Notiziario Dicembre 2014

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Natale del Signore, nascita di Don Bosco e segni di accoglienza Carissimi tutti, il Natale ci richiama al principio, alle origini, quando la storia ebbe un sussulto mai sperimentato prima, neanche per l’esplosione primordiale, un nuovo slancio, forte e intenso, mai avvertito fino allora. La venuta del Figlio di Dio in mezzo agli uomini, non fu eclatante e non ebbe effetti speciali secondo una logica umana, bensì a partire dagli ultimi, dai poveri, dai senza nome. Il mondo ricominciò a vivere in una notte fonda, nell’umiltà di una stalla, nel tepore di una famiglia in viaggio. Stupore e meraviglia per l’umiltà di Dio che si lascia vedere e toccare, per la grandezza dell’uomo che viene preso sul serio, nella sua interezza, compreso in un grande abbraccio. Sì. Perché Dio poteva presentarsi da adulto maturo o da accreditato sapiente o filosofo; scelse invece di accettare il ciclo della vita, sin dal concepimento. Stupore e meraviglia per la Vergine Madre che dà alla luce il Figlio, nel cui codice genetico risiedono tratti divini e umani, del Padre celeste e della donna benedetta, preferita tra tutte. Volle, il Verbo di Dio, fare suo quello che era nostro, eccetto il peccato che finisce sempre per sfigurare la dignità umana; perché quanto c’è di buono, di bello e di vero in noi risplendesse nella sua umanità e ricevesse il sigillo della divinità e dell’eternità. Questo mistero è grande e incommensurabile: da accogliere e verso cui si può solamente sussurrare: “grazie!”. Quest’anno il Natale si colora, per noi salesiani, di una Insieme

particolare intensità, quasi in sovraimpressione e in dissolvenza, con la nascita del piccolo Giovanni Bosco avvenuta duecento anni fa. Siamo richiamati alle umili origini del carisma salesiano, all’ambiente assai vicino a quello di Betlemme, all’aria dei Becchi che profuma di fieno e di campagna, dove la povertà è ricchezza, dove gli ultimi, i poveri e i senza nome tornano a gioire in semplicità. Margherita dà alla luce il suo secondogenito; papà Francesco e i fratelli Antonio, avuto dalla prima moglie, e Giuseppe si rallegrano per la nascita del nuovo arrivato: Giuanin. Che sarà mai di questo bambino? – se lo chiede ciascuno; se lo chiede in particolare quella mamma che lo ha portato per nove mesi dentro di sé. Ella sa che il Signore della vita riserva per ciascuno un segreto, un sogno, un progetto. Anche sul suo piccolo Giovanni che vagisce e chiede attenzione, Dio veglia e sogna. E quando papà Francesco, appena due anni dopo, volerà in cielo, Giovannino imparerà, sotto lo sguardo di Mamma Margherita e della Vergine Maria, ad ammirare il cielo stellato, a vedere Dio lassù e nei fatti di ogni giorno, ad avvertire sempre la Sua presenza paterna che mai abbandona e che tut-

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EDITORIALE

Editoriale


to sorregge. Quasi un prolungamento del mistero grande e incommensurabile del Natale che ci spinge ad accogliere la vita come dono e come impegno. Nascita di Gesù, nascita di Don Bosco, rinascita del mistero e del carisma. Senza fronzoli ed orpelli, la Sicilia salesiana è oggi chiamata a risalire alle sorgenti da cui è nata e a riappropriasi dell’eredità spirituale ricevuta. Riscoprire l’essenzialità della vita e condividere con gli ultimi e i poveri quel poco o molto che siamo e che abbiamo: è quanto siamo chiamati a fare quest’anno. La nostra terra è il luogo dove arrivano in tanti, piccoli e grandi, uomini e donne, in cerca di un posto, di un cuore e di un aiuto. Sollecitati dal mistero del Natale e stimolati dall’evento del Bicentenario, siamo chiamati ad uscire dall’indifferenza, a fare spazio agli altri alla maniera di Dio e a rispondere, al modo di Don Bosco, generando energie di vita. L’invito è di scorgere la stella che si

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posa sulla greppia, di ritornare ai luoghi della nascita e del sogno salesiano, ma anche di sostenere “Don Bosco Island” l’Oratorio dei popoli… e il suo arcipelago, accogliendo chi, solcando il “mare nostrum”, approda a “casa nostra”… L’antica Colonia Don Bosco (Catania Plaja) che accoglieva i ragazzi dei quartieri disagiati di Catania e di Sicilia, che ha accolto tanti giovani da ogni parte dell’Italia, è pronta a fare spazio a chi arriva da un viaggio impervio e difficile e va verso la realizzazione di un sogno… Cedendo la parola al Papa e al Rettor Maggiore, auguro a tutti voi BUON NATALE e BUON ANNO, illuminati dalla luce del Signore, dai riflessi nel cuore del nostro amato Don Bosco e dal “segno dell’Oratorio dei popoli” che illumina questo momento della nostra storia e che ci interpella fattivamente. d o n P i pp o R ut a

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Messaggio del Rettor Maggiore

La parola del Rettor Maggiore

Strenna 2015 Come Don Bosco… Il cuore di Gesù, Buon Pastore, contrassegna tutto il nostro agire pastorale e costituisce un riferimento essenziale per noi. Allo stesso tempo, ne troviamo la concretizzazione, ‘alla maniera salesiana’, in Don Bosco plasmato nel singolare spirito di Valdocco, o in quello similare di Mornese, o in quel che è più tipico ad ogni gruppo della nostra Famiglia Salesiana. Ma sappiamo che il punto di confluenza primo e per tutti è il carisma di Don Bosco suscitato dallo Spirito Santo, per il bene della Chiesa. È quel che chiamiamo carisma salesiano, che abbraccia e accoglie tutti e tutte. In Don Bosco “la felice espressione (che fu il suo programma di vita) ‘Basta che siate giovani perché io vi ami assai’ è la parola e, prima ancora, l’opzione educativa fondamentale del Santo”. Sappiamo bene che per i suoi ragazzi e i suoi giovani “Don Bosco svolge un’impressionante attività con le parole, gli scritti, le istituzioni, i viaggi, gli incontri con personalità civili e religiose; per essi, soprattutto, manifesta un’attenzione premurosa, rivolta alle loro persone, perché nel suo amore di padre i giovani possano cogliere il segno di un amore più alto”. “Secondo gli stessi criteri e col medesimo spirito egli cerca di trovare una soluzione anche ai problemi della gioventù femminile. Il Signore suscita accanto a lui una Confondatrice: santa Maria Domenica Mazzarello, con un gruppo di giovani colleghe già dedicate, a livello parrocchiale, alla formazione cristiana delle ragazze. Il suo atteggiamento pedagogico suscita altri collaboratori – uomini e donne – ‘consacrati’ con voti stabili, ‘cooperatori’, associati nella condivisione degli ideali pedagogici e apostolici”. A tutto questo si aggiunge il fatto di essere il promotore di una speciale devozione a Maria, Ausiliatrice dei Cristiani e Madre della Chiesa, e la sua cura ed affetto costante per i propri ex-allievi. Insieme

E al centro di tutto questo agire e della sua visione c’è, come vero motore della sua forza personale, la ‘carità pastorale’. Quella carità pastorale che per Don Bosco, proprio perché si sentiva coinvolto nella Trama di Dio, significava amare il giovane, qualunque fosse il suo stato o situazione, per condurlo alla pienezza di quell’essere pienamente umano che si è manifestato nel Signore Gesù e che prendeva concretezza nella possibilità di vivere come onesto cittadino e come figlio di Dio. È questa la chiave del nostro essere, vivere e attuare il carisma salesiano. Se arriviamo a sentire nelle nostre viscere, nel più profondo di ciascuno/a di noi, quel fuoco, quella passione educativa che portava Don Bosco a incontrarsi con ogni giovane a tu per tu, credendo in lui, credendo che in ciascuno vi è sempre un seme di bontà e del Regno, per aiutarli a dare il meglio di se stessi ed avvicinarli all’incontro col Signore Gesù, staremo certamente concretizzando nella nostra vita il meglio del carisma salesiano, secondo le nostre modalità e possibilità. Co me D on Bo s c o c o n i g io v a ni . . . Diciamo con i giovani, fratelli e sorelle della nostra Famiglia Salesiana, perché il punto di partenza del nostro fare carne e sangue (Incarnare) il carisma salesiano è quello di stare con i giovani, stare con loro e in mezzo a loro, incontrarli nella nostra vita quotidiana, conoscere il loro mondo e amarlo, stimolarli ad essere prot agonisti della loro vita, risvegliare il loro senso di Dio, incitandoli a porsi delle mete alte, a vivere la vita come la visse il Signore Gesù.

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Il Papa a Torino per la Sindone e per Don Bosco Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana! In questa udienza siamo collegati con i nostri fratelli ammalati, perché, siccome c’era pericolo di pioggia, loro stanno nell’Aula Paolo VI, collegati con noi con il maxischermo. Salutiamo anche loro! Saluto anzitutto l’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, e la delegazione ufficiale della Diocesi, con il sindaco Piero Fassino. Sono lieto di annunciare che, a Dio piacendo, il 21 giugno prossimo, mi recherò in pellegrinaggio a Torino per venerare la Sacra Sindone e onorare San Giovanni Bosco, nella ricorrenza bicentenaria della sua nascita (Dall’Udienza Generale del 5 novembre 2014). Papa Francesco sarà a Torino il 21 giugno del prossimo anno per venerare la Sindone esposta in occasione del bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco. A dare l’annuncio è stato il Papa stesso nell’udienza generale di stamani. Lo sguardo dell’Uomo della Sindone si poserà in particolare sui giovani e sui malati. È soprattutto per loro che Francesco ha voluto l’Ostensione, in programma nel capoluogo piemontese dal 19 aprile al 24 giugno. Sempre stamani l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, e il sindaco, Piero Fassino, hanno illustrato ai giornalisti gli aspetti organizzativi dell’evento e della visita. “Lo sguardo che si poserà sui pellegrini della Sindone sarà anche quello del santo dei giovani, ha detto Nosiglia. È legata al bicentenario, infatti, l’idea di una nuova Ostensione dopo quella del 2010”. “Don Bosco - ha continuato l’arcivescovo - è padre, maestro, amico dei giovani. Ed è anche uno dei testimoni esemplari degli educatori: educatore nella fede, educatore nell’amore, educatore nello stesso impegno sociale, anche concreto da parte non solo dei giovani e per i giovani, ma con i giovani.

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Quindi, ci attendiamo molti pellegrini anche per questo”. G i o v an i e ma l a ti Per i giovani è prevista una tre-giorni di introduzione alla venuta del Papa, arricchita dalla visita alla Sindone e ai luoghi di don Bosco. Giovani che si attendono numerosi da tutto il mondo. Mentre per l’accoglienza degli ammalati gli ospedali “Maria Adelaide” e “Cottolengo”, vicini al Duomo, metteranno a disposizione 70 posti letto. “I malati - ha spiegato Nosiglia alla Radio Vaticana -, anziani, i poveri, i bisognosi, insomma, tutta quella parte della società che soffre per la “cultura dello scarto”, direbbe Papa Francesco. Qui saranno privilegiati perché troveranno anche qui luoghi d’accoglienza negli ospedali, nelle nostre realtà parrocchiali, un po’ sul modello di Lourdes, in modo da consumare i pasti a prezzi calmierati, dormire, anche avere alloggio gratuito…”. C u st o d i d e ll a S in d o n e “Essere custodi della Sindone - dice ancora Nosiglia - non vuol dire soltanto offrirla in ostensione al mondo. Ma sappiamo che la nostra Chiesa, dalla Passione di Cristo, trae la forza di quell’amore più grande – questo è il motto che abbiamo scelto per l’Ostensione – che diventa il veicolo di una nuova civiltà: la civiltà dell’amore; di un nuovo impegno della Chiesa per essere povera in mezzo ai poveri ma aperta all’accoglienza e all’integrazione di tanti nostri fratelli, anche immigrati … Insomma, tante sfide che possono diventare risorse per un rinnovamento autentico della nostra comunità”. “L’amore più grande” Il motto dell’Ostensione 2015 sarà “l’Amore più grande”. “Papa Francesco prosegue l’arcivescovo di Torino - ha detto giustamente che la conInsieme


templazione della Sindone non è la contemplazione di un uomo morto: è un uomo vivo. E non siamo noi che guardiamo la Sindone: è Lui che ci guarda e che ci spinge quindi a quell’amore più grande e quindi è il richiamo di una presenza forte della Passione del Signore. Secondo me, la verità del Telo c’è, però la scienza non ce lo dice ancora questo. E allora, finché siamo in questa incertezza, certamente per noi prevale una certezza di fede, perché noi troviamo la forza e il vigore che nasce da questo Telo: il messaggio forte della fede cristiana, l’amore che dona la vita, e questa realtà te lo richiama e te lo incarna nel cuore”. Att es e oltr e 2 m ilioni d i p er sone Dal punto di vista pratico, i due eventi, Ostensione e Bicentenario di Don Bosco, si pensa attireranno i consueti milioni di visitatori, forse oltre i due milioni e mezzo che arrivarono l’ultima volta. Molto, gli organizzatori, hanno puntato sul web sia per le prenotazioni – obbligatorie attraverso il sito “sindone.org” – sia per altri aspetti di tipo logistico, come spiega Marco Bonatti, responsabile della comunicazione dell’Ostensione 2015. “Contiamo molto su internet e sulla

diffusione virtuale delle notizie. Già adesso, peraltro, abbiamo buoni segnali perché in questi mesi moltissimi hanno avanzato richieste: ci sono diverse diocesi, gruppi ecclesiali e parrocchie che hanno già segnalato che verranno, e questo per noi rappresenta il cuore del pubblico che vogliamo raggiungere”. La Torino che incontrerà il Papa, città in tr as form a zione “Il Papa - ha detto tra l’altro il sindaco Fassino - troverà una Torino molto diversa da quella che ha conosciuto in gioventù; troverà una città che continua ad essere una grande città industriale, ma al tempo stesso negli ultimi 20 anni ha conosciuto una straordinaria trasformazione del suo profilo, della sua identità. Torino è una città multietnica: il 17% della popolazione è costituita da cittadini stranieri che vivono stabilmente nella nostra città. La visita di Papa Francesco in una città caratterizzata da questa trasformazione, è anche l’occasione per riconfermare il valore del dialogo interreligioso, dell’incontro tra le religioni come elemento coesivo fondamentale per la vita della nostra società”. Da “Avvenire” 5 novembre 2014.

Congresso storico del Bicentenario Roma Salesianum 19 – 23 novembre 2014 I s ales iani si confront ano s ul s is t em a e d u ca t iv o Don Bosco come tutti i santi che hanno ringiovanito il volto della Chiesa e dell’Italia, cattura sempre l’interesse degli studiosi perché è un concentrato di idee, intuizioni, progetti originali, ancora da esplorare. Lo hanno “studiato”, non solo i cattolici ma anche laici come il pedagogista Lombardo Radice, incuriosito soprattutto dal suo sistema educativo impostato sulla «prevenzione», un’intuizione geniale, piuttosto che una «repressione», come si usava nell’Ottocento. Insieme

Ripensando proprio al suo innovativo programma per i ragazzi e i giovani, il 4 luglio 2011 l’allora Rettor Maggiore dei salesiani, Don Pascual Chávez, suggeriva come tema del Congresso:«Lo sviluppo del carisma di Don Bosco». Aveva visto giusto. La conferma arriva proprio dalla «tre giorni» al Salesianum. I salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice e i loro collaboratori hanno capito che il «prete dei giovani», vissuto in pieno Risorgimento, ha retto bene il «logorio del tempo» e può guidare ancora la loro azione educativa. I lavori di questi giorni

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hanno rappresentato, come ha dichiarato don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore «una collaborazione» che può essere considerata il frutto del Bicentenario, maturato su un albero che già aveva prodotto altri risultati e che è piantato sul terreno della comune storia salesiana nelle sue varie espressioni. Un cammino che si sta consolidando e che può continuare a produrre nuove realizzazioni. Gl i or ga nizza to ri d e l Cong re s so Dopo il “riconoscimento onorifico di evento di interesse nazionale” per la ricorrenza del Bicentenario della nascita di Don Bosco, recentemente assegnato dal Comitato Storico-Scientifico Istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo italiano, si è celebrato a Roma, nei giorni 19-23 novembre, il Congresso Storico Internazionale del Bicentenario sul tema “Sviluppo del carisma di Don Bosco, fino alla metà del XX secolo”. L’organizzazione del Convegno è stata affidata a don Francesco Cereda, sr Piera Cavaglià, Segretaria Generale delle FMA, don Aldo Giraudo per la storia della spiritualità salesiana, don José Manuel Prellezo per la storia della pedagogia salesiana, don Giorgio Rossi per la storia dell’opera salesiana, don Bruno Bordignon come segretario. Le t e m a t i c h e Nei giorni del Congresso particolare rilievo è stato dato alle memorie dell’Oratorio – redatte dallo stesso Don Bosco – definite memorie di futuro perché in esse il Santo racconta i primi trent’anni della sua vita per insegnare ai suoi figli spirituali come vivere e operare per essere fedeli al carisma. Si è relazionato sulla storia dell’opera di Don Bosco a favore dei giovani sottolineando l’evoluzione del mondo giovanile tra fine Ottocento e gli anni Cinquanta del secolo scorso presentando la risposta salesiana a questa complessa situazione. Le numerose relazioni, nel pomeriggio, hanno riletto la tematica facendo riferimento alle diverse aree geografiche e culturali. Altro tema: La pedagogia di Don Bosco e la pedagogia fiorita nel solco della tradi-

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zione salesiana. La spiritualità, altro tema interessante, che ci riporta alla matrice principale cui si è ispirata: San Francesco di Sales. Il Congresso, raccogliendo le voci dei relatori e delle esperienze dei partecipanti da tutto il mondo salesiano, non guarda solo al passato ma si fa vera memoria di futuro in vista del lavoro che i figli e le figlie di Don Bosco sono chiamati a svolgere con la passione e lo stile tipico del loro fondatore. L a g io r na ta c on c l us i v a d e l Co ng r e s s o Dopo il saluto di Don Pascual Chávez Villanueva, Rettore Maggiore emerito, è stata presentata la relazione “Problemi aperti e prospettive del Congresso” da parte del prof. Giorgio Chiosso, che ha affermato: «Scoprire cos’è stato il Sistema Preventivo alla luce delle poche pagine di Don Bosco significa tornare a scoprire l’identità stessa del carisma da cui tutto è partito, significa prendere atto che il Sistema Preventivo è un progetto che sfida le persone degli educatori e non una prassi da mettere semplicemente in pratica». Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, alla conclusione del Congresso, ha parlato sul futuro del ‘carisma’, ribadendo che «il nostro DNA continua ad essere quello di seguire Don Bosco». Don Ángel ha poi sottolineato la dimensione missionaria della Famiglia Salesiana come “Garanzia della Fedeltà e dell’Autenticità del carisma di Don Bosco”. Concludendo, il Rettor Maggiore, ha voluto manifestare una sua “forte convinzione” sull’impegno della Famiglia Salesiana oggi: «La nostra fedeltà a Don Bosco come Famiglia Salesiana in questo secolo XXI e negli anni successivi al suo Bicentenario, chiede a noi un servizio alla Chiesa, al popolo di Dio, ai giovani, specialmente i più poveri, e alle famiglie». Fonte: ANS, 24/11/2014 – Avvenire, 22/11/2014. (Sul sito sdb.org. l’audio della sessione conclusiva del congresso assieme ad altri materiali). Insieme


Messaggio dell’Ispettore

La Paternità “spirituale” di Don Bosco «Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo» (1Cor 4,15). «Chiamatemi sempre padre, e io sarò felice!» (Don Bosco, MB XVII, 175).

La perdita del padre Il senso della paternità oggi è in crisi. Si è smarrito il significato dell’essere padre ed in concreto sono tanti i padri che si sono dimessi da questo “mestiere”, non certo facile. Ci si chiede se e come sia possibile recuperare quel senso perduto e rimettersi in gioco nell’esercizio della paternità. Una volta tanto ci sia permesso di puntare in alto e di non partire dal basso, da statistiche e dalla pura constatazione. Non si può essere padri, se prima non si è stati figli. Sembra di aprire una porta aperta, ma nessuno, ad eccezione di Dio Padre, è capace di generare senza essere generato. Non fa eccezione neppure il Figlio, generato non creato, della stessa sostanza del Padre. In questo flusso di “generazione” e di “relazione”, anche Dio si è inserito storicamente, dando il “la” ad ogni processo generativo umano. Nella sua infinita bontà e accondiscendenza, Dio non solo ha creato l’uomo e la donna, ma ha anche assunto la natura umana in modo originale, sottoponendosi alla legge naturale della generazione. «Nato da donna, nato sotto la legge» (Gal 4,4): il Figlio, nato dal Padre, si è legato in qualche modo ad ogni uomo, vivendo la condizione di Figlio di Dio e di Maria, per svelare al mondo la paternità di Colui che lo ha generato e che lo ha inviato nel mondo, per riversare nei nostri cuori lo Spirito dell’amore che ci rende figli e che ci fa gridare “Abbà” (Gal 4,6). I quattro evangeli nella loro peculiarità tratteggiano essenzialmente lo svelamento di questa relazione reciproca Padre-Figlio, che nello Spirito, diventa il paradigma fonInsieme

damentale di ogni rapporto tra persona e persona, sia nell’orizzonte della creazione, sia in quello della redenzione. Per cui, essere “Figli nel Figlio” è grazia di Dio, e ogni paternità viene da Dio ed è suo dono. Il terzogenito di Francesco Bosco, secondogenito di Margherita Occhiena, Giovanni, s’inserisce in questa economia, in questa familiarità che congiunge il cielo e la terra. Quando duecento anni fa’, il piccolo Giovanni nacque ai Becchi, si sentì immediatamente accolto e immerso in un flusso di legami familiari: il papà, la mamma, i due fratelli Antonio e Giuseppe, la nonna e gli altri familiari dalla parte paterna e materna. C’erano tutte le premesse, perché Giovannino potesse crescere bene, sostenuto dalla forza del papà e dall’affetto della mamma, circondato da persone che lo accolsero per promuoverlo umanamente, perché maturasse e giungesse all’età adulta. Nella biografia di Giovanni Bosco, come può capitare nella vita di ogni uomo e di ogni donna, il clima familiare può essere alterato ed è a rischio, è messo alla prova e psicologicamente compromesso per la morte del padre. Le Memorie dell’Oratorio di San Francesco di Sales, opera autobiografica di Don Bosco, offrono, con alcune essenziali pennellate, questa situazione drammatica che viene da lui vissuta e tale è percepita nella sua portata drammatica e simbolica fino al termine dell’esistenza. I l s u p e r a m e nt o d e ll ’i m p a s s e d e ll ’ a s se n za paterna Quale sia il peso di spiazzamento e di svantaggio che genera la perdita del padre è difficile da calcolare e da immaginare. Può ingenerare un default, la frustrazione di essere abbandonati e insicuri, di sentirsi orfani, una messa fuori gioco nel flusso della generatività. La vita, però, non cade sotto il segno del fatalismo, degli automatismi, ma ta-

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lora meraviglia e stupisce per una rifioritura inaspettata. Se poi vi contribuisce la grazia di Dio, si ha il miracolo della paternità ritrovata. Quello che umanamente parlando è considerata una perdita può diventare un guadagno e una risorsa, attingendo alla paternità di Dio. L’infanzia di Giovannino, sotto la guida di Mamma Margherita, è un percorso di cura della ferita prodotta dalla perdita del padre e una feritoia aperta alla scoperta di Dio come Padre che è provvidenza e che non abbandona, di cui si può diventare riflesso verso chi, verso altri ragazzi e giovani, hanno vissuto lo stesso dramma e sperimentato la stessa carenza affettiva. La paternità spirituale, che Don Bosco maturerà in futuro, scaturisce dalla coscienza di essere e sentirsi figlio di Dio, destinatario di un sogno e di un’attenzione particolare da parte di Dio Padre, tramite la figura maschile del Figlio di Dio e quella femminile della Madre Maria. Questa esperienza fondamentale della “filiazione” non è immediata e scontata, bensì frutto delle mediazioni che Dio ha predisposto nella vita di Giovanni Bosco e di un lavorio personale docile al suo Spirito. Basterà scorrere le Memorie dell’Oratorio per scoprire la percezione di queste mediazioni paterne che Don Bosco avverte e che lo fanno sentire “figlio in cerca di paternità”. Le figure di Don Calosso e di Don Cafasso sono le più rappresentative ma non le uniche che portano Giovanni, non senza il consiglio e la presenza determinante di Mamma Margherita, a instaurare un rapporto di recupero psicologico e, di più, di ricerca d’aiuto spirituale per una crescita umana e spirituale non azzoppata, ma straordinariamente bella e libera, nonostante tutto. E anche se si ripete il dramma della “perdita” prima, durante la preadolescenza, di Don Calosso, e poi, nell’età adulta, di Don Cafasso, rimane il senso della gratitudine a Dio Padre per aver incontrato queste mediazioni sapienti e paterne che hanno supplito abbondantemente l’assenza del padre di sangue.

