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BAILA MOVIDA: LA NOTTE AL RITMO DEI 78 BIT di Maria Rosa Spina

Dopo aver fatto cantare ed emozionare milioni di italiani con il brano “Fotografia”, con il quale conquistarono un 6° posto alla sezione Giovani del Festival di Sanremo nel 2002, i 78 Bit ritornano in pista dopo una lunga pausa con un nuovo progetto musicale. Attualmente è in rotazione su diverse emittenti radiofoniche romagnole e trasmesso con grande regolarità dalla Publiphono in tutte le spiagge della Riviera il nuovo singolo intitolato “Baila movida”. La nuova formazione della band romagnola, composta da Mario Fucili e Manuel Monteiro Mancini, intende sbaragliare la concorrenza in tutte le classifiche dei singoli più venduti e ascoltati in Romagna in attesa dell’imminente uscita del nuovo album. I 78 Bit spiegano ai lettori di “Riminiamo” le loro aspettative su “Baila Movida” e sul loro ultimo lavoro discografico oltre a raccontare come è avvenuta la rinascita della band. Mario e Manuel, come è nato il vostro ultimo singolo “Baila Movida”? Mario: Il testo di “Baila Movida” è nato di getto, quasi come tutti gli altri pezzi dell’album. Noi siamo di Riccione, la movida è il nostro stile di vita, il nostro punto di riferimento soprattutto il mio che lavoro nei locali da vent’anni. È un inno all’estate, alla movida romagnola, dove si ritrovano molti giovani. Manuel: La melodia è nata prima una sera in camera, poi le parole sono venute fuori da sole. Semplici ma d’effetto. 'Baila movida, baila la vida, per le strade di Riccione sento l’amore che mi esplode'. Parla delle discoteche, delle bevute in compagnia, del modo di vivere le serate, del mondo della notte insomma. In Riviera romagnola è la normalità. “Baila Movida” ha tutte le carte in regola per diventare un tormentone estivo? Mario: 'Baila movida' è già diventato il jingle ufficiale della Publiphono. I cittadini e i turisti la sentiranno per tutta l’estate in spiaggia. In molte radio viene già trasmessa regolarmente e presto anche in tante altre. Il singolo è stato trasmesso anche durante la finale dei playoff di serie B per la promozione nella massima serie del calcio italiano tra Benevento e Carpi, davanti a ben 20mila persone. Manuel: Sì, ha tutti i presupposti per diventare un tormentone. Ci sta già dando tantissime e grandissime soddisfazioni. Vi esibirete durante la stagione estiva? Mario: Sì, tutta l’estate saremo in giro per la Penisola

a cantare e suonare le nostre canzoni.

È nostra

intenzione fare ballare tutta l’Italia con la nostra musica. Manuel: È incredibile! Siamo di Riccione ma ci esibiremo lì per un’unica data. Per essere sempre aggiornati sui concerti e altre attività riguardanti i 78 Bit, è possibile consultare la pagina ufficiale Facebook della band (www.facebook.com/78bit). Passiamo al nuovo album. Quali anticipazioni potete dare ai lettori di “Riminiamo”? Mario: I testi saranno forti, d’impatto e soprattutto attuali. Non sono vecchi ma neanche giovani, quando li ascolterete scoprirete che hanno la giusta via di mezzo per mettere d’accordo diverse generazioni. La cosa bella è che Manuel era un fan dei vecchi 78 Bit. Ha ancora i nostri autografi conservati a casa. Pensa che è stato lui a contattarmi per ripropormi di rimettere insieme la band. In me c’era già la voglia di rimettermi in gioco, lui mi ha dato l’opportunità di ritornare a calcare i palchi. Ringrazio anche Gianluca (Grignani, ndr) che ci sostiene e ci dà una mano. Manuel: Sarà un bel disco e non lo dico solo perché l’abbiamo fatto noi ma perché merita veramente. È nato in un momento particolare delle nostre vite: Mario usciva da una storia importante mentre io ho sempre lavorato con mio cugino Gianluca (Grignani, ndr). Sia io che Mario ci siamo ritrovati subito con la chitarra in mano a creare 'Baila movida' e altri pezzi. Manuel, quando hai deciso di contattare Mario? Noi ci conosciamo da sempre, mia sorella stava con il loro batterista. Abbiamo legato veramente solo cinque o sei anni fa; l’ho incontrato qui a Riccione con Gianluca Grignani e da lì siamo rimasti in contatto per poi dare inizio a questa grande amicizia. Questo disco infatti parla di amicizia, divertimento, storie che ognuno di noi vive. Come autori delle canzoni, abbiamo avuto la fortuna di avere mio cugino e Andrea Gallo, un professionista che ha scritto testi anche per Emma Marrone, Mietta e tanti altri cantanti. Mario, cosa è cambiato ora nei 78 Bit rispetto all’esibizione al Festival di Sanremo? Tutto, sia a livello musicale e promozionale,sia a livello di formazione: tra i vecchi componenti, sono rimasto solo io. Fondamentalmente noi siamo un duo acustico con voce e chitarra. Abbiamo anche una band ma generalmente ci muoviamo solo noi due.

