CSA News FEBBRAIO 2023

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mercato del lavoro: a che punto siamo?

DI nino aielllo

Il nuovo Governo sta cercando di apportare modifiche per far fronte ad un mercato del lavoro sempre più problematico.

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N E W S

Burn out: rispondo ai soci

DI ALBERTO Fornoni

Il burn out è uno stato di esaurimento persistente che può determinare assenze prolungate dal lavoro, ma non è riconosciuto dalla legge come malattia

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DIAMO UN CALCIO ALLE DIFFERENZE

DI DARIO GERVASIO

Le attività fisiche e quelle sportive possono essere difficili da affrontare per le bambine e i bambini con autismo, ma ciò non significa che debbano starci lontano

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anno 27 - n 02 - 20 FEBBRAIO 2023
mensile di carattere professionale edito da c.s.a. società cooperativa

Direttore:

Silvia Zerbinati

Redazione:

Nino Aiello - Andrea Ascari - Mary Bedini

Elisa Borace - Edoardo Canazza - Carlo Cuoghi

Nicola Dal Borgo - Daniela Delmonte

Stefano Ferri - Gianluca Florulli - Alberto

Fornoni - Paolo Freddi - Mariagrazia Luzzardi

Bruno Mattei - Michele Orlando - Alessia Sarzi

Andrea Seneci - Elena Sora - Simone Zanatta

Silvia Zerbinati - Paola Zuccoli.

Direzione, Redazione, Amministrazione: presso C.S.A. Soc.Coop., Via Gelso 8, 46100 Mantova. | E-mail: csacoop@csa-coop.it | www.csa-coop.it

Graphic Designer Perhapsadv.it

Stampato

da Tipografia Arte Stampa s.n.c. - Urbana (PD)

Registrato al Tribunale di Mantova n.1/97 del 3 marzo 1997

LA PAROLA AL PRESIDENTE | Coperativa Sant’Anselmo

Nova, una nuova luce nel firmamento CSA 04

LA PAROLA AL DIRETTORE DI CSA NEWS Noi sistemiamo con scopa e paletta, e tu come la sistemi?

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MONDO DEL LAVORO

Mercato del lavoro: a che punto siamo? 06

IL FATTO DEL MESE

Terremoto in Turchia e Siria

C’É POSTA

Casa G. Toffoli

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SPAZIO AL CLIENTE CASA+ Mantova

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PILLOLE DI SICUREZZA

Burn out: rispondo ai Soci 10

FORMAZIONE

Fragilità 12

SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI | SAD

Servizio di Assistenza Domiciliare del Comune di Verona 13

INSERIMENTO LAVORATIVO

Nuovi orizzonti: Benvenuto Luca! 14

In questo numero...
Mercato del lavoro: a che punto siamo? | PAG. 06 Burn out: rispondo ai Soci | PAG. 10 Diamo un calcio alle differenze | PAG. 16 SERVIZI EDUCATIVI Coordinamento Territoriale Pedagogico 15 SERVIZI EDUCATIVI Diamo un calcio alle differenze! 16 POLO IPPOCASTANO Impara l’arte e mettila da parte! 17 CULTURA Intersellar La fine è il mio inizio 19 PERSONAGGIO DEL MESE Mihaela Mugioiu 20 EVENTI E FESTE Facciamo Festa! La musica è l’armonia dell’anima 21 Pace e futuro camminano insieme 22

LA PAROLA AL PRESIDENTE | Coperativa Sant’Anselmo

Nova, una nuova luce nel firmamento CSA

Finalmente, dopo anni, ci siamo rivisti all’Assemblea di dicembre. È stato veramente emozionante vedere la sala del Mamu piena di Soci come prima della pandemia e soprattutto è stato ancor più bello riuscire a scambiarsi gli auguri di Natale di persona. Un’Assemblea diversa e più leggera rispetto agli anni precedenti, che ha concesso spazio a varie tematiche come la presentazione di nuovi progetti, il racconto di situazioni di quotidiana vita lavorativa, e purtroppo anche di perdita di qualche Cliente, ma si è volutamente lasciato molto spazio ai Soci Lavoratori. Come abbiamo sempre detto, il fatturato di CSA non deriva dalla vendita di prodotti o attrezzature, ma dallo svolgimento di servizi diversificati in base all’attività di ogni Cooperativa. Pertanto, è ancora più difficile creare e generare reddito con l’utilizzo delle sole ‘braccia’. La figura del Socio Lavoratore è fondamentale ed importante e bisogna sempre tenerne conto e mai dimenticare che siamo tutti degli imprenditori, ognuno nella propria attività quotidiana.

A correlazione di quanto sopra citato, CSA sta investendo in programmi/software che ci permetteranno di gestire al meglio sia l’attività corrente amministrativa, sia quella commerciale, l’area tecnica e quella relativa alla gestione del personale.

Siamo, inoltre, finalmente pronti ad utilizzare anche il nuovo programma per la gestione delle mense. Nova, che può sembrare il nome di una stella, in realtà è un software che ci permetterà di gestire al meglio gli approvvigionamenti, i magazzini, le giacenze con i carichi e gli scarichi, i ddt, le diete speciali, le intolleranze alimentari e tutto quello che circonda l’attività legata alla ristorazione.

Si è dedicato ed investito molto tempo perché le fasi di costruzione hanno richiesto l’elaborazione di molti dati quali l’inserimento delle ricette, la composizione dei piatti, l’inserimento degli articoli di magazzino e l’abbinamento di quest’ultimi ai piatti che si andranno a produrre.

Tramite un previsionale nel quale si inseriranno le presenze giornaliere, il programma estrapolerà la lista dei prodotti da acquistare ed invierà all’Ufficio Acquisti gli ordini, che verranno firmati e spediti ai vari fornitori, previo controllo. Un investimento che dieci anni fa sembrava non necessario, ma che oggi è diventato di primaria necessità vista l’acquisizione e l’aggiudicazione di molte mense in questi ultimi anni. Questo strumento, ci permetterà di inserire nuovi fornitori al fine di ottimizzare i costi cercando di ripristinare il più possibile la marginalità che avevamo prima della guerra ucraino/ russa. Sono obbligato a citarla perché una delle cause di tutti gli aumenti che in questo ultimo anno CSA si sta sobbarcando, oltre al caro bollette, sono le materie prime. Là dove, con i Clienti privati è possibile concordare una nuova trattativa e recuperare parte dei costi, con il Cliente pubblico purtroppo non è possibile perché il prezzo deriva da una gara d’appalto e, pertanto, non è modificabile.

Questo programma ci permetterà di eliminare tanta manualità che attualmente è in capo ai Cuochi di ogni Centro Cottura. Sono molto fiducioso perché verrà migliorata anche l’attività produttiva in quanto il nuovo sistema sarà di supporto ai Centri Cottura nell’ottimizzazione degli acquisti, degli sprechi e della produttività.

Il 2023 sarà l’anno della svolta e dobbiamo essere tutti pronti al fine di aiutare il più possibile CSA ad affrontare al meglio questa fase di transizione verso l’innovazione. Speriamo che queste scelte aziendali, oltre a creare una situazione di maggiore efficienza, possano essere motivo di rimotivazione e di ritrovamento di nuovi stimoli là dove, tra i Soci, il peso del lavoro quotidiano si è fatto particolarmente sentire.

Auguro a tutti un Buon 2023.

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Sono molto fiducioso perché verrà migliorata l’attività produttiva. Il nuovo sistema sarà di supporto ai Centri Cottura nell’ottimizzazione degli acquisti, degli sprechi e della produttività.

Noi sistemiamo con scopa e paletta, e tu come la sistemi?

È molto raro che io prenda posizioni nette quando si tratta di arte e di artisti. Tendo piuttosto ad accettare, anche sorridendo, manifestazioni più o meno estrose, provocazioni varie a sfondo politico o sessuale. Sostengo convintamente la libertà di espressione, a maggior ragione da parte di un artista.

Ma c’è un limite ben preciso che, a mio avviso, non deve essere superato: è il limite del rispetto verso il prossimo. Nell’ultima edizione di Sanremo abbiamo assistito ad una scena di uno squallore inaudito, una scena che non può essere giustificata da concetti quali arte, libera espressione, gioventù né, peggio ancora, divertimento!

Costui si chiama Riccardo. Non utilizzo volutamente il nome d’arte perché non lo riconosco, attualmente, come artista. È nato il 10 febbraio 2003, ha appena compiuto 20 anni, e viene dalla provincia di Brescia. La sua prima canzone l’ha scritta a 14 anni (6 anni fa) per fare colpo su una ragazza, anzi su una “tipa”, come è lui stesso ad affermare. Da quel momento si è scoperto capace e felice di scrivere canzoni. Benissimo. Incide il primo disco a 20 anni (2 anni fa) e vince Sanremo l’anno scorso insieme a Mahmood. Stop.

