Notiziario Aprile 2014

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Sommario Editoriale

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Lettera dell’Ispettore

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Messaggio del Rettor Maggiore Capitolo Generale 27 Formazione

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Animazione Missionaria/VIS»

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Pastorale Giovanile

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Comunicazione Sociale

Famiglia Salesiana

Dalle case salesiane Guardando altrove Da ricordare

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a ugur a e n io edaz asqua! R a L aP Buon

Direttore Responsabile Felice Bongiorno

Registrazione: Tribunale di Catania N. 15 dell’11-04-2008

Redazione

Felice Bongiorno (coordinatore redazionale) Angelo Grasso Domenico Luvarà Marcello Mazzeo Calogero Montanti Giuseppe Ruta

Collaboratori

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Direzione e redazione

Via Del Bosco, 71 - 95125 Catania Tel. 095 336369 Fax 095 339720 E-mail: insieme@sdbsicilia.org Sito web: www.sdbsicilia.org

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In copertina Don Ángel, X successore di Don Bosco.


Abbiamo accolto il messaggio di Papa Francesco che per la Quaresima ci invitava ad “essere autentici e gioiosi del Suo messaggio di misericordia e di speranza”. Abbiamo, da poco, celebrato la Pasqua del Signore che ci ridà la gioia, che ci chiede di uscire dal male, dal peccato, purificandoci dai fermenti dell’uomo vecchio e di vivere in modo nuovo il tempo presente. Sembra proprio di leggere attraverso gli ultimi avvenimenti della nostra Ispettoria una realtà che ha voglia di continuare, di vivere esperienze sempre nuove che ci tengono ancorati al carisma di Don Bosco presente nella realtà del nostro quotidiano. Abbiamo iniziato il 2014 con una festa di saluto per Don Gianni Mazzali e di benvenuto tra noi al nuovo ispettore Don Pippo Ruta, che subentra a don Gianni Mazzali, in un momento particolarmente difficile per la Famiglia Salesiana come per tante altre realtà ecclesiali siciliane. La Famiglia Salesiana di Sicilia è profondamente grata a don Gianni per il lavoro apostolico svolto con tanto impegno e autentico spirito salesiano. Don Gianni ricorderà sicuramente i giorni della peregrinatio dell’urna delle reliquie di Don Bosco che ha accompagnato nelle 36 località visitate e in particolare l’incontro toccante con i giovani della casa circondariale di Bicocca. A 7 anni dalla scomparsa di Nino Baglieri è stato aperto, dal vescovo Mons. Antonio Staglianò, il processo diocesano per la beatificazione, con il compito di esaminare la vita e l’eroicità delle sue virtù. Il 16 agosto 2014 prenderanno il via le celebrazioni per ricordare i 200 anni della nascita di don Bosco, dopo una preparazione iniziata nel 2011 e scandita da un cammiInsieme

no in tre tappe che si concluderà il 15 agosto di quest’anno. Il 25 marzo, con fede e con grande gioia, abbiamo accolto Don Ángel Fernández Artime, X successore di don Bosco. A lui assicuriamo il nostro affetto e la più sincera collaborazione in questo tempo di nuova evangelizzazione. “Noi Salesiani e io, davvero, in prima persona, vogliamo essere aperti al mondo, alla società. Non siamo qua per stare chiusi tra le mura, ma per avere uno sguardo sul mondo. E sono a vostra disposizione”. (Don Ángel, ai giornalisti durante la prima Conferenza Stampa da Rettor Maggiore del 2 aprile, presso la Casa Generalizia di Roma). Ringraziamo don Pascual Chávez Villanueva per il suo prezioso servizio e gli auguriamo di poter continuare a servire la Chiesa e i giovani amando Gesù Cristo così come ha fatto in questi dodici anni.

Don G. Ruta, Sr. A. Razionale e Don G. Mazzali.

I momenti più significativi del CG 27, raccontati dall’Ispettore e dal nostro delegato: l’elezione del nuovo Rettor Maggiore, l’insediamento del nuovo Consiglio Generale e l’incontro dei Capitolari con Papa Francesco. •

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EDITORIALE

Editoriale


Eletto il X Successore di Don Bosco

Don Ángel Rettor Maggiore

Don Ángel Fernández Artime, il nuovo Rettor Maggiore dei Salesiani, è stato eletto al primo scrutinio del Capitolo Generale È Don Ángel Fernández Artime il nuovo Rettor Maggiore della Congregazioni dei Salesiani, X Successore di San Giovanni Bosco. Don Fernández Artime, finora Ispettore dell’Argentina Sud, è stato eletto dal Capitolo Generale 27, al primo scrutinio. Un lungo e caloroso applauso ha accolto la proclamazione ufficiale, riferisce l'ANS - Agenzia Info Salesiana. Don Ángel, 53 anni, è nato il 21 agosto 1960 a Gozón-Luanco, nelle Asturie, Spagna; ha emesso la sua prima professione il 3 settembre 1978, i voti perpetui il 17 giugno 1984 a Santiago de Compostela ed è stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1987 a León. Originario dell’Ispettoria di León, è stato Delegato di Pastorale giovanile, Direttore della scuola di Ourense, membro del Consiglio e Vicario ispettoriale e, dal 2000 al 2006, Ispettore. È stato membro della commissione tecnica che ha preparato il Capitolo Generale 26. Nel 2009 è stato nominato Ispettore dell’Argentina Sud, incarico che ha mantenuto fino ad ora; in virtù di questo suo ruolo ha anche avuto modo di conoscere e collaborare personalmente con l’allora arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco. Ha conseguito la Laurea in Teologia Pastorale e la Licenza in Filosofia e Pedagogia. Lo scorso 23 dicembre era stato nominato Superiore della nuova Ispettoria della

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Spagna Mediterranea, dedicata a “Maria Ausiliatrice”; un incarico che evidentemente don Fernández Artime non potrà più assumere, dovendo svolgere il Ministero di Padre per tutta la Famiglia salesiana.

Roma, 25 marzo 2014. Da: © Innovative Media Inc.

D a l d i sco rs o d e l R e tto r Ma ggi o re a Papa Fra ncesc o “Durante questo Capitolo Generale, che ha come tema l’essere “Testimoni di radicalità evangelica”, ci siamo sentiti in profonda sintonia con la sua Esortazione Apostolica “Evangelii Guadium”. Questo testo ha illuminato e guidato la nostra riflessione. Nella nostra missione desideriamo riaffermare il nostro desiderio di essere servi dei giovani, attraverso una proposta educativa

ispirata dai valori evangelici e con un impegno generoso per la trasformazione del mondo. Desideriamo riconfermare il criterio della scelta di don Bosco: quella di una disponibilità preferenziale nei confronti dei giovani più poveri, delle popolazioni più svantaggiate e di periferia, nei contesti missionari tradizionali e in quelli delle società più secolarizzate. Accogliamo, caro Papa Francesco, la sua parola e le sue indicazioni per una scelta ecclesiale delle grandi linee che ci guideranno in questo prossimo sessennio”. Insieme


Lettera dell’Ispettore

L’esperienza del CG27

Carissimi Confratelli, eccomi a voi, dopo aver vissuto, insieme al Delegato ispettoriale Don Marcello Mazzeo, l’esperienza del CG 27. In questo numero di “Insieme”, desidero comunicarvi alcuni flash che guardano a questi due mesi passati a Torino e a Roma (22 febbraio – 12 aprile) e annunciarvi qualche appuntamento del prossimo futuro. G u a r d a n do a l s u r f Inizio con un’immagine che mi è rimasta impressa, riferita dal “facilitatore” del discernimento per l’elezione del Rettor Maggiore e dei Membri del Consiglio generale, p. José Cristo Rey Garcìa Paredes, cmf, e tratta dalla “buona notte” di saluto alla sua partenza; un invito alla “fedeltà”, nonostante gli sconvolgimenti possibili: «Lo abbiamo sentito tante volte in questi ultimi anni: ci troviamo in una “società liquida”. É un tratto della postmodernità. Non ci troviamo nella cultura degli impegni definitivi, degli obblighi fino alla morte. É bene, per noi, percepire la fluidità della realtà. É da intelligenti vivere come coloro che fanno surfing: sempre preparati ad affrontare onde imprevedibili. Tutto è liquido nel surfing, eccetto la tavola. É questa la base che permette di danzare, spostarsi sulle onde. É questa la tavola della salvezza. Non siamo persone condannate ad affogarsi nella società liquida. Abbiamo bisogno di una certa solidità che ci permetta di incontrare la ragione della nostra vita». L’esperienza del CG 27 e i m o l t e p l i ci ap p e l l i Il CG 27, iniziato con la visita ai luoghi salesiani, ci ha riportato visibilmente alle radici e alle origini. Tra gli innumerevoli appelli captati e ricevuti, il card. Severino Poletto ha così sintetizzato nell’omelia al TemInsieme

pio Don Bosco, il senso dell’esordio dell’esperienza capitolare, affermando: «In questo luogo, parafrasando un versetto del Salmo 87, potreste dire con riconoscenza al Signore e a don Bosco: “Tutti qui siamo nati” (cfr. Sal 87,4). Ripartire da qui significa tenere viva la fiaccola dell’ardore apostolico di don Bosco così ben espresso nel suo “da mihi animas, cetera tolle”, che in pratica si estende a tutti coloro ai quali è rivolto il vostro apostolato, ma in modo del tutto speciale lo si deve riferire ai giovani, che sono stati per il vostro Fondatore il campo quasi esclusivo del suo lavoro educativo e che ancora oggi, anzi soprattutto oggi, essi devono essere anche per voi l’oggetto privilegiato del vostro impegno apostolico nella Chiesa e nel mondo». L’esperienza della fraternità salesiana vissuta tra confratelli provenienti da tutte le parti del mondo è stata di per se stessa una profezia di come Don Bosco nel nome di Gesù Cristo possa radunare insieme e creare comunione tra persone così diverse per nazionalità, cultura, sensibilità, caratteri e temperamenti. È stata, nonostante i limiti, una rinnovata Pentecoste. N e l g io r n o d e l l ’ A n n u n c i a z i on e : l ’ « e c c o m i » di D o n Á n g e l Il clima di discernimento ha raggiunto il suo acme nell’elezione del X Successore di Don Bosco il 25 marzo. Nella prima “Buona Notte” Don Ángel ha detto: «Mi è stato chiesto parecchie volte, nel corso di questa giornata: “Come ti senti? Come stai?”. Posso dirvi: sto molto bene e mi sento bene. Allo stesso tempo devo aggiungere che oggi, più che mai, ho compreso tanti passi vocazionali della Bibbia dove i chiamati sentono che il Signore chiede loro quel che supera le loro forze. Ma alla fine si compie questa realtà di fede: Ti basta la mia grazia, ci basta la Sua grazia. Credo, cari confratelli, che tutti noi stiamo vivendo oggi un giorno di profondo abbandono nel Signore nella Fede. Nel mio caso, per il motivo che ben cono-

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spirito, cristiani e salesiani: Terra Santa, Roma e Torino, Compostella e Fatima…). Il co n - t a t t o “ s al u t a re” di P ap a Fr a nc e s c o

scete, e quanto a voi, perché vi siete abbandonati nel Signore, nella fiducia che quanto oggi avete deciso sarà un bene e, crediamo, costituirà una grazia per tutti, per la Chiesa, per la nostra Famiglia Salesiana e per la nostra Congregazione e PER I GIOVANI, i nostri cari giovani, specialmente gli ultimi. […] E dicendo questo il mio cuore si commuove, cari confratelli. Pensare a noi come Capitolo Generale ventisettesimo e pensare al nostro amato Don Bosco e a quel che ci chiede in questo momento storico significa sentire che oggi più che mai dobbiamo essere coraggiosi e audaci nel vivere il carisma che da Lui abbiamo ricevuto». Il Re ttor Maggiore e la sua “s quad ra ” In linea di continuità con il precedente, ma con delle novità, il Rettor Maggiore e il Consiglio Generale sono pronti ad affrontare la sfida dell’intesa e della collaborazione per rendere un proficuo servizio di animazione e di governo, in questo momento difficile e promettente della Congregazione. La nostra Ispettoria e l’Italia Medio Oriente fanno ormai parte della nuova Regione Mediterranea, pronta a integrarsi e ad affrontare insieme ad altre nazioni, come Spagna e Portogallo, le emergenze giovanili (come le nuove povertà e l’immigrazione), a scambiarsi buone prassi e a collaborare, a valorizzare tutte le risorse specialmente spirituali (si pensi ai luoghi dello

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L’incontro con Papa Francesco, il 31 marzo, è stato tanto atteso dai Capitolari e vissuto nella cordialità, nel richiamo alla radicalità evangelica che dobbiamo offrire al mondo. Il messaggio è stato offerto in modo pacato e incisivo da un Papa, exallievo salesiano, gesuita d.o.c., chiamato ad essere Vescovo di Roma, con il nome che è un richiamo alla semplicità francescana, allo stupore per la bellezza del creato e delle cose semplici, icona eloquente dell’anno 2015 che papa Francesco ha voluto dedicare alla ricchezza spirituale della Vita consacrata. I suoi insegnamenti sono stati sempre presenti nei lavori capitolari sia per contenuti, sia per forma e linguaggio, ispirando la direzione di marcia. In particolare, l’Evangelii gaudium, con la sua rivoluzione della tenerezza (n. 88), è stato un costante punto di riferimento, un richiamo continuo al Vangelo e alle sorgenti del carisma. Nel suo messaggio ci ha invitati a guardare avanti e in particolare a intensificare il cammino verso il Bicentenario, concludendo con queste parole: «Cari fratelli, il bicentenario della nascita di Don Bosco è ormai alle porte. Sarà un momento propizio per riproporre il carisma del vostro Fondatore. Maria Ausiliatrice non ha

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mai fatto mancare il suo aiuto nella vita della Congregazione, e certamente non lo farà mancare neppure in futuro. La sua materna intercessione vi ottenga da Dio i frutti sperati e attesi. Vi benedico e prego per voi, e per favore, pregate anche per me! Grazie!». Il Papa ha voluto, al termine dell’udienza, salutare tutti uno per uno, in coerenza perfetta con il suo stile di prossimità e di simpatia. I l C a pi t o l o n o n è f i n i t o , ma è a pp en a i n i zi at o : vers o il Bi cen t en a ri o Giorno 12 aprile si è conclusa la fase “celebrativa” del CG 27, ma la fase attuativa continua per un effettivo rinnovamento della nostra consacrazione apostolica. Un momento forte per noi sarà il prossimo 31 agosto con l’apertura del Bicentenario a livello di Sicilia Salesiana. Vi annuncio che il nuovo Rettor Maggiore ha accettato ben volentieri di essere presente per assaporare di nuovo, dopo dodici anni, – come egli ha detto – la “magia” della Sicilia: sarà per noi anche il saluto a Don Ángel e l’augurio di buon lavoro. Vorremo vivere intensamente questo momento, insieme agli altri appuntamenti a livello mondiale, nazionale e locale. In questa prospettiva di preparazione e celebrazione del Bicentenario, vi comunico che da parte del Rettor Maggiore, del Consigliere delle Missioni, Don Basañez, e del Consigliere PG, Don Attard, c’è l’intenzione di dare consistenza numerica alla nostra presenza a Manouba (Tunisia). Per questo, faccio appello anche alla vostra disponibilità; a chi si sentisse disponibile ad andare in questa nostra Casa, chiedo di confrontarci e fare l’adeguato discernimento per inviare un altro confratello, oltre Don Domenico Paternò, in questa Casa appartenente a pieno titolo alla nostra Ispettoria. Insieme

Termino. L’11 maggio p.v. celebreremo la Giornata Mondiale delle Vocazioni e in tutte le nostre Opere di Sicilia vogliamo richiamare e sensibilizzare tutti, grandi e piccoli, alle vocazioni in particolare salesiane. Vi arriverà un’apposita Circolare e potrete rivolgervi direttamente a Don Domenico Luvarà per la sensibilizzazione spirituale e l’organizzazione logistica. La canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II il 27 aprile e lo sviluppo del processo diocesano di beatificazione e canonizzazione di Nino Baglieri ci incoraggiano ad andare avanti sulla via della fedeltà generosa e della santità gioiosa, nonostante le difficoltà e le sfide che siamo chiamati ad affrontare. Circondati da tanti testimoni (cfr. Eb 12,1), il Signore ci conceda di andare avanti, la Vergine Ausiliatrice ci guidi nel cammino e Don Bosco ci infiammi il cuore. Con le parole di Papa Francesco, dell’Evangelii Gaudium, vi esorto: Non lasciamoci rubare il Vangelo (n. 97), l’entusiasmo (n. 80) e la forza missionaria (n. 109), la gioia dell’evangelizzazione (n. 83), la comunità (n. 92) e l’ideale dell’amore fraterno (n. 101), e infine la speranza (n. 86).

Catania, 25 aprile 2014

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Festa dell’Ispettore Il 4 gennaio è stato un giorno particolarmente importante per la nostra Ispettoria; in questa prima domenica dell’anno è avvenuto ufficialmente l’avvicendamento tra ispettori. Don Gianni Mazzali che ha guidato e animato l’Ispettoria negli ultimi 6 anni ha lasciato il suo posto a Don Pippo Ruta, nuovo ispettore della ISI. L’evento non si è svolto in privato ma alla presenza di numerosi membri della famiglia salesiana, consacrati e laici, giovani e meno giovani che sono arrivati da tutta la Sicilia per salutare e ringraziare Don Gianni e dare il benvenuto a Don Pippo. La mattinata si è aperta con un momento di “spettacolo” nel teatro di Cibali, dove Don Gianni è stato accolto da un’ambientazione un po’ sui generis; il teatro infatti è stato trasformato per l’occasione in un aero-

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porto, a voler sottolineare il tema del viaggio, del cammino. Durante questo primo momento l’ispettore uscente si è raccontato e ha rivissuto i momenti più forti della sua presenza in Sicilia. Si sono susseguiti alcuni numeri dei giovani del MGS; la divertente scenetta di due tirocinanti salesiani e i saluti di due salesiani che hanno vissuto a stretto contatto con Don Gianni, Don Michele Spallina, segretario Ispettoriale, e Don Edoardo Cutuli, delegato della famiglia salesiana. Il momento di festa in teatro si è concluso con il passaggio di consegne tra Don Gianni e Don Pippo; il primo ha dato all’altro una grande Sicilia in polistirolo, augurandogli il meglio per la sua missione. I tanti partecipanti si sono poi spostati in Chiesa dove, durante la Messa, alla presenza di Don Frisoli, allora regionale per l’Italia e il Medio Oriente, si è svolto il momento forse più commovente dell’intera giornata: l’abbraccio tra i due salesiani che ha suggellato ufficialmente l’avvicendamento. Un gesto semplice e quotidiano che è stato però carico di significato e valore e ha suscitato nei presenti una sincera commozione. L’evento di saluto e benvenuto si è concluso con un flash mob realizzato nel cortile della Casa di Cibali dai giovani del MGS, un modo moderno e dinamico per manifestare il loro grazie a Don Gianni e il loro benvenuto a Don Pippo. D o n y S ap i e n z a Insieme


Primo round: 22 febbraio – 2 marzo 2014 I partecipanti al CG 27, provenienti dai cinque continenti, sono in totale 220 ed esprimono il volto della Congregazione nel mondo e il respiro missionario di Don Bosco. Si parlano tante lingue e speriamo di intenderci: italiano, latino, spagnolo, inglese, francese, portughese, polacco, cinese… e siciliano. Speriamo in una rinnovata pentecoste. I primi giorni del CG27 sono stati un tempo di grazia importante per entrare nei dinamismi e cogliere i contenuti principali di questo evento salesiano privilegiato. Quest’obiettivo é stato realizzato attraverso due importanti momenti: – dal 22 al 24 febbraio con il pellegrinaggio a Torino, – dal 25 al 26 febbraio con la presentazione dei Dicasteri e delle Regioni della Congregazione. Il pellegrinaggio ha visto la maggioranza dei Capitolari spostarsi in bus da Roma a Torino la mattina del 22. Sono stati previsti per ciascuna delle mezze giornate l’ascolto della meditazione sul tema “lavoro e temperanza” tenuto da un esperto di storia salesiana (per la lingua italiana: Don Aldo Giraudo) e un tempo di visita ad alcuni dei più significativi luoghi che hanno segnato le tappe più importanti della vita di Don Bosco e della Congregazione nascente. Sabato 22 abbiamo iniziato il pellegrinaggio visitando la casa di Torino Valsalice, sede della prima casa di formazione della Congregazione e luogo che ha accolto per alcuni decenni il corpo di don Bosco dal momento della sua morte alla sua traslazione a Valdocco negli anni ‘30. Oltre a visitare questa importante casa salesiana abbiamo ascoltato la prima conferenza, divisi per gruppi linguistici, sul tema “Lavoro e temperanza nel testamento spirituale di don Bosco”. Siamo poi andati nella Basilica di Maria Ausiliatrice dove il Rettor Maggiore, don Pascual Chávez, ha Insieme

presieduto la concelebrazione di inizio pellegrinaggio e inaugurale del Capitolo. Dopo la cena, in teatro, i confratelli del postnoviziato di Nave ci hanno offerto un musical da loro composto e interpretato sul tema del “da mihi animas”, ispirato al sogno dei dieci diamanti e alla Strenna 2014. Domenica 23 febbraio abbiamo raggiunto il Colle don Bosco dove abbiamo prima ascoltato la seconda relazione sul tema “Lavoro e temperanza ai Becchi, nell’adolescenza e giovinezza di Giovanni Bosco”. Dopo aver visitato i luoghi salesiani, abbiamo concluso la mattinata con la concelebrazione alla Basilica superiore presieduta da S. Em. il Card. Poletto, arcivescovo emerito di Torino. Dopo il pranzo abbiamo raggiunto Valdocco per la terza conferenza dal tema “Lavoro e temperanza all’oratorio e nella prima generazione dei salesiani” e a seguire abbiamo celebrato i Vespri della Domenica nella Basilica, conclusi con un momento molto semplice ma al contempo intimo e intenso di affidamento della Congregazione e dei lavori del Capitolo Generale all’Ausiliatrice di fronte all’imponente quadro della Basilica, l’unico rimasto illuminato, dopo essere state spente tutte le altre luci della navata. Lunedì 24, ci siamo recati alla chiesa di San Giovanni Evangelista, sede dell’oratorio di San Luigi, il secondo della Congregazione, dove, dopo una presentazione della struttura e del significato di questa opera architettonica nella vita di Don Bosco e della Congregazione nascente, abbiamo ascoltato la quarta ed ultima relazione sul tema “Lavoro e temperanza nel pensiero e nell’azione dei primi due successori di Don Bosco, Don Rua e Don Albera”. Dopo siamo andati al Santuario della Consolata per la concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, concludendo così il nostro pellegrinaggio ai luoghi salesiani. Dopo pranzo siamo ripartiti in bus alla volta di Roma, dove siamo arrivati alle ore 23. Tra i momenti più intensi e significativi vogliamo ricordare la visita alla sede della prima tomba di Don Bosco a Valsalice, l’atto di

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CAPITOLO GENERALE 27

Riflettori sul CG27


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affidamento a Maria di fronte al quadro dell’Ausiliatrice, alcune parole molto forti e intense dei presidenti delle varie celebrazioni e del relatore, la preghiera intima di fronte alla reliquia di don Bosco in Valdocco, il Rosario che abbiamo recitato nel cortile di Valdocco per i confratelli e i giovani della nostra Ispettoria. Presso la Casa generalizia, il 25 e il 26 febbraio, i Membri del Consiglio Generale hanno presentato il settore di animazione a loro affidato: il dicastero della formazione, della pastorale giovanile, della comunicazione sociale, delle missioni e dell’economia. Oltre ai vari dicasteri sono state presentate le relazioni di sintesi delle varie Regioni del mondo salesiano: Europa nord, Europa ovest, Italia e Medio Oriente, Africa e Madagascar, America Cono Sud, Inter America, Asia Sud, Asia Est e Oceania. Conclusa questa fase di introduzione ai lavori capitolari, si è entrati nella seconda fase dedicata agli Esercizi Spirituali predicati da Don Juan José Bartolomé, biblista e segretario del Rettor Maggiore, sul tema: “Testimoni della radicalità evangelica con Gesù come modello. Riflessioni bibliche sul profilo del nuovo salesiano”. Gli Esercizi si concluderanno domenica 2 marzo. Per noi sono giorni di silenzio, di riflessione e di preghiera. Chiediamo una preghiera e assicuriamo la nostra. Al prossimo round!

Secondo round: 2-9 marzo 2014 Si è appena conclusa la seconda settimana del CG27. Se la prima è stata prevalentemente impegnata attorno al pellegrinaggio ai luoghi salesiani e agli Esercizi spirituali, nella seconda settimana i lavori capitolari si sono concentrati attorno agli adempimenti ufficiali di inizio CG e allo studio della Relazione del Rettor Maggiore sullo stato della Congregazione. Lunedì 3 marzo alle ore 07.30, la Celebrazione eucaristica, presieduta dal Rettor Maggiore; mediante i testi eucologici della solennità di Pentecoste, è stata un’accorata invocazione del dono dello Spirito Santo sui singoli capitolari e su tutta la Congregazione. Alle ore 10.30 in Aula capitolare, alla presenza di cardinali, vescovi e rappresentati dei vari rami della Famiglia Salesiana, si è dato il so-

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lenne inizio al CG 27 attraverso il seguente programma: – preghiera di Invocazione dello Spirito Santo con il canto del Veni, Creator Spiritus e l’intronizzazione del Vangelo; – discorso di apertura di Don Pascual Chávez, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco; – intervento del Card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per la Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica; – messaggio del Card. Tarcisio Bertone, a nome dei Cardinali e Vescovi salesiani; – saluto della Madre Yvonne Reungoat, Superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il saluto della Signora Noemi Bertola, Coordinatrice Mondiale Associazione Salesiani Cooperatori e quello della Signora Olga KriÏová a nome della Famiglia Salesiana, Responsabile centrale delle Volontarie di Don Bosco, sono stati consegnati, insieme a tanti altri, nella cartella ai singoli Capitolari e letti in una delle sedute successive. Terminati i vari interventi, Don Francesco Cereda, in qualità di Regolatore, ha dichiarato aperto il CG27 e tutti insieme abbiamo concluso il momento inaugurale con il canto di affidamento a Maria, Sub tuum praesidium confugimus. Nel pomeriggio di lunedì, il Rettor Maggiore ha presentato la Relazione sullo stato della Congregazione; al termine della quale sono stati presentati il video del sessennio edito da ANS e il sito del CG27. Subito dopo cena, si è assistito ad un bel concerto del Gruppo strumentale per ottoni “Pentaphon”, con la buonanotte conclusiva del Vicario del Rettor Maggiore. Martedì 4 marzo i Capitolari si sono riuniti in assemblea per gli adempimenti iniziali: la nomina dei Segretari dell’Assemblea Capitolare nelle persone di don Gino Berto, don Igino Biffi, don Daniele Cucchi e don Francesco Marcoccio, la presentazione del libro Fonti salesiane da parte di don Francesco Motto, di don José Manuel Prellezo e di don Aldo Giraudo. E’ stata votata anche la richiesta di “sanatio” per degli inadempimenti formali nell’elezione di Delegati e Supplenti di alcuni capitoli ispettoriali. Nel pomeriggio il Regolatore ha presentato il Regolamento, il calendario generale del Capitolo e il sito web Insieme


Insieme

squale, IME; Segretario sig. MANZO Piercarlo, ICP. Commissione 4: Presidente don LORENZELLI Aliberto, CIL; Relatore don CAYO Manuel, ARN; Segretario don DAL MOLIN Roberto, INE. Commissione Giuridica: Presidente don MARTOGLIO Stefano, ICP; Relatore don FRISOLI Pier Fausto, RMG; Segretario don CACIOLI Claudio, ILE. Sono state anche avviate due piccole Commissioni, i cui incarichi sono stati affidati dal RM e dal Regolatore del Capitolo: la Commissione redazionale formata da tre confratelli (Don Lanfranco Fedrigotti - Ispettore CIN, Don Orestes Fistarol - Ispettore BPA e Don Giuseppe Ruta - Ispettore ISI) e la Commissione per le comunicazioni sociali composta da otto confratelli, uno dei quali è don Marcello Mazzeo. Entrambi per adesso appartengono alla Ispettoria Salesiana Sicula e affermano di volervi rimanere usque ad mortem. Gli ultimi giorni della settimana hanno visto il succedersi di riunioni assembleari e i lavori in commissione. A tutte le cinque Commissioni è stato richiesto di studiare la Relazione sullo stato della Congregazione presentata dal Rettor Maggiore e dai vari Membri del Consiglio generale. Ogni commissione, dopo averla studiata, ha lavorato per far emergere le priorità emerse dalla Relazione e per elaborare alcune domande (ne sono pervenute una quarantina) di chiarimento, approfondimento e richiesta, alle quali il Rettor Maggiore e i vari Consiglieri hanno dato risposta aiutando, così, i Capitolari, a maturare una conoscenza più ampia e profonda della Congregazione nel mondo. Per adesso, è tutto. Sabato 15 e domenica 16 p.v. saremo a Catania per il Consiglio ispettoriale. Intanto un saluto da Roma – Via della Pisana 1111. Chiediamo una preghiera e assicuriamo la nostra. Al prossimo round!

