NON GIUDICARE A PRIMA VISTA

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NON

GIUDICARE

A

PRIMA

V I S T A

i s t i t u t o

c o m p r e n s i v o

d i

R u b i e r a

a n n o

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una fiaba illustrata e un progetto di continuità tra i diversi ordini dell’ I.C. Rubiera con le maestre Mariangela Canalini, Rita Mercurio, Marika Valenti e Teresa Virelli per la scuola dell’infanzia “De Amicis”, Bruno Antonietta, Gorreri Giuliana, Maurone Luana per la scuola dell’infanzia “Leopardi” Agueci Lucia e Ferretti Rita per la scuola dell'infanzia "Fontana" che hanno coordinato, con la professoressa

Giulia

Paglioli,

la

creazione dei fondi astratti. Le classi 5A e 4B della primaria “Edmondo De Amicis”, con il Maestro Fiorano Pannunzio e la Maestra

Antonietta

Augenti

hanno

creato la fiaba ed infine le classi ID, IE e IF della secondaria di primo grado “Enrico Fermi” con il Professor Enrico Marani hanno curato la parte figurativa delle illustrazioni.

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NON

GIUDICARE

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PRIMA

V I S T A


C’era una volta

​un paese chiamato Clandestino. Da sempre

questo paese era considerato nemico dai territori vicini. Qui regnavano soltanto guerra e povertà. In questo paese vivevano quattro bambini, Emma, Jasmine, Fabio e Hammed erano i loro nomi. Ognuno di loro aveva caratteristiche diverse. Emma era bionda con gli occhi azzurri, una carnagione chiara e amava vestirsi di rosa. Aveva un carattere gioioso e vivace, ma la sua particolarità era di essere una bambina molto intelligente. Jasmine invece, aveva i capelli neri, due grandi ​occhi verdi​, la carnagione un po’ mulatta e amava vestirsi di viola. Aveva un carattere coraggioso e allo stesso tempo curioso, e la sua particolarità era quella di voler aiutare sempre gli altri. Fabio aveva i capelli castano chiaro, gli occhi marroni scuro e vestiva sempre con dei jeans. Aveva una carnagione rosea e un carattere 3


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tranquillo. La sua particolarità, invece, era quella di conoscere alla perfezione la flora e la fauna di tutta la zona dove abitava. Hammed aveva gli occhi marrone chiaro e i capelli castano scuro e amava vestirsi anche lui con jeans sportivi. Aveva una carnagione abbronzata e un carattere temerario. Il suo pregio era quello di avere un fisico scolpito. I quattro amici, durante i loro giochi discutevano spesso sul loro futuro e sull’idea di scappare da tutta quella fame e quella sofferenza. Un pomeriggio mentre stavano parlando, Emma, scoppiando in lacrime, disse: “non ne posso più di vivere qui!. Jasmine, con la faccia corrugata, aggiunse: “ma cosa possiamo farci?, l’unica soluzione è quella di scappare!”. Ma Hammed e Fabio risposero: “Ma dove?” “Potremmo cominciare dirigendoci verso ​quel bosco​” disse Emma indicandolo. 6


Tutti in coro esclamarono “E’ un’ottima idea!”. Appena ebbero finito di pronunciare quelle parole si incamminarono verso la radura, pieni di paura e di speranza ma forti della loro amicizia. Si ritrovarono davanti ad una foresta fitta e buia. C’erano alberi alti e ingarbugliati che non lasciavano filtrare neanche la luce del sole. Iniziarono cauti a camminare e improvvisamente sentirono dei rumori strani che provenivano dall’altra parte della radura. Curiosi, iniziarono a seguirli, cambiando direzione al loro cammino. Giunsero ad un laghetto e finalmente poterono recuperare un po’ le forze. Ma appena si sporsero a bere, videro un ​pesce piccolo e di ​un colore rosso come il fuoco, avvicinarsi a loro. Ma il pesce, all’improvviso, cominciò a parlare: “Ciao ragazzi!, cosa vi porta qui?” Spaventati, i bambini lo ributtarono in acqua.