Dall’alto di questa sua lunga carriera, - e bisogna comunque dargli il merito di aver raggiunto un enorme successo in pochissimo tempo, indice probabilmente di qualche qualità artistica non ancora da me identificata - sale quest’anno sul palco di Sanremo per presentare il suo nuovo singolo e decide, per ragioni non ben conosciute (problemi tecnici? non sentiva la sua voce e si è arrabbiato? forse era previsto perché nel video ufficiale del brano la scena è simile? si diverte così? non lo sappiamo…), di iniziare a distruggere fiori e vasi, mentre la band, guardandolo, continua a suonare come se niente stesse accadendo e, anzi, al termine della distruzione se la ridono, fieramente, insieme.

L’identica scena, trasferita nella “vita reale”, comporterebbe l’intervento delle forze dell’ordine e sarebbe penalmente perseguibile.

A proposito di “vita reale”, è curioso leggere una lunga intervista da lui rilasciata due anni fa, della quale riporto una sola piccola parte: «La cosa bella è che i miei amici se ne sbattono il cxxxx anche loro, facciamo le stesse cose che facevamo prima, ci ubriachiamo davanti alla chiesa e gridiamo in mezzo ai campi. Adesso ho lasciato la scuola semplicemente perché mi sono focalizzato su altro, ho un obiettivo. Ovviamente so che un minimo di cultura mi serve ma a un certo punto, nel mio caso, la vera scuola è stata quella fuori dalla scuola».

È certo che questo giovane ragazzo non è stato in grado di gestire una situazione che, per varie ragioni, gli è sfuggita di mano. Il Medico Psicoterapeuta Dr. Alberto Pellai ha scritto un articolo nel quale spiega che agiti di questo tipo succedono quando si vive una frustrazione, oppure una delusione, che non siamo in grado di regolare in altro modo se non “buttandolo fuori di noi” con modalità che vengono gestite in modo istintivo e pulsionale. Aggiunge che si tratta di una competenza che conquistiamo crescendo, grazie all’allenamento alla vita. È un po’ ciò che Gianluca Grignani ha sintetizzato in: “A 50 anni ho imparato, a 20 non sarei stato capace.”

Però, a volte dimentichiamo che quando ci si trova in posizioni così alte, a forte evidenza pubblica, in posizioni apicali, bisognerebbe essere in grado di comprendere che quello che fai e che dici vale doppio ed ha un impatto enorme su chi ti segue. È un concetto, questo, a me particolarmente caro e che mi piacerebbe fossimo in grado di agire anche noi Cooperatori Sociali, nella nostra missione quotidiana di prenderci cura del prossimo. Bisognerebbe anche non dimenticare mai del PRIVILEGIO che hai: di essere famoso, di cantare su quel palco, di indossare abiti firmati, di incidere dischi. Perché forse non lo sa, il povero Riccardo che si diverte a ubriacarsi sul Lago di Garda, che ci sono milioni di talenti pazzeschi, talenti veri intendo, che non possono nemmeno lontanamente immaginare di poter vivere di musica. E che magari nemmeno hanno un lavoro che consenta loro di arrivare alla fine del mese o di pagarsi delle lezioni di canto (a proposito, chissà se ne avrà mai prese…).

Ha mancato di rispetto a chi lavora per organizzare la più importante manifestazione italiana canora, ha mancato di rispetto al pubblico e ha mancato di rispetto, soprattutto, a chi ci sta provando davvero e non ce la fa, dimostrando di non essere all’altezza della popolarità acquisita.

Non sono nessuno io per dirlo, ci mancherebbe. Ma credo di rappresentare tutte quelle persone che, come Gianni Morandi, avrebbero preso in mano la scopa e la paletta e aiutato a sistemare quel disastro che il giovane povero artista si è concesso la libertà di fare in nome del divertimento e della libertà di espressione. A lui lasciamo l’onere di sistemare la ricaduta morale che questo gesto ha generato. Credo che la scopa e la paletta non siano sufficienti, caro Riccardo.

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LA PAROLA AL DIRETTORE DI CSA NEWS

Mercato del lavoro: a che punto siamo?

Il nuovo Governo sta cercando di apportare modifiche per far fronte ad un mercato del lavoro sempre più problematico.

C’è un decreto in programma per «dare più flessibilità e meno burocrazia alle aziende e più sicurezza ai lavoratori».

Come ha confermato il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, dopo la reintroduzione dei voucher, il Governo si sta preparando a modificare anche l’impianto del Decreto Dignità, approvato nel 2018 durante il Conte I, che prevedeva la diminuzione del numero e della durata delle proroghe dei contratti a tempo determinato per ridurre la precarietà lavorativa. Perché, «le causali imposte dal Decreto sono troppo restrittive e non esaustive delle esigenze dei singoli settori produttivi. La proposta è di prevedere per legge l’acausalità dei contratti a termine per 24 mesi e poi lasciare alla contrattazione collettiva e aziendale l’estensione fino a 36 mesi.».

Significa, secondo qualche economista, invece, favorire la precarietà, lo sfruttamento e l’emigrazione dei più giovani dall’Italia alla ricerca di un settore occupazionale in grado di garantire almeno il rispetto della dignità. Significa che lo Stato smetterà di mediare tra gli interessi del privato e del pubblico mettendo a rischio anche i pilastri della vita democratica che sono partecipazione, libertà e tutela della pace sociale. In quest’ottica i lavoratori rischiano di diventare un prodotto a uso e consumo del mercato perché non si può parlare di “esistenza libera e dignitosa”, come ci chiede la Costituzione, quando sette lavoratori su dieci hanno contratti precari. Secondo gli ultimi dati dell’Inapp, l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, infatti, sette su dieci nuovi contratti sono a tempo determinato, l’11,3 per cento dei lavoratori lavora part-time senza averlo scelto, il 10,8 per cento degli occupati è sotto la soglia

di povertà. E l’Italia è l’unico Paese dell’area Ocse in cui il salario medio annuale è diminuito (del 2,9 per cento) negli ultimi trent’anni.

Il 35 per cento dei lavoratori atipici nel nostro Paese trova un lavoro stabile nei successivi tre anni.

In Spagna, al contrario, la riforma del lavoro ha sfavorito il ricorso ai contratti precari che, infatti, sono crollati dal 30 al 15,6 per cento, a favore dei contratti a tempo indeterminato soprattutto per i più giovani. E di una ripresa del settore occupazione.

Come ricorda il rapporto pubblicato lo scorso novembre dalla Fondazione Migrantes, sono 5,8 milioni gli italiani che vivono all’estero, iscritti all’Aire. Per la maggior parte giovani (18-34 anni) o giovani adulti (35-49 anni) che hanno deciso di lasciare l’Italia per cercare di migliorare il proprio status «durante il corso della vita accedendo a un lavoro certo, qualificato e abilitante». Perché la via per l’estero si presenta come l’unica scelta da adottare per raggiungere l’autonomia finanziaria, il benessere o avere opportunità lavorative e creare una famiglia. “Così ci si trova di fronte a un’Italia demograficamente in caduta libera se risiede e opera all’interno dei confini nazionali e un’altra Italia, sempre più attiva e dinamica, che però guarda quegli stessi confini da lontano”, si legge nell’analisi della Fondazione Migrantes.

Anche perché c’è un ulteriore ricatto a cui anni di politiche disastrose per il mondo del lavoro hanno portato: favorire la penetrazione mafiosa nei luoghi del Paese dove lo Stato non garantisce più servizi e lavoro.

Si intendono spazi che la politica chiama “periferie”. Qui le mafie spesso diventano l’unica risposta a chi vuole trovare un lavoro. Abbiamo bisogno di misure che riducano le disuguaglianze e favoriscano la giustizia sociale. “Perché è la precondizione per sconfiggere le mafie”, come ricordava Peppino Impastato, giornalista assassinato dalla mafia.

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La via per l’estero si presenta come l’unica scelta da adottare per raggiungere l’autonomia finanziaria, il benessere o avere opportunità lavorative e creare una famiglia.

IL FATTO DEL MESE

Terremoto in Turchia e Siria

Alle 4:15 del mattino di lunedì 6 febbraio, una terribile scossa di terremoto ha devastato Turchia e Siria. Ad oggi (13 febbraio, ndr) si contano quasi 41.000 morti e si continua a scavare tra le macerie. Al crescere incessante dei numeri si alternano le notizie di speranza mista a disperazione. Come il salvataggio di un bambino di appena sette mesi trovato vivo dopo oltre 140 ore sotto le macerie.

