NEW ENTRY - IL GIORNALE DELLA GENTE - Edizione del 30 giugno 2020

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Anno 26 - N°5 del 29/06/2020 - www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO Magazine

"Quando abbandonate un cane, perché “non serve più”, state insegnando ai vostri figli cosa fare di voi quando sarete vecchi..."

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NEW ENTRY il Giornale della Gente Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.

Anno 26 - N°04 del 29/06/2020 www.newentry.eu

Summary

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newentrycommunication New Entry Television I NOSTRI CONTATTI redazione@newentry.eu bergamo@newentry.eu brescia@newentry.eu Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 Tel.347 73 52 863 - Fax 178 22 87 172 DISTRIBUZIONE BRESCIA - MANTOVA - CREMONA Acquafredda - Asola - Borgosatollo - Calcinato Calvisano - Carpenedolo - Casalmoro - Casalromano Castelnuovo - Castenedolo - Fiesse - Gambara - Ghedi Gottolengo - Isorella - Leno - Milzano - Montichiari Montirone - Pavone del Mella - Poncarale - Pralboino Remedello Sopra - Remedello Sotto - Visano.... 02 22

pag.4 IL PICCOLO PRINCIPE

Riflessioni

pag.16 VIVERE NEL PRESENTE pag.18 CARO PALLONE... PANNA BICOLORE pag.28 L'ARTE DEL VIVERE pag.34 PER RIFLETTERE pag.38 LA CATENINA E IL FERMAGLIO pag.53 CON FIDUCIA pag.59 DEDICA A EZIO BOSSO pag.63 VIVERE IN LOMBARDIA

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CARO PALLONE...

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New Entry il giornale della gente New Entry Boffetti Gianluca

Editoriale

Società pag.07 GEORGE FLOYD pag.22 ALCOLISTI ANONIMI

Intrattenimento pag.31 RIDIAMOCI SOPRA pag.40 FIORI DI CHERNOBYL pag.41 LA FIGLIA DI CORONA VIRUS pag.60 TEEN WOLF

TESTIMONIANZA Cultura pag.15 INCENDIO AL VIGNOLA pag.37 IL NOME SERENA pag.56 AUTO D'EPOCA

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Anime nel Vento

pag.08 RITA PIVA / ZIA RINA LA CATENINA E IL FERMAGLIO pag.12 ADDIO LUCIA pag.20 CONIUGI COMINI pag.42 RICORDO DEI GENITORI

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Interviste pag.54 DENISE SENE

Itinerari DEDICA A EZIO BOSSO

pag.46 BRESCIA (2^ parte)

Animali pag.30 L'ETA' DEL CANE

A tavola

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pag.06 PANNA COTTA BICOLORE

Speciali

pag.09 L'OSTEOPATIA pag.25 CASA SHANTI TEEN WOLF pag.27 TENDENZA E MODA



EDITORIALE

IL PICCOLO PRINCIPE I grandi insegnamenti de “Il piccolo principe” ci trasportano in un mondo pieno di valori che rende ridicolo il modo in cui spesso ci comportiamo. È un libro ricco di parole, carico di sensibilità e di tenerezza. Una favola che tratta temi profondi, come il senso della vita, l’amore, la solitudine e la perdita. Il libro ci offre degli insegnamenti in modo che noi stessi possiamo essere persone migliori. Uno di questi è che le cose importanti sono quelle che non si possono vedere ma quelle che si sentono come l’amore, la bontà, la generosità e l’amicizia. Gesti che dovrebbero essere naturali ad ognuno di noi e che invece sono spesso sostituiti da odio, egoismo, invidia. Non contenti ci lamentiamo pure del mondo e continuiamo a ripetere come vorremmo che fosse senza però muovere un dito per migliorarlo. Facciamo svariate esperienze nella vita che spesso alimentano la nostra sfiducia nei confronti del futuro e del prossimo. Così facendo perdiamo la freschezza dell’innocenza: osservare, esplorare e

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sperimentare cose nuove che ogni giorno ha in serbo per noi. Smettiamo di avvertire la meraviglia racchiusa in qualsiasi cosa, smettiamo di vivere. Importante quindi mantenere forte l’entusiasmo e la voglia di vivere sempre anche quando sembra che tutto sia perduto. Altro concetto espresso nel libro è che dobbiamo imparare a conoscere le persone in profondità e non fermarci all’apparenza: spesso le giudichiamo quando invece possiamo creare un rapporto d’amicizia o d’amore solo se ci diamo la possibilità di conoscere e comprendere gli altri. Infine non mi resta che parlare dell’unica ancora di salvezza che ci rimane: l’amore ma anche questo sentimento comporta comunque dei sacrifici: è un sentimento che si costruisce tramite la collaborazione: quando uno dei componenti è disconnesso, l’altra persona sopporta tutto il peso e la relazione si distrugge. Affinchè entrambe le persone guardino insieme nella stessa direzione, con la guida e la forza dell’amore, è necessario condividere progetti di vita. Il fatto di condividere allegrie, esperienze e interessi comuni dà sostegno e vitalità a due anime che condividono un viaggio straordinario. Per concludere, un libro che dovremmo mai smettere di leggere o per lo meno fino a quando saremo in grado di mettere in atto i preziosi consigli che ci offre. Gianluca Boffetti

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ERANO...

Riflessioni

Era mio padre. Quello della foto un po’ sfocata nei necrologi di ieri. Era mio padre. Lo ricordo con una barba nera nera che mi insegnava a dare calci a un pallone nel parco sotto casa. Era mia madre. Quella signora elegante morta da sola in ospedale perché non si poteva entrare. Il dolore più grande. Lei. Da sola. Era mia madre. la prima macchina fotografica. Che mi faceva posto nel letto grande quando avevo la febbre e mi sembrava, sempre, l’unica Erano mio padre. Erano mia madre. cura possibile. Erano i miei zii, i miei vicini, i genitori, i parenti dei miei amici. Era mio zio. Quelli che, adesso, non possiamo piangere. Quel signore con gli occhiali che se n’è anda- Quelli che, adesso, non possiamo abbracciarto tra i tanti ieri. Era mio zio. Lo stesso che mi ci per lenire il dolore. Quelli che tu non sai chi portava a giocare con i modellini di aerei e mi sono. Ma io sì. faceva volare restando con i piedi a terra. Quelli che, per qualcuno, sono “muoiono solo i vecchi”, “sì, ma erano già malati”, “ne muoiono Era mia zia. molti di più per altre cause”. La signora senza foto. Solo data di nascita e di E, se sei tra quelli, vuol dire che questo, tutto morte. Era mia zia. Perché non possiamo nean- questo, non ti ha davvero insegnato niente. che andare a casa sua a cercare una polaroid (Gabriele Corsi, 16 marzo 2020) che la ritragga. Lei che a Natale mi ha regalato Gabriele Corsi

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gati. Versare una parte di composto al cioccolato e raffreddare in freezer. Versare poi il composto (quasi freddo) a base di panna e latte profumato alla vaniglia e di nuovo raffreddare. Terminare con il restante composto al cioccolato e raffreddare. Servire il bicchiere con panna montata Anna - www.cucinacreare.it

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Società

L’INGIUTIZIA DELLA GIUSTIZIA

A volte mi chiedo se siamo inebetiti e anche un po’ inebetenti su quanto ci circonda, ci avvolge, ci lascia permanentemente intossicati dalle nostre stesse tossine. Siamo così fraudolentemente invasi e pervasi da una comunicazione a dir poco borderline e da una informazione costantemente alla ricerca di superlativi assoluti che l’indignazione sta ben segregata nelle carte del baro turno. Negli States trucidano un altro afro americano, lo sbattono a terra, con le mani dietro la schiena, ammanettato, ma non perché armato, violento, in procinto di fare chissà che, soltanto perché tossico e un po’ recalcitrante a sottostare ai comandi impartiti. Dunque per questo meritevole di garrota lenta e soprattutto definitiva, e cosa non di poco conto, spettacolo elargito agli occhi di tutti, come a dire va bene così, come quelli che finiscono in galera, non sono più cittadini, neppure esseri umani, ma cose, oggetti, indifferenziata da eliminare in fretta. In questo caso, forse c’è qualcosa di più e peggio, del delirio di onnipotenza, che spinge all’omicidio, alla tortura, all’estinzione della più remota e tumefatta umanità. C’è la mera ideologia del razzismo radicato più ancora delle leggi, delle norme, della morale che veste i panni del moralismo e comporta la perdita di memoria, un salto all’indietro nella caduta più rovinosa. Grande America, siamo tutti estimatori della grande mela, del sogno americano, della giovane democrazia esempio planetario di intelligenza, diritti, giustizia. Gli esempi sono tali perché auto-

revoli, perché giusti, perché senza se e senza ma dall’altra parte di ogni ingiustizia. In questo caso un po’ meno, in questo caso ha soprattutto poco da insegnare a noi, agli altri, neppure a se stessa come nazione dei bisonti che non ci sono più, ma non per colpa dei pellerossa. Un altro afro americano è stato cancellato, in live, sotto lo sguardo di ognuno e di ciascuno, perfino l’audio chiaro e forte di chi lamenta una pietà negata, le parole di aiuto inascoltate, la morte incombente, nella feroce e incredibile volontà di uccidere un uomo indifeso, impossibilitato a qualsiasi azione. Sto morendo, sto morendo, a scuotere le coscienze, non il nero che ingiustamente non c’è più, ma le giustificazioni elargite indegne, le difese improponibili, disegnando artificiosamente e ancor più colpevolmente la dubbiosità di una morte a parer di qualcuno inspiegabile. Asfissia da posizione, un’apnea asfissiante davvero di termini scientifici e parole altisonanti per opporre cavillo su cavillo a un omicidio più chiaro della Giustizia stessa, che ancora una volta non farà il suo corso, né vedrà riconosciuta la sua equità nell’accompagnamento a difesa dei diritti inalienabili di qualsiasi cittadino. Checché qualcuno pensi diversamente: la giustizia è tale perché veste i panni opposti e contrari a qualsiasi in-umanità, perché mai complice né corresponsabile della sua prevaricazione ed eventuale sopruso. Vincenzo Andraous 07


ANIME NEL VENTO

PER RITA PIVA

ZIA RINA

Soffia vento di dolore e malinconia e quel senso di impotenza straziante. Donna d’altri tempi, Rita, riservata, in prima linea nell’ impegno sociale, amica sincera, sensibile, premurosa. di poche parole ma dal cuore grande. Maestra amata, madre, moglie, volontaria appassionata della cultura per il suo paese. Pensieri e ricordi affettuosi per lei, portata via senza un saluto né una carezza nel giorno di una Pasqua triste e solitaria, da un nemico invisibile e impietoso. Un abbraccio con un grazie per aver percorso con lei un tratto di vita.

16 GIUGNO Carissima zia Rina, oggi festeggiamo il tuo compleanno Quando stapperò la bottiglia sicuramente non brinderemo alla tua salute. Voglio farlo in barba alla morte che ha sì spento il tuo respiro, ma non la tua immensa luce. Quella brilla in ognuno di noi più forte che mai ed in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti e di conseguenza volerti bene. Non siamo ancora riusciti ad entrare nella vostra casa, il nido d’amore tuo e dello zio Aldo, aspettiamo che il tempo sgonfi un poco il nostro cuore. Che splendidi ricordi fra le vostre mura, il vocione rassicurante dello zio Aldo, la tua ineguagliabile ospitalità, i tuoi utili consigli mai invadenti sono ben vivi dentro noi. È arrivato il momento di stappare Cin Cin e adesso mi bevo tre bicchieri di spumante: uno per me, uno per te e uno per lo zio Aldo, e mi magno pure tre fette di torta, vaffanculo a zuccheri e alcool nel sangue. Tanto non devo guidare. Anzi vi chiedo una grande cortesia; se potete Guidatemi voi, lo sapete che io son bravo a sbagliare. Giordano

Dedicata alla “maestra Rita”, com’era definita la Signora Rita Zaina Piva ad Acquafredda. Un pensiero affettuoso ai suoi familiari, che nell’esempio di valori e d’amore che ha loro lasciato, la sentiranno sempre vicina. Ornella Olfi

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SPECIALE

COS'E' L'OSTEOPATIA? L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che utilizza esclusivamente tecniche manuali (senza ricorrere all’uso di farmaci) per trattare diverse patologie. È una scienza che si basa sulla profonda conoscenza dell’anatomia e della fisiologia del corpo umano, che si avvale sempre di un approccio causale e non sintomatico (ciò significa che l’osteopata va sempre a ricercare la causa del dolore e non si limita a trattare la zona sintomatica). Non si inquadra come medicina alternativa, ma bensì come medicina complementare, in quanto, l’osteopata può approcciarsi al paziente come unico professionista oppure affiancarsi alla medicina tradizionale e lavorare in equipe con altri specialisti per affrontare un disturbo specifico. Si tratta di una terapia incentrata sulla salute e non sulla malattia, che ha come obiettivo principale la ricerca del benessere psico-fisico della persona.

Quando rivolgersi all'Osteopata? Il trattamento osteopatico è adatto a persone di tutte le età, bambini, adulti, sportivi e anziani. È indicato per problematiche dell’apparato muscolo-scheletrico (lombalgia, cervicalgia, contratture muscolari, tendiniti..), della sfera viscerale (reflusso, gastriti, stipsi..), del sistema neurovegetativo (insonnia, stress…) e altre problematiche come emicrania, cefalee, sindrome del tunnel carpale, sinusiti, plagiocefalia. Come si svolge una seduta dall’osteopata? Una seduta dura all’incirca dai 45 ai 60 minuti. Dopo aver eseguito un’anamnesi conoscitiva, l’osteopata valuta attentamente la postura del paziente e la mobilità delle varie strutture corporee attraverso dei test palpatori. Una volta individuati i punti da trattare applica delle tecniche specifiche dolci che hanno lo scopo di allentare le tensioni e riportare le strutture nella corretta posizione. Dott.ssa Elisa Cerutti

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Riflessioni

DOMENICA DI FELICITÀ

Stamattina mi sono alzata e me la sono presa comoda: ho impiegato più di un’ora a fare colazione, e non perché abbia mangiato tanto, ma perché tra una cucchiaiata di yogurt e l’altra ho letto... Poi, mi sono decisa: la mia planetaria mi guardava da troppo tempo con sguardo mesto, chiedendomi di impastare qualcosina, sbattere anche solo qualche rosso d’uovo, così, tanto per non sentirsi inutile e riprendere un po’ di autostima e di fiducia in se stessa. Stava conducendo da troppo tempo un’esistenza senza senso, e mi guardava con occhi imploranti, tipo il gatto di Shrek. Non ho potuto resistere a quello sguardo, e così oggi ho fatto il pane e la torta per la colazione. E mi sono sentita ancora meglio. Ci sono attività che offrono innalzamento dell’umore garantito e immediato. Tra queste (rimanendo in ambito domestico) metto senz’altro: impastare il pane col profumo di lievito che ti rimane sulle mani; lasciare nella ciotola generose tracce di

quell’impasto morbido e spumoso versato nella tortiera e poi dedicarsi alla pulizia accurata della ciotola (slurp!); veder lievitare in forno pane e torta (non insieme), col relativo profumo che si diffonde per casa. Benessere puro. Così, dopo aver trafficato in cucina ed essermi dedicata a qualche faccenda domestica, ora sprofondo sul divano con grande soddisfazione. E subito dopo, un libro mi aspetta. Oggi sono felice. sguardiepercorsi

Sento parlare di soluzioni per ricreare foreste, associazioni di volontariato che piantano milioni di nuovi piccoli alberi, in zone e con tipologie variegate. Molto bene, ma non dimentichiamoci che la natura sa riformarsi con equilibrio da sola. Dall'uomo vuole solo rispetto. Impariamo a non distruggerla, quello si. Giovanni M. 10


Riflessioni

Riflessioni

LA SAGGEZZA DELL’ETÀ Poco tempo fa, ero all’ospedale di Mantova, avevo accompagnato mia moglie per una visita specialistica, mi sono seduto in sala d’attesa di fronte ad un signore molto anziano, ero stanchissimo perché di notte avevo assistito una manza a partorire e non avevo dormito niente, perciò mi addormentai quasi subito. Il signore di fronte mi svegliò strattonandomi la caviglia con il suo bastone, “ho paura che cadi per terra” mi disse, ed ogni volta che mi addormentavo lui mi svegliava, finché lui chiuse gli occhi, si addormentò e all’improvviso cadde in avanti, sono riuscito a prenderlo al volo per le spalle; sapete cosa mi ha detto? Hai visto che ho fatto bene a tenerti sveglio? Giordano

TRE PRIMAVERE

Cucciolo di donna, son passate già tre primavere da quando il cielo a noi ti ha Donato. I tuoi sguardi, i tuoi sorrisi, quei tuoi occhioni scuri, in cerca di mille risposte, fanno parte del lato più bello della nostra vita. Nonno, ti bacio sulla bocca, altrimenti mi pungi, Mi dici sempre così, io invece ti”mangerei” tutta, dolcissima ciliegina sulla torta di una vita che posso solo ringraziare. Ti auguro di realizzare i tuoi sogni, ma non passare la vita ad inseguirli, la vita è adesso, lei stessa è un sogno, e se qualcuno dovesse disturbare il tuo sonno, parlane con il nonno! Buon Compleanno Martina; Cuore Mio. Giordano

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ANIME NEL VENTO

ADDIO LUCIA, CONTINUA A SORRIDERE ANCHE DA LASSÚ “La vera amicizia resiste al tempo, alla distanza, al silenzio” (I. Allende) È stata spiazzante la scomparsa della mia carissima amica Lucia Vanoli, a soli 60 anni, amica fin dai banchi di scuola della prima elementare! Allora c’era la maestra unica, molto severa e intransigente, ma oltre alle materie scolastiche, ci ha insegnato con passione i valori morali della vita, quei princìpi che sono tuttora un valido pilastro per tutte noi, sue scolare. Da allora con Lucia, come con le altre compagne, pur essendosi divisi i nostri percorsi, era rimasto un legame invisibile, ma molto forte, di amicizia vera. Lucia salutava sempre volentieri, dalla vetrina del suo negozio storico in centro paese, aperto dai genitori negli anni cinquanta, portato poi avanti dal fratello per gli articoli elettrici e da lei per la parte di articoli regalo per la casa e complementi d’arredo eleganti e raffinati. Cordialità e riservatezza, sorriso aperto e sincero, tenacia, serietà nel lavoro e nel privato: queste qualità le avevano fatto conquistare l’affetto e la stima di molte persone che spesso si fermavano da lei non solo per acquisti, ma anche solo per fare quattro piacevoli chiacchiere. Anni fa aveva organizzato con entusiasmo un’emozionante serata, per una rimpatriata fra ex compagne di classe, alla quale mancava una nostra compagna malata, Claudia, scomparsa dopo poco tempo. Primo distacco lacerante…e ora lei. Proprio in quella triste occasione mi disse scherzando: “Mi raccomando quando morirò, scrivi anche a me delle belle parole come hai scritto a Claudia”, ma non avrei mai immaginato di doverle scrivere così presto! Lucia si era sposata giovanissima con Ercole, mancato prematuramente tre anni fa. Una coppia molto unita, che la morte ha separato mentre lei stessa stava già lottando contro la sua malattia, affrontata con tanta forza e dignità. Sapeva ben nascondere agli 12

altri le sue preoccupazioni, il grande dolore, la solitudine dopo molti anni di felice matrimonio anche perchè, diceva, così le aveva raccomandato il suo Ercole, che voleva “vederla” ancora sorridente ed elegante come lo era sempre stata. Per me e per le altre compagne, se ne va un pezzo della nostra infanzia, una grande amica e un esempio di grande coraggio nel superare le difficoltà; per i suoi figli e nipotini una mamma e nonna molto orgogliosa e fortemente unita a tutti loro; per il fratello un legame affettivo e lavorativo insostituibile; per Montichiari un’apprezzata storica commerciante, per vent’anni anche attiva collaboratrice con l’associazione commercianti del centro. Ciao Lucia, spero tu possa continuare a sorridere lassù, con la spensieratezza di quando eravamo innocenti bambine, insieme ai tuoi affetti più cari. Olfi Ornella

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Riflessioni

Zent de Munticiar Da fine maggio per fortuna tutta Montichiari, in particolare le vie del centro e Piazza Santa Maria, sono tornate a rianimarsi, anche se un po’ meno di com’erano fino a qualche mese fa. Nei mesi di emergenza la Piazza tristemente vuota era davvero un simbolo che colpiva il cuore, il Duomo sembrava sovrastarla ancor più imponente e protettivo, in un silenzio surreale. Ora, seppur con le dovute misure di sicurezza, i monte clarensi si sono riappropriati di questo insostituibile luogo d’incontro, centro storico del paese che ha visto da sempre susseguirsi eventi felici e tristi, feste patronali, eventi folcloristici e culturali, amori nascenti e addii, pettegolezzi e ricordi, l’alternarsi di attività commerciali vecchie e nuove… La piazza racchiude la vita di una città, la nostra, che mantiene il sapore paesano nel suo significato migliore: evolversi per stare al passo coi tempi ricordando le radici e il senso d’appartenenza di una comunità costruita sui valori intramontabili di gente semplice e forte. E noi monteclarensi abbiamo dimostrato di essere forti, altruisti e combattivi anche in questa tremenda situazione.

ZÈNT DE MUNTICIAR Zènt có la scorsa düra, nóter dè Munticiar. Na sóm fermacc quant stà ‘n casa l’éra l’ünica maniéra per sperà dè mia dàghela vinta al virus. G’hom pasat setimane dè póra, dè pensér gréf, g’hom sacrificat la libertà nel bel mèss de ‘na primaéra sc-iopada èn töta la sò belèsa, è adès sóm proncc a fas sö le màneghe per ricumincià. Turnarà la lezerèsa ‘ngossiada da grancc e picinì. Narom amó ‘n piassa a fà festa, a cöntasela e brasas sö sensa misürà distanse, a respirà arièta frèsca söl mont de San Prengase e sö ‘n Castel. Un grassie a chi s’è dat dè fà col cör èn mà, lagrime per chi g’hè nat vià sensa gnà èser salüdat, e contentesa per chi g’hè restat ‘n buna salute, le sa mes-ciarà ai ènsome per riscrìer un bèl dumà. Ornella Olfi

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1982

Segni nel Tempo

Incendio nel Palazzo del Vignola L’incendio del Palazzo del Vignola è un tragico evento che ebbe luogo nella cittadina umbra di Todi, in provincia di Perugia, il 25 aprile 1982. Il bilancio finale fu di 35 morti e oltre 40 feriti, e costituisce uno dei più luttuosi eventi in Italia dalla fine della seconda guerra mondiale. I fatti Già dal 1969 lo storico Palazzo del Vignola, in precedenza sede del seminario vescovile, era stato destinato ad ospitare, nel corso di ogni primavera, un’importante mostra di antiquariato di portata nazionale. La mattina del 25 aprile 1982 (ultimo giorno di apertura della XIV edizione), alle ore 11:03, all’interno del palazzo si sviluppò un incendio, scaturito per cause mai realmente chiarite (un corto circuito o un mozzicone di sigaretta oppure la deflagrazione improvvisa di gas, come ipotizzato dai periti di parte dell’organizzatore della Mostra), che si propagò rapidamente, favorito dai materiali altamente infiammabili (tessuti e moquette) utilizzati per l’allestimento dell’esposizione. Al momento il palazzo, privo di adeguate uscite di sicurezza, era gremito di gente (all’incirca 150 persone) fra visitatori, antiquari e personale di servizio. Molti dei presenti faticarono a trovare una via di uscita, mettendosi in salvo nei modi più vari, chi calandosi su corde gettate dall’esterno da soccorritori improvvisati, chi gettandosi dalle

finestre sul telone di un camion prontamente accostato dal suo proprietario alla facciata del palazzo, chi scendendo su scale portate dagli abitanti di Todi subito intervenuti, prima dell’arrivo dei Vigili del Fuoco giunti sul luogo da Perugia 50 minuti dopo il manifestarsi delle prime fiamme. Altre persone, invece, soprattutto all’ultimo piano, non riuscirono a mettersi in salvo, bloccate dal fumo e dal fuoco. Per il grande numero di morti ai funerali presero parte molte autorità dell’epoca, tra cui l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Sulla facciata del palazzo, nel frattempo restaurato e nel 1993 riaperto al pubblico, nel 2008 è stata collocata una lapide in memoria delle vittime. Conseguenze La tragedia, unita a quella analoga del Cinema Statuto di Torino verificatasi nel 1983, ha contribuito a modificare e migliorare la normativa nazionale antincendio, all’epoca ancora inadeguata e poco chiara.

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Riflessioni

VIVERE IL PRESENTE

Dietro l’angolo io ho un amico, in questa bella città che non ha fine. Già i giorni passano e le settimane trascorrono veloci, e prima che io riuscissi a capire questo, un anno è passato e io non ho mai più rivisto la faccia del mio vecchio amico. Per la vita è una corsa veloce e terribile. Lui sa di piacermi ancora tanto, come nei giorni in cui suonavo il suo campanello, e lui suonava il mio. Quando eravamo più giovani di ora e adesso siamo uomini stanchi e annoiati. Stanchi di giocare uno stupido gioco, stanchi di cercare di farci un nome. “Domani” dissi “Chiamerò Jim solo per mostrargli che lo penso ancora” e rimanda a domani e al domani dopo la distanza tra noi crebbe e crebbe.. Dietro l’angolo! Già lontani miglia e miglia. “Qui c’è un telegramma, signore” “Jim è morto oggi”. E questo è quello che ci siamo meritati alla fine. Dietro l’angolo, un amico perso. Ricordati di dire sempre quello che pensi. Se tu ami qualcuno, DIGLIELO. Non avere paura di esprimerti. Esci e dì a tutti quello che devi dire loro. Perché quando deciderai che sarà il momento giusto, sarà troppo tardi. Impossessati del giorno. Non ripensarci mai. E, molto importante, stai vicino a tutti i tuoi amici e alla tua famiglia, perché ti hanno aiutato a diventare quello che sei. Il segreto per vivere una vita serena. Quando avete pensato alla vostra felicità l’ultima volta? Da ragazzo, certo, ma di recente nel bailamme di casa, lavoro, amori, figli, problemi, spese, vacanze, quando vi siete fermati a pensare: sono felice? Cosa devo fare per sentirmi felice? Nel passato il tema era materiale di riflessione per grandi filosofi. Aristotele proponeva il giusto mezzo come strada per sentirsi realizzati. Epicureo il distacco dalle sofferenze e dalle passioni. Spinoza vivere le emozioni come se noi fossimo una divinità. Su tale argomento ho 16

letto che una volta si invitò un guru, cioè un maestro spirituale indiano, a tenere una conferenza spirituale in Europa. Il pubblico era attentissimo ed il sapiente iniziò con una domanda: “Perché voi europei non siete mai là ove vi trovate?”. Gli uditori non capirono cosa volesse dire; ma il maestro spiegò: “Voi quando siete a tavola, pensate al lavoro; quando siete in ferie, già vi affannate per il rientro; quando è la stagione delle rose, la vostra mente va ai crisantemi; quando è l’ora dei crisantemi, già siete alle stelle di Natale… Siete sempre sbilanciati: il corpo è qui e l’anima è là…: per vivere il domani, vi perdete l’unico spicchio di tempo che avete in mano, il presente!”. “Signori, attenzione - prosegue il guru - per essere felici, bisogna tenere accuratamente d’occhio il collo. Sì, avete capito bene: proprio il collo! Vi sono alcuni che cambiano il collo umano con quello della giraffa per allungarlo, quando più possono, sul domani. Ed eccoli vittime del “complesso dell’ombrello”: la pioggia è ancora al Polo Nord, e già se la sentono sui capelli, appena sistemati dalla parrucchiera. Altri invece si ammalano di torcicollo: si girano in continuazione per rimpiangere i mulini bianchi e le case senza antenne televisive. No, così non va! “Vivere” è un verbo che si coniuga solo al presente. Cos’è la vita? Per chi vive ottant’anni, la vita è una costruzione di 29200 blocchi di 24 ore ciascuno. Sta a noi scegliere di goderceli o di avvelenarli. Un solo consiglio per goderveli: iniziate le 24 ore con l’umore giusto. Un maestro di meditazione cinese diceva: “Svegliandomi al mattino, sorrido”. “Ho davanti a me un giorno nuovo.


Riflessioni

Faccio voto di viverlo pienamente in ogni momento e di guardare tutti gli esseri con gli occhi della compassione”. Un altro saggio aggiungeva: “Ho pregato appena sveglio. Il giorno è appena cominciato, e mi sono già preso il meglio che mi porterò dietro per tutte le 24 ore…” Finalmente il guru concluse: “Grazie per la vostra attenzione. La mia lezione non è stata di alto spessore intellettuale, ma, spero, di utile stimolo vitale”. Al di là di questa saggezza genuina ognuno di noi sa bene che, quando si è trovato ad affrontare situazioni di crisi, al lavoro o in famiglia, spesso ha scoperto riserve di forza che non sospettava, proprio perché ha saputo farle affiorare nel momento in cui ne aveva più di bisogno. E allora? Bisogna essere più realisti soprattutto perché è

difficile capire davvero che cosa vogliamo. E’ facile sbagliare la scommessa, desiderare quello che non ci appagherà e temere quello che invece ci è utile. Affrontare i fatti, non sfuggire alla realtà, come se ne avessimo paura, guardare negli occhi la nostra vita, senza chimere e senza incubi. E’ la strada giusta per la felicità? Non lo so. Di certo è il modo corretto per evitare le trappole delle illusioni e delle angosce e avere una vita vera, senza fantasmi, mi pare già più vivibile. Ho poi la speranza (ma forse già mi illudo), che la vera felicità sia questa consapevole accettazione della nostra esistenza, un mondo in cui fare un castello di sabbia con una bambina in riva al mare, contenga ogni verità. Manu Riflessioni

E’ RITORNATA...

NON SAI ANCORA NIENTE DI ME

Gemme di Smeraldo adornano i rami, corolle di meravigliosi colori punteggiano i campi, un verde più intenso fa spiccare i prati. Fragoroso il cinguettio della rondine che finalmente è arrivata al suo nido, com’è felice, sembra abbia tagliato un traguardo; le lucertole sul muro rivolto al sole sono intente ad assorbire tutto il calore; le api girando di fiore in fiore, fanno incesto di polline da portare al loro alveare. La primavera è ritornata, peccato, bellissima donna, che quest’anno non ti possa abbracciare, ma sai che ti dico? Stringiamoci forte, la tua “corona” di fiori, fa bene solo al cuore. Giordano

Non mi avrai mai conosciuta davvero se non conosci le stelle che mi hanno vista piangere e la strada che ha infettato le mie ferite. Non saprai mai davvero di me se non ti sei mai chiesto da quali sogni sono popolate le mie notti e in quali demoni ho intrappolato le mie incertezze. Dimmi, hai saputo mai nulla con certezza di tutti quei silenzi con cui ho risposto alle inquietudini e le fughe improvvise dalla realtà per non soccombere alla cruda verità? Raccontami se sai cosa mi esalta e cosa può annientarmi, se amo un colore e ne detesto altri, se sorrido con la morte nel cuore e so piangere singhiozzando, per la felicità di un tuo bacio. Spiegami, ti prego, se hai mai davvero capito cosa mi umilia e se i sogni che mi svegliano di notte hanno visto le tue braccia contenermi. E se sai di cosa ho un bisogno assoluto, per non perdermi nel percorso. Dimmi se oltre le mie labbra riesci a cogliere un momento felice o un dispiacere, se conosci le mie mani e comprendi il linguaggio delle mie carezze. Ma se di tutto questo non riconosci nulla...se la tua conoscenza di me si limita alla mappa degli angoli del mio corpo... allora lascia stare. Non sai ancora niente di me. Pinella Gambino 17


Riflessioni

Caro pallone... Caro Pallone, ormai sono passate diverse settimane dall’ultima volta che ci siamo visti. Se avessi saputo che sarebbe trascorso tutto questo tempo, ti avrei salutato in maniera diversa e invece purtroppo non l’ho fatto. Forse ci sarai rimasto male, avrai pensato che ti abbia abbandonato, ma non è così. Questo maledetto virus ha cambiato improvvisamente la vita di tutti noi, molte persone non ce l’hanno fatta, mentre tante altre sono scese in campo per disputare una partita, ancora più importante, rispetto alle nostre di pallavolo. Caro Pallone, la cosa brutta è che la fine dell’emergena è ancora lontana e per questo non ci vedremo ancora per un po’ di tempo. Voglio dirti allora alcune cose. La prima è che mi manchi tantissimo, mi mancano le ore in palestra insieme, i palleggi contro il muro, gli esercizi in ricezione e poi naturalmente le schiacciate. Non sempre siamo andati d’accordo, pensa a quando non mi hai ubbidito con il bagher, a quando in attacco hai voluto infilarti nella rete o a una delle rarissime volte che ho fatto muro, ma per dispetto sei uscito dal

ACCIAIERIE DI CALVISANO PIU'39 Dopo aver disputato un campionato eccellente sia dal punto di vista del gioco sia per quanto riguarda i risultati, la squara essendo giunta 1^ in classifica ha partecipato alla fase successiva sovvertendo ogni pronostico della vigilia prima vincendo in casa a 18

campo. Ti voglio chiedere anche scusa, spesso quando ho sbagliato mi sono arrabbiato con te. Ti ho sbattuto forte a terra e alcune volte ti ho perfino preso a calci. Nonostante questo, non ti sei mai offeso, hai fatto un bel rimbalzo e sei sempre tornato da me. Adesso ti chiedo di avere un po’ di pazienza, io devo restare a casa, mentre tu in palestra, insieme ad altri amici: campo, rete e aste. Caro Pallone, voglio salutarti con una grande promessa... Quando tutto sarà finito, una delle prime cose che farò sarà correre da te e, dopo una bella pulita, ti abbraccerò forte. Molto forte. Fipav

Isorella contro lo STADION BIANCA UNITED VOLLEY BALL e poi dimostrando carattere e grinta nella difficilissima trasferta di Boario Terme contro ANTICORROSIONI CAMUNE. Rivediamo insieme queste due avvincenti gare inquadrando il qr code.

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ANIME NEL VENTO

MEZZANE IN LUTTO ANCHE PER I CONIUGI LUIGI COMINI E LUCIANA BURATA Lui ha lavorato per 37 anni dalla ditta Baroni a Carpenedolo, Lei era di Isorella Anche Mezzane di Calvisano, così come la terra bresciana è stata martoriata dal virus, dal 10 marzo al 18 maggio ben 16 dei suoi abitanti se ne sono andati in silenzio, nei letti degli Ospedali o delle Case di Riposo, alcuni a casa. Con il dolore dei congiunti, di frequente anche loro in isolamento forzato, parenti e conoscenti. Persone morte, private del rito delle condoglianze, del funerale nelle forme consuete. Ogni morte per coronavirus o di altre malattie, di questo tragico periodo andrebbe ricordata con la storia di vita di ogni persona e del dolore per i propri cari. Fra queste nella frazione mezzanese resta ancora inconsolabile e impensabile per le famiglie dei figli Mauro e Lorenzo Comini, che a fine aprile hanno visto la morte del papà Luigi di 73 anni, compiuti il 26 febbraio, e trenta giorni prima della mamma Luciana Burato di 69 anni. Molto conosciuti a Mezzane per la loro solarità e presenza attiva nel paese. Luigi, collaboratore parrocchiale, lo si è visto in passato come barista all’Oratorio, al lavoro per le feste dello stesso, presente e attivo in altre iniziative parrocchiale o del paese. Lei, molto affabile, attenta alle conoscenze del paese, pronta a meravigliarsi di tutte le piccole cose, che con il suo stupore diventavano grandi. Preoccupata come ogni Mamma, aveva dedicato tutto per la famiglia. Era impegnata da tanti anni nel Gruppo Missionario e per la pulizia periodica all’ambulatorio medico. La loro scomparsa ha lasciato in tanti un vuoto. Una famiglia ben voluta è sparita nel nulla. Nipotini senza nonni, figli senza genitori, parenti ed amici senza riferimento. Dal matrimonio del maggio 1973, avevano vissuto con i genitori di 20

Luigi e Luciana ancora insieme Luigi, e coi nonni erano cresciuti i figli. Negli ultimi 27 anni, dopo la morte della Suocera Lucia, in particolare Luciana ha accompagnato ed accudito alla faccende domestiche, anche il suocero Giulio deceduto quindici mesi fa a 105 anni. Prima ai Tesoli, poi dal 1982 al Villaggio Orientamenti, realizzato dall’omonima Cooperativa, formata con amici per diventare proprietari di una moderna abitazione. L’abitazione bifamiliare era accanto alla famiglia della sorella Maria Agostina Comini, porta a porta, con la stessa fontana, giardino, orto sul retro, quasi un vivere in una comunità aperta dell’andare e venire per ogni necessità. In particolare la sera, quando il nipote disabile, Isaia andava dalla zia Luciana, importanti e preziose ore di integrazione sociale e di affetto donate per 33 anni. Luciana era da pochi anni pensionata, avendo lavorato quindici anni da giovane a Isorella dove era nata. La famiglia era venuta nella bassa bresciana proveniente dal Veneto. Nelle sue ultime


ANIME NEL VENTO

telefonate dall’Ospedale si preoccupava dei funerali dei mezzanesi, come quello di Umberto Zorzetti. Aveva fatto in tempo a vedere le prime morti senza funerali, una tragedia di tristezza per tutti diceva, di cui lei poi è stata direttamente coinvolta. Luigi, dopo l’avviamento professione, è stato assunto come apprendista recandosi a Carpenedolo con il motorino, il diffuso allora 48. Svolgerà il militare nell’Aeronautica a Piacenza, dove si recava con la Vespa che lo ha accompagnato, prima dell’acquisto della Fiat 500. Diventerà esperto saldatore e per 37 anni lavorerà da Baroni Ribaltabili a Carpenedolo, ottenendo per questo nel 1999 il Premio di Fedeltà al Lavoro.

Luigi: Premio di Fedeltà al lavoro Dopo il pensionamento come hobby ha lavorato i pochi ettari di terreno del Padre. Qui nella semplice e vecchia casa contadina, da tempo nel pomeriggio era convegno di un gruppo di amici pensionati. Anch’essi smarriti per quanto accaduto ai due coniugi, relativamente anziani, di buona salute Lui, mentre Lei stava combattendo positivamente con un tumore, che non stava dando ripercussioni negative al suo fisico di aspetto giovanile. Il 2020 non è stato l’anno che si aspettavano.Solitamente la combinazione dei numeri portano fortuna. Febbraio con il 29, la loro casa con il 13, all’Ospedale quel sabato 21 marzo. Invece tutto si è tramutato in una maledetta primavera, iniziata con il calvario della malattia per tutti e due, dopo alcuni giorni di febbre. A piedi hanno percorso i pochi scalini dall’abitazione per salire sull’autoambulanza,

Luciana con la Mamma Antonietta ed il Suocero Giulio non vi ritorneranno più. Ricoverati all’Ospedale di Montichiari, Luciana morirà la settimana dopo, mentre Luigi viene trasferito al Civile di Brescia. La terapia intensiva pare dare positivi risultati, si pensava già alla riabilitazione, ma dopo 40 giorni il suo cuore forte si è fermato. Insieme riposano nel cimitero di Mezzane, lasciando smarriti e angustiati i figli Mauro e Lorenzo, con le mogli Katia e Ilaria, i cari nipotini Mascia e Luca, così come per la sorella di lui Maria Agostina con Marino, Samuele e Isaia. Con il grande dispiacere di quei tragici e disperati giorni in ospedale, nella totale solitudine, di funerali quasi nascosti, senza saluti dei propri cari che amavano, degli amici e compaesani. Luciana, lascia anche la mamma Antonietta di 97 anni e i fratelli Guerrino, Liliana, Antonella e le loro famiglie. Marino Marini

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al compagno. Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna e eravamo sempre sorridenti. Noi che alle gite non potevamo uscire dalle camere la notte. Noi che se sospettavamo che ci volevano fare la puntura, ci nascondevamo sotto il letto. 21


ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

IMPOTENTE DI FRONTE ALL’ALCOL PERSI TUTTO Il mio nome è Massimo e sono un’alcolista. E’ da qualche mese che ho smesso di bere. Ho iniziato a bere con gli amici per scherzo pensando che tanto avrei smesso quando volevo ma purtroppo ho dovuto ricredermi perché sono arrivato al punto di perdere il controllo ripromettendomi che avrei smesso di bere domani e poi domani di nuovo ma invece non era così. Pensavo che un matrimonio mi potesse aiutare a mettere la testa a posto ma invece non è stato così. Io avevo tutto. un lavoro, una moglie, due figlie, una casa e due macchine e non capivo perché non ero soddisfatto. Con il mio amico alcol persi tutto. Dovetti andare in comunità con la speranza di smettere di bere. Passarono tre anni e credevo di essere “guarito”. Ero molto sicuro che, una volta uscito, non avrei più bevuto ma poi il mio amico alcol si è rifatto vivo e sono ricaduto. Questa ricaduta mi costò molto, non capivo... ma come? L’astinenza degli ultimi anni non conta nulla? Impotente di fronte all’alcol persi TUTTO!. Nel frattempo conobbi una persona, oggi a me molto cara, che mi aiutò nel limite delle sue possibilità. Capii allora che avevo bisogno di fare qualcosa per riuscire a rimanere so-

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brio. Disperato, decisi di farmi aiutare da uno psichiatra e un giorno, nel suo studio, vidi la locandina di Alcolisti Anonimi con il numero di telefono. Chiamai e mi rispose un amico dicendomi di venire al gruppo: ”prova a frequentare una riunione, prova a vedere come ti trovi”. Da quel giorno non ho più smesso di andare al gruppo. Ho trovato persone che hanno gli stessi miei problemi e nel sentire i loro hanno aiutato me a restare sobrio. Ciò che mi ha colpito è stato anche il sorriso delle persone. Quando vado al gruppo mi trovo bene e ciò mi aiuta a riflettere in modo sobrio su quello che provo e devo fare. Per riuscire a restare sobrio so che devo mettere in pratica la pazienza, la tolleranza con me stesso e con gli altri e tutta la mia buona volontà di andare avanti. Quando ero nel problema mi sono ritrovato a non avere nessun amico e vivere perciò in solitudine ma nell’andare in Alcolisti Anonimi ho trovato amici che mi aiutano nel condividere la loro esperienza di vita con le nostre situazioni. Trovo in loro tanta onestà e amore e nel sentire le loro testimonianze spesso mi vengono i brividi da quanto sono forti. Dopo anni senza aver bevuto, ho trovato finalmente un lavoro, piccolo ma che è un inizio per il mio percorso di vita. Sono molto contento di averlo trovato e non perdo la forza di continuare a cercare di migliorare la mia vita. Grazie ad Alcolisti Anonimi per questi mesi di sobrietà . Serene 24 ore a tutti Massimo Numeri utili Referente provinciale Brescia 334 73 44 880 Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it


Dopo

ICELAND

Il n uovo rom anzo di Samu e l e Alin ovi

e

Nord-ovest dell’Islanda. Nella tranquilla località di Arnarstapi si è appena consumato un inquietante delitto; la soluzione del caso viene affidata a un detective inglese ingaggiato dalla polizia locale. Parallelamente alle indagini, prendono corpo le vicende personali di due amici: il primo è un italiano, trasferitosi sull’isola alla ricerca di un riscatto, mentre il secondo è un giovane islandese che scopre che l’omicidio potrebbe avere un legame col suo passato. Ma la protagonista della storia è Iceland, la terra di ghiaccio, con la sua immobilità silenziosa e le sue forze oscure che, nel corso del romanzo, finiscono per prevalere sulla volontà delle persone.

Anche in ebook

Recensione di Roberto Forconi per ThrillerNord

Ci immergiamo con l’anima pura in uno scenario nordico fatto di ghiacci e distese di sabbia lavica, laddove mitici silenzi parlano di leggende sussurrate e magie lontane nel tempo. Sorvoliamo quei luoghi dove l’acqua dell’Oceano Atlantico accarezza il verde incontaminato e ci fermiamo nel sud estremo della penisola islandese, in un villaggio fatto di qualche casa sparsa, chiamato Arnarstapi. E’ qui che inizia questa storia con il ritrovamento di un cadavere tra i ghiacci; Viggo era un ragazzo di appena 17 anni e l’ultima volta che è stato visto era in compagnia del gruppo di escursionisti. Una scomparsa che desta stupore e che sconvolge la vita di due amici, Natan e Rafael arrivati da poco in paese per lavorare in una fattoria. Lo scrittore Alinovi utilizza il leitmotiv del giallo per narrare una storia che si addentra nella psiche della terra dei ghiacci, andando a scovare quell’intimità fatta di personaggi locali, in un crescendo di colpi di scena fino a che girando l’ultima pagina se ne vorrebbero leggerne ancora. Un giallo mystery che potrebbe essere paragonato alle atmosfere del libro “Picnic a HangingRock” dell’australiana Joan Lindsay, dove tutto sembra il contrario di quello che appare, e sono i personaggi a far da traino alla storia. C’è tutto l’amore per una terra lontana e ricca di storia nella ricerca della verità del detective Gynt venuto dal grigiore di Reading in Inghilterra per affiancare la morbidezza e la tranquillità di una Penisola non abituata a crimini efferati – “Qui da noi non siamo abituati a girare con le pistole d’ordinanza”. Questo libro ha una potenza evocativa non indifferente e una scrittura così snella da far volare vorticosamente le pagine del libro. Differente dagli stilemi nordici a cui siamo abituati, il libro sorprende soprattutto per la sua volontà di trasportare con colori, suoni ed eventi il lettore nell’indagine. Preparatevi dunque ad ascoltare la lontananza e il fascino senza fine dei Sigur Ros, e le leggende di demoni e folletti del Nord. E magari, a fine lettura vi verrà voglia di prenotare un lungo viaggio verso questa bellissima terra.

SAMUELE ALINOVI è su


Ed è Poesia

"POLVERE" di Laura Gorini Sono polvere, polvere di cemento, di sangue e di gente... Polvere che mi si incolla sulla pelle e che mi fa male. Mi fa un male cane! Mi brucia, mi ustiona l'anima, il cuore e la mente... Dio aiutami tu! Non so più chi sono, da dove vengo. Perché sono venuta al mondo? Che senso ha la mia presenza qui ora? Che ci faccio sdraiata su questo asfalto nero? Nero come questo cielo senza stelle che mi sovrasta. Che mi penetra nelle ossa, che mi fa rabbrividire di solitudine e di paura. Tremo! E tu, dove diamine sei? Dove ti sei nascosto? Forse ti sei rifugiato lì, dietro a quel grande faggio

che con i suoi rami pare voglia stritolarmi? Aiuto, si avvicina minaccioso, posso sentire il suo alito vicino a me, il suo tronco sfiorarmi la pelle... Salvami! Ma dove sei Padre mio? Perché mi neghi il tuo assenso, il tuo calore e il tuo amore? Perché non mi permetti di vedere la Luce, la tua Luce? Dove sono andate le stelle, le mie stelle, che mi mostravano la Via? Sono cieca, sono una barca in mezzo al mare, un cane senza un padrone, il suo padrone. Parlami, Padre! Parlami ancora, almeno una sola volta. Parla ancora a me, povera figlia senza più un dio...

Laura Gorini, addetto stampa, scrittrice, editor, ghost writer e poetessa. Nata a Brescia nel 1982, ama da sempre la scrittura, la lettura e la letteratura. E' ariete e si definisce una sognatrice realista. 24


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TENDENZE & MODA - 2^Puntata

TENDENZE & MODA

Rubrica a cura di Romina Sirani e trasmessa su Radio Smeraldo ogni sabato alle ore 15:30 per un totale di 4 appuntamenti da sabato 22 febbraio a sabato 14 marzo 2020. Le puntate già andate in onda sono disponibili sul canale ufficiale Youtube di Radio Smeraldo. Andiamo ora più nello specifico degli outfit, partendo dai capospalla; quindi soprabiti, giacche, blazer e giubbotti rigorosamente in pelle e in vari colori dove, oltre al classico nero, troviamo il marrone nella tonalità del cioccolato, il beige, il bianco, le tonalità del rosso fragola, modelli sia a doppio petto che sempio petto, dalle linee morbide ed allungate con eventuale cintura che sottolinea il punto vita, ma le spalle sono rigorosamente oversize per il richiamo degli Anni '80. Per quanto riguarda le gonne abbiamo ancora quelle plissetate, in pelle e in denim, ma arricchite da bottoni e maxi tasche laterali. Vediamo ancora sulla cresta dell’onda le gonne lunghe fino ai piedi ed i modelli mini, dalle stampe animalier a quelle dai colori più vivaci, ma la grande novità sono le gonne midi, dette anche a matita, proposte sia a fantasia floreale che in tulle, in tessuto di tweed e di seta. Per quanto riguarda i pantaloni ne abbiamo per tutti i gusti, a vita alta a quadri e quadretti, modelli fluidi e morbidi a righe. E, ancora, modelli extra large, che sembrano una gonna lunga e ampia, modelli a sigaretta che lasciano intravedere la caviglia in fantasia orientale, pantaloni capri nei colori pastello, i modelli culottes cioè a vita alta, lunghezza al polpaccio e dal taglio scampanato proposti nella fantasia floreale e, per finire, il modello più glam in glitter e paillettes. Un grande ritorno per questa primavera 2020 sono le camicie con modelli a righe dal taglio maschile, modelli ampi con maniche a sbuffo o ancora dal taglio dritto a maniche corte. E poi da non tralasciare è l’intramontabile camicia bianca. Concludiamo questa carrellata con gli abiti di cui ne abbiamo un’ampia scelta. Per le lunghezze vanno sia midi, mini che lunghi; modelli asimmetrici, con spalline sottili, con drappeggi e con abbottonatura lunga sul davanti. Trionfano le stampe a pois, l’animalier e le romantiche fantasie floreali. Per i colori, oltre alle tinte pastello ed al nero, troviamo le tonalità del blu e viola. Per i tessuti si passa dallo chifon alla maglia fino al tulle. Romina Sirani ph: Damiano Conchieri GRAFICA E STAMPA

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Dedica a...

L’ARTE DEL VIVERE

Dedicata alla mia mamma con amore immenso. Ti definisti “artista” e artista lo sei stata davvero. che cosa ti ha dato? Perché fosti così severa con Volevi insegnare a me, cosa significava essere Renato? Avresti dovuto saperlo che l’uomo è cacartista. Dicevi che ci sono degli artisti che creano ciatore per natura e se poi lui visse una insignifidella vita un’arte. Avrei da chiederti ancora qual- cante avventura, potevi perdonarlo, no? cosa... ma diventa sempre più difficile comunicare Potevi recitare anche allora una parte. No. Tu no. con te, perché ogni volta che ti chiamo non so più Tu accettavi solo ruoli da prima donna. E prima in quale lingua parlarti. donna sei stata. Poi rinunciasti a cose futili, per Ti sento sempre più lontana. Non ti sei accorta che diventare l’artista del saper vivere. Ripercorrere il tempo è diventato urgente, che stiamo sprecan- il tempo a ritroso è sempre un poco doloroso. do distanze, inutilmente, e che non torneranno più Ma che vita che abbiamo vissuto, non la cambierei i giorni degli eventi e che l’avvenire è più corto, più con nessuno. Giuro. serio, più flebile. Meno intenso. Noi siamo le artiste, dell’arte del vivere. Io mi domando: perché non hai voluto vivere vi- E tu hai insegnato a me di non cambiare. cino a me? Avrei potuto accudirti, come fanno Di non barattare la fanciulla in me con la donna tante famiglie. Ma tu no. Tu no. fatale. Noi non temiamo il furore degli eventi. Non lo hai voluto fare. Sei troppo indipendente. Ti Siamo state plasmate da mani forti e sapienti. piace vivere per i fatti tuoi. Da artista. Ovviamente. Siamo le libellule di una stagione sola. Tu allora, come ora, non te ne fregava niente. Noi siamo le artiste del saper vivere. Donna piccola e bizzarra. Codarda. Fiera e corag- La morte non la temiamo. Incomincio anche ad giosa. Hai preferito startene in solitudine ad aspet- assomigliarti. Sempre di più. Anch’io come te ho tare che un regista ti desse l’ennesima parte. Da conosciuto il disordine, ma anche il valore di senrecitare e da cantare. Sarai l’Aida? O sarai la Car- timenti forti e profondi, il dolore, le gioie (poche) i men? Mentre io sono qui che penso a cosa è giu- sogni (tanti). I miei cassetti traboccano di poesie, sto fare. A rimurginare. Da persona quasi normale. come traboccavano i tuoi di musica. Con la tua passione eri arrivata in alto, ma mai Come te, non butto via niente. E mai niente mi oltre, per non rinunciare ad una vita da bohémiene. ritrovo. Nessun programma, nessuna aspettativa. All’essenza delle cose. E sorrido alla gente, come dicesti tu di fare. Ora ti ritrovi in compagnia di fantasmi (io ti doman- La tua fu quella di scalfirmi il pensiero di quedo chi sono io, Desdemona o Violetta?) e a guar- sta arte. Se potessi chiedere un favore a Dio, gli dare da vetri appannati gli anni consumati. Ma so chiederei di farmi ritornare bambina per una sola anche che, da brava artista che sei, saprai goderti giornata di sole, a ripercorrere le vie innevate della gli ultimi applausi delle foglie al vento e a recitare nostra città, con te che mi traini la slitta sulla neve. con gran maestria la scena finale. Te e papà sottobraccio, a guardare le vetrine in Chissà se ti ricordi ancora, quando studiavi canto festa. Ma so già che quel Dio non potrebbe ace speranzosa gorgheggiavi. Già ti vedevi dal primo contentarmi, perché non è mai successo che tu, istante cantante. E tuo padre che brontolava e di- papà ed io fossimo una famiglia normale. Perché? ceva: “Vai a lavorare che è meglio”. Perché noi siamo artiste. Artiste del vivere. O del Perché non hai continuato? Le altre lo hanno fatto. sopravvivere. Soprattutto siamo straordinariamenE tu che avevi incominciato così bene, hai rinun- te egoiste! ciato per un grande amore e quel grande amore Claudia 28


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EVENTI

Visite guidate al Castello di Padernello

Le visite guidate al Castello sono possibili dal Martedì al Venerdì alle ore 10:00 oppure alle ore 15:00. Sabato alle 14:30, 15:30, 16:30. Domenica alle 14:30, 15:00, 15:30, 16:00, 16:30, 17:00, 17:30.I gruppi sono composti da massimo 10 persone.La PRENOTAZIONE è OBBLIGATORIA, anche per chi è già in possesso di vouchers. L’ingresso senza prenotazione NON è garantito. Per prenotare telefonare allo 030.9408766 (in orario d’ufficio) oppure scrivere un’email a info@castellodipadernello.it

Torre Medievale e Museo Orma a Pezzaze (Bs) Non perdere una giornata in compagnia degli amici dell’Associazione Scoprivaltrompia. Ti immergerai in epoche passate e cariche di grandi emozioni Aperti tutte le domeniche e festivi dalle ore 14.30 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30) Per maggiori informazioni consultare il sito internet www.museoorma.it oppure contattare anche via whatsapp 333-1425093 Info: https://scoprivaltrompia.it/ 29


BEST FRIENDS FOREVER

L’ETÀ DEL CANE

L’aspettativa di vita di un cane è molto più limitata di quella di un uomo, pertanto le varie fasi della vita vengono raggiunte e superate da un cane in un tempo relativamente breve per noi umani. A qualsiasi padrone di un cane sarà venuta in mente prima o poi l’idea di sapere a quale età “umana” si può paragonare quella del proprio animale, cercando di capire se il proprio cucciolone di un anno è paragonabile a un bambino di 10 anni o a un adolescente di 18, oppure se il proprio fedele quattro zampe che ha ormai 10 anni è come un umano sessantenne oppure è più vicino agli acciacchi di un novantenne. Si dice che per calcolare l’età di un cane basti moltiplicare 7 anni umani per ogni anno di vita del cane. In realtà il calcolo fatto in questo modo è molto approssimativo. La taglia che un cane rag-

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giunge da adulto determina già in partenza l’età massima e media che può raggiungere: per un cane di taglia grande ogni anno vale molto più di 7, invece per quelli di taglia piccola un anno vale all’incirca 6. I cani di taglia piccola hanno una vita più longeva e mediamente possono vivere da 15 a 18 anni. I cani di taglia media invece di solito vivono al massimo 13 o 14 anni. Quelli di taglia grande vivono mediamente intorno ai 9-11 anni. Nella seguente tabella si riporta una stima indicativa dell’età equivalente per un cane in funzione della taglia (considerata per un esemplare adulto della razza). redazione

Età del cane

Equivalenza in anni umani Peso inferiore a 9 Kg

Equivalenza in anni umani Peso da 9 e 23 Kg

Equivalenza in anni umani Peso da 23 e 41 Kg

Equivalenza in anni umani Peso oltre i 41 Kg

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

15 23 28 32 36 40 44 48 52 56 60 64 68 72 76 80 84 88 92 96

15 24 29 34 38 42 47 51 56 60 65 69 74 78 83 87 92 96 101 105

14 22 29 34 40 45 50 55 61 66 72 77 82 88 93 99 104 109 115 120

12 20 28 35 42 49 56 55 64 71 78 86 93 101 108 115 123


RIDIAMOCI SOPRA

Un tizio al ristorante ordina tortellini in brodo. Dopo poco arriva il cameriere con la scodella fumante di tortellini e il tizio nota che il cameriere tiene il pollice ben dentro il brodo. Per evitare polemiche non dice niente e, anche se un po’ schifato, mangia i tortellini. Poi ordina per secondo cotoletta e purè di patate. Dopo poco arriva lo stesso cameriere con il pollice infilato nel purè. Ancora una volta il tizio fa finta di niente e si mangia il secondo, sempre più schifato. Poi ordina un caffè. Dopo poco arriva lo stesso cameriere ancora con il pollice tutto dentro la tazzina. A questo punto il tizio sbotta: “Ora basta, ragazzo! Non puoi proprio fare a meno di tenere il tuo dannato pollice dentro tutto quello che mi devo mangiare?”. “Abbia comprensione, signore. Ho il legamento del pollice slogato, e il mio medico si è raccomandato di tenerlo sempre al caldo!”. E il tizio, con tutto il cuore: “E allora, ficcatelo nel sedere!”. “È quello che faccio, signore, tra una portata e l’altra...”. Un ragazzo si presenta all’ufficio anagrafe e chiede: “Vorrei rinnovare la mia carta d’identità”. “Bene, ha portato la vecchia?”. E il giovane: “Certo! Nonna, vieni, che vogliono anche te!”. Un malato dal dottore: “Quanto mi rimane? Un anno?”. “Meno!”. “Un mese?”. “Meno!”. “Un giorno?”. “Meno!”. Esce sconsolato e vede passare un carro funebre: “Taxi!”. Al circo, entrano i clown nella pista e cominciano il loro numero di lazzi e capriole, con grande successo di pubblico; tutti si divertono e battono le mani tranne un tizio in prima fila con l’aria leggermente schifata. Dopo un po’ il tizio commenta ad alta voce: “Che cosa triste dover

fare il buffone per tutta la vita!”. E un clown risponde: “Perché non fa come me? Io lo faccio solo due volte al giorno!”. “Sei l’unica donna della mia vita” come diceva Adamo. Qual è la differenza tra matrimonio e divorzio? Basta pronunciare poche parole in chiesa per sposarsi e poche parole durante il sonno per divorziare... Bepi è andato in pensione, ormai ha 65 anni e tutti lo considerano un amabile vecchietto. Un giorno va a trovare l’amico Toni che è proprietario di un distributore di benzina. Questi lo convince a venire a lavorare alla pompa per arrotondare la pensione. Una mattina arriva una fiammante Ferrari rossa decapottabile con alla guida una splendida bionda che lo chiama: “Ehi, vecchietto, mi fa il pieno per favore...”. Bepi a sentirsi chiamare “vecchietto” ci rimane male, vorrebbe rispondere per le rime, ma l’amico Toni lo calma e gli dice che con le clienti deve avere pazienza. Bepi pur fremendo si trattiene e fa il pieno alla bionda. Il giorno dopo la storia si ripete. Arriva la bionda che lo chiama: “Ehi, vecchietto, mi fa il pieno”. Bepi è furibondo, ma Toni riesce a calmarlo. La bionda parte salutandolo: “Grazie vecchietto” e sgomma via. Il giorno dopo Bepi vede arrivare la Ferrari e la bionda e decide di fargliela pagare, tra sè e sè mormora “ora le faccio io vedere il vecchietto”. Bepi le si avvicina, mette la pompa della benzina nel serbatoio, si slaccia i pantaloni della tuta e si piazza davanti alla bionda mostrandosi con le gambe aperte: “Ta taaa... guarda qui il vecchietto”. La bionda lo guarda ed esclama: “Già che c’è con quella pelle di daino mi dà una pulita ai vetri?”. 31


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Riflessioni

PER RIFLETTERE

Un disoccupato sta cercando lavoro come uomo delle pulizie alla Microsoft. L’addetto del dipartimento del personale gli fa fare un test (scopare il pavimento), poi lo intervista e alla fine gli dice: “Sei assunto, dammi il tuo indirizzo di e-mail, così ti mando un modulo da riempire insieme al luogo e la data in cui ti dovrai presentare per iniziare.” L’uomo, sbigottito, risponde che non ha il computer, nè tantomeno la posta elettronica. Il tipo gli risponde che se non ha un indirizzo e-mail significa che virtualmente non esiste e quindi non gli possono dare il lavoro. L’uomo esce, disperato, senza sapere cosa fare e con solo 10 $ in tasca. Decide allora di andare al supermercato e comprare una cassa di 10 chili di pomodori. Vendendo porta a porta i pomodori in meno di due ore riesce a raddoppiare il capitale, e ripetendo l’operazione altre 3 volte si ritrova con 160$. A quel punto realizza che può sopravvivere in quella maniera, parte ogni mattina più presto di casa e rientra sempre più tardi la sera, e ogni giorno raddoppia o triplica il capitale. In poco tempo si compra un carretto, poi un camion e in un batter d’occhio si ritrova con una piccola flotta di veicoli per le consegne. Nel giro di 5 anni il tipo è il proprietario di una delle più grandi catene di negozi di alimentari degli Stati Uniti. Allora pensa al futuro e decide di stipulare una polizza sulla vita per lui e la sua famiglia.

Contatta un assicuratore, sceglie un piano previdenziale e quando alla fine della discussione l’assicuratore gli chiede l’indirizzo e-mail per mandargli la proposta, lui risponde che non ha il computer nè l’e-mail. “Curioso - osserva l’assicuratore - avete costruito un impero e non avete una e-mail. Immaginate cosa sareste se aveste avuto un computer!!!” L’uomo riflette e risponde: “Sarei l’uomo delle pulizie della Microsoft!” *Morale n.1: Internet non ti risolve la vita; *Morale n. 2: Se vuoi essere assunto alla Microsoft, cerca di avere una e-mail; *Morale n. 3: Anche se non hai una e-mail ma lavori tanto puoi diventare miliardario. *Morale n. 4: Se ricevi questa storia anche via e-mail hai più possibilità di diventare addetto/a delle pulizie che miliardario. Tiziana

Associazione Animali Ambiente e Non Solo ODV Via Capitano n. 8 - 25010 Remedello (BS) Codice fiscale 94021470177 www.aans.it E-mail info@aans.it - pec@pec.aans.it Tel. 333 699 4891 34


OROSCOPO dal 29 Giugno al 15 Luglio 2020 ARIETE 21/03 - 20/04 Amore a gonfie vele e pure il rapporto con gli amici è ottimo. Qualche piccolo problema sul tema studi e lavoro ma nulla di preoccupante. Periodo decisamente positivo.

TORO 21/04 - 20/05 Sicuramente vi sono diverse questioni che dovete affrontare e che ancora non riuscite a dirimere, tuttavia non è necessario trovare per forza una soluzione subito, poiché potete godervi ciò che verrà di buono!

GEMELLI 21/05 - 21/06 La vostra ultima scoperta in campo professionale non è stata così entusiasmante come credevate anzi, siete rimasti anche un po’ delusi dal poco risalto che il capo o i colleghi vi hanno riservato.

CANCRO 22/06 - 22/07 Meglio essere diretti, nessuno potrà aversene a male per aver messo sul piatto la verità. In fondo verranno comunque a scoprire di cosa si tratta e che cosa pensate davvero, tanto vale avere il coraggio di dirlo in faccia.

LEONE 23/07 - 23/08 Potete avere concezione di quello che accade intorno a voi soltanto grazie a chi vi racconta obiettivamente le cose, in quanto voi non riuscite più ad essere così obiettivi ed anzi, vi spingete sempre oltre la critica.

VERGINE 24/08 - 22/09 Il voler far passare tutto per le vostre mani ha fatto in modo che diventiaste quasi maniaci del controllo, ma da questa settimana riuscirete ad uscirne, grazie l’aiuto di validi amici e collaboratori.

BILANCIA 23/09 - 22/10 Il vostro attuale modo di essere vi spinge a prendere le distanze da molti avvenimenti, anche vicini a voi, per questo riuscite a gestire meglio il vostro tempo. Finalmente avete trovato la giusta chiave di volta!

SCORPIONE 23/10 - 22/11 Ogni volta che qualcuno ha cercato di mettervi a conoscenza di alcune situazioni riguardanti il vostro modo di atteggiarvi avete sempre fatto finta di nulla, la paura spesso vi coglie impreparati e per questo gli altri se ne approfittano.

SAGITTARIO 23/11 - 21/12 La vostra caparbietà vi aiuterà ed anche il vostro sesto senso sarà utile per risolvere problemi d’amore. L’unica cosa che non dovreste fare è pensare alla retribuzione monetaria, perché sarebbe tempo sprecato!

CAPRICORNO 22/12 - 20/01 Se non volete avere problemi e non volete che le persone si intromettano nei vostri affari, soprattutto personali, allora dovreste proprio cercare altrove quello che non siete riusciti a trovare fino ad ora!

ACQUARIO 21/01 - 19/02 Avete avuto modo e tempo per fare del vostro meglio quando avevate tutto a portata di mano ma se siete a questo punto evidentemente non lo avete fatto, quindi inutile piangere sul latte versato!

PESCI 20/02 - 20/03 Le vostre ultime risorse non hanno portato nulla di buono e certamente vi siete bloccati proprio laddove non avete più nulla da dare. Vi è mai venuto in mente che forse dovreste cambiare direzione?

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Relax

SODOKU

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VIGNETTE


QUESTO È IL MIO NOME di Micky

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Serena

Il nome Serena proviene dal soprannome latino Serenus (coniugato al femminile Serena) con il significato di “asciutto” o “secco”. Successivamente questo soprannome fu adottato per indicare il cielo limpido e privo di nuvole. Il significato del nome Serena si modificò, quindi, in “limpida, priva di nubi” che applicato ad una persona diventava “senza preoccupazioni”, “tranquilla” o appunto, “serena”. Ci troviamo davanti, quindi, a un classico caso di un nome augurale, alla stregua di Tranquillo, Felice, Timea, e Pacifico. Nel contesto religioso il nome Serena acquisisce, invece, il significato di “purezza” o “pura”. La sua diffusione negli ambienti cristiani è dovuta, in primo luogo, alla devozione per alcune martiri a portare questo nome, in secondo, al fatto che si voleva augurare alle nuove nate una vita di serenità nella fede. Onomastico Viene festeggiato il 16 agosto in ricordo di Santa Serena moglie di Diocleziano Augusto di Roma. Caratteristiche del nome Chi porta questo nome è una persona umile, gioviale e sorridente. Ama la natura e le tradizioni. Inoltre, è piena di carisma e gestisce sempre al

meglio le relazioni. Non ha grandi ambizioni ma prende a cuore le sorti del mondo che intende cambiare dando per prima l’esempio. Origine: latina Parola chiave: umiltà Corrispettivo maschile: Sereno Varianti maschili alterate: Serenello Varianti femminili alterate: Serenella Numero portafortuna: 2 - Colore: Verde Pietra Simbolo: Smeraldo Metallo: Rame Onomastico: 16 agosto Segno zodiacale corrispondente: Acquario

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Dedica a...

LA CATENINA E IL FERMAGLIO C’erano una volta, in un piccolo paese di questo mondo, due giovani sposi, il cui amore non aveva smesso di crescere dal giorno del loro primo incontro e si era ben radicato nel giorno del loro matrimonio. Erano molto poveri, ma ciascuno sapeva che l’altro portava nel cuore un grandissimo sogno che non poteva realizzare: lui possedeva un orologio d’oro da tasca, che aveva ricevuto in eredità dal padre e sognava di comprare una catenina dello stesso metallo prezioso; lei aveva dei lunghi e morbidi capelli biondi, e sognava un fermaglio di madreperla da poter infilare tra i suoi bellissimi capelli come un diadema. Col passar degli anni, lui pensava sempre di più al fermaglio della sua amatissima moglie, mentre lei aveva quasi dimenticato il fermaglio e cercava il modo di comprare la catenina d’oro per il suo adorato marito. Da molto tempo non ne parlavano più, ma dentro di loro, ciascuno nutriva segretamente il sogno impossibile. Il mattino del 10° anniversario del loro matrimonio, il marito vide la moglie venirgli incontro sorridente, ma con la testa quasi rasata, senza i suoi lunghi bellissimi capelli biondi. “Che cosa hai fatto, cara?”, chiese pieno di stupore. La giovane bellissima donna aprì le sue mani nelle quali brillava una catenina d’oro: “Li ho venduti per comprare la catenina d’oro per il tuo orologio!”. “Ah, tesoro, cosa hai fatto!”, disse il giovane marito, aprendo le mani in cui

splendeva un prezioso fermaglio di madreperla: “Io ho venduto l’orologio per comprarti il fermaglio!”. E si abbracciarono fortemente, senza più niente, ricchi soltanto uno dell’altro. Dai loro bellissimi occhi si affacciarono due umide perle d’amore. Gabriella Masoni Esiste nella vita una sola felicità: amare ed essere amati! “Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio. Perché l’amore è forte come la morte. Non basterebbe l’acqua degli oceani a spegnere l’amore. Neppure i fiumi lo potrebbero sommergere. Se qualcuno provasse a comprare l’amore con le sue ricchezze, otterrebbe solo il disprezzo” (Bibbia, il Cantico dei Cantici, 8, 6-7)

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L’Emozione non ha voce

“FIORI DI CHERNOBYL” - Mr.Rain Sul brano, Mr.Rain ha dichiarato: “Perchè come gli incubi, anche la libertà può spaventare. Domani sarà un giorno migliore e tutti devono saperlo.” Testo La libertà spaventa più di una prigione E tutti cercano qualcuno per cui liberarsi L’odio uccide, forse è vero come dicono Ma so che è da un veleno  che nasce un antidoto Vieni con me, la strada giusta la troviamo Solo quando ci perdiamo e restiamo da soli Perché è dagli incubi che nascono i sogni migliori Anche a Chernobyl ora crescono i fiori Portami in alto come gli aeroplani Saltiamo insieme, vieni con me Anche se ci hanno spezzato le ali Cammineremo sopra queste nuvole Passeranno questi temporali Anche se sarà difficile Sarà un giorno migliore domani Odio queste cicatrici perché mi fanno sentire diverso Posso nasconderle da tutti, ma non da me stesso È un armatura cresciuta col tempo Ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi Perché attraverso loro puoi guardarmi dentro Sentire cosa provo, capire cosa sento Non conta la destinazione, ma il tragitto Il peggiore dei finali non cancella mai un inizio Fa più rumore il tuo silenzio che le urla della gente Un albero che cade, che una foresta intera che cresce Tengo i miei sogni nascosti dietro alle palpebre Siamo fiori cresciuti dalle lacrime Sei tutte quelle cose che non riesco mai a dire

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Troverai un posto migliore un passo dopo la fine Cammineremo a piedi nudi sopra queste spine Diventando forti per smettere di soffrire Portami in alto come gli aeroplani Saltiamo insieme, vieni con me Anche se ci hanno spezzato le ali Cammineremo sopra queste nuvole Passeranno questi temporali Anche se sarà difficile Sarà un giorno migliore domani Se questa notte piove dietro le tue palpebre Sarò al tuo fianco quando è l’ora di combattere Portami con te, Ti porterò con me Tu mi hai insegnato che se cado è per rinascere Che un uomo è forte quando impara ad esser fragile Portami con te. Ti porterò con me Portami con te (Portami in alto come gli aeroplani) Ti porterò con me (Saltiamo insieme, vieni con me) Portami con te (Anche se ci hanno spezzato le al) Ti porterò con me (Cammineremo sopra queste nuvole) Passeranno questi temporali Anche se sarà difficile Sarà un giorno migliore domani Anche per te

Fiori di Chernobyl


Covid -19

LA FIGLIA DI CORONA VIRUS C’era una volta un bellissimo paese di montagna in cui gli abitanti avevano appena ritrovato la serenità dal cattivo Corona Virus. Nel frattempo Steisy e la guardia si innamorarono, passavano giorni felici giocando con l’alicorno e il drago, il tempo passava inesorabilmente e si ritrovarono ormai grandi. Il loro amore cresceva sempre più, fissarono la data per le nozze e decisero di abitare nel castello di Corona Virus; quello che non sapevano è che c’era un pericolo in agguato. Corona Virus aveva una figlia e nel sapere delle loro nozze decise di vendicarsi di suo padre, fece una pozione d’amore per far sì che Thomas si innamorasse di lei in modo che il loro matrimonio non si potesse più svolgere. Un giorno lo aspettò sul ciglio della strada facendo finta di sentirsi male in modo che al suo passare, lui la potesse soccorrere. Infatti nel vederla Thomas le prestò soccorso e lei per ringraziarlo volle offrirle una tazza di cioccolata calda, così facendo aggiunse la pozione e da quel momento lui non ebbe occhi che per Serena. Steisy non capiva quello che era successo ma un giorno l’alicorno le disse della pozione. “Ed ora cosa faccio?” - L’alicorno gli disse: “non disperare, troveremo un rimedio”. Il drago nel sentire il loro discorso intervenne dicendo: “cara Steisy, nella più alta punta della montagna vive una grande lepre la quale ha sempre le risposte per tutte le magie e forse è il caso di rivolgersi a lei”. A queste parole decise di partire immediatamente, l’alicorno ovviamente le fece da compagno di viaggio. Giunti a destinazione trovarono un grande

buco e da esso videro sbucare delle grandi e lunghe orecchie. Steisy allora chiese: “sei tu la grande lepre della montagna?”. Essa rispose: “chi lo vuol sapere? E cosa ci fate qui?” Steisy ovviamente spiegò chi fosse e il motivo per cui si trovava lì, raccontò l’accaduto e alla fine la lepre disse: “per trovare la pozione dovrete risolvere degli indovinelli, raccogliere tutte le uova e una volta trovate dovrai farle sciogliere, darle da bere la cioccolata ripetendo l’ultimo indovinello che ti verrà posto e l’incantesimo svanirà”. Partì col primo indizio e uno dopo l’altro trovò tutte le uova, ritornò al castello e preparò la cioccolata e con una scusa attirò Thomas... gliela offrì e disse: “viaggia verso l’infinito!” All’improviso i suoi occhi cambiarono, si risvegliò dal maleficio proprio come disse la lepre. Decisero di far esiliare Serena come avevano fatto col padre. Thomas e Steisy non vollero aspettare oltre per le nozze, il giorno stesso le fecero celebrare e così vissero tutti felici e contenti. Scalvini Roberta

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ANIME NEL VENTO

REMEDELLO: LA MAESTRA RITA RICORDA I SUOI GENITORI Questa è la storia vera di una buona e bella ragazza, nata, cresciuta e sempre vissuta a Remedello Sopra, un piccolo borgo che, a quel tempo, finiva a “Cantarane” e, dopo l’azienda del “Bonsignori”, si estendeva in prati e campi coltivati. Proprio lì, a nord – ovest sorgeva (e c’è ancora) …lungo una stradicciola che costeggia la “Madonnina”, la cascina “Prandaiola”. Qui, l’8 dicembre del 1943, vide la luce una bambina, secondogenita della diciottenne Velia Bersi e del maturo marito Stefano Andaloni, da tutti conosciuto come “Gino Barbel”. La giovane puerpera, che solo due anni prima aveva subito la dolorosa perdita della piccola Diana, desiderava chiamarLa “Loredana” ma, essendo giorno dell’Immacolata la “levatrice”le impose il nome di “Maria”. S’era in pieno clima di guerra; la piccola cresceva sana e vivace, mentre nel mondo incombeva il più grande conflitto della Storia: bombardamenti, stermini, massacri… Nelle campagne si sopravviveva… anche se i raccolti erano ridotti, un’economia di sussistenza salvaguardava le grandi famiglie patriarcali, garantendo il cibo quotidiano con fatiche e privazioni. Sull’aia giocavano i bimbi, quel giorno… Era stato organizzato un grande focolare con un pentolone colmo d’acqua bollente per cuocere oche e polli spennati, le cui carni avrebbero assicurato cibo per tutto il lungo inverno. Una svista…un incidente…la piccola Mariella cadde rovinosamente! Pare ancora che riecheggino nell’aria le urla delle donne, il rumore del ferrare dei cavalli, incitati a correre per trasportare quel corpicino, gravemente ustionato, sopra un carro che percorreva, su ruote traballanti, attraverso strade sterrate, la via che portava a Brescia. S’immaginano gli occhi appannati di lacrime 42

Cascina Prandaiola 1965 e terrore di una giovane madre che stringe al petto la sua bambina; il silenzio attonito di un padre che incita i cavalli in quella corsa contro il tempo! E…mentre alla “Prandaiola” si vivono momenti di indicibile apprensione, a poche centinaia di metri, nel grande cascinale “Ronchi di Sopra”, la quotidiana fatica del duro lavoro nei campi procedeva senza sosta. Molti uomini erano al fronte e mamma Margherita raccoglieva foglie di tabacco, insieme ad altre donne del Borgo, nelle numerose piantagioni del paese e delle zone limitrofe. Vi erano, qui, molte bocche da sfamare, non ultima quella del secondogenito della giovane, l’allora fanciullo Angelo Roveglia. Un ”filo rosso” legava inconsapevolmente il destino delle


ANIME NEL VENTO

due cascine… Risolta la lunga ospedalizzazione, la piccola Mariella ritornò a casa, portando per tutta la vita i segni delle ustioni sul suo corpo. Esse mineranno inesorabilmente anche la sua salute ossea. Ciò nonostante cresceva bella, allegra, laboriosa e responsabile, nutrendo per quel padre anziano un affetto particolare, tenero e profondo. Terminata la Scuola Elementare, divenne apprendista presso una sarta del paese, esercitando, così, il gusto all’eleganza, alla precisione ed alla creatività. Giunta all’età di quindici anni, le strade tra la “Prandaiola “ ed i “Ronchi” si incrociarono: Mariella si innamorò perdutamente del giovane, intraprendente ed affascinante Angelo. Un amore durato sessant’anni... un’unione osteggiata dal padre della giovane, ma che lei porta avanti, fino alla fine, avvenuta in un letto d’ospedale dove, in una tiepida mattina di ottobre del 2019, si distende stremata dal dolore, ma con la speranza di tornare a casa “in forze” per accudire il marito, gravemente ammalato da ormai due anni. Insieme avevano costruito “una grande famiglia”, come lei amava definirla: quattro figli, un maschio e tre femmine, sette nipoti. Insieme, alla Cascina Ravazzica, avevano vissuto il tramonto dei mitici anni ‘60, che li avevano visti divertirsi, ballare, lavorare e poi gli anni del “boom economico”… Da soli sei mesi se ne era andata l’anziana mamma di Mariella che, da cinquant’anni, ricordava con nostalgia quel padre che tanto l’aveva amata, morto quando era ancora giovanissima. Il dodici ottobre, nel primo pomeriggio, dopo pochi giorni di agonia, causata da un terribile male, il suo grande cuore ha cessato di battere. Le sue mani, indurite dal troppo lavoro, in quel momento, stringevano dolcemente quelle della figlia maggiore che,

amorevolmente lei chiamava “la mia rosa”. Le ultime parole le ha rivolte alla Madonna, tra le cui braccia si era sempre abbandonata nelle durissime prove della sua esistenza. Tre mesi e tre giorni dopo calava nella nuda terra, da cui era nato, vicino alla donna che mai lo aveva abbandonato, il marito Angelo. Era un sabato piovoso di gennaio; sulle note del “Silenzio”, il “Colonnello”, come amichevolmente era soprannominato, aveva cessato di combattere. Correva l’anno 2020... soltanto poche settimane dopo, sarebbe “scoppiata “una terribile pandemia, denominata “ Covid 19”, che scriverà una delle più angoscianti pagine della Nostra Storia. Quella buona e bella ragazza era la mia mamma e quel giovane affascinante il mio papà. Questa è la loro storia vera. Margherita Roveglia

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Brescia Il santuario repubblicano: si trova sotto il tempio capitolino. Costruito nel I secolo a.C., è l’edificio più antico del foro. È costituito da quattro aule rettangolari affiancate tra loro, all’interno delle quali si trovano i resti originali del pavimento a mosaico e degli affreschi parietali paragonabili, sia da un punto di vista stilistico che conservativo, a quelli riscontrabili a Pompei. Dalla primavera del 2015 l’aula più occidentale è stata aperta alle visite del pubblico, mentre il resto dell’edificio è ancora sottoposto a lavori di restauro e scavo archeologico.

2^ parte

ordine corinzio, culminante nel timpano, in cui è presente una dedica all’imperatore Vespasiano.

Santuario Repubbicano

Capitolium Il capitolium: costruito nel 73 d.C., era il tempio più importante dell’antica Brixia, in cui veniva venerata la Triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva). Di fronte ad esse si trovano i resti dell’imponente porticato, con colonne aventi capitelli in

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Il teatro romano: si trova immediatamente a est del capitolium. Fu costruito in epoca flavia e rimaneggiato nel III secolo. Con i suoi 86 metri di larghezza, è uno dei teatri d’epoca romana più grandi d’Italia, e poteva contenere 15.000 spet-


ITINERARI

tatori. Fu pesantemente danneggiato da un terremoto avvenuto nel V secolo, che fece crollare il secondo e terzo ordine di gradinate. Inoltre, nei secoli successivi, i suoi resti furono inglobati in nuovi edifici ivi costruiti, demoliti a partire dall’Ottocento. Della struttura originaria si sono conservati i muri perimetrali a forma di semicerchio, il primo ordine di gradinate (che in gran parte si trovano ancora sotto terra), le due uscite laterali e i resti della cavea e della scena, oltre a numerosi frammenti di colonne e fregi.

Vergine e dell’infanzia di Cristo di Paolo da Caylina il Giovane.

Basilica di San Salvatore La chiesa di Santa Maria in Solario: costruita verso la metà del XII secolo come sacello interno al monastero, è a base quadrata e si articola su due livelli interni. Conserva all’interno pregevoli affreschi di Floriano Ferramola, eseguiti all’inizio del Cinquecento, e due fra i più importanti pezzi del tesoro dell’antico monastero: la Lipsanoteca Teatro Romano di Brescia (composta da un piccolo scrigno d’avorio, risalente al IV secolo) e la Croce di DesideIl complesso monastico longobardo di San rio (realizzata in argento e lamina d‘oro, tempeSalvatore-Santa Giulia: costituisce uno straor- stata da 212 gemme preziose. dinario palinsesto architettonico, oggi trasformato nel Museo di Santa Giulia, che contiene circa 11.000 opere d’arte e reperti archeologici. È composto da: La basilica di San Salvatore: cuore dell’antico monastero longobardo, fu edificata nel 753 per volere del duca di Brescia Desiderio, futuro re longobardo, e di sua moglie Ansa. Caratterizzata dal contemporaneo utilizzo di stilemi longobardi e Affreschi Chiesa di Santa Maria in Solario motivi decorativi classici e bizantini, rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura religiosa altomedioevale. La basilica si presenta a tre Il coro delle monache: compreso tra la basilica navate ed ha un transetto a tre apsidi. È pre- di San Salvatore e la chiesa di Santa Giulia, è stasente anche una cripta, anch’essa a tre apsidi. to costruito tra la fine del Quattrocento e l’inizio Ampliata nei secoli successivi, conserva al suo del Cinquecento come coro per San Salvatore. interno diverse opere d’arte, tra cui le Storie di L’edificio si sviluppa su due livelli: il piano infesant’Obizio dipinte dal Romanino e le Storie della riore costituisce l’antico sagrato coperto previsto 47


ITINERARI

per accedere a San Salvatore. Il piano superiore è invece il coro vero e proprio, formato da un ambiente coperto da una volta a botte, collegato a est con San Salvatore tramite tre piccole finestre dotate di grata, a ovest con Santa Giulia tramite un arcone. L’interno del coro è interamente ricoperto da affreschi eseguiti dal Ferramola e dal Caylina, e vi sono esposti diversi monumenti funerari di età veneta, tra cui il Mausoleo Martinengo, uno dei massimi capolavori della scultura rinascimentale bresciana.

Scomparsi anche tutti gli altari laterali. Benché annessa al monastero, non rientra nel percorso di visita del Museo di Santa Giulia ed è adibita a sala conferenze. Fanno parte del sito UNESCO anche le Domus Chiesa di Santa Giulia

Corro delle Monache La chiesa di Santa Giulia: è stata costruita tra il 1593 e il 1599. La facciata è in marmo di Botticino, decorata da un doppio ordine di lesene di ordine corinzio, divisi da un ricco fregio marmoreo e connessi ai fianchi da volute. Gli affreschi che originariamente ricoprivano ogni superficie sono quasi tutti scomparsi e ne rimangono poche tracce sulle pareti delle cappelle laterali e sulla volta. Palazzo Maggi Gambara

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dell’Ortaglia (sono un gruppo di antiche domus romane, utilizzate tra il I e il IV secolo, chiamate in questo modo perché sono state rinvenute negli orti (ortaglia) del monastero di Santa Giulia), il cinquecentesco Palazzo Maggi Gambara, la seicentesca Casa Pallaveri e una porzione dell’antico decumano massimo (l’odierna Via dei Musei). Architetture religiose Brescia conserva nell’area del centro storico diverse decine di chiese appartenenti ad ogni periodo storico e artistico, dalle testimonianze longobarde alle opere del più estremo Settecento, fino ai prodotti dell’eclettismo ottocentesco. Il Duomo vecchio, la cattedrale invernale della città, è uno dei più importanti esempi di rotonda romanica in Italia, eretto nell’XI secolo e prezioso contenitore di


ITINERARI

svariate opere d’arte, come tele del Moretto e del Romanino, un sepolcro di Bonino da Campione, la cripta dell’VIII secolo e la grande arca sepolcrale di Berardo Maggi risalente all’inizio del Trecento. continua-3 Altro esempio di architettura romanica è la piccola Chiesa di San Faustino in Riposo, dalla caratteristica forma esterna a cono.

Chiesa di San Faustino in Riposo

Duomo Vecchio

Viaggio nella splendida Brescia tra arte e storia Riflessioni

AUGURI MAMMA Un settimana dopo quello di Martina, arriva il compleanno della mia cara mammina, 86 candeline, per la miseria, ma che torta ti devo comprare per farcele tutte stare? Gli anni non si vedono, non hanno corpo, eppure sono molto pesanti da portare, le tue spalle, la tua schiena, si sono un po’ curvate in avanti, ma il tuo sguardo è sempre fiero e dritto, negli occhi puoi guardare tutti quanti; non sei mai scesa a compromessi, non hai mai abboccato a facili promesse. Quando mi tenevi in braccio da bambino, ti dicevo sempre: “il tuo bel nasino all’insù, mi sembra lo scivolo delle formiche”. Sei esile come un fuscello, ma guai a chi tocca un tuo agnello, in leonessa ti sai trasformare, unghie e denti pronta a sfoderare. Che Dio ti conservi sempre in salute, Madre Mia. Non compero le candeline, basti già tu ad illuminare la nostra vita. Giordano

Ed è Poesia

“Malinconia” È come fosse ieri… il tempo passa... volano i gabbiani in cielo... il sereno dopo la tempesta... ora è calma piatta, il refolo accarezza ogni lacrima... a vedere ogni istante la vita che passa... mano nella mano, un giorno arriverà... forse un domani... Non si stancano gli audaci a crederci... e con gli occhi cercano, ma forse vedono... e giorno dopo giorno aspettano con ansia, l’amor perduto... per sentire un istante ancora, il profumo scomparso nell’infinito.... BGM 49


50 ANNI FA

Hit Parade del 01 Luglio 1970 1 2 3 4 5

It’s five o’ clock - Aphrodite’s Child L’isola di Wight - Michel Delpech Let it be - Beatles La lontananza - Domenico Modugno Instant karma - John Lennon&Plastic Ono Band 1° POSTO

2° POSTO

6 7 8 9 10

Storia di due innamorati - Al Bano&Romina Power Fiori bianchi per te - Jean-Francois Michael Tanto pe’ canta’ - Nino Manfredi Occhi di ragazza - Gianni Morandi Insieme - Mina 3° POSTO

“It’s five o’ clock” Aphorodite’s Child

APHRODITE’S CHILD Storia Il gruppo si formò in Grecia e comprendeva Vangelis Papathanassiou, Demis Roussos, Loukas Sideras e Anargyros detto “Silver” Koulouris. Per tentare la fortuna, nel 1968 decisero di trasferirsi a Londra, ma il quarto elemento dovette rimanere in patria per assolvere gli obblighi di leva. L’aereo faceva scalo a Parigi, e i tre vennero bloccati nella capitale francese per delle irregolarità nel visto dei loro passaporti. Il loro tipo di musica era costituito da una miscela di rock e atmosfere folkloristiche greco-mediterranee, con arie progressive in un sostrato di musica classica. I tre ottennero un’audizione presso la casa discografica Mercury Records e furono notati dal produttore francese Pierre Sberro, che propose loro di adattare in chiave pop il celebre Canone in re maggiore dell’abate Johann Pachelbel, compositore tedesco del Seicento, sulla scia del successo ottenuto dai Procol Harum con una analoga operazione musicale. Rain and Tears, questo il titolo che fu dato al brano, venne pubblicato proprio nei giorni del Maggio francese e, trasmesso incessantemente 50

dalla radio, diventò suo malgrado una colonna sonora degli avvenimenti di quei giorni, per poi diventare nel corso dei mesi successivi uno strepitoso successo mondiale di vendite. Arriva al primo posto in classifica in Francia per 14 settimane ed in Italia addirittura per 4 mesi ed al secondo in Svizzera, Paesi Bassi e Norvegia vincendo il disco d’oro. La formula del successo era soprattutto nelle sonorità quasi da chiesa dell’organo Hammond di Vangelis, e nella voce di Roussos, interessante per l’uso del falsetto, una delle più affascinanti del panorama pop del periodo. Sfruttando il successo di questo brano, gli Aphrodite’s Child pubblicarono alcuni 45 giri tutti di grande successo. Tra i brani più conosciuti, oltre al già citato Rain and Tears anche End of the World ebbe gran successo, arrivando ottava in Italia. Il loro successo nella penisola italiana li spinse a realizzare due cover di canzoni italiane molto famose e ne nacque un nuovo 45 giri, Quando l’amore diventa poesia/Lontano dagli occhi, irrobustendo la loro fama in Italia. Altro successo fu rappresentato


50 ANNI FA

da I Want To Live che nel 1969 arrivò primo nei Paesi Bassi, quinto in Italia ed ottavo in Svizzera. Nel 1969 si parlò anche di una loro partecipazione al Festival di Sanremo, per il quale prepararono i due brani del 45 giri fatto appositamente per il mercato italiano (Lontano dagli occhi e Quando l’amore diventa poesia), ma alla fine vennero loro preferiti altri interpreti. Giunto al successo il gruppo seppe ben rinnovare il suo sound, introducendo nel repertorio pezzi rock’n’roll scritti e vocalmente interpretati dal batterista Loukas Sideras, come Let Me Love Let Me Live. Il 1970 è un anno di straordinaria ispirazione compositiva; nasce in questo periodo It’s Five O’Clock, uno dei più famosi successi della band, che arriva primo in Francia, Italia, Germania e sesto in Svizzera, caratterizzato dall’ambiguo testo scritto da Roussos e da sonorità particolari che ricordano l’antica musica greca con influenze classiche, grazie all’utilizzo di strumenti inconsueti quali l’arpa e il salterio. Nello stesso periodo vengono composti Air e Funky Mary. Nello stesso periodo viene composta Spring Summer Winter and Fall che arriva prima in Italia per due settimane. Giunto all’apice del successo, il gruppo cominciò ad avvertire al suo interno i primi problemi. Papathanassiou, autore di tutte le musiche, era stanco di scrivere canzoni semplici e di facile presa e intendeva passare ad un repertorio più impegnativo, pur sapendo di dover rinunciare in tal modo al denaro garantito dal successo commerciale del gruppo. Demis Roussos era invece dell’idea di continuare sulla stessa strada. In conclusione, Vangelis si rifiutò di partecipare alle stressanti tournée che il trio era costretto ad effettuare per tenere viva la fama e fu sostituito da Harris Chalkitis. Nel frattempo si dedicò alla realizzazione di un album che progettava da parecchio tempo e che aveva come tema centrale il libro dell’Apocalisse di Giovanni. Sideras e Koulouris si offrirono di collaborare con lui, mentre Demis partecipò in pratica in veste di ospite cantante solo in tre brani. A questo album partecipò anche la cantante-attrice Irene Papas, protagonista di una performance dalle

chiarissime allusioni sessuali. Il disco - concepito come doppio vinile ed intitolato 666 (numero che rievoca i contenuti dell’Apocalisse e più in particolare viene riferito al demonio) - venne bloccato poco prima della pubblicazione. Nel frattempo i rapporti fra i tre si guastarono definitivamente e il gruppo, sul finire del 1971, fu ufficialmente sciolto. A qualche mese di distanza dallo scioglimento, la casa discografica si decise a mettere sul mercato 666. L’album si rivelò un ottimo lavoro, anche per le tematiche affrontate nella sua struttura di concept album, ma il pubblico continuava a considerare gli Aphrodite’s Child un gruppo adatto più a pubblicare brani singoli che non album, e rimase così disorientato da questo lavoro che niente aveva a che fare con la precedente produzione; probabilmente per questo motivo, il disco venne di fatto ignorato. Soltanto tempo dopo, in pieno periodo progressivo, questo lavoro del gruppo otterrà il successo che - a detta dei critici - sicuramente meritava. Demis Roussos e Vangelis hanno in seguito intrapreso carriere soliste in opposte direzioni. Vangelis esplorando i terreni dell’avanguardia musicale tesa verso l’elettronica, mentre Demis ha continuato a proporre canzoni prettamente melodico-sentimentali che gli hanno garantito continuità nella carriera artistica soprattutto in Germania e in Italia. Tuttavia, i due hanno spesso continuato a collaborare insieme, in quanto Vangelis ha scritto alcune canzoni incise da Roussos, e Roussos è intervenuto come cantante in alcuni brani della colonna sonora del film Blade Runner.

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Ed è Poesia

“Il mio albero”

Sulla riva di un laghetto artificiale, nei pubblici giardini di Milano, ho trovato un albero speciale: un Platano bianco, col tronco un po’ strano. E’ cresciuto in un modo particolare, assumendo la forma di un ponte... ed è veramente originale, così proteso, verso le opposte sponde. La bizzarra scelta di piegarsi, l’ha reso unico e diverso... e, certamente, è raro a trovarsi... è come un Re... che l’orgoglio ha perso. Giunto quasi alla fine del percorso, ha cambiato ancora la sua direzione e, come il fiume che cambia il suo corso, ha trovato, nel Sole, la sua “Illuminazione”. Il suo tronco, alto e forte, trasmette un’immagine di sicurezza, le fronde, verdi e folte, regalano ombra e freschezza. Sdraiata sul comodo tronco, sospesa fra l’acqua e il cielo, vivo un magico incontro con un mondo profondo e sereno. Sospesa sul fiume della vita, protesa verso mete sconosciute, ritrovo la pace smarrita dimenticando le illusioni perdute. Entra in me la forza di ancestrali energie... si scioglie, la scorza delle pietose bugie. La Natura è sincera... semplice in tutte le cose. Ho voglia di Vita Vera... di Verità Luminose! Piera Masoch 52

“Perdita” Racchiudi il riposo tra le tue braccia. Portala con te alla soglia del Paradiso, rompi le mura del silenzio, le lacrime cadranno a fiumi nelle valli di colei che piange il dolore della perdita solenne. Scalvini Roberta

“Nonna” (Biemmi Luigia) Esali l’ultimo respiro... portando con te tutti i nostri cuori, solo i ricordi pervadono l’animo di chi ti accompagna in questo ultimo cammino, alla porta celeste una figura ti attende, protrae la mano per accoglierti di nuovo in quell’unione eterea. Scalvini Roberta

“Pioggia” Intreccia vento rami bagnati nei capelli della pioggia, gocce-farfalle con diafane ali, sbriciola acqua il cielo per saziare colombe affamate. E torna sereno. Ad est, al posto del sole sorge l’arcobaleno. Darina Naumova


CON FIDUCIA... Cinguettio cialiero, di passeri in volo, rallegrano alba. Chiaro il cielo,infinito, sconfinato. Si rincorrono pensieri, emozioni, fasci di ricordi. Dopo mesi di “prigionia forzata” in cui sembrava che sorella morte volesse con violenza prendere possesso di anima e corpo; dove le sirene delle ambulanze, stridule ed esigenti, spezzavano notti insonni; dove le lacrime si mischiavano alla tenerezza di risa d’infanti eccoci per incanto ritornati “ad una parvenza di normalità”. Seguendo le precauzioni generali, “mascherati”, con le mani grondanti di soluzione disinfettante; con il cuore zuppo di paura e di letizia siamo “approdati” all’impianto sportivo “Acquamore di Castel Goffredo” . Calore ed affetto ci hanno accolto, gioia di rivedersi. Vittoria ansiosa, felice, il tutto abbracciava con lo sguardo, emozionata, nascondeva il volto abbracciando il padre con fare tenero. E’ stato bello, emozionante, appago pieno, indiviso, risentire le urla di gioia del mio gigante buono; il suo ristare ad occhi socchiusi beandosi della frescura e carezza dell’acqua; rivedere Celeste guizzare, spensierata, come un pesciolino; gustarsi un gelato al piccolo chiosco, in un giorno qualsiasi, uno fra i tanti, sublime nell’essenza. Infiniti i pensieri che andavano componendosi: di lode e di grazia per essere “sopravvissuti” alla pandemia, per essere vivi; per poter sentire il leggero tocco del vento soffiare fra i capelli, la morbidezza di un manto erboso; udire il chiasso di bimbi fragorosi. Una preghiera rivolta a tutti coloro che volati in cielo, dopo truci sofferenze,riposano anzitempo una pace eterna dal sapore aspro. Nell’intimo una certa resistenza, innata, boriosa. Nella fretta di volerci far capire quanto grave fosse il pericolo della pandemia, da parte delle autorità tanta è stata la “violenza” a livello fisico

Riflessioni

e psicologico che ora si ha “paura” dei contatti sociali; ci si arresta un istante, si teme il contagio, si sta a distanza. Passerà mai quest’ombra nera? Per quanto tempo ancora ci terrà serrati nella morsa? In autunno tornerà a mietere vite? Altra scelta non abbiamo se non di “prendere in mano le redini”, di andare “fuori”, osservando scrupolosamente quanto consigliato. Di sorridere alla vita confidando nella misericordia di Dio che mai abbandona; i suoi passi seguiranno i nostri, sostenendoli. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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L’INTERVISTA

DENISE SENE

UNA FOTOMODELLA CHE PUNTA IN ALTO Per lei che è alta 185 centimetri, puntare in alto le viene certamente naturale. Eppure, forme da urlo e lineamenti dolcissimi, Denise Sene rappresenta il volto “bello” della fotografia. Umiltà, semplicità e la giusta dose di femminilità la rendono un’autentica esplosione di bellezza tutta da ammirare… Riavvolgiamo il nastro e… presentati! Sono Denise Sene, 27 anni, fotomodella per passione, di origini italo-senegalesi ma romagnola puro sangue. Vivo a Savio, un paesino in provincia di Ravenna con i miei nonni materni che sono la mia vita. Lavoro in palestra come personal trainer. Sono geometra. Avevo intrapreso anche gli studi universitari di architettura però purtroppo sono stata costretta ad abbandonarli a 21 anni e a provvedere a me stessa e ai miei nonni dato che, mia madre ha deciso di punto in bianco di andarsene. Orfana di padre e da figlia abbandonata, oggi cerco di essere la nipote più brava e responsabile del mondo. 54

Come nasce il tuo rapporto con il mondo della fotografia? La mia avventura nell’ambiente fotografico è nata per caso, grazie alla mia partecipazione ad un model sharing organizzato da Andrea Sartore, fotografo di spicco nel panorama nazionale italiano e ad oggi anche internazionale. Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di eventi, che mi hanno poi portata a farla diventare una delle mie più grandi passioni. Un’avventura che è letteralmente esplosa! Amo molto il genere glamour. Mi piace il ritratto, amo l’arte e mi piace rappresentare la donna con eleganza anche negli shooting di nudo artistico, esaltando il bello della diversità. Non ho paura di mostrarmi per ciò che sono, anzi, cerco di abbattere quei tabù insiti ancora purtroppo nella società. Cos’è per te la fotografia? Difficile spiegare a parole qualcosa che ti senti dentro, naturale, spontaneo. Mi sento a mio agio di fronte all’obiettivo. Nella fotografia trovo la possibilità di comporre la bellezza, un’immagine d’impatto che catturi l’attenzione.


Un aspetto questo, che sembrerebbe connesso all’ego, ma per come la vedo io invece è una meravigliosa opportunità di poter prestare il proprio corpo per catturare attimi, espressioni. Amo la capacità dell’immagine di esprimere immediatamente le emozioni, senza confonderle e con tutte le loro sfumature. E’ stimolante essere consapevoli di divenire parte attiva di pura arte. E se capitasse l’occasione anche di affacciarsi al mondo dello spettacolo? Diciamo che in tanti aspetti quello dello spettacolo è un mondo superficiale, poiché si basa tutto sull’immagine, quindi è importante avere certe linee, un bel corpo e un bel viso. Devo dire però che secondo me anche l’aspetto del carattere ha il suo peso. Io personalmente ho notato che molti fotografi con cui ho lavorato hanno apprezzato il mio modo di fare: sono una ragazza molto solare e precisa, non mi sento meglio o peggio di nessuno, tutti sono al mio stesso livello e chiunque dovrebbe ragionare in questi termini. Conta anche molto che tipo di persona si è. Penso che tenere i piedi per terra sia il segreto

L’INTERVISTA

per il successo in ogni ambito. Una semplicità che ti caratterizza a 360 gradi… Sono una ragazza semplice ma allo stesso tempo mi piace mettere in risalto le mie forme: jeans aderente, top colorato, giacca in pelle e sneakers, questa sono io. La moda mi piace tutta… Che rapporto hai con i social? L’importanza che io do ai social network si basa sull’importanza che viene data loro dalla società di oggi. Riconosco che sono molto seguiti e che sono un‘ottima vetrina per darsi visibilità. Pubblico le mie foto fatte da fotografi professionisti ma anche foto in cui mostro la mia vita quotidiana con le persone che riempiono la mia vita. Fotografare aiuta a preservare i ricordi e chi mi conosce sa quanto io ami farlo. Cos’altro puoi raccontarci di te? Sono una ragazza estremamente sportiva. Amavo il fitness e la pesistica ancora prima di lavorare in palestra. Un mio grande amore però, è stata la pallavolo. Sono alta 185 cm, amo le mie forme, il mio corpo e prendermene cura con una sana alimentazione quotidiana. La mia vita negli ultimi anni è stata piena di alti e bassi e tutto questo mi ha reso una persona molto metodica, mi piace pormi degli obbiettivi e raggiungerli con tutte le mie forze. Mi ritengo una lavoratrice quasi instancabile. Sono una persona molto determinata, indipendente, solare, tranquilla e testarda. Non ho mai paura di dire la mia verità e di usare la mia voce per aiutare gli altri. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/denisesene_93/ 55


AUTO D'EPOCA

DA ARESE SINO A MONTREAL PER STUPIRE IL MONDO INTERO Il disegno di Marcello Gandini per il centro stile Bertone, un motore V8 a carter secco, figlio di quello montato sulla gloriosa 33 che aveva vinto tanto nei vari circuiti in giro per il mondo, infine una linea estrema ed aggressiva, da vera regina della strada. Con questo pedigree di altissimo livello sotto tutti i punti di vista, il prototipo della Montreal, seppur provvisoriamente dotato del motore a quattro cilindri in linea bialbero della Giulia, si apprestava a volare oltreoceano per incantare tutti e riscuotere un successo enorme all’Esposizione Universale di Montreal del 1967. Purtroppo giunse ufficialmente sul mercato solo nel 1971, dopo una lunga gestazione dovuta fra i tanti motivi alla decisione di montare sotto il cofano il famoso V8 a carter secco, in sostituzione del bialbero da 1.6 litri della Giulia installato sui due prototipi volati a Montreal. I fari divennero con palpebre mobili e non fisse, i cerchi in lega, si scelse di montarne un modello con un disegno molto più simile ai famosi Millerighe già installati su diverse vetture del biscione ed infine si evidenziano gli interni, anch’essi molto differenti se li si confronta a quelli dei prototipi. La presentazione ufficiale al pubblico della vettura nella sua veste e motorizzazione definitiva av56

venne al salone dell’automobile di Ginevra del 1971. Il propulsore, fiore all’occhiello di questa auto, 2.6 litri di cilindrata e una potenza di 200 hp a 6500 giri al minuto, questa volta però non fu dotato di carburatori ma bensì di un’iniezione Spica, azienda consociata Alfa. Aprendo il cofano sul lato destro del vano motore si trova il serbatoio dell’olio. L’adozione dell’iniezione Spica però si rivelò una scelta infelice e nel corso degli anni finì per essere considerato uno dei lati negativi più famosi della Montreal a causa di frequenti malfunzionamenti. La potenza di 200 hp, la linea fortemente aereodinamica e un peso di soli 1270 kg le consentivano di superare i 220 km/h e di accelerare da 0 a 100 km/h in 7.1 secondi. Copriva il km con partenza da fermo in 27 secondi. La parte anteriore della vettura, le sospensioni e il pianale erano di stretta derivazione Giulia seppur leggermente modificati. Purtroppo anche la Montreal come la Giulia e tutte le Alfa del periodo erano facilmente aggredibili dagli agenti atmosferici e questo fece si, che la ruggine ne abbia devastate un gran numero delle circa 3925 prodotte. Il frontale era una parte a sè, veniva congiunto alla scocca tramite un processo di saldatura


AUTO D'EPOCA

autogena. Il montaggio delle scocche avveniva all’interno dell’omonimo reparto della carrozzeria Bertone. Il serbatoio da 63 litri e i consumi da supersportiva, facevano si che l’autonomia fosse davvero risicata. In famiglia ne abbiamo avute sei: ricordo un viaggio di mio padre nei primi anni 90, di circa 150 km, con un conto del benzinaio fu di 160.000 lire, tenendo un'andatura moderatamente allegra. Ai tempi rappresentava il massimo a livello di immagine e prestazioni in casa Alfa Romeo, tanto che nel 1972 anche il leggendario pilota inglese Stirling Moss non resistette e ne provò una, dandone un parere assolutamente positivo. Il cambio a cinque marce era un vero capolavoro, con innesti millimetrici e secchi così come deve essere su una sportiva. Il motore 564 come viene chiamato, poteva essere potenziato sino a raggiungere i 340 cv e i tre litri di cilindrata nelle versioni da corsa. Sempre da questo V8 fu derivato un propulsore entrobordo per le gare marine, che vinse il mondiale nel 1974. Nel 1972 la più autorevole rivista italiana di auto, Quattroruote la mise sotto torchio da Reggio Calabria sino a Lubecca, distanza coperta in meno di 20 ore per un totale di 2574 km, alla media di 130km/h, fermandosi solo per brevi soste rifornimento. “Ci vediamo stasera a Lubecca“ così titolava l’ articolo. Promossa a pieni voti! Fu l’ultima Alfa Romeo stradale dotata di un motore V8 sino all’arrivo della 8C nel 2007. Come scrivevo poco sopra in famiglia ne abbiamo avute sei, garantisco che ha una marea di pregi: veloce, bellissima, un sound pazzesco, rara... Ha anche una serie di difetti, ma tutti meravigliosamente vintage! Fu a lungo l’auto di punta del biscione sino alla sua uscita di scena nel 1977. Non fu apprezzata a pieno e la crisi petrolifera di quegli anni certamente non l’aiutò. Ma credetemi, se avete 60/70 mila euro da spendere in una macchina d’epoca, comprate-

la! I suoi difettucci, il suo lato oscuro, finiranno per conquistarvi. Correrete da lei, così come da liceali, si correva dalla fidanzatina non appena l’aria era pulita; fosse anche solo per passare dieci minuti a contemplarne la grande bellezza. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: Antonio Gelmini meccanicagelmini@gmail.com

Congratulazioni vivissime da genitori, fratelli Matteo e Sofia, fidanzato Simone e nonno Carletto alla Dott.ssa Maria Bellini di Montichiari che si è brillantemente laureata in Ingegneria Gestionale all’Istituto Universitario Politecnico di Milano. 57


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Ed è Poesia

“ARTISTA FRUTTO DI UN VIAGGIO ETERNO” Dedicato a Ezio Bosso

Te ne sei andato delicatamente sospinto da quel fruscio, là dove hai lasciato la porta aperta. Sembrava quasi che quello spiraglio di aria, se non lo avessi sentito sulla tua pelle, ti facesse mancare il respiro, senza poter apprezzare il gusto di vivere nonostante quella sofferenza che mascheravi bene, dietro a quei sorrisi che conquistavano ogni sorta d’avversità, mescolati con sagace maestria del tuo infinito talento, in quelle note di musica che si inserivano, senza pretese, in quei cuori che percepivano lacrime da brividi! Si intravedevano orizzonti di spontanea amicizia in quella persona umana che non voleva arrendersi e continuavi a suonare in balia del male che ti affliggeva... così creavi un personaggio unico ed irripetibile, un soggetto interessante da analizzare come materia di studio. Credo che ogni parola risulti superflua, caro amico mio, quando il tuo stato d’animo si sfogava sulla tastiera che amavi e che dirigevi nel percorso dell’esistenza, nell’intensità dell’inconscio... sapessi quanto stupore di meraviglia, produceva quell’energia che ci mettevi dentro,

e che fungerà da colonna sonora nei nostri giorni, orfani dei tuoi bei esempi, quando a volte saremo in ribasso con la vita e sentiremo addosso il peso della solitudine! Ora hai più tempo per suonare nel Paradiso Universale, ed ogni volta che guarderai giù, avremo la sensazione di sentire ancora la tua musicalità che riscalda il cuore con la sua passione! Stimato artista di una storia incredibile ed affascinante al tempo stesso, frutto di un viaggio eterno, coinvolgente. Ezio grazie per averci regalato tante belle emozioni d’ amore... almeno quelle non moriranno mai! Ti vogliamo un bene Immenso ! Poeta Fabrizio Villa - 25 Anniversary


Teenager

Trama Scott McCall è uno studente di liceo che vive nella città di Beacon Hills. La vita di Scott cambia drasticamente quando viene morso da un lupo mannaro alfa, durante un’uscita di notte nel bosco con il suo migliore amico Stiles Stilinski. Dopo aver scoperto di essere diventato a sua volta un lupo mannaro, Scott è costretto a ricercare un equilibrio tra la sua nuova identità, fonte di molti pericoli, e la sua vita da adolescente. In questo viene aiutato da Stiles, Allison, il suo primo interesse amoroso che viene da una famiglia di cacciatori di licantropi, Lydia Martin, diventerà una Banshee alla fine della prima serie e che è la migliore amica di Allison, ed infine Derek Hale, un lupo mannaro misterioso e con un passato oscuro. Lungo la sua strada, incontra nuovi amici e rivali che lo rendono un licantropo più forte e una persona migliore; Jackson Whittemore, un atleta della sua scuola, Malia Hale, un coyote mannaro, Kira Yukimura, una kitsune e Liam Dunbar, primo beta trasformato da Scott. Produzione La serie è il secondo adattamento televisivo del 60

film del 1985 Voglia di vincere; una versione animata, infatti, venne trasmessa sul canale statunitense CBS nel 1986. Il creatore e produttore esecutivo della serie, Jeff Davis, immaginava di creare una serie che fosse più dark, sexy e tagliente rispetto al film originale. Il desiderio di Davis era quello di creare un thriller dai toni comici, più simili a quelli del film Ragazzi perduti. Una volta dato il via allo show, Davis venne fiancheggiato dal direttore australiano Russell Mulcahy, aggiungendo l’horror al progetto. Secondo Davis, tutto iniziava come un’idea di rendere omaggio al film Stand by Me. Venne ispirato, inoltre, dalle creature del film Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro, giudicandole bellissime, raffinate e spaventose allo stesso tempo. Il cast venne annunciato a dicembre del 2010; i personaggi principali vengono interpretati da Tyler Posey, Crystal Reed, Tyler Hoechlin, Dylan O’Brien, Holland Roden e Colton Haynes. Nella terza stagione Haynes non è presente, la Reed abbandona la serie alla fine di essa, Tyler Hoechlin abbandona il cast alla fine della quarta stagione e Arden Cho, promossa a membro regolare insieme a Shelley Hennig


Teenager

con l’inizio della quarta stagione, rivela che non tornerà nei panni di Kira per la sesta stagione, lasciando quindi intendere la sua uscita dal cast principale alla fine della quinta. Il 29 luglio 2011, è stato distribuito il primo episodio di una miniserie intitolata Search for a Cure, pubblicata esclusivamente per il web, comprendente 6 episodi.

Terza stagione Quarta stagione Quinta stagione Sesta stagione

24 episodi 2013-2014 12 episodi 2014-2015 20 episodi 2015-2016 20 episodi 2016-2017

Frasi della Serie Tv Per un secondo prova a ricordare qual è la sensazione. Tutte quelle volte che sei a scuola e vedi lui in piedi, in fondo al corridoio e tu che non respiri fino a che non lo abbracci. O quelle volte in classe in cui non smetti di guardare l’orologio perché sai che lui è là fuori che aspetta solo te. Te la ricordi quella sensazione? - So che hai paura di lui. - Di un ragazzo adolescente? - Dell’uomo che diventerà.

Stagioni ed episodi Prima stagione 12 episodi 2011-2012 Seconda stagione 12 episodi 2012-2013

Ricorda. Ricorda che ti amo. Ilaria Boffetti

Miss New Entry 2020/2021

Concorso di Bellezza con iscrizione gratuita • Mandaci la tua foto • 347 73 52 863 • redazione@newentry.eu Una giuria selezionerà le foto dopo di che verranno pubblicate sulla rivista dove saranno votate da parte dei lettori. La vincitrice dello scontro avrà diritto ad uno scatto glamour da un fotografo professionale e verrà pubblicata sulla rivista come la ragazza del mese.

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Riflessioni

VIVERE IN LOMBARDIA NEI MESI SCORSI In casa, teniamo almeno un metro di distanza anche quando chiacchieriamo, mangiamo agli estremi del tavolo, togliamo le scarpe prima di entrare in casa, non ci abbracciamo più, nonostante il bisogno di abbracci sia più forte che mai, e la sera ognuno va nella sua stanza. Noi, che la sera insieme davanti alla TV era sacra, che si litigava sempre per decidere cosa guardare, che ci si addormentava sempre sul divano e si veniva svegliati dal primo che si accorgeva dell’ora. Però dobbiamo per forza fare così. Mia sorella è medico e da quando è scoppiata l’epidemia vive da sola, in isolamento volontario nell’appartamento vuoto di mia nonna. Mangia da sola, dorme da sola, sta sola tutto il tempo in cui non lavora. E questo nonostante il momento psicologicamente delicato che sta attraversando, nonostante le lacrime che ha versato nei momenti più difficili e nonostante lo sconforto e la paura di certe sere. Io, che con mia sorella ci vivo, la vedo solo in videochiamata da due mesi. Ma dobbiamo per forza fare così. Non vedo il mio ragazzo da un mese e mezzo. E questo, per chi è innamorato, è una tortura. Ma proprio perché siamo innamorati sappiamo che non possiamo vederci, che dobbiamo tutelarci e tutelare chi vive con noi. Non possiamo abbracciarci, non possiamo toccarci, non possiamo fare altro che vederci attraverso uno schermo e cercare di sorridere, per darci forza a vicenda, e ripeterci che finirà presto. Dopotutto, dobbiamo per forza fare così. Vedo i miei amici solo in videochiamata, una volta a settimana e con tutti i disagi del caso: connessione che salta, computer che si spengono, batterie che si scaricano, audio che si scollegano, applicazioni che crashano. Niente a che vedere con un buon caffè al bar e il lusso di poter guardare davvero negli occhi le persone a cui vuoi bene. Ma so che in

questo momento la cosa più preziosa che puoi fare per una persona a cui vuoi davvero bene è rinunciare a vederla. Quindi dobbiamo per forza fare così. Per uscire di casa indossiamo guanti e mascherine. Per uscire a lavorare, a fare la spesa, e ad andare in farmacia. E basta, perché poi col cavolo che usciamo, perché non si può, perché è giusto che non si possa e perché abbiamo paura, perché il virus uccide e la gente muore per davvero. La sera le mani sono bianche e bagnate perché tenere i guanti per dieci ore al giorno le fa sudare incredibilmente, e la testa fa male perché no, con le mascherine non si respira per niente bene e a tratti sembra che manchi l’aria. Eppure dobbiamo per forza fare così. Tutti bravi a cantare dai balconi l’inno di Mameli, in quelle scene così intense da far venire la pelle d’oca. Tutti bravi a incitare alla positività e a sfoggiare l’hashtag andrà tutto bene. Fino a quando non vi hanno toccato la Pasqua, la Pasquetta, il 25 aprile e pure il Primo maggio. E allora non ci state più, e allora governo ladro, Conte impostore e Mattarella complice. E allora tutti in macchina che si va al mare, in montagna, dagli zii in Svizzera, dai nonni in Sardegna. Nessuno dice che sia facile, nessuno lo ha mai nemmeno pensato. Ma va fatto. Quindi, se non volete vanificare tutti i sacrifici che io e altre migliaia di persone in tutta Italia stiamo facendo, per favore, fermatevi. Perché altrimenti vi toccano pure Ferragosto e il prossimo Natale e magari vi toccano pure la salute. Perché non so se sia abbastanza chiaro, ma si muore davvero, senza distinzione di età, sesso, peso, altezza, colore e religione. Quindi, spegnete le auto, salite in casa e fate quello che ci chiedono, fate quello che ci dicono. Perché sì, dobbiamo per forza fare così. 63


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