Terzo round: 10-16 marzo 2014 Si è conclusa la terza settimana del Capitolo Generale. Il lavoro ha visto i Capitolari impegnati in due percorsi tematici paralleli e complementari. 1. La riflessione e il dialogo attorno alle ST RU TT URE di GOVE RNO e ANIMA -

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(homepage e cartelle) del CG27. Si è inoltre proceduto all’elezione dei tre moderatori dell’assemblea su una base di otto nomi proposti dal Rettor Maggiore (uno per ogni Regione). Con votazione segreta sono stati eletti a maggioranza assoluta al primo scrutinio Don Leonardo Mancini (ispettore Italia Circoscrizione Centrale), e al secondo scrutinio don Raphael Jayapalan (ispettore India Chennay) e don Jiménez Castro Manuel (ispettore Africa Tropicale Equatoriale). La giornata si è conclusa con la presentazione delle quattro Commissioni sul tema e della Commissione giuridica. Mercoledì 5 marzo, mercoledì delle ceneri; abbiamo iniziato il tempo quaresimale con la concelebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio “Justitia et pax”. Nella mattinata, si è aperto il dibattito assembleare sul calendario generale, sulla strutturazione delle varie Commissioni e sul Regolamento del CG27, approvato all’unanimità. Nei giorni successivi, Giovedì 6 – Sabato 8 marzo, sono state avviate le varie Commissioni capitolari: quattro Commissioni (una di lingua inglese e le altre tre di lingue neolatine) che dovranno approfondire il tema “Testimoni della radicalità evangelica” nei suoi tre nuclei “mistici nello Spirito, profeti di fraternità, servi dei giovani” e una Commissione giuridica con il compito di studiare vari argomenti: la verifica delle strutture del governo centrale; gli argomenti previsti nella lettera di convocazione del Rettor Maggiore (ACG 413); le proposte pervenute al Regolatore dai capitoli ispettoriali, da gruppi di confratelli o singoli confratelli ed eventuali richieste che perverranno dai capitolari. Entrambi i rappresentanti della ISI abbiamo scelto di far parte della Commissione giuridica. Ecco i nomi di Presidente, Relatore e Segretario di ogni Commissione: Commissione 1 (lingua inglese): Presidente don FINNEGAN John, IRL; Relatore don ROLANDI Giovanni, AFE; Segretario Don CAPUTA Giovanni, MOR. Commissione 2: Presidente don BASAÑES Guillermo, RMG; Relatore don PACE Michael, SUE; Segretario don KABAK Vladimir, PLN. Commissione 3: Presidente don D’SOUZA Joaquim, UPS; Relatore don CRISTIANI Pa-


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ZIONE della CONGREGAZIONE . Il lavoro su questo argomento ha visto una serie di passaggi. Innanzitutto, lo studio e il confronto all’interno della Commissione giuridica che ha elaborato una serie di proposte che sono state presentate all’Assemblea. I Capitolari hanno prima avviato una fase di confronto sulle varie proposte della Commissione giuridica. Poi hanno espresso una votazione sondaggio (placet, non placet) per indicare alla Commissione giuridica se la proposta era ben accetta dalla maggioranza, se andava riformulata o se andava in qualche modo ritirata. I temi discussi riguardavano la composizione del Consiglio Generale, la riflessione sul ripensamento dei tre Dcasteri della missione salesiana (pastorale giovanile, missioni, comunicazione sociale), le modalità di elezione del Rettor Maggiore e dei Consiglieri, la riorganizzazione delle Regioni di Europa (Italia e Medio oriente, Europa ovest, nord Europa). Nella prossima settimana la Commissione giuridica è chiamata a rivedere le proposte fatte alla luce dei contributi dei Capitolari presentati durante il dialogo assembleare e proporre all’Assemblea le nuove proposizioni per essere passate al vaglio della votazione definitiva. Alcune delle proposte che stiamo studiando, se approvate, richiederanno un cambio di alcuni articoli delle Costituzioni e dei Regolamenti e, quindi, sarà necessario mandare la richiesta di modifica del testo alla Santa Sede che, in tempi brevi, dovrebbe comunicare il benestare per gli eventuali cambi proposti. È questo un iter che dovrà concludersi entro sabato 22 marzo in modo tale da poter permettere il discernimento e le successive elezioni del Rettor Maggiore e dei Consiglieri a partire da lunedì 24 marzo. 2. Lo studio di analisi e rielaborazione attorno ai 3 nuclei tematici del modello del “n uovo salesia no” : M ISTI CO n e l l o S P IR I TO, PROFETA della FRATERNITÀ, SER VO dei GIOVANI. Il lavoro su questa area tematica ha visto le quattro Commissioni (una in lingua inglese e tre in lingue neolatine) studiare il testo “martire” preparato dalla Commissione precapitolare e presentare le proposte emerse. Il frutto di questa riflessione è stato presentato all’Assemblea capitolare e consegnato alla

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Commissione redazionale che, a partire dalla sintesi dei lavori delle commissioni, ha offerto all’assembla un nuovo testo riformulato secondo alcuni criteri offerti dal magistero di Papa Francesco e suggeriti dal Rettor Maggiore e dagli stessi Capitolari. Nella prossima settimana l’Assemblea capitolare sarà chiamata a studiare questo nuovo testo e ad avviare il confronto per correzioni, integrazioni, ulteriori riflessioni e proposte. Ognuno dei tre nuclei (mistici...profeti...servi...) è strutturato in tre fasi: l’ascolto, la lettura e il cammino, seguendo la metodologia proposta ai Capitoli ispettoriali. Non è escluso che l’Assemblea possa apportare delle modifiche oltre che contenutistiche, anche di metodo, in vista dei processi e del lavoro sessennale che seguirà all’evento del CG 27. Lungo la settimana c’è stata la possibilità di vivere due serate culturali: la visita alla mostra di pittura dell’artista salesiano polacco don Tadeusz Furdyna, e la presentazione della vita dei cinque giovani oratoriani polacchi martirizzati durante la seconda guerra mondiale, beatificati da Giovanni Paolo II nel 1999. Alla sera dopo i vespri, per la “Buona notte” sono presentate da vari Ispettori alcune esperienze significative che i confratelli, laici e giovani, portano avanti in varie parti del mondo, manifestazioni poliedriche del carisma salesiano secondo i luoghi e le esigenze delle nuove generazioni. La settimana si è conclusa con la lectio di S.E. Mons. Enrico Dal Covolo e la concelebrazione eucaristica presieduta dal confratello cinese S.E. Mons.. Savio Hon Tai Fai, attualmente Segretario del Pontificio Consiglio per l’evangelizzazione dei popoli. Sabato 15 e domenica 16 siamo stati a Catania per il Consiglio Ispettoriale e per festeggiare Don Lillo Montanti che il 19 marzo p.v. celebra il suo 50° anniversario di ordinazione presbiterale. E’ stato un modo per dirgli grazie e l’occasione per incontrare diversi confratelli convenuti dal Tabor e da Catania Barriera per questa ricorrenza. Il pranzo, insieme alla Comunità di Cibali, ha dato il tono di festa e di fraternità salesiana. Rientrati ieri sera, Domenica 16, alla Pisana, ci attende una settimana intensa. Una preghiera per noi e un saluto a voi tutti! Insieme


Siamo giunti al termine della quarta settimana del nostro Capitolo Generale. Proprio un mese fa, il 22 febbraio, iniziavamo questa avventura spirituale nei “luoghi di Don Bosco”. 1. In questa settimana, le Commissioni hanno svolto i seguenti lavori: – La Commissione giuridica ha concluso la parte più urgente dei compiti ad essa assegnati, riguardanti le strutture del governo centrale della Congregazione, con un unico cambio del testo costituzionale, riguardante il Vicario e la Famiglia Salesiana, la cui regia e ordinamento passa direttamente al Rettor Maggiore. In tale servizio egli si avvarrà di un Segretariato. Altre novità riguardano la costituzione di due Regioni per l’Europa-Medio Oriente e l’introduzione di una nuova modalità per l’elezione dei Consiglieri generali di settore. – Le quattro Commissioni sul tema hanno elaborato osservazioni alla prima redazione dei primi due nuclei nei suoi diversi elementi ed hanno iniziato lo studio del terzo. – La Commissione di redazione ha presentato la prima redazione di tutti e tre i nuclei e sta recependo le osservazioni provenienti dalle Commissioni e dal dibattito dei confratelli in Aula, condividendo, in Assemblea, alcune scelte e cercando di facilitare una maggiore efficacia e convergenza. 2. La terza edizione, aggiornata, del Quadro di riferimento della Pastorale Giovani le già disponibile in diverse lingue, è stata presentata all’Assemblea il 22 marzo da parte di Don Fabio Attard, a cui è seguito un primo scambio di domande. 3. Nella settimana seguente a quella del discernimento e delle elezioni del Rettor M a g gio re e d e i M e mb r i d e l s uo C on s igli o (24-29 marzo), il Capitolo entrerà nella fase conclusiva, sempre più incentrata sul tema del CG27 “Testimoni della radicalità evangelica”. Si tratta di far sì che la riflessione sulla vita della Congregazione alla luce del tema, diventi uno spirito e si traduca in uno stile di vita, di cui il documento intende essere una “mappa” contenente le grandi linee di futuro per i prossimi anni. Ci si attende da parte di tutti una svolta, che con la forza dello Spirito Insieme

ci faccia entrare decisamente nella nuova visione del mondo, in questa nuova primavera della Chiesa, in questo momento di grazia della Vita Consacrata e, in particolare, della Congregazione. Prima di concludere il suo mandato, don Pascual Chávez, nel suo puntuale e illuminante intervento settimanale, ha rinnovato l’invito a scelte radicali ad un triplice livello: personale (di ogni singolo confratello), istituzionale (comunità, ispettoria, congregazione), e strutturale. Sono necessarie – ha sottolineato Don Chávez – scelte che ci riportino di più a Cristo e al suo Vangelo, che ci inseriscano maggiormente nella Chiesa e che ci facciano amare di più i giovani poveri, sulle orme di Don Bosco. 4. A metà della settimana appena conclusa, abbiamo vissuto intensamente la solennità di San Giuseppe, co-Patrono della nostra Congregazione; la mattina, con la concelebrazione presieduta da S. Em. il Card. Tarcisio Bertone; il pomeriggio, con la gioia di poter ammirare la Cappella Sistina, contemplata in tutta la sua bellezza, prima attraverso una visita guidata e, dopo, con uno splendido concerto della Corale della Cappella omonima, abilmente diretta dal confratello Don Massimo Palombella. Il cammino di questa settimana si è concluso il 22 mattino con la “lectio” tenuta dal confratello Don Giorgio Zevini sul Vangelo della domenica (Gesù e la Samaritana) e il 22 pomeriggio con la visita all’Università Pontificia Salesiana. Domenica 23, giorno di riposo per chi se lo può permettere, lavoro santificato per chi deve recuperare attività ordinarie e straordinarie… ma sempre con temperanza! Mentre chiediamo di intensificare la preghiera in questi giorni di “elezione”, vi invitiamo a fare nostra la preghiera di Pietro contenuta nel primo capitolo degli Atti degli Apostoli: “O Signore, tu che conosci il cuore di tutti, facci sapere quale di questi … tu hai scelto“ (At 1,24). Per il resto… alla prossima puntata! Non vediamo l’ora di scendere in Sicilia: un saluto a tutti voi! Do n Mar cell o e Do n P ip p o

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Quarto round: 17-23 marzo 2014


FORMAZIONE

Bicentenario della nascita di Don Bosco

Presentazione e significato

Per ricordare i 200 anni della nascita di Don Bosco, avvenuta il 16 agosto 1815, il Rettor Maggiore dei Salesiani don Pascual Chávez ha indetto le celebrazioni del Bicentenario, che si svolgeranno dal 16 agosto 2014 al 16 agosto 2015. 1. Pr e p a r a zi on e a l B ic e n te n a ri o La preparazione al Bicentenario è iniziata nel 2008 con la celebrazione del Capitolo Generale XXVI dei Salesiani. Prendendo come tema il motto di Don Bosco “Da mihi animas, cetera tolle” e mettendo a fondamento per gli anni 2008-2014 l’impegno di “ripartire da Don Bosco”, la Congregazione e la Famiglia Salesiana sono entrate nell’orizzonte del Bicentenario. Per questa via infatti esse possono ritrovare l’origine del carisma di Don Bosco, il fine della loro missione, il loro futuro. Il Rettor Maggiore inoltre ha proposto alla Famiglia Salesiana il Pellegrinaggio dell’Urna di Don Bosco, che ha percorso la maggior parte dei i paesi del mondo in cui essa è presente. Tale pellegrinaggio si concluderà nel febbraio di quest’anno 2014. Esso ha visto l’accorrere di numerose folle di giovani e famiglie, accomunate dall’ammirazione e dalla gratitudine per don Bosco e la sua opera, dall’invocazione della sua intercessione, dal desiderio di impegnarsi per l’educazione dei giovani. È seguito infine un Triennio di preparazione per la Famiglia Salesiana, che è stato scandito da un cammino in tre tappe; esse sono iniziate rispettivamente il 16 agosto 2011, il 16 agosto 2012 e il 16 agosto 2013 e si concluderanno il 15 agosto dell’anno 2014. Ogni tappa ha inteso sviluppare un aspetto del carisma di Don Bosco: la conoscenza della sua figura e della sua storia, della sua pedagogia, della sua spiritualità. 2. Tema del Bicentenario Il tema del Bicentenario, in coerenza con il triennio di preparazione, si riferirà alla Missione di Don Bosco con i giovani e per

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i giovani. La comunicazione di questo messaggio terrà conto delle acquisizioni maturate durante i tre anni di preparazione. Ciò dovrà contribuire non solo ad approfondire in cosa consiste oggi la missione di don Bosco, ma anche a suscitare numerose forze che siano disposte a impegnarsi nello stile di Don Bosco per la “salvezza della gioventù”, specialmente la più povera, esclusa e abbandonata. Quest’anno si concentrerà sul cammino di rinnovamento spirituale e pastorale che la Congregazione, la Famiglia Salesiana e il Movimento Giovanile Salesiano intendono percorre. Per questo si dovrà favorire l’essenzialità delle iniziative ed evidenziare l’attualità della proposta, evitando dispersione, retorica e ripetitività, puntando invece sulla incisività ed efficacia della comunicazione. Don Bosco e la sua missione devono interpellare tutti a dare risposte ai bisogni dei giovani di oggi nelle diverse parti del mondo. Interessanti in questa prospettiva saranno i due Congressi Internazionali di storia e pedagogia salesiana, ma soprattutto l’Incontro Mondiale dei giovani del Movimento Giovanile Salesiano, che avrà come tema “Giovani per i giovani”. Secondo la visione di Don Bosco sono infatti i giovani i primi protagonismi della missione di educazione e di evangelizzazione dei loro coetanei. Il coinvolgimento dei giovani nella missione di Don Bosco li aiuterà a impegnarsi a “fare del bene ai propri compagni”. 3 . S i g n i f i c a to d e l B i c en te n a r i o Il Bicentenario intende innanzitutto aiutare a conoscere e a comprendere meglio la figura di Don Bosco, la sua rilevanza nella storia dell’educazione e della spiritualità. La conoscenza e la comprensione storica di Don Bosco sono il punto di partenza per individuare pure la sua attualità. Andare alle sorgenti del carisma di Don Bosco aiuterà a portare freschezza e rinnovamento nell’opera salesiana di oggi. Insieme


4. Visite e pellegrinaggi sui luoghi di Don Bosco Un’altra iniziativa che sta già suscitando interesse è la prenotazione di pellegrinaggio sui luoghi di Don Bosco: Torino, luogo dell’attività di Don Bosco; Castelnuovo Don Bosco e dintorni, luogo della nascita, della vita familiare e della fanciullezza; Chieri, luogo della formazione umanistica e seminaristica, ma anche delle amicizie giovanili e dell’apprendimento dei mestieri; … Insieme

In collaborazione con le autorità civili si stanno approntando numerosi itinerari storici, spirituali, culturali. Non si tratta solo di iniziative rivolte alla Famiglia Salesiana; numerose Chiese locali stanno facendo prenotazioni, per far conoscere ai giovani la spiritualità di Don Bosco; così pure anche gruppi di famiglie e associazioni culturali. La geografia dei luoghi aiuta a comprendere meglio la storia. Quando le visite ai luoghi, si caricano pure di significati spirituali, diventano pellegrinaggio e quindi occasione di esperienze di fede e stimolo alla santità. Il pellegrinaggio è una forma efficace e oggi molto apprezzata di comunicazione dell’esperienza spirituale. I luoghi salesiani esercitano un’attrattiva e un richiamo per tornare alle fonti del carisma. 5. P ub b l ic a zi oni d e l B ic e n te na r io Numerose pubblicazioni sono previste nelle diverse parti del mondo: saggi, studi, opere di divulgazione, ricerche, ... Per esempio le editrici salesiane dell’Italia - LDC, SEI, LAS - si stanno coordinando per queste iniziative. Tutto ciò contribuirà ad approfondire l’attualità di Don Bosco. Tra tutte le iniziative editoriali merita attenzione la pubblicazione in vista dell’anno Bicentenario delle “Fonti salesiane”, opera curata dall’istituto Storico salesiano. Questo volume di fonti si divide in tre parti: scritti e documenti per la storia di Don Bosco e dell’opera salesiana; scritti e testimonianza di Don Bosco sull’educazione e sulla scuola; scritti e testimonianze di Don Bosco sulla vita spirituale. Queste tre parti sono state coordinate rispettivamente da don Francesco Motto, don José Manuel Prellezo e don Aldo Giraudo, Docenti dell’Università Pontificia Salesiana di Roma Tale volume di fonti salesiani su Don Bosco e la sua opera è affidato alla Famiglia salesiana, agli Amici di Don Bosco, agli estimatori dell’opera salesiana, ai giovani, ai laici coinvolti nello spirito e nella missione di Don Bosco, alle famiglie; tutti potranno attingere alle fresche sorgenti del carisma salesiano, dono dello Spirito per tutta la Chiesa.

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FORMAZIONE

Tale celebrazione intende inoltre aiutare la Famiglia salesiana a comprendere e assumere la sua identità carismatica. La ricerca e la consapevolezza dell’identità favorisce la scoperta della specificità ed efficacia del carisma. Oggi non si può operare in modo generico, ripetendo ciò che fanno tutti; la pluralità delle iniziative richiede la caratterizzazione della proposta salesiana, sia dal punto di vista spirituale che educativo pastorale. La rilevanza del carisma di Don Bosco sta nella sua identità. L’identità carismatica favorisce pure la sua visibilità, la sua credibilità e la sua fecondità vocazionale. Con il Bicentenario la Famiglia Salesiana intende pure assumere con maggiore impegno il programma spirituale ed apostolico di Don Bosco: “Da mihi animas, cetera tolle”; esso è la ragione del suo instancabile operare per “la gloria di Dio e la salvezza delle anime”. Così la Famiglia Salesiana potrà spingersi con coraggio sulle frontiere della missione giovanile di oggi, che chiede di avere una forte passione apostolica e una disponibilità generosa. Il Bicentenario è infine un’opportunità per restituire alla Chiesa e alla Società il carisma di Don Bosco, che non è proprietà della Famiglia Salesiana, ma che è stato suscitato dallo Spirito per tutti. Il compito della Famiglia Salesiana è di farlo conoscere per coinvolgere numerose forze nella sua spiritualità e nella sua missione. Don Bosco attrae anche oggi numerosi giovani, laici e famiglie e li spinge così a diventare santi, impegnandosi nella missione educativa pastorale e proprio attraverso la concretezza di questo impegno.


FORMAZIONE

Tutti potranno ispirarsi alla pedagogia e alla spiritualità di Don Bosco. Con tale raccolta risulterà con maggiore facilità, anche per gli studiosi, citare e fare riferimento a un testo unico di fonti. 6. P regh i era a D on Bo sco La celebrazione del Bicentenario è un’occasione anche per riprendere con i giovani, i laici, la Famiglia Salesiana e il Movimento salesiano, la preghiera a Don Bosco, “Padre e Maestro della gioventù”.

Pa d r e e M a e s t r o d e l l a g io v e n t ù, San Giovanni Bosco, docile ai doni dello Spirito e aperto alle realtà del tuo tempo sei stato per i giovani, soprattutto per i piccoli e i poveri, segno dell’amore e della predilezione di Dio. Sii nostra gu ida nel cammino di amicizia con il Signore Gesù, in modo che scopriamo in Lui e nel suo Vangelo il senso della nostra vita e la fonte della vera felicità. Aiutaci a rispondere con g enero sit à alla vocazione che abbiamo ricevuto da Dio, per essere nella vita quotidiana costruttori di comunione, e collaborare con entusiasmo, in comunione con tutta la Chiesa, all’edificazione della civiltà dell’amore. Ottienici la grazia della perseveranza nel vivere una misura alta di vita cristiana, secondo lo spirito delle beatitudini; e fa’ che, guidati da Maria Ausiliatrice, possiamo trovarci un giorno con te nella grande famiglia del cielo. Amen. 7 . E v e nt i m o nd i a l i Il calendario del Bicentenario per il 2014-2015 presenta degli Eventi mondiali a livello di Congregazione. Essi hanno caratteristiche diverse e sono rivolti a soggetti specifici quali studiosi di storia e di pedagogia, i giovani del Movimento Giovani Sale-

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siano, la Famiglia Salesiana, i Cardinali, Arcivescovi e Vescovi Salesiani, i missionari; ci sono anche momenti rivolti alle Autorità civili e religiose e a tutti. Gli eventi programmati si svolgono per lo più a Torino, a Castelnuovo Don Bosco e a Roma. Si tratta dei seguenti, che sono collocati nelle date indicate: 16 agosto 2014: Apertura del Bicentenario: Colle Don Bosco; 28 settembre 2014: Spedizione missionaria e consegna dei Crocifissi: Torino 19-23 novembre 2014: Congresso Storico Internazionale: Salesianum Roma; 15-18 gennaio 2015: Giornate della Spiritualità Salesiana: Salesianum Roma; 19-21 marzo 2015: Congresso Pedagogico Internazionale all’UPS: Roma; 21-25 maggio 2015: Incontro dei Vescovi Salesiani: Torino; 06-09 agosto 2015: Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice: Torino; 11-16 agosto 2015: MGS Don Bosco 2015: Torino e Colle Don Bosco; 16 agosto 2015: Chiusura del Bicentenario: Colle Don Bosco. 8. Ostensione della Sindone a Torino In occasione del Bicentenario e proprio a motivo del ricordo della nascita di Don Bosco, Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, ha annunciato l’Ostensione della Sindone a Torino per 45 giorni, tra il tempo pasquale e la chiusura del Bicentenario. Così ha spiegato l’Arcivescovo in riferimento al tempo scelto per questa Ostensione: “L’apertura dell’Ostensione nel tempo pasquale fa riferimento alla morte e risurrezione del Signore. La Sindone, lenzuolo della morte, diventa per i credenti una testimonianza che richiama, con grande efficacia evocativa, proprio la vittoria del Signore della vita”. Inoltre Mons. Nosiglia ha riflettuto sul carattere straordinario di questa Ostensione del 2015 in occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco: “Ravvicinata all’ultima del 2015, si collega al Giubileo salesiano: una ricorrenza che per Torino e il suo territorio significa moltissimo, perché sono qui Insieme


9. Visita del Papa Francesco Per queste due motivazioni è stato rivolto l’invito per una Visita di Papa Francesco a Torino. Così commenta ancora l’Arcivescovo circa tale visita: “Confidiamo che in questa circostanza Papa Francesco possa venire a pregare davanti al sacro Lino e a onorare San Giovanni Bosco, suggellando un anno straordinario. Il Santo Padre ha accolto il nostro invito e quello dei Salesiani, ma una data per ora non c’è”. 10. Expo 2015 di Milano Durante il periodo del Bicentenario, dal 1 maggio al 31 ottobre a Milano ci sarà l’Expo 2015, il cui tema è: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Si tratta di un evento mondiale a cui la Congregazione parteciperà con 30 eventi, proposti dalle varie parti del mondo salesiano. È un’occasione per promuovere temi educativi nei quali la Congregazione è impegnata: l’educazione allo sviluppo, alla cittadinanza mondiale, al volontariato, l’educazione ai e per i diritti umani; è pure un’occasione per declinare il tema dell’EXPO da una prospettiva educativa: nutrire il corpo, nutrire la mente, nutrire la vita e nutrire il pianeta. 1 1 . E ven t i n a zi o n al i Infine ci saranno eventi nazionali nei diversi paesi in cui la Congregazione Salesiana è coinvolta con la sua azione educativa e preventiva, nello stile di Don Bosco; qui sono coinvolti soprattutto i giovani, i laici e la Famiglia Salesiana. In particolare in Italia le Ispettorie, in coordinamento tra di loro, prevedono eventi nelle principali città. L’inizio ufficiale delle celebrazioni in Italia sarà il sabato 24 gennaio 2015 a Torino; questo è anche il giorno della festa di San Francesco di Sales, patrono e titolare della Congregazione Salesiana, chiamata ufficialmente Società di San Francesco di Sales. Insieme

C on fe ren za S ta mp a In te rn azi on al e pe r l’ An n o Bi c e nt e n a r io d el la n asc it a d i D o n B os co Roma, 6 Febbraio 2014 – ore 11:30 La Famiglia Salesiana, vasto movimento di persone che si ispira alla spiritualità di Don Bosco, si prepara a celebrare, a cavallo tra il 2014 e il 2015, il Bicentenario della nascita del sacerdote, pedagogo e santo torinese. Dopo il triennio di preparazione che ha portato a riscoprire la storia (2011-2012), la pedagogia (2012-2013) e la spiritualità di Don Bosco (2013-2014), finalmente, il 16 agosto 2014, in occasione del 199° anniversario della nascita di Don Bosco, avverrà l’apertura dell’Anno Bicentenario. Si tratta di un lungo arco di tempo destinato a ricordare e a celebrare un uomo i cui insegnamenti, a distanza di 200 anni, sono ancora vissuti da decine di migliaia di religiosi e laici in oltre 130 paesi di tutto il mondo. Per presentare le attività dell’Anno Bicentenario è stata organizzata il 6 febbraio 2014, alle ore 11:30, presso l’Associazione della Stampa Estera in Italia (Roma, Via dell’Umiltà, 83 c) una Conferenza Stampa. È stato invitato a moderare la Conferenza Stampa il dott. Antonio Preziosi, direttore Rai Giornale Radio e Radio 1. Don Pascual Chávez, nono successore di Don Bosco, Rettor Maggiore dei Salesiani e punto di riferimento dell’intera Famiglia Salesiana, ha presentato le iniziative e gli avvenimenti più importanti che contrassegneranno l’Anno Bicentenario. Tra questi, l’Ostensione straordinaria della Sindone, che avverrà nella primavera del 2015; il probabile arrivo a Torino di Papa Francesco, proprio per venerare il Sacro Lino e rendere omaggio alla figura di Don Bosco; e la massiccia partecipazione della Famiglia Salesiana – con ben 30 eventi – all’EXPO 2015 di Milano. Sono stati invitati a portare la loro testimonianza diversi ospiti del mondo religioso e della cultura, a cui è stato chiesto di parlare di specifici aspetti del carisma di Don Bosco e della sua attualità. Segnaliamo in particolare mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; Cristina Chiabotto, Miss Italia nel 2004 e conduttrice televisiva; Flavio Insinna, attore e conduttore televisivo.

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FORMAZIONE

le radici della santità e dell’esperienza dei figli di Don Bosco”. L’Ostensione è un evento distinto dalle celebrazioni salesiane, ma anche strettamente collegato in “un clima di fraterna e reciproca collaborazione”.


FORMAZIONE

L’inizio del Prenoviziato Il giorno 8 dicembre 2013 alla presenza dell’Ispettore don Giovanni Mazzali, del successore don Giuseppe Ruta, della comunità della “Salette”, della comunità ispettoriale, del direttore del san Tommaso don Franco Di Natale insieme a due teologi, del vescovo missionario, S. E. Rosario Vella e di un giovane frequentante il GR…Scelta, i nostri tre giovanotti Antonino Garufi, Pietro Giuseppe Casano e Stefano Cortesiano hanno presentato la domanda per l’ammissione al Prenoviziato. La consegna è avvenuta durante la celebrazione dei vespri; dopo la lettura breve l’ispettore ha voluto “consegnare” un breve pensiero ai tre ragazzi che si accingevano alla tappa formativa per loro prevista. Nel pensiero dell’ispettore 5 parole han fatto da fondamento. “Virtù umane a gran forza”; questo consiglio che ha il ruolo anche d’augurio, ha accompagnato i tre giovani per tutta la serata. Dopo la consegna della domanda da parte dei giovani e le esortazioni da parte dell’ispettore, la serata è andata avanti con un’agape fraterna. La cena ha dato modo di vivere una comunione prettamente salesiana; infatti tra battute e ricordi di tempi passati il tempo è volato, e si è arrivati alla conclusione e all’ar-

rivederci da parte degli “ospiti” che tornavano nelle loro rispettive case. Ovviamente per questi tre ragazzi la serata non si è conclusa all’arrivederci perché, dopo l’evento straordinario, si è ritornati alla normalità del vivere comune, e quindi a sistemare il refettorio. La tappa del Prenoviziato non è di certo un punto d’arrivo per questi tre giovani, com’è stato spesso ricordato in questi giorni, ma segna una svolta che deve avvenire nella loro vita di buoni Cristiani e onesti Cittadini! Quello a cui ogni lettore adesso è chiamato è pregare per questi tre ragazzi che giorno dopo giorno, nella loro quotidianità cercheranno di fare del loro meglio affinché possano discernere sempre più la volontà del buon Dio per loro! Ovviamente le preghiere non vanno rivolte solo ed esclusivamente a loro, ma anche alla comunità della “Salette” che ha il compito di far maturare loro nelle scelte che vorranno prendere. Affidiamoci dunque a Maria Madre del cielo, affinché sotto il suo potente manto possano crescere Antonino, Pietro e Stefano forti, umili e robusti! Pietro, Stefano e Tonino

25° Ordinazione Don Pippo Fallico Domenica 19 gennaio alle ore 17, alla presenza dell’Ispettore dei salesiani di Sicilia don Giuseppe Ruta, presso la parrocchia di Messina-Giostra, si è tenuta la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal direttore/parroco don Giuseppe Fallico in occasione del 25° anniversario sacerdotale.

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Insieme


Incontro Salesiani tirocinanti

Erano circa le 6.00 di giovedì 13 febbraio quando, ancora storditi dal sonno, i tre salesiani tirocinanti dell’Ispettoria Sicula, Alfredo, Dario e Alberto, si sono ritrovati all’Oratorio di “S. Chiara” per andare insieme all’aeroporto di Palermo e volare alla volta di Roma. Se la città eterna ci ha accolto con una bella giornata di sole, che ci ha permesso di fare una passeggiata per le sue strade e i suoi quartieri, tuttavia ancor più calorosa è stata l’accoglienza riservataci dai confratelli della comunità del post-noviziato di “S. Tarcisio”, dove abbiamo ricordato i due anni trascorsi in quella casa che ci ha visti crescere come uomini e come salesiani. Il giorno dopo, una notizia riempie il nostro cuore di gioia: la nascita di Daniele il quarto nipote di Dario. La sorella infatti vive a Roma da parecchi anni e tutta la famiglia Spinella era riunita in attesa del grande evento; mancava ancora lo zio salesiano, ma il piccolino lo ha aspettato e nella notte del 14 febbraio è nato. Dopo aver fatto una breve visita in ospedale per conoscere Daniele, ci siamo trasferiti a Genzano di Roma, dove ci attendeva il vicario, Don Lillo Montanti. A Genzano lo scenario è cambiato ma non l’ambiente di famiglia, caratteristica tangibile delle case salesiane. L’incontro con i tirocinanti della regione Italia-Medioriente è iniziato subito nella hall della casa di ospitalità, dove abbiamo incontrato con gioia i confratelli, gran parte dei quali hanno condiviso con noi una parte del loro cammino formativo. Dopo questo breve momento di condivisione informale, Don Guido Errico, incaricato nazionale per la formazione, ha dato l’avvio ufficiale introducendoci alle giornate. L’incontro è entrato subito nel vivo con il susseguirsi delle testimonianze di alcuni confratelli. Anche la nostra Ispettoria è stata ben rappresentata con la testimonianza di Dario che ha condiviso la sua esperienza di tirocinio nel campo dell’emarginazione e del disagio giovanile, dell’oratorio e della scuola al liceo. Insieme

Il giorno successivo, sabato 15, nella mattinata è stato invitato Don Aldo Giraudo che ci ha offerto una sapiente rilettura dell’educatore salesiano. Ripercorrendo alcuni eventi chiave della vita di don Bosco e soffermandosi su alcuni educatori che hanno accompagnato la formazione del santo, ha evidenziato alcuni tratti salienti del pastore salesiano. Nel pomeriggio invece abbiamo incontrato Suor Alessandra Smerilli, Figlia di Maria Ausiliatrice, docente di economia all’Università Cattolica del “Sacro Cuore” e nella Facoltà Pontificia di Scienze dell’Educazione “Auxilium” di Roma. La nostra consorella ha sinteticamente presentato le cause dell’attuale crisi economica, evidenziando soprattutto come il vigente sistema economico abbia perso totalmente il senso della gratuità e abbia emarginato i carismi. Questi ultimi avevano avuto un ruolo centrale nello sviluppo dell’Europa non solo dal punto di vista culturale e spirituale, ma anche economico e finanziario. Entrambi gli interventi sono stati seguiti da un lavoro di condivisione in piccoli gruppi eterogenei che ci ha dato la possibilità di conoscere il vissuto di ciascun confratello e di constatare come, nonostante le differenze culturali, il carisma salesiano porti ancora frutti di bene nell’Italia salesiana. La giornata già tanto intensa, si è conclusa con una serata di fraternità organizzata dai novizi. Nella mattinata della domenica abbiamo avuto la possibilità di incontrarci per Ispettoria e verificare insieme al Vicario le nostre esperienze salesiane di tirocinio. Questi intensi due giorni sono culminati con una gioiosa celebrazione eucaristica presieduta da don Pier Fausto Frisoli, in cui tutta l’Italia salesiana, rappresenta dai giovani confratelli, ha voluto ringraziarlo per il servizio di animazione e governo svolto in questi 12 anni. A l f r ed o , D a ri o e A l be rt o

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FORMAZIONE

Regione Italia-Medio Oriente


PASTORALE GIOVANILE

Meeting Adolescenti 2014

Una Spiritualità che si fa movimento

Nei giorni 2 , 3 e 4 Gennaio 2014 si è svolto presso l’hotel “Marina Palace” di Acitrezza, l’ormai consueto appuntamento col Meeting Adolescenti; evento che da qualche anno permette ai giovani adolescenti di Sicilia di condividere 3 giorni di riflessione e formazione su temi importanti. Quest’anno l’incontro, che ha visto la partecipazione di circa 200 giovani, ha avuto come tema centrale la Spiritualità Giovanile Salesiana, argomento ricco di contenuti e ispirato alla strenna del Rettor Maggiore che ci invita infatti ad attingere all’esperienza spirituale di don Bosco. Nei tre giorni abbiamo riflettuto sui 5 pilastri che caratterizzano tale Spiritualità (Gioia e Ottimismo, Incontro con il Signore, Servizio Responsabile, Quotidiano, Comunione Ecclesiale) attraverso vari labora-

flettuto sugli altri 4 pilastri attraverso la divisione in gruppi itineranti coordinati da giovani FMA e tirocinanti SDB. Nel pomeriggio, dopo una dinamica assembleare sul criterio oratoriano e l’appartenenza al MGS tenuta da don Marcello Mazzeo, i ragazzi hanno partecipato a 4 laboratori sulle associazione nelle quali spendere il loro essere animatori (PGS, CGS, TGS, VIS e VIDES, emarginazione e disagio) coordinati da alcuni giovani ed educatori appartenenti alle associazioni stesse.

tori interattivi tenuti da giovani animatori e Consacrati. La prima giornata ha visto i partecipanti riflettere sul tema della Spiritualità in generale, a partire da un video di “lancio del tema” cui è seguita la divisione in gruppi di lavoro. La giornata si è conclusa con una serata di fraternità e di animazione sul tema della Gioia e dell’Ottimismo attraverso alcuni giochi e attività e con la Buonanotte dell’Ispettore don Gianni Mazzali. La seconda giornata è stata suddivisa in due parti: durante la mattinata abbiamo ri-

A conclusione della giornata abbiamo ricevuto il saluto dell’Ispettrice, suor Anna Razionale, seguito da un momento di Adorazione Eucaristica e dalla serata di fraternità animata dai presentatori del Meeting. L’ultimo giorno, dopo una breve riflessione in assemblea sugli sbocchi vocazionali del MGS tenuta da don Arnaldo Riggi, tutti i giovani si sono recati a Cibali per salutare l’Ispettore don Gianni Mazzali e accogliere il suo successore don Pippo Ruta, attraverso un flashmob preparato durante le giornate del meeting.

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Formazione Generale 11-13 febbraio

Nel percorso che deve affrontare il volontario del Servizio Civile Nazionale 2014, presso la Congregazione Salesiana, la formazione residenziale di febbraio è, indubbiamente, una delle tappe fondamentali. È, infatti, grazie ad essa che il volontario apprende gran parte delle abilità, delle “skills”, per dirla all’inglese, che saranno indispensabili per approcciarsi al meglio con i giovani che si è impegnato ad educare in quest’anno. Vediamo perciò un breve resoconto delle 3 giornate di formazione, vissute all’interno del “Marina Palace Hotel” di Acitrezza. Verso le 15.30 di Martedi 11, tutti i volontari hanno preso sistemazione nelle stanze e si sono preparati al primo argomento di formazione, riguardante la storia del Servizio Civile, dal titolo: “Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale. La difesa della patria non armata e non violenta”. La sempre impeccabile Letizia Scandura ha illustrato esaustivamente tutte le tappe legali e storiche, le battaglie di obiezione e le ingiustizie che gli obiettori di coscienza hanno dovuto subire per perseguire i propri ideali di non violenza e pace: dall’introduzione, grazie alla promulgazione della nostra Costituzione nel 1948, della leva obbligatoria, alla marcia di pace Perugia-Assisi del 1949, agli storici personaggi obiettori, come Pietro Pinna, Don Milani, Giorgio La Pira, che hanno tenuto vivo il dibattivo ed hanno

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permesso che, nel 1972, fosse scritta la legge 772/72, che si sarebbe evoluta poi nella 230/98, ed infine nella attuale legge 64/2001, che regola il Servizio Civile Nazionale. Il secondo argomento della giornata riguardava la “Gestione dei Conflitti”, in cui Don Marcello Mazzeo illustrava le tipologie di conflitto e le tecniche più efficaci per evitare che il conflitto ci sia, nonché per sedare un conflitto, sia tra giovani educati, che tra gli educatori. Ultimo argomento della giornata è stato “il Lavoro di equipe”, che è stato spiegato, oltre che per mezzo di una serie di informazioni teoriche, anche con una curiosa dinamica del gruppo, riguardante la scelta di una lista prioritaria di oggetti per la sopravvivenza in un “naufragio” spaziale, per valutare la capacità di ognuno dei volontari di sapere ascoltare le opinioni del grupo di lavoro o di far prevalere, più o meno democraticamente, le proprie idee rispetto a quelle altrui. La giornata si è conclusa con la visione del film “Freedom Writers”, interessante storia, tratta da fatti realmente accaduti, narrante le situazioni di disagio di una classe di una scuola americana di periferia, ed i loro tentativi per uscire dalle proprie situazioni problematiche che il quartiere e la società in cui vivono le sottopongono. La giornata di Mercoledi 12, inizia con la “pancia piena” sia dal punto di vista ma-

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SCN - Formazione Residenziale ad Acitrezza


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teriale, con una ricca colazione, che dal punto di vista spirituale, con la possibilità di partecipare ad una mattutina celebrazione eucaristica. Dopo la colazione, verso le 9.00, inizia la formazione e l’informazione ai volontari, con il tema dal titolo “il sistema preventivo – prevenzione e devianza”, spiegato da Don Marcello Mazzeo. Ci si è soffermati sulle teorie pedagogiche di Don Bosco, riguardanti l’indole del giovane, la quale giova alla classificazione del grado di disagio che esso ingloba in sé, alle motivazioni, interne ed esterne, che portano il giovane a vivere una situazione di disagio; ancora alle tipologie ed alla gravità del disagio, se evolutivo o socio-culturale, o cronicizzante, il quale porta alla deviazna ed al disadattamento. Individuate le cause e le tipologie di disagio si è passati alla parte relativa al superamento ed alla “cura” di disagio e devianza, come la pensava Don Bosco – ovvero agendo preventivamente, affinchè il disagio non progredisca in devianza ed anzi il fenomeno regredisca – considerando ogni giovane recuperabile e, fondamentalmente, buono. Dopo la pausa, la formazione è continuata con le attività laboratoriali: ogni volontario ha potuto scegliere di specializzarsi, partecipando ad uno dei quattro laboratori formativi disponibili, affinchè ogni volontario possa essere più cosciente e competente: – Tecniche e dinamiche di gruppo; – Il gioco come strumento educativo; – Il cortile come ambiente di animazione; – Dinamismo del “recupero” dei ragazzi disagiati. Svolta l’attività laboratoriale si è ritornati in assemblea per discutere del successivo argomento della formazione, dal titolo “La comunicazione efficace”, ovvero il modo migliore per veicolare ed assimilare le informazioni. Grande è stata l’importanza data ai linguaggi non verbale e paraverbale, i quali, insieme, costituiscono il 70% della comunicazione tra due o più individui; ci si è soffermati sui più comuni errori comunicativi, come l’uso di termini dialettali, scarsa dizione

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e l’uso di termini non appropriati o poco comprensibili, il mancato ascolto o le continue interruzioni durante il discorso del proprio intelocutore; infine si è discusso sul decalogo della buona comunicazione e della tencnica dell’ascolto attivo. Ultimo tema della giornata è stato quello relativo alla carta di impegno etico, alla “carta del volontario” ed alla dimensione civile e cristiana del volontario del servizio civile nazionale, seguito da un question time su problemi inerenti la gestione burocratica dei documenti del servizio civile. La giornata si è infine conclusa con una partecipata serata di fraternità organizzata dai volontari del servizio civile, operanti presso l’ispettoria. L’ultima giornata di formazione, giovedì 13, chiude la 3 giorni all’insegna della spiritualità e del significato sociale ed etico del servizio civile: il primo tema trattato ha per titolo “La spiritualità Giovanile Salesiana: introduzione” ed illustra il mondo spirituale dei salesiani, il loro modo di approcciarsi ai giovani, alla Chiesa ed al mondo. Don Domenico Luvarà illustra la genesi del concetto di spiritualità salesiana, avvenuta grazie alle esperienze di Don Bosco in carcere ed all’esempio di San Francesco di Sales – motivo per cui la Congregazione prende il suo nome –, e poi tutto il percorso storico, fatto di cooperatori, di Figlie di Maria Ausiliatrice, gruppi famiglia ecc.; a seguire un’ultima attività laboratoriale, stavolta a rotazione, concernente i 3 temi dello spirito del volontariato, resi moderni e più interattivi grazie all’utilizzo di intense dinamiche di gruppo: – Quotidiano, gioia e ottimismo; – Incontro con il Signore e comunione ecclesiale; – Servizio responsabile. Per concludere al meglio questa formazione, e dopo una attenta verifica del percorso fatto fino ad ora, del rapporto con OLP ed ambiente, è stata svolta una celebrazione eucaristica, presenziata dall’ispettore Don Giuseppe Ruta. Insieme


Animazione Missionaria/VIS

Il 15 e 16 gennaio si è tenuto a Palermo, il terzo incontro della Scuola di Mondialità (SdM) sul tema della Comunione Ecclesiale. Quest’anno infatti il percorso formativo si concentra sull’approfondimento della Spiritualità Missionaria Salesiana e i suoi 5 pilastri. In questa occasione l’incontro, già denso di contenuti, è stato arricchito dalla coincidenza con la Giornata Missionaria Salesiana 2014 dal titolo “Gli altri siamo noi. La carità di Cristo verso i migranti”. Il fine settimana si è aperto con la presentazione dell’incontro e del tema della Do.Mi.Sal da parte del coordinatore regionale, Daniele Tinaglia e del delegato regionale, Don Domenico Luvarà. I 40 giovani riuniti al Don Bosco Ranchibile hanno poi ascoltato, con interesse, la testimonianza del Sig. Paolo Sapienza, da 30 anni missionario in Madagascar. L’intervento si è concentrato sul racconto della sua esperienza di Comunione Ecclesiale in terra di Missione ed ha stimolato un acceso dibattito tra i partecipanti, colpiti dalle parole del missionario. Il pomeriggio è proseguito con la relazione di Don Carmelo Umana, direttore del Ranchibile, il quale ci ha fornito un punto di vista sul concetto di Comunione Ecclesiale in Italia e sul ruolo della Chiesa. Anche questo secondo momento ha scosso molto il pubblico che ha interagito con il relatore esprimendo le proprie opinioni su ciò che la Chiesa oggi è o dovrebbe essere.

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Scuola di Mondialità e Giornata Missionaria Salesiana

D. Tinaglia e P. Sapienza.

Dopo la cena i partecipanti hanno vissuto un momento di svago e fraternità, occasione utile per conoscersi meglio e, approfondire e confrontarsi in maniera informale sui temi discussi nel pomeriggio. La domenica il delegato ha presentato ai partecipanti la Giornata Missionaria Salesiana, mostrando un video, concepito per l’occasione,sull’attenzione ai migranti nelle società multiculturali d’Europa e ribadendo che l’impegno per i migranti sta diventando una dimensione trasversale della Missione Salesiana. L’argomento è stato molto ben accolto dai partecipanti, molti dei quali, sono già impegnati in attività di accoglienza e relazione con i migranti. Alla fine di questo momento i giovani sono stati chiamati ad animare la Santa Messa dell’Istituto Ranchibile durante la quale con la loro presenza hanno fornito un’importante testimonianza dell’attenzione missionaria all’altro, propria del carisma salesiano. Dopo la Messa i partecipanti della SdM hanno allestito in cortile un banchetto allo scopo di dare informazioni sul VIS e sulla Giornata Missionaria Salesiana a chiunque ne volesse. Come di consueto l’incontro si è concluso con il pranzo, dopo il quale i partecipanti si sono dati appuntamento alla successiva occasione di formazione e confronto. D o n y S a p i en z a

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Comunicazione Sociale

Giornalisti cattolici e i Salesiani festeggiano insieme San F. di Sales

Per la prima volta i giornalisti dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI) della Sicilia e i salesiani hanno festeggiato assieme il loro patrono. Nel primo pomeriggio, presso la casa ispettoriale dei salesiani, mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica in onore del patrono dei giornalisti, degli operatori di Comunicazione Sociale, degli scrittori e autori e dei salesiani stessi. Sono stati presenti Francesco Zanotti, Presidente Nazionale della Federazione italiana settimanali cattolici (FISC), il Presidente Regionale UCSI, l’Ispettore dei salesiani e l’Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, membri della Famiglia Salesiana e operatori della carta stampata, radio, tv, web. “L’UCSI regionale e i Salesiani – ha affermato don Paolo Buttiglieri, sdb, consulente ecclesiastico UCSI Sicilia – nel promuovere questa festa regionale sul territorio

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catanese, si impegnano per una ‘comunicazione’ foriera di verità e giustizia, atta a diffondere la ‘cultura dell’incontro’ auspicata da Papa Francesco nel messaggio della Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali 2014”. “Nell’occasione della festa di San Francesco di Sales noi giornalisti cattolici – osserva Giuseppe Vecchio, presidente regionale dell’UCSI – riflettiamo sul ruolo che la nostra professione svolge nella società globalizzata della comunicazione; è, questa di venerdì 24, un’occasione d’incontro e confronto con quanti, credenti e non, svolgono la non facile attività di comunicatore”. Commenta don Giuseppe Ruta, Ispettore dei Salesiani di Sicilia “Don Bosco scelse come patrono, per la sua Congregazione, San Francesco di Sales, per il suo stile di comunicare, per la carità operosa e la ricerca continua e appassionata della verità. A Lui può ispirarsi ogni educatore e ogni esperto nel campo dell’informazione e della comunicazione multimediale”. Insieme


Dal 1987 Radio Don Bosco “TRASMETTE” nel territorio dall’Istituto Salesiano di Ragusa, esprimendo l’impegno ad essere vicina e amica di ogni persona e parlare alla gente lì dove abita, vive, lavora, ama e soffre. Il Padre fondatore, Don Antonino Samperi SDB, 27 anni fa, ebbe l’intuizione di fare della radio uno strumento affinché la voce del Signore possa essere ascoltata da tutti. In questi anni l’emittente salesiana quotidianamente, con il S.Rosario, la S.Messa, il radiogiornale, i programmi culturali e gli appuntamenti ecclesiali, è stata ed è sempre vicina alla gente. Radio Don Bosco fa parte dell’Associazione CORALLO, che rappresenta le imprese radiofoniche e televisive locali, analogiche e digitali satellitari, via internet, nonché agenzie di informazione radiotelevisive cattoliche. Sabato 22 marzo la suddetta associazione ha organizzato un’udienza privata tra Papa Francesco e tutte le emittenti associate. Anche Radio Don Bosco non ha voluto mancare a questo importante ed esclusivo incontro e quindi anche due rappresentanti dell’emittente salesiana alle ore 12.00 si sono ritrovati nella sala Clementina dei locali del Vaticano con il Santo Padre e gli altri associati della CORALLO. “La realtà si capisce meglio dalle periferie” ha affermato Papa Francesco, e la reda-

zione di Radio Don Bosco, che era presente come radio di servizio, è consapevole della sua “MISSION”, trasmettendo quotidianamente la Parola tanto attesa e desiderata. Appena Papa Francesco è entrato nella sala Clementina, subito un grandissimo applauso, contornato dalla tanta emozione dei presenti ha dato il benvenuto al Santo Padre. Poi ha preso la parola il Presidente dell’Associazione CORALLO, Luigi Bardelli. La premessa di quest’ultimo, ha fatto si che Papa Francesco non ha utilizzato il discorso già preparato per l’udienza, ma prendendo spunto da quanto detto dal Presidente, e rompendo come siamo ormai abituati ogni protocollo, ha improntato il suo intervento a braccio, mettendo in risalto l’importanza dei piccoli media e invitando tutti ad essere operatori di verità. Un monito per certi versi anche duro, rivolto a tutti i presenti, che chiamati a raccontare la realtà e i suoi avvenimenti, devono stare attenti dalle forme di inquinamento e dai veleni del clima mediatico che porta ad un’aria sporca che non fa bene. Il Vescovo di Roma nel discorso di apertura, inoltre, ha voluto puntualizzare che il lavoro dei media deve svolgersi su queste tre strade: la strada della verità, la strada della bontà e la strada della bellezza. En z o e G r a z ia C a m p o

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PASTORALE GIOVANILE

Radio Don Bosco da Papa Francesco


PASTORALE GIOVANILE

CGS - Calatabiano

Festa di Don Bosco

Il 30 gennaio, presso il nuovissimo cineteatro comunale di Calatabiano, si è svolto il momento di animazione/formazione per gli alunni delle scuole elementari e medie, per un totale di circa 400 ragazzi. Il CGS Miaramandeha ha raccontato don Bosco e il “modo tutto suo di vivere quella cosa che chiamano Spiritualità…”, che, dopo la storia e la pedagogia, costituisce il terzo tema su cui la Congregazione Salesiana invita a riflettere nel terzo anno di preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco che festeggeremo nel 2015. Con l’aiuto di tre Clown, che hanno fatto da cornice a tutto il momento, sono stati affrontati i cardini di una Spiritualità fatta di

allegria, impegno e soprattutto di cammino verso la santità, meta accessibile a tutti, cosi come già aveva proposto san Francesco di Sales, una delle figure principali a cui Don Bosco attinge per erigere il suo edificio spirituale. Quest’invito, oggi, è rivolto a ciascuno di noi: educatori, animatori, docenti, genitori… siamo tutti chiamati a salvare le anime dei giovani che ci vengono affidati e soprattutto le nostre, per arricchire quel firmamento di santi salesiani con cui abbiamo concluso il nostro intervento, prendendo spunto dalla conclusione della Strenna 2014.

MGS - Messina

La festa di Don Bosco e il ricordo del passaggio dell’Urna

La Famiglia Salesiana e il Movimento Giovanile Salesiano di Messina, nel vivo ricordo del felice passaggio dell’Urna di San Giovanni Bosco a Messina il 15 e 16 Novembre scorso, si preparano a celebrare la festa liturgica dell’amato padre e maestro dei giovani, con un triduo di preparazione non solo spirituale ma anche formativa e culturale, riflettendo sul tema che quest’anno accompagna il cammino delle comunità salesiane: “Attingiamo all’esperienza spirituale di Don bosco per camminare sulla via della santità, secondo la nostra specifica vocazione. La gloria di Dio e la salvezza delle anime”. Il 28 Gennaio, alle 19.00, nel salone delle bandiere del Comune di Messina, don Giuseppe Ruta, nuovo superiore regionale dei salesiani di Sicilia, presenta la Strenna 2014 del Rettor Maggiore dei Salesiani. Alla cerimonia, dall’alto valore istituzionale, han-

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d’Italia, presiederà la Veglia dei Giovani a Don Bosco nella Parrocchia San Matteo, a giostra. I Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice presenti a Messina intendono riaffermare la loro presenza educativa in Città e continuare ad offrire il loro contributo alla crescita civile e cristiana dei ragazzi e dei giovani messinesi, seguendo l’esempio e lo stile di Don Bosco, grande educatore e maestro, I festeggiamenti di quest’anno fanno da volano per l’ ormai imminente bicentenario della nascita di Don Bosco che si celebrerà in tutto il mondo salesiano nel 2015.

ADMA - Chiesa “S. Giovanni Bosco” - Catania

Rinnovo del Consiglio ADMA

Il 19 dicembre 2013 si è rinnovato il Consiglio dell’Associazione ADMA della Chiesa Salesiana “S. Giovanni Bosco” di Catania. Presidente: Leone Lucia; Vice presidente: Lanzafame Alessandra; Segretaria: Di Gregorio Maria Antonietta; Tesoriere: Scarlata Luigi; Consiglieri: Castiglione Pina; Sanfilippo Roberta; Anim. spirituale: Sac. D. Pennisi Concetto. L’attuale Consiglio ha assunto come programma quello di vivere la Spiritualità di San Giovanni Bosco, attuando anche l’Esortazione Apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”.

Nuovo Consiglio ADMA.

Il 31 gennaio 2014, festa di San Giovanni Bosco, la nostra Associazione ha avuto la gioia di accogliere la domanda di ammissione alla preparazione per entrare nell’ADMA di nuovi membri. Con una breve celebrazione il Direttore della Comunità “S. Francesco di Sales” ha consegnato agli aspiranti il nuovo regolamento che sarà loro guida prima di essere accolti ufficialmente nell’ADMA. D o n Co n ce t t o Pe nn i s i Insieme

Nuovi Aspiranti ADMA.

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FAMIGLIA SALESIANA

no assicurato la loro presenza il Prefetto, S.E. Dott. Stefano Trotta, ed il nuovo Questore, Dott. Giuseppe Cucchiara, oltre che le massime autorità civili e militari della città. Il 29 Gennaio, alle 19.00, nel salone teatro dell’Istituto Don Bosco delle Figlie di Maria Ausiliatrice, tavola rotonda con testimonianze sulla spiritualità salesiana vissuta nella quotidianità. Il 30 Gennaio, alle 20.45, il messinese Don Giovanni D’Andrea, salesiano, presidente nazionale dell’associazione “salesiani per il sociale” e coordinatore nazionale del settore parrocchie/oratori dei salesiani


FAMIGLIA SALESIANA

Pellegrinaggi ADMA Regionale Sicilia L’ADMA regionale conta di realizzare, nel corso dell’anno, due pellegrinaggi. 1 - Pellegrinaggio a Roma (dal 29 aprile al 1 maggio 2014) con il seguente percorso: Catania-Pompei-Roma-Pietrelcina. Mercoledì 30 aprile parteciperemo all’udienza con Papa Francesco. 2 - Pellegrinaggio Annuale a CalatabianoCastello di San Marco (8 giugno 2014) in occasione del Centenario delle FMA. Modica 1 marzo 2014: Si è tenuto un incontro del Consiglio Regionale Adma con Don Pierluigi Cameroni, Animatore Spiri-

tuale mondiale ADMA. Il Consiglio Regionale si è riunito presso l’Oratorio Salesiano accolto dal Consiglio locale ADMA di Modica e dal Parroco Don Giuseppe Favaccio. Tra i vari punti trattati si è fatto cenno sul pellegrinaggio a Torino nell’anno 2015. Come ADMA saremo impegnati nel periodo 6-9 agosto 2015: conclusione bicentenario della nascita di Don Bosco e un Convegno Mondiale ADMA. Lui gi na Cia r a m e ll a Pres. Reg. ADMA

ADMA - Parrocchia “S. Cuore” Catania-Barriera

Attività dell’ADMA di Catania-Barriera

Da circa due anni, tra le varie attività iter socio-formative svolte nella nostra parrocchia salesiana “Sacro Cuore”, si è aggiunta con grande aspirazione e volenterosa determinazione l’ADMA (Associazione Di Maria Ausiliatrice). Consta a tutt’oggi di un buon numero di associati laici, pronti a prendere come modello Maria e a sforzarsi di mettere in pratica la legge dell’umiltà con cuore amorevole e dedito al prossimo. Questo nuovo gruppo della Famiglia Salesiana si riunisce ogni 24 del mese, ed inoltre il 3° giovedì del mese per l’adorazione Eucaristica. L’orario degli incontri è fissato dalle 16:30 alle 18:00, e a conclusione viene celebrata la S. Messa Solenne. Nello spirito formativo, vengono riprese le linee originarie dell’Associazione fondata da don Bosco nel 1869 e si continua a promuovere il percorso di fede e apostolato. Si propaga e diffonde la devozione a Maria Ausialitrice in un clima di comune e doverosa diligenza e si vive l’ansia apostolica di don Bosco espressa nel motto : “Da mihi animas cetera tolte” (Dammi le anime e prenditi tut-

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to il resto). Tutti gli aderenti all’ ADMA si impegnano dunque in questa direzione a lavorare con chiunque, ma più che mai con i giovani, per orientarli verso un clima di fiducia e conforto. Si cerca e si crede fermamente di coinvolgerli a ritrovare e conoscere in questo cammino di spiritualità e di pedagogia, il volto materno di Maria e della Chiesa come elemento qualificante e gratificante. Restano punti cardini degli incontri, la formazione teologica e mariologica degli iscritti, l’azione pastorale ed educativa e la recita del Santo Rosario come preghiera contemplativa e cristocentrica. Altri importanti obiettivi, assolutamente da non sottovalutare, sono l’attenzione alla dimensione mariana del carisma salesiano, il vivere e propagare il culto di Gesù Eucaristico e la promozione delle vocazioni attraverso la preghiera eucaristica e mariana. L’ADMA resta sicuro fondamento e punto di confronto, per tutti gli associati laici, in ciò che tocca lo spirito. È efficace missione e metodologia pedagogico-pastorale di azione. Insieme


XXXII Giornate di Spiritualità

Si sono aperte il 16 gennaio le XXXII Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana. Sono presenti 420 partecipanti di circa 30 nazioni di 28 Gruppi di Famiglia Salesiana nel mondo!... A caratterizzare quest’edizione sono state la riflessione sulla Spiritualità di Don Bosco – argomento della Strenna 2014 e del terzo anno di preparazione al Bicentenario – e lo speciale clima di comunione tra i Superiori dei vari gruppi della Famiglia Salesiana, in considerazione dell’ormai prossima scadenza del secondo rettorato di Don Pascual Chávez. Le Giornate di Spiritualità sono un appuntamento tradizionale della Famiglia Salesiana che serve a riunire nella riflessione comune e nella condivisione del carisma i rappresentanti dei vari gruppi. Iniziate nel 1973, con una pausa negli anni dal 2001 al 2003, le varie edizioni hanno approfondito di volta in volta temi specifici, sempre in rapporto con la società, la Chiesa e la quotidianità della missione tra i giovani. Il tema di quest’anno, ripreso dalla Strenna 2014 – “Attingiamo all’esperienza spirituale di Don Bosco per camminare nella santità secondo la nostra specifica vocazione” – è stato il filo conduttore delle relazioni. Giovedì 16 gennaio, subito dopo la presentazione delle Giornate, ha avuto luogo la relazione di don José Luis Plascencia “Incontro con Gesù di Nazareth”. È seguito un momento di confronto e dialogo tra giovani, coppie, studenti e il Rettor Maggiore. Venerdì 17 sono intervenuti don Aldo Giraudo, con delle “Considerazioni intorno alla sensibilità spirituale di Don Bosco e chiavi interpretative per accostare il suo insegnamento”, e lo stesso Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez, sul tema “La Carità Pastorale: Centro e sintesi della spiritualità Salesiana”. Nel pomeriggio sono state presentate delle testimonianze di spiritualità vissuta in diversi ambiti: nuove frontiere e periferie, cortile digitale, case famiglia e inInsieme

contro con gli immigranti; mentre in serata, presso l’opera salesiana di Cinecittà, si sono esibiti i postnovizi salesiani di Nave con il recital: “Affari per Santi. ‘Qui si fa commercio non di denaro, ma di anime’”. Sabato 18 c’è stata in programma una tavola rotonda che ha presentato tre esperienze di spiritualità salesiana calata nel concreto dell’attività pastorale e missionaria. A seguire, due dei momenti più attesi: la consegna a tutti i presenti, da parte del Rettor Maggiore, della Strenna 2014 e una serata di omaggio che i Superiori dei rispettivi gruppi della Famiglia Salesiana hanno tributato a Don Chávez per i 12 anni vissuti come guida spirituale e centro della Famiglia Salesiana. L’assise si è conclusa domenica 19 gennaio. Di primo mattino il Rettor Maggiore ha presieduto l’Eucaristia; successivamente sono state condivise le conclusioni dei vari gruppi di lavoro e, per finire, Don Chávez ha consegnato il messaggio finale delle XXXII Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana. L’esperienza delle giornate di Famiglia Salesiana raccoglie quasi una sintesi del mandato di Don Pascual Chávez, Rettor Maggiore. L’Ispettrice, Sr Anna Razionale, che vi ha partecipato, ci regala questa esperienza condividendo gli orientamenti emersi a partire dalla ricerca dell’intreccio biblicocarismatico del motto Da mihi animas cetera tolle. Le parole-chiavi: relazione, identità, corresponsabilità; parole non nuove, sono

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FAMIGLIA SALESIANA

Giornate di Famiglia Salesiana a Roma


FAMIGLIA SALESIANA

accostate con uno sguardo nuovo e danno indicazioni di marcia. Si sottolinea di non fare l’abitudine al Carisma salesiano, di elaborare progetti che tendono alla realizzazione del vero bene e non solo a “far star bene” i giovani. Si condividono alcuni segni concreti che fanno della carità l’anima del nostro apostolato: – la cura della vita interiore attraverso la vita sacramentale ed eucaristica, dando spazio e tempo alla preghiera – coinvolgimento pastorale della famiglia come luogo di evangelizzazione in un’alleanza educativa che permette di assumere con responsabilità il compito di condurre i giovani ad una vita di pienezza – condivisione di un clima di comunione e di stima reciproca con gli altri membri della Famiglia salesiana e della Chiesa locale che si dedicano a “questa impresa delle anime” per essere comunità pronta ad uscire

verso gli ultimi per testimoniare gioiosamente la carità di Cristo risorto. Si accolgono anche come una consegna di Don Pascual Chávez le cinque parole chiave che richiamano le Strenne di questi anni: Vita, famiglia, educazione, evangelizzazione, vocazione. Do n A ng el o G rasso

Movimento Salesiano delle Famiglie

Conclusioni dell’incontro dell’equipe di Pastorale familiare

Il 12 gennaio a San Cataldo si incontra l’équipe famiglie per fare il punto del cammino e comprendere come continuare. – Come primo punto si dà uno sguardo al volto della équipe: le quattro coppie sono di Salesiani cooperatori (Parrino di Alcamo, Parrino di Ragusa, Russo di Messina DB, Lipari di Palermo Ranchibile). Proprio per la diversità di cammino dei gruppi e per una maggiore convergenza, sembra opportuno che ogni ramo di FS che opera con le famiglie, individui una famiglia che lo rappresenti e che accompagni la riflessione in atto. – Oltre ad essere stati sollecitati dai Capitoli Generali, questo è il cammino della Chiesa. È urgente pertanto una conversione pastorale che ci aiuti a rendere la Pastorale

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Familiare da settore a ottica della Missione della Famiglia salesiana (vedi esperienza di Siracusa e di Alcamo). In questa direzione bisogna riflettere e forse coinvolgere tutti gli Operatori di pastorale della Famiglia Salesiana. Anche il Rettor Maggiore nella strenna, nel messaggio per le Famiglie, in occasione della giornata delle famiglie, scrive: “In diverse occasioni ho sottolineato l’importanza di raccordare e di creare sinergia tra Famiglia, Pastorale giovanile e Vita Consacrata, convinto che qui troviamo una risposta profetica alle grandi sfide sia dell’emergenza educativa che della nuova evangelizzazione. Come Salesiani Cooperatori vi invito a fare ogni sforzo perché le famiglie restino unite, nonostante le difficoltà e il pensiero diffuso che tende a mettere in crisi il concetto stesso di faInsieme


Per una crescita in questa direzione sembra opportuno, in vista del Bicentenario, creare dei momenti di FS per le Famiglie e con le famiglie che diano continuità al cammino. Si individuano due momenti forti oltre a quello previsto: – Convegno di Famiglia Salesiana. Tema: La Pastorale familiare da settore a ottica della Missione della Famiglia salesiana. Che cosa significa attivare questa conversione pastorale a partire da quanto afferInsieme

ma il RM: “In diverse occasioni ho sottolineato l’importanza di raccordare e di creare sinergia tra Famiglia, Pastorale giovanile e Vita Consacrata, convinto che qui troviamo una risposta profetica alle grandi sfide sia dell’emergenza educativa che della nuova evangelizzazione”. Tempo: novembre 2014. – II convention delle Famiglie. Tempo: Primavera 2015. – Verifica del cammino dei gruppi a partire dalle indicazioni consegnate il 13 ottobre. È opportuno però far precedere l’incontro da una griglia per la verifica e offrire delle strategie di cammino e un supporto esperienziale. Tempo: 29 giugno 2014 (incontro già in calendario). – Ci si sofferma subito dopo sul fascicoletto riguardante “Le Indicazioni di formazione”; sarebbe opportuno togliere “per gruppi” perché le indicazioni sono per tutte le famiglie (catechesi, oratorio, scuola…) e a partire dalle esigenze locali si possono costruire percorsi adeguati che portino alla mentalità di far parte di un Movimento salesiano di famiglie. – Il punto successivo riguarda il sito in costruzione per le famiglie. Responsabile sarà Salvatore Parrino e il nome del sito è www.movimentosalesianofamigliesicilia.it – In riferimento al Campo famiglie invece si decide che sarà responsabilità del Consiglio dei Salesiani Cooperatori l’organizzazione tutta. È necessario che però nel prossimo incontro di équipe, Lina Di Paola, quale referente della PF per i Salesiani cooperatori, porti una prima bozza per coinvolgere l’équipe tutta. – Prossimo incontro dell’équipe Famiglia il 9 marzo presso la Casa ispettoriale delle FMA. Sr. Gina Sanfilippo D on An gelo Gra sso

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miglia. La famiglia è riflesso di Dio Trinitario, è comunità di persone, è realtà d’amore... Dio stesso per nascere ha avuto bisogno di una donna e per crescere come uomo di una famiglia, di Maria e Giuseppe, mamma e papà.” Sembra opportuno, anzi urgente, riprendere il dialogo tra PG e PF, sebbene sia stato annullato l’incontro tra le due equipe FMA-SDB. Il dialogo porta alla condivisione del convegno a cui ha partecipato don Angelo “L’attenzione alla Famiglia in dialogo con la Pastorale giovanile”. Si condividono in particolare le conclusioni verso cui si converge. Dopo un confronto ricco e propositivo, si definisce che l’équipe famiglia dovrà ripartire dal progetto e definire alcune linee progettuali per il prossimo triennio; accompagnare questo processo che porti alla crescita del movimento salesiano delle famiglie che è fatto sia dai gruppi famiglia sia da quelle famiglie raggiunte dai vari rami di famiglia salesiana anche attraverso esperienze diversificate.


FAMIGLIA SALESIANA

Associazioni laiche di Famiglia Salesiana

Incontro delegati di FS a San Cataldo

È il 4° incontro di formazione quello che si è tenuto l’8 febbraio 2014 presso l’Istituto Maria Ausiliatrice di San Cataldo (CL) per le/i delegate/i delle associazioni laiche (Exallieve delle FMA, exallievi dei SDB, ADMA, Salesiani Cooperatori) di Famiglia Salesiana della Sicilia, con l’obiettivo di dare concretezza alla strenna del Rettor Maggiore che in questo triennio di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco sollecita ad attingere all’esperienza spirituale di Don Bosco, per camminare nella santità secondo la nostra specifica vocazione. Circa 100 i presenti, poiché, oltre i delegati e le delegate, sono stati invitati anche i Consigli regionali delle Associazioni e i Coordinatori delle consulte territoriali, i quali, pur con compiti diversi, sono tutte persone impegnate nel mantenere vivo il Carisma. La preghiera iniziale, che trae spunto dalla Strenna del Rettor Maggiore, dà il via alla giornata e sollecita a ritornare a Don Bosco, alla sua esperienza spirituale, perché Don Bosco ritorni! Perché, in questa celebrazione di bicentenario della sua nascita, il Carisma salesiano RINASCA! Introduce la giornata l’ispettrice, Sr Anna Razionale, che oltre al saluto iniziale richiama le tre tappe percorso finora realizzato, le scelte individuate, le azioni da intraprendere. È una possibilità di rilettura della vita di ogni Associazione poiché a conclu-

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sione di questo primo momento si sosta per comprendere cosa è cambiato… in noi e attorno a noi… quali elementi di cambiamento sono evidenti nella nostra realtà locale o territoriale a partire dalla formazione ricevuta. Non è stato facile individuare segni di cambiamento, anche se si constatano cammini in atto nelle varie parti della Sicilia. Ci si augura tuttavia quanto suggeriva lo stesso Gandhi “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere negli altri”... nella società, nella Chiesa e nella famiglia salesiana! È una sollecitazione a cominciare personalmente ad impegnarsi! Il tema dell’incontro “La Spiritualità laicale salesiana e il ruolo delle Associazioni Laiche nella famiglia salesiana e nella Chiesa locale” trattato dal nuovo Ispettore, don Pippo Ruta, ha sollecitato ad un laicato più maturo, più capace di assumersi responsabilità all’interno della Società civile, della Chiesa e della Famiglia salesiana. Richiamando Romano Guardini, afferma che “la Chiesa si sveglia nelle anime!”. I documenti ecclesiali fanno da riferimento e illuminano il cammino per migliorare la sinergia tra consacrati e laici. Vivace la vita dei gruppi e ricca di proposte l’Assemblea. Si richiamano alcune scelte precedenti, ma soprattutto si dà una spinta in avanti. Si invoca il coraggio del rinnovamento, la missionarietà e la comunione

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Sr. Gina Sanfilippo

Il Presidente della Repubblica, Capo dell’ordine “al merito della Repubblica italiana”, in considerazione di particolari benemerenze; su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri; sentita la Giunta dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, ha conferito l’onorificenza di Ufficiale a Don Vincenzo Castiglione con facoltà di fregiarsi delle relative insigne. Il Cancelliere dell’Ordine attesta che Don Vincenzo Castiglione è stato registrato nell’albo degli Ufficiali al N. 8609 Serie V.

Auguri alla Sig.ra Annetta, mamma di Don Sergio Aidala, per la festa dei 100 anni. A lato una foto di Don Sergio con la mamma e i familiari.

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nella vita della FS a livello locale, la necessità di rispondere con determinazione ai bisogni della famiglia, ma soprattutto di dare testimonianza di FAMIGLIA, di formarci e lavorare insieme, di operare per progetti e dare visibilità alla famiglia salesiana impegnata nel territorio. Tutte modalità per dare concretezza al sogno carismatico di don Bosco!

In effetti una piena collaborazione si è avuta nell’organizzare l’accoglienza dell’Urna di Don Bosco che ha visitato parecchi paesi siciliani nei mesi scorsi; un lavoro fatto in sinergia che ha permesso di organizzare al meglio questo straordinario evento che ha raccolto consensi inaspettati dovunque. In sostanza è parere comune che bisogna abbattere quelle barriere che impediscono la comunione tra le varie associazioni e le comunità locali. La giornata coordinata dai due delegati di Famiglia Salesiana, Don Angelo Grasso e sr Gina Sanfilippo, si conclude auspicando segni di RINASCITA di Don Bosco nel Bicentenario che si apre.


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ASC - Associazione dei Salesiani Cooperatori

1° Meeting nazionale a Pesaro

Si è svolto dal 28 al 30 marzo, sul tema “Per essere veri Apostoli dello Spirito di Don Bosco” il primo Incontro nazionale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori (ASC). Vi hanno preso parte oltre 400 associati, giunti da tutt’Italia per approfondire il Progetto di Vita Apostolica (PVA), la “magna charta” che racchiude il carisma del Salesiano Cooperatore in favore dei giovani. Il PVA era stato recentemente oggetto di revisione; per questo Don Pascual Chávez, IX Successore di Don Bosco alla guida della Famiglia Salesiana, aveva sollecitato i membri dell’Associazione ad approfondire la conoscenza dei fondamenti della vocazione del Salesiano Cooperatore. “Don Bosco ci ha consegnato uno stile singolare di vivere e lavorare; – ha detto Noemi Bertola, Coordinatrice mondiale dell’ASC – un’originale miscela di vita e azione che chiamiamo spirito salesiano. È necessa-

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rio conoscere, capire e utilizzare questa vocazione”. All’appuntamento si è reso presente con una telefonata, nella giornata di apertura dell’incontro, anche Don Ángel Fernández Artime, il Rettor Maggiore dei Salesiani e X Successore di Don Bosco, eletto pochi giorni prima: “Buonasera! Che meraviglia, mi piace tanto il vostro incontro! Un caro saluto e un abbraccio forte. Siamo molto contenti al termine delle votazioni per il Consiglio Generale. Mi piacerebbe potervi incontrare, ora sono un po’ impegnato con i lavori del Capitolo, ma desidero incontrarvi!”. L’Incontro nazionale è stato un’occasione per incontrarsi, lanciare provocazioni e focalizzare l’identità del Salesiano Cooperatore, ed è servito anche a coinvolgere la realtà ecclesiale di Pesaro, area in cui la Famiglia Salesiana non è presente. Mons. Piero Coccia, arcivescovo cittadino, ha infatti presenziato all’apertura dei lavori; mentre nella notte tra sabato e domenica, Salesiani Cooperatori e giovani del posto hanno pregato insieme nella parrocchia di Soria, alla quale è stata anche donata una reliquia di Don Bosco. I prossimi obiettivi dell’Associazione riguardano il rinnovo di molte cariche e un’azione di promozione capillare per coinvolgere tutte le province e i singoli centri. Tutti gli interventi dell’incontro e numerose altre informazioni sono presenti sul sito www.salesianicooperatori.eu. Da: ANS, Pesaro 31 marzo 2014. Insieme


Giornata dei Salesiani Cooperatori di Sicilia

“Salesiani Cooperatori: il cammino di una profezia”; questo il tema sviluppato nella Giornata del Salesiano Cooperatore dell'ASC di Sicilia: un grande evento di rilancio associativo guidato dal Delegato Nazionale Don Giuseppe Buccellato. Nuova la veste organizzativa e comunicativa: la professionalità e l'esperienza dei membri del Consiglio Provinciale, messe al servizio dell'associazione, hanno consentito di offrire ai partecipanti un concentrato di formazione, emozioni, spunti di riflessione. L'evento si è svolto nella casa di San Gregorio di Catania domenica 23 Marzo scorso, con una presenza di 415 persone tra Salesiani Cooperatori e giovani Aspiranti (circa 70), provenienti da tutte le zone della Sicilia. Questa grande partecipazione è sicuramente profetica ed è segno di un grande desiderio di rinascimento: processo che, iniziato con il Consiglio Provinciale precedente, oggi prende il via sulla strada tracciata dall'Associazione nel Secondo Convegno del 2012. La nuova veste comunicativa ha coinvolto i partecipanti in un viaggio nella storia dell'associazione, dall'idea del Fondatore, passando dalle prime Costituzioni della Società di San Francesco di Sales, al primo Regolamento dell'associazione, per arrivare ai regolamenti post conciliari. Il relatore, Don Buccellato, ha prestato la sua competenza in materia di Spiritualità Salesiana e la sua duttilità espositiva per un nuovo e “straordinario” format, che ha coinvolto l'attenzione

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La Spiritualità Salesiana per i laici impegnati

dei partecipanti in due ore ricche di contenuti e di emozioni. Il viaggio nella storia dell'associazione è proceduto su una strada delineata su quatto parole-chiave: formazioneamore (un dono da conoscere), consapevolezza-appartenenza (un dono da discernere), profezia (un dono da custodire), missione (un dono da sviluppare). Quattro interventi formativi intrecciati con interventi sulla vita pratica vissuta dall'associazione: una breve relazione sui risultati della Visita del Coordinatore Provinciale ai Centri Locali, momento di conoscenza e confronto associativo che ha coinvolto l'85% dei Salesiani Cooperatori nei rispettivi centri; il festeggiamento degli anniversari di Promessa quale segno di consapevolezza vocazionale e di appartenenza associativa; l'istituzione della Giornata Missionaria dei Salesiani Cooperatori in ricordo di Saretta Catalano Salesiana Cooperatrice del Centro di San Gregorio, simbolo per noi della profezia di Don Bosco sui Salesiani Esterni e figura di primo piano nell'impegno per le missioni. La tecnologia ha fatto da padrona in questo spettacolare evento formativo, portando una ventata di freschezza e di serenità nell'ascolto e nella partecipazione. Interessante e profetica anche la partecipazione attiva degli intervenuti nei laboratori successivi alla conferenza, che hanno permesso una profonda riflessione su linee guida tracciate dal relatore su ognuna delle quattro parole-chiave. Dopo il pranzo condiviso in forma di agape, i partecipanti hanno potuto godere un pomeriggio

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di fraternità e condivisione in stile salesiano attraverso l'esperienza degli stand tematici. A conclusione della giornata di formazione e fraternità, non poteva mancare il momento celebrativo per eccellenza. Nella chiesa parrocchiale gremita di gente, si è vissuto il momento più forte della giornata: una celebrazione eucaristica piena di emozioni con la presenza del Vicario Ispettoriale Don Lillo Montante (che ha garantito la presenza per tutta la giornata dell'Ispettore impegna-

to al Capitolo Generale) e dell'Ispettrice Suor Anna Razionale (che ha voluto essere presente nonostante impegni già presi in precedenza). Durante la celebrazione, il Coordinatore Provinciale ha accolto nell'associazione una nuova sorella Salesiana Cooperatrice del centro di Catania Cibali, e, in occasione di questa nuova Promessa, tutti i Salesiani Cooperatori presenti hanno rinnovato le promesse. Ma il momento più emozionante, a conclusione della giornata, è stato la presentazione degli Aspiranti all'associazione attraverso un segno molto particolare che alla fine della celebrazione ha visto tutti i giovani Aspiranti sporcarsi le mani con la farina, quale segno di impegno a voler scommettere la propria esistenza al servizio della società secondo il progetto di Don Bosco come laici impegnati. E la profezia continua....

Omaggio a Saretta Catalano La nostra associazione è ricca di figure che vivono con slancio e impegno la vocazione a salesiano/a cooperatore/trice; tra queste non possiamo non ricordare Saretta Catalano del centro di San Gregorio, commemorata con queste parole da Mons. Saro Vella, salesiano vescovo in Madagascar: “Ho appreso con dolore profondo la partenza della nostra cara Saretta. Tutti conosciamo le sue virtù e le sue delicatezze. Insegnante non per mestiere ma per vocazione, attaccata al suo dovere ma soprattutto madre per i tanti suoi bambini….per noi missionari lei, sin dall’inizio, è stata una vera sorella. Attenta a tutti i nostri bisogni. Quante volte faceva scivolare nella valigia di noi che partivamo dei regali che si rivelavano per noi di grande utilità. Ogni pacco degli storici containers era un capolavoro della sua donazione e della sua gentilezza. Assieme a don

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Rocco quante ore passate in quell’ambiente umido e freddo! Il tutto per preparare migliaia di medicine che per noi erano preziose”. Uno degli impegni che vive il salesiano cooperatore è, infatti, quello della dimensione missionaria. Saretta l’ha incarnato pienamente e il Consiglio Provinciale, in ricordo della sua dedizione alle missioni, ha ritenuto opportuno rilanciare la dimensione missionaria dell’associazione di Sicilia, riproponendo in una nuova veste la “Giornata Missionaria dei Salesiani Cooperatori di Sicilia”, che verrà celebrata ogni anno a partire dal 15 febbraio 2015, data di anniversario della “nascita in Cielo” di Saretta. Sarà una giornata di raccolta fondi organizzata a livello dei centri locali o a livello di zone, con l'obiettivo di formare i salesiani cooperatori al senso della missionarietà e della solidarietà economica. L'esempio e la dedizione alle missioni di Saretta possano spronarci a proporre iniziative di sostegno per le missioni e suscitare missionari salesiani cooperatori rispondendo così ad un'ulteriore chiamata. Insieme


Concluso il 27° Convegno annuale dell’Unione Exallievi Don Bosco

Si è concluso con successo il 27° Convegno annuale dell’Unione Exallievi Don Bosco di Agrigento svoltosi nella Città dei Templi in forma unitaria con le Exallieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice nei giorni di sabato 22 e domenica 23 marzo, sia per la notevole affluenza degli associati, sia per le presenze importanti che ha fatto registrare e sia ancora per l’attualità dei temi trattati dai due Relatori del Convegno: il Delegato dell’Unione Exallievi Don Bosco di Agrigento, Don Angelo Grasso e il Direttore dell’Istituto Villa Ranchibile Don Bosco di Palermo, Don Carmelo Umana.

Perché le cose andassero per il verso giusto, non si sono certamente tirati indietro Mario Li Causi, Adele Intrieri, Suor Fina Scrivano, Suor Anna D’Antona, Suor Giovanna Cozzo, Suor Ausilia Mastrella, Don Angelo Gambino e Mons. Alfonso Tortorici. Attraverso l’atto formale del Convegno, si è inteso ancora una volta testimoniare all’esterno come Famiglia Salesiana l’amore per Don Bosco e l’educazione ricevuta negli oratori, nelle scuole e nelle case salesiane dai Padri Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Insieme

Nella prima sessione del Convegno, svoltasi nei locali dell’oratorio “Luce Nuova” dell’Unità Pastorale Maria SS. della Catena in S. Croce di Villaseta, Don Angelo Grasso ha tenuto un’interessante ed attuale relazione sul tema: “Famiglia oggi: Sfide e Opportunità”, seguita da una testimonianza di vita dei coniugi Palumbo. Nella seconda sessione, invece, svoltasi nei locali dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Don Carmelo Umana, ha relazionato sul tema: “Il ruolo dei laici nella Chiesa e nella Famiglia Salesiana”. Importanti e significative le presenze al Convegno di esponenti del mondo salesiano, quali il Presidente della Federazione Ispettoriale Sicula Exallievi Don Bosco, Pino Orlando, la Presidente Federale delle Exallieve delle FMA, Franca Falzone, la Presidente Emerita Mondiale delle Exallieve delle FMA, Carolina Fiorica e la Delegata Federale delle Exallieve delle FMA, Suor Nunziatina Gagliano. La due giorni della Famiglia Salesiana agrigentina si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica, la tradizionale foto di gruppo, il pranzo sociale e la messa in scena nel Salone Don Bosco, da parte delle Exallieve delle FMA del Capoluogo e di Ravanusa, di due distinte esilaranti scenette, recitate in forma rigorosamente dialettale, a beneficio di una divertita platea di Exallievi ed Exallieve. Da: www.agrigentoflash.it, 25 marzo 2014.

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Agrigento


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Barcellona P.G.

90° Oratorio. Una cascata di ricordi ed emozioni

È stato un pomeriggio intenso quello di ieri presso l’Oratorio salesiano, che ha festeggiato in pompa magna i propri 90 anni, alla presenza delle autorità locali e di una comunità coinvolta ed emozionata per la ricorrenza. Apertosi già la scorsa domenica con la Strenna del Rettor Maggiore, ieri il calendario d’appuntamenti ha previsto l’inaugurazione delle celebrazioni, con un excursus di memorie e ricordi condotto dall’ex allievo, scrittore e giornalista Melo Freni, dall’attuale ispettore don Pippo Ruta e dallo stesso direttore dell’Oratorio don Luigi Perrelli, che ha approfittato dell’occasione, da buon sognatore di Don Bosco, per presentare all’intera Famiglia salesiana il Progetto educativo pastorale redatto in collaborazione con tutti i gruppi gravitanti attorno alla realtà oratoriana. La cerimonia è stata introdotta dall’ispettore don Pippo Ruta, già veterano della struttura barcellonese, che ha condiviso con i presenti i propri più cari ricordi legati all’Oratorio. Sono seguiti poi i saluti del primo cittadino Maria Teresa Collica, che ha fatto pubblico riconoscimento dell’impegno e del valore dell’attività salesiana per la crescita sociale e culturale di Barcellona Pozzo di Gotto. Particolare risalto è stato dato alla vocazione missionaria dei Salesiani nel mondo e nelle periferie, al loro ruolo di aggregatori di giovani attraverso attività ludico-ricreative ma anche e soprattutto formative:

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molti sono infatti gli istituti che si dedicano alla formazione professionale dei giovani, preparandoli all’accesso al mondo del lavoro. L’intenso racconto di Melo Freni ha invece riportato la platea al lontano 1924, quando l’Oratorio salesiano, sana ricreazione del corpo e dell’anima, nacque a Barcellona Pozzo di Gotto, in un’epoca storica ben diversa dalla nostra, offrendo ai giovani una scuola elementare e poi una scuola media. Una piccola struttura che andò allargandosi via via nel tempo, in risposta alle esigenze sociali di una città che si arricchiva, forse, economicamente, ma che molto andava perdendo dal punto di vista sociale. I Marsalini, ha narrato il giornalista, rappresentarono per i salesiani locali una prima Valdocco, una prima periferia cui prestare soccorso e punti di riferimento. Nello sciorinarsi dei ricordi, anche momenti difficili quali le sassaiole in cortile per contrastare l’attività dei preti “riformatori”, e l’arresto del commendatore Salvatore Cattafi, che poi nominò i Salesiani propri eredi universali, conferendo loro anche una discreta sicurezza economica. Allo stesso temInsieme


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po, anche l’enorme solidarietà dei cittadini, che contribuivano all’attività dell’Oratorio fornendo pasti caldi ai giovani e battendosi affinché la seppur piccola comunità salesiana rimanesse a Barcellona Pozzo di Gotto. Accanto infatti all’opera dei religiosi, Freni ha reso onore a tutti i sacerdoti, collaboratori, cooperatori ed ex allievi che hanno dedicato tempo e passione all’attività oratoriana e alla crescita di tantissimi giovani barcellonesi, impegnandosi nello sport, nel teatro, nella formazione professionale, religiosa e culturale. Da sempre, infatti, l’Oratorio ha costituito per la città un punto fermo di aggregazione: lo scrittore ha ricordato una Barcellona con 2 teatri e 3 sale cinematografiche, e proprio all’Oratorio venivano proiettate le pellicole del circolo alternativo. Una famiglia che andò crescendo nel tempo, e così anche le proprie esigenze, che condussero poi alla costruzione della nuova struttura, dove attualmente i sacerdoti salesiani vivono, delle sale e della cappella. Un cammino che non ha mai conosciuto arresti, e ciò è testimoniato da due progetti oggi in cantiere per la Famiglia salesiana di Barcellona Pozzo di Gotto: il concreto progetto della Chiesa, per la realizzazione di un edificio più grande e accogliente, e l’ambizioso Progetto educativo pastorale, il vero, importante, reale progetto della comunità salesiana oggi. Come ha affermato il direttore della Casa don Perrelli, senza spiritualità, senza una formazione mentale e sociale, nessuna struttura avrebbe senso e valore. Il sogno che fu di don Bosco continua ad essere quello dei Salesiani di oggi: il dar vita a buoni cristiani e onesti cittadini, una missione che si traduce attivamente nell’auspicare e favorire concretamente una seria crescita di tipo sociale, culturale e individuale dei giovani. A contribuire alla rievocazione storica anche l’esposizione di schizzi a matita di Iris Isgrò, che riproducono momenti trascorsi

Il sindaco M. T. Collica e don L. Perrelli.

Melo Freni e don Luigi.

dall’artista in Oratorio, dando persino conto, attraverso delle note a piè pagina, dei nomi dei protagonisti dei disegni e delle attività che si era soliti svolgere. Un ulteriore tributo alla memoria e alla celebrazione del compleanno della struttura salesiana in città, messa a disposizione dal nipote dell’artista, architetto Luigi Lo Giudice. Il lungo pomeriggio si è concluso poi con la celebrazione della Messa, presieduta dall’ispettore don Ruta, e da un momento di fraternità, organizzato dal Gruppo Famiglie, nel Palatenda dell’Oratorio. P e tr onilla Bon av ita Da: 24live, Barcellona 28 gennaio 2014.

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Oratorio s ales ia no. Pr es entata la St r e nna de l Re t t or M ag g ior e È stata presentata, domenica 26 gennaio, presso il Teatro “Vittorio Currò” dell’Oratorio salesiano, la Strenna 2014 del Rettor Maggiore dei Salesiani, D. Pascual Chávez. L’incontro, guidato da don Giuseppe Buccellato, ha dato il via ai festeggiamenti in onore di San Giovanni Bosco, e del novantesimo anniversario della presenza dell’oratorio in città. La Strenna è l’annuale messaggio che tutti i salesiani ricevono da chi, come Don Chávez, rappresenta la figura di Don Bosco nel mondo. Era stato lo stesso Santo, infatti, a dare alla fine di ogni anno una strenna a tutti i suoi giovani, con delle linee-guida che diventavano punto di riferimento per ciascun oratoriano. Importante educatore e premonitore del Concilio Vaticano II, la Sua figura, la Sua vita, le Sue attività e il Suo metodo educativo continuano ancora oggi a indicare la strada a sacerdoti e laici. Senza mai dimenticare, ha sottolineato don Buccellato, la spiritualità, la soprannaturalità e la santità di San Giovanni Bosco, una spiritualità che declina il Vangelo concentrandosi in particolare sui diritti e sull’educazione dei giovani. Quest’anno il tema proposto dalla Strenna è la “gloria di Dio”, espressione presente nella maggior parte della produzione letteraria di Don Bosco e nelle stesse costituzioni degli SDB (Salesiani Don Bosco). Un inno al Creatore che deve tradursi in una spiritualità robusta, intensa, cui devono attingere non solo i consacrati ma soprattutto i laici che operano all’interno della Famiglia Salesiana. Lo stesso Santo, infatti, aveva fin dall’inizio pensato la presenza di laici nella sua Società, il cui scopo principale era la santificazione dei suoi membri. Impegno,

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vita di grazia e adempimento dei propri doveri, devono continuare a essere punti fermi del vivere salesiano, un atteggiamento che punta a una santità semplice, ordinaria. È per questo che spesso gli stessi salesiani vengono accusati di poca contemplazione, e proprio su ciò ha voluto soffermarsi don Buccellato. Egli ha infatti approfondito e sottolineato che la loro è piuttosto una spiritualità attiva, a tal punto da divenire fondamento di tesi pedagogiche anche tutt’altro che religiose. I membri della Famiglia Salesiana sono allora chiamati a vivere questa spiritualità perchè Dio “ci aspetta fuori, non solo all’interno dell’edificio chiesa. Siamo tutti convocati a fare della nostra vita una preghiera, di gloria a Dio e di santificazione per noi e per gli altri”. Gli appuntamenti in Oratorio continuano oggi e per tutta la settimana. Alle 18,30,

una solenne celebrazione, presieduta dall’ispettore don Giuseppe Ruta, inaugurerà i festeggiamenti per l’anniversario, e sarà preceduta da una commemorazione a cura dell’ex allievo salesiano, giornalista e scrittore barcellonese Melo Freni e dalla consegna del volume “Storia e progetto dell’Oratorio”. Da domani al via il triduo per la festa di Don Bosco, alle ore 18.40, e la veglia, alle ore 19.00, in preparazione alla solennità del 31 gennaio, giornata nella quale sono previste la messa, alle ore 17.30, e la processione del simulacro del Santo per le vie della città. Pe tr onill a B ona vit a Da: 24live, Barcellona 27 gennaio 2014. Insieme


Sempre... aria di festa salesiana all’Oratorio “S. Cuore” di Barriera

L’Oratorio di Barriera sottolinea nel «progetto di vita oratoriana» l’importanza dell’allegria e della gioia di vivere, sull’esempio di Domenico Savio e dei primi ragazzi dell’Oratorio di Valdocco, che facevano consistere la santità nello stare sempre molto allegri; tale espressione riassume il clima oratoriano, in cui si esprime concretamente la spiritualità della gioia e dell’ottimismo, fedeli a don Bosco, che ha insegnato ai suoi educatori ad amare ciò che amano i giovani (musica, teatro, gite, sport, arte…). In questi anni è cresciuta la voglia di festa: oltre alle tante ricorrenze e celebrazioni liturgiche, regolarmente valorizzate e partecipate, gli Animatori dell’Oratorio hanno dato vita ad un evento settimanale, il Sabato in festa,, che raccoglie tantissimi fanciulli della catechesi e degli altri gruppi in un momento corale di gioia e di festa, con giochi e canti, sino al momento delle preghiere e della «buona sera» con tutti gli oratoriani e familiari, in cortile. Periodicamente le Feste stagionali prendono il sopravvento sull’ordinario “sabato in festa” e diventano Festa di autunno, a metà novembre, con l’ormai mitica Castagnata con castagne arrostite e salsicciata (arrusti e mangia!), o Festa d’inverno;; il sabato che precede la Festa di don Bosco, o Festa di primavera, in occasione della ricorrenza di S. Domenico Savio; e, poi, per un intero mese e passa, l’Oratorio riassume tutte le feste con giochi, balli, bans, gite, arte, sport, spettacoli…, in un evento magico, il Grest,, che fa vivere, per un mese intero, un clima di festa

e allegria, contagiando le centinaia di ragazzi che lo frequentano e le loro famiglie. Naturalmente vengono valorizzate le feste liturgiche (soprattutto l’Immacolata con la tradizionale «accademia», il S. Natale (con la “Nuvena di Natali” e la visita ad un presepe vivente col TGS e il Concorso dei presepi nelle famiglie e nelle scuole col CGS), la Quaresima e la Pasqua (con Via crucis tutti i venerdì, una Via crucis o Via lucis in cortile con il laboratorio teatrale dei ragazzi col CGS) e le feste salesiane (Festa di don Bosco, Domenico Savio e Maria Ausiliatrice…) con relative recite e spazi di animazione.

E tanti altri eventi-festa come la Festa delle Mascherine a Carnevale, con balli in maschera e tanta allegria curata dagli animatori e dal CGS; le Giornate-festa dei ragazzi e della famiglia che raccolgono tanti ragazzi e genitori per una giornata di festa; la recita … e poi di fine anno catechistico e oratoriano… i ritiri spirituali (un misto tra spiritualità, fraternità e allegria salesiana), e le visite alle Case-Famiglia, che se da una parte sono espressione di volontariato, dall’altra diventano una occasione di festa e di condivisione con ragazzi e ragazze, meno fortunati, con lo stile educativo e pastorale di don Bosco. Segreto di tutto è la scelta dei gruppi e delle associazioni, che hanno alla base la formazione degli Animatori, attraverso un vero LabOratorio di formazione all’animazione, con incontri teorici e veri laboratori di animazione. Don Ga e ta no U rs o

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Catania-Barriera


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Cisl: «Distretto Sud-Est è un’opportunità» A Catania, presso i Salesiani di Barriera, sede simbolo della formazione professionale in Sicilia, si è tenuto un incontro del Distretto Sud-Est della Cisl, alla presenza di Maurizio Bernava, segretario Cisl Sicilia e di Anna Maria Furlan, segretario confederale nazionale Cisl. I lavori sono stati aperti da Rosaria Rotolo. Unanime il giudizio sull’iniziativa che, assieme alla convenzione tra i sindaci dei Comuni Unesco, aiuta valorizzare le eccellenze non solo culturali e naturalistiche, ma anche economiche dei territori coinvolti. «A Catania, così come nel resto della Sicilia – afferma Rotolo – c’è fame di lavoro, c’è necessità di riavviare lo sviluppo». Per Bernava, «quello della convenzione del Sud Est è il metodo giusto, che la Cisl condivide, per affrontare nel miglior modo i processi di sviluppo e che aiuta a valorizzare le eccellenze dei territori». La capacità di attrarre investimenti è stata ribadita da Furlan, per la quale «la Sicilia orientale così ricca di fermenti deve essere

messa in grado di esprimere le proprie potenzialità, ma è necessario superare il deficit infrastrutturale, e avere regole certe nel fare impresa e sviluppo. Il sindacato, la Cisl prima di tutti, sta affrontando questa sfida con le nuove regole di rappresentanza che finalmente, tra le altre innovazioni, possono costituire un punto di riferimento a che a chi vuole investire».

Catania-Cibali

Attestato di merito agli alunni della V B

Il presidente del Rotary Club Catania Duomo 150, dr Antonino Prestipino, dott.ssa Gaetana Baglìo, neuropsichiatra infantile e la coordinatrice del Rotarian Community Corps “Disabilità e Qualità di Vita”, dott.ssa Antonella Di Blasi, nel corso di una simpatica cerimonia svoltasi presso l’Istituto salesiano S. Francesco di Sales, hanno consegnato agli alunni della V B della scuola primaria un attestato di merito per l’“accoglienza della diversità e per la capacità di esprimere una variegata ricchezza umana” nei riguardi di Matteo Domenico Bellina, un bimbo di 6 anni – meno fortunato dei suoi coetanei perché costretto su una sedia a rotelle essendo affetto da gravissima disabilità finora definita congenita ed incurabile – fratellino più piccolo di due loro compagnetti gemelli, Giacomo e Davide. Altri attestati personalizzati sono stati consegnati al direttore della casa salesiana di Cibali, sac. Edoardo Cutuli, al coordinatore didattico, maestro Gaetano Furno, nonché alla maestra, Rosanna Primogeri e al giornalista Antonino Blandini.

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Il 24 Gennaio alle ore 18:30 nel nostro istituto è stata commentata la Strenna 2014 da Don Giuseppe Buccellato. “Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia Salesiana, stiamo concludendo il triennio di preparazione al Bicentenario della Nascita di Don Bosco. Dopo aver dedicato il primo anno a conoscere la sua figura storica e il secondo anno a rilevare i suoi tratti fisionomici come educatore e ad attualizzare la sua prassi educativa, in questo terzo e ultimo anno intendiamo andare alla sorgente del suo carisma, attingendo alla sua spiritualità. La spiritualità cristiana ha come centro la carità, ossia la vita stessa di Dio, che nella sua realtà più profonda è Agape, Carità, Amore. La spiritualità salesiana non è diversa dalla spiritualità cristiana; anch’essa è centrata nella carità; in questo caso si tratta della carità pastorale, ossia quella carità che ci spinge a cercare “la gloria di Dio e la salvezza delle anime”. Caritas Christi urget nos. Come tutti i grandi santi fondatori, Don Bosco ha vissuto la vita cristiana con un’ardente carità e ha contemplato il Signore Gesù da una prospettiva particolare, quella del carisma che Dio gli ha affidato, ossia la missione giovanile. La “carità salesiana” è carità pastorale, perché cerca la salvezza delle

anime, ed è carità educativa, perché trova nell’educazione la risorsa che permette di aiutare i giovani a sviluppare tutte le loro energie di bene; in questo modo i giovani possono crescere come onesti cittadini, buoni cristiani e futuri abitanti del cielo. Vi invito, dunque, cari membri della Famiglia Salesiana, ad attingere alle sorgenti della spiritualità di Don Bosco, ossia alla sua carità educativa e pastorale. Essa ha il suo modello in Cristo Buon Pastore; essa trova la sua preghiera e il suo programma di vita nel motto di Don Bosco Da mihi animas, cetera tolle. Seguendo questo cammino di approfondimento, potremo scoprire un “Don Bosco mistico”, la cui esperienza spirituale sta a fondamento del nostro modo di vivere oggi la spiritualità salesiana, nella diversità delle vocazioni che a lui si ispirano; e potremo noi stessi fare una forte esperienza spirituale salesiana.” D on G i u s e p p e B uc c e ll a t o

Caffè Educativo

L’Unione Exallievi ha piacere di offrire, una volta al mese, ai Genitori degli Alunni dell’Istituto San Francesco di Sales una colazione arricchita dall’ascolto di una voce esperta sul compito educativo dei genitori. Giorno 25 gennaio alle ore 08.45 si è tenuto il secondo appuntamento del Caffè Educativo, relatore: Don Umberto Romeo. Ecco il programma completo: 30 novembre 2013 Don Edoardo Cutuli; 21 dicembre Don Giuseppe Ruta; 25 gennaio 2014 Don Umberto Romeo; 22 febbraio Prof. Mimmi Monaco; 21 marzo Don Umberto Romeo; 12 aprile Don Umberto Romeo; 31 maggio Prof. Marco Pappalardo. Insieme

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Commento alla Strenna 2014


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Catania-Salette

Premio Quartiere Vivo 2014

Sabato 25 gennaio 2014, nel salone-teatro dell’Oratorio salesiano di via Santa Maria della Salette a Catania, organizzato dalla locale Unione Exallievi di Don Bosco (mail: info@exallievidbsalettect.it - sito internet: www.exallievidbsalettect.it), si è svolto l’annuale appuntamento con il “Premio Quartiere Vivo” che assegna riconoscimenti a personaggi che dalle periferie sono stati espressi o che in favore di esse si sono impegnate per il riscatto delle realtà segnate dal degrado e dalla emarginazione. Dopo l’introduzione del presidente dell’Unione, Salvatore Caliò, che ha iniziato il suo intervento sottolineando come una sconfitta per le prospettive di miglioramento sociale del quartiere Salette-S.Cristoforo, la chiusura dei corsi di formazione professionale dovuta a una esasperante e prolungata attesa di decisioni positive che il mondo politico ha colpevolmente eluso, togliendo così ai giovani la possibilità di apprendere capacità di lavoro atte a dare speranza per un futuro dignitoso e quindi a contribuire alla prevenzione delle devianze. Don Antonino Rubino, direttore della Casa salesiana, e don Rodolfo Di Mauro, delegato dell’Unione, hanno dato il benvenuto ai numerosi ospiti ringraziandoli per la loro presenza.

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Premio Quartiere Vivo a Sr. L. Siragusa.

Alfredo Petralia, consigliere dell’Unione, nel sottolineare come la periferia sud di Catania sia ai margini economici e sociali di una città che essa stessa si ritrova relegata, da tempo, agli ultimi posti dell’annuale classifica della vivibilità delle città italiane, ha posto l’interrogativo se sia possibile trovare elementi concreti che autorizzino a guardare a un futuro positivo per le periferie catanesi e in particolare per la Salette-S. Cristoforo. Ha quindi annunciato la volontà dell’Unione di impegnarsi, pur nei limiti delle proprie capacità, in favore dei giovani attraverso due progetti: il primo, intitolato “Vuoi studiare? Ti diamo una mano!” consiste nella istituzione di borse di studio per studenti della periferia sud di Catania riservate a studenti meritevoli e bisognosi che intendano frequentare le medie superiori e a diplomati che vogliono continuare con gli studi universitari (i testi per i ragazzi delle scuole superiori saranno offerti dalla Martorana Libri); l’altro progetto, denominato “Gettiamo un ponte di amicizia per i giovani del Mediterraneo” prevede un sostegno a giovani laureati di paesi del nord Africa offrendo loro la possibilità di usufruire di stage di studio nella nostra città come contributo tangibile per una integrazione tra culture e come segno di solidarietà oltre il dramma delle migrazioni in sintonia con l’esortazione in tal senso di Papa Francesco. A conclusione dell’intervento Petralia ha chiarito che per la realizzazione dei due progetti, ma anche per ulteriori iniziative, l’Unione ha dato vita a una onlus per il reperimento dei fondi che ne possano garantire l’attuazione che appunto è commisurata alle risorse disponibili e ha espresso l’auspicio che nuovi donatori si uniscano a quelli che già hanno messo a disposizione il loro contributo. Sono quindi intervenuti il prof. Andrea Rapisarda, in rappresentanza del prof. Giacomo Pignataro, rettore dell’Università di Catania, e il prof. Alessandro Cappellani, presidente dell’Ersu di Catania, che hanno Insieme


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stegno costante e generoso, personale e istituzionale, a favore delle periferie e in particolare rivolto alle giovani generazioni della Salette delle quali è stata proclamata madrina”. Premio Quartiere Vivo Alle due premia- alla Dott.ssa A. Polimeni. te è stata consegnata la scultura-simbolo del Premio che è opera dello scultore Orazio Grasso. Una “Targa speciale Quartiere Vivo” è stata assegnata al dott. Antonello Piraneo, vice-caporedattore del quotidiano “La Sicilia” con la menzione: “Nel suo ruolo di responsabile della Cronaca di Catania nel quotidiano ‘La Sicilia’ ha sempre dimostrato competenza e attenzione ai problemi che affliggono la periferia sud di Catania”. La figura del dott. Piraneo è stata presentata da Taisia Messina, vicepresidente dell’Unione Exallievi. A conclusione della manifestazione una grande festa è stata la premiazione dei ventotto alunni di alcune scuole che operano nel quartiere dell’Oratorio San Giovanni Bosco e dei corsi di formazione professionali ancora gestiti dai salesiani. I premi di studio sono stati offerti dall’Assemblea Regionale Siciliana, dal quotidiano “La Sicilia”, dal Teatro Stabile di Catania, dagli alunni dell’I.C. San Domenico Savio di San Gregorio di Catania, dalla famiglia Saporito, dalle

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espresso apprezzamento per la manifestazione e annunciato il sostegno delle istituzioni da loro rappresentate in particolare per il progetto “Gettiamo un ponte di amicizia per i giovani del Mediterraneo”, esplicitando rispettivamente la disponibilità dell’Università per gli aspetti formativi e dell’Ersu per i servizi di alloggio e mensa per gli stagisti. È seguito l’intervento di don Charles Cini, salesiano maltese past delegato mondiale della Confederazione degli Exallievi di Don Bosco, che ha messo in risalto il ruolo degli Exallievi salesiani come animatori e portatori di valori positivi nella società e nel mondo giovanile in particolare, secondo gli insegnamenti e la metodologia educativa di don Bosco peraltro incoraggiata dal nostro Pontefice. Ha quindi avuto luogo la proclamazione dei premiati. Le motivazioni del “Premio Quartiere Vivo 2014” a suor Lucia Siragusa “per l’impegno fattivo e solidale, accanto alla comunità di Librino per la sua crescita sociale e culturale, come animatrice e guida dell’Oratorio Giovanni Paolo II”, sono state esposte da suor Gina Sanfilippo, vicaria ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che ha esaltato il ruolo delle consorelle che operano in un territorio così difficile quale appunto quello del quartiere di Librino. Piero Maenza, giornalista ed exallievo salesiano dell’Istituto San Francesco di Sales di Catania, ha illustrato il profilo della dott.ssa Annamaria Polimeni, Viceprefetto Vicario di Catania, alla quale è stato altresì assegnato il “Premio Quartiere Vivo 2014” “per il so-


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associazioni onlus Ente Fauna Siciliana di Noto e Sud&Dintorni di Catania. Ha avuto luogo infine lo spettacolo “Repertorio della luce” presentato dagli allievi della Scuola d’arte drammatica “Umberto Spadaro” del Teatro Stabile di Catania, a cura di Donatella Capraro, che ha riscosso un lusinghiero apprezzamento soprattutto da parte dei numerosi giovani presenti in sala. Ha chiuso la manifestazione un cocktail preparato dagli allievi dei corsi di formazione professionale dell’Istituto San Filippo Neri. Irene Pace

Targa speciale Quartiere Vivo al Dott. A. Piraneo.

Presentazione del libro “Ilaria e Catania” “Non sono, né voglio diventare un Pirandello o un Manzoni…” - ecco come ringrazia Pippo Nasca coloro che hanno partecipato al convegno in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Ilaria e Catania” e delle sue opere precedenti. L’incontro, organizzato dall’Unione Exallievi Don Bosco della Salette nel teatro dell’Oratorio San Giovanni Bosco a San Cristoforo, ha visto la partecipazione di un gran numero di exallievi salesiani e di estimatori del prolifico autore. Elogiato da scrittori e amici sotto le note della canzone “Che bedda Catania” di Giuseppe Castiglia, l’ex dirigente delle Ferrovie dello Stato e ora acuto autore, tra sorrisi e commozione svela la sua vena artistica e il suo attaccamento quasi viscerale all’amata Sicilia, al quartiere che lo ha cresciu-

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V. Ambra, P. Nasca, S. Caliò e don R. Di Mauro.

to, alle persone che hanno assemblato il grande mosaico della sua vita. Salvatore Caliò ha tracciato un breve profilo dell’autore mettendo in risalto la bravura nel tradurre in versi e prosa le sue emozioni e trasmettere ai lettori le immagini ora tristi, ora allegre e sapide di acume tutto siciliano. Vera Ambra, che ha pubblicato gli ultimi volumi, ha invitato Orazio Costarella e Nunzio Spitaleri a leggere piccoli squarci degli scritti nostalgici e geniali delle opere di Nasca, tanto da commuovere lo stesso autore. Lacrime pure e liberatorie, che hanno reso visibile il suo amore per la terra e per la letteratura, la nostalgia della sua fanciullezza e infine un sincero grazie a se stesso per il raggiungimento di un grande obiettivo. L’intuizione e la capacità letteraria di Pippo Nasca sono un esempio che dà luce a uno stravolgimento delle idee comuni nei confronti del quartiere di San Cristoforo. Non di semplice marciume è composto il quartiere. I giovani hanno bisogno e volontà di oltrepassare quel sentiero di perdizione di cui tutti parlano. Hanno le abilità per farlo. Hanno il desiderio. Hanno un cuore puro, e modelli come Pippo Nasca, permettono un futuro a tutti i ragazzi che come lui inseguono un sogno. C la u d i a Pi st o r io Insieme


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Incontro di formazione animatori Il 9 febbraio, si è svolto l’ incontro di formazione animatori. Quest’anno gli incontri si svolgono una o due domeniche al mese con un orario intenso e ricco di contenuti: 10.30 Messa in Parrocchia. 11.30-13.15 Primo momento formativo. 13.15-14.00 Pranzo a sacco. 14.00-15.00 Laboratorio di giochi. 15.00-16.00 Ultimo momento formativo. Gli incontri sono preparati da un’equipe che vede coinvolti il nostro educatore Liborio, la nostra psicologa Valeria, una salesiana cooperatrice ed animatrice di lungo corso Agata e coordinati dal nostro don Luigi. I momenti formativi stanno seguendo un cammino di ri-scoperta motivazionale che vede la formazione non solo come un momento di preparazione ad essere bravi animatori in senso stretto, ma prima di tutto per imparare ad essere persone mature e consapevoli di quello che si è. Oltre quaranta i ragazzi dai 14 anni in su che stanno partecipando in maniera assidua

ed interessata, decisi a scommettersi per un ideale grande, alto e prezioso, il dono di sé agli altri, in un clima di serenità e gioia. Il prossimo incontro è fissato per domenica 23 e già non vediamo l’ora!

Foto di gruppo dopo i giochi del pomeriggio.

“Destinazione mondo” “Destinazione mondo“. Questo il tema attorno al quale è ruotata la Festa diocesana dei Ragazzi Missionari, svoltasi presso il seminario arcivescovile di Catania. Qui numerosi bambini di varie parrocchie, divisi nelle squadre dei cinque continenti, hanno riflettutto, giocato e testimoniato la gioia di essere missionari nella vita di ogni giorno, piccoli e grandi testimoni dell’amore di Dio per ogni uomo, vicino e lontano. Naturalmente non poteva mancare un’agguerrita rappresentanza del nostro mitico Oratorio, che si è lasciata coinvolgere da questa giornata così particolare. Foto ricordo dei partecipanti.

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La Festa, conclusasi con la partecipazione alla Messa, si è trasformata così in un invito, rivolto ai piccoli partecipanti, ad essere “sale della terra e luce del mondo”.

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Messina-Giostra

Un Papà che ritorna: Don Bosco tra i suoi ragazzi di Giostra

“Gente, il 15 novembre alle 21, scendiamo tutti in piazza, a Giostra, per accogliere insieme l’urna di Don Bosco!!!”. Con queste parole, i giovani dell’oratorio di Giostra nei giorni 2-8-9-10 e 13 Novembre, hanno pubblicizzato nel quartiere un evento che i “giostroti” non dimenticheranno facilmente: Don Bosco è qui! Il Santo dei giovani fa ritorno tra i suoi ragazzi più poveri e abbandonati, quelli più difficili ma anche i più generosi e disponibili (vista la grande affluenza dei molti ragazzi!). Circa 30 ragazzi dei vari gruppi formativi dell’oratorio, animati da quella gioia e quell’entusiasmo caratteristici del carisma salesiano, si sono recati nelle varie zone del quartiere per invitare e “scuotere” tutto il quartiere a partecipare al grande evento della presenza dell’urna di don Bosco a Giostra il 15 Novembre 2013! Per l’occasione è stato rivestito il pulmino dell’oratorio con i manifesti che ricordavano gli appuntamenti, mentre una voce-guida animava, sollecitava e invogliava le persone a scendere nelle piazze, i ragazzi informavano gli adulti e intrattenevano i bambini con giochi di clownerie, balli del Grest, trucca bimbi, conditi di sana allegria nello stile salesiano. La serata del 15 Novembre a Giostra prende inizio alle 21.00 con la grande festa preparata per il Grande Evento. Mentre nella piazza antistante l’oratorio i giovani del nostro oratorio, aiutati dai giovani e gli adulti delle parrocchie limitrofe (Ritiro e S. Domenico) intrattenevano adulti e bambini con ‘giochi antichi’ ma sempre nuovi, sul palco, preparato davanti le gradinate della nostra Chiesa, si svolgeva una vera e propria accademia che vedeva l’alternarsi di giocatori di prestigio come il salesiano cooperatore gelese Vincenzo Cascino che con la sua magia è riuscito a catturare l’attenzione di tutti. Sul palco si sono alternati anche canti e balli a don Bosco con la sorpresa di un flashmob realizzato dagli stessi ragazzi

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dell’oratorio. Intanto, mezz’ora prima che arrivasse l’Urna a Giostra, è stato realizzato dalla Compagnia dell’oratorio (Compagnia degli Orattori) un Musical su don Bosco in modo che il don Bosco “in scena” cantasse l’ultima canzone proprio mentre l’Urna avrebbe toccato il suolo ‘giostroto’. E così è stato! Il tutto era ben organizzato anche dagli adulti della nostra Parrocchia che nel frattempo distribuivano in piazza i circa 1.500 panini con la mortadella donatici dai panifici che da sempre sono molto vicini all’oratorio ed anche la mortadella è stata dono di benefattori. E siccome anche l’occhio vuole la sua parte, tutta la piazza era stata addobbata per l’occasione dai ragazzi dell’oratorio con bandierine colorate, circa 20

bandiere rosse da cerimonia sui balconi che si affacciano sulla piazza (realizzate dalla mamma e la nonna di don Alfredo), striscioni e 5 teli che dal campanile della chiesa, per 5 metri, scendevano verso il basso e sui quali stava scritto: don Bosco, Padre, Maestro, Amico! Alle ore 23:00 circa, arriva il furgone contente la reliquia del Santo. Campane a festa, gente ai balconi, la piazza gremita di folla. L’urna scende dal furgone e percorre solennemente in processione la via Monte Scuderi per sostare per qualche minuto in piazza, proprio davanti al palco, attorniata dai molti fedeli commossi. Dopo il breve saInsieme


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luto del Parroco, don Giuseppe Fallico, anch’egli commosso, l’urna riparte per una piccola processione che stavolta attraversa il cortile della nostra casa. Un segno che faceva gridare nel cuore di ciascun fedele: Don Bosco ritorna! Ritorna a stare con noi in oratorio, con i tuoi ragazzi, con i tuoi amici … com’eri solito fare! Al suo ingresso in Chiesa, dove già centinaia di persone la attendevano con le lacrime agli occhi, l’urna viene posta al centro con tutti i banchi convergenti verso di essa, segno che si stava celebrando una festa: la festa del Papà che ritorna! Quelle lacrime indicavano i pensieri, le preghiere, i gemiti, il dolore, le sofferenze, le persone che ciascuno affidava al Santo dei Giovani in un tempo di crisi nel lavoro, nelle famiglie, nei valori che soprattutto in un quartiere popolare come Giostra si sentono e si vivono di più... risuonava spesso il: Don Bosco ritorna! Molte le persone che si accalcano sull’urna, alcuni spinti dalla curiosità e altri dalla devozione ma il tutto ben gestito da un cordone umano di persone che, attorno all’urna, hanno reso un buon servizio d’ordine. A Mezzanotte inizia il primo turno di preghiera animato dal nostro Oratorio. Il Vangelo-guida di questo momento è stato “Zaccheo, scendi, oggi voglio fermarmi a casa tua” sviluppato e accostato alla figura di don Bosco visto sotto 3 aspetti: Don Bosco ci porta a Gesù, ci affida a Maria, ci invia per una missione specifica. Si conclude con un bel momento di condivisione della nostra comunità: il rinnovo dei voti religiosi per gli SdB ed il rinnovo delle promesse dei Salesiani Cooperatori! Per tutta la notte si alternavano ogni ora le varie case salesiane di Messina e le Parrocchie … tutti per fare ‘compagnia a don Bosco’. Il motore organizzativo di Giostra, grazie agli adulti, si è fatto carico di allestire per tutta la notte, in una sala adiacente alla sacrestia, un “Ristoro mamma Margherita”, con termos di bevande

calde, torte, ciambelle e cornetti per ogni ora (offerti da un benefattore messinese). Alle 05:00 il Sig. Ispettore don Gianni Mazzali presiede l’ufficio delle Letture, le lodi ed espone il Santissimo mentre bagliori di luce pian piano accarezzano i fedeli e l’urna … un segno commovente dello splendore di Dio che gradualmente illumina tutta la Chiesa! Alle 7.30, accompagnata da applausi e commozione, l’urna lascia Giostra per recarsi dalle FMA dell’Istituto Don Bosco. Nonostante la stanchezza, parecchi sono i giovani rimasti tutta la notte e che poi si sono ritrovati per salutare il loro Santo. Cominciamo a vedere e percepire già da ora i primi boccioli di quel seme che la visita dell’urna ha seminato: semi di cui il nostro quartiere, il nostro oratorio, la nostra parrocchia, la nostra vita ha bisogno! Grazie don Bosco perché c’eri, ci sei stato e rimarrai con noi, nei nostri cuori! Grazie per quest’esperienza che, nella sua semplicità, è la sintesi dell’opera salesiana che da circa 100 anni (nel 2015!) dona speranza ad un quartiere dove è presente il degrado, la malavita e soprattutto dove manca quella speranza necessaria per andare avanti. Il passaggio dell’urna di don Bosco possa essere, non un evento da ricordare, ma l’inizio di un cambiamento. Siamo figli di un sognatore, perciò, sogniamo che questo nostro quartiere cambi non nelle grandi cose ma nell’umile quotidianità. Don Bosco non sei andato via! Sei rimasto per aiutarci a crescere nella santità! Arrivederci! I r a g a z zi de ll ’ O r a t o r i o

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Strenna 2014 presentata dall’Ispettore

La santità “normale” di Don Bosco indica il cammino a ciascuno di noi

Conoscere e vivere la spiritualità di Don Bosco, attraverso la sorgente del suo carisma, è un tassello fondamentale per rendere ancora attuale il suo programma “Da mihi animas, cetera tolle”. Il motto pone al centro della vita del consacrato salesiano il senso della paternità di Dio, le ricchezze della morte e risurrezione di Cristo e la potenza dello Spirito Santo e nello stesso tempo sollecita in lui l’ardente Sr. E. Ardita, Don A. Riggi, Don G. Ruta e Prof. N. Cubeta. desiderio di farle conoscere La Strenna 2014, formulata dal Rettor ai giovani perché abbiano una vita felice e ilMaggiore dei Salesiani, don Pascual Chavez luminata dalla fede. Villanueva, IX successore di don Bosco, è Dopo il passaggio dell’urna di San Giostata presentata nel salone delle Bandiere di vanni Bosco in riva allo Stretto, il 15 e 16 palazzo Zanca da don Giuseppe Ruta, nuonovembre scorsi, la Famiglia salesiana e il vo Ispettore della Famiglia dei salesiani di Movimento Giovanile Salesiano di Messina, Sicilia, che ha commentato la Strenna 2014 hanno organizzato un triduo di preparazione dal tema “Attingiamo all’esperienza spirituanon solo spirituale ma anche formativo e le di don Bosco, per camminare nella santità culturale, per riflettere sul tema che quesecondo la nostra specifica vocazione”. st’anno accompagnerà il cammino delle coAd avviare la serata don Arnaldo Riggi, munità salesiane. Infatti, dopo la conoscendelegato del Movimento Giovanile Salesiaza della sua storia e della sua pedagogia, la no di Messina, il quale ha sottolineato che il spiritualità di don Bosco completa il trienComune è stato scelto come luogo di incontro nio di preparazione al Bicentenario della sua per riaffermare la presenza educativa dei salenascita che si celebrerà in tutto il mondo nel siani in città e continuare ad offrire un contri2015. buto alla crescita civile e cristiana dei giovani messinesi, seguendo l’esempio e lo stile di don Bosco, grande educatore e maestro. All’incontro sono intervenuti il prof. Ninì Cubeta, coordinatore cittadino Consulta di Famiglia Salesiana, e suor Ermelinda Ardita, delegata zonale del Movimento Giovanile Salesiano, che ha presentato don Giuseppe Ruta. Presenti, tra gli altri, mons. Francesco Sgalambro, vescovo emerito di Cefalù; mons. Angelo Oteri, vicario episcopale per la vita consacrata; mons. Cesare Di Pietro, Don G. D’Andrea.

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L a u r a S i m o nc i n i (da “La Gazzetta del Sud”, 31 Gennaio 2014, Cronaca di Messina, pag. 27)

Il secondo giorno di Triduo è stato dedicato ad una Tavola Rotonda sulla Spiritualità Salesiana vissuta nello specifico della propria vocazione. Nel salone dell’Istituto Don Bosco delle FMA, il prof. Marco Pappalardo, Salesiano Cooperatore e docente del San Francesco di Sales di Catania, ha coordinato, in maniera dinamica e coinvolgente, una serie di interventi centrati sui cinque nuclei della Spiritualità Giovanile Salesiana. Protagonisti della serata: don Domenico Luvarà, animatore vocazionale e missionario ispettoriale; Sr. Mariella Lo Turco, delegata regionale del CIOFS-FP, e la coppia di coniugi, Tanino e Rosa Morabito, salesiani cooperatori del centro di Giostra. Nel terzo e ultimo giorno, piu’ di 500 Insieme

membri della grande e bella famiglia Salesiana di Messina si sono riuniti nella Parrocchia San Matteo di Giostra per l’ormai tradizionale Veglia di Don Bosco. Preparata egregiamente da un equipe di animatori di Giostra, coordinata da don Alfredo Calderoni, la Veglia quest’anno è stata presieduta da un messinese doc, don Giovanni D’Andrea, delegato nazionale del settore parrocchie-oratori e presidente nazionale dell’associazione “salesiani per il sociale”. Con uno stile molto giovanile e rifacendosi alla pagina evangelica dei discepoli di Emmaus, si è riusciti, attraverso musica, recitazione ed “effetti speciali”, a far concentrare tutti i convenuti, portandoli a riflettere, nella preghiera e nella meditazione, sulla figura di Don Bosco, accompagnatore e guida e sui nuclei fondamentali della nostra Spiritualità, concentrando l’attenzione su quella che sarebbe stata la degna conclusione: l’incontro con il Signore, cioè l’Adorazione Eucaristica. Una tre giorni molto intensa che lascia ben sperare su un proficuo cammino di comunione della nostra Famiglia Salesiana, che, sotto l’ombra dell’amato padre Don Bosco, in visita con la sua Urna e festeggiato in questo gennaio 2014, sta piano piano riscoprendo proprio questo suo essere famiglia e il perseguire insieme il comune obiettivo, che è la salvezza dei giovani…anche a Messina! È il desiderio di tutti noi…è il regalo più grande che vogliamo fare a don Bosco per il suo 200° compleanno! Do n Arn a ld o Rigg i

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rettore del Seminario Arcivescovile San Pio X di Messina; don Giovanni Russo, delegato nazionale degli ex allievi di don Bosco; suor Maria Cerullo, superiora generale delle Apostole della Sacra Famiglia, oltre a numerose autorità civili e militari e agli ordini di Malta e del Santo Sepolcro. “Quest’anno – ha spiegato don Ruta – bisogna cogliere le radici, le fondamenta per capire il segreto di Don Bosco. Tutta la sua gloria parte dalla sua interiorità, dal suo animo più nascosto. Don Bosco è un uomo, un educatore, un mistico e dai frutti più fecondi bisogna risalire alle sorgenti della sua spiritualità, meno visibile ma certamente affascinante, tenendo conto del rapporto con Dio e con gli altri, in modo particolare i giovani. Ma qual è il cuore pulsante di Don Bosco? Sicuramente la carità pastorale, centro e sintesi della spiritualità salesiana, la passione amorevole di Dio che lo spinge a dare tutto e a fare qualsiasi rinuncia. Quindi – ha concluso don Ruta – vi lascio tre consegne: custodite l’essenziale di don Bosco, pensate ai giovani per favorire la loro crescita in modo integrale, e ricordate sempre che don Bosco è il santo di tutti e non di una élite”.


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Messina-San Domenico Savio

Progetto Io Volo, un lungo cammino verso gli altri

“Io. Volo. Io volontario” è il titolo di un ambizioso progetto di formazione, organizzato dal CePAS- Centro prima Accoglienza Savio in collaborazione con altre associazioni di volontariato, Telefono Amico, Avulss e con la partecipazione dell’Oratorio San Domenico Savio e del Dipartimento “W Pareto” dell’Università degli Studi di Messina. Il Progetto, finanziato dalla Fondazione con il Sud, è indirizzato ai volontari della città e agli studenti delle Scuole Superiori di Messina. Non si tratta solo di un progetto sul volontariato; il seminario è organizzato come un percorso, suddiviso in quattro azioni, che ha lo scopo di stimolare negli adulti e nei giovani il senso civico e la partecipazione attiva nella vita sociale della città e della chiesa. La prima azione, intitolata “Progettare il cambiamento” vuole rafforzare le capacità di riconoscere i bisogni e di attivare le risorse del territorio in modo da incidere sulle politiche sociali. L’azione è articolata in cinque incontri. Il secondo modulo, “Educazione all’ascolto”, ha l’obiettivo di fornire gli strumenti per imparare ad ascoltare in maniera attiva ed empatica. Il corso si sviluppa come laboratorio formativo, in cinque incontri. Il terzo evento è dedicato più specificatamente a giovani e volontariato. Questo percorso, progettato in tre incontri e un campo-scuola a Forte Petrazza, vuole illustrare ai giovani il tema dell’attenzione verso l’altro e il concetto stesso di volontariato.

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Infine, la quarta e ultima azione è dedicata alla Peer Education. Al giorno d’oggi, dove regnano l’egoismo e la competizione, che producono solo esclusione e sofferenza, la Peer Education mira a rendere i ragazzi più sensibili sui temi dell’integrazione e della cittadinanza, rendendoli consapevoli di se stessi e del mondo che li circonda. Particolarmente interessanti stanno risultando le tematiche della quarta azione che affronta l’urgenza per i giovani di essere educatori per i loro coetanei: Infatti le diverse tematiche, quali “Noi, il gruppo, il mondo che ci circonda, la responsabilità civile”, Io e gli altri: stammi vicino, ma non mi soffocare” Io son io, ma anche no(i)”, hanno riscosso intensa partecipazione e profondo senso di accoglienza. In questo lavoro grande merito certamente va ai relatori e tra questi segnatamente Michele Gagliardo del gruppo Abele di Torino e gli psicologi Fabio Costantino e Giuseppe Cacciola. Parallelamente ai laboratori è stata creata una pagina Facebook, intitolata Legalopolis to be continued, sulla quale tutti possono intervenire, commentare e lasciare le proprie impressioni sui temi proposti e sullo svolgimento dei laboratori. Alla fine del percorso, nel mese di maggio, si terrà un Workshop conclusivo aperto alla città per coinvolgerla in questo ambizioso progetto di adulti e giovani impegnati nel costruire una città. Cinzia Crinò, SCN Insieme


Gli studi recenti sui crocifissi prodotti con la tecnica seriale in mistura, ampiamente diffusi nel territorio messinese tra Quattrocento e Cinquecento (Campagna Cicala 1981; De Castris 2009; Ciolino 2012), hanno consentito di avviare una prima classificazione di modelli, tipologie iconografiche e caratteristiche stilistiche riferibili a specifiche botteghe o a famiglie di artisti noti come veri e propri maestri crocifissai. Le indicazioni registrate negli atti notarili relative a opere, commissioni, maestri, vincoli di parentela, modalità delle tecniche ed altro (Di Marzo 1880-1883; Mauceri 1920; La Corte Cailler 1933; Militi 1984), rappresentano ancora oggi un importante punto di riferimento. In proposito l'occasione di riprendere il filo conduttore di queste ricerche e di formulare ulteriori congetture è offerta dall'interessante e provvidenziale restauro del crocifisso pertinente alla chiesa del SS. Salvatore. Restauro fortemente voluto dal Rettore Don Vincenzo Castiglione con il contributo dei fedeli. Collocato nel terzo altare della navata destra della chiesa di nuova edificazione (1930), nulla si conosce in merito alla provenienza dell’opera. Piuttosto breve anche la storia critica della scultura, che appare citata come opera di ignoto, riconducibile a un gruppo di manufatti di tipologia simile per la configurazione del perizoma a banda (Ciolino 2012). Va subito evidenziato che la condizione dello stato di fatto non consentiva certamente un’adeguata valutazione critica, in quanto la nobile figura del Cristo era stata talmente rimaneggiata nel corso dei secoli al punto da provocare una trasformazione sostanziale della facies originale. La rimozione del pesante involucro, confezionato come una seconda pelle sulle parti originali, ha permesso, intanto, in ragione dell'assetto formale e delle impostazioni plastiche, di ricondurre Insieme

l’opera senza esitazione alla bottega dei li Matinati o dei Tifani alias li matinati e di poter ipotizzare l’assegnazione a quel Magister Johannellus o Johannis deli matinati, plasticatore e pittore autore, nel 1503, di un famoso crocifisso a mistura per il Duomo di Messina (Di Marzo 1903), imposto più volte come modello. L'opera, probabilmente andata distrutta, è comunque riprodotta in una fotografia precedente al terremoto 1908 che consente di ravvisare stringenti riscontri con il crocifisso oggetto dell'attuale restauro per la posizione corrispondente della testa e degli arti, nonché per l'accennato hanchement del bacino ed ancora, nel dettaglio, per la definizione formale della snella figura. La bottega dei li Matinati è ben documentata fin dalla tarda metà del Quattrocento proprio per l’esecuzione di crocifissi a rilievo o appunto in mistura. Tecnica che consentiva di utilizzare un impasto di gesso, cenere e colla mescolati a ritagli di cimose di tessuto e di ottenere l’opera per “formatura” su un negativo, detto appunto forma, composto da due gusci ricavati dal croci-fisso impiegato come modello. Le caratteristiche formali e plastiche del crocifisso del SS. Salvatore, databile alla fine del Quattrocento o al massimo ai primissimi anni del Cinquecento, presentano una serrata omogeneità con i prototipi della chiesa madre di Tusa, di San Piero Patti, di Montalbano, tanto per citare gli esempi più importanti. La straordinaria parte pittorica emersa a seguito della rimozione dell’aberrante camuffamento, determinato dai vari strati di colore marrone, non trova invece riscontro nelle opere menzionate. Questa preziosa testimonianza permette una valutazione più stringente sulla cultura del pittore che attende al completamento policromo del rilievo. È chiaro che la policromia assume in questi casi una grande importanza e se nel

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Il restauro del Crocifisso del SS. Salvatore


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profilo dello scultore si deve certamente far rientrare la capacità di intagliare nel legno e di eseguire la riproduzione plastica del modello, è da addebitare a un pittore, o meglio a una figura specializzata proprio negli "incarnatos" o incarnati, l’assetto estetico finale di queste sculture. Nel caso in esame l’autore delle parti policrome, che forse coincide con il modellatore, è saldamente legato alla produzione pittorica locale e soprattutto, nell’ultimo decennio del Quattrocento, all'influenza della scuola post antonelliana dominata dai fratelli Antonio e Pietro de Saliba e dal cugino Salvo d’Antonio. Nelle loro accreditate botteghe, di fatto, sono confluiti repertori e modelli ben sintetizzati e

selezionati nella summa di spunti che caratterizzano la patetica impostazione di questo crocifisso. Si tratta di un bagaglio culturale e lessicale in grado di temperare gli eccessi della tipologia drammatica del crocifisso gotico doloroso, di registrare il persistere delle istanze naturalistiche flando-iberiche, di sviluppare sapientemente l’interpretazione del Cristo sofferente. L'opera denota anche l'aggiornamento sulla pittura veneziana tipica della scuola di Antonello, ed inoltre l'influsso di esperienze e novità diffuse nell'area veneta da famosi artisti tedeschi maestri nelle tecniche polimateriche. Nel crocifisso del SS. Salvatore la sofferenza espressa nel volto, reclinato sulla spalla destra, è sottolineata dalla smorfia di dolore della bocca dischiusa che lascia intravedere i denti. Le sottili sopracciglia flesse e le palpebre abbassate sono dipinte con cura; una leggera peluria affiora dall’attaccatura del naso e sopra il labbro superiore. Benché una calligrafica e sottile linea rosso bruna di retaggio tardo gotico rilevi nettamente l‘addome, l'arcata epigastrica, disegni il profilo delle ginocchia e imposti le sezioni muscolari del torace e delle spalle, di contro, una cromia sapiente, resa tuttavia con passaggi netti, definisce l'anatomia del costato, dei fianchi e delle gambe affusolate. L’accurato naturalismo emerge dall’uso dello spago per simulare la sporgenza delle vene, dall’attenta descrizione della peluria sul petto, sotto le ascelle, intorno all’ombelico e ai capezzoli. Il mutamento di gusto, già in epoca neoclassica, ma forse soprattutto l’attenzione a questo insistito naturalismo della finitura pittorica, provocò la diffidenza del clero, e di conseguenza la sistematica tendenza a trasformare queste opere con ridipinture che imitavano altri materiali, quali ad esempio il legno o il bronzo, occultando così la loro preziosa ma inquietante pelle fiamminga. Grazia Mu sol ino

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“Un’ora al mese con Gesù” Adorazione mensile per i giovani MGS

“Un’ora al mese con Gesù”: questo il titolo dell’iniziativa proposta, a partire dallo scorso Gennaio, dalla Consulta Zonale di Messina del Movimento Giovanile Salesiano. Una sera al mese un centinaio di giovani dai 18 anni in su delle nostre opere salesiane di Messina si incontrano al San Tommaso per un momento di adorazione eucaristica e di fraternità salesiana. L’obiettivo è quello di centrare il nostro essere animatori e giovani del MGS proprio sulla vera sorgente della nostra identità, che è Gesù, nostro maestro e nostra guida. “Ne sentiamo il bisogno, perché, immersi nel turbinio della nostra frenetica quotidianità, fatta di studio, lavoro, animazione con i ragazzi, rischiamo di perderci e smarrire la bussola. Questo incontro mensile, molto semplice e nel giusto stile salesiano, ci permette di ristorarci con Gesù, staccare la spina e dedicarci solo a Lui. Ne sentiamo i benefici nella nostra vita quotidiana e nel nostro cammino spirituale”: così ha commentato uno dei tanti giovani che aderiscono all’iniziativa.

Lo stile è molto semplice, fatto di meditazione, di canti ben curati dal coro del Savio di Messina, di molto spazio lasciato alla Sua Parola, piu’ che alla nostra…un dialogo “a tu per tu” con Gesù! Dopo l’ora di adorazione, ci si ferma insieme per l’agape fraterna e la condivisione nell’amicizia salesiana. Prossimi appuntamenti: 25 Aprile, 16 Maggio e 6 Giugno, ore 20.45… l’invito è aperto a tutti.

Preziosi scampoli di vita vissuta

Al San Tommaso la testimonianza dei campioni dello Spirito «I santi rivelano con la loro vita l’azione potente dello Spirito che li ha rivestiti dei suoi doni e li ha resi forti nella fede e nell’amore. Ogni cristiano è chiamato a seguirne l’esempio, cogliendo il frutto dello Spirito, che è “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22). […] La nostra azione educativa deve “riproporre a tutti con convinzione questa ‘misura alta’ della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione” [GIOVANNI PAOLO Insieme

II, Novo millennio ineunte, 31]. La Chiesa attinge alla sua grande tradizione spirituale, proponendo ai fedeli cammini di santità». Sono queste le parole che la Conferenza Episcopale Italiana dedica al valore esemplare e pedagogico della vita di coloro che nella propria esistenza si lasciano guidare interamente dallo Spirito, e insieme con lui disegnano una storia personale che assume un valore perenne non solo per la Chiesa, ma anche per l’umanità (Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020,

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Messina-San Tommaso


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nn. 22-23). In effetti il primo e il più esperto educatore dell’uomo è lo Spirito di Dio, che ne conosce le potenzialità e i limiti, le attitudini e le fragilità, e ne riempie il cuore con l’energia poliedrica della grazia che passa attraverso l’umanità del Figlio di Dio Incarnato. L’itinerario di studio e ricerca proposto dall’Istituto Teologico San Tommaso nel ciclo di eventi accademici del 2013-2014, dal titolo evocativo I piedi del messaggero (Is 52,7). Storie di vita, testimoni di Cristo, è stato un contributo alla conoscenza delle meraviglie che lo Spirito scrive nella storia di alcuni testimoni eccellenti del Signore Gesù, riconoscendo nella loro vita un appello luminoso a conseguire le mete alte di un’umanità maturata a misura della vocazione alla figliolanza divina, come strumento per l’instaurazione del Regno di Dio nella storia. A questo scopo sono stati scelti alcuni testimoni di santa umanità cristiana, che sono altresì rappresentativi delle appartenenze ecclesiali principali che insieme ai Salesiani costituiscono l’Istituto Teologico San Tommaso: Mons. Antonio Franco, beatificato lo scorso 2 settembre 2013, per l’Arcidiocesi di Messina, Lipari, S. Lucia del Mela; Mons. Angelo Ficarra, per la Diocesi di Patti; P. Gabriele Allegra, beatificato nel settembre 2012, per i Frati Minori di Sicilia. Nei Seminari di studi proposti per cia-

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scuna delle figure (5 dicembre 2013; 25 febbraio e 13 marzo 2014), gli studenti e gli amici del San Tommaso, accanto ai docenti dell’Istituto, hanno visto impegnati importanti studiosi provenienti da vari Atenei Italiani: Prof. Cesare Di Pietro, Storia della Chiesa, ITST; Prof. P. Luigi Mezzadri, C.M., Storia della Chiesa, Pontificia Università Gregoriana di Roma; Prof. Giovan Giuseppe Mellusi, Storia del Diritto Italiano, Università degli Studi di Messina; S.E. Francesco Paolo Fulci, Ambasciatore d’Italia; Prof. Luigi La Rosa, Storia della catechesi, ITST; Prof. Basilio Rinaudo, Teologia sistematica, ITST; Prof. Emanuele Di Santo, Patrologia, ITST; Prof. Francesco Pisciotta, Vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico della Diocesi di Patti e Giudice presso il TERS di Palermo; Prof. Stefano Brancatelli; Prof. Salvatore Consoli, Teoloiga Morale, Studio Teologico San Paolo di Catania; Prof. Stephane Oppes, ofm, Docente di Metafisica, Pontificia Università Antonianum di Roma). Si è trattato non solo di una occasione di approfondimento concreto di quanto studiato a livello teorico, ma anche di una vera e propria esperienza di Chiesa. Le relazioni ai vari Seminari di studio saranno pubblicate sul prossimo numero 56-57 di Itinerarium. Don G iu se p pe C a ss a ro

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7° anniversario della morte di Nino Baglieri

All’interno delle celebrazioni in occasione del 7° anniversario della morte di Nino Baglieri, il 28 febbraio si è svolto presso l’Oratorio di Modica il convegno “Il dolore innocente: quale risposta? Indagine biblica sulla visita di Dio”, il cui relatore è stato Don Rosario Gisano, vescovo nominato di Piazza Armerina. Il 9 marzo si è svolto, sempre presso l’Oratorio salesiano, un altro convegno “Sulla via della santità”, all’interno del quale, dopo l’intervento di Don Giuseppe Buccellato, si è svolta per la prima volta la presentazione ufficiale del mio libro dedicato a Nino Baglieri “Non ti conoscevamo... ma ci hai conquistati... I giovani parlano di Nino Baglieri”. La presentazione è stata preceduta da due messaggi inviati: uno dal nostro Ispettore Don Pippo Ruta, il quale tra l’altro ha detto che “il Rettor Maggiore fa il tifo per Nino” e alla fine si è congedato con l’espressione “muricanu ‘ro Pizzu”; l’altro dal Cardinale Comastri, amico di Nino, il quale ha concluso il suo messaggio citando queste parole di Giovanni Paolo II: “Non siate come le lumache, che lasciano dietro di sé soltanto un po’ di bava: basta una piccola pioggia per cancellarla. Lasciate solchi di bene perchè soltanto questi restano”. Sono state declamate quindi tre poesie di Nino (era anche poeta): una autobiografica “Sono un paraplegico”, una dedicata alla mamma “La donna della mia vita” ed una dedicata agli innamorati “A voi innamorati”. Ho concluso la presentazione rivolgendomi a Nino e dicendogli: “Carissimo Nino, Noi Ti conosciamo perchè ci hai conquistati. Rendi anche noi atleti della santità alla scuola del Signore Gesù”. D o n M i c h e l e S p a ll i n a Insieme

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Modica


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Palermo-Gesù Adolescente

1° Memorial Francesco Gippetto

Domenica 2 Marzo 2014, presso il Pala Don Bosco di Palermo ha avuto luogo il 1° Memorial in ricordo del Maestro Francesco Gippetto, promotore del Taekwondo in Sicilia. Professore di Elettromeccanica e Missionario laico Salesiano, Gippetto, da giovane aveva già ottenuto la Cintura Nera di Judo a Torino, poi, subito dopo la guerra delle due Coree, andò in missione nella Corea del Sud ove rimase per ben 8 anni. All’ intensa attività coi giovani e le famiglie molto povere aggiunse anche la pratica del Taekwondo e conseguì la Cintura Nera. All’inizio degli anni 70, fece rientro a Palermo e aprì la prima scuola di Taekwondo. Tramite il TKD, in un quartiere ad alto rischio devianza, accolse decine e decine di bambini e adolescenti, togliendoli dalla strada e dalle grinfie della criminalità. Moltissimi di questi giovani, grazie al TKD e all’opera di Gippetto, frequentarono anche la scuola di Elettromeccanica, di cui era valente istruttore, conseguendo un diploma che li avrebbe aiutati a inserirsi nel mondo del lavoro. All’epoca, presso il Gesù Adolescente, non esisteva una Palestra così come la si vede oggi e ci si allenava all’aperto, sul cemento, col bello e il brutto tempo. Nell’anno 2002 il Presidente Federale Dr. Park Sun Jae concesse al Prof. Gippetto l’onorificenza di Maestro e il riconoscimento Ufficiale di Cin-

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tura Nera. Gippetto, negli ultimi anni, prima di ammalarsi, era stato in Missione anche in Kosovo, Bosnia e Albania. Sempre in mezzo a ragazzi e impegnato a dare loro elementi di vita e di lavoro. Al suo funerale erano presenti tantissimi ex-allievi venuti da più parti della provincia panormita a dare l’ultimo saluto al padre e tra questi un nutrito numero di sportivi federali che hanno reso omaggio in tuta sportiva all’indimenticato Maestro. A distanza di pochi mesi, ecco la manifestazione sportiva regionale 1° Memorial Francesco Gippetto: per l’attività del TKD Gippetto è stato il “seme” che ha generato tantissime “piante” che hanno a loro volta creato ottimi “frutti”, fino ad arrivare ai giorni nostri e al grande movimento sportivo Siciliano. L’iniziativa del 2 marzo è stata voluta fortemente ed organizzata dalla A.S.D Pantere della Polizia di Palermo diretta dal maestro Guastella. Alla Gara hanno preso parte circa trecento atleti provenienti da tutta la Sicilia, presenti oltre 500 spettatori e tra questi i parenti del grande salesiano. L’evento disputatosi, ha goduto di illustri personaggi del mondo sportivo, nonché i grandi del Taekwondo Internazionale M° Young Ghil Park e M° Andrea Notaro. Onore al merito!

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Convegno annuale degli Exallievi

Aperto a tutti gli exallievi/e e quest’anno particolarmente a quelli che hanno frequentato la scuola salesiana e/o l’oratorio da venti anni ai nostri giorni. Riportiamo la lettera di uno di questi exallievi che riassume bene lo spirito dell’iniziativa. “Carissimo Don Spallina, sono passati ormai 20 anni da quando sono entrato a far parte della grande famiglia salesiana di Pedara. È passato tanto tempo, ma rimangono ancora nella mia memoria le emozioni e le sensazioni di quei tre anni, a partire dal primo giorno di scuola. Mi sembra quasi di poter rivivere l’apprensione per l’avventura che stava per cominciare varcando il cancello del cortile della scuola e dell’oratorio. Ma soprattutto ricordo l’accoglienza, il calore, l’entusiasmo, l’impegno costante, la passione travolgente che ho ricevuto da ognuno dei salesiani e dei professori fin dal primo giorno e per tutti i tre anni a seguire. Sono successe tante cose in questi 20 anni. Sono stato fortunato abbastanza da potermi dedicare allo studio e alla formazione fino a conseguire il Dottorato di Ricerca in Fisica. La passione di vedere Dio attraverso la Natura, Sua formidabile creazione, unita alla curiosità di capirne il funzionamento attraverso la ricerca scientifica mi hanno portato adesso a vivere e lavorare lontano da Pedara, in California, negli Stati Uniti. Qui metto a disposizione le mie competenze a servizio di una sfida estremamente importante per ognuno di noi: trovare nuove soluzioni scientifiche e tecnologiche per poter produrre senza inquinare e con costi accessibili tutta l’energia di cui abbiamo bisogno noi e le popolazioni che ancora oggi vivono in condizioni di estrema povertà. [...] Sono convinto che ci siano tante cose in comune tra i miei tre anni di scuola media e quello che sono e faccio adesso. Tra tutte, due sono le più importanti: i modelli e i valori. Non sarei quello che sono se non avessi avuto fin da adolescente l’interazione e il racconto della vita come Don Bosco, i salesiani missionari, le tante ragazze e i tanti ragazzi che ogni giorno con passione dedicano il loInsieme

ro tempo e le loro energie nelle scuole e negli oratori salesiani. Ognuna delle persone che ho incontrato in quei tre anni (e sono davvero tanti per poterli ringraziare singolarmente) mi hanno lasciato l’esperienza di un modello di vita vissuta come dono per gli altri, mettendo a disposizione del prossimo il proprio tempo, le proprie capacità, le proprie passioni. Ma ciò che fa davvero la differenza sono i valori che fanno da guida della nostra vita. E in questo la scuola salesiana e l’oratorio sono sicuramente una formidabile palestra di vita, che aiutano a discernere criticamente i tanti stimoli che la vita contemporanea ci pone davanti, riuscendo a riconoscere le cose più importanti della vita, da proteggere, costruire e salvaguardare, e a cogliere i segni di quanto di buono c’è tra di noi e nella nostra vita di ogni giorno. Si tratta semplicemente di quei valori che ci rendono buoni cristiani e onesti cittadini. Mi dispiace non poter essere presente, a Pedara, domenica 30 marzo per il Convegno annuale degli Exallievi. La prego di portare il mio saluto affettuoso a tutti coloro che ho conosciuto in quei tre anni e ai miei compagni di scuola e dell’oratorio (che spero siano

presenti numerosi). Auguro a lei e a tutti di trascorrere una giornata serena, all’insegna della gioia, della condivisione e del rinnovato impegno di rendere sempre vivo l’insegnamento di Don Bosco affinché tante altre ragazze e ragazzi in futuro possano avere la stessa fortuna che ho avuto io venti anni fa. Un caro saluto E m anu el e F r a nce sc o Pe co ra PostDoctoral Scholar Stanford University – California

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Pedara


GUARDANDO ALTROVE

Guardando Altrove Morto Vescovo emerito di Noto M on s. Nicolo si

Prem io “P er un a vit a m igl iore” al Pr o f . A nto ni no B l a nd i ni

È morto stamani, 10 gennaio 2014, il Vescovo emerito di Noto, monsignor Salvatore Nicolosi. Aveva 92 anni e per 28 aveva diretto la diocesi netina: fu nominato il 27 giugno 1970 da Papa Paolo VI. Originario di Pedara (Catania), monsignor Nicolosi fu ordinato sacerdote il 22 ottobre 1944, mentre, il 21 marzo 1963 Papa Giovanni XXIII lo nominò vescovo di Lipari e dopo sette anni si trasferì a Noto dove è rimasto sino al compimento del suo ministero episcopale.

In occasione della Festa dei Donatori ADVS-FIDAS è stato assegnato al dott. Antonio Blandini il premio “Per una migliore vita”. Questa la motivazione: “Fine giornalista, storiografo, appassionato cultore d’arte sacra, già direttore per i beni librari e archi-

C hi us ura d e ll e gi o r nat e m il a nes i d e l l ’u r n a d i D o n B o s c o A chiusura delle giornate milanesi dell’urna di san Giovanni Bosco, il cardinale Angelo Scola, ha celebrato la Messa in Duomo con le reliquie del “Santo dei giovani”. Milano, dopo Torino, è per don Bosco la città più importante per la sua missione. Il sacerdote visitò diverse volte il capoluogo lombardo e gli fu molto affezionato come testimonia anche la lapide nella Curia ambrosiana che ricorda il legame con il vescovo di allora, monsignor Luigi Nazari di Calabiana, che don Bosco incontrò nel settembre del 1886, due anni prima di morire.

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vistici della Sovraintendenza per i beni culturali di Catania, con i suoi studi e scritti ha contribuito a diffondere la conoscenza e la bellezza del nostro patrimonio storico ed artistico, promuovendo, così, la formazione delle coscienze e la crescita culturale e umana della persona”.

Mons. Rosario Gisana nuovo vescovo di Piazza Arm erina

Sabato 5 aprile, nella Basilica Cattedrale di Piazza Armerina, Mons. Rosario Gisana è stato consacrato Vescovo. Il rito di Ordinazione è stato presieduto dal Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, assistito dai due Vescovi Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale e Mons. Paolo De Nicolò, Vescovo titolare di Mariana in Corsica. Hanno concelebrato il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo e gli Arcivescovi e Vescovi della Sicilia. Insieme


«Immagini e pensieri per l’anima» di J. M. Bergoglio a cura di don Giuseppe Costa Dopo un anno, serve anche guardare indietro e fare una carrellata di parole e immagini che hanno caratterizzato il pontificato di Papa Francesco. Don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, lo ha fatto con un libro da lui curato, «Papa Francesco. Immagini e pensieri per l’anima», uscito per i tipi della White Star e già tradotto in otto lingue. Un libro che non vuole aggiungere niente al dibattito in corso sul pontificato di Papa Francesco. Vuole semplicemente ripercorrerlo, attraverso immagini e parole. Don Giuseppe Costa ha scelto i testi più significativi del primo anno di Pontificato. Nell’introduzione, definisce Papa Francesco «un suscitatore di speranza». Ci sono gli accenti vibranti con cui il Papa si rivolge ai sacerdoti ma anche brani delle prediche che Papa Francesco tiene durante la messa che celebra nella Domus Sanctae Marthae. Ogni testo è accompagnato da fotografie signifi-

cative, anche queste scelte da don Giuseppe Costa. È un racconto per parole, ma è anche per immagini. Si potrebbe dire quasi che si tratta di un libro televisivo accompagnato da una breve biografia di Jorge Mario Bergoglio. La pretesa non è quella di aggiungere nulla alle migliaia di pagine che sono state scritte sulla vita di Jorge Mario Bergoglio. Però le informazioni scorrono veloci in una sintesi che aiuta a comprendere la vita del Papa, e che comprende dettagli di vita personale e anche poco conosciuti della sua vita pubblica. Per esempio, si racconta della famiglia di Bergoglio, della madre da cui impara a cucinare, della nonna, onnipresente. Ma anche di un legame con il mondo salesiano, che lo porta a tifare per la squadra del San Lorenzo (fondata appunto da un sacerdote salesiano) e anche ad essere devoto di Maria Ausiliatrice. Si è molto dibattuto della possibile connivenza di Jorge Mario Bergoglio con la dittatura dei militari in Argentina, ma don Giuseppe Costa spazza via ogni dubbio con una frase secca: «Senza la protezione di Bergoglio, non pochi prigionieri sarebbero finiti nell’elenco dei desaparecidos». Una lista più lunga di quanto lo stesso Papa possa ricordare. Nell’introduzione si raccontano anche gli anni che vanno dal 1979 al 1992. Anni un po’ oscuri. Bergoglio non è più provinciale dei gesuiti in Argentina. Viene nominato rettore del Colégio Maximo tra il 1980 e il 1986, e fa anche il parroco in una nuova parrocchia, San Giuseppe a San Miguel. Poi, la parentesi in Germania, il ritorno in Argentina, la nomina ad ausiliare di Buenos Aires nel 1992. Nell’introduzione si anticipano molti dei particolari accenti che Papa Francesco mette nelle sue parole. Accenti da riscoprire oggi. E da cercare di nuovo in futuro.

Don G. Costa e Papa Francesco. (Foto © L’Osservatore Romano).

Insieme

Andrea Gagliarducci

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GUARDANDO ALTROVE

Un g esui ta m o lt o le ga to al mon do salesiano


DA RICORDARE

Da Ricordare

La scomparsa di Don Antonino Visalli

Viva commozione ha suscitato la scomparsa, all’età di 90 anni, del sacerdote salesiano don Antonino Visalli, avvenuta il 5 gennaio u.s., per tanti anni professore di latino e greco al Liceo Don Bosco di Cibali e primo parroco di S. Bernadetta in Lineri, della cui originaria missione pastorale è stato il fondatore. L’Eucarestìa esequiale avrà luogo, lunedì 6 gennaio alle 15, nella chiesa dell’Istituto salesiano “S. Tommaso” di Messina, della cui residenza “Mamma Margherita” per sacerdoti ammalati ed anziani era ospite. Sarà celebrata anche l’Eucaristìa martedì 7 alle 18 nella chiesa “S. Giovanni Bosco” di via Cifali 7 per gli exallievi e per quanti hanno conosciuto ed apprezzato la sua opera di docente nell’Istituto S. Francesco di Sales e di pastore nella popolare frazione di Misterbianco. Antonino Blandini

Omelia per il funerale di Don Antonino Visalli

Catania, 7 gennaio 2014, ore 18

Ieri a Messina nella Chiesa del San Tommaso si è svolta una liturgia bella, partecipata ed intima come La desiderava Don Nino. Oggi qui a Cibali dove Egli ha trascorso gran parte della sua esistenza, desideriamo dal profondo del nostro cuore rendere grazie a Dio per questo salesiano che ha lasciato un ricordo indelebile negli allievi e nelle persone incontrate nella sua lunga esistenza. La Parola di Dio di oggi ci parla di Luce e di Amore che sono le realtà più necessarie per il cuore dell’uomo, quanto di più grande possiamo ricevere e possiamo dare. Non per nien-

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te, l’Apostolo Giovanni ci dice che «Dio è Luce» (1Gv 1,5) e che «Dio è Amore» (1Gv 4,16). Quando un maestro-testimone riesce a comunicare, a mettere in contatto, a dare Dio, dà tutto senza tralasciare nulla, offre la Luce che viene nel mondo per rischiarare coloro che stanno nelle tenebre e trasmette l’amore che riscalda il cuore e riempie la vita. Ieri ho cercato di delineare le tappe dell’esistenza di Don Visalli illuminate continuamente dalla presenza di Dio, dall’aiuto della Vergine SS. e segnata dalla passione per il Regno di Dio e del Vangelo. Stasera vorrei spingermi oltre e carpire, per quanto sia possibile, l’animus di Don Visalli, al di là delle apparenze e delle impressioni. Non tanto passare in rassegna quanto ha fatto, quanto piuttosto chi è stato, scandagliando il suo carattere e temperamento, cogliendo quanto lui ha detto di se stesso e quanti gli altri che lo hanno accompagnato nel cammino di crescita o l’hanno visto adulto hanno espresso. Ognuno di voi e quanti lo hanno conosciuto potrebbero riferire contingenze e fatti, elementi più o meno intimi, esprimere chi è stato Don Visalli nella sua vita, che cosa si è riusciti a capire e comprendere e che cosa invece rimane velato e nascosto. Se Dio è mistero di luce e di amore, anche l’uomo lo è con tutti i limiti e le contingenze. Perfino Don Bosco per il suo Direttore spirituale, Don Cafasso, appariva un mistero e gli era difficile descrivere l’identità più vera e profonda. Riusciva a cogliere comunque un legame fondamentale: la sua unione con Dio. «Un abisso chiama l’abisso…» ci suggerisce il Salmo 42,8 e ci invita alla cautela e al rispetto come Mosé di fronte al roveto ardente. Nel cuore di ogni uomo vige una tensione forte tra ciò che si è e ciò che si dovrebbe o si vorrebbe essere, tra come ci vediamo e come ci vede Dio o come ci scorgono gli altri. Soprattutto affiora quella lotta, presentata dalla Parola di Dio di questi giorni, tra le tenebre e la luce, tra il bene che c’è in ciascuno e il male che tenta di prevalere, tra la vita e la morte. Anche Don Bosco nel suo allievo Domenico Savio vide buona stoffa e si riuscì a realizzare un bell’abito per il Signore, dove il desiderio di Dio, gli intenti dell’educatore e dell’educando riuscirono a coincidere perfettamente. Ma che cosa si è verificato nell’intimo di Don Visalli? Insieme


«Perché si compisse ciò che era stato detto» (Mt 4,14)

La stoffa di cui era fatto Don Visalli era immediato e schietto, quasi istintivo. Alcune cose erano derivate dall’ambiente e dal periodo storico in cui è vissuto, altre erano proprio costitutive, caratteriali. Lo ammette lui stesso quando afferma nei suoi appunti autobiografici conservati e trascritti da Don Giuseppe Raimondo: durante il tirocinio a Randazzo nel periodo bellico «mi sentivo quasi un dominatore»; nel 1952 sempre a Randazzo dopo la laurea, «non mancarono, ed era ovvio, disappunti e dispiaceri anche per colpa del mio carattere franco e un po’ autoritario»; e durante gli anni di Cibali evidenziava «lo spiccato e a volte esagerato senso del dovere». Esaminando le domande che Don Nino scrisse per essere ammesso ai diversi passaggi per diventare prima salesiano e poi sacerdote, esse appaiono rispetto a quelle dei compagni, stringate e asciutte, senza orpelli o esplicitazioni motivazionali, anche se non nascondono la ferma decisione di seguire il Signore tra i Salesiani di Don Bosco: «Spero fermamente di consacrarmi in perpetuo al Signore e di giungere anche alla radiosa meta del Sacerdozio» (domanda alla prima professione, 16 giugno 1939); «essendo ferma ancora la volontà in me di vivere e morire in questa Pia Società di San Francesco di Sales” (domanda di rinnovazione dei voti, 12 giugno 1942); «fermamente deciso di raggiungere il Sacerdozio […] fiducioso nel perenne aiuto della Provvidenza» (domanda al suddiaconato, 7 aprile 1946)… sono queste le uniche espressioni che escono dalla formalità richiesta da tali documenti. Passando a quanto hanno espresso coloro che ne curarono la formazione appare tratteggiata la sua indole, la stoffa di cui era fatto. Viene ammesso al noviziato salesiano con il seguente giudizio: «sanità buona, capacità intellettuale buona, pietà discreta, buone attitudini alla vita salesiana». E tosto si aggiunge: «Indole forte e un po’ sostenuta, ma docile e arrendevole. Ha compiuto il I Corso filosofico in San Gregorio, perché la minore età gli impediva di incominciare il noviziato dopo il corso di Pedara» (21 agosto 1938). Insieme

Il Maestro di noviziato, Don Girolamo Giardina, annota in un foglio manoscritto, senza data, il seguente profilo: «Carattere indocile. Trova da ridire facilmente su tutto. Non si rimette che a stento. Urta con i compagni. Riconosce però questa sua condizione e, desideroso di correggersene, ha fatto degli sforzi con qualche risultato. Riesce nello studio. Pietà sufficiente. Salute buona». Le osservazioni si ritrovano quasi alla lettera nel giudizio di ammissione alla prima professione in data 26 luglio 1939: «Salute buona, pietà sufficiente, intelligenza buona, poco docile e tendente alla critica ma ha dato prova di volersi correggere». «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17)

Il lavoro di taglio e cucitura Se Don Visalli era fatto così, con delle evidenti doti di intelligenza e di cuore, aveva i suoi punti deboli che vengono annotati anche successivamente e che probabilmente rimasero fino al termine della sua esistenza. Ma si mette anche in evidenza lo sforzo per superali, un lavorio che durerà per tutta la vita e che passerà attraverso un lungo processo di purificazione della mente e del cuore, di maturazione umana e di fede: «Mostra intelligenza, senso pratico e buone attitudini alla vita salesiana, unite però a un certo spirito d’indipendenza e d’amor proprio, che tuttavia va combattendo e sradicando» (ammissione al rinnovo dei voti, 30 giugno 1942); «salute buona, intelligenza aperta, carattere forte e poco inclinato alla soggezione, ma fa sforzi seri per dominarsi, pietà lodevole» (Ammissione alla professione perpetua e ammissione alla tonsura, 2 ottobre 1944); «salute buona, intelligenza aperta, carattere forte, ma ha dimostrato di correggersi lodevolmente» (ammissione all’ostiariato e al lettorato … ordini minori: 29 marzo 1945); «di carattere forte attivo e schietto: si controlla abbastanza, di pietà buona, lavora con passione» (ammissione all’esorcistato e all’accolitato… ordini minori, 26 dicembre 1945); «pietà buona, carattere un po’ forte ma remissivo, grande spirito di sacrificio e molta carità verso i poveri, ha spirito d’iniziativa» (ammissione al suddiaconato, 11 aprile 1946); «di pietà buona, studia con impegno, carattere forte ma abbastanza docile» (ammissione al diaconato, 26 dicembre 1946). E, infine,

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DA RICORDARE

Proviamo ad esplorare e abbozzare una risposta.


DA RICORDARE

alle porte del sacerdozio: «carattere forte, ma arrendevole: di pietà buona, studia con impegno: riesce, ha molte attitudini per la vita pratica» (ammissione al presbiterato 20 maggio 1947). A nessuno sfuggono i tratti principali della personalità di Don Nino che lo portava ad agire in modo forte e deciso, senza compromessi e con coerenza, chiedendo prima a se stesso quanto esigeva dagli altri. In lui c’era da una parte la consapevolezza di doti e limiti, dall’altra la tensione ad accrescere i primi e diminuire i secondi, non senza l’aiuto di Dio.

«Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce» (Mt 4, 16)

Un bell’abito per il Signore Nessuno nasce perfetto. Nessuno muore perfetto. Si può migliorare nella vita e si può peggiorare. Ciò che reputiamo valido in Don Nino Visalli non è il fatto che, per un malsano affetto, consideriamo pregio quanto è un limite, o giudichiamo virtù quanto invece non lo era e non lo è. Quello che ammiriamo in questo uomo, in questo cristiano e in questo sacerdote salesiano è la sua continua ricerca di essere se stesso secondo il disegno di Dio, accogliendo l’appello di Dio e i segni del suo passaggio nella storia e nell’esistenza. Una testimonianza personale di fede, datata presumibilmente nel 1995, fa cogliere questo dinamismo evolutivo, perché «cristiani non si nasce, ma lo si diventa» diceva Tertulliano. E ciò vale fondamentalmente anche per l’uomo, qualsiasi uomo chiamato a diventare più uomo, qualsiasi salesiano e sacerdote, qualsiasi professionista ed educatore… : Lui mi aveva inseguito, senza che me ne accorgessi, sulla cattedra di Latino e Greco, dalle quali esercitavo la funzione di insegnante, per diversi anni e in diversi modi; poi, un giorno mi colse all’improvviso e m’impose una scelta; alcuni giovani m’invitarono a celebrare una Messa in una località sconosciuta a nord di Catania: Lineri. Tentai di schermirmi, ma la proposta si fece pressante sulla base delle informazioni che mi si presentavano: qualche rara casa, un palazzo, molti bambini, una fontana, niente luce, nessun servizio, vita allo stato brado; accettai ed iniziò così un’avventura della quale è bruciante ancora il ricordo dopo 27 anni; non rimarginate le ferite, incolmabile

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il vuoto scavato neI cuore e nello spirito. La celebrazione di quell’ultima domenica di novembre del 1968 in una stanzetta 3X4 con i bambini e gli adulti, una ventina all’incirca, stretti attorno al tavolo che faceva da altare e stupiti da quei gesti, rimane un ricordo indimenticabile insieme allo scenario deIla distesa di lava simile ad un fiume, chiazzata quà e là da macchie bianche (le case) e verdi (cespugli e rari alberi) con il mulattiere che portava acqua, la carenza di ogni servizio, uomini che salivano e scendevano a piedi per sentieri, l’assenza di donne e i bambini che vociavano insultandosi e sfidandosi. Mi prese un senso di sgomento. Rientrato in Istituto ebbi l’impressione di essere giunto in un altro mondo e quella notte non riuscì a prendere sonno, non potevo rifiutare la proposta. L’indomani lanciai un appello ai giovani del 3° liceo, quasi tutti fumosi sessantottini, e alle ragazze di 4° magistrale; e la domenica successiva eravamo un bel drappello e così per varie domeniche: la missione Lineri aveva avuto inizio, con molto spirito di avventura, un pizzico di fede cristiana e il condimento della compassione. Come non scorgere la luce nelle tenebre di cui ci parla la Parola del Vangelo e la profezia di Isaia nell’esperienza di Lineri? Non tanto nella luce profusa all’intorno tra le colate laviche pietrificate e nere, ma in quella luce che era entrata nell’animo di Don Nino e che riusciva a contagiare adulti, giovani e ragazzi a partire da Cristo, lumen gentium: «Lui mi aveva inseguito, senza che me ne accorgessi…». La conclusione della testimonianza citata, dopo aver parlato delle tante realizzazioni, riconduce tutto alla fonte e alla sua scaturigine. Ora concludiamo; cari amici e giovani potreste chiedermi giustamente: “ma perché tutto questo? Ne valeva la pena? Cosa avete guadagnato? Insomma chi ve lo ha fatto fare?”. Interrogativi che tante volte mi sono posto anch’io specialmente quando lasciato momentaneamente quel mondo, rientravo nel clima ovattato dell’Istituto con il cuore segnato da tante lacrime o sangue per rabbia, tristezza o gioia; e insieme a me, tanti altri amici ormai sparsi nel mondo, se ne sono chiesti il perché, ottenendo una sola risposta: “ho riscoperto il volto dell’uomo, ho ritrovato me stesso”. Una scritta composta di formelle di terracotta accoglieva coloro Insieme


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in lingua corrente). Il Cristo di Lineri prendeva forma. In tal modo la comunità cristiana nata all’inizio come piccolo seme gettato fra le rocce di lava (plantatio Ecclesiae) acquistava dimensioni più vaste e si diffondeva, pur fra le consuete difficoltà, le defezioni e le infamie, sino a diventare Chiesa, comunità di popolo di Dio in cammino. Si realizzava nel 1995 pur in maniera perfettibile, quanto i volontari sognavano all’inizio del 1969: “servizio alla situazione Lineri neIla tensione di fare Chiesa”; restava però molto da fare nei quartieri cresciuti a dismisura con una popolazione di 25.000 abitanti e 4 Parrocchie, ma Colui che mi aveva chiamato ha disposto diversamente ed eccomi qui insegnante soltanto di Latino e Greco. Tuttavia il seme gettato dai volontari del 1968 non si è perduto; i suoi frutti durano ancora e dureranno: così sta scritto nel Grande Libro». Da notare in questa lunga citazione il richiamo a Lui, all’unico Signore e Maestro, e il richiamo continuo alle “periferie” tanto care all’attuale Pontefice, Papa Francesco… Mi pare di sentire non la voce ma anche il battito del cuore di Don Visalli in questa sua testimonianza. L’anima di Don Visalli nella sua trasparenza e nel suo svelamento è la testimonianza della ricorsiva e definitiva vittoria di questa Luce superiore ad ogni energia su quanto tenta continuamente di oscurare la dignità dell’uomo, l’immagine di Dio, il rapporto familiare che Dio vuole stabilire e continuare con ciascuno di noi. Al di là dei limiti e di alcune smagliature, appare un uomo consacrato al Regno che continuamente viene, un uomo segno di Cristo buon Pastore che si prende cura delle pecorelle a lui affidate e che non ci pensa due volte a dare la propria vita e a lavorare per esse fino all’ultimo respiro. In quest’anno della spiritualità di Don Bosco in preparazione al Bicentenario della sua nascita, credo che un esempio come questo sia non solo appropriato ma di grande profilo per noi, per le nostre comunità e famiglie. E come al termine della proclamazione della Parola di Dio e del Vangelo, possiamo, anche in questo caso e a diritto, esclamare: “Rendiamo grazie a Dio!”, “Lode a te, o Cristo!”. E Don Visalli mi perdoni di aver sbirciato e reso note alcune cose segrete ed intime. Don Giuseppe Ruta

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che venivano in Parrocchia: “Promozione umana ed evangelizzazione” un binomio nella stessa disposizione dei termini che capovolgeva l’intitolazione del grande Convegno di Roma del ‘64 “Evangelizzazione e promozione umana”; esso lanciava un chiaro messaggio che tracciava un cammino, prefigurava un progetto da realizzare: riscoprire l’uomo farlo rivivere, liberandolo dalle scorie e dai legami che ne avevano sfigurato il volto, degradato la dignità, confinandolo ai margini della società, come è apparso chiaramente dai fatti che abbiamo narrato. “Chiunque voglia fare un discorso efficace su Dio deve muovere dai problemi umani e tenerli sempre presenti” era la lezione che Il Documento di base. Il Rinnovamento della catechesi ci aveva impartito e da ciò era scaturito il servizio, l’azione, il fare, il mettersi a disposizione nelle molteplici situazioni della vita, seguendo metodi diversi secondo l’età, le attitudini, l’istruzione, le problematiche, le angosce e le speranze; tuttavia in quest’azione era necessario dimettere lo spirito di colonizzazione, il senso dell’orgoglio e della superbia di coloro che insegnano dall’alto della loro scienza; era necessario invece avere il coraggio di calarsi nella realtà Lineri, incarnarsi nel territorio, nella complessa situazione del quartiere condividendone vita e problemi diventandone, sull’esempio di Cristo, uno di loro per essere credibili. L’annuncio del Vangelo (evangelizzazione) che costituiva la seconda parte del binomio-progetto presentava in tal modo minori difficoltà perché la gente aveva compreso che i giovani del gruppo si ispiravano alla Parola che salva. Molti degli abitanti del quartiere avevano portato con sé, trasferendosi dai loro luoghi di origine un ricco bagaglio di usanze, tradizioni, mentalità e devozioni popolari a cui erano particolarmente legati e che noi eravamo chiamati a rispettare pur sentendo l’esigenza di un rinnovamento graduale; ecco quindi una necessità di una preparazione al battesimo, la messa per i fanciulli con letture e preghiere convenienti per la loro età, la partecipazione Collettiva alla Messa momento di incontro fraterno e di comunione, la catechesi semplice e lineare illuminata dal Vangelo, i Sacramenti non distribuiti con gettoniera, ma affidati ad una fede convinta ed impegnativa ma soprattutto ad uno spazio privilegiato alla Parola di Dio (tradotta


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Il mistero della morte per il salesiano. Sig. Angelo Galati

La morte resta per l’uomo un mistero. La morte del cristiano va vista nella luce della morte di Cristo: essa è un calice doloroso che vorremmo allontanare perché frutto del peccato; ma rientra anche nel progetto amoroso del Padre, che ci aspetta a braccia aperte: una morte che si presenta come una sconfitta, ma che il Padre, nella morte di Gesù, trasforma in vittoria, in risurrezione. Ma chiediamoci: la morte quale senso particolare assume per il salesiano? Don Bosco ha parlato molto della morte ai suoi confratelli e ai suoi giovani. Realisticamente egli li “esercitava” ogni mese alla “buona morte”: insegnava loro a morire al peccato per essere pronti un giorno ad accogliere la morte nella gioia dell’amicizia divina. A imitazione di Don Bosco, il salesiano guarda alla morte nella luce della della sua vita e della sua missione apostolica. Egli è vissuto nel “servizio” di Dio nei suoi fratelli e nei suoi giovani. La sua speranza è che il suo Signore gli rivolga le consolanti parole: “Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone Signore” (Mt 25,23). Parole che risuonano nella regola di vita dei salesiani: “Per il salesiano la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del suo Signore” (C 54). È questa l’assicurazio-

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ne stessa di Don Bosco, il traguardo a cui tende tutto il lavoro, il momento del riposo definitivo. È la parola di incoraggiamento che rivolge ai primi missionari: «Nelle fatiche e nei patimenti non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato nel cielo». Nella sua partecipazione alla morte del confratello, l’Ispettore, d. Pippo Ruta ne sintetizza in modo efficace proprio lo stile del “servizio” apostolico: Ho appreso ieri la notizia della nascita al cielo del nostro confratello Don Galati, dopo essere stato informato delle recenti precarie condizioni di salute. Ricordo il suo affetto e la sua stima tutte le volte che lo incontravo e l’entusiasmo con cui organizzava campionati e partite per i ragazzi (i suoi “Nados”). Con la sua semplicità e il suo contributo, Don Galati ha manifestato l’attaccamento alla vocazione salesiana e a Don Bosco, cercando di mettere le sue qualità a disposizione della missione giovanile. Negli oratori in cui ha lavorato rimane indelebile la scia del suo passaggio con iniziative tipiche e originali. Il cortile era il luogo privilegiato del suo apostolato e ne aveva fatto il suo campo di attività educativa e pastorale. Dietro le iniziative ludiche non perdeva l’occasione per richiamare alle cose belle, autentiche e attraenti della vita e a non perdere l’amicizia con il Signore. I nostri fratelli defunti non sono lontani da noi: «Il ricordo dei confratelli defunti unisce nella “carità che non passa” coloro che sono ancora pellegrini con quelli che già riposano in Cristo” (C 54). Anzi è consolidata dalla comunicazione dei beni spirituali. “Come membri della Chiesa in cammino, ci sentiamo in comunione con i fratelli del Regno celeste” (art. 9). Con essi abbiamo condiviso la vocazione e con alcuni di essi abbiamo condiviso nel tempo anche la missione in varie comunità. Nel loro ricordo celebriamo l’amore che il Padre ha comunicato e ha manifestato nella loro vita di figli. Il commiato dei fedeli è accompagnato dalla celebrazione eucaristica che è memoriale della morte di Gesù in croce e pegno della sua risurrezione. In uno dei prefazi preghiamo: “Ai tuoi feInsieme


In ricordo di Don Carlo Melis

* Gergei (NU), 15 febbraio 1930 + Roma-Genzano, 10 marzo 2014

Il 10 marzo, all’età di 84 anni, 61 di professione religiosa e 55 di sacerdozio, presso l’istituto dei salesiani di Genzano è morto Don Carlo Melis, sacerdote salesiano che per 61 anni ha dedicato la sua vita al servizio dei giovani e, in modo particolare, alla formazione di numerosi salesiani. A comunicarlo è Aurelio Marinelli, della Comunità salesiana genzanese. Nato in Sardegna, per anni ha poi svolto il suo servizio nelle zone dell’Abruzzo, delle Marche, dell’Umbria e della Sicilia, ricoprendo anche il ruolo di superiore. Insieme

Successivamente ha iniziato una lunga serie di incarichi di importante rilievo per il mondo salesiano, come direttore delle comunità nelle più grandi università di teologia salesiane, come quella di Torino, Messina e Roma. Terminati gli anni nell’ambito della formazione salesiana, passò un periodo a L’Aquila nel seguire i giovani studenti che risiedevano presso il convitto, distrutto poi dal terremoto. Fu proprio in quel frangente che i superiori mandarono Don Carlo a Genzano dove, da quattro anni, era impegnato nella casa di noviziato dove giovani italiani, ungheresi, portoghesi, croati e spagnoli, si preparano per diventare salesiani di Don Bosco. I funerali sono stati celebrati mercoledì 12 marzo alle ore 11 nella Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità. Don Gianni Mazzali (ex Economo Generale ed ex Ispettore ISI) ha fatto arrivare il suo messaggio: Partecipo al lutto dell’ispettoria per la morte di don Carlo Melis. Ho avuto modo di conoscerlo personalmente negli anni e ne serbo un fraterno ed affettuoso ricordo. Ho sempre apprezzato in lui il profondo attaccamento alla Congregazione e un modo equilibrato e sereno di rapportarsi a persone e situazioni, che ha fatto di lui un vero salesiano e uno zelante sacerdote. Possa egli intercedere presso il Padre per il dono delle vocazioni e di santi confratelli. È significativo riportare anche la testimonianza di Giovanni, un giovane che era stato universitario a L’Aquila insieme con Don Carlo fino al terremoto del 2009; tra le altre cose egli scrive: don Carlo accettava sempre con umiltà, obbedienza e serenità le difficoltà della vita, senza mai lamentarsi e senza farlo pesare agli altri. È stato veramente un esempio di grande umanità e generosità. Uno stile di vita che io in prima persona non sarei capace di seguire, io che per piccole cose nella vita di tutti i giorni mi butto giù. È stato davvero un testimone dell’opera di don Bosco e dello spirito salesiano. Un vero esempio di vita cristiana. Mi unisco al vostro dolore e vi mando un carissimo saluto.

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deli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo». Il suffragio per i confratelli defunti è un dovere di riconoscenza e di fraternità. Scriveva D. B. nel 1875: “Noi abbiamo fondati motivi di credere che questi confratelli, cessando di lavorare con noi in terra, siano divenuti nostri protettori presso Dio in cielo”. Fiduciosi nella protezione dei nostri fratelli defunti, accogliamo e presentiamo al Padre misericordioso le parole con cui l’Ispettore conclude le parole della sua partecipazione: Siamo grati della sua testimonianza che ha contribuito alla crescita della nostra Ispettoria e mentre lo affidiamo alle mani di Dio e della Vergine SS. invochiamo per la Congregazione, la Famiglia salesiana e la Chiesa intera tante e sante vocazioni.


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Omelia per il funerale di Don Giovanni Russo (Rizzuto) Salesiano Sacerdote

* Giuliana (PA), 11 gennaio 1936 + Palermo, 1 febbraio 2014

Carissimi, il primo giorno di febbraio, nel quale la Congregazione salesiana commemora i confratelli salesiani defunti, dopo aver celebrato la solennità di San Giovanni Bosco il 31 gennaio, il Signore della Vita ha chiamato a sé il carissimo confratello Sacerdote Don Giovanni Russo a 78 anni di età, 58 di professione religiosa e 49 di ordinazione presbiterale. In questi ultimi mesi, la malattia è stata inesorabile e ha portato via dal contatto fisico e affettivo dei confratelli, parenti e giovani questo salesiano dal carattere riservato, dal temperamento calmo, sereno e generoso, con una salute che anche in passato aveva destato qualche preoccupazione. A pochi mesi dalla morte di sr. Rosalia, Figlia di Maria Ausiliatrice, anche Don Giovanni raggiunge il Paradiso salesiano per contemplare eternamente il volto di Dio e per entrare in comunione piena con i suoi cari, con i tanti confratelli «che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace» (Canone Romano), con tutti coloro che appartengono a Cristo. La delicatezza del tratto e la sua sensibilità artistica, la sua dedizione all’insegnamento e alla pastorale, la ricerca continua della volontà di Dio e della pace interiore sono i tratti caratteristici di questo confratello, da ricordare per la sua dedizione quotidiana e per la fedeltà a Don Bosco, vissuta intensamente nonostante tutte le difficoltà e le ferite che la vita comporta. La Congregazione di Don Bosco non è andata avanti solo per i “grandi salesiani” che si sono distinti per particolari imprese, ma è cresciuta grazie a figure feriali e

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ordinarie, come quella di Don Giovanni, che nel nascondimento e con una testimonianza silente, ma non meno efficace di altre, hanno edificato il Regno di Dio in mezzo ai giovani. E non ultima la sofferenza. Il suo mistero va compreso in questa lievitazione educativa e pastorale, non meno preziosa delle grandi opere strutturali e organizzative, anzi, se guardata alla luce della Pasqua del Signore Gesù, è da comprendere come immensamente più significativa per il bene dei giovani: «Ho promesso a Dio che fin l’ultimo respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani» (MB XVIII, p. 258; cfr. Cost. SDB art. 1). Questa memorabile espressione di Don Bosco ben si addice a Don Giovanni soprattutto per la sua ultima fase della vita, come fa anche fede la condivisione del nome e del carisma del Santo dei giovani. Oggi vediamo il nostro confratello quasi in dissolvenza con l’evangelista Giovanni «il discepolo che Gesù amava» (Gv 13,23; 19,26-27; 20,2; 21,7.20) e proprio per questo capace di annunciare come nessun altro, in modo alto e profondo che «Dio è amore» (1Gv 4,8), che «Dio ci ha amati per primo» (1Gv 4,10); è anche possibile vederlo in sovraimpressione con Don Bosco in quel duplice movimento di ricevere da Dio «lo Spirito dell’Amore, lo Spirito del Suo Figlio» (Preghiera eucaristica V) fino a riversarlo nel cuore di tanti giovani, con un lavorio sommerso che non è dato a vedere ai più ma solo ai semplici e puri di cuore, a coloro che sono capaci di vedere in alto, in profondità e in avanti. Don Russo non è mai stato una presenza invadente e ingombrante, ma con il desiderio di essere amato e di amare, è stato tra di noi con quella finezza, così umana e così divina, atta a svelare il suo volto sereno e discreto di padre, di fratello e di amico. Una vita al seguito di Don Bosco nonostante tutto «[…] Cogliendo nel tumulto delle voci del mondo, il richiamo evangelico al sacerdozio, sentendone tutta la responsabilità, nonostante le mie povere Insieme


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costatare se si trattasse di un suo orientamento, o fosse il parere di chi ne curava la formazione vedendolo piuttosto timido e non “rumorosamente” salesiano. Scorrendo le tappe della sua vita, il cammino di fede e di speciale consacrazione non è mai stato un moto scontato e per inerzia, bensì frutto di una continua ricerca e rinnovata disponibilità. La formazione di Don Giovanni continuò con gli studi di Teologia al “San Tommaso” di Messina, dal 1961 al 1965, che compì con impegno e con tutte le sue capacità di intelligenza e di cuore. Tra le osservazioni, così si esprimono i suoi formatori nel giudizio di ammissione al presbiterato: «Delicato di salute ha tuttavia sempre preso parte piena alla vita di comunità per la quale ha messo a disposizione le sue attività artistiche». Il 19 marzo 1965, nella Concattedrale del SS. Salvatore di Messina, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’Arcivescovo Servo di Dio, S.E. Mons. Francesco Fasola, venne ordinato presbitero e inviato presso l’Istituto Salesiano di Caltagirone per quattro anni (1965-1969). In questo periodo, nel 1966, conseguì il Diploma d’Arte. Dopo due anni ad Alcamo (TP) dal 1969 al 1971, trascorse a Palermo Ranchibile cinque anni (1971-1976). Fu questo un periodo di impegno sia nella scuola, sia nella parrocchia “S. Lucia” della Città. Alcuni pettegolezzi e disappunti in comunità, di cui fa fede la corrispondenza con l’Ispettore d’allora Don Arturo Morlupi (1976-1977) e una lettera in sua difesa scritta da Don Paolino Tetto, il trasferimento a San Cataldo (CL) nel settembre del 1976, misero a dura prova Don Giovanni fino ad indurlo a voler lasciare la Congregazione e a trasferirsi nella Diocesi di Catania. Non ci è concesso di capire quali siano stati i fattori di ripensamento, ma certamente avrà giocato un ruolo fondamentale la vicinanza di sr. Rosalia che per lui fu sempre sorella per natura e madre nello spirito. Egli continuò così l’esperienza salesiana: dopo due anni a San Cataldo (1976-1978), passò al “San Filippo Neri” di Catania (1978-1985), per ri-

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qualità e molte debolezze, solo fidando nell’aiuto di Dio […] chiedo di poter essere ammesso all’Ordine del Suddiaconato […]». Così scrive di proprio pugno Don Giovanni, il 22 maggio 1964, in una delle domande, prima di accedere alla ordinazione sacerdotale, esprimendo non in modo formale ma sentito il suo desiderio di seguire Gesù, Buon Pastore, sulla via tracciata da Don Bosco per i suoi figli. La sua esistenza è segnata da questo sogno, tenendo i piedi per terra, guardando alla propria realtà, alle doti e ai limiti, alle risorse e alle debolezze, lottando continuamente per l’autenticità e attestandosi in un livello di fedeltà che non fosse mero frutto di passività e assuefazione ad un sistema di vita o ad un ambiente. Nato a Giuliana (PA), l’11 gennaio del 1936, da papà Giuseppe e da mamma Vincenza Rizzuto, insieme ai cinque fratelli, di cui due sono qui presenti, Pietro e Ignazio, e due sorelle, imparò in un clima familiare idoneo i valori umani e cristiani, e dall’ambiente monrealese con il suo splendido Duomo, apprese e maturò il gusto per l’arte e per il bello. Manifestatosi in lui il desiderio di seguire Don Bosco, si recò a Pedara per l’aspirantato. Si conserva ancora in Archivio ispettoriale, oltre alla lettera di presentazione dell’allora Arcivescovo di Monreale Mons. Carpino, un biglietto di Mamma Vincenzina in cui dichiara di non aver bisogno del figlio e di volerlo lasciare libero di seguire la sua vocazione. Nel 1954 iniziò il noviziato che si concluse con la prima professione il 16 agosto 1955, anniversario della nascita di Don Bosco e di cui ci prepariamo a festeggiare il Bicentenario. Dopo gli studi liceali a San Gregorio di Catania fino al 1958, Don Giovanni compì il suo tirocinio di vita salesiana (1958-1961) due anni a Modica Alta (RG) e un anno a Catania Barriera. Al termine di questa esperienza, il 16 agosto del ’61 emise la professione perpetua tra i Salesiani di Don Bosco. Nella documentazione a nostra disposizione si annota che ebbe un momento di ripensamento per il profilarsi in lui dell’aspirazione ad una vita più contemplativa. Non ci è dato di


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tornare a Palermo, prima al “Gesù Adolescente” (1991-1993), poi al “Sampolo” (1993-2005). Risiedette, infine, al “Gesù Adolescente” sino al termine della sua esistenza terrena, dopo aver fatto parte in passato del Consiglio della Comunità (1965-1971; 1978-1985; 1991-1993) e aver svolto il ruolo di Economo a Palermo Sampolo dal 1993 al 2005. Ai confratelli del “Gesù Adolescente” va il nostro grazie per aver assistito amorevolmente il nostro caro don Giovanni durante la sua malattia. Don Vittorio Costanzo, Ispettore emerito e attualmente missionario in Madagascar, offre un particolare ricordo di Don Russo quando afferma: «Ci conoscevamo dai tempi dell’aspirantato a Pedara; parliamo di 61 anni fa! Lui faceva ultimo anno, io entravo in aspirantato. I miei primi ricordi sono di un Giovanni, attore comico – drammatico di prima categoria! Da Ispettore ho avuto modo di apprezzare la sua disponibilità e il suo lavoro salesiano. Era un amico per i tanti giovani che l’avvicinavano. Presente in cortile e di facile conversazione e apertura verso tutti. La sofferenza l’ha accompagnato per tanti anni; ma sapeva reagire con fortezza cristiana. […] Assicuro la mia preghiera per lui e per tutti i Familiari. […] Chiedo al Signore, attraverso l’intercessione della Vergine Madre e di Don Bosco, abbondanza di sante vocazioni per la cara Congregazione e l’Ispettoria». Don Gianni Mazzali, Ispettore salesiano dal 2008 al 2014, ha fatto pervenire il suo ricordo e i sentimenti di vicinanza alla Comunità Ispettoriale e alla famiglia, con la seguente testimonianza: «Ho conosciuto don Russo ormai indebolito dagli acciacchi della vecchiaia. Ricordo la sua forte vicinanza alla sorella, la cui morte fu certamente un colpo forte per lui. Era contento di potersi rendere utile nell’apostolato come cappellano delle suore. La breve, ma devastante malattia lo ha aiutato a purificarsi per il definitivo abbraccio con il Dio della sua vita». Se non tutto è umanamente comprensibile della vita di una persona, lasciamo che sia la luce di Dio a scandagliare il mistero dell’esistenza di Don

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Giovanni Russo, nel segno del riscatto, della salvezza e della trasfigurazione. Come anche il più eccellente ricamo va considerato nel suo giusto verso e non solamente dalla parte in cui si scorgono il groviglio e l’intreccio dei fili colorati, così la vita di ciascuno e di Don Giovanni, va vista dall’alto e con gli occhi di Dio che scrive diritto sulle righe storte degli uomini. La preghiera di Don Giovanni in questi ultimi giorni di vita, penso che sia stata simile a quella che il Card. Angelo Comastri formula a conclusione della sua recente biografia: «Signore Gesù, confido in te! Confido che, per intercessione di Maria, soprattutto negli ultimi istanti della mia vita terrena, la tua misericordia saprà scrivere dritto sulle righe storte della mia povera vita» (A. COMASTRI – S. GAETA, Dio scrive dritto. L’avventura umana e spirituale di un cardinale, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2012, p. 170). La sua preghiera sarà stata anche in sintonia con quella di Agostino, di cui ha condiviso continuamente la ricerca appassionata di Dio e della verità che rende liberi (Gv 8,32): «Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te» (Confessioni, 1,1,1).

Palermo-Gesù Adolescente, 03/02/’14

Don Giuseppe Ruta

Ricordiamo i familiari defunti di confratelli: il cognato di Antony Samson David (della Comunità di Santa Chiara); il fratello del sig. Vincenzo Sortino; il cognato di don Togbe Koffi Séna (Boris), la mamma di don Giuseppe Favaccio e il fratello di don Pietro Garofalo. Insieme


Nell’impegno richiesto a tutta la Congregazione di “ripartire da don Bosco”, il Capitolo Generale XXVI domandava al Rettor Maggiore di curare “la traduzione e la pubblicazione di una raccolta delle principali fonti salesiane”. Ora con questa pubblicazione dell’Istituto Storico Salesiano abbiamo un ulteriore strumento che ci permette di approfondire l’identità carismatica salesiana. Non si può infatti reinterpretare don Bosco oggi, attualizzare le sue intuizioni e scelte educative e pastorali, vivere la sua esperienza spirituale se non si ha familiarità con le fonti in cui egli parla direttamente. Questo volume di fonti storiche si divide in quattro parti: Scritti e documenti per la storia di don Bosco e la sua opera; Scritti e testimonianze di don Bosco sull’educazione e sulla scuola; Scritti e testimonianze di don Bosco sulla vita spirituale. Come abbiamo imparato durante il triennio di preparazione al Bicentenario, questo è il triplice modo per avvicinarsi direttamente e storicamente a don Bosco e alla sua opera, alla sua pedagogia e alla sua spiritualità. La quarta parte del volume raccoglie invece scritti di indole biografica ed autobiografica, nei quali le suddette dimensioni storiche, pedagogiche e spirituali sovente si sovrappongono e si arricchiscono a vicenda, al punto da non poterle facilmente distinguere. Nella progettazione dell’Istituto Storico questo è il primo volume delle “Fonti salesiane”, precisamente quello che si riferisce a don Bosco e alla sua Opera. Dobbiamo quindi attenderci la pubblicazione di altri volumi di fonti, che potranno seguire probabilmente la cronologia della vita dei successori di don Bosco stesso. Tale volume di fonti salesiane su don Bosco e la sua opera è pure affidato alla Famiglia salesiana, agli amici di don Bosco, agli estimatori dell’opera salesiana, ai giovani, ai laici coinvolti nello spirito e nella missione di don Bosco, alle famiglie; tutti potranno attingere alle fresche sorgenti del carisma salesiano, dono dello Spirito per noi e per tutta la Chiesa. Tutti potranno ispirarsi alla pedagogia e alla spiritualità di don Bosco. Con tale raccolta risulterà certamente di maggior facilità anche per gli studiosi citare e fare riferimento a un testo unico di fonti. Don Pascual Chávez Villanueva La celebrazione del novantesimo anniversario dell’Oratorio ha come significativo contributo la riedizione del prezioso volumetto di cronistoria di Don Santino Russo, integrato dal rinnovato Progetto Educativo Pastorale dell’Opera Salesiana di Barcellona P. G. Nulla si perde di quanto appartiene alla storia e alla vita di questa pre-senza vivace e ricca d’amore, sia da parte dei tanti figli di don Bosco che si sono succeduti dall’inizio a oggi, sia da parte delle tante generazioni di Barcellonesi che sono cresciute frequentando un luogo che nel tempo si è trasformato negli ambienti e in alcune delle attività educative, ma non nel suo essere un riferimento intensamente sentito come parte integrante della propria vicenda umana e cristiana. E quanto forte sia questo legame lo ha inconfutabilmente dimostrato l’evento della visita dell’Urna di don Bosco del 16 novembre 2013. Concorde lo stupore delle Istituzioni civili e religiose e delle molte migliaia di partecipanti, davanti ad una mobilitazione affettiva ed effettiva che non trova riscontro nella memoria della città. Potremmo dire che si tratta del frutto gustoso e maturo di un grande albero dalle salde radici e con una ubertosa, feconda ramificazione. Ma altresì siamo invitati a farci profezia di futuro, perché altre generazioni, soprattutto di giovani, ma anche di nuovi poveri e nuovi bisognosi, possano gustare di questi frutti. Ecco perché questo volumetto si arricchisce del totalmente rinnovato Progetto Educativo Pastorale, frutto di una lunga, ampia e responsabile collaborazione della Comunità Salesiana con la variegata Comunità dell’Oratorio Centro Giovanile. Il grazie allora va nell’ordine al Signore Dio della vita, fondamento del nostro essere ed operare; a Maria Ausiliatrice e don Bosco generatori e sostegno del progetto di ieri e di oggi; a tutti e ciascuno, perché di tutti e di ciascuno è indispensabile il contributo, affinché il sogno del Padre e Maestro dei giovani continui a essere fecondo nella nostra amata città, socialmente e culturalmente in rapida evoluzione, ma sempre vivificata da rinnovate forze di giovani e adulti, collaboratori e benefattori, di onesti cittadini e buoni cristiani. ll Direttore e la C.E.P



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