Impegno ottobre 2016

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Periodico d’informazione della diocesi di Conversano - Monopoli

Anno 21 - Numero 7 - Ottobre 2016

IL NOSTRO CAMMINO

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ciò che fa in ogni situazione, a cominciare dalla famiglia, che anche da noi sarà da riportare al centro dell’azione pastorale. È avvincente il cammino che ci attende nei prossimi mesi. Dobbiamo tutti metterci in ascolto, in primo luogo di Dio e poi gli uni degli altri, per scoprire vie sempre nuove di evangelizzazione. La sequela di Cristo è un’avventura meravigliosa e ognuno, nessuno escluso, deve sentirsi coinvolto nel mettere a servizio del bene comune i propri talenti. I doni ricevuti attraverso la gratuità dell’amore di Dio devono servire per far crescere nella carità e nell’unità la Chiesa. Su questa strada vogliamo camminare insieme, guardando al Signore, che è il Pastore buono e fedele del suo popolo. † Giuseppe Favale

IN EVIDENZA

l Signore ci dà la grazia di camminare insieme da cinque mesi! Stare in mezzo a voi come padre e pastore è per me un dono straordinario. Il Signore mi ha condotto nell’amata Chiesa di Conversano-Monopoli per essere in essa il riflesso della sua tenerezza e lo strumento della sua misericordia. Confesso che è ogni volta un’emozione profonda quando – attraverso le parole, gli sguardi, le strette di mano – colgo aspirazioni, attese, desideri di tanti fratelli e sorelle, assetati di una Parola che testimoni e comunichi l’Amore di Dio. Sono convinto che, accostando noi pastori, la gente cerchi in realtà un contatto col divino, anche solo una sua “scintilla”, capace di trasmettere consolazione e speranza. Ed è bello constatare come, nonostante la fatica che oggi più che mai comporta lo “sporgersi” sul Mistero, non siano pochi i “cercatori” di Dio, desiderosi di trovare in Lui la risposta vera alle attese più profonde del loro cuore. Il camminare insieme mi sta permettendo di entrare con rispetto e stupore nell’esperienza di fede delle comunità e delle persone che sto incontrando. Che gioia poter leggere nel vissuto spesso sofferto di tanti le meraviglie compiute dal Signore! Diciamolo francamente: a volte ci lasciamo vincere da un generale pessimismo riguardo alla situazione complessiva delle nostre comunità, da non cogliere i molti germogli di bene presenti e i frutti, talvolta forse ancora acerbi, che ci dicono che Dio è comunque all’opera in mezzo a noi, e che non si stanca mai di intervenire per ridare fiducia e ricostruire quel che è andato distrutto, magari a causa dei nostri limiti. Guardare avanti con fiducia e speranza, certi che Dio con il suo Spirito è all’opera nella storia: è questo il segreto per non lasciarsi schiacciare dalle paure, lanciandosi in sfide che a prima vista possono sembrare più grandi di noi, ma che in realtà sono occasioni che la Provvidenza ci riserva perché possiamo costruire il suo Regno. L’inizio del nuovo anno pastorale coincide con la conclusione del Giubileo della Misericordia. Viviamolo come un tempo di verifica, per misurare l’effettiva incidenza nella nostra vita di questo dono di Grazia che, nelle intenzioni di Papa Francesco, doveva riportarci alle sorgenti genuine del Vangelo. Il Giubileo non sarà da archiviare come un anno di eventi straordinari, finiti i quali tutto ritorna come prima o… peggio di prima. No, esso deve lasciare una traccia profonda nei singoli credenti e nelle comunità, chiamate a diventare nella concretezza del quotidiano luoghi di rivelazione del volto misericordioso del Padre. Il frutto più maturo dell’anno giubilare sarà perciò il veder rifiorire tra di noi i segni della carità, da esprimere attraverso gesti e parole che ridanno dignità alla persona umana, considerata nella sua realtà più vera: essere immagine vivente di Dio, riflesso della bellezza dell’uomo nuovo Gesù Cristo, primogenito dell’umanità nata dalla Pasqua. Solo chi si lascia costantemente rinnovare dalla forza travolgente del Risorto dà senso nuovo a

7 ottobre, ore 19,30 Consiglio Pastorale Diocesano Oasi S. Maria dell'Isola – Conversano 16 ottobre, ore 17,30 Giubileo delle Famiglie Seminario e Cattedrale – Conversano 21 ottobre, ore 9,30 Ritiro del clero Abbazia Madonna della Scala – Noci 28 ottobre, ore 19,30 Ordinazione Presbiterale di don Filippo Dibello Concattedrale – Monopoli, 31 ottobre, ore 19,00 Ordinazione Presbiterale di don Pierpaolo Pacello Parrocchia Matrice – Castellana Grotte


CURIA ROMANA

Papa Francesco e la riforma della Curia Un cantiere aperto in vista di un adeguamento strutturale

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er comprendere il ruolo della Curia Romana, la sua importanza, l’ineludibile necessità di rinnovamento, è necessario far riferimento al paradigma dell’Incarnazione. Quest’apparente digressione ci permetterà di superare la banalizzante visione complottista e di collocare il nostro argomento sul piano che gli è proprio: la storia della salvezza, ossia il mistero di Cristo che opera nel tempo. In maniera più chiara si può affermare: l’Incarnazione mostra che Dio ha scelto di rivelarsi e di redimere l’uomo attraverso la contingenza umana assunta dal suo Verbo. È, quindi, proprio nelle determinazioni umane sempre limitate, ma sempre nuove, che Dio continua ad operare. Tale considerazione, se da una parte ci impedisce di considerare la storia cristiana come una pura e semplice ripetizione del passato, dall’altra ci permette di comprendere come l’essenza della Chiesa si attua sempre in una forma storica concreta. Non si può quindi mai separare l’essenza dalla forma istituzionale. Nonostante tutto quello che di relativo ci possa essere in quest’ultima, essa non deve essere considerata irrilevante riguardo al ministero della Chiesa, se non si vuole rischiare di cadere nella visione di una Chiesa irreale o, se vogliamo, ideologizzata, che cerca di inventare un’unica formula e di imporla coercitivamente ed aprioristicamente. Il nodo della questione risiede, dunque, nell’assumere il principio dell’Incarnazione in tutte le sue conseguenze, adottando forme, metodi e mezzi in grado di fornire le risposte che il mondo contemporaneo attende e che siano capaci di svelare come la Chiesa sia un organismo vivente e pertanto in evoluzione, distante tanto da ogni utopica rivendicazione di fissità, quanto da arbitrarie innovazioni in vista di un presunto restyling. È necessario ricordare inoltre, che “ogni rinnovamento

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della Chiesa consiste in una fedeltà più grande alla sua vocazione. La Chiesa è chiamata a questa continua riforma” (Unitatis Redintegratio, 6). Proprio in questa fedeltà più grande di cui parla il Concilio Vaticano II è possibile rintracciare la causa ultima di ogni riforma ecclesiale e la sollecitudine costante che ha animato i Pontefici nel discernere ed attuare il rinnovamento di strutture e organismi ecclesiali. Applicando quanto sin qui esposto alla Curia romana, senza timore di esagerare, si potrebbe affermare che la sua storia è sostanzialmente quella della sua riforma: da papa Sisto V, considerato il suo primo organizzato... l’essenza re nel 1588, sino ai giorni della Chiesa nostri. Paolo VI nel 1967 con la Costituzione Regisi attua sempre mini Ecclesiae Universae in una forma cerca di dare alla Curia una nuova fisionomia in storica concreta. linea con l’ecclesiologia Non si può quindi del Concilio Vaticano II, evidenziandone la collemai separare gialità e la sua funzione a l’essenza dalla forma servizio delle Chiese particolari. A soli vent’anni istituzionale. dalla riforma di Montini, papa Giovanni Paolo II, consultate le Conferenze episcopali, con la Costituzione Pastor Bonus del 1988 attua un’ulteriore riforma, la cui principale novità è quella di motivare teologicamente la funzione della Curia romana: «sorta per un solo fine: rendere sempre più efficace l’esercizio dell’Ufficio universale di Pastore della Chiesa» (PB, 3). Ugualmente Benedetto XVI, durante il suo pontificato, apporta delle modifiche alla struttura della Curia e, per usare una sua espressione che ha segnato la storia del papato: «nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede» era inevitabile che anche il suo successore si impegnasse in quest’opera. Papa Francesco, il 13 aprile del 2013, ad un mese dalla sua elezione, riprendendo un suggerimento emerso nel corso delle Congregazioni generali che hanno preceduto il Conclave che lo ha eletto, costituisce un gruppo di Cardinali per aiutarlo nel progetto di revisione della Curia, progetto che non ha tardato a produrre i primi mutamenti. Il 24 febbraio 2014, infatti, con il motu proprio “Fidelis dispensator et prudens”, il Pontefice costituisce una nuova struttura di coordinamento per gli affari economici e amministrativi, un dicastero che ha il «compito di sorvegliare la gestione economica e di vigilare sulle strutture e sulle attività am-

