SISAMI LUGLIO 2017

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organo di informazione e collegamento. Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2 e 3, CNS Sud 2 Catania

S ic ilia S a le si ana Mi ssi o nari a Anno XXXVII Numero 1 - Luglio 2017

Messaggio del Rettor Maggiore sul Venezuela

I ragazzi dell’infanzia missionaria di Marsala

L’angelo dei lebbrosi


Editoriale

Bambini e sfruttamento minorile

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arissimi amici delle missioni, in questo numero estivo del SiSaMi, oltre ad augurarvi un sereno tempo di riposo dalle fatiche lavorative, vorrei spendere alcune parole in favore dei tanti bambini che nel Mondo vengono sfruttati dall’avidità degli adulti. Lo scorso 12 giugno, si è celebrata la Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, promossa dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO, in Inglese) per sensibilizzare su questo tema e combattere questa piaga presente in tutto il mondo, e in particolare nei paesi più poveri. Purtroppo, quando i bambini nascono in paesi che hanno poche risorse o che si trovano in conflitto, le leggi contro il lavoro minorile non funzionano. Secondo l’UNICEF ci sono “oltre 168 milioni di bambini e bambine in tutto il mondo che lavorano”. La gran parte di questi bambini svolgono mansioni pericolose per la salute e molti, ancora nel XXI secolo, hanno il peggior lavoro possibile: sono schiavi senza alcun diritto, soprattutto senza il diritto di essere bambini. Più di 9 milioni di bambini cercano di sopravvivere in condizioni di schiavitù e più di 1 milione di bambini è stato vittima della tratta di essere umani. Storie d’infanzia spezzata. Milioni di bambini in tutto il mondo sono costretti a lavorare come schiavi nel lavoro domestico: cucinano, vanno a procurarsi l’acqua o la legna, subiscono maltrattamenti fisici e ricevono in cambio poco cibo e poco riposo. In molti casi, sono vittime

Sommario

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DAL PAPA La missione al cuore della fede cristiana

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DAL VIS Proseguire sulla strada intrapresa 31 anni fa

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ANIMAZIONE MISSIONARIA IN SICILIA Esperienza di volontariato con i senza tetto

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DAL RETTOR MAGGIORE Messaggio del Rettor Maggiore a fronte della situazione che si sta vivendo in Venezuela

della tratta di esseri umani o addirittura del commercio d’organi. I Salesiani, grazie al vostro prezioso contributo, li vanno a cercare nei mercati o nei luoghi vicini alle fabbriche – dove milioni di bambini lavorano e trascorrono anche la notte – e si rivolgono direttamente ai loro datori di lavoro o alle famiglie per far capire loro che i bambini devono avere il tempo di andare a scuola, giocare e riposare. In tutto il mondo i Figli di Don Bosco trovano i minori nelle discariche, nelle piantagioni, nelle miniere, per strada come venditori ambulanti, nei porti, impegnati come parcheggiatori, nelle fabbriche tessili o di mattoni… E per tutti loro hanno realizzato centinaia di opere: “proteggiamo i bambini dal lavoro minorile”. Questa ferita probabilmente non si rimarginerà del tutto, ma possiamo prendere atto del fatto che il contributo di ciascuno può cambiare sensibilmente il Mondo che abitiamo. Vi lascio con una semplice frase di Santa Teresa di Calcutta che riassume in poche parole il nostro augurio e il nostro impegno: «Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno». Vi auguro carissimi amici di poter essere come quella goccia d’acqua, capace di unirsi a quell’oceano d’impegno e sensibilità per i giovani bisognosi del nostro tempo. Sac. Enrico Frusteri Chiacchiera

“Insieme nel mondo e per il mondo” LA CHIESA NEL MONDO Dalla Sicilia I ragazzi dell’infanzia missionaria in cammino verso il mondo Un piccolo missionario Dall’Italia In Missione con Don Bosco

Animatore Missionario e Vocazionale Referente PGS

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Dal Madagascar 100,00 € per un matrimonio Dalla Cina L’angelo dei lebbrosi RUBRICHE Per non dimenticare Giuseppe Falzone: un “singolare” missionario

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Cultura missionaria Evangelizzare è conversione del cuore La sposa bambina Il coraggio della libertà


La missione al cuore della fede cristiana

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ari fratelli e sorelle, anche quest’anno la Giornata Missionaria Mondiale ci convoca attorno alla persona di Gesù, «il primo e il più grande evangelizzatore» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 7), che continuamente ci invia ad annunciare il Vangelo dell’amore di Dio Padre nella forza dello Spirito Santo. Questa Giornata ci invita a riflettere nuovamente sulla missione al cuore della fede cristiana. Infatti, la Chiesa è missionaria per natura; se non lo fosse, non sarebbe più la Chiesa di Cristo, ma un’associazione tra molte altre, che ben presto finirebbe con l’esaurire il proprio scopo e scomparire. Perciò, siamo invitati a porci alcune domande che toccano la nostra stessa identità cristiana e le nostre responsabilità di credenti, in un mondo confuso da tante illusioni, ferito da grandi frustrazioni e lacerato da numerose guerre fratricide che ingiustamente colpiscono specialmente gli innocenti. Qual è il fondamentodella missione? Qual è il cuore della missione? Quali sono gli atteggiamenti vitali della missione? La missione e il potere trasformante del Vangelo di Cristo, Via, Verità e Vita 1. La missione della Chiesa, destinata a tutti gli uomini di buona volontà, è fondata sul potere trasformante del Vangelo. Il Vangelo è una Buona Notizia che porta in sé una gioia contagiosa perché contiene e offre una vita nuova: quella di Cristo risorto, il quale, comunicando il suo Spirito vivificante, diventa Via, Verità e Vita per noi (cfr Gv 14,6). È Via che ci invita a seguirlo con fiducia e coraggio. Nel seguire Gesù come nostra Via, ne sperimentiamo la Verità e riceviamo la sua Vita, che è piena comunione con Dio Padre nella forza dello Spirito Santo, ci rende liberi da ogni forma di egoismo ed è fonte di creatività nell’amore. 2. Dio Padre vuole tale trasformazione esistenziale dei suoi figli e figlie; trasformazione che si esprime come culto in spirito e verità (cfr Gv 4,23-24), in una vita animata dallo Spirito Santo nell’imitazione del Figlio Gesù a gloria di Dio Padre. «La gloria di Dio è l’uomo vivente» (Ireneo, Adversus haereses IV, 20, 7). In questo modo, l’annuncio del Vangelo diventa parola viva ed efficace che attua ciò che proclama (cfr Is 55,10-11), cioè Gesù Cristo, il quale continuamente si fa carne in ogni situazione umana (cfr Gv 1,14). La missione e il kairos di Cristo 3. La missione della Chiesa non è, quindi, la diffusione di una ideologia religiosa e nemmeno la proposta di un’etica sublime. Molti movimenti nel mondo sanno produrre ideali elevati o espressioni etiche notevoli. Mediante la missione della Chiesa, è Gesù Cristo che

continua ad evangelizzare e agire, e perciò essa rappresenta il kairos, il tempo propizio della salvezza nella storia. Mediante la proclamazione del Vangelo, Gesù diventa sempre nuovamente nostro contemporaneo, affinché chi lo accoglie con fede e amore sperimenti la forza trasformatrice del suo Spirito di Risorto che feconda l’umano e il creato come fa la pioggia con la terra.

