tutti i partecipanti. Alla fine delle gare, dopo un momento di ristoro curato dalle salesiane cooperatrici e non solo, gli organizzatori apparivano visibilmente soddisfatti per aver condiviso con questo evento un momento di vero e sano sport, ma anche per l’abbinamento vincente con la solidarietà, l’integrazione e la socializzazione finalizzando lo slogan della manifestazione. Non a caso c’è stata la presenza dell’associazione ABIO (gruppo animatori per i bambini in ospedale) e parte del ricavato delle iscrizioni è stato devoluto in beneficenza per le esigenze della Caritas Parrocchiale. Insieme

Tanta gente all'iniziativa promossa dai Salesiani Cooperatori In occasione del 25° anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, dove persero la vita i giudici Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e Paolo Borsellino, nonché gli uomini della scorta, i Salesiani Cooperatori di Ragusa e l’Oratorio Centro Giovanile Salesiano, sabato 27 maggio, hanno ricordato tutte le vittime della mafia con un intenso momento sulla legalità. Alle ore 20.00, dalla Chiesa di S. Maria Ausiliatrice, in corteo, con in testa i ragazzi della catechesi e dell’oratorio, sulle note del canto dedicato a Padre Pino Puglisi, (anche lui ucciso da Cosa Nostra), si è giunti all’albero della legalità, sito in via Gagini di fronte all’ingresso dell’Oratorio Salesiano, dove è stato celebrato un breve momento commemorativo. Erano presenti il Vescovo Mons. Carmelo Cuttitta, il Comandante di Compagnia dei Carabinieri Cap. Elisabetta Spoti, il Sindaco di Ragusa Ing. Federico Piccitto, il Presidente del Consiglio Comunale Antonio Tringali, il Sostit. Commissario della Polizia Stradale Dott. Vona. Successivamente sono intervenuti il Prefetto di Ragusa Dott.ssa Maria Carmela Librizzi ed il Vicario Episcopale Padre Roberto Asta. Nel suo intervento il vescovo ha dichiarato di avere un ricordo molto forte di quel terribile periodo quando, allora segretario del Cardinale Pappalardo, furono uccisi i giudici Falcone e Borsellino con le scorte e successivamente Padre Pino Puglisi che era parroco a Godrano, città natale del presule. Mons. Cuttitta, con parole forti ha richiamato alla memoria il coraggio di Padre Puglisi: “Un sacerdote del Signore che non ha voluto piegare il Vangelo di Gesù Cristo a nessuna realtà umana. Il Vangelo di Cristo va accolto, va praticato: non bisogna mai abbassare la testa davanti a nessuno, chiunque esso sia.

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A SS O CIA Z IO N E S A L ES IA N I COOPERATORI


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Bisogna che ci liberiamo da questi fardelli. È necessario che, come Padre Pino Puglisi rimaniamo coerenti fino alla fine. Il sacerdote fu assassinato dalla mafia morendo con il sorriso sulle labbra. Quando fu ucciso Borsellino – ha raccontato – eravamo con il cardinale in una parrocchia ad amministrare i battesimi. Finita la celebrazione siamo andati lì. Non vi dico cosa c’era: i brandelli della carne di questi uomini trucidati”. Infine a tutti ha rivolto un appello: “Bisogna che i genitori, gli educatori e quanti qui si radunano nell'intento di crescere a livello educativo diano buona testimonianza ai ragazzi più piccoli, perché crescano sulla via della legalità, nel rispetto degli altri, anche di diversa cultura, di coloro che vengono qui a vivere con noi: devono essere accolti da tutti noi”. È stato Simone Battaglia, coordinatore locale dei Salesiani cooperatori, a spiegare il senso della cerimonia. “Piantammo questo carrubo nel 1999, nell'anniversario della strage del giudice Livatino – ha detto - Poi per alcuni anni c'è stato un momento di oblio, ma ora vogliamo tornare a fare memoria, a ribadire il nostro impegno contro la mafia e per la legalità”. Il sindaco Piccitto ha voluto sottolineare l’impegno corale della comunità contro ogni forma di violenza e prevaricazione. Il comandante della Compagnia Carabinieri di Ragusa, Elisabetta Spoti, ha ricordato come le Forze dell'ordine saranno sempre al fianco dei cittadini nel far crescere i valori della legalità. Il vice comandante della Polizia Stradale, Francesco Vona, ha sottolineato l'impor-

