3 minute read

Come ridurre i propri rifiuti in casa

4 modi per ridurre i propri rifiuti in casa e vivere in modo più ecosostenibile

di Marianna Piccini

Advertisement

Irifiuti sono un grande problema in questo momento perché stanno invadendo letteralmente il nostro pianeta, ecco perché è importante cercare di ridurli il più possibile e vivere in maniera più ecosostenibile. Per capire come ridurli la prima cosa da fare è andare a guardare direttamente nel nostro cestino della spazzatura e analizzare bene cosa troviamo. Se la maggior parte delle cose sono gli imballaggi del cibo che compriamo, un ottima alternativa potrebbe essere quella di stare attenti ai contenitori prediligendo quelli di carta, alluminio o vetro che almeno sono materiali riciclabili al 100%. Se ne avete la possibilità il mercato o i negozi sfusi dove potete usare direttamente le vostre buste sono la soluzione perfetta. Se il problema invece è il cestino del bagno pieno di flaconi di infiniti prodotti, sappiate che si possono trovare ottime soluzioni per la cura personale senza imballaggi! Lo shampoo e balsamo solidi sono un esempio, come anche lo spazzolino e i cotton fioc in bambù compostabile o i dischetti struccanti lavabili. Il cestino della carta è anche uno di quelli che si riempe molto velocemente quindi, adesso che la tecnologia è ovunque, possiamo cercare di digitalizzare il più possibile, stando attenti a non esagerare. Spesso però nel cestino troviamo anche molte cose che neanche volevamo portare a casa come volantini, riviste omaggio lasciate nella cassetta della posta o gadget che lì per lì ci sembravano carini ma che in verità non servono a niente. A volte rifiutare semplicemente è la cosa migliore da fare. Spesso pensiamo di non poter fare la differenza da singole persone, soprattutto su problematiche molto più grandi di noi come potrebbe essere appunto la questione dei rifiuti. Eppure non ci rendiamo conto che da consumatori abbiamo un grosso potere e che con poche azioni la differenza la possiamo fare eccome. Basta partire da noi, dalle nostre scelte quotidiane per scatenare una reazione a catena.

GARE DI FIORI E FINTOCOLTISMI: IL GIARDINO BUDINI GATTAI

di Walter Tripi

La Rosa, ormai da decenni, ha assunto il titolo indiscusso di regina dei fiori: questione di bellezza esteriore ma anche di profumi, di simbologie, di varietà. Eppure c’è stato un tempo in cui a farla da padrona era una contendente altrettanto affascinante ma un po’ meno profumata e soprattutto con il limite – una vera condanna ai tempi di Instagram e TikTok – di fiorire una sola volta l’anno. Parliamo della Camelia: le origini sono orientali, eppure è stata anche uno dei simboli del Risorgimento italiano per il suo manifestare naturalmente, e con elegante spudoratezza, il tricolore. A Firenze esiste un luogo in cui, in una qualche misura, si può assistere direttamente e con smartphone alla mano a questo epico concorso di bellezza: tra piazza San Marco e piazza Santissima Annunziata, infatti, si trova il Palazzo Budini Gattai con il suo grande giardino, costruito a metà dello scorso millennio per l’abilissimo, Ugolino Grifoni, e secondo qualcuno addirittura basati su disegni di Michelangelo. Qui si trova una delle rare collezioni di Camelie di Firenze, composta anche da varietà antiche e particolari: di contro, delle rose rampicanti si snodano come a cercare di togliere la scena. Insomma, che la sfida abbia inizio in un contesto che già dal nome rimanda a due aspetti della vita particolarmente amabili: budini e “gattài”. Oddio, un vero Fintocolto non si abbasserebbe mai a inaugurare contest fotografici sui fiori: roba di bassa lega, un po’ Harmony e un po’ Mamma Pancina, considerato anche che l’unico fiore che abbia mai curato è quello sullo sfondo del proprio Macbook Air, inserito per un paio d’ore in uno slancio di volatilità intellettuale. Ma a noi che prima di tutto siamo donne e uomini del relax, un pomeriggio così potrebbe apparire addirittura di buon auspicio: la Camelia è uno dei primi fiori a sbocciare, non appena la temperatura si alza leggermente. E quindi ben vengano primavera, caldo e sfide per il trono floreale: Firenze sa essere anche questo.