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Odonomastica: Quintino Sella Personaggi fiorentini: Pippo Bosé

di Daniele Pasquini di Tommaso Ciuffoletti illustrazione di Marcho

Quintino Sella

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Maurizio e Rosa Sella vivevano nel biellese, dove avevano un lanificio. Se l’occupazione del capofamiglia consisteva nella direzione del lavoro, quella della moglie Rosa merita una certa attenzione: faceva figli tutto il tempo. Maurizio e soprattutto Rosa di pargoli ne ebbero ben VENTI. Una cifra considerevole, anche rapportata ad altre specie di mammiferi ben più prolifiche della nostra. Ma arriviamo subito ad un’ulteriore bizzarria: sapete come Maurizio e Rosa decisero di chiamare il loro ottavo figlio? Quintino. Quintino Sella fu esperto di molte cose, come accadeva agli uomini illustri d’un tempo e come accade tutt’oggi su Facebook. Lavorò nell’azienda di famiglia, fu scienziato – amante soprattutto dei minerali – accademico, matematico, inventore. Fu premiato per aver scoperto come separare alcuni metalli sfruttando l’elettromagnetismo. Fu anche politico di primissimo ordine: buttò l’occhio su di lui un certo Camillo Benso, che lo chiamò nel 1863 a dirigere il Ministero delle Finanze e a riordinare i conti pubblici. Sarà attivo per 7 legislature, ma fuori dalla politica Quintino si dedicò con passione all’alpinismo. Partecipò a grandi spedizioni e – in un’epoca in cui non bastava comprare degli scarponcini da Decathlon per farsi chiamare scalatori – si fece notare per aver raggiunto le più importanti cime. Morì nel 1884, nel proprio appartamento all’interno del lanificio. Fu sepolto nel cimitero di Oropa, in una gigantesca tomba di famiglia a forma di piramide. In mezzo al bosco, a 1200 metri d’altitudine. A Firenze gli è dedicata una via nella zona sud, un senso unico che procede parallelo e contrario all’Arno. Una strada viva e ordinaria, con condomini, negozi e studi professionali, in cui tutti vivono sereni senza essersi mai chiesti perché Maurizio e Rosa, all’ottavo figliolo, dettero nome Quintino.

Pippo Bosé

Possono dire che non sai cantare ed effettivamente non sai cantare. Possono dire che non sai ballare ed effettivamente non sai ballare. Possono dire che non sei bello, non conosci le parole, non sai come ci si muove su un palco, non hai la dizione, non hai magari nemmeno il talento. Possono anche dire che sei matto. Ma poi tu inizi a cantare e la gente è felice, batte le mani, ti segue, ti vuole bene e tu vuoi bene a loro. E allora vuol dire che tutti sono più liberi grazie a te. Quindi tu, forse, sei uno sciamano. Pippo Bosé è stato l’anima più spontaneamente fuori linea della Firenze anni ‘80. E Firenze negli anni ‘80 era bellissima. Rivoli di quel gran dada che fu il ’77 bolognese s’impastavano con discoteche, new wave, afghano nero e il giorno in cui Pippo Bosé fu baciato da Miguel Bosé. Era il 5 gennaio 1982 al Rolling Stones di Milano. E Pippo già allora cantava “Super Super Man, don’t you understand we love you”. Cantava per strada, in curva Fiesole mentre se lo passavano sopra la testa, al Tenax facendo stage diving, alle feste più assurde, nelle radio. Era un mito, per dirla come si diceva. E lo è ancora, quando appare sempre uguale in qualche video che viene pubblicato sui social. È solo che Firenze è cambiata, ma questo potrebbe farci cadere nei luoghi comuni. Per cui se siete giovani e non c’avete capito niente, beati voi. Andate su Internet, che allora non c’era, e cercate Pippo Bosé. Conoscerete un pezzo di storia di questa città.