New Entry - Edizione di Brescia del 22 Maggio 2017

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Quel rispetto per nessuno

28/01/86 disastro Shuttle

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EDITORIALE

Quel rispetto per nessuno

“Abbiamo ancora tempo, forse una generazione per salvare l’ambiente in cui viviamo dai disastrosi effetti della violenza alla quale l’abbiamo sottoposto.” (B. Commoner) In che cosa consiste questa “violenza” a cui abbiamo sottoposto l’ambiente? Gli elementi più evidenti sono l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, distruzione di boschi, di colture, di specie animali, costruzioni di agglomerati urbani a base di cemento e asfalto su grandi aree, scavi irrazionali, eccessivo uso dell’acqua con impoverimento delle falde idriche. Spesso quelle che consideriamo calamità naturali (straripamento dei fiumi, smottamento di terreni, frane, valanghe, ecc...) sono solo conseguenze del nostro mancato rispetto per la natura, poiché il taglio indiscriminato dei boschi, la deviazione dei corsi d’acqua, ecc... pongono le premesse di queste calamità. E tutto ciò è riconducibile al progresso della tecnologia che, troppo spesso, studia rimedi ai mali presenti senza prevedere i danni che tali rimedi

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possono arrecare all’equilibrio ecologico. Se la tecnologia è la principale responsabile di questo stato di cose, dobbiamo allora desiderare un ritorno alla vita agricolo-artigianale di un tempo per salvarci? Sarebbe purtroppo impensabile, poiché oggi le industrie danno lavoro alla maggior parte degli uomini e offrono quei prodotti di cui non siamo più capaci di fare a meno. Il problema dunque che dovranno studiare gli scienziati è cercare proprio in quella tecnologia che ha fatto tanti guai, i mezzi per produrre energia inquinando meno l’aria e le acque, per depurare laghi e fiumi, ricostruire foreste, salvare le specie vegetali e animali in pericolo di estinzione... Ma abbiamo poco tempo e questi studi sono lunghissimi, poiché le nostre coscienze sono ancora molto limitate e lo dimostrano coloro che hanno creduto di aver trovato soluzioni tecnologiche e hanno invece prodotto solo danni e causato disastri... Ma ciò che preoccupa di più è la coscienza di quelle persone che, nel loro piccolo, se ne fregano altamente della natura e dell’ambiente. E’ di questo che dobbiamo preoccuparci, come pos-

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EDITORIALE

siamo migliorare l’inquinamento su scala mondiale se noi stessi, nel nostro piccolo, commettiamo ogni giorno queste violenze contro il nostro habitat naturale? Occorre allora una coscienza comune dell’esistenza del problema ed un senso di responsabilità di ognuno di noi partendo già dalla piccole cose... “Per fare del male non serve uccidere, basta gettare un pezzo di carta in un prato” è lo slogan che accompagna New Entry fin dalla sua nascita (17 settembre 1994) e non possiamo altro che riaffermarlo, poiché secondo me è dalle piccole cose che possiamo migliorare questo nostro mondo un po’ malandato dove noi uomini, a causa della continua ricerca di benessere e di potere, siamo riusciti a far scomparire le stagioni, a trasformare l’aria in un miscuglio di sostanze tossiche, ha colorare il mare di nero che odora di morte! Ma è la mentalità comune che fa rabbrividire: “Cosa vuoi che siano due sacchi e un bidè ai bordi di una strada a differenza delle fabbriche che inquinano giorno e notte senza che nessuno dice niente?” Questa affermazione può essere anche vera ma non per questo noi abbiamo il compito di peggiorare la situazione; dobbiamo essere in grado di dare il buon esempio a chiunque e a chi soprattutto verrà dopo di noi. Bisogna anche specificare alcune questioni a livello di comuni: alcuni di essi applicano delle tariffe dove in base a determinate caratteristiche familiari si

paga una determinata tassa sui rifiuti indipendentemente da cosa essi siano (esempio: portare un televisore in discarica equivale a portare un borsa piena di carta) mentre altri comuni hanno deciso di applicare una regola nella quale si determina che ogni cittadino paga in base al peso di ogni rifiuto che porta in discarica. Quest’ultima opzione, pur essendo concettualmente valida (è giusto che io porti un televisore e pago tot a differenza di un altro che porta una scatola di cioccolatini) ha il suo rovescio della medaglia risultando molto pericolosa proprio a causa del nostro poco rispetto per la natura e per l’attaccamento frenetico al denaro. Difatti, uno che deve portare in discarica un bidè, visto il peso, dovrebbe pagare una determinata cifra e quindi preferisce magari gettarlo ai bordi della strada o in una scarpata per evitare qualsiasi pagamento. E’ questa la realtà dei fatti e affinché non ci sarà una controtendenza forte, una coscienza, una mentalità nuova, tesa a impegnarci in prima persona sui problemi dell’ecologia, sarà sempre più difficile se non impossibile recuperare l’ambiente perduto... Un impegno questo che deve essere accompagnato anche da una certa educazione, in prima linea dai genitori ma anche dalle scuole dove continuano ad insegnarci e ad imbottirci di nozioni su come è costituito l’ambiente e la natura quando poi non siamo in grado di rispettarla e custodirla! Gianluca B.

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OROSCOPO dal 17 al 31 Maggio 2017 Si segnalano bufere del cuore, tempeste emotive che annuvolano la lucidità di giudizio. Guai in ufficio, al rientro, in famiglia. Fa attenzione a non decidere assecondando l’impulso: il con21/03 - 20/04 siglio vale anche per l’amore.

Sei disponibile al dialogo, all’ascolto degli altrui punti di vista. Sul lavoro collabori fattivamente con i colleghi, nel privato ti riconcili con qualcuno dopo un periodo conflittuale. L’umore è solare, 23/07 - 23/08 l’ottimismo splende.

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Di solito il partner è buono e paziente, ma oggi ha deciso di tirar fuori il suo lato più autoritario. Fagli capire con tatto, ma con fermezza, che così non ti piace. L’ambiente di lavoro non è dei più 24/08 - 22/09 sereni, discussioni tra colleghi.

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OROSCOPO dal 17 al 31 Maggio 2017 SAGITTARIO

Non manca l’ottimismo per la riuscita degli affari, lo svago in serata con gli amici del cuore. L’euforia in amore e l’intraprendenza sul posto di lavoro fanno il resto. Qualche zizzania in famiglia, con la suocera, mettono a dura 23/11 - 21/12 prova la tua pazienza. L’eros? Di primissima qualità per i nuovi amanti, gli innamorati.

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PASSEGGIANDO NEL MONDO DI ADRIANO di Jussin “La Jù” Franchina ® “In questi ultimi anni mi è capitato di intervistare alcuni dei collaboratori di Adriano Olivetti. In tutti è indelebile il ricordo del primo incontro, una conversazione in cui Adriano si informava sugli ultimi libri letti o sulle radici familiari, per risalire all’ambiente sociale in cui chi gli stava davanti era cresciuto per coglierne le inclinazioni più che le competenze. Molti hanno ricordato l’azzurro chiarissimo dei suoi occhi, la sua gentilezza e la sua determinazione”. Questo passaggio contiene molto del libro di Alberto Saibene, L’Italia di Adriano Olivetti. Una galleria di incontri e rivisitazioni di personaggi – in particolare della cultura e del disegno industriale – che desidera ricostruire gli ambienti e le parole, le suggestioni e le fascinazioni di una figura – Adriano Olivetti, anzi semplicemente Adriano – condizionata dal mito auto-poetico che la sottrae costantemente alla filologia e alla longue durèe degli storici e ai criteri di avalutatività oggettiva degli scienziati sociali. Saibene adopera spesso il racconto in prima persona: “Passeggiare oggi per l’Ivrea olivettiana -l’altra, oltre la Dora, è sempre rimasta impermeabile alla storia della fabbrica- non è molto diverso da aggirarsi per Pompei: un luogo dove la storia è passata. Anzi l’atmosfera che si respira assomiglia a quei film di fantascienza degli anni Settanta in cui si prende atto che il mito del progresso ha fatto il suo tempo e fabbriche arrugginite sono il fondale di quel che resta dell’umanità. La differenza è che ci sono ancora testimoni a cui chiedere: “Quella di Adriano fu un’utopia?”. La tecnica adottata da Saibene sembra, appunto, quella del flaneur. Non solo nella passeggiata in riva al fiume Dora, sulle cui sponde si trova l’Albergo Dora (“All’Hotel Dora penzolante sul fiume e appoggiato al tunnel della ferrovia, si incontravano più teste fini che al Caffè Rosati di Roma”, scriveva Giancarlo Lunati, uno dei collaboratori di Adriano citato dallo stesso Saibene), ma anche nei boschi e sulle colline, nei sentieri tortuosi e sulle strade più diritte del pensiero e della vita di Adriano. Lo stesso stile è adottato nelle parti meno note del percorso biografico di quest’ultimo.

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Non a caso uno dei capitoli si intitola “Ernst Bernhard e Adriano Olivetti: una traccia.” Il volto psicanalitico di Adriano – la decrittazione della sua interiorità – è uno dei totem che attira maggiormente quanti si sono misurati con una personalità così polimorfa. Questo volto viene ricostruito dalle parole di Cesare Musatti, che ebbe un rapporto complesso e affettuoso con Adriano, il quale fece una manciata di sedute con lui: “Adriano Olivetti fu in analisi a Roma dal professor Ernst Bernhard, ottima e cara persona più affine per certi suoi elementi, in certo modo misticheggianti, alla mentalità di Adriano, il quale avvertiva invece me come personalità più positiva, ma in quanto tale, diciamo pure, dogmatica”. Bernhard era uno psicanalista junghiano, studioso di teosofia e esoterismo, chiromanzia e astrologia – temi tutt’altro che estranei all’imprenditore di Ivrea – e appassionato indagatore dei rapporti tra ebraismo e cristianesimo, un altro dei fulcri della interiorità industriale. Non c’è, però, soltanto la vita contemplativa. C’è anche quella attiva. Da imprenditore e da organizzatore culturale, da teorico della politica e da politico, Adriano ha lasciato un segno nella costruzione di una scuola informale che ha plasmato uomini e donne, che sono rimasti nelle fabbriche e negli uffici o che sono andati nelle università, nelle case editrici e negli studi di architettura. Naturalmente questa funzione storica non è stata esclusivo appannaggio della Olivetti di Adriano, riconosce Saibene. Hanno rivestito un ruolo fondamentale pure l’Eni di Enrico Mattei, La Banca Commerciale di Raffaele Mattioli e la Banca d’Italia di Donato Menichella. Tuttavia, quell’impresa – animata da quell’uomo – ha avuto nella storia del Paese un peso e una originalità significativi: “La Olivetti era diversa: globale ante litteram (c’è stata una componente di cosmopolitismo ebraico tra i suoi dirigenti), la cultura del progetto come modus operandi, un nutrito gruppo di giovani che avevano facoltà di intraprendere, favoriti anche dal fatto che la generazione precedente, che aveva legato il proprio destino alle fortune del fascismo, aveva lasciato un vuoto da colmare. Alberto Saibene, L’Italia di Adriano Olivetti, Edizioni di Comunità, pagg.160, € 13

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COMUNICATO STAMPA

Elezioni Comunali 2017 La New Entry di Boffetti Gianluca con sede legale a Brembate di Sopra in via Tresolzio,48, editrice indipendente dei periodici New Entry, uno in distribuzione nella provincia di Bergamo e l’altro in provincia di Brescia, ai sensi delle disposizioni emanate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni relative alla campagna per le Elezioni Amministrative 2017, fissate per il giorno 11 giugno 2017 con eventuale ballottaggio il 25 giugno 2017 e della normativa vigente COMUNICA che intende mettere a disposizione, sui due giornali e nel sito on line www.newentry.eu spazi elettorali a pagamento per le elezioni amministrative dell’11 giugno 2017 (ed eventuali ballottaggi), in conformità delle norme dell’Agcom e di eventuali delibere specifiche che saranno emanate. Tutto ciò nell’ambito della legge che regolamenta la vendita degli spazi pubblicitari per propaganda elettorale e nel rispetto delle delibere adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni della Repubblica Italiana.Gli spazi di propaganda saranno offerti a tutti i partiti, a tutte le liste e a tutti i singoli candidati che ne facciano richiesta. In caso di alleanze, ogni partito sarà considerato in modo autonomo. Le prenotazioni e la consegna del materiale sarà possibile in qualunque

giorno fino ad una settimana prima della data delle elezioni. Tutti gli aventi diritto (liste, candidati e movimenti politici) avranno garantita la parità di accesso agli spazi per messaggi politici elettorali. Qualora le richieste di inserzione, provenienti da soggetti politici diversi che sostengono lo stesso candidato, fossero superiori alla disponibilità, la selezione viene operata secondo indicazioni del candidato stesso. La testata terrà conto delle prenotazioni in base alla loro progressione temporale. La prenotazione si baserà esclusivamente sulla data e ora del materiale ricevuto tramite email all’indirizzo bergamo@newentry.eu Il committente si assume la responsabilità esclusiva (civile e penale) di quanto affermato e dichiarato nello spazio pubblicitario sollevando la testata da ogni responsabilità. Resta comunque la facoltà discrezionale della direzione editoriale di non pubblicare un messaggio propagandistico chiaramente e palesemente ritenuto diffamatorio e, quindi, contro legge.

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Artefici del nulla il commento

RIFLESSIONI

Buongiorno Gianluca. In rif. al tuo bell’editoriale New Entry n.06 del 27/04/2017, dal titolo “ARTEFICI DEL NULLA”. Io e te, siamo della stessa linea di pensiero, ma temo che sia troppo tardi, per fermare questo diabolico, ed ahimè irreversibile processo sociale. La spiegazione qua, sarebbe troppo lunga. Quello che mi fa male, è che questo processo, ha colpito anche quei portatori (pensavo) di saggezza ed esperienza di vita, in pratica chi ha ricostruito questa nazione nel dopoguerra, portatori di determinati valori etico-morali, i miei genitori. Litighiamo spesso, dicendomi che, non ci posso fare nulla, e di fare la mia vita. Sarei tentato di rientrare in politica, ma vedendo lo stato di salute della nazione Italia, mi assale lo sconforto. Ci vorrebbe un conflitto bellico, purificatore. Germano

Ultima notte nel mio letto da “ragazza”

Osservo la stanza e ricordo quando la condividevo con mia sorella, già grande, che guardavo ammirata. Penso alle chiacchiere dei miei fratelli, nella stanza vicina. Odo i miei che discutono per le carte, di là, in cucina. Leo abbaia in sottofondo giù in cortile, quel cortile che ha visto le corse sfrenate e i palloni tirati, quel cortile responsabile delle ginocchia sbucciate di quando ero piccola, quel cortile che oggi ha nastri tirati a festa e palloncini bianchi con la scritta “Viva gli sposi”. Domani mi sposo e lascio questa casa per la mia nuova vita. Tanta commozione e occhi gonfi di lacrime. Ma più forte è l’amore per Roberto e la nostra nuova casa. Domani mi sposo e dormirò nel mio letto da felicissima signora Dani. Pamela B. www.newentry.eu 11


SEGNI NEL TEMPO

28 Gennaio 1986: un disastro dello Shuttle Challenger 1^ Parte La storia dell’esplorazione spaziale, seppur recente, è costellata (è il caso di dirlo) di incidenti e disastri anche mortali. Dalla cinematografica avaria dell’Apollo 13, agli ignoti astronauti che l’Unione Sovietica avrebbe inviato nello spazio verso morte certa, sembra che a dispetto degli avanzamenti tecnologici e delle sempre più restrittive misure di sicurezza, le catastrofi rimangano inevitabili. Quello di cui racconteremo oggi è uno dei suoi incidenti più terribili: quello dello Shuttle Challenger, andato distrutto poco dopo il lancio il 28 gennaio del 1986. Un’anomalia di alcune componenti di uno dei due razzi a propellente solido (Solid Rocket Booster, o SRB) ha fatto sì che questo si distaccasse, causando un cedimento strutturale dell’intero veicolo. L’equipaggio era composto di sette persone: il comandante Francis R. Scobee, il pilota Michael J. Smith, Ronald McNair, Ellison Onizuka, Gregory Jarvis, Judit Resnik e Christa McAuliffe (una civile, selezionata per la missione all’interno del progetto Teacher in Space): tutti hanno perso la vita nell’incidente, anche se il momento e le modalità della morte non sono mai state accertate. Si può dire che quello del Challenger è stato uno dei disastri più importanti perché l’ampia copertura mediatica data alla missione ne ha fatto immediatamente un caso di rilevanza globale. I problemi con la missione STS-51-L, il decimo volo del Challenger che era stato utilizzato fin dal 1983, sono iniziati già prima della partenza vera e propria. Il lancio sarebbe dovuto avvenire dal 12 www.newentry.eu

Kennedy Space Center in Florida il 22 gennaio. Ritardi nella missione precedente hanno fatto slittare la data di due giorni, e l’impreparazione dei siti di atterraggio di emergenza transoceanici di Dakar e Casablanca hanno richiesto un’ulteriore proroga. Le previsioni meteorologiche sfavorevoli hanno causato che il lancio fosse di nuovo posticipato al 27 gennaio, e infine un problema con il portello di ingresso ha rimandato la partenza al giorno successivo. La notte precedente al lancio la temperatura al Kennedy Space Center è scesa fino a –8 °C, e la mattina del 28 gennaio l’intera piattaforma era ricoperta dal ghiaccio, sollevando alcuni dubbi sulla possibilità di effettuare il lancio. Il controllo missione di Houston ha quindi richiesto un ultimo rinvio di due ore, per concedere il tempo alle squadre antighiaccio di liberare la piattaforma, portando l’orario previsto per l’inizio della missione alle 11:38 ora locale (16:38 UTC). Il decollo dello shuttle Challenger La tragedia dello shuttle Challenger: 28 gennaio 1986 l’esplosione in diretta TV Il lancio vero e proprio fu ripreso e trasmesso in diretta dalla CNN, per cui i video ufficiali sono facilmente reperibili online, e si possono seguire le fasi salienti dei 73 secondi di durata della missione, attraverso le immagini e i dialoghi degli astronauti e del controllo missione. Al tempo T=0 (momento del lancio, ore 11:38:00)


SEGNI NEL TEMPO

i motori principali dello Shuttle erano già accesi, e insieme a questi sono stati avviati i due SRB che avrebbero fornito la spinta necessaria per raggiungere l’orbita. L’elevazione procede come previsto, e a T+28 la potenza dei motori viene ridotta per facilitare l’attraversamento dell’atmosfera più densa. A T+37 il Challenger viene investito dal più intenso wind shear (una variazione improvvisa del vento in intensità e direzione) mai registrato in tutte le missioni dello Shuttle, che contribuisce a rendere più complicate le operazioni. A T+60 si può iniziare a scorgere una fuoriuscita di fumo sul SRB destro, e subito dopo è visibile una fiamma sull’esterno del serbatoio. Nonostante fosse evidente che era in corso un’avaria di qualche genere, né l’equipaggio né il controllo missione parvero accorgersene. D’altra parte, anche se il problema fosse stato rilevato allora, non sarebbe stato possibile intervenire in alcun modo. A T+68 il comandante Scobee conferma l’ordine ricevuto da Houston di dare potenza ai motori. A T+73 il serbatoio di idrogeno liquido del SRB

destro cede, e il razzo ruota su se stesso, portando lo Shuttle su un vettore anomalo. In pochi decimi di secondo, a un’altitudine di oltre 14 chilometri e una velocità superiore a Mach 1.5, le forze aerodinamiche anomale esercitano una forza di 20 g sul veicolo, che poteva sopportare un massimo di 5 g, causandone la disintegrazione. Dove prima si vedeva lo Shuttle ora appare solo una nuvola di fumo bianco. I due SRB proseguono il loro volo su traiettorie fuori controllo, mentre detriti di dimensioni varie iniziano a precipitare. È a questo punto del video che si può sentire il controllo missione constatare, in un agghiacciante tono calmo e professionale: “obviously a major mailfunction”. Poco dopo Houston conferma la perdita del collegamento radio con l’equipaggio, e dai rapporti delle varie unità di controllo si deduce che il Challenger è “esploso”. La NASA mette subito in atto le procedure di sicurezza, tagliano ogni contatto con il mondo esterno e avviando la raccolta dei dati per ricostruire la dinamica dell’incidente e prestare gli eventuali soccorsi. Il disastro dello shuttle Challenger: che cosa

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SEGNI NEL TEMPO

è successo? Questi sono gli eventi come si sono succeduti la mattina del 28 gennaio, quando la visione in diretta dell’imprevedibile catastrofe rendeva impossibile ricavare cause e modalità della perdita dello Shuttle. I fatti sono stati ricostruiti in seguito, attraverso l’analisi incrociata dei video, delle comunicazioni interne ed esterne al Challenger, dei dati di missione raccolti dalle varie stazioni di controllo, e dai relitti recuperati. Lo Shuttle si trovava in volo sull’Oceano Atlantico al momento della disintegrazione, e i detriti si sono sparsi su una vastissima porzione di mare. Le squadre di recupero sono state attivate non appena la caduta dei frammenti è terminata, e hanno coperto in alcuni mesi un’area di 1600 chilometri quadrati, scandagliando fino a una profondità di oltre 300 metri il fondale marino. La cabina dell’equipaggio è stata recuperata il 7 marzo, e all’inizio di maggio erano state raccolte 14 tonnellate di detriti, anche se più della metà della massa dello Shuttle è ancora dispersa, e occasionalmente affiora ancora oggi sulle coste della Florida. Le analisi si sono immediatamente concentrate su quanto restava del SRB di destra, che era stato presto identificato come l’origine del disastro. Le indagini sono state portate avanti dagli esperti riuniti nella Commissione Presidenziale opportunamente istituita, detta Rogers Commission dal nome del suo presidente, tra i cui membri era presente anche Neil Armstrong. Se all’inizio si credeva che il cedimento fosse dovuto a un problema strutturale del serbatoio esterno, successive analisi hanno portato all’identificazione del difetto negli O-ring che costituiscono la guarnizione nelle giunture dei diversi pezzi dei SRB. Se la tragedia dei sette astronauti perduti non rendesse terribile la distruzione del Challenger, sarebbe ironico pensare come la più banale delle componenti abbia causato il più devastante dei risultati. Gli O-ring sono sempli14 www.newentry.eu

ci anelli costituiti di un polimero gommoso, che sigillano le giunzioni tra i pezzi dei SRB, che vengono montati direttamente sulla piattaforma di lancio. Le tre giunzioni di ogni SRB sono sigillate da due O-ring, uno primario e uno di backup. A causa delle basse temperature della notte del 27 gennaio, alcuni ingegneri della stessa Morton Thiokol, l’azienda costruttrice dei SRB, avevano espresso preoccupazione per le condizioni avverse del lancio. Gli O-ring infatti erano testati per funzionare a una temperatura minima di 12 °C, mentre la mattina del 28 gennaio si raggiungevano appena i -1 °C: a questa temperatura, il materiale di cui le guarnizioni sono composte perde quasi interamente la sua resilienza, diventando di fatto un anello rigido inadeguato a contenere eventuali perdite. Riesaminando i filmati del lancio, si può notare come per un paio di secondi a partire da T+0.678 del fumo grigio fuoriesce dal SRB destro. È stato in seguito stabilito che il fumo è dovuto a una deformazione della carena metallica del SRB in prossimità di una giunzione, che provoca una perdita di gas ad alte temperature (2760 °C). In realtà si tratta di un fenomeno già riscontrato in altri lanci dello Shuttle, ed è proprio in questa evenienza che gli O-ring si dimostrano fondamentali: la guarnizione primaria avrebbe dovuto scivolare in posizione per sigillare la perdita. Tuttavia, a causa delle basse temperature, sia l’Oring primario che quello di backup erano diventati talmente duri da non riuscire ad adattarsi alla falla, e sono stati invece vaporizzati dal calore.

Inquadra con lo smartphone tramite l’App i-nigma o qr scanner il qr code per visionare le immagini di questa drammatica sciagura che ha colpito l’esplorazione spaziale.


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SOCIETA’

Dall’angolo dove c’è dimenticanza del loro valore Una ragazzina, poco più che bambina, buttata come la carta di una caramella. Una donna, afferrata con le parole, legata con i sussurri, strattonata dall’indifferenza. Donne di ogni età, comprate e vendute, prese a botte, con i pugni e con i gomiti, come si fa con un sacco appeso al soffitto. Mamme, figlie, sorelle, amate, desiderate, esiliate nell’angolo più buio dove la luce muore, insieme alla pietà, alla compassione crocifissa, alla giustizia tradita, umiliata, dove non esiste amore. Tanti nomi, occhi, corpi, in tante storie sconosciute, vissuti appena iniziati e giù terminati, amori che non posseggono più sorriso che fa del mondo uno spazio infinito dove ritrovarci, stare insieme, credere e avere fiducia nell’altro, anche in colui che offende e uccide i nostri sogni. Donne vittime e sacrificate, donne alla ricerca di un una salvezza, di un ruolo e di un riconoscimento, donne in fuga dal tallone caricato sulla testa, dall’angolo dove c’è dimenticanza del loro valore. Bambini strappati agli affetti, alla vita tutta ancora da interpretare, vittime di questo paese disarcionato, intontito dalla paura di perdere il domani, mentre è di oggi l’ennesimo omicidio di una bambina, di una donna, è violenza avversa al femminile, che s’allarga, non risparmia fragilità né innocenza, è violenza che si mostra travestita di scuse, giustificazioni sociali, è violenza che si fa vedere, guardare, che non concede centimetri, importanti per conoscere e indagare a fondo. Quando lo sguardo si posa sulle tante adolescenti scomparse e ritrovate senza vita, gettate qua e là, senza possibilità di una carezza, di un conforto, di un bene che rimane sordo e muto, il rischio sta nella irraccontabilità di questa sofferenza, che obbliga alla cecità del dolore, per cui diviene difficile arrivare a delle risposte condivise, il pericolo è di imbattersi nelle corruzioni dialettiche, nelle parole contaminate che vorrebbero dire tutto e il contrario di tutto, e questa ulteriore alterazio16 www.newentry.eu

ne del male, ci raggira al punto da non esser più capaci di riaffermare il valore della vita, per cui togliamo diritti conclamati universali all’umanità intera. Qualche tempo fa è stata la festa della donna, c’è da chiedersi se è stata festa di compleanno dedicata a tutte le principesse, oppure si è trattato di una ricorrenza-celebrazione, a ricordo di chi non c’è più, maltrattato in qualche anfratto, in una buca dove gli occhi rimangono aperti a guardare il male dentro di noi. Figli a perdere, destinati a lasciare il tempo, bambini additati a nostro futuro, come se questo presente non fosse così importante, come se queste assenze devastanti fossero parte di un presente di cui non c’è nulla da preoccuparsi, tanto meno preoccuparci dei più indifesi, vissuti come giocattoli, traditi come esseri umani. Le televisioni fanno scorrere immagini viste troppe volte, i giornali ripetono righe sempre uguali, mentre donne e bambine sono costrette a rimanere al palo, il consorzio sociale non se ne avvede, sbilanciato a correre in avanti restando anch’esso indietro, una società contorsionista che livella e abbatte ogni vergogna per un gesto infame che sarà per sempre, piuttosto che prendersi cura di chi non ha difese da opporre, ma unicamente occhi spalancati di innocente. Vincenzo Andraous

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La forza delle nostre scelte Nella vita tutti noi ci troviamo ad affrontare delle scelte. Fin da piccoli siamo tenuti a scegliere la scuola più adatta alle nostre inclinazioni, lo sport a noi più conforme o la squadra da tifare. Da grandi le scelte si moltiplicano e diventano sempre più impegnative e ricche di significato comportando responsabilità e conseguenze talvolta irreversibili. Scelte politiche, scelte lavorative, scelte sentimentali, scelte di vita. Fin qui nulla di preoccupante, qualcuno replicherebbe. Il detto latino “Homo faber fortunae suae”, ossia “L’uomo è artefice del suo destino” ci suggerirebbe il lato positivo del libero arbitrio umano, arbitrio basato sulla libertà umana di scegliere il proprio destino nella misura in cui ciò è possibile; tuttavia, fin dai primi anni di vita è facile osservare come tutte le nostre scelte siano condizionate dal mondo che ci circonda e dalla società. La famiglia ci vuole in un modo, gli amici in un altro, il nostro capo in un altro ancora; ed ecco che il padre vorrebbe che il proprio figlio portasse avanti l’attività di famiglia seguendo le proprie orme o la madre insoddisfatta dalla propria vita spera che la figlia, futura ballerina, realizzi il suo sogno mancato; ed ecco che, soprattutto gli adolescenti, ricorrono al bisturi spesso ancora minorenni, con consenso genitoriale, per avere la misura di seno “giusta” secondo i modelli sociali visti in tv o il nasino alla francese. Tutti questi condizionamenti oggi sono ancor più forti di un tempo vista la presenza di tantissimi strumenti di comunicazione, dalla TV ai social, passando per le infinite vie che internet offre. Un mondo fatto di perfezione e di modelli da seguire, un mondo dove l’adolescente diverso, perché sovrappeso e diverso dal modello in voga viene “bullizzato” nella realtà e in rete, portando spesso a tragedie annunciate. Un mondo in cui molte ragazze cadono in preda all’anoressia proprio perché non vedono riconosciuta la propria identità in quel modello che la società vuole imporgli.

RIFLESSIONI

Figli che scelgono la propria vita lavorativa per rispondere alle aspettative di vita dei genitori, ammalandosi poi di depressione, imprigionati in una vita che in realtà non hanno scelto davvero. Tutto ciò ci deve far riflettere sull’importanza delle nostre scelte nella vita e sull’importanza pedagogica del valore dell’imperfezione, dell’essere diversi e perciò unici. Partendo da questa convinzione il bambino, poi adulto, non cercherà una perfezione finta e quasi malata, ma saprà di avere una propria identità che nessuno gli strapperà mai via, imperfetta o no. Sarà solo nella convinzione della propria unicità e forza caratteriale che sarà in grado di fare scelte proprie, sentite, desiderate e che rispondono alle sue reali esigenze per un’esistenza felice. Questo è quanto di più importante si possa insegnare ad un bambino di oggi per dar vita a l’uomo di domani in grado di scegliere davvero. Samanta Gabrielli

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IL PILATES (Capitolo IV)

In questo incontro vorrei concentrare l’attenzione in particolare sugli aspetti strettamente tecnici del lavoro. Ma prima vorrei sfatare alcuni “miti” che aleggiano intorno al Pilates : Il Pilates é stetching (allungamento ). Non si può dire che sia semplicemente una lezione di stretchig altrimenti non lo definiremmo Pilates. Il lavoro di allungamento così come si è abituati a identificarlo nella pratica sportiva, è una componente del pilates, ma viene applicata con un approccio diverso. Quando si parla di stretching, o allungamento, si intende l’insieme di tutti gli esercizi mirati ad allungare le fibre muscolari, semplicemente facendo in modo che vengano allontanate tra loro le estremità’, mantenendo delle posizioni statiche per un tempo determinato. Invece con l’approccio del pilates l’allungamento viene eseguito in movimento e in maniera attiva da parte del soggetto. Allunghiamo le fibre muscolari e contemporaneamente andiamo a decomprimere le articolazioni in modo attivo e intenzionale, attraverso una precisa tecnica esecutiva. Il Pilates è una ginnastica dolce. Dipende. In generale tuttavia non si può definire ginnastica dolce, quantomeno può essere tale in determinate circostanze, per esempio se si tratta di

soggetti fisicamente poco o per niente allenati, oppure se ci sono problematiche specifiche legate alla funzionalità del corpo. Se abbiamo di fronte una persona senza problemi fisici particolari, l’allenamento di pilates può diventare anche molto intenso e duro, sempre rispettando la gradualità del lavoro e non di meno il livello di preparazione fisica del soggetto in questione. Si tenga presente che il metodo, alle origini si è sviluppato soprattutto per migliorare la prestazione fisica dei ballerini professionisti. Il pilates è rilassamento. Se per rilassamento intendiamo duro lavoro e fatica dunque sì. C’è anche chi facendo un’oretta di corsa, o di colpi di box al sacco, o 150 km in bicicletta riesce a scaricare la tensione nervosa e di conseguenza poi raggiunge uno stato di rilassamento... ma se s’intende il rilassamento nel senso comune del termine posso affermare che fare pilates non è rilassante. E’ un allenamento e in quanto tale ha lo scopo di indurre un condizionamento fisico, per migliorare la prestazione e lo stato di benessere generale del corpo, della mente e dello spirito. E’ fondamentale, tuttavia, anche rispettare i tempi di ciascuno, senza forzare in modo eccessivo, ma dando degli stimoli proporzionati . Fatta questa premessa mi sorge spontanea una riflessione personale. Negli anni ho frequentato diversi corsi per insegnare Pilates. Corsi certificati da federazioni accreditate e degne di rispetto. Tuttavia mi sono resa conto, dopo qualche anno di insegnamento, che quello che stavo facendo non mi appagava completamente e non vedevo margine di crescita. Non potevo credere che il pilates fosse solo quello che avevo imparato e insegnato in questi anni. Doveva esserci qualcos’altro se aveva riscosso in tutto il pianeta una tele diffusione. Solo dopo aver conosciuto il Pilates Classico, ovvero il metodo originale ideato e sviluppato da Joseph Pilates, ho capito quanto ancora avevo da imparare e quanto ancora ne ho.

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SPECIALE

Vediamo ora quali sono gli aspetti prettamente tecnici del metodo. GLI ESERCIZI Il lavoro si può sviluppare sia a corpo libero, con un semplicissimo materassino, oppure con l’ausilio di diversi attrezzi specifici del pilates che sono: mat, reformer, cadillac,spine corrector, wunda chair, palle grandi e piccole e diversi piccoli attrezzi. Per ogni attrezzo c’è un preciso programma di esercizi, de eseguire seguendo un ordine prestabilito, frutto di anni di studio ed esperienza sul campo. Ogni esercizio è la prosecuzione di quello precedente ed è preparatorio a quello successivo. Nulla è casuale , bensì studiato fin nei minimi dettagli. LAVORO IN SCARICO La maggior parte del programma di lavoro prevede che il soggetto sia in posizioni di scarico delle articolazioni , quindi in posizione supina, prona, sdraiata su un fianco, seduta o sospesa. Questo permette alle articolazioni di muoversi senza il peso della forza di gravità, quindi con maggiore libertà e minor grado di rischio. Da questo traggono giovamento soprattutto colonna vertebrale e tutte le articolazioni degli arti inferori, le quali nella quotidianità, sono le strutture articolari maggiormente sottoposte a compressione e quindi ad usura.

TONIFICAZIONE IN ALLUNGAMENTO La specificità del metodo è la ricerca del miglioramento del tono muscolare in allungamento. Il risultato che si ottiene è una distribuzione verso l’allungamento della massa muscolare a favore dell’elasticità senza però trascurare la tonicità e la forza. La figura si assottiglia e si rimodella. TUTTO IL CORPO INSIEME Ogni esercizio, fatto correttamente coinvolge tutto il corpo, tutti i muscoli e i tendini insieme. L’esecuzione del movimento richiede l’attivazione di tutti i muscoli che lavorano in sinergia. Più si entra nel lavoro, ossia si capiscono le dinamiche da utilizzare, più si vanno ad attivare i muscoli profondi, vicini allo scheletro. Sono proprio questi ultimi che sono principalmente deputati al mantenimento della postura. LAVORO POSTURALE Con questo metodo andiamo a migliorare la tonicità dei muscoli profondi, oltre che l’elasticità e la lunghezza degli stessi. Lavorando in allungamento si va a riequilibrare la simmetria del tono muscolare e l’allineamento delle strutture scheletriche. Le fibre muscolari vicine allo scheletro sono quelle più refrattarie ad essere tonificate, diciamo che sono un po’ più “dure” di quelle esterne, hanno però una memoria motoria molto più duratura. Quindi si fa più fatica a raggiungerle con l’allenamento ma mantenwww.newentry.eu 23


SPECIALE

gono la tonicità a lungo. Si può parlare di rieducazione posturale, in quanto ciò che si vuole ottenere dal pilates è educare il corpo a muoversi nel modo più efficace con il minor sforzo, soprattutto durante le attività del quotidiano. LAVORO CARDIOVASCOLRE Lavorando prevalentemente sdraiati si favorisce la circolazione sanguigna di tutto il corpo: il sangue defluisce più facilmente dalle gambe e raggiunge meglio le zone più alte , cosa che in stazione eretta, per gravità, si svolge in maniera meno fluida. Quindi anche gli organi interni sono più facilmente irrorati e le funzioni fisiologiche ne traggono vantaggi non indifferenti ( funzione renale, intestinale, il cuore lavora con meno sforzo per pompare il sangue dove serve e tutti gli organi interni ringraziano). Raggiunto un buon livello di competenza sul lavoro si può aumentare l’intensità dell’allenamento, gradualmente si aumentano “i giri del motore”. A questo punto il pilates può essere definito allenamento cardiovascolare, viene stimolata una maggiore irrorazione sanguigna verso i muscoli e quindi il cuore durante il lavoro, aumenta i battiti. Come conseguenza ad un allenamento cardiovascolare, il battito cardiaco a riposo tende a diminuire. CAPACITA’ RESPIRATORIA Uno degli obbiettivi prevalenti del pilates è quello di aumentare la mobilità articolare. La colonna vertebrale è costituita da 33 vertebre allineate e

connesse fra loro da piccole articolazioni e tendini e interposte dai dischi vertebrali. Queste strutture non sono fatte per restare immobili altrimenti non sarebbero articolazioni. Bensì sono predisposte a rendere possibile la mobilità in tutte le direzioni. Le coste del torace sono articolate alle vertebre e maggiore sarà la mobilità della colonna maggiore sarà anche quella del costato. Durante l’atto respiratorio il costato si espande tanto più quanto maggiore è l’ampiezza di movimento consentita dalle articolazioni vertebro-costali. Incrementando la mobilità del rachide quindi aumenta la capacità respiratoria, il petto si apre e anche la postura migliora. Concludendo spero di aver espresso i concetti che mi frullano per la testa in modo sufficientemente chiaro ed esauriente. Per chi ama essere in forma e stare bene con il proprio corpo può capire il mio entusiasmo nell’ illustrare questo meraviglioso metodo di allenamento. Avere un corpo prestante e in forma non è, a mio parere, solo un’esigenza estetica. E’ oltre. E’ sentirsi bene , gioire della propria vitalità, prendersi cura di se stessi e perché no, anche piacersi e soprattutto volersi bene. “ Ama il prossimo tuo come te stesso” disse Gesù un paio di millenni fa. Sante parole!!!! Un cordiale arrivederci e grazie per aver letto questo articolo. Maria Cristina Ferrari Diplomata I.S.E.F. , insegnante di Pilates e Fitness

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Assemblea condominiale.

Istruzioni per una corretta redazione del verbale Il Tribunale di Roma, con la sentenza n. 22763 del 6 dicembre 2016, individua gli elementi essenziali che il verbale stesso deve contenere per la validità delle deliberazioni assembleari. Nella fattispecie, il giudice romano si è soffermato principalmente su due punti: a) Indicazione dei condomini presenti e necessità di indicare espressamente coloro che hanno votato a favore; b) Ordine del giorno e possibilità di discutere e deliberare su argomenti non indicati ma connessi all’ordine del giorno. Parlando di invalidità delle delibere dell’assemblea di condominio, non si può che partire da quella che giustamente può definirsi la pronuncia “faro” della suprema Corte in materia, vale a dire la sentenza n. 4806 del 7 marzo 2005, con la quale le Sezioni Unite han-

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no stabilito i parametri di distinzione tra delibere nulle e delibere annullabili. Debbono qualificarsi nulle le delibere dell’assemblea condominiale prive degli elementi essenziali, le delibere con oggetto impossibile o illecito (contrario all’ordine pubblico, alla morale o al buon costume), le delibere con oggetto che non rientra nella competenza dell’assemblea, le delibere che incidono sui diritti individuali sulle cose o servizi comuni o sulla proprietà esclusiva di ognuno dei condomini, le delibere comunque invalide in relazione all’oggetto. Debbono invece qualificarsi annullabili le delibere con vizi relativi alla regolare costituzione dell’assemblea, quelle adottate con maggioranza inferiore a quella prescritta dalla legge o dal regolamento condominiale, quelle affette da vizi formali, in violazione di prescrizioni legali, convenzionali, regolamentari, attinenti al procedimento di convocazione o di informazione dell’assemblea. Accertato dunque che i vizi del verbale configurano, di regola, altrettanti casi di annullabilità delle delibere condominiali, il tribunale ha precisato che il verbale non deve necessariamente contenere i nominativi dei condomini che hanno votato a favore dell’assemblea. Infatti, non è annullabile la delibera il cui verbale – benchè privo dell’indicazione nominativa dei condomini che hanno votato a favore – contenga comunque l’elenco di tutti i condomini presenti, personalmente o per delega, con i relativi millesimi e, nel contempo, indichi nominativamente i partecipanti astenuti e contrari, nonché il valore complessivo delle rispettive quote millesimali. Tali dati consentono di stabilire con sicurezza, per differenza, quanti e quali condomini abbiano superato il quorum richiesto dall’art. 1136 c.c., senza che, tra l’altro, l’eventuale correzione del verbale – effettuata dopo la conclusione dell’as-


POESIE

ESPERTI A VOI

semblea, allo scopo di eliminare gli errori relativi al computo dei millesimi ed ai condomini effettivamente presenti all’adunanza – possa inficiare l’adottata delibera (cfr. Cass. civ. n. 6552/2015). In merito alla possibilità di estendere la discussioni ad argomenti connessi ma non espressamente indicati nell’ordine del giorno, in linea generale non è necessaria una puntuale indicazione delle singole questioni all’interno dell’ordine del giorno, ben potendo l’assemblea discutere e deliberare su punti comunque inerenti agli argomenti indicati. La stretta connessione tra quanto deliberato e gli argomenti espressamente inseriti all’ordine del giorno esclude, in linea di principio, che i condomini possano essere “còlti di sorpresa” e possano essere pregiudicati nel loro diritto di discutere e votare liberamente e consapevolmente, con piena cognizione di causa. Studio Ortini

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Libellule Impalpabili ed eleganti, luminose figure blu dalle ali eteree volano lievi lambendo l’acqua fresca del fiume. Trasparenze cangianti nel torrido pomeriggio di luglio ravvivano silenziose verdi ciuffi d’erba, tenui sfumature di fiori che dalla riva si chinano in cerca di refrigerio. Seguono armoniose le libellule lo scorrere frusciante dell’acqua. Rovente quiete d’intorno Dal mio libro “Bucaneve & girasoli” D’estate, quando da bambina andavo al fosso ad aiutare la mamma o le mie sorelle a lavare la biancheria, rimanevo incantata ad ammirare le libellule, i “caàöcc” in dialetto, che volavano eleganti luccicando contro il sole. Sui corsi d’acqua di casa nostra ( Cès e Rial – fiume Chiese e Vaso Reale) si può vedere ancora qualche libellula, dalle inconfondibili ali blu cangiante. Molti sono i simboli legati alla libellula: di trasformazione e di cambiamenti quotidiani, di introspezione che insegna ad andare oltre le apparenze per cercare la propria identità. Nella cultura europea viene vista come simbolo di libertà, pace e ricerca della verità; in alcune zone italiane è chiamata “ ago del diavolo”, per il suo corpo sottile e lungo. In Oriente è un portafortuna carico di armonia e prosperità; i samurai si incidevano la libellula sull’elmo come buon auspicio della vittoria sul nemico e come simbolo di forza e coraggio. Indossare un ciondolo a forma di libellula può significare che è in corso un cambiamento nella propria vita o che si è in cerca di equilibrio e controllo mentale. A ognuno trovare il simbolo che più le si addice, o semplicemente ammirarla nelle calde giornate estive, passeggiando sulle rive del Cés o del “Rial”. Ornella Olfi www.newentry.eu 27


SPETTACOLO & ARTE

Da Agosto 2016 che non si parla d’altro nella stampa locale dell’Umbria e nei siti religiosi di tutto il mondo. Di cosa stiamo parlando? Del nuovo format televisivo nazionale prodotto dall’Associazione Culturale Rosso 23, grazie anche all’aiuto degli sponsor ( l’EuroSpin e il Castello di Magrano di Gubbio, di proprietà della famiglia Giunta); del quale però non c’è dato sapere molto, anche se alcune notizie sono trapelate. Ma partiamo con ordine, il

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format di cui stiamo parlando si chiama “RAGAZZI OGGI WITHOUT RULES”, le riprese sono finite e i protagonisti sono 4 ragazzi sotto i 22 anni, ed il format è basato tutto su di loro e sulla loro giovane età. Becca, Cirù e Jack ( questi i nomi dei ragazzi ) per primi si sono fatti notare, regalando un rosario al Presidente della Repubblica Mattarella e al Vescovo Domenico Sorrentino dentro l’evento “Sete di Pace” davanti a tutte le televisioni di tutto il

mondo, da qui i ragazzi vengono intervistati dalla Rai Nazionale e il format “Ragazzi Oggi Without Rules” riceve due proposte dalla Francia e New York. Come se non basta, i ragazzi hanno visto da vicino Papa Francesco. Le riprese continuano...e la produzione chiede ai ragazzi di scrivere cosa pensano su Papa Francesco, così i loro pensieri (grazie all’aiuto della cantante Alice Castagnoli) diventa il testo di una canzone da discoteca (base composta dai due dj Michele Simoncini e Riccardo Paggi ) dal titolo “APRI IL CUORE”, che il regista televisivo Roberto Cenci insieme agli autori Simone di Rosa e Sergio Rubino decidono di fare cantare i ragazzi con il loro pezzo su Papa Francesco, in prima serata su canale 5, la sera di capodanno. Un successo inaspettato per questi giovanissimi, che si trovano le loro prime fan sotto l’hotel per i primi autografi e cosi “Ragazzi Oggi


Without Rules” riceve proposte di ogni tipo (soprattutto discografiche). La loro pagina Facebook spopola di “Mi Piace”, un successo inaspettato per un format che deve ancora uscire in tv, un progetto che promette già bene. Inoltre un’altra notizia certa, che nel format ci saranno diversi personaggi noti dello spettacolo. L’unico nome che siamo riusciti ad avere grazie all’associazione Rosso 23 è quello di Vittorio Sgarbi, il critico d’arte ha augurato a Jack, Becca e Cirù di diventare più famosi e ricchi dei ragazzi del volo (che tra l’altro sono stati scoperti e lanciati proprio dal regista Roberto Cenci), chiedendo a loro, di andare in America se

SPETTACOLO & ARTE

un giorno verranno chiamati dal presidente Trump. Inoltre Vittorio Sgarbi consiglia ai ragazzi di restare umili e di aiutare i più bisognosi e neanche a farlo apposta, come si legge nella loro pagina Facebook, la prima loro ospitata è stata un evento di beneficenza, il 13 Maggio alle ore 10,30

presso la casa circondariale di Terni (Evento di beneficenza organizzato da Gruppo Idee e Love Cup), nella pagina lo staff ringrazia Marcello Cuicchi e assicura che verranno comunicate altre date, che ospiteranno i protagonisti di “Ragazzi Oggi Without Rules”. Laura Gorini

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RIFLESSIONI

Divertimenti alla fiera

Quando ero ragazza, pochi erano i divertimenti che ci erano permessi, durante l’anno. La domenica pomeriggio noi femmine andavamo all’oratorio dalle Suore Canossiane, i maschi all’oratorio maschile. La Fiera di san Pancrazio era perciò un appuntamento molto atteso, molto sospirato. Purtroppo la maggioranza di noi aveva pochi soldi in tasca, sempre troppo pochi. Mettevamo allora insieme , tra amiche, i pochi spiccioli e calcolavamo quanti giri di giostra riuscivamo a fare. Le più tranquille preferivano i dischi volanti, quelle più spericolate anche il cancinculo. Le autoscontro erano spesso un pretesto per fare conoscenze: o ci si scontrava di proposito tra auto di ragazze e ragazzi, oppure i ragazzi meno timidi invitavano le ragazze a salire per fare un giro insieme. Si vedevano bulletti seduti sullo schienale fare gimcane con scontri violenti, o giovanotti guidare prudenti per fare buona impressione. I più spavaldi invitavano le ragazze nel castello degli orrori approfit-

tando per stringerle quando urlavano spaventate. Ci si divertiva proprio tanto, anche se il divertimento durava poco e le tentazioni non soddisfatte alla fiera tante. Diventando poi genitori, abbiamo vissuto anni in cui accompagnavamo i nostri figli sulle giostre per i più piccoli, sedendoci anche vicino a loro e aiutandoli a prendere la coda, consolando i loro pianti alla fine dei giri, sempre troppo brevi e ritornando bambini anche noi. Ora ci accontentiamo di salire su attrazioni tranquille: su autoscontro e calcinculo si rischia di scendere acciaccati… meglio solo guardare! Si respira comunque aria di festa, alla fiera, ascoltando la musica coinvolgente diffusa ad alto volume, rivivendo con un po’ di nostalgia quegli anni lontani, contenti tuttavia di aver goduto appieno quei pochi divertimenti. Ora i ragazzi hanno la possibilità di divertirsi ogni fine settimana, senza aspettare la fiera, ma non so se sono sempre felici! Ornella Olfi

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3 Maggio 2017 Le poche volte che mi muovo di casa è per la mia bancarella (che ora chiamo “della Provvidenza”) oppure per la spesa. Ieri mattina mi son mossa per la spesa; per quella vitale, indispensabile e… come sempre accendo la radio, da lungo tempo ormai fissa e sintonizzata su Radio Maria. Ed ecco che capita un programma ove, in diretta, le persone telefonano per condividere le loro Poesie… Solo la parola, Poesia, per me è Luce... sempre… ed ascolto. Eh si (mi dico)… è il mese di Maggio… e le stesse, infatti, son quelle dedicate alla Madonna. Da sempre, Lei, per me... vien dopo di Lui… e Le chiedo, come ogni giorno, perdono. Il Cristo è la mia vita; da sempre. Ma torno all’ascolto. Persone telefonano, salutano, ognuno dà del suo meglio… Alcuni passi meritevoli, alcuni semplici, sentiti; tutto merita, sempre, tutto serve… Ma ecco… che telefona “un” Salvatore da Palermo. Scrive poesie e dice che Quella che andrà a seguire s’intitola “Vergine Santa, siamo nelle Tue Mani”. Data l’agosto 2003 e attendo il sentire… Ma che dire? Già le prime parole.. la profondità del contenuto han raggiunto l’altezza, il centro del mio cuore; han saputo attraversarmi l’anima, al punto che ho fermato l’auto, e mi sono accostata per potermi consentire un “ascoltare” al meglio…. ogni singola parola. Tutte parole perfette, tutte da non credere; come avessi avuto per me, per la prima volta, una preghiera nuova, importante, MIA… capace di allargare… capace di non far pensare solo al nostro piccolo operare, ma capace di allargare, come un manto prezioso, luminoso ed avvolgere l’universo intero. Ringrazio Internet, la tecnologia, perché ho potuto riascoltare, e.. poco alla volta trascrivere.. quanto sentii. Chiaramente la punteggiatura, etc,… son di mia semplice dislocazione…e chiedo venia, a priori, per ove non corretta non sa render giustizia e

RIFLESSIONI

forza al contenuto. Ma Ecco, quindi… Ecco la Poesia/Preghiera che tanto mi colpì . E ringrazio… per la lettura. Vergine Santa, siamo nelle Tue Mani Che dirò, Signora, al mondo che mi guarda e non sorride ? Che dirò ai miei Fratelli che si disperano, che piangono, che muoiono di fame ? Che dirò ai vecchi abbandonati, ai figli tuoi… dimenticati ? Che dirò a quanti non hanno fede e muoiono disperati ? Mamma del Cielo, apri gli occhi di quanti hanno smarrito la via e non sanno più sognare, immergi nel tuo cuore quelli che non hanno più lacrime da versare. Oggi, più che mai, siamo tutti nelle tue mani; Abbiamo paura di precipitare in un pozzo profondo e non potere più risalire, abbiamo paura di essere stati dimenticati pure dagli Angeli e dai Santi, e che l’Ira del Signore possa abbattersi su di noi, all’improvviso, e cancellarci dalla faccia della terra. Madre della Misericordia, Tu sola puoi fermare il braccio e le spade col candore della tua preghiera, Tu sola puoi deviare le bombe che stanno lanciando contro gli innocenti. Quanti bambini, ogni giorno, perdono la vita, per la cattiveria degli uomini e per la loro sete di potere. Tu sola puoi consolare il dolore di ogni mamma, perchè… Tu sola… sei la Mamma di ogni dolore! Tu sola puoi riportare l’Uomo sulla Via della Pace! Vieni Maria, prima che sia troppo tardi, prima che il vento e la bufera ci abbattano sulle porte del mondo, prima che le mura della nostra vita siano frantumate, prima che la Chiesa di Cristo venga polverizzata dall’odio e dalla morte. AMEN. Salvatore da Palermo Un grazie a Gabriella Masoni per averla inviata

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La grande F Facebook è l’oppio dei popoli. Mr. Z. ha creato il più influente, dinamico e controllabile strumento d’informazione dell’intera storia dell’umanità ed è lì che ci scruta attraverso i suoi algoritmi e le sue dinamiche principalmente basate sull’ego e la costante necessità di comunicare al resto del mondo che esistiamo e che vogliamo attenzione. Chi ha usato o tuttora utilizza il celebre social network è passato da tutte le fasi tipiche di utilizzo: diffidenza, comprensione, eccesso di utilizzo, noia, abbandono, ritorno di fiamma e nuovamente dipendenza: la forza creativa della grande F è stata esattamente continuare a rinnovare le funzioni, destabilizzare l’utente mantenendolo in uno stato di continuo apprendimento per non far calare la curiosità e l’at-

RIFLESSIONI

tenzione. I compleanni su Facebook quanto sono sentiti? È davvero così gratificante ricevere un centinaio di “Auguri, Buon Compleanno, A!, HB, Happy Birthday!” senza anima e uguali giorno dopo giorno per tutti? Magari c’è pure chi si offende perché non gli fai gli auguri e questo solo perché quel giorno non ti sei collegato. Geniali, come altro definirli? Prendi un uomo, sfrutta il suo ego, abusa della sua cerchia sociale con nuove dinamiche e sarà tuo per sempre. O almeno finché un nuovo social non scardinerà il leader in carica. Una matita può servire a scrivere su un pezzo di carta o diventare uno strumento offensivo; forse la colpa alla fine non è dello strumento ma dell’utilizzatore. Anwar Maggi

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WONDER WOMAN Le avventure di Wonder Woman. Azione - USA, 2017. Un film di Patty Jenkins. Con Gal Gadot, Chris Pine, Robin Wright, David Thewlis, Elena Anaya, Danny Huston, Lucy Davis, Saïd Taghmaoui. Uscita giovedì 1 giugno 2017. Distribuzione Warner Bros Italia. Decisa a salvare il mondo dalla catastrofe, la principessa delle Amazzoni Diana abbandona la sua terra e si trasforma in Wonder Woman. Diana è la principessa delle Amazzoni, addestrata per essere una guerriera invincibile. Cresciuta in una paradisiaca isola lontana e sperduta, Diana decide di abbandonare la sua terra dopo che un pilota americano piomba sulle rive e racconta del violento conflitto che infuria nel mondo esterno. Si convince di essere in grado di dare il suo contributo e fermare la minaccia. Capirà quali sono i suoi veri poteri e si trasformerà nell’eroina Wonder Woman. Inquadra il qr code con lo smarthone e visualizza il trailer del film. 36 www.newentry.eu

LA MUMMIA Il remake/reboot de La mummia. Azione - USA, 2017. Durata Minuti. Un film di Alex Kurtzman. Con Tom Cruise, Russell Crowe, Sofia Boutella, Annabelle Wallis, Jake Johnson, Marwan Kenzari, Courtney B. Vance, Javier Botet. Uscita giovedì 8 giugno 2017. Un ex soldato delle forze speciali e una scienziata alle prese con una mummia che torna a vivere. Creduta sepolta in una cripta in profondità sotto un deserto che non perdona, un’antica regina il cui destino le è stato ingiustamente strappato via, si risveglia nei giorni nostri portando con sè una malvagità cresciuta con lei nel corso dei millenni e terrori che sfidano la comprensione umana.

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ASPETTANDO IL RE Drammatico - USA, Germania, Gran Bretagna, Francia, 2016. Un film di Tom Tykwer. Con Tom Hanks, Tom Skerritt, Sarita Choudhury, Tracey Fairaway, Jay Abdo, Jane Perry, Megan Maczko, Dhaffer L’Abidine. Uscita giovedì 15 giugno 2017. Un uomo d’affari in difficoltà, Alan Clay, dopo aver fallito in America, si dirige in una fiorente città dell’Arabia Saudita, in un ultimo disperato tentativo di evitare la recessione, pagare le tasse universitarie della figlia, e fare qualcosa di memorabile. Lasciandosi alle spalle il passato, Alan si trova ad affrontare una situazione in cui non ha più nulla da perdere, affronterà nuove sfide in un mondo completamente diverso da quello in cui è cresciuto. Inquadra il qr code con lo smarthone e visualizza il trailer del film.


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ED E’ POESIA

Monte Ubione, monte Unione

L’abito bianco

27 Maggio 2009

17 febbraio 2015

Passata è la Pasqua e pur l’Ascensione; Eppur quella Croce… trafigge Passione. Vicina e presente, é là su quel monte; Ogni giorno che nasce, la trovo di fronte. Azzurro è quel Cielo, né nubi, né un velo. Immersa nel verde è quella salita; sollevo una mano, allungo le dita. Poi scendo e disegno, quella linea infinita che par separare la Terra dal Cielo… la Vita. Separo i colori, l’Azzurro dal verde, ed il Cuore si perde. Mi tuffo dall’alto, in quel verde mare; vellutate le onde, in tutte le fronde. Mi addentro in ogni più piccola cosa, in ramo, in tronco, ala che riposa. In ogni lieve movimento, in soffio di vento. In ogni singolo battito, desiderio, voglia, in semplice foglia. In becco, in canto, fruscio, in rivolo d’Acqua, piccolo gorgoglìo.

L’abito bianco è una luce di rara bellezza riflessa sul manto. E’ neve o soltanto la voglia di un mondo migliore sedendoti accanto. Il sole e l’azzurro del cielo le tue mani che cercano invano caramelle in tasche bucate canticchiando quel brano. I tuoi occhi e i loro mille discorsi le orme che osservo ritrarsi è il passato che muore e il futuro si chiede il da farsi. L’abito bianco è una luce che eccede riflessa sul manto. La vita che cambia colore per un giorno un’ora o un soffio di vento nei tuoi occhi di rara bellezza mi perdo a rilento.

Viaggio oltre i Sentieri, al di là dei Pensieri; e Raggiungo la Vetta… ove allargo le braccia a ciò che mi aspetta. Gabriella Masoni

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PENSIERI E PAROLE RICORDANDO MICHELE

Pensieri di fine estate Ed eccoci qua, alla fine di questa estate dove abbiamo trovato il caldo che ne ha ricoperto per la maggiore il ruolo di protagonista. Io ho trascorso un ottimo mese di agosto, in vacanza al mare in un posto stupendo con gente allegra e di compagnia dove si ha l’occasione per estraniarsi dal solito mondo, dalla nostra routine per stare tranquilli e riposare anche solo mentalmente. Il 1° di settembre segnava l’inizio di tutto: nuovo mese, primo giorno di lavoro al rientro dalle vacanze, un anno in più sulle spalle (ebbene sì, anch’io compio gli anni...) ma una cosa proprio non me l’aspettavo; la perdita di un amico, non uno qualsiasi, bensì un mio caro amico, uno dei migliori che avessi. Il destino è arrivato puntuale all’appuntamento e se l’è portato con sè, lasciando solo il vuoto, la disperazione e tanto, ma tanto dolore nelle persone che prematuramente devono sopperire e farsi una ragione per la sua perdita. Un incidente di lavoro, la mancanza di maggior sicurezza sul posto di lavoro, la sfortuna del caso e chi ne ha ne più ne metta, fatto sta che ora siamo qui a piangere la sua assenza. Un ragazzo di 30 anni con cui sono cresciuto, con cui ho trascorso gli anni della spensieratezza, dell’ingenuità e con cui speravo di vivere tante altre esperienze... ed invece tutto è cambiato. La sua famiglia lo aspettava a casa la sera, come tutte le altre, un padre di famiglia modello, avrebbe dato l’anima per la sua bambina e ci metteva tutto se stesso nel lavoro per poter dare un futuro alla sua casa, ai suoi parenti, con quella voglia di fare e di vivere, quell’energia che molti non sanno nemmeno cosa sia. Alla notizia io ne sono rimasto sconvolto e non volevo crederci, fino a quando l’ho visto con i miei stessi occhi e lì ho capito che la morte non guarda in faccia a nessuno, che ogni giorno può essere l’ora giusta ed a quell’appuntamento, nessuno può mancare. In queste occasioni non si sa mai cosa dire, a fatica sono entrata nella casa

dove riposava per dargli l’ultimo saluto, a stento riuscivo a guardare negli occhi i parenti con cui sono legato moltissimo, con difficoltà ho detto a sua moglie “ci vediamo presto” senza lasciarmi scappare qualche lacrima. Io mi son sentito in dovere di scrivere qualcosa, prima di tutto perché sentirò la sua mancanza e poi perché deve essere una marcia in più per far riflettere sul senso della vita; sull’importanza della vita! Tanti si buttano a capofitto in imprese impossibili, entrano nel tunnel della droga, vanno a velocità impossibili sulle strade, s’inventano “giochi” mortali per il solo brivido del rischio... ma guardiamoci attorno e per rispetto di persone come Simone, amante della vita, non facciamolo. Lui che voleva stare sempre vicino alla sua famiglia gli è stato tolto il tempo materiale per raggiungere il suo scopo, a noi che invece siamo ancora qui, un ammonimento affinché non sprechiamo questo bene prezioso: la VITA! Ai parenti tutti, inutile dire tante belle parole, quello che più conta sono i fatti e quindi star loro vicini, anche se si sa, inutile nascondersi, ognuno ha la sua vita e la sua famiglia, però, se capitava a noi questa disgrazia?! Ciao Simone Scritto nel settebre di qualche anno fa... Michele Cortinovis

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CALVISANO

Ginnastica artistica: ginnaste e ginnasti di Calvisano alla finale nazionale a Rimini Partecipando alle gare REGIONALI come da calendario agonistico 2017, il sodalizio Calvisanese si aggiudica l’ammissione alle finali dei campionati nazionali di ginnastica artistica maschile e femminile a RIMINI. La GINNASTICA ARPA Calvisano nelle competizioni maschili ottiene il 2° posto nel campionato Regionale nella competizione di MORTARA nella gara di squadra serie “D” OPEN con esecuzioni perfette alla parallela pari, alla tavola del volteggio alla sbarra e il corpo libero. I ginnasti DARIO MARCHETTI, GIO MARIA, USAI LUCA BETTINI salivano al SECONDO posto del podio aggiudicandosi il titolo di VICE CAMPIONI DELLA REGIONE LOMBARDIA. Nella prova individuale sul campo di gara di ARCORE il ginnasta DARIO MARCHETTI GIO MARIA USAI ELIA GRAGLIA GABRIELE MANTOVANI TOMMASO SALAMI difendevano al meglio i colori del sodalizio Calvisanese meritandosi l’ammissione alla Finale Nazionale di RIMINI nel mese di Giugno dove si cimenteranno nella prova individuale all’attrezzo maschile volteggio, parallele pari, sbarra e corpo libero, cavallo con maniglie sfidando ginnasti provenienti da tutta la Penisola. Meritatissima qualificazione alla finale di RIMINI per le ginnaste e ginnasti di serie “D”FEMMINILE 40 www.newentry.eu

con la qualificazione al CAMPIONATO NAZIONALE nel mese di Giugno. Avendo superato la fase REGIONALE la GINNASTICA ARPA Calvisano entra a far parte delle “ECCELLENZE”della Ginnastica Artistica Maschile e Femminile. La squadra Femminile nella gara di serie “D” si classifica al 5° posto superando le restanti squadre con una strabiliante prova alla trave, corpo libero, parallele, volteggio, con coreografie degne di rilievo curate dal Direttore Tecnico JANA KROUPOVA e dalla nuova allenatrice SONIA MARCHETTI. Il volteggio con esecuzioni nella media alla parallela, punto di forza delle ginnaste CALVISANESI aggiudicandosi la qualificazione alla FINALE di RIMINI, risultato meritato e ottenuto dalle ginnaste LAMANUZZI ALESSIA, AZIZI ANITA, BONOMELLI PARIS, ALESSIA ZANOLA, ANITA MUZZOLON GIULIA. Grande entusiasmo e soddisfazione a Calvisano da parte del Presidente Claudio Marchetti e del Direttore Tecnico Jana Kroupova: “un anno intenso di risultati sfociato nella QUALIFICAZIONE a RIMINI alla FINALE NAZIONALE dove presentiamo la squadra di serie D ”OPEN“ MASCHILE e 2 squadre di serie “D” FEMMINILE, 23 atleti nelle gare individuali con buone possibilità di primeggiare.

Con ginnaste e ginnasti presenti nella competizione individuale il verdetto della finale a RIMINI diventa un grande obiettivo: puntiamo alle prime cinque posizioni della classifica. Nelle competizioni di squadra con un simile risultato entreremo nell’olimpo della finale di Serie”D” MASCHILE e FEMMINILE da disputare nella stessa sede al Palazzetto dello Sport di RIMINI. La Finale del Campionato, la prova nella competizione individuale del Ginnasta Junior Usai GioMaria, atleta forte nella specialità corpo libero presenterà le serie acrobatiche avanti e indietro arricchite di avvitamento di 360 gradi alla tavola del volteggio, un ribaltato e yurcenco. Marchetti Dario, Vicecampione d’ITALIA nella categoria Allievi, ginnasta completo presenterà il suo standard di esecuzioni con


TERRITORIO

elementi da codice dei punteggi il volteggio alla tavola. In attesa della prova il tecnico KROUPOVA JANA e SONIA MARCHETTI con i ginnasti e ginnaste in palestra stanno lavorando nella affinazione delle esecuzioni per arrivare a RIMINI con le ginnaste e ginnasti ottimali alla prestazione della competizione con la gara di qualificazione, successivo passaggio alla finale da disputare il giorno successivo. Nessun pronostico, abbiamo vinto in partenza: presentiamo a RIMINI in campo gara con la rappresentativa MASCHILE e FEMMINILE con DARIO MARCHETTI, VICE CAMPIONE D’ITALIA, categoria ALLIEVI 2016 e Usai GioMaria favorito al corpo

libero e volteggio. La squadra FEMMINILE composta da LAMANUZZI ALESSIA, campionessa regionale e l’allieva AZIZI ANITA per coronare un anno sportivo ricco di successi e crescita tecnica presenterà a Rimini il meglio del suo repertorio nella categoria massima delle allieve. Le squadre composte da ginnati plurimedagliati nelle prove individuali di Aprile dove LAMANUZZI ALESSIA si meritava il podio nella categoria allieva, si presentava nella gara con esercizi composti da sei elementi al corpo libero e trave e parallela e due salti al volteggio con valore di partenza massimo, unica nella sua categoria meritandosi la medaglia d’oro e titolo di CAMPIONESSA

REGIONALE nella categoria senior. 1°e 2° posto per le ginnaste ROBERTA e CLAUDIA CORNALE, unica la loro prestazione nella massima categoria dimostrando che ”la vittoria si ottiene con la continuità e la costante presenza in palestra“ le loro esecuzioni sempre dignitose ed eccellenti. La presentazione in gara di sei elementi alla trave corpo libero e parallela e due salti al volteggio di alta caratura rendevano unica la prestazione. Le coronano CAMPIONESSE REGIONALI SENIOR. Oltre ai CAMPIONI REGIONALI, a rinforzo della ASD ARPA CALVISANO saranno presenti le ginnaste Ottuzzi Marta, Ferrari Cristina, Favalli Alice, Fassi Mar-

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CALVISANO

ta, Chamekh Sara, Azzini Emma, Affo’ Carolina,Zambello Ambra, Prandini Benedetta, Adorni Linda, Tracconaglia Giada. La corazzata Calvisanese allenate con grande competenza dal Tenico e Giudice della Federazione Ginnastica d’Italia KROUPOVA JANA e MARCHETTI SONIA si presenteranno alle finali sulla Riviera Romagnola armate dello spirito combattivo del piccolo paese della BASSA BRESCIANA dal grande cuore sportivo dove fioriscono talenti della ginnastica. Prima di RIMINI il GRAN GALA’ 2017 di GINNASTICA ARTISTICA è il 09 giugno ore 20.00 a CALVISANO. Lo spettacolo prevede l’esibizione dei Ginnasti maschili e femminili delle squadre di serie “C”, serie “D” e le promesse della GINNASTICA ARTISTICA e RITMICA dei corsi base dall’età di 5 anni, giovani promesse della ginnastica 42 www.newentry.eu

artistica e ritmica. Nel periodo estivo a CALVISANO dal 12 giugno all’ 08 settembre 2017 si ospiterà il SUMMER GYM CAMP 2017 aperto a bambini e ragazzi in età scolare ad allenatori del settore, intenzionati allo sviluppo delle metodiche di allenamento e di avvicinamento alla ginnastica artistica e ritmica. Una programmazione multi SPORT per tutta la giornata o mezza giornata con ingresso giornaliero e intermezzi ludico

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RIFLESSIONI

Una persona che sa stare da sola, non accetta la compagnia di chiunque Imparare a star bene da soli nella vita è una delle sfide più grandi dell’essere umano. Esistono vari tipi di solitudine, quella desiderata, quella indotta e la peggiore nel momento in cui, pur in presenza di persona, ci si sente soli per mancanza di comunicazione, comprensione o per la certezza di non essere capiti. Spesso la fragilità e la debolezza caratteriale fanno sì che le persone riempiano il proprio vuoto interiore con persone, situazioni e molto altro per sfuggire al confronto con il proprio “io”, con le proprie paure, con i propri limiti. Al contrario, una persona che ha imparato a star bene da sola, che sa amarsi e confrontarsi con sé stessa, legandosi agli altri, non per bisogno o dipendenza, ma per una scelta lucida e razionale è una persona che ha raggiunto

un certo grado di maturità, perché occorre parecchia forza per fare i conti con la propria solitudine e barattarla solo a patto che ciò comporti un valore aggiunto. In questo caso, non ci si circonda più di false presenze, non ci si rassegna a presenze dannose, negative e altalenanti pur di non restare soli. A tal proposito molte le iniziative rivolte ai più piccoli per abituare gli uomini di domani a fare i conti con sé stessi in un mondo, quale quello odierno, rumoroso, talvolta frastornante e la riscoperta delle discipline orientali quali lo yoga, basate sulla meditazione. La solitudine, dunque, può essere vista in accezione positiva, lontana dalla visione negativa di molti e come base per la scelta di una “compagnia di valore”. Samanta Gabrielli

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NELLA CASA DI DOROTY

La porta di un mondo nuovo Il mio bambino all’inizio era sempre un po’ nervoso. Pensavo fosse normale un po’ di agitazione nei bambini dei nostri tempi, dove tutti corrono, dove nessuno si ferma ad ascoltare nessuno. Cominciarono i primi dubbi, senza la minima comprensione. Non c’erano strade tracciate, solo mondi sconosciuti e situazioni che nemmeno immaginavo. Poi dopo tre visite, ecco la diagnosi: una porta per entrare in un nuovo mondo, un mondo di cui avevo solo sentito parlare di rado. Poco a poco ho cominciato a capire cosa voleva dire avere un figlio autistico. E’ difficile spiegare i sentimenti, le sensazioni e soprattutto organizzare i pensieri che ti passano per la testa. Una cosa mi è sempre stata molto chiara, ed era che l’amore ci avrebbe portato ad oltrepassare questa porta ed entrare in questo nuovo mondo con la certezza di un sentimento forte ed unico tra una mamma ed un figlio. Ho anche capito che avrei dovuto affrontare da sola gli ostacoli di questo mondo, come la cattiveria delle persone ignoranti, senza l’appoggio delle persone da cui me lo aspettavo. Fortunatamente in questo mondo ci sono tante persone che ci stanno accompagnando, che

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stanno seguendo il mio bambino e che voglio ringraziare: la maestra Michela Colleoni e Luisa Viscardi, la direttrice Samantha Todeschini dell’asilo di Almè, la dottoressa Tiziana Milardi, Carla Boninsegno, Simona Valoti, l’assistente sociale Annarita Vettraino, Simona della segreteria e l’amica Paola che è sempre presente. Adesso vedo il mio bambino migliorare, vedo che riesco a capirlo meglio, ad avvicinarmi con serenità. E dopo le sedute tutto va molto bene, allora sono serena anche se rimanere sempre di buon umore non è facile. Nafissatou Siamo un gruppo di mamme di bambini autistici. Abbiamo creato una chat whatsapp, a cui abbiamo dato il nome “Nella casa di Doroty”. Qui ci scambiamo opinioni, ci confrontiamo ed ogni tanto ci incontriamo per un caffè. Se anche tu hai un vissuto simile e vuoi entrare in chat, contattaci: Valsecchi Tiziana - Cell. 329 98 05 488



RIDIAMOCI SOPRA

Bisogna ridere prima di essere felici, per paura di morire senza avere riso”. - Jean de La Bruyère, I caratteri, 1688 Un tizio va dal dottore: “Dottore, la settimana scorsa sono tornato a casa e ho trovato mia moglie a letto con l’elettricista. Allora lei mi ha detto: ‘Vatti a prendere un caffè e io ci sono andato”. “Sì ma io ...”. “Ma non è finita qui. Il giorno dopo sono rientrato e l’ho trovata a letto con l’idraulico. Allora lei mi ha detto ‘Vatti a prendere un caffè e io ci sono andato”. E questo si è ripetuto tutti i giorni della settimana. Dottore, sono disperato!”. E il dottore: “Sì, ma io sono un dottore, non capisco cosa ...”. E il tizio: “Dottore, non mi faranno male tutti ‘sti caffè?”.

dopo entra in classe un bambino tutto sanguinante. La maestra: “E tu chi sei?”. “Io sono Della Carta”.

Una ragazza si confessa con voce tremolante: “Padre... ho fatto... ehm... l’amore... ehm... con un prete”. Il Confessore: “Ma figliola... peccare con un uomo di Dio è grave, è molto grave... Era di questa parrocchia?”. La ragazza dice: “No, padre, no... di un’altra”. Pierino in classe: “Signora maestra, ho Il Confessore irritatissimo: “MA FIbuttato della carta dalla finestra”. “Va GLIOLA È QUESTA LA TUA PARbene, Pierino, ma non lo fare più”. Poco ROCCHIA”.

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SPECIALE

Autismo: il Mostro del Silenzio La Pescatrice di Voci (Terza parte) Autrice: Daniela Vanillo

Una storia sussurrata a piccoli passi. Tutto si sarebbe sistemato nel tempo Il tempo trascorreva e la bimba era sempre più chiusa e passava la maggior parte del tempo, a dondolarsi ed a coprirsi la testa con un lenzuolino che aveva la figura di un topolino stampatain modo perpetuo sulla stoffa di cotone. In quel periodo ero molto stanca e decisi di prendermi un attimo di respiro. Maria a quel tempo aveva tre anni equel giorno giocava nella sua

camera. Solitamente passava poco tempo con il padre poiché sembrava non riconoscerlo. Spesso lui non sapeva come calmarla.

mandai con quale gioco stesse giocando, ma lui non seppe rispondere poiché era nel suo studio mentre lei era nella stanza dei giochi.

Ero fuori casa da circa due ore e decido di rincasare. Il telefono non riceveva e non mi ero resa conto di essere stata chiamata ripetutamente. Sentivo girando freneticamente la chiave nella toppa della porta che la bambina urlava ripetutamente una frase: “Manca pezzettino”.

Ancora uno sguardo nella camera e finalmente, appoggiato sul pavimento scorgo il puzzle. Stava componendo la scena di un fumetto. Non è mai stataveloce a questo gioco e questo mi aveva sempre tranquillizzata. Ho letto che i bambini autistici sono abili a comporre e completare velocemente i puzzle. Per loro sembra essere uno dei passatempi preferiti.

Urlava ininterrottamente senza mai fermarsi presa da un attacco di rabbia. Il padre da circa un’ora, cercava di calmarla proponendole ogni tipo di soluzione ma niente. Entrai e corsi su per le scale, la stanza era in disordine e Maria era furiosa. Uno sguardo veloce mentre lei ripeteva sempre la stessa frase. Lei ripeteva sempre la stessa frase Chiesi velocemente spiegazioni al padre, cercando la calma che mi serviva per risolvere la situazione. Non avevo molto tempo, lei era esausta. Do-

Al puzzle mancava solo un pezzettino per essere completato. Ricordai immediatamente, di aver trovato igiorno prima il pezzo mancante e di averlo riposto in uno dei cinquanta cassettini di un mobile cinese posto nel soggiorno. Sono fortunata, il primo che apro contiene il pezzo. Avvenuto il completamento del puzzleMaria smette di urlare immediatamente mettendosi subito a giocare con un altro gioco; infatti mancava un pezzettino. continua-4 www.newentry.eu 49


SPETTACOLO & ARTE

Intervista alla bellissima Paola Lucrezia Anzelmo Non è certamente una tipa che passa inosservata Paola Lucrezia Anzelmo. Possiede - infatti- un vero fascino innato e un’eleganza fuori dal comune, qualità che le hanno permesso di diventare testimonial di importarti marchi di gioielli e di prodotti di bellezza. Attualmente ha appena firmato un prestigioso contratto con la Neuval,un’azienda che produce prodotti per la bellezza e cura della pelle. Inoltre Paola ha appena terminato uno shooting per l’azienda Camomilla Milano, un brand di riferimento nel settore dell’abbigliamento e accessori per le donne che amano la semplicità con un tocco di classe, uno stile tutto italiano. Inoltre è stata confermata come testimonial del marchio Lebole, in particolare ora della loro nuovissima linea Potiche, dopo aver prestato la sua immagine per la collezioni Mito e Fujiama. Questi gli altri marchi con i quali ha collaborato: Look Gioielli, collezione La Vamp New Glamour Jewerly (collezione MultiColor Collection and Fruit Collection) Kulto Jewels (gioielli ed orologi) Bellisama Word, Attimi Gioielli, Daniela Bijoux, Divina Bijioux, Capricci Pendenti Robe Code Fuchs & Elster Princy Bijoux Perlotte Schmuck Catalogo Park Line Lebole collezione Settecento Lebole collezione A te che sei Catalogo azienda tedesca Lammar (Lammar Germany) 50 www.newentry.eu


Abbiamo avuto il piacere di incontrarla e di scambiare quattro chiacchiere con lei...

SPETTACOLO & ARTE

Paola, siamo in primavera. Dai tuoi post su Facebook sembra che ami molto questa stagione... Hai perfettamente ragione! E quest’anno la amo ancora di più dal momento che è la stagione del rosa! Io sono- infatti- una grandissima amante di questa tonalità, non per nulla ho voluto in alcune stanze della mia casa dipingere le pareti di un bel colore rosa tenue per conferire all’atmosfera una nota di dolcezza e poesia! Visto che hai iniziato a rispondere parlando di moda rimaniamo a parlare di essa.... Ma certo e lo faccio pure molto volentieri! Quest’ anno - come molti di voi sapranno - i must della primavera 2017 in fatto di abbigliamento sono- come ho accennato già poco fa- il rosa in tutte le sue tonalità, da quello più chiaro al fuxia che a me- francamente- piace un po’ meno. Tuttava lo trovo carino e -secondo me- qualche piccolo accessorio fuxia per caratterizzare e dare una nota più colorata al look lo posso anche usare. E poi usano tantissimo -per così dire- balze, rouge e tanto pizzo. Ma in particolare quali sono i capi che stai amando di più? Guarda, proprio per lo shooting di Perlotte Schmuck ho indossato un top rosa tenue fatto di pizzo e quando ho saputo che avrei indossato proprio quel capo sono stata molto ma molto contenta. Ah, ti racconto un piccolo aneddoto piacevole che mi è venuto in mente ora in seguito alla tua domanda: durante tutto lo shooting mi hanno fatto tenere in mano un giglio e devo ammettere che il profumo di quel fiore me lo ricordo ancora adesso! Sai, mi torna alla mente dal momento che er dolce, “morbido” e avvolgente. www.newentry.eu 51


SPETTACOLO & ARTE

Tu possiedi molta eleganza e ingente classe, hai mai pensato di dedicarti alla moda come stilista? No, mai. (Paola sorride). Anche perchè non avrei le competenze giuste e -forse- neanche la passione per riuscire in un ambiente così arduo come quello degli stilisti. Sono creativa, ma non ho mai pensato di “creare” un abito o una borsa o un paio di scarpe. Diciamo che preferisco altri settori, ecco! Io ho studiato danza classica e ho una fisicità che richiama un’idea di eleganza, ma non mi sono mai avvicinata a un genere di studi riguardanti il campo della moda. Ho un mio stile che mi permette di esprimere ciò che sono e nella moda, infatti nel mio abbigliamento ricerco proprio questo: poter esprimere la mia indole e una parte del mio carattere. Non seguo tutte le mode, ma solo quelle più inerenti a me. Credi che sia utile la mansione di personal shopper? Credo sia utile ma personalmente non ho avuto occasione di rivolgermi a uno di loro. Che cosa nei pensi dei blogger di moda? Sono utilissimi secondo me dal momento che ti danno una chiara visione di come vada la moda e ti permettono di essere sempre aggiornata sulle nuove tendenze. Non amo seguire i nomi ormai famosi e fin troppo inflazionati delle blogger della moda dal momento che le trovo troppo “manipolate” dal sistema, quindi per nulla spontanee. Diciamo pure che si nota troppo che seguono una linea o ancor meglio una “direttiva. Per tutte queste ragioni preferisco seguire ragazze più “genuine” e - per l’ appunto- spontanee che però possiedono un gusto personale ed un senso estetico che può inspirarmi. Credi- dunque- che Internet oggigiorno sia la vera via della Comunicazione? Sì, decisamente! 52 www.newentry.eu

Quali sono i mezzi che ami di più per comunicare? Uso i social dove posto parte dei miei shooting come modella e qualche volta dei momenti di vita ad esempio momenti in compagnia dei miei cani, ma non amo raccontare sui social ciò che riguarda la mia vita privata. Nei social non amo mai “parlare” attraverso i link prestampati. Cerco di utilizzare parole mie, termini non particolarmente ricercati per dare più spazio ai contenuti, perchè secondo me, utilizzando termini troppo ricercati, si perde un po’ la genuinità dei contenuti e tutto diventa un po’ “retorica” “che io non amo per niente . E per finire, un augurio che vuoi rivolgere ai nostri lettori? Un augurio per una primavera spensierata, fresca e piena di poesia e..grazie per avermi “ascoltato”! Intervista realizzata da Laura Gorini In collaborazione con Camomilla Milano.



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Intervista alla stilista Sladana Krstic Sladana, siamo in primavera: quali outifit consigli alle nostre lettrici? Consiglio colori, colori e colori! La tendenza moda e accessori per la primavera 2017 è sicuramente il giallo che si indossa dalla testa ai piedi, le scarpe, le borse, i gioielli che bisogna assolutamente avere nel proprio armadio. Ritorna di un minimalismo sofisticato che gioca con forme e volumi ottenuti da un uso sapiente delle lavoraziini del tessuto, iniziando dal plisse. Il nuovo trench, denim, maxi spalle, abiti in maglia avvolgenti resi ancora più sinuosi dalle righe multicolor. Stivali estivi in tessuti leggeri e colori vitaminici. Consiglio sicuramente un bel accessorio come collane e borse dalle maglie maxi ma non più in metallo ma in plexi. Altro must, il blazer sartoriale, a cui fanno da contrappasso eccentriche massime, preziosissime,cifrate e ricamate. I capi- invece- da evitare in questa stagione? Ogni stagione sulle passerelle possiamo ammira-

re capi nuovi ma spesso questi vengono indossati solo per pochi mesi, perché diventano out in breve tempo. Io comincerei delle scarpe con il plateau.Putroppo queste scarpe, che coniugavano il tacco alto e la comodità, sono out per il 2017. Sconsiglio anche i jeans skinny che devono essere sostituiti con quelli morbidi e comodi. Le tulip skirt sono coloratissime, divertenti, di grande impatto visivo, ma da oggi, fuori moda.

Foto Claudio Martone Trucco Manuela Melillo

Foto Claudio Martone Trucco Manuela Melillo

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E veniamo a parlare di maschietti... A livello di look, che cosa consigli loro? Per capire come vestirsi bene, l’uomo deve comprendere alcune semplici regole.La prima è quella di evitare di indossare troppi colori, sopratutto quando questi appartengono alla stessa gamma cromatica. Quando non sapete come vestirvi, allora puntate tutto sul jeans, perché stanno bene con tutto, ed evitare il pantalone sportivo, da utilizzare solamente per fare attività fisica.


Foto Claudio Martone Trucco Manuela Melillo

SPETTACOLO & ARTE

sata attraverso notevoli modifiche nel corso dei secoli. Oggi le donne sono presenti nella società, nel mondo dell’impresa, nelle università, nella magistratura e nella pubblica amministrazione svolgendo a volte lavori molto impegnativi o dei lavori che fino a qualche tempo fa svolgevano solamente gli uomini. Ma penso anche che la donne di oggi hanno ormai conquistato tutto ciò che volevano e la loro vita é cambiata sotto molti profili. Penso che in un certo punto fanno scappare gli uomini ed è aumentata la aggressività femminile che ha penalizzato gli aspetti fondamentali del maschio, come la forza e il desiderio di proteggere.

Tornando a parlare di lavoro, prima di salutarci, ci riveli quali sono le ultime cose che hai fatto e le prossime che farai? Tra le cose che ho fatto ultimanente che mi rende orgoliosa è la perfomanse “Alice in Paese Delle Meraviglie “ la sfilata in tema con questo Ci sono alcune cose che comunque non vanno, bellissimo film visto che era dedicato ai bambineppure quando sono estremamente fashion ni nella seconda edizione -I DUE MONDI- a socome la giacca a tre bottoni, camicia a maniche stegno dell’Associazione Malati di Ipertensione corte, t-shirt con scollo a v, pantaloni con la piega Polmonare, indetta dall’ RC Dance & Foto Clik e e pinochietto,costume da bagno sotto il ginochio, patrocinata dall’ente di promozione sportiva Asd scarpe a punta quadrata e gli occhiali da sole av- Dance Academy Danza e Spettacolo.Si e convolgenti. clusa con successo sabato 18 febbraio questa bellissima iniziativa dedicata alla memoria di due A proposito: come li vedi gli uomini di oggi? piccoli angeli volati via troppo presto. A marzo ho Tante volte parlando tra amiche ci facciamo una partecipato come una delle vincitrici del Contest domanda spess quale “dove sono finiti gli uomini ModArte alla edizione invernale di ModArte in una veri?” Per uomo vero intendo un uomo che sia splendida location come il museo Archeologico talmente sicuro di sé da non aver bisogno di Nazionale di Napoli, nel cuore della città. mentire inventandosi un personaggio solo per far L’evento sposato anche dal Direttore del MANN, colpo. Uno che ti ascolti e si interessi davvero a Paolo Giulierni, e con patrocinio della Regione quello che dici e che fai. Un uomo vero sa farti Campania e del Comune di Napoli con la presensentire donna con una parola, uno sguardo, un za del Sindaco Luigi De Magistris e Confcommergesto. Invece oggi ci sono gli uomini che stanno cio. Ho presentato una creazione di Alta Moda a casa della mamma e papà fino a 48 anni! creata e realizzata inspirandomi alla ricchissima E le donne? collezione Farnese dello stesso museo. La condizione della donna nella società è pas- Sempre al marzo ho presentato una collezione di

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SPECIALE

Alta Moda nella prestigiosa cornice del Teatro Aurora di Velletri nella seconda tappa di “ The Look Of The Year Italia Castelli Romani” Ho diversi progetti nel eminente futuro e uno di questi e la mia sfilata a Cosenza Fashion Week il 13 maggio, sempre nel mese di maggio una collaborazione nel progetto “Viceversa”che sta nel coinvolgere le modelle sia nell’essere fotografate sia nel fotografare i fotografi con alcune do loro, la moda da un’ottica completamente ribaltata, per un calendario, una mostra ed eventuali iniziative a scopo benefico.Le modelle indossano la

mia ultima collezione e saranno fotografate per un calendario che sarà possibile ammirare in una mostra. Il 19 maggio avrò piacere di sfilare la mia collezione internazionale #PureColorExtravagantCollection in Via Margutta a Roma definita una via degli artisti della capitale, nell’Area Contesa Arte dove si vive dentro l’anima di chi crea entrando in simbiosi con i mondi colorati e surreali degli artisti stessi. Addetto Stampa Laura Gorini email: lauragorini82@gmail.com telefono:333/6434873

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Bruna K. Midleton Lucrezia Borgia Giulia Farnese Le donne più desiderate e ammirate del Rinascimento Anno: 2017 Pagine: 164 ISBN: 9788862721479 Prezzo: 15,90 € - Romanzo storico Distribuzione: LIBRERIE GRUPPO MONDADORI FELTRINELLI, UBIK… e sugli stores online, http://www. bonfirraroeditore.it/narrativa/lucrezia-borgia-giulia-farnese-detail.html “Mia amatissima Lucrezia, il destino ci ha separate, ma il mio cuore sarà per sempre con te”. Quella tra Lucrezia Borgia e Giulia Farnese è la storia di un’amicizia travolgente e coinvolgente, testimonianza di un sentimento forte che, dal pieno Rinascimento, ha attraversato i secoli per giungere fino a noi. Ed è proprio questo rapporto al centro del racconto originale della Middleton, la quale, utilizzando nuance rosa, ci regala due figure di donne ugualmente tormentate che vissero in un periodo

di fasto iperbolico e di sfrenata licenziosità, quello della Roma dissoluta dei papi del ‘400, che fu definito il baccanale dell’epoca. Seguite da una schiera di adoratori, Giulia e Lucrezia suscitarono, e tuttora suscitano, delirante ammirazione tra la gente, incantata nella visione della loro bellezza affascinante. Furono, infatti, capaci di travolgere uomini inaccessibili ai tormenti della passione. Ma qui gli intrighi di palazzo, i matrimoni combinati, i figli illegittimi, i giochi di potere e gli intrallazzi fanno soltanto da sfondo alle due protagoniste, ammantate di una superba bellezza. Angeliche e diaboliche, perfide, ma al contempo tenere nel loro districarsi in una ragnatela tutta declinata al maschile, le due si differenziavano anche per il loro profilo psicologico. Se la prima è, infatti, più esuberante, ammaliatrice ed estroversa, la seconda è timida, riservata e diplomatica e proprio questa diversità le renderà complementari e il confronto cementerà la loro amicizia, facendole maturare entrambe. Non una ricostruzione storica, dunque, ma un racconto raffinato, appassionato e coinvolgente, di uno dei sentimenti più solidi e profondi che la storia ci abbia consegnato. Un romanzo storico unico nel suo genere che fa emergere quanto sia forte e necessaria la solidarietà tra donne. Di un’attualità sconcertante. http://www.culturalfemminile. com/2017/04/05/lucrezia-borgia-giulia-farnese-bruna-k-midleton/ Stick e Mac h

Non tornare indietro di Sophie Hannah Un nuovo avvincente romanzo. Sophie Hannah si riconferma la regina del thriller psicologico. The Times Tutto ciò che è prodotto dalla penna di Sophie Hannah è avvolto da un affascinante enigma. The Guardian Una catena di colpi di scena che mette alla prova il lettore. Vi coinvolgerà fino all’ultima pagina. Independent On Sunday A volte i segreti sono pericolosi A volte è meglio non svelarli A Spilling è una mattina come tutte le altre. Nicki sta portando i figli a scuola. Ma passando per Elmhirst Road si accorge che qualcosa non va. La polizia è è arrivata in forze davanti a una villetta che conosce bene. Per paura di essere vista, fa una brusca inversione a U e scappa. La notte prima, in quella villetta, si è consumato l’omicidio del famoso opinionista Damon Blundy... www.newentry.eu 57


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Intervista all’attrice Carmen Morello Carmen da Gela a Roma, che cosa ami particolarmente della Capitale? Amo tutto, quindi i monumenti, la storia, la cultura, i palazzi antichi, il clima, un po’ meno il traffico, ma Roma ha una magia che difficilmente si trova in altre città. E poi amo passeggiare per le vie del centro storico e ammirare la sua incommensurabile bellezza. Ormai hai perso totalmente il tuo accento siciliano. Ti manca? Io sono una siciliana doc, ma è vero, ho una dizione perfetta. Tuttavia nessuno mai mi toglierà la mia sicilianità! L’accento poi posso sempre riprodurlo; diciamo che è un po’ come andare

in bici, non perdi mai l’abitudine! Quanto è stato importante studiare- per l’ appunto- dizione per riuscire bene nel tuo lavoro? Molto importante dal momento che avere una dizione perfetta mi ha permesso di condurre eventi nazionali, di recitare in tv in svariati ruoli e a teatro che è fondamentale. Tu insegni: che insegnante pensi di essere? Non sono un’insegnante accademica, bensì insegno ai miei allievi ciò che il mio maestro Pino Ferrara ha insegnato a me, ovvero saper leggere un copione e interpretare un ruolo a seconda di ciò che si vuole trasmettere. Tuttavia la vera e propria scuola è il palcoscenico. Sai, io ho imparato tantissimo lavorando sia sui set cinematografici, e quindi per insegnare bene ai miei allievi li faccio esibire. Ma che allieva sei stata? Una brava allieva perché ho sempre amato

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recitare, per cui mi impegnavo molto. Quando studiavo dizione ogni giorno leggevo la dispensa che aveva preparato per me Pino -il mio insegnante- e ripetevo decine di volte tutte le parole con le vocali chiuse e imparavo monologhi che ancora oggi ricordo.

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Che augurio ti senti di dare agli attori che andranno in scena con il prossimo spettacolo della tua Compagnia Teatrale? Sto regalando a loro un debutto importante, quello al Salone Margherita. Sai, alcuni di loro mi hanno detto che sto realizzando un sogno, ma in realtà sono loro che stanno regalando un sogno a me, quello di Clio. Amo questo spettacolo e farò di tutto per avere l’apprezzamento del pubblico, mi impegnerò al massimo e sono sicura che in scena regaleremo grandi emozioni. Vi aspettiamo a teatro! Intervista realizzata da Laura Gorini Foto di Isabella Cavallaro www.newentry.eu 61


ROMANZO

Ryan konnen sie mir helfen? Ryan puoi aiutarmi? (11^ parte)

Autrice Marta Ravasio

Sospirai anche io. Fissavamo tutti e due il campo, le baracche, ma non riuscivamo a vedere bene perché c’era la nebbia. Mi afferrò il braccio e disse:-Vieni?- :-No- risposi -vai pure tu-. Se ne andò lentamente e, solo dopo che varcò l’uscio della porta lanciai ancora lo sguardo verso le baracche e seppur non vi era alcun rumore all’interno dei campi, sembrava che in quelle baracche qualcuno gemeva e tanta paura mi tormentava sapendo che qualcuno piangeva e doveva farlo in quiete per non squilibrare quel silenzio di tomba che regnava nei campi. Mi alzai ed entrai negli appartamenti dei nazisti, aprii la porta della camerata femminile, accesi la luce e vidi le SS che dormivano nei loro letti. L’ultimo letto vicino alla finestra era vuoto, mi spogliai e mi misi sotto le coperte, ero molto stanca, ma nonostante tutto non riuscivo a prendere sonno, mi mancava Lüdeke, pensavo alle persone che amavo, alle orribili scene viste ed assistite in soli due giorni e che purtroppo sapevo, avrei dovuto assisterne a delle peggiori nei giorni avvenire. Mi avvolse un sonno leggero e pieno di incubi, furono le urla che provennero da fuori a svegliarmi. Mi affacciai alla finestra e vidi la scena più crudele di tutte: quella sera

il gas nocivo era esaurito così uccisero alcune prigioniere e bambini buttandoli direttamente nel forno crematorio. Non riuscii a trattenere un urlo di disperazione e le SS si alzarono dai loro letti e si affacciarono anch’esse alla finestra. Altre SS vennero nella camerata femminile continuando ad urlare :-Was passiert? Was passiert?-. Ryan venne vicino a me che mi ero accasciata nell’angolo della stanza tremando dalla disperazione. Mi aiutò ad alzarmi e stringendomi tra le sue braccia mi disse:-Non è successo nulla…-. Mi accompagnò di nuovo fuori dagli appartamenti dei nazisti e continuava a ripetere che non era successo niente. Riprendendomi dallo schock, mi liberai con violenza dalle braccia di Ryan e urlai: -Non è successo niente? Non è successo niente?… Ti odio! Ti odio Ryan! Falli smettere! Bastaaaa!-. Mi rimisi a piangere, le urla di dolore per le fiamme non smettevano, volevo morire, volevo cessare di vivere. “Uccidetemi come volete, anche con una morte lenta e dolorosa, ma vi prego fate che io muoia. Qualunque cosa sia sarà sicuramente migliore che assistere a queste orribili scene!” pensai in preda al panico. Ryan corse verso i forni crematori, le urla cessarono e poco dopo mi si

NEW ENTRY il Giornale della Gente

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

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Anno 23 - N°07 del 20/05/2017

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48


ROMANZO

avvicinò, ma questa volta ero abbastanza lucida, rifiutai una sua consolazione bloccando le sue braccia con le mie mani e scostandomi un po’ di più da lui. Guardai la finestra della camerata femminile: mi guardavano tutti a bocca aperta attraverso il vetro domandandosi se era normale che io urlassi così guardando una scena quasi del tutto quotidiana. Poco dopo la luce era spenta. Possibile che la situazione non interessasse a nessuno? Ma provavano sentimenti quei mostri? Ryan mi si avvicinò di nuovo e senza che io potessi reagire mi strinse in un abbraccio. Cercai disperatamente di liberarmi, ma invano; ciò mi fece piangere ancora di più. Ero una SS che piangeva; che non riusciva a trattenere urla; che non si sarebbe mai abituata a tali scene; ma soprattutto che non aveva un suo orgoglio, odiavo i nazisti ed ero una di loro. Mi facevo consolare contro la mia volontà da uno di loro. :-Basta- mi disse Ryan -smettila di piangere, vieni, siediti- mi sedetti sulle scale mi coprii con la giacca che mi porse Ryan :-Sai a cosa servono i campi di concentramento?-. Continuando a singhiozzare risposi:-Stai scherzando? Credi che non lo sappia? A quali altri orribili eventi devo assistere Ryan? Quanti altri? Tanti?-. mi guardò e disse:-Non lo so. Davvero non lo so. È tutto un mistero quì, uccidono senza un perché, solo per il gusto di uccidere. Quindi sai a cosa servono?-. Sospirai e dissi:-I campi servono per punire e uccidere gli innocenti o sbaglio? Hanno solo la colpa di essere nati Ebrei-. Scosse la testa e disse:-No, non sbagli. Così deve essere. Quello è il nostro compito è quello che ti aspetterà! Prima cominci, prima ti abitui. Mi dispiace tu abbia dovuto assistere ad una tale scena, il gas era finito!- lo guardai:-Non devi essere dispiaciuto per me, ma per loro!- indicai con il dito il forno crematorio. Mi rimisi a piangere; più cercavo di dimenticare quella scena, più questa mi tormentava la mente. continua-12

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