«La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 276). 4. Ricordiamo sempre che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 1). Il Vangelo è una Persona, la quale continuamente si offre e continuamente invita chi la accoglie con fede umile e operosa a condividere la sua vita attraverso una partecipazione effettiva al suo mistero pasquale di morte e risurrezione. Il Vangelo diventa così, mediante il Battesimo, fonte di vita nuova, libera dal dominio del peccato, illuminata e trasformata dallo Spirito Santo; mediante la Cresima, diventa unzione fortificante che, grazie allo stesso Spirito, indica cammini e strategie nuove di testimonianza e prossimità; e mediante l’Eucaristia diventa cibo dell’uomo nuovo, «medicina di immortalità» (Ignazio di Antiochia, Epistula ad Ephesios, 20, 2). 5. Il mondo ha essenzialmente bisogno del Vangelo di Gesù Cristo. Egli, attraverso la Chiesa, continua la 3

Dal Papa

Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2017


Dal Papa

sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta. E grazie a Dio non mancano esperienze significative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo. Penso al gesto di quello studente Dinka che, a costo della propria vita, protegge uno studente della tribù Nuer destinato ad essere ucciso. Penso a quella celebrazione eucaristica a Kitgum, nel Nord Uganda, allora insanguinato dalla ferocia di un gruppo di ribelli, quando un missionario fece ripetere alla gente le parole di Gesù sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», come espressione del grido disperato dei fratelli e delle sorelle del Signore crocifisso. Quella celebrazione fu per la gente fonte di grande consolazione e tanto coraggio. E possiamo

pensare a tante, innumerevoli testimonianze di come il Vangelo aiuta a superare le chiusure, i conflitti, il razzismo, il tribalismo, promuovendo dovunque e tra tutti la riconciliazione, la fraternità e la condivisione. La missione ispira una spiritualità di continuo esodo, pellegrinaggio ed esilio 6. La missione della Chiesa è animata da una spiritualità di continuo esodo. Si tratta di «uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 20). La missione della Chiesa stimola un atteggiamento di continuo pellegrinaggio attraverso i vari deserti della vita, attraverso le varie esperienze di fame e sete di verità e di giustizia. La missione della Chiesa ispira una esperienza di continuo esilio, per fare sentire all’uomo assetato di infinito la sua condizione di esule in cammino verso la patria finale, proteso tra il “già” e il “non ancora” del Regno dei Cieli. 7. La missione dice alla Chiesa che essa non è fine a sé stessa, ma è umile strumento e mediazione del Regno. Una Chiesa autoreferenziale, che si compiace di successi terreni, non è la Chiesa di Cristo, suo cor4

po crocifisso e glorioso. Ecco allora perché dobbiamo preferire «una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» (ibid., 49). I giovani, speranza della missione 8. I giovani sono la speranza della missione. La persona di Gesù e la Buona Notizia da Lui proclamata continuano ad affascinare molti giovani. Essi cercano percorsi in cui realizzare il coraggio e gli slanci del cuore a servizio dell’umanità. «Sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte ai mali del mondo e intraprendono varie forme di militanza e di volontariato [...]. Che bello che i giovani siano “viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!» (ibid., 106). La prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si celebrerà nel 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, si presenta come occasione provvidenziale per coinvolgere i giovani nella comune responsabilità missionaria che ha bisogno della loro ricca immaginazione e creatività. Il servizio delle Pontificie Opere Missionarie 9. Le Pontificie Opere Missionarie sono strumento prezioso per suscitare in ogni comunità cristiana il desiderio di uscire dai propri confini e dalle proprie sicurezze e prendere il largo per annunciare il Vangelo a tutti. Attraverso una profonda spiritualità missionaria da vivere quotidianamente, un impegno costante di formazione ed animazione missionaria, ragazzi, giovani, adulti, famiglie, sacerdoti, religiosi e religiose, Vescovi sono coinvolti perché cresca in ciascuno un cuore missionario. La Giornata Missionaria Mondiale, promossa dall’Opera della Propagazione della Fede, è l’occasione propizia perché il cuore missionario delle comunità cristiane partecipi con la preghiera, con la testimonianza della vita e con la comunione dei beni per rispondere alle gravi e vaste necessità dell’evangelizzazione. Fare missione con Maria, Madre dell’evangelizzazione 10. Cari fratelli e sorelle, facciamo missione ispirandoci a Maria, Madre dell’evangelizzazione. Ella, mossa dallo Spirito, accolse il Verbo della vita nella profondità della sua umile fede. Ci aiuti la Vergine a dire il nostro “sì” nell’urgenza di far risuonare la Buona Notizia di Gesù nel nostro tempo; ci ottenga un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte; interceda per noi affinché possiamo acquistare la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della salvezza. Dal Vaticano, 4 giugno 2017, Solennità di Pentecoste

FRANCESCO


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ono passati ormai tre mesi dall’inizio delle proteste che il popolo venezuelano rivolge contro Nicolas Maduro (Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela) per chiedere maggio-

re democrazia e rispetto dei diritti umani. Il bilancio delle vittime è già salito a 90 morti. Gruppi armati pro governativi - i cosiddetti colectivos circolano in motocicletta e con il viso coperto – continuano a seminare il caos e il terrore nella capitale, per impedire i blocchi stradali di protesta eretti da manifestanti. Sui social network, numerosi video riproducono immagini simili: un gruppo di motociclisti occupa un angolo di strada, spara in aria e verso i palazzi, fa fuggire i manifestanti e poi va via, indisturbato. Di fronte alla delicata situazione che si sta vivendo in Venezuela, il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, attraverso un comunicato inviato dal Kenya esprime il suo sostegno ai Salesiani in Venezuela e al popolo venezuelano. Di seguito il testo del messaggio: Sono in questi giorni in visita presso la presenza salesiana a Kakuma (Kenya), dove i miei confratelli

salesiani vivono da anni all’interno del campo profughi delle Nazioni Unite, condividendo la vita e il destino di queste 150.000 persone. La nostra semplice scuola professionale aiuta i giovani ad apprendere un mestiere per quando possano lasciare il campo. Sono per lo più giovani e famiglie del Sudan del Sud, del Rwanda, del Congo e di altri paesi. Sono venuti qui, nel Nord del Kenya, e continuano a venire, in fuga dai conflitti nei loro paesi, dalla mancanza di sicurezza, dall’instabilità nei loro villaggi e dalla fame che queste situazioni creano. […] Con queste mie parole desidero esprimere pubblicamente il mio totale sostegno a don Francisco Méndez (superiore dei salesiani in Venezuela) e a tutti i miei confratelli salesiani in Venezuela.

chezza a cui siete giunti. Per molto tempo abbiamo pregato per questo bellissimo paese e la sua buona gente. Abbiamo pregato per i morti delle ultime settimane, alcuni dei quali vicini all’opera salesiana. Oggi desidero esprimervi il nostro affetto, sostegno e aiuto. Desidero esprimere a don Francisco, ai Salesiani e alla Famiglia Salesiana in Venezuela, che non siete soli, e che dalle varie parti del mondo salesiano ci preoccupiamo per voi, siamo attenti a ciò che state vivendo e ben consapevoli di tutto ciò che vi accade. Oggi più che mai vi accompagniamo. Invoco per tutti voi e per la vostra gente, la Pace, quella Pace che sempre e ovunque nel mondo è possibile solo se proviene dalla mano della Giustizia e del Rispetto