Tra le tante raccolte fondi avviate in Italia segnaliamo quella dell’Ambasciata di Turchia a Roma:

- IBAN: ITN87N0200805001000106665316

- Beneficiario: Ambasciata di Turchia

- Causale (Obbligatoria): Donazione per il terremoto in Turchia

Info: www.facebook.com/ambasciataturchia

Un altro aiuto fondamentale richiesto alle imprese del nostro territorio è quello della fornitura immediata di quantità ingenti dei prodotti sotto elencati:

- Container abitativi

- Tende

- Coperte

- Riscaldatori mobili

- Bagni mobili

- Sacchi a pelo

Le organizzazioni umanitarie in Turchia vorrebbero ricevere in tempi brevissimi preventivi da aziende che gestiscono questo tipo di prodotti. Per questa tipologia di forniture il riferimento è L’Ufficio Commerciale del Consolato di Turchia a Milano.

Info: Ufficio Commerciale del Consolato di Turchia a Milano

Via Antonio Canova 36 – 20145 Milano/İtalya

Tel: +39 02 33601241 Fax: +39 02 3311497

E-mail: milano@ticaret.gov.tr / milano@trade.gov.tr

C’É POSTA | Casa G. Toffoli

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Un grande ringraziamento alla do oressa, alla caposala e a tu o il personale di “Casa Toffoli” per l’amore, le cure e l’assistenza donata ad Ines in tu i questi anni.
Famiglia Milzoni

CASA+ Mantova SPAZIO AL CLIENTE

CAPPELLETTA, BORGO VIRGILIO (MN) - A Cappelletta di Borgo Virgilio ha sede il punto vendita di arredamento e design CASA+, un ambiente espositivo dove Daniele e Demir, da anni, accolgono la clientela proponendo loro soluzioni per ogni necessità.

Lo spazio espositivo di oltre 1000 metri quadri offre al Cliente soluzioni per ogni ambiente: soggiorno, cucina, bagno, camera da letto e complementi. All’ingresso, si percepisce immediatamente la possibilità di scelta: soluzioni dal giusto rapporto qualità prezzo, con differenti marchi di produzione italiana tra cui scegliere, progetti e personalizzazioni per tutti i gusti.

CSA svolge per CASA+ il servizio di pulizia del negozio fin dall’anno 2012. Il nostro compito è quello di mantenere i locali e l’arredamento sempre igienicamente accoglienti per la clientela che giornalmente varca la soglia del negozio.

Oggi incontriamo il Sig. Daniele Ferriani, Responsabile Vendite e Amministrazione, nonché titolare del Negozio assieme a Demir Fioravanti, a cui rivolgiamo alcune domande.

Come è cambiato il vostro lavoro negli anni e come nasce il nome Casa+ per il vostro showroom?

Da anni lavoriamo affinché il Cliente possa affidarsi alla nostra professionalità nell’arredo dei propri ambienti, puntando sul rapporto diretto e sulla comprensione delle esigenze di ciascuno. Nel passaggio da monomarca a Casa+, abbiamo deciso di inserire nel nostro catalogo prodotti i migliori brand d’arredamento, offrendo così la possibilità di arredare tutti gli ambienti con cura e dedizione. Il nome deriva proprio da questo: Casa + tutte le aziende con cui collaboriamo.

Cosa offre di diverso il vostro negozio per cui valga la pena, per chi sta cerando una soluzione di arredo, fare la scelta di appoggiarsi a Voi?

Io e Demir siamo fermamente convinti che il rapporto umano sia alla base di ogni progetto: quando un Cliente entra in showroom, siamo sempre pronti ad accoglierlo e ad ascoltare le sue esigenze, proponendo la soluzione migliore al giusto prezzo. Si instaura quindi un rapporto di fiducia, che ci permette di rimanere fedeli a noi stessi, al nostro lavoro e a chiunque decida di affidarsi a noi.

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Si instaura con il Cliente un rapporto di fiducia, che ci permette di rimanere fedeli a noi stessi, al nostro lavoro e a chiunque decida di affidarsi a noi.

La pandemia e il lockdown che ha travolto tutti, che riscontro ha avuto sulle vostre vendite?

La fase difficile che abbiamo vissuto gli scorsi anni ci ha permesso di comprendere come sia cambiato il desiderio di vivere la casa: durante la quarantena le persone si sono accorte di bisogni, necessità e sogni rimasti in sospeso tra le mura domestiche. Ora invece, desiderano rinnovare gli ambienti dando a ciascuno spazio una funzione. Si è riscoperto l’abitare e lo dimostrano le storie della nostra clientela, mese dopo mese.

Come vede il futuro di Casa+? Ci sono dei progetti nel cassetto che pensa prossimamente di realizzare?

In questi anni abbiamo lavorato molto affinché il nostro showroom fosse riconosciuto come punto di riferimento per tutti coloro che cercano professionisti competenti e soluzioni su misura. Abbiamo in serbo molte novità, soprattutto dal punto di vista social, per far conoscere dettagli del nostro lavoro che non tutti conoscono. Seguiteci su Facebook e Instagram per scoprire i nostri progetti futuri.

Infine, come facciamo sempre con i nostri Clienti, Le chiedo se è soddisfatto del servizio che eroghiamo?

Riteniamo che CSA sia il partner giusto per chi desidera un servizio impeccabile, puntuale, discreto, con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Lo consigliamo ad altre aziende e continueremo a farlo.

Ringraziamo il Sig. Daniele Ferriani per la disponibilità e l’accoglienza che ci ha dedicato. Non possiamo fare altro che augurare di continuare con successo sulla strada intrapresa.

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Riteniamo che CSA sia il partner giusto per chi desidera un servizio impeccabile, puntuale, discreto, con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Lo consigliamo ad altre aziende e continueremo a farlo.
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Burn out: rispondo ai Soci

Durante il corso tenutosi il 24 gennaio scorso al Centro di Formazione CSA dalla Dr.ssa Mirka Capuano su Stress Lavoro Correlato e Burn Out, nel quale si è parlato dell’importanza di considerare questo rischio in ambito lavorativo, il collega Assistente Sociale Dr. Edoardo Canazza ha proposto ai colleghi presenti al corso di porre qualche quesito al sottoscritto RSPP per meglio capire cosa implicasse la valutazione di questo rischio per i lavoratori e cosa, e a chi, in azienda, si possa chiedere qualora ci si trovasse in una condizione di burn out. Rispondo, quindi, ai principali quesiti che mi sono pervenuti cercando di essere il più esaustivo possibile e ringrazio per avermi dato l’occasione di portare a conoscenza dei Soci, questa problematica che, sebbene poco conosciuta, ha rilevanti implicazioni in ambito sociale e personale.

Rimango, comunque, a disposizione per approfondimenti ulteriori.

1) Il burn out è una malattia professionale?

Il burn out è uno stato di esaurimento persistente che in alcuni casi può determinare assenze prolungate dal lavoro, ma non è riconosciuto dalla legge come malattia professionale, perché in genere è dovuto a diversi fattori concomitanti e non sempre correlati al lavoro e/o non facilmente riconducibili ad esso.

2) La nostra Cooperativa lo rileva come rischio professionale nelle diverse mansioni/servizi? Ci sono mansioni più a rischio?

Sì, certo che viene rilevato come rischio professionale e non vi sono mansioni più a rischio; è trasversale a tutte le mansioni ed alle 3 Cooperative CSA; fa parte della macro categoria cosiddetta dei “Rischi psicosociali” (di cui i più noti sono lo stress, il burnout e le violazioni dell’integrità personale); nella valutazione del rischio specifica, inserita nel “Rischio Stress Lavoro Correlato” i lavoratori, vengono, preliminarmente analizzati per “gruppi omogenei”; ad esempio in una RSA “gli OSS” o “gli Ausiliari”, in una CSE “gli Educatori”, e così via: i rischi psicosociali possono avere conseguenze psicologiche, fisiche e sociali negative, come stress, esaurimento o depressione e a volte possono derivare anche da inadeguate modalità di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro e/o da un contesto lavorativo socialmente mediocre; per questo devono essere valutati con figure e strumenti di carattere aziendale.

3) Da chi può essere certificato?

A livello, e per quanto riguarda la propria sfera, personale, dal proprio Medico Curante (MMG) o da uno specialista, Psicoterapeuta ad esempio. A livello lavorativo, dal Datore di Lavoro tramite un apposito “Gruppo di gestione” che, una volta eseguita la raccolta dati e la valutazione del rischio, ottiene un punteggio che tramite degli indicatori per “Area di valutazione” (Area Indicatori Aziendali, Area Contenuto del lavoro, Area Contesto del lavoro) fornisce la misura del rischio stesso che può essere Basso, Medio od Elevato, con la eventuale previsione di interventi a breve, medio o lungo termine da eseguirsi per la risoluzione delle eventuali problematiche evidenziate; alcuni Indicatori delle varie Aree sono ad esempio:

Area di valutazione “Indicatori Aziendali”: Infortuni, Assenza per malattia, Ferie non godute, Rotazione del personale, Turnover, Procedimenti/ Sanzioni disciplinari, Richieste visite straordinarie;

Area di valutazione “Contenuto del lavoro”: Ambiente ed attrezzature di lavoro, Pianificazione dei compiti, Carico, ritmo, orario di lavoro;

Area di valutazione “Contesto del lavoro”: Funzione e cultura organizzativa, Ruolo nell’ambito dell’organizzazione, Evoluzione della carriera, Autonomia decisionale, Rapporti interpersonali sul lavoro, Interfaccia casa lavoro, conciliazione vita/lavoro.

