New Entry - Edizione di Brescia - Mantova - Cremona

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Felicità è sentirsi comodi nel mondo Quando ero piccola, stavo molto più scomoda di adesso. Ero troppo magra, troppo pallida, troppo normale, troppo fragile in mezzo ad altri, sempre più adeguati di me. Ero a disagio nei miei panni, ma soprattutto ero convinta che il mondo non fosse un posto per me. Era troppo grande, troppo infido, troppo spigoloso, troppo pauroso, troppo aggrovigliato perché potessi accomodarmici e rilassarmi. Come spesso, per fortuna, accade, le cose sono migliorate. Piano piano, ho imparato ad accettare me stessa, con i miei bianchi, i miei neri e i miei moltissimi grigi, e a nuotare nel mare che, da minaccioso e terrificante, è diventato casa. Stare comodi è una conquista, una vittoria e, nel mio caso, il frutto di un lavoro di squadra tra me e mia madre. Lei si era inventata una formula magica per cacciare i mostri, dentro e fuori. Mi guardava negli occhi e mi diceva: “Abbi fiducia”. Ci sono anni in cui i genitori sono onnipotenti. In quegli anni, l’imperativo incantato di mia madre, disintegrava, nello spazio di due parole, fantasmi, inettitudini, inadeguatezze e brutti pensieri. Credo che se allora qualcuno le avesse domandato: “Cosa desideri per tua figlia?”, lei avrebbe risposto: “Solidità e coraggio”. Perché, tra tutte

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le cose belle che un essere umano completo e rotondo deve possedere, erano quelle che più mi mancavano. Se, vari anni dopo, mi avessero chiesto, in quel tempo in cui portavo in giro una tristezza smisurata, uno sguardo poco liquido e un sorriso spento: “Cosa desideri per tuo nipote?”, avrei risposto, sprovveduta e leggera, senza alcuna esitazione: “La felicità, naturalmente”. E avrei evaso, con un sostantivo sognante, semplice e terribilmente incompleto, un interrogativo smisurato che contiene ambizioni, bisogni, mancanze, proiezioni, modelli, visioni. Felicità era quello che volevo per lui, quando abitava la pancia di mia cognata, quando era piccolo, inconsapevole e bisognoso di tutto, quando scopriva il sapore della pizza o del cioccolato e si illuminava di incredibile stupore, quando cadeva per terra, cento, mille volte, e si rialzava immediatamente perché crescere è un’avventurosa necessità che richiede una tecnica ottusa e infaticabile. Poi, da quella prima pizza e da quei primi passi, è cresciuto. E, forse, con lui, sono cresciuta anche io. E la felicità, come ambizione, non è stata più abbastanza. Cosa voglio, oggi, per il domani di un decenne ruvido e sornione, eccentrico e

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EDITORIALE

sognatore, torvo e seduttore? Vorrei che fosse un uomo per bene, capace di cucinare e cucire i bottoni, di chiedere scusa e accogliere, di abbassare la guardia e dire grazie, di essere se stesso sempre, di prendersi le proprie responsabilità, di guardare negli occhi, senza abbassarli né alzarli, di domandare permesso, di fare passi avanti e indietro, di ridere disarmante. Vorrei che fosse un uomo capace di rispetto e tenerezza, d’ironia e, soprattutto, di autoironia, d’integrità e coerenza, di generosità e tolleranza. E poi vorrei che trovasse una strada da seguire, una casa da costruire, un progetto più grande di lui su cui incaponirsi. Vorrei che potesse scegliere dove e con chi stare e che lì ci stesse comodo. Vorrei che non co-

noscesse l’inquietudine distruttiva di chi non sa chi è. Vorrei che avesse spalle larghe per offrire riparo a chi non le ha. Vorrei che scoprisse un talento, una passione, un amore e ci si dedicasse come una a una missione vitale. Vorrei che un giorno, guardando indietro, sorridesse. E anche guardando avanti. E mentre penso a cosa desidero per lui, prendo coscienza che lui non è solo quel buffo individuo in evoluzione che mi somiglia ma non troppo. Prendo coscienza che i nipoti altro non sono che il domani. Perché i bambini sono soprattutto questo: il futuro di tutti noi. E, per il futuro, dobbiamo avere sogni grandissimi. Jù