E anche il mio totale sostegno alla grande Famiglia Salesiana in Venezuela. Voglio esprimere a don Francisco e ai miei confratelli, come Superiore Generale dei Salesiani di Don Bosco nel mondo, che sono al vostro fianco, siamo al vostro fianco. Intuiamo il dolore che vivete e la stan-

dei più inviolabili diritti umani di ciascuna persona. E chiedo al Buon Dio che vi dia quella forza interiore e spirituale che proviene da Lui. Con vero affetto, Don Ángel Fernández A., sdb Rettor Maggiore

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Dal Rettor Maggiore

Messaggio del Rettor Maggiore a fronte della situazione che si sta vivendo in Venezuela


Dal VIS

Proseguire sulla strada intrapresa 31 anni fa

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uesto è quanto è emerso dalla seconda assemblea dei partecipanti VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) che si è tenuta a Roma il 6 e 7 maggio scorso presso l’istituto Sacro Cuore di via Marsala. Sono state, come sempre, due giornate intense che si sono aperte con il discorso del presidente Nico Lotta e proseguite con quel percorso di riflessione intrapreso diversi mesi fa, quando il VIS ha indossato una nuova veste, da associazione di più di 100 soci individuali ad associazione composta da tre soci istituzionali e cioè, Fondazione Don Bosco nel Mondo, Missioni Don Bosco e CNOS. La figura del socio si è trasformata in “partecipante”, con aspetti e ruoli differenti, ma con lo spirito rinnovato e l’im-

pegno di promuovere i “presidi” territoriali, cioè quelle strutture che possono essere riferimento e innesco per le attività di animazione missionaria nelle realtà locali. All’interno delle due giornate è stata dedicata una bella sezione allo studio su come realizzare questi presidi, come renderli più presenti nel territorio, possibilmente in sinergia con le Consulte di animazione missionaria, e quali iniziative intraprendere a livello locale nei prossimi mesi. Una iniziativa che sicuramente merita grande spazio e diffusione a livello territoriale ed è lo sforzo che il VIS richiede ai presidi nei prossimi mesi, è la campagna

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STOP TRATTA # IO NON DISCRIMINO, realizzata in partenariato con Missioni Don Bosco che ha l’obiettivo di sensibilizzare le società civili sulle tematiche delle migrazioni, dell’integrazione e della non discriminazione. A sostegno di ciò, il VIS ha realizzato e presentato proprio in quest’occasione un innovativo Kit didattico che usa tecnologia in realtà aumentata e virtuale rivolto a docenti, studenti ed educatori per far chiarezza sul fenomeno migrazioni e smontare gli stereotipi che sono alla base di molti atteggiamenti discriminatori. Nella serata del sabato, sempre per sottolineare la grande sensibilità del VIS su questo fenomeno, è andato in scena uno spettacolo teatrale dal titolo “L’orizzonte alle spalle” che, alla luce degli ultimi drammi accaduti nel Mediterraneo, rappresenta una rivisitazione dell’omonimo libro di Anna Masucci e Luca Cristaldi di favole dei paesi in via di sviluppo, intrecciando la favola del cappellaio con la vera storia di un ragazzino e della sua famiglia. Sono stati, dunque, due giorni intensi di lavoro, di grandi prospettive ed entusiasmo che hanno sempre contraddistinto il VIS fin da quando è nato nel 1986 e tutto ciò è stato riconosciuto dai nuovi soci come don Giampietro Pettenon di Missioni Don Bosco che ha sottolineato in assemblea le grandi opere che il VIS ha portato avanti a fianco dei salesiani e per tutti i giovani del Mondo e ha auspicato una riconferma nelle prossime elezioni autunnali di tutto il Comitato Esecutivo attuale. Continuare, dunque, con fiducia, sulla strada intrapresa, con una grande vision, quella di realizzare un mondo possibile per ogni persona, dove siano promossi, protetti e garantiti i suoi diritti attraverso la solidarietà e la partecipazione di tutta la comunità (Dal Bilancio sociale del VIS). Daniele Tinaglia Consulta di Animazione Missionaria


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ma il tuo prossimo come te stesso”: una frase bellissima di un brano evangelico altrettanto bello, quasi ti viene voglia di uscire subito di casa e fare del bene al primo che ne ha bisogno... ma come faccio col barbone? È sporco, burbero, puzza e mi fa troppo schifo! Quante volte avremmo pensato queste frasi, se non addirittura dette! Pensiamo che l’aiuto lo meriti solo quello accanto a noi sul piano affettivo: il fratello, l’amico ecc. E d’altra parte non posso essere bigotto e dire che siano pienamente colpevoli: la sensibilità, cioè la capacità di “vestirsi dell’abito della persona che ho davanti”, non è un talento innato, ma un dono di Dio che va nutrito, allevato e sviluppato. Come iniziare a svilupparlo? Quí vi do la mia proposta. Un anno fa ho avuto conoscenza del fatto che nel mio oratorio (Cibali - Catania) diverse persone, dai più grandi ai più piccoli, ogni lunedì si dividono in gruppi per portare cibo ai senza tetto e ad alcune famiglie bisognose. Pensai: “ottima idea!”. Chiesi a Marco Pappalardo, che coordina la divisione in gruppi, di partecipare a questa esperienza: ebbi il suo consenso e la sua accoglienza. Cominciai subito, e non vi nascondo la paura perché non conoscevo la realtà, ma VALEVA LA PENA TENTARE. Nella realtà dei “senza tetto” e delle famiglie disagiate ho evinto alcune cose: a) che le persone sono sempre riverenti e non esitano a ripetere spesso “grazie”; b) quando ci guardano sono contenti, non per il cibo solamente, ma perché la nostra presenza costante, e

qualche volta scambiamo qualche chiacchierata; c) non sono loro a doverci ringraziare, ma noi perché ci

permettono di conoscere la loro semplicità e la loro genuinità. Quest’attività esiste da molti anni e c’è stata la presenza di tante persone, ed in particolare quella del gruppo di Scuola di Mondialità e di Animazione Missionaria di cui faccio parte e che da quest’anno si impegna più attivamente a partecipare all’iniziativa. Ringrazio molto l’accoglienza avuta da tutti coloro con cui ho operato fino a questi giorni e mi auguro che questo possa far crescere sempre più il nostro gruppo, perché tutti impariamo ad amare il nostro prossimo come noi stessi, senza discriminazioni. Eduardo Maria Solano Consulta di Animazione Missionaria

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Animazione Missionaria in Sicilia

Esperienza di volontariato con i senza tetto


Animazione Missionaria in Sicilia

Scuola di Mondialità - Animazione Missionaria

“Insieme nel mondo e per il mondo”