Qualora il punteggio di rischio non evidenziasse particolari condizioni organizzative che possano determinare la presenza di stress correlato al lavoro, il risultato viene riportato nel DVR prevedendo un “piano di monitoraggio” consistente in un periodico controllo dell’andamento de-

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gli eventi sentinella (gli “indicatori” sopra descritti). In caso di rischio Elevato è necessario, invece, procedere alla valutazione soggettiva dello stress lavoro – correlato detta anche valutazione approfondita. La metodologia utilizza un “questionario-strumento indicatore” (metodologia INAIL), composto da 60 domande riguardanti le condizioni di lavoro ritenute potenziali cause di stress all’interno dell’azienda; presenta facile somministrabilità e la garanzia dell’anonimato; permette al datore di lavoro ed al “gruppo di gestione della valutazione” di poter avere chiari e utili risultati per le successive (eventuali) misure correttive. Per queste ultime, il datore di lavoro ha la possibilità di avvalersi di percorsi alternativi attraverso il coinvolgimento di figure professionali specifiche, anche esterne all’azienda, ma garantendo sempre e comunque la centralità delle figure aziendali della prevenzione, anche nel caso in cui intervengano appunto consulenti esterni.

(con le forme di tutela contrattuali come ferie, malattia, aspettativa non retribuita).

5) Una volta certificata, ho diritto a un periodo di malattia?

Il MMG (o medico curante) può disporre di periodi di malattia per il lavoratore che evidenzi problematiche sanitarie come potrebbe essere lo stress che possa avere origine da problemi personali o famigliari ad esempio piuttosto che originati dall’ambiente di lavoro. Ma non può essere prescritto dal MC o da uno specialista, i quali possono solo consigliare al lavoratore di rivolgersi al proprio MMG per ottenere la tutela prevista dall’INPS tramite procedure e comunicazioni ufficiali con l’Ente stesso ed il Datore di Lavoro.

6) Qualora un lavoratore ritenesse di essere in una condizione di burn out, con chi può parlarne in Azienda per trovare delle soluzioni?

In azienda può rivolgersi ai propri Responsabili che sapranno come meglio consigliarlo. In alternativa, tramite l’RSPP, può richiedere una visita straordinaria al MC con motivazioni ad esempio di “diminuite capacità lavorative per ragioni di salute”: il Medico Competente, esprimendosi come detto sopra, con giudizi di idoneità alla mansione, potrà nel contempo consigliare al lavoratore di rivolgersi ad uno specialista od al proprio MMG.

7) L’Azienda cosa può mettere in atto per prevenire questo rischio?

4) Il Medico Competente dell’Azienda può accertare questa sindrome?

Il MC, Medico Competente, se ne può accertare in quanto è un componente del Gruppo Gestione Valutazione Rischio Stress Lavoro Correlato, composto da Datore di Lavoro, RSPP, MC, RLS, Responsabile Gestionale Procedura di Valutazione (coincide con l’RSPP) e tramite gli strumenti sopra descritti. Ricordo però che il MC svolge esclusivamente visite di “Idoneità alla mansione” per le quali rilascia appositi certificati contenenti giudizi di idoneità piena, idoneità con limitazioni (es. carichi) o non idoneità parziali e/o temporanee, ad (es. “fino allo svolgimento di accertamenti secondari” piuttosto che “fino al termine della riabilitazione”, etc): in quest’ultimo caso la non idoneità può determinare la completa o parziale astensione dall’attività lavorativa

Qualora il malessere, il disagio, la malattia, possano derivare da problematiche aziendali, la prevenzione, l’eliminazione o la riduzione dei problemi di stress lavoro-correlato può comportare l’adozione di misure che possono essere collettive, individuali o di entrambi i tipi ed introdotte sotto forma di specifiche misure mirate a fattori di stress individuati. La responsabilità di stabilire le misure adeguate da adottare (ad esempio la sostituzione di attrezzature obsolete o non più a norma, la rimodulazione di orari di lavoro o di gruppi di lavoro, l’adeguamento di ambienti di lavoro, l’introduzione di welfare ed attenzioni al benessere dei lavoratori, ecc.) spetterà al Datore di Lavoro che, integrando la politica aziendale con la partecipazione e la collaborazione del Gruppo Gestione Valutazione Rischio Stress Lavoro Correlato, potrà individuare le misure di prevenzione e protezione adeguate.

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Il burn out è uno stato di esaurimento persistente che in alcuni casi può determinare assenze prolungate dal lavoro, ma non è riconosciuto dalla legge come malattia professionale, perché in genere è dovuto a diversi fattori concomitanti e non sempre correlati al lavoro e/o non facilmente riconducibili ad esso.

Fragilità di

For all those born beneath an angry star Least we forget how fragile we are On and on the rain will fall Like tears from a star On and on the rain will say How fragile we are Fragile / Sting

In questo viaggio all’interno di CSA, dei suoi Soci e delle diverse personalità, ho pensato questa volta di toccare un tema presente in ognuno di noi e, di conseguenza, in qualsiasi struttura formale o informale che abitiamo (lavoro, amici, volontariato, famiglie ecc...).

Una delle cose che accomuna qualsiasi essere vivente è l’incredibile fragilità che lo accompagna nel corso della sua vita. Questa parola, che può spaventare e renderci vulnerabili, deriva dal latino: “frang-ere” (ovvero rompere) e si correla a “fragmentum” (pezzi, frammenti): la fragilità è la tendenza a rompersi, sia sul piano della struttura densa della materia e del corpo, sia sul piano della psiche e delle emozioni.

L’arrivo nel mondo è forse il momento in cui siamo maggiormente esposti a questa nostra condizione ma, attraverso le cure genitoriali, evolviamo e ci ridefiniamo nel corso della nostra crescita. Tale cambiamento di “forma”, psichica e fisica, comporta anche una ridefinizione delle nostre istanze interne più deboli e, di conseguenza, del modo in cui ci approcceremo al mondo, tra difese e sogni. In psicologia le difese sono quei meccanismi che la mente utilizza, tendenzialmente in modo automatico e inconsapevole, per difendersi dal dolore e dall’angoscia. Si ritiene che di base ogni individuo le sviluppi partendo da 4 tipologie prototipiche: fuga, attacco, freezing (paralisi tonica) e dissociazione. Se doveste provare a immaginarvi nei contesti in cui vivete, magari durante un momento di particolare tensione e/o difficoltà (un conflitto, un nuovo lavoro, una nuova conoscenza, ecc), sicuramente potrete andare a rintracciare dei vostri

comportamenti che si manifestano in maniera ciclica o, comunque, con una base comune. Ecco, quello che osserverete sarà la vostra difesa che interviene per proteggervi dalle vostre paure più profonde, per non permettervi di toccare ciò che magari vi mette maggiormente in difficoltà, cercando di mantenere un equilibrio che possa preservarvi.

Ora però la questione diventa complessa: se le difese sono parti di noi che dovrebbero avere potere di aiuto, come mai ci ritroviamo a volte in estrema difficoltà quando queste si attivano? Ad esempio, stiamo conoscendo una nuova persona, ma fatico a farla entrare nella mia vita, oppure sono una persona ansiosa e quando devo parlare davanti ad altre persone mi blocco. Questo accade perché le difese avevano uno scopo ben specifico quando si sono sviluppate ed era l’unico modo per preservarci in quel tempo più o meno lontano della nostra storia, non è detto però che questo sia tutt’ora necessario, divenendo a volte magari anche sabotante nelle nostre vite.

Quindi cosa possiamo fare per stare meglio? L’unica strada possibile è quella di arrivare al cuore, di diventare consapevoli della nostra fragilità e imparare ad amarla, nello stesso modo in cui ameremmo quel/la bambino\a che siamo stati e che necessitava di cure, protezione e amore. Le nostre parti deboli meritano un’attenzione oltremodo smisurata perché sono le stesse che maggiormente ci definiscono, pertanto, necessitano di nutrimento, ascolto e risoluzione. Saranno le nostre fragilità a condurre, in un modo per noi inconsapevole, le maggiori scelte che faremo e a portarci alle inevitabili conseguenze. Non sono le stelle, il fato o la casualità. Queste cose possono in qualche modo influenzare, potrebbero metterci davanti a delle difficoltà da gestire, ma il modo in cui lo faremo si baserà su come interpreteremo quanto accade e, se la nostra vista e capacità di ragionamento saranno condizionate da quelle debolezze che ci portiamo dentro, le nostre scelte saranno inequivocabilmente influenzate da esse.

