Impegno dicembre 2016

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Periodico d’informazione della diocesi di Conversano - Monopoli

Anno 21 - Numero 9 - Dicembre 2016

LASCIAMOCI CONQUISTARE DALLA LUCE VERA Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. (Is 9, 1) Il grande annuncio del profeta Isaia risuonerà ancora una volta nella notte santa della nascita del Salvatore. Le nostre assemblee liturgiche saranno pervase da un senso di profonda gioia, perché a tutti noi verrà ripetuta la notizia sconvolgente di un Dio che si è fatto uomo: un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio (Is 9, 6a). Gli angeli, come già ai pastori, ci diranno ancora una volta: è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore (Lc 2, 11). Sì, riconosceremo che questo bambino, deposto nella mangiatoia, è la luce vera venuta nel mondo, quella che illumina ogni uomo (cf Gv 1,9) e da questa luce ci lasceremo avvolgere per sentire il calore di un Amore che mai viene meno. In questo primo Natale che vivremo insieme, desidero idealmente passare di casa in casa, in tutte le Città della nostra Diocesi, Stefano da Putignano, presepe in pietra dipinta. Polignano a Mare, Chiesa Matrice. lì dove forse la luce della speranza è spenta per qualche ferita ancora sanguinante, per scorsi dall’evento è un fuoco sempre divampante. Egli è la deporre nel cuore di ciascuno, in semplicità ma con probontà di Dio apparsa per essere fonte di salvezza per tutti fonda convinzione, la buona notizia che ha attraversato i gli uomini (cf Tt 3, 4-5); da Lui vogliamo imparare l’amasecoli, giungendo fino a noi: Dio si è fatto come noi, per bilità e la tenerezza, atteggiamenti che danno alla convifarci come Lui. È proprio vero quanto ci dice l’apostolo Pievenza umana quel tocco di freschezza e di gioia, tanto tro quando afferma che Dio ci ha dato i beni grandissimi e necessarie nel grigiore che spesso accompagna le nostre preziosi che ci permettono di essere partecipi della Sua giornate. vita divina (cf 2Pt 1,4). E sappiamo che questi beni ci sono A tutti vorrei dire: in questo Natale mettiamoci alla scuvenuti proprio attraverso il Verbo fatto carne. Questo ola del Bambino di Betlemme e lasciamoci conquistare entrare di Dio nella storia degli uomini ha rinnovato ogni anche noi dalla Luce vera; accogliamolo per poter diventacosa, riportando tutto allo splendore degli inizi della creare figli di Dio (cf Gv 1, 12); facciamo nostri i Suoi sentizione. Grazie a Lui si inaugura la nuova creazione! Tutto menti e saremo operatori di pace (cf Mt 5, 9) e portatori di viene toccato e risanato dalla grazia dell’Incarnazione di luce tra un popolo che spesso cammina nelle tenebre del Dio, anche le relazioni degli uomini tra di loro. Colui che male. contempleremo nel presepe, l’Emmanuele, il Dio con noi, Con questo augurio desidero raggiungervi, carissimi dà occhi e cuore nuovi per vivere relazioni nuove! fratelli e sorelle, e con voi prego chiedendo al Signore che A questo proposito, vorrei riproporre una espressione, la nostra amata Chiesa diocesana, sia sempre più per tutti per me stupenda, che Papa Francesco utilizza nella Evancasa della tenerezza e icona della misericordia di Dio. E gelii gaudium, che mi ha aiutato a comprendere in maniefacendomi eco della parola profetica: Coraggio, non temera dinamica il mistero del Natale. Parlando delle nuove te! Ecco il vostro Dio, (…) egli viene a salvarvi (Is 35, 4), relazioni generate dalla venuta nella nostra carne mortale auguro che la tenerezza di Dio donataci dal Bambino Gesù di Gesù Cristo, il Papa così si esprime: Il Figlio di Dio, nella tenga accesa la speranza soprattutto in quei cuori dove c’è sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenesofferenza e smarrimento, disagio e paura. rezza (n. 88). Sì, è proprio bello pensare che quel Bambino deposto nella mangiatoia e vegliato da Maria e GiusepBuon Natale e buon 2017 a tutti! pe è l’iniziatore di una rivoluzione straordinaria e unica nella storia, combattuta non con armi e violenza ma con il † Giuseppe Favale fuoco vivo dell’amore, che nonostante i duemila anni tra-


ASSEMBLEA DIOCESANA

Il cammino della sinodalità nella nostra Chiesa Con l’assemblea tenutasi nella parrocchia Sant’Anna a Monopoli avviato il processo di sinodalità e discernimento per il rinnovo dei consigli pastorali “Iniziamo un cammino… diamo avvio ad un processo da cui non si può tornare indietro”. Queste parole del nostro vescovo Giuseppe hanno dato inizio all’assemblea degli operatori pastorali del 25 novembre scorso e al processo di discernimento e di sinodalità che porterà al rinnovo dei consigli pastorali nella nostra Chiesa diocesana. Un processo che vede impegnati presbiteri e laici in un cammino comune fino ai mesi di aprile-maggio, durante i quali avverrà l’elezione e la composizione dei nuovi organismi di partecipazione. L’elezione sarà preceduta, tra dicembre e gennaio, da un seminario di formazione per animatori del discernimento (presbiteri e laici insieme per tre appuntamenti formativi) e da un discernimento comunitario nelle singole parrocchie, nei mesi di febbraio e marzo 2017, sostenuto dagli stessi animatori. Sono due, quindi, le parole che hanno avviato il cammino: discernimento e sinodalità. Parole fortemente sottolineate e valorizzate dal magistero di Papa Francesco. Su queste due dimensioni fondamentali della fede cristiana e della vita delle nostre comunità si è soffermato Christian Albini, teologo e docente della diocesi di Crema, invitato per l’occasione. Il suo intervento, dopo aver risposto all’interrogativo pressante ’se sia possibile realizzare un’autentica dimensione sinodale nelle nostre comunità’, ha seguito tre piste di riflessione. Anzitutto sono state chiarite le motivazioni della sinodalità. Le nostre comunità parrocchiali, la nostra diocesi, l’intera Chiesa devono essere sinodali perché “Chiesa e sinodo sono sinonimi”, come ha chiarito Papa Francesco nel discorso al 50° del sinodo il 17 ottobre del 2015. Non esiste una Chiesa che non sia sinodale, che non viva come assemblea di credenti con in mezzo Gesù Risorto, compagno di strada. In secondo luogo, quali le azioni della sinodalità? Pur essendo esercitata in una pluralità di forme e a diversi livelli, la sinodalità si esprime secondo 4 azioni concrete. Anzitutto l’ascolto, base da cui parte l’esercizio del ministero della guida da parte dei ministri. È l’esperienza vissuta anche a Firenze,