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a Scuola di Mondialità (SdM), incontri di orientamento al volontariato internazionale e all’esperienza estiva, è rivolta a tutti coloro (dai diciotto anni in su)

loro disperazioni, il loro dolore fisico il loro essere spogliate della loro dignità di esseri umani. È qualcosa di indescrivibile! Sono mamme, giovani, minorenni e tutte cercano

che sono interessati a formarsi e confrontarsi con le tematiche della mondialità, dell’intercultura, dei diritti umani e che desiderano vivere una esperienza estiva di formazione e servizio presso la missione salesiana o strutture salesiane. Quest’anno la SdM ha affrontato durante gli incontri due obiettivi dello sviluppo sostenibile: “Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti” e “Realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare le condizioni di vita delle donne”. L’incontro più toccante è stato quello tenuto da don Enzo Volpe (SDB) e Sr. Valeria Gandini (Comboniana), sulla tratta delle donne Nigeriane, donne ridotte in schiavitù e private della loro dignità. Attraverso un corto, abbiamo rievocato i loro sentimenti e le loro emozioni, donne illuse da uomini senza scrupoli con la speranza di trovare una terra in cui avere una vita migliore, ma che brutalmente vengono precipitate in una realtà di cui sono solo vittime e schiave. Rivivere i loro momenti, le

ascolto, accoglienza, lavoro pulito e comprensione. È stato uno schiaffo in piena faccia, un pugno

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nello stomaco. Con Don Enzo e Sr. Valeria abbiamo condiviso le loro esperienze quotidiane nel recupero dalla strada di queste sorelle in un raggelato silenzio. Ripensando

a quell’incontro la domanda che sorge spontanea è: “io cosa posso fare per loro?”, ma prima ancora di questa domanda ne sorge un’altra: “quanta paura mi invade nell’aiutare loro?”. Come dice Sr. Valeria: “non bisogna aver paura nella vita, altrimenti si muore ogni giorno”, questa frase è quella che ci siamo portati dentro, e che ci ripetiamo specialmente nei momenti più difficili della nostra vita. Alcuni giovani hanno richiesto di poter fare l’esperienza estiva presso missioni salesiane regionali. La motivazione comune, che si evince è il volersi donare all’altro, rispondendo alla chiamata del Signore nell’essere dono per chi ti sta accanto; che porgere la nostra mano al fratello ridona il sorriso e nel cercare una risposta alle domande: “Dio dove sei?” e “Io dove sono?”, che ci poniamo nei momenti più difficili della nostra vita. Siamo tuttavia consapevoli di essere all’inizio di un lungo cammino per sentirci davvero

appartenenti ad una unica Terra e considerarci veramente fratelli nel pieno rispetto dell’altro. Agata Bonaccorsi Consulta di Animazione Missionaria


I ragazzi dell’infanzia missionaria in cammino verso il mondo Una realtà viva che anima, ancora oggi, i ragazzi che frequentano l’oratorio salesiano di Marsala. Il gruppo dei ragazzi dell’Infanzia Missionaria di Marsala è nato 20 anni fa, quando l’animatrice Maria, insieme all’allora parroco, don Giuseppe Di Leonforte, decisero di dare vita a questa realtà anche all’interno della

Missionaria nel corso della quale preghiamo ancora di più per le missioni e realizziamo molte iniziative a favore dell’animazione missionaria. Tra le iniziative più belle va sicuramente ricordata quella de “I Seminatori di Stelle”. Anche noi, come i Magi, mossi da tante domande e con i cuori colmi di speranza abbiamo visto una stella e l’abbiamo seguita. Questa stella ci porta a Gesù e noi la portiamo in tutte le case della parrocchia per far conoscere alla gente la bellezza delle missioni ed il nostro impegno per i nostri fratellini del mondo. «A tutto cuore» è stato il tema della Giornata missionaria dei ragazzi di quest’anno. Noi ragazzi missionari abbiamo un cuore grande perché dai bambini meno fortunati abbiamo imparato che anche nelle condizioni più disagiate della vita si possono avere ideali, sogni e

parrocchia-oratorio Maria Ss. Ausiliatrice di Marsala. Quelli che allora erano i bambini dell’Infanzia Missionaria, oggi sono giovani animatori e noi, con loro, abbiamo intrapreso questo cammino che vede la nostra attenzione costantemente rivolta a tutti i bambini del mondo. Noi ragazzi missionari aiutiamo, infatti, Gesù a colorare il mondo di tanti colori.

anche mettersi in cammino per realizzarli. Abbiamo bisogno di tanti cuori che vanno a tutto cuore, con gioia, nel mondo, ad annunciare il Vangelo con lo stile di don Bosco e di Papa Francesco. Maria Mezzapelle Responsabile del Gruppo d’Infanzia Missionaria

Anno XXXVII Numero 1 Luglio 2017

Perché lo facciamo? Perché siamo amici di Gesù e da Lui abbiamo imparato sia ad essere missionari all’interno delle nostre famiglie e tra i nostri compagni, sia a volgere lo sguardo ai bambini di tutto il mondo che spesso, purtroppo, sono molto meno fortunati di noi. Il nostro motto è da sempre “I bambini aiutano i bambini”. Ogni anno insieme celebriamo la giornata dell’Infanzia

Organo di Informazione e di Collegamento del Centro Ispettoriale Missioni Salesiane Via Cifali, 7 - 95123 Catania Tel. 0957285113 sisami80@gmail.com missionisiciliasdb@gmail.com

Redazione: Enrico Frusteri Chiacchiera, Consulta di Animazione Missionaria Stampa: Tipolitografia Stampa Open - Messina

Responsabile: Giuseppe Costa Aut. Trib. Catania N. 560/17-1-81

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Dalla Sicilia

Vent’anni di storia a Marsala


Dalla Sicilia

Un piccolo missionario

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on Bosco diceva: “Non mandate al domani il bene che potete fare oggi, perché forse domani non avrete più tempo”. Se tenessimo sempre in mente questa espressione, non perde-

alla guerra che sono i minori stranieri non accompagnati. Questi ragazzi presenti a San Gregorio e in più di 60, arrivano per lo più dall’Africa, da vari paesi come Guinea, Senegal, Gambia, Mali;

remmo tempo anche perché c’è veramente tanto bisogno intorno a noi. Tante volte proprio i più piccoli e apparentemente i più bisognosi sono i più sensibili e grandi di cuore e a tal proposito l’evangelista Matteo ci ricorda: “se non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli” (Mt 18,1-5) e un bambino che porta lo stesso nome dell’evangelista lo dimostra. Matteo ha solo 9 anni, ha una disabilità che lo costringe in carrozzina perché ha una malattia genetica rarissima che compromette soprattutto la sua possibilità di autonomia motoria. Per questo dipende in tutto e per tutto dagli altri, ma ciò nonostante lui vuole aiutare il prossimo. Per questo vuole recarsi sempre a San Gregorio presso l’Istituto Salesiano Sacro Cuore, dove sono accolti tanti ragazzi bisognosi, arrivati da terre lontane, fuggiti alla miseria e

altri, in minor numero, provengono dal Bangladesh. Ovviamente anche a distanza di mesi non parlano l’italiano, ma con Matteo che ha pure la sua difficoltà linguistica

lui aiuto ed attenzione. È incredibile come questi ragazzi si prestino subito verso lui e le sue necessità, lo sappiano prendere dalla carrozzina per tenerlo in piedi, poiché da solo non riesce, come se lo avessero sempre fatto. Da ambo i lati c’è la sofferenza per motivi diversi, sofferenza che diventa risorsa, opportunità di bene e amore reciproco. Anche perché in questo Istituto Salesiano, nel carisma di don Bosco, si avverte ciò che lui diceva “La prima felicità di un fanciullo è sapersi amato”, si avverte nei ragazzi stranieri e in Matteo che è doppiamente felice per la presenza di Don Cristian Filippo Scuderi, sacerdote salesiano che lo conosce già da un anno e ha saputo vedere in lui un dono prezioso, speciale. Tutto ciò ha creato un legame profondo tra loro, benedetto da Dio. Il bene, che Matteo esprime in un luogo cosi caro a don Bosco perché pieno di giovani, è contagioso e ha fatto si che, attraverso lui, la sua mamma e, a catena. tanti amici e conoscenti come volontari si avvicinassero per cercare di dare un aiuto ai sacerdoti salesiani che se ne occupano.