Ma è davvero così semplice e giusto? Le fragilità e le debolezze dovrebbero essere cancellate, nascoste o soppresse? In realtà nulla di tutto ciò, esse vanno portate all’interno della nostra vita e mi auguro possiate condividerle con chi vi sentirete legittimati nel farlo. Hanno bisogno di posto e cura, possono essere risolte, ma saranno sempre bellissime rughe di espressione, come quella fossetta che vi si apre accanto alla bocca quando sorridete. Non dovranno essere alibi, ma motivazione per continuare a crescere.

Siamo tutti le nostre fragilità e il regalo più grande che potrete fare a coloro che vi circondano sarà mostrarvi finalmente completi, riportandole all’interno della vostra quotidianità.

12 CSA NEWS
FORMAZIONE

Servizio di Assistenza Domiciliare del Comune di Verona

VERONA - La fine dello scorso anno è stata carica di emozioni per la sede di Verona. L’importante appalto del Servizio di Assistenza Domiciliare del Comune di Verona, infatti, era in scadenza alla fine di ottobre. Pertanto, i mesi precedenti sono stati un susseguirsi di preoccupazione, ansia, timore e agitazione. La fase di gara si è svolta nei mesi estivi e ci hanno visti impegnati nello scrivere un progetto in cui emergesse una nuova visione del servizio domiciliare per anziani, coerente con l’evoluzione del servizio richiesta dal Comune e, quindi, più vicina ai nuovi bisogni delle persone in carico.

Gestiamo questo SAD dal 1997 e, negli anni, abbiamo riscontrato che è notevolmente cambiato: abbiamo sempre meno a che fare con anziani che necessitano del solo aiuto nelle operazioni di igiene; cresce sempre di più, invece, il numero di anziani con un quadro clinico compromesso (decadimento cognitivo e presenza di più malattie) i cui familiari si sentono soli con un grande carico assistenziale. Molti altri anziani si trovano in condizione di isolamento con mancanza di un contesto familiare e sociale di supporto. I bisogni di queste persone sono sempre più complessi: necessitano di sentirsi tutelati e protetti e di essere coinvolti in attività di socializzazione. Anche il Caregiver, cioè il familiare che se ne occupa, ha bisogno di sentirsi riconosciuto nel suo ruolo e sentirsi meno solo nel compito di cura.

CSA ha presentato un progetto con l’obiettivo di aiutare le famiglie a fronteggiare le difficoltà e le fatiche della cura e dell’assistenza domiciliari, ma con uno sguardo anche alla Comunità in cui la persona anziana è inserita, convinti che la Comunità stessa possa offrire risposte e sostegno alle persone

più fragili. Per questo motivo abbiamo investito anche in una nuova figura all’interno del SAD: il Welfare Community Manager, un professionista che, partendo dai bisogni della persona, sviluppa progetti territoriali di prossimità, in rete con altre realtà locali.

Nel mese di settembre si sono svolte le procedure di gara e a metà mese finalmente la buona notizia: CSA è risultata aggiudicataria del secondo lotto! Questo ha suscitato una grande gioia in tutti noi che abbiamo lavorato alla gara, nei colleghi che hanno condiviso l’ansia dell’incertezza, e ovviamente negli Operatori domiciliari, da tempo in attesa di sapere se avrebbero potuto proseguire con la propria Cooperativa nel loro lavoro domiciliare.

Il nuovo appalto, avviato nel mese di novembre, durerà ben cinque anni e ci vede impegnati nel gestire il SAD nel territorio della Circoscrizione 3 del Comune di Verona, vale a dire nei quartieri di Stadio, Corso Milano, Croce Bianca, Bassona, San Massimo, Saval, Chievo, Borgo Nuovo. Si tratta di un territorio nuovo per i nostri Operatori domiciliari (poiché nei precedenti appalti abbiamo lavorato in altre zone della città), ma non completamente sconosciuto per CSA poiché dal 2010 siamo presenti nella Circoscrizione 3 gestendo il Servizio Educativo Territoriale per minori e famiglie. Quale occasione migliore per pensare a dei progetti intergenerazionali sul territorio, in grado di coinvolgere bambini, ragazzi, famiglie e persone anziane…

Si tratta di un grande risultato per tutta CSA, poiché il Comune di Verona ha riconosciuto il merito del buon progetto presentato ed è stata premiata l’organizzazione e l’innovazione proposta.

Avanti tutta!

CSA NEWS 13
SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI | SAD
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Il nuovo appalto durerà 5 anni e ci vede impegnati nel gestire il SAD della Circoscrizione 3 del Comune di Verona. Si tratta di un grande risultato per tutta CSA.

INSERIMENTO LAVORATIVO

Nuovi orizzonti: Benvenuto Luca!

CASTEL D’AZZANO (VR) - Cooperativa Sant’Anselmo, come tutte le Cooperative del Gruppo CSA, è sempre in continua crescita: da gennaio, Luca è diventato Socio Dipendente dopo un periodo di tirocinio attivato grazie alla preziosa collaborazione con il Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) - Distretto 1-2 Azienda ULSS 9 Scaligera.

Da diversi anni Cooperativa Sant’Anselmo, attraverso Convenzioni con Azienda ULSS 9, ospita nei propri cantieri, in particolare nel settore della ristorazione collettiva, persone candidate dal SIL, spesso con l’obiettivo di concretizzare un inserimento lavorativo, cioè di poter proporre al termine di tirocinio un contratto di assunzione. Grazie al lavoro fondamentale di selezione, accompagnamento e sostegno delle Operatrici del SIL, nel 90% dei casi viene proposta una persona effettivamente

preparata, motivata ed in grado di acquisire le ulteriori competenze necessarie per svolgere le mansioni richieste.

Il lavoro di monitoraggio e tutoraggio in rete con le Operatrici del SIL consente di creare le migliori condizioni per una maggiore efficacia del progetto e conseguentemente maggiori possibilità di esiti soddisfacenti.

Il lavoratore ha la possibilità di inserirsi gradualmente nell’ambiente lavorativo, apprendere in tempi idonei le competenze richieste e avere supporto nei momenti di difficoltà attraverso la mediazione degli Operatori di riferimento.

Il ruolo dei Tutor e di chi monitora i progetti di inserimento è proprio quello di mediare tra il Tirocinante e l’Azienda Ospitante al fine di creare per entrambi i soggetti le migliori condizioni di realizzazione del progetto stesso.

Le qualità caratteriali di Luca hanno sicuramente facilitato tutto questo: lavorare insieme ad un ragazzo sempre sorridente, socievole, disponibile, oltre che assolutamente in grado di svolgere adeguatamente le proprie mansioni, credo rappresenti un valore aggiunto al servizio offerto dalla cucina di Castel d’Azzano.

Ancora una volta, questa esperienza consente di sottolineare come gli inserimenti lavorativi spesso siano opportunità di arricchimento per la Cooperativa e di costruzione di relazioni positive nei luoghi di lavoro. Ringrazio la Cuoca Daniela per la grande capacità e disponibilità ad accogliere sempre con entusiasmo e professionalità i progetti di inserimento, prima a Vigasio e adesso a Castel D’Azzano. Una Cuoca non solo brava a cucinare e coordinare il gruppo, ma anche capace di costruire relazioni positive con tutte le persone con cui si trova a collaborare. Davvero una ricchezza!

Quando abbiamo comunicato a Luca la volontà della Cooperativa di inserirlo e quindi assumerlo ricordo la sua emozione e la gioia di poter intraprendere, grazie alla sicurezza di un lavoro, nuovi progetti di vita… nuovi orizzonti si aprono! Benvenuto Luca!

14 CSA NEWS

SERVIZI EDUCATIVI | Piano di Zona di Mantova

Coordinamento Territoriale Pedagogico

MANTOVA - Giovedì 26 Gennaio, presso il Centro di Formazione di Valdaro, CSA ha ospitato il secondo incontro di Coordinamento Territoriale Pedagogico (CPT) dell’Ambito del Piano di Zona di Mantova con presenti circa 30 referenti scolastici dei servizi per lo 0-6, Asili Nido e Scuole dell’Infanzia.

Coordinatori di Nidi e Scuole dell’Infanzia, private e pubbliche, guidati dai referenti del Comune di Mantova, Ente Capofila del CPT (il Dirigente Dr. Massimo Mazzoli e il Pedagogista Dr. Nicola Dal Maso, anche Presidente del CPT) e dalla Formatrice Dr.ssa Maria Luisa Costantino (Pedagogista e Docente Universitaria) si sono confrontati sull’organizzazione dei servizi 0-6, sulla tipologia di utenze, sugli spazi e materiali e sui riferimenti teorici e metodologici che guidano la quotidiana attività di cura, di crescita e di apprendimento dei bambini di questa fascia d’età.

Un incontro ricco di contenuti ed esperienze diverse a confronto, seguito a quello di presentazione di questo nuovo organismo di coordinamento che si era tenuto già a Novembre nella sede del Comune di Mantova e a cui altri ne seguiranno nei prossimi mesi.