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dente se non esce acquetta rossa la carne è cotta. Togliere la carne dalla pentola e tagliarla a fette sottili. Nel sughetto rimasto nella pentola mettere circa 2 o 3 cucchiai di polvere di purè e pezzi di formaggio Briè, a fuoco lento sciogliere bene per creare una crema. aggiungere anche le fettine di carne girandole nel sugo. Mettere le fettine di carne in un piatto di portata e versare la crema di Brie su di esse. Anna - www.cucinacreare.it

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Il sapore della responsabilità C’è nell’aria un sapore strano, sapete, no, non potete saperlo, e spero tanto, che non lo scoprirete mai, quel sapore di cui sto parlando. E’ il sapore del sangue mischiato al carburante, del ferro contorto, dell’acciaio bruciato. Un sapore strano appunto, dove marca il territorio l’assenza eterna che diventa presenza costante, il fuori posto, qualcosa che manca all’appello oggi e pure domani. Ci si arrabatta a reperire attenuanti generiche prevalenti alle aggravanti, a osservare poco più in là, qualche metro da noi, dall’altra parte della strada, della via, a casa tua, non certamente nella mia. Guardiamo spesso, sempre più spesso agli altri, lontani, sconosciuti, nel tentativo maldestro di autoassolverci. Ogni volta che ci assale la tragedia, l’inciampo, l’ostacolo duro come pietra che dura, scaraventandoci sulle ginocchia con la testa reclinata in avanti, restiamo disperatamente aggrappati alle nostre medagliette appuntate sul petto, con la convinzione di averla fatta franca ancora una volta, infantilizzati al punto di agognare il primo posto alle olimpiadi delle commiserazioni. Da giorni si susseguono le dicerie sprovviste di orme, le filmografie da due cents, i racconti azzoppati, le balle e le verità contrapposte. Si alternano le offese, gli insulti, le spocchie miserabili di chi sa tutto, di chi sa niente, di chi vorrebbe esser all’altezza di salvare il mondo, mentre questo mondo tra macerie e detriti, lo potrà salvare soltanto un Uomo, il nostro amico dei piani alti, a noi non resta che tentare, ma per davvero, una sorta di ortopedia esistenziale di tutti giorni, dei gesti quotidiani ripetuti, per meglio vedere a un palmo dal nostro naso, dove non intendiamo vedere, figuriamoci se ascoltiamo il cuore. Una trasmissione dietro l’altra, dossier, incontri, confronti, dove ognuno e ciascuno sta ben stravaccato nei salotti buoni, anche in quelli sgangherati, interloquendo forbitamente sul problema mai risolto dell’essere, di morale, di etica, di sistemi complessi, un po’ meno e più compren-

SOCIETA’

sibilmente di un adolescente che ha deciso di mollare improvvisamente la sua vita, badate bene, non ho detto gli ormeggi, per quanto un quattordicenne sappia cosa significhi capacità di scelta, responsabilità, dunque la stessa libertà di sentirsi libero dentro. Diatribe manipolanti fino al punto di etichettare una madre senza più la propria carne in grembo, simile a un bicchiere vuoto capovolto, come fosse naturale imputarle la scomparsa del proprio figlio. Giorni e giorni a giudicare e condannare senza l’ultima volontà di un perdono, dapprima quella donna, poi chi ha mandato le forze dell’ordine, infine definendo la droga apparentemente non sia affatto droga, perché non fa male, anzi fa stare bene, di più, è assai meno pericolosa di una responsabilità venuta meno. Ore e ore spese a contrapporre ideologicamente il diritto alla tutela della vita al dovere di rispettarla quella vita, compito che spetta a ognuno e ciascuno, non solamente delegando allo Stato azioni salvifiche oppure l’eventuale epitaffio. Quando di mezzo c’è un giovane, il suo disagio, il suo malessere, possiamo metterla giù come meglio ci aggrada, affibbiando tutte le colpe ai genitori, stabilendo arbitrariamente che non si tratta di una madre coraggio, che addirittura l’irresponsabilità ha la sua residenza nella dimora di quell’adolescente, non nella sua cameretta. Possiamo tritare la realtà come meglio vogliamo, svuotare della sostanza le parole e le stesse responsabilità degli aggettivi usati come corpi contundenti, rimane quel sapore strano che non ci consente di fare spallucce, di fare finta di niente, di cavarcela additando questo e quello, perché a volte, soprattutto in questo caso, volenti o non volenti, la spiegazione si cela nei dettagli. E quel dettaglio potrebbe esser domiciliato in una domanda che sembra non possedere permesso a mostrarsi: ma davvero c’è qualcuno che è d’accordo a consentire l’uso di sostanze al proprio figlio? Vincenzo Androus www.newentry.eu 05