Il tavolo dei relatori con Christian Albini, il vescovo Giuseppe e don Francesco Zaccaria

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I partecipanti all’assemblea diocesana.

dove attorno ad un tavolo erano riunite persone con esperienze ecclesiali tra loro diverse. Dall’ascolto procede l’esercizio del consiglio, che richiede tempo, preparazione e riflessione e che si unisce al discernimento, cioè alla comprensione di come Dio parli e di cosa dica oggi alla nostra Chiesa. Ultima azione concreta della sinodalità è la decisione, che spetta alla guida e alla comunità insieme, con forme evidenti di corresponsabilità. L’intervento di Christian Albini si è concluso con alcune proposte concrete basate sui principi fondamentali descritti da Papa Francesco in Evangelii Gaudium (il tempo è superiore allo spazio/l’unità prevale sul conflitto/la realtà è più importante dell’idea/il tutto è superiore alla parte). Dopo gli interventi dei partecipanti all’assemblea, la maggior parte dei quali ha sottolineato il bisogno e la necessità di corresponsabilità nelle scelte che riguardano le comunità cristiane, il vescovo ha concluso con alcune sottolineature. Il recupero della dimensione spirituale dell’esperienza cristiana, la riscoperta della vocazione battesimale di ogni credente, l’amore alla Chiesa e la passione per la storia saranno gli strumenti utili per superare le difficoltà e crescere come comunità cristiane mature. Iniziamo un cammino che ci vedrà uniti nei prossimi mesi come Chiesa, come comunità di credenti, come popolo radunato attorno al Risorto. Sarà lui a segnare la strada e ad indicarci la via da seguire, perché, come ci ha assicurato lui stesso, “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 18). Buon cammino a tutti!

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don Pierpaolo Pacello

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GIUBILEO

Non abbandonateci! Giubileo dei carcerati. Il vescovo Favale ha incontrato i detenuti del penitenziario di Turi: “Amici miei, scegliete la luce”

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i chiude un portone, si apre il cuore! La porta santa del Giubileo si è appena chiusa e ha smosso le coscienze, gettando un seme di speranza che germoglia e genera frutti di misericordia. Proprio quella forza dirompente della misericordia è entrata ovunque, nelle nostre case e dove nessuno osa, laddove la luce di una speranza nuova filtra appena da antiche feritoie; la misericordia ha fatto breccia anche nelle spesse mura del penitenziario di Turi e negli affranti cuori dei suoi detenuti. Il Giubileo dei Carcerati si è svolto attraverso una serie di attività, organizzate dalla Pastorale giovanile della diocesi. L’esperienza al carcere è stata vissuta da 16 giovani, accompagnati da don Nicola D’Onghia e don Stefano Mazzarisi, nei giorni 4, 5 e 6 Novembre 2016. Qui, in questo ex convento turese, si sono aperte per prima le porte del Giubileo e qui, tra gli ultimi, si è aperta la speranza. Il Giubileo dei Carcerati ha il merito di aver portato alla luce una realtà che altrimenti sarebbe rimasta ‘reclusa’; il penitenziario è come un cuore che pulsa al centro di Turi, è parte del tessuto sociale e culturale di una comunità.

Accoglie oltre 140 detenuti provenienti da ogni angolo della provincia di Bari. Il vescovo mons. Giuseppe Favale li ha voluti conoscere e abbracciare durante la celebrazione liturgica e la visita del 5 novembre scorso. “E non chiamiamoli carcerati – ha precisato il pastore della nostra diocesi durante l’omelia – questa parola è troppo dura”. Nella cappella della casa circondariale, il vescovo si è rivolto direttamente a loro: “Voglio chiamarvi amici, miei cari, e voglio dirvi, scegliamo la luce, abbandoniamo le tenebre, solo Dio ha senso, e così il passato nella Sua luce viene distrutto. Prego il Signore affinché la vostra vita possa rifiorire, una volta fuori da queste mura”. Non m’interessa il motivo, ma l’obiettivo! Favale cita spesso la “Chiesa del Grembiule” di don Tonino Bello, richiamando tutti quanti, religiosi e laici, a una maggiore responsabilità verso il compimento massimo del disegno di Dio, sposando i valori della misericordia, perciò abbandonando ogni forma di ipocrisia che ci allontana dall’amore e dal perdono e ci avvicina più all’odio e alla vendet-