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tanza di coltivare i valori del rispetto e della legalità. Il presidente del consiglio comunale Tringali, ha rivolto un invito soprattutto ai bambini e ai giovani, a impegnarsi nel quotidiano a costruire una società più attenta ai valori. La cerimonia è proseguita con la scopertura, da parte del vescovo e del presidente Tringali, di una lapide ove è incisa questa iscrizione: “I giovani del Centro Giovanile Oratorio Salesiano ricordano le vittime della mafia - Ragusa 27-05-2017”. Poi il momento è proseguito con le note del “Silenzio”, intonate da due giovani trombettisti dell’oratorio e un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime innocenti della mafia. La conclusione è stata con la liberazione e lancio di sei palloncini tricolori a significare che alla libertà corrisponde la legalità. Poi sulle note de “La vita è bella” si è passati nel Cine Teatro Don Bosco dove é stato messo in scena un musical su Padre Pino Puglisi dal titolo “3P” con le musiche di Armando Bellocchi interpretato dal Cinecircolo Giovanile Socioculturale Life di Biancavilla. Prima dello spettacolo ha dato un saluto il prefetto di Ragusa, Maria Carmela Librizzi, la quale ha voluto sottolineare come sia il 23 maggio che ieri, le manifestazioni in ricordo delle vittime della mafia sono state organizzate dai giovani. Sul palco anche il direttore dell'Istituto salesiano di Ragusa, don Edoardo Cutuli, che ha ringraziato i Salesiani Cooperatori per questa iniziativa, e il Vicario Generale della diocesi, don Roberto Asta. È stata una rappresentazione molto incisiva che ha toccato le coscienze dei numerosi spettatori intervenuti sia giovani che adulti. È stato un mezzo che ha consentito di rendere più significativo il ricordo della figura di un martire giustiziato barbaramente dalla mafia per il suo encomiabile e costante impegno evangelico e sociale. A conclusione della manifestazione viva soddisfazione da parte degli organizzatori per aver trasmesso, soprattutto alle nuove generazioni, un messaggio molto importante: non dimenticare mai chi ha sacrificato la propria vita per la verità.

I Sales iani Cooperat ori Insieme


Estate 2017

Il 10 LUGLIO 2017 è iniziata l’activité des vacances (Grest) della nostra opera salesiana di Manouba. Terminata la scuola il 15 giugno scorso, svolto con successo il giro negli oratori di Sicilia (Palermo, Trapani, Marsala, Alcamo, Mazara...) con un gruppo di 16 allievi accolti dai vari Grest meravigliosamente bene, ecco partire l’attività delle vacanze per i ragazzi del quartiere e gli “ancien élevés” ....Il clima è quello tipico dei nostri Grest di Sicilia, allegria, gioia di giocare insieme, piscina, tornei ed attività varie. Questa che è la quinta edizione e si caratterizza per una presenza attiva e importante dei giovani animatori, ragazzi cresciuti in questi anni tra scuola e oratorio che adesso, ormai sui 17 anni, cominciano a dare una mano e a seguire, durante i mesi invernali, un corso per essere animatori/educatori, novità assoluta nel contesto tunisino. Sono 10 giovani che sotto la guida sapiente di Fr Roberto ed insieme ai confratelli Martin e Dario animano e conducono tutta l’attività. Accoglienza al mattino dopo le 8.30, buongiorno dato dal direttore e a turno dagli educatori, laboratori sportivi ed allenamenti, giochi di gruppo, divisone per squadre (quattro) ed un alternarsi continuo di varie iniziative. Oltre ai salesiani una presenza importante e indispensabile è quella di Rosario e Maria, due coniugi italiani da anni volontari in Tunisia che gratuitamente e con spirito di fraternità danno il loro tempo in cucina per preparare i pasti ai ragazzi....si perchè il programma prevede anche la refezione. La Provvidenza ci aiuta perché i ragazzi pagano una quota simbolica di 15 dinari per settimana (equivalgono a 6 euro....) perché vogliamo accogliere i meno fortunati, con la quale si e no paghiamo le derrate alimentari ma per il pullman, per la piscina, e per tutte le altre spese ricorriamo a donazioni e amici che ci aiutano e che la Provvidenza ci fa incontrare durante l’anno. I due cuochi, con l’aiuto di due addette del personale della scuola, fanno ottimi pasti chei i ragazzi guInsieme

