New Entry - Edizione di Brescia del 18/10/2016

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RIFLESSIONI

SOCIETA’

ESPERTI A VOI

ITINERARI

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GUSTO

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Anno 22 - N°14 del 17/10/2016 - www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863

PRIMO PIANO

Il Giornale della Gente

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Ciao Citro

Quella pedata nel sedere...

PLAY MUSIC

SPECIALI

www.newentry.eu Informazioni 347 73 52 863 New Entry il giornale della Gente Boffetti Gianluca pag.

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I Poliambulatori San Flaviano Gli specialisti del sorriso. IMPLANTOLOGIA DENTALE Siamo andati a chiedere direttamente al Dottor Angelo Ziletti, medico chirurgo odontoiatra con trentennale esperienza e direttore sanitario dei Poliambulatori San Flaviano alcune domande più frequenti dei nostri lettori su IMPLANTOLOGIA DENTALE. CHE COS’E’ L’IMPLANTOLOGIA? L’implantologia è la branca dell’odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti naturali mancanti mediante impianti. Quando si inseriscono nell’osso impianti in titanio puro, l’osso cresce a diretto contatto con la superficie implantare. Questo

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fenomeno prende il nome di osteointegrazione e permette agli impianti di diventare parte integrante del corpo come lo sono le radici dei denti naturali. QUANDO E COME NASCE L’IMPLANTOLOGIA? L’implantologia esce dalla fase sperimentale e diventa una branca ufficiale agli inizi degli anni 80 negli Stati Uniti, dopo circa due anni in Italia. Diventa una scienza ufficiale quando il Professor Branemark, uno studioso svedese, presenta alla comunità scientifica nazionale uno studio in cui dimostra che a 10 anni il 98% degli impianti sono in sede e in buona salute. CHE COSA SONO GLI IMPIANTI? Gli impianti sono radici artificiali in titanio puro che vengono posizionate nell’osso della man-

dibola e nell’osso mascellare superiore per sostituire le radici degli elementi mancanti. QUALI SONO I VANTAGGI CHE OFFRE UNA PROTESI SU IMPIANTI?
 Dobbiamo distinguere due condizioni: 1^ Quando manca un dente o pochi denti - il vantaggio in questo caso è l’integrità dei denti adiacenti alla zona edentula evitando così di ricoprire questi denti. Altro vantaggio è che l’impianto inserito nella zona della radice mancante contribuisce a mantenere l’osso che diversamente si riassorbe. Una delle caratteristiche dell’impianto è che stimola e preserva l’osso come una radice naturale. 2^ Quando abbiamo una riabilitazione complessa, (intendiamo dire quando c’è una protesi totale rimovibile o parziale) in questo caso con gli impianti abbiamo il ripristino della capacità masticatoria che diventa uguale a quella dei denti naturali con conseguenti benefici digestivi e nutrizionali. Abbiamo il mantenimento delle normali funzioni muscolari della faccia con recupero dell’aspetto più giovanile. L’arresto del processo del riassorbimento dell’osso della mandibola o del mascellare. L’assenza di infiammazioni gengivali e di dolori correlato all’instabilità della protesi. Maggiore sicurezza. QUALI SONO I PAZIENTI CANDIDATI DELL’IMPLANTOLOGIA?
 I giovani che hanno concluso la


fase di crescita a cui mancano per agenesia alcuni denti permanenti. Pazienti che in seguito ad un trauma hanno perso i denti. Pazienti che hanno già eseguito in passato riabilitazioni orali con ponti fissi che devono essere rifatti, ma i cui pilastri (denti su cui si appoggia la protesi) non danno garanzia. Pazienti portatori di protesi totali che per ragioni funzionali ed estetiche necessitano di una protesi fissa. Per ultimo voglio ricordare che non ci sono limiti di età, naturalmente si deve valutare caso per caso. E’ SEMPRE POSSIBILE RICORRERE ALL’IMPLANTOLOGIA?
 Ogni paziente deve essere esaminato attentamente, perché ci devono essere delle condizioni ben precise che consentano di utilizzare questo tipo di trattamento. La condizione principale è che ci sia una quantità idonea di osso. La valutazione

si fa attraverso le radiografie endorali, tac... Un altro fattore importante da considerare è il fumo, da ricerche effettuate recentemente è risultato che il fumo è un elemento negativo a livello paradontale e implantare. Un’altra condizione rilevante è che il paziente non sia affetto da patologie sistemiche non controllate farmacologicamente. Infine si ritiene idoneo all’implantologia esclusivamente il paziente che tiene una scrupolosa igiene dentale e osserva i controlli periodici stabiliti. NEL CASO IN CUI NON CI SIA SUFFICIENTE QUANTITA’ DI OSSO, E’ IMPOSSIBILE METTERE L’IMPIANTO?
 Di solito è comunque possibile. L’osso infatti, può essere ricostruito mediante tecniche rigenerative che prevedono l’utilizzo di membrane e d’innesti di osso autologo o di altri materiali biocompatibili. Ad esempio nel-

le arcate superiore la presenza del seno mascellare, una cavità posta sulla regione molare, può in alcuni casi impedire il posizionamento di impianti. I questo caso è possibile oggi riempire parzialmente la cavità con innesto osseo e quindi procedere con l’inserimento degli impianti. IL TRATTAMENTO E’ DOLOROSO? No, si fa anestesia locale il paziente non avverte alcun dolore. ESISTE IL RIGETTO ? No, perché il titanio è un materiale biocompatibile in quanto inerte dal punto di vista biologico, quindi l’organismo non lo riconosce.

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EDITORIALE

Dimostrazione d’Amore Un mio caro amico, di cui non intendo svelare il nome, era perdutamente innamorato di una ragazza la quale, a sua volta, era già impegnata, piuttosto seriamente con un altro ragazzo che questo mio amico aveva visto soltanto in fotografia. Un giorno lui fu invitato ad una festa, alla quale avrebbe partecipato anche la ragazza. Non fece in tempo ad arrivare che vide la sua amata tra le braccia di quel ragazzo. Lei, che non sapeva della sua presenza, rimase molto male poiché si rese conto del dolore che gli aveva appena provocato. Il suo primo pensiero fu quello di andarsene immediatamente al fine di non soffrire più di quanto non stesse già soffrendo in quel momento. Tuttavia, dopo un attimo capì che un gesto così esagerato non avrebbe fatto altro che rovinare l’amicizia che lo legava a lei. Così passò l’intera serata al fianco di questo ragazzo, il

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quale era completamente all’oscuro del suo sentimento. I due si conobbero e parlarono per delle ore, sotto lo sguardo allibito di lei, la quale non riusciva a credere ai suoi occhi. Alla fine della festa, il mio amico e quella ragazza si salutarono con una fredda stretta di mano, ma la lacrima che lui non riuscì proprio a trattenere, le fece capire che quella sera il mio amico le aveva dato la più bella dimostrazione del suo grande amore. Riflettete solo un attimo e cercate di mettervi nelle medesime condizioni di questo mio amico: vi assicuro che non è per niente facile comportarsi come si è comportato lui. Amore è anche questo: rispettare i sentimenti di chi si ama, augurandogli sempre di essere felice, anche e soprattutto se questa felicità non potremo essere noi a dargliela. Gianluca Boffetti

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ANIME NEL VENTO

Ciao Citro

Ciao Daniele, come stai? Sarebbe bello potertelo chiedere come se nulla fosse successo. E invece... Quel maledetto 21 giugno un incidente stupido ti ha portato via per sempre, lasciandoci tutti quanti increduli di fronte ad un fatto tanto sconvolgente da apprendere quanto doloroso da portarsi dentro giorno dopo giorno, una volta capito che è successo davvero. Davvero la vita può essere spazzata via all’improvviso, davvero oggi ci sei e domani chi lo sa. Certo nessuno, io compresa, mai ci saremmo aspettati che ad un certo punto, dopo anni trascorsi insieme - perché si, è da quando ero poco meno di una ragazzina, forse anche prima, ma non me lo ricordo, che ti conosco, come fossi un pezzo di puzzle della mia vita, oltre che il miglior compagno di avventure di mio fratello al quale manchi e mancherai molto - ci avresti lasciato a soli 34 anni. Sono sicura che nemmeno tu te

l’aspettavi. All’inizio è stata la rabbia a prendere il sopravvento, perché si, queste sono cose che innanzitutto fanno arrabbiare. Poi la rabbia ha lasciato spazio al dolore; al solo pensiero mi viene da piangere per quanto la vita possa essere dolorosa in certi momenti. Mi sei apparso in sogno una notte, mi hai fatto capire che stai bene, che non vuoi che soffriamo per te, ma è impossibile. Eri tu, in tutto il tuo essere e nella tua folle allegria. Sono contenta però, dopotutto, di averti potuto rincontrare li. L’ultima immagine che ci hai dato di te non era delle migliori e per fortuna, grazie anche a questo sogno, riesco a ricordarti bello e sorridente. Ovviamente il pensiero va anche ai tuoi cari genitori, a tuo fratello, a sua moglie e alla tua nipotina. È molto difficile per loro non averti più accanto e dover accettare la tua assenza. Se puoi, cerca di star loro vicino.

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ANIME NEL VENTO

Un sacco di persone ti volevano bene e te ne vogliono ancora. Al tuo funerale la Chiesa era piena e guardare nel volto tutti i tuoi amici e in gran parte anche miei, mio fratello compreso, spezzava il cuore, davvero, perché tutti insieme eravamo uniti per te, nell’incredulità per la tua scomparsa e nel dolore nel cercare di accettare che questa è la realtà. Ebbene si, hai perso la vita in un incidente in moto, tu che la moto ce l’avevi da tempo, mi ci avevi anche invitato una volta e forse una volta ci sono salita, mah, non ricordo. In un incrocio tanto stupido, di paese, dove mai avremmo immaginato potesse accadere un fatto tanto irreparabile. Tu, così pieno di vita e sempre con mille idee per la testa, con il tuo modo di essere che negli anni è rimasto tale, un po’ spensierato e un po’ quasi fanciullesco-adolescenziale, perché del resto un po’ giovane tu volevi sempre rimanere, nonostante anche tu le responsabilità da “adulto” avevi dovuto assumertele ad un certo punto e ti riusciva anche bene, a giudicare dalla pizzeria che tanto apprezzavano le persone del paese e non solo. Ma secondo me il tuo essere rispecchiava la tua voglia di rimanere sempre un po’ ragazzino, senza pensare a certe noiose responsabilità che il mondo adulto vuole, ad un certo punto, accollare ad ognuno di noi. In fondo eri un ribelle in questo, ma anche un maestro per questa tua visione. Manchi tanto Daniele, manchi solo al pensiero che non ci sei più, che non è possibile rincontrarti dove era normale farlo, che chissà dove sei ora e che questa tua scomparsa ci obbliga a non vederci più, a non crescere ed invecchiare insieme, a non ritrovarsi alle solite occasioni, ma che via via il tuo ricordo vivo ci costringerà a dimenticarti; sia chiaro, non a dimenticarti nel vero senso, questo sarà impossibile, ma a non averti vicino, parte della nostra vita e dell’amicizia che condividevamo. Continuerai a venirmi alla mente quando sen-

tirò le tante canzoni che mi fanno pensare agli anni in cui uscivamo con la tua fiat tipo, dove ascoltavamo musica “cattiva” come i System of a Down, i Rage Against The Machine; quando sento loro, mi vieni in mente te. Potrei scrivere di tanti ricordi, di molte canzoni che inevitabilmente mi fanno pensare a te, ma per adesso custodisco tutto nel mio cuore, con dolore, e quando c’è l’occasione saranno questi a tenerti vivo durante le chiacchierate con persone che come me, ti volevano bene e ti portano dentro. Ovunque tu sia spero un giorno ci rincontreremo tutti e che il tempo trascorso distanti sarà invisibile perché la vita che scorre in qualche modo ci ha tenuto sempre vicino, ci terrà sempre vicini, dentro il nostro cuore, la nostra vita, i nostri ricordi e il nostro futuro. Un saluto da quaggiù, proteggici, stammi bene e cerca di non lasciarci. Un saluto triste, ma pieno di affetto e di vicinanza a te. CIAO CITRO