ta. Misericordia è perdonare, che non è dimenticare, ma redimere, favorire il cambiamento. “Non m’interessa il motivo, ma l’obiettivo”, è il titolo dell’esperienza, che racchiude il senso stesso di una misericordia che non è buonismo, ma che si fa azione, moto verso un cambiamento. La misericordia di questo Giubileo appena concluso, ci lascia gettando uno sguardo sul futuro, oltre queste fredde mura che nel tempo di redenzione fanno da nastro isolante col mondo e verso la propria coscienza. “Perciò vivete questo tempo come occasione di rinascita” – ha esortato Favale, accompagnato da tutti i sacerdoti di Turi e dall’arciprete don Giovanni Amodio. L’appello di un detenuto: “Non abbandonateci!” Se non fosse stato per i volontari, gli educatori, i sacerdoti e il vescovo, non avremmo potuto raccogliere il ‘grido’ di speranza, nonché l’appello lanciato da un detenuto a fine celebrazione eucaristica: “Caro vescovo, grazie per essere qui, torni spesso da noi che le chiediamo di pregare affinché, una volta fuori da queste mura, la società civile non ci emargini e non ci discrimini, ma ci accolga”. Di conseguenza un grande punto di domanda incombe e deve interrogarci: cosa accadrà una volta fuori? Intanto, gli ex detenuti non dovranno incontrare le “prigioni dei nostri cuori”, per dirla con Blaise Pascal. Concretamente bisogna evitare che questi ‘pesci piccoli’ finiscano nei tentacoli della malavita, che sta lì, ad aspettarli credendo che ormai della loro vita non abbiano più nulla da perdere. “E invece potete rinascere a nuova vita” – è l’incoraggiamento del vescovo Giuseppe, che ha promesso di non abbandonarli mai. Nicola Teofilo

Foto ricordo “Giubileo dei Carcerati”.

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GIUBILEO

Apostoli di misericordia sulle strade del mondo Chiusura diocesana del Giubileo

Il vescovo sosta presso la Porta Santa.

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attedrale di Conversano gremitissima lo scorso 12 novembre per la solenne concelebrazione eucaristica di chiusura del Giubileo della Misericordia, presieduta dal vescovo Giuseppe unito nella preghiera con il presbiterio diocesano e il popolo di Dio. All’inizio del rito la sosta di preghiera dinanzi a quella porta che tutta la Chiesa di Conversano-Monopoli ha varcato per fare esperienza della misericordia. “Abbiamo fatto passi di autentico rinnovamento e sperimentato che veramente è grande il suo Amore per noi” ha esordito mons. Favale, richiamando il senso della liturgia della XXXIII domenica del Tempo Ordinario e ricordando ai presenti che “il giorno del Signore è l’evento risolutivo e decisivo della storia umana in cui Dio instaura il suo regno di giustizia e di pace. Dall’incarnazione l’umanità vive nel grande giorno del Signore: Dio è dentro la storia umana, nel volto di Gesù scorgiamo il volto del Padre, nel suo cuore sentiamo i palpiti di misericordia del Padre” senza dimenticare di guardare “al compimento della storia senza

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paura e senz’angoscia: con la nostra perseveranza salveremo la nostra vita”. Dal vescovo il riferimento al lascito spirituale dell’Anno Santo straordinario. “Dio con la sua infinita misericordia è più grande di ogni peccato: nessuna sporcizia rimane tale dinanzi a Lui. La misericordia di Dio è il grande tesoro da custodire gelosamente, ma anche la forza motrice della vita cristiana: i cristiani – ha esortato mons. Favale nell’omelia – devono essere uomini e donne che vivono gioiosamente la misericordia, dandole

concreta visibilità nella vita” poi l’invito a fare della Chiesa la “casa e scuola di misericordia”. Di qui le consegne all’intera comunità diocesana a chiusura dell’Anno Santo: ai presbiteri perché “tutti quelli che ci accostano si sentano amati da Dio”, ai diaconi di percorrere “con coraggio le vie dell’uomo, non abbiate paura di sporcarvi il grembiule di cui vi siete cinti”, ai consacrati di testimoniare “che non è utopia l’amore di Dio”, ai laici di “trasudare misericordia, date un volto nuovo alla società non attraverso proclami ideologici, ma mediante il profumo della misericordia” e a tutti a lanciarsi “nella splendida avventura della misericordia. Custoditi da Maria, diventiamo tutti apostoli della misericordia”. Al termine della messa, durante il canto del Magnificat, il vescovo si è recato dinanzi alla venerata icona della Madonna della Fonte per renderle omaggio, con Lei rendere grazie a Dio per i doni e i frutti spirituali del Giubileo, voluto da Papa Francesco, e per affidarle i passi futuri della Chiesa di Conversano-Monopoli.

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Francesco Russo

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GIUBILEO

Diventare casa e scuola di misericordia Considerazioni al termine dell’Anno Santo

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l 13 marzo 2015 Papa Francesco, nell’omelia della Liturgia Penitenziale, annunciava un anno di grazia e misericordia: “ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della Misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre”. Questo è proprio l'intento principale che il Papa si poneva, e cioè rendere visibile, concreto e tangibile il volto misericordioso della Chiesa. Un Giubileo, quindi, che si presentasse non solo come un’occasione straordinaria di grazia, ma anche come una evidente operazione di salvezza: cosa fa la Misericordia di Dio, come opera in noi, come può il cristiano metterla in pratica nella sua vita, come può cambiare la sua stessa vita e quella del mondo intero. L’11 aprile successivo, Vigilia della II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, il Papa pubblicava la Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia dal titolo Misericordiae Vultus, calcando la penna sul fatto che la misericordia non è una parola astratta, ma un volto da riconoscere, contemplare e servire. La Bolla si snoda in chiave trinitaria e si estende nel descrivere la Chiesa come segno credibile di misericordia: “L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia” (MV 10). Una peculiarità di questo Anno Santo consiste nel fatto che non sarà celebrato solo a Roma, ma anche in tutte le altre diocesi del mondo. La Porta Santa sarà aperta dal Papa a S. Pietro l’8 dicembre e la domenica successiva in tutte le Chiese del mondo. Un'altra novità è che il Papa concede la possibilità di aprire la Porta Santa anche nei Santuari, dove tanti pellegrini si recano in preghiera. Queanno 21 n. 9

sto decentramento geografico del giubileo, in realtà, è metafora del cuore sconfinato del Padre, che riversa il suo amore su ogni creatura e lo estende oltre i confini dell’universo, senza tralasciare, inoltre, che anche un piccolo gesto di carità produce un’eco, che fa vibrare il cosmo intero. La misericordia non ha limiti. Il Papa sottolineava, infatti, che questo Anno, vissuto anche nella condivisione della misericordia divina, potesse diventare un’occasione per “vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. […] In questo Anno Giubilare la Chiesa si faccia eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non si stanchi mai di offrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare. La Chiesa si faccia voce di ogni uomo e ogni donna e ripeta con fiducia e senza sosta: «Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre» (Sal 25, 6)” (MV 25). Con la Lettera apostolica Misericordia et misera del 20 novembre 2016, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, si concludeva il giubileo straordinario della misericordia con un avvertimento fondamentale: “Termina il Giubileo e si chiude la Porta Santa. Ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata. Abbiamo imparato che Dio si china su di noi (cfr Os 11,4) perché anche noi possiamo imitarlo nel chinarci sui fratelli. […] La Porta Santa che abbiamo attraversato in questo Anno giubilare ci ha immesso nella via della carità, che siamo chiamati a percorrere ogni giorno con fedeltà e gioia. È la strada della misericordia che permette di incontrare tanti fratelli e sorelle che tendono la mano perché qualcuno la possa afferrare per camminare insieme”. (Misericordia et Misera, 16) Se una porta viene murata con i

mattoni, la porta del cuore del Padre resta perennemente aperta al flusso dell'amore. Così il nostro Vescovo scriveva nella sua Omelia per la Chiusura dell’Anno Santo della Misericordia, il 12.11.2016: “Rendiamo allora sempre più bella la nostra Chiesa, rivestendola di misericordia. Facciamola diventare casa e scuola di misericordia. Tutti dobbiamo educarci a vivere la misericordia; nessuno si senta escluso da questo esercizio di crescita. Fino a quando staremo su questa terra, abbiamo sempre da imparare ad essere misericordiosi”. Continuiamo con coraggio il cammino di questo Giubileo permanente, nella consapevolezza che siamo stati “misericordiati”, quindi dobbiamo diventare strumenti di misericordia (cfr. Misericordia et Misera, 16) don Gaetano Luca

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PARROCCHIE

“Santo è il tempio di Dio, che siete voi”

(1Cor 3, 17)

La Dedicazione della chiesa di S. Giovanni Paolo II a Fasano

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partire dal primo pomeriggio dello scorso 5 novembre, tanta gente si è radunata intorno al porticato della nuova chiesa in via Degli Astronauti in Fasano. Molta l’attesa per vivere un momento indimenticabile per tutta Fasano. La celebrazione eucaristica, presieduta dal nostro Vescovo S. E. Mons. Giuseppe Favale, circondato dai parroci di Fasano e da diversi sacerdoti, è iniziata all’esterno della chiesa con la consegna delle chiavi e l’apertura delle porte. L’aspersione della chiesa e dell’assemblea ha introdotto la liturgia della Parola, seguita dall’omelia del Vescovo, che ha voluto anche ricordare l’amato parroco don Antonio L’Oliva e il progettista del complesso parrocchiale Mario Bellini. Mons. Favale ha sottolineato i grandi sacrifici, che hanno reso possibile realizzare un grande progetto, in un periodo storico di gravi difficoltà, grazie al generoso aiuto di tante persone. Con attenzione alla Parola di Dio ascoltata e al rito, il Vescovo ha condotto l’assemblea a prendere consapevolezza dell’unicità di quello che si stava vivendo, ricordando la figura di San Giovanni Paolo II e dei martiri di Otranto. Le litanie dei santi, hanno preceduto la deposizione nell’altare delle reliquie dei santi martiri Antonio Primaldo e compagni di Otranto. Copiosamente il Crisma ha unto l’altare e le pareti della chiesa e il suo

Offerta dell’incenso.

profumo si è unito ai fumi dell’incenso, mentre le luci dell’altare venivano accese. La processione offertoriale ha portato all’altare il pane e il vino dalle mani della sorella maggiore di don Antonio L’Oliva e dalla vedova dell’architetto Mario Bellini. Dopo la comunione la pisside con il ss. Sacramento è stata portata solennemente nel tabernacolo. Sono seguiti i ringraziamenti dell’ingegnere Giovanni Pinto, del sindaco di Fasano Francesco Zaccaria, del parroco ed è stato letto e firmato il verbale di dedicazione della chiesa a San Giovanni

Paolo II. Il Vescovo in ricordo di questa giornata memorabile, ha consegnato nelle mani del parroco, una reliquia contenente dei capelli del Santo Giovanni Paolo II, ricevuta da Mons. Giuseppe Laterza e donata alla comunità parrocchiale. Tanto è stato fatto in questi anni per rendere possibile il sogno di una comunità, tanto altro è da fare (organo, campanile, piazzale esterno, impianto di illuminazione, ecc.), ma siamo certi che la memoria di quanto vissuto insieme nella celebrazione, per la dedicazione a San Giovanni Paolo II della nuova chiesa della parrocchia di San Francesco d’Assisi, sosterrà ogni passo da compiere. don Carlo Latorre

L’Unzione della Mensa con il Sacro Crisma.

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La deposizione delle reliquie.

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CATECHESI

Annunciare con l’arte Laboratorio diocesano per i catechisti

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’incontro “Annunciare con l’arte”, tenutosi lunedì 14 novembre presso l’Oasi di S. Maria dell’Isola a Conversano ed organizzato dall’ECA, l’équipe per la catechesi con l’arte, ha visto la partecipazione di numerosi catechisti, da varie parrocchie della diocesi, fornendo loro ottimi spunti di riflessione e confronto. Attraverso l’esperienza laboratoriale, si è voluto far vivere ai presenti un esempio di catechesi improntata sulla visione e analisi di un opera d’arte. Nell’imminenza del tempo di Avvento si è scelta come icona la tela seicentesca dell’Annunciazione presente all’Oasi Santa Maria dell’Isola. Don Peppino Cito ha introdotto la serata, spiegandone i diversi passaggi: vedere, capire, sentire, meditare, pregare attraverso e con un opera d’arte. Le diverse sezioni sono state affidate a Francesca Solenne, Maria Antonietta Valenti ed Anna Maria Pellegrini, membri dell’èquipe. La tela è stata analizzata nel dettaglio con l’aiuto dell’ esperta di storia dell’arte presente in equipe Antonella D’Alessio: molti gli elementi descritti, dagli sguardi ai gesti, dal colore alle luci, dal significato intrinseco al contesto storico.L’intera esperienza ha permesso la conoscenza del dipinto, la meditazione personale ed il dialogo fra i presenti. Non è mancata la lettura del Vangelo di Luca, inerente il tema del laboratorio, seguita da un intervento, tanto importante quanto necessario, volto a dimostrare come la tela non vada riferita solo ad una vicenda precisa della vita di Maria, ma all’intento teologico dell’evangelista, quello di attestare la natura divina di Gesù sin dal suo concepimento, elemento evidenziato dalla luminosa presenza della colomba. Numerose le valutazioni espresse dagli astanti dopo il tempo della meditazione personale e scambio di gruppo: alcuni colpiti dallo stentoreo “irrompere” dell’angelo e dall’umiltà della Vergine oppure dal gesto innocente delle mani e dal suo atteggiamento di riservatezza o ancora dal contrasto ombra – luce e dall’idea di tranquillità e senso di fiducia di Dio verso l’umanità. Interesanno 21 n. 9 3

santi sono state le comparazioni fra la tela e la vita quotidiana, in risposta alla domanda provocatoria “cosa dice a me oggi quest’opera”. Nello spazio finale i partecipanti hanno potuto esprimere ad alta voce la preghiera personale riportata sulla scheda individuale, per concludere con un bel testo di San Pier Damiani riferito all’annunciazione. A conclusione della serata è stata fatta la consegna di un possibile laboratorio da riproporre nelle parrocchie d’apparte-

nenza con relativo materiale, compresa la riproduzione in scala del dipinto da poter usare nelle esperienze zonali, da richiedere di volta in volta alla stessa équipe. Angelo Coletta

Al catechismo con il tablet “Al catechismo col tablet”, una possibilità sempre più probabile anche nella nostra Diocesi. Se n’è parlato nell’incontro organizzato dall’Ufficio Catechistico Diocesano, giovedì 17 novembre, presso la Parrocchia Sant’Antonio di Monopoli. Un momento di formazione per tutti i catechisti, che hanno avuto l’opportunità di ascoltare Suor M. Rosaria Attanasio, catecheta ed esperta in tema di comunicazione e linguaggi multimediali, autrice di vari testi sull’ uso dei media nella catechesi e direttrice della rivista “Catechisti Parrocchiali”. Dopo un breve momento di preghiera, con l’ausilio del computer e video proiettore, che ha coinvolto i presenti con la recita di alcuni Salmi, preghiere spontanee e canto animato, si è entrati nel tema centrale dell’incontro: “Linguaggio multimediale ed educazione alla fede”. “Tutto è dono di Dio, anche la tecnologia..” così ha esordito Suor Rosaria, per poi definire la multimedialità come un vero e proprio ambiente in cui i nostri ragazzi “nativi digitali” sono immersi. Un ambiente in cui noi catechisti siamo chiamati a raggiungerli testimoniando la nostra fede. Il linguaggio multimediale non può prescindere dalla conoscenza della tecnologia e delle regole basilari della comunicazione, per questo, gran parte dell’intervento, ha riguardato alcuni aspetti tecnici, che hanno permesso di comprendere come la tecnica ha pervaso la nostra vita creando una nuova antropologia, che ha portato a definire la nostra epoca “Era Biomediatica”. Presentando il carisma Paolino, congregazione di appartenenza di Suor Rosaria, ella ci ha parlato di “Comunicazione e catechesi” e di come, tra scienza dell’educazione e della comunicazione, si stia registrando un avvicinamento, di come alcuni modelli comunicativi, che si rifanno all’approccio comunicativo-relazionale possono essere adottati per realizzare itinerari di catechesi più efficaci e pertinenti. Un prezioso suggerimento: aiutare i nostri ragazzi a diventare protagonisti dei percorsi di approfondimento, ricerche ed esperienze laboratoriali. Al termine dell’incontro è stata presentata l’esperienza di un gruppo di catechismo di prima elementare della Parrocchia ospitante, che da quest’anno utilizzerà il tablet. Mimmo Dormio, esperto informatico, ha mostrato brevemente la piattaforma internet messa a punto dal suo team, unica in Italia, in grado di supportare i catechisti nel loro compito. Anna Maria Pellegrini

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APOSTOLATO BIBLICO

Il vangelo di Matteo Per una Chiesa che celebra il giorno del Signore

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itornando sul Vangelo di Matteo, ci è parso opportuno offrire a tutte le comunità parrocchiali e ai gruppi di Animazione biblica e liturgica uno schema riassuntivo sulla “distribuzione” del primo vangelo canonico nel Lezionario domenicale di questo nuovo Anno Liturgico. Il Vangelo di Matteo è così distribuito: 1. Lettura semicontinua nel Lezionario A: inizia dalla terza domenica. “Questa lettura segue il successivo svolgersi della predicazione del Signore, secondo l'orientamento dottrinale proprio di ogni Vangelo” (Ordo Lectionum Missae/Lezionario domenicale e festivo. Fascicolo supplementare, ed. CEI, 1982, n. 105); 2. Lettura semicontinua nelle ferie (settimane X-XXI, Anni dispari e pari: Mt 5,1-12a → 25,14-30): si leggono tutti i passi che non si riscontrano nel Vangelo di Marco (OLM n.109); 3. Lettura in base alla concordanza tematica fra le letture della Messa: è adottata nell'Avvento, in Quaresima, nel Tempo di Pasqua e in altre Solennità che hanno caratteristiche tutte particolari (OLM nn. 67,95,96,97); Lettura selettiva nei Lezionari: per le celebrazioni dei santi, per le Messe rituali, per le Messe “per diverse necessità” e votive. Tempo di Avvento I Domenica: II Domenica: III Domenica: IV Domenica:

Mt Mt Mt Mt

24, 37-44 3, 1-12 11, 2-11 1, 18-24 San Matteo e l’angelo, Guido Reni, Alte Pinakothek, Monaco.

Tempo di Natale Natale – Messa vespertina nella Vigilia: Mt Santa Famiglia: Mt Epifania del Signore: Mt Battesimo del Signore: Mt

1, 2, 2, 3,

1-25 13-15. 19-23 1-12 13-17

Tempo di Quaresima I Domenica: II Domenica: Domenica delle Palme: Commemorazione dell’Ingresso: Messa:

Mt 21, 1-11 Mt 26, 14‒27, 66

Tempo di Pasqua Ascensione del Signore:

Mt 28, 16-20

Tempo Ordinario Sacratissimo Cuore di Gesù: III Domenica: IV Domenica: V Domenica: VI Domenica: VII Domenica: VIII Domenica: IX Domenica: X Domenica: XI Domenica: XII Domenica:

Mt 11, 25-30 Mt 4, 12-23 Mt 5, 1-12a Mt 5, 13-16 Mt 5, 17-34 Mt 5,38-48 Mt 6,24-34 Mt 7, 21-27 Mt 9,9-13 Mt 9, 36‒10,8 Mt 10, 26-33

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Mt 4, 1-11 Mt 17, 1-9

XIII Domenica: XIV Domenica: XV Domenica: XVI Domenica: XVII Domenica: XVIII Domenica: XIX Domenica: XX Domenica: XXI Domenica: XXII Domenica: XXIII Domenica: XXIV Domenica: XXV Domenica: XXVI Domenica: XXVII Domenica: XXVIII Domenica: XXIX Domenica: XXX Domenica: XXXI Domenica: XXXII Domenica: XXXIII Domenica: XXXIV (Cristo Re):

Mt 10, 37-42 Mt 11, 25-30 Mt 13, 1-23 Mt 13, 24-43 Mt 13, 44-52 Mt 14, 13-21 Mt 14, 22-33 Mt 15, 21-28 Mt 16, 13-20 Mt 16, 21-27 Mt 18, 15-20 Mt 18, 21-35 Mt 20, 1-16 Mt 21, 28-32 Mt 21, 33-43 Mt 22, 1-14 Mt 22, 15-21 Mt 22, 34-40 Mt 23, 1-12 Mt 25, 1-13 Mt 25, 14-30 Mt 25, 31-46

A seguire, sui prossimi numeri d’Impegno, si forniranno maggiori informazioni (speriamo utili) sui cinque Discorsi che attraversano il Vangelo di Matteo, come sono distribuiti nel Lezionario Domenicale del Tempo Ordinario.

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don Leo Giuliano anno 21 n. 39


CARITAS

Casa della carità a Monopoli Progetto per l’Avvento di Fraternità 2016

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a nostra Chiesa diocesana si impegna a vivere un’esperienza di carità nell’Avvento contribuendo all'avvio della Casa della Carità a Monopoli. Essa vuole essere un segno che prolunga il Giubileo della Misericordia . questo segno non vuole essere semplicemente un “ricordo” di un tempo di grazia vissuto, ma uno spazio dove poter innescare quella “cultura della misericordia” che papa Francesco ha proposto nella sua Lettera Misericordia et misera, alla fine dello stesso Anno Santo. La casa è nell’Istituto delle Suore di Maria SS. Addolorata in Monopoli, a loro va il ringraziamento per questa disponibilità. La struttura è stata ristrutturata al suo interno ed adeguata per le finalità dell'opera – segno, per cui dovrebbe essere utilizzabile per gennaio. Sarà un contenitore di servizi: l’Ufficio della Caritas Diocesana, la sede del Centro d’Ascolto cittadino, il servizio di microcredito ed antiusura per tutta la Diocesi, il centro di distribuzione viveri per le famiglie povere delle nostre comunità parrocchiali. Inoltre, l’intero primo piano sarà adibito a casa di accoglienza per persona in emergenza abitativa, utilizzabile da persone provenienti dalle città della Diocesi. Sarà soprattutto un contenitore di cammini di carità. La carità, infatti, non si può contenere o rinchiudere in una struttura. È necessaria quella fantasia che permette di progettare, ideare, discernere quello che Dio oggi ci chiede attraverso i poveri, segni visibili della sua presenza. Pertanto la Casa della Carità sarà un luogo di discernimento per gli operatori della Caritas parrocchiali e un primo segno che, insieme agli altri già esistenti, potrà ripetersi in altre zone pastorali.

Per tutto questo è necessaria la preghiera, il contributo economico che sosterrà le spese iniziali di gestione della casa di accoglienza, la disponibilità del volontariato per garantire un servizio utile e colmo di umanità verso chi è nel bisogno. Sentiamoci coinvolti in questo segno di evangelizzazione e carità. don Michele Petruzzi