OROSCOPO dal 14 al 28 Marzo 2017 Perfetto il periodo per rinsaldare i rapporti interpersonali, nonché per chiarire eventuali malintesi sentimentali. Nel weekend porta a termine un progetto che, col partner di 21/03 - 20/04 sempre, hai iniziato tempo fa.

Gli imprevisti sono il sale della vita a patto che pensi positivo e riesca ad aver fiducia nelle tue qualità. Credi pure all’incredibile, i castelli in aria ora hanno un basamento sulla ter23/07 - 23/08 ra. Le amicizie sono una base.

Vivi alla grande i tuoi desideri. Puoi dare fondo alle tue capacità seduttive attirando nuove simpatie e affetti sinceri. Per le coppie è un perioda all’insegna della fantasia, del gusto 21/04 - 20/05 della tenerezza...

Non sei certo dell’umore per tollerare la benché minima disattenzione del tuo amore, ma sei in grado di portare a compimento i tuoi progetti professionali più ambiti. Smussa 24/08 - 22/09 comunque gli spigoli...

L’attrazione per un rapporto trasgressivo ti affascina molto. Ammettilo. E durante questa settimana potresti trovarti in bilico tra dover e piacere. Ascolta i consigli della parte 21/05 - 21/06 più razionale di te.

Le tue energie sono improntate verso il settore pratico-professionale. Sei pronto per azzardare passi avanti. Un viaggio per cambiare le sorti della quotidianità sia in amici23/09 - 22/10 zia che in amore...

Ognuno di noi è padrone delle proprie scelte e si assume la responsabilità. Tu non ti tiri indietro. Vai incontro alla vita a testa alta, diventando punto di riferimento per molte persone. 22/06 - 22/07 Viaggi e amore s’intrecciano.

Vuoi l’eclatante e lo avrai, visti i disegni che le stelle tracciano ancora per l’intera settimana. Anche in caso di qualche scaramuccia tutto si riassesta con il potere dell’amore e della 23/10 - 22/11 collaborazione.

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OROSCOPO dal 14 al 28 Marzo 2017 In amore ti giova un breve periodo di solitudine. Potrebbe essere un modo per non incrinare una situazione affettiva con un colpo di testa che ti lascerebbe solo un vuoto nel 23/11 - 21/12 cuore. Nuovi amici e nuove vigorie previste per il weekend.

Esercita il tuo fascino per conquistare chi ti piace. Se stai attraversando una fase calda degli interessi amorosi, l’intera settimana è propizia per abbandonarsi al piacere. Si 21/01 - 19/02 concretizza un sogno d’amore.

La situazione astrale è vivace quanto basta per riportarti in quota o per farti approdare in un porto sicuro in cui rifugiarsi da eventuali stress. Per sbrigare al meglio gli impegni 22/12 - 20/01 professionali scegli la strategia della collaborazione.