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CURIA ROMANA

ministrative e finanziarie dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni collegate con la Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano». Anche nell’ambito dei mass media viene creato un coordinamento centrale; le competenze, sino ad ora divise fra vari uffici (Sala stampa, Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, Ctv, Radio Vaticana, L’Osservatore Romano), sono raccolte in un unico ente; nel motu proprio L’attuale contesto comunicativo (27 giugno 2015) con il quale il Papa ha istituito la Segreteria per la Comunicazione sui media del Vaticano, così si legge: «l’attuale contesto comunicativo richiede un ripensamento del sistema informativo della Santa Sede e impegna ad una riorganizzazione che, valorizzando quanto nella storia si è sviluppato all’interno dell’assetto della comunicazione proceda decisamente verso una integrazione e gestione unitaria». Il nuovo Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita – afferma il motu proprio “Sedula Mater” (Madre premurosa) – assumerà competenze e funzioni finora appartenute al Pontificio Consiglio per i Laici e al Pontificio Consiglio per la Famiglia che cesseranno di esistere. Si tratta – scrive il Papa – di conformare i Dicasteri della Curia Romana alle situazioni del nostro tempo, adattandoli alle necessità della Chiesa universale, per offrire sostegno e aiuto ai laici, alla famiglia e alla vita perché siano testimonianza attiva del Vangelo. L’ultima innovazione annunziata nel motu proprio “Humanam progressionem” riguarda il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. In esso confluiranno, dal primo gennaio 2017, quattro Pontifici Consigli: Giustizia e Pace, Cor Unum, Pastorale mianno 21 n. 7

granti e Operatori Sanitari. Una sezione del nuovo Dicastero si occuperà specificamente di profughi e migranti e viene posta ad tempus direttamente sotto la guida del Papa, a sottolineare la sua particolare sollecitudine per la loro situazione. Dinanzi ad una riorganizzazione così strutturale, onde evitare qualsivoglia disorientamento è bene ricordare che la riforma delle strutture esige innanzitutto la conversione pastorale, perché «quando la Chiesa vuol vantarsi delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po’ burocratica, perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una Ong. E la Chiesa non è una Ong. È una storia d’amore, tutto è necessario, gli uffici sono necessari, ma sono necessari fino a un certo punto: come aiuto a questa storia d’amore» (Papa Francesco, omelia 24 aprile 2013)», «le buone strutture servono quando c’è una vita che le anima, le sostiene e le giudica. Senza vita nuova e autentico spirito evangelico, senza “fedeltà della Chiesa alla propria vocazione”, qualsiasi nuova struttura si corrompe in poco tempo» (Evangelii gaudium, 26). don Daniele Troiani

... è bene ricordare che la riforma delle strutture esige innanzitutto la conversione pastorale, perché «quando la Chiesa vuol vantarsi delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po’ burocratica, perde la sua principale sostanza... Foto Guglielmi

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DIOCESI

Da “Amoris Laetitia” riparte l’invito al discernimento Il convegno diocesano

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o scorso giugno la chiesa parrocchiale di S. Anna è stata riempita dagli operatori pastorali venuti da tutta la diocesi, per approfondire la recente Esortazione Apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia, sull’amore nella famiglia. Per tramite di don Roberto Massaro abbiamo chiamato ad aiutarci in questo approfondimento due tra i maggiori teologi moralisti italiani, suor Carla Corbella e don Giovanni Del Missier, che hanno rimarcato la portata di novità di questo documento, sia nel processo sinodale, che ha portato alla sua stesura, sia nel linguaggio impiegato per parlare di famiglia e amore, più narrativo e vicino alla realtà quotidiana delle nostre famiglie, sia nella proposta centrale del documento, cioè la capacità di discernimento. Ma cosa è questo discernimento proposto da Papa Francesco? Suor Carla ci ha spiegato che non consiste nel semplice buon senso o nella virtù della prudenza o nella capacità del giudizio corretto; il discernimento è un approccio alla vita

che scaturisce dalla familiarità con il Vangelo e che sa interpretare la volontà di Dio anche in una incertezza di mezzi per raggiungerla, che sa mettere in atto azioni concrete per realizzare il massimo bene possibile in una determinata situazione, anche quella più complessa e incerta. Da Papa Francesco ci viene riconsegnato uno sguardo reale e positivo sulle famiglie, al fine di riscoprire come le famiglie siano un dono e un bene per la Chiesa, prima che una questione o un problema pastorale, e come la comunità cristiana sia un dono e un bene per le famiglie, in un processo di reciproco arricchimento. L’assemblea dello scorso giugno, sulla scia di Amoris Laetitia (nn. 202-204), ci lascia con un compito importante, quello di continuare con una formazione sempre più all’altezza dei compiti degli operatori pastorali, una formazione che prepari al discernimento pastorale e renda capaci di portare le persone e le coppie a fare, loro innanzitutto, discernimento sulla loro vita alla luce

della volontà di Dio. Tale bisogno formativo è stato richiamato da Papa Francesco proprio nel suo ultimo viaggio in Polonia: “Bisogna formare i futuri sacerdoti non a idee generali e astratte, che sono chiare e distinte, ma a questo fine discernimento degli spiriti, perché possano davvero aiutare le persone nella loro vita concreta. Bisogna davvero capire questo: nella vita non è tutto nero su bianco o bianco su nero. No! Nella vita prevalgono le sfumature di grigio. Occorre allora insegnare a discernere in questo grigio”. Possiamo sicuramente allargare questo invito a tutti gli operatori pastorali, presbiteri e laici: Amoris Laetitia rimanda tutti noi ad un più responsabile impegno formativo, per crescere e far crescere nel discernimento spirituale, pastorale e personale. don Francesco Zaccaria

L’eucaristia sorgente della missione Il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale

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al 15 al 18 settembre 2016 a Genova si è celebrato il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale, il cui tema principale è stato: L’Eucaristia sorgente della missione: “Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro”. Anche la nostra diocesi è stata presente al congresso, grazie ad alcuni delegati: don Antonio Napoletano, il diacono Domenico Scagliusi, Marisa Galgano e Pasquale Carone. Le giornate del congresso hanno previsto principalmente momenti di Adorazione eucaristica e di preghiera, perché il fine principale di queste giornate è quello di rimettere al centro della vita di ogni comunità il Mistero eucaristico. Il momento più suggestivo è stato sabato 17 al Porto Antico, dove si è svolta l’adorazione solenne del Santissimo Sacramento, portato sul molo da una motovedetta della Capitaneria di Porto, impegnata nei mesi precedenti in numerosi salvataggi in mare di profughi. In seguito, l’ostensorio, posto su un’arca argentata, è stato portato in spalla da alcuni lavoratori di industrie del territorio genovese fino alla porta santa della cattedrale genovese, insieme ad una processione di fedeli e delegati. Significativa e molto sentita è stata anche l’adorazione notturna presso la chiesa di san Matteo, sempre colma di giovani e animata dai religiosi dell’arcidiocesi di Genova. Nella serata dedicata ai giovani, il cardinale Bagnasco ha sottolineato la loro importanza e rivolgendosi ad essi, ha detto: “Non fatevi ingannare dal clima bugiardo e saprete andare controcorrente; bisogna rimanere in piedi in nome della libertà. Si vive appiattiti perché così fanno tutti, invece va ricercata la libertà di essere figli di Dio. Vi preghiamo di scoprire la verità con la vostra intelligenza”. Durante la messa conclusiva di domenica 18, presieduta dall’arcivescovo Bagnasco, inviato speciale del Papa per rappresentarlo, è stata fatta la colletta per i terremotati del centro Italia, in comunione con tutta la chiesa italiana. Questo segno di fraternità è stato definito dal cardinale come “il passaggio dall’Eucaristia adorata all’Eucaristia vissuta nell’aiuto dei fratelli”. Inoltre, ha ricordato a tutti i presenti la propria missione: “tanti insieme, certo con le proprie preoccupazioni, ma con la gioia della propria fede per camminare insieme, uscendo dai perimetri individualistici”. L’incontro con l’Eucaristia, vissuto così intensamente a Genova, ci ha resi ancora più consapevoli della presenza di Cristo Risorto nella nostra vita. Solo questa consapevolezza ci sprona ad essere missionari e testimoniare la gioia di vivere in Cristo, morto e risorto per noi. don Antonio Napoletano, Marisa Galgano, Mimmo Scagliusi, Pasquale Carone