Finalmente, infatti, in forza della normativa nazionale (D.Lgs. 65/2017, la famosa legge sulla Buona Scuola) che prevedeva l’avvio del sistema integrato di educazione e istruzione 0-6, Regione Lombardia tra il 2021 e il 2022 (dgr 6397/2022 e 5618/2021) ha fornito le linee guida e operative per far incontrare i vari attori per ogni ambito di appartenenza territoriale: Comuni, Scuole, Cooperative ma anche famiglie possono così cominciare a ragionare insieme, in modo partecipato e continuativo, sui servizi offerti dal territorio alla fascia 0-6 anni, in un’ottica di sistema e di progettualità coerente dei percorsi di continuità sia verticale (Nido e Infanzia) che orizzontale (tra servizi con tipologie di gestione differenti). Nel territorio sono, infatti, presenti oltre 50 Scuole dell’Infanzia e 40 Nidi, che forniscono servizi differenti e in rete, in buona parte, all’interno del solo territorio comunale o dell’ente di appartenenza, ma che faticano a confrontarsi al di fuori.

La premessa a tutto questo era, quindi, quella di realizzare, grazie alla normativa regionale, un Tavolo di Coordinamento stabile (coadiuvato da un Comitato locale 0-6 anni di rappresentanti dei servizi) in grado di promuovere e integrare risorse e proposte. Primo obiettivo del tavolo sarà quello di individuare un percorso formativo comune per tutti gli Operatori, Educatori e Insegnanti, per favorire la riflessione pedagogica e proporre successivamente nuovi progetti e servizi

CSA come ente gestore di Asili Nidi lombardi è presente, oltre che nel CPT di Mantova (Asili Nido Pollicino di Borgo Virgilio e Rodoni Vignola di Roncoferraro) anche nel CPT del Destra Secchia-Ostiglia (Nidi Ape Rosa, Ape Blu e Il Sorriso) e nel CPT Oglio Po di Cremona (Nido Cipì di Piadena).

CSA NEWS 15
Comuni, Scuole, Cooperative ma anche famiglie possono così cominciare a ragionare insieme, sui servizi offerti dal territorio alla fascia 0-6 anni.

SERVIZI EDUCATIVI

Diamo un calcio alle differenze!

Le attività fisiche e quelle sportive possono essere difficili da affrontare per le bambine e i bambini con autismo, ma ciò non significa che debbano starci lontano, anzi!!! Sappiamo quanto sia importante per tutti il benessere psico-fisico e lo sport è proprio questo: un “canalizzatore” sano e divertente di energia.

I dati delle ricerche dimostrano che i bambini con autismo praticano maggiormente sport individuali, in prevalenza nuoto e corsa e sono estremamente rare le situazioni che li vedono coinvolti in attività di squadra. Secondo una review condotta da Bremer e colleghi nel 2016 sull’impatto dello sport sulle persone con Autismo dai 0 ai 16 anni, l’attività sportiva può rappresentare uno strumento funzionale per migliorare le abilità motorie, sociali e comunicative; inoltre può favorire l’inclusione sociale e migliorare complessivamente la qualità di vita. Difatti diversi studi hanno dimostrato che praticare un’attività sportiva e, più in generale, l’esercizio fisico comporti numerosi benefici. Migliora le condizioni fisiche, riduce stress, ansia, depressione e perfino migliora il rendimento scolastico e la memoria. L’esercizio fisico può portare a ridurre comportamenti compulsivi, stereotipie motorie, comportamenti auto-stimolatori, disfunzionali o aggressivi.

Lavorando sul miglioramento delle condizioni fisiche si va a migliorare la capacità di adattarsi al contesto, si aumenta la capacità di finalizzare un comportamento verso la realizzazione di un obiettivo e si favoriscono le autonomie personali e le capacità imitative. Lo sport promuove il benessere fisico e sociale perché, oltre all’esercizio, permette di entrare in relazione anche con l’altro, gli allenatori e i compagni di squadra.

L’allenamento praticato con costanza e le nuove esperienze producono entusiasmo e motivazione ad impegnarsi per poter migliorare, accrescendo il livello di autostima, ma soprattutto si incentiva l’autonomia e si offre un valido sostegno alle famiglie. Per fare questo è richiesta la presenza di allenatori e personale competente, motivato e preparato.

Superabile è un progetto realizzato con il contributo di Fondazione Comunità Mantovana Onlus, in collaborazione tra CSA e la società La Cantera: una delle due società calcistiche mantovane ad avere il riconoscimento di scuola calcio élite (allenatori qualificati).

Il progetto è affiliato al DCPS (Divisione Calcio Paraolimpico Sperimentale), ovvero una divisione della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) che si occupa dell’organizzazione e della promozione di attività calcistiche per persone con disabilità e prima Federazione sportiva dedicata al calcio praticato da persone normodotate ad aver aperto al suo interno un ambito specifico, strutturato e organico grazie anche alla collaborazione sinergica di tutte le principali componenti del mondo del calcio.

Con questo progetto siamo i primi e gli unici nel territorio di Mantova e in Lombardia.

Da ottobre 2022 sono iniziati gli allenamenti, tutti i mercoledì dalle 17.00 alle 18.30, presso la palestra di Rodigo. Il gruppo è composto da una decina di bimbi e bimbe (recentemente si sono unite alla squadra due fanciulle) coordinato da allenatori della Cantera e gli Educatori di CSA; così da integrare l’aspetto tecnico sportivo e quello educativo relazionale. Il progetto ha trovato riscontri positivi presso i terapisti dell’UONPIA di Mantova che, in collaborazione con i neuropsichiatri, lo hanno proposto ai bambini e alle bambine che hanno in terapia, portando nuovi atleti in questo innovativo e funzionale percorso sportivo. Così il calcio, che non è un’attività terapeutica o riabilitativa, ma ludico-ricreativa, diventa attività complementare ai percorsi terapeutici, con la possibilità di sviluppare le competenze maggiormente compromesse come quella comunicativa, attraverso attività abilitative e di esercizio fisico mediante lo svolgimento di interazioni di gruppo. Nell’attività si perdono i comportamenti stereotipati, si aumentano i tempi di attesa (stare in fila, fare il cerchio), si migliora l’attenzione e la cognizione e si vivono comportamenti socio-emotivi che sono alla base delle dinamiche di gruppo. Rispetto e attenzione dell’altro, condivisione degli spazi e degli attrezzi, il limitato isolamento trovano nello sport una pratica efficace.

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L’attività sportiva porta con sé qualcosa che nessuna terapia possiede: la squadra e il gruppo dei pari, all’interno del quale le occasioni di apprendimento sono svariate e molteplici. L’emulazione, la socializzazione, il divertimento, la partecipazione a collaborare si innescano nei giochi, negli esercizi, nei percorsi di allenamento, nelle sequenze di gioco come nello spogliatoio o nel momento di saluto ad ogni inizio e fine allenamento. Intanto che il corpo si muove e una palla rotola, si vive la libertà di movimento, la gestione del corpo, la coordinazione motoria, ma anche l’acquisizione di regole comportamentali e di interazione sociale. Quando si fa un salto nei cerchi, si salta un ostacolo, si percorre la trave, si rotola sul materassino, si percorre una linea camminando, di corsa, a balzi o saltelli; così come quando si calcia una palla o la si consegna a mano ad un compagno, si rispetta il turno e si forma una fila, quando cresce la partecipazione, l’ascolto e le stereotipie si perdono; ecco si fa sport!

Si può essere stanchi poiché si è usato bene il proprio corpo, però quando si gonfia la rete tutto lo sforzo trova realizzazione e un’immensa carica positiva. Il calcio ha una dimensione intersoggettiva per eccellenza, come ogni gioco di squadra, e portare questa dimensione alle bimbe e ai bimbi con autismo è una partita che stiamo giocando con grande entusiasmo e motivazione godendo di evidenti progressi. L’autismo pone davanti a sfide specifiche quando si tratta di sport, e il calcio in particolar modo, ma apre anche a grandi opportunità che stiamo cogliendo con gioia e professionalità.

Contatti per informazioni:

Luca Pirondini Dirigente Cantera 333 6483358 dott. Silvia Todesco Referente Centro Servizi per l’Autismo 342 5527400

Impara l’arte e mettila da parte!

CORREGGIO MICHELI, BAGNOLO SAN VITO (MN)...perché nella vita ti salvi se qualcosa sai fare... e tutti noi in qualcosa siamo bravi! ...è una certezza! ...ergo, tutti abbiamo la possibilità di salvarci!

L’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana, svolta singolarmente o in gruppo, che porta a forme di creatività e di espressione estetica. (cit. Wikipedia)

Nel suo significato più profondo, l’arte è l’espressione dell’animo umano, della propria interiorità, rispecchia i pensieri e i sentimenti dell’artista. L’arte è personale, magia e linguaggio, l’arte è emozione, ci parla... o racconta di noi...