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D a car enza a r i sor sa: d i v e n t a r e p a d r e de i g i o v a n i In Don Bosco si sviluppa così un processo d’identificazione con queste figure paterne, senza che queste diventino cogenti e coartanti, avviando ad una identità matura profondamente umana e profondamente paterna, riflesso della provvidenza e dell’amore preveniente di Dio per i suoi giovani e per i suoi figli, i primi salesiani. Ogni carenza e ogni perdita possono diventare una risorsa e un bene per sé e per gli altri. Le biografie di Domenico Savio, Michele Magone e Francesco Besucco, manifestano a partire dalla singolarità di ciascun giovane, i tratti della paternità spirituale di Don Bosco e della sua sapienza pedagogica. Quando si aggiunge “spirituale” al sostantivo paternità non si vuole rendere vaporosa questa dimensione relazionale, bensì restituirla al suo fondamento, alla sua profondità e imprimere in essa l’articolazione concreta delle tante attenzioni rivolte al bene totale del giovane. Una paternità forte, robusta e concreta, capace di generare e di favorire nel “figlio” il distacco, l’autonomia, la valorizzazione del meglio di sé, la risposta al disegno di Dio che il più delle volte non coincide con quanto possa ipotizzare un padre naturale o spirituale. Una paternità che non genera dipendenza, ma altrettanta paternità. Valga per tutte la testimonianza di Don Paolo Albera, chiamato affettuosamente “Paolino” e invocato più volte nel letto di morte da Don Bosco, quando era ispettore in Francia. Questa testimonianza andrebbe accompagnata dalla visione della famosa foto che ritrae Don Bosco mentre confessa i suoi ragazzi. Non è un caso che quel ragazzino più prossimo a Don Bosco sia proprio lui: B is og na, o ca r iss im i, c he no i amia mo i «B g io vani che la Pr ovv id enza affid a a lle nos tr e c u re , c o m e l i sa pe v a a ma re D . B o sc o . Non vi dico che la cosa sia facile, ma è qui che sta tutto il segreto della vitalità espansiva della nostra Congregazione. Bisogna dire però che D. Bosco ci prediligeva in un modo unico, tutto suo: se ne provava il fascino irresistibile, ma la lingua non trova vocaboli per farlo capire a chi non l’ha provato sopra di sé, e neppure la più fervida fantasia Insieme


sa rappresentarlo con immagini atte a darne una giusta idea. Ancor adesso mi sembra di provare tutta la soavità di questa sua predilezione verso di me giovinetto: mi sentivo come fatto prigioniero da una potenza affettiva che mi alimentava i pensieri, le parole e le azioni ... Sentivo d’essere amato in un modo non mai provato prima, che non aveva nulla da fare neppur con l’amore vivissimo che mi portavano i miei indimenticabili genitori. L’amore di D. Bosco per noi era qualcosa di singolarmente superiore a qualunque altro affetto: ci avvolgeva tutti e interamente quasi in un’atmosfera di contentezza e di felicità, da cui erano bandite pene, tristezze, malinconie: ci penetrava corpo e anima in modo tale, che noi non si pensava più né all’uno né all’altra: si era sicuri che ci pensava il buon Padre, e questo pensiero ci rendeva perfettamente felici. Oh! era l’amore suo che attirava, conquistava e trasformava i nostri cuori! Quanto è detto a questo proposito nella sua biografia, è ben poca cosa a paragone della realtà. Tutto in lui aveva per noi una potente attrazione: il suo sguardo penetrante e talora più efficace d’una predica; il semplice muover del capo; il sorriso che gli fioriva perenne sulle labbra, sempre nuovo e variatissimo, e pur sempre calmo; la flessione della bocca ... Tutte queste cose operavano sui nostri cuori giovanili a mo’ di una calamita a cui non era possibile sottrarsi; anche se l’avessimo potuto, non l’avremmo fatto per tutto l’oro del mondo, tanto si era felici di questo suo singolarissimo ascendente sopra di noi, che in lui era la cosa più naturale, senza studio né sforzo alcuno. E non poteva essere altrimenti, perché da ogni sua parola ed atto emanava la santità dell’unione con Dio, che è carità perfetta. Egli ci attirava a sé per la pienezza dell’amore soprannaturale che gli divampava in cuore, e colle sue fiamme assorbiva, unificandole, le piccole scintille dello stesso amore suscitate dalla mano di Dio nei nostri cuori. Eravamo suoi, perché in ciascuno di noi era la certezza esser egli veramente l’uomo di Dio, homo Dei, nel senso più espressivo e comprensivo della parola». (Lettere circolari di D. Paolo Albera ai Salesiani, SEI, Torino 1922, pp. 340-342: lettera del 18 ottobre 1920). Insieme

La f orz a di g en erare «La crisi della paternità consiste in questo, nell’assenza di un rapporto con l’Evangelo ascoltato, creduto, amato, meditato e vissuto. La paternità/maternità diviene sterile; il rapporto si fa tecnicamente educativo e manca di doglie, cioè di quell’intima sofferenza dello spirito, che è propria di un rapporto viscerale: figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi! (Gal 4,19)» (Giuseppe Ferretti). Guardando a Don Bosco, al suo cuore di padre e al suo stile di educare, possiamo cogliere sia le nostre debolezze e limiti che non ci permettono di “generare” e “rigenerare” i giovani d’oggi, sia dove sta la vera fonte e la primigenia energia. Ci accorgiamo di essere sterili e forse rassegnati, “senza valìa” – si direbbe nel nostro idioma siciliano – come un vaso bello all’origine ma adesso frantumato e di cui restano soltanto cocci: «questa frammentarietà nasce dalla paralisi dell’io bloccato nell’accidia, che rende i suoi movimenti disarticolati e disarmonici. Le passioni, desideri della carne che fanno guerra all’anima (1Pt 2,11), dilaniano la mente con molti e contrastanti pensieri, che se non sono disciplinati dalle virtù, dilaniano la persona, che cerca anche il momento religioso per trovare pace, ma non ha forza per resistere alle sollecitudini passionali e al bisogno anche fisico degli altri, soprattutto se ci si è abituati a rapporti prematuri in ogni ambito sia familiare che sociale. Ricostruire un tessuto interiore è l’opera umile e paziente dell’amore» (Giuseppe Ferretti). Quello che capita nel mondo di oggi, nelle famiglie e nella società, succede anche nel nostro mondo interiore. Occorre riconoscere questa difficoltà a rinascere e rigenerare. Si tratta di una diffusa e per nulla ipotetica “sterilità spirituale ed educativa”. Nessuno nega quanto sia difficile. Ma occorre convenire che quanto è difficile non significa affermare che sia “impossibile”. In un’ottica di fede, poi, non va dimenticato che proprio in un contesto in cui la verginità diventa materna e la sterilità diventa generante, l’evangelista Luca grida: «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37).

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FORMAZIONE

Guardando al Bicentenario

Nascita di Don Bosco:

un dono da accogliere e vivere nella corresponsabilità Nella lettera del 16 agosto 2014, il Rettor Maggiore, riferendosi al Bicentenario della nascita di Don Bosco, scrive che “l’anno di celebrazione che abbiamo iniziato ha un doppio volto. Uno esterno, più pubblico e ufficiale, e uno interiore, più intimo”. Riguardo all’aspetto sociale così ne sintetizza il significato: “Il carisma salesiano è stato ed è il regalo che il nostro Dio fa al mondo, avendo scelto Don Bosco per esso. Perciò insistiamo tanto, con convinzione, sul fatto che Don Bosco è un bene della Chiesa e di tutta l’Umanità. Egli si è formato nel tempo, dai primi momenti dell’esistenza sulle braccia di Mamma Margherita, fino all’amicizia con buoni maestri di vita e, soprattutto, nella vita quotidiana con i giovani che, plasmando nel quotidiano il suo cuore, lo hanno aiutato ad essere più di Dio, più degli uomini e più per i giovani stessi”. Quanto al secondo aspetto afferma: «Celebrare il Bicentenario nell’interiorità della nostra Congregazione e della nostra Famiglia Salesiana, significa vivere quel che San Paolo raccomanda a Timoteo chiedendogli che “ravvivi il Dono che ha ricevuto”. Per questo, ogni volta che un salesiano, un membro della nostra Famiglia Salesiana, vive in pienezza la propria vocazione, è a sua volta un dono di Dio al mondo. Celebrare il Bicentenario nell’intimità del focolare (come devono essere tutte e ognuna delle nostre comunità) vuol dire lasciarci interpellare nel nostro essere e nel nostro vivere, fino a poterci dire, con sguardo limpido e trasparente, che “la santità dei figli sia prova della santità del Padre”. Questa celebrazione significa anche rievocare duecento anni di storia di uomini e donne che hanno dato la vita per questo ideale, tante volte in modo eroico, in condizioni difficili, a volte anche estreme.

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Questo è un tesoro inestimabile che solo Dio può apprezzare nella giusta misura e a Lui lo affidiamo. Noi siamo tra quelli che credono che quel 1815, con la chiamata alla vita di Giovannino Bosco e la sua elezione da parte del Signore, è stato solo l’inizio di una lunga catena di testimoni e che anche noi, come Don Bosco, vogliamo impegnarci ad aiutare a scrivere il futuro della vita, e vita di credenti, dei giovani e tra di loro i più bisognosi, con i colori della speranza» (ACG 419, pp. 426-428 passim). Nella volontà e nella prospettiva di prendere seriamente gli insistenti appelli del Rettor Maggiore per accogliere e trasmettere la fecondità spirituale e pastorale che ci viene offerta dal Bicentenario della nascita di D. Bosco, si è elaborato in Ispettoria un programma essenziale e organico per la formazione permanente dei confratelli delle varie fasce di età, attraverso un lavoro prolungato a cui hanno collaborato molti confratelli. Una volta avviato l’anno pastorale, può essere utile, sul piano informativo e di partecipazione, di presentare un quadro di quanto, come comunità ispettoriale e come comunità locali, sostenuti dalla grazia dello Spirito Santo e con la nostra necessaria collaborazione, intendiamo insieme portare avanti. Data la peculiarità del cammino formativo delle comunità formatrici del noviziato, del postnoviziato e dello studentato teologico qui non diamo indicazioni particolari sul programma di queste case. Troviamo qualche notizia, inviata dagli stessi confratelli, in questo stesso numero di Insieme. Solo rileviamo, dalle visite dell’Ispettore e del Vicario in questi primi mesi, un clima positivo sul piano motivazionale, di impegno nello studio, nella vita fraterna e apostolica, nel Insieme


Insieme

governo di cui sono responsabili. Gli aspetti informativi sono riservati al pomeriggio (vedi finestra a parte). La prima esperienza ha avuto riscontri positivi, anche perché la condivisione, attraverso questo metodo, non si riduce a uno sfogo o a una comunicazione emotiva, ma rende gli altri partecipi non solo del fare, ma anche del travaglio interiore, delle difficoltà, delle aspirazioni, dei tentativi e delle esperienze positive, con la preoccupazione di mettere al primo posto le persone dei confratelli. Pur se non ci soffermiamo, nello stesso orizzonte intendono muoversi gli incontri di settore (vedi il recente incontro a S. Cataldo dei responsabili di oratori e dei parroci) e soprattutto i momenti di incontro (giorno della comunità, ritiri mensili, incontri e momenti distensivi comunitari) da realizzare a livello locale. Non ci illudiamo: è qui che ci giochiamo la verità e l’efficacia del nostro impegno e della nostra fatica, consapevoli della ricaduta che esercitiamo sugli altri. In questa logica il cammino formativo delle comunità è incentrato sulla testimonianza della nostra vita consacrata e della missione, con la modalità dello scrutinium (cfr. AGENDA 2014-15, p. 11) per abilitarci sempre più a un costante atteggiamento di discernimento personale e comunitario. In questo periodo rilievo preminente hanno avuto le visite a numerose comunità, che l’Ispettore con grande intensità ha portato avanti, con l’intento di far sentire la sua vicinanza e di incontrare già nella prima parte dell’anno anzitutto i confratelli e i vari organismi o gruppi di Famiglia Salesiana o di altri laici, per incoraggiare, sostenere e orientare il cammino unitario e la vita delle comunità. Con lui avremo la gioia di vivere il prossimo ritiro zonale che darà a lui e ai confratelli la possibilità di condividere insieme un momento significativo di preghiera e di fraternità. Di fronte alle molteplici difficoltà esterne e interne ci infondono fiducia e coraggio le parole con cui Papa Francesco concludeva il discorso rivolto ai capitolari del CG 27: “Grazie a Dio voi non vivete e non lavorate come individui isolati, ma come comu-

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FORMAZIONE

cammino spirituale, nell’esercizio del servizio sotto varie forme. Consideriamo qui solo alcuni aspetti che si realizzano in Ispettoria. Con i cinque giovani tirocinanti, nel primo incontro congiunto con i rispettivi direttori e con la presenza dell’Ispettore, alla luce dell’esperienza già fatta da alcuni di loro e nel confronto con l’esperienza dei direttori, si sono definiti alcuni punti di riferimento per vivere l’esperienza del tirocinio come fase formativa, soprattutto con l’accompagnamento del direttore. Seguiranno gli altri incontri che avranno luogo in comunità diverse, possibilmente quelle in cui c’è qualche tirocinante, con momenti di ascolto (della Parola di Dio e di esperienze), di condivisione e confronto, di preghiera, in un clima di fraternità e di distensione. Il prossimo incontro avrà luogo al S. Tommaso il 13 e 14 dicembre, anche per fare una visita ai confratelli di Casa Mamma Margherita. Un altro gruppo di confratelli sono i sette giovani preti del quinquennio. Anche con loro il 9 novembre si è fatto, a S. Gregorio (dove era programmato il Confronto MGS , che purtroppo è saltato), il primo degli incontri previsti per questo anno. I confratelli hanno apprezzato in particolare l’incontro con l’Ispettore col quale hanno potuto vivere un momento di famiglia e fare uno scambio interessante e partecipato sulla loro vita e sulla vita della comunità ispettoriale. Uno dei prossimi incontri (2 febbraio) avrà un carattere particolare perché sarà rivolto a tutti i giovani preti dei primi dieci anni di ordinazione. E già si stanno attivando per preparare efficacemente questo appuntamento. Nella programmazione particolare attenzione si è data agli incontri dei direttori alla luce di una diligente verifica fatta alla fine dello scorso anno con gli stessi direttori. La giornata (quasi tutti gli incontri durano un solo giorno) sia nell’orario sia nei contenuti è organizzata in modo che abbia un chiaro carattere formativo con tempi di ascolto, di riflessione personale, di condivisione e confronto assembleare, specialmente in riferimento al servizio di animazione e di


FORMAZIONE

nità: e ringraziate Dio di questo! La comunità sostiene tutto l’apostolato. A volte le comunità religiose sono attraversate da tensioni, con il rischio dell’individualismo e della dispersione, mentre c’è bisogno di comunicazione profonda e di relazioni autentiche. La forza umanizzante del Vangelo è testimoniata dalla fraternità vissuta in comunità, fatta di accoglienza, rispetto, aiuto reciproco, comprensione, cortesia, perdono e gioia. Lo spirito di famiglia che Don Bosco vi ha lasciato aiuta molto in questo senso, favo-

risce la perseveranza e crea attrattiva per la vita consacrata. Cari fratelli, il bicentenario della nascita di Don Bosco è ormai alle porte. Sarà un momento propizio per riproporre il carisma del vostro Fondatore. Maria Ausiliatrice non ha mai fatto mancare il suo aiuto nella vita della Congregazione, e certamente non lo farà mancare neppure in futuro. La sua materna intercessione vi ottenga da Dio i frutti sperati e attesi. Vi benedico e prego per voi, e, per favore, pregate anche per me. Grazie! L. M.

Formazione per i Direttori

Incontri di formazione

In base alla verifica di fine anno, si è cercato di tracciare un percorso che recepisse le istanze più importanti evidenziate dalle risposte, suscettibile comunque di essere modificato e migliorato. Lo stile degli incontri è di maggiore condivisione e tende ad esplorare meglio che sia possibile il vissuto delle nostre comunità al cui servizio siamo chiamati, lasciandosi illuminare dalla Parola di Dio e dal magistero della nostra Congregazione. È auspicabile che nelle comunità e nelle zone della nostra Ispettoria si riuscisse a vivere momenti analoghi coinvolgendo i confratelli. Destinatari: Direttori

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Or a r io ti po de ll a gio r na t a i nt e r a 9,30 10,15 10,45 11,00 13,00 15,00 16,00 17,00

Lectio biblica e lectio salesiana (CG 27) sul tema Riflessione personale Intervallo Condivisione – A partire dalla vita: una buona prassi Pranzo Informazioni di settore Celebrazione conclusiva Partenza

NB. Rispetto alla prima comunicazione sono state apportate alcune variazioni sulle date (9 febbraio 2015) e sull’ordine dei temi (scrutinium vitae 19-20 ottobre e missionis 1 dicembre). Questi due incontri saranno strutturati in modo tale che gli stessi direttori facciano l’esperienza dello scrutinium rispettivamente vitae (19-20 ottobre) e missionis (1 dicembre 2014) che serva anche a essere riproposta in comunità. Insieme


Io per voi studio

A distanza di due mesi dall’inizio del postnoviziato, vogliamo condividere con i lettori di Insieme delle brevi e significative notizie della vita della nostra comunità, l’Istituto Salesiano San Tarcisio. La comunità è composta da 37 salesiani, 25 giovani confratelli e 12 confratelli formatori. Tra questi ultimi abbiamo la presenza di don Pascual Chávez Villanueva, rettor maggiore emerito. Provenienti da varie nazioni, l’interculturalità diventa una grande possibilità per arricchirsi di novità, idee e confronto con realtà diverse. Di grande stimolo ed esempio sono i confessori della ca-

sa che, attraverso il loro bagaglio, ci riescono ad orientare verso il percorso che ci impegna quotidianamente a diventare sempre di più Salesiani di don Bosco. Un ruolo fondamentale in questa tappa è la formazione intellettuale. Per acquisire una mentalitàà critica, costruttiva, riflessiva e propedeutica alla teologia, la filosofia diventa la nostra compagna di viaggio. L’Università Pontificia Salesiana (UPS) ci guida in questo tragitto. Entrati ormai nel vivo del semestre, stiamo incominciando ad affrontare le prime prove tra test o valutazioni per far fronte a Gennaio agli esami del ciclo di baccalaureato. L’UPS ci vede protagonisti anche attraverso lo sport. Insieme

L’organizzazione di tornei ci dona la possibilità di entrare in relazione con vari giovani di diverse facoltà. Come studenti di filosofia, abbiamo partecipato alla gita di facoltà avvenuta sui passi di Santa Rita e San Benedetto. Cascia e Norcia sono state le mete, queste hanno dato un clima spirituale alla giornata. Tra gli obiettivi della preparazione universitaria portiamo i giovani, e ci sentiamo abbastanza vicini alla famosa citazione di don Bosco: “io per voi studio”. Ogni Sabato e Domenica, noi giovani confratelli viviamo l’esperienza apostolica in diverse comunità salesiane. Le nostre comunitàà di riferimento per tale esercizio sono: Pio XI (Roma), Sacra Famiglia di Civitavecchia, Tempio don Bosco di Cinecittà e Santa Maria della Speranza (Roma). In questo cammino, il direttore della comunità, don Gianni Lo Grande diventa di grande testimonianza per la giovialità che dona e le attenzioni paterne che mostra verso tutti i confratelli. Anche lui è chiamato a studiare ed aggiornarsi e nelle sue “buone notti” cogliamo la responsabilità di ciò che vuol dire essere salesiano in un contesto postmoderno, zoppicante per alcuni aspetti. Tra le varie attività quotidiane, ora il calendario ci vede impegnati nell’accademia musicale di Santa Cecilia, evento annuale che la nostra comunità prepara coinvolgendo diversi ordini religiosi e case salesiane, per rivolgere e offrire un canto in onore della santa patrona della musica. And re a , R occ o, P ie rp a olo e G ab ri ele

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FORMAZIONE

La vita al San Tarcisio


FORMAZIONE

Dal Noviziato di Genzano

I novizi del Bicentenario

Raccontare tre mesi vissuti nella comunità del Noviziato Internazionale di Genzano non è poi così semplice. Il periodo del Noviziato è una tappa fondamentale per i ragazzi che vogliono rispondere generosamente alla chiamata del Signore. Anche noi, quest’anno in due per la nostra ispettoria, stiamo cercando di esplorare cosa don Bosco chiede al consacrato salesiano e a quale missione educativa lo prepara, sapendo che la consacrazione è il dono più bello e più grande da poter offrire ai giovani» come si esprime il Progetto di Vita dei Salesiani di don Bosco che stiamo studiando. Salutando le nostre famiglie nei primi giorni di Settembre, siamo stati accompagnati in questo luogo dei Castelli Romani dal nostro ispettore don Pippo, dall’economo ispettoriale don Enzo, dall’incaricato del PreNoviziato uscente – che ci ha seguito per un anno intero don Luigi – e dal neo incarito della CP don Marcello; a questi ultimi vogliamo esprimere il nostro grazie affidandoli a Maria Ausiliatrice. L’ammissione alla vita religiosa è stata vissuta la sera del 7 Settembre consegnando le nostre persone nelle mani del Maestro don Raffaele Panno, alla presenza dell’ispettore dell’ICC don Leonardo Mancini. In questo cammino, il buon Dio ha messo sui nostri passi ben 11 compagni: due dei quali croati (Vinko e Mislav), due spagnoli (Juan Carlos e Javier), un ungherese (Péter), un siriano (Mhran) e altri 5 italiani provenienti dall’ispettoria centrale e quella meridionale (Luca, Matteo, Paolo, Gabriele e Claudio). Il giorno seguente alla nostra ammissione abbiamo vissuto comunitariamente la prima professione religiosa di Rocco e Pierpaolo con i loro compagni alla presenza del Rettor Maggiore che ci ha esortato nel cammino che stavamo per iniziare. I primi giorni ci sono serviti per ambientarci in questo nuovo ambiente, sia nella casa che possiede spazi grandi e accoglienti, che con i nuovi confratelli professi con cui viviamo.