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UFFICIO CATECHISTICO

Cantieri per l’Anno Pastorale 2016-2017

Alla riscoperta del Battesimo

CANTIERE INIZIAZIONE CRISTIANA (I.C.) 1. CATECHISTI: percorsi formazione di base per catechisti dell’I.C.: per andare verso un nuovo impianto di I.C., partendo da quello tradizionale, secondo l’ispirazione catecumenale: planning comprendente da 3 a 5 laboratori annuali di due ore ciascuno (I.G.). 2. COMUNITÀ: percorsi di approfondimento del ruolo della comunità come SOGGETTO primario dell’I.C.: planning comprendente da 1 a 3 incontri assembleari, concordati col consiglio pastorale. 3. GENITORI: percorsi di accompagnamento dei genitori dei bambini/ragazzi dell’I.C. verso i sacramenti della Riconciliazione, dell’Eucaristia, della Cresima: planning comprendente da 1 a 3 incontri con gruppi di genitori o con catechisti che accompagnano genitori. 4. NUOVO IMPIANTO dell’INIZIAZIONE CRISTIANA: commissione ad hoc, in sinergia con gli altri uffici interessati (Liturgico, Carità, Famiglia, ecc…) a partire dal progetto precedente (1997) e dalle conclusioni delle sperimentazioni confluite in I.G. (2014).

Il percorso di formazione per operatori della pastorale pre e post battesimale

CANTIERE PASTORALE BATTESIMALE (EP/PB) Progetto pastorale per formare Equipes Parrocchiali di Pastorale Battesimale. In sinergia con l’Ufficio Famiglia e l’Ufficio Liturgico. Progetto offerto per zone pastorali. 1. ANNO A: 8 laboratori per affrontare aspetti antropologici, teologici, pastorali, liturgici legati alla vita nascente e alla trasmissione della fede da parte degli adulti/genitori. Percorso sperimentato in 23 parrocchie nell’a.p.20152016 (appartenenti a 5 zone pastorali). 2. ANNO B: 6 laboratori sull’accompagnamento dei genitori, prima e dopo il battesimo dei loro bambini. CANTIERE CATECHESI CON L’ARTE (E.C.A.) Offerta di una formazione sulla Catechesi con l’arte ai catechisti parrocchiali. 1. EQUIPE DIOCESANA (E.C.A.): configurazione definitiva. 2. Laboratorio catechistico per il tempo di Avvento su un’opera con iconografia dell’Annunciazione. 3. Laboratorio catechistico per il tempo di Quaresima su di una Crocifissione. 4. INTESE/alleanze/collaborazioni con Pinacoteche, musei, confraternite, associazioni culturali, IAT, Pro Loco, CTG. CANTIERE SECONDO ANNUNCIO (P.S.A.) Percorsi catechistici di secondo annuncio (I.G., cap. II) adatti a gruppi di adulti: per dare continuità in diocesi al Progetto Secondo Annuncio (PSA), progetto nazionale/settimana di S. Cesarea Terme, cui partecipano quattro membri dello staff dell’UCD di Conversano-Monopoli. 1. GENERARE E LASCIAR PARTIRE: percorso per genitori. 2. LEGARSI. LASCIARSI, ESSERE LASCIATI: percorso per fidanzati. CANTIERE CATECUMENATO (C.O) 1. Diffusione del DIRETTORIO diocesano sull’Iniziazione Cristiana degli Adulti. 2. Diffusione sussidiazione idonea per accompagnatori e catecumeni. 3. Monitorare percorsi parrocchiali dei gruppi di Catecumeni adulti, supportando la formazione dei catechisti. CANTIERE APOSTOLATO BIBLICO (A.B.) 1. Presentazione del VANGELO dell’anno (MATTEO) alle comunità che ne fanno richiesta. 2. Collaborare con l’UCD nei percorsi di formazione di base dei catechisti. CANTIERE CATECHESI DIVERSAMENTE ABILI (C.D/A) 1. Celebrazione TIPO presieduta dal VESCOVO. 2. Percorsi di PREPARAZIONE/FORMAZIONE con le comunità che si preparano alla C.T.: planning comprendente da 1 a 3 laboratori (con sussidiazione idonea) per animatori dei gruppi di accompagnamento dei diversamente abili (es. Fede e Luce).

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“Per valorizzare la presenza dei Genitori, almeno di coloro che sono disponibili a lasciarsi coinvolgere, appare sempre più promettente curare la preparazione al Battesimo e la prima fase della vita (0-6 anni). L’evangelizzazione passa, in questo periodo, attraverso il linguaggio delle relazioni familiari. Come mostrano molte esperienze, si tratta di mettere in atto gradualmente un’attenzione pastorale per e con gli adulti, oltre che di impegnarsi nell’annuncio ai piccoli”. (Incontriamo Gesù, n. 59) In ascolto di queste preziose indicazioni dei nostri Vescovi, a loro volta raccolte dall’esperienza di molte comunità cristiane in Italia, anche nella nostra Diocesi è stato avviato un percorso di formazione per costituire delle équipe di pastorale battesimale nelle parrocchie che si sentono coinvolte nel compito di accompagnare i genitori che chiedono il Battesimo per i propri figli. Referenti del progetto sono l’Ufficio Famiglia, l’Ufficio Catechistico e l’Ufficio Liturgico. Ecco i numeri di questa piccola impresa: 3 percorsi zonali avviati (Noci, Putignano, Castellana e Turi – Fasano e Fasano Sud – Monopoli) 3 coppie tutor, 8 laboratori, 9 conduttori, 23 parrocchie variamente coinvolte. Concluso il primo anno, a cura dell’équipe diocesana che lo ha pensato ed attivato, ė tuttora in corso la verifica ai vari livelli (coppie animatrici, coppie partecipanti, parroci che hanno richiesto il percorso, conduttori) per prendere atto della valenza positiva dell’esperienza – generalmente rilevata dai partecipanti – e delle modifiche da apportare in vista del completamento del percorso, previsto per quest’anno pastorale. Come ogni proposta dell’Ufficio Catechistico, anche il percorso di formazione per la pastorale battesimale, viene sperimentato grazie alla disponibilità generosa ed appassionata di alcuni, per potere essere offerto con consapevolezza a tutti coloro che vogliono avvalersene, in risposta ai bisogni formativi di figure capaci di rivolgersi agli adulti in tante realtà ordinarie e straordinarie (Incontriamo Gesú, n. 67). Antonella Longo

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UFFICIO CATECHISTICO

Il Vangelo secondo Matteo Una guida alla lettura Anticipiamo (ma non troppo!) i tempi. Offriamo alle comunità parrocchiali (magari per un discernimento e una programmazione comunitari) e ai gruppi di Animazione biblica una breve scheda di presentazione del Vangelo di Matteo che accompagnerà il nuovo Anno liturgico.