stano vuotando tutto... Al pomeriggio segue la tombola (qui non è legata al contesto natalizio che non esiste) e giochi da tavolo, poi grandi giochi e tornei di calcio fino alle 16.30 Inutile dire che ci sono i bans delle squadre e tante altre simpatiche iniziative. Due volte la settimana, e questo è quello che piace moltissimo ai ragazzi, si va in piscina nel paese di El Alia dove un genitore di nostri allievi ci mette a disposizione, a modico prezzo, una bella struttura composta da terreno di football in sintetico e contigua piscina con locali di servizio e accoglienza....un piccolo paradiso pulito e accogliente riservato in quelle ore soltanto a noi. Lì trascorriamo due giorni di solito il martedi e il giovedi. Durante la settimana poi vengono a trovarci ospiti e amici vari e cosi i ragazzi hanno modo di conoscere coloro che ci sono vicini. L’attività si articola dal lunedi al venerdi e ogni settimana è possibile o rinnovare l’iscrizione o dare spazio ad altri in modo che i 50 posti di ogni settimana siano fruibili da tanti ragazzi che si alternano nelle tre settimane di attività. Non mancano i momenti per gli animatori che danno un ottimo contributo anche educativo specie per la lingua araba. Abbiamo solo un rimpianto, non possiamo accogliere le ragazze. Motivo? Mancano le animatrici, mamme o signore adulte che siano responsabili e poi ragazze cui affidare le ragazzine e le adolescenti. Speriamo di poterle formare nei prossimi anni in modo da dare anche alle bimbe la possibilità di gioire e passare bene il tempo libero. In questa estate 2017 sono circa 150 i ragazzi che si sono alternati nelle tre settimane di attività e una ventina gli animatori che hanno dato tempo ed energie per servire i più piccoli. Da notare che gli animatori non solo non hanno privilegi ma pagano una piccola quota a titolo di solidarietà con i meno abbienti. Un bell’esempio per tutti i ragazzi, superare l’assistenzialismo e puntare sulla solidarietà.

D om e ni c o P a t e r nò e c o m uni t à s d b

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Tunisia - Manouba


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Guardando altrove D on Cost a la sc ia la LEV d o p o 1 0 an ni , i l gr az i e d e l P ap a Dopo dieci anni di servizio presso la Santa Sede come “editore del Santo Padre”,

Nella foto il Santo Padre in udienza paricolare saluta don Giuseppe Costa donandogli un Rosario ed una medaglia dell’anno IV del Suo pontificato.

a conclusione dei suoi due mandati, si è svolta ieri presso la Libreria Editrice Vaticana la cerimonia di saluto e di ringraziamento al direttore prof. don Giuseppe Costa. Erano presenti: mons. Angelo Becciu, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, il Cardinale Raffaele Farina, don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani, il prof. Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano e alcuni direttori della Segreteria per la Comunicazione. Mons. Dario Edoardo Viganò ha ringraziato don Giuseppe Costa sottolineando l’importanza dei suoi dieci anni di servizio presso la Santa Sede. Mons. Angelo Becciu, ha espresso la sua gratitudine per il contributo “qualificato” di don Costa alla Sede di Pietro e per “per questi dieci anni dedicati con tanta professionalità, passione e intelligenza ad elevare su scala internazionale la Libreria Editrice Vaticana”. Don Francesco Cereda ha ricordato il percorso di don Giuseppe Costa come “direttore del Bollettino Salesiano, direttore editoriale della Società Editrice Internazionale, docente presso l’Università Pontificia

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Salesiana, direttore della Libreria Editrice Vaticana” e lo ha ringraziato per il contributo dato alla Santa Sede e alla Società Salesiana. Don Giuseppe Costa, ha dunque ringraziato mons. Angelo Becciu, mons. Dario Edoardo Viganò, i suoi collaboratori più stretti, tutti i dipendenti della Libreria Editrice Vaticana e tutti i presenti. Ha espresso i suoi programmi futuri che lo vedranno in Sicilia dove si occuperà di cultura e di scuola. La riconoscenza più grande di don Costa è rivolta a Papa Francesco per averlo ricevuto in udienza e per averlo ringraziato attraverso una lettera personale per il suo contributo alla diffusione della cultura cattolica e del Magistero. Da: ANSA - Radio Vaticana.

Lettera autografa di Papa Francesco a don Giuseppe Costa con la quale lo ringrazia per gli auguri formulateGli per la festa di San Pietro. Papa Francesco in risposta gli ha espresso il suo grazie per i dieci anni di servizio che il nostro confratello ha svolto presso la Santa Sede. Insieme


L a L EV al Sal on e In ternazio nal e del Libro di Torino 2017 Anche quest'anno la Libreria Editrice Vaticana è presente al Salone Internazionale del Libro di Torino, dal 18 al 22 maggio.