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QUANTI NE VEDETE IN GIRO COME MARLON? Care lettrici, cari lettori, vi invito ad un esperimento. Cercate su Google la famosa immagine di Marlon Brando sul set de Il Selvaggio in sella a una moto Triumph: un Marlon Brando ventinovenne nei panni del capobanda Johnny nel film del 1953 diretto da Laszlo Benedek. Riflettete sul fatto che quel film fece istantaneamente raddoppiare in America le vendite di jeans e giacche di pelle, e addirittura le condannò al bando - in quanto simbolo inaccettabile di una cultura giovanile ribelle alle regole e alle convenzioni- nelle regioni più tradizionali degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. E rispondete: conoscete, oggi, una persona capace di un simile impatto? Esiste, in inglese, un’espressione per descrivere quelli ( i pochi ) come Brando. Larger than life. Cioè un personaggio così leggendario da apparire più ingombrante della persona stessa. E dire che, anche in persona, Marlon era imponente. Quando ad appena 23 anni sbarcò a Broadway, nel 1947, nel ruolo del bruto Stanley Kowalski di Un tram che si chiama Desiderio, la sua era una presenza fisica di attore così radicalmente diversa dalla norma - bicipiti da scaricatore di porto, torace da body builder,

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volto angelico - che fornì il perfetto sex symbol alla nuova America uscita dalla guerra con una profonda voglia di cambiamento. Ancora oggi, guardare l’adattamento cinematografico dell’opera di Tennessee Williams, diretta da Elia Kazan nel 1951, colpisce, forse ancora più che per lo straordinario talento di Brando, per la sua modernità. Nella recitazione, nel portamento, persino nell’aspetto, sembra calato nel film dal futuro. Prima di James Dean, prima di Elvis Presley, è lui il prototipo della nuova mascolinità. Leggendario in tutto. Per esempio, nella capacità quasi sovrumana di risollevarsi, dopo un decennio di flop e un’apparente condanna all’oblio, in un solo anno, il 1972, con due titoli che passeranno alla storia. Il padrino di Francis Ford Coppola, definito da Stanley Kubrick “probabilmente il più bel film che io abbia mai visto”. “Il più liberatorio” e “il più potentemente erotico” furono invece i superlativi che Pauline Kael, leggendaria critica del New Yorker, usò per Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, la storia di due solitudini che si incontrano in un’avventura di sesso e disperazione. Che, a causa di certe scene certo ai confini dello shock, una vergognosa senten-


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za della magistratura italiana condannò al rogo. Solo poche copie si salvarono, e solo nel 1987 il film poté uscire in sala. Per cinque anni, il regista fu privato dei diritti civili ( in pratica, non gli fu concesso di votare ) per “offesa al comune senso del pudore”. Leggendario nell’ignorare questa e altre reazioni scandalizzate: come quando, proprio per Il padrino, vinse il secondo Oscar e mandò a ritirarlo una nativa americana, per protesta contro il “genocidio culturale” messo in atto da Hollywood contro quel popolo. Penosamente leggendario nel privato. Incapace di far stare la sua grandezza, e anche la sua megalomania, dentro i confini di un’esistenza “normale”. Condannato a condannare all’infelicità le sue donne, i suoi figli soprattutto. A sopravvivere a troppe tragedie, e a morire solo, esattamente undici anni fa. Marlon Brando ha sempre avuto più nemici che amici. Non a caso, la più memorabile intervista che abbia mai concesso è una di rara perfidia. Era il 1957, stava girando Sayonara in Giappone e Truman Capote, il più grande scrittore della loro generazione, andò a fargli visita per conto del New Yorker. Ma, tra una sbruffonata e l’altra, esce fuori un Brando fascinosamente immaturo, a tratti do-

lorosamente sincero, reduce da un successo precocemente stellare, in bilico sull’abisso di un futuro che non può immaginare. Un ritratto che, con gli occhi di oggi, vale ancora di più. A un certo punto di questa intervista Marlon Brando disse una cosa bellissima “ ...la recitazione è una cosa talmente impalpabile. Una cosa fragile e timida che un regista sensibile può aiutarti a tirare fuori. Su un set cinematografico, questo momento cruciale arriva verso il terzo ciak, se hai un regista capace di evocarlo. Gadge (il soprannome di Elia Kazan, ndr ) in questo è bravissimo. Con gli attori è meraviglioso.” Proprio un film diretto da Kazan, Fronte del porto, secondo me contiene una delle più memorabili scene di Marlon Brando: il tragitto in auto durante il quale Rod Steiger, nei panni del suo fratello venduto alla malavita, confessa che lo sta portando verso un’imboscata mortale. Da quando vidi per la prima volta il film, mi sono sempre chiesta se questo fosse l’esempio cruciale di cui parlava. Benché nato nel Nebraska, dove suo padre faceva il commerciante di mangimi, Brando - terzogenito e unico maschio traslocò presto a Libertyville, Illinois, dove la famiglia si installò in una grande eccentrica casa. Mungere la mucca era il compito quotidiano di www.newentry.eu 09