Il Vangelo di Matteo Nell’ordine del canone delle Scritture, il Vangelo di Matteo è il primo, ma non dal punto di vista cronologico. Sin dai primi secoli della Chiesa, è il Vangelo più commentato insieme a quello di Giovanni. Porta il nome di uno degli Apostoli, conosciuto anche come “Levi, figlio di Alfeo” in Mc 2, 14 e Lc 5, 27. Era diffusa nel tempo la consuetudine del doppio nome (Levi Matteo), meno comune però il fatto che entrambi fossero d’origine ebraica. Non si hanno attestazioni, tuttavia, di una co-presenza. Matteo (= “dono di Dio”) era un pubblicano (un peccatore pubblico!), chiamato da Gesù mentre era intento nelle sue attività di esattore delle tasse per i Romani (Mt 9, 9). Dalle testimonianze più antiche (Papia e Ireneo), il Vangelo che porta il suo nome sarebbe stato scritto originariamente in aramaico in Palestina, destinato a ebrei convertiti, in un periodo piuttosto arcaico. Il dato della tradizione, però, non sembra trovare un grande consenso soprattutto a motivo dei risultati della critica storica. È innegabile che vi sia alla base un sostrato semitico (ebraico nella fattispecie) nella lingua, nei procedimenti argomentativi, nell’impiego abbondante delle citazioni dell’Antico Testamento, ma che non sono tuttavia esclusivi. Resta il fatto che oggi possediamo solo il testo in greco, scritto in un periodo successivo e non da un testimone oculare, il che non ci autorizza a scartare l’ipotesi che dietro vi sia un originale aramaico, frutto di tradizioni trasmesse oralmente non solo da chi ha fatto esperienza, ma anche da nuclei di comunità palestinesi impegnati nella missione. All’origine di questa tradizione potrebbe trovarsi il pubblicano Matteo, divenuto discepolo con gli altri del Maestro di Nazaret, Gesù. Questo materiale, poi, avrebbe trovato una sua composizione scritta da un giudeo della diaspora convertitosi che invia il Vangelo a una comunità di cristiani (probabilmente di Antiochia di Siria) che provengono prevalentemente dal giudaismo palestinese (di Gerusalemme) e che con quest’ultimo sono chiamati a confrontarsi. Di qui, allora, si spiega l’incessante ricorso da parte dell’evangelista alle Scritture d’Israele e alle sue tradizioni. Un confronto che non appare semplice e sereno, anzi. In diversi contesti (ad esempio, in Mt 23), traspare una forte tensione e polemica antifarisaica. Tutto ciò confermerebbe una stesura del Vangelo successiva al 70 d.C., anno della distruzione del tempio di Gerusalemme e inizio di una restaurazione

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Guido Reni, San Matteo e l’angelo, 1642 Alte Pinakothek, Monaco.

del movimento farisaico, dal quale la comunità credente matteana prende le sue distanze. Una datazione più certa è da collocarsi tra l’80 e il 90 d.C. Il Vangelo, dunque, si presenta come un’occasione per l’Autore di consolidare e “precisare” la fede dei cristiani nel Risorto, dando spessore e contenuto perché in ogni momento della propria esperienza di vita ciascuno possa trovarsi equipaggiato e così affrontare il confronto con il mondo. Il testo che oggi abbiamo risulta dunque composito. Diverse, infatti, sono le fonti da cui ha attinto l’evangelista: da Marco per la sezione narrativa, da una fonte che raccoglie i discorsi/detti di Gesù, molti dei quali comuni anche a Luca e, infine, da altre fonti che ripropongono alcuni discorsi inediti. La composizione-struttura è lineare e ben individuabile, a partire dalla grande inclusione cristologicasoteriologica: Mt 1, 28 (“Dio con noi) e Mt 28, 20 (“Sono con voi”) con al centro in Mt 18, 20 (“Io sono fra loro”). Il vangelo prevede una successione di parti narrative e parti discorsive. Lo schema è comune agli altri evangelisti: Giovanni Battista e inizio del ministero in Galilea; viaggio verso la Giudea; ministero a Gerusalemme: morte e resurrezione. L’inizio è caratterizzato dalla presenza dei racconti dell’infanzia (Mt 1-2). L’unità, tuttavia, è garantita dalla presenza di cinque grandi discorsi che lo attraversano, organizzati secondo un criterio tematico proprio dell’evangelista e messi a disposizione dei predicatori con un intento pedagogico e catechistico: 1. Discorso della Montagna (Mt 5, 1-7, 29): l’etica nuova del Regno (beatitudini); le pratiche di pietà (elemosina, preghiera, digiuno); il Padre nostro; il vero tesoro; efficacia della preghiera; la regola d’oro. Cosa comporta il Regno? 2. Discorso missionario (Mt 10, 1-42): missione dei di-

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UFFICIO CATECHISTICO scepoli; condizioni e impegni richiesti in vista della missione; possibili persecuzioni; accoglienza dei missionari è accoglienza di Gesù. Annunciare chi, a chi e come? 3. Discorso in parabole (Mt 13, 1-52): accoglienza e/o rifiuto del Regno, di Gesù. Cosa è il regno? In altri termini, chi è Gesù? 4. Discorso comunitario-ecclesiale (Mt 18, 1-35): cristologia ed ecclesiologia; insegnamenti etici sulla vita della comunità; disputa sulla “grandezza” nel Regno dei cieli; correzione fraterna; misericordia e perdono. Qual è lo statuto del Regno? Come essere e dare prova di appartenere al Regno? 5. Discorso escatologico (Mt 24, 1-25.46): pienezza e compimento del Regno; quando? come aspettare che si compia? avvertimenti sulla vigilanza e sull’attesa; il giudizio basato sull’amore e sulla cura degli emarginati. In attesa della venuta del Signore, come vivere? In tutti è possibile scorgere una sottolineatura sul “da farsi”, o se si vuole, sulla prassi: l’accento è posto sulla risposta dell’uomo all’azione salvifica della grazia. Gesù è il Messia atteso, Maestro e Signore, colui che ha portato a compimento le Scritture, venuto a proclamare una nuova giustizia, quella volontà di Dio che è sintetizzata nel comandamento dell’amore per il prossimo. Chi accoglie la verità di Cristo Gesù è parte della Chiesa, alla quale è affidato il Regno e all’interno della quale si fa esperienza dello stesso. I suoi membri non sono perfetti o eletti, ma sono discepoli, chiamati ad aver cura dei piccoli, a praticare la correzione fraterna, la preghiera comune, a condividere il perdono, a vivere come “giusti”, cioè conformi alla volontà di Dio, vigili e attenti fino alla venuta del Signore Gesù. Un suggerimento: i cinque grandi Discorsi possono essere oggetto di approfondimento e di meditazione durante tutto l’anno pastorale oppure si può seguire la suddivisione offerta dal Lezionario domenicale secondo i diversi tempi liturgici. Nota informativa. Per chi volesse “farsi aiutare” o per chi desiderasse approfondimenti in merito al Vangelo, il Settore dell’Apostolato biblico, nella persona del suo responsabile (don Leo Giuliano), in accordo con gli altri settori dell’Ufficio catechistico e in sinergia con l’Ufficio Liturgico Diocesano, è a disposizione per incontrare parrocchie, zone pastorali e/o movimenti/gruppi di animazione biblica. Dal mese di Ottobre è possibile contattare personalmente il responsabile di Settore a questo indirizzo email (donleonardo@libero.it) o al cell. 347.7329634.

don Leo Giuliano

Movimento di Spiritualità

Diocesi di Conversano-Monopoli

Vivere In

Ufficio Liturgico Diocesano

Corso base di formazione per operatori della liturgia Tema:

La Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium” Primo Step: 30 novembre 1 e 2 dicembre 2016 ore 18,00 presso l’auditorium VIVERE IN C.da Piangevino, 224/A - Monopoli Guida: Marco Di Benedetto, docente presso l’Istituto liturgico San Anselmo, Roma Argomento: “I principi generali per la Riforma e La promozione della Sacra Liturgia”. Quota di iscrizione € 20,00

Buon lavoro a tutti!

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Evangelista Matteo, VIII-IX sec., Evangeliario di Ada, Standtbibliotek, Treviri.