D on G iulio Gia co maz z i Ispe tto re IL E Nell’ambito dei lavori della sessione plenaria estiva del Consiglio Generale, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, con il consenso del suo Consiglio, ha nominato Ispettore, per il sessennio 2017-2023, don Giuliano Giacomazzi (nella foto a sinistra), per l’Italia Lombardo-Emiliana (ILE). Don Giacomazzi è nato a Milano il 7 gennaio 1967; tra il 1987 e il 1988 ha svolto il Noviziato a Pinerolo, ha emesso i voti perpetui l’11 settembre 1994 a Sesto San Giovanni ed è stato ordinato sacerdote a Milano il 19 giugno 1999. Ultimati gli studi di Teologia a Cremisan, in Israele, è stato Consigliere del Centro Ispettoriale (2006-2008) e Direttore dell’opera di Parma (2008-2013). Attualmente svolge l’incarico di Direttore a Sesto San Giovanni. Per l’Ispettoria ILE è stato negli anni Delegato per l’Animazione Missionaria (2004-2006 e 2011-2012), la Pastorale Giovanile e l’Associazionismo e il Movimento Giovanile Salesiano (2006-2008). Da: (ANS – Roma) - 09 giugno 2017. Insieme

L'Editrice Vaticana espone 500 titoli del catalogo più recente con particolare attenzione a Papa Francesco del quale vengono esposti tutti i libri pubblicati fino al volume dedicato alla sua visita a Milano. Fra le opere esposte sono da segnalare gli scritti del Papa emerito Benedetto XVI del quale viene ricordato il 90esimo genetliaco e numerosi volumi dedicati alla Sacra Scrittura e alla Teologia. Tra gli eventi in programma all’interno del Salone nello spazio dedicato ai dibattiti ricavato all’interno dello stesso stand dell’editrice, è stato presentato il volume “Gli ex voto. Preghiera dei semplici” di Salvatore Di Mauro con don Cosimo Semeraro, docente presso l'Università Pontificia Salesiana, e la filologa e critica letteraria Sara Zappulla Muscarà.

Da sinistra: S. Zappulla Muscarà, S. Di Mauro, C. Semeraro, G. Costa..

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L’editorialista del Corriere Aldo Cazzullo ha incluso la figura del nostro confratello sicilano don Rosario Stroscio fra 70 italiani degni di essere ricordati nella storia. Don Rosario ripondendo al giornalista ha ricordato gli anni della sua adolescenza e giovinezza nella sicilia salesiana e rievocando la sua intensa attività missionaria ha parlato del suo rapporto spirituale con Madre Teresa.


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L’angelo dei lebbrosi G aet a n o N i co si a, 1 0 1 an n i , s al es ia n o, è s t a t o pe r qu asi mez z o s eco lo i l respo n sabi l e d e l le b b r o sa r i o d i C ol oa n e , n e i p r e s s i d i Mac ao Negli anni Sessanta a Macao, in una zona della remota isola di Coloane, esisteva un lebbrosario abbandonato a se stesso. La disperazione era tale che molti si uccidevano, lanciandosi da un dirupo.

G iova nn i Co st a nza il nuov o Pre sid ent e N az io nal e deg li ex al liev i sal esiani L’ingegnere Giovanni Costanza è stato eletto presidente nazionale della Federazione Italiana Ex Allievi ed Ex Allieve di Don Bosco, durante il congresso degli allievi degli istituti e degli oratori salesiani italiani tenutosi recentemente a Firenze. ll neo-presidente nella circolare inviata a tutti gli exallievi ha ricordato quanto il Rettor Maggiore emerito, don Pascual Chavez, ha più volte sottolineato: si richiede agli ex allievi, cristiani o di altra religione, competenza professionale, coscienza morale, impegno sociale. Ha evidenziato, inoltre, che l’esperienza acquisita nelle case salesiane è stata una grazia, che ha fatto conoscere Don Bosco che raccomandava ai suoi ex allievi che “oltre al pregare, che non deve mancare mai, bisogna operare”.

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Da destra: Papa Francesco, don G. Nicosia, il Card. J. Zen..

Nell’agosto del 1963, il catanese Gaetano Nicosia, missionario salesiano - che lo scorso 3 aprile ha festeggiato i 101 anni - si offrì di trasferirsi in quel luogo. In poco tempo avvenne una trasformazione prodigiosa: le casette coloniali vennero ristrutturate e si costruì un bacino idrico per l’acqua potabile; fu installata una dinamo per produrre energia, che servì anche un villaggio vicino; si cementò la strada principale; furono costruiti un pollaio e un porcile; e venne acquistato un pezzo di terreno per farne un orto. Nel frattempo, venne costituito un Consiglio di villaggio per prendere le decisioni insieme e sulla bacheca veniva esposto mensilmente il resoconto delle entrate e delle uscite. Le persone idonee al lavoro si rendevano utili nelle coltivazioni o nell’allevamento, Insieme


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sona come me! Gesù perdonami!». A 16 anni Gaetano decide di farsi lui stesso salesiano ed entra nel collegio di Gaeta. Era il 1932: «Mia mamma era dispiaciuta. Era contenta che mi facessi salesiano, ma non voleva che andassi così lontano». Non sapeva ancora che, pochi anni dopo, la sua prima destinazione sarebbe stata addirittura Hong Kong! Vi giunge il 12 novembre 1935 e inizia il noviziato, con 13 compagni da vari Paesi del mondo. Alcuni di loro, durante la persecuzione comunista in Cina, moriranno in carcere per la fede. La costituzione fisica di Gaetano era gracile e il maestro dei novizi lo voleva rimpatriare. Ma viene trattenuto dall’allora superiore, il valtellinese Carlo Braga, il “don Bosco della Cina”, un vero padre per generazioni di salesiani, di cui è iniziata la causa di beatificazione. «Mi recai da don Braga, e in lacrime gli chiesi di darmi un’altra possibilità», ricorda padre Gaetano. Tra la sorpresa di tutti, Braga gli disse: «Domani mattina farai la professione semplice. Mi raccomando ora, non farmi perdere la faccia!». Nel 1939, Nicosia è a Macao ad assistere i ragazzi dell’orfanotrofio salesiano. Erano gli anni della guerra e Macao era piena di rifugiati dalla Cina e da Hong Kong. La gente moriva per strada di fame e di freddo: «Nella nostra scuola avevamo 800 studenti – racconta il salesiano – come abbiamo fatto a sfamarli? Ce l’abbiamo fatta, in qualche modo. Dalla Thailandia, ogni venerdì, arrivava una nave carica di riso. Grazie al governatore, i salesiani furono autorizzati a provvedere ai loro ragazzi». Tra di loro c’era anche don Luigi Montini, l’unico ad avere il coraggio di visitare il villaggio dei lebbrosi abbandonato da tutti. Era cugino di Giovanni Battista Montini (il futuro beato Paolo VI), allora uno dei principali funzionari della Santa Sede. Don Montini ottenne aiuti sostanziosi per edificare una scuola agricola nella remota isola di Coloane, per orfani e rifugiati dalla Cina. Sempre grazie all’aiuto del Papa venne aperto il Colegio don Bosco. Ai salesiani fu affidato anche il Yuet Wah College, fondato nel 1925 a Canton e

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fabbricando mattoni e facendo la manutenzione a case, strade e giardini. Alcuni hanno imparato a fare i meccanici, altri i muratori, falegnami, sarti, cuochi, infermieri o autisti. Tutti venivano retribuiti e anche chi era inabile al lavoro percepiva qualcosa in caso di bisogno. Nel villaggio circolava una moneta che valeva solo al suo interno. Molti lebbrosi, grazie alle cure assidue, sono guariti completamente e dimessi. In pochi anni, il missionario salesiano, che ha vissuto con e come loro, senza lasciarsi condizionare dalla paura del contagio, ha dato dignità, benessere e salute agli sventurati abitanti di questo angolo di mondo abbandonato. E anche la fede cristiana. «Era un inferno – disse una volta un lebbroso – ora è un paradiso». Un paradiso dove padre Gaetano è diventato per tutti l’angelo dei lebbrosi. Nel 2015, la sua storia è diventata anche un docufilm: Father Nicosia, the Angel of Lepers. Presentato a Hong Kong, Toronto e in diverse città italiane, è entrato nella selezione del Dallas Asian Movie Festival. Quella di don Nicosia è anche la prima storia che io stesso avevo raccolto per il volume “Cinque secoli di italiani a Hong Kong e Macao”, a cura del Consolato d’Italia a Hong Kong (Brioschi 2014). Gaetano Nicosia è nato a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania. Aveva solo tre anni quando, nel febbraio 1918, il padre fu ucciso in guerra. «Mia mamma – ricorda – aveva 27 anni: non si è mai più risposata, ha sempre lavorato per crescere noi due figli. Andava a Messa tutte le mattine e mi ha sempre sostenuto». Il fratello maggiore, Salvatore, ha oggi 104 anni! A San Giovanni La Punta è nato anche Gabriele Maria Allegra, il famoso francescano, ora beato, che ha tradotto la Bibbia in cinese. Gaetano e Gabriele Maria erano compagni d?infanzia. Si sono ritrovati poi missionari a Hong Kong e a Macao. Amici fraterni per tutta la vita. Nel collegio salesiano di Caltagirone, Gaetano ricorda che c’erano delle riviste missionarie. «Una riportava la foto di un lebbroso. Istintivamente non riuscivo a guardarla, ma poi ho pensato: ma è una per-


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trasferito a Macao con 300 studenti. Nicosia insegnava catechismo e viveva con i ragazzi. Nello stesso tempo studiò teologia e, il 25 marzo 1946, fu ordinato prete presso la bella chiesa di San Giuseppe, nel seminario diocesano di Macao. Il giovane prete chiese di essere inviato missionario nella Cina continentale, al seguito di Michele Alberto Arduino, il nuovo vescovo di Shaozhou. La città, ora chiamata Shaoguan, si trova nella provincia di Guangdong, ed è la seconda località dove Matteo Ricci risedette dal 1589 al 1595, fondandovi una comunità cristiana. Erano anni di guerra civile, di disordini e di pericoli. Shaozhou cadde in mano comunista, fortunatamente senza versamento di sangue, il 7 ottobre del 1949, una settimana dopo la proclamazione della Repubblica popolare cinese. Nicosia, che aveva sempre lavorato tra i ragazzi, venne espulso dai comunisti dopo poco più di un anno. Al “ponte della libertà” di Lowu, l’entrata per Hong Kong, c’era il “portinaio della Cina”, padre Ambrogio Poletti del Pime, ad accoglierlo. Faceva così con tutti i missionari espulsi. Per 11 anni fu assegnato alla scuola di San Luigi di Hong Kong. Ma sentiva una certa insoddisfazione. Sognava una missione con i più poveri e soprattutto con i lebbrosi. Il nuovo superiore era disposto a lasciarlo partire per un lebbrosario della lontana Colombia. Ma prima della partenza arrivò un’inaspettata richiesta: il vescovo di Macao Paulo José Tavares chiese ai salesiani di prendersi cura del lebbrosario di Ka Ho, nell’isola di Coloane. C’erano un centinaio di lebbrosi, in stato di abbandono. Nessuno, neppure i medici assegnati dal governo, osava recarsi nell’isolato villaggio, raggiungibile solo con una barca. Vi andò, entusiasta, Gaetano Nicosia, vivendovi per ben 48 ininterrotti anni, dal 1963 fino al 2011. Già nel 1970 i risultati erano ottimi: tra le 112 persone del villaggio, 40 vennero dimesse. Nicosia si dava da fare per trovare un lavoro e sostenere finanziariamente coloro

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che lasciavano il villaggio, spesso vittime di stigma sociale. La gente evitava persino i familiari degli ex lebbrosi, che di conseguenza venivano rifiutati anche dalle loro stesse famiglie. Alcuni preferirono perciò tornare al villaggio di Nicosia. La trasformazione era stata anche religiosa. All’inizio c’erano solo una quindicina di cattolici, ma un po’ alla volta Nicosia portò tutti alla fede. L'ultimo battezzato da don Gaetano risale al 2009. La vita cristiana impostata da don Nicosia era intensa e con tutte le devozioni tipicamente salesiane. Il lebbrosario cominciò a essere frequentato da tante persone amiche: il vescovo Tavares; il gesuita Luis Ruiz e Lancelot Rodrigues, due famosi preti di Macao, divennero grandi amici del lebbrosario, e da lì presero ispirazione per iniziare loro stessi, a partire dagli anni Ottanta, un’intensa opera a favore dei lebbrosi in Cina. E naturalmente l’amico biblista Allegra, che ogni anno vi trascorreva i giorni di Natale e di Pasqua. L’architetto italiano Oseo Acconci costruì nel villaggio di Ka Ho la bella chiesa, intitolata a Nostra Signora dei Dolori, da cui prese un nuovo nome anche il villaggio. Il grande scultore Francesco Messina donò un suo splendido crocifisso bronzeo (alto due metri e sessanta) che giganteggia sul frontale della chiesa e la miniatura della Madonna con Bambino a destra della porta principale. Tanti, tra cui Papa Paolo VI (in ricordo dell’antico servizio del cugino), hanno aiutato il villaggio dei lebbrosi conosciuto ormai in tante parti del mondo. Nicosia si è inoltre meritato l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. I lebbrosi oggi sono guariti tutti e il lebbrosario è stato chiuso e verrà usato per fini culturali. Una decina di ex ammalati vivono in una residenza per anziani. Molti sono persone pienamente realizzate nella società con ruoli di prestigio: professori, impiegati dello Stato, professionisti. Tutti, in un modo o nell’altro, si ricordano del loro “angelo”, don Gaetano, che ha dedicato a loro gli anni migliori della sua lunghissima vita. Da: Mondo e Missione – Giovanni Criveller. Insieme