per la disabilità c’è un’intesa fatta di sguardi, abbracci e bene reciproco. Matteo desidera andare a trovarli, sente di aiutarli ma ne riceve anche

E così è nato un gruppo di persone che la domenica si reca a San Gregorio per preparare il pranzo e la cena, condividendo insieme il

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Dalla Sicilia

pasto a tavola. È un momento di grande emozione, poter ogni volta vedere questi ragazzi, a cui basta un sorriso, una parola, un gesto di attenzione per esprimere gratitudine. Ma il grazie va detto da chi attraverso loro ha l’opportunità di fare del bene e mettere in pratica ciò che nel vangelo delle beatitudini dice l’apostolo Matteo (Mt. 5,1-12). Ciò che rende speciale questo gruppo è certamente Matteo, sempre presente, che si adopera al momento di apparecchiare la tavola proprio per mettersi a servizio, che intrattiene i ragazzi con la musica, gioca con loro in una perfetta integrazione reciproca e con il suo sorriso nonostante tutto, lui è un inno alla vita. Matteo ha capito che può servire coloro che hanno bisogno. Dal canto loro i ragazzi regalano allegria e affetto a Matteo che a sua volta, vedendoli felici, sente di aiutarli. Servire lo aiuta cosi come fare del bene lo rende felice... forse tutti

dovremmo ricevere esempio e insegnamento. Quest’anno dal 24 al 26 marzo, si è svolta a Catania l’ormai consueta passeggiata di solidarietà al fine di raccogliere fondi per la ricerca della Fondazione Telethon sulle malattie genetiche rare. Ancora una volta testimonial è stato il piccolo Matteo affetto da una malattia genetica rara, che è la Sindrome di Marinesco-Sjogren, in rappresentanza di tutti coloro che sono colpiti da patologie orfane di cura. Quest’anno è stato tutto più speciale, proprio perché accanto a Matteo c’erano i ragazzi minori stranieri per un reciproco sentimento di affetto, amicizia e aiuto che li ha legati fin dal primo incontro. Non c’è stato bisogno di spiegare ai ragazzi cosa avesse Matteo, loro da subito gli hanno voluto un bene immenso e glielo hanno dimostrato aiutandolo a camminare e facendolo giocare a calcio. Il 26 marzo è stata una grandissima

emozione vederli correre con Matteo e per Matteo, così da rappresentare la forza e la speranza che possono nascere quando un grande sentimento di fratellanza ci accomuna al di là di tutte le differenze. Hanno proprio creato un abbraccio umano attorno a Matteo proprio il giorno della passeggiata, ma anche nei giorni precedenti partecipando ai vari eventi e conoscendo, attraverso Matteo, anche la realtà della malattia rara e della ricerca scientifica. Anche questo ha rappresentato motivo di integrazione e inclusione, oltre a rappresentare un dono reciproco, da un lato per Matteo che ha sentito di non essere solo in questa lotta alla malattia, dall’altro i ragazzi che hanno potuto esprimere quella solidarietà immensa che hanno nel cuore, frutto della sofferenza vissuta ma soprattutto della gratitudine verso i Salesiani che li hanno accolti. Tania Baglio Scuola di Mondialità

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Dall’Italia

In Missione

con Don Bosco ISI AM – MGS - Ispettoria Sicula ITALIA Palermo - S. Chiara, 30 luglio-10 agosto Palermo - Camporeale, 17 luglio-2 agosto Catania – La Playa, 1-15 agosto

ICC AM – Circoscrizione Italia centrale ITALIA Jesi – Oasi Ripa Bianca, 9-16 luglio/30 luglio-6 agosto

Guatemala IME AM – SDB – Ispettoria Meridionale ITALIA Natile – Locri, 19-29 luglio GUATEMALA San Pedro Carcha, 5 luglio-3 agosto

Ogni anno molti giovani provenienti dalle diverse parti d’Italia partecipano all’esperienza estiva della missione. Vivranno un periodo di confronto che li condurrà a crescere nei valori della multiculturalità e della fraternità fra tutti i popoli.

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EGITTO Il Cairo Zaytoun, 24 luglio–21 agosto Il Cairo Rod El Farag, 24 luglio–21 agosto Alessandria, 24 luglio–21 agosto Il Cairo – Rod El Farag e Alessandria, 6 luglio-16 agosto


Dall’Italia

Esperienza Estiva 2017 Un centinaio di giovani partecipanti…

Moldavia Romania Italia Egitto

Ghana Benin

ICP AM – SDB – FMA Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Etiopia

ILE AM – Ispettoria Lombardo Emiliana ETIOPIA Addis Abeba, Zway, Dilla, Awassa, 20 luglio-12 agosto/24 luglio-23 agosto

ITALIA Catania - la Playa, 1-15 agosto

INE AM – MGS Triveneto

ROMANIA Cirsoaia, 28 luglio-13 agosto Bacau, 28 luglio-13 agosto GHANA Distretto di Sunyani, 27 luglio-25 agosto BENIN Cotonou, 8-29 agosto

ITALIA Tolmezzo, 30 luglio-5 agosto

Madagascar

MOLDAVIA Chisinau, 17 giugno-1 luglio MADAGASCAR 10-23 agosto

Legenda: SDB Salesiani di Don Bosco, AM Animazione Missionaria, MGS Movimento Giovanile Salesiano, FMA Figlie di Maria Ausiliatrice

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Dal Madagascar

100,00 € per un matrimonio

N

oely (Natale) è un giovane di famiglia numerosa; ben 10 sorelle e fratelli. La mamma è già morta e il papà è andato con altra donna, lasciando tutti i figli in balia di se stessi. La Comunità di Betafo ha preso Noely come giardiniere; gli ha dato una stanza in una casa per accoglienza degli studenti in difficol-

tà. Noely non era ancora battezzato all’età di 18 anni; ha voluto avanzare verso il battesimo con il gruppo dei catecumeni della Parrcocchia. Ha coronato il suo sogno di cristiano nella Pasqua del 2015: Battesimo, Prima Comunione e Cresima. Con assiduità ha fatto passi avanti per entrare nel lavoro della campagna; prima aiutava il padre nel lavoro di collettore dipendente. Anch’io avevo voluto aiutare il padre con una raccolta di frutti della campagna; ma per diversi motivi il lavoro non aveva fruttificato. Abbandonato dal padre, ha dovuto farsi la sua strada. La sua forza d’animo e la buona volontà lo hanno reso capace di confidenza nel lavoro affidatogli. Alla scuola di altri operai più esperti, Noely è riuscito a farsi stimare. La preparazione spirituale al matrimonio l’ha condotto a seguire le riunioni con l’ispettore del Distretto, seguite dalle inchieste necessarie fatte con il parroco. Primo appuntamento, alla malgascia, è il “vody ondry” una specie di presentazione alla famiglia della sposa per discutere della dote che il fidanzato deve alla famiglia della fidanzata! Ordinariamente la discussione

