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Dalla moda alle mascherine

Dalla moda alle mascherine Le aziende si riconvertono per sopravvivere al virus

di Raffaella Galamini

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L’emergenza Coronavirus ha messo le imprese di fronte a un bivio: fermare la produzione o riconvertirla. In Toscana le grandi maison hanno fatto il primo passo: Gucci, Prada, Scervino sono passate dai capi d’alta moda ai camici e alle mascherine in un batter d’occhio. In molti hanno seguito il loro esempio: all’inizio per far fronte alle esigenze di personale medico e volontari. In una seconda fase la novità è servita a diversificare il business. Aziende come My Vintage Academy by Giorgio Linea, società nota per le lavorazioni pelle, o la Stamperia Fiorentina di Massimiliano Parri si sono dedicate alla produzione di mascherine. A Vaiano, la Dreoni Giovanna, specializzata nelle confezioni tessili per auto e camper, è passata alle mascherine e ai camici usa e getta. Tra le iniziative più originali l’idea di alcune mamme fiorentine, sarte e designer che hanno deciso di realizzare le mascherine con coloratissime stoffe africane. All’iniziativa delle sarte di Mama Queen Creation, Francesca Fusari e Valentina Vickers si sono aggiunte presto Francesca di Lavanda Lab e Rachele Ignesti. Immediato il successo sui social, con tanto di pagina Facebook

Mascherizziamo il mondo. Ne è nata così una rete per la realizzazione di dispositivi protettivi, che ora sono anche in vendita. In Maremma il marchio Toscano (ex Mabro) ha riconvertito la produzione per fornire le mascherine “Made in Tuscany”. Il gruppo Menarini ha cominciato a produrre gel disinfettante nello stabilimento di Firenze e lo stesso ha fatto Dr. Vranjes Firenze, marchio fiorentino noto per profumi ed essenze. Nasce alle porte di Firenze negli stabilimenti del Farmaceutico Militare il super gel disinfettante. Perfino il mondo della mixology si è mobilitato: la Distilleria Deta, storica azienda di Barberino Val d’Elsa, usa l’alcool etilico per fare un gel igienizzante. C’è chi come l’azienda agricola Speziali Laurentiani, vicino Pisa, si è salvata dal fallimento producendo gel igienizzante: una sorta di Amuchina in chiave agricola. L’emergenza Covid-19 diventa l’occasione per gli imprenditori di ripensare il business

di Marco Tangocci e Davide Di Fabrizio

LE FAVOLOSE 2 E ½ Firenze NoCost è la guida (anti)turistica più pazza che ci sia e i suoi autori hanno mappato per anni fontanelle, vinai, scorciatoie, trattorie sconosciute; portano in giro storie, immagini, suoni di questa città. Per i lettori di Lungarno consigliano “le favolose due e mezzo”, divise per rione. www.nocost.guide

Firenze Nord

Con un nome così buffo non può che essere un posto meraviglioso, e lo è. Cercando di evitare l’ora di punta, mettetevi in lista e nell’attesa decidete cosa ordinare. Potete ‘creare’ voi il vostro primo piatto scegliendo il formato di pasta e il condimento: ravioli ripieni di fave e pecorino? Tagliatelle al cinghiale? E se siete indecisi, non importa. Qui è tutto buono, e ogni piatto costa soltanto 5€! Vino della casa a solo 4€/l, squisiti dolci a 2€ e caffè 50 cents. Eccezionale, insomma. 1 TRATTORIA “LA BOUTIQUE DELLA PASTA FRESCA”

VIA D. CIRILLO, 2/C LUN-SAB 12..00-14.30 L’Alzaia è la libreria-caffè a fianco dello Stensen, ed è un bijoux per chi vuole alternare un caffè a una buona lettura. La sezione libraria ruota perlopiù attorno alla narrativa moderna e alla saggistica, mentre al bancone potrete ordinare un po’ di tutto, da una spremuta (3€) a un cocktail (5€), oppure un amaro (3€). E non dimenticate gli ottimi dolci e biscotti, rigorosamente homemade, come la simpatia che sempre aleggia dietro al bancone. 2 LIBRERIA-CAFFÈ "ALZAIA" VIALE DON G. MINZONI, 25

LUN-DOM 16.00 -00.00 Lo sapete? Nelle sale (e sui muri) del Csa nEXt Emerson da qualche mese ha aperto il Next Emerson Museo Autogestito, un prezioso spazio di esposizione di arte contemporanea, liberamente visitabile in ogni momento di apertura del centro sociale. Andate sul sito nema.noblogs.org per vedere quale mostra è adesso in corso! 1/2 NEMA VIA DI BELLAGIO, 15