La settimana a cavallo tra maggio e giugno il muro della parrocchia milanese di san Michele Arcangelo e santa Rita a Milano è stato imbrattato con una scritta offensiva e blasfema: “Aborto libero (anche per Maria)”. Il parroco, don Andrea Bellò, ha deciso perciò di scrivere una lettera aperta all’anonimo imbrattatore sulla pagina Facebook della Parrocchia. Il post è divenuto subito virale e ha raccolto migliaia di consensi in poco tempo. è importante conoscere e diffondere la lettera del parroco: «Caro scrittore anonimo di muri, Mi dispiace che tu non abbia saputo prendere esempio da tua madre. Lei ha avuto coraggio. Ti ha concepito, ha portato avanti la gravidanza e ti ha partorito. Poteva abortirti. Ma non l’ha fatto. Ti ha allevato, ti ha nutrito, ti ha lavato e ti ha vestito. E ora hai una vita e una libertà. Una libertà che stai usando per dirci che sarebbe meglio che anche persone come te non ci dovrebbero essere a questo mondo. Mi dispiace ma non sono d’accordo. E ammiro molto tua mamma perché lei è stata coraggiosa. E lo è tutt’ora, perché, come ogni mamma, è orgogliosa di te, anche se ti comporti male, perché sa che dentro di te c’è del buono che deve solo riuscire a venire fuori. L’aborto è il “non senso” di ogni cosa. È la morte che vince contro la vita. È la paura che vince su un cuore che invece vuole combattere e vivere, non morire. È scegliere chi ha diritto di vivere e chi no, come se fosse un diritto semplice. É un’ideologia che vince su un’umanità a cui si vuole togliere la speranza. Ogni speranza. Io ammiro tutte quelle donne che pur tra mille difficoltà hanno il coraggio di andare avanti. Tu evidentemente di coraggio non ne hai. Visto che sei anonimo. E già che ci siamo vorrei anche dirti che il nostro quartiere è già provato da tanti problemi e non abbiamo bisogno di gente che imbratta i muri e che rovina il poco di bello che ci è rimasto. Vuoi dimostrare di essere coraggioso? Migliora il mondo invece di distruggerInsieme

lo. Ama invece di odiare. Aiuta chi è nella sofferenza a sopportare le sue pene. E dai la vita, invece di toglierla! Questi sono i veri coraggiosi! Per fortuna il nostro quartiere, che tu distruggi, è pieno di gente coraggiosa! Che sa amare anche te, che non sai neanche quello che scrivi! Io mi firmo: don Andrea» http://www.lalucedimaria.it/padre-pio-controlaborto/

Da ricordare D on Gior gio Bals amell o u n g r a n de b e n e fa tt or e d el la n ostr a i spe ttor ia Se è vero, come è vero, che "benefattore" non è solo chi dona beni economici ma "persone", mi permetto di presentare ai confratelli dell’Ispettoria e alla Famiglia Salesiana un grande benefattore della nostra ispettoria, il sacerdote don Giorgio Balsamello, di Gangi, parroco della mia parrocchia del "Salvatore", tornato, all’età di 90 anni, alla Casa del Padre il 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice. Don Bartolo Salvo, a cui ho comunicato la notizia della morte, così si è espresso: «Con lui

muore tanta storia di Gangi e della chiesa gangitana». Don Giorgio ha donato a Don Bosco e all’Ispettoria "quattro gangitani" ancora viventi: Michele Spallina, Aldo Ballistreri, Mauro Mocciaro, Rosario Salerno, dai quali è considerato il "padre spirituale". La mia vocazione salesiana è frutto della partecipazione alla vita della parrocchia e di una "conversazione" di don Giorgio con me nel piazzale della parrocchia "u chianu du Sarvaturi": mi chiese se volevo andare a Pedara e, avuta la risposta positiva, parlò con i miei genitori che