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è lunga ed è oggetto di lunghi “kabary” (discorsi con lo scopo di far versare al fidanzato una buona “dote” alla famiglia della sposa). Noely e la fidanzata si son messi d’accordo di non discutere troppo e di fare accontentare la famiglia della sposa con poca spesa 5,00 €! Secondo passo è il matrimonio civile. Anche in questo caso le famiglie ci tengono a fare una spesa considerevole. Ma Noely e la sposa si son messi d’accordo per non fare spese in questa occasione; solo quattro birre 3,00 €. Il matrimonio in chiesa è stato preparato come si deve. Il vestito di Noely è costato 10,00 €. Il vestito della sposa è stato molto più caro 25,00 €. La chiesa in Madagascar non chiede soldi per la celebrazione dei sacramenti. La coppia se ne può uscire con una piccola offerta al Prete e alle persone che li hanno preparati al sacramento con un’offerta complessiva che può arrivare a 5,00 €. Al pranzo erano invitate una sessantina di persone, facendo un calcolo stretto stretto; ma ne sono arrivate circa cento. Qui non si può lesinare: riso abbondante, carne di maiale come nelle occasioni più grandi, una banana per frutta. Il dolce

corona la festa. La spesa complessiva del pranzo è stata stretta nella somma di 50,00 €. Mi domanderete: dove sono andati a finire i 2,00 € restanti per ottenere un totale di 100 Euro? La risposta è facile. Sono serviti per l’album del matrimonio! Auguri Noely! Il Signore ti benedica con una larga discendenza: come vuole l’augurio malgascio, Sette figli maschi e sette figlie femmine! Don Vittorio Costanzo - Parroco di Betafo Salesiano Presbitero in Madagascar


G

aetano Nicosia, 101 anni, salesiano, è stato per quasi mezzo secolo il responsabile del lebbrosario di Coloane, nei pressi di Macao. Negli anni Sessanta a Macao, in una zona della remota isola di Coloane, esisteva un lebbrosario abbandonato a se stesso. La disperazione era tale che molti si uccidevano, lanciandosi da un dirupo. Nell’agosto del 1963, il catanese Gaetano Nicosia, missionario salesiano – che lo scorso 3 aprile ha festeggiato i 101 anni – si offrì di trasferirsi in quel luogo. In poco tempo avvenne una trasformazione prodigiosa: le casette coloniali vennero ristrutturate e si costruì un bacino idrico per l’acqua potabile; fu installata una dinamo per produrre energia, che servì anche un villaggio vicino; si cementò la strada principale; furono costruiti un pollaio e un porcile; e venne acquistato un pezzo di terreno per farne un orto… Nel frattempo, venne costituito un Consiglio di villaggio per prendere le decisioni insieme e sulla bacheca veniva esposto mensilmente il resoconto delle entrate e delle uscite. Le persone idonee al lavoro si rendevano utili nelle coltivazioni o nell’allevamento, fabbricando mattoni e facendo la manutenzione a case, strade e giardini. Alcuni han-

no imparato a fare i meccanici, altri i muratori, falegnami, sarti, cuochi, infermieri o autisti. Tutti venivano retribuiti e anche chi era inabile al lavoro percepiva qualcosa in caso di bisogno. Nel villaggio circolava una moneta che valeva solo al suo interno. Molti lebbrosi, grazie alle cure assidue, sono guariti completamente e dimessi. In pochi anni, il missionario salesiano, che ha vissuto con e come loro, senza lasciarsi condizionare dalla paura del contagio, ha dato dignità, benessere e salute agli sventurati abitanti di questo angolo di mondo abbandonato. E anche la fede cristiana. «Era un inferno – disse una volta un lebbroso – ora è un paradiso». Un paradiso dove padre Gaetano è diventato per tutti l’“angelo dei lebbrosi”. Nel 2015, la sua storia è diventata anche un docufilm: Father Nicosia, the Angel of Lepers. Presentato a Hong Kong, Toronto e in diverse città italiane, è entrato nella selezione del Dallas Asian Movie Festival. Quella di don Nicosia è anche la prima storia che io stesso avevo raccolto per il volume “Cinque secoli di italiani a Hong Kong e Macao”, a cura del Consolato d’Italia a Hong Kong (Brioschi 2014). Gaetano Nicosia è nato a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania. Aveva solo tre anni quando, nel febbraio 1918, il padre fu ucciso in guerra. «Mia mamma – ricorda – aveva 27 anni: non si è mai più risposata, ha sempre lavorato per crescere noi due figli. Andava a Messa tutte le mattine e mi ha sempre sostenuto». Il fratello maggiore, Salvatore, ha oggi 104 anni! A San Giovanni La Punta è nato anche Gabriele Maria Allegra, il famoso francescano, ora beato, che ha tradotto la Bibbia in cinese. Gaetano e Gabriele Maria erano compagni d’infanzia. Si sono ritrovati poi missionari a Hong Kong e a Macao. Amici fraterni per tutta la vita. Nel collegio salesiano di Caltagirone,

Gaetano ricorda che c’erano delle riviste missionarie. «Una riportava la foto di un lebbroso. Istintivamente non riuscivo a guardarla, ma poi ho pensato: ma è una persona come me! Gesù perdonami!». A 16 anni Gaetano decide di farsi lui stesso salesiano ed entra nel collegio di Gaeta. Era il 1932: «Mia mamma era dispiaciuta. Era contenta che mi facessi salesiano, ma non voleva che andassi così lontano». Non sapeva ancora che, pochi anni dopo, la sua prima destinazione sarebbe stata addirittura Hong Kong! Vi giunge il 12 novembre 1935 e inizia il noviziato, con 13 compagni da vari Paesi del mondo. Alcuni di loro, durante la persecuzione comunista in Cina, moriranno in carcere per la fede. La costituzione fisica di Gaetano era gracile e il maestro dei novizi lo voleva rimpatriare. Ma viene trattenuto dall’allora superiore, il valtellinese Carlo Braga, il “don Bosco della Cina”, un vero padre per generazioni di salesiani, di cui è iniziata la causa di beatificazione. «Mi recai da don Braga, e in lacrime gli chiesi di darmi un’altra possibilità», ricorda padre Gaetano. Tra la sorpresa di tutti, Braga gli disse: «Domani mattina farai la professione semplice. Mi raccomando ora, non farmi perdere la faccia!». Nel 1939, Nicosia è a Macao ad assistere i ragazzi dell’orfanotrofio salesiano. Erano gli anni della guerra e Macao era piena di rifugiati dalla Cina e da Hong Kong. La gente moriva per strada di fame e di freddo: «Nella nostra scuola avevamo 800 studenti – racconta il salesiano -: come abbiamo fatto a sfamarli? Ce l’abbiamo fatta, in qualche modo. Dalla Thailandia, ogni venerdì, arrivava una nave carica di riso. Grazie al governatore, i salesiani furono autorizzati a provvedere ai loro ragazzi». Tra di loro c’era anche don Luigi Montini, l’unico ad avere il coraggio di visitare il villaggio dei lebbrosi abbandonato da tutti. Era cugino 15