Il direttore dell’Ufficio Liturgico don Davide Garganese

Per informazioni e prenotazioni: Orari segreteria: 9,30 - 12,30 / 16,00 - 18,00 Cenacolo Redemptoris Mater - “VIVERE IN” C.da Piangevino, 224/A - Monopoli (BA) - Tel. 080.6907012 - Fax 080.6907026 E-mail: associazioneviverein@gmail.com

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UFFICIO CATECHISTICO

La “Rete dell’arte” Beni culturali. Territorio. Risorse e potenzialità. Workshop al Museo diocesano di Monopoli

“Non ci può essere rete se non ci sono relazioni”. È da questa affermazione che parte Andrea Nante, direttore del museo diocesano di Padova, nell’ambito della serata dedicata alla rete dell’arte, tenutasi il 15 luglio, presso il Museo Diocesano di Monopoli. L’iniziativa dell’Ufficio catechistico della Diocesi Conversano Monopoli, in collaborazione con il Museo Diocesano, ha un obiettivo ben preciso – sottolinea don Peppino Cito – avere la possibilità sul territorio diocesano di costituire una rete tra coloro che lavorano nell’ambito dei beni culturali, dell’arte e che possono diventare “in rete” una risorsa anche per la comunità ecclesiale. Attraverso l’arte si vuole tornare ad annunciare il Vangelo, a chi? A persone che possono approcciarsi alla fede solo attraverso l’arte, la curiosità, la sorpresa. Un “secondo annuncio”, cioè un’opportunità nuova di scoprire le radici della propria fede. I musei diocesani, sostiene il direttore Nante, sono luo-

ghi della memoria in cui le opere custodite provengono da altri luoghi. Esse devono necessariamente trovare relazioni con il contenitore, con il visitatore. Non si può essere isole autonome! Una delle ricchezze della Diocesi di Conversano Monopoli è la presenza di piccole comunità, con sacerdoti che si conoscono. “Il sud può insegnarci qualcosa”. Al Nord relazionarsi diventa più difficile, poiché trattasi di grandi diocesi. Le amministrazioni comunali e l’ufficio Beni Culturali diocesano devono interagire. Oggi il concetto di museo è cambiato. Un contenitore di oggetti non più in uso o un centro culturale? Il museo diocesano di Padova vuole essere oggi un polo culturale riconosciuto, che contribuisce alla crescita e allo sviluppo della comunità, dei fedeli, dei non fedeli, persone che si sono allontanate dalla fede per motivi diversi. Il valore aggiunto di un museo diocesano è conservare oggetti che partendo da valori cristiani, universalmente ricono-

sciuti, sappiano fornire nuovi strumenti di comprensione e di lettura del quotidiano arrivando al contemporaneo, attraverso l’educazione alla bellezza, la conoscenza della storia, del patrimonio culturale, la riscoperta della propria identità, attraverso l’arte, la promozione della creatività, l’educazione al confronto e al dialogo mediante diversi linguaggi artistici. Gli strumenti adottati per raggiungere tale obiettivo possono essere diversi, dalla valorizzazione dei palazzi e delle chiese del territorio con convegni e conferenze, alla promozione di temi di approfondimento con realtà che fanno già questo lavoro, università, istituto di scienze religiose, associazioni, mostre temporanee. Il museo deve essere una finestra sul presente e sul futuro. Laboratori, attività didattiche per le scuole e per le parrocchie, la ricerca, le pubblicazioni scientifiche con un taglio più divulgativo. Il museo deve collaborare anche con chi si occupa di Annuncio, a tal proposito Andrea Nante ha ricordato la collaborazione con Karis di Verona che propone un lavoro originale di lettura delle opere d’arte. Si è costituita una piccola équipe tra ufficio Diocesano e Museo che possa riflettere in alcuni momenti clou dell’anno, su determinate opere d’arte. Ed ecco la rete tra ufficio beni culturali, ufficio scuola, ufficio catechistico, ufficio coordinamento della pastorale, ufficio stampa, la scuola, le autorità cittadine. È necessario non solo avere fondi da investire, ma investire in competenze specializzate afferma don Antonio Scattolini, responsabile di Karis Verona, che ricordando i suoi studi a Parigi, sottolinea la rete tra pastori, teologi e artisti per creare quella molteplicità di competenze e stili di dialogo, che permettano la valorizzazione dell’arte in senso intelligente. Ciò che però non va mai dimenticato è che le opere d’arte sono occasioni di presa di coscienza, senza necessariamente avere preparazione approfondita in materia artistica o teologica. Esse sorprendono, aprono alla bellezza e scatenano emozioni.

I partecipanti al workshop - Museo diocesano, Monopoli.

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Maria Antonietta Valenti

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PASTORALE GIOVANILE

“Via misericordiae” cammino, dono e impegno

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al 27 al 31 luglio 2016, in concomitanza con la GMG a Cracovia, alcuni ragazzi della nostra Diocesi hanno vissuto l’esperienza della Via Misericordiae, organizzata da Caritas Diocesana, Ufficio di Pastorale Giovanile e Progetto Policoro. È stata un’esperienza di pellegrinaggio a piedi, da Conversano a Monopoli, passando per Turi e Castellana. La tappa iniziale è stata l’attraversamento della Porta Santa in Cattedrale, guidati dal nostro vescovo Giuseppe. Le altre tappe sono state le opere di misericordia, accolte e vissute dai partecipanti, insieme a tempi per la preghiera, la riflessione personale e il divertimento. Abbiamo sperimentato, innanzitutto, che la I giovani partecipanti alla “Via Misericordiae”. misericordia è una strada che, come dice Papa Francesco, richiede “impegno e sacrificio”. Fare molta strada a piedi ha permesso di scoprire i propri limiti e nello stesso tempo ha dato la gioia di superarli, attraverso la propria volontà e soprattutto il dono di Dio e degli altri. La strada ha permesso di incontrare la misericordia divina, per cui davvero la strada è metafora della propria vita. Sulla strada abbiamo incontrato gli altri: gli immigrati accolti a Conversano, i detenuti tramite le testimonianze di chi opera nel carcere a Turi, gli ammalati nell’ospedale a Castellana, i poveri alla mensa sociale di Monopoli. Storie diverse, anche contraddittorie, che hanno permesso a tutti non solo di servire, ma soprattutto di ascoltare e di riflettere. Molto forte è stato l’incontro presso l’ospedale, dove i ragazzi si sono messi in gioco dialogando con i pazienti, superando le resistenze iniziali e vivendo con loro una intensa ed autentica relazione che si è trasformata in preghiera. Il frutto più bello di questa esperienza è stato aver riscontrato il desiderio di molti ragazzi di voler continuare a percorrere la via misericordiae nella propria vita con una mentalità progettuale e nel proprio territorio e con la propria comunità parrocchiale, con lo stile del servizio e dell’impegno. don Michele Petruzzi

«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7) La XXXI Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia

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ono circa settanta i ragazzi provenienti dalla nostra diocesi che hanno partecipato alla XXXI Giornata Mondiale della Gioventù, tenutasi a Cracovia dal 27 al 31 luglio. Nel complesso, il viaggio è durato due settimane: la prima ci ha visto protagonisti di un gemellaggio nella diocesi di Bielsko-Biala, mentre nella seconda abbiamo partecipato alla GMG vera e propria, a Cracovia. Nel corso del gemellaggio abbiamo potuto visitare alcune delle località più caratteristiche della terra che ci ospitava: Częstochowa, BielskoBiala, Wadowice (città natale di San Giovanni Paolo II), i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. L’affaticamento e la stanchezza generale, dovuti a qualche “scalata in montagna” o alla mancanza di sonno, non ci hanno impedito di affrontare con gioia autentica ogni momento, ma, al contrario, ci hanno aiutato a vivere l’esperienza con spirito di condivisione e fraternità (oltre che di adattamento). Le Giornate della Gioventù, nello specifico, sono scandite da diversi appuntamenti internazionali: la Messa di apertura, la Cerimonia di accoglienza, la Via Crucis, la Veglia di Preghiera e la Santa Messa conclusiva. Quei giorni sono stati caratterizzati da grande frenesia: fisica, emotiva e spirituale. I messaggi del Papa hanno scosso profondamente i nostri cuori: “cari giovani, I giovani partecipanti alla GMG. non siamo venuti al mondo per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per lasciare un’impronta”. Ci siamo sentiti interpellati da tali parole, chiamati a metterci in gioco, a lottare per i nostri desideri più belli; soprattutto, ci siamo sentiti pronti a testimoniare a tutti la gioia autentica della Fede. Se dovessi definirla, direi che la GMG, più che un viaggio, è un luogo: luogo di Grazia, all’interno del quale il krònos e il kairòs vengono a coincidere. Quando la musica si affievolisce e i canti festosi lasciano spazio al silenzio, ci si accorge di quanto quel silenzio sia “abitato”. Abbiamo fatto autentica esperienza della Misericordia di Dio, della grandezza del Suo amore, che entra nelle nostre vite e le rivoluziona, che fa sì “che le nostre mani si trasformino in segni di riconciliazione, di comunione e di creazione”. Il Signore benedica i nostri sogni! Mariarita Sisto