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Bud, come veniva allora soprannominato Marlon. Bud era, a quanto pare, un ragazzino estroverso e competitivo. Ribelle, anche: non c’era domestica che non fuggisse di casa. Ma, come le sorelle, era attaccatissimo alla madre. La signora Brando recitava da protagonista nelle piccole compagnie teatrali del posto, e da sempre sognava le luci della ribalta. Suo figlio, che aveva dissuaso da certe iniziali ambizioni impiegatizie, e che nel 1942 era stato scartato dall’esercito per via di un ginocchio infortunato, fece le valigie e partì per New York. Addio a Bud l’adolescente grassottello e infelice dalla zazzera bionda: è il momento di Marlon, l’uomo fatto, il talento. Ma Brando non ha mai dimenticato Bud e, quando parlava del ragazzo che era stato, sembrava ancora abitato dal suo spirito. Credo che la cosa più bella di lui, l’abbia detta Sean Penn: “Raccontare Brando con le parole è come pretendere di spiegare l’architettura dan-

zando.” LA LISTA DEL MESE VISTO: • Love Story, Arthur Hiller • Le quattro piume, Shekhar Kapur LETTO: • Il mestiere dello scrittore, Murakami Haruki ASCOLTATO: • The Soul & The Heal, Gurf Morlix • Luigi Tenco, album del 1962 • Midnight motel, Jack Ingram Jussin “Jù” Franchina. Abbandonologa & Narrastorie di luoghi desueti e abbandonati. Fabbricante di racconti e canzoni per sé e per altri. Odia i piccioni e la gente che urla. La potete seguire sulla sua pagina Facebook @IoLaJu.

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Debiti del condominio: chi deve pagare?

Quando il condominio è debitore di una determinata ditta questa può pretendere dai singoli condòmini il pagamento della somma dovuta. Ma, soprattutto in seguito alla riforma del condominio del 2012, quanto può pretendere il creditore da ogni singolo condòmino? E che differenza si viene a creare tra condòmino in regola e condòmino moroso? La risposta viene da una recentissima sentenza della Corte di Cassazione, che stabilisce che vale in caso di debito il principio della parziarietà. Vediamo allora nei dettagli cosa succede quando il condominio ha un debito da pagare. Cosa prevede la riforma del condominio? La riforma del condominio del 2012 ha modificato la norma esistente stabilendo che, nel caso in cui un condominio sia in debito nei confronti di un altro soggetto, questo può pretendere la restituzione di quanto dovuto non solo dai condòmini morosi ma anche da quelli virtuosi. Attenzione, però: il creditore può rivolgere le proprie pretese ai condòmini in regola solo quando la rivalsa nei confronti dei condòmini morosi abbia avuto esito negativo. Solo, dunque, quando sia 12 www.newentry.eu

stato impossibile recuperare il denaro da coloro che non erano in regola. Nel caso in cui i condòmini morosi non abbiano risarcito le somme, i creditori possono dunque richiederle per intero ai rimanenti condòmini, ed eventualmente aggredire i loro beni? Solo nei limiti della somma spettante a ciascuno di essi, secondo il principio della parziarietà: il creditore può chiedere a ogni debitore solo la parte della somma totale che a lui spetta (in ambito condominiale, dunque, tale parte corrisponde a una precisa quota in millesimi). Non opera quindi il regime dell’obbligazione solidale, in base al quale il creditore può chiedere al singolo debitore il pagamento di tutto il debito. Solo in un secondo momento, nell’obbligazione solidale, il condòmino può poi rivalersi nei confronti degli altri debitori. Con la sentenza n. 199/2017 pubblicata il 09 Gennaio 2017, la Cassazione ha ribadito che il criterio della parziarietà, che era stato stabilito prima della riforma del condominio, è valido anche in seguito ad essa. In particolare, si legge nella sentenza, “in difetto