L’artista non fa opere belle o brutte, non può sbagliare la tecnica, utilizzare un colore errato, perché questi giudizi stanno in chi osserva l’opera ma non dentro l’opera stessa!

Ognuno di noi davanti ad un dipinto, una scultura, un murales, un flash mob, un piatto di uno chef, uno scorcio della natura, un panorama, un abito di uno stilista, una poesia, un brano musicale..., avrà una reazione diversa, un pensiero differente, un sussulto, un grido, un lamento, le farfalle allo stomaco, la pelle d’oca, un nodo alla gola...

Il laboratorio artistico settimanale, proposto nella programmazione educativa del CDD dell’Ippocastano, ha alla base proprio queste motivazioni; vuole far sì che i ragazzi si raccontino ed imparino a leggere i loro compagni di strada.

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Abbiamo dato ai partecipanti del laboratorio due libricini con rappresentate rispettivamente le opere di Vincent Van Gogh e Renoir. Hanno avuto il tempo di sfogliarli. Successivamente, ciascuno ha scelto la tavola che desiderava riprodurre e lo “strumento” con cui farlo: pennarelli, pastelli a cera, tempere e pennello, acquerelli, matite.

Ho intervistato ogni artista della scuola di pittura Ippocastano, ponendo loro le seguenti domande: Perché hai scelto quell’opera? Che tecnica hai utilizzato? Ti piace partecipare al laboratorio artistico e perché?

Non sempre mi piace fare il laboratorio artistico perché penso di non disegnare bene e di non essere brava...”

Beatrice: “Ho scelto Notte stellata di Van Gogh perché è un dipinto molto difficile com’è difficile il mio carattere... mi hanno colpito le stelle e la luna e ho immaginato di essere dentro il quadro a scalare la montagna, come ho fatto a Madonna di Campiglio, a settembre, nonostante avessi già le stampelle...

Ho scelto i pennarelli perché hanno un tratto definito. Disegnare non mi piace, ma ho imparato qualcosa da questo laboratorio... poi mi sono espressa nel disegno. Anche se secondo me non è perfetto alla fine mi piace!”

Paolo: “Ho scelto Vaso con dodici girasoli perché a mia mamma piacevano tanto i fiori... soprattutto le rose, i ciclamini e la mimosa. I fiori mi ricordano la mia mamma che non c’è più...

Ho usato gli acquerelli giallo, arancione, rosso, verde. Mi piace fare il laboratorio artistico perché l’arte è la mia terapia! Scaccia i pensieri brutti e le fissazioni... come la musica.”

Daniela: “Ho scelto Natura morta con iris di Van Gogh perché mi piacciono i fiori e i colori di quel quadro... mi piacerebbe avere un vaso così sulla tavola in cucina in casa mia, ma non posso averlo perché mio marito è allergico!

Ho usato le matite e le tempere acriliche per le foglie verdi.

L’attività mi è piaciuta perché è uscito un bel quadro... mentre credevo di non farcela...”

Antonio: “Ho scelto Rami di mandorlo in fiore di Van Gogh perché è una cosa bella da vedere! Mi ispirava! Mi piacciono i colori blu, bianco, rosso. Quei fiori profumano di mandorlo anche se io dal vivo non l’ho mai visto un mandorlo... il profumo lo immagino...

Ho usato le tempere acriliche e l’acquerello azzurro! Dipingere mi rilassa!”

Francesca: “Ho scelto Bagnante bionda di Renoir perché il ritratto mi ha colpita per la vulnerabilità della donna rappresentata, come un po’ lo siamo tutte... abbiamo tutte dentro qualcosa che si muove, che ci serve per dare l’input alla giornata...

Ho usato le matite e i pennarelli insieme. Il laboratorio artistico mi piace molto perché amo creare!”

Monica: “Ho scelto Victor Chocquet di Van Gogh perché è proprio un bell’uomo e l’opera originale ha dei bei colori in sfumatura...

Ho usato le matite colorate per rendere meglio le sfumature!

Domenico: “Ho scelto Autoritratto con orecchio tagliato di Van Gogh perché mi sembra Babbo Natale... con i baffi scuri... mi fa molto ridere...

Ho usato il pennello con le tempere!

Mi piace dipingere perché mi diverto, rido e sono bravo!”

Credo che la voce dei nostri ragazzi abbia ben spiegato perché l’arte è per tutti!

18 CSA NEWS
Il laboratorio artistico settimanale vuole far sì che i ragazzi si raccontino ed imparino a leggere i loro compagni di strada.
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Intersellar

“L’amore non è qualcosa che abbiamo inventato noi, è misurabile è potente, deve voler dire qualcosa, l’amore è l’unica cosa che trascende il tempo e lo spazio, di questo dovremmo fidarci, non riusciamo a capirlo ancora”, questa è una delle frasi pronunciate dall’attrice Anne Hathaway la ricercatrice spaziale di questo splendido film statunitense diretto dal grande regista Christopher Nolan.

L’attore Matthew McConaughey è il protagonista di Interstellar, film Premio Oscar per gli effetti speciali ambientato in un futuro non precisato dopo un apocalittico cambiamento climatico, una storia importante che parla di ricercatori spaziali, di famiglia ma soprattutto dell’Umanità.

Per capire la cura di questa produzione cinematografica basti pensare che per la realizzazione della scena del buco nero chiamato “Wormhole” il regista si affidò all’astrofisico nonché premio Nobel Kip Thorne per rappresentarlo nel modo più realistico possibile.

Un film che parla dell’importanza dell’amore inteso come elemento reale non ancora codificato, una forza che ha dato origine al tutto, un film di fantascienza che parla d’amore.

Una storia vissuta tra il pianeta terra e lo spazio infinito, un viaggio cosmico che riesce ad essere incredibilmente intimo e commovente.

La fine è il mio inizio

“L’inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale pensare che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono.”

Questa è una delle frasi emblematiche di un libro magnifico di un uomo, uno scrittore all’apice della sua vita e della ricerca interiore, un gigante del giornalismo: Tiziano Terzani.

Lo scrittore, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos’è stata la sua vita e di cos’è la vita. Un libro che racconta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità.

Tiziano Terzani si rivolge al primogenito Folco dicendogli: “Se io e te ci sedessimo ogni giorno per un’ora e tu mi chiedessi le cose che hai sempre voluto chiedermi e io parlassi a ruota libera di tutto che mi sta a cuore, dalla storia della mia famiglia a quella del grande viaggio della vita?”

Un libro testamento che farà riflettere il lettore sul senso della vita e la sua ciclicità.

CSA NEWS 19

DEL MESE

Mihaela Mugioiu

Il personaggio scelto dalla Redazione di CSA News per l’intervista del mese è Mihaela Mugioiu, Socia di CSA Cooperativa Servizi Ambiente dal 2017 e Caposquadra delle pulizie civili presso il Cliente Bonferraro Spa.

Mihaela in questi anni ha dimostrato efficienza ed affidabilità nella sua mansione ed attualmente coordina una squadra di 8 lavoratrici presso il nostro Cliente.

Ciao Mihaela, cosa ci racconti della tua storia personale?

Sono nata e cresciuta in Romania a Sibiu, bella cittadina in Transilvania che nel 2007 è stata Capitale Europea della Cultura; dopo la scuola superiore ho fatto vari lavori, dalla fabbrica alla commessa, nel frattempo mi sono sposata (quest’anno festeggio 30 anni di matrimonio) ed è nata mia figlia. Purtroppo gli stipendi troppo bassi rispetto al costo della vita hanno portato io e mio marito alla decisione di cercare in Italia un futuro migliore. Nel 2004 io e mia figlia abbiamo raggiunto mio marito che da un anno aveva trovato il lavoro come autista in Italia e ci siamo trasferite a Castel d’Ario; inizialmente sono rimasta a casa con mia figlia cercando di imparare la lingua italiana, soprattutto guardando film. Le mie prime esperienze lavorative in Italia sono state come lavapiatti e come badante, finché, ricercando un lavoro in rete, ho trovato l’annuncio di CSA e mi sono candidata.

Come sono stati questi anni di lavoro con CSA presso il Cliente Bonferraro?

Devo ringraziare CSA e il mio Responsabile Andrea Seneci per aver creduto in me ed avermi dato la possibilità di iniziare questa avventura e poi di crescere fino a diventare Capo squadra. Ho iniziato nel gruppo delle pulizie civili presso lo stabilimento del Cliente Bonferraro Spa per poi, negli anni, cominciare anche il coordina-

mento delle mie colleghe. Attualmente, oltre ad essere operativa sul lavoro (mi occupo anche del trasporto rifiuti speciali con il muletto e mi piace molto), organizzo i turni delle otto ragazze della squadra di pulizie e faccio da raccordo tra CSA ed il Cliente Bonferraro, con cui negli anni ho instaurato un ottimo rapporto di collaborazione e stima reciproca.