Dalla Cina

L’angelo dei lebbrosi


Dalla Cina

di Giovanni Battista Montini (il futuro beato Paolo VI), allora uno dei principali funzionari della Santa Sede. Don Montini ottenne aiuti sostanziosi per edificare una scuola agricola nella remota isola di Coloane, per orfani e rifugiati dalla Cina. Sempre grazie all’aiuto del Papa venne aperto il Colegio don Bosco. Ai salesiani fu affidato anche il Yuet Wah College, fondato nel 1925 a Canton e trasferito a Macao con 300 studenti. Nicosia insegnava

venne espulso dai comunisti dopo poco più di un anno. Al “ponte della libertà” di Lowu, l’entrata per Hong Kong, c’era il “portinaio della Cina”, padre Ambrogio Poletti del Pime, ad accoglierlo. Faceva così con tutti i missionari espulsi. Per 11 anni fu assegnato alla scuola di San Luigi di Hong Kong. Ma sentiva una certa insoddisfazione. Sognava una missione con i più poveri e soprattutto con i lebbrosi. Il nuovo superiore era disposto a

catechismo e viveva con i ragazzi. Nello stesso tempo studiò teologia e, il 25 marzo 1946, fu ordinato prete presso la bella chiesa di San Giuseppe, nel seminario diocesano di Macao. Il giovane prete chiese di essere inviato missionario nella Cina continentale, al seguito di Michele Alberto Arduino, il nuovo vescovo di Shaozhou. La città, ora chiamata Shaoguan, si trova nella provincia di Guangdong, ed è la seconda località dove Matteo Ricci risiedette dal 1589 al 1595, fondandovi una comunità cristiana. Erano anni di guerra civile, di disordini e di pericoli. Shaozhou cadde in mano comunista, fortunatamente senza versamento di sangue, il 7 ottobre del 1949, una settimana dopo la proclamazione della Repubblica popolare cinese. Nicosia, che aveva sempre lavorato tra i ragazzi,

lasciarlo partire per un lebbrosario della lontana Colombia. Ma prima della partenza arrivò un’inaspettata richiesta: il vescovo di Macao Paulo José Tavares chiese ai salesiani di prendersi cura del lebbrosario di Ka Ho, nell’isola di Coloane. C’erano un centinaio di lebbrosi, in stato di abbandono. Nessuno, neppure i medici assegnati dal governo, osava recarsi nell’isolato villaggio, raggiungibile solo con una barca. Vi andò, entusiasta, Gaetano Nicosia, vivendovi per ben 48 ininterrotti anni, dal 1963 fino al 2011. Già nel 1970 i risultati erano ottimi: tra le 112 persone del villaggio, 40 vennero dimesse. Nicosia si dava da fare per trovare un lavoro e sostenere finanziariamente coloro che lasciavano il villaggio, spesso vittime di stigma sociale. La gente evitava persino i familiari degli ex lebbrosi, che di conseguenza venivano rifiu-

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tati anche dalle loro stesse famiglie. Alcuni preferirono perciò tornare al villaggio di Nicosia. La trasformazione era stata anche religiosa. All’inizio c’erano solo una quindicina di cattolici, ma un po’ alla volta Nicosia portò tutti alla fede. L’ultimo battezzato da don Gaetano risale al 2009. La vita cristiana impostata da don Nicosia era intensa e con tutte le devozioni tipicamente salesiane. Il lebbrosario cominciò a essere frequentato da tante persone amiche: il vescovo Tavares; il gesuita Luis Ruiz e Lancelot Rodrigues, due famosi preti di Macao, divennero grandi amici del lebbrosario, e da lì presero ispirazione per iniziare loro stessi, a partire dagli anni Ottanta, un’intensa opera a favore dei lebbrosi in Cina. E naturalmente l’amico biblista Allegra, che ogni anno vi trascorreva i giorni di Natale e di Pasqua. L’architetto italiano Oseo Acconci costruì nel villaggio di Ka Ho la bella chiesa, intitolata a Nostra Signora dei Dolori, da cui prese un nuovo nome anche il villaggio. Il grande scultore Francesco Messina donò un suo splendido crocifisso bronzeo (alto due metri e sessanta) che giganteggia sul frontale della chiesa e la miniatura della Madonna con Bambino a destra della porta principale. Tanti, tra cui Papa Paolo VI (in ricordo dell’antico servizio del cugino), hanno aiutato il villaggio dei lebbrosi conosciuto ormai in tante parti del mondo. Nicosia si è inoltre meritato l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. I lebbrosi oggi sono guariti tutti e il lebbrosario è stato chiuso e verrà usato per fini culturali. Una decina di ex ammalati vivono in una residenza per anziani. Molti sono persone pienamente realizzate nella società con ruoli di prestigio: professori, impiegati dello Stato, professionisti. Tutti, in un modo o nell’altro, si ricordano del loro “angelo”, don Gaetano, che ha dedicato a loro gli anni migliori della sua lunghissima vita. Gianni Criveller Missionario del PIME a Hong Kong


P

arlare di Giuseppe Falzone, vuol dire parlare di un innamorato della missione salesiana in Madagascar. Non mi stanco mai di leggere i suoi appunti e le sue riflessioni che custodisco come rare perle dei suoi pensieri, contenuti in un volumetto scritto dallo stesso in occasione della sua visita in Madagascar. Grazie a questa pubblicazione, è aumentato il consenso nel cuore della gente e si sono ottenuti frutti migliori. Don Giuseppe Falzone è stato uno dei primi incaricati ispettoriali per le missioni del Madagascar. Le realizzazioni più significative in terra di missione sono state compiute grazie al suo tenace impegno e amore per la missionarietà. Con le sue competenze è riuscito a finanziare e realizzare le opere più significative e impegnative. Nel periodo del suo incarico per il coordinamento delle missioni, siamo riusciti ad inviare una cospicua quantità di grossi containers contenenti un’enorme numero di articoli che venivano richiesti dai missionari, grazie alla generosità della gente di Sicilia, ma soprattutto grazie al costante dialogo che don Giuseppe, manteneva con i benefattori. Tra i molteplici appunti voglio citarne uno intitolato “latte e pesce per la promozione femminile”. Don Giuseppe scrive: «È una giornata come le altre al centro di promozione Femminile dell’Opera Salesiana di Tulear – Madagascar: i nuovi edifici, costruiti con il contributo di organizzazioni non governative Italiane ed estere con le offerte pervenute dalla Sicilia. Sonnecchiano all’ombra di verdi altissimi palmizi, cullati dal vento. Davanti al cancello d’ingresso si snoda una lunga fila variopinta di ragazzini, tutti regolarmente scalzi. Con in mano una boccettina vuota che attende pazientemente di essere riempita. “Di che cosà?”: domando. “Di siero di ricotta.”: mi si si risponde. Attendono che sia pron-

to il siero per averne una piccola quantità da portare a casa e farne il pezzo forte per il pasto della sera». Il siero, assieme alla ricotta al formaggio e alla mozzarella, sono alcuni dei prodotti che il genio inventivo

Al nostro primo incontro, mi disse: “Noi dobbiamo lavorare fianco a fianco, ma se ogni tanto mi arrabbio non dare peso a questo mio carattere, dopo pochi minuti mi passa”. Non si è mai arrabbiato!

di Don Corselli e dei suoi confratelli salesiani ha escogitato per dare dignità e fiducia alle donne del popoloso quartiere di Mahavatse. Don Giuseppe, continua a parlare della grande realizzazione dei nuovi padiglioni della scuola professionale, inaugurati il15 settembre 1996, della nuova sede per la promozione della donna, della lavorazione del pesce e i derivati del latte, di puericultura, di gestione famigliare, di educazione e cultura religiosa, morale e civile.