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L’assistente di quest’anno è don Marco Maria Frecentese (confratello dell’ICC) che segue con occhio sveglio e cuore disponibile la nostra vita in Noviziato. Fra i lavori che svolgiamo ogni giorno vi è la pulizia e la cura degli ambienti sia interni che esterni (ad esempio un orticello o il parco annesso alla nostra casa) ma anche l’animazione liturgica dei nostri momenti di preghiera. La punta di diamante di questa tappa formativa sono lo studio delle Costituzioni, ma il nostro studio non si ferma solamente alla Regola bensì abbiamo la fortuna di aver insegnanti competenti che sviluppano diversi temi: dalle Memorie dell’Oratorio (don J. Strus) alla Storia della Vita Consacrata (don F. Ciardi vissuta grazie alla Scuola Intercongregazionale, realtà che vede l’unione dei Noviziati presenti nei Castelli Romani). Formiamo il nostro cuore salesiano e la nostra mente anche con esperienze educativo-pastorali davvero forti: il giovedì viviamo l’intera giornata a servizio del Borgo don Bosco di Roma, casa salesiana di frontiera, che ci permette di poterci spendere per i giovani poveri e abbandonati; viviamo esperienze di apostolato nell’Oratorio di Genzano e in quello di Castel Gandolfo, dove possiamo misurarci con incontri di catechesi, gruppi formativi, animazione e assistenza salesiana in cortile. Quest’anno abbiamo la fortuna di vivere due eventi unici: il famoso bicentenario della Nascita del nostro Fondatore, San Giovanni Bosco, e l’anno dedicato alla Vita Consacrata. Ironicamente possiamo affermare che abbiamo iniziato col “piede giusto” il cammino di Noviziato perchè Stefano, già dal primo giorno, ha avuto modo di slogarsi la caviglia destra. Con affetto Stefano e Tonino Insieme


Aiutare la Chiesa a crescere per via di attrazione

Discorso di Papa Francesco ai partecipanti all’assemblea nazionale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM) di venerdì 7 novembre 2014: Cari fratelli, vi do il benvenuto e vi ringrazio per la vostra accoglienza, in particolare ringrazio il Padre Presidente per aver introdotto questo nostro incontro, che si pone al termine della vostra Assemblea nazionale. Alla luce di quello che ho sentito del vostro lavoro, vorrei condividere con voi alcuni punti di riferimento per il cammino. Prima di tutto, la vita religiosa aiuta principalmente la Chiesa a realizzare quell’“attrazione” che la fa crescere, perché davanti alla testimonianza di un fratello e di una sorella che vive veramente la vita religiosa, la gente si domanda “che cosa c’è qui?”, “che cosa spinge questa persona oltre l’orizzonte mondano?”. Questa direi è la prima cosa: aiutare la Chiesa a crescere per via di attrazione. Senza preoccuparsi di fare proseliti: attrazione! L’abbiamo sentito nel Vangelo di mercoledì scorso: se uno «non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33). Questa decisione, con forme diverse, è richiesta ad ogni cristiano. Ma noi religiosi siamo chiamati a darne una testimonianza di profezia. La testimonianza di una vita evangelica è ciò che distingue il discepolo missionario e in particolare chi segue il Signore nella via della vita consacrata. E la testimonianza profetica coincide con la santità. La vera profezia non è mai ideologica, non è in confronto con l’istituzione: è istituzione. La profezia è istituzionale. La vera profezia non è ideologica, non è “alla moda”, ma è sempre un segno di contraddizione secondo il Vangelo, così come lo era Gesù. Gesù, per esempio, fu un segno di contraddizione per le autorità religiose del suo Insieme

tempo: capi dei Farisei e dei Sadducei, dottori della legge. E lo fu anche per altre opzioni e proposte: esseni, zeloti, ecc. Segno di contraddizione. Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto in questi giorni, come diceva il Padre Presidente: un lavoro che aiuta ad andare avanti nella strada tracciata da Evangelii Gaudium. Lui ha usato una bella espressione, ha detto: “non vogliamo combattere battaglie di retroguardia, di difesa, ma spenderci tra la gente”, nella certezza di fede che Dio sempre fa germogliare e maturare il suo Regno. Questo non è facile, non è scontato; richiede conversione; richiede anzitutto preghiera e adorazione. Mi raccomando, adorazione. E richiede condivisione con il popolo santo di Dio che vive nelle periferie della storia. Decentrarsi. Ogni carisma per vivere ed essere fecondo è chiamato a decentrarsi, perché al centro ci sia solo Gesù Cristo. Il carisma non va conservato come una bottiglia di acqua distillata, va fatto fruttificare con coraggio, mettendolo a confronto con la realtà presente, con le culture, con la storia, come ci insegnano i grandi missionari dei nostri istituti. Un segno chiaro che la vita religiosa è chiamata a dare oggi è la vita fraterna. Per favore, che non ci sia fra voi il terrorismo delle chiacchiere! Cacciatelo via! Ci sia fraternità. E se tu hai qualcosa contro il fratello, lo dici in faccia… Alcune volte finirai ai pugni, non è un problema: è meglio questo che il terrorismo delle chiacchiere. Oggi la cultura dominante è individualista, centrata sui diritti soggettivi. E’ una cultura che corrode la società a partire dalla sua cellula primaria che è la famiglia. La vita consacrata può aiutare la Chiesa e la società intera dando testimonianza di fraternità, che è possibile vivere insieme come fratelli nella diversità: questo è importante! Perché nella comunità non ci si sceglie prima, ci si trova con persone diverse

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FORMAZIONE

Discorso del Papa al CISM


FORMAZIONE

per carattere, età, formazione, sensibilità… eppure si cerca di vivere da fratelli. Non sempre si riesce, voi lo sapete bene. Tante volte si sbaglia, perché siamo tutti peccatori, però si riconosce di avere sbagliato, si chiede perdono e si offre il perdono. E questo fa bene alla Chiesa: fa circolare nel corpo della Chiesa la linfa della fraternità. E fa bene anche a tutta la società. Ma questa fraternità presuppone la paternità di Dio e la maternità della Chiesa e della Madre, la Vergine Maria. Dobbiamo ogni giorno rimetterci in questa relazione, e lo possiamo fare con la preghiera, con l’Eucaristia, con l’adorazione, con il Rosario. Così noi rinnoviamo ogni giorno il nostro “stare” con Cristo e in Cristo, e così ci mettiamo nella relazione autentica con il Padre

che è nei cieli e con la Madre Chiesa, la nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica, e la Madre Maria. Se la nostra vita si colloca sempre nuovamente in queste relazioni fondamentali, allora siamo in grado di realizzare anche una fraternità autentica, una fraternità testimoniale, che attrae. Cari fratelli, vi lascio queste semplici tracce, sulle quali state già camminando. Vi incoraggio ad andare avanti e vi accompagno in questa strada. Il Signore vi benedica e benedica tutte le vostre comunità, specialmente quelle più provate, più sofferenti. E vi ringrazio per la preghiera con cui voi accompagnate me e il mio servizio alla Chiesa. Grazie!

La vera profezia «non è mai ideologica, né risponde ad una moda, ma è sempre un segno di contraddizione secondo il Vangelo, così come lo era Gesù». Lo ha ricordato il Papa all’assemblea nazionale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori, ricevuta nella Sala Clementina la mattina di venerdì 7 novembre. Ai religiosi Francesco ha chiesto testimonianza di fraternità, conversione, preghiera e adorazione. L’Osservatore Romano sabato 8 novembre 2014.

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Insieme


Diario di Bordo della PG «Il tempo galoppa, la vita sfugge tra le mani. Ma può sfuggire come sabbia oppure come una semente». Il 2014 volge al termine e mentre cala il sipario anche su questo anno civile colgo l’occasione per annotare in questo Diario di Bordo un augurio ai confratelli, ai laici collaboratori e in particolare ai giovani, “primi e principali destinatari della nostra missione” (C. 26), prima che si affacci il 2015. Tutti siamo inseriti nel tempo, che passa con ritmi non sempre uguali, ma inesorabilmente scorre via. Ecco, allora, il valore della frase che ho scelto come augurio, desumendola da un notissimo scrittore spirituale, Thomas Merton. Si può, infatti, far sfuggire dalle mani ore e giorni come se fossero aridi granelli di sabbia, simili a quelli che sono nelle clessidre, espressione solo di un vuoto, di un nonsenso, di rassegnazione. Oppure si può rendere quegli istanti come un seme che si deposita nel terreno della storia e, anche se tanti chicchi sono schiacciati da sassi e rovi, ce ne sono molti che attecchiscono, crescono e fruttificano. L’invito e l’augurio, quindi, è quello di non “ammazzare” il tempo ma di viverlo pienamente nella “semplicità di cuore”, senza essere ricercati, pretenziosi, maliziosi e scaltri. Non si deve sgomitare per avere successo e ottenere i primi posti nella società. Non ci si deve ergere altezzosi, disprezzando gli altri. È, invece, decisivo, come aveva suggerito Cristo, essere limpidi e fiduciosi come i bambini; è importante coltivare i sentimenti freschi e intensi della famiglia; è fondamentale avere il cuore puro, l’anima schietta, la vita sobria, la parola sincera. Con questo auspicio, continuiamo il nostro anno pastorale che ha visto, in questi ultimi tre mesi, il susseguirsi di diversi appuntamenti ed iniziative ispettoriali; tra i più importanti ricordiamo l’incontro dei responsabili di Oratorio e Parroci del 17 novembre. Annoto brevemente quanto abbiamo vissuInsieme

to. Dopo la preghiera e il saluto iniziale da parte dell’Ispettore, è stato presentato l’itinerario che s’intende portare avanti con il settore Oratorio-Parrocchia. Don Marcello Mazzeo è stato invitato a presentare la Comunità Educativa Pastorale a partire dal “Quadro di riferimento della Pastorale Giovanile”, mettendo in evidenza i due settori della Parrocchia e dell’Oratorio. L’ordine del giorno prevedeva anche la comunicazione delle iniziative ispettoriali, degli eventi nazionali sul Bicentenario della Nascita di Don Bosco e della progettazione del sussidio estivo 2015. Un’altra iniziativa di quest’anno è stata quella del “Vieni e vedi” in Comunità Proposta, dal 31 ottobre al 2 novembre, e che ha visto coinvolti 7 giovani delle nostre case a condividere alcuni momenti con la comunità salesiana della Salette. Non mi prolungo nella descrizione di questa iniziativa e vi rimando alle pagine seguenti dove troverete un articolo di approfondimento. Tra le iniziative previste nella programmazione della PG c’era anche quella del Confronto Giovani che doveva svolgersi a San Gregorio nel fine settimana dal 7 al 9 Novembre; purtroppo, e con un pizzico di rammarico, ci sono pervenute poche adesioni dalle case e, per tale ragione, si è deciso di soprassedere all’iniziativa. Tra i mesi di novembre e dicembre sono stati avviati gli itinerari formativi/vocazionali dei GR (Leader, Ado, Discernimento e Scelta). Sappiamo bene che i GR rappresentano il culmine delle proposte formative che offriamo ai nostri destinatari più sensibili. Anche quest’anno abbiamo registrato una congrua presenza di ragazzi e giovani provenienti dai nostri ambienti. Per l’approfondimento dei GR vi rimando all’articolo di approfondimento che troverete nella sezione “Animazione Vocazionale”. Infine, annoto l’appuntamento della Consulta Regionale MGS svoltasi nella giornata del 7 dicembre presso l’Istituto delle

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PASTORALE GIOVANILE

Esperienze Ispettoriali


PASTORALE GIOVANILE

Figlie di Maria Ausiliatrice di via Caronda (CT). Anche di questo incontro troverete un articolo di presentazione dei lavori che sono stati svolti in Consulta.

Bene! Concludo richiamando l’espressione di Merton e ponendomi un interrogativo. Sabbia o semente? A me e a voi la scelta! E che Dio vegli sempre sul vostro e mio cammino. d o n D om e ni c o L uv a r à

Prossimi Appuntamen ti • Dal 19 al 22 Dicembre si svolgerà il secondo appuntamento di “Vieni e vedi” in Comunità Proposta, presso la Salette. • Dal 3 al 5 Gennaio si terrà il Meeting Adolescenti che avrà come tema: “Continua tu la sua missione”. Sono invitati a partecipare i ragazzi/e dai 14 ai 18 anni in su che vogliono vivere un’esperienza intensa di formazione, spiritualità e fraternità. L’invito è rivolto a tutti coloro che frequentano gli Oratori, le Parrocchie, le Scuole e i Centri di Formazione Professionale nelle case salesiane e a tutti coloro che provengono dai rami di Famiglia Salesiane e che condividono la Spiritualità Giovanile Salesiana. Luogo dell’evento: “SARACEN SANDS VILLAGE HOTEL” di Isola delle Femmine / Capaci (PA). Far pervenire le iscrizioni entro e non oltre il 22 dicembre 2014. • Il 17-18 Gennaio si terrà il terzo incontro di Scuola di Mondialità. • Il 24 e 25 Gennaio si terrà il secondo appuntamento del GR Ado nelle tre zone della Sicilia (Occidentale, Centrale ed Orientale). • L’8 Febbraio si terrà il secondo appuntamento del GR Leader nelle cinque zone pastorali (Trapani, Palermo, San Cataldo, Catania e Messina).

Animazione Vocazionale

Avvio Gruppi Ricerca (GR)

“Non vedevo l’ora di iniziare questo GR”! Queste sono le parole di accoglienza, al mio arrivo ad Alcamo, da parte di un adolescente della Sicilia Occidentale. Parole, accompagnate da un forte abbraccio, che riempiono il cuore di gioia e donano maggiore impulso alla nostra missione tra i ragazzi e i giovani. Tra i mesi di ottobre e dicembre, sono stati avviati i percorsi dei GR che, come già sappiamo, si collocano nel cuore della Pa-

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storale Giovanile con una marcata peculiarità vocazionale. La struttura di questi cammini prevede quindi una proposta per i Preadolescenti (Gruppo Ricerca “Leader”), per gli Adolescenti (Gruppo Ricerca “Ado”), uno per i Giovani che prevede due step (Gruppi Ricerca “Discernimento” – per assimilare gli atteggiamenti e gli strumenti del discernimento spirituale – e “Scelta” – per abilitarsi ad una scelta matura e consapevole). I camInsieme


Insieme

Un weekend intenso di contenuti: confronto di gruppo e personale con la Parola di Dio, il senso della ricerca e del cammino GR, un approccio più consapevole all’Eucarestia e alla Riconciliazione, l’apertura agli altri come fraternità e servizio, la catechesi salesiana. Dicembre ha visto l’avvio del GR Discernimento; il 13 e 14 dicembre la Comunità di Casa Tabor - Sant’Alfio ha accolto 12 giovani proveniente da varie zone della Sicilia (Marsala, Alcamo, Catania San F. Neri nuovo, Piazza Armerina). L’intenzione dei partecipanti di questo GR è fare discernimento vocazionale; ai giovani vengono dati gli elementi e il metodo del discernimento attraverso contenuti, motivazioni e atteggiamenti. Infine, il 20 e il 21 Dicembre ha avuto luogo il GR Scelta, anche se in una modalità differente rispetto agli anni passati. Quest’anno, infatti, abbiamo assistito alla fusio-

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PASTORALE GIOVANILE

mini sono strutturati per condurre i giovani fino al confronto diretto con la vita consacrata salesiana nella Comunità Proposta (cfr. “…Darei la vita”, pp. 27-30). Il primo GR ad essere avviato è stato quello del Leader. Il 16 Novembre, infatti, si è svolto il primo incontro in cinque zone della Sicilia: Messina, Catania, Sicilia Centrale, Palermo e Trapani. Questo itinerario ha come destinatari i preadolescenti di 2ª e 3ª media in cui emergono caratteristiche di profondità spirituale, disponibilità al servizio, famigliarità con la vita della Chiesa ed ha come obiettivo l’approfondimento della Vita come Vocazione. In questo primo incontro si registrano circa 200 ragazzi provenienti dalle diverse zone pastorali. Nei giorni 29 e 30 novembre si è tenuto il primo incontro di GR Ado, che ha visto impegnate contemporaneamente tre zone della Sicilia: Sicilia occidentale (Alcamo), dove hanno partecipato gli adolescenti di Marsala, Alcamo, Trapani, Palermo “Gesù Adolescente” e “Don Bosco” Ranchibile; al Centro Sicilia (Montagna Gebbia) hanno partecipato i ragazzi di Riesi, San Cataldo, Gela, Catania San Filippo Neri vecchio, Salette e Barriera; per la Sicilia Orientale (Alì Terme FMA), i partecipanti sono stati gli adolescenti di Messina Giostra e di Barcellona Pozzo di Gotto. Oltre gli adolescenti provenienti dalla nostre case, erano presenti anche i giovani delle case FMA, da alcune parrocchie diocesane (Villaggio UNRRA di Me e Bagheria) e dai rami di Famiglia Salesiana (nello specifico le Suore Oblate del Sacro Cuore di Paceco). Questo primo incontro ha visto la partecipazione di circa 120 adolescenti in cui emergono caratteristiche di profondità spirituale, disponibilità al servizio e all’animazione, famigliarità con la vita della Chiesa ed una affettività serena ed in crescita.


PASTORALE GIOVANILE

ne del GR Scelta con i giovani che hanno aderito all’iniziativa “Vieni e vedi” proposta dalla Comunità della Salette. I destinatari sono fondamentalmente gli stessi: giovani intenzionati ad un confronto più diretto e stringente con la specifica vocazione alla vita consacrata salesiana. Ordinariamente la proposta è fatta a coloro che hanno vissuto la tappa precedente del GR Discernimento o che ne hanno maturato gli obiettivi. Questo percorso ha come obiettivo principale la scelta dello stato di vita; in-

fatti, vengono fatti degli approfondimenti sulla forma di vita di Gesù, sui consigli evangelici, l’unione con Dio, la vita fraterna in comunità, l’essere inviati ai giovani e la vita consacrata. Carissimi, auspico che l’anno del Bicentenario della nascita di Don Bosco diventi per ciascuno di noi un’occasione per un forte slancio “verso la missione”. Un forte slancio, perché tanti giovani possano incontrare il Signore nella loro vita! Un forte slancio, perché tanti di loro si accorgano che fanno esperienza di Gesù, della sua compagnia e della sua amicizia, nella misura in cui diventano suoi apostoli e missionari verso i loro coetanei! Un forte slancio per essere come Don Bosco con i giovani, per i giovani! d o n D om e ni c o L uv a r à

2° Incontro Consulta Regionale MGS Domenica 7 dicembre 2014, presso l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Caltanissetta, si è svolto il secondo incontro della Consulta Regionale MGS. Il primo argomento trattato è stato quello dell’organizzazione del Meeting Adolescenti previsto per i giorni 3, 4 e 5 Gennaio: abbiamo lavorato in gruppo per stabilire i dettagli riguardanti il tema e le modalità. È stata poi fatta una verifica sulle motivazioni della mancata partecipazione al Confronto Giovani che era stato programmato per i giorni 7, 8 e 9 Novembre e che è stato poi annullato a causa delle poche adesioni dei ragazzi. La presentazione del sussidio estivo per i Grest, terzo punto dell’ordine del giorno. che avrà come protagonista il “Grigio” (il

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cane di Don Bosco), personaggio già conosciuto come Mascotte della festa del 31 Agosto in occasione dell’Apertura del Bicentenario della nascita di Don Bosco in Sicilia. Infine Suor Assunta e Don Domenico hanno illustrato le modalità di partecipazione agli eventi nazionali che si terranno a Torino nei mesi estivi, in particolare il pellegrinaggio dal 18 al 21 Giugno in occasione della visita a Torino da parte di Papa Francesco, e il Confronto Mondiale (MGS Don Bosco 2015) che si svolgerà dal 10 al 16 Agosto e per il quale siamo chiamati a collaborare per l’organizzazione come MGS Sicilia. Il prossimo incontro della Consulta Regionale si terrà il 28 Febbraio e 1 Marzo 2015. G i ul i a Br un o Insieme


“Un anno che ti cambia la vita”

Svolgere il servizio civile presso l’Ispettoria Salesiana Sicula per il progetto “Giovani in rete” è stata veramente un’esperienza unica che ha segnato indelebilmente il mio modo di essere… e di agire! L’ambiente è ancora più dinamico di quanto si possa inizialmente immaginare. La preparazione in vista del Bicentenario di Don Bosco ha contraddistinto quest’anno salesiano ed ha coinvolto in maniera predominante le mie attività. Sono stata impegnata nella realizzazione e nell’aggiornamento giornaliero della pagina facebook “Bicentenario Don Bosco in Sicilia” che vanta più di 3.000 iscritti; ho realizzato un numero speciale della rivista “Insieme” dedicata al passaggio dell’Urna di Don Bosco e mi sono occupata dell’organizzazione della festa per l’apertura dell’anno del Bicentenario che ha visto la presenza del Rettor Maggior e della Madre Superiora FMA. Un altro obiettivo importante che ho portato avanti ha riguardato il restyling del sito con la creazione di nuove rubriche settimanali riguardanti la missione, la vocazione, le tematiche educative, l’attualità e gli interventi di Papa Francesco durante le udienze e la preghiera dell’Angelus. La nostra newsletter quindicinale che comprende gli ultimi articoli inseriti nel sito raggiunge circa 5000 iscritti. Oltre all’utilizzo degli strumenti informatici, il mio impegno ha riguardato anche le creazione di sussidi per la formazione personale degli animatori e per la valorizzazione degli oratori, da distribuire nelle varie case. L’Ispettoria inoltre mi ha offerto l’opportunità di partecipare ai cammini formativi che propone ai ragazzi (GR Leader, GR Ado, Campi Animatori), coinvolgendomi sia nell’animazione che nella formazione dei partecipanti. Queste attività mi hanno permesso di proseguire il mio cammino di crescita umana e cristiana, facendomi riflettere sulle mie Insieme

aspirazioni future per essere sempre “buoni cristiani e onesti cittadini”. Roberta Tardo Siamo ormai a ridosso del Natale, e questo vuol dire che manca ormai poco, più di un mese alla fine del mio servizio civile per la Pastorale Giovanile, in Ispettoria. L’unica parola che mi viene in mente è “rinascita”. In questi mesi, infatti, ho preso parte a tutti gli appuntamenti ispettoriali, sia come organizzatore (come nel caso dei campi e dei GR), che come destinatario (forum educatori, scuola di mondialità) e devo dire che tutto questo mi è mancato, nei miei 5 anni di assenza dalle attività del MGS. Stare giorni interi con i ragazzi, vivere determinate esperienze con loro ed ascoltare i loro problemi, le loro riflessioni durante i momenti formativi, è stato stimolante e gratificante; il feedback dai ragazzi che ho animato è stato incredibile, tanto che, con molti di loro, continuo a tenere rapporti di amicizia, in alcuni casi anche profonda. Ma il Servizio Civile in Ispettoria non è stato solo campi, campi e campi. È stata anche l’occasione per mettere alla prova la mia capacità nel lavorare IN gruppo e PER il gruppo, soprattutto nei (molti) momenti in cui il lavoro era tanto ed il tempo utile alla consegna scarseggiava. È stato, per riassumere, un anno utilissimo ed inaspettatamente positivo, in cui ho ritrovato alcuni stimoli che avevo perso, come la passione per l’animazione ed il rapporto con i ragazzi e l’ambiente salesiano. Posso senz’altro dire che quest’anno mi ha salvato dall’apatia di questi ultimi tempi che mi stava portando ad abbandonare i numerosi progetti che avevo in cantiere, e che adesso sto affrontando con più voglia di prima. Insomma, l’anno di Servizio Civile mi ha davvero cambiato, in meglio, la vita. A nd r ea P r ivi ter a

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PASTORALE GIOVANILE

Servizio Civile Salesiano


PASTORALE GIOVANILE

Animazione Vocazionale

“Vieni e vedi” La comunità Proposta della Salette

«A chi si orienta verso la vita salesiana vengono offerti l’ambiente e le condizioni adatte per conoscere la propria vocazione e maturare come uomo e come cristiano. Può così, con l’aiuto di una guida spirituale, scegliere in modo più consapevole e libero da pressioni esterne e interne. Immediatamente prima del noviziato è richiesta una speciale preparazione per approfondire l’opzione vocazionale e verificare l’idoneità necessaria ad iniziare il noviziato. Tale preparazione si compie attraverso un’esperienza di vita comunitaria e apostolica salesiana» (Cost. 109). L’articolo delle Costituzioni Salesiane appena citato presenta alcuni criteri generali circa la Comunità Proposta (CP); ad esso ho fatto riferimento nello scrivere questo articolo e nel presentare l’iniziativa che da quest’anno la comunità della Salette propone ai nostri giovani che desiderano un confronto per la comprensione della volontà di Dio e, in forma esplicita e implicita, con la vita consacrata secondo il carisma salesiano. La CP della Salette, formata da salesiani e da alcuni giovani che hanno iniziato il loro cammino di discernimento vocazionale, offre una bella opportunità agli adolescenti e giovani che si chiedono quale sia il progetto di Dio per la loro vita, interrogandosi singolarmente e lasciandosi accompagnare da una guida spirituale: condividere alcuni momenti con la comunità stessa.