Accogliere ed integrare le persone disabili nella vita della Chiesa

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’ufficio catechistico diocesano – settore catechesi disabili – ha programmato per domenica 26 marzo 2017 nella Parrocchia Santa Maria della Salette in Fasano alle ore 10,30 una celebrazione eucaristica con disabili, presieduta dal nostro Vescovo. Questa iniziativa si propone di sensibilizzare le nostre comunità parrocchiali ad accogliere e integrare le persone disabili nella vita della Chiesa. Non è sufficiente l’incontro settimanale di catechesi; la partecipazione attiva alla celebrazione del Mistero eucaristico domenicale aiuta ogni battezzato a cementare l’amiciziaalleanza con il Risorto vivente che raduna in assemblea il suo popolo anno 21 n. 9 3

per colloquiare e spezzare il pane dell’amore e della condivisione. Gli orientamenti della CEI per l’annuncio e la catechesi in Italia “Incontriamo Gesù” al n. 56 così si esprimono: “Va rafforzata e diffusa la cura di percorsi catechistici inclusivi per persone che presentano disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, assicurando nel contempo che possano realmente partecipare alla liturgia domenicale e testimoniare, attraverso la loro condizione, il dono e la gioia della fede e l’appartenenza piena alla comunità cristiana.” Questa citazione esprime in modo eloquente le finalità di questa iniziativa. Inoltre il nostro settore si propo-

ne d’invitare anche le associazioni presenti in diocesi che si occupano della promozione umana e spirituale delle persone disabili. Neri prossimi mesi organizzeremo degli incontri perché questa celebrazione sia vissuta nei migliori dei modi. A supportare l’organizzazione di questa giornata ci saranno le 3 comunità di “Fede e Luce” presenti in diocesi, che assicureranno l’accoglienza e i momenti di riflessione e di convivialità che seguiranno alla celebrazione eucaristica.

don Vito Palmisano

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VOCI DAL SEMINARIO

Fedeli al futuro Il tempo dell’oggi, eredità del passato per progettare il domani

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ssere chiamati a riflettere su qualcosa è di abitudine comune a tutti gli uomini per il fatto stesso di essere creature in relazione. Riflettere su se stessi e sulla propria interiorità, quella nascosta agli occhi degli altri, e molto spesso soprattutto anche ai nostri, è molto più raro e difficile. “Fedeli al futuro”: è questo il titolo ed il tema della traccia formativa 2016/17 del nostro seminario regionale, che ci accompagnerà nella riflessione personale e comunitaria, nel corso di questo anno, aiutati da alcune meditazioni esortative del nostro rettore don Gianni Caliandro. Fedeli al futuro, per vivere bene un tempo presente alla luce di quello passato, per progettare degnamente il futuro. Fedeltà e futuro, due grandi te-mi messi insieme, che nel nostro tempo abbiamo troppo spesso banalizzato, per dare spazio a quei piaceri momentanei, che non hanno fondamento, ma che consideriamo corpo vivo delle nostre esistenze, permettendogli di porre un velo spesso tra noi e quello che siamo, avendo così la possibilità di scappare da noi stessi, dalle nostre fragilità, che non ci permettono di vivere nella libertà dei figli di Dio. Anche noi giovani seminaristi, come tutti i nostri coetanei, siamo proiettati verso il futuro, vivendo questi anni di formazione per poter poi uscire e vivere in mezzo al popolo di Dio da preti ed è guardando al futuro che assumono un senso i nostri giorni trascorsi in seminario per restare fedeli al futuro. E questa fedeltà la possiamo vivere solo nel presente, nel quale possiamo trovare le fondamenta per metter su un futuro capace di restare in piedi da solo. Ecco allora l’importanza del tempo, un dono che ci viene fatto perché sia esperienza di libertà. Sì, perché è solo nella condizione di persona libera che posso essere fedele al futuro. È solo vivendo

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bene il tempo, che posso lasciare spazio a Dio affinché abiti il mio cuore e lo apra all’esperienza viva della fraternità, all’esperienza della libertà da tutto quello che ci lega sia alle cose che alle persone. Il Signore ci dona un tempo per fare esperienza di giustizia e fraternità tra di noi, un’esperienza che poi deve emettere luce che brilli e che sia in grado di illuminare la società. Si impara allora a restare fedeli al futuro attraverso un esercizio di libertà propria e degli altri, che impegna tutta la nostra persona a partire dalla volontà personale, capace di liberare il nostro essere per un esperienza più ricca. È necessario allora vivere un movimento interiore e personale che mi permetta di guardare al mio oggi, in un contesto più grande e articolato, considerandolo come il risultato di un cammino. Si tratta quindi di uno sguardo profondo sul mio passato, in cui trovo gli elementi che costituiscono il mio presente i quali erano le fondamenta dell'allora futuro che oggi vivo. Questo è un movimento apparentemente semplice, ma che impegna tutta la nostra persona e che richiede tutto il nostro impegno, poiché tendiamo spesso a non considerare il passato, costituendo questo come alibi alla nostra soppressione volontaria della libertà nell’oggi. Gli anni del seminario, sono anni in cui siamo chiamati a ricordare per crescere nella libertà. Il tempo di cui ci è fatto dono deve essere un occasione per esplorare quelle zone interiori più nascoste, senza il condizionamento della fretta, che umana-

mente abita in ciascuno. È necessario imparare a prendersi del tempo per restare con se stessi, facendo silenzio nel proprio io, partendo sempre dalla realtà oggettiva di non poter fare niente per essere un’altra persona da quella che siamo. Si tratta di un esercizio di pazienza che ci vede impegnati nell’accettare quello che viviamo a partire da quello che siamo. Il modello della pazienza è quella divina esercitata sulla fragilità dell’uomo. Allora possiamo dire che il tempo è il sacramento della pazienza di Dio per noi. Da qui nascono le concrete applicazioni di vita: imparare a non scoraggiarsi, resistere ai valori predicati ma non interiorizzati e vissuti, imparare a gestire le frustrazioni aprendosi all’amore di Dio, imparare ad interiorizzare, stare seduti in chiesa davanti all’Eucaristia anche quando i pensieri ci inseguono, con la certezza di non perdere tempo. Tutte queste diverse azioni hanno in comune la necessità dell’attesa, un attesa direttamente proporzionale alle aspettative dei fratelli e sorelle ai quali desideriamo dedicarci per tutta la nostra vita e alle quali si uniscono quelle del Signore, il quale ci chiama a vivere questo ministero di amore e dono. Siamo dunque chiamati a guardarci dentro con la stessa profondità dello sguardo di Dio, non decentrando mai la Sua persona che è strada e sentiero per navigare in se stessi. Giuseppe Cantoro

MOVIMENTO

VIVERE IN M O N O P O L I

Tema:

Con Te per le strade del mondo Il Concorso di Presepi promosso dal Movimento di Spiritualità “Vivere In” per l’anno 2016 viene proposto a tre settori: — settore Famiglia, ambito di accoglienza armoniosa e serena; — settore Istituzioni (parrocchie, associazioni, comunità, attività commerciali) ambito di accoglienza e armonia fra tutte le classi sociali; — settore Scuola, ambito di sviluppo socio-intellettuale. Novità del Concorso: Il Concorso è aperto a cori di Scuole, Parrocchie, Associazioni e Istituzioni varie che presenteranno brani natalizi nella serata della premiazione. Sarà premiata la migliore esibizione giudicata da una commissione apposita. Per informazioni: Associazione VIVERE IN - C.da Piangevino 224/A, Monopoli, Tel. 080 6907012 fax 080 6907026 - e-mail: associazioneviverein@gmail.com

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MEMORANDUM RADIO AMICIZIA INBLU 06:45

Palinsesto Prima di Tutto Commento al Vangelo

07:00

Radio Amicizia News Informazione

07:05

Buon giorno InBlù Intrattenimento

07:06

Oggi in Edicola Rassegna Stampa 1

07:30

Buon giorno InBlù Intrattenimento

07:36

Oggi in Edicola Rassegna Stampa 2

08:00

Notiziario Radio Vaticana Informazione

08:15

Buon giorno InBlù Intrattenimento

09:00

Radio Amicizia News Informazione

09:07

Piazza InBlu Attualità

10:00

Radio Amicizia News Informazione

10:30

MATTINANDO 1a parte Intratt. - Informazione

11:00

Radio Amicizia News Informazione

MATTINANDO 2a parte

11:03

Intratt. - Informazione

12:00

Gruppo Facebook “Pastorale della famiglia Conversano-Monopoli”

Radio Amicizia News Informazione

12:06

Cosa c’è di buono Intrattenimento

12:26

MATTINANDO 3a parte Intratt. - Informazione

13:00

Radio Amicizia News Informazione

13:12

Ecclesia Informazione religiosa

È attivo su Facebook il gruppo “Pastorale della famiglia Conversano-Monopoli”, creato per condividere iniziative, progetti ed eventi all’interno della nostra diocesi che riguardano la pastorale della famiglia. Il direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia è Don Mimmo Belvito. Tutte le pubblicazioni sono visibili a tutti, visitateci.

15:07

Pomeriggio InBlu Musicale - Informazione

17:00

Radio Amicizia News Informazione nel pomeriggio

17:03

RADIO SERA Musica e Rubriche

18:00 19:15

S. Rosario e S. Messa CLUSTER Musica e Rubriche

APPUNTAMENTI DICEMBRE 10 16,00 14

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23,00

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11,30 19,30

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Ritiro diaconi permanenti C.da S. Bartolomeo, Monopoli Ritiro del clero Abbazia Madonna della Scala, Noci Messa di inizio del IX centenario dell'approdo dell'icona della Madonna della Madia Concattedrale, Monopoli Festa della Madonna della Madia – Patrona della Diocesi Approdo della venerata immagine, processione e S. Messa I anniversario della morte di don Angelo Sabatelli S. Pietro Putignano Il vescovo presiede la messa della notte di Natale in Cattedrale Pontificale del vescovo in Concattedrale Presentazione della Tesi Dottorale di don Leo Giuliano Carmine, Monopoli Interverrà il Prof. Antonio Pitta sul tema: “L’unità nel pensiero di San Paolo”

20:00

Musica specialistica Musicale

22:00

Gimme Five Musica e intrattenimento

IMPEGNO Periodico d’informazione della Diocesi di Conversano – Monopoli Reg. Tribunale di Bari n.1283 del 19.06.96

Direttore Responsabile: don Roberto Massaro Redazione: don Mauro Sabino don Pierpaolo Pacello - Donato Marino Lilly Menga - Anna Maria Pellegrini Francesco Russo - Nicola Teofilo Angelo Coletta Uffici Redazione: Via Dei Paolotti, 2 - 70014 Conversano Tel. 080.4958888 - Fax 080.4955851 Indirizzo di posta elettronica: impegno@conversano.chiesacattolica.it Sito Internet della Diocesi di Conversano-Monopoli www.conversanomonopoli.chiesacattolica.it Grafica e Stampa: EVI S.r.l. - Monopoli Si prega di far pervenire alla redazione eventuali proposte di pubblicazione entro il giorno 5 di ogni mese.

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PRESEPI VIVENTI ABBAZIA DI S. VITO - POLIGNANO A MARE visitabile nei giorni 26.12 – 02.01 – 06.01 dalle 17 alle 21 PEZZE DI GRECO visitabile nei giorni 26.12 – 27.12 01.01 – 06.01 – 07.01 – 08.01 dalle 16 alle 21 PARROCCHIA S. DOMENICO PARCO ALMIRANTE, PUTIGNANO visitabile nei giorni 06.01 – 07.01 dalle 18 alle 21 PARROCCHIA MADONNA DEL ROSARIO COZZANA visitabile nei giorni 26.12 – 27.12 01.01 – 02.01 – 06.01 – 07.01 – 08.01 dalle 17,30 alle 21,30 CONVENTO S. FRANCESCO DA PAOLA MONOPOLI visitabile nei giorni 24.12 - 26.12 - 30.12 01.01 - 05.01 - 06.01 - 08.01 dalle 18,30 alle 21,30 PARROCCHIA S. MARIA REGINA ANTONELLI visitabile nei giorni 06.01- 07.01 ore 19,00


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