Abbiamo sempre collaborato soprattutto nella spedizione di parecchi grossi containers, in perfetta armonia e fiducia per la realizzazione di opere in terra di missione e supporto aiuto ai confratelli missionari, raccolta di fondi per aiutare la povera gente. Grazie Giuseppe, per la tua generosità e per tutto il bene che hai seminato per la povera gente. Sei stato e continui ad essere un grande missionario! Un Fraterno abbraccio. Pippo Formisano 17

Per non dimenticare

Giuseppe Falzone: un “singolare” missionario


Cultura Missionaria

Evangelizzare è conversione del cuore

Evangelizzare significa, annunciare il Signore Gesù con parole ed azioni, farsi strumento della sua presenza e azione in tutto il mondo, con la fiducia nella potenza dello Spirito Santo e della stessa verità annunciata o proclamata. Papa Francesco ci rammenta che spesso ci accontentiamo di qualche preghiera, di una messa domenicale distratta e non costante, di qualche gesto di carità, ma non abbiamo questo coraggio di “uscire” per portare Cristo. Evangelizzare, annunciare Gesù, ci dà gioia; invece, l’egoismo ci dà amarezza, tristezza, ci porta giù; evangelizzare ci porta su.

Troppo spesso ci facciamo condizionare dalla prima impressione e dal nostro modo di vedere le cose, una visione troppo negativa o pessimistica; per quanto difficile possa

sto, se non ci lasciamo catturare dal suo Mistero e dalla sua Riconciliazione, che cosa possiamo offrire? Di che cosa parliamo? Come possiamo raccontare di chi non

essere non deve mai impedirci di evangelizzare, che non è condividere idee, è piuttosto condividere una relazione, offrire alle persone l’amicizia con Cristo. Se non siamo appassionati di Cri-

abbiamo mai veramente incontrato? Tutto ciò significa che il primo passo verso l’evangelizzazione è convertire, convertire Noi stessi! Salvatore Zitelli

CENTRO ISPETTORIALE MISSIONI SALESIANE - Via Cifali, 7 - 95123 CATANIA Tel. 095. 7285113 – email: missionisiciliasdb@gmail.com - CCP 1024614669 Cari amici, benefattori e sostenitori delle missioni salesiane, di seguito trovate le indicazioni per sostenere le nostre missioni.

1. Conto Corrente Bancario Rimane quello segnalato la volta scorsa.

CREDITO SICILIANO Centro Ispettoriale Missioni Salesiane IBAN: IT90X0301916906000008006442

2. Conto Corrente Postale

Così come avvenuto per comunicazione a tutti coloro che hanno fatto dei versamenti tramite Posta, ecco il numero di Conto Corrente:

18

1024614669

intestato a Centro Ispettoriale Missioni Salesiane

3. Intestazione Assegni

Per tutti coloro che desiderano contribuire al sostegno delle nostre missioni tramite assegno bancario, al fine di evitare problemi di riscossione da parte degli istituti di credito, ricordo che l’intestazione deve recare questa esatta dicitura, e non altre: CENTRO ISPETTORIALE MISSIONI SALESIANE.

4. Detrazioni Fiscali

Per coloro che richiedono la detrazione fiscale trascrivo di seguito quanto riportato nella “Guida alla nuova legge sulle donazioni per le

Persone Fisiche” per le modalità di erogazione delle detrazioni fiscali. «Per le erogazioni in denaro devono essere utilizzati gli strumenti volti a fornire la rintracciabilità per l’amministrazione finanziaria della donazione effettuata. Nello specifico si richiede che i versamenti siano effettuati esclusivamente utilizzando uno dei seguenti sistemi o intermediari di pagamento: · Banca, · Ufficio postale, · Sistemi di pagamento previsti dall’art. 23 del Decreto Legislativo 9/7/1997 n° 241, e cioè carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari. In ragione di tale logica cautelativa sono certamente da escludersi – dalla deducibilità – le donazioni di denaro contante».


Cultura Missionaria

La sposa bambina

Titolo originale: Ana Nojoom bent alasherah wamotalagah

I

l film racconta la storia di Nojoom, una bambina yemenita che riesce a fuggire dal suo sposo aguzzino, ottenendo il divorzio all’età di 10 anni. Nojoom è stata costretta dalla sua famiglia a sposare un uomo 20 anni più grande di lei nel fiore della sua infanzia, obbligata a ogni sorta di violenza fisica e psicologica. Una pratica tristemente diffusa nello Yemen come in tanti altri Paesi del mondo quella del matrimonio tra una bambina e un adulto, considerata legittima e soddisfacente per la dote derivante. La bambina è riuscita a fuggire dalla sua famiglia, a frequentare la scuola e ad ottenere, la più giovane al mondo, il divorzio. Basato su una storia vera, raccontata nel libro “I am Nujood, age 10 and divorced” di Nojoud Ali e della giornalista Delphine Minoui il film è fortemente autobiografico poiché ripercorre il vissuto della stessa regista, Khadija Al Salami. Fonte: https://www.comingsoon.it

Il coraggio della libertà. Una donna uscita dall’inferno della tratta di Blessing Okoedion con Anna Pozzi prefazione di Dacia Maraini - postfazione di suor Rita Giaretta pp. 128 – € 13,00

Blessing è una giovane donna nigeriana, laureata in informatica, che cerca di costruirsi il suo futuro personale e lavorativo a Benin City. Qui incontra una donna pia […], e un giorno le propone di andare a lavorare per il fratello che gestisce dei negozi di informatica in Europa. Ma una volta arrivata in Italia non c’è nessun negozio di informatica. C’è solo la strada. Si rende conto di essere stata

venduta come una merce per il mercato del sesso a pagamento, come migliaia di altre donne nigeriane. Un inferno.
Si ribella, fugge e denuncia. Viene portata a Casa Rut, a Caserta, dove, grazie all’accompagnamento delle suore orsoline, cerca di ricostruire se stessa, la sua vita, la sua fede. Ritrova dignità e libertà e ora è pronta a spendersi perché altre donne nigeriane trovino la forza e il coraggio di spezzare le catene di questa schiavitù. Da questa volontà di denuncia e di riscatto, nasce il libro Il coraggio della libertà, in cui Blessing racconta la sua vicenda. Scrive Blessing: «Ero completamente stordita, incredula, impaurita, disorientata. Maman Faith mi introduceva al mio nuovo lavoro e alla mia nuova vita in Europa. Una vita in strada. In quel momento ho saputo che ero finita nelle mani dei trafficanti. Che ero diventata la loro schiava. Come

era potuto accadere? Nella mia testa si affollavano tante domande. Ancora oggi non sono in grado di rispondere. Ma ora sono convinta che dovevo passare attraverso quell’esperienza del male per scoprire il vero bene. Per questo ringrazio Dio, perché quello che ho vissuto sulla mia pelle mi permette ora di parlare e forse di liberare altre donne. Sono dovuta scendere nell’abisso per rinascere a una vita nuova». Il testo, arricchito dalla prefazione di Dacia Maraini e dalla postfazione di suor Rita Giaretta, fondatrice di Casa Rut, è scritto a quattro mani con Anna Pozzi, giornalista e scrittrice, che si occupa da molti anni della tratta di persone e delle moderne schiavitù, e che firma all’interno del volume anche un approfondimento sul traffico e lo sfruttamento delle donne nigeriane in Italia. Fonte: www.paoline.it 19


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