Qual è l’aggettivo che più contraddistingue Mihaela sul lavoro?

Mi definisco, sia sul lavoro sia nella vita privata, una persona molto disponibile, mi piace aiutare le mie colleghe e cercare di venire loro incontro ogni volta che posso, ascoltarle e mettermi nei loro panni. Penso che sia anche grazie a questo che abbiamo creato una squadra molto affiatata e devo dire che se sono caposquadra devo ringraziare anche le ragazze che mi aiutano ogni giorno a rendere più facile il mio ruolo. Cerco di essere sempre disponibile anche nei confronti di CSA e del Cliente. Spero tanto che la Cooperativa sia orgogliosa di come lavoro!

Quali sono i tuoi hobby fuori dal lavoro?

Lavorando tutto il giorno non mi rimane molto tempo per gli hobby! (sorride Mihaela) Come tutte le donne alla sera devo pensare alla casa: spesa, pulizie, cena. Mio marito, lavorando come autotrasportatore, spesso è fuori casa anche più giorni. Mia figlia lavora tutto il giorno ed alla sera spesso siamo noi due. Il weekend mi piace rilassarmi e godermi la casa.

Quali sono i tuoi desideri e progetti per il futuro?

Grazie a CSA che mi ha dato l’opportunità di un lavoro sicuro, io e mio marito abbiamo coronato il sogno di acquistare una casa nostra a Castel d’Ario e ne siamo molto felici. Siamo arrivati in Italia dovendo ripartire da zero e, grazie al cielo, oggi siamo più sereni ed anche mia figlia ha trovato lavoro come impiegata presso una ditta della zona. Per il futuro, una volta raggiunta la pensione, il desiderio mio e di mio marito è di tornare in Romania dove abbiamo ancora genitori, fratelli e sorelle. Mia figlia deciderà liberamente dove vivere la propria vita.

20 CSA NEWS PERSONAGGIO

Facciamo Festa!

GOITO (MN) - Con l’arrivo del nuovo anno finalmente abbiamo ripreso le attività rivolte al grande gruppo ed aperte ai famigliari. Una nuova era si è aperta per le RSA dopo anni di rigide restrizioni, con più attenzione e tutela verso gli Ospiti ma con la consapevolezza di poter assaporare ogni occasione per sorridere, stare insieme e festeggiare. Quale miglior occasione se non quella di organizzare una festa come “ai vecchi tempi”, prima dell’arrivo della Pandemia?

Sabato 28 gennaio ci siamo ritrovati numerosissimi nel nostro Salone per festeggiare gli Ospiti che hanno compiuto gli anni nel mese passato, intrattenuti da canti e musica del duo musicale “Rino e Mario”. Non posso negare che, al momento dell’annuncio dei nomi dei festeggiati per gli auguri, la mia voce si è rotta dalla commozione. Erano tre anni che aspettavo quel momento! Anni passati a sostenerci, dare speranza e consolazione anche quando la tristezza era evidente negli occhi dei nostri Ospiti.

L’adesione di Ospiti e famigliari è stata tanta. Tutti partecipi per cantare e applaudire gli Ospiti, gli Operatori e i famigliari che si sono improvvisati ballerini. Il nostro Salone si è infatti trasformato in una vera e propria pista da ballo dove si sono cimentati gli Ospiti più temerari accompagnati dagli Operatori e dalla loro sana intraprendenza!

È stata, questa, una delle feste più riuscite anche per il carico emotivo che l’ha accompagnata. Le reazioni e i commenti entusiasti sono arrivati anche dopo giorni, sia da Ospiti che dai propri famigliari.

Un ringraziamento dovuto sia alla Cucina di Villa Maddalena per il fantastico dolce sia alle colleghe Operatrici che grazie al loro aiuto hanno riacceso, insieme a me, il motore dell’organizzazione delle feste. Un motore un po’ arrugginito, ma pur sempre pronto ed efficiente!

La musica è l’armonia dell’anima

di Rosaria Damiano con Barbara Furlan

CONEGLIANO (TV) - Gennaio è considerato il mese dei saluti, quello in cui le festività ci lasciano e ci immergiamo nel mese più freddo dell’anno. Quest’anno però la tradizione si è spezzata, perché le festività non si sono concluse il 6 gennaio con l’arrivo della befana che porta via tutte le feste: per noi si sono realizzati altri due eventi che hanno portato gioia e allegria all’interno della Struttura.

Il primo è avvenuto il 7 gennaio, con il concerto regalatoci dal violinista Mattia che è anche il nipote della signora Maria. Il tutto è stato organizzato nei giorni antecedenti, quando in collaborazione con i familiari ci siamo accordati per il giorno e l’ora del concerto per la sorpresa. La distanza, come spesso viene citata dai grandi artisti, non ferma un cuore puro e armonioso, e noi vogliamo ringraziare per il dono che ci ha regalato, ma soprattutto per la gioia che ha trasmesso alle persone che hanno assistito

CSA NEWS 21 EVENTI E FESTE

all’evento. Regali cosi armoniosi e sinceri sono rari da ricevere e rari da dimenticare e per giorni restano nel cuore delle persone, proprio per questo motivo all’interno della Struttura non si è parlato di altro. Grazie a Mattia e alla sua famiglia da parte di tutto il personale e degli Ospiti per la disponibilità, l’impegno e il regalo ricevuti! A seguire, un altro evento importante è avvenuto l’otto gennaio, quando la nostra amata Lina ha compiuto 101 anni, un altro traguardo raggiunto con caparbietà e gioia. Per lei è stata organizzata una festa a sorpresa con la collaborazione dei propri familiari, che l’hanno raggiunta durante il pomeriggio per trascorrere un po’ di tempo insieme. Ai festeggiamenti si è unito anche il Sindaco di Conegliano che ha omaggiato l’Ospite con un bellissimo mazzo di fiori. Questi semplici eventi portano felicità a tutti gli utenti che vivono all’interno di questa grande famiglia. Il calore e la felicità che queste occasioni trasmettono non fanno altro che donare gioia e serenità. Alle nostre due Ospiti, non possiamo fare altro che ringraziare per il percorso che ogni giorno fanno con noi, sperando che il cammino sia sempre sereno come ora.

Casa San Antonio ringrazia tutti coloro che ci hanno donato un momento del loro tempo, per abbracciare, sorridere e donare parole piene di affetto a tutte le persone fragili che abitano in questa Casa, grazie.

“A volte le parole non bastano. E allora servono i colori.

E le forme.

E le note.

E le emozioni.”

(Alessandro Baricco)

EVENTI E FESTE

Pace e futuro camminano insieme

di Anna Gobbato con Laura Peretti

VALEGGIO SUL MINCIO (VR) - Il giorno 6 gennaio 2023 a Valeggio sul Mincio si è tenuta la marcia per la pace e per la convivialità delle differenze. Il traguardo è lo sport per tutti, da raggiungere insieme con la bandiera arcobaleno nel cuore dei partecipanti, organizzatori e volontari.

Dopo gli anni di stop forzato a causa della pandemia, le manifestazioni podistiche sì riprendono per le strade di molte città italiane, e non solo, per lanciare un grande messaggio di speranza, oltre che di ripartenza. La gara

non competitiva è stata promossa dall’Azione Cattolica -A.G.E.S.C.I. Valeggio, Cà Forneletti Caritas, Gruppo Missionario, L’Alveare M.A.S.C.I. Valeggio, Parrocchia di Valeggio - UNITALSI. Aderiscono: Amici di Fontanafredda - Chiesa Ortodossa -A.I.DO - AS.LI.PE.VA. - Associazione San Paolo - FIDAS - Associazione Toffoli. A seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, alcune associazioni hanno scelto di promuovere la Pace nel mondo.

La Casa di Riposo Casa Santa Elisabetta d’Ungheria ha deciso di “partecipare virtualmente” alla corsa podistica con uno scritto. A causa dell’età e fragilità, ovviamente, non è stato possibile pretendere di essere presenti. Le signore della Struttura, hanno voluto far arrivare le loro parole e il pensiero riguardante la pace, il camminare insieme per una società migliore, matura e attenta a tutti. Per questa occasione è stato drammatizzato il libro “L’albero alfabeto” di Leo Leonni.

Il tema che si sviluppa da questo testo è che nessuno si salva da solo ma che l’unione porta salvezza e la profondità nell’anima. Anche Casa Gaetano Toffoli di Valeggio sul Mincio ha aderito all’iniziativa di questo incontro per la pace e lo ha fatto inviando delle frasi che sono state pensate dagli Ospiti della Struttura e scaturite dopo che si è fatto un ragionamento sul termine pace e le sue implicazioni. C’è una frase che le racchiude tutte ed è che “la pace va costruita ogni giorno” con pazienza e devozione per garantire a tutti un futuro roseo e prospero.

22 CSA NEWS
Marcia per la Pace

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