3 minute read

Il cinema che verrà

di Caterina Liverani

Da qualche parte dovremo ricominciare anche se, molto probabilmente, saremo gli ultimi. Il Cinema, dagli esercenti, grandi o piccoli, a chi organizza Festival fino alle maestranze attive sui set: tutti siamo stati colpiti in un modo durissimo, nessuno escluso. In concomitanza con questa crisi sono però fiorite delle esperienze di visione e incontro virtuale come quella portata avanti da Mymovies che, attraverso la sua Sala Web, ha messo a disposizione gratuitamente una offerta realizzata in collaborazione con Festival e Rassegne tra le più importanti in Italia. Con Gianluca Guzzo, Amministratore Delegato e Direttore editoriale di Mymovies, abbiamo parlato del presente con un occhio al futuro.

Advertisement

Hai parlato con degli esercenti in queste settimane? “Sì e l’argomento è stato cosa poter fare insieme. Ho immaginato delle soluzioni per le sale attuabili grazie alla nostra piattaforma. Si tratterebbe di portare dei film in streaming dando ai cinema la possibilità di incassare e di mantenere un contatto col territorio e con la propria comunità di spettatori che ciascuno ha formato negli anni della sua attività”.

Tra i film che sono slittati c’erano uscite molto attese come i film di Wes Anderson e Nanni Moretti. Riusciremo a recuperare e a valorizzare queste uscite? “Ogni caso sarà diverso. Dei film come questi, che hanno delle autorialità importanti alle spalle, riusciranno a mantenere il loro valore sia artistico che commerciale. Diverso sarà il destino di altre pellicole, certamente di qualità ma con produzioni meno conosciute, che erano previste per una finestra importante come quella che va da marzo a giugno. Prima dell’abbattersi di questa bufera il cinema stava vivendo un momento gioioso fatto di numeri e presenze in crescita ma, con le nuove circostanze, la sala cinematografica dovrà reinventarsi e il digitale sarà una risorsa. Tutte le attività (scuola, lavoro, commercio) lo stanno dimostrando. Quello che stiamo vivendo ci ha cambiati. Forse dimenticheremo in fretta o forse no, per questo il cinema deve prendere in considerazioni soluzioni alternative perché i film possano uscire”.

Pensi che ci sarà l’urgenza da parte dei registi di raccontare l’emergenza Covid? “L’esercizio in cui saranno impegnati gli autori sarà probabilmente quello di analizzare le conseguenze. Quello che mi immagino è uno sviluppo narrativo delle storie parallele, le vicende dei singoli come già successo dopo l’11 settembre. Anche la stessa esperienza di MymoviesLive è nata in questo modo: ci siamo chiesti cosa potevamo fare per aiutare il pubblico a ristabilire un legame, sia pur virtuale, con la sala cinematografica”.

Come spettatore cosa ti manca di più? “Benché sia un periodo di lavoro frenetico e tutti si stia familiarizzando con la comunicazione imposta da questa nuova realtà, la mancanza del confronto con le persone in un’esperienza come quella del cinema si sente forte. Anche per questo MymoviesLive si sta organizzando per offrire sempre di più al pubblico, magari attraverso incontri virtuali con registi e critici. Tutto questo nel tentativo di svincolarci dall’idea di una semplice piattaforma, trasformandola in un’esperienza collettiva”.

up & down

L’orizzonte di gloria

MURO DI GOMMA Marco Risi, Italia, 1991 Esiste un modo giusto in cui le cose, specialmente le più tragiche, dovrebbero essere raccontate, così come è esistito un tempo in cui il cinema italiano ha prodotto un film esemplare su una delle sue più grandi tragedie. Muro di Gomma è la storia di un giornalista implacabile nella ricerca della verità sulla strage di Ustica. Musiche di Francesco De Gregori. Protagonista Corso Salani, attore e regista fiorentino di grande talento e umanità purtroppo scomparso prematuramente. Un film da vedere e rivedere.

Il viale del tramonto

LA TENEREZZA Gianni Amelio, Italia, 2017 Deve esserci un limite al patetismo con cui un autore italiano decide di caricare una sua pellicola. Se ancora non c’è, cerchiamo di trovarlo e di rimanere nei margini consentiti. A Gianni Amelio in La Tenerezza, diretto nel 2017, è sfuggita la mano. Con l’ansia di commuovere lo spettatore a tutti i costi, con espedienti narrativi sbiaditi, si perde di vista la storia, le intenzioni dei personaggi e le motivazioni che li spingono alle loro scelte. Troppi i sospiri (che letteralmente scandiscono il film), poca quella tensione che non dovrebbe mai mancare.