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DIACONATO PERMANENTE

Il nome di Dio è misericordia Gli esercizi spirituali dei diaconi permanenti

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al 22 al 27 agosto di quest’anno, i Diaconi Permanenti della nostra Diocesi sono stati a San Severino Lucano, in provincia di Potenza, per gli Esercizi Spirituali annuali da vivere con le proprie famiglie. Il gruppo dei partecipanti era composto da 11 Diaconi, dai 3 candidati al Diaconato Permanente; da Suor Maria Goretti e suor Immacolata della comunità “Maria SS. Addolorata” in Monopoli, Mons. Vito Fusillo, Vicario diocesano per il Diaconato, e don Biagio Convertini, parroco a Speziale, che hanno guidato le riflessioni nelle quattro mattinate programmate. Tema delle meditazioni “la misericordia nella catechesi delle udienze generali di Papa Francesco”. “Il nome di Dio è il Misericordioso”, sottolinea papa Francesco nelle prime pagine dell’Esortazione. Riflettendo su alcune parabole del Vangelo (Lc 7,36-50; 10, 25-37; 15, 1-7.11-32; …) sono stati evidenziati alcuni verbi che aiutano a comprendere l’atteggiamento di chi è chiamato a vivere la misericordia di Dio: “cercare”, “accogliere”, ”prendersi cura”. Vivere il Vangelo con la gioia che scaturisce dall’aver trovato ciò che si è cercato, porta alla condivisione, alla prossimità che costruisce e rende comunità. La misericordia che sa accogliere incarna l’amore di Dio che sa guardare soprattutto chi è nel bisogno. Come un diacono e la sua famiglia potrebbero “incarnare” la Misericordia di Dio-Padre? Partire, prima di tutto, dal proprio contesto famigliare, riscoprendo la bellezza del progetto di Dio sull’amore uomo-donna e sulla famiglia che sa vivere la comunione e sa armonizzare le differenze. Come aggiornamento, proposto in due pomeriggi, è stata presentata dai coniugi Leoci l’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” di papa Francesco. Dopo aver presentato la struttura del documento, è stata proposta una relazione tenuta da don Paolo Gentili – direttore dell’ufficio nazionale della CEI, per la Pastorale Familiare – nell’ambito del Primo Convegno regionale per i Diaconi della Sicilia (Tema: “i diaconi discepoli missionari del vangelo della fami-

Le famiglie dei diaconi permanenti con don Biagio Convertini e don Vito Fusillo.

glia”). “Un Diacono, insieme alla sua sposa, è chiamato a vivere e a testimoniare la gioia dell’amore familiare nel proprio quotidiano. Con la grazia scaturita dal Sacramento del Matrimonio, guidati dal Vangelo dell’Amore, imparano ad incarnare la Misericordia di un Dio che sa guardare, accompagnare, discernere, perdonare, curare. Nella comunità cristiana, i coniugi esprimono il loro essere coppia come “luogo pieno di profumo di famiglia”. La casa comune va costruita insieme con lo stesso Spirito che ha guidato il cammino della Chiesa italiana passando da Firenze. L’“Uscire” deve “portare oltre gli schemi consueti di contrapposizione” incarnando la cultura dell’incontro; L’“annunciare” a “sperimentare il passaggio dalla piccola chiesa domestica alla Chiesa formato famiglia”; L’”abitare”: un impegno per umanizzare gli ambienti e stare vicino alle case per essere Chiesa che vive tra le case degli uomini; “Educare”: prendersi cura della formazione integrale all’umano, illuminando la promessa del matrimonio cristiano; infine, “Trasfigurare”: la fatica di prendere il quotidiano ed elevarlo verso il divino, con la consapevolezza che “la famiglia del diacono è fabbrica di speranza”. Vari i momenti di preghiera e di condivisione che hanno caratterizzato i cinque giorni programmati. Nella mattinata di giovedì abbiamo avuto la sorpresa della visita del nostro Vescovo accompagnato dal diacono Pierpaolo. Con la gioia e il calore familiare di ciascuno, mons. Vescovo ha rivolto a tutti un messaggio e un invito a crescere nella comunione fraterna e, rivolgendosi soprattutto ai diaconi, nella conoscenza personale di quel Gesù annunciato e proposto dal Vangelo, “Parola scritta” consegnata nella liturgia di ordinazione. Prima del pranzo in comune abbiamo condiviso la celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo, con l’immancabile foto di gruppo come ricordo di una salutare esperienza di fraternità. Paolo Leoci

La celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Giuseppe.

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PARROCCHIE

Un sogno che ti cambia la vita La dedicazione della nuova chiesa di S. Giovanni Paolo II

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ueste parole il 4 ottobre del 2006 vennero scolpite sulla prima pietra del nuovo complesso della parrocchia San Francesco d’Assisi in Fasano. Sono passati dieci lunghi anni, durante i quali l’amato don Antonio L’Oliva e il progettista Mario Bellini hanno raggiunto la casa del Padre, nonostante le numerose difficoltà, la comunità parrocchiale ha sempre seguito e sostenuto questo sogno che pian piano si è concretizzato. Il prossimo 5 novembre alle ore 17.30, il sogno diventa realtà con la dedicazione della nuova chiesa a San Giovanni Paolo II. Due gli appuntamenti in preparazione alla dedicazione. Venerdì 28 ottobre ore 19: Catechesi “La Chiesa è la chiesa – La comunità plasma le forme”. Venerdì 4 novembre ore 19: Adorazione Eucaristica. don Carlo Latorre

Nel segno della bellezza Il restauro della facciata della Chiesa “Maria SS. del Rosario” in Speziale

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l restauro della facciata della parrocchia “Maria SS. del Rosario” e del suo piazzale antistante, costituivano uno degli importanti progetti promossi dal nostro parroco don Biagio Convertini e dall’intera comunità di Speziale, in occasione del sessantesimo anniversario della nascita della parrocchia, celebrato nell’anno 2015. Ed ecco che nella primavera di quest’anno, grazie al supporto dell’intera frazione, l’opera è stata finalmente compiuta, apparendo in una veste completamente rinnovata. A benedire la facciata della Chiesa e della nuova illuminazione è stato proprio il nostro vescovo, Mons. Giuseppe Favale, giunto per la prima volta a Speziale lunedì 20 giugno. Qui, accolto dai presenti, ha presieduto una solenne celebrazione eucaristica, accompagnato da don Biagio Convertini, da Mons. Vito Domenico Fusillo e don Peppino Cito. Durante la serata, il vescovo Favale ha anche scoperto un nuovo quadro della Madonna del Rosario, posizionato all’interno della chiesa. Il dipinto è stato realizzato con sapiente maestria dall’artista monopolitano Cristoforo Loperfido, in arte Cris. L’evento ha restituito dignità e bellezza alla nostra Chiesa, ed è stato un prezioso momento di preghiera, di comunione e di festa, a cui in tanti hanno preso parte. Marcello Cisternino