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DA RICORDARE

L e tt e r a a p e r t a d el p a r r o c o do n Andr e a Bel l ò


DA RICORDARE

acconsentirono alla mia scelta, ed il 19 ottobre 1958 mi accompagnò, assieme ad altri ragazzi gangitani, a Pedara, dove siamo stati accolti cordialmente e paternamente dal direttore Don Zammuto, carissimo amico di Don Giorgio. Avendo chiesto a don Zammuto una testimonianza su don Giorgio, così si è espresso: «... Carissimo Michele, non è facile parlare di don Giorgio Balsamello come uomo, come sacerdote e apostolo. Umile, pur nella sua grande cultura, e cordiale. Io gli ero particolarmente grato per la grande collaborazione che mi diede quando ero direttore a Pedara: sapeva scegliere i ragazzi in cui vedeva dei segni di vocazione e li orientava al nostro aspirantato. Tu ne sai qualcosa. Provai un gran dolore quando seppi della sua morte. Ora lo penso già con Dio, perché per me era un santo sacerdote, oltre che amico e benefattore». Don Mauro Mocciaro così ricorda don Giorgio: «Don Giorgio lo si può definire sacerdote della Parrocchia ma soprattutto Sacerdote della Chiesa: tale era la forza di aggregazione e il richiamo a Cristo che emanava dalla sua azione pastorale non solo in paese ma nell’intera diocesi. Altri ricorderanno le sue virtù e la sua santità. A me piace ricordare come è stata determinante la sua figura nella scelta vocazionale di molti giovani, compreso me, cresciuti accanto a Lui. Negli anni 50-60, quando i Salesiani a Gangi erano già tanti, molti di noi si sentirono dire da don Giorgio: “Vuoi andare a Pedara?”. L’invito offriva la possibilità di andare a studiare fuori dal paese ma soprattutto era una proposta per una scelta di vita. In seguito, negli anni della formazione, egli sosteneva queste indicazioni, soprattutto quando tornavamo in paese. La Parrocchia del SS. Salvatore esercitava un forte richiamo perché noi giovani tornassimo nei gruppi giovanili da cui le nostre vocazioni erano nate. Da dove nasceva questa simpatia e questa devozione a Don Bosco e alla Congregazione Salesiana? Durante la sua formazione in seminario egli fu a contatto con un Sacerdote che svolgeva il compito di “Padre Spirituale” per i giovani seminaristi: Mons. Torre di Alimena, il quale lo educò all’amore a Don Bosco, a Maria Ausiliatrice e San Domenico Savio. Venne così a formarsi una figura di Sacerdote Cooperatore Salesiano che faceva da punto di riferimento nel paese di Gangi per la devozione e lo spirito salesiano; come fu a Cammarata, a Randazzo, a San Cataldo e in tanti altri paesi e parrocchie. Anche per questo particolare aspetto della sua attività di pastorale

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vocazionale molti di noi sono rimasti particolarmente legati. Don Giorgio è stato determinante per le scelte fondamentali della nostra vita. L’aver collaborato per suscitare e sostenere tante vocazioni salesiane ne fa un “Cooperatore Salesiano Sacerdote” senza tessera e formalità di alcun genere ma con un forte amore a Don Bosco e ai Salesiani». Don Salerno così esprime il suo ricordo personale di Don Giorgio: «Don Giorgio è stato e resta il mio Padrino di Cresima (ricevuta a Gangi, 64 anni fa, il 25 maggio del lontano 1953). Don Giorgio, un sacerdote, una guida che ha plasmato la crescita di ciascuno di noi ragazzi che frequentavamo la parrocchia e che formavamo la piccola sezione di Azione Cattolica, la “S. Pancrazio”, ma che soprattutto eravamo un gruppo molto unito, una squadra. In don Giorgio abbiamo avuto allora, e poi per tutto il resto della nostra vita, anche da adulti, un formatore discreto e rispettoso, un interlocutore attento, colto e competente. Io, in particolare, alla sua scuola, ho potuto introiettare l’importanza della presenza di un sacedote che accompagna con serenità e con saggezza. Con don Giorgio, ho potuto fare, insieme a mio fratello e ai miei compagni, l’esperienza di una vita cristiana essenziale, semplice, incentrata sul rapporto diretto con il Signore Gesù nella Eucaristia e sulla devozione alla Madonna e nello stesso tempo impegnata nell’apostolato e nel servizio generoso e disponibile agli altri. Dove sono stato, come salesiano e come missionario, posso dire, dopo tanti anni, di aver portato con me il vissuto e lo stile di quanto appreso alla scuola di don Giorgio e di aver trovato in lui sempre un punto di riferimento affettuoso e sicuro: di tutto questo ne sono stato sempre, e

continuo ad esserne, onorato e fiero e tengo a farne memoria oggi, insieme ai miei sentimenti di gratitudine e di riconoscenza».

d o n M i c h el e Sp a l l i n a

R ic o rd i a m o i f a m il i a ri d e f u nt i d e i c o n f ra te lli: La sorella di don C. Nocera, la sorella di don S. Mangiapane senior, la mamma di don C. Scuderi, il fratello di don A. Santoro. Insieme




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