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Quali sono i motivi per cui avete mantenuto il nome “78 Bit”? Mario: Lo abbiamo fatto per i fan. Avevamo una schiera mostruosa in tutta Italia che è tornata a seguirci. “Fotografia” (brano portato sul palco di Sanremo nel 2002, ndr) è la canzone più cantata, quella che ci chiedono sempre di eseguire durante i concerti. È stata una sorpresa scoprire che si è radicata così tanto nel profondo, nonostante gli anni passati. Manuel: Non l’avrei mai detto ma le persone si ricordavano dei 78 Bit e delle loro canzoni. Hanno ricominciato a seguirci e a scriverci. La nostra rinascita è iniziata proprio a Riccione, perché siamo entrambi della Romagna. A proposito di Romagna, cosa occorre a Rimini e Riccione per rilanciarsi a livello culturale e turistico? Mario: Sicuramente servono investimenti sugli eventi nazionali: queste città fanno gola ancora a tante aziende e persone, la Riviera romagnola ancora attrae. Bisogna puntare sugli eventi, sul mondo della notte e sulle giovani promesse musicali. Come siamo emersi noi, potrebbero emergere anche altre persone che darebbero visibilità alla Romagna. I giovani sono il futuro. Sosteniamo la movida e soprattutto 'Baila Movida’. Manuel: Riccione ha già fatto qualcosa di importante sul piano turistico e culturale: lo Yellow Factory era un ex night club sequestrato alla mafia ed è stato donato a un gruppo di ragazzi che organizza eventi di ogni genere, mettendo a disposizione anche una sala prove per gli artisti. Manuel, cosa consigli ai giovani che vogliono approcciarsi al mondo musicale? Da soli non possono farcela, il talento a volta non basta. Il consiglio è di trovare qualcuno che li segua che creda in loro, un produttore che gli dia una mano. Il talento può venir fuori ma, se non c'è nessuno a sostenerti, è veramente faticoso fare carriera nel mondo della musica.

LA FRASE

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In questa rubrica consigliamo una playlist da ascoltare in macchina, ma attenzione: solo vero Rock Italiano!

1) Toro loco – Piero Pelù 2) Senza vento – Timoria

TORO LOCO - Piero Pelù

Calci alla vita e anche più giù ma farò finta che è tutto ok sembrava finita e invece tu mi hai detto alzati che ancora ci sei guarda mi vedi? sono sempre qui Io sono il toro e sono el matador se non c'è sangue non c'è business perché chi paga vuole l'anima amati per quello che sei perché se lo fai tu lotti contro il vuoto e scusa se è poco e non pensare che ciò che fai sia esclusivamente un videogioco sarebbe poco

MUSICA IN AUTO

3) Dispari – Marta sui tubi 4) Non volevo - Nadàr Solo 5) Stormi – Iosonouncane 6) La verità - Od Fulmine ft. Davide Toffolo 7) Come se non ci fosse un domani – Giorgieness 8) Il Lato Ruvido – Punkreas 9) Me la godo – Bugo 10) Combustibile - Mary in June


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La riminese Chiara Raggi ci racconta la nascita della sua passione trasversale fra il mondo della musica e la scrittura. Sperimenta il suo primo incontro con le note all’età di sette anni quando la madre la iscrisse a corsi propedeutici: “Amavo tantissimo giocare con la musica”- ricorda Chiara. Da qui aumentò il suo interesse e l’entusiasmo che la portarono ad iscriversi al conservatorio di Rimini all’età di dieci anni. Decise di intraprendere gli studi di chitarra classica della durata di dieci anni. “E’ stato un lungo percorso di crescita musicale e personale. Sono stata molto fortunata perché la persona che mi ha messo in mano la chitarra è la stessa che mi ha diplomato e questo è un caso raro. Quando ho cominciato non possedevo neppure una chitarra e per il mio maestro ero l’allieva senza chitarra. Nonostante non potessi esercitarmi a casa, a distanza di una settimana tornando a lezione ricordavo tutto ciò che avevo imparato le volte precedenti. Da quel momento non ho mai smesso di suonare e questa passione è cresciuta insieme a quella per il canto, anche se fin da sempre sapevo che avrei voluto seguire anche la strada della cantautrice”. Per Chiara Raggi la scrittura rappresenta l’unione perfetta tra la passione per il canto e quella per la chitarra. Al termine degli studi presso il conservatorio, si trasferisce a Torino per frequentare un biennio di studi di regia musicale e arte scenica. Qui rimarrà per i seguenti dieci anni dando inizio alla sua carriera musicale vera e propria. “Torino – ricorda Chiara - è stata una città molto importante per me, perché lì ho mosso i miei primi passi da cantante con live in diversi locali e circoli insieme alla mia prima band”.