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VOCAZIONI

Servo per amore L’ordinazione diaconale di Antonio Esposito “Con il cuore pieno di stupore e di gratitudine, per l’amore di Dio che mi chiama a seguirlo, accompagnato dalla mia famiglia e dalla mia comunità parrocchiale, annuncio che sabato 3 settembre 2016 alle ore 19.30 presso la Chiesa S. Maria Assunta in Polignano a Mare durante l’Eucaristia presieduta da S. Ecc.za Rev.ma Mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli sarò ordinato diacono”. Con quest’invito Antonio Esposito si è rivolto alla Comunità Polignanese ed ai tanti amici che lo hanno sostenuto nel cammino formativo, affinché po-tessero condividere con lui questa tappa fondamentale. La risposta al suo invito è stata prontamente accolta. La chiesa Madre di Polignano non è riuscita a contenere il gran numero di fedeli che hanno voluto pregare con Antonio e per Antonio. A don Francesco Nigro, educatore presso il Pontificio Seminario di Molfetta, il compito di “presentare” la storia, il cammino di Antonio e le motivazioni che lo hanno spinto a chiedere di essere ordinato. “La famiglia di origine è stata la prima palestra di vita e la scuola di prossimità e solidarietà, che ha creato le condizioni perché in Antonio, ancora molto giovane, sbocciasse il desiderio di seguire il Signore. Una domanda lo ha interpellato fin da piccolino e che porse un giorno all’allora parroco don Oronzo: Cosa si prova a stare sull’altare vicino a Gesù? Questo desiderio di stare vici-

no al Signore lo ha spinto ad entrare in prima media nel Seminario Vescovile di Conversano”. Al termine degli studi liceali, Antonio ha proseguito gli studi teologici presso il Pontificio Seminario di Molfetta, dove nel biennio ha potuto svolgere il suo tirocinio presso la Parrocchia San Pio X di Molfetta, mentre nel triennio presso la Parrocchia Santa Croce di Bari. Facendo riferimento alle difficoltà che Antonio ha dovuto affrontare per i problemi legati alla sua salute ha aggiunto: “Ci si trova di fronte ad un giovane che realmente sta facendo un autentico cammino di santità e di assimilazione al Mistero di Cristo. Accettando per fede quanto Dio ha pensato per lui. Accogliendo come dono anche la via crucis che sta vivendo come via lucis”. Vicinanza e commozione erano tangibili nell’augurio finale che don Francesco ha rivolto ad Antonio: “A nome della comunità del Seminario Regionale e mio personale, che ho seguito gli ultimi tre anni di formazione, posso attestare che Antonio non solo è degno di questo dono del diaconato, ma sono certo che la sua vita è sigillata dall’amore casto e fecondo di Cristo Buon Pastore, per servirlo ed amarlo fino alla fine”. L’ordinazione diaconale di Antonio Esposito è stata la prima ordinazione fatta da Mons. Favale che, nella sua omelia ha sottolineato l’affetto particolare per Antonio. Spiegando il significato

Imposizione delle mani del Vescovo Giuseppe.

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Discorso di ringraziamento di don Antonio.

dell’ordinazione diaconale ha detto «Antonio si affida al Signore, con il suo “Eccomi” pronunciato poc’anzi dice al Signore: mi metto nelle tue mani, guidami tu. Voglio servire i miei fratelli. Ecco, il ministero diaconale che gli viene conferito stasera è questa opportunità sacramentale, che gli viene data di consegnarsi totalmente alla Chiesa e, attraverso la Chiesa, all’umanità. E lui con il ministero diaconale sarà chiamato a dare volto, concretezza al Vangelo». Rivolgendosi ad Antonio direttamente ha poi aggiunto “Caro Antonio, consentimi di rivolgermi a te davvero con affetto grande, con affetto di padre perché il Signore ha voluto che io divenissi tuo padre qui nella Chiesa di ConversanoMonopoli, con l’affetto di padre ma anche mio che ti ho conosciuto in questi anni di formazione presso il Pontificio Seminario di Molfetta. Ti parlo col cuore in mano, ti parlo per esprimere la mia e la gioia di tutti per questo atto di amore che oggi stai compiendo. Tu sei qui perché in te la fiamma dell’amore sta consumando la tua vita e ti spinge, questa fiamma, ad essere davvero sempre più un segno della tenerezza di Dio nella Chiesa”. Anna Maria Pellegrini

L’abbraccio di pace con i diaconi.

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VOCAZIONI

Festa in abbazia La professione solenne di dom Giulio Maria Vichi e la visita di Mons. Favale

Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Giuseppe.

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uest’anno la ricorrenza dell’11 luglio, solennità del nostro fondatore san Benedetto, è stata allietata dalla presenza del nostro nuovo vescovo, mons. Giuseppe Favale, a conferma della stima che aveva già tributato alla nostra comunità nella lettera di saluto alla diocesi di Conversano-Monopoli, al momento del suo ingresso. Nella sua omelia, tenuta in una chiesa gremita nonostante il caldo estivo, egli ha definito san Benedetto un «uomo che ha saputo vivere le beatitudini e che le consegna anche a noi, perché le viviamo nel nostro tempo». In particolare, commentando le parole evangeliche «Beati i misericordiosi», ha affermato che tutto ciò che san Benedetto ha fatto è nato dalla consapevolezza di essere stato strumento di misericordia, facendosi da essa plasmare e facendosi di essa araldo. Il nostro pastore ha anche sottolineato l’importanza della presenza di una comunità monastica sul territorio diocesano. Chi sale sulla nostra collina deve poter sperimentare che Dio è grande nell’amore e ha viscere di misericordia. Rivolgendosi alla comunità ha detto: «che questo luogo sia un Tabor per portare gli uomini a Dio» e ha invitato i fedeli a farsi toccare dal fuoco della misericordia, per veder trasfigurata la propria vita. Alla Santa Messa ha fatto seguito il pranzo, consumato nel refettorio monastico assieme a Sua

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Eccellenza e ai sacerdoti della cittadina di Noci, Dom Giulio Maria Vichi che erano stati invitati per condividere con i “loro” monaci questa importante ricorrenza. Ma negli ultimi mesi è stato anche un altro il motivo per festeggiare. Sabato 14 maggio, festa di S. Mattia apostolo e vigilia di Pentecoste, d. Giulio Maria Vichi ha emesso la sua professione solenne. Erano quasi sei anni, dal giorno dei voti perpetui di d. Vito Goffredo, che la comunità non aveva la gioia di celebrare una professione solenne. Il rito è stato presieduto dall’Abate Preside della nostra Congregazione, p. Bruno Marin. Tra i numerosi sacerdoti che hanno voluto essere presenti, rinsaldando il vincolo d’amicizia con la nostra abbazia, c’era anche l’Abate Michele Petruzzelli che, prima della sua partenza per Cava de’ Tirreni, è stato per due anni formatore del neoprofesso. Erano presenti anche numerose autorità civili di Noci (segno dell’antica stima che la nostra comunità gode sul territorio, non solo a livello ecclesiale), oltre, ovviamente, ad amici e parenti che, dai dintorni, da Roma, dalla Toscana, da vari monasteri italiani e anche dall’estero, sono convenuti per stringersi attorno a d. Giulio Maria in uno dei momenti fondamentali (e fondanti) della sua esistenza. Il candidato era visibilmente emozionato, ma per lui,

firma la scheda di professione sull’altare.

come per tutti i presenti, la cerimonia ha costituito un profondo momento di grazia, vissuto nel raccoglimento della preghiera e in spirito di rendimento di grazie a Dio, per il dono fatto a d. Giulio Maria e a tutta la Chiesa. La liturgia della S. Messa “in die professionis” è stata ricca di segni suggestivi: la prostrazione del candidato durante il canto delle litanie, la lettura della scheda di professione (“impreziosita” da un momento di suspance dovuto all’emozione) e la firma sull’altare, il canto del Suscipe, la consegna della cocolla per la preghiera corale e del libro della liturgia monastica delle ore («Sii fedele al ministero della preghiera; ad esso ti elegge la Chiesa, perché tu lo eserciti in suo nome per il bene di tutto il mondo»), ecc. Alla cerimonia è seguito un rinfresco nel giardino della Villa Lenti, per dar modo ai presenti di congratularsi con il neoprofesso e condividere, assieme a tutta la comunità monastica, un momento di gioia. I parenti e gli amici giunti da lontano hanno poi avuto modo di trattenersi uno o più giorni in Abbazia, per conoscere meglio la casa di d. Giulio Maria e poterla meglio apprezzare. I monaci benedettini

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VOCI DAL SEMINARIO

Tempo per dare tempo al tempo L’estate dei seminaristi della nostra diocesi state, tempo di vacanze ma non tempo vacante. Tempo per riappropriarsi del tempo che di solito l’affanno delle attività fa vivere male, tempo per ritrovare se stessi, tempo per fare il punto della situazione, tempo per domandarsi ancora una volta “dove sei? dove stai andando?”. Estate, tempo in cui il caldo rallenta i battiti del cuore e il ritmo è più lento, tempo in cui la calura pomeridiana crea l’ingresso in un trasognato viaggio interiore a seguito di pensieri, sogni e fantasmi. Insomma, estate: tempo per dare tempo al

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Giuseppe, di Fasano, che ha concluso il biennio di discernimento, ha ripercorso i passi del Poverello di Assisi, in quel lungo itinerario interiore che lo ha portato a lasciare tutto per acquistare il Tutto con il niente che era diventato. Una esperienza sempre viva quella di Francesco, per chi davvero, in semplicità di cuore, decide di “sequere vestigia Christi, seguire le orme di Cristo”. Mikael, di Polignano, che ha terminato il terzo anno e che a giugno il nostro Vescovo ha ammesso tra i candidati all’Ordine Sacro, ha cominciato a prepararsi a ricevere il mini-

tempo. Come in tutte le famiglie, anche nella famiglia allargata formata dai seminaristi della nostra diocesi, l’estate è tempo proficuo di incontri, esperienze, amicizie. Martino, di Castellana, che ha terminato il primo anno sulle vie di Roma, Pompei e Casal del Principe, ha potuto vedere l’opera fatta da grandi uomini di frontiera, uomini coraggiosi, uomini che si sono fatti strumenti di misericordia, tenendo sempre l’indice puntato su colui che è Misericordia, san Giuseppe Moscati, il beato Bartolo Longo, don Peppino Diana.

stero del Lettorato, frequentando un corso di esercizi sul tema della misericordia nei Padri della Chiesa. Nel Monastero di Vallombrosa (FI), scortato da san Giovanni Gualberto e dalla comunità di monaci benedettini, comincia a fare esperienza di quel silenzio che è necessario per ascoltare la Parola che dice tutto. Francesco, di Conversano, ha ricevuto quest’anno il ministero del Lettorato e si prepara a vivere il quinto anno e quindi a ricevere il ministero dell’Accolitato, facendo esperienza di Carità, quella carità che mette a con-

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tatto con il Corpo di Gesù che cammina sulle strade di questo nostro mondo, nascosto in una disabilità o infermità. Francesco ha potuto prestare mani e cuore nell’assistere gli ospiti dell’Opera don Guanella a Roma. Mario e Antonio, che hanno terminato il percorso di studi a Molfetta e si apprestano a vivere la vita diocesana, hanno frequentato a santa Cesarea Terme un corso sulla affettività e la cura delle coppie in difficoltà con una coppia di coniugi volontari presso la “casa della tenerezza”, che è una comunità di sposi, coniugi soli, famiglie, laici, consacrati, un luogo di accompagnamento per coppie in difficoltà. Tutti i seminaristi della diocesi, sia quelli del seminario di Conversano, che quelli di Molfetta, che i giovani del propedeutico e alcuni amici del seminario, hanno vissuto una splendida esperienza di allegria e vita comune presso l’Oasi “Martiri d’Otranto” a santa Cesarea. Tempo per stare insieme in spensieratezza e per rinsaldare con gioia legami di fraternità. Li hanno accompagnati don Roberto e don Mauro, rettore e vicerettore del seminario minore e don Donato, educatore al seminario di Molfetta. I giorni del campo sono stati arricchiti anche dalla presenza e amicizia del nostro vescovo, monsignor Giuseppe Favale. Un’estate piena quella dei seminaristi della diocesi, senza contare il loro impegno nei numerosi campi scuola e oratori parrocchiali! Speriamo solo che abbiano trovato anche un po’ di tempo per loro e abbiano dato… tempo al tempo! Un nuovo anno li aspetta, nuove esperienze, nuove situazioni, preghiera e meditazione, studio e formazione, un microcosmo quello del seminario che allena a diventare pastori sul modello del buon pastore. Se questo microcosmo può vivere e vivere bene è solo grazie all’ecosistema della preghiera, e quello lo crei anche tu che ora leggi questo articolo. Vuoi un parroco o un viceparroco buono che abbia il volto di Gesù? Tu puoi fare tanto.. puoi fare tutto: comincia a pregare… ora!

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Mario Caldararo

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MEMORANDUM

Lunedì 3 ottobre alle ore 19.30 presso la Parrocchia di Sant’Antonio a Monopoli “Lettera di Bari. Per una educazione digitale della famiglia” Tavola rotonda con il giornalista Enzo Quarto, portavoce del Forum Bambini e Mass Media e Anna Maria Pellegrini dell’Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali.

Domenica 23 ottobre 2016 GIORNATA LABORATORIO CARITAS per tutti gli operatori delle caritas parrocchiali e dei centri d’ascolto Palazzo S. Martino Monopoli Ore 9,30-17,00

APPUNTAMENTI OTTOBRE 1 18,30 19,00 2 7

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Cresime – Parrocchia Matrice, Rutigliano Inizio del ministero parrocchiale di p. Miki Mangialardi ofm Parrocchia SS. Trinità, Monopoli Cresime – Parrocchia Matrice, Rutigliano Consiglio Pastorale Diocesano Oasi S. Maria dell’Isola, Conversano Giornata degli educatori dei giovani – Grotte di Castellana Cresime – S. Antonio, Polignano a Mare 75° dell’erezione della Parrocchia del Carmine di Putignano Cresime – S. Francesco, Castellana Grotte Incontro del vescovo con l’Istituto Pro Familia, Monopoli Cresime – Maris Stella,Conversano Pellegrinaggio Diocesano a Roma Adorazione Eucaristica Vocazionale – Seminario, Conversano Incontro del vescovo con l’Istituto Secolare “Jesus Victima”, Monopoli Cresime – Parrocchia Addolorata, Triggianello 60° di sacerdozio di don Domenico Barbati Parrocchia S. Filippo Neri – Putignano Cresime – Parrocchia S. Antonio, Polignano a Mare Giubileo delle Famiglie – Seminario e Cattedrale, Conversano Celebrazione diocesana del mandato ai catechisti Cattedrale, Conversano Ritiro del clero – Abbazia Madonna della Scala, Noci Cresime – Parrocchia S. Antonio, Alberobello Veglia missionaria diocesana – Basilica SS. Medici, Alberobello Cresime – Parrocchia Matrice, Polignano a Mare Giornata operatori Caritas – Palazzo S. Martino, Monopoli Cresime – Parrocchia S. Lucia, C.da S. Lucia ai Monti, Monopoli Incontro degli insegnanti di religione – Palazzo S. Martino, Monopoli Cresime – Parrocchia Maria Regina – C.da Antonelli, Monopoli 60° di sacerdozio di Mons. Carmelo Carparelli Parrocchia Matrice – Fasano Ordinazione presbiterale di don Filippo Dibello Concattedrale, Monopoli Cresime – Cattedrale, Conversano Cresime – Parrocchia Il Salvatore, Castellana Grotte Ordinazione presbiterale di don Pierpaolo Pacello Parrocchia Matrice, Castellana Grotte

IMPEGNO Periodico d’informazione della Diocesi di Conversano – Monopoli Reg. Tribunale di Bari n.1283 del 19.06.96

Direttore Responsabile: don Roberto Massaro Redazione:

don Mauro Sabino don Pierpaolo Pacello Donato Marino Lilly Menga Anna Maria Pellegrini Francesco Russo Nicola Teofilo

Uffici Redazione: Via Dei Paolotti, 2 - 70014 Conversano Tel. 080.4958888 - Fax 080.4955851 Indirizzo di posta elettronica: impegno@conversano.chiesacattolica.it Sito Internet della Diocesi di Conversano-Monopoli www.conversanomonopoli.chiesacattolica.it Grafica e Stampa: EVI S.r.l. - Monopoli Si prega di far pervenire alla redazione eventuali proposte di pubblicazione entro il giorno 5 di ogni mese.

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