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Il pesce ritornò in superficie e continuò: “Bambini, ma dove volete andare?”, “Vogliamo raggiungere il villaggio dall’altra parte” risposero i bambini. E il pesce continuò: “Allora vi indicherò io la strada!”. Ma il pesce che era vanitoso gli indicò la strada sbagliata e i bambini si ritrovarono in un ​campo di margherite. Da lontano, immersa nel bianco soffice degli altri fiori, una margherita leggermente diversa dalle altre, faceva capolino. “Avvicinatevi,vi prego” sibilava lo strano fiore. I bambini, facendo bene attenzione a non calpestare le altre margherite la raggiunsero. “Sapevo già del vostro arrivo, il mio amico vento mi ha detto tutto”, disse la margherita. ”Il villaggio che cercate si trova alla fine del campo dei fiori”. Ascoltato il consiglio, i bambini ripresero il cammino. 10


Camminarono per diversi giorni, e finalmente scorsero le prime case del villaggio. Varcata la soglia del paese, videro in lontananza un castello altissimo, antico ed affascinante, con un grande ponte levatoio e numerose guardie reali. Era il castello di re Marcus I: timorosi, i bambini andarono a bussare. Ma il re vedendo dalla finestra che erano tutti sporchi e con i vestiti strappati non aprì. Ma i bambini avevano fame e andarono a frugare ​nell’immondizia​, senza trovare nulla. Aspettarono invano tutto il giorno davanti alla porta del re. Scese la notte e notarono che una guardia si era dimenticata una porticina laterale aperta. Entrarono e percorsero alcuni corridoi raggiungendo la cucina.

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Qui finalmente, trovarono una tavola imbandita di ogni prelibatezza e non poterono resistere. All’improvviso però sentirono dei passi: era la guardia ! Scapparono e riuscirono a mettersi in salvo. Tornarono fuori e disperati iniziarono a vivere ai margini del castello. I giorni passavano e i bambini diventavano sempre più tristi. Non avevano una casa, abiti puliti e il futuro era sempre più incerto. Un giorno cominciò a piovere violentemente. ​La pioggia si fece sempre più fitta e pericolosa​. All’improvviso un’enorme massa di fango e detriti si staccò dalla collina vicina e tutti gli abitanti del villaggio dovettero scappare. Persino il re per salvarsi fu costretto ad abbandonare la sua dimora. Tutti furono evacuati: i bambini della scuola, gli animali dalle stalle, le persone dalle loro abitazioni. 14


Mentre tutti scappavano, Hammed notò una casa vicino alla collina. Subito chiamò i suoi tre amici che accorsero. Salirono lungo il sentiero e arrivati davanti alla casa si accorsero che dentro c’era ancora qualcuno:”Aiutateci per favore!”. I quattro amici si misero al lavoro, spostarono insieme i massi che bloccavano la porta e fecero uscire le persone. Era una famiglia con due bambini. Il capofamiglia, un falegname, ringraziò i bambini con baci e abbracci, commuovendosi per il loro gesto. Ma i bambini non si fermarono qui. Si diedero subito da fare. Si unirono alle guardie del re per ​ricostruire il castello sepolto dalla frana​. Iniziarono a lavorare, prima posando i blocchi di pietra e via via costruendo un’intera parete.

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Dopo qualche settimana completarono tutta la parte esterna del ​nuovo castello​. Si procurarono anche del legno, per costruire tutti i mobili. La soddisfazione fu enorme nel vedere ogni cosa nuova e al suo posto. Presi dall’entusiasmo, i bambini e gli abitanti del villaggio collaborano insieme per ricostruire tutte le abitazioni, lavorando fianco a fianco ogni giorno. Il re che per tutto questo tempo li aveva guardati da lontano, vergognandosi di come li aveva trattati, volle ringraziarli. Organizzò una grande cerimonia e invitò tutti gli abitanti del villaggio. 18


Con grande emozione e gratitudine il re dichiarò ​Emma, Jasmine, Fabio e Hammed cittadini del villaggio, ringraziandoli del loro prezioso aiuto e sancendo definitivamente la pace con il territorio nemico. F I N E 19


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“N O N G I U D I C A R E A P R I M A V I S T A” UN PROGETTO DI CONTINUITA’ VERTICALE:

La continuità nasce dall'esigenza primaria di garantire il diritto dell'alunno ad un percorso formativo organico e completo, che mira a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto il quale, pur nei cambiamenti evolutivi e nelle diverse istituzioni scolastiche, costruisce così la sua particolare identità. Una corretta azione educativa, infatti, richiede un progetto formativo continuo. Essa si propone anche di prevenire le difficoltà che sovente si riscontrano, specie nei passaggi tra i diversi ordini di scuola. (C.M. n. 339 - 18/11/1992). La continuità verticale non è solo un astratto obiettivo educativo e didattico all’interno di un Istituto Comprensivo, ma anzitutto uno stimolo creativo per gli studenti e per i docenti coinvolti che elaborano percorsi condivisi su cui si confrontano . L’esperienza che presentiamo vede coinvolti tutti e tre gli ordini scolastici dell’Istituto Comprensivo di Rubiera. Le scuole primarie, dalla “Edmondo De Amicis”, alla “Marco Polo” fino alla “Ludovico Ariosto”, si sono impegnate nella costruzione di percorsi narrativi: hanno dato vita a tre favole, realizzate attraverso un lavoro a classi aperte. Tali storie non sono opere di fantasia lontane dalla realtà, ma mettono in luce riflessioni degli alunni su alcuni temi di attualità e sono specchio di una contemporaneità ricca di stimoli, sfide e problemi aperti di cui la scuola si fa interprete. La storia presentata in questo libro digitale è state coordinata didatticamente per la “Edmondo De Amicis” dalla maestra Maria Antonietta Augenti e dal Maestro Fiorano Pannunzio. La scuola dell’infanzia ha elaborato delle composizioni pittoriche astratte, realizzate nell’ambito del progetto di Potenziamento di arte, sviluppato grazie alla professoressa Giulia Paglioli.

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Partendo dalla lettura animata di albi illustrati tratti dalla letteratura per l’infanzia (​La regina dei colori di J. Bauer, Ed. Terre di Mezzo e ​L’arte a soqquadro ​di U. Wehrli, Ed. Il castoro) e dall’osservazione di opere di artisti quali Kandiskiy, Klee, Mirò, Picasso o Haring, i bimbi si sono divertiti a cercare di comprendere come “funziona” un dipinto, in termini di composizione di colori e di forme, ed hanno osservato come tali composizioni possano trasmettere differenti emozioni; in seguito si sono cimentati in composizioni astratte di gruppo, realizzate con tempere e timbri, a ritmo di musica. La secondaria di primo grado “Enrico Fermi” nelle figure dei docenti del dipartimento di Arte, Tiziana Giordano, Giulia Paglioli ed Enrico Marani, ha raccolto le sollecitazioni narrative dei bambini della primaria ed i prodotti pittorici realizzati dai piccolissimi della scuola d’infanzia, per costruire dei libri illustrati digitali. Il libro digitale “Non giudicare a prima vista” testimonia del lavoro di illustrazione delle classi ID, IE e IF dell’anno scolastico 2018/2019, coordinate dal prof. Enrico Marani e documenta fattivamente una progettualità interdisciplinare ed un impegno di bambini e ragazzi, secondo uno spirito di attiva collaborazione. Affrontare compiti di realtà, come creare una storia, illustrarla confrontandosi con un testo e comprendendone i passaggi chiave per poi individuarne i punti salienti, non è lavoro semplice. Pone gli studenti di fronte a sfide complesse ed a competenze non scontate. Siamo a raccogliere la sfida di una didattica strutturata per problem solving e che abbia nell’apprendimento cooperativo una metodologia consolidata: questo è il tentativo che è stato messo in atto. La verticalità del percorso getta ponti tra i diversi docenti attivi sui tre ordini e restituisce ai bambini ed ai ragazzi l’immagine di una scuola forse meno frammentaria o per lo meno si pone come un primo tentativo per restituire la possibilità di una scuola che nella pratica quotidiana d’aula scavalchi barriere tra i diversi ordini, barriere a cui ci siamo abituati e che non hanno ragion d’essere.

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