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Da quest’anno, e per questo motivo, sono previsti dei tempi specifici lungo l’anno, nei quali questa esperienza di confronto è condivisa con altri giovani che sono aperti non solo a coloro che hanno già deciso di diventare salesiani ma anche a quei giovani in discernimento che non hanno ancora scelto quale percorso intraprendere ma che vogliono sperimentare “più da vicino” la missione e la spiritualità salesiana. La CP, infatti, accoglie giovani per un tempo continuato ma anche per brevi esperienze di condivisione. Prevede l’esperienza di una vita comunitaria più intensa continuando a frequentare le proprie scuole o l’attività lavorativa. Pur essendoci un percorso progettato, molto dipende dai giovani che entrano e dai loro tempi di permanenza e maturazione. Per questo si è attenti a personalizzare il cammino attraverso gli incontri formativi, il confronto personale e i momenti comunitari. La CP può diventare il luogo dove maturare la consapevolezza della chiamata alla vita salesiana e, successivamente, iniziare il Prenoviziato. Gli obiettivi della CP sono molteplici: primo fra tutti il confronto con la vita comunitaria salesiana; in secondo luogo concedere ai ragazzi il tempo e lo spazio per un discernimento vocazionale anche attraverso la possibilità di una guida per un percorso di accompagnamento. Non manca l’approfondimento carismatico salesiano sulla esperienza di vita di Don Bosco anche attraverso l’esperienza con i ragazzi bisognosi e di un quartiere popolare e il confronto e la riflessione sulla viInsieme


Dopo pranzo è stato previsto anche un gioco da tavolo comunitario. Nel pomeriggio i giovani si sono confrontati con il cammino vocazionale di Don Bosco; guardando all’adolescente Giovanni, si è riflettuto sulla comprensione del progetto di Dio sulla propria vita, i segni, gli strumenti, le mediazioni, le tappe. Nel tardo pomeriggio abbiamo atteso l’arrivo dell’Ispettore che si è intrattenuto con la comunità e i giovani fino a sera tardi. Il 2 novembre mattina, dopo aver partecipato alla Santa Messa dell’Oratorio, i giovani sono stati invitati ad assumersi alcuni impegni, a mo’ di compiti per casa, e a lavorare su stessi ai fini del discernimento. La comunità della Salette, nel congedare i giovani, li ha invitati a partecipare al secondo incontro previsto a dicembre dal 19 al 22. Ci si augura che, oltre ai sette giovani del primo incontro, anche altri adolescenti e giovani possano sperimentare l’accoglienza semplice e fraterna della CP. don Domenico Luvarà

Cappellina della Comunità Proposta.

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ta consacrata in generale. Infine, anche se non meno importante, il confronto costante con Gesù nella partecipazione ai sacramenti ed alla preghiera ecclesiale della liturgia delle Ore. Dal 31 Ottobre al 2 Novembre la comunità della Salette ha ospitato un gruppo di sette giovani per il primo dei tre appuntamenti dell’anno ed ha offerto un programma molto intenso e coinvolgente. Il pomeriggio del 31 ottobre, dopo gli arrivi e la sistemazione, ci si è concentrati sulla presentazione e le aspettative del percorso e della CP. Don Marcello Mazzeo ha aiutato i giovani a fare una rilettura e una sintesi della propria vita e del proprio cammino vocazionale; non sono mancati i momenti della preghiera comunitaria, opportunamente preparati, la serata di fraternità e la buona notte. Sabato 1 novembre i giovani sono stati messi a contatto con la Parola di Dio: l’importanza della risposta alla chiamata di Dio e/o non risposta, seguita dalla riflessione personale e dalla condivisione in gruppo.


PASTORALE GIOVANILE

Animazione Missionaria/VIS

Scuola di mondialità

Sulle orme di Don Bosco missionario La cultura e lo stile di vita attuale sono dominati dall’individualismo e dall’indifferenza, pensando prevalentemente al proprio io e alle proprie necessità, invece di rivolgere un piccolo pensiero agli ultimi, sia nelle realtà vicine che lontane. Prendiamo coscienza ed educhiamoci alla scoperta dei diritti umani, nel far accrescere la nostra responsabilità, imparare a vedere un mondo “nuovo“ ai nostri occhi; solo così riusciremo a vedere oltre le barriere imposte dalla nostra società, e ancor di più, educhiamoci a tendere la nostra mano al fratello che ci sta accanto. A tal proposito, gli itinerari ispettoriali offrono un cammino formativo al volontariato internazionale, e non solo all’esperienza estiva, chiamato Scuola di Mondialità ( SdM), che si svolge all’interno dell’Animazione missionaria (AM) e del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS, organizzazione non governativa), attraverso i comitati VIS locali. La SdM approfondisce tematiche legate al mondo della cooperazione internazionale, all’intercultura ed alla educazione alla mondialità con conferenze, dibattiti e testimonianze a cadenza mensile, della durata di un weekend, che si caratterizzano per la chiara impronta di stile salesiano, vissuti in stile gioioso di vita fraterna e di famiglia. Gli incontri della SdM sono aperti a studenti universitari,insegnanti, educatori, operatori del terzo settore, ai candidati al volontariato internazionale e a tutti coloro che sono interessati a formarsi e confrontarsi sulle tematiche della mondialità, dell’intercultura, dei diritti umani e che desiderano vivere un’esperienza estiva di formazione e servizio presso una missione salesiana di un paese povero. Una “scuola“ per formarsi, per riflettere e approfondire temi riguardanti il mondo che ci circonda, le sue dinamiche, le sue sfide, in un’ottica non solo di conoscenza ma

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anche di impegno personale nel quotidiano. Quest’anno il tema conduttore degli incontri sarà il “Cibo”, tema dell’EXPÒ 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, con approfondimenti dei fondamenti biblici dell’esperienza missionaria e della dimensione antropologica e cristiana del cibo. L’obiettivo è favorire la crescita di una cultura missionaria, cercando di adoperarsi per un vero impegno missionario,allargare la nostra visione della vita, dare concretezza alla nostra fede, essere veri testimoni con il nostro stile di vita di quella “salesianità“ che don Bosco con tanto amore ci ha donato. “Non importa quanto si dà, ma quanto amore si mette nel dare” (Madre Teresa).

Programma del la S cuol a di Mondialità 2014-2015 Prossimi appuntamenti... Tema: Impiego degli OGM: implicazioni e biodiversità. Relatore: Don Gianni Russo. Data: 17-18 Gennaio (DO.MI.SAL). Tema: Settore agricolo in Sicilia e Sistema legislativo europeo. Relatore: Dirigente della Coldiretti Sicilia Data: 7-8 Febbraio . Tema: Catena alimentare: alimentazione bilanciata tra benessere e malattia. Relatore: Francesca Tornatore. Data: 9-10 Maggio. Il Delegato ispettoriale Il Coordinatore del Comitato VIS Sicilia don Luigi Calapaj - Daniele Tinaglia Insieme


Un sogno da realizzare insieme: Don Bosco Island “Don Bosco Island”

In Sicilia una nuova associazione Domenica 9 novembre presso la Plaia di Catania vi è stata la presentazione alla Famiglia Salesiana. Si tratta di un’Associazione Temporanea di scopo nata dalla collaborazione tra Salesiani di don Bosco, Figlie di Maria Ausiliatrice, le ONG salesiane Vis e Vides, i Salesiani per il Sociale (Federazione SCS/CNOS), e le associazioni regionali Don Bosco 2000 e MetaCometa. Il suo scopo è la gestione di alcune realtà salesiane siciliane con particolare attenzione all’accoglienza dei giovani migranti e l’integrazione interculturale. Tutta la famiglia salesiana dell’isola si è stretta per manifestare il proprio entusiasmo. Stanno infatti nascendo molti progetti grazie al lavoro di èquipe tra i membri dell’associazione: ognuno porta il proprio knowhow così da contribuire alla progettazione e alla realizzazione d’interventi integrati e partecipati che possano diventare una risposta concreta al fenomeno dell’immigrazione, promuovere la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione e possano altresì partire dalla Sicilia con l’obbiettivo di creare rete insieme ad altre realtà italiane. Ogni progetto è mosso dal desiderio di agire come don Bosco: aiutare, grazie al carisma salesiano, i giovani, specialmente i più poveri, nella crescita personale, facendoli sentire amati. Nel corso della presentazione hanno espresso questo intento l’ispettore dei salesiani don Pippo Ruta, la vicaria ispettoriale delle FMA suor Gina Sanfilippo, il presidente della federazione SCS/CNOS don Giovanni D’Andrea, il deInsieme

legato nazionale del VIS don Guido Errico, la presidente del VIDES Trecastagni Seba Messina e il presidente dei salesiani cooperatori di Sicilia Giuseppe Raitano. Agostino Sella dell’associazione don Bosco 2000 ha inoltre narrato le origini dell’associazione: l’idea dell’ATS era nata per soddisfare un’esigenza del mondo salesiano siciliano, ma non solo, rispetto al fenomeno dell’immigrazione, che oggi non può più essere considerato emergenza. La mission di Don Bosco Island si esprime in tre obiettivi. Il primo è quello di unire le straordinarie energie che il carisma salesiano suscita ancora in Sicilia, nel mondo delle associazioni laicali, tra i giovani, tra i volontari e gli operatori, per un intervento integrato e organico a favore dei flussi migratori dell’emergenza sbarchi. Il secondo prevede l’apertura di comunità-filtro e centri di prima accoglienza per immigrati provenienti dal mare per realizzare un “pezzo” del progetto complessivo nazionale coordinato dagli enti salesiani (SCSVIS-VIDES). Il terzo obiettivo è dare vita a luoghi di accoglienza: laboratori permanenti di integrazione, spazi di riflessione e di costruzione dal basso, centri per la promozione della interculturalità e delle identità plurali. Salvo Adamo dell’associazione MetaCometa, ha infine raccontato che cosa sia “L’Isola di don Bosco”: uno dei primi progetti dei quali si occuperà l’ATS Don Bosco Island. Proprio presso la Plaia si sogna la creazione di una cittadella dell’integrazione nella quale, oltre al centro di accoglienza migranti, potrà sorgere l’Oratorio dei Popoli. Aggregazione, accoglienza, partecipazione, integrazione, formazione ed incontro sono solamente alcune delle parole chiave che muovono il progetto. Il desiderio è di far partecipare tutti coloro che sono interessati

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PATORALE GIOVANILE

Progetto Don Bosco Island


PASTORALE GIOVANILE

alla realizzazione del sogno, attraverso lo scambio di idee, proposte e attività. Al termine della presentazione don Pippo Ruta ha presieduto la Santa Messa, durante la quale ha ricordato l’importanza di costruire ed essere “ponti” tra la gente, alternativi ai “muri”, così da seguire sempre l’esempio di don Bosco, immagine di Gesù. Tutti coloro che desiderano sognare insieme l’Isola di don Bosco ed essere aggior-

nati sui progetti possono inviare una e-mail all’indirizzo donboscoisland@gmail.com e seguire la pagina Facebook “Don Bosco Island”. “Nelle cose che tornano a vantaggio della pericolante gioventù o servono a guadagnare anime a Dio, io corro avanti fino alla temerità” (Don Bosco). G iu li a di Me t a c o me t a

Tra passato e presente:

sogniamo insieme l’isola di D. Bosco “Non dobbiamo mai lasciarci sfuggire un’occasione che il Signore ci presenta per fare del bene.” ci insegnava don Bosco e noi oggi non possiamo farci scappare la grande possibilità che ci viene offerta! 15 0ttobre 2015: la famiglia salesiana di Sicilia, rappresentata da: salesiani di Sicilia, Figlie di Maria Ausiliatrice, le associazioni nazionali SCS/CNOS, VIS e VIDES e le associazioni regionali “Don Bosco 2000” e “MetaCometa” hanno dato vita all’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) “Don Bosco Island” Già questo ci pare bello… il variegato mondo salesiano, insieme, per leggere i bisogni, condividere le progettazioni, intrecciare le esperienze, lavorare nello stesso campo rompendo gli steccati degli orticelli “propri”. Non si tratta di demandare ai laici una opera, o di cedere una struttura, e nemmeno di mollare una attività per carenza di perso-

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nale; si vuole “lavorare insieme“, “unire le forze”, credere a un possibile nuovo modello organizzativo di gestione di un’opera e di una attività, fatto di sinergie e di integrazioni, nel riconoscimento e nella valorizzazione reciproca di ruoli, di competenze e di carismi. È questa la prima mission che l’ATS si è data: di unire. Si di unire le straordinarie energie che il carisma salesiano suscita ancora in Sicilia, tra i religiosi, nel mondo delle associazioni laicali, tra i giovani, tra i volontari e gli operatori. E abbiamo anche la presunzione di pensare che questo modello carismatico e organizzativo sia replicabile e questa esperienza di sistema possa diventare un’esperienza pilota. Per fare cosa? L’ATS nasce per dare una risposta a favore dei flussi migratori provenienti dagli sbarchi, ormai inarrestabili e quotidiani, sulle nostre coste. Oltre a Santa Chiara, San Gregorio, Cammarata dove già si lavora a favore dei migranti, i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno messo a disposizione la Colonia della Plaia e le case di Camporeale (SDB) e di Agrigento (FMA); anche qui, non si tratta solo di gestire delle opere ma di realizzare un intervento integrato e organico che vede il mondo salesiano di Sicilia impegnato nella gestione di centri di prima accoglienza, di comunità “filtro” che si raccordino con le Insieme


Dio si è seminato. Sono giovani in gamba, competenti e motivati. All’interno dell’Isola di Don Bosco della Plaia nascerà il progetto “l’Oratorio dei Popoli” perché si creino occasioni di scambio, incontro, formazione e possibilità di esperienze di volontariato. La multietnicità della società odierna deve trasformarsi in occasioni di integrazione, di osmosi di culture, di positive “contaminazioni” di novità e di diversità. S o g n i a mo l ’I s o l a d i d o n Bo s c o c o m e : • la cittadella dell’integrazione dove le attività del centro di accoglienza migranti si intrecceranno con quelle dell’Oratorio dei Popoli dando vita a occasioni di incontro, di scambio, di fraternità; • il luogo dell’accoglienza nel quale ognuno possa sentirsi accolto e voluto bene dagli altri e da Dio. L’accoglienza vuole essere salesiana, preventiva, gioviale e reciproca, dalla quale potranno nascere occasioni di crescita e integrazione; • l’Isola della partecipazione: dove ognuno possa sentirsi a casa sua e chiunque vi approdi, possa chiamarla “home”, e non semplicemente “house”, come ci ha suggerito il nostro ispettore don Pippo Ruta domenica 9 novembre durante la presentazione del progetto. La nuova organizzazione della Plaia non cancellerà la forte identità del luogo e i felici ricordi che ciascuno di noi conserva, ma piuttosto ne implementerà le potenzialità offrendo nuove occasioni di crescita. Gli oratori potranno continuare a usufruire della struttura per le attività dei grest e gli sdb e le fma potranno godere di serene vacanze al mare in camerette rinnovate e accoglienti. La gestione economica sarà trasparente e condivisa e tutti i proventi delle attività saranno reinvestiti all’interno dell’ Isola di Don Bosco della Plaia per migliorarne la struttura e le attività. Tutto ciò che ci aspetta è una bella scommessa, forse un sogno, (ma siamo tutti figli di un “sognatore”!), credere che sia realizzabile lo dobbiamo a Don Bosco nell’anno bicentenario della sua nascita. S a l v o A da m o

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comunità di seconda accoglienza che le altre ispettorie italiane stanno allestendo nel resto del territorio nazionale. Il progetto complessivo è coordinato dagli enti salesiani nazionali SCS-VIS-VIDES, che, di concerto con gli Ispettori dei salesiani d’Italia e le Ispettrici delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con i rispettivi delegati del settore emarginazione, hanno istituzionalizzato un tavolo di riflessione e di progettazione comune per rispondere al problema sempre più grave dell’accoglienza degli immigrati provenienti dagli sbarchi. Anche a livello nazionale si sente l’esigenza di creare nuovi modelli di intervento. La tradizionale divisione tra ONG che agiscono nei Paesi in Via di Sviluppo e ONLUS e Associazioni che si occupano delle situazioni di disagio in Italia è un modello superato. Occorre promuovere sempre più un approccio integrato e di rete che agisca nello stesso tempo nelle comunità di partenza dei fratelli migranti e nelle comunità di accoglienza in Italia e in Europa. Cosa vuole essere “L’Isola di Don Bosco” della Plaia? Alla Plaia di Catania nascerà il Centro di prima Accoglienza. Il Centro potrà accogliere immediatamente circa 50- 60 immigrati. Saranno effettuate le prime procedure di prassi (visite mediche, richiesta di asilo, ecc..) e gli ospiti saranno impegnati in corsi base di lingua italiana, informatica, cittadinanza, presentazione e conoscenza della cultura e dei costumi italiani; inoltre saranno accompagnati a intraprendere un percorso volto a definire per ciascuno un progetto migratorio personalizzato. Tutti gli operatori che si stanno preparando a gestire il Centro provengono da percorsi e ambienti salesiani (VIS, VIDES, MGS, oratori, scuole…), frutto di tanto buon seme che con la grazia di


PASTORALE GIOVANILE

Associazione - CGS

Stay - Hub

Giovedì 13 novembre 2014, nasce sulla radio web Radioforyou FMA sita nell’istituto Fma di via Caronda, il programma radiofonico “Stay-Hub”. Pensato e condotto dal C.G.S. Miaramandeha di Pedara, Stay-Hub vuole essere uno spazio, virtuale e non, di discussione e incontro. Un laboratorio dove il teatro del maestro Orazio Condorelli, lo spazio educativo della maestra e pedagogista Giusy Lo Bianco, il cinema, la letteratura, la voce frizzante e i pensieri imprevedibili e sorprendenti della piccola Rebecca, sono tenuti insieme da tanta buona musica e dalle voci dei due conduttori: Chiara D’Arienzo e Tommaso Pezzino, presidente del C.G.S. Miaramandeha. Ma cos’è Stay-Hub per chi ci sta dentro? Perché credere in questo progetto? “Stay Hub per me è un vero e proprio “educatore informale” che rivoluziona la percezione e la concettualizzazione e che agisce in profondità lasciando il segno alla mentalità collettiva. “Vogliamo stare al passo con i tempi e impegnarci a formare e ad educare con gioia, cultura, musica e inimitabile allegria salesiana”, questo il pensiero della maestra Giusy. Secondo i nostri conduttori Stay - Hub, scrive Chiara, è un crocevia di idee, opinioni e viaggi da e verso mondi sempre diversi e ancora da esplorare, la ribalta incontra la

cattedra, l’innovazione incrocia la tradizione, le nuove generazioni daranno del filo da torcere alle certezze precostituite”; per Tommaso “è un modo straordinario di fare (e non solo parlare) di comunicazione! Il CGS é una realtà che vuole, oltre che diffondere la cultura di una comunicazione sempre più ricca di contenuti, fare rete, promuovere incontri dentro cui quella cultura possa annidarsi e poi diffondersi”. La regia tutta al femminile di Irene Tribulato, la programmazione sapiente di Alfio Bonanno, la collaborazione di chi ci crede come suor Maria Grazia Tripi, sostegno attivo di questo progetto, Mario Strazzeri e la sua finestra sul presente attraverso la rubrica “l’oggissimo”, Chiara Buceti e le sue chicche direttamente dal cantiere expo 2015, le note arpeggiate dalla chitarra di Gabriele Pisasale e infine le parole di suor Palma Lionetti, delegata nazionale C.G.S., completano la squadra di Stay-Hub! Tutto questo e molto di più potete seguirlo in diretta ogni giovedì dalle 19.30 alle 21.00, basta andare sulla pagina Facebook Radioforyou FMA, oppure su CGS Miaramandeha, o ancora sul sito di Radioforyou “www.radioforyou.pcn.net”! Stay connected, stay fun, stay hub Irene Tribulato Il nuovo direttivo CGS - Sicilia

Presidente: Gianpaolo Bellanca Vice Pres.: Paolo Galeano Segretario: Francesco Russello Tesoriere: Alfio D’Agata Consiglieri: Liberio Augusta, Tommaso Pazzino, Ivan Vasta, Rita Virga, Antonio Zerbo. Delegati: Don sr. Rosetta Calì.

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Felice

Bongiorno,

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CGS Arcobaleno

L’Associazione C.G.S. è stata costituita nel 1967 dagli enti CNOS e CIOFS (Opera Salesiana e Figlie di Maria Ausiliatrice). Riconosciuta dal Ministero dell’Interno e dal Ministero per il Turismo e lo Spettacolo, quella dei C.G.S. è una della nove Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica attualmente riconosciute e finanziate dal Dipartimento dello Spettacolo presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In tal senso, i C.G.S. hanno fatto parte del Consiglio Nazionale per lo Spettacolo come pure della Commissione Centrale della Cinematografia. Sul territorio essa è strutturata con un Direttivo nazionale, i Direttivi regionali e le varie Associazioni locali. Nell’Oratorio Salesiano di San Gregorio di Catania, Il C.G.S. Arcobaleno nasce il giorno 8 Aprile 2009 per iniziativa di un gruppo di persone di fatto cresciute nell’Oratorio di San Gregorio. Il CGS vuole essere un’opportunità aperta a tutti, ragazzi, giovani, adulti, che vogliono condividere un’esperienza di crescita umana e cristiana secondo lo stile educativo di don Bosco.

Si propone di essere un grande cantiere in cui c’è posto per chiunque pone al centro della propria vita i valori ed i principi della nostra fede cristiana, la comunione e l’unità della Comunità, il rispetto per la persona, la difesa e la promozione della vita, la solidarietà con quanti, vicini e lontani, vivono condizioni di sofferenza. Il CGS, per statuto, mette insieme la creatività, la fantasia, la genialità, il cinema, la musica, la danza, il teatro e tutti i linguaggi che parlano i giovani, per suscitare riflessione, creare cultura, fare opera di evangelizzazione. Non si può lavorare con i giovani senza condividere con loro queste esperienze e parlare i loro linguaggi. Attualmente l’Associazione si compone di circa trenta persone, ragazzi, giovani e adulti, che condividono la straordinaria esperienza aggregativa del teatro. Da tre anni siamo promotori di una stagione teatrale che coinvolge i CGS delle opere salesiane vicine a noi e qualche gruppo parrocchiale. Abbiamo attualmente un centinaio di abbonati che ci seguono con simpatia, e rispetto ai quali cerchiamo di andare oltre la battuta e la risata, facendo opera di sensibilizzazione umana e cristiana. Abbiamo ottenuto dei risultati che ci hanno gratificato, ma siamo consapevoli di dover crescere, maturare e rendere più efficace la nostra attivtà. In passato abbiamo proposto l’attività di Cineforum e pensiamo di riproporla scegliendo tematiche significative. Inoltre è nostra intenzione essere segno di speranza con ogni iniziativa che ci permetta di operare nel nostro contesto oratoriano e parrocchiale anzitutto, e, se ci riusciamo, anche oltre. L i be r i o A u gu s t a

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PASTORALE GIOVANILE

CGS - San Gregorio di CT


PASTORALE GIOVANILE

Associazione - TGS

Visita guidata ai castelli di Milazzo e S. Agata M.

Oltre 400 sono i Castelli in Sicilia, di cui circa 200 visitabili dal tempo dei Greci (Castello di Eurialo a Siracusa) ai Normanni e Svevi… A partire dalla tarda età bizantina la perdita dell’Africa settentrionale per le scorrerie musulmane sulle coste siciliane, la centralità mediterranea dell’isola sempre più importante nella linea di difesa dell’impero bizantino, spinse verso l’incastellamento e la concentrazione dell’abitato già a partire dall’VIII secolo… Con la conquista normanna (1061-1091), si moltiplicano in Sicilia i Castelli, fortilizi feudale o demaniali, che saranno rinforzati e arricchiti al tempo degli Svevi e degli Angioini.

In origine erano fortezze inespugnabili costruite per difendere la città, oggi il loro fascino conquista i cuori dei turisti. Un’emozione che in Sicilia ci conquista con la spettacolarità dei castelli medievali, dalle alte torri ai saloni di antichi banchetti. I Castelli più famosi sono quelli di origine Normanno-Sveva, ma si trovano anche edifici anticamente costruiti dai nobili dell’epoca, come la famiglia Ventimiglia o Chiaramonte. Domenica 16 novembre il «TGS Ibiscus Catania» con il «TGS Il Gabbiano» partecipano, guidati dai Delegati don Gaetano Urso, sr. Rosetta Calì e sr. Maria Conti, alla manifestazione regionale ormai entrata nella tradizionale gita di inizio d’anno dei TGS di Sicilia. In programma la visita dei Castelli di Milazzo e di S. Agata di Militello.

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Arriviamo a Milazzo verso le 10.00 e la “Guida”, il giovane Rosario Papale, vicepresidente del TGS Ibiscus, ci accompagna con informazioni essenziali nella visita del Castello, quel giorno addobbato a festa per una simpatica manifestazione: “Dimmi di sì”, dedicato al mondo degli Sposi. Dalla sommità del Borgo Antico il castello di Milazzo domina l’intera città, con una veduta mozzafiato sul golfo di Milazzo e sulle Isole Eolie. Storicamente Milazzo e il suo porto erano considerati dei punti strategici e cruciali per i vari popoli e questo spiega le numerose e differenti presenze sulla piccola penisola e nel suo castello... Poi dritti verso S. Agata di Militello per il pranzo a sacco, ospiti delle FMA, le suore salesiane, che ci accolgono con tanta cordialità e spirito salesiano. La S. Messa vede raccolti tutti e 80 i gitanti per dire grazie al Signore per un anno di doni e per la riuscita della giornata. Concludiamo con la visita guidata del C a s t e l l o G a l l e g o d i S a n t ’ A g a t a M i l i t e l l o, che sorge su un’altura rocciosa, da dove si domina l’ antico centro cittadino e un suggestivo arco di costa, dove lo sguardo spazia dalla rocca di Cefalù al promontorio di Capo d’Orlando, passando dall’arcipelago delle Eolie.Prevista, da parte del TGS Ibiscus, visita di un Presepe vivente a fine dicembre, gita naturalistica a metà aprile e partecipazione alle Manifestazioni classiche di Siracusa a giugno. don G a e t a no U r s o delegato isiale T.G.S.

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Comunicazione Sociale

PASTORALE GIOVANILE

Incontro dei delegati di CS

R o ma - S a c r o C u o r e U n a b re v e s i n t e s i d el l ’ i n c o n t r o : [...] Considerazioni e spunti di lavoro per il lavoro futuro: scarsa formazione iniziale e permanente sulla CS, spesso demonizzata e non considerata come ambito pastorale e di governance; il punto più critico è governare l’informazione come governo della nostra immagine e di chi siamo e di come siamo percepiti all’esterno; la CS legata solo ad eventi e coinvolta solo in seconda battuta, quando tutto è già pronto, solo come facciata e non come sostanza; molta ricchezza italiana, ma spesso scollegata; critico rapporto col CGS; manca un progetto culturale e una missionarietà che tenga conto della potenzialità della CS; Don Bosco è un brand più forte della nostra capacità di CS; problema del lavoro di rete. Occorre provare a capire cosa gli altri vedono di noi: non basta avere un buon prodotto, occorre capire come è percepito dal consumatore. La CS ha un impatto anche nelle vocazioni e nella evangelizzazione P e r i p r os s im i i nc on tr i Si decide di proseguire su due direttive parallele: l’incontro con chi fa parte della rete della CS in Italia per cercare di mettere insieme le forze.

In modo particolare si cercherà di fare un incontro col CGS, un incontro con i delegati di PG, uno con i collaboratori della CS delle varie ispettorie, l’incontro col dicastero di CS e infine un incontro, se possibile, con il responsabile della CS della Spagna; proseguire il confronto fra di noi con formazione e informazione anche con l’aiuto di esperti e lo studio di documenti per cercare di sviluppare il nodo fondamentale della CS, ossia un progetto culturale che ne permetta e stimoli la governance, ne spieghi l’importanza ai confratelli e alle ispettorie e aiuti nella elaborazione di una immagine di CS più corretta, non solo di facciata e non solo di seconda battuta rispetto alla sostanza del contenuto. Prossimo incontro: 16-17 febbraio 2015. do n A l bert o M a rt el l i

Formazione alla comunicazione e sinergie con altri settori della missione Ai primi di settembre ho partecipato alla riunione dei responsabili per la Formazione della Regione Interamerica insieme a don Ivo Coelho (Consigliere per la Formazione) e d. Guillermo Basañes (Consigliere per le Missioni). Insieme

L’incontro è avvenuto nella Ispettoria di MEM (Messico, Messico) con una grande partecipazione di Responsabili della Formazione delle Ispettorie della Regione e il Direttore del Centro Regionale di Formazione Permanente di Quito (CRFP).

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PASTORALE GIOVANILE

Il tema dell’incontro della formazione è stato “L’accopagnamento spirituale dei Salesiani”. I Settori delle Missioni e della CS hanno presentato il Progetto del Rettor Maggiore evidenziando i punti specifici dei nostri rispettivi progetti. La convivenza tra di noi, l’ambiente fraterno e lo scambio di idee durante la presentazione del Progetto del Rettor Maggiore hanno contribuito a chiarire dubbi e a migliorare la collaborazione per una formazione completa e aggiornata dei Salesiani e delle nuove vocazioni. Invito tutti voi ad aprirvi alle sinergie e alla collaborazione con i diversi Settori del-

la propria Ispettoria. Riflettere insieme sulle grandi linee del CG27 e il Progetto del Rettor Maggiore, e pianificare insieme per fare l’applicazione locale a seconda della situazione ispettoriale, vi aiuterà a fare un migliore discernimento della volontà di Dio nel presente momento storico. Vi salutano tutti i membri del Settore della Comunicazione. Preghiere e benedizioni per tutti nella vostra comunità, la famiglia e il lavoro pastorale e professionale. cordialmente in Don Bosco. Don Filiberto Gonzales P.

A 10 anni dal Direttorio “L’impegno educativo sul versante della nuova cultura mediatica dovrà costituire negli anni a venire un ambito privilegiato per la missione della Chiesa” così si conclude il n. 51 di Educare alla vita buona del Vangelo. Poco prima, viene ricordato che “la comunità cristiana guarda con particolare attenzione al mondo della comunicazione come a una dimensione dotata di una rilevanza imponente per l’educazione”, si rinvia alla necessaria “alleanza fra i diversi soggetti che tale impresa educativa richiede”. Su questo sfondo si intende riprendere in mano il Direttorio Comunicazione e missione, a dieci anni dalla sua pubblicazione. L’obiettivo che muove l'Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali non è certo una celebrazione fine a se stessa, quanto quello di aiutarci a capire come continuare a comunicare il Vangelo nella cultura mediale, valorizzando percorsi e iniziative pastorali che possano tradurre quell’orizzonte in prassi operative. Con questo spirito si ritroveranno venerdì 12 dicembre a Roma (presso la Domus Pacis) i direttori degli Uffici diocesani e regionali per le comunicazioni sociali per un incontro, che intende essere anche occasione per rivedersi.

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Il programma prevede alle 15 il saluto del Segretario generale, Mons. Nunzio Galantino; un primo intervento – che vorrebbe riportarci alla freschezza degli anni in cui il Direttorio è stato messo a punto – affidato a Mons. Claudio Giuliodori; un secondo contributo, volto a inquadrare il presente con lo sguardo aperto al futuro che ci attende, curato da Mons. Domenico Pompili, in qualità di direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali; una tavola rotonda, moderata da don IvanMaffeis, con i direttori dei nostri media – Paolo Ruffini, Lucio Brunelli, Domenico Delle Foglie e Marco Tarquinio – per confrontarci sulla comunicazione della Chiesa nell’era della convergenza mediale. La conclusione è prevista per le ore 18. L’incontro è collocato all’interno della due giorni “in presenza” dei corsisti Anicec per la formazione degli animatori della cultura e della comunicazione, figura sulla quale il Direttorio investe sia sotto il profilo culturale che pastorale. Per approfondire il testo del Direttorio Comunicazione e missione vai al link:

http://www.chiesacattolica.it/cci_new/cei/d ocumenti/DirettorioComunicazioniSociali. Insieme


Domenica 12 ottobre 2014, presso l’istituto salesiano “Sacro Cuore” di Catania, previa convocazione, si è riunita la Consulta Cittadina della Famiglia Salesiana di Catania, con il seguente O.d.G.: • Apertura dei lavori da parte del Coordinatore; • Lettura e approvazione verbali 2013/2014; Verifica attività della consulta anno 2013/2014; • Programmazione attività della consulta anno 2014/2015; • Quadro della presenza della FS di Catania nella Chiesa locale e nel territorio • Varie ed eventuali. Il Direttore della Casa, Don Aldo Ballistreri, porge a tutti il Benvenuto, un pensiero augurale e l’invito alla preghiera iniziale. Il Coordinatore presenta l’ordine del giorno e la traccia predisposta per la verifica 2013/2014 e la programmazione 2014/2015. La Consulta approva il verbale della 5° riunione della Consulta di Ottobre 2013 e i verbali a suo tempo inviati, di tutte le iniziative svolte come FS di Catania nell’anno 2013/2014. In riferimento alla verifica delle attività svolte nel 2013/2014, la Consulta esprime una valutazione complessivamente

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positiva per la struttura degli incontri annuali programmati (Riunione della Consulta, Assemblea-Festa di FS, Incontro dei Consigli Locali, Festa della Famiglia, Adorazione Eucaristica) e per i contenuti e le modalità organizzative degli incontri effettuati, registrando alcune criticità e alcune proposte di modifica: L’Adorazione Eucaristica di FS non è molto partecipata, va anticipata la data e l’orario. L’incontro dei Consigli Locali di tutti i gruppi di FS va anticipato e previsto a Settembre / Ottobre, per consentire una più efficace realizzazione delle attività programmate. La verifica delle attività svolte dalla Consulta di FS può essere anticipata a Giugno. Deve essere completata e resa significativa la presenza della FS negli organismi della Diocesi e della Città. In riferimento alla programmazione delle attività per l’anno 2014/2015, la Consulta, tenuto conto del Piano Pastorale 2014/2015, della Strenna del R.M. 2015 e delle indicazioni della Consulta Regionale di FS, approva la proposta di far convergere per Mercoledì 28 Gennaio alle ore 18.00, la 6° Assemblea-Festa di FS di Catania, con la

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FAMIGLIA SALESIANA

Consulta cittadina della FS di Catania


FAMIGLIA SALESIANA

tradizionale presentazione della Strenna 2015, promossa ogni anno a Cibali dagli Exallievi. La proposta di effettuare il 6° Incontro dei Consigli Locali dei gruppi di FS di Catania, Domenica 9 Novembre 2014, dalle ore 16.30 alle ore 19.30, nella casa di Cibali, per determinare le scelte dei cammini e delle iniziative della FS per il Bicentenario nella Città di Catania. La proposta di costituire un gruppo di lavoro specifico per preparare le proposte per il Bicentenario a Catania, da presentare all’incontro dei Consigli Locali di Novembre 2014.

La proposta di organizzare la 3° Festa della Famiglia a Catania, per Domenica 31 Maggio 2015, dalle ore 9.00 alle ore 17.00 presso il lido Don Bosco alla Plaia di Catania. La proposta di effettuare la 5° Adorazione Eucaristica di FS di Catania, in collegamento con l’anno dedicato alla Vita Consacrata e con l’iniziativa prevista in Diocesi. A conclusione dei lavori, il Coordinatore ringrazia tutti i presenti per la attiva partecipazione ai lavori e la Comunità della Barriera per la cordiale ospitalità. Pi ero Qu i n ci Coordinatore Consulta FS di Catania

Bicentenario Don Bosco Incontri e iniziative della Famiglia Salesiana 2015 a) Triduo Don Bosco della Famiglia Salesiana di Catania 1.

A ssemblea - Festa FS/C T Commento Strenna R.M. Mercoledì 28 Gennaio 2015 - Ore 18.30 SDB Cibali-Catania

2. Adorazione Eucaristica di FS/CT Anno per la Vita Consacrata Giovedì 29 Gennaio 2015 - Ore 19.00 FMA/Via Caronda-Catania 3.

V e gl ia D on Bo s c o Venerdì 30 Gennaio 2015 - Ore 20.30 Oratorio Teatro Greco/Chiesa S. Francesco all’Immacolata Via Crociferi-Catania

b ) Pr og e tt o “ Pe ri fe r i e” 4. Progetto FS/CT Ragazzi Librino 3 ° Festa della Famiglia Domenica 31 Maggio 2015 Casa FMA “G.Paolo II - Librino-Catania

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Insieme


ADMA - Associazione Maria Ausiliatrice

FAMIGLIA SALESIANA

Incontri Consiglio Regionale

Il primo appuntamento ADMA ha visto coinvolti circa 100 partecipanti dei Consigli della Sicilia Occidentale che si sono incontrati, con Don Pierluigi Cameroni, Responsabile Mondiale, per approfondire il significato dell’Associazione fondata da Don Bosco nel 1869 dopo l’inaugurazione del Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino. Erano presenti 7 gruppi provenienti da Palermo (D. Bosco, Arenella), Marsala, Alcamo Canicattì, Lercara Freddi e Capaci (che ci ha accolto con tanto affetto e spirito di servizio). I l s e c on d o i nc o nt r o R e gi o na l e AD MA con Don Cameroni si è svolto a Catania (4 ottobre). Circa 120 partecipanti dei Consigli ADMA della Sicilia Orientale si sono incontrati con Don Pierluigi Cameroni. Presenti 15 gruppi provenienti da Catania (Barriera, Canalicchio, M. Ausiliatrice, S. Giovanni Bo-

sco, S. Francesco di Sales), Adrano, Barcellona, Calatabiano, Floridia, Gela, Messina, Modica, Palagonia, Pozzallo, S. Cataldo, Siracusa, Taormina. Entrambi gli incontri sono stati vissuti all’insegna della fraternità, spiritualità e gioia salesiana. d on Ang e lo G r as s o

ASC - Associazione Salesiani Cooperatori

Consegna del PVA nelle Diocesi

In una Cattedrale piena di fedeli il Vescovo Mons. Antonino Raspanti ha consegnato a circa 30 Salesiani Cooperatori della Diocesi di Acireale il Nuovo PVA, auspicando una presenza attiva tra i giovani della Chiesa locale, soprattutto negli oratori Parrocchiali... L'incontro è stato guidato da Giuseppe Raitano e da Ana Rosa Ciarlantini. Erano presenti i Cooperatori di Acireale, Mascali, Nunziata e Casa Tabor di Sant'Alfio... È stato un bel momento di Chiesa e di Famiglia. Insieme

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FAMIGLIA SALESIANA

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Me s si na 2 6 ott ob re .

M a r s a l a 2 5 o t t ob r e .

Trapani 19 ottobre.

Mo d ic a 1 6 o tt o b re .

Ca l t a n i s s e t t a 5 ot t ob r e .

Pi az za Ar m e ri na E N Insieme


Scuola di preghiera e Corso biblico

Itinerario biblico e di preghiera all’Oratorio di Barriera per giovani animatori e adulti Da quasi un decennio presso l’Oratorio-Centro Giovanile Salesiano della Parrocchia “Sacro Cuore” di Catania-Barriera… continua l’esperienza della Scuola di preghiera e del Corso biblico, per rispondere all’esigenza di tanti giovani e adulti, che sentono il bisogno di conoscere la Bibbia e pregare con la Parola del Signore tra le mani, e sono alla ricerca di spazi di silenzio e di incontro col Signore. La Scuola di preghiera, un vero percorso basato sul metodo della “Lectio divina” quest’anno, data la richiesta di numerosi adolescenti e giovani, è stata impostata con lo stile delle “veglie” con ascolto della “Parola” (Lectio), ampi spazi di silenzio e preghiera personale (meditatiocontemplatio), con

possibilità di brevi risonanze (oratio). Essa si svolge presso la Parrocchia-Santuario del S. Cuore, ogni primo venerdì dalle ore 19.30 alle 20.45 circa; è aperta a tutti coloro, che vogliono imparare a pregare pregando, alla scuola di un solo Maestro, Gesù, convinti che il centro di gravità, l’anima della preghiera è stare alla Presenza di Dio, di Gesù, che ci conduce per mano nel nostro cammino di preghiera. La lettura personale e comunitaria di alcuni brani della Sacra Bibbia, la preghiera dei Salmi, la risonanza semplice e discreta, l’atteggiamento di adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento, la musica di sottofondo che accompagna il silenzio e i canti, sobri, che ci aiutano a pregare cantando… ci permettono di creare un clima di ascolto, di adorazione, di dialogo sentito con Gesù, Signore della nostra vita… I nostri percorsi hanno privilegiato la pista dei “Modelli” di preghiera nella Bibbia (Mosè, Davide, Giuditta, Isaia, Ester, Maria orante, Gesù stesso che prega), cercando di comprendere e vivere la preghiera di pentimento, di implorazione, di ascolto e di ringraziamento, la lettera di Giacomo, i testi paolini, i Vangeli che ci permettono di camminare con Gesù, che incontra, guarisce, libera, chiama . . . Quanto al Corso biblico dal 2006 abbiamo presentato e letto quasi l’intero Antico Testamento, le lettere di San Paolo, durante l’anno paolino, utilizzando ampiamente sussidi audiovisivi e testi di introduzione e presentazione globale della sacra Bibbia (i biblisti Roberto Maggioni e il card. Gianfranco Ravasi, in prima linea). Quest’anno abbiamo in programma la presentazione e lettura dei Vangeli, con la presenza di don Giuseppe Falzone, due volte al mese, il 3° e 4° venerdì dalle ore 19.30 alle 20.45 circa. d on G a e t a n o U r s o

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DALLE CASE SALESIANE

Catania - Barriera


DALLE CASE SALESIANE

Centro di Aiuto alla Vita “D. Savio” Per la difesa della vita nascente e la promozione della famiglia Da giovedì 20 novembre 2014 con atto costitutivo e dall’8 dicembre con offerta a Maria Immacolata, durante il “Cerchio mariano”, cambia nome, dopo quattro anni di attività a servizio della vita e della famiglia, il Centro di Accoglienza per la vita e al Famiglia, che diventa Associazione di volontariato denominata Centro di Aiuto alla Vita “Domenico Savio“ (CAV Domenico Savio), con finalità di solidarietà a carattere sociale, avvalendosi della collaborazione di tutti i soci, che ha come scopo specifico la difesa della vita umana in tutte le fasi del suo sviluppo fin dal concepimento e la promozione della famiglia. (art. I legge 194 e art. 29 della Costituzione). L’Associazione fa parte integrante dell’Opera Salesiana Sacro Cuore di Catania e condivide pienamente il “Progetto di vita oratoriana”, aderisce al Movimento per la Vita, collabora con altri CAV e realtà similari,