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L’ULTIMA LISTA DELLA SPESA PRIMA DELL’ASSEDIO Acqua, scatolame, fucili, fiammiferi e un manuale per la vita selvaggia: migliaia di “survivalisti” si preparano a resistere a tutto. Anche agli zombie. Andiamo a fare la spesa, cara. Hai preparato la lista? Ricordato tutto l’indispensabile? Dunque, vediamo. Due fucili automatici AR10 con munizioni per cento colpi ciascuno, uno per me, uno per te, come i lavandini nei bagni di lusso. Scatolame, gallette e contenitori d’acqua per almeno cento giorni. Radio alimentare a manovella, candele antivento – con fiammiferi, mi raccomando – e petrolio per lumi. Compresse per rendere potabile l’acqua e kit di pronto soccorso, ma senza medicinali, perché i medicinali scadono. Coltelli da caccia, per scuoiare gli animali, e non dimenticare quell’enciclopedia illustrata con le foto delle bacche, delle piante, delle erbe, dei funghi commestibili. Inutile buttare soldi in aggeggi elettronici perché non ci saranno né corrente elettrica né reti. Preso tutto? Preso tutto. Possiamo tornare a casa e aspettare tranquilli la fine del mondo. Non proprio la fine fine, l’Apocalisse o l’esplosione del sole, perché in quel caso non basterebbero ettolitri d’acqua né montagne di fagioli in scatola. E’ la fine del mondo come lo conosciamo, quello nel quale si esce per andare a scuola o al lavoro, si accende la luce e si fa una corsa al supermercato se è finito il latte. La catastrofe è quella dell’organizzazione sociale contemporanea, il collasso finale di una nazione stroncata dal debito pubblico, dal crimine, dall’anarchia, dalle orde di immigrati violenti, dallo scontro fra razze per strapparsi gli ultimi brandelli di prosperità. Si chiamano preppers, abbreviazione di “preparati” o, nei casi più estremi, survivalist, decisi a sopravvivere a tutto. Sono persone, famiglie, uomini, donne non violenti, non organizzati in movimenti o milizie, anche se in questa fase della vita civile americana simpatizzano con Donald Trump. Sono individualisti, convinti che la salvezza debba essere impugnata, letteralmente, da loro stessi, di fronte al fallimento dello stato. Vengono spesso dai 08 www.newentry.eu

corpi di polizia, dove hanno combattuto per anni la guerra invincibile contro il crimine o dalle forze armate, reduci da quei fronti dove l’America manda i propri figli a morire o a uccidere senza speranze di vittoria o di conclusione. Se ne contano ormai a decine di migliaia, disperse nel ventre del Grande Nulla americano, in Stati come il Wyoming, i due Dakota, l’Idaho o il preferito, il Montana dove un milione di persone vivono in un territorio più grande dell’Italia e Svizzera messe assieme. “Non siamo pazzi o paranoici”, raccontava Don Bradway reduce della US Army, che a 68 anni ha convinto la moglie Jonna a lasciare Los Angeles e rifugiarsi in Wyoming. “Siamo gente che sa leggere le scritte sui muri.” I Bradway hanno venduto tutte le loro proprietà e liquidato i risparmi per cambiarli in monete d’oro e d’argento nella certezza che i dollari, come tutte le valute di carta, presto non varranno più nulla. E si sono rifugiati in una baracca in tronchi d’albero, aspettando. Una nuova economia è nata per soddisfare le loro domande da pionieri di ritorno alla Frontiera. Si vendono attrezzature da 3mila dollari per liofilizzare gli alimenti, lavatrici ad energia solare, perché almeno su quello la signora Jonna s’è impuntata. Per i più pessimisti, certi che in ogni momento possano piovere testate nucleari lanciate dai russi, cinesi, nordcoreani o terroristi assortiti, si offrono rifugi antiatomici per un minimo di 150 mila dollari. Abbondano i siti in Internet con le istruzioni per sopravvivere a tutto, zombie esclusi, e una stazione radio per survivalist nello Utah ha già 350mila ascoltatori. Nessuno, naturalmente, spiega mai che cosa accadrà a quelle famiglie quando le munizioni saranno finite, quando la fauna, sterminata da cacciatori famelici, sarà scomparsa. Né che mondo troveranno quando dovranno uscire dai bunker in giardino. “Ci ritroveremo nell’America del ‘700 e la ricostruiremo


MOLESKINE

daccapo e migliore”, spiega uno dei loro testi sacri. Sperando di non trovarsi di fronte, all’uscita dai fortini, quelle nazioni di Lakota, Apache, Seminole, Cheyenne. Che questa volta non si lascerebbero fregare. Mi sono imbattuta nella storia dei preppers e nella (a dir poco) surreale intervista ai Bradway sul canale 56 del digitale terrestre, Focus per intenderci, mentre cenavo. Da lì mi sono decisa ad approfondire l’argomento e ho scoperto che persino in Italia stanno crescendo di numero. Si sentono parte di un gruppo e siccome le interazioni virtuali cominciano a non bastare più hanno scelto di cominciare a contarsi per sapere dove sono tutti. Hanno un loro sito internet (www.prepper.it) dove è possibile iscriversi, un proprio Statuto e un Regolamento, una sezione dedicata ai propri eventi, un ampio capitolo dedicato allo Stile di Vita, alle Scorte, alla Sicurezza, al Fitness ed altri paragrafi, un forum a cui solo gli iscritti possono accedervi ed hanno persino realizzato una cartina con i puntatori dei diversi membri del sito che ne hanno fatto richiesta. Alcuni pensano possa essere utile in caso di emergenze e problemi, ma tutti sono convinti che sarà ancora più utile per organizzare eventi e raduni, per vedersi da vicino, per scambiarsi consigli e pacche

sulle spalle e soprattutto per divertirsi assieme. E così ho scoperto che Tiziano fa il fabbro e costruisce kit e strumenti di sopravvivenza. Quel che teme di più sono i terremoti e una contaminazione nucleare. Claudio è disoccupato, ha paura delle tempeste solari perché potrebbero mettere fuori uso tutti i dispositivi elettrici del pianeta e teme anche la possibilità della propagazione di un virus mortale. Marie Thérèse è laureata in scienze naturali e in filosofia e ha trascorso molti anni in convento. Adesso vive in solitudine dedicandosi alla preghiera e alle tecniche di sopravvivenza. La cosa che teme di più è la possibilità di una grave carestia. Alla fine di questa ricerca, dopo essermi lette decine di articoli, devo comunque dirvi che mi sento un pochino inquieta. Una domanda ha preso forma nella mia mente: e se avessero ragione loro? Alla prossima! Jù Potete seguirmi su Facebook sul mio profilo privato La Ju Franchina, sulla mia pagina pubblica @IoLaJu o leggere il mio blog a questo indirizzo: alegraaa.blogspot.it www.newentry.eu 09


SOCIETA’

Loro non fanno sacrifici Ogni giorno è sempre più duro per qualsiasi cittadino italiano. Gente che fa fatica ad arrivare a fine mese... Gente che per vivere deve andare alla Caritas... Gente che non ha una casa.... Immigrazione incontrollabile e cittadini sempre più arrabiati. Noi continuiamo a pagare e soffochiamo... Ma i nostri governanti cosa fanno per aiutare questo paese che va in rovina? Non rinunciano a privilegi... a pensioni d’oro.. a stipendi vergognosi, a pensioni avute solo dopo pochi anni di governo e non tassate... Noi la pensione la vediamo dopo tanti, tanti, tanti, tanti anni di duro lavoro e per di più tassata (è

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ingiusto... la pensione è un bene guadagnato faticosamente) Cosa dire di questo paese che va alla deriva... Mi piace pensare ai nostri ministri e parlamentari come ai dottori della legge al tempo di Gesù: “essi caricano gli uomini di pesi insopportabili, mentre quei pesi, loro, non li toccano nemmeno con un dito”. Noi facciamo sacrifici e dentro coviamo tanta rabbia, loro parlano, parlano ma non fanno nulla. Cosa ne sarà della nostra Italia? Saluti Nostradamus


L’età

RIFLESSIONI

Non è facile invecchiare con garbo. Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle, di nuovi solchi, di nuovi nei. Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza mortificarla in una nuova età che non le appartiene, occorre far la pace con il respiro più corto, con la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi, con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso, che prendono il posto dei grilli per la testa. Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era, reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia, ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru, canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza. Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli. Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe stata di morire ed io ho ancora tante Bisogna camminare dritti, saper portare le cose da imparare. catene, parlare in altre lingue, detestarsi con ~ Cecilia Resio ~ parsimonia.

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ESPERTI A VOI

Come gestire le persone prepotenti e litigiose Oggi voglio condividere con voi un articolo della Dott.ssa Anna Maria Sepe pubblicato su psicoadvisor.com... Vi sarà capitato e vi capiterà (purtroppo!) nel corso della vostra vita di entrare in contatto con persone prepotenti e litigiose. Ecco alcuni consigli utili per riconoscerle e soprattutto gestirle! Quante volte siamo stati costretti a dover interagire con persone prepotenti, intimidatorie, litigiose o controllanti, in ambito sentimentale, amicale o lavorativo? Parliamo di individui in grado di renderci la vita molto difficile quando siamo in loro compagnia. Quando siamo coinvolti in discorsi con questi individui che adottano queste modalità comportamentali (un capo approfittatore, un amico che critica sempre,un parente senza scrupoli, un partner pronto a sminuirti) molto spesso ci capita di avere timore di reagire. Quando si entra in relazione con questo tipo di persone può capitare che la nostra vita diventi un vero e proprio inferno, pertanto, saper come rispondere a chi è prepotente è fondamentale. Da cosa si riconosce che una persona è abitualmente litigiosa? • I suoi discorsi sono frequentemente concitati ed ha la tendenza a monopolizzare la conversazione; • non rispetta i turni di parola e interrompe spesso senza lasciar terminare i concetti; • utilizza una gestualità o troppo confidenziale o invadente: punta il dito, si avvicina troppo fisicamente, è minaccioso agitando le mani o battendo i pugni sul tavolo; • il tono della voce è spesso alto, urla o strepita. Altre volte la voce è stridente come un ringhio; • lo sguardo è percepito come minaccioso e inquisitore, non esprime mai allegria o simpatia. Al suo cospetto ci si sente sempre sotto analisi o sotto accusa; • tende ad occupare con invadenza lo spazio fisico 12 www.newentry.eu

circostante, si muove con ampi gesti delle braccia e lunghe falcate delle gambe. Spesso è teatrale, occupa i posti degli altri e sposta gli oggetti a suo piacimento. Se riscontrate alcune di queste caratteristiche, senza dubbio avete a che fare con una persona che tende ad essere aggressiva e controllante. Ma perché diventano provocatori e litigiosi? In genere vogliono prendere un vantaggio nella relazione (a prescindere dal tipo di relazione) per gestirla come vogliono. Ma è possibile che questo sia anche un modo per attirare l’attenzione, per emergere. In altri casi è una forma di difesa: attaccano per prevenire critiche e per spostare l’attenzione sull’altro. A volte fanno di tutto per tirare fuori la parte più aggressiva e scomposta della persona con cui si ha a che fare per poter dire: «Sei tu che vuoi litigare, lo sapevo!». In effetti chi ci casca può reagire così scompostamente da finire poi per chiedere loro pure scusa. Diventare “immuni” ai provocatori però è possibile e significa migliorare notevolmente la qualità della propria vita. Cosa fare? Attraverso alcune accortezze comunicative è possibile ridimensionare il potere di questi atteggiamenti all’interno della relazione e riuscire a tramutare l‘aggressione in cooperazione e la sottomissione in rispetto. Strategie per gestire le persone prepotenti e litigiose Ecco alcune semplici strategie per trattare con persone prepotenti e litigiose. Tenete a mente che queste sono regole generali, e non tutte sono applicabili alla vostra specifica situazione. Prendete ciò che funziona e lasciate perdere il resto. Mantenete la calma: contate fino a 10 Una tra le caratteristiche più comuni delle persone aggressive è il piacere nel far perdere il controllo


ESPERTI A VOI

all’altra persona, in modo da sentirsi autorizzate a rispondere a tono. Attuando questo comportamento riescono a mettere l’altro in una condizione di debolezza. La prima regola quando si ha a che fare con una persona prepotente è dunque quella di mantenere la calma. Meno siete reattivi alle provocazioni e in preda alla rabbia o alla frustrazione, più sarete in grado di giudicare la situazione oggettivamente e gestire il problema. Quando vi sentite sfidati da qualcuno, prima di dire o fare qualcosa che poi rimpiangerete, fate un profondo respiro e contate lentamente fino a 10. In quei 10 secondi, pensate alla risposta migliore da dare. Se siete ancora arrabbiati dopo i 10 secondi, prendete ancora tempo e ripensate al problema che vi ha fatto provare rabbia. Se necessario, usate frasi del tipo “Devo pensarci”. Mantenendo il self-control, otterrete più lucidità per gestire al meglio la situazione. Mantenete le giuste distanze e tenete aperta ogni possibilità Vale la pena discutere con una persona prepotente? Il vostro tempo ha un valore, il vostro benessere fisico e mentale sono fondamentali. A meno che non ci sia qualcosa di importante in gioco, non sprecate il vostro tempo con una persona che ha una influenza negativa su di voi. Forse non vale la pena discutere con un guidatore violento o un parente senza scrupolo, meglio tenere le debite distanze ed evitare di ingaggiarsi in discussioni accese. Inoltre, una sensazione frequente che si prova di

fronte a queste persone così difficili è il sentirsi bloccati, senza via di uscita. In queste situazioni, tenete aperte tutte le possibilità. Confidatevi con amici fidati e impegnatevi ad elencare tutte le possibili linee d’azione che potreste adottare con queste persone, tenendo come priorità il vostro benessere. Sfruttate il fatto che gli amici, non essendo emotivamente invischiati nella situazione, possono essere più oggettivi di voi. Senza paraocchi non si rimani bloccati. Tenete la vostra mente aperta. Imparate a conoscere i vostri diritti Quando ci si relaziona con queste persone a forza di subire soprusi e sottili intimidazioni so può perdere di vista quelli che sono i propri diritti. Ciò che dovrebbe essere scontato, se interagiamo a lungo con persone prepotenti e aggressive, può passare in secondo piano o di non avere più in mente quali siano le giuste concessioni. Abbiamo invece il dovere di pretendere i nostri diritti. Eccone alcuni da non dimenticare mai: • Diritto di essere trattati con rispetto. • Diritto di esprimere i vostri sentimenti, opinioni e desideri. • Diritto di scegliere le vostre priorità. • Diritto di dire “no” senza sentirvi in colpa. • Diritto di ottenere quello che avete pagato. • Diritto di avere opinioni diverse rispetto ad altri. • Diritto di proteggervi da minacce fisiche, mentali, emotive. • Diritto di crearvi una vita felice e sana.

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ESPERTI A VOI

Le persone aggressive in particolare vogliono deprivare le persone dei loro diritti, in modo tale che sia più semplice prendere il controllo su di loro. Fate domande, non affermazioni Uno tra gli aspetti che piace maggiormente ai soggetti aggressivi è puntare l’attenzione su vostri errori in modo da farvi sentire incapaci e inadeguati. Tipicamente, sono molto svelti a mettere in mostra tutto ciò che avete fatto male. Il focus è sempre su “Hai sbagliato” piuttosto che su “Come possiamo risolvere il problema?” Se reagite mettendovi sulla difensiva cadete nella trappola, quindi il vostro aguzzino acquisirà il potere di rimarcare i vostri errori. Un modo semplice ed efficace per cercare di cambiare questa dinamica consiste nel rispondere alle frasi aggressive facendo domande piuttosto che affermazioni. Per esempio: 1) Aggressore: “La tua proposta e’ pessima! Non mi è proprio di aiuto!!! ” Risposta: “Sei sicuro di averla considerata in tutti i suoi aspetti?” 2) Aggressore: “Sei così stupido!” Risposta: “Perché mi tratti con disprezzo?” Fate domande. Rilanciate all’altro la palla e spostate la luce del riflettore sul vostro aggressore, in modo da neutralizzare la sua influenza su di voi. Un’altra tecnica, apparentemente semplice ma efficace, per interrompere una comunicazione negativa è cambiare argomento. Dite semplicemente “A proposito…” e iniziare un nuovo soggetto. Mostrate superiorità con l’umorismo L’umorismo è ormai riconosciuto in molteplici studi come un aspetto della comunicazione che produce benessere. Può essere infatti efficacemente utilizzato per disinnescare i comportamenti aggressivi: ad esempio una battuta o una frase scherzosa potrebbero alleggerire la tensione o portare un sorriso sul volto di chi ci affligge. 14 www.newentry.eu

Mantenete un tono formale durante la comunicazione Quando si deve interagire con persone prepotenti è meglio seguire questa semplice regola: bloccare sul nascere eventuali problemi. Se tollerate sottomissioni e soprusi, questo incoraggerà solamente il comportamento aggressivo che andrà continuando e intensificandosi. Come evitare di accendere dinamiche aggressive?E’ fondamentale mantenere le opportune distanze relazionali e rendere il più possibile la comunicazione formale dando sempre del lei al vostro interlocutore. Un’altra cosa importante è evitare di fare accuse e dichiarazioni che iniziano con la parola “tu”, che hanno maggiori probabilità di innescare un litigio. Invece, utilizzate frasi che iniziano con “Io”, “noi”, o formule impersonali, seguite da fatti. Spezzate l’automatismo Le persone prepotenti, litigiose si aspettano qualcosa da voi: un’arrabbiatura, una chiusura, uno sguardo ferito, un insulto. Sorprendeteli con un gesto inaspettato: ridete, oppure simulate indifferenza, o state in silenzio guardando con distacco. E non cedete: in breve non sapranno più cosa fare e capiranno che con voi “non attacca” Dott.ssa Silvia Gatti

Dott.ssa Silvia Gatti

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SOCIETA’

Quella pedata nel sedere che a volte ti salva la vita

Adolescenti senza emozioni e giovani adulti esacerbati, sempre pronti a destabilizzare i più deboli, catapultati addosso a chi non può reagire. Bullismo ed eroi di cartone, furbi e codardia sospesa a mezz’aria, una dimensione di imbecillità con la patente a punti da l bullo rimane in bravi ragazzi, il tutto ben piedi eretto come nascosto dall’indifferenza un vessillo, mentre gruppale che protegge la vittima incassa chi opprime l’innocente. l’ennesima sconfitta Se non ricordo male ai in termini di dignità miei tempi, esisteva l’erapinata e ingiusti- satto contrario del bullizia della giustizia. smo attuale, infatti il disagio aggrediva il singolo, ponendolo solo contro tutti. Il solitario scopriva gli strumenti della violenza e della diversità, per diventare protagonista, per apparire, nel tentativo di col-

mare il vuoto in famiglia, la precarietà finanziaria, la mancanza di riferimenti certi, di valori condivisi. In questo presente liquido e paonazzo di vergogna, i giovani scelgono privi della capacità di farlo, la diversità come corazza e spada, alla solitudine di ieri, contrappongono la notorietà del web, la valenza moltiplicante dei social network, l’esplosione mediatica della messaggistica istantanea. Il risultato è il copia e incolla di una pseudo corona da imperatore in una scuola priva di autorevolezza, una scuola e una famiglia prive di allenatori e conduttori alla vita, perché dispersi dalle reiterate delegittimazioni. Di contro c’è invece un recinto dove incontrarsi per scontrarsi, per catturare nuove vittime, sempre quelle, gli innocenti, in preparazione del botto finale da pagare al destino che pur sempre resta in agguato. Le teorie si sprecano nei riguardi della violenza

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SOCIETA’

giovanile, sotto l’ombrellone di un dilagante bullismo sociale, un dispendio inusitato di tautologie inconcludenti, di dottrine pedagogiche in procinto di affogare tra eteroeducazione e autoeducazione, per cui chi sta in cattedra ritiene di educare solamente gli altri, negando la necessità di doversi formare e rinnovare a un nuovo “sentire educativo “. C’è un disamore adulto, che permette fughe in avanti a quanti pensano di aggiustare la propria personalità inadeguata, con la prepotenza degli atteggiamenti omertosi, che mettono fintamente in “sicurezza “ i pochi “duri” asserragliati nell’ultimo banco, là, dietro ai tanti inconsapevoli complici di molteplici vigliaccate. Negli anni giurassici che mi sono appartenuti, il bullo era destinato immediatamente al macero, oggi è divenuto eroe manifesto, non tanto per la sua fisicità, quella è sempre stata una caratteristica da antagonismo discotecaro, ma soprattutto per la vociante e plaudente maggioranza all’intorno. E’ un’anomalia istituzionale lo spazio in cui il bullo rimane in piedi eretto come un vessillo, mentre la vittima incassa l’ennesima sconfitta in termini di dignità rapinata e ingiustizia della giustizia. In questo mare apparentemente sommerso di contraddizioni, anche oggi ho incontrato tanti giovani, rimanendo stupito, perché sebbene non impatto con furbi, né ottusi, questa sorta di mimetizzazione mi conferma l’urgenza di raccontare la storia di quel bullo di altri tempi, di quel coetaneo che s’è perduto in tragedie irripetibili, perché viltà

non è dignità, e imbecillità non è intelligenza. Diviene davvero un dovere raccontare di quel confine, sì, sottile, ma irrinunciabile, che separa sempre una legge di sangue da una legge del cuore, oppure di quanto è difficile essere uomini liberi, perché per saper scegliere occorre dapprima conoscere il valore della libertà, per saper credere negli altri, per farsi aiutare a diventare architetti di domani. Professori e genitori in disarmo, perché divenuti poco significativi assolutori, ognuno indaffarato a delineare la soglia minima di attenzione, ciascuno a definire bravate le future scivolate. Forse per rendere quel ragazzo meno strafottente, occorre trovare il tempo per guardarlo negli occhi, in forza di una autorevolezza riconosciuta, perché guadagnata sul campo, non certamente perché ereditata dalle fatiche e dai sacrifici altrui. Vincenzio Andraous

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L’EMOZIONE NON HA VOCE

Oro Nero - Giorgia Guarda il video di “Oro nero” e scarica la nostra App Parlano di me Una donna facile Con le difficoltà di un giorno semplice Parlano di te Che sei fragile Ma cammini a testa alta Senza chiedere Parlano di lui Uno stronzo senza fine Che si perde sotto le prime luci di aprile Dicono di me che rimarrò da sola Ma ne tempo ho scelto e so che ne rimarrà una di me Una di me Parlano di te che non hai regole La gente parla quando non ascolta neanche se Parlano di me che non mi amo davvero Ma una carezza sul mio viso è il mio primo pensiero Parlano di noi Che abbiamo tutti contro Ma tu sei come me so che rimarrai al mio fianco Dicono di me Non sono più com’ero E questa sono io E loro sono oro nero Oro nero, Oro nero Parlano di te Un uomo che si perde Ma dà un abbraccio Alla vita che poi li protegge Parlano di lei Una donna senza cuore Ma che chiede solamente di trovare amore Dicono di me che non so consolare 18 www.newentry.eu

Ma sono qui davanti a te e mi prendo il tuo dolore Parla un po’ con me Che sono come te E le parole sono aria e sanno fare male Devi saperle usare Parlano di te Che non hai regole La gente giudica e non sa neanche lei perché Parlano di me Che non mi amo davvero Ma una carezza sul mio viso La vorrei sul serio Parlano di noi Che abbiamo tutti contro Ma tu sei come me so che rimarrai al mio fianco Dicono di me Non sono più com’ero E questa sono io Non lo voglio l’oro nero Oro nero, Oro nero Parlano di te che tu non puoi cambiare Ma nella vita hai fatto passi per potere amare Parlano di me Ci credo per davvero Le tue parole per me son oro Basta, oro nero

Sentire le canzoni non sempre significa ascoltarle attentamente


RIFLESSIONI

Se vuoi essere amabile

Allargare il proprio cuore

Sorridi nella monotonia del dolore quotidiano. Taci quando t’accorgi che qualcuno ha sbagliato. Elogia chi ha operato il bene. Partecipa al gioco dei fanciulli, i prediletti di Dio. Stringi cordialmente la mano a chi è nella tristezza. Parla con dolcezza agli impazienti e agli importuni. Guarda con affetto chi cela un dolore. Saluta affabilmente gli umili. Riconosci umilmente il tuo torto. Rammaricati sinceramente del male fatto. Ciao Gianluca, tu “amabile… già lo sei!”. Se lo puoi pubblicare, forse farai cosa gradita, a chi lo può… diventare!

“Si deve sempre allargare il proprio cuore così che ci sia spazio per molti. Le persone hanno in genere poco spazio nel cuore: se vi ammettono una persona nuova, le altre ne devono uscire. (…) Nelle relazioni umane davvero buone, si trae forza in egual misura sia dall’amore sia dall’amicizia che si prova per gli altri. Si deve essere giusti con tutti, non si può deprivare uno a causa di un sentimento troppo intenso nei confronti di un altro. Questo richiede molta forza e una grande quantità di amore.” Etty Hillesum, Diario Amo Etty. E ogni giorno mi cimento nell’allargare il mio cuore. Ovviamente ci sono anche i giorni in cui si apre poco, e son quelli in cui la vita non fluisce un granché. Poi passano, e io torno a respirare. Perché solo nel cuore allargato la vita entra e mi ridà forze. sguardiepercorsi.it

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OROSCOPO dal 18 al 30 Ottobre 2016 ARIETE 21/03 - 20/04 Se volete continuare a prendere delle decisioni che non rispecchiano la vostra volontà fate pure, tuttavia non sempre si possono ignorare le proprie sensazioni, specie se le avete già avute in passato. Soffocare dubbi o incertezze per voi non serve, tanto troveranno il modo di risalire in superfice ed assillarvi fino a che non avrete le conferme che sospettavate già. E’ il momento di reagire. TORO 21/04 - 20/05 Giornata difficile dal punto di vista umorale. Non siete bene in grado di comprendere quale sia la causa del vostro malessere ma non sarete molto sprint, non vorrete infatti dare seguito a certe buone abitudini. Avete troppe cose in ballo per riuscire a comprenderlo subito. Meglio allora prendere consiglio da chi vi conosce meglio... GEMELLI 21/05 - 21/06 I piccoli disturbi di salute o dovuti allo stress potrebbero essere superati con grande intelligenza da parte vostra, soprattutto oggi che avrete occasione di rilassarvi e di riflettere. Non è detto che non vi siano vie d’uscita semplici e celeri. Talvolta siete voi a non voler credere che le situazioni si possono risolvere facilmente... CANCRO 22/06 - 22/07

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I vostri piccoli sogni potrebbero improvvisamete avverarsi, per via di una serie di coincidenze fortunate. Fatevi una risata. E’ bene sorridere ai colpi di fortuna, non potete sempre reagire troppo seriamente. La leggerezza è un qualcosa che spesso vi manca e che vi fa vivere con grande pathos anche situazioni per cui non vale la pena. LEONE 23/07 - 23/08 Se in questi giorni parlerete troppo di un argomento che riguarda i sentimenti, è possibile che la persona vostra interlocutrice possa fraintendere le vostre parole, oppure credere erroneamente di essere al centro dei vostri pensieri. Per evitare ciò, dovreste evitare anche tutto il discorso, ma dovreste trovare qualcos’altro di altrettanto interessante di cui parlare... VERGINE 24/08 - 22/09 Forse in questa giornata non saprete come venire a capo di una situazione che vi imbarazza ma, niente paura, in quanto ci sarà qualcuno che interverrà al posto vostro e risolverà in un attimo la questione. Per fortuna avete affianco delle persone che vi sanno correre incontro, ma queste almeno, dovete tenervele strette e ringraziarle ogni giorno! BILANCIA 23/09 - 22/10


SCOPRI COSA TI RISERVANO LE STELLE Scegliere tra due persone può essere difficile, ma mai come lo sarà in questi giorni per voi scegliere tra due paia di scarpe o tra il vedere una partita o l’altra. Del resto non state meditando già da un po’. Che siate femminucce o maschietti non importa, sarete alle prese con decisioni talmente futili che alla fine riderete da soli di voi stessi... SCORPIONE 23/10 - 22/11 Le risposte che stavate aspettando si materializzeranno intorno a voi, poiché i fatti prima che le parole, vi parleranno e non avrete bisogno che nessuno esprima nulla per comprendere. Il vostro disappunto potrebbe essere enorme nello scoprire che qualcuno sia arrivato a certe conclusioni prima di voi... SAGITTARIO 23/11 - 21/12 Volgete i vostri pensieri a quelle persone che vivono situazioni molto più complicate della vostra per mettervi in pace con voi stessi. Le futilità dovranno essere accantonate per un po’ di tempo. Dovrete lasciare spazio alla riflessione e all’altruismo, passando ai fatti. Le parole o le promesse non possono bastare a chi ne ha sentite tante per non vederne mantenuta neppure una. CAPRICORNO 22/12 - 20/01 I vostri migliori intenti dovranno saltare fuori

per fare in modo che tutto possa svolgersi secondo i piani che avevate lungamente progettato. In caso contrario potreste creare un grande caos. Non mettete in discussione ciò che altre persone cercano di trasmettervi, cercate soltanto di migliorare la vostra abilità nel risolvere inconvenienti e problematiche varie. ACQUARIO 21/01 - 19/02 Non avete alcun motivo per dubitare delle persone che vi sono vicino e che cercano in continuazione di tranquillizzarvi, soprattutto se ultimamente esternate molto le vostre paure. E’ normale che vi vogliano rasserenare. Le ansie non piacciono a nessuno, tanto meno a voi che le state vivendo, per questo anche una parola o un piccolo gesto poso acuirle o diminuirle. Fate attenzione solo a chi è indifferente PESCI 20/02 - 20/03 I vostri intenti per la giornata odierna sono apprezzabili ma non dovrete assolutamente sottovalutare le persone che vi saranno accanto e che metteranno al primo posto i propri. In fondo ognuno porta acqua al proprio mulino. Andate per la vostra strada senza guardare a quello che faranno gli altri. Non è di questo che vi dovrete preoccupare.

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SEGNI NEL TEMPO

Il disastro di Molare

Crollo e inondazione

Per comprendere chiaramente l’entità dell’evento occorre specificare alcune cifre: nel Bacino dell’Orba cadono 364 mm di pioggia in meno di 8 ore. A (Loc.) Lavagnina la precipitazione è di 554 mm (182 in 2 ore), superando tutti gli analoghi eventi…nell’Europa… da oltre due secoli”. Ecco alcuni dati disponibili per stazioni pluviometriche limitrofe: Loc. Pianpaludo (Comune di Tiglieto, Alta Valle Orba) : 453 mm Masone (Alta Valle Stura, contigua alla Valle Orba) : 377 mm; Belforte (Valle Stura poco a monte di Ovada) : 390 mm; Loc. Lavagnina (Valle Piota) : 554 mm L’evento portò nell’arco di meno di 24 ore una precipitazione pari a quasi il 30 % di quelle medie annue. Per dare un’idea della portata dell’evento basti immaginare che piovvero più di 15 metri cubi al secondo di acqua ogni kmq. La pioggia caduta divenne deflusso all’interno del bacino del Torrente Orba di estensione pari a circa 140 kmq all’altezza di Bric Zerbino. La portata di deflusso del 1935 all’altezza della diga (cioè ben 5 km a monte di Molare) risultò compresa tra 1.800 - 2.000 mc/sec con punte di 2200 - 2300 mc/sec ! Statisticamente un evento di tale “portata” ha tempi di ritorno di circa 1000 anni! Disastro di Molare Durante le prime ore della mattina del 13 agosto 1935 gli scarichi della Diga Principale rimasero chiusi, ma ben presto il guardiano (Abele De Guz) si accorse che il livello stava innalzandosi vertiginosamente. Vennero attivati i sifoni che subito scaricarono a massimo regime assieme allo scaricatore di superficie. Ciò determinò i primi problemi giù a valle, ad Ovada, dove il deflusso del torrente aumentò rapidamente senza però allarmare eccessivamente gli abi24 www.newentry.eu

tanti del Borgo. La popolazione infatti conosceva da lungo tempo i capricci dell’Orba ed in particolare era ancora vivo il ricordo dell’alluvione del 1915. Ma già alle 9.30 il rischio di un’esondazione iniziò a turbare i pensieri del Sig. Mario Grillo responsabile della centralina elettrica “dei Frati” di Ovada. Alle 10.30 il personale della Centrale Elettrica ed il guardiano della Diga Principale attivarono la valvola a campana che funzionò per pochi minuti bloccandosi a causa del troppo fango e detriti che andavano via via accumulandosi sul fondo del lago. Lo scaricatore di fondo non venne utilizzato. Verso le 12.30 l’acqua iniziò a stramazzare pericolosamente sopra le due dighe posizionate alla stessa quota topografica. Ciò determinò l’interruzione del collegamento telefonico tra la Centrale di Molare (e Ovada) con Bric Zerbino. Il personale della Centrale Elettrica avvertì Ovada “..... che l’acqua che stava per scendere era molta .......”. Alle 11.00 l’Orba stava esondando su più punti:


SEGNI NEL TEMPO

il mulino di Molare e Loc. Ghiaie erano minacciati dalle acque così come i fabbricati più bassi del Borgo di Ovada molti dei quali stavano per essere evacquati. Alle 13.00 le due dighe erano sovrastate da una lama di stramazzo di circa 2.5 m. Il guardiano della diga incrociava le dita. Frattanto ad Ovada il Sig. Mario Grillo, che “già stava a bagno” ricevette l’ultima telefonata dalla Centrale di Molare che lo esortava “ ....... ad avvisare le Autorità locali ed anche il Genio Civile di Alessandria che il pericolo era imminente.” Si riporta un passo della deposizione del guardiano della Diga Sig. Abele De Guz durante il processo alle O.E.G.: “ ...Da questo momento gli avvenimenti precipitano...; alle 10 ...il livello del lago aveva già raggiunto quota 318,08…. Alle 10.50 il lago raggiungeva la quota di massima ritenuta normale metri 322… Dalle 10.45 alle 12.30 l’uragano si calmava un poco... alle 12.30 - il livello del lago - raggiungeva la quota della sommità della diga di Sella Zerbino (metri 324,50) e cominciava a stramazzare al di sopra di essa. La pioggia subito dopo le 12.30 ripren-

Distruzione di Molare

deva a cadere con violenza spaventosa... l livello del lago si sopraelevava ancora e raggiungeva alle ore 13.15 la quota di 326,67...” Alle 13.15 la Diga Secondaria e tutta la Sella Zerbino collassarono sotto la spinta di una massa d’acqua e fango stimata tra i 20-25.000.000 mc. Il Disastro di Molare non fu il primo nè l’ultimo della travagliata lotta del progresso contro i “capricci” della Natura. Dal Vajont al Gleno, sino a Malpasset e ancor più lontano, un viaggio nel tempo per scoprire come la storia si ripete drammaticamente. Fonte: wikipedia.it

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BIG SCREEN: VOLA AL CINEMA

PIUMA Un film di Roan Johnson. Con Luigi Fedele, Blu Yoshimi, Michela Cescon, Sergio Pierattini, Francesco Colella. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 98 min. - Italia 2016. - Lucky Red uscita giovedì 20 ottobre 2016 Inquadra il qr code con il tuo smartphone e guarda il trailer del film. Scarica la nostra App e rimani in contatto con noi! Guida turistica, Eventi, News, Promozioni...

Ferro e Cate sono due diciottenni che condividono un’attesa che è però un problema: lei è incinta. C’è anche l’esame di maturità che incombe e un viaggio in Spagna e Marocco da fare con gli amici. A casa poi ci sono i genitori di lui, con un padre che vorrebbe lasciare Roma e tornarsene in Toscana e una madre

AMERICAN PASTORAL Un film di Ewan McGregor. Con Ewan McGregor, Jennifer Connelly, Dakota Fanning, David Strathairn, Uzo Aduba. - Drammatico,

IO, DANIEL BLAKE Un film di Ken Loach. Con Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann, Kate Runner. Drammatico

La storia di Seymour Levov, detto “Lo Svedese”, un uomo che dalla vita ha avuto tutto: bellezza, carriera, soldi, una moglie ex Miss New Jersey e una bambina a lungo desiderata, ma il cui mondo va in pezzi quando la figlia ormai adolescente compie un atto terroristico che provoca una vittima. Com’è possibile che una tragedia di questo tipo sia accaduta proprio allo Svedese, la persona che per tutta la vita ha incarnato il sogno americano? Dove ha sbagliato? Il film è l’adattamento del libro “Pastorale americana” del premio Pulitzer Philip Roth. Fonte: mymovies.it

Newcastle. Daniel Blake è sulla soglia dei sessant’anni e, dopo aver lavorato per tutta la vita, ora per la prima volta ha bisogno, in seguito a un attacco cardiaco, dell’assistenza dello Stato. Infatti i medici che lo seguono certificano un deficit che gli impedisce di avere un’occupazione stabile. Fa quindi richiesta del riconoscimento dell’invalidità con il relativo sussidio ma questa viene respinta. Nel frattempo Daniel ha conosciuto una giovane donna, Daisy, madre di due figli che, senza lavoro, ha dovuto accettare l’offerta di un piccolo appartamento dovendo però lasciare Londra e trovandosi così in un ambiente e una città sconosciuti. Tra i due scatta una reciproca solidarietà

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BIG SCREEN: VOLA AL CINEMA

più disponibile a fare la nonna nonché il padre di lei che conduce una vita precaria. Di fatto non sembrano esserci le condizioni minime per portare avanti la gravidanza. Qualche anno dopo Scialla! e senza voler ripercorrere la strada già battuta da Juno, il cinema italiano torna ad interrogarsi sul tema della genitorialità andandola a leggere dal punto di vista di chi, in una fase storica di decrescita sensibile della natalità, sta per diventare padre o madre a 18 anni. Roan Johnson aveva dinanzi a sé una via facile da percorrere: giocare la carta del cinismo, ambientare la sua storia in una periferia possibilmente degradata e predisporre un finale se non tragico almeno drammatico. Ha imboccato invece con decisione una strada che definisce lo stile del film sin dal titolo: la leggerezza sta alla sua base senza per questo trasformarsi in superficialità. Non si tratta certo di un’opera ‘da concorso in un festival’ ma piuttosto della manifestazione del desiderio di rivolgersi al grande pubblico affrontando con il sorriso un tema importante. Perché, come continua a ricordarci Zygmunt Bauman, i figli, in questa società liquida, rischiano di diventare un

oggetto di consumo e proprio in quanto tali si investe su di loro sempre più in là negli anni perché prima la loro ‘fruizione’ rappresenterebbe un ostacolo. Anche Ferro e Cate potrebbero compiere una scelta facile. Vanno invece controcorrente nonostante tutto congiuri per mettere loro davanti quanto la libertà di cui hanno goduto fino a quel momento stia scomparendo in una dissolvenza molto, anzi troppo, veloce. Senza caricarli di una maturità precoce, che non hanno, Johnson li pone di fronte ad un rito iniziatico (in un mondo in cui gli adulti sembrano sempre più preoccupati di evitare ai giovani le prove che invece li renderebbero più pronti alla vita). È un rito che dura 9 mesi nel corso dei quali le fasi di euforia si alternano a quelle di sconforto e in cui ci può essere, sino alla fine, una via di fuga. Johnson non lascia sospensioni ad uso e consumo dello spettatore ma chiude il film con una scelta precisa che torna a misurarsi con la realtà, al di là dei toni da commedia. A chi guarda resta il compito, non secondario, di aderire o meno alla sua visione. Fonte: mymovies.it

che deve però fare i conti con delle scelte politiche che di sociale non hanno nulla. È bello ogni tanto verificare che i registi si contraddicono. Era accaduto qualche anno fa con Ermanno Olmi che, presentando Centochiodi, aveva dichiarato che non avrebbe girato più film di finzione. Fortunatamente per noi ne ha già realizzati altri due. Lo stesso succede ora per Ken Loach che sembrava, a sua volta, rivolto al documentario e invece ci regala un film di quelli che solo lui può offrirci. Carico cioè di uno sguardo profondamente umano e al contempo con le caratteristiche del grido che invita a ribellarsi a quello che sembra uno status quo inscalfibile. Per farlo è ritornato, insieme al fido Paul Laverty, per documentarsi, nella sua città natale, Nuneaton, in cui partecipa all’attività di sostegno di chi si trova in difficoltà. Già dal titolo ritorna alla necessità inderogabile di non cancellare la forza dell’identità individuale di coloro che stanno tornando ad assumere le caratteristiche

di classe sociale dei diseredati come nell’800 dickensiano. I nomi di persona hanno segnato alcuni dei suoi film più importanti (La canzone di Carla, My Name is Joe, Il mio amico Eric e il precedente Jimmy’s Hall). Perché è la dignità della persona quella che si vuole annullare grazie a un sistema in cui dominano i ‘tagli’ alla spesa sociale e dove gli stessi funzionari che debbono applicarli si rendono conto della crudeltà (è questo il termine giusto) delle regole che debbono applicare. Fonte: mymovies.it

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POESIE

Nude come pietre Nude come pietre le emozioni si intrecciano, sottraendo trasparenze d’ali al dono infinito. Remissive si lasciano ingannare dal tempo ponendo, posando tracce a tratti indelebili. Finché agili si tendono come archi e saette, pronte a scoccare, a colpire sillabe e parole. Finché agili tracimano, straripano, prorompono in un turbine, bufera o tempesta di fame, di sete. Nude come pietre le emozioni svestono l’animo, disarmandolo, saziandolo e di nuovo affamandolo, nude come pietre le emozioni scompongono i ritmi. Solo nel lieto silenzio si calmano, fluiscono, germinano, fino a scoprirne il mistero o a ricomporne armonia; sino ad essere scolpite per diventare pietre angolari. Angelo Bonanomi

Maschera Indosserò anche oggi la mia maschera. Sorriderò, riderò, vi illuderò. Perché io sono altro, sotto la mia maschera, la mia essenza è solo mia. A voi scrutare oltre e penetrare nel mio cuore PREMIO LETTERATURA 2016 VIAREGGIO 1°POSTO Ornella Olfi VUOI PUBBLICARE UNA TUA POESIA? CON NEW ENTRY LO PUOI FARE! Invia il tuo scritto a: redazione@newentry.eu e noi saremo lieti di pubblicarla 28 www.newentry.eu

Eccomi, grazie Eccomi, eccomi a Te; A Te che leggi e sei tanto simile a me. Eccomi a Te che, son certa, Ti muovi , sempre, nei passi migliori di me. Dall’alba al tramonto, nell’arcobaleno o nella tempesta di ogni giornata portand ‘ovunque il meglio di Te. Grazie. Ma, eccomi, semplicemente. Eccomi a Te. A Te che senti, che sai percepire, ascoltare, sentire; che sai riconoscer la Sete e la Fame… Grazie ! Grazie per ciò che fai Per ciò che trasmetti Grazie per esserci. Grazie per il Tuo … saper render migliore ogni attimo che Ti circonda. Grazie a Te che sempre sei disposto… a … Grazie perché sai cercare, ovunque, sempre. Ma non temere, mai; Anche Tu, sempre, sai e saprai riconoscere i piccoli gesti preziosi, e trovare le giuste e perfette parole. Grazie a Te che come me stai cercando , da sempre, per Te, per gli Altri, per Loro, per chi ami, per chi vive con Te.. il più dolce Sentiero.. GRAZIE ! Gabriella Masoni



SPECIALE

Ghedi e la sua storia Ghedi (Ghét in dialetto bresciano[2][3]) è un comune italiano di 18 910 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia. La cittadina è sede del 6º Stormo dell’Aeronautica Militare, con l’aeroporto di Ghedi, dove è ubicata la Stazione meteorologica di Brescia Ghedi. L’origine del toponimo Ghedi, nonostante le molte ipotesi avanzate (Guayta, Glanetum, Guadum) è ancora problema irrisolto. È invece certo che il nome arcaico nelle forme di Gide e Gade, appare scritto per la prima volta in un codice dell’anno 843, conservato presso la Biblioteca Queriniana di Brescia. Si tratta di un atto di compravendita fra persone il cui nome evidenzia la presenza, nel villaggio di allora, di una popolazione di origine longobarda. Il nucleo più antico di Ghedi si sviluppò attorno ad un recinto fortificato (il cui luogo, ancora oggi, viene chiamato “Castello”); da esso si vennero formando quattro piccoli borghi: “Bassina”, “Gazzolo”, “Borgonuovo” e “Malborgo”. Collegati tra loro da una maglia di intricate stradine, essi diedero all’abitato il caratteristico aspetto di borgo 30 www.newentry.eu

medievale arrotondato, circondato da fossati detti “Sarche”(cerchie), poi successivamente colmati e divenuti strade. Del borgo fortificato attualmente rimangono solo tracce di mura in un cortile nella zona, ed alcune casette. Tra i secoli XIII e XV Ghedi seguì le vicende storiche della Bassa Bresciana, contesa tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, che culminò il 15 agosto 1453 con la Battaglia di Ghedi. Nel 1470 la comunità del paese fece erigere un monastero, nominandolo “Santa Maria delle Grazie” e lo donó ai Frati Minori Osservanti, come evidente dall’affresco visibile nel chiostro minore della Chiesa di San Giuseppe (Brescia). Nel 1498 la Serenissima concedeva in feudo Ghedi a Niccolò Orsini conte di Pitigliano, comandante in capo delle truppe venete, il quale si fece erigere un prestigioso palazzo riccamente decorato e il Monumento funebre di Nicolò Orsini, in cui venne sepolto il figlio antemorto, all’interno della cappella di famiglia dedicata a Sant’Antonio abate nella chiesa del monastero “Santa Maria delle Grazie”. A seguito della soppressione napoleonica


EDITORIALE

del 1799 il convento francescano venne venduto e convertito in cascina (la “Santa Maria”, tuttora esistente); il Monumento funebre di Nicolò Orsini donato nel 1838 dal nobile Ottavio Mondella al Museo di Santa Giulia in Brescia, dove trova giusta collocazione nel coro delle monache. A partire dal XV secolo sorsero le prime cascine; verso la fine dell’Ottocento si misero a cultura molte parti della brughiera, edificando grandi complessi agricoli ad economia autosufficiente, mentre numerose “corti chiuse” si formarono anche nel centro urbano, comprendendo accanto alle strutture rurali, anche le case padronali di interessante rilievo architettonico. L’immane fatica della bonifica si concluse solo il secolo scorso, cancellando la brughiera e le “Lame” dal paesaggio storico di Ghedi che oggi si è uniformato al resto della “Bassa”. All’altomedioevo risale la necropoli databile fra il VII e il IX sec., visitabile all’interno del Palazzo Comunale, la primitiva Chiesa Battesimale (Sec. VI) i cui resti furono rinvenuti durante gli scavi archeologici del 2001, fu sostituita dalla Pieve ro-

manico-gotica della quale rimangono tuttora le tre cappelle presbiteriali sulla cui centrale s’innalza il poderoso campanile (Sec. XIV), situazione singolare nelle Chiese bresciane. Sui resti dell’antica pieve all’inizio del 1600 si costruì l’attuale Parrocchiale, il cui stile, aderente alle direttive del Concilio di Trento, fa riferimento alle Chiese tardo rinascimentali, soprattutto milanesi, facendone un unicum nel Bresciano. All’interno opere di Sebastiano Ricci (bellissima Annunciazione-1700 c.a.), Pietro Ricchi Lucchese (Deposizione di Cristo-1647 e Misteri del Rosario), Pietro Marone (Assunzione di Maria e Incoronazione della Vergine-1689), Pompeo Ghitti (Gloria di S. Carlo-1668 e Ultima Cena-1680) Grazio Cossali (Sposalizio di S. Caterina- primi’600), attribuito a Maffeo Olivieri (crocifisso ligneo prima metà sec. XVI). In Sagrestia, affresco di Pietro Scalvini (Consegna delle chiavi a Pietro-1750), Pier Maria Bagnatore(Immacolata concezione-fine ‘500 primi’600) ed altri; un crocifisso ligneo – sec.XIV/XV; belli i banconi del 1684 e del 1756 in legno di noce e radica. Altri edifici religiosi interessanti sono il

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Santuario di S. Rocco o dei Morti della Fossetta, costruito nel 1682 sulla fossa comune che accolse le spoglie dei defunti della peste del 1630 e per tale motivo acquistò un particolare culto, non solo fra i ghedesi, ma esteso a buona parte dell’Italia settentrionale. Vi si conservano numerosi ex voto a partire dal 1600; il Santuario della Madonna di Caravaggio (1759), in grazioso stile Barocchetto conserva un dipinto di Cesare Campini del 1868. Notevoli alcuni edifici civili fra cui il Palazzo Comunale del sec. XIII-XIV con alcune attestazioni dello stemma araldico del Comune. Interessante, proprio vicino al Palazzo Comunale, è la Loggetta delle grida de sec. XV che porta su una parete antiche iscrizioni relative alla storia della Città. Inoltre va segnalata la presenza di un piccolo edificio rustico di età bassomedievale sec. XIV, interessato nel 1997 da un recupero architettonico e scavo archeologico, situato in una corte interna della centrale Via Garibaldi. All’antica vegetazione arbustiva della brughiera, si sono quindi succeduti ampi terrene coltivati intervallati da filari di gelsi. La fine della bachicoltura e l’agricoltura moderna 32 www.newentry.eu

hanno tolto anche questa vegetazione e la campagna ora appare verde e coltivata, ma quasi una “landa” spoglia di alberi, percorsa da molti canali (il maggiore è il Naviglio di Brescia), tra cui il “Redone” , la “Santa Giovanna” e numerosi fossi spontanei alimentati dalle risorgive presenti in zona. L’Aeroporto di Brescia-Ghedi, militare, ebbe origine durante la prima guerra mondiale, raggiunse il massimo sviluppo nella strategia militare dei blocchi e, dopo gli anni ‘60 la sua fama è dovuta al fatto che fu sede, per molto tempo delle Frecce Tricolori oltre del 6º Stormo dell’Aeronautica Militare. Il 24 novembre 2011 Ghedi ottiene il titolo di Città d’Italia. Persone legate a Ghedi · Ludovico II, Re d’Italia e Imperatore del Sacro Romano Impero, morì a Ghedi il 12 agosto 875. · Bartolomeo d’Alviano, condottiero, morì a Ghedi il 7 ottobre 1515. · Gian Francesco Daina, condottiero, morto a Ghedi nel 1522. ·Niccolò Orsini, conte di Pitigliano, condottiero, che si fece ergere a Ghedi un imponente ed elegante palazzo.



SPECIALE

· Giacomo Zanetti, pittore, nacque a Ghedi nel 1683, una tela rappresentante santa Cecilia è conservata nella chiesa del Carmine in Brescia. Morì nel 1754. · Giovanni Antonio Avanzo, architetto, costruì la chiesa parrocchiale di Ghedi (1606 -1620). · Jacopo Germano Gussago, (Ghedi 22 agosto 1747 - Brescia 16 luglio 1827), francescano osservante, scrittore e oratore sacro. · Stefano Gussago, (Ghedi 1º marzo 1742 Quinzano d’Oglio 13 agosto 1813), fratello di Jacopo, ecclesiastico, deputato del clero bresciano ai Comizi di Lione. · Antonio nobile Mondella, primo sindaco di Ghedi dell’Unità d’Italia nel 1860. · Padre Giovanni Bonsignori, sacerdote, agronomo, educatore (1844 - 1914). · Arturo Marpicati, scrittore.

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· Luigi Vagni, poeta. · Elia Rossi, nato a Ghedi il 20 giugno 1886, capitano nella Prima Guerra Mondiale, medaglia d’argento al valor militare “alla memoria”, morì sul Monte Pasubio il 29 giugno 1916. · Bernardino Boifava, scultore. · Simone Boldini, calciatore e allenatore. · Dario Badinelli, atleta olimpico. · Emilio Romano (Ghedi 1896 - Brescia 1972), pilota automobilistico, partecipò a 17 Mille Miglia e vinse l’edizione del 1946 con Clemente Biondetti. · Pier Luigi Murgioni (Torino 1942 - Gaino 1993) sacerdote fidei donum, in Uruguay, fu curato a Ghedi dal 1982 al 1988. · Giovanni Donadoni (Ghedi 1853 - ?), politico, deputato alla Camera tra il 1893 e il 1895. · Federico Bonazzoli, calciatore della Sampdoria.


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Assessorati alle Pari Opportunità, Servizi alla Persona e alla Cultura, propongono... Per la rassegna “Le tre età della donna” PARLIAMO DI SALUTE CICLO DI INCONTRI Dal 19 Ottobre 2016 all’ 11 Gennaio 2017 Nata dalla collaborazione tra Comune di Ghedi e ASST Garda - Reparto di Ginecologia ed Ostetricia Ospedale di Manerbio/Consultorio Familiare Ghedi, questa iniziativa risponde alla volontà di rafforzare il legame tra esperti della salute e popolazione e di costituire un momento di incontro tra il Territorio ed il suo Ospedale. La finalità degli incontri è duplice: da un lato offrire un approfondimento culturale su tematiche sanitarie che, in questo primo ciclo si coniugano al femminile e dall’altro, proporsi in un’“ottica di servizio” per portare corrette informazioni fra la popolazione, confutare falsi miti sull’approccio ai fenomeni della biologia, chiarire i dubbi e rispondere ai quesiti. MERCOLEDI’ 19 OTTOBRE

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CORSO PER OPERATORE FAUNISTICO VOLONTARIO (OFV) - 07 E 14 NOVEMBRE 2016 Il Comune di Ghedi organizza un corso gratuito per la formazione di Operatori Faunistici volontari (OFV) al fine di poter cooperare con la Provincia di Brescia nell’attuazione del piano triennale di eradicazione della nutria. Il corso è rivolto a tutti purchè maggiorenni ed ha la finalità di formare due tipi di operatori: A e B . L’operatore di tipo A munito di porto armi da fuoco uso caccia e l’operatore di tipo B senza porto d’armi che, per il contenimento, utilizzerà metodi diversi dall’arma da fuoco. Per il conseguimento dell’abilitazione di OFV è prevista la frequenza obbligatoria a due serate formative, il corso si terrà a Ghedi presso la sala Consiliare sita in piazza Roma 45 (ingresso da Largo della Pace) nelle serate del 7 e il 14 novembre p.v. dalle ore 20,00 alle ore 22,30 circa.

4^ EDIZIONE DEL CONCORSO BIENNALE DI PITTURA A TEMA “SAPORI E SAPERI DELLA BASSA BRESCIANA”

La Proloco Ghedi organizza la quarta edizione del Concorso Biennale di Pittura a tema “Sapori e Saperi della Bassa Bresciana”. Il concorso è fondamentalmente a “tema” e richiede la rappresentazione pittorica di vari luoghi, itinerari, ambienti, mestieri, piatti tipici e tradizioni della Pianura Bresciana. Ogni Artista potrà avvalersi delle sue conoscenze dirette o fotografiche, comunque, per trovare eventuali indicazioni, idee, spunti può essere visitata la pagina di facebook “Sapori e Saperi della Bassa Bresciana Italy” che siete invitati a seguire. E’ permessa qualsiasi tecnica e supporto. Le opere non dovranno superare le dimenGLI INTERESSATI DOVRANNO PROVVEDERE AD sioni massime di cm. 90 x 90, dovranno ISCRIVERSI PRESENTANDO L’ALLEGATO MODU- essere senza vetro ed avere la cornice con LO DEBITAMENTE COMPILATO ALL’UFFICIO PRO- gancio per poterle appendere. Termine di TOCOLLO DEL COMUNE O INVIANDOLO A: presentazione opere 22 Novembre 2016 Il Concorso si chiuderà con Premiazioni e pecghedi@cert.comune.ghedi.brescia.it Mostra in Auditorium Bcc Agrobresciano dal ecologia@comune.ghedi.brescia.it 10 al 18 dicembre 2016.

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ASCOLI PICENO – La Suzuki rinnova il suo SUV top di Gamma: la S-Cross. La vettura giapponese è disponibile con 2 Motori Benzina (1000 Turbo da 112 cv, 1400 Turbo da 140 cv) o con 1 Motore Turbodiesel (1600 da 120 cv), negli allestimenti Easy, Cool, Top, Star View. Esternamente, a tre anni dal lancio, la S-Cross si rinnova nel look: per darle un’immagine più grintosa, i designer ne hanno ridefinito il frontale, ora dominato da una grossa mascherina cromata (ben fatta e sportiva), con fari più affusolati e un inedito cofano solcato da due grandi nervature. L’insieme, quindi, ora è più massiccio e imponente. Posteriormente i gruppi ottici sono stati rfidisegnati ed ora ci sono fanali a led. Anche gli interni hanno ricevuto qualche ritocco: il rivestimento in plastica morbida della plancia migliora la qualità delle finiture. Invariato il baule, ampio e sfruttabile. La consolle centrale è moderna, con il grande schermo del sistema di intrattenimento – navigazione e gli eleganti comandi del clima. Il quadro strumenti è ben vi40 www.newentry.eu

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sibile, elegante nelle forme e negli accostamenti cromatici, completo di tutto. Ed ora il momento test drive: la Suzuki S-Cross guidata è stata la 1000 Boosterjet 2WD Cool da 22464 €. La casa giapponese rinnova il suo SUV di alto gamma, con un facelift che lo rende più moderno e al passo con i tempi per design e dotazioni tecnologiche offerte. L’S-Cross su strada è maneggevole, comodo e confortevole, lo spazio abbonda sia nell’abitacolo che nel bagagliaio. L’altezza da terra da SUV, nonostante la versione provata sia a trazione anteriore, le permette di affrontare facilmente sterrati e fuoristrada. Il motore che la equipaggia è il nuovo 1000 Turbo Benzina Boosterjet da 112 cv. Questo motore, è piccolo nella cilindrata, ma grande in generosità. E’ parco nei consumi, molto silenzioso, brillante e potente, e nonostante la piccola cilindrata non pare di avere sotto il cofano “solo” un 1000 (ha prestazioni e brillantezza nettamente superiori di un 1000 tradizionale). Infine il listino prezzi: si va da 18990 € della 1000 Boosterjet 2WD Easy per


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Fagottini di ricotta alle erbette aromatiche con fonduta di Bagoss e noce moscata Dosi per 6/8 fagottini Ingredienti per le crespelle: 2 uova intere 4 cucchiai di farina Sale e pepe Una noce di burro Latte quanto basta Olio per la padellla delle crespelle Ingredienti per il ripieno dei fagottini: 400 grammi di ricotta freschissima 4 cucchiai di Grana Padano Sale e pepe Un mazzetto di erbette aromatiche (erba cipollina, basilico, prezzemolo, timo, finocchietto selvatico, maggiorana) Ingredienti per la fonduta: 100 grammi di formaggio Bagoss (non stagionato) 100 ml di panna da cucina 100 ml di latte intero Noce moscata Preparazione ricetta: 1) Rompere le uova in una terrina, sbatterle, aggiungere la farina, sale e pepe e il burro fuso. Mescolare energicamente con una frusta fino ad ottenere una crema

densa. Aggiungere del latte per ottenere un composto piÚ liquido, quasi fluido. Scaldare una padella antiaderente, oliare e mettere un mestolo di composto, girare sulla superficie della padella per realizzare una crespella molto sottile, cuocere pochi minuti e conservare poi in un piatto. Continuare fino ad esaurire il composto. 2) Passare al setaccio la ricotta. Lavare e tritare finemente le erbette aromatiche dopodichÊ aggiungerle alla ricotta, sale e pepe e il formaggio Grana Padano, amalgamare benissimo con un cucchiaio. 3) Scottare dei fili di erba cipollina per legare poi i fagottini 4) Mettere al centro delle crespelle un cucchiaio di ricotta aromatizzata e chiudere il fagottino con l’erba cipollina 5) Scaldare in un padellino il latte con la panna da cucina. Tagliare a piccolissimi pezzi il formaggio Bagoss e scioglierlo con il latte e panna. 6) Adagiare nel piatto di portata i fagottini (2 o 3) e scaldare il piatto nel microonde. 7) Versare la fonduta di formaggio Bagoss sui fagottini e spolverizzare la noce moscata. www.cucinacreare.it

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TERRITORIO

COMUNE DI ACQUAFREDDA FUNZIONI DI OTTOBRE 2016 Mercoledì 19 ottobre, alle 20 Messa solenne de La Funzione con la corale San Biagio; a seguire la processione con la statua della Madonnina di san Biagio “accompagnata” dalla banda musicale del paese. Sabato 22, alle 15,30 nel verde del nuovo edificio scolastico l’iniziativa “Un Albero per ogni nato” per i quattordici nati nel 2015. Domenica 23, dalle 9 nel cortile del palazzo comunale, Raduno trattori d’epoca con moto-auto nonne a cura Motoclub del Chiese e apertura del Museo civiltà rurale; alle 11 Messa solenne con ricorrenza Anniversari di matrimonio; alle 15 nella Sala civica (davanti al Municipio) premiazione del 37° Concorso letterario Comunità acquafreddese a cura della Biblioteca civica. Per l’occasione intervengono Velise Bonfante autrice del libro “Fiore d’ortica” e Ornella Olfi autrice del libro “Bucaneve e Girasoli” con accompagnamento musicale di Oreste Bianchi e Roberto Franzoni. Dalle 15 alle 18 restano aperte le mostre, il Museo e la pesca benefica in Municipio.

BORGOSATOLLO COMMEDIA DIALETTALE Il prossimo 21-22-23 ottobre la compagnia “La tenda della gioia”, sarà in scena presso il teatro comunale di Borgosatollo con la commedia dialettale in due atti “Che ma tocä fa per troà un posto de laorà”. Il ricavato verrà donato alla scuola dell’infanzia “Paola Di Rosa” di Borgosatollo e alle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia dell’agosto scorso. E’ possibile (e consigliato) prenotare i biglietti per gli spettacoli tramite il 44 www.newentry.eu

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DESENZANO DEL GARDA MATTONCINI IN CASTELLO Sabato 29 e domenica 30 ottobre via del Castello a Desenzano del Garda, ospita la nuova edizione di Mattoncini in Castello. L’evento propone l’esposizione di opere realizzate con mattoncini Lego per la gioia di grandi e bambini. Ingresso Gratuito

MONTIRONE STRA MONTIRONE Domenica 30 ottobre la Pro Loco di Montirone e l’Associazione Montironis, organizzano la prima edizione della Stra Montirone, manifestazione podistica non competitiva con 3 percorsi da 12 km, 6 km e 1 km Ritrovo e partenza dal Centro Sportivo

LONATO HALLOWEEN Domenica 30 ottobre dalle ore 10.00 alle 18.00 la Rocca di Lonato del Garda propone per il ciclo Fiabe nella Rocca, una giornata da brivido dedicata ad Halloween. Per l’occasione i bambini potranno vivere l’avventura del Castello Incantato con l’elezione della nuova Regina delle Fate

MONTICHIARI DNA NOMADE I “DNA NOMADE” AL GARDAFORUM CON LA PRO LOCO CITTÁ DI MONTICHIARI Arrivano per la prima volta a Montichiari i “Dna Nomade”, band formata da cinque musicisti che portano in giro per l’Italia le più note canzoni dei Nomadi. L’organizzazione dell’evento, che si terrà sabato 22 ottobre alle


TERRITORIO

21 al Gardaforum, è affidata alla Pro Loco Cit- Ingresso libero. tà di Montichiari. I biglietti d’ingresso hanno un MONTICHIARI (CENTRO FIERA) costo unico di 5 euro; per ulteriori informazioSPIEDO SOLIDALE ni sono a disposizione i numeri 030/5235123 - 335/5706596 oppure è possibile recarsi Dopo l’amatriciana solidale ecco lo spiedo di presso la sede del sodalizio aperto dal martedì beneficenza: l’obiettivo è lo stesso, aiutare le popolazioni terremotate del Centro Italia. Ad al sabato dalle 9,30 alle 11,30. organizzarlo, domenica 23 ottobre alle 12,30 MONTICHIARI al Centro Fiera del Garda, sono le parrocchie PIRANDELLO ALLA “CASA BIANCA” di Montichiari unitamente al Comune, al Cso Tre “letture pirandelliane” al Centro diurno Borgosotto e alla Pro Loco Montichiari. L’inCasa Bianca, nell’ambito degli incontro per tero ricavato sarà devoluto alla Protezione la diffusione della lettura e in collaborazione Civile nazionale che lo destinerà ai comuni con “Gli Amici del libro”: l’attore Angiolino Fi- terremotati. Le prenotazioni sono già aperlippini leggerà brani tratti dalle “Novelle per te e il costo a persona è fissato in 12 euro un anno” del Premio Nobel Luigi Pirandello. comprendenti spiedo con polenta, patatine, Si parte giovedì 27 ottobre alle 15 per conti- dolce, acqua e vino. Per iscrizioni o informanuare il 24 novembre e il 26 gennaio 2017. zioni 030/961433 (Parrocchia di Borgosotto) Al termine di ogni evento si terrà un dibattito. - 334/7150693 (Pro Loco Montichiari).

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ASSOCIAZIONE “4 AMICI” DONA UN DEFIBRILLATORE PER IL PALAZZETTO DELLO SPORT A LONATO

I 4 amici con il sindaco di Lonato Roberto Tardani e l’Assessore allo sport Roberto Vanaria) (nella foto i 4 amici con il sindaco di Lonato Roberto Tardani e l’Assessore allo sport Roberto Vanaria) Inizia il 12 dicembre 2015 la bella avventura di questi 4 amici: Francesca Antonini e Lorenzo Gritti, Marzia Papa( presidente associazione ) e Elio Tosadori. L’associazione organizza mensilmente una serata di ballo nel Palazzetto dello sport di Lonato, in via Regia Antica, 51 e, durante la Fiera di gennaio, pomeriggio e serata straordinaria con entrata gratuita, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. La loro iniziativa attira da subito tantissime coppie amanti del ballo liscio. Vari Dj si alternano in consolle, facendo ballare coppie di ogni età in un clima semplice e allegro, dal liscio ai balli scatenati di gruppo, il divertimento è assicurato! Ogni serata richiede tanto lavoro e fatica, da parte dell’associazione, per fortuna ben ripagata: il palazzetto sempre stracolmo di gente ogni mese, anche nel primo sabato della nuova stagione, iniziata con successo il 24 settembre. Queste serate di ballo hanno acquistato però un valore aggiunto: dal ricavato della scorsa stagione, infatti, questi generosi 4 amici hanno donato al Comune di Lonato, per il Palazzetto dello Sport, un defibrillatore semiautoma46 www.newentry.eu

tico, già a disposizione degli atleti che frequentano la struttura. È utile ricordare che in caso di arresto cardiocircolatorio, l’intervento immediato col defibrillatore aumenta significativamente la possibilità di sopravvivenza del paziente, fino ad un 30% in più! Un plauso e un grande grazie dunque a questa associazione che unisce l’utile al dilettevole, senza clamori, con fatti concreti. È già in programma infatti di donare un altro defibrillatore ad una scuola che ne ha fatto richiesta. I 4 amici ci tengono a ringraziare tutti i collaboratori che rendono possibile la buona riuscita di queste serate: le loro figlie, Doriano, Caterina, Cristina, Cesare, Maria, Michele( addetto sedie); le bariste Silvia, Cristina e Cinzia e Mauro. Come sempre l’unione fa la forza! A questo bisogna aggiungere la simpatia e la gentilezza di questi 4 amici, che accolgono noi ballerini col sorriso e con un grazie, che noi tutti contraccambiamo di cuore! Ornella Olfi Come sempre l’unione fa la forza, per questo i 4 amici ringraziano i collaboratori che volta permettono loro la buona riuscita della serata.


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PIZZIGHETTONE (CR) FASULIN DE L’OC CUN LE CUDEGHE Da sabato 29 ottobre a martedì 1 novembre, sabato 5 e domenica 6 novembre, a Pizzighettone in provincia di Cremona, nuovo appuntamento con Fasulin de l’òc cun le cudeghe (Fagiolini dall’occhio con le cotenne) che giunge alla 24° edizione. La rassegna gastronomica che ripropone il piatto tipico delle solennità dei defunti a base di fagiolini cucinati con cotenne e carne di maiale, servito con pane fresco e vino novello L’evento prevede inoltre: mostre mercato, visite guidate alle mura, spettacoli ed eventi folcloristici e molto altro. Maggiori info sul sito ufficiale: www.fasulin.com

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PLAY MUSIC

Let It Slide A Small Step Forward acura 1) Volt Amp Box 2) Michelle 3) Blah Blah Blah 4) Turkish 5) Miss Your Eyes 6) Cuddles & Painkillers 7) Here By Me 8) J.J.N.C. 9) Last Night With You 10) Shreds 11) Violet 12) Lullabies 13) Venom (Start Again)

formula del trio è molto semplice: un riff di power chords efficace ad inizio canzone, ritornello orecchiabile e testo che oscilla costantemente tra il serio e il faceto. Sarebbe inutile dilungarsi in un noioso track-by-track, dal momento che, comprensibilmente, le tracce seguono quasi sempre lo stesso Il Punk Rock è un genere che, musicalmente, ha schema. In ogni caso, i pezzi in cui la formula si avuto poco da dire fin dal periodo in cui si è svi- rivela maggiormente convincente sono l’opener luppato, ma paradossalmente ciò non può essere “Volt Amp Box”, “Violet” e “Lullabies”, mentre i brani descritto come un difetto, in quanto l’importante per meno riusciti sono senza dubbio “Cuddles & Paingli artisti punk e il loro pubblico non è mai stato killers” e “Here By Me”. il provare stupore per un tempo dispari o cercare Musicalmente è da segnalare un’ottima prova da di sentire il suono al tocco del plettro sulle corde; parte di tutti i componenti della band: il cantante ha niente di tutto questo. Fondamentale, infatti, in tale una voce sporca quanto basta ed è il vero protagostile musicale (nonché di vita, per molti) sono sem- nista del disco in quanto anche chitarrista, il battepre stati i testi: inizialmente i messaggi erano preva- rista e il bassista creano una sezione ritmica che fa lentemente politici e sociali, al giorno d’oggi invece da colonna portante alle canzoni. Ottima anche la ci sono i gruppi che continuano a trattare i suddetti produzione, con il basso sempre ben udibile – ratemi così come altri che scrivono testi perlopiù di- rità di questi tempi – e con la chitarra elettrica che, per quanto abbia un suono saturo, estremamente vertenti e goliardici. Quest’ultimo è il caso dei Let It Slide, band berga- distorto, non oscura mai gli altri strumenti né tanmasca con all’attivo già un EP, chiamato Venom e tomeno la voce. pubblicato nel 2010, che presentava tracce sia in In conclusione, “A Small Step Forward” è un album inglese che in italiano. Con il loro secondo lavoro, A che soddisferà il palato degli amanti del genere: è Small Step Forward, il gruppo ha rinnovato la pro- una mezz’ora abbondante di pura musica Punk, pria proposta, inserendo più brani (tredici contro i molto orecchiabile e ben prodotta. Voto 7,5. Carlo Chiesa sei del debutto) e tutti cantati in lingua inglese. La 48 www.newentry.eu


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POOH 50 L’ULTIMA NOTTE INSIEME POOH

LET ME LOVE YOU DJ SNAKE FEAT. JUSTIN BIEBER AMORE WI-FI - BENJI & FEDE WE DON’T TALK ANYMORE CHARLIE PUTH FEAT. SELENA GOMEZ COLD WATER MAJOR LAZER FEAT. JUSTIN BIEBER & MO CLOSER THE CHAINSMOKERS FEAT. HALSEY LOST ON YOU - LP THE GREATEST - SIA FEAT. KENDRICK LAMAR CHEAP THRILLS - SIA TREAT YOU BETTER - SHAWN MENDES DON’T LET ME DOWN

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NOTTE MAGICA - A TRIBUTE TO THE THREE TENORS - IL VOLO CHAPTER & VERSE - BRUCE SPRINGSTEEN LOVE LIFE PEACE - RAPHAEL GUALAZZI BLACK CAT - ZUCCHERO ILLUMINATE - SHAWN MENDES A HEAD FULL OF DREAMS - COLDPLAY ETERNO AGOSTO - ALVARO SOLER 22, A MILLION - BON IVER VIVERE A COLORI - ALESSANDRA AMOROSO

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17 Ottobre 1966

Scelto per voi... Il cielo è blu sopra le nuvole

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Strangers in the night Frank Sinatra Bang bang - Equipe 84 Sognando la California - Dik Dik Riderà - Little Tony Notte di ferragosto - G. Morandi Sono come tu mi vuoi - Mina Yellow submarine - Beatles Bang bang - Cher Che colpa abbiamo noi - Rokes Un ragazzo di strada - Corvi Scelto per voi... Bang Bang - Equipe 84

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CONCERTI

• BERGAMO Fiorella Mannoia 01/12/2016 Ore: 21:00 - Teatro Creberg • BRESCIA Pooh 21/11/2016 Ore: 21:00 - Fiera Elisa 23/11/2016 Ore: 21:00 - Palageorge Fiorella Mannoia 02/12/2016 Ore: 21:00 - Pala Banco • MILANO The Cure 01-02/11/2016 Ore: 21:00 Assago (Mi) - Mediolanum Forum Pooh 11-12/11/2016 Ore: 21:00 Assago (Mi) - Mediolanum Forum www.newentry.eu 49


GAMES

Battlefield 1 è, senza ombra di dubbio, uno dei titoli più attesi del prossimo autunno. La decisione da parte dei ragazzi di DICE di ambientare il gioco durante la Prima Guerra Mondiale, periodo storico mai del tutto approfondito nel mondo dei videogiochi, ha subito catturato l’attenzione dei giocatori, stanchi degli ultimi fps a tema futuristico usciti sul mercato e desiderosi di tornare a una guerra diversa, in cui il focus è ancora sui combattimenti tra soldati. La presentazione del titolo allo scorso E3 e la closed alpha successiva hanno alzato ulteriormente l’asticella dell’hype, buttando i giocatori nella mischia a St. Quentin Scar, mappa ambientata nelle campagne francesi e caratterizzata da colori freddi, con il grigio e il verde a farla da padroni. In occasione della Gamescom 2016 abbiamo avuto modo di mettere le mani sulla Open Beta del titolo, in uscita tra pochi giorni, che cambia radicalmente il setting, passando dai freddi scenari della Francia al deserto del Sinai, sede di violenti scontri tra l’Impero Ottomano e l’esercito del Regno Unito.

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Osserva questo nuovo videogioco e immergiti nella sua storia. Parigi è da sempre la città della rivoluzione, la capitale di un popolo che spesso e volentieri ha deciso autonomamente di chiudere il rapporto con le istituzioni del passato, per riuscire a rincorrere un futuro che potesse essere migliore, anche a costo di usare la violenza, foriera sì di risultati, ma a un prezzo non sempre facile da sopportare. Quale città può essere migliore per accogliere un evento dedicato a Watch Dogs 2, il cui tema principale è proprio la ribellione di alcuni contro un sistema che è riuscito a ingabbiare in una prigione tecnologica la vita delle persone? Si va a fare la rivoluzione Watch Dogs 2 è ambientato in una San Francisco in cui tutto e tutti sono costantemente monitorati da tutto ciò che avrebbe dovuto migliorare la qualità della loro vita, soprattutto da quegli elementi che, come lo smartphone e il computer, erano nati con lo scopo di raggiungere un’informazione e non di fornirla.


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ESPERTI A VOI

Il Sonno Sette o otto ore filate di sonno ogni notte potrebbero sembrare a molti come un lusso quasi impossibile. Ma non dormire a sufficienza, tra gli altri effetti nocivi, altera le funzioni mentali e aumenta il rischio di malattie cardiache. E sempre più prove suggeriscono che, sul breve termine, una privazione del sonno parziale potrebbe aprire la strada all’aumento di peso e ad altre conseguenze metaboliche negative. Negli Stati Uniti più del 28 per cento degli adulti riferisce di dormire sei ore di sonno per notte, e questa privazione cumulativa è diventata sempre più comune negli ultimi tre decenni. Notiamo infatti che oltre il 35 per cento degli adulti statunitensi è in sovrappeso o addirittura obeso Alcuni degli effetti più documentati della privazione di sonno sul peso si basano su due potenti ormoni: la grelina e la leptina. La grelina è coinvolta nell’invio di segnali di fame e la leptina aiuta a dirvi che siete sazi. In uno studio, dopo appena due notti consecutive con quattro ore di sonno, i soggetti esaminati hanno esibito un 28 per cento in più nei livelli ematici di grelina (fame) e un 18 per cento in meno di leptina (sazietà) rispetto ai soggetti che avevano trascorso dormendo 10 ore. La mancanza di sonno può anche portare alla per-

dita di massa muscolare e a un guadagno di grasso. Con poco sonno, il corpo ha più probabilità di essere stressato. Dopo la privazione del sonno, gli individui più stressati tendono ad immagazzinare più grasso e a utilizzare tendenzialmente altri tessuti molli, come i muscoli, quale fonte di energia, il che significa che un regime di privazione di sonno porta a perdere più muscoli e accumulare più grasso. Cerchiamo quindi di curare il nostro sonno e concedere il giusto riposo tonificante e rinvigorente al nostro organismo. Inoltre dal punto di vista alimentare possiamo utilizzare varie formulazioni naturali per conciliare l’addormentamento ed avere così un sonno più duraturo, ad esempio possiamo provare prodotti a base di melissa, malva, camomilla (anche se secondo alcuni fitoterapisti potrebbe avere effetto eccitante) etc.. Eliminiamo dal pasto serale prodotti a base di caffeina, teofilina(thè), teobromina(cioccolata) ed anche i formaggi, in quanto creano agitazione ed turbamento. Non dimentichiamoci di consumare un pasto (soprattutto la cena) in modo tranquillo e rilassato, abbandonando tutto ciò che è stato il vissuto quotidiano. Dott. Paola Lanfranchi

Dr.ssa Paola Lanfranchi BIOLOGA NUTRIZIONISTA

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ANIME NEL VENTO

In ricordo di Franco Bolsieri Piccini, si era, bocca dischiusa, braccia appese lungo i fianchi, nel core un mare di sogni da inseguire. Lesti i passi, di un mattino settembrino,dal cielo velato che ci portava lesti, mano nella mano, in fila indiana, in visita alla falegnameria “Bolsieri Franco”. Ricca l’emozione che ci faceva sorridere, accesa la fantasia, avido il sapere. A distanza di anni, ancora ricordo il sapor dolce, odore intenso di legno, tanto buono, fino, saporito da far nascere il desiderio di affondarvi capo e

mento. Si spostavano, come carezza, le mani del signor Bolsieri, bianche, grandi,impollinate da fine segatura color ambra. Con tono sommesso, umile, llustrava, spiegava, del figlio, nostro compagno di classe, Michael ne cercava lo sguardo, l’attenzione, in noi facendo nascere passione ed interrogazione. In ordine stavano gli arnesi, lindi, amati, pronti a divenire mezzo, espressione d’amore. Amore per il bello, per la voglia di dare vita, forma, colore,calore.

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ANIME NEL VENTO

Ticchettio ingordo il tempo rapiva, umile postura invogliava all’ascolto. Dappresso, in un angolo, muta, ristava la moglie, divertita dal cicaleccio d’imberbi. Ricordo dolce accompagna cammini, rivela incrinature, svela sfumature. Le stesse di un tempo, calde, rincorrono tracce. Un gesto, nel core, nella memoria, impresso rimane. Era leggero tocco soave, il suo, premura quella che con dedizione, a piene mani, regalava ad ogni venatura, frammento di materia vivente. Medesimo ardore, forza, tempra che nella senilità l’ha accompagnato, fortificando prove e sofferenze con remissiva accettazione. Nel sentire, toccare, odorare la morte farsi complice amica, malinconia riannoda fila composte. Si fa minuto il canto,velato di nostalgia commozione nel riudire battito di piede farsi distanza astratta, lontananza. Ed è allegria, gioia,quella che voglio tingere, narrare, di te raccontare in questo momento di estremo dolore e distacco. Era divenuto, nel tempo, lento il passo, incespicava, ma tenace continuava il cammino, ai passanti

rivolgendo saluto riservato,umile. Incontrandosi i nostri occhi, in un istante riconoscendosi, ammiccavano con riservata dolcezza. Un mazzo di rose bianche, segno di omaggio e di riverenza, voglio nel cielo gettare, per una vita che la vita ha saputo amare sino in fondo, dal legno traendo bellezza ed energia, forza vitale, fascino da trasmettere, con parsimonia generosità, a chi in ascolto si mette. Limitare si pone innanzi, rigido, austero, delimita, arresta passi. Oltre lo sguardo volge, verso l’eterno, verso dove la morte è un soffio e la vita rimane, fissata, indelebile, tangibile, assoluta. Un saluto, il mio, il nostro, che vuole essere un arrivederci, ci rivedremo certamente dopo. Imbrunisce l’ora, a breve l’ombra seco condurrà scie di pensieri, ricordi, palpiti, emozioni. Nel palmo di mano colte, in omaggio, a te donate in segno di vita che muta forma, basterà tendere la mano, affondare lo sguardo per risentire fragranze saporite. Milena, la mamma di Vittoria e Celeste

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IN LIBRERIA

Carissimi amici e amiche di New Entry, ho letto un insolito splendido libro. Conoscendovi amanti della lettura, poeti e narratori, mi è venuta l’idea di presentarvelo. Può anche darsi che l’abbiate già letto, ma se questo non è ancora avvenuto, cercatelo in libreria. Giacomo Mazzariol ha scritto questa storia. “Mio fratello rincorre gli amici dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più. In una sana famiglia, vivono Giacomo (autore del libro) che ha solo 5 anni e due sorelline, sarebbe molto felice di avere un fratellino. Una sera papà e mamma, con molte strategie annunciano il lieto evento. Dicono “sarà un bimbo speciale!”. Giacomo si sofferma a pensare…

Sarà un eroe? Quando dopo diverso tempo scopre che il piccolo Giovanni è down il suo grande entusiasmo si trasforma in un totale rifiuto, quasi vergogna. Passeranno diversi anni, prima con riflessioni e scontri con la real-

tà, che Giacomo riesca finalmente ad accettare la vitalità di Giovanni, che diventerà il suo migliore amico dedicandogli questo romanzo. Un libro da stupire, commuovere e allo stesso tempo divertente, che fa decisamente riflettere sulla psiche del bimbo down. Il diverso va amato e protetto, come fosse un proprio figliolo. Scrivo queste semplici parole perché sono stata negli anni 70 educatrice in un centro riabilitativo. In quel periodo non avevamo strutture molto adeguate come ora, ma un cuore di mamma faceva il suo lavoro con coscienza e cercava di dare tutto se stessa. Spero di avervi dato un buon consiglio, per una lettura che lascia un segno nel cuore. Nonna Grazia.

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nessun modo gestione diretta da parte dell’Editore. La pubblicazione è gratuita salvo per vendita e affitti di immobili, auto e moto e rubrica Incontri. In questo caso il costo è di €.25,00 per 4 uscite. Il pagamente deve essere effetturato tramite bonifico bancario a: New Entry - Banca Credito Bergamasco - Filiale Brembate di Sopra -

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RIDIAMOCI SOPRA

Bisogna ridere prima di essere felici, per paura di morire senza avere riso”. Jean de La Bruyère, I caratteri, 1688 Studio del professore universitario. È orario di ricevimento degli studenti. Bussano alla porta ed entra una stupenda bionda, alta, con tacchi alti, minigonna vertiginosa e maglietta aderente. “In che cosa posso esserle d’aiuto?” chiede il docente. La ragazza si siede accavallando le gambe e lasciando vedere bellissime gambe inguainate da calze e reggicalze neri, e, rivolgendosi al professore con voce suadente, dice: “Ho bisogno di parlarle perché desidero superare l’esame a tutti i costi. Sono disposta a qualsiasi cosa”. Il professore la guarda malizioso e le chiede: “Ma lei è proprio disposta a fare qualsiasi cosa?”. “Sì, pur di essere promossa!”. “Ma lei che cosa intende per qualsiasi cosa?”. E la ragazza, avvicinandosi al viso del professore gli sussurra in un orecchio: “Qualsiasi cosa è... qualsiasi cosa!”. Il professore allora si alza dalla sua cattedra, si avvicina alla ragazza passandole dietro le spalle e le sussurra anche lui nell’orecchio: “Allora anche studiare?”. Un ottimista sulla sedia elettrica:

“Ma ce l’avete il salvavita?” Medico alla segretaria: “I pazienti che dicono di soffrire di amnesia, li faccia pagare in anticipo e poi li faccia pagare anche dopo la visita. Se dicono che hanno già pagato, sono guariti”. La signora Maria incontra la signora Lucia all’uscita dal supermercato: “E suo marito come va?”. “Oh, sono molto agitata. È all’ospedale e mi hanno detto che ha 3 mesi al massimo!”. “Oh poverina, mi dispiace. Dev’essere dura...”. “Oh certo che sì... ha già un mese di ritardo!”. Degli amici si trovano al bar, uno salta su e dice: “Ah, io questa settimana ho venduto addirittura 30 macchine! E tu?”. “A beh, anch’io... ho venduto un orologio a cucù a un carabiniere”. “Beh non mi sembra una gran vendita...”. “Sì, ma gli ho venduto anche 2 chili di mangime per l’uccellino”.

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Amare ed essere amati Ora vi riporto un breve aneddoto che mi ha inviato recentemente una cara amica e guarda caso, calza proprio a pennello... La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose: “Si gioca a nascondino?”. “Nascondino? Che cos’è?” - domandò la Curiosità. “Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare”. Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia. “1,2,3. - la Follia cominciò a contare. La fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d’alberi. La Gioia corse in mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L’Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove. “CENT! - gridò la Follia - Comincerò a cercare.” La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: “Dov’è l’Amore?”. Nessuno l’aveva visto. La Follia cominciò a cer-

carlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l’Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l’Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l’Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L’Amore accettò le scuse. Oggi, l’Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre. Un abbraccio Michele Cortinovis

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