DALLA BAMBINA SENZA CHITARRA AL LACRIMOMETRO

Chiara Raggi dalla musica alla scrittura di Serena Leurini

LA VIGNETTA DI ZAC - Hei Giò!! Sai che son rimasto senza connessione internet per due giorni?? GIO’ - No! Che sfiga e come hai fatto?? ZAC - Ah niente..ho conosciuto delle persone stupende, non l’avrei mai detto! GIO’ - Dai! E chi sarebbero?? Ce li ho tra i contatti Facebook? ZAC - Non so, abitano con me e dicono di essere la mia famiglia!

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Fu proprio durante il periodo torinese che Chiara Raggi produsse il suo primo album nel 2009 grazie alla collaborazione con Roberto Taufic. Il titolo della raccolta (Molo 22) richiama a gran voce la sua città natale. “Molo 22 rappresenta un chiaro omaggio alla città di Rimini, il mio primo punto di riferimento”, spiega con un sorriso. Nel 2014 Chiara si avvicina al mondo del jazz e ciò la porta a registrare il suo secondo album negli Stati Uniti collaborando con grandi artisti del settore. “Ciò che ho amato di più è il tipo di sonorità tipica del jazz ed il suo interplay. L’esperienza americana è stata davvero positiva e mi ha spinto a tornare a New York per diversi mesi: la città ha un’attrattiva molto forte da molti punti di vista, soprattutto a livello musicale. Non ultima devo ricordare l’esperienza di vita di quel periodo che mi ha permesso di abbattere tante barriere e crescere anche umanamente oltre che professionalmente”. Ciò che contraddistingue Chiara è la voglia di portare sé stessa di fronte ad un pubblico per guidarlo empaticamente nel viaggio delle sue canzoni. “Io dico sempre che uno è in mutande quando sale sul palco, condividere se stessi richiede coraggio e volontà di mettere a nudo i proprio pensieri siano essi negativi o positivi. D’altronde se non vivi, come fai a scrivere? Cosa racconti?”. La nostra cantautrice sta ora lavorando al terzo album insieme alla sua band. L’uscita del disco è prevista per l’anno prossimo con una grande novità in serbo. Come ci spiega Chiara, in questo caso è stato deciso di non affiancarsi ad un arrangiatore specifico, bensì di progettare un lavoro corale con i musicisti del gruppo. “Il nuovo album – spiega ha una genesi totalmente diversa dai precedenti che mi avevano richiesto sempre molto tempo per la scrittura. Questa volta si tratta di un momento particolarmente creativo in cui i pezzi sono nati molto spontaneamente, me li sono trovati già nelle mani quasi. Dedicheremo tutta l’estate alla stesura dei nuovi pezzi, mentre ad ottobre riprenderemo i concerti”.

RIMINIAMO SONG di Peroz Produzioni Estreme per Kryptonite Muzic e Inferno Production Acquistabile su tutti gli store italiani Itunes https://itunes.apple.com/it/album/riminiamo-songsingle/id1144653984

Visibile su Youtube https://youtu.be/0Qdr_uWHuEk

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86mila view su Facebook In onda su Radio Deejay

Naturalmente la nostra curiosità ci porta a parlare del singolo “Lacrimometro” lanciato ad aprile da Chiara Raggi. “Ho immaginato uno strumento in grado di misurare le lacrime non in base alla quantità, ma alla qualità. L’ispirazione è nata dall’idea che ultimamente la lacrima fosse un richiamo per aumentare gli ascolti in televisione e che venisse usata con troppa facilità”. Per Chiara la lacrima è un fatto intimo, quasi un rituale sacro.”Lacrimometro” è nato in modo spontaneo come un fiume che ha inondato i suoi pensieri e grazie alla collaborazione con Giovanni Maggiore, esso è diventato realtà in breve tempo. Lo stesso videoclip della canzone racconta un desiderio di trasmettere una realtà vera e diretta, senza veli né trucco. Il singolo è stato presentato al cinema Settebello con il desiderio particolare di Chiara di dare un’anteprima alla sua città del lavoro che sta svolgendo. “ Rimini – conclude - ha fatto grandi passi avanti negli ultimi anni per quanto riguarda la musica, credo ci sia una maggiore attenzione all’aspetto culturale”.


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