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si inserisce nel Territorio e nella Chiesa locale, collabora con l’associazionismo salesiano di indole sociale (Servizi civili e sociali), giovanile (Movimento giovanile salesiano) e con la Famiglia Salesiana. Il CAV è intitolato a S. Domenico Savio, l’allievo e discepolo santo di Don Bosco, modello di santità giovanile, santo delle mamme in attesa e delle culle. Il CAV offre ai volontari, il 2° venerdì del mese, uno spazio di formazione e organizzazione. Periodicamente adolescenti e giovani oratoriani con animatori adulti trascorrono un pomeriggio domenicale con i ragazzi di una Casa famiglia. Oratori, Centri giovanili, Parrocchie, Scuola, Istituti, Medici, Cliniche… possono diventare PUNTI VITA, riferimento e vere antenne per sensibilizzare all’amore alla vita e segnalare situazioni di disagio e di rischio. Un Punto vita è già nato e opera presso l’Oratorio S. Filippo Neri di via Giuffrida, intitolato alla “Beata Teresa di Calcutta”, un altro sta nascendo presso l’Istituto alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania. Un numero di cellulare (347 1665624), oltre al numero verde del Movimento per la vita (8008-13000), è sempre acceso per comunicazione di situazioni di disagio e rischio. I Volontari, giovani e adulti, sono impegnati nella sensibilizzazione ai valori della vita e della famiglia all’interno dell’Opera salesiana e nel Territorio, in particolare con la presenza periodica nelle Scuole superiori e in alcune Case famiglia, nel sostegno di mamme in attesa e di famiglie in difficoltà, con un supporto spirituale, psicologico, medico, legale e materiale, convinti che «La vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita» (Papa Francesco). I Volontari del CAV Insieme


Sportello Ascolto e Orientamento Una lodevole iniziativa dell’Oratorio”S. Francesco di Sales”

Ogni giovedì, dalle 18 alle 20 attività settimanale dello “Sportello Ascolto e Orientamento”, una lodevole iniziativa di volontariato a servizio del prossimo, funzionante presso l’Oratorio salesiano “San Francesco di Sales” di Cibali. Si tratta di una presenza che si rivolge ai ragazzi, ai giovani e ai loro genitori per favorire un cammino di crescita nella dimensione umana e cristiana nell’ottica di promuovere lo sviluppo globale della persona. Lo Sportello è nato con i seguenti obiettivi: ascolto come incontro-dialogo in un clima di empatia e non giudizio; ascolto e sviluppo di una relazione di aiuto; sostegno, orientamento e informazione nelle difficoltà dell’età evolutiva; gestione della disabilità in famiglia, formazione e supervisione degli operatori. Tutto ciò in un ambito in cui il colloquio con operatori esperti nel campo, viene ovviamente tutelato dal segreto professionale. Tale servizio libero, gratuito, non vuole sostituire gli spazi strutturati già esistenti sul territorio (neuropsichiatria infantile, servizio di psicologia e consultorio familiare). Piuttosto esso ha lo scopo di accogliere il di-

sagio emotivo, effettuarne un’analisi e trovarne le soluzioni. Individuando il disagio emotivo precocemente, gli operatori dello sportello potrebbero indicare i servizi del territorio laddove si delineasse la necessità di una presa in carico. Ciò nell’ottica di prevenzione del disagio mentale e del rischio sociale di devianza. L’accesso allo sportello è libero, disponibile anche in altri momenti qualora se ne presentasse l’esigenza e gratuito e dunque rivolto a genitori, ragazzi, educatori e animatori dell’oratorio. Ma nel caso di adolescenti che volessero accedere individualmente, sarà necessario un modulo di consenso informativo firmato da entrambi i genitori per autorizzare l’ascolto. Responsabile del progetto è il sacerdote don Giuseppe Raimondo, incaricato dell’oratorio che si avvale della presenza della dott.ssa Gaetana Baglio, neuropsichiatra infantile, e di altri esperti che cureranno l’aspetto formativo e informativo su tematiche legate alla relazione, alla comunicazione, alle dipendenze patologiche, ai disturbi della condotta, ecc.. A nt o n i no Bl a n di n i

Telethon per le malattie rare Lunedì 8 dicembre, in mattinata nell’oratorio S. Francesco di Sales in Cibali banchetto Telethon di presentazione, secondo il filo conduttore delle iniziative di dicembre, della campagna “la nostra maratona è ognigiorno” dal messaggio lanciato da tutti i protagonisti di Telethon, malati, famiglie, ricercatori, donatori avente come obiettivo di sostenere con la raccolta fondi, la ricerca scientifica delle malattie genetiche rare, ad oggi non curabili. Verrà proposto il Insieme

cuore di cioccolato in una scatola con il messaggio “Io sostegno la ricerca con tutto il cuore”, mentre all’interno vi è il racconto, ricco di speranza, di una madre con un figlio colpito da una malattia rara. Dopo il banchetto Telethon un momento meraviglioso di canti di lode e di amore alla Vergine Maria Immacolata con la preghiera di affidamento delle famiglie. A. B.

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Catania - Cibali


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Caffè educativo il magistero di Papa Francesco La mattina di sabato 15 novembre, per iniziativa dell’Unione Exallievi dell’Istituto “San Francesco di Sales” di via Cifali ha avuto luogo nella sala della famiglia Salesiana il “Caffè educativo”, un incontro formativo con l’ascolto di una voce esperta sul compito educativo dei genitori degli alunni dal tema “Primerear, l’educazione in famiglia”, riflessioni in margine al n.24 di “Evangelii gaudium” di Papa Francesco guidate dall’ispettore dei salesiani di Sicilia don Pippo Ruta sulla scia di un’affermazione significativa: “La Chiesa ‘in uscita’ è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano”. Non è un abuso sostituire “Chiesa” con “famiglia” piccola chiesa domestica -ha detto don Ruta- oppure con comunità cristiana e salesiana: “Sono cinque verbi di movimento che il Papa propone alle famiglie e che scandiscono un cammino di risveglio e di rinascita”. La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore e per questo essa sa fare il primo passo senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva. In ciò sta l’origine del sistema preventivo di Don Bosco. “Come conseguenza -ha evidenziato l’ispettore- la Chiesa sa coinvolgersi. Gesù ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Il Signore si coinvolge e coinvolge i suoi, mettendosi in ginocchio davanti agli altri per lavarli. La comunità evangelizzatrice si abbassa fino all’umiliazione e tocca la carne sofferente di Cristo nel popolo. Gli evangelizzatori

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hanno così ‘odore di pecore’ e queste ascoltano la loro voce. La comunità accompagna l’umanità in tutti i suoi processi, per quanto duri e prolungati possano essere”. Fedele al dono del Signore – ha proseguito il prof. Ruta- sa anche fruttificare, si prende cura del grano e non perde la pace a causa della zizzania. La comunità evangelizzatrice gioiosa, infine, sa sempre festeggiare, si fa bellezza nella liturgia in mezzo all’esigenza quotidiana di far progredire il bene. In conclusione l’oratore ha sintetizzato che i sacramenti non servono a decorare la vita: il matrimonio non è una bella cerimonia. “I cristiani, afferma il Papa, si sposano nel sacramento perché sono consapevoli di averne bisogno per essere uniti tra loro e per compiere la missione di genitori “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. E nel loro matrimonio pregano insieme e con la comunità. Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare insieme e dura tutta la vita, e hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, per accogliersi e perdonarsi l’un l’altro ogni giorno”. A. B. Insieme


L’omaggio musicale-canoro dell’Istituto S. Francesco di Sales a Santa Cecilia si è svolto nel gremito auditorium di via Cifali con l’esibizione di eccellenti cantori e musicisti, bambini e giovani, avviati ad incoraggianti traguardi. Ad aprire questa straordinaria manifestazione artistica, giunta alla IX edizione ed organizzata con grande professionalità dal prof. don Paolo Cicala, docente di lettere e maestro di musica, alla presenza del direttore della Casa Salesiana di Cibali, don Edoardo Cutuli, è stata la Neo Orchestra Don Bosco curata dal m° Fabio Raciti, violinista catanese di chiara fama. I piccoli violinisti, diretti dal prof. Raciti, hanno eseguito l’entusiasmante “Sinfonia per…macchina da scrivere” di Leroy Andersen con le immagini video dello sketch comico di Jerry Lewis, il “Pizzicato Sylvia” e la “Sinfonia per un Addio Rondò Veneziano”. A seguire, poi, l’impegnativa esibizione degli allievi Roberta Calì e Federico Quattrocchi con “Voi che sapete” per flauto, di W.A. Mozart e di Erika Pappalardo al violino e Damiano Zappalà al pianoforte con “Sonata per violino e pianoforte K 377” dello stesso compositore 1° tempo. Ottimo risultato anche per gli allievi del m° Laura Pirri: Sabrina Catalano (Mignon di R. Schumann), Carmelo Santangelo (Variazioni su un lento Blues), Lidia Giunta (Nuvole bianche di L. Einaudi), le gemelle liceali Giada e Tiffany Ott (Variazioni su un tema di Paganini di I. Berkowitsch, Golliwogg’s cake-walk di C. Debussy, Laideronnette, imperatrice des Pagodes di M. Ravel), Maria Riccioli (Rigoudon e Gebaren) e Giulia Bruno (Signor Vento). É stata la volta, quindi, di due giovanissimi ma già provetti pianisti, allievi del maestro Giulia Ganci: Andrea Scirè con il suggestivo brano “Kabalevsky” – tema e variazioni su un canto popolare ucraino- e Dario Insieme

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IX concerto Santa cecilia ai Salesiani di Cibali

Rapisarda con Marcia turca di Mozart e il delicato brano “Dolce serenata” da lui composto. Anche il prof. Cicala si è magistralmente esibito al pianoforte per accompagnare il tenore Antonio Costa, della Polizia di Stato, nel canto della romanza “A vucchella” di Paolo Tosti e testo di Gabriele D’Annunzio e della preghiera “Ridonami la calma” dello stesso autore. Morena Aiello ha cantato “Hallelujah” del cantautore canadese Leonard Coen e con il tenore Costa il celebre canto francescano “Dolce sentire”, in onore del Poverello di Assisi e di Papa Francesco. Momento assai struggente quello del celeberrimo canto dialettale “E vui durmiti ancora” di Giovanni Formisano, musicato da Emanuele Calì e interpretato da Marina Pappalardo. In chiusura di serata le esaltanti esibizioni al piano di Gabriele Mongiovì, anch’egli allievo del maestro Ganci, con il frizzante “scherzo n. 2” di Chopin e di Walter Sambuco, prossimo alla laurea in pianoforte, con due brani molto impegnativi: il “Preludio corale per organo in FA” di BachBusoni e “Variazioni sopra un tema di Paganini op. 35” di Johannes Brahms. Una serata indimenticabile nel ricordo di san Giovanni Bosco, sostenitore dell’efficacia pedagogica della musica, del quale quest’anno ricorre il bicentenario della nascita. A. B.

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Catania - Salette

Un ponte di integrazione tra le sponde del Mediterraneo

Incontro - studio degli exallievi di Catania-Salette Si è svolto nel salone-teatro dell’Oratorio San Giovanni Bosco della Salette, l’incontro studio organizzato dall’Unione Exallievi che opera nel centro giovanile salesiano, su una tematica di grande attualità, l’immigrazione e le sue dinamiche. Il dibattito, che ha visto l’intervento di diverse figure quali docenti universitari, giornalisti e diplomatici, ha proposto un’analisi attenta e una riflessione profonda, circa le cause, gli effetti e le prospettive che il tema dell’immigrazione comporta. L’obiettivo dell’impegno messo in campo è quello di contribuire alla realizzazione di un ponte di relazioni e di scambi che leghi il Mediterraneo in tutte le sue sfaccettature. Il dibattito, moderato dal brillante giornalista Luigi Ronsisvalle, ha visto la presenza del direttore della Casa salesiana che ha ospitato l’evento, don Marcello Mazzeo che ha subito introdotto la figura dello “straniero nella Bibbia”, fornendo tre parole chiave: Memoria, “ricordati che anche tu sei stato straniero”; Protezione, poiché Dio ha cura dello straniero e l’invito a sentirci stranieri, con un’accezione estremamente positiva del termine perché tale status ci aiuta a guardare il mondo con occhi diversi. Il saluto di don Rodolfo Di Mauro, delegato della Unione, ha sottolineato l’importanza di tale incontro, auspicando che il dibattito possa portare dei buoni risultati.

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L’intervento del presidente dell’Unione Exallievi Salvatore Caliò ha introdotto nel vivo del progetto all’interno del quale l’incontro studio si inserisce. L’Unione Exallievi della Salette ha infatti l’obiettivo di creare una serie di iniziative per assistere e accompagnare gli immigrati nel loro percorso di inserimento nel tessuto sociale della città, primo fra tutti l’iniziativa di realizzare uno sportello che possa dare loro informazioni utili, grazie alla figura di un mediatore culturale, e dare la disponibilità a collaborare con l’associazione “Don Bosco Island” che è stata costituita il 15 ottobre tra i salesiani di Don Bosco, le Figlie di Maria Ausiliatrice e alcune associazioni salesiane nazionali (Vis, Vides, SCS) e locali (Don Bosco 2000, Associazione Metacometa) per aiutare, secondo il carisma di Don Bosco e il suo progetto educativo, i migranti che arrivano nella nostra regione. “Dalla parte sbagliata del Mediterraneo” era il titolo scelto provocatoriamente per questo dibattito, chiamando in causa coloro che si trovano dalla parte giusta, l’Europa e gli europei arroccati nelle loro certezze e nel loro benessere e coloro che stanno esattamente dalla parte opposta quella “sbagliata” fuggendo da guerre, genocidi, fame e povertà in cerca di un sogno di libertà che verrà spesso infranto. Ma è davvero così? E’ questa la riflessione proposta dalla dott.ssa Annamaria Polimeni, già

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conta dell’esperienza che sta vivendo in un territorio davvero particolare. Nella scuola di Manouba, dove opera, racconta di Don Bosco che dai mussulmani viene percepito come grande educatore, e di come il valore della sua figura e del metodo preventivo possano inserirsi nel contesto di un altro credo religioso, quello islamico. La convivenza tra più punti di vista e l’integrazione tra due culture diverse è quindi possibile. Il messaggio di don Paternò dà grande speranza. Il contributo di Alfredo Petralia, docente universitario e membro dell’Unione, pone la questione dei flussi migratori, che hanno sempre caratterizzato la storia del genere umano ma che oggi si presentano in termini drammatici. Gli spostamenti, continua il prof. Petralia, hanno sempre provocato profondi cambiamenti ma oggi ci troviamo di fronte a un flusso inarrestabile che non conosce limiti. Citando Boumedienne, politico algerino che nel 1974 in un discorso all’ONU fece riferimento alla forza della componente demografica delle popolazioni nordafricane, Petralia sottolinea come siano da attendersi nel futuro grandi cambiamenti in Europa e nel mondo ricordando le parole del cardinale

Salvatore Caliò, S. E. Emanuele Scammacca del Murgo, Dott. Luigi Ronsisvalle, Prof.ssa Pinella Di Gregorio, Dott. Annamaria Polimeni, Prof. Alfredo Petralia.

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Viceprefetto vicario di Catania e componente dell’Unione Exallievi Salette “Periferie vive”. “La parte sbagliata è invece quella di chi guarda indifferente alle immani tragedie di chi muore su un barcone o di chi si ferma a concepire lo straniero come persona da cui fuggire”, continua la dott.ssa Polimeni che aggiunge concludendo l’intervento “è necessario mutare il nostro punto di vista senza paure, è necessario cambiare noi, per cambiare ciò che è intorno a noi”. Il dibattito prosegue con il contributo della docente di Storia Contemporanea dell’Università di Catania, prof.ssa Pinella Di Gregorio. Attraverso un’attenta analisi storica, pone in evidenza come l’Europa con la sua politica coloniale imperialista, sia all’origine di destabilizzazioni e di scontri in territori politicamente uniti, ma per tradizione e storia profondamente diversi, polveriere pronte a scatenare potenziali conflitti. “Se ci troviamo in un contesto in cui vige il disordine”, continua la prof.ssa Di Gregorio, “la causa è da ricercare nel progetto di disegnare un Medio Oriente artificiale da parte degli Europei”. Don Domenico Paternò, missionario salesiano in Tunisia, attraverso un video, rac-


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Scola: “Uno dei processi che caratterizzano in maniera clamorosa questa nostra epoca è questo mescolamento, un mescolamento di popoli e perciò di culture e di civiltà. Il meticciato di civiltà e culture, un fenomeno esplosivo, violento e doloroso, che non deve soltanto generare paure, ma spingere a un lavoro concreto per la reale integrazione”. È necessario a tal proposito che il Vecchio Continente dia davvero delle risposte serie e concrete in chiave politica e diplomatica. Questo elemento viene messo in luce da S. E. Emanuele Scammacca del Murgo, ambasciatore italiano in diversi paesi del mondo, profondo conoscitore della diplomazia internazionale, che invita a riflettere sulla questione Africa. “Non ci sono stati importanti investimenti nel Continente africano, questo ha provocato un impoverimento delle risorse; la diplomazia dell’Europa e de-

gli Stati Uniti non ha saputo operare in maniera efficace, generando e alimentando il terrorismo internazionale che oggi rende tutto assai più complicato” conclude l’ambasciatore. Il fenomeno dell’immigrazione genera una serie di interrogativi e dinamiche alle quali non è semplice dare delle risposte univoche. L’impegno quotidiano nel sociale, come la figura di Don Bosco invita a fare, è quello di accogliere e creare una rete che possa contribuire alla costruzione di un vero mare nostrum senza barriere culturali, che conduca a una lenta ma progressiva e costruttiva integrazione. Il termine “loro” deve diventare un “noi” che realizzi una convivenza nel rispetto delle reciproche diversità in un Mediterraneo senza più parti sbagliate. Mir iam Pac e

Amicizia e solidarietà degli exallievi della Salette “Gettiamo un ponte di amicizia con i giovani del Mediterraneo” e “Vuoi studiare? Ti diamo una mano!” Sono i titoli di iniziative messe in atto dall’Unione Exallievi Don Bosco dell’Ora-

Le due stagiste tunisine insieme alle Gex dell'Unione Exallievi della Salette, Miriam e Irene Pace (da destra).

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torio Salesiano della Salette, un quartiere della periferia sud di Catania. Il primo progetto consiste nella creazione e nella offerta di borse per stage di studio mirate a sostenere l’accesso di giovani dell’area sud del Mediterraneo a opportunità di formazione o di perfezionamento presso l’Università di Catania. Gli stagisti vengono ospitati nelle strutture di accoglienza dell’Ersu (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) di Catania. La collaborazione tra l’Unione, l’Università e l’Ersu è stata sancita da protocolli formali di intesa firmati in una cerimonia ufficiale il 15 giugno 2014 nell’Aula Magna dell’Università di Catania. L’Unione, costituitasi in Onlus per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie, ha assunto l’onere economico degli stage (in collaborazione con le associazioni Ente fauna Siciliana, Kiwanis Club Mediterraneum, Kiwanis Insieme


turali reciproci molto significativi, in particolare tra le giovani studiose e i Gex della Salette, nonché con l’accompagnamento delle stagiste alla scoperta del territorio, delle abitudini, delle ricorrenze religiose e delle tradizioni della Sicilia. Il programma di stage proseguirà con l’accoglienza di altri giovani laureati che nel ritornare nei Paesi di origine certamente diventeranno ambasciatori dell’amicizia e dei valori coltivati e condivisi vicendevolmente nel corso della loro permanenza tra noi. L’Unione Exallievi ha anche varato un progetto di borse di studio dal titolo “Vuoi studiare? Ti diamo una mano!” finalizzato a sostenere economicamente giovani della periferia sud di Catania che intendono conseguire un diploma di scuola media superiore e/o che intendano conseguire una laurea presso l’Università di Catania. Per l'anno 2014-2015 hanno ottenuto sussidi Simone Edoardo Nicotra per la frequenza del 2° anno dell’Istituto Tecnico Industriale “Archimede” di Catania, e Claudia Pistorio per l’iscrizione al secondo anno del corso di laurea in Beni Culturali. Il progetto è coordinato dal dott. Nunzio Camuto. I bandi e le informazioni per partecipare alle selezioni per l’ottenimento dei sussidi inerenti a questo progetto possono essere visionate e scaricate dal sito dell’Unione www.exallievidbsalettect.it. Miria m Pa ce

Le giovani stagiste tunisine Zina Nasr (a sinistra) e Wala Oueslati nel laboratorio di fauna del suolo del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali con il tutor scientifico prof. Giorgio Sabella.

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Club Catania Etna e Sud&Dintorni). Il primo ciclo di stage, già concluso, ha visto la presenza a Catania nel mese di novembre 2014 (presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali) di due giovanissime neo-laureate dell’Università el-Manar di Tunisi, le dott.sse Wala Oueslati e Zina Nasr che hanno effettuato un programma di studio sulla sistematica e sull’ecologia della fauna invertebrata del suolo, tutorate dallo zoologo prof. Giorgio Sabella dell'Università di Catania, con il coordinamento del socio dell’Unione, prof. Alfredo Petralia. Obiettivo dell’Unione, nel varare e aprire il progetto anche alla collaborazione con altri partner, sulla scia delle esortazioni di papa Francesco a coltivare la solidarietà tra popoli a fronte della grave e dolorosa pressione migratoria in atto, si propone di incoraggiare rapporti di amicizia e di fiducia, centrando l’attenzione sulle giovani generazioni dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con l’obiettivo di favorire l’integrazione culturale e contribuire alla costruzione di un’area di pace e di condivisione tra le genti che vivono intorno al “mare nostrum”: ciò nella convinzione che anche gli Exallievi di don Bosco, nello spirito della missione salesiana, possano e debbano avere un ruolo in tale processo storico. Peraltro, insieme agli aspetti scientifico-formativi, gli stage sono stati occasione per scambi cul-


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Messina - Barcellona P.G.

90 anni di teatro, arte e cultura

Festeggiamenti presso l’Oratorio Salesiano di Barcellona Martedì 21 ottobre 2014 alle ore 18,30 nel teatro “Vittorio Currò” Si è svolta la cerimonia per ricordare il 90° anniversario di fondazione della filodrammatica dell’Oratorio (1924/2014). Relatore il Dott. Salvo La Rosa conduttore della trasmissione televisiva “Insieme” di Antenna Sicilia, nonché exallievo salesiano. Presenti tra gli altri, L’Assessore alla Cultura del Comune di Barcellona Prof.ssa Raffaella Campo la quale, anche a nome del Sindaco, assente per motivi istituzionali, saluta gli intervenuti. Successivamente il Presidente della Associazione Cattafi Franco Cutroni traccia un breve excursus storico sulla nascita della filodrammatica dell’Oratorio Salesiano “San Michele Arcangelo” di Barcellona Pozzo di Gotto. Segue l’intervento del Dott. Salvo La Rosa il quale ha tenuto una conversazione sul tema “il teatro educativo di Don Bosco”. Una conversazione tratteggiata dagli insegnamenti ricevuti come allievo presso l’Istituto Salesiano San Francesco di Sales di Catania e dai molti ricordi teatrali alla scuola di Don Bosco. Il Dott. La Rosa dirà “… Don Bosco ci stupisce per quanto miri in alto: teatro come scuola di santità, come veicolo vocazionale, come calamita per iscrizioni alle varie attività salesiane”.

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D. Luigi Perrelli, Salvo La Rosa, Franco Cutroni, Tindaro Di Pasquale.

“… Il teatro salesiano – sottolinea Salvo La Rosa – promuove tanti valori: fa emergere qualità che gli stessi giovani non sanno di possedere, abitua a lavorare con sacrificio; mette gomito a gomito giovani e adulti coinvolti nello stesso progetto, è esercizio d’arte, di lingua, di dizione, di controllo e gestione del corpo, è esperienza di gioco, di attività sociale, controllo e autocontrollo di emozioni, costruisce appartenenza, fondamentale per una crescita identitaria di ogni giovane, accumula ricordi belli, emozioni forti che accompagneranno i giovani per moltissimo tempo. L’alto valore dell’attività teatrale è innanzitutto a vantaggio dei protagonisti della rappresentazione che si sentono, così, propositori di messaggi nei confronti di loro coetanei (educare i giovani attraverso i giovani), e in secondo luogo per gli altri giovani spettatori che sono stimolati all’imitazione, ma ancor più ad accettare quei valori che, suggeriti da adulti, li trovano più diffidenti.” Dopo i saluti finali del Direttore Don Luigi Perrelli, Franco Cutroni consegna a Salvo La Rosa una artistica targa ricordo come segno di ringraziamento e riconoscenza. Insieme


Con la collaborazione della Associazione “Salvatore Cattafi”, giovedì 23 ottobre 2014 alle ore 18,30, sempre nel teatro “Vittorio Currò” dell’Oratorio Salesiano di Barcellona P.G. viene presentato il libro del Prof. Franco Lanzellotti “Don Rodolfo Di Mauro: La rinascita dell’Oratorio di Barcellona negli anni ’60“. Presenti: don Rodolfo Di Mauro, già direttore dell’Oratorio Salesiano di Barcellona P.G. dal 1961 al 1968, don Luigi Perrelli, attuale direttore dell’Oratorio, don Felice Bongiorno, delegato ispettoriale per le Comunicazioni Sociali e dell’Associazione CGS, il Prof. Franco Lanzellotti, autore del libro, la Signora Carmen Fasolo delle “Edizioni Smasher”, Giovanni Corica, dicitore, Franco Cutroni, Presidente della Ass. Cattafi. Sono presenti per l’Amministrazione Comunale la Prof.ssa Raffaella Campo, Assessore alla Cultura e la Prof.ssa Lina Panella, Assessore ai Servizi Sociali. Franco Cutroni, dopo i saluti agli intervenuti cede la parola al Direttore don Luigi Perrelli il quale esprime tutta la sua soddisfazione nel ricevere e salutare il caro confratello don Di Mauro. Successivamente interviene, per porgere i saluti dell’Amministrazione Comunale, la Prof. Raffaella Campo. La Signora Fasolo delle “Edizioni Smasher” traccia un breve ricordo di come e quando è nato il libro proposto dal Prof. Lanzellotti il quale interviene subito dopo per excursus sul perché del libro: “un atto di amore: un ringraziamento sincero e profondo…”, dirà l’autore, “…per chi mi è stato vicino negli anni delicati della mia formazione umana, sociale e religiosa…. Negli anni cinquanta l’oratorio di Barcellona attraversò una grave crisi, tanto che si temette per la sua chiusura. I superiori, ai quali non sfuggiva il momento critico del “San Michele Arcangelo”, pensarono ad un rilancio; approntarono persino un piano per la costruzione di un nuovo edificio, che ridesse vitalità e slancio alla casa salesiana. Ma ci voleva l’uomo giusto al posto giusto. Fu inviato come DiInsieme

rettore don Rodolfo Di Mauro ed in sette ani la “rinascita” si concretizzò”. Dopo l’intervento del Prof. Lanzellotti, Giovanni Corica e Franco Cutroni leggeranno alcuni passi così come descritti dall’autore, esposti in chiave di sceneggiatura da Giovanni Corica. Segue l’intervento di don Rodolfo Di Mauro il quale ricorderà, con una punta di commozione, gli anni trascorsi presso l’Oratorio Salesiano di Barcellona P.G.: i lavori per la nuova costruzione, la gestione dei terreni agricoli, la nascita della Società Sportiva OR.SA. (Oratorio Salesiano) e del CE.S.TE.T. (Centro Salesiano Teatro e Turismo), tutto questo con la collaborazione di un gruppo di giovani e di Ex Allievi di quegli anni; Ex allievi la cui associazione venne ripristinata proprio da don Di Mauro in quanto azzerata dal precedente direttore. Al termine della serata il piccolo Samuele D’Amico, di 5 anni, categoria “Piccoli Amici dell’ORSA” presenta a don Di Mauro un omaggio floreale, mentre il Presidente dell’ORSA, Carmelo Mandanici, consegna una targa ricordo.

Or.Sa 50 anni Lo Sport c on Do n Bosco nel Cuore Il 30 dicembre 2012, all’Oratorio Salesiano la conclusione del 50simo anniversario della Polisportiva giovanile salesiana Or.Sa., che negli anni ha visto il susseguirsi della pratica di numerosi sport, dal calcio, alla pallamano, alla pallacanestro, alla pallavolo e al tennis tavolo. Tra le tante iniziative la presentazione del libro “Or.Sa. Lo sport con Don Bosco nel cuore”, a cura di Maria Rosa Naselli. “L’Or.Sa. rappresenta oggi per i giovani di Barcellona Pozzo di Gotto, e per i genitori che affidano ai Salesiani il compito di educare i figli attraverso il gioco, un’attività ludica di riferimento certo”.

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Presentazione del libro d i Franco Lanz ellotti


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Don Di Mauro, un salesiano guida per tante generazioni Al religioso si deve anche il rilancio il piccolo oratorio divenuto simbolo della rina scita locale Il sacerdote è il padre di iniziative destinate a tanti giovani. Erano gli anni Sessanta quando don Rodolfo Di Mauro (oggi novantaseienne) giunse all’oratorio salesiano di Barcellona. Qui, appena arrivato, trovò appena una manciata di allievi di età compresa tra i 14 e i 20 anni, e una stagnante atmosfera di crisi in cui era tangibile lo spettro della chiusura. Quando don Rodolfo andò via lasciò un oratorio cosi ricco di speranza e di giovani tale da essere considerato il polmone di Barcellona. Una vera rinascita che Francesco Lanzellotti ha documentato nel suo libro “Don Rodolfo Di Mauro: la “rinascita” dell’oratorio di Barcellona negli anni Sessanta”. Un’idea che, come spiega Lanzellotti, nasce dalla volontà di ‘consegnare alle nuove generazioni la memoria di un periodo particolare e straordinario’ Non un semplice racconto, nè una mera intervista, ma qualcosa in più: un annale sublimato in dialogo magistralis. Ed ecco che, pagina dopo pagina, Lanzellotti ci presenta un uomo che prima di tutto è un salesiano. E lo è fino in fondo. Ma c’è di più: don Rodolfo compì anche un encomiabile opera di socializzazione radunando i giovani di tutti i quartieri di Barcellona, anche da quelli periferici e persino da quei rioni noti per il loro essere socialmente “difficili”. Dalla presentazione della figura di don Rodolfo, colto nel duplice aspetto di “salesiano” e “manager”, alla costituzione del Cestet (5 ottobre 1968) e dell’Orsa, passando per un emozionante ricordo dei collaboratori, si srotola innanzi agli occhi del lettore un vivo pezzo di storia cittadina. A don Di Mauro anche il merito di aver organizza-

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to il primo incontro delle due processioni del Venerdì Santo sul ponte Longano. La presentazione, avvenuta nel teatro “Currò” dell’Oratorio salesiano, è stata presentata da Franco Cutroni, presidente dell’associazione “Cattafi”, che ha introdotto i vari interventi. Dopo i saluti di don Luigi Perrelli, direttore dell’Oratoirio, e dell’assessore Raffaella Campo, la parola è passata all’editrice Giulia Carmen Fasolo. Notevole la drammatizzazione di alcune pagine a cura dell’attore Giovanni Corica. Quindi l’autore ha introdotto don Rodolfo, ospite d’onore della serata che ha commentato: “A Barcellona ho imparato ad amare gli ex allievi. La rinascita e stata infatti possibile grazie alla loro collaborazione. Quando sono andato via ho detto loro: io e i salesiani cambiamo. Voi rimanete. Tenete duro!” All’incontro ha partecipato un numeroso e qualificato uditorio. Molti dei presenti hanno ricordato con nostalgia i tempi di don Di Mauro. Gli intervenuti. Lanzellotti, Campo, don Di Mauro, don Perrelli e Fasolo. Francesca Romeo Da:Gazzetta del Sud, 30ottobre, Barcellona. Insieme


Il libro di Franco Lanzellotti, “Don Rodolfo Di Mauro: La rinascita dell’Oratorio di Barcellona negli anni ‘60, edito da Snasher”, è stato presentato giovedì 23 ottobre 2014, alle ore 18, nella sala teatro dell’Oratorio Salesiano di Barcellona. Presente all’incontro don Di Mauro che negli ani ’60 ha contribuito a scrivere una pagina di storia della città. Caro Franco, grazie per aver accettato questa intervista. Mi ha fatto un mondo di piacere sentirti telefonicamente e rivederti dopo tanti anni, in occasione della presentazione del tuo libro, a Barcellona. Hai saputo fotografare momenti di vita vissuta (1961-1968) nell’Oratorio Salesiano, dove ragazzi e giovani, ancora oggi, vivono impegnati nello sport, nel teatro educativo, nelle associazioni e nei momenti formativi, per diventare, da grandi, nella vita e nella società “buoni cristiani e onesti cittadini”, come voleva Don Bosco. Sono rimasto colpito dal dono di una rosa rossa che un ragazzino di cinque anni offriva a don Di Mauro a coclusione della presentazione del libro. Una domanda sul significato di questo gesto te la rivolgerò alla fine dell’intervista. Ecco la prima domanda.

P arl i a mo d i u n a si tu a zi o n e cr i ti ca ... Più che critica. Si parlava di chiusura. L’Ispettoria di Catania aveva in progetto la costruzione di un nuovo edificio, per rilanciare il “San Michele Arcangelo”. Don Di Mauro si è rivelato la scelta più azzeccata come direttore e come promotore della rinascita. In c he se n so ? Nel senso che don Rodolfo fece una scommessa su noi giovani, organizzandoci sia nel settore sportivo che in quello teatrale. Erano due settori, questi, che attraevano molto i quindicenni, i sedicenni... Ovviamente, si avvalse dell’aiuto di diversi ex allievi. Era un abile organizzatore. I n s o mma , r i u s c i v a a d e s s e r e u n p un t o d i r i fe r im e n t o p e r t u tt i. . . Proprio così. Dapprima fondò la squadra di calcio dell’ORSA, che rappresentò il vero trampolino di lancio per decine e decine di giovani; successivamente curò in modo intelligente ed innovativo il settore teatro, con la realizzazione del CESTET. Credeva nella cultura e nel turismo; era convinto che l’oratorio avrebbe fatto un salto di qualità. In tante cose ha anticipato i tempi.

C o m e è n a t a l ’ i d ea d i sc ri v e re u n l i b ro su d o n D i M au r o ? Quasi per caso. Sono andato a fargli visita, mentre partecipava agli esercizi spirituali al “S. Tommaso” di Messina. Ne è nata una lunga e dettagliata rievocazione degli anni da lui trascorsi a Barcellona. F r e qu e n t a v i l ’ O r a t or io i n qu e g l i a n ni ? Uno dei pochi. Negli anni ‘60 c’era una strana moda al “San Michele Arcangelo”: ultimata la terza media i giovani sparivano dall’oratorio. Continuavano a frequentare i ragazzi delle elementari e delle medie; nutrita era anche la schiera degli ex allievi. Don Rodolfo trovò solo un manipolo di allievi di età compresa tra i 14 ed i 20 anni. Insieme

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Quattro chiacchere con l’autore Franco Lanzellotti


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E q ui n di i l t u o l i br o i n t e nd e e s s e r e un e l o g i o d e l t u o m a e st ro .. . Anche. Ma soprattutto intende essere una testimonianza documentata, seppur nelle sue linee essenziali, di tutto ciò che ha fatto in favore dei giovani. Quando è andato via da Barcellona, il “San Michele” pullulava di vita: aveva fatto rinascere l’oratorio. Ma q ualsiasi bu on sacerd ote salesia no s i sar eb be c o mp o rt a t o co sì . .. Probabilmente. Ma don Rodolfo aveva una marcia in più. Pur restando il ‘direttore’, ce lo sentivamo vicino come consigliere, come padre, come sprone, come difensore. In me, e non solo in me, ha lasciato in tal senso una traccia indelebile. Il t u o l i b r o , q u i n d i , i n t e n d e e s se r e u n ri n g r a z i a me nt o. Esattamente. Ed a ringraziare don Di Mauro deve essere, ed è, la città intera di Barcellona, perchè egli col suo operato ha favorito la socializzazione dei quartieri periferici, svolgendo un’attività sociale e politica non indifferente. Ha i i nc o nt r a t o dif f ic ol t à ne l la s te s u r a de l l i bro? Parecchie, in quanto i documenti ‘ufficiali’ sono pochi e non facilmente reperibili. Ho fatto affidamento sulla memoria di quanti hanno vissuto quel periodo da protagonisti; poi ho confrontato i singoli ricordi, spesso confusi, arrivando a informazioni certe. Così è stato per le locandine del settore-teatro; e così pure per i vari campionati dell’ORSA.

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A q ue st o si r if er is c e la sc r itt a i n l at ino , ‘d o cumentum memoriae tradendum’, che lei ha messo in bella evidenza ad inizi o di vo lume? Certamente, perché è stato ricostruito un periodo storico eccezionale per l’oratorio e per la città, periodo poco conosciuto o del tutto ignorato. Ma il termine ‘documentum’ in lingua latina significa pure ‘modello’, ‘esempio’, e don Rodolfo mi sembrava, e mi sembra, l’esempio più luminoso che io potessi consegnare alle nuove generazioni: un ‘ponte’ tra passato e presente. U n’ ul t i m a c ur i os i t à , l o a c c e n n a v o p r i m a . Du ra nt e la m an i fe s ta zio ne , o rg an izza ta p e r l a pr e s e nt a z i o ne de l s uo li br o, i n c h iu s u r a è s a l it o s ul pa lc o un r a ga zzi n o pe r o ff r i r e un a rosa rossa a don Rodol fo... È stata una mia iniziativa. Samuele D’Amico, di soli cinque anni, è attualmente il più piccolo allievo dell’ORSA (tra don Rodolfo e Samuele ci sono 90 anni di differenza): la rosa rossa simbolicamente ha voluto rappresentare un ponte ideale tra passato e presente, tra il fondatore della squadra e chi fra 48 anni festeggerà il ‘Centenario’ degli orsacchiotti. Questo, almeno, è il mio augurio! Grazie Franco, ad maiora! don F e li c e Bon gio r no

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I n a u g u r a z i o n e d e l l ’A n n o A c c a d e m i c o

Mons. Gisana apre l’Anno Accademico al San Tommaso. Nonostante i disagi provocati dall’allerta meteo sulla Città di Messina, l’inaugurazione dell’Anno Accademico si è regolarmente svolta al San Tommaso di Messina nel pomeriggio del 7 novembre 2014. Alla cerimonia hanno preso parte gli Studenti e i Docenti dell’Istituto Teologico e della Scuola Superiore di Specializzazione in Bioetica e Sessuologia, nonché numerosi rappresentanti delle autorità civili e religiose di Messina, e tanti ex allievi ed amici del San Tommaso, a testimonianza del vasto apprezzamento che l’Istituto riscuote. Dopo la preghiera guidata dall’Arcivescovo Mons. Calogero La Piana, il Sig. Ispettore don Pippo Ruta ha indirizzato una parola di saluto ai presenti. Quindi il Direttore della Scuola di Bioetica don Gianni Russo ha letto la relazione dell’anno accademico, e il Preside dell’Istituto Teologico don Giuseppe Cassaro ha presentato alcune linee del progetto formativo dell’Istituto, ricordando fra l’altro il cammino che vede avviate le nostre Chiese verso il quinto Convegno Ecclesiale nazionale di Firenze, e l’appuntamento del bicentenario di Don Bosco. La lectio magistralis della Prolusione è stata tenuta da S. Ecc. Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina, il quale,

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con l’angolatura particolare della propria competenza biblica e patristica, ha trattato il tema della famiglia, in continuità con il processo di riflessione inaugurato dal Sinodo Straordinario dei Vescovi appena celebratosi a Roma: La famiglia riflesso della Città di Dio per l’edificazione della città degli uomini. Con parola sapiente e profondità di riflessione teologica, e sulla falsariga del pensiero di San Giovanni Crisostomo, Mons. Gisana ha presentato i valori che sottostanno alla realtàà dell’amore coniugale, non come astrazione teorica, bensì come sostanza concreta. Il relatore ha quindi illustrato l’incidenza dell’amore sponsale sulla società umana, l’ideale della vita coniugale, la mistica del matrimonio, ed in ultimo ha trattato dell’educazione dei figli. Ne è risultato un quadro spirituale e umano della famiglia come «calco per la società», modello di vita buona secondo il vangelo, e germe genuino

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Messina - San Tommaso


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per la costruzione di una società civile autenticamente umana e positivamente vivibile. La cerimonia è stata impreziosita dalla presenza del Coro della Basilica Cattedrale di Messina, diretto dal Maestro don Giovanni Lombardo, che ha eseguito brani di Marc’Antonio Ingegneri, Ludovico Da Vittoria, Oreste Ravanello, ed una composizione dello stesso Maestro Lombardo.

Il Preside don Giuseppe Cassaro ha concluso con la formula di rito che apre ufficialmente l’anno accademico 2014-2015, invocando sulla comunità accademica e sulle attività del San Tommaso le benedizioni del Signore, per l’intercessione di Maria SS. Ausiliatrice dei cristiani, e con il patrocinio di Don Bosco. don Cristian Scuderi

La Biblioteca sbarca su Internet Siglata la convenzione con l’Università di Messina Il Preside Prof. don Giuseppe Cassaro e il Rettore dell’Universitàà di Messina Prof. Pietro Navarra, mercoledìì 15 ottobre alle ore 12,00 hanno firmato una Convenzione che prevede l’ingresso della Biblioteca “Don Candido Ravasi” nel Sistema Bibliotecario dell’Ateneo messinese (SBA). La cerimonia si è svolta nei locali del Rettorato dell’Università, ed è stata riportata dalle TV e dalla stampa locale. L’iniziativa continua nella linea della felice collaborazione tra l’Università di Messina e l’Istituto Teologico San Tommaso, che ha visto giàà in passato lo scambio di Docenti e la stipula di una Convenzione Quadro per il riconoscimento reciproco dei crediti universitari nei Corsi di Laurea di Primo e Secondo Livello.

L’Istituto Teologico in questo modo vede allargare al grande pubblico che ha accesso ad internet, il prezioso servizio già svolto dalla propria Biblioteca, che raccoglie più di 120.000 volumi nei settori di Arte, Bioetica, Catechetica, Comunicazioni Sociali, Diritto, Dogmatica, Ecumenismo, Filosofia, Letteratura, Liturgia, Morale, Patrologia, Sacra Scrittura, Salesianità, Scienze dell’Educazione, Spiritualità, Storia civile, Storia della Chiesa, Storia patria. Gli utenti della Biblioteca potranno inoltre accedere a tutta una serie di servizi e risorse elettroniche messe a disposizione dal SBA, tra cui riviste specialistiche e banche dati on-line, nonché fonti di settore in formato digitale. don G . Ca s s a r o

Don G. Cassaro, Prof. P. Navarra. Prof.ssa RM. Domianello. Nella foto a destra: Prof. G. Cupaiolo.

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Insegnamento della religione e cultura massmediale Dal 27 al 29 novembre si è svolto al San Tommaso il XVII “Corso Nazionale di Aggiornamento degli Insegnanti di Religione Cattolica”. Ha visto la partecipazione di 91 docenti provenienti da Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, insieme ad alcuni provenienti dalla provincia di Bolzano. Il tema di quest'anno: “Insegnamento della religione e cultura massmediale. Opportunità e rischi per i giovani della 'Generazione 2.0'”. Dopo una carrellata sullo sviluppo della comunicazione e in particolare di quella massmediale da parte di don Felice Bon-

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giorno, don Valerio Bocci, direttore generale della Elledici, ha presentato l'ipertesto, come strumento didattico, e ha guidato il laboratorio, nel quale i docenti hanno elaborato un ipertesto su carta e on line. Il giorno dopo don Francesco La Camera, docente al San Tommaso ha presentato la legislazione vigente e i rischi che i giovani corrono nell'uso degli strumenti, in particolare dei social network. La professoressa Maria Grazia Pau, docente all'ISSR di Cagliari, ha relazionato sulle opporunità pedagogiche e didattiche offerte dagli strumenti massmediali. Il laboratorio del pomeriggio ha visto tutti i docenti impegnati nell'elaborazione di una unità di apprendimento. L'ultimo giorno don Salvatore Barbetta, direttore del Centro di Pedagogia Religiosa “Giovanni Cravotta”, ha raccolto le conclusioni e ha indicato le vie aperte per l'insegnamento dai lavori del Corso. Gli organizzatori sono stati molto soddisfatti, anche perché la quasi totalità dei partecipanti ha mostrato notevole interesse per le tematiche affrontate e grande impegno nei laboratori. S a l v a t or e B a r b e t t a

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XVII Corso Nazionale di aggiornamento IRC


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Palermo - Ranchibile

Lo scientifico “Don Bosco” in testa La ricerca della Fondazione Agnelli premia lo scientifico dei salesiani La h i t d e l l e s c u o l e p a l e r m i t a n e , v in c e i l l ic e o U m b e r t o I

di Palermo, sono stati presi in considerazione i curricula di 14.264 matricole.