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di un’espressa previsione normativa che stabilisca il principio della solidarietà” la responsabilità per la somma pretesa dall’appaltatore “è retta dal criterio della parziarietà”, per cui “l’obbligazione assunta nell’interesse del condominio si imputa ai singoli componenti nelle proporzioni stabilite dall’art. 1126 c.c.”. Ogni condòmino, dunque, paga secondo la sua quota. Cosa succede, infine, nei casi in cui il prezzo inizialmente deliberato dal condominio si sia poi rivelato insufficiente? In tal caso, tecnicamente, sono tutti i condòmini a essere in debito (sia quelli virtuosi sia, nel caso ve ne siano, quelli morosi). Il creditore che voglia essere rimborsato della somma potrà dunque rivalersi con tutti i condòmini indistintamente. Sempre però, è bene ribadirlo, in ragione delle rispettive quote in millesimi calcolate per ciascuno di essi.

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Esistenze Giunto è il tempo d’afferrare il vento.. Poche cose raccolte alla rinfusa un pensiero abbandonato al davanzale e già fu il tempo di andar lontano Mai più sarà l’identico color delle stagioni a scorrer sulla pelle a profumare l’aria Ma il fluir dell’acqua del torrente non sarà scorsa invano nel suo letto L’esistenza non s’annulla col calar del sole ne’ con lo scorrere dei fiumi Greve è il pensiero e lento lo scandir dell’ore In questa notte di realtà assopite vago muta dentro oniriche presenze e assorbo ogni calor che le tue vesti ancora intrise dell’essenza mi rotolano dentro l’anima Ad intralciare il passo solo l’ignoto domani e un sogno senza fine di riaverti tra le mani.. Rosa Leone

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Cerca sulle mie labbra la rugiada Sfiora le mie guance porcellana Tra le mie ciglia fai passi leggeri Sulle mie iridi sospiri lievi

A volte accendiamo candele Altre volte bruciamo incensi Ma tu guarda… Da soli non siamo in grado Di credere in noi stessi…

Per il mio viso perso devi passare Tra le fiamme leggere mi sai sollevare

Zarai

Con i miei capelli, nelle tue dita, puoi giocare Tra i miei fianchi dolcemente mi fai sospirare Lega le nostre caviglie con lo spago Sulle panchine fredde, sotto un ramo Nel buio il tuo sapore continuo ad assaggiare Le nostre lingue consumate si sanno cercare Tra le tende la mattina arriva, ma non ti lascerò andare Quando con te, sottocoperta, tutte le notti posso passare

Gloria Zuccolo

Paolo G. Trezzi

Tua figlia si sveglia di notte e chiama la mamma. A luci spente quatta quatta entra nel lettone. Un’emozione Nel silenzio del buio la parola mamma risveglia i cinque sensi e colora la notte. Si ode lo zampettare dei passi ma è il sorriso del cuore a dare un volto al respiro ed al profumo di bimba. Infranto per sempre il buio del silenzio. Roby

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SPECIALE

IL PILATES (Capitolo II)

Per chi non avesse letto il primo capitolo nell’uscita precedente vado a riassumere molto brevemente: · Pilates é un metodo di allenamento che prende il nome da colui che lo ha inventato e messo a punto nella prima metà del secolo scorso, J.H.Pilates; · si tratta di un programma di esercizi specifici per armonizzare la postura, migliorare elasticità muscolare e flessibilità nonché tonificare i muscoli del corpo; · è consigliato a chiunque dai bambini alla terza età, soprattutto a coloro che soffrono di mal di schiena, a chi soffre di deviazioni della spina dorsale ( scoliosi, iperlordosi ipercifosi…) alle persone con problemi alle articolazioni degli arti inferiori; · si può praticare Pilates in lezioni di gruppo a corpo libero e piccoli attrezzi o lezioni individuali con i grandi attrezzi. Il Pilates è un metodo di lavoro che ha delle re-

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gole molto precise, gli esercizi sono codificati secondo dei principi fondamentali imprescindