Notiziario Giugno 2013

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Sommario Editoriale

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Lettera dell’Ispettore

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Nomins del nuovo Ispettore

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Formazione

Pastorale Giovanile

Animazione Vocazionale

Comunicazione Sociale

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Animazione Missionaria/VIS» Associazioni

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Direttore Responsabile Registrazione: Tribunale di Catania N. 15 dell’11-04-2008

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Famiglia Salesiana

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Dalle case salesiane

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Momenti di Famiglia Guardando altrove

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Felice Bongiorno

Redazione

Felice Bongiorno (coordinatore redazionale) Edoardo Cutuli Domenico Luvarà Giovanni Mazzali Marcello Mazzeo Antonino Rubino

Direzione e redazione

ura g u e! ea z n o n azi aca d e r eV La n o Bu

Via Del Bosco, 71 - 95125 Catania Tel. 095 336369 Fax 095 339720 E-mail: insieme@sdbsicilia.org Sito web: www.sdbsicilia.org

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Scuola Grafica Salesiana Catania-Barriera

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In copertina Palermo: Beatificazione di Don Pino Puglisi. Elaborazione grafica: Andrea Strano.


Editoriale Martirio ed educazione potrebbero, a prima vista, apparire come realtà distanti o per lo meno non immediatamente riferibili l’una all’altra. Un po’ ironicamente qualche educatore, coinvolto in situazioni e contesti di particolare difficoltà e disagio, potrebbe leggere, nell’accostamento delle due parole, una sintesi verisimile del proprio quotidiano. In effetti l’accostamento l’abbiamo vissuto, a livello di società e di chiesa, recentemente nella beatificazione di don Pino Puglisi, ufficialmente martire e fuori di ogni dubbio educatore. “(…) egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero ha dato spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli” (Benedetto XVI, 3 ottobre 2010, Discorso nella Chiesa Cattedrale di Palermo). Con un tocco sintetico Benedetto XVI, nella sua intensa visita in Sicilia, ha evidenziato l’impegno educativo di don Pino sia dalla prospettiva dei ragazzi e dei giovani che dalla prospettiva della famiglia e delle sue responsabilità educative ed evangelizzatrici. In effetti dalla sua biografia si evince con chiarezza che, in tutti i suoi numerosi incarichi, costante è stata la sua attività educativa nei confronti dei ragazzi e degli adolescenti. Dagli anni ’70 dello scorso secolo fino alla morte il 15 settembre del 1993 ha ininterrottamente insegnato Religione prima nella scuola media e poi nel liceo. Chi lo ha conosciuto da vicino mette in evidenza alcune caratteristiche che parlano in modo inequivocabile all’educatore di oggi. Una sua studentessa rintraccia alcuni elementi fondamentali nella sua interpretazione dell’impegno educativo. In primo luogo don Pino puntava sulla “persona” e al ruolo dell’educazione come ex-ducere, “tirare fuori”, aiutare il ragazzo e il giovane a scoprire le sue potenzialità, le sue ricchezze, grazie ad un atteggiamento di attenzione, di dialogo, di ascolto, di empatia. A don Pino piaceva indagare sul significato di persona intesa, secondo la visione antica, come “maInsieme

schera” indossata dall’attore, anche per poter amplificare la sua voce ed essere più facilmente ascoltato. Riferisce sempre la stessa studentessa: “La persona, quindi, ci diceva 3P, è colui/colei che riesce ad esprimere, ad amplificare la voce che viene da dentro tutto il suo potenziale di umanità. Per questo è importante ascoltarsi, conoscersi ed educarsi al silenzio interiore, in modo da sentire questa ricchezza profonda che vuole espandersi, che ha bisogno di venire fuori”(E.M. Mortellaro-Carlo Aquino, Padre Pino Puglisi il Samurai di Dio, pag. 79-80). Un secondo aspetto si riferisce allo sfociare dell’itinerario educativo nell’umanità di Gesù, con una visione integrata che collega il discorso educativo con l’esperienza di fede: “La speranza è Cristo e il testimone lo indica logicamente attraverso una propria vita orientata verso Cristo. Molti giovani purtroppo continuano a non avere senso della propria vita perché non hanno trovato in noi questo orientamento preciso, chiaro nei confronti e verso Cristo”(V. Bertolone, La sapienza del sorriso, pag. 34). L’ultimo accenno al “noi” che si riferisce nel contesto ai sacerdoti e, in senso più ampio, agli educatori, diventa provocazione e invito, stimolo forte, quasi implorazione da parte di un educatore che ha testimoniato nel sangue la sua passione per l’uomo e per Dio. Nell’anno dedicato all’educazione, nel percorso di avvicinamento alla celebrazione del Bicentenario della morte di don Bosco, si arricchisce di una profezia urgente, incalzante, il grido della gioventù, della società, della Chiesa stessa che ha bisogno di testimoni, di persone che non rifiutano la fatica, che accettano di misurarsi sul campo. Si tratta in fondo di vero martirio quotidiano, dove l’amore si fa concreto, si protende e talvolta viene ferito e sanguina. Do n G ia n ni Ma z za l i

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Messaggio del Rettor Maggiore DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO Via della Pisana, 1111 – 00163 ROMA Tel 06.6561.21 – e-mail: pfrisoli@sdb.org

All’Ispettore ed ai membri del Consiglio ispettoriale Ispettoria “San Paolo”, ai Direttori ed ai confratelli delle Comunità Salesiane della Sicilia e della Tunisia, ai membri della Famiglia Salesiana. NOMINA DELL’ISPETTORE DELLA ISPETTORIA ITALIA SICILIA “SAN PAOLO”

Vi comunico con gioia che il Rettor Maggiore, con il consenso del Consiglio Generale, ha nominato DON GIUSEPPE RUTA Ispettore dell’ IspettoriaItalia Sicilia “San Paolo” per il sessennio 2014-2020. Don Ruta ha accettato in spirito di obbedienza questo incarico che assumerà al termine del mandato di Don Gianni Mazzali, nel prossimo mese di gennaio. Ringrazio, a nome del Rettor Maggiore e del Consiglio Generale, i confratelli che hanno offerto la loro collaborazione, partecipando numerosi alla consultazione. E’ anch’essa sicura fonte di incoraggiamento fraterno per il nuovo Ispettore. A tutti voi ed ai vostri giovani l’augurio di ogni benedizione del Signore per intercessione di Maria SS.ma Ausiliatrice e dei Santi Salesiani che dal cielo accompagnano il cammino della nostra Congregazione. In Don Bosco aff.mo. Roma, 8 giugno 2013

Consigliere Regionale per l’Italia e il Medio Oriente

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Don Ruta, nato il 30 gennaio 1959 a Modica, Italia, è entrato nel noviziato salesiano di Lanuvio nel 1974 emettendo i voti come salesiano di Don Bosco il 12 settembre 1975 e la professione perpetua nel 12 settembre 1982 a Roma, presso la Casa Generalizia. Ordinato sacerdote nel 1986, ha pre-

stato il suo servizio dapprima nella casa salesiana di Barcellona Pozzo di Gotto (Italia), poi a Messina e Catania, ricoprendo – in queste ultime 2 comunità – anche l’incarico di Direttore. Laureatosi in Teologia Catechetica presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, ha poi insegnato dal 1990 fino all’attuale anno accademico presso l’Istituto Teologico San Tommaso di Messina; qui è stato anche Preside e Direttore della comunità. Consigliere ispettoriale dal 2003 al 2009 e dal 2011 ad oggi, don Ruta assumerà l’incarico nel gennaio 2014. D a : A NS . Insieme


Pr im o s aluto di Don P ipp o ai confr atel li Carissimi confratelli, sto cercando di atterrare dopo l’esperienza dell’obbedienza accettata nell’Anno della fede che per me è speciale sotto tanti punti di vista: Grazie della vostra fiducia e del vostro affetto che vanno ben oltre le mie risorse e benevolmente comprensivi dei miei limiti. Un saluto a tutti da parte del Rettor Maggiore e di Don Frisoli che mi hanno accolto e incoraggiato. Non mi sono sentito solo in questo momento che mi cambia la vita e non sono solo: la forza di Dio e della Vergine ausiliatrice e il sostegno dei confratelli, dell consorelle FMA, dei membri della Famiglia Salesiana, degli educatori salesiani, delle famiglie e dei giovani mi incoraggiano ad andare avanti. Tra i tanti messaggi augurali belli, significativi e toccanti mi piace riportare quello di un giovane: «il mio augurio - egli dice - è quello di continuare a guardare i giovani con gli occhi di Don Bosco, di continuare a sorridere con il suo stesso sguardo, di continuare a sopportare con la sua stessa pazienza di poter operare come un pastore con il suo gregge, di poter amare chiunque e comunque, al di là dei torti e delle mancanze...» «il mio augurio - egli dice - è quello di continuare a guardare i giovani con gli occhi di Don Bosco, di continuare a sorridere con il suo stesso sguardo, di continuare a sopportare con la sua stessa pazienza di poter operare come un pastore con il suo gregge, di poter amare chiunque e comunque, al di là dei torti e delle mancanze...» Così sia! P.S. Se ho mancato di rispondere personalmente a chiamate telefoniche, SMS o e-mail, domando scusa... e cercherò di rimediare in qualche modo... Grazie!

Ring raziamento al Rettor Maggiore

L a r ispost a del R et t or Maggiore

Carissimo Don Pascual, anche se con qualche giorno di ritardo, mi faccio vivo per dirLe grazie della fiducia e soprattutto dell'incoraggiamento dimostratomi nell'assumere questa nuova missione. Non le ho nascosto i miei sentimenti e i miei pensieri, nella speranza che siano schietti e sinceri, in sintonia con il cuore di Dio. Ho fatto esperienza dello spirito di famiglia che voleva Don Bosco per i suoi figli e della paternità del Suo successore e dei membri del Consiglio Generale, in particolare del carissimo don Pierfausto. Deo gratias et Mariae! Ho portato i Suoi saluti ai confratelli che ho incontrato, ho invitato a pregare per Lei, mentre chiedo per me e per questa terra di Sicilia un ricordo particolare nella preghiera e una benedizione speciale. Voglio bene a Don Bosco e a Lei. Che Maria Ausiliatrice non permetta che si spenga il fuoco che sento dentro di me in questi giorni di smarrimento e di stupore. Grazie! Pippo Ruta

Carissimo don Pippo,

Insieme

ti saluto con il cuore di don Bosco rinnovandoti la mia riconoscenza per aver accettato il bellissimo mestiere di incarnare il nostro amato padre Don Bosco nella Ispettoria della Sicilia, che altro non è il mestiere dell'Ispettore. Proprio questa mattina, nell'apertura dell'incontro con i nuovi ispettori, dicevo che l'essere ispettore è una grazia, un vero dono del Signore, che comporta pure la responsabilità di interpretare il più fedelmente don Bosco. So che la tua nomina è stata accolta con grande gioia da parte dei confratelli e che hai ricevuto tanti messaggi di auguri e di disponibilità per collaborare nel rendere presente con gioia, generosità e fedeltà il carisma di don Bosco nella Sicilia. Sai che puoi contare sempre sulla grazia di Dio, che ci basta per il compito a noi affidato, ma anche sulla vicinanza e sostegno dal Successore di don Bosco e del Consiglio Generale. Affido, ancora una volta, la tua persona, il tuo ministero, la tua ispettoria, alla cura e guida materna di Maria Immacolata Ausiliatrice. Un abbraccio forte e la mia benedizione. don Pascual Chávez V., sdb Rettor Maggiore

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Lettera dell’Ispettore

Educare alla complessità, dialogando

Cari Amici, in primo luogo rivolgo a Don Pippo Ruta il mio saluto affettuoso, facendogli i più fraterni auguri per il suo mandato prossimo di guidare i salesiani di Sicilia e di incarnare Don Bosco. Riprendo il dialogo con voi, attraverso le pagine di insieme. L’anno sociale, in particolare quello educativo e scolastico, giunge al termine. Si è in clima di smobilitazione, di ritmi da ricalibrare, per gli studenti di esami e di vacanza. Molte nostre opere si stanno impegnano nelle ultime fasi di organizzazione del GREST. A livello di progetti e di programmi si tirano le somme, si tentano alcune verifiche. Quest’anno l’impegno è stato forte sui temi educativi e in tutti i nostri ambienti, nei modi più svariati, abbiamo cercato di guardare a don Bosco educatore e a rileggere con le categorie odierne un metodo educativo che conserva, basti accennare la prevenzione, tutta la sua attualità. Scartabellando tra le mie carte ho ritrovato una riflessione su di un fatto che ha fortemente messo in crisi la mia identità di educatore e mi ha rivelato le luci e le ombre dell’animo di un animatore : il suicidio di una ragazza animatrice dell’oratorio. Ve la presento augurandomi che possa motivare il nostro impegno educativo con quella concretezza che ci fa accettare i nostri limiti e i nostri errori. Ritorna spesso nel dialogo con gli amici, con i giovani che l’hanno conosciuta il suicidio di V. Ora, a distanza di anni, il parlarne non è più così imbarazzante, i condizionamenti meno accentuati, la mente in parte più serena, l’emotività lascia più spazio alla riflessione. I fatti nudi e crudi portano a concludere che V. si è tolta la vita per non separarsi da un cane, a cui era affezionata; ha preferito terminare la sua esistenza piuttosto che affidarlo al canile, dopo un’accesa discussione in famiglia. Ha lasciato gli affetti familiari, il suo ragazzo,

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gli amici con cui “spensieratamente” aveva trascorso la serata, i tanti ragazzi dell’Oratorio...una denuncia, una provocazione, un grido di disperazione?! Dopo qualche tempo sento maggiormente l’insidia della retorica e il bisogno di verità, di ricerca faticosa e provo, sconfiggendo i luoghi comuni, ad entrare nella tragedia di V. per capire ed imparare. Mi rendo conto di addentrarmi in un mistero fitto, intricato qual’é quello della vita e della morte, delle ragioni per vivere e per morire, del diritto di stabilire ciò che vale di più e ciò che può essere sacrificato per un amore più grande, per un valore irrinunciabile. Ho provato ribellione e sconcerto quando percepivo una frase sussurrata da tanti: “E’ morta per un cane...”. Mi rendo conto di quanto superficiale sia ora pronunciare un giudizio così evidente, perché comincio ad intravedere, di un’evidenza che mi sconcerta, che V. non è morta per il suo cane, ma in fondo per se stessa, per una sua idea, per una sua convinzione così tenacemente radicatasi nella sua personalità da condizionare la sua vita prima e da inchiodarla alla morte poi. Valeria non ha potuto fare altro che sradicarsi, a poco più di vent’anni, dalla vita, per un suo modo tutto personale, originale di concepire la vita, di dare importanza e valore alle forme di vita, ed in primo luogo agli animali. Il paradosso sta proprio qui, va affrontato con coraggio per tentare di capire : quella ragazza che non ti permetteva di schiacciare una formica, che diventava intrattabile nel difendere l’insindacabile diritto alla vita di un fastidioso moscerino, ha deciso lei stessa di far violenza alla propria vita, di schiacciarsi, di eliminarsi. Molti anche in questo caso, come in altri, quasi per esorcizzare un avvenimento scomodo, provocante in mille maniere, sono ricorsi alla soluzione dell’eroe-suicida : V. è stata una donna coraggiosa, che non si è piegata, che non ha accettato di adeguarsi e che ha pagato di persona fino in fondo, fino all’estremo sacrificio : una denuncia alla società che vale anche il sacrificio della propria vita. Questo non Insieme


è essere rinunciatari, è essere eroi. Rispetto chi sinceramente la pensa così, ma sento quasi una costrizione interiore a non fermarmi, ad andare più a fondo, ad interrogarmi spietatamente sulla vita e sulla morte, sulla responsabilità di accettare di vivere in un contesto complesso, sulla complessità della verità stessa, sulla trasmissione dei valori. V. ha sbagliato a togliersi la vita, pur pensando di fare una cosa giusta, anzi l’unica cosa giusta e onorevole che le rimaneva da fare, perché, crescendo, ciò che era una preferenza, una inclinazione naturale, una sua sensibilità particolare, è diventata una verità insindacabile, un dogma, un’ossessione, una verità impazzita perché troppo semplice, troppo evidente a lei, senza complessità, senza sfumature, senza dubbi; una luce così abbagliante che l’ha accecata. Una piccola verità sigillata che è diventata la sua tomba. E qui...mi sconcerta la riflessione educativa, l’analisi sociale delle responsabilità, dei comportamenti : forse abbiamo lasciato troppo sola V., chiusa nella sua verità-ossessione, per timore di contraddirla, per un falso rispetto, per un errato concetto del pluralismo, per non inquietarla, per non crearle e crearci problemi. Eppure è proprio questo che l’educazione comporta, perché è trasmissione, è travaglio, è contrasto, è ricerca, è sintesi, ma anche antitesi di verità. Genera gioia, ma ti attende nel dolore, nella frustrazione, anche talora nella disperazione. Non siamo riusciti a trasmettere a V. che l’amore è una realtà complessa, che l’amore per gli animali è solo un aspetto dell’amore, ma va armonizzato con tanti altri amori, che è un amore relativo, vissuto in modi diversi, disconosciuto da taluni, importante, ma non assoluto. Non siamo riusciti a metterla in crisi nei suoi isterismi in difesa dei moscerini, anzi forse talvolta l’abbiamo assecondata, vittimizzandoci per la nostra insensibilità, ed ora, sconcertati, piangiamo le sue stroncate potenzialità di amore. Ora, più responsabilmente, siamo in grado di capire che la verità è più un dovere che un diritto, è più una fatica che un possesso, è più travaglio che non certezza, è ricerca continua e non possesso consolidato. Capire la vita, il dono della vita, le ragioni del vivere e del morire, del gioire, del soffrire, significa accettare la sfida della verità, il costante bisogno di senso che c’è dentro ciascuInsieme

no di noi, in ogni stagione dell’esistenza, nella giovinezza e nella vecchiaia egualmente. Ho pensato spesso ai genitori di V. ed ho cercato di immaginare il dolore, la tragedia, il senso di vuoto in cui si sono improvvisamente trovati, dopo quella sera, quel battibecco che doveva essere uno dei tanti e che invece ha innescato l’imprevedibile. V. li ha sfidati con la sua piccola ma dirompente verità, quasi un giudizio perentorio sulla loro capacità di amore, di tolleranza, di accettazione; ne saranno segnati per sempre con un peso come un macigno, pur non essendoselo meritato, pur avendo amato e donato, anch’essi alla ricerca di senso e di felicità. Si aggiungono a quella lunga schiera di padri e di madri, giudicati tragicamente dal suicidio dei propri figli, senza potersi permettere un’ultima spiegazione, un chiarimento, una possibilità. Scrivere sull’educazione, riflettere sui comportamenti è certamente cosa più facile che misurarsi nel concreto, con l’imprevedibile, con situazioni che mutano, che si complicano, che si trasformano in bene o in male con sorprendente rapidità. Tuttavia è segno di saggezza saper imparare dall’esperienza. Proviamoci insieme: - Educare è accettare di misurarsi nel dialogo - Educare è accettare di misurarsi con la complessità. E du car e è ac cet tar e d i m i sur ar si n el d i al o go Ricordo un episodio significativo a scuola. Durante l’intervallo di metà mattinata vengo assalito dal nugolo vociante dei miei allievi, che denunciano un fatto per loro gravissimo : il pesante insulto di un insegnante nei confronti di uno di loro e dei suoi familiari. Conoscevo bene il collega per sapere che non intendeva nulla di tutto ciò, anche se le parole o il tono potevano sembrare offensivi, d’altro canto i ragazzi avevano sentito e...interpretato in un certo modo. Li assecondai , accettando di parlarne in classe e dando a tutti l’opportunità di esprimersi liberamente. Il dialogo fu franco, ma fu interessante notare con quante diverse sfumature il fatto fosse interpretato dai ragazzi stessi; la conversazione, spesso vivace, consentì a tutti, me compreso, di confrontarsi, di verificare e di valutare e di avvicinarsi alla verità.

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Come reagire di fronte alla frase :” Se non mi compri la moto non mi vuoi bene”, quando questa sembrerebbe una sconfessione di tutto il nostro sforzo educativo? E’ importante evitare di rompere, reagendo con la violenza dell’orgoglio ferito, dell’amara delusione, imponendosi di parlarne, di dialogare. E dialogare significa in primo luogo disponibilità a capirsi reciprocamente nei propri desideri, nelle proprie prese di posizione, nelle preclusioni: il perché profondo di una richiesta così perentoria e il perché sofferto di un diniego. La “voglia di moto” come desiderio di piena integrazione nel gruppo dei coetanei e paura di esserne emarginato, richiede attenzione da parte dei genitori per entrare nei bisogni profondi, nelle tensioni, nelle prospettive tipiche dell’età, senza rifiutare le contraddizioni, le incongruenze, anche quelle che paiono addirittura vere assurdità. E nel dialogo è importante consentire anche al ragazzo, all’adolescente di misurarsi con motivazioni diverse dalle sue, con le preoccupazioni di chi gli vuol bene, con un orizzonte cioè più ampio di quello delle sue esigenze, dei suoi bisogni immediati, forse delle sue pretese. Dialogare in fondo è dare il più ampio spazio alla verità, mettendo sul tappeto le tante e parziali verità di ciascuno. Ed u c a r e è a c c e t t a r e d i m i s u r a r s i c o n la c o m ple ssi tà . La realtà oggi è certamente complessa, ma i percorsi vitali di ciascuno possono correre su traiettorie estremamente semplificate, al punto tale da essere quasi assolutizzate. Si irrigidiscono i gusti, le mode, le frequentazioni, le amicizie, addirittura i linguaggi, col rischio di costituire monadi isolate di valori e di comportamenti, quasi compartimenti stagni, senza alcuna comunicazione tra di loro. Ne nascono fenomeni di accettazione e di rifiuto, che condizionano il costume, creano barriere mentali e inducono a comportamenti standardizzati. E’ logico quindi porsi in tale contesto il problema della libertà, chiedendosi se il clima libertario che soggiace a tali comportamenti, non rischi di minare alla base quello spazio autentico di limitata libertà che è consentito a ciascuno di noi. L’abbigliarsi in un certo modo risponde più propriamente ai condizionamenti di massa che al seguire liberamente il proprio gusto, anche se così paradossalmente appare. La prepotenza dell’uso indiscriminato del mezzo televisivo tende a livellare, ad appiattire i comportamenti di massa monopolizzando informazione, spettacolo, cultura... e scoraggiando la più libera, ma più impegnativa ricerca personale, attraverso l’indagine e la selezione. Un saggio educatore, un saggio genitore non può sottovalutare tutto ciò, se non corren-

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do il rischio di trovarsi poi, ahimè troppo tardi, di fronte a comportamenti aberranti. Educare in questo specifico contesto corrisponde proporzionalmente allo sforzo di evitare le assolutizzazioni e le semplificazioni del pensiero e dell’agire. Viziare i propri figli significa in effetti impedire loro di rapportarsi con un mondo difficile, complesso, eterogeneo. E ciò non equivale automaticamente ad esporre i figli a tutti i messaggi, a tutti gli stimoli, incoraggiandoli a fare tutte le esperienze, senza aiutarli a valutare, a capire e quindi ad agire. Significa piuttosto indurli a mettere in discussione ciò che essi, grazie ai massicci condizionamenti, danno per scontato; si tratta di un lavoro quotidiano, paziente, costante che necessità di tempo dedicato, di spazi di dialogo, di discussioni anche accese, non certo di rapporti sommari e sbrigativi. Vale la pena dedicare tempo ai capricci dei figli costringendoli, magari rischiando un po’ di benefica esasperazione da parte loro e da parte nostra, a pensare e solo successivamente ad agire. E’ un compito lungo, diuturno, non immediatamente gratificante, ma rivelatore di fiducia nelle risorse della ragione, della volontà, della libertà, del buon senso, così frequentemente negletto oggi. Era evidente che, a stragrande maggioranza, i ragazzi del gruppo non avevano accettato con entusiasmo il programma di una escursione in montagna, nella certa previsione di doversi sottoporre alla fatica di alcune ore di cammino. Avvertivo una certa sorda opposizione, che si palesava con domande ironiche o provocatorie. Non reagii, facendomi internamente violenza, anzi informai i ragazzi che avremmo fatto solo una tappa, a metà percorso. Le lamentele furono innumerevoli, le stanchezze denunciate insopportabili, al punto tale che per un istante temetti un ammutinamento. Dopo tre ore di cammino, con musi lunghi e sbuffanti, raggiungemmo il rifugio. L’ambiente nuovo e familiare fugò ogni stanchezza, ogni torpore. C’era grande euforia, voglia di cantare, di condividere in uno spazio ristretto. Mi fu facile allora, seduti attorno ad un tavolo nella cucina del rifugio, riflettere con i miei ragazzi sul valore della fatica e del fare ciò che non è immediatamente appetibile. Ebbi la certezza, anche dalle loro evidenti reazioni, che avevano compreso benissimo perché la fatica l’avevano fatta e, seppur contro voglia, erano stati messi in condizione di farne direttamente esperienza e di confrontarsi con essa.

Insieme


Dal 28 aprile all’1 maggio 2013 presso il Noviziato Internazionale Salesiano di Genzano si è svolto l’incontro nazionale tra prenovizi e novizi. Quest’anno l’evento ha visto un aumento del numero dei partecipanti, infatti vi erano cinquanta partecipanti tra novizi e prenovizi e circa quindici formatori. L’evento che ormai da consuetudine viene riproposto ogni anno, ha fatto sì che fra i novizi e i prenovizi si instaurasse fin da subito uno splendido clima di famiglia, secondo lo stile salesiano. Un evento che è iniziato e si è concluso

Genzano: Novizi e prenovizi siciliani.

con la celebrazione dell’Eucarestia, questo ha fatto sì che il nostro incontro con Gesù fosse al primo posto, così poi da fare insieme comunione. Il tutto è iniziato domenica pomeriggio con il momento di presentazione da parte di don Luca Barone,animatore vocazionale dell’ICP che ha coordinato le giornate, seguito dal silenzio personale che in serata si è trasformato in una stupenda fraternità, dove i partecipanti hanno presentato l’attività svolta nei noviziati e nei prenoviziati. L’evento non ha fatto mancare momenti formativi e cruciali per entrambi le parti: la “ruota” tra prenovizi e novizi, e poi solo tra prenovizi. C’è stata l’opportunità di visitare la città Eterna, Roma, partendo dalla Basilica del Sacro Cuore, guidati da don Francesco Marcoccio, ripercorrendo i luoghi in cui è stato don Insieme

Bosco, il tour si è concluso nel pomeriggio con la visita in Vaticano e alla fine della visita alla Basilica di San Pietro, presso la Cappella del Pellegrino, sempre in Vaticano, il Card. Angelo Amato, prefetto per la Congregazione delle Cause dei Santi, ha presieduto l’Eucarestia e durante l’omelia ha fatto un quadro dei Santi della famiglia salesiana. Durante il faccia a faccia abbiamo avuto la presenza di tanti ospiti, che hanno trascorso con noi brevi momenti del “Faccia a Faccia”: Don Leonardo Mancini,Ispettore ICC, ha celebrato con l’Eucarestia giorno 29; il Sig. Jean Paul Muller, Economo generale, ci ha fatto dono della sua esperienza vocazionale durante una buonanotte; Don Francesco Cereda, Consigliere per la formazione, che ha concluso con noi questo splendido evento presiedendo l’Eucarestia finale. Ci siamo lasciati con l’impegno di rimanere vicini nella preghiera, con l’augurio che il Signore ci guidi attraverso il progetto che è stato preparato per ciascuno di noi. Pertanto facciamo un invito a tutti i giovani, che sono in un cammino di discernimento, di seguire Gesù perché solo Lui mette dentro il cuore di ognuno la gioia eterna, di avere costanza nella preghiera affinché faccia “violenza” nel cuore di Dio. E di affidarsi continuamente alla Vergine Maria, un “ala” donata da Dio (da Lui stesso utilizzata per donarci il suo figlio Gesù) ad ogni uomo di buona volontà, così da raggiungere quello che chiediamo. Pi er pao lo e Roc c o

éGenzano: Novizi e prenovizi italiani.

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FORMAZIONE

Faccia a faccia


FORMAZIONE

Domanda per il noviziato bro di Andrea Tornelli “Francesco Insieme” “Il clima di famiglia, di accoglienza e di (cap. 9, pag. 142): fede, creato dalla testimonianza di una co«Lo sguardo del papa è positivo: ‹‹Non munità che si dona con gioia, è l’ambiente cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezpiù efficace per la scoperta e l’orientamento za che il diavolo ci offre delle vocazioni” (Cost. 37). I n o s t r i n o v i z i d a T o r i n o ogni giorno; non cediamo Giorno 28 Maggio alla presenza dell’Ispettore, La festa di Maria Ausiliatrice è al pessimismo e allo scodella comunità della Salet- un’opportunità e un dono che ci vie- raggiamento: abbiamo la te e dell’Ispettorato, i no- ne offerto in quest’anno di noviziato. ferma certezza che lo SpiQuesto anche per merito di un’Ispetrito Santo dona alla Chiestri due prenovizi, Piertoria che ci guida e accompagna nella paolo Galota e Rocco Ta- formazione. Il gesto più piccolo, più sa, con il suo soffio possca, hanno consegnato la vero e più sincero che potevamo fare sente, il coraggio di persedomanda per l’ammissio- è stato il ricordarvi nella preghiera verare e anche di cercare ne al Noviziato; durante la nei vari luoghi del carisma del nostro nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il celebrazione dei Vespri i Padre Fondatore. I Becchi, Castelnuovo Don BoVangelo fino agli estremi due hanno ufficialmente sco, Mornese, Chieri, Morialdo e Valespresso il loro desiderio docco sono stati occasione per riflet- confini della terra››. Non di poter continuare il lun- tere e mettersi in ascolto per ricerca- manca un incoraggiamento ‹‹alla metà di noi›› che go cammino intrapreso il re la volontà di Dio. Un ringraziamento particolare al- ‹‹siamo in età avanzata››: 15 Settembre! Una giornata ricca di emozioni l’Ispettore e alla Comunità Ispettoria- ‹‹La vecchiaia è la sede della sapienza della vita… dunque a partire dal- le che ci sostiene nella formazione. Salutandovi con affetto fraterno, Doniamo questa sapienza l’omelia di don Gianni vi chiediamo di accompagnarci con la che con parole significati- preghiera in questiultimi mesi di no- ai giovani, come il buon vino che con gli anni dive e forti sul senso della vi- viziato. G . C a rd ac io t t o e A . P a lm a venta più buono». Che dita consacrata. È seguita re ancora di più? Adesso il la consegna delle domande tempo stringe e i nostri due amici sono chiada parte dei prenovizi e ovviamente conclumati sempre più a fare discernimento. Un dendo con una cena semplice e ricca di fraparticolare ringraziamento va alla comunità ternità dove tra barzellette di don Di Maudella Salette che ha seguito Rocco e Pierro, più giovane di sempre, e ricordi di tempaolo ma soprattutto a don Luigi che, sempi passati, la familiarità ha preso il sopravenpre attento ai bisogni dei nostri eroi, si è to! Prima dell’immancabile taglio della torsempre reso disponibile ad ascoltare dubbi, ta con l’Ispettore e i due prenovizi, il quasi domande e crisi esistenziali. Adesso la palla patriarca della nostra Ispettoria, don Rodolpassa a noi! Eh sì, anche noi siamo chiamafo Di Mauro ti a pregare per questi due giovani che nel si(che il 16 maglenzio cercano di ascoltare la voce del buon gio ha compiuDio che parla a loro. Quindi impegniamoci to la bellezza di affinché possa la nostra preghiera e il nostro 95 anni) ci ha pensiero raggiungerli e accompagnarli nel fatto dono delloro cammino. Ancora auguri e che il manto la lettura di un di Maria Ausiliatrice possa sempre avvolgerbrano di Papa vi e proteggervi. Francesco Catania-Salette: Il Sig. Ispettore, tratto dal liS. Cortesiano e P. G. Pierpaolo e Rocco.

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Insieme


Il ventotto aprile, nella Chiesa del “San Tommaso” di Messina, Scuderi Cristian, Akinyemi Matthew e Taban Charles hanno ricevuto il ministero dell’accolitato e Ieva Giuseppe e Shauri Pascal il ministero del Lettorato, dall’Ispettore ISI D. Gianni Mazzali. Con il ministero dell’accolitato ci è stato affidato il compito di aiutare i presbiteri nello svolgimento delle loro funzioni durante la celebrazione Eucaristica. Inoltre, come ministri straordinari possiamo distribuire l’Eucarestia a tutti i fedeli, anche infermi. L’ac-

Messia-S. Tommaso: Accoliti e lettori.

colitato, pertanto, si qualifica principalmente per un rapporto sempre più intenso e privilegiato con l’Eucarestia. Esso ci impegna sempre più fortemente a servire Cristo e la Chiesa, “come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti”(Mt 20,28); ci

stimola a vivere sempre più come Cristo Buon Pastore, per essere suoi testimoni, nell’annuncio della sua parola e nella donazione del suo Corpo. Adesso l’Eucarestia diventa la forma della nostra vita: ascolto assiduo, attento e meditato della Parola di Dio, servizio svolto all’altare, spirito di carità verso il prossimo. Con il Ministero del Lettorato la Chiesa, nella persona del Vescovo, ci affida il compito di proclamare la Parola di Dio nelle Celebrazioni Liturgiche e di annunciarla in particolare a tutti coloro con i quali viviamo ogni giorno anche con la coerenza della vita. Ci impegna altresì ogni giorno a leggere e meditare il Testo Sacro in modo assiduo, per crescere in conformità al volere di Dio divenendo così fedeli annunciatori della Sua gioia ai nostri fratelli. Si tratta di una tappa importantissima nel nostro itinerario di formazione che ci permette di essere partecipi di quel servizio alla Parola che sarà svolto senza alcuna riserva con l’ordinazione diaconale e presbiterale. La giornata di festa ha trovato un momento significativo, anche nella festa fatta insieme ai confratelli, ai parenti e alla nostra comunità salesiana, impreziosita dai canti in numerose lingue e dal ricordo degli eventi principali della nostra vita comunitaria. Ringraziamo il Signore per i suoi continui doni. P as c al Sha ur i

Ordinazione diaconale MESSINA – Sabato 8 giugno alle ore 17.00, presso la Concattedrale del SS. Salvatore di Messina, Mons. Calogero LA PIANA, Arcivescovo di Messina, ha ordinato diaconi 5 giovani salesiani della Comunità salesiana “San Tommaso” di Messina: Frédréric Murindangabo e Vital Nzaysenga dell’Ispettoria AGL, Emilio Stasi e Samson Pjetraj dell’Ispettoria IME e Bhushan Paul Xalxo dell’Ispettoria INN. Insieme

I 5 giovani salesiani sono giunti a questa meta al termine di tre anni di formazione teologica presso l’Istituto Teologico “San Tommaso”. La celebrazione, che ha visto la partecipazione di numerosi confratelli salesiani sia dell’ispettoria sicula sia dell’ispettoria meridionale (compresi i due ispettori, don Gianni Mazzali e don Pasquale Cristiani), oltre ad alcuni altri sacerdoti provenienti da vari

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FORMAZIONE

Conferimento dei Ministeri


FORMAZIONE

ambienti, è stata un momento di forte grazia. I 5 nuovi diaconi hanno scelto come frase-motto dell’ordinazione un versetto del Salmo 99: «Servite il Signore nella gioia». Il servizio, se vero, richiede amore e gioia perché «Dio ama chi dona con gioia» (2Cor 9,7). I giovani salesiani ordinati diaconi hanno manifestato la loro gioia di darsi al Signore tra i figli di Don Bosco: sono diaconi, sì, ma sono anche e soprattutto “salesiani”. È una gioia che nasce dal sentirsi chi-amati perché amati dal Signore della vita. Riscoprendosi amati da Lui, non si può non rispondere a questo amore, servendolo con gioia. Nel ringraziamento finale, i neo-diaconi hanno lanciato l’invito a non esitare e a rispondere con prontezza alla chiamata del

Messia-Domenico Savio: I Diaconi.

Signore. L’augurio ora è che i nuovi salesiani diaconi possano vivere pienamente il dono ricevuto e sappiano essere annunciatori autentici e testimoni credibili dell’amore di Dio ai giovani che incontreranno lungo il loro cammino da consacrati a servizio della Chiesa e della Congregazione Salesiana.

Ordinazione presbiterale di Enrico

A S. Agata di Militello il 29 giugno 2013 Don Enrico Giuseppe Frusteri Chiacchiera sarà ordinato Presbitero per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Ignazio Zambito Vescovo di Patti

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Insieme


ESPERIENZE ISPETTORIALI

Domenica, 7 aprile, si è svolta la Festa Ragazzi a Catania con la partecipazione di 1400 ragazzi e accompagnatori, sul tema dell’amicizia. A seguire troverete un articolo che presenta nel dettaglio l’evento regionale. Dal 20 al 21 aprile tutti gli adolescenti e giovani che lungo l’anno hanno partecipato ai vari percorsi vocazionali si sono ritrovati insieme in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che abbiamo vissuto insieme a San Gregorio con la partecipazione di un centinaio di partecipanti che hanno vissuto due giorni di riflessione, preghiera, confronto e animazione sul tema: Progetta con Dio, abita il futuro. Il 4 e 5 maggio a Roma Sacro Cuore si è svolta la terza ed ultima Consulta Naziona le del Movimento Giovanile Salesiano, tavolo che vede la presenza dei delegati di ogni ispettoria per i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice e i giovani. All’ordine del giorno c’è stato come tema principale il Confronto Nazionale MGS che si terrà a Torino dal 10 al 16 agosto. Il 18 e 19 maggio a Catania si è svolta la quarta e ultima Consulta regionale MGS. All’ordine del giorno oltre la verifica dell’anno pastorale c’erano il tema della notte bianca che si realizzerà in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù il 27-28 luglio e la preparazione della grande festa del 3 novembre in cui ragazzi, giovani e adulti daranno il benvenuto all’urna di don Bosco in Sicilia.

Dal 17 al 19 maggio e dal 30 maggio al 2 giugno, più di 1200 tra atleti, tecnici e accompagnatori si sono ritrovati a Kastalia (RG) per vivere le tradizionali PGSiadi. Oltre i momenti sportivi, i partecipanti sono stati invitati a riflettere sulla figura di Padre Puglisi sul tema “E se ognuno fa qualcosa… allora si può fare molto”. Momento centrale ovviamente è stata la celebrazione eucaristica e le confessioni. Dal 2 al 3 giugno, a Montagna Gebbia si sono svolte le verifiche pastorali dei vari ambienti educativi: scuola, formazione professionale, oratorio, parrocchia. Insieme alla verifica, si è anche avviata la riflessione circa la programmazione del nuovo anno. Dal 9 all’11 si è svolto il campo vocazionale a Casa Tabor. A seguire troverete un articolo che presenta nel dettaglio il campo. Tra fine aprile e maggio sono state avviate anche una molteplicità di incontri in zone diverse della Sicilia: - Incontro conclusivo di formazione animatori realizzati in diverse zone MGS: CT, Centro Sicilia, Messina. - Verifiche zonali MGS. - Verifiche delle varie equipe che hanno animato i GR e i vari percorsi per giovani. - Riunioni locali e ispettoriali per preparare la peregrinazione dell’urna di don Bosco che sarà in Sicilia dal 1 al 20 novembre 2013. A seguire troverete un articolo che presenta nel dettaglio il percorso. D o n Marcel l o

I PROSSIMI APPUNTAMENTI Da t a

Età

Campo

27-28 luglio

Adolescenti e giovani

Notte Bianca in collegamento con GMG di Rio

02-10 agosto

Dai 17 anni in su

Campo di lavoro a Palermo-Santa Chiara

10-16 agosto

Triennio e giovani

Confronto nazionale MGS ai luoghi di D. Bosco

25-28 agosto

Adolescenti

Campo animatori biennio e triennio

09-11 settembre Preadolescenti Insieme

Campo Leader (II - III media)

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PASTORALE GIOVANILE

Diario di bordo


PASTORALE GIOVANILE

MGS - Movimento Giovanile Salesiano

Festa Ragazzi al Palacannizzaro

terra a nome del Rettor Maggiore, con la visita straordinaria. Don PierFausto è stato con i ragazzi tutta la mattinata, e in particolar modo ha presieduto la celebrazione eucaristica durante la quale ha apprezzato la partecipazione dei 1400 convenuti che in un clima di festa ma anche di fede, di ascolto e di partecipazione attiva, hanno vissuto la celebrazione eucaristica. Il programma della giornata prevedeva un momento di accoglienza e di animazione iniziale, il lancio del tema formativo, la celebrazione eucaristica, momenti di tornei sportivi e di giochi a stand, la ripresa del tema formativo, le premiazioni e la conclusione. Ha dato il via alla giornata l’ispettrice suor Anna Razionale, mentre ha concluso l’evento l’ispettore don Gianni Mazzali che ha dato la buonanotte ai partecipanti. Ad ogni ragazzo sono stati consegnati 2 gadgets simbolo della giornata: una penna che si illuminava e un braccialetto con la scritta “felici nel tempo e nell’eternità”, entrambi gli oggetti Catania-Palacannizzaro: Gruppi di giovani. hanno richiamato il tema formativo dell’anno pastorale 2012-2013 e hanno regionale di Catania. invitato i ragazzi a vivere la vita quotidiana, Il tema della giornata ruotava attorno al le amicizie e la fede nella gioia ed allegria covalore dell’amicizia. Abbiamo cercato di sì cara a don Bosco e al suo sistema educatiaiutare i partecipanti a riflettere sul valore vo. dell’amicizia, su come distinguere l’amicizia dalle conoscenze o dagli amici su facebook, su come fare per costruire vere amicizie. Il tema formativo è stato presentato attraverso una molteplicità di momenti e di linguaggi: parti recitate, canti, dinamiche formative, storie, balli; questa molteplicità di linguaggi e di dinamiche è stata molto apprezzata dai partecipanti e dai loro accompagnatori e ha permesso una chiarezza ed efficacia della proposta formativa offerta. La festa ragazzi è stato anche il momento di saluto ufficiale a don PierFausto FrisoDon G. Mazzali, Sr. A. Razionale, li che in questo anno ha visitato la nostra Don P. Frisolii e i presentratori. Festa Ragazzi, 7 aprile 2013 Da lunga radizione nella nostra ispettoria, ogni 2 anni, viviamo un momento di grande convocazione per tutti i ragazzi/e dalla IV elementare alla III media che frequentano a vario titolo le nostre opere salesiane: alunni delle nostre scuole, giocatori delle squadre sportive, partecipanti alla catechesi e ai gruppi formativi, … Questo anno la FESTA RAGAZZI si è realizzata domenica 7 aprile 2013 presso il PalaCannizzaro, sito a Catania, vicino all’ospedale Cannizzaro, una struttura che ci è stata messa a disposizione dalla provincia

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Insieme


Linee per un progetto di Animazione Vocazionale Locale Animazione Vocazionale Locale Li nee per u n progetto PA RTE I Pre sen ta z ione ge ner ale e d e i sin goli ca p it oli

PARTE II Comunità Educativa Pastorale e l’Oratorio di Valdocco

PARTE III La Compagnia dell’Immacolata... Oggi

Carissimi confratelli e collaboratori laici, da poco più di un anno, negli incontri ispettoriali di settore, sentiamo parlare del Progetto di Animazione Vocazionale Locale (AVL) che vedrà coinvolti tutti noi e coloro che operano nei nostri ambienti. Approfitto anche del nostro notiziario per informarvi e presentarvi le linee portanti di questo progetto per accoglierlo meglio e farlo diventare concreto nel nostro lavoro apostolico. L’intero progetto è complesso e, per tale ragione, lo presenterò a tappe attraverso i tre numeri del notiziario (giugno – settembre – dicembre). Le tre parti avranno i seguenti titoli: 1. Presentazione generale e dei singoli capitoli. 2. Approfondimento dei capitoli “La Comunità Educativa Pastorale” e “L’Oratorio di Valdocco”, inteso quest’ultimo come laboratorio di cultura vocazionale. 3. Approfondimento del capitolo della “Compagnia dell’Immacolata… Oggi”. Ma prima di addentrarci nella presentazione, mi sembra opportuno ricordare che la progettazione dei cammini Ispettoriali di Animazione Vocazionale (AV), approvata Insieme

dalla CISI nel Maggio 2009 e pubblicata nel volumetto “…Darei la vita”, richiede, secondo il quadro più ampio, «lo studio di altri due elementi fondamentali: l’Animazione Vocazionale Locale e l’Accompagnamento Personale. I servizi ispettoriali sono importanti, quelli locali e personali sono decisivi. Se nelle nostre case non matura la sensibilità vocazionale e la consapevolezza della propria responsabilità, se mancano o sono impreparati confratelli che accompagnino personalmente nel discernimento vocazionale, manca il meglio. Sarebbe come voler costruire un tetto in un edificio senza pareti e senza fondamenta» (dalla presentazione a “…Darei la vita” di don Pier Fausto Frisoli, Regionale per l’Italia e il Medio Oriente, 2009, pp.11-12). Presentazione generale Tutto ha avuto inizio dalla condivisione che gli animatori vocazionali d’Italia hanno avuto circa le esperienze migliori di comunità locali che, in Italia e nel Medio Oriente, mettevano in atto un’animazione vocazionale (accoglienza in comunità, settimana vocazionale, particolari iniziative di annuncio vocazionale, ecc.) quasi sistematica. In questo interessante confronto, a tratti lungo e complesso, si è arrivato ad individuare gli elementi costanti e le condizioni di fecondità che, nella realtà locale, hanno fatto maturare ai giovani un serio percorso di discernimento. Da queste prime mosse è stato decisivo immergersi nella storia di Don Bosco e nella tradizione salesiana per rintracciare una comprensione carismatica dell’AV in una casa salesiana. Il ritorno alle Costituzioni e agli interventi del Rettor Maggiore hanno permesso di far emergere alcune certezze di fondo. Infine, il ritorno alla lettura della situazione odierna, secondo le categorie maturate dalle esperienze locali e dalla tradizione originaria, ha chiuso il confronto, facen-

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PASTORALE GIOVANILE

Animazione Vocazionale


PASTORALE GIOVANILE

do maturare alcune solide convinzioni quali future linee per la realizzazione del progetto di AVL che ciascuna comunità è chiamata a redigere. Ne è scaturito un percorso utile ed arricchente, innanzitutto per chi vi ha partecipato. Gli animatori vocazionali di ciascuna Ispettoria sono stati chiamati a un continuo confronto con il proprio Delegato di Pastorale Giovanile per poi accogliere e ridefinire il contenuto a partire dalle osservazioni degli stessi Ispettori. Il cammino ha condotto a sempre ulteriori domande culminando nella chiara coscienza che, senza una conversione personale e comunitaria, culturale e pastorale, pretendere di fare AV nella quotidianità è come curare i frutti di un albero senza linfa vitale. I s i n g ol i ca pi t ol i La struttura del testo è articolata in 6 parti. Le “Premesse” (cap. 1) fungono da sfondo culturale. Il tema vocazionale è fondamentale per la vita della Chiesa e il Capitolo Generale (CG) 26° fa propria questa priorità nel nucleo intitolato “Necessità di Convocare”. Il rapporto tra “Pastorale Giovanile e Animazione Vocazionale” (cap. 2) è il nucleo più delicato dal punto di vista teorico mostrando una irrinunciabile unità dell’azione pastorale, pur nella ineludibile specificità dell’AV. Il tutto impegna in un compito continuo di riflessione, già iniziato con “…Darei la vita”. Il Soggetto dell’AVL è il tema della terza parte: la “Comunità Educativa Pastorale” (cap. 3) e, in particolare, i vari Consigli che ne sono le strutture di animazione. Il riferimento a “Valdocco” (cap. 4) è stato un passaggio tanto obbligato quanto desiderato e illuminante. A partire dal CG 26 la sollecitazione costante della Congregazione è quella di tornare a don Bosco per ripartire da lui. Si è lavorato tenendo conto delle differenze di tempi, forme e linguaggi pur non smarrendo la profetica attualità della storia originaria. Il “sistema” delle Compagnie e in particolare la “Compagnia dell’Immacolata” (cap. 5) è divenuta il modello di riferimento.

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Nell’esperienza originaria di Valdocco questa Compagnia era il culmine della Pastorale di don Bosco in prospettiva vocazionale. Allo stesso modo, oggi, il vertice della pastorale giovanile in ogni realtà locale è la proposta delle Compagnie, luogo di graduale coinvolgimento, corresponsabilità, comunione con la comunità salesiana e quindi terreno fecondo per una cultura vocazionale. Un sistema, a cerchi concentrici determinati dalla intensità di coinvolgimento, di corresponsabilità, di comunione evidenziando naturalmente un “nucleo” che definiamo GR (Gruppo Ricerca) Locale, una ripresentazione della Compagnia dell’Immacolata che di fatto potrebbe essere anche l’anello di congiunzione con i GR Ispettoriali. Il capitolo finale indica il “Dono di Sé” (cap. 6) come metodo, prospettiva ed orizzonte dentro il quale far maturare le scelte vocazionali che nell’accompagnamento personale trovano la loro più concreta incarnazione. È un capitolo di transizione che prepara al testo che dovrà seguire secondo il percorso sintetico, sul tema dell’accompagnamento personale in chiave di discernimento vocazionale. Per questa peculiarità assume carattere sintetico che apre ad ulteriori approfondimenti. Per concludere questa prima parte, desidero portarvi a conoscenza che differentemente da “…Darei la vita” questo progetto di AVL non traccia itinerari precisi e scanditi. Ogni Casa salesiana, infatti, assume forme particolari. Esso offre solo indicazioni e linee guida che possono orientare, gerarchizzare e in alcuni casi trasformare l’intera pastorale locale. Scandire gli itinerari è il compito proprio di ciascun Consiglio della Comunità Educativa Pastorale tenendo presente questo quadro di riferimento. Nel numero di settembre analizzeremo il soggetto dell’AVL, ossia “La Comunità Educativa Pastorale” (cap. 3) e “L’Oratorio di Valdocco” (cap. 4) che rappresenta un ambiente chiaramente orientato dal “Da mihi animas coetera tolle”. Ma di questo ne parleremo più diffusamente in seguito. d o n D om e ni c o L uv a r à Insieme


Animazione Vocazionale

Cronaca conclusiva del GR Ado Così recita un famoso Salmo, da noi utilizzato anche come canto nelle nostre liturgie. Ma ci si chiede mai cosa facciamo noi per il Signore? Tutti prima o poi prendiamo la nostra strada, spesso senza guardare dove o con chi, e a questo proposito la Pastorale Giovanile di Sicilia ha fornito quelle che potrebbero essere le indicazioni giuste, un percorso diviso in tre tappe situate uniformemente lungo tutto il corso dell’anno: è il GR Ado. Questa iniziativa, portata avanti separatamente in Ispettoria (a causa del gran numero di ragazzi che vi partecipano) in tre principali zone - Sicilia Occidentale, Centrale e Orientale - rimane senza dubbio una fantastica esperienza per conoscere altra gente ma soprattutto per conoscere meglio se stessi conoscendo meglio Dio; dal nome stesso si percepisce la carica di Fede e Speranza che esso stesso infonde; GR Ado sta, infatti, per Gruppo Ricerca Adolescenti. Il primo appuntamento del GR, per quanto riguarda il gruppo della Sicilia Occidentale, è stato a novembre e ha visto riuniti i ragazzi di Alcamo, Trapani, Marsala e Palermo (i gentili ospiti). Il tema trattato da don Domenico ha fatto comprendere a noi partecipanti sia l’obiettivo del GR, sia il primo passo da fare per raggiungerlo: l’incontro con la persona di Gesù. In soli due giorni, alternando gioco, risate (abbondanti, peraltro), la meravigliosa Adorazione Eucaristica serale e la costante preghiera sempre presente fra noi, siamo riusciti ad aprire il nostro cuore a quello che è stato, è e sarà l’incontro più importante delle nostre vite. Con l’espediente di Zaccheo e della sua vicenda (tema chiave dei due giorni) sono state prodotte numerose riflessioni degne di teologi! Conclusi questi due giorni (tra la tristezza generale per l’imminente partenza), ognuno ha portato con sé qualcosa in più e Insieme

delle preoccupazioni in meno, trepidando per il successivo incontro del GR Ado, programmato per l’ultimo fine settimana prima della Quaresima: il weekend di Carnevale. Nonostante il momento “critico” per molti ragazzi, c’è da dire che l’affluenza non è stata indifferente: la voglia di rivedersi e di stare insieme ha prevalso e ci ha concesso altri due giorni di pura gioia. Questa volta il tema trattato nelle lectio, tratto dal cap. VI del Vangelo di Matteo, era incentrato sulla privatezza e autenticità della preghiera. Dopo il primo appuntamento, in cui si era parlato dell’incontro con Gesù, approfondirlo con l’utilizzo della preghiera è stato ancora più significativo, al punto di lasciare in noi il desiderio di vivere al 100% l’Adorazione di quella sera. Non sono mancati i momenti di gioco e fraternità, durante uno dei quali due simpatici ragazzi marsalesi, travestendosi da don Domenico, hanno inscenato una comica ma abbastanza verosimile imitazione caricaturale dello stesso.

P a l e r mo : G R A d o , S i c i l i a O c c i d e n t a l e .

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PASTORALE GIOVANILE

“Grandi cose ha fatto il Signore per noi”


PASTORALE GIOVANILE

Purtroppo, come tutte le vacanze, anche quelle di Carnevale finiscono, lasciando spazio ad una Quaresima pronta ad essere vissuta con uno spirito diverso dal solito, grazie ai due GR passati e agli EE. SS. (Esercizi Spirituali) tenutisi dall’8 al 10 marzo a Casa Tabor, unificando la zona Occidentale con quella Orientale. Non c’è stata occasione migliore in questi tre giorni di intensa spiritualità e fraternità per coltivare nuove e vecchie amicizie tra le due parti opposte della Sicilia ma soprattutto la conoscenza personale con Gesù. Infatti come la Samaritana che incontrò Gesù al pozzo, anche noi possiamo trovare la vera felicità nell’incontro con Gesù e poi nel testimoniarlo. Dopo più di un mese, ecco che finalmente arriva la data tanto attesa: 20-21

aprile, il GR Ado regionale, la fusione dei tre GR della Sicilia per un incontro finale tutti insieme. C’è chi già si conosce, chi invece stringe nuove amicizie in poche ore: insomma, un’esplosione di gioia proveniente da ogni cuore che sembra coronare il percorso fatto e dare ancora più valore al suo ultimo tema centrale: “Progetta con Dio… Abita il futuro!”. La riflessione sulla nostra vita futura gira peraltro intorno alla 50° Giornata Mondiale delle Preghiere per le Vocazioni, il 21 aprile di quest’anno, incentrando il fulcro degli insegnamenti a noi rivolti sulla fede di Abramo nel partire per seguire Dio: è questo il messaggio finale che il GR Ado e tutto il Movimento ci lascia, non come un addio, ma come un “arrivederci e a presto”, spronandoci a vivere la nostra fede nella gioia di Dio comunicandola a tutti, e a saperla vivere nel nostro cuore così come in una comunità di amici. F e d e r i c o e C r i s t in a S p a d a r o

Progetta con Dio... Abita il futuro GR Unificato - San Gregorio di CT

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Anche quest’anno chiudiamo in bellezza gli itinerari GR ispettoriali con la presenza di circa 100 adolescenti e giovani radunati a Catania per l’ultimo incontro dei Gruppi Ricerca e che ha visto unificati le zone della Sicilia (Palermo, Montagna Gebbia e Casa Tabor) in occasione della 50ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni (GMPV). Insieme a tutta la Chiesa, abbiamo riflettuto e pregato per le vocazioni. Per gli adolescenti e i giovani era un appuntamento tanto atteso…. abbiamo notato levidente esplosione di gioia proveniente da ogni cuore che sembrava coronare il percorso realizzato insieme tutto l’anno! Insieme


P R O G E T TA R E , A B I TARE, FUTURO. Sono termini importanti nella vita odierna, nella società di oggi, per ogni persona. E gli adolescenti e i giovani sono consapevoli dell’aspetto fondante di tali termini. Un PROGETTO è sempre concreto. Parte dalle risorse che ogni persona ha a disposizione e la proietta nel futuro. Mette davanti a qualcosa che non si vede ma che, in qualche modo, già fa parte di te perché è dentro di te. Se poi il proprio progetto lo si costruisce a quattro mani con Dio il risultato è assicurato! Insieme

Dio, infatti, si coinvolge nella nostra vita. Ascolta i nostri desideri e ci fa conoscere il Suo desiderio su di noi. In noi vede delle possibilità nuove che non pensiamo nemmeno di avere. Se ci fidiamo della Sua Parola, i nostri orizzonti si allargano, troviamo inaspettatamente il coraggio di partire e di seguirlo. Così come ha fatto Abramo che, fidandosi di Dio, lascia la “sua terra” per una Terra dove il Signore sarà per sempre con lui e con il popolo che da Abramo nascerà: “Numeroso come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare” (Genesi 22, 16-18). Un ultimo stimolo forte, che in definitiva è il segreto per costruirsi una vita davvero felice, l’abbiamo ricevuto anche dal messaggio di Benedetto XVI in occasione proprio della 50ª GMPV: «Dare al Signore la precedenza, metterlo al primo posto rispetto a tutto quello che fa parte della nostra vita… Entrare attraverso di Lui in comunione con il Padre nello Spirito Santo e, di conseguenza, con i fratelli e le sorelle. È questa comunione di vita con Gesù il “luogo” privilegiato dove sperimentare la speranza e dove la vita sarà libera e piena!». Il mio augurio è che fidandoci di Dio, con la forza della Speranza e la creatività dell’Amore, ognuno di noi possa costruire e abitare il futuro, così come ha fatto Abramo. d o n D o m e n i c o L u v ar à

é San Gregorio: GR-Unificati.

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PASTORALE GIOVANILE

Un intenso fine settimana quello del 2021 aprile 2013 che ha visto coinvolte le case salesiane di Marsala, Ranchibile (Pa), Gela, Ragusa, Barcellona, S. Filippo Neri (Ct, via T. Greco), Barriera, Cibali e Domenico Savio (Ct, via V. Giuffrida). Anche il programma dell’evento è stato ricco di spunti: sabato pomeriggio l’Ispettore, don Gianni Mazzali, ha avviato l’incontro con la catechesi introduttiva sul tema della giornata: “Progetta con Dio… abita il futuro”; a seguire i gruppi di approfondimento del tema con le testimonianze delle tre vocazioni, che per la tradizione ecclesiale si riferiscono agli “stati di vita del cristiano” (matrimonio, la vita consacrata e il ministero ordinato); dopo cena la veglia vocazionale con l’adorazione eucaristica. Domenica mattina abbiamo dato spazio all’ascolto della Parola di Dio attraverso la Lectio Divina, per fasce d’età, sulla chiamata vocazionale di Abramo; il tempo del deserto e della condivisione in gruppo della Parola; nella tarda mattina la preparazione e la celebrazione Eucaristica presieduta dal delegato della Pastorale Giovanile, don Marcello Mazzeo. Non sono mancati i momenti di fraternità, di gioia e di condivisione in cui si sperimenta la bellezza dello stare insieme. Partecipare a questi eventi diventa quindi l’occasione per formarsi e ricaricarsi sia dal punto di vista umano che spirituale. Ai partecipanti sono stati comunicati tanti input per crescere e costruirsi una vita davvero felice.


PASTORALE GIOVANILE

CAMPO VOCAZIONALE

Comportiamoci in maniera degna della chiamata che abbiamo ricevuto

Dal 9 all’11 giugno quattordici adolescenti e giovani si sono ritrovati insieme per vivere l’esperienza del campo vocazionale. È un appuntamento ormai consueto nella nostra ispettoria che vede coinvolti alcuni dei ragazzi che hanno aderito ai percorsi GR (Ado, Discernimento, Scelta). I Salesiani della comunità di Casa Tabor ci hanno riservato un’accoglienza cordiale e fraterna, facendoci sentire subito a casa! Durante il campo, i momenti principali sono stati: la riflessione biblica, l’approfondimento della Spiritualità Giovanile Salesiana, i momenti di preghiera comunitaria e personale, i momenti di deserto. Non sono mancati i momenti di fraternità, di lavoro, di gioia e di condivisione in cui abbiamo sperimentato la bellezza del “vivere e lavorare insieme”. La traccia biblica utilizzata come sfondo a tutto il campo, tratta dalla Lettera agli Efesini (cap. IV), fa riferimento alla vita cristiana: l’invito all’unità, i molteplici doni di Cristo alla Chiesa, la vita nuova in Cristo, le norme per la vita nuova. Quindi, non tanto un discorso direttamente legato alla vocazione ministeriale o di speciale consacrazione, quanto piuttosto far prendere coscienza ai ragazzi e ai giovani della propria fede, della vocazione cristiana, in virtù del Battesimo. L’incontro e il confronto con la Parola di Dio è stato davvero forte. Il Signore Gesù attraverso la sua Parola interpella, interroga ancora oggi e scuote gli animi giovanili. Un giovane mi ha confidato: “Il Signore opera cose grandi che non si possono indagare, meraviglie che non si possono contare”. E un l’altro: “Questa Parola mi spinge ad operare sempre più e meglio; mi sento in cammino e spero che il Signore mi illumini per questa via mettendo sulla mia strada persone che mi possono aiutare a comprendere bene ciò che è il disegno di Dio nella mia vita”. Anche altri momenti sono stati particolarmente intensi: l’Adorazione Eucaristica,

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la preghiera della Liturgia fatta insieme, la recita del Santo Rosario durante la passeggiata al Castagno dei 100 cavalli, la fraternità e lo spirito di famiglia. Ora riprende per questi giovani, un cammino di discernimento più piano e quotidiano e forse anche più vero (Casa Tabor infatti sempre sa sedurre!). Sono certo però che quanto vissuto costituirà una tappa fondamentale per una maggiore consapevolezza della vita cristiana e per meglio comprendere la volontà del Signore nella loro vita. A ciascuno (Alessio, Antonello, Antonio, Damiano, Daniele, Davide, Gabriele, Giuseppe, Marco, Pierpaolo, Riccardo, Rocco, Salvatore e Stefano) non posso che non ripetere tre parole spesso pronunciate in questi giorni: Ascoltare, Decidere, Agire… e senza aver paura di donarsi e muoversi “in fretta” verso gli altri, i giovani, specialmente quelli più poveri, bisognosi e in difficoltà. d o n D om e ni c o L uv a r à

é Casa Tabor: Campo vocazionele.

Insieme


Animazione Missionaria/VIS

Si può sintetizzare così quanto vissuto nell’ultima l’Assemblea Vis tenutasi a Roma il 13 e 14 aprile scorsi all’Istituto Salesiano S. Tarcisio, nel parco delle rinomate Catacombe di San Callisto. Sono state due giornate intense e impegnative in cerca di strategie e soluzioni per trattare e affrontare il problema di una crisi di sostenibilità economica e finanziaria che il Vis, come tante altre ONG e associazioni del Terzo settore, sta vivendo e che s’inserisce in un contesto più ampio di crisi nazionale e internazionale. Le cause determinanti sono molteplici, alcune interne e strettamente riconducibili alla struttura stessa del Vis, altre come conseguenza della crisi del settore della cooperazione no – governativa; sono infatti sempre minori le risorse destinate dai principali partners (Ministero Affari Esteri, Comunità Europea e Conferenza Episcopale Italiana) ai progetti di sviluppo, per l’approvazione dei quali sono stati fissati dei parametri molto più rigidi rispetto al passato. La crisi globale odierna si è rilevata ancor più tangibile con la contemporanea e drastica diminuzione di offerte da parte dei privati a favore di ONG e associazioni no profit. Dopo venticinque anni di vita il Vis ha dovuto affrontare problematiche importanti inerenti la sostenibilità dell’organismo, ricercando nuove idee e intraprendendo percorsi alternativi per riuscire a stare al passo con le radicali trasformazioni che sta subendo il contesto socioeconomico del mondo della cooperazione. Un punto chiaro fin dall’inizio, è stato che, al di là dei cambiamenti che si dovranno attuare all’interno dell’organizzazione politica e statutaria del Vis, quella che non dovrà mai venir meno è la sua finalità, il vero e unico obiettivo, cioè l’essere strumento di aiuto e sostegno a favore dei giovani più poveri e bisognosi attraverso l’opera dei Salesiani. Insieme

E’ emersa, dunque, la volontà di non chiudere alcun progetto nei paesi in via di sviluppo e di non distogliere neanche un euro da questi, piuttosto sono state promosse nuove strategie per potenziare il found-raising e le campagne pubblicitarie; inoltre si è pensato ad un maggiore coinvolgimento dei Comitati territoriali per il reperimento di fondi e competenze e sono stati avviati nuovi percorsi per ottimizzare le risorse umane e strumentali a disposizione. Questa situazione che, da un lato ha destabilizzato l’organismo, dall’altra ha fatto emergere la vera forza del Vis: l’unità dei Soci, delle persone che aderiscono agli ideali dell’associazione e di tutti coloro che con dedizione, abnegazione e professionalità vi lavorano ogni giorno. Questa assemblea ha visto il volto vivo del Vis in un straordinaria partecipazione sia a livello numerico che di coinvolgimento attivo; molti soci hanno messo a disposizione le proprie competenze e professionalità per la realizzazione di progetti e iniziative a costo zero in linea con la spending review, nella convinzione che, nei momenti di difficoltà, sia indispensabile il contributo di tutti e, come detto in chiusura dei lavori dal presidente del Vis Carola Carazzone, “ciascuno di noi può fare la differenza”. Daniele Tinaglia Coordinatore VIS Sicilia

é Roma: Soci VIS.

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PASTORALE GIOVANILE

VIS al futuro Lezioni apprese e prospettive


PASTORALE GIOVANILE

EMARGINAZIONE E DISAGIO Conclusa l’esperienza della comunità Nazareth d i Viagrande. Con la data del 31 dicembre 2012 l’Associazione contro le Droghe ha deciso di concludere definitivamente il servizio di ricupero a favore dei tossicodipendenti, iniziato con tanta generosità, dedizione e impegno da don Ninì Scucces. L’attività della “Comunità Casa Nazareth era iniziata nel 1988 a San Giorgio, Catania, in una Villa donata dalla signora Clara De Stefani. Venne trasferita poi a Viagrande, nella villa donata dal barone Salvatore Fiandaca dove fu costituita l’Associazione di Solidarietà contro la Droga che poi divenne successivamente Associazione di Solidarietà contro le Droghe. A questa attività don Scucces aggiunse anche la Casa dei Giovani fondata nel 1994 a Militello Val di Catania in una proprietà di Mons. Giuseppe Gulizia. Tale presenza veniva chiusa successivamente alla fine degli anni ’90 dello scorso secolo. Nel frattempo l’Ispettoria Salesiana Sicula accettò la donazione della proprietà di Centuripe a condizione che si provvedesse a realizzarvi una comunità di recupero in ricordo della figlia del donatore. Alla morte prematura di don Scucces nel 2007 fu richiesto a don Benedetto Sapienza di assumere la direzione della comunità di Viagrande e di seguire anche la struttura di Centuripe che funzionava in modo libero senza alcun accreditamento. Nell’autunno del 2008 l’ispettore don Giovanni Mazzali assunse la Presidenza dell’Associazione e la direzione della comunità venne affidata al Sig. Santo Grasso. Successivamente le ispezioni della Regione Sicilia determinarono che l’immobile necessitava di interventi di ristrutturazione. Si intervenne limitatamente alle disponibilità finanziarie, ma non in modo da soddisfare le esigenze dell’Amministrazione regionale. Il discernimento nell’ambito del Consiglio ispettoriale portò alla decisione di terminare il servizio entro il 31 dicembre del 2012. Si era anche proget-

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tata una nuova comunità di doppia diagnosi che avrebbe dovuto funzionare nella struttura di Centuripe, in cui si sono fatti alcuni lavori di adeguamento, secondo le richieste della Provincia di Enna. L’atteggiamento collaborativo dei funzionari della stessa Provincia non corrispose all’accoglimento favorevole alla richiesta di accreditamento da parte dell’Associazione. Al diniego della Provincia di Enna fece seguito quello della Regione. Si sono tempestivamente presi contatti con i funzionari di riferimento, senza peraltro vedere concreti spiragli di disponibilità a riprendere in mano la questione. Il piano di ridimensionamento che è al varo del Consiglio ispettoriale terrà presente questa situazione per una definitiva decisione in merito.

Svilupp i a Camporeale Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno chiuso, a partire dall’anno sociale 20122013 la comunità San Giovanni Bosco di Camporeale. L’immobile in cui le FMA hanno lavorato con due comunità alloggio è di proprietà dell’Ente Salesiano “Opera San Giovanni Bosco in Sicilia”. In un primo momento gli operatori laici si sono dichiarati disponibili a continuare l’attività con una Cooperativa nello stesso immobile. Successivamente si sono frapposte alcune difficoltà nel realizzare ciò e pertanto, dopo opportuna riflessione il Consiglio ispettoriale SDB ha deciso di trasferire la comunità Jonathan, che attualmente risiede sulla collina, nell’immobile occupato precedentemente dalla comunità don Bosco delle FMA. Una successiva richiesta della Cooperativa degli operatori delle FMA potrebbe essere assecondata offrendo loro la possibilità di gestire una comunità nella residenza della collina, accanto alla cantina. D on Gian ni Mazz ali Insieme


Associazioni - PGS

é Kastalia: PGS P. A. Barbagallo - U 19

Insieme

I veri protagonisti sono stati i ragazzi delle categorie Mini e Propaganda, che rappresentano l’attività sportiva di base. Presenti le seguenti società. Nel calcio a cinque: Vigor San Cataldo, Sporting Nissa, Don Scuderi S. Gregorio di Catania, Circolo Don Bosco Modica, Clan dei Ragazzi S. Giovanni La Punta, Giovanni Paolo II Messina, Virtus Catania, P. Barbagallo Pedara, Stella Maris Portopalo, Vedette S. Cataldo, Caos Mazara, Santa Chiara Palermo Don Bosco Ranchibile Palermo. Nel volley: Ilga Palagonia, Ardor Gela, Aurora Trecastagni,Savio Messina, Maria Adelaide Palermo, Don Bosco Ranchibile Palermo, Luce Mes-

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Al termine della Pigiessiadi 2013, manifestazione perfettamente riuscita grazie alla partecipazione ed alla condivisione dei diversi momenti da parte di tutte le squadre presenti, è opportuno dare merito ai dirigenti, agli atleti e agli arbitri che hanno consentito il successo dell’evento. Il trofeo Sicilaia è stato assegnato al comitato di Catania che si è aggiuducato quattro titoli sui nove complessivi in palio. Merito anche ai comitati di Ragusa, con due ori nel calcio a cinque, Trapani presente in tutte le finali del calcio a cinque e Messina oro nel volley under 14. Campioni regionali si sono òaureati nel calcio a cinque: Alba Pozzallo (Under 15), Happy Panda Modica (Under 17), Futsal Marsala (Under 19), Informagiovani Valverde (Libera). Nella pallavolo femminile: Auxilium S. Agata Militello (Under 14), P.o.r.t.o. Don Bosco Giardini Naxos (Under 16), P. Barbagallo Pedara (Under 19), Volley Club Etna (Libera). Nel volley misto titolo a De Asisis Salemi (Libera). Nella pallavolo maschile, deputata a livello promozionale, la vittoria è stata dell’Hodeir Barcellona.

Le Pgs siciliane hanno concluso la loro stagione a Ragusa, al villaggio Kastalia, con la partecipazione di oltre millecinquecento tra atleti, dirigenti, arbitri provenienti dalle diverse province. Nel primo turno, dal 17 al 19 maggio la competizione è stata riservata all’attività scolastica che ha visto i licei del Don Bosco Ranchibile e dell’Istituto comprensivo Maria Adelaide di Palermo, del Don Bosco e S. Francesco di Sales di Catania contendersi i titoli di volley e calcio a cinque.


PASTORALE GIOVANILE

sina, Ilga Palagonia. Nel basket: Juvenilia Catania, Maria Adelaide Palermo. Il secondo turno è stato riservato alle finali del settore giovanile con l’assegnazione dei titoli regionali. Al termine della manifestazione, riuscita in modo perfetto grazie alla partecipazione e alla condivisione dei diversi momenti da parte di tutte le squadre presenti, si è proceduto alla premiazione. Il Trofeo Sicilia è stato assegnato al Comitato di Catania che si è aggiudicato quattro titoli sui nove complessivi in palio. Merito anche ai comitati di Ragusa, con due ori nel calcio a cinque, Trapani, presente in tutte le finali del calcio a cinque, e Messina, oro nel volley under 14. Campioni regionali si sono laureati nel calcio a cinque: Alba Pozzallo (Under 15), Happy Panda Modica (Under 17), Futsal Marsala (Under 19), Informagiovani Valverde (Libera). Nella pallavolo femminile: Auxilium S. Agata Militello (Under 14), P.o.r.t.o. Don Bosco Giardini Naxos (Under 16), P. Barbagallo Pedara (Under 19), Volley Club Etna (Libera). Nel

volley misto titolo a De Asisis Salemi (Libera). Nella pallavolo maschile, disputata a livello promozionale, la vittoria è stata dell'Hodeir Barcellona. Le Pigiessiadi sono state anche occasione per riflettere sui valori testimoniati da P. Pino Puglisi, beatificato lo scorso 25 maggio, attraverso una serie di “break formativi” curati dai delegati della pastorale giovanile D. Marcello Mazzeo e Sr. Assunta Di Rosa. La festa dello sport si è trasferita attorno all’altare nelle celebrazioni del sabato sera presieduta dal Delegato Sdb Don Edoardo Cutuli, con l’animazione della Band del Liceo Don Bosco di Catania e del Cgs Miaramandeha di Pedara. Il Presidente regionale, Maurizio Siragusa, nel ringraziare tutti i dirigenti provinciali e regionali per l’impegno profuso, ha ribadito l’importanza dell’esperienza per la sua forza aggregativa ed educativa espressa con il linguaggio dello sport. Maur izio Si ragusa

é Kastalia: Consiglio Regionale PGS.

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Associazioni - TGS

Tra il Barocco della Val di Noto e Palazzolo Acreide. Nell’ambito del progetto finanziato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù, si è svolta la seconda passeggiata prevista nell’ambito della Regione Sicilia, dopo quella del 25 novembre tra Ragusa e Scicli. Hanno partecipato due centri T.G.S., il T.G.S. Ibiscus Catania e il T.G.S. Il Gabbiano di Catania. In totale ha visto la partecipazione di circa 90 ragazzi. I due centri TGS si sono incontrati alle 9.30 a Noto dove c'era la guida che ci aspettava per iniziare il nostro tour per Noto. Scesi dal pullman abbiamo percorso il giardino comunale di Noto, per poi arrivare davanti ad una imponente porta, chiamata ''Porta Reale'' che una volta era l'ingresso principale della città , divenuta simbolo della città di Noto. Questa porta venne costruita in occasione della visita del re Ferdinando II di Borbone, nel 1838 dall'archié Noto: L’infiorata. tetto napoletano Angelini, autore anche della statua di Ferdinando II poi divenuto monumento ai caduti. Dopo aver attraversato la porta percorriamo il corso principale di Noto e ci fermiamo davanti alla chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata. All'interno della Chiesa vi è conservato il simulacro della Madonna Immacolata, datato 1700. Usciti dalla Chiesa vediamo la bellissima facciata di un ex convento di suore benedettine. Dopo visitiamo la cattedrale di San Nicolò , ristrutturata dopo il crollo del 1996, a causa del cedimento dei pilastri della navata centrale, per un difetto di costruzione mai notato in precedenza. Nel 2000 dopo lo sgombero delle macerie, si iniziano i lavori di restauro. Prima vennero ricostruiti i pilastri della navata di destra, successivamente vennero abbattuti i pilastri della navata di sinistra i quali presentavano lo stesso difetto, ma per fortuna non avevano ceduto, e vennero ricostruiti anch’essi, poi venne ricostruita la cupola. Nel 2007 venne finalmente riaperta al culto alla presenza delle autorità. Dopo la cattedrale proseguendo lungo il corso andiamo in via Nicolaci per vedere la famosa 'Infiorata', che si svolge nella terza domenica di maggio. Durante l'infiorata via Nicolaci è un'immenso tappeto di fiori. Ogni anno l’infiorata ha un tema diverso. Quest'anno era dedicata al Giappone. Gi o v an n i F i n o cc h i ar o Insieme

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PASTORALE GIOVANILE

Le passeggiate di Don Bosco


PASTORALE GIOVANILE

COMUNICAZIONE SOCIALE

Bozza delle linee ispettoriale di CS

Il progetto, nelle sue linee essenziali si rifà al Piano di CS promosso e svipuppato dalla Congregazione. Il Progetto ispettoriale di Comunicazione Sociale organizza e regola le politiche, le strategie e le azioni della comunicazione nell’Ispettoria Salesiana Sicula, nelle tre aree di intervento: informazione, formazione e produzione. Le r a gi on i. Consapevoli dell’importanza che Don Bosco attribuiva alla comunicazione sociale, delle sfide poste oggi dalla nuova cultura massmediale e sollecitati dal CG26, avvertiamo la necessità di dotare la nostra Ispettoria di un “Progetto di CS” che nasce dalla necessità di comunicare il pensiero della congregazione e la buona Novella del Vangelo. Il progetto, nelle sue linee essenziali va inserito come elemento determinante nei contenuti educativi e pastorali nel progetto più ampio di PG. Rifacendoci ad "una minima struttura e organizzazione nell'ispettoria", penso sia importante muoversi su una comunicazione che riguarda i settori operativi propri della nostra realtà salesiana e principalmente i nostri destinatari che sono i confratelli, la congregazione e le sue istitu-

zioni, la Famiglia Salesiana e la molteplicità dei gruppi (interni); la società civile e le forze operanti sul territorio, la Chiesa e le organizzazioni parrocchiali e diocesane, i giovani e i ceti popolari (esterni). Le tappe 1. Sono stati individuati i responsabili delle “tre aree”: Comunicazione, Formazione, Produzione. 2. Si è creata l’equipe di CS. 3. E’ pronta la piattaforma per i componentiti l’equipe inpegnati in momenti di studio per la creazione di una rete per le varie iniziative ispettoriali. Alcune politiche (CS (2013 al 2016) che verranno ampiamente descritte nel progetto: - I salesiani SdB assumono con responsabilità uno stile di comunicazione assertiva, partecipativa e condivisa; usano delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni. - L’Ispettoria coinvolge la FS nella realizzazione di un Progetto Formativo nel campo della CS; sostiene lo sviluppo di progetti di CS; promuove una gestione di qualità, articolando in maniera efficiente le unità di produzione editoriale ed emittenti radio.

Roma-UPS: Reti sociali e giovani religiosi in formazione

Presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’UPS di Roma, un incontro di confronto e formazione per i giovani in formazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. 1. Presentazione e approfondimento del messaggio che il Papa emerito Benedetto XVI ha consegnato per la XLVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali cele-

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F.B.

brata domenica 12 maggio sul tema: “Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione”. 2. I promotori dell’iniziativa: le Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’UPS, la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Auxilium e il Dicastero e l’Ambito per la Comunicazione Sociale dei Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice. Insieme


dell’educazione (laboratori). Don Filiberto Gonzalez, Consigliere per la Comunicazione Sociale così definisce l’incontro: “È una bella iniziativa che vede coinvolte diverse realtà di comunicazione e formazione. …In altre parti del mondo salesiano si stanno sviluppando esperienze di questo genere”.

A margine delle due giornate di formazione svoltesi presso l’Università Pontificia Salesiana lo scorso 3-4 maggio, don Filiberto Gonzalez, Consigliere per le Comunicazione Sociali, ha ripercorso brevemente per la testata online “Vatican Insider” la situazione attuale della Famiglia Salesiana nelle reti sociali. Ciò che Benedetto XVI ha consegnato per la XLVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra domani, è attuale e impegna anche i salesiani in quanto religiosi, educatori ed evangelizzatori. A che punto è la Famiglia Salesiana nell’ambito delle Comunicazioni Sociali? Penso che da sempre siamo stati dentro a questo mondo e atmosfera delle Comunicazioni Sociali. Don Bosco era un uomo di spicco in quest’ambito, anzi, direi santamente ambizioso, perché voleva guadagnare tutte le anime possibili a Dio. Quando scrive la circolare sulla “Diffusione dei buoni libri” afferma che si tratta di una delle priorità apostoliche che Dio gli ha affidato. Però penso pure che in questo ambito ci è mancato a volte il coraggio, la creatività e la visione educativa pastorale di Don Bosco. Perché i salesiani dovrebbero essere sui social network? Ha senso che utilizzino Facebook e Twitter per il loro apostolato? Sul modello di Don Bosco e su richiesta delle nostre Costituzioni, ci sono alcuni criteri di fondo che possono applicarsi ai nuovi tempi, alle nuove culture e ai nuovi giovani. Questi criteri si possono esprimere in

piccole frasi, per esempio: dove sono i giovani, sono i salesiani; il salesiano è aperto e cordiale, pronto a fare il primo passo; il salesiano coglie i valori del mondo e rifiuta di gemere sul proprio tempo: ritiene tutto ciò che è buono, specie se gradito ai giovani. E non basta, perché manca la cosa più importante: chi comunicherà l’amore di Dio ai milioni di giovani che abitano il nuovo continente digitale e si comunicano tra di loro in nuovi spazi e nuovi linguaggi? Penso si tratti del continente più giovanile, e quindi più salesiano. La salvezza dei giovani diventa il criterio più importante per essere presenti e vivere nei social network. I network sociali possono diventare per molti salesiani un nuovo tipo di oratorio in cui incontrare i giovani? Sono convito di sì. Si tratta dell’oratorio fisico e dell’oratorio virtuale, tutti e due reali insieme! In entrambi gli oratori ci sono e vivono i giovani che cercano qualcosa: conoscere, condividere, dialogare, esprimersi, trovare amici... Manca chi li accompagni con apertura e autenticità di vita, senza pregiudizi, e valorizzando sempre la nuova cultura. Il bello dell’oratorio è che, essendo uno spazio aperto che si radica nella qualità delle relazioni e delle proposte, fa crescere tutti. Questi social network sono uno spazio adatto per creare un clima famigliare, di amicizia, di educazione mutua, di ricerca di Dio. In questo nuovo tipo di oratorio trovano spazio valori e attività dove i giovani sono i protagonisti, i creatori accompagnati,

D a : A NS

Reti sociali: La prospettiva salesiana

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3. Sviluppo del tema: a. Primo momento di natura teorica affidato a don Fabio Pasqualetti, docente della FCS, e a mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana. b. il secondo momento di natura pratica. Presentazione di alcune esperienze di reti sociali nell’ambito dell’evangelizzazione e


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come Don Bosco voleva e faceva a Valdocco. Oggi, Don Bosco sarebbe su Twitter? Sono sicuro che Don Bosco sarebbe su tutti i social network, ma non per moda. In Don Bosco la passione di Dio e per la salvezza dei giovani era tale che ha saputo capire e utilizzare uno dei migliori mezzi amplificatori della cultura, delle idee e dell’educazione cristiana del suo tempo: la stampa. Egli non poteva trovarsi fisicamente presente dappertutto tra i giovani, ma lo desiderava tanto che ampliò quanto gli fu possibile il “cortile”, moltiplicò la propria presenza, ingrandì l’aula di esercizio educa-

tivo e il pulpito evangelizzatore. Si è introdotto in modo intelligente e convincente nel campo editoriale e tipografico, ossia in ciò che esisteva al suo tempo. In quel modo ha potuto moltiplicarsi tante volte quanti furono i suoi libri letti dai giovani e dalla gente del popolo. Così faceva arrivare il Vangelo e la cultura, le sue idee, i suoi sentimenti e convinzioni, si rendeva presente dove si trovavano i giovani, gli educatori, i genitori, superando le barriere e i limiti posti da muri e orari: in questo modo ampliava e moltiplicava Valdocco. D a : A NS

RMG: Incontro delegati CS d’Europa Ro m a -S a le s i a n um - 9 -1 2 m a g g i o 20 1 3

L’incontro, animato da dal Consigliere don Filiberto González e dai membri del Dicastero per la Comunicazione Sociale, si è strutturato in due fasi: una formativa e l’altra operativa. Le prime due giornate sono state dedicate alla formazione dei delegati ispettoriali impegnati ad animare nelle proprie ispettorie l’ambito della Comunicazione Sociale. Un primo tema – Salesiani credibili e fecondi: una sfida permanente - è stato presentato da don Fabio Pasqualetti, docente di comunicazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. A don Javier Valiente, Delegato nazionale della Spagna, è spettato presentare le “Reti sociali e l’assistenza salesiana, uno sguardo dal Sistema Preventivo”. Don Mariano Diotto, docente l’Istituto Universitario Salesiano Venezia, ha proposto alcuni principi di marketing con la Pastorale salesiana evidenziando l’importanza, la possibilità e i rischi di un connubio. Nell’ultimo intervento, Jacques Rey, sdb, delineando il profilo della generazione dei nativi digitali ha presentato l’approccio pedagogico ai nuovi media che i Salesiani della Francia hanno sviluppato negli ultimi anni. La seconda parte dell’incontro, di natura più operativa, ha visto i partecipanti

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impegnati nella verifica ispettoriale e regionale del cammino fatto negli ultimi anni, considerando le quattro aree proposte dal Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale: animazione, formazione, informazione e produzione/imprese. Nel contempo sono state date alcune indicazioni per il proseguimento del lavoro di comunicazione per il prossimo sessennio. Ulteriori contributi hanno riguardato il progetto di formazione alla comunicazione sociale che il Dicastero sta sviluppando, la redazione della rivista annuale “Salesiani 2014”, la raccolta dei dati statistici in vista del Capitolo Generale 27 e altre possibili iniziative verso il 2015. Domenica mattina i delegati si sono recati in piazza San Pietro dove hanno partecipato alla celebrazione eucaristica e alla preghiera del “Regina coeli” con Papa Francesco. L’incontro di Roma ha dato il via alla serie degli ultimi incontri di questo sessennio che il Consigliere per la Comunicazione sociale sta facendo con i delegati ispettoriali per la Comunicazione Sociale. A settembre, in Argentina, è in programma quello delle due regioni americane; poi a seguire toccherà all’Africa, all’Asia sud e all’Asia est Oceania. D a : A NS Insieme


Un’esperienza di appartenenza

Come programmato dalla Consulta Cittadina della FS di Catania, si è tenuta la 1° Festa della Famiglia, presso il Lido Don Bosco, alla Plaia di Catania, Domenica 9 Giugno 2013, dalle ore 9 alle ore 17. Sono state invitate a partecipare tutte le Famiglie che hanno un rapporto - contatto con una Casa o Gruppo Salesiano di Catania (Parrocchia, Oratorio, Scuola, Centro di Formazione Professionale, Associazione….). L’obiettivo era di far vivere alle Famiglie, che incontriamo nelle nostre CaseGruppi di Catania, una gioiosa esperienza di appartenenza alla grande Famiglia Educativa di Don Bosco, offrendo spazi di festa per la famiglia (musica,mare,pineta), di riflessione educativa e di ringraziamento familiare e comunitario a Dio . Si era chiesto pertanto di favorire la massima partecipazione delle Famiglie. Hanno partecipato circa 70 famiglie. La quota di partecipazione per le spese organizzative è stata di Euro 3.00 a Famiglia. La giornata si è svolta secondo il programma. Il Coordinatore della Consulta FS di Catania ha aperto la manifestazione, collegandola alle indicazioni della Consulta Regionale di FS e alla 1° Convention Regionale delle Famiglie, tenutasi ad Agrigento nel 2012. Il gruppo musicale “ Miaramandeha” di Pedara, coordinato da Tommaso Pezzino, ha presentato un tema musicale sulle colonne portanti della Famiglia ed ha animato l’intera giornata e la celebrazione eucaristica. Il relatore della giornata, Tonino Solarino, ha offerto una intensa, partecipata e apprezzatissima riflessione sullo stile educativo in Famiglia, alla scuola di Don Bosco. Sono stati attivati diversi Stand, relativi alla diffusione della buona stampa, alla proCatania-Colonia Don Bosco: Foto di Gruppo é

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mozione del diritto alla vita, alla offerta dei lavori artigianali preparati dai Laboratori “ Mamma Margherita”, al sorteggio di solidarietà per la costruzione del campetto di calcio “ Don Bosco”, presso una Parrocchia di S. Giorgio - Librino. La seconda parte della giornata è stata caratterizzata dall’ intervento dell’Ispettrice Suor Anna Razionale e dalla Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’Ispettore Don Gianni Mazzali. A conclusione della 1° Festa – Famiglia di Catania, l’Ispettrice e l’Ispettore hanno insieme riconsegnato alle famiglie presenti e alla Consulta Cittadina di FS, il Messaggio Conclusivo della 1° Convention delle Famiglie di Agrigento 2012. La 1° Festa –Famiglia di Catania si è conclusa in un clima di grande gioia, di profonda soddisfazione da parte delle famiglie per l’esperienza vissuta insieme e con l’esplicita attesa di dare continuità a questa prima iniziativa di pastorale familiare comune della Famiglia Salesiana di Catania. Catania 09/06/2013 P i er o Q u i nc i Coordinatore Consulta FS di Catania

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FAMIGLIA SALESIANA

FESTA DELLA FAMIGLIA


FAMIGLIA SALESIANA

ADMA - Devoti di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio regionale

In data 21 aprile 2013 ha avuto luogo l’ottavo pellegrinaggio regionale ADMA della Sicilia, che quest’anno si svolto a Modica, una cittadina del ragusano tanto nota per le sue costruzioni in stile barocco, le sue numerose chiese e il cioccolato tipico modicano. Tutta la mattinata, accoglienza dei gruppi ADMA, formazione e pranzo si sono svolti al ristorante “giardino della contea” e nel pomeriggio siamo andati presso il Santuario S. Maria di Betlemme, dove abbiamo recitato il Santo rosario meditato attraverso gli scritti di Nino Baglieri e a seguire la celebrazione Eucaristica. Quest’anno il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò ci ha onorato della sua

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Modica: Momento di preghiera.

presenza e per il secondo anno consecutivo, abbiamo avuto il piacere di ascoltare la relazione di don Gianni Mazzali, ispettore dei Salesiani di Sicilia. In sintonia con l’anno della fede il tema del pellegrinaggio: La fede come l’amore di Maria nel suo andare incontro alle persone bisognose. Tutto si è svolto attorno alla fede e al servizio di Maria, la quale è stata la prima a fidarsi di nostro Signore. La presenza di Maria nella nostra vita è per noi certezza ed esperienza quotidiana. Con le seguenti frasi inizia la nostra preghiera: La presenza di Maria nella nostra vita è per noi certezza ed esperienza quotidiana. Ne sperimentiamo continuamente la protezione, la sentiamo compagna di viaggio nel cammino di fede, Maria è la prima credente nel tempo della nostra alleanza. Madre del verbo nella fede, è anche Madre di coloro che nel suo Figlio diventino figli e figlie di Dio che opera grandi cose in chi si fida di Lui, Maria l’ha ascoltata, per questo è diventata Madre del Redentore. Il vangelo scelto è stato il brano secondo Luca in cui si racconta la visita di Maria a S.Elisabetta ed è stato il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò, a proclamarlo. Dopo la preInsieme


Insieme

La carità nasce da una adesione profonda a un Dio che io credo, Maria ha detto si per fede, la fede che diventa fecondità “beata sei tu perché hai creduto”, hai avuto fede anche se non è mancato il dubbio “come può essere , io non conosco uomo”. La fede è un dono che non si compra e non si conquista ma ci viene dato da Dio, per questo noi preghiamo affinché Lui ce la conceda, è il dono della grazia di Dio che noi dobbiamo accogliere, senza la nostra adesione Dio non può accordarci questo grande regalo. La fede è un dono reciproco ma è anche di obbedienza, essa ci prende così come siamo, si inserisce in noi e diventa un tutt’uno con la nostra personalità. La fede è un pellegrinaggio, un cammino che non dobbiamo interrompere anche quando ci prende la stanchezza o ci vengono dei dubbi, i dubbi ce li abbiamo avuti tutti e non per questo dobbiamo scandalizzarci. Nei momenti di sconforto pensiamo a quanti hanno testimoniato la loro fede attraverso la sofferenza come Nino Baglieri o la Madonna che ha tanto sofferto accanto al figlio morto, la fede non risparmia niente e nessuno. Maria è la Madre del Messia ma si definisce serva, madre di Dio ma anche schiava, il nostro pellegrinaggio della fede può dirsi sempre in salita se ci svuotiamo del nostro io e quindi del nostro egoismo per diventare servi dei fratelli bisognosi come ha fatto Nostro Signore Gesù Cristo che si è fatto servo di tutta l’umanità. Dopo questa bella e toccante relazione ci sono stati degli interventi sempre in tema di fede, a seguire il pranzo e verso le ore 15:30, tutti in cammino verso il santuario della Madonna di Betlemme per il santo rosario e la concelebrazione Eucaristica presieduta da don Gianni Mazzali. Calatabiano, 22 Aprile 2013 Venera Petitto segretaria ADMA Regionale Sicilia

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ghiera iniziale il vescovo porge a tutti il suo saluto e commentando il vangelo letto ci ha fatto riflettere come il saluto può diventare un tempo di grazia speciale “ ti saluto o Maria piena di Grazia”. Noi cristiani dobbiamo avere la certezza che Dio abita in noi e dobbiamo testimoniarlo agli altri con le nostre azioni, ecco la nostra fede, la stessa che hanno avuto San Giuseppe e Maria che fidandosi di Dio hanno detto il loro SI. San Giovanni Bosco, fondatore della nostra Associazione e Nino Baglieri hanno dato testimonianza di Dio con il loro operato e se noi oggi siamo qui riuniti significa che qualcosa di grande stiamo realizzando, è Dio che si presenta e sta in mezzo a noi, nelle nostre sofferenze incarniamo la presenza di Gesù nel nostro cuore. Satana conosce bene Dio e semina odio, ma noi cristiani dobbiamo essere consapevoli di una grande lotta contro il male, dobbiamo metterci sempre al servizio del fratello più bisognoso e fargli capire che Dio non ci abbandona mai. Dopo il vescovo, la presidente regionale, Luigina Ciaramella, porge il suo saluto e chiama i centri ADMA presenti che sono: Calatabiano, Canicattì, Capaci, Catania Santa Maria Ausiliatrice, Catania San Francesco, Floridia, Gela, Messina SS.Pietro e Paolo, Modica, Palagonia, Palermo Ranchibile, Pozzallo, San Cataldo, Santa Maria La Strada di Giarre e Taormina, circa trecentocinquanta partecipanti, presenti i delegati regionali, don Edoardo Cutuli e suor Carmelina Cappello. Don Gianni Mazzali inizia la sua relazione su “MARIA DONNA DI FEDE” ed esorta tutti a chiedere a Maria di insegnarci a diventare uomini e donne di fede. La fede non è statica ma è sempre in cammino, Maria il suo primo viaggio l’ha fatto per fede aderendo ad un gesto di carità verso la cugina Elisabetta.


FAMIGLIA SALESIANA

GRUPPO FAMIGLIE

Attuali e moderni - Sulle tracce delle famiglie Don Bosco

La notizia di un “matrimonio” a tre, avvenuto in Olanda, rimbalzata qualche giorno fa sul web, è stata immediatamente accolta con grande enfasi e, come spesso accade, subito bollata come “vecchia”. Infatti, dalla parte opposta del globo, in Brasile, la scorsa estate, un abile notaio individuando, tra le pieghe della legislazione locale, le opportunità per attuare l’unione a tre, le ha pron-tamente utilizzate. Purtuttavia, nonostante non fosse proprio uno scoop, la “notizia” ha generato un certo fermento nei blog dove sono state espresse posizioni fra le più disparate e, comunque, dove unanime è stato l’apprezzamento per l’evento, salutato come una conquista di libertà, un nuovo traguardo di progresso e modernità. Altri, soprattutto fuori dalla rete, hanno gridato allo scandalo: “si vuole legittimare la poligamia” hanno ripetuto. Solamente? Si potrebbe obbiettare. Ovviamente, ogni azione che si aggiunge

all’esistente proietta il concetto di famiglia in “altre” dimensioni, che forse, solo oggi restano impraticabili. Non stiamo qui a formulare le possibilità che potrebbero venir fuori dall’incontro fra etero, bisessuali, omosessuali, asessuali, pansessuali, poli-sessuali, trans nel formare nuclei di due, a tre o, perché no, a quattro e più. Questo è il mondo, il nostro mondo e, come spesso qualcuno ci ripete, l’unico in cui abbiamo la possibilità di vivere e per ciò il migliore di tutti. Agli inizi del secolo, sotto la spinta di don Mario Arestivo, si enucleava, nell’Oratorio “San Francesco di Sales” di Catania, un insieme di famiglie che da lì a poco, guidate da Marzio e Gea, coppia di Salesiani Cooperatori, si strutturavano per formare un Gruppo di Famiglie. Il gruppo, il nostro gruppo, iniziò un cammino di fede, seguendo le tracce delle Famiglie don Bosco che, nella nostra regione, hanno operato e opera-

é Catania: Foto di gruppo.

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anzi proprio perché per nulla perfetto, ha l’esigenza di mettersi alla sequela di Gesù e al servizio di Dio. Tutto questo ha mosso i primi passi agli inizi del secolo e tuttora vive. Si chiederà, ma nel frattempo, vi siete evoluti, modernizzati? Certo che si. Ma non nel senso in cui si scriveva prima. Dio ha lasciato piena libertà al suo popolo, libero arbitrio. Noi, come moltissimi altri, abbiamo liberamente deciso di impegnarci ad essere fedeli al nostro Dio e, di conseguenza, rispetto al concetto di famiglia, ci siamo attenuti, ci atteniamo e facciamo il tifo per un modello di famiglia in cui Gesù occupa il primo posto. Ci facciamo promotori di questo di famiglia perché è l’unico che ha la capacità di rinnovarsi quotidianamente, anzi istante dopo istante, rendendosi costantemente attuale. Questo ci rende più che moderni e, come si usa di questi tempi, rende il nostro modello appetibile. Tanto che, pur resistendo un buon nucleo di coloro che sin dall’inizio hanno partecipato a questa iniziativa che, per forza di cose, si sono invecchiati, intendendo di età, così non si può dire del Gruppo il quale oggi, a conferma di quanto pocanzi detto, si presenta notevolmente cresciuto di numero (16 le coppie frequentanti in quest’ultimo anno pastorale) e porta in sé una significativa presenza di coppie giovani, grazie anche al sostegno dell’attuale responsabile dell’Oratorio, don Giuseppe Raimondo. Oggi ci gratifica essere famiglia di famiglie e l’essere nati ad inizio secolo, il farci portatori di un carisma, quello salesiano, addirittura ottocentesco, l’appartenere ad una cultura che affonda le proprie radici nella not-te dei tempi, ci rende orgogliosi perché tutto questo ci permette, forti dello Spirito che fa nuove tutte le cose, di continuare a proporre un modello attuale e moderno di famiglia. Gr a z i el l a e A n g el o M ur ab i t o

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FAMIGLIA SALESIANA

no per una pastorale familiare che promuove e sostiene la vita di coppia e di famiglia, radicandone la forza nei Sacramenti. Nel tempo, alterne vicende hanno caratterizzato il cammino di queste famiglie e, come accade nella vita degli uomini, così anche in quella del gruppo ci sono stati arrivi e partenze, momenti sereni e di difficoltà, scontri, incontri. E ora, a distanza di tempo, possiamo anche aggiungere che un altro elemento ha caratterizzato questo nostro cammino, la presenza di una forza misteriosa che ha sostenuto e protetto il nostro andare, e la cui azione è stata maggiormente percepita in alcuni passaggi critici della dinamica del gruppo, quando tutto sembrava portare alla distruzione del lavoro fatto, quando, pur nel confronto, alcuna ragione sembrava dovesse prendere il sopravvento. Sin dalla sua costituzione, con cadenza quindicinale, da settembre ad inizio giugno, tutti gli anni, il gruppo si incontra, programma ritiri formativi, verifica e rilancia le proprie iniziative durante il Campo che si tiene al termine degli incontri dell’anno sociale, si confronta e si impegna facendo maturare disponibilità che, nel tempo, si sono rese strumento stabile per le esigenze dell’Oratorio e, da qualche tempo, si aprono anche alle iniziative della famiglia salesiana e del territorio. Per il gruppo essere famiglia è la priorità. Da questa identità promana l’impegno delle coppie, o dei singoli elementi delle coppie, che si manifesta principalmente nell’assolvere ai piccoli lavori di ma-nutenzione in oratorio, nel collaborare all’assistenza in cortile, nel tenere laboratori per i giovani, come dirigenti sportivi, nell’animazione liturgica, nella catechesi e in altre piccole o grandi necessità di cui la Comunità ha bisogno. Questa costante presenza dei componenti del gruppo famiglie alle iniziative della Comunità offre l’opportunità, a chi si affaccia all’Oratorio, di osservare che l’impegno dei cristiani non ha confini di età o di stato e che ciascuno, per quanto imperfetto,


MOMENTI DI FAMIGLIA

28° Capitolo Ispettoriale

La seconda sessione e il ridimensionamento ispettoriale

Nella serata del 25 aprile è iniziata la seconda sessione del CI28 con tre fondamentali adempimenti: la redazione definitiva del testo del documento capitolare sul tema della Radicalità Evangelica nei suoi tre nuclei, la riflessione sul ridimensionamento delle opere e delle comunità dell’ispettoria e l’elezione del Delegato e del Sostituto al CG27. Nell’introdurre la sessione l’ispettore ha auspicato un clima sereno, il rispetto reciproco, il dialogo sincero e aperto e soprattutto l’esplicitazione di un grande amore per la missione giovanile che il Signore ci ha affidato. Il ritmo di lavoro è stato intenso al punto da consentire una chiusura anticipata di qualche ora dei lavori del Capitolo stesso che nella mattinata del 27 aprile ha eletto don Marcello Mazzeo come Delegato ISI al CG27 e don Giuseppe Buccellato come Sostituto; ad essi vanno l’apprezzamento e le felicitazioni più cordiali di tutta l’ispettoria. Prima della loro elezione i capitolari sono stati coinvolti nella votazione delle varie parti del documento, nella votazioni delle mozioni e nella scelta di una riduzione a due delle attuali tre regioni d’Europa: la Regione Mediterranea, comprendente Italia, Medio Oriente, Spagna e Portogallo e la Regione Europa Nord accresciuta della Francia e del Belgio Sud. Oltre ad esprimere il suo compiacimento ed apprezzamento per l’elezione del Delegato e del Sostituto al CG27 l’ispettore ha ringraziato il Regolatore del CI28 don Gianni Lo Grande per aver guidato l’assise capitolare con moderazione, serenità, pacatezza ed ampio apprezzamento da parte dei confratelli. Ha esteso il suo grazie alla presidenza, agli scrutatori, ai segretari, ai confratelli e laici responsabili della struttura dell’Emmaus che hanno contribuito alla buona riuscita del Capitolo. Si presentano di seguito le mozioni che

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sono state votate al Capitolo e che orientano il percorso di ridimensionamento dell’ispettoria. 1. Il CI28, dopo aver riflettuto ampiamente sul tema del ridimensionamento delle opere dell’Ispettoria Salesiana Sicula, preso atto della necessità e dell’urgenza di ridimensionare il fronte di azione, appoggia e sostiene l’Ispettore e il suo Consiglio nel definire entro il luglio 2013 un Progetto di ridimensionamento, da attuarsi nel prossimo sessennio, che consenta di rivitalizzzare la missione salesiana in Sicilia. Le urgenze e i

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del 1998 ha individuato le tappe percorse dall’ispettoria fino alla definizione del POI 2010 approvato dal CI27. L’ispettore presenta poi nello stesso documento un’indagine dettagliata dei passi fatti dallo stesso Consiglio ispettoriale, a partire dall’ottobre 2010 per definire un piano di ridimensionamento da proiettare nei successivi 6-8 anni. Preso atto di ciò si è proceduto ad un’indagine dettagliata di tutte le opere dell’ispettoria, comprese quelle gestite dai laici nell’intento di riuscire a definire un piano sessennale di ridimensionamento e riposizionamento, tenendo presente il termine di tre anni e poi di altri tre anni. Grazie a qualche sessione straordinaria del Consiglio si pensa di poter terminare il lavoro per la fine di luglio del 2013, secondo le indicazioni della prima mozione di cui sopra. Si verificherà anche come coinvolgere in tempi piuttosto stretti sia i direttori delle comunità e delle opere che i giovani confratelli. Do n G ia n ni Ma z za l i

L’assemblea ispettoriale del 2 aprile L’Assemblea ispettoriale del 2 aprile è stata un momento corale di comunità e di famiglia a cui hanno partecipato circa 150 confratelli con la presenza di alcuni laici. Con spirito di fede abbiamo affrontato un tema urgente e scottante quale quello del ridimensionamento e della ricollocazione nell’ambito della missione salesiana in Sicilia. Sulla base di una relazione dell’ispettore sullo stato dell’ispettoria ci sono stati due momenti di condivisione. Nella condivisione del pomeriggio, più mirata e più specifica, sono emerse alcune convergenze che hanno portato ad individuare tre mozioni che sono state approvate, seppure con percentuali diverse, dall’Assemblea.Si riporta qui di seguito il testo. 1. L’Assemblea ispettoriale concorda che il ridimensionamento debba essere orientato facendo riferimento ai bisogni dei Insieme

ragazzi e giovani di oggi, piuttosto che essere condizionato dall’attuale assetto delle opere. 2. L’Assemblea ispettoriale incoraggia le comunità a fare tempestivamente un discernimento sulla propria vita di preghiera, sul ritmo della vita fraterna e sulla propria missione nel territorio, facendo proposte

é Catania-Cibali: Al centro il Sig. Ispettore.

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bisogni dei ragazzi e dei giovani di oggi, alla luce delle indicazioni offerte in seno al CI28, rappresentano il criterio fondamentale nell’intraprendere tale compito. 2. Il CI28 invita l’Ispettore a coinvolgere l’Assemblea dei Direttori delle comunità e delle opere, sia SDB che laici, nel definire concretamente le opere e i settori che dovranno essere ridimensionati. Il CI28 invita, altresì, l’Ispettore e il suo Consiglio a mettersi in ascolto dei giovani confratelli su tale tema e sul futuro dell’Ispettoria. 3. Il CI28 prende atto che l’opera di Manouba in Tunisia rappresenta un nuovo fronte di azione dell’Ispettoria Salesiana Sicula. Indica inoltre all’Ispettore e al suo Consiglio di privilegiare il modello attuativo delle “opere nuove” nel dare concretezza al progetto globale di ridimensionamento. Sulla scorta di tali mozioni l’ispettore ha presentato, nella seduta del Consiglio ispettoriale del 13 e 14 maggio, una bozza di documento che, a partire dal piano organico


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concrete di riposizionamento e quindi di ridimensionamento. 3. L’Assemblea ispettoriale ha fortemente sottolineato il valore della testimonianza di vita fraterna, nel cui seno si armonizzano le personalità e le iniziative dei singoli confratelli. Le prime due di queste mozioni sono state valorizzate nella seconda sessione del CI28 nel lavoro delle tre Commissioni e hannoispirato anche la formalizzazione di

due delle mozioni votate formalmente dal Capitolo Ispettoriale. La celebrazione dell’Eucaristia, a conclusione dei lavori della mattinata, è stata un momento forte di fede e di comunione. Il clima liturgico dell’ottava di Pasqua ha inserito i lavori e il confronto dell’Assemblea nella certezza che la risurrezione di Cristo fonda la nostra speranza e l’impegno a guardare con ottimismo al futuro.

Si portano a conoscenza dei lettori i temi affrontati dalla Presidenza CISI del maggio scorso. Alle ore 11.30 del 6 maggio don Frisoli introduce i lavori della Presidenza con due pensieri introduttivi sottolineando che, anche grazie alle sue visite alle ispettorie, si radica in lui la convinzione che guardando ai giovani e puntando sui giovani come Salesiani abbiamo un futuro da costruire di fronte a noi. Successivamente informa che ufficialmente che l’opera di Manouba in Tunisia è passata all’Ispettoria Sicula e quindi fa, a tutti gli effetti, parte della Regione Italia Medio Oriente. Intervengono poi gli ispettori sottolineando alcuni aspetti ed esperienze recenti nella vita delle rispettive ispettorie. Don Munir descrive la situazione drammatica della Siria, ma anche di tutto il Medio Oriente mentre Don Mancini accenna al lavoro fatto per disegnare il ridimensionamento della ICC. Il Sig. Lela, Delegato nazionale per il settore Economia, accenna allo studio fatto dagli Economi ispettoriali sui contratti e al ripensamento sulle forme contrattuali. Don Guido Errico, Delegato Nazionale per la Formazione e la Famiglia Salesiana, racconta la sua esperienza in Libano l’esperienza della scuola europea per giovani exallievi tenutasi in Slovacchia. Don Mazzali presenta, tra l’altro, la grave situazione che stanno vivendo in Sicilia sul fronte della Formazione Professionale e alcuni impor-

tanti momenti nella vita dell’ispettoria quali l’Assemblea e la Festa ispettoriale. Don Cacioli, facendo riferimento ad alcuni punti della vita dell’ispettoria, sottolinea l’importanza di andare avanti con coraggio nel fare alcune scelte, anche se dolorose. Don Martoglio riferisce della crisi che sta vivendo il Piemonte, della situazione della Elledicì, del ridimensionamento e dell’ingente lavoro che si sta facendo in vista del Bicentenario. Don Dal Molin condivide le sue primi ed impegnative esperienze come ispettore, in particolare la prima visita ispettoriale e il ridimensionamento. Don Cristiani, partendo dalla festa ispettoriale con il Rettor Maggiore, accenna al tentativo di rilancio di alcune scuole, della formazione professionale e al grande dono di 5 ordinazioni sacerdotali. Don Belfiore, Segretario CISI riferisce dell’associazionismo CNOS ed in particolare del VIS e del lavoro fatto a più tavoli sull’animazione vocazionale locale. Si riprende alle ore 15 con un intervento di don Severino De Pieri sul tema del COSPES, che presenta come Associazione tra le più valide in Italia per unitarietà e continuità del progetto. Attualmente i centri si sono numericamente dimezzati ed è importante puntare sui laici, tentando anche di qualificare qualche confratello in psicologia e psicoterapia. Si scambiano alcune opinioni tra ispettori e don Frisoli conclude sottolinenando il tema non è la sopravvivenza del COSPES, ma la presenza di competenze

D on Gian ni Mazz ali

Presidenza CISI 6-8 maggio 2013

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Insieme


Insieme

3. Presentazione dei due Convegni sulla Scuola e CFP (8-10 novembre 2013) e Parrocchie e Oratori(7-10 gennaio 2014). Don Frisoli presenta successivamente la Revisione del Regolamento CISI. Si legge articolo per articolo e si approva mentre si procede Vengono ripresi i lavori alle ore 9 del 7 maggio e si completa l’analisi del Regolamento CISI con la sua approvazione. I soli ispettori affrontano successivamente il problema dell’avvicendamento di alcuni confratelli che prestano servizio a livello nazionale in vari settori ed ambiti: Delegato VIS, Procuratore della Procura Missioni Don Bosco e Presidenza CNOS/FAP. Tale tema occupa tutta la mattinata. Don Erino Leoni presenta nel pomeriggio il Documento elaborato dall’Ufficio Vocazioni sull’animazione vocazionale locale. Vi è uno scambio approfondito tra gli ispettori e si rimanda al giorno dopo l’approvazione del documento stesso. Si riprendono i lavori alle 8.45 dell’8 maggio Si chiude sul tema delle linee sull’animazione vocazionale locale con l’approvazione. Don Belfiore dice che è maturo il tempo per l’approvazione del documento come strumento per le ispettorie. Don Frisoli chiede che vengano accolte le osservazioni fatte nella discussione perché sia in effetti il testo sia della CISI. Si verificano le osservazioni e il testo è approvato all’unanimità. Si approfondiscono ulteriormente altri elementi riguardanti il personale in avvicendamento. Si toccano alcuni altri punti tra cui una iniziativa di Fund Raising a livello nazionale, insistendo che tale tema debba essere monitorato attraverso alcune linee di governo a livello nazionale e a livello di Congregazione. Si affronta anche la situazione della Rivista Note di Pastorale Giovanile e si delineano alcune linee per rivitalizzare la rivista stessa che sta passando un momento di difficoltà. Do n G ia n ni Ma z za l i

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psicologiche e psicoterapeutiche a servizio dei confratelli e delle ispettorie. Interviene successivamente il Sig. Mario Lela sul settore Economia che affronta i seguenti punti: 1. Problematiche e opportunità a livello di gestione: criticità gestionali da superare nelle opere con presenza di SDB e nelle opere senza presenza di SDB (casistica associazioni in partecipazione, associazioni varie, fondazione). 2. Rapporti con l’AGIDAE : confronto sui contratti di lavoro rilevando ad esempio che il contratto ANINSEI costa mediamente 300 ? in meno rispetto all’AGIDAE. Si è fatto uno studio sinottico tra AGIDAE, ANINSEI e un contratto sintesi ideale. Si sottolinea che c’è bisogno di monitorare il contratto, con costi d’ingresso molto più bassi. Questa riflessione riguarda anche i contratti con la FP. Gli ispettori si scambiano alcune opinioni ed alcuni pareri e si decide di dialogare con l’AGIDAE in modo ufficiale. Concluso il tema economico Don Guido Errico presenta alcuni temi sulla Formazione. 1. Calendario del Faccia a Faccia. 2. Commissione Regionale di formazione a Venezia 9-12 maggio. La lettera del Rettor Maggiore sulla formazione è stata presentata da P. Giuseppe Bozzobon carmelitano. Che ha presentato una sua risonanza sulla lettera stessa. E’ seguita la verifica del sessennio. 3. Si accenna al tema del coadiutore a cui bisogna dedicare più attenzione. 4. Corso per formatori dal 29 giugno al 3 luglio. Don Frisoli raccomanda che i destinatari siano presenti tutto il tempo e tutti. Don Errico accenna al Convegno CISM di novembre. Don Claudio Belfiore riferisce successivamente sulla PG. 1. Il Confronto Giovani ad agosto : viene consegnato il programma e si presentano i contenuti del Confronto. Ad oggi 700 partecipanti. Si pensa di arrivare a 1200. 2. Relazione sul CNOS-Sport e sulla Corsa dei Santi (6° edizione)


Un gran numero di confratelli ed una rappresentanza di laici ha dato vita alla Festa dell’Ispettoria il giorno 25 aprile. Si è respirato un clima intenso e sereno di vera famiglia stretta attorno ai confratelli che negli ultimi due anni hanno celebrato i loro anniversari. Il momento di accademia, secondo la più consolidata tradizione salesiana, ha presentato, in svariati numeri e con simpatiche tonalità, la vita dell’ispettoria, gli avvenimenti di rilievo e i tanti motivi di gioia e di compiacimento. Particolarmente vivaci ed apprezzati gli interventi degli aspiranti e prenovizi, dei postnovizi e dei teologi. Abbiamo condiviso in tanti la gioia e la commozione di stringerci attorno a don Vincenzo La Mantia che ha presieduto l’Eucarestia, ci ha incoraggiati ad essere fedeli a Dio e a

é Zafferana: Momento della festa.

don Bosco e ci ha offerto un preludio delle prossime festività per il suo 100° compleanno, il 23 agosto p.v. Alla festa ispettoriale e poi anche al Capitolo hanno partecipato anche i confratelli coadiutori della comunità di Manouba il Sig. Lionelli Roberto e il Sig. Loubayi Jean-Serge a cui abbiamo riservato una fraterna e calda accoglienza.

Percorso dell’urna di Don Bosco

URNA DON BOSCO

MOMENTI DI FAMIGLIA

Zafferana 25 aprile 2013 Festa ispettoriale

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Giorno Venerdì1 Sabato 2 Domenica 3 Lunedì 4 Martedì 5 Mercoledì 6 Giovedì 7 Venerdì8 Sabato9 Domenica 10 Lunedì 11 Martedì 12 Mercoledì1 3 Giovedì 14 Venerdì15 Sabato1 6 Domenica 17 Lunedì 18 Martedì 19 Mercoledì2 0

1-20 novembre 2013

Percorso e programma Alì terme, Taormina Catania Catania: Festa Ragazzai/Giovani/Famiglie Siracusa, Pozzallo, Modica Modica, Ragusa Ragusa,G ela Gela, Mazzarino, Riesi Agrigento, Canicattì Caltanissetta,San Cataldo Pietraperzia,P iazzaAr merina,L eonforte Catania Acireale, Calatabiano Caltagirone, Palagonia, Bronte, Biancavilla Biancavilla,SanG regorio, Pedara Pedara, Trecastagni,M essina Messina, Barcellona S’Agata,P alermo Palermo, Trapani Paceco, Marsala Alcamo Insieme


Molti confratelli e laici hanno certamente seguito le convulse vicende che si sono succedute nel settore della Formazione Professionale non soltanto al nostri interno, ma anche per quanto si riferisce alle politiche regionali dopo l’avvento alla presidenza della Regione Sicilia del dott. Rosario Crocetta. Dopo la sconvolgente conferenza stampa del Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta sulla sua determinazione di chiudere i corsi di formazione professionale per i minori in regime di obbligo scolastico, i direttori dei centri si sono incontrati e hanno preso alcune decisioni. Si è concordato un testo a cui dare la più ampia diffusione a nome dei Salesiani e della Figlie di Maria Ausiliatrice, in cui si denunciava il progetto del Presidente e si puntualizzava con chiarezza la posizione dei Salesiani e delle FMA. Il testo ha avuto immediati riscontri nell’opinione pubblica ed ha innescato un movimento di reazione anche in campo politico. Il Presidente espressamente ha dichiarato di voler ritornare sui suoi passi, pur avviando a raffica una serie di ispezioni, ripetute in tutti i nostri centri. Si è anche deciso di fare una manifestazione con la partecipazione dei ragazzi, dei formatori e delle famiglie. Manifestazione che si è svolta il 20 marzo con la partecipazione dei formatori degli Enti aderenti alla CONFAP ed una rappresentanza dei ragazzi. La manifestazione ha avuto un buon esito. Una delegazione è stata ricevuta a Palazzo dei Normanni dal Presidente dell’ARS il dott. Giovanni Ardizzone e da un gruppo di parlamentari dell’ARS. In quella sede si è concordata una delibera che è stata votata la sera stessa dal Parlamento regionale (cfr file allegato con il testo della delibera). Successivamente a ciò sono rimbalzate per quasi due mesi informazioni sia positive che negative, sia tranquillizzanti che di preoccupazione, di smantellamento e di consoInsieme

lidamento della FP stessa. Sta di fatto che lo scenario ha continuato ad essere teso, senza che le soluzioni indicate più volte avessero un seguito nei fatti. Si decise allora, a livello di direttori dei centri e di direttivo, di puntare ad azioni mirate a livello locale, interessando le amministrazioni comunali, le prefetture, gli organi di stampa e le televisioni. Ogni centro si è organizzato coinvolgendo sia i ragazzi che i formatori e le varie azione hanno avuto un notevole impatto mediatico. Successivamente si è proceduto ad organizzare per circa un mese dei “sit-in” di fronte alla sede dell’Assessorato in Via Ausonia, con costanti azioni nei confronti dei funzionari e dei dirigenti dell’Assessorato stesso. Anche tale iniziativa ha avuto successo nel senso di rendere edotti i funzionari della deplorevole situazione dei centri, dei formatori, degli allievi e delle famiglie. La situazione al momento attuale, in cui si sta scrivendo, fine maggio 2013, non è ancora mutata e pertanto, nell’ultima riunione dei direttori e del direttivo ci si è proposti di continuare la pressione, di pianificare una eventuale ulteriore manifestazione per ottenere l’immediato sblocco dei finanziamenti. Do n G ia n ni Ma z za l i

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DALLE CASE SALESIANE

LA SITUAZIONE DEL CNOS-FAP ALCUNI FLASH


DALLE CASE SALESIANE

ALCAMO

Musical di Don Bosco

Nei giorni 13 e 14 Aprile Il CGS Charlie Chaplin con i ragazzi dell’Oratorio Salesiano di Alcamo hanno portato in scena IL MUSICAL DI DON BOSCO di Castellacci che ha ripercorso le tappe della vita del Santo Salesiano. Il tanto impegno, l’amore per Don Bosco hanno fatto si che sia emerso uno spettacolo meraviglioso durato all’incirca due ore tra un susseguirsi di luci, colori, scenografie, coreografie e portando un successo di pubblico e critica per il lavoro che ha visto in Regia Giuseppe Messina, alle Coreografie Antonino Butera e al Coordinamento Musicale Viviana Vesco. Ovviamente al centro dello spettacolo c’è la figura di Don Bosco, uomo straordinario, che riuscì a raccogliere tantissimi giovani dalla strada fondando un oratorio e creando anche attività di formazione e apprendistato per dare un lavoro. Quella di Don Bosco è una figura a tutto tondo, grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere. Sul modello di san Francesco di Sales, il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Le sue ultime parole rivelano soprattutto gli aspetti fondamentali della sua personalità di prete educatore, di pastore e di fondatore. Il pensiero dominante che emerge, sia nei momenti di

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é Alcamo: Momenti del Musical.

lucidità, come nei tratti dell'inconscio, esprime la sua grande preoccupazione per la salvezza delle anime giovanili. Ad un certo momento, battendo le mani grida: «Accorrete, accorrete presto a salvare quei giovani! Maria Santissima, aiutateli. Madre, Madre!». Oltre all’amore verso i ragazzi raccolti dalla strada e allontanati dalle sue insidie, da sottolineare il rapporto molto forte con la madre, ma anche la lotta contro le malelingue e la resistenza della Chiesa, che in principio non amava i suoi metodi, perchè all’epoca erano visti come eccessivamente moderni. E’ una personalità complessa fatta di realtà di un tempo ordinario ed eccezionali progetti concreti ideali e ipotetici, di uno stile quotidiano di vita e azione, insieme di particolari rapporti con il soprannaturale. Una tale figura non può essere adeguatamente compresa se non nella sua poliedricità e pluridimensionalità, ed è proprio su questo aspetto che si è concentrato il lavoro di chi ha realizzato questo Musical. Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”. In questo Musical è stato raccontato essenzialmente il sogno di Don Bosco, che era quello di ripulire la società da possibili pericoli, specie i giovanissimi a fortissimo rischio di diventare la manovalanza della criminalità organizzata, un messaggio che ancora oggi sembra attualissimo. Portare in Insieme


dre ci hai amati e hai creduto in ciascuno di noi in ogni istante, anche quando non credevamo in noi stessi, incoraggiandoci sempre. Massimo Melodia Don Bosco diceva: “Fare il bene senza comparire. La violetta Insieme

sta nascosta ma si conosce e si trova grazie al suo profumo”. Grazie Massimo, perché come un grande amico sei stato spesso sullo sfondo osservandoci da lontano, ma proteggendoci e sostenendoci al momento opportuno. I Personaggi: Giovanni Renda – Don Bosco, Caterina Rappa-Mamma Margherita, Carla Maltese-Madonna, Arianna ConfortoMadre Mazzarello, Ignazio Crescenti-Cardinale, Vincenzo Milazzo-Segretario, Nicolò Cruciata-Parroco, Gaspare Calvaruso-Fanatico Bigotto, Carlotta Conforto-Sartina, Daniela Settipani-Suorina, Carlo CammarataPittore. Il Corpo di ballo: Antonino Butera-Coreografo, Marianna La Porta, Katia Renda, Margherita Tabita, Erika Accurso, Rossella Ferrara, Erika Coppola, Claudia Carollo, Adriana Carollo, Viviana Vesco, Francesca Messina, Mario Impellizzeri, Pierpaolo Caldararo, Lorenzo La Monica, Antonino Lampasona. Il coro: Viviana Vesco-Coordinatrice musicale, Lorenzo La Monica, Katia Renda, Carla Maltese, Giovanni Renda, Rossella Ferrara, Antonino Butera, Erika Coppola, Claudia Carollo, Margherita Tabita, Mario Impellizzeri, Arianna Conforto, Carlotta Conforto, Marilisa Messina, Gaspare Calvaruso, Daniela Settipani L’intenzione è di riproporre il Musical anche prossimamente e naturalmente aspettiamo tutti voi. Volevo concludere citando uno tra i più bei frutti uscito della pedagogia di Don Bosco, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri” . Vi auguro di seguire questa via che conduce alla Santità, per far si che potremmo guadagnarci anche un piccolo posto in Paradiso. Katia Renda

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scena questo progetto è stato un lavoro molto intenso, che ha coinvolto tante persone rendendoli partecipi di un sogno, il sogno di Don Bosco ed è per questo che mi sento di fare dei ringraziamenti speciali per delle persone speciali, dedicando ad ognuno di queste persone una frase di Don Bosco che li caratterizza: Per tutti i ballerini e gli attori Don Bosco diceva: Da mihi animas, caetera tolle ed anche Aspetto tutti i miei giovani in Paradiso. Grazie amici di questa meravigliosa esperienza, ci ritroveremo tutti in Paradiso con Don Bosco a cantare e ballare le canzoni di questo MUSICAL. Viviana Vesco Don Bosco diceva: “In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v'è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare “. Grazie Viviana, perché ci hai condotti tra le note di questo Musical curando con amore le nostre voci una ad una e facendole vibrare son così diventate anche strumento di preghiera. AnTonyno Butera Don Bosco diceva: “La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio dopo l'amore”. Grazie Antonino, perchè con gioia e grinta ci hai coinvolti e hai fatto diventare strumenti di comunicazione i nostri corpi, anche i più goffi, sei un piccolo grande artista. Giuseppe Messina Don Bosco diceva: “La prima felicità di un fanciullo è sapersi amato”. Grazie Giuseppe, perché come un pa-


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Catania-Barriera

Il Lab-Oratorio di Animazione

As pe t t an d o i l G rEs t e n o n so l o … “L’Oratorio esprime il volto e la passione educativa della comunità, che impegna animatori, catechisti e genitori in un progetto volto a condurre il ragazzo a una sintesi armoniosa tra fede e vita. I suoi strumenti e il suo linguaggio sono quelli dell’esperienza quotidiana dei più giovani: aggregazione, sport, musica, teatro, gioco, studio” (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 42). “Animare è cosa di cuore”, soleva ripetere don Bosco ai suoi Animatori, che poi diventeranno i primi Salesiani. L’idea degli Oratori nacque nella mente di don Bosco dalla frequentazione delle carceri di Torino. “Questi ragazzi dovrebbero trovare fuori un amico che si prenda cura di loro, li assista, li istruisca, li conduca in chiesa nei giorni di festa”. “Amate le cose che amano i giovani”, ripeteva ai suoi educatori Don Bosco. “Chi sa di essere amato, ama; e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani”. E don Bosco curava, in maniera costante e incisiva, dedicando tempo e salute, i suoi giovani collaboratori: “La formazione dei formatori è molto importante – sosteneva Carlo Maria Martini – Gesù ha dedicato ad essa quasi tutta la sua vita pubblica, so-

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prattutto a partire dalla confessione di Pietro a Cesarea (Mc 8,27ss.). Non ha temuto di perdere tempo stando a lungo con i discepoli al fine di formarli. Il suo metodo si fondava sulla comunità di vita, sull’esempio, sulle conversazioni occasionali, sulla risposta alle domande, sulla capacità di farli entrare in crisi, su istruzioni espressamente indirizzate a loro, sulla preghiera, sull’esortazione al perdono e alla stima reciproca. Chi vuole formare formatori, deve tenerseli vicini e non stancarsi di istruirli”. E la Chiesa italiana già dal 1990 insiste sulla formazione dei formatori (Evangelizzazione e testimonianza nella carità, n.44): “Perché una pastorale giovanile sia solida ed efficace, bisogna rivolgere costante attenzione alla preparazione spirituale, culturale e pedagogica di educatori in grado di accompagnare e guidare i ragazzi e i giovani nella maturazione del loro cammino di fede. Formare i formatori, per i nuovi tempi e le nuove esigenze che la Chiesa si trova ad affrontare, è una evidente necessità pastorale”. Su questa linea da anni la scelta del gruppo e dell’animazione, come da nostro Progetto di vita oratoriana; e quest’anno, da gennaio, abbiamo pensato e lanciato un corso per animatori, il LabOratorio di Animazione, perché appunto ha voluto essere nelInsieme


Destinatari preadolescenti e adolescenti, che sono stati costanti nella partecipazione agli incontri mensili di una mezza giornata dalle 09.30 alle 16.30 circa (13/0, 24/02, 17/03, 24/04; 12/05; 31/05; 05/06; 11/06). L’ obiettivo fondamentale del Laboratorio è stato quello di abilitare ragazzi e giovani all’animazione concreta ai vari livelli (gruppi, liturgia, cortile, feste, grest, incontri, gite…) e all’ inserimento graduale come Animatori nei gruppi di formazione, catechistici, sportivi, culturali, turistici e nel Grest. Il LabOratorio ora si lancia nel Grest, con i suoi ritmi di formazione e animazione. Con questo LabOratorio il nostro Oratorio Centro Giovanile mira a continuare a crescere come luogo di aggregazione e formazione per fare parte sempre più di quelli che la recente Nota CEI sugli oratori (Il Laboratorio dei talenti, n. 28) chiama veri e propri laboratori educativi. Don Ga e ta no U rs o

RAGALNA

Un sogno che diventa realtà

A Ragalna, presso la nostra Chiesa don Bosco, si è realizzato un “sogno” che don Paolo Longo e la comunità che ivi si riunisce numerosa per pregare, coltivavano da tempo: un piccolo centro giovanile. Sabato 25 maggio, dopo la celebrazione Eucaristica delle ore 18,30 presente tutta la comunità, giovani e adulti, don Gianni Mazzali, ha inaugurato i nuovi locali dedicati alla memoria di due benefattori: il Sig. Paolo Rosa, medico e del figlio Salvatore Domenico, insegnante. Hanno condiviso la gioia don Domenico Paternò, don Paolo Buttiglieri ed una consistente rappresentanza delle suore di Via Leucatia e Fratelli Mazzaglia. Gradita è stata la presenza del gruppo “Fede e vita” della Parrocchia “S. Cuore” di Catania-Barriera ed il gruppo dei cooperatori/tri di Viagrande e Trecastagni. Insieme

L’inaugurazione del centro rappresenta un momento di particolare aggregazione per quanti credono e crederanno che l’attenzione e il rispetto per i piccoli e i giovani sia un impegno prioritario nell’edificare una società, dove il sistema preventivo di don Bosco, sempre attuale, deve diventare la regola educativa. D on Paolo Long o

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la impostazione dei contenuti e della metodologia un vero LabOratorio per formare dalla base i giovani animatori, dal biennio al triennio, animato da giovani, Adulti e Salesiani insieme. Hanno coordinato il LabOratorio i giovani Ivan Vasta e Rosario Papale in piena condivisione con don Gaetano Urso, responsabile dell’Oratorio Centro Giovanile, con interventi di don Domenico Paternò sulla spiritualità salesiana, di don Pino Falzone sulla Parola di Dio, di don Marcello Mazzeo sulla comunicazione nel gruppo e tra animatori, sulla testimonianza missionaria dell’animatori don Domenico Luvarà, sulla dinamica di gruppo ed educazione all’amore con la psicologa Manuela Musciumara, con don Arnaldo Riggi sull’assistenza salesiana, del medesimo don G. Urso sul Progetto di vita oratoriana, con momenti laboratoriali, animati da Maria Concetta Gangemi, Marco Spatafora, Santi Privitera, Ivan Vasta, Rosario Papale, Kevin Scavo…


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CATANIA-SALETTE

Exallievi Europa - Scuola leader

Dal 1 al 4 maggio 2013 si è svolto nell’incantevole cornice della Slovacchia (Vinicne) il terzo incontro della Scuola di Leader, percorso di formazione e crescita rivolto ai giovani Exallievi provenienti da diversi paesi dell’Europa. I partecipanti hanno riflettuto sul ruolo di uno dei rami della Famiglia Salesiana istituiti da Don Bosco e il loro impegno all’interno della società. All’incontro erano presenti anche don José Ramirez Pastor, Delegato mondiale dei Salesiani Don

é Vinicne-Slovaccia: Foto di gruppo

Bosco i delegati nazionali di Spagna, Slovacchia e Francia e il Delegato nazionale appena eletto, Don Guido Errico. (foto) Brati: foto di gruppo di partecipanti e delegati Gli incontri che si sono susseguiti hanno posto l’accento sia sul profilo del Leader sia sulla loro peculiarità dell’esser figli di Don Bosco: Don Pastor sottolinea come gli Exallievi rappresentino l’immagine della gratitudine al Santo dei giovani. “Essere Exallievi”- continua Don Pastor- “ è una grazia, un progetto di vita”. Una giovane Exallieva Slavka Brigantova ricorda come l’immagine del Leader sia associabile a quella del Buon

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Pastore. Slavka trasmette a tutti i presenti un grande trasporto e un grande coinvolgimento nel lavoro che compie con i giovani nel quotidiano. Durante l’incontro sono stati inoltre messi in luce diversi aspetti pratici rispetto all’ambito della comunicazione, in fase di progettazione per migliorare le realtà dei Gex (giovani Exallievi, presenti nelle case salesiane sparse in tutti i continenti). L’obiettivo è quello di realizzare una community mondiale, una rete sempre aggiornata, che metta in luce le iniziative proposte dagli Exallievi: i relatori sottolineano come questo sia possibile grazie ad una comunicazione diretta, chiara e sintetica. All’interno della Scuola i partecipanti hanno potuto vivere anche tanti momenti di svago e fraternità: il tour dell’affascinante Bratislava e la visita agli oratori salesiani della città hanno permesso ai Gex di conoscere profondamente la cultura e la ricca cucina slovacca. L’accoglienza dell’équipe organizzativa è stata davvero attenta e calorosa, avvertendo lo spirito di Famiglia Salesiana. L’incontro si è concluso con la consegna dei diplomi e i ringraziamenti a coloro che hanno permesso di vivere ancora una volta un momento di incontro, scambio e crescita personale. Arrivederci in Polonia per l’Eurogex 2014! Dakujem ovvero Grazie di tutto! Mir iam Pac e Insieme


le direttive scaturite dalla verifica precedenPer l’Unione Exallievi di Don Bosco di temente fatta: si tratta di indicazioni per una Catania-Salette il convegno annuale, svoltoprosecuzione della esperienza sin qui persi domenica 19 maggio, ha avuto molteplici corsa, con un forte richiamo all’impegno motivi di interesse e di partecipazione. personale dei soci come condizione di base Oltre a celebrare il decennale della naper una “presenza significativa” nel moviscita dell’Unione, è stato celebrato il 95° gemento salesiano e netliaco e il 75° delnel territorio. la consacrazione reDon Luigi Calaligiosa di don Ropaj, incaricato deldolfo Di Mauro, l’Oratorio San Giodelegato dell’Uniovanni Bosco, ha ne. tratteggiato, con Dopo la concecompetenza e scrulebrazione eucaripolosa attenzione, stica, presieduta da la Carta di identità don Di Mauro, il della Famiglia Salepresidente delsiana soffermandosi l’Unione, Salvatore sugli aspetti cariCaliò, ha aperto il é Catania-Salette: Foto di gruppo smatici in tutti i raconvegno illumi della Famiglia Salesiana e in particolare strando i 10 anni di presenza nella Casa Sadella Unione. lesiana e nel quartiere e i traguardi che in La manifestazione si è conclusa con l’orquesti anni sono stati raggiunti. mai tradizionale pranzo sociale tenutosi nei Il socio Alfredo Petralia ha tracciato le locali della Colonia Don Bosco alla Plaia. nuove vie per il futuro dell’Unione secondo

Catania-San Filippo Neri vecchio

Convegno exallievi

La mattina di domenica 12 maggio, solennità dell’Ascensione, gli Exallievi e familiari si sono fraternamente incontrati nel più antico oratorio salesiano della città, dovuto al cuore apostolico di due grandi santi che hanno onorato Catania con le loro opere sociali: Giovanni Bosco e Giuseppe Benedetto Dusmet. Una giornata indimenticabile per gli Exallievi di S. Filippo Neri che per la prima volta nella storia dell’oratorio di via Teatro Greco 32, i leggendari Filippini, hanno animato comunitariamente un unico convegno annuale: il 1° della nuova Unione Teatro Greco e il 47° dell’Unione S. Filippo NeInsieme

ri, i cui oratori (nelle vie S. Giovanni Bosco e dei Salesiani), opere a gestione laicale di promozione sociale, sono affidati a Giuseppe Salamone e a Lorenzo Barletta. Nella giornata delle comunicazioni sociali, dopo il tesseramento curato dai presidenti Enzo Caruso e Luigi Annino, nella sala Dusmet (teatro oratoriano) il sacerdote salesiano don Giuseppe Cassaro, docente di teologia dommatica e vice preside nell’istituto teologico S. Tommaso di Messina nonché nuovo delegato dell’Unione Teatro Greco, ha tenuto una relazione su “Carta d’identità della Famiglia Salesiana: impegno

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Exallievi-Salette - Convegno 2013


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e servizio degli Exallievi per l’oratorio e il territorio”, che è stata imperniata sugli elementi fondamentali che compongono e caratterizzano il carisma e la mistica salesiani, l’esperienza spirituale ed apostolica, fusa in un unico progetto di vita, di Don Bosco, il suo corpo dispiegato nella storia, la Famiglia Salesiana appunto nella sua interezza che oggi incarna i sogni del santo fondatore e la materna protezione di Maria Ausiliatrice. Il relatore ha evidenziato come la gioia, una delle note caratteristiche del carisma sa-

zione delle giovani generazioni. La passione per la maturazione armoniosa e robusta dei giovani ricevuta nelle opere di Don Bosco deve diventare in maniera naturale un obiettivo pastorale di ogni Exallievo. A conclusione, don Cassaro ha riferito un pensiero di Don Bosco: “Una cosa più di ogni altra vi raccomando o miei cari figli ed è questa: dovunque vi troviate mostratevi sempre buoni cristiani e uomini probi. Amate, rispettate, praticate la nostra santa religione, quella religione con la quale io vi ho educati e preser-

é Catania-S. F Neri: Foto di gruppo

lesiano, attinga la sua forza e la sua identità da Cristo Risorto, lo Spirito Santo sia l’autore dell’esperienza spirituale di Don Bosco e la Famiglia Salesiana condivida la missione del Signore Gesù. Don Cassaro ha illustrato la missione specifica degli Exallievi di Don Bosco all’interno della Chiesa, aventi il privilegio di essere chiamati e considerati a pieno titolo salesiani. Exallievi di Don Bosco non delle case salesiane o della congregazione salesiana: la loro identità nasce solo da questo riferimento personale e di appartenenza a Don Bosco, conosciuto attraverso la mediazione dei Salesiani. Gli Exallievi assumono secondo il proprio stato e le proprie possibilità la missione di Don Bosco: la cura di se stesso, la santificazione della propria vita cristiana vissuta con coerenza e responsabilità nonché l’educazione e l’evangelizza-

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vati dai pericoli e dai guasti del mondo, quella religione che ci consola nelle pene, ci conforta nelle angustie della morte, ci schiude la porta ad una felicità senza confini. Molti di voi hanno famiglia. Ebbene quell’educazione che avete ricevuta negli oratori da Don Bosco partecipatela ai vostri cari. Così propagheremo nel mondo la maggior gloria di Dio, coopereremo alla salvezza delle anime, a scemare nella società il male. Allora voi vi dimostrerete buoni salesiani, veri figli di Don Bosco che desidera solo popolare il cielo e disertare l’inferno. Il nostro lieto banchetto è terminato, ma ad un altro vi invito che non avrà mai fine.: a nome di Dio e di Maria Ausiliatrice vi invito al banchetto del cielo e prego e supplico che nessuno vi manchi”. Diversi interventi hanno animato un Insieme


ri ha presieduto la s. messa dell’Ascensione animata dai ragazzi del primo oratorio cittadino. Il dr Carmelo Toscano ha guidato la preghiera in suffragio dell’exallievo Nando Corsaro. Tra i presenti il dr Enzo Barresi, uno dei pochi ex allievi superstiti del bombardamento del 16 aprile 1943 nel quale rimasero uccisi 4 suoi compagni della II media di don Vasco Tassinari. A nt o n i no Bl an di n i

Catania-S. F. Neri: Commemorazione 70 anni fa bombardamenti a tappeto su Catania Strage a S. Filippo Neri. Il 16 aprile del terribile anno 1943, in piena II guerra mondiale, mentre le armate alleate si preparavano allo sbarco in Europa dall’Africa del Nord verso la Sicilia, era il venerdì dell’ultima settimana di quaresima, secondo il calendario liturgico romano preconciliare. Venerdì della settimana di passione e di terrore 70 fa a Catania, 2° giorno dei bombardamenti indiscriminati diurni, a tappeto e a grappolo, delle superfortezze volanti americane provenienti dal Nord Africa, allo scopo di demoralizzare la popolazione civile in vista dello sbarco d’invasione del luglio successivo. Si avverava in quella triste primavera l’inquietante detto medievale “Quando Marcus Pascha dabit et Joannes Coenam dabit totus mundus conquassabit” (quando Pasqua verrà per S Marco e il Corpus Domini per S. Giovanni tutto il mondo cadrà in rovina). Questa pagina di storia e di sangue innocente è stata presentata, con realismo e pathos misto a sentimenti di pietà verso le centinaia di morti e di feriti colpiti nel centro urbano dell’antica città greco-romana poi popolata dai bizantini, dagli arabi e dagli ebrei, dal giornalista ed ex allievo oratoriano Antonino Blandini nella chiesa S. Filippo Insieme

Neri, annessa allo storico e popolare oratorio salesiano dei Filippini di via Teatro Greco e gremita di tanti superstiti, parenti delle numerose vittime delle micidiali, infernali e ripetute incursioni aree (seguite successivamente da bombardamenti navali), ed allievi d’ogni età e di giovani delle ultime generazioni del vecchio e del nuovo istituto S. Filippo Neri, dove vige il sistema educativo preventivo di Don Bosco di formare onesti cittadini e buoni cristiani anche grazie all’affidamento ad associazioni di promozione sociale. Dopo l’introduzione da parte del direttore dell’oratorio Giuseppe Salamone, del coordinatore e collaboratore Piero Privitera e del presidente dell’Unione ex allievi Enzo Caruso, l’oratore ha ricostruito la tragedia allucinante (nel giorno stesso in cui in Svizzera il chimico Albert Hofmann scoprì il micidiale allucinogeno LSD), che investì due giorni prima della domenica delle palme il più antico istituto salesiano della città, ormai dichiarata “zona di operazioni belliche” mentre i poteri erano passati alle autorità militari. Il relatore ha ricordato l’atmosfera prebellica e dei primi anni di guerra in cui vive-

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fruttuoso dibattito al quale, tra gli altri, hanno partecipato anche il delegato dell’Unione S. Filippo Neri di via V. Giuffrida, don Gino D’Amico, l’ing. Giovanni Costanza segretario della consulta regionale della Famiglia Salesiana, il prof. Gaetano Quattrocchi, il prof. Antonino Mobilia, il dr Barletta, ecc.. All’ora della preghiera pasquale del Regina coeli di mezzodì, don Enzo Giammello, delegato ispettoriale degli Exallievi Don Bosco, nella settecentesca chiesa S. Filippo Ne-


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vano i catanesi e in particolare il mondo della pubblica istruzione, con speciale riferimento agli istituti scolastici salesiani. La casa dei Filippini, voluta dal beato cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet e da S. Giovanni Bosco, allora diretta da don Domenico Andronico, era sede di scuole primarie, elementari e ginnasiali e di un oratorio frequentato dai ragazzi dei popolosi quartieri Antico Corso, Civita, S. Cristoforo, Angeli Custodi, Fortino, Borgo-Cibali. Sono tutti scomparsi i salesiani di quel tempo: don Donzelli, don Trovato, don Ravalli, don Lo Turco, don Gangemi, don Virzì, don Savasta… Le comunità salesiane avevano iniziato a sfollare: S. Gregorio si era trasferito a Modica per lasciare liberi i locali del S. Francesco di Sales, occupati dai tedeschi. La casa di Barriera aveva accolto una cinquantina di sfollati palermitani. Scuole, negozi e uffici in città funzionavano alla meglio, ma la guerra che imperversava nel mondo si sarebbe accanita in Sicilia nell’imminenza dell’invasione in un contesto di superiorità area alleata e di insufficiente capacità di difesa delle forze italo-tedesche, mentre l’oscuramento, il magro razionamento e il timore di sfollamento rendevano difficile la vita. Giovedì 15 aprile, alle 12.48 ora legale, apparvero a 8 mila metri d’altezza per la prima volta 10 superfortezze volanti con equipaggi di 10 avieri e bombardamenti indiscriminati con lanci a grappolo di 36 bombe da

é Catania-S. F. Neri: Gli organizzatori dell’evento.

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mille libbre ciascuna. I giornali scrissero di “rabbia nemica sulla città oggetto di violente incursioni aeree del nemico con deliberato terroristico proposito di colpire i quartieri civili d’abitazione e non gli obiettivi militari, di fiaccare il morale delle popolazioni…E’ quindi necessario che chiunque ne abbia la possibilità sfolli senza indugio”. Era arrivato il terrore. All’indomani delle incursioni, come avevano avvertito i volantini piovuti da tutto ciò che aveva ali ed eliche, ritornarono, annunciati da 3 colpi di cannoni al posto delle sirene distrutte, alle 13 ora legale, negli antichi rioni martoriati di Monte Vergine, dei Quattro Canti e del Duomo alla Marina, i boeing B17, i quadrimotori USA-RAF Liberators Consolidated B24. L’antiaerea italotedesca fu impotente alla violenza distruttiva mai sperimentata dei colossali bombardieri. Quel giorno si contarono ben 146 morti e 291 feriti gravi, vittime dei crolli di decine e decine di edifici ancora abitati dalla popolazione inerme che da quella fosca sera di morte iniziò un biblico e disperato sfollamento nelle campagne dei paesi etnei, in cerca di riparo. I bombardamenti del mattino e del tardo pomeriggio colpirono il centro storico: crolli rovinosi a:-Palazzo S. Demetrio, Minoriti, Prefettura, vie V. Emanuele, S. Giuliano, Teatro Greco, Seminario dei Chierici, casa del Fercolo, Antico Corso. L’oratorio dei Filippini fu sventrato dal lato di ponente per lo spostamento causato da 2 bombe cadute nel palazzo Ruggieri dal n.17 al 33 di via Crescenzio Galàtola, vicino le chiese S. Maria della Cava e della Rotonda. Quel giorno i ragazzi si erano confessati per il precetto pasquale dell’indomani, allorché dopo la messa avrebbero assistito all’Opera dei Pupi tutta per loro. Il muro ovest della scuola crollò sui 30 alunni della II media, curata magistralmente da don Vasco Tassinari, giovane docente romagnolo di Insieme


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soluzione dal direttore, anch’egli ferito, e, trasportata al vicino ospedale S. Marta, spirò poche ore dopo. Parecchie volte, tra i pericoli continui dei bombardamenti, trepidando per i suoi alunni, aveva detto che sarebbe stata contenta di offrire anche la propria vita per la loro incolumità. E in quella stessa incursione, fra lo schianto fragoroso delle bombe era stata udita esclamare con accento di preghiera: ‘Signore, prendete me; ma salvate questi bimbi e le mie sorelle!” Per il suo generoso sacrificio, tutti i bambini uscirono dalla classe macchiati del suo sangue ma illesi; come pure incolumi rimasero le altre suore ,meno due, ferite solo leggermente. Il relatore, dopo aver ringraziato per la loro preziosa collaborazione i sacerdoti salesiani don Salvatore Fronte, don Gino D’Amico, don Rodolfo Di Mauro e don Giuseppe Ruta e per l’esatta ricostruzione dei dolorosi eventi gli ex allievi Ninì Stramondo ed Enzo De Marco (il primo studente di III B, il secondo fratello e compagno di classe del povero Egidio) testimoni oculari della tragedia del S. Filippo Neri, cha ricordato anche gli adolescenti oratoriani, tra cui Sergio Sommaruga, caduti nelle stragi quotidiane che prepararono la Pasqua alta di quell’anno, il fatidico 25 aprile. “I piccoli andarono incontro al Signore portando fiori e palme” come canta la liturgia. I presenti, tra cui la sorella e il cognato di Paolino Di Bella e due degli allievi di quel periodo, profondamente turbati e commossi nel ricordare il martirio dei catanesi di quella tragica primavera di sventure e di sciagure, a conclusione della conferenza hanno partecipato, alla luce di Cristo Risorto, alla celebrazione della s. messa pasquale presieduta da don Di Mauro, catanese di S. Cristoforo ed ancora operante nell’oratorio parrocchiale S. Maria della Salette, anch’esso voluto da S. Giovanni Bosco e dal beato Dusmet. Tra le targhe che ricordano l’atroce morte dei ragazzi citiamo quella posta all’ingresso dell’aula della II A: “Egidio De Marco, Paolino Di Bella, Franco Marchese, Mario Teghini vittime innocenti della guerra – Sia

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lettere e commediografo di valore: morirono schiacciati e soffocati sotto le macerie 2 dodicenni, Franco Marchese e Mario Teghini di Ottavio, e 2 tredicenni Egidio De Marco di Edmondo e Paolo Di Bella di Salvatore. Ecco come nel 1978 don Tassinari rievocò la tragedia: l’allarme fu dato mentre leggeva Pinocchio: “Dico agli alunni di alzarsi in piedi, di lasciare i banchi, di stringersi ai muri interni. Recitiamo un’Ave maria in latino. E’ proprio alla fine di quell’Ave che si scatena l’inferno. Nel frastuono degli scoppi distinguo chiaramente un fischio sibilante, che gradualmente e paurosamente ingigantisce avvicinandosi a noi. I ragazzi sono terrorizzati. Mi pongo in mezzo alla classe, voltato al muro esterno che è quasi tutto interrato dall’attigua strada in salita, alto oltre 5 metri, grosso più di 1, con 2 finestrelle in coma, a livello della strada”. “Maria auxilium” recitava con gli occhi verso il cielo. In quel momento 4 ragazzi “per paura e o per amore” gli si gettarono addosso. “Una vampata rossastra, accecante, un boato sordo, un impeto irresistibile di vento mi investono contemporaneamente, mentre io levo le braccia contro il muro, quasi a volerlo trattenere, per salvare i miei allievi. Ma il muro, costruito con blocchi di lava, nera e pesante come il piombo, urtato da 2 bombe di mezza tonnellata, ci sbatte a terra come fuscelli e senza pietà ci copre con 2 metri di rottami, Là sotto, dopo pochi minuti eterni, non odo più nulla. Mi stupisce di non sentire male, di respirare regolarmente. Non avverto peso sopra di me: solo, mi sento prigioniero, come chiuso in uno stampo”. Nell’aula soprastante, l’esplosione uccise la maestra di II elementare che salvò i suoi piccoli scolari sacrificando la sua giovane vita, suor Vincenzina Antoci di Mistretta, figlia di Maria Ausiliatrice. Il Bollettino salesiano del 1 agosto 1946 scrive che la religiosa si trovava “ritta in mezzo ai suoi piccoli alunni aggrappati alle sue vesti, come per implorarne aiuto e difesa e agli altri bambini della scuola e dell’asilo non ancora rincasati. Lo spostamento d’aria la sbatté violentemente contro la parete, causandole la frattura della base cranica. Ricevette subito l’as-


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é Catania-S. F. Neri: Il glorioso Istituto.

auspicio di cristiana concordia il loro sacrificio”. Riportiamo il testo scritto dall’ex allievo Vincenzo Barresi, uno dei compagni di classe della II media A, contenuto nella lapide dedicata a don Vasco Tassinari il 9 maggio 1998, 55 anni dopo la tragedia del 16 aprile: “Di Romagna infante/ Di Trinacria amante/ Don Vasco Tassinari/ A questo luogo/ Bersaglio funesto/ Dell’ira marziale/ Il 16 aprile del ‘43/ Imperitura memoria leggo/ Ma di quel dì a lui/ Per volere divino illeso/ Lo spirito gentile turbò/ Dei quattro diletti alunni/ Il fero, mortal destino/ E all’angosciato cuore/ Per lunghe insonni notti/ Giammai risposta venne/ Alla dolente istanza/

Ognor presente e s sì perenne:/ “A loro perché e non a me?”. Pubblichiamo, tratta da “L’olivo e i giorni”, la poesia che don Tassinari scrisse nell’anniversario della morte dei suoi quattro alunni uccisi dalle bombe in classe: “Sempre dinnanzi agli occhi, come allora/ mi ritornate in vigile richiamo./ Nella notte vi sento qui, vicini,/ ridere, come garrule fontane./ Voi qui dappresso, con manine dolci,/ torcete le mie pagine, festanti,/ oh, come allora quando, /scarduffati nei madidi capelli,/ attorno attorno, roridi, fumanti,/ di sudore e di gioco, sotto il sole,/ a me libri e quaderni mostravate/ e di sottecchi un furbo riso apriva/ la speranza del voto. O giorni belli,/ beati quelli, o miei ragazzi, Egidio/ gioioso nel tuo riso aperto, Mario/ gentile e caro, Paolino docile/ e studioso di latino, Franco/ trepido a volte come un uccellino…/ Come uccellini all’alba il volo in alto/ traeste, via pei cieli e sola e opaca/ questa terra bagnata d’innocente/ sangue vostro lasciaste, espiazione/ di peccati non vostri. Ora vi sento/ come battito d’ali qui discesi/ nella mia notte a ritrovarmi ancora./ Qui dolcemente, mentre l’ombra avvolge/ fuori nel cortile e l’oratorio e tutto,/ soli con me restate e la mia notte/ popolate di riso e di freschezza,/ come allora, miei cari, ricordate?/ Sedici aprile del quarantatrè”.

A. B .

Catania - S. F. Neri - CFP Se tutti noi riuscissimo ad accettare la diversità tutti potremmo vivere in pace. Questa bella ed intensa poesia scritta da alcuni nostri allievi del carcere minorile di Bicocca a Catania è il modo più autentico per presentare l’esperienza intrapresa dal CFP Cnos-Fap “San Filippo Neri” di Catania già da alcuni anni. Si tratta di un ritorno alle origini, infatti è proprio dall’incontro sconvolgente con i ragazzi del carcere di Torino, soli ed abbandonati, che in don Bosco comincia a prendere forma quella missione per i giovani, per tutti i giovani, che si realizza con la nascita dell’oratorio prima e dei laboratori per imparare un mestiere immediatamente dopo. È il 2009 quando il nostro CFP comincia i corsi in OIF per la Ristorazione all’I.P.M. di Catania. Considerata la particolarità del corso e

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la tipologia degli allievi, le classi sono composte da solo 7 ragazzi che cambiano con una certa frequenza perché nel frattempo possono usufruire di misure alternative alla detenzione più idonee ad un effettivo recupero e reinserimento sociale, anche spendendo le competenze certificate che nel frattempo hanno maturato nei nostri corsi. Il numero ridotto di allievi, però, non deve trarre in inganno… il nostro lavoro e il nostro impegno non è più facile o meno faticoso, tutt’altro, anche se certamente agevola una relazione educativa sincera e profonda tra allievi e formatori. Potremmo raccontare di tanti successi e traguardi ottenuti, come quello di poter svolgere un corso di ristorazione con coltelli e quant’altro dentro un carcere minorile, Insieme


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oppure del clima di condivisione che si vienoi riscoprono che pur nel condannare il ne a creare tra ‘guardie’ e allievi al momenfatto sono sempre considerati e trattati coto dell’assaggio dei piatti preparati nelle ore me persone! di laboratorio, o alla gioia dei nostri allievi Questo articolo non vuole indugiare in ad organizzare ed animare con il loro servisentimentalismi ed enfasi, vuole anche raczio numerosi momenti importanti per la vicontare alcuni dei loro personali successi: di ta dell’I.P.M. con la partecipazione di autochi dopo due anni di corso in carcere con un rità e magistrati; potremmo scrivere degli atpermesso particolare che lo ha autorizzato testati di stima e dei continui riconoscimenad uscire la mattina per rientrare il pomerigti avuti, ma sopratgio (in isolamentutto vogliamo racto!) per frequentaIL MO NDO LIB E RO contarvi di loro, Giorno per giorno noi sogniamo di essere liberi re il III anno al dei nostri ragazzi liberi di camminare nelle strade di tutto il mondo liberi di CFP, poter svolge“dietro le sbarre”, poter amare, re anche un tirociquando distesi sul libertà da costruire con la pace del proprio animo. nio formativo in letto, “al buio il un prestigioso alTanti sbagli abbiamo commesso e dobbiamo pagare. cuore parla e resti- Il cuore parla e sogna per amore bergo catanese e tuisce tutti gli sba- é pieno di odio, ma sa perdonare prossimamente capaci di costruire la pace, capaci di distruggerla gli”. continuare il IV capaci di donare serenità, capaci di odiare. Con ciascuno anno per giungere di essi, il coordina- Pace e libertà parole meravigliose! al diploma tecnico, Se non hai la libertà, non hai niente tore e tutti noi for- dietro le sbarre la vita è rovinata nel frattempo salmatori, avviamo chiusi in una stanza, sdraiati sul letto dando definitivaun sincero rappor- unica compagna la televisione. mente il suo debito to affettivo-educa- Al buio il cuore parla e restituisce tutti gli sbagli con la giustizia; chi tivo, li guidiamo batte forte, deve tenere duro, grazie alle compealla riscoperta del adesso é il momento di capire . tenze acquisite al bene, proponiamo Se ognuno di noi rispettasse la dignità corso adesso ha una alternativa fat- si potrebbe vivere con amore. una borsa lavoro e ta di lavoro pulito, rientra all’IPM sodi sacrificio, di impegno. In carcere don Bolo il pomeriggio. sco continua ad essere il nostro Padre, MaeTanti successi… accompagnati dall’amastro ed Amico, gli allievi scoprono che ieri rezza per le difficoltà che la Formazione Lui ed oggi noi sulle Sue orme, crediamo Professionale vive in Sicilia e che mortifica il sinceramente che c’è sempre una possibilità nostro lavoro, costringendoci ad aggrappardi riscatto, imparano a valorizzare il lavoro, ci alla buona volontà individuale, a lavorare cominciano a credere in se stessi ed in un fucon ritardi incolmabili sulle retribuzioni per turo diverso dal delinquere. non “abbandonare” i nostri allievi”, a guarÈ commovente la loro attenzione e pardare al futuro con grande preoccupazione. tecipazione al buongiorno quotidiano, le loDon Bosco ci ha insegnato ad affidarci ro preghiere, così come sono stimolanti i loai disegni di Dio, perciò il miglior modo per ro interrogativi, le loro critiche e la voglia di concludere è con le Sue stesse parole che capire ed apprendere. orientano il nostro impegno quotidiano e “L’intelligenza nelle mani”, mani pulite, che - siamo certi - sono state pronunciate per costruire un mondo migliore a partire proprio pensando ai ragazzi del carcere a da chi viene escluso, emarginato e certe volTorino: “L'essere buono non consiste nel te non ha nemmeno avuto la fortuna di conon commettere mancanza alcuna, ma nello noscere alternative oneste. avere volontà di emendarsi”. Per questi giovani spesso la pena più difC arm el a P al u mb o ficile è dover subire i nostri pregiudizi, con CNOS Catania


DALLE CASE SALESIANE

Messina-San Domenico Savio

Io Volo: Un progetto di integrazione

Non so lo ge nero si ma con sapevo li Per dare risposte pronte e concrete al disagio che oggi colpisce fasce sempre più larghe di popolazione servono volontari che non siano solo motivati e generosi ma anche adeguatamente formati, delle sentinelle attente alle esigenze del territorio e propositive a livello politico, ed è proprio questo lo scopo del progetto "Io Volo. Io Volontario", finanziato dalla Fondazione con il Sud, con associazione capofila il Cepas – Centro prima accoglienza Savio e partner Avulss, Telefono Amico, il dipartimento economico "Pareto" dell'Università di Messina e l'Oratorio Salesiano. Ad illustrare le attività del progetto che prevede quattro distinte azioni tutte finalizzate e orientate alla formazione di volontari impegnati in una presenza attiva nella città, sono stati don Umberto Romeo ed

é Messia-Savio: Tavolo dei relatori.

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Enza Sofo, presidente e vice-presidente del Cepas, il direttore del Savio don Enzo Schilirò, Maria Grazia Lojacono, presidente dell'Avulss ed Ennio Marino, presidente di Telefono Amico, durante una conferenza stampa svoltasi ieri mattina nei locali dei Salesiani. Il progetto nasce per valorizzare e potenziare la rete costituita tra le associazioni di volontariato Cepas, Avulss e Telefono Amico insieme con l'oratorio Savio e il Dipartimento "Pareto" dell'Università, già esistente e attiva da diversi anni in città, per qualificare, motivare e dotare di nuovi strumenti e tecniche dì servizio attivo i volontari già aderenti alle associazioni e stimolare nei giovani il senso civico e la partecipazione attiva. «Leggere il disagio, lavorate in rete, puntare sulla prevenzione – come ha sottolineato don Schilirò - per dare di più a chi ha di meno, seguendo l'insegnamento di Don Bosco». «Il volontariato deve oggi svolgere un'azione che funga da stimolo per le istituzioni» ha poi aggiunto don Romeo mentre Enza Sofo ha sottolineato «il valore della rete e dell'azione volontaria in sinergia, nell'ambito di un progetto che punta alla qualificazione del volontariato delle associazioni mediarte quattro azioni: formativa, di educazione all'ascolto,di accompagnamento ai giovani nel volontariato e di promozione all'integrazione di studenti italiani e immigrati abilitandoli alla partecipazione sociale e alla cittadinanza attiva attraverso processi di peer education, ovvero “educazione alla Insieme


Da: Gazzetta del Sud, Messina 15 febbraio 2013.

MESSINA-SAN TOMMASO

Tutti i diaconi a Torino Sì, esatto, proprio così, per concludere solennemente l’anno e per festeggiare Maria Ausiliatrice, una delegazione del San Tommaso di Messina è partita per Torino. I diaconi, il Catechista don Vincenzo e il Direttore don Franco Di Natale, si sono recati in pellegrinaggio per affidare a Maria e a don Bosco il prossimo sacerdozio e per ringraziarli per la vocazione salesiana. Dal 22 al 26 maggio, il gruppo (che è stato accolto amabilmente dai salesiani di Valdocco), si è spostato continuamente sulle orme di Don Bosco e dei primi salesiani. La fraternità e la gioia salesiana tra noi, hanno colorato il nostro cammino e l’hanno reso indimenticabile. Naturalmente i momenti più belli sono stati la Santa Messa e la Processione, vissuti insieme a tutti i confratelli del mondo, ai fedeli e al Rettor Maggiore. La festa poi colma di sorrisi, devozione, colori e canti è stata bella e coinvolgente, proprio come voleva don Bosco per la no-

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stra Mamma Celeste. Non resta che augurare ad ognuno di voi di partecipare a questa grande festa in onore di Maria… S i m o ne L a v e c c hi a

é Torino-Valdocco: Foto di gruppo.

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DALLE CASE SALESIANE

pari”». Sull'importanza della collaborazione fra soggetti associativi diversi, per rafforzare la cultura del volontariato e l'impegno per far crescere le comunità, si sono soffermati

anche i presidenti di Avulss e Telefono Amico, Maria Grazia Lojacono ed Ennio Marino. La prima azione, "Progettare il cambiamento. Per la Costruzione di uno Spazio Comune", coordinata da Salvatore Rizzo del Centro Studi Ecos-Med, e che si concluderà nel mese di maggio, rivolta alla qualificazione di trenta volontari, dieci per associazioni ed è aperta a quanti abbiano il desiderio di intraprendere un percorso nel mondo del volontariato, è partita ieri pomeriggio, con una ricognizione del contesto territoriale tema approfondìto da Mario Schermi dell'Istituto centrale di formazione del Dípartimento giustizia minorile e dal prof. Guido Signorino. Eli sabetta Reale


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PALERMO-ALBERGHERIA

Il restauro del Crocifisso Uno sguardo di dolore, compassione, sofferenza e speranza discende dall’alto di quel crocifisso dell’Albergheria restaurato all’antico splendore grazie all’intervento della Fondazione Salvare Palermo che ha finanziato l’opera di recupero. Il Cristo ligneo è certamente un’opera straordinaria, finalmente rivelata al pubblico ieri pomeriggio alla chiesa di San Nicolò all’Albergheria, a pochi passi da Ballarò, nel bel mezzo di uno dei quartieri più difficili e affascinanti della città di Palermo: dove convivono, le une accanto alle altre, disperazione e speranza, devianze e devozione, miserie e ricchezze. La Fondazione Salvare Palermo, restituisce alla nostra città un altro tassello del patrimonio artistico palermitano: il Crocifisso ligneo, attribuito dallo storico Antonio Cuccia a frate Innocenzo da Petralia, posto all’interno della chiesa di San Nicolò di Bari nel quartiere dell’Albergheria, nella stessa Chiesa in cui la Fondazione ha restaurato lo scorso anno l’apparato decorativo in stucco bianco e dorato della parete di fondo dell’abside centrale.

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Il restauro è stato realizzato grazie all’impegno dell’ANFE che ha accettato di eseguire l’intervento all’interno dello stage del corso di formazione di secondo anno ‘Restauro di dipinti su teli e statue’. Sotto l’attenta direzione tecnica delle professoresse Francesca Barocchieri, Giovanna Distefano, la tutor Sara Scelfo, dodici stagisti, operatori appassionati e competenti , hanno recuperato un’opera altrimenti perduta a causa della deteriorazione subita nei secoli. L’ANFE si è avvalsa anche del prezioso apporto e supporto di Anna Tschinke, tecnico della Unità Operativa Storico-Artistica della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Palermo. I dodici stagisti restauratori che hanno materialmente restaurato l’opera sono: Gabriella Amico, Giovanni Boncimino, Manuela Biondo, Roberta Bontate, Lorena Cottone, Giuliana Dino, Luisa Giuliano, Gabriella Greco, Rosamaria La Placa, Antonella Oliva, Rosolino Di Marco, Loredana Sabatino. L’organizzazione è stata assicurata dagli architetti Antonio Di Lorenzo e Silvana Lo Giudice che ha anche coordinato l’operazione. Insieme


PALERMO-”Don Bosco”

Partneriato CO MENIU S tra gli studenti del don Bosco e de ll’Istituto di Notre Mame di Jupille Gli studenti dell’indirizzo economico dell’Istituto Don Bosco Villa “Ranchibile” ed un gruppo di coetanei dell’Istituto Notre Dame di Jupille, una cittadina belga vicino a Liegi, danno vita al progetto, “Palege” (acronimo delle due città Palermo e Liegi) che ha l’obiettivo di approfondire tre temi comuni nell’ambito della normale attività scolastica: il porto come elemento di sviluppo di un territorio e quindi il rapporto tra le città e l’acqua, il teatro dei burattini, patrimonio culturale dell’Umanità, e l’emigrazione che nel passato ha fortemente unito i due Paesi (Italia e Belgio). E’ il primo progetto approvato dalla Comunità Europea tra una scuola italiana paritaria e un istituto belga che aderisce al programma OLC (Ouverture auxlangues et auxcultures – “apertura alle lingue e alle culture”) in ragione del quale il corso di lingua italiana è dato da un docente di ruolo italiano assegnato all’estero per incarico del nostro Ministero degli Affari Esteri.

é Palermo: Foto di gruppo.

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Gli studenti belgi, che sono stati ospiti a Palermo fra le tappe principali della loro visita hanno inserito la visita ai capolavori normanni fra i quali: il Duomo di Monreale dove hanno avuto modo di assistere ad una intensa e profonda illustrazione effettuata da Padre Nicola Gaglio. Esperienza indimenticabile per l’arricchimento umano prodotto sia dallo scambio culturale e didattico tra i docenti sia dall’impegno delle famiglie palermitane impegnate nell’accoglienza di questi ragazzi, con straordinaria generosità e disponibilità. Accoglienza che sarà ricambiata il prossimo anno scolastico, quando gli alunni del “Ranchibile” coinvolti nel progetto saranno in visita in Belgio. I docenti responsabili del progetto sono: Debora Smeraglia, Stefania Consagra, Marizia Tedesco, Alessio Sofia e Nicola Sacco per l’Istituto Don Bosco “Ranchibile” di Palermo, e Marzia Finocchiaro (docente OLC), Thomas Mouchamps e Jean-Marie Wauters per l’Institut Notre de Jupille.

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Al via il PROGETTO “PALEGE”


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Casa di Alcesti al Don Bosco Anche quest'anno il Laboratorio Teatrale del "Don Bosco Ranchibile" ha prodotto un nuovo lavoro: abbiamo infatti appena concluso il lavoro di messa in scena del nostro ultimo spettacolo, "Casa di Alcesti", da Euripide a Ibsen, a cui hanno preso parte 50 studenti del liceo, diretti dal regista Gianpaolo Bellanca e coordinati da altri insegnanti, mamme ed ex-allievi. La rappresentazione intrecciava le vicende dell'Alcesti (tragedia composta da Euripide intorno al 438 a.C.) con quelle di Casa di bambola (dramma del norvegese Ibsen del 1879). La protagonista, Nora, vestiva a tratti i panni della greca Alcesti: le due donne sono infatti accomunate dall'aver compiuto un grande sacrificio per il proprio marito, sebbene con esiti differenti. I corifei, passavano dall’ambientazione originaria, in cui vestivano i panni dei cittadini tessali della reggia di Fere in Tessaglia, alla scena moderna, dove diventavano vere e proprie bambole, emblemi di una società borghese e perbenista. L'uso delle maschere, tutte uguali, sottolineava il conformismo di una società moderna che, in maniera severa e impersonale, esprimeva i propri giudizi senza curarsi della complessità delle situazioni né degli stati d’animo degli individui. Elemento unificante dell'intera messa in scena era la figura di Septimus, reminiscen-

Palazzolo Acreide: Il coro durante uno stasimo.

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za letteraria di Virginia Woolf. Egli rappresentava il “poeta pazzo”, un artista schizofrenico perseguitato dalle Voci che ha in testa, sinistre figure che prendevano corpo e lo tormentavano con la loro presenza assumendo nel dramma, contestualmente, l’identità dei diversi personaggi (Apollo, il dottor Rank, Anne-Marie…). La purezza del proprio animo faceva scaturire, nel giovane, una malattia mentale che lo portava progressivamente a distaccarsi dal perbenismo di una società in cui non riusciva ad identificarsi. Ogni sua parola, apparentemente all'insegna della follia, è in realtà pervasa da una verità autentica e profonda perché pura, incontaminata. Septimus riecheggia suggestioni pirandelliane in questo suo stato di alienazione, che lo condurrà ad un esito tragico ma forse inevitabile. Su tutte le vicende dei personaggi incombeva Ananke, la dea della Necessità, una donna fatalmente attraente che ammalia gli individui con il suo canto seducente per poi travolgerli nelle maglie della sua rete di ineluttabilità. Nella parte greca prevalevano atmosfere funeree ma accorate, all’insegna del lutto e del compianto funebre; negli episodi moderni, invece, i toni si facevano più freddi e anonimi: il salotto ibseniano si trasformava in una vera camera di tortura, in cui i personaggi, confessando le proprie colpe, rivelano tutta la loro grettezza e disumanità. Al centro della scena stava un letto, simbolo di un’unione coniugale integra agli occhi esterni ma lacerata al suo interno da contraddizioni profonde ed estremamente dolorose. Il nostro laboratorio è frutto di una grandissima passione per il teatro tragico greco e, contestualmente, per il lavoro di messa in scena di un testo classico insieme a dei giovani in formazione. Negli ultimi anni abbiamo partecipato a diversi concorsi nazionali, vincendo per due volte il Primo Premio al Festival Nazionale dal Teatro Scolastico presso il Teatro Bonci di Cesena (con gli spettacoli "Ecuba, la banalità del male", Insieme


nel 2011, e "L'Opera di Antigone" nel 2013) unitamente al premio per il Teatro antropologico che sottolinea come la messa in scena attingendo da Sofocle ed Eschilo abbia impresso un senso di “appartenenza” al-

Insieme

My ria m L eon e e G ianp a olo B e lla nca

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Palazzolo Acreide: Nora e il coro di bambole.

la tragedia universale. Con l’innesto del teatro popolare dell’opera dei Pupi che ha raccontato Antigone anche con il “cuntu” siciliano. Inoltre abbiamo ottenuto il primo premio in occasione della Terza Edizione della Rassegna "Amattori Insieme" presso il Teatro Vida di Gravina in Puglia (ancora con lo spettacolo "Ecuba, la banalità del male") e il premio per la miglior Regia con "L'Opera di Antigone". Abbiamo anche avviato anche una produttiva collaborazione con l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa e con l’Accademia di Studi Teatrali “Tito Livio” della città di Padova.


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PALERMO-”Don Bosco”

Convegno su “Don Pino Puglisi”

Sabato 2 marzo 2013, alle ore 10, all’Istituto Don Bosco Ranchibile di via Libertà n. 149 a Palermo, avrà luogo in convegno su “don Pino Puglisi martire della mafia”. L’evento è stato organizzato dal Centro Studi Giuridici e Sociali Cesare Terranova e dall’Istituto Salesiano don Bosco Ranchibile con la collaborazione del Laboratorio di Teatro del Don Bosco Ranchibile diretto da Gianpaolo Bellanca. Dopo i saluti di don Carmelo Umana, direttore dell’Istituto Don Bosco Ranchibile, Annamaria Palma Guarnier, presidente del Centro Studi Cesare Terranova, seguiranno gli interventi di Mons. Carmelo Cuttitta, Vescovo Ausiliare di Palermo, Luigi Patronaggio, sostituto Procuratore Generale di Palermo, Nicola Filippone, preside dell’Istituto Don Bosco Ranchibile. Coordina Nino Amadore Giornalista de “Il Sole 24 ore”. Conclusioni Don Pierfausto Frisoli Superiore dei Salesiani per l’Italia ed il Medio Oriente. Segreteria: Centro Studi Cesare Terranova – Piazza A. Gentili n.16 Palermo – Tel. e Fax 091/6254825 - web: www.centrocesareterranova.it. Si avvicina il giorno (l'imminente 25 maggio) in cui Padre Pino Puglisi sarà beatificato. Con l'approssimarsi di tale data è opportuno ricordare la luminosa figura ed approfondirne il significato e il valore. Oggi, infatti, Don Pino è più vivo che ai nei cuori e nel ricordo di quanti ancora lo amano nel ricordo. Il Convegno dal titolo "Don Pino Pugliesi martire della mafia", organizzato dal Centro Studi giuridici e sociali Cesare Terranova e dall'Istituto Salesiano Don Bosco

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Palermo-Don Bosco: Tavolo dei relatori

Ranchibile con la collaborazione del laboratorio di teatro del Don Bosco, diretto da Gianpaolo Bellanca ha avuto relatori ed ospiti d'eccezione: Luig Patronaggio, sostituto procuratore generale di Palermo, Annamaria Palma Guarnier, presidente del Centro Studi Cesare Terranova, Don Carmelo Umana e Nicola Filippone. rispettivamente direttore e preside dell'Istituto Don Bosco. Ha coordinato il giornalista del Sole 24ore Nino Amadore. Le conclusioni sono state affidate a Pierfausto Frisoli. Superiore dei Salesiani per l'Italia e il Medio Oriente. La figura dell'imminente "beato" è stata vista dai conferenzieri in controluce, rispetto al grigiore dell'ambiente ostile in cui operava. E' stato così giustamente esaltata la sua figura, divenuta esemplare per la lotta contro il malaffare ed a favore di una gioventù meglio seguita, educata ed avviata verso le scelte della morale religiosa, civile e sociale. Uno dei temi più interessami ha illustralo il valore etimologico della parola martire, un aggettivo stabilmente legato al nome di Don Puglisi. Secondo la tradizione cristiana, i martiri (dal greco «testimone») sono coloro che per diffondere il messaggio evangelico sono incorsi in pene e torture, fino alla pena capitale, considerando gli esiti estremi della loro vocazione come sacrificio della propria vita, sull'esempio del sacrificio e della volontà umana di Gesù. Tale termine viene attribuito originariamente solo agli amichi martiri del primo periodo e relative persecuzioni. Ma in tempi successivi i martiri, come coloro che abbiano testimoniato la propria fede nonostante la persecuzione, sono stati anche quei cristiani vissuti in un contesto sociale ostile. In onore all'antico principio per cui i martiri erano i santi per eccellenza, l'attribuzione da parte pontificia della definizione di martire esclude che per la santificazione si renda necessaria la prova dei miracoli avvenuti per loro intercessione. Padre Puglisi si avvia così alla beatificazione e ad una probabile veloce santificazione. Dedicare un convegno fitto di dotte argomentazioni morali come quello del Don Bosco è stato certamente di grande utilità per un uditorio composto in gran parie da studenti, ma anche da docenti e numerosi ospiti. (Palermo parla, pag.54) Lydia Graziano Insieme


Domenica 10 marzo 2013 nella chiesa del Don Bosco – Ranchibile di Palermo don Calogero Ferrera ha presieduto la Cele-

50 anni di sacerdozio

brazione Eucaristica nella ricorrenza del 50° dell’ordinazione presbiterale. L’omelia tenuta da Don Biagio Amata ha evidenziato il dono del sacro ministero vissuto secondo il carisma di Don Bosco e il festeggiato, da parte sua, ha testimoniato la gioia per la vocazione vissuta nel servizio dei giovani nei diversi ambienti in cui l’obbedienza lo ha condotto. Un elegante cocktail e la torta augurale hanno concluso l’incontro festoso dei convenuti. Nel giorno dedicato a San Giuseppe è toccato alla Scuola Media dell’Istituto, in cui don Ferrera insegna, vivere la bella esperienza della celebrazione giubilare.

Per sempre con Don Bosco Lo scorso 1° Giugno, nella Chiesa Madre di San Cataldo, il giovane salesiano Arnaldo Filippo Riggi ha emesso la sua Professione perpetua tra i Salesiani di Don Bosco, nelle mani di Don Giovanni Mazzali, ispettore dei salesiani di Sicilia.

S. Cataldo: Professione perpetua di Arnaldo

Insieme

Numerosi i confratelli, le consorelle, i giovani e i fedeli convenuti da tutta la Sicilia salesiana in questo momento così importante della vita ispettoriale, in cui si è definitivamente sancito il patto di Amore e Donazione di Arnaldo a Dio, datore di ogni dono, per la salvezza dei giovani, secondo lo spirito e l’insegnamento di Don Bosco. Il “per sempre” della formula della professione, pronunciata da Arnaldo, è risuonato nei cuori di tutti i presenti, che, insieme, hanno ringraziato il Padrone della messe che continua a donare alla Chiesa vocazioni alla vita religiosa, in modo particolare nella nostra Congregazione, e che non smette di instillare nel cuore di tanti giovani, nonostante i profeti di sventura, il forte desiderio di impegnarsi per tutta la vita.

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Don Calogero Ferrera:


DALLE CASE SALESIANE

Trapani

3 P: Progetto, Pazienza, Paura

Così vorrei iniziare questo articolo con le 3 P che siamo stati tutti abituati ormai a sentire soprattutto dal 25 Maggio 2013, giorno della Beatificazione del nostro caro Padre Pino Puglisi. Progetto: perché così è nato il musical “L’amore più grande”, dal progetto di Giuseppe Virzì, direttore dell’oratorio di Trapani, di coinvolgere giovani e famiglie, d’altronde che “Anche la musica serve ad educare” lo diceva nostro papà don Bosco; e allora ecco il teatro, il musical fatto dai giovani per i giovani! Progetto, perché ha avuto la durata di ben 3 anni prima della messa in scena, dopo un lungo e faticoso lavoro, ma si sa che più alta è la meta più bella sarà la panoramica! Pazienza: e di questa ce n’è voluta tanta! È vero qualche pezzo si è perso lungo la via, ci sono stati momenti di tensione e ansia, ma l’obbiettivo è stato centrato pienamente. Obbiettivo che non era quello di far bella figura, ma di creare una famiglia, un gruppo oratoriano compatto formato da giovani e meno giovani (sulla carta ma non nello spirito), e chi ha avuto dal buon Dio la grazia di assistere allo spettacolo, sicuramente sarà stato deliziato dalla visione di vedere tutte quelle persone accomunate dagli stessi sforzi, da serate passate insieme a provare o a mangiare una pizza; pazienza perché alle volte è l’arma segreta, per citare sempre nostro papà don Bosco “La pazienza ci è assolutamente necessaria per vincere il mondo e assicurarmi la vittoria ed entrare in Paradiso”; e allora pazienza è la parola adatta, perché si sa forse la tensione fa fare brutti scherzi ma l’importante è capire di aver sbagliato e dai propri errori ripartire.

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Paura: forse quella più importante! La paura che il protagonista del Musical non ha avuto, Padre Pino Puglisi si è sempre mostrato temerario, coraggioso, non perché lo fosse; chi ha letto qualcosa di lui sa che era un timido, ma sapeva che in quel contesto doveva far qualcosa perché “se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto” e allora bisogna mettersi all’opera, e questo musical è nato per far conoscere a tutti chi è 3 P, cosa ha fatto e cosa continua a fare! Padre Pino Puglisi, Fratello e Amico dei giovani recita la sua preghiera. L’oratorio di Trapani ha voluto far conoscere, nel suo piccolo, chi ancora ignorava questa persona! L’amore più grande è il titolo del musical che prende spunto dal brano evangelico “non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”; come detto prima è stato un lavoro che ha impiegato 3 anni, ma il risultato è stato davvero formidabile, esordendo l’8 Dicembre al cine-teatro don Bosco, gli oratoriani trapanesi hanno portato “il progetto Musical” a Cefalù per poi finire al teatro di Trapani davanti tutte le scuole superiori di Trapani. Ovviamente sembra scontato dire che il musical ha suscitato enormi emozioni da parte di tutti e, per questo, permettetemi di ringraziare in maniera particolare Giuseppe Virzì; senza di lui non ci sarebbe stato niente, quindi davvero Grazie a nome di tutti! Desidero concludere questo articolo rivolgendomi a te educatore, salesiano, consacrato o semplice lettore, portando all’attenzione un fatto che mi ha fatto molto riflettere, durante l’ultima esibizione a Trapani; davanti a più di 900 giovani è stato fulminante l’applauso spontaneo e i consensi da parte della platea alla battuta “non ci si può fidare di nessuno”… che sia un modo che hanno i giovani per dirci (come successe a Padre Pino Puglisi) “ho bisogno di fidarmi di te?”.

Trapani: Attori del musical.

S te fa no Cor te sia no Insieme


In ricordo di Eugenio Cammarata

Caro Eugenio, Grazie di tutto questo, caro Eugenio, e mi dispiace moltissimo non essere presente a per tanto altro scritto nella vita intensa e poquest'ultimo incontro nella fede con Gesù polata di ragazzi, di giovani e di famiglie di Eucarestia che ti è stato forza e guida per tutquesto glorioso oratorio. Grazie ai tuoi cari ta la vita. che non solo non ti Ci siamo scamhanno ostacolato, biati l'ultimo abma ti sono stati vicibraccio sul tuo letto no, incoraggiandoti di dolore, con i tuoi e collaborando con cari, nel clima intimo te. della tua casa. Ti ho Ora, nel seno di visto sofferente, ma Dio, sei con don Bolucido, forte e sosco. Guardaci dalprattutto sereno. l'alto, sii angelo cuOra sei nella "serenistode dell'oratorio S. tà senza fine", abLuigi perché contibracciato da quel nui ad essere ancora Dio in cui hai creduper lunghi anni casa to e per il quale, in che accoglie, chiesa modo originale e che evangelizza, consono alla tua perscuola che prepara sonalità e alle tue doalla vita e cortile per ti, ti sei speso con incontrarsi da amici. entusiasmo e con Grazie della tua inarrestabile deditestimonianza e del zione. tuo esempio. Ti voTi voglio ricorgliamo tanto bene e Eugenio Cammarata. dare in modo semporteremo nel cuore plice e legato alla tua passione per il teatro, il tuo bel sorriso. Ciao. in medias res per così dire. Nelle ultime rasDo n G i a nn i M a z z a l i I s p e t t o r e segne, alla cui conclusione ho cercato di non mancare, mi ha colpito la tua determinazioI l D ir e t to r e d e l l ’ Op e r a S a l e s i a n a ne, la voglia di condividere e coinvolgere. di San Cataldo Ho constatato che non si trattava per te Desidero esprimere tutta la mia gratitudine di un podio, ma di una missione e di una ad Eugenio e mi faccio brevemente portavopassione per i ragazzi e i giovani. Mi sei piace dei confratelli della comunità salesiana di ciuto nel tuo disappunto apertamente maniSan Cataldo e degli altri mie confratelli qui festato per l'esiguo numero di ragazzi e di presenti, che sono venuti a condividere quegiovani nelle ultime serate di conclusione. sto momento di preghiera. Alcuni di loro soAvresti desiderato, come in altri tempi, un no stati direttori della stessa comunità salesalone gremito di gioventù a testimoniare la siana e potrebbero dare testimonianza su vitalità dell'oratorio, la tua seconda (in tanti Eugenio raccontando parecchie cose. Io dicasi forse prima) casa, la tua vera passione rò solo le sue ultime battute. salesiana. Caro Eugenio, di te mi porto nel cuore: Insieme

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la delicatezza che mi usavi quando dialogavi con me; l’entusiasmo e la tenacia nel portare avanti le attività dell’oratorio. Mi sembra ancora di sentire la tua voce calma e dolce che mi ha trasmesso serenità e fiducia nell’affrontare tante difficoltà. Il tuo essere determinato, la tua grinta, mi è testimone che bisogna andare avanti fino in fondo senza mollare e senza tirarsi indietro. Il Signore mi ha concesso la grazia di averti accanto come collaboratore e sostenitore dell’oratorio salesiano come tanti altri Exallievi e Salesiani Cooperatori e giovani qui presenti. Una squadra in azione la definisco, piena di vita per il bene e la salvezza della gioventù. Sì! Bisogna proporre agli adolescenti e ai giovani delle attività piacevoli per trattenerli con un sano divertimento, per legarli all’oratorio, a quest’ambiente familiare e allegro, dove si impara a vivere. Hai fatto del teatro lo strumento di formazione di intere generazioni di giovani e alcuni sono diventati dei veri professionisti. La rassegna teatrale è ancora segno della tua passione per la recitazione ma, soprattutto, segno di comunione tra le parrocchie di San Cataldo e di quanti amano ancora il teatro. Eugenio, con questi mezzi, sei riuscito a farti amare dai giovani. Chi sta con i giovani e lavora per loro rimane giovane, soprattutto nel cuore e, tu Eugenio, sei rimasto giovane sino alla fine dei tuoi giorni. Hai messo in pratica il comandamento del Signore quando diceva: se non diventerete come i bambini non entrerete nel Regno dei Cieli. Tu sei diventato come loro, come i bambini, perché per ben 38 anni gli hai regalato la gioia della festa. Ricordo come, in occasione dell’ultima edizione del Carnevale, i tempi per l’organizzazione erano molto stretti. E tu mi hai detto: Non possiamo deludere i bambini! Aspettano la festa”. Mettiamoci subito a lavoro! Per questo Eugenio, ti vedo come un grande uomo e un grande testimone dell’amore di Gesù verso i piccoli perché ti sei fatto il loro servitore e il servo di tutti. Grazie Eugenio. Ti porteremo per sempre nel profondo del nostro cuore.

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Don Filippo

D o n P a o lo Bu tt i gl i e ri n o m i na t o C o ns ul ent e d el l ’Uc s i Si ci l i a Don Paolo è il nuovo consulente ecclesiastico regionale dell’Unione cattolica stampa italiana. A nominarlo è stata la Conferenza episcopale siciliana, nella sua ultima riunione. Don Buttiglieri, nel ruolo di consulente ecclesiastico per l’Ucsi Sicilia, di cui presidente è il giornalista Giuseppe Vecchio, succede a don Giuseppe Rabita. Il presidente Vecchio, da parte sua, esprime apprezzamento per la scelta di don Paolo Buttiglieri, giovane ma già esperto comunicatore e ringrazia sentitamente la Conferenza episcopale siciliana, a nome di tutti i soci, il suo presidente, il Cardinale Paolo Romeo. Ed è già a lavoro, con don Paolo e su sua proposta, per organizzare un primo “ritiro spirituale” per gli ucsini siciliani e, se possibile, un incontro in Sicilia dei consulenti ecclesiastici di tutte le regioni d’Italia.

Valerio Martorana nominato il nuovo direttore Editoriale di “Voci Fraterne”. Lo ha ufficializzato il nuovo Presidente nazionale degli exallievi, Giancarlo Colombo, nel corso del consiglio nazionale che si è svolto a Sassone (Ciampino) da venerdì 17 a domenica 19 maggio. Martorana firmerà il primo editoriale sul prossimo numero di Giugno e da ottobre assumerà anche l’incarico di Direttore Responsabile della stessa rivista. Il dott. Valerio Martorana subentra all’avv. Michele Panajotti, che ha diretto la rivista dal 23 ottobre 2000. La Rivista viene stampata in 18.000 copie con periodicità trimestrale. Un nuovo stile editoriale la neodirezione lo ha già determinato con l’uscita, a settembre 2013, di un inserto sugli exallievi d’Italia nel Bollettino Salesiano, edizione italiana, che raggiungerà ben 400 mila persone. Insieme


In libreria il nuovo libro del Prof. Marco Pappalardo, Salesiano Cooperatore: "Nelle Terre dell'Educazione. Non si educa bene che col cuore" (Editrice San Paolo). Un testo semplice ed intenso per animatori, educatori, docenti, catechisti, genitori, che racconta storie ed esperienze educative significative. «Non si tratta di un manuale di studio, ma di un percorso di vita»: è questa la chiave di lettura del nuovo coinvolgente libro del Prof. Marco Pappalardo dal titolo "Nelle Terre dell'Educazione", edito dalla San Paolo, con la prefazione del Prof. Giuseppe Savagnone. È frutto di un’esperienza educativa reale che ha colmato l’esistenza dell’autore, una specie di “diario” con le caratteristiche di freschezza e di vivacità. Dentro non ci sono grandi teorie pedagogiche, ma persone: «Dietro ad ogni parola, frase, pensiero ci sono volti di educatori e ragazzi di ieri e di oggi». E poiché le persone diventano se stesse nelle vicende scandite dal trascorrere dei giorni, questo libro è pieno di racconti. «Si dice che “ogni vita viene al mondo per raccontare una storia”, non favole tratte dai libri, ma l’esistenza vera di ciascuno che esce dal “libro della vita” per camminare nel quotidiano». Perciò è intessuto di storie che raccontano fatti accaduti, piccoli ma significativi, come l’incontro sul treno con la giovane mamma e il piccolo Cristian; e quelle il cui contenuto è frutto della fantasia, ma in fondo non meno vero, come il bambino trovato sotto il cavolo, nel film Miracolo a Milano. Perché tutte sono importanti per far nascere – è questo l’etimo di “educare” – un uomo, una donna, aprendoli alla meraviglia. E da qui giustamente parte il Prof. Marco Pappalardo, Salesiano Cooperatore, docente di Lettere presso il Liceo Insieme

Don Bosco di Catania e giornalista collaboratore di Avvenire, La Sicilia e Mondo Erre, consapevole che il fallimento di tanti sforzi educativi, oggi, non è dovuto a un rifiuto da parte dei giovani, ma alla loro indifferenza, alla loro noia. E la meraviglia delle meraviglie è il fiorire di un rapporto umano che un po’ alla volta diventa importante per tutti, anche quando all’inizio è segnato da diffidenze e da contrasti. In un momento in cui si stenta a trovare lo stile giusto per educare le nuove generazioni, questo libro ha il grande merito di ricordare agli educatori, agli animatori, ai genitori, ai docenti, ai catechisti, con semplicità ed efficacia, il segreto che può ridare slancio e speranza all'educazione: uno «sguardo rivolto al cielo, pur restando con i piedi per terra e le maniche sbracciate al lavoro».

I l L a vo r o ne l C ar ce r e c h e ca m bi a Un libro a cura di Vincenzo Giammello, Alessandra Mercurio, Gaetano Quattrocchi Collana: Politiche e servizi sociali. Pagine 144. FrancoAngeli Editore, Milano, marzo 2013. ISBN 978-88-204-2706-1 Contatti: info@colct.it Frutto di una lunga esperienza di impegno sociale e di una indagine durata cinque anni, con il taglio di una “ricerca-azione”, il testo “Il lavoro nel carcere che cambia”, si presenta come un utile (e forse unico) vademecum, in grado di contribuire all’applicazione di una pena non più basata sulla custodia che affligge, ma sul trattamento che recupera, grazie al lavoro. Non c’è dubbio, il carcere deve cambia-

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U n l i b r o d i M a r co P ap p a l ar d o


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re. E questo può avvenire soprattutto grazie al lavoro, poiché senza lavoro sarà sempre e solo galera. È universalmente riconosciuto, infatti, che il lavoro costituisce, in carcere e in uscita dal carcere, se non l’unico, il più importante strumento del trattamento rieducativo. Ciò, purtroppo, rappresenta ancora una chimera. Basti solo pensare che per ogni 100 euro delle già scarse risorse che lo Stato spende per i detenuti, solo 8 centesimi vanno alle attività di trattamento (lavoro, ma non solo). A questo si aggiunga che la mancanza di opportunità lavorative rende troppo spesso impossibile l’adozione delle misure alternative alla detenzione (anche quando il detenuto è in condizione di poterne usufruire) e che, finita la reclusione, chi voglia ricostruirsi un’esistenza nel rispetto della legge, deve fare i conti con l’impossibilità, quasi totale, di trovare una occupazione dignitosa che glie lo consenta. Lavorare vale la pena. Perché ciò succe-

da, tornava certamente utile colmare una lacuna in campo editoriale. Ed è questa l’essenza ultima del volume: un vademecum offerto sia al grande pubblico (che deve sentire quale proprio dovere civico il partecipare consapevolmente al dibattito sull’emergenza carcere), che agli addetti ai lavori: gli uffici del Ministero della Giustizia a livello centrale e periferico, chi opera nelle carceri, i Servizi sociali dei Comuni, le Caritas diocesane, le cooperative sociali, le imprese che gestiscono (o intendono gestire) attività lavorative negli istituti di detenzione e, infine, gli studiosi della materia, i dipartimenti universitari di giurisprudenza, scienze sociali e politiche e gli educatori professionali. Il testo, un’opera ricca di contenuti e di passione, presenta una panoramica delle opportunità in grado di facilitare il tanto auspicato cambiamento: riflessioni, strumenti e metodologie efficaci, esperienze e progetti già collaudati, agevolazioni economiche in caso di assunzioni.

Palermo: Presen taz ione di volumi cu rati da don Biagio Amata sdb.

presidente dell’Associazione Bibliotecari ecclesiastici, e membro della commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università e a S.E. Mons. Luigi Bommarito, Arcivescovo Emerito di Catania, appassionato studioso di Arnobio. Un caloroso saluto è stato rivolto a S.E. Mons. Lajos Varga, Vescovo ausiliare di Vac (HU), Titolare di Sicca Veneria, patria di Arnobio, fattosi presente attraverso la Prof.ssa Adelaide Sótyi Santamarina Console Onorario di Ungheria. Ha moderato l'incontro il Rev. Prof.Vincenzo Lombino, docente di patrologia, direttore dell’Ufficio cultura. A lui è toccato introdurre e presentare i relatori: S.E. Mons. Salvatore Di Cristina, Arcivescovo Emerito di Monreale, il Prof. Vincenzo Messana, Ordinario Università di Palermo, il rev. Dott. Miran Sajovic, Università Pontificia Salesiana e il prof. Andrea Sollena, Diacono per-

L’evento organizzato dalla Pontificia Facoltà teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista” e dall’Istituto Siciliano di Studi Patristici e Tardoantichi “J. H. Newman”, ha avuto luogo a Palermo, venerdì 31 maggio 2013, nell’Aula Magna della Facoltà Teologica, la presentazione dei volumi: - Arnobio Di Sicca, Difesa della vera religione contro i pagani; - Nicola Le Nourry, Studio introduttivo ai sette libri di Arnobio (afro) contro i pagani, a cura di Biagio Amata sdb. A nome del Card. Paolo Romeo, Gran Cancelliere Della Facoltà Teologica di Sicilia, ha salutato gli illustri ospiti Mons. Rino La Delfa, Preside Della Facoltà, al quale è toccato dare il benvenuto a S.E. Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale,

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tina e bizantina nella Facoltà di lettere dell’Università pontificia salesiana, di Roma, in onore del quale Don Biagio Amata ha edito i volumi “Epistrophe”: tensione verso la divina armonia.e “Christomathia“ Paideia umana e cristiana. Ha quindi passato in rassegna le linee principali delle sue ricerche su Arnobio, iniziando dai Problemi di antropologia arnobiana, gli scritti di filologia e composizione latina, la partecipazione a simposi e convegni. Come suo contributo personale energicamente e sentitamente esposto, ha voluto sottolineare l’importanza degli studi classici per la comprensione del messaggio cristiano e per una cultura decisamente d’impegno. È stato compito dell’autore concludere una presentazione così arricchente e per molti aspetti originale, della presentazione dei suoi volumi, in cui discipuli superaverunt magistrum, aggiungendo solo, dopo i ringraziamenti di rito, che l’apologia di Arnobio, nell’anno della fede che stiamo vivendo, rappresenta la testimonianza di un frammento della fede cristiana, da cui, come da tutti i frammenti, si può solo intravedere, ma con certezza, la totalità della verità.

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manente della Diocesi di Monreale e Docente di Lettere Classiche. S.E. Di Cristina, dopo un cordiale saluto ai presenti, ha brevemente introdotto il genere apologetico della letteratura cristiana latina, con confronti e riferimenti anche agli apologisti greci, come Giustino e Teofilo. Il suo intervento, partendo da Arnobio, ha posto in evidenza problemi che ancora assillano il dialogo cristiano cattolico con le altre realtà cristiane o di altre religioni, ma soprattutto il mondo credente e quello dei non credenti, o atei Il prof. Messana, ha esposto il curricolo accademico e letterario dell’Autore don Biagio Amata, ripercorrendone gli interessi culturali di lunga data, relativi ad Arnobio, a partire dai legami col prof. Salvatore Costanza, dell’Università di Messina, suo relatore alla tesi di laurea sugli “Errori” di Arnobio, il prof. Giuseppe Leanza, Mons. Domenico Amoroso, docente di Storia ecclesiastica e patristica nello Studio Teologico S.Tommaso di Messina, e non ha potuto soffocare la commozione rievocando gli intimi legami di studio e amicizia con Don Calogero Riggi, ordinario di letteratura cristiana la-


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Dalla sofferenza Nino Baglieri è passato alla fede. Con gioia abbiamo appreso del Nulla osta della Santa Sede, datato il 31 gennaio 2013 e trasmesso a Don Luigi Cameroni il 22 marzo c.m. per l’avvio dell’Inchiesta Diocesana per la causa di beatificazione di Nino Baglieri. Con eguale gioia vi presento questo lavoro di Don Michele Spallina che nasce dalla sua personale conoscenza e frequentazione di Nino e dal suo desiderio di farlo conoscere tra i giovani siciliani. Il lavoro di Don Michele consta della presentazione grafica delle "pagine" elettroniche da lui composte per facilitare la conoscenza della testimonianza di Nino tra i ragazzi e i giovani con un linguaggio a loro più consono. Si tratta di spunti sintetici ed efficaci che scolpiscono il senso di una grande sofferenza e il suo recupero nella conversione come testimonianza luminosa di fede. Dalla sofferenza Nino è passato, nella fede riconquistata, alla testimonianza quotidiana di un amore costantemente donato. Le immagini e il volto di Nino che viene frequentemente riproposto hanno stimolato la sensibilità dei ragazzi e degli adolescenti che Don Michele ha incontrato e a cui ha posto alcuni semplici, ma coinvolgenti quesiti. Le risposte sono raccolte nella seconda parte dell’opera e costituiscono uno spaccato di come la mente e il cuore dei giovani si

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pongono di fronte alla fede in Dio e in Gesù e alla testimonianza unica di Nino. È interessante rilevare che le risposte sono di segno diverso evidenziando la commozione e il trasporto di molti ragazzi, ma anche l’atteggiamento critico e dubbioso di tanti giovani che sentono Dio lontano e faticano a lasciarsi coinvolgere. Anche attraverso la musica e il canto alcuni giovani hanno voluto esprimere l’impatto diretto della testimonianza di Nino. Il volume contiene anche il testo, lo spartito e gli accordi di una canzone che ripercorre musicalmente l’esperienza con cui si sono confrontati. Tutte sfaccettature di un lavoro che nasce da una testimonianza di fece unica e che intende provocare la ricerca di senso e di germi di speranza di tanti ragazzi e giovani oggi. A Don Michele il merito di aver colto questo anelito incrociandolo con l’esperienza eloquente di un uomo che ha testimoniato l’amore di Dio da un letto di dolore. (Dalla presentazione del libro di Don Gianni Mazzali, Ispettore).

Ricordiamo i familiari defunti dei confratelli: La sorella di Don Santo Russo, la cognata dei confratelli Don Angelo e Don Roberto Dominici, il fratello di Don Angelo Calabrò. Insieme


ISTITUTO SALESIANO “SAN FR. DI SALES” CATANIA

120 ANNI DI STORIA

Ogni libro è frutto di tanta fatica e quello che è presentato stasera non fa eccezione: ha richiesto l’impegno e la solerzia di tanti. L’obiettivo è stato unico e convergente: non disperdere e conservare per quanto è possibile la ricca memoria dell’Istituto “San Francesco di Sales” in Cibali - Catania. I festeggiamenti per i 120 anni dell’inaugurazione (10 maggio 1892), in prospettiva del Bicentenario della Nascita di Don Bosco (2015) e dei 125 anni di fondazione (2016), sono stati colti come l’occasione propizia per raccogliere e custodire quanto, manoscritti d’archivio e testimonianze dal vivo, potevano darci. Soprattutto le testimonianze dal vivo andavano colte a volo e registrate scrupolosamente. Sono stati tanti ad essere mobilitati in quest’impresa per tratteggiare una storia ancora giovane ma che rischia, come tutte le cose che accadono nel tempo, la dimenticanza e l’oblio… A esperti è stato chiesto il lavoro di ricostruire quest’avventura educativa che ha superato il secolo; i cronisti del passato e più recenti sono stati invitati a raccontarci la vita del “San Francesco di Sales” nella sua quotidianità, nelle sue ricorrenze annuali e negli eventi straordinari; ai testimoni ancora viventi è stato richiesto di consegnarci quanto hanno vissuto in prima persona. Un grazie va innanzitutto a loro, collaboratori a vario titolo di queste Memorie dell’Istituto “San Francesco di Sales”. Don Pippo Ruta Direttore dell’Istituto “San Fr. di Sales”



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