È il liceo classico Umberto I di Palermo il migliore istituto della provincia di Palermo. Mentre, a sorpresa è il Don Bosco Ranchibile che mette in riga tutti i licei scientifici della città. A decretarlo è stata la Fondazione Agnelli che ha messo a punto un portale che consentirà a tutti gli studenti della terza media e alle loro famiglie di confrontare la qualità dell’offerta formativa dei diversi istituti dei singoli indirizzi. A spiegare la filosofia del nuovo portale a disposizione delle famiglie italiane per l’orientamento in uscita dalla scuola media è stato il vicepresidente dell’istituto torinese, John Elkann. “Entro poche settimane – spiega Elkann – mezzo milione di studenti e le loro famiglie in Italia dovranno scegliere a quale scuola superiore iscriversi. Per una ragazza o un ragazzo è la prima grande scelta della sua vita, un momento importante e per molti aspetti decisivo per il suo futuro”. Ogni anno, le famiglie attraverso il passaparola cercano di capire quale sia la scuola che offre la migliore preparazione ai propri figli. Ma da oggi “per aiutarli a scegliere la scuola migliore per ciascuno di essi – continua Elkann – la Fondazione Giovanni Agnelli ha creato un nuovo strumento, Eduscopio.it”. Si tratta di “un sito web a disposizione di tutti, gratuito e utile non solo per gli studenti e le loro famiglie, ma anche per i docenti e i dirigenti scolastici, che permette di confrontare le scuole italiane, a partire dal modo in cui hanno preparato i loro diplomati per il percorso universitario”. Per stilare la classifica dei migliori istituti delle diverse realtà, la fondazione di Torino ha preso come indicatore di qualità le performance universitarie di quasi 700mila matricole in tre diversi anni accademici: il 2009/2010; il 2010/2011 e il 2011/2012. Per la provincia

L eg g i l a c l ass i fi ca de l l e scu o l e di Pa l erm o

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Un numero sufficiente per farsi un’idea abbastanza chiara delle scuole che offrono agli studenti la migliore preparazione in vista degli studi universitari. Il metodo utilizzato dalla Fondazione Agnelli ha soltanto il limite di non tenere in alcun conto il peso del retroterra economico e culturale di provenienza dei singoli studenti, ma rappresenta uno strumento importante per confrontare le diverse realtà scolastiche anche di intere città, visto che la banca dati fornisce i risultati degli istituti entro un raggio massimo di 30 chilometri: quanto basta per coprire abbondantemente tutto il comune di Palermo e parecchi comuni limitrofi. Ma cosa emerge dalla classifica stilata questa mattina per le scuole di Palermo? Che in cima alla lista si piazza il liceo classico Umberto I, con 79,32 punti dell’indice elaborato per l’occasione dall’istituto piemontese. Gli studenti dell’Umberto I, una volta all’università, riescono a superare le materie con un voto medio di 28,24 e raggranellano in media 73,26 crediti. Il diretto rivale, il liceo classico Garibaldi, si piazza a ridosso dell’istituto di via Parlatore: 79,09 punti. I suoi studenti fanno leggermente meglio per crediti acquisiti ma meno bene per voti conseguiti. All’ultimo posto si piazza il liceo classico paritario Seneca, con appena 36,20 punti. Ma la sorpresa cittadina arriva dagli scientifici, che vedono in testa un istituto paritario: il Don Bosco Ranchibile. Lo scientifico di via Libertà si piazza in testa alla classifica d’indirizzo con 77,53 punti, mentre il suo diretto concorrente, lo scientifico Cannizzaro, strappa 76,10 punti ma i suoi studenti fanno meglio rispetto ai compagni dell’istituto paritario cattolico per nuInsieme


migliore, con 68,65 punti e lo piazzano in testa a tutti gli istituti tecnici della città. Gli istituti professionali, con i relativi alunni diplomati, non sono stati presi in considerazione perché tradizionalmente i propri studenti alla fine del percorso scolastico non proseguono quasi mai all’università, cercando una collocazione nel mondo del lavoro. Da: Repubblica.it (http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/11/29/news/la_hit_delle_scuole_palermitane_vince_il_liceo_umberto_i-101669908/).

Oratorio Salesiano Santa Chiara

Palermo: la periferia in centro

Il Centro Santa Chiara dei Salesiani […] Don Enzo è il direttore del «Centro Salesiano Santa Chiara» all’Albergheria, fra Ballarò e palazzo Conte Federico. «Fino a sei anni fa», racconta il salesiano, «il Centro faceva anche accoglienza residenziale: ha ospitato fino a centoventi persone, in prevalenza immigrati del Maghreb e Centro Africa. L’obiettivo del Centro Santa Chiara é quello di mettere a disposizione uno spazio dove redere possibili il dialogo e la conoscenza e, a partire da questi, costruire un contesto nuovo di «interazione, parola e concetto che preferisco di gran lunga a “integrazione”», precisa don Enzo. «La parte più difficile, nel caso emergano situazioni familiari problematiche, è coinvolgere i papà, si tratti di palermitani o migranti, che spesso vivono una visita degli operatori del Centro come una messa in discussione della loro autorità paterna di fronte a tutto il quartiere o alla comunità. Superare questa diffidenza richiede molta pazienza e determinazione». L’entrata dei migranti nel tessuto economico e sociale della città avviene Insieme

spesso nell’ampia zona grigia dell’illegalità. In aree come Ballarò - ma lo stesso vale per il Capo o la Vucciria - gli stranieri si offrono come manodopera a basso costo per lavori umili e mal pagati. Non solo. Le organizzazioni criminali internazionali che hanno in alcuni gruppi di immigrati la loro base a Palermo collaborano o combattono con la mafia locale per la gestione di prostituzione, spaccio, contrabbando. Così l’omertà locale

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mero di crediti conquistati in un anno: 75,83 contro 68,85. In altre parole i ragazzi del Cannizzaro riescono a superare più materie ma con voti un po’ più bassi: 27,16 contro 28,33. Tra gli ex magistrali è il Finocchiaro Aprile a guidare la classifica, mentre tra i linguistici si piazza in testa il Ninni Cassarà. Due le classifiche per gli istituti tecnici: in cima alla lista di quelli ad indirizzo Economico troviamo il Marco Polo – ex istituto tecnico per il turismo – che vanta 63,18 punti. Tra gli istituti tecnici ad indirizzo tecnologico è il Rutelli che strappa la palma del


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s’incontra con l’omertà tipica di alcune di queste comunità migranti. «Non si tace solo per paura», distingue don Enzo, «ma anche per connivenza e convenienza».

La t ra t t a di e s se ri uma n i Come succede nel ragusano, dove recentemente è emerso che molte donne rumene, impiegate come braccianti nelle serre ortofrutticole delle campagne di Vittoria, sono costrette a subire continui abusi sessuali da parte dei loro datori di lavoro nel silenzio sia della comunità rumena che di quella ragusana. È stato il parroco, don Beniamino Sacco, a denunciare per primo i «festini agricoli» documentati lo scorso 15 settembre anche in un articolo del settimanale L’Espresso. «Il Coordinamento anti tratta», racconta suor Valeria Gandini, comboniana che ha lavorato per anni in Sudan, Etiopia e Uganda, «si sta interessando alla situazione e sta facendo un lavoro di sensibilizzazione affinché sia messa fine a questa vergogna». Suor Valeria vive nella casa accanto alla chiesa di San Nicolò di Bari all’Albergheria, nel cuore di Ballarò; la sua voce si confonde con i ritmi della musica dance che rimbombano dalle casse dei locali nella piazza davanti alla chiesa dove centinaia di ragazzi s’incontrano per l’aperitivo. «Vedi?» dice indicando qualche banco del mercato gestito da africani o asiatici, «è vero che fanno i lavori più umili ma qualcuno comincia anche ad avere il suo banco al mercato. La Sicilia dovrebbe ricevere un premio per l’accoglienza ai migranti perché, pur con tutte le difficol-

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tà che ci sono, qui a Ballarò la vediamo, eccome». Suor Valeria è impegnata da anni nella lotta alla tratta di esseri umani e a Palermo, dove si stima che le donne vittime di tratta siano circa quattrocento, collabora con la Caritas, con i padri salesiani del Santa Chiara e con il Coordinamento anti tratta «Favour e Loveth», di cui fanno parte una quarantina di associazioni. Due volte a settimana, una di notte e una di giorno, esce con l’unità di strada per andare a contattare le ragazze costrette a prostituirsi. In venticinque anni di lavoro contro la tratta, prima a Verona e poi a Palermo, ha ascoltato centinaia di storie terribili: come quella della ragazza nigeriana costretta ad abortire per tornare sulla strada, che rifiutava di denunciare i suoi protettori perché aveva parlato con il padre, in Nigeria, al quale erano state rotte entrambe le gambe per mandare un «messaggio» a lei, nel caso le fosse venuto in mente di ribellarsi. «Meglio che muoia io piuttosto che mio padre o mia madre», aveva risposto la giovane davanti alla proposta di suor Valeria di aiutarla a uscire dal giro. «A volte riusciamo a parlare anche con i clienti. Alcune di queste persone sviluppano una vera e propria dipendenza dal sesso, finiscono per indebitarsi, rubare in casa o perdere la ragione. Ricordo il caso di un uomo che non trovava più la “sua” ragazza probabilmente vittima di una retata - ed era disperato perché, diceva, non poteva fare a meno di lei, le voleva bene come a una figlia... A una figlia, capisci?». Insieme al Ciss (Coordinamento internazionale Sud-Sud) e ad altre associazioni sta seguendo la campa-

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L’emergenza sbarchi A questi problemi che Palermo affronta da anni, negli ultimi mesi si è aggiunta un’ondata di sbarchi di migranti direttamente al porto della città. «In un altro momento avrei potuto riceverti nel mio ufficio alla Caritas», scherza la missionaria comboniana, «ma adesso non ce l’ho, un ufficio: c’è qualcuno che ci dorme dentro». La Caritas gestisce cinque centri di accoglienza in città; in uno di questi, il San Carlo e Santa Rosalia, a dieci minuti a piedi da Ballarò, lavora Giuseppe Giambusso operatore del centro d’ascolto e referente dell’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse. «Con l’inizio degli sbarchi a Palermo», racconta Giuseppe in uno dei rari momenti di pausa «sono passati dai centri Caritas oltre tremila migranti. Solo il San Carlo serve poco meno di duecento pasti al giorno, è un momento di piena emergenza». Il San Carlo e Santa Rosalia assistono sia migranti che palermitani e, «in controtendenza con il dato nazionale, qui sono i secondi a rappresentare il gruppo più nutrito: tre quarti delle persone che si rivolgono a noi sono di qui e il profilo tipico è quello del lavoratore cinquantenne - muratore, banconista e simili - che ha perso il proprio impiego e che ha un curriculum troppo poco qualificato per trovare un’altra occupazione».

U n a c i tt à n el l a c i t tà h a bis o g no di u na c a s a . La situazione abitativa della città quanto agli alloggi è drammatica, con le graduatorie per l’assegnazione di case popolari bloccate al 2004 e quattordicimila famiglie in lista d’attesa: «Praticamente un paese, una piccola città dentro la città fatta di persone che hanno bisogno di una casa». Il fenomeno delle occupazioni abusive a Palermo e proInsieme

vincia interessa circa tremila appartamenti del comune o dell’Istituto autonomo case popolari, mentre cinquecento famiglie hanno di recente occupato edifici abbandonati o dismessi (istituti religiosi, ex caserme, scuole). «Ci sono anche zone periferiche», continua Giuseppe, «dove si concentra il disagio, ad esempio Borgo Nuovo, oppure lo Zen, dove via Lanza di Scalea - che divide i casermoni ocra e grigi e la spazzatura dello Zen dalla zona delle ville e lascia poi il posto agli ordinati condomini e ai vivaci negozi di via Strasburgo - è un vero e proprio muro invisibile che divide due mondi». Ma i migranti tendono a preferire il centro anche per una questione logistica: «La rete dei trasporti di Palermo è fatta a raggiera; questo significa che per arrivare da un punto all’altro della periferia, anche dallo stesso lato della città, bisogna comunque passare dal centro e cambiare mezzo. Per chi lavora in periferia, quindi, è preferibile vivere in centro per ridurre il numero di cambi e quindi i tempi di spostamento, che nel traffico di Palermo possono essere davvero lunghi». L’ufficio immigrazione del comune, guidato dalla dottoressa Laura Purpura, collabora attivamente con enti e associazioni impegnate nell’accoglienza. Ma la crisi economica e la scarsità dei fondi comunali ed europei hanno certamente acuito la gestione, oggi emergenziale, del disagio urbano. «Ci sono anche realtà dove le cose vanno un po’ meglio», racconta suor Abrehet Petros, religiosa di origine eritrea e consorella di suor Valeria. «Ad esempio la comunità ghanese, che io seguo in parrocchia a San Nicolò di Bari, è qui da vent’anni e molto organizzata. Qualcuno ha anche aperto negozi e attività qui a Ballarò e ora stanno cominciando i primi tentativi di creare cooperative per importare prodotti dal Ghana». Ch ia r a G i ov e tt i Da:MCO Fondazione Missioni Consolata Onlus. www.missioniconsolataonlus.it

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gna io-non-tratto per la sensibilizzazione e informazione contro la tratta di esseri umani. «Lavoriamo anche con le scuole nel progetto La scuola non tratta», spiega suor Valeria, «perché molti ragazzi non sanno che cosa c’è dietro a quello che loro vivono come un gioco, o una bravata, quando vanno con queste ragazze».


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Guardando Altrove La pi ù gra nde c risi uma ni ta ri a d a l l a S e c o n da G u e rr a M o n d i a l e

Intervenendo ad un incontro di alto livello della Caritas sulla crisi in Medio Oriente, il cardinale salesiano Oscar Andres Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, ha affermato che il mondo sta fronteggiando ora “la più grande crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale”. In apertura del suo discorso il card. Rodríguez Maradiaga ha richiamato la condizione dei bambini costretti ad abbandonare le loro case in Siria, di quelli impossibilitati ad andare a scuola a Gaza, e dei cristiani del Nord dell’Iraq, le cui case vengono marchiate con l’iniziale della parola “Nazareno” affinché siano identificati. Di fronte a tanto male, “l’Occidente cerca di costruire una alleanza militare e inviare più cacciabombardieri e droni in Siria e Iraq. Ma la violenza non è mai una risposta. Porterà solo a una maggiore ‘inutile strage’ come disse Papa Benedetto XV a proposito della Grande Guerra del 1914-1918”, ha affermato il cardinale. “Per la Confederazione delle Caritas il primo compito è quello umanitario. La sfida è enorme” ha detto il prelato salesiano; che constatando al difficoltà di far fronte ai numerosi fronti d’emergenza con un calo delle risorse disponibili, ha anche aggiunto: “Vari paesi, compresi quelli al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, stanno fornendo armi e munizioni per sostenere le guerre e le loro conseguenze. Molti di quei paesi che riducono il loro impegno nel fornire aiuti umanitari sono tra quelli che forniscono il

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maggior numero di armi. Sembra che non ci siano abbastanza soldi per entrambe le cose, e le agende politiche vengono prima delle persone.” Il card. Rodríguez Maradiaga ha quindi sottolineato varie necessità per una pace duratura in Medio Oriente: lo stop all’invio di armi ai paesi in guerra; la fine del Blocco della Striscia di Gaza da parte israeliana, il riconoscimento da parte di Israele della Palestina e il ritorno dei due paesi ai confini del 1967; e un impegno per la pace in Iraq e negli altri luoghi in guerra che non pretenda di imporla dall’esterno, ma che cerchi di coltivarla dall’interno. Il cardinale ha concluso il suo intervento invitando ad impegnarsi a ricercare la pace anche attraverso la preghiera continua. Da: ANS - 22/09/2014

P apa Fr an c es co a l pa rl a me nt o di Strasburgo «L’Europa è invecchiata, deve ritrovare il suo volto, che ruota non intorno all’economia ma alla sacralità della persona umana». E sul lavoro: «Coniugare flessibilità e stabilità».

Papa Francesco in quaranta minuti ha presentato agli europarlamentari un’Europa «invecchiata», bisognosa di guardare alla sacralità della persona «il suo vero volto», piuttosto che ad una fredda economia. «Promuovere la dignità della persona vuol dire riconoscerle diritti inalienabili che non possono esserle sottratti da nessuno e da nessun potere economico». Insieme


Pontificium Institutum Altioris Latinitatis Il Convegno, viene organizzato in collaborazione con l’Accademia Vivarium Novum, ritenuta uno dei luoghi di eccellenza in tutto il mondo per lo studio delle lingue classiche. La Facoltà ha convocato studiosi e cultori del latino per riflettere su due temi: la vitalità della lingua latina nei secoli, che consente di parlare di una sua “immortalità”; e il rinnovamento dei metodi per insegnarlo ed apprenderlo efficacemente. Tra i relatori di fama mondiale, Wilfried Stroh (Università Ludwig Maximilian di Monaco), Kurt Smolak (Università di Vienna), Dirk Sacré (Università cattolica di Lovanio) e Luigi Miraglia (UPS – Accademia Vivarium Novum). Oltre trecento i partecipanti, tra docenti e studenti, provenienti da tutto il mondo.

Il significato globale dell’evento, segnalato anche dai media a livello nazionale ed internazionale, è stato espresso da don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore, nel suo saluto iniziale: “Gli studi umanistici classici e cristiani, ieri come oggi, sono indispensabili per formare menti aperte nella ricerca della verità e per educare libertà orientate alla scelta del bene, i valori dell’humanitas sono garanzia di un autentico sviluppo integrale dell’uomo e della costruzione di una società più giusta”. In tale occasione, è stato reso omaggio a don Biagio Amata, professore emerito e già Preside-Decano della Facoltà, attraverso la presentazione di una miscellanea in suo onore, “Christum amplecti”. Insieme

Mess aggio augurale del Sindaco di Sant’Agata di M. “Eminenze, eccellenze, autorità, amici, sono onorato, in qualità di primo Cittadino della terra che ha dato i natali al Preside emerito di questa Università, Don Biagio Amata, nato proprio a Sant’Agata Militello, di porgere le congratulazioni e il saluto di tutta la comunità che ne condivide tanto l’opera scientifica e letteraria, quanto soprattutto il ministero pastorale. E sento il dovere di unirmi alla presentazione della Festrschrit ‘Christum amplecti’ - abbracciare Cristo con amoroso amplesso - in suo onore, come offerta di affetto e stima in occasione del suo 75.mo genetliaco. E plaudo a questa iniziativa del Consiglio e Collegio di Facoltà, approvata dal Magnifico Rettore e pubblicata dalla Editrice Universitaria. Voglio aggiungere che questa manifestazione segna quasi l’esordio delle celebrazioni per il suo 50mo di Sacerdozio, il 19 marzo prossimo, tra i Salesiani, di cui la nostra città mantiene due istituti, per accogliere, infanzia, puerizia, adolescenza e gioventù, sebbene con sommo dispiacere e inutili ricorsi, siamo stati privati del ramo maschile della famiglia salesiana. Auguro pertanto a questo Ateneo, elevato ad università dal Beato Paolo VI, Sommo Pontefice, cinquant’anni orsono, prosperità e vitalità. E soprattutto mi congratulo col Pontificio Istituto di Alta Latinità, Facoltà di Lettere Cristiane e classiche, che solennizza il giubileo d’oro del Motuproprio dello stesso pontefice Paolo VI, ‘Studia Latinitatis’, che ha fondato questa Facoltà, in cui il nostro concittadino Don Biagio Amata, ha lavorato e diretto col vostro aiuto, impegnandosi con tutte le forze a servizio della Chiesa e della cultura”.

C a r m e l o So t t i l e Sant’Agata M., 7 novembre 2014

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Roma-UPS Convegno per i 50 anni di fonda zione della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche


DA RICORDARE

Da Ricordare È morto don Braido stu di oso e m aestro di sale si ani tà. La comunità religiosa della Visitatoria salesiana Maria Sede della Sapienza e la comunità accademica dell’UPS annunciano la morte del prof. don Pietro Braido, salesiano di Don Bosco, avvenuta alle ore 20.30 di oggi, martedì 11 novembre 2014. Don Braido era ospite dell’infermeria della Visitatoria UPS già da tempo, accudito dalle amorevoli premure delle suore dei Sacri Cuori e dalle attenzioni dei confratelli della comunità San Francesco di Sales di cui faceva parte, che soprattutto in questo suo ultimo aggravamento non lo hanno mai lasciato da solo. Il su o n o m e è l eg at o st re tt a me n t e a D o n B o s c o e a l l ’ U n i v e r s i t à S a l e s i a n a . D ir e “ D o n Bo s c o e d uc a t o r e ” è in f a t t i di r e do n Br a i do . Tanti sono i “capolavori” confezionati dalla sua intelligenza fertile e instancabile che si è totalmente dedicata all’approfondimento della figura di Don Bosco e della sua pedagogia in particolare, oltre che della sua spiritualità. La Congregazione tutta gli riconosce questo grande merito. Il nome di don Braido è poi strettamente l eg ato al l’Un i versi tà P on ti fi cia Sa le sia na . Dal 1940, viene istituito all’interno della Facoltà di Filosofia di Torino-Rebaudengo un Istituto di Pedagogia guidato da don Carlos Leôncio da Silva che dal 1940 al 1952 ne fu direttore. Dal 1956 l’IIstituto Superiore di Pedagogia poté conferire i gradi accademici in scienze pedagogiche e diplomi in pedagogia, didattica, catechetica e psicologia. Don Braido fu uno dei pionieri accanto a don Le ôncio da Silva. Dagli inizi degli anni ’50 l’Istituto crebbe in qualità ed estensione, grazie appunto a don Braido che coordinò un gruppo di giovani salesiani professori come don Luigi Calonghi, don Vincenzo Sinistrero, don Gino Corallo , d o n P i e t r o G i a n o l a , d o n P i e r Giorgio Grasso ed altri c professori e collaboratori che proseguirono l’opera sino a farla diventare Facoltà di Scienze dell’Educa -

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zione alla quale si sono formati schiere di salesiani e FMA di tutto il mondo. Don Braido è anche all’origine della rivi sta Orientamenti Pedagogici che proprio alla fine del mese di ottobre ha celebrato il suo sessantesimo di pubblicazione con un Convegno dal titolo “Educare è orientare” che si ispirava al primo editoriale pubblicato sul primo numero della rivista, scritto a firma di don Pietro Braido. Il trasferimento nel 1965 nella nuova attuale dell’Università di Roma-Nuovo Salario vide anche don Pietro tra i primi salesiani a rendere lustro alla nostra istituzione con il lavoro di ricerca serio, proficuo e di levatura altamente riconosciuta ad intra e ad extra della congregazione salesiana e del mondo accademico nazionale e internazionale. Servizio accademico che si concretizzò poi con la responsabilità di Rettore dal 1974 al 1977 e con la presidenza della Facoltà di Scienza della Educazione (quattro volte decano come nessun altro!); e servizio alla fraternità religiosa come direttore della comu nità San Francesco di Sales per tre anni, dal 1992 al 1995. Con don Braido scompare uno studioso e un m aestro di salesianità straordinario, unico. Quest’anno Bicentenario della nascita di Don Bosco e 75° di fondazione dell’Università Salesiana, don Pietro lo celebrerà in pienezza “conoscendo” di persona, così come ci assicura la fede e l’essere religiosi salesiani, colui che per tanti anni ha appassionatamente studiato e “presentato”.

R icordiamo i familiari d e f u n t i de i c o n f r a t e l li : la mamma di don Luigi Perrelli, la mamma di don Domenico Mucherà, la mamma di don Sergio Aidala, il fratello di don Antonino Scavuzzo il papà di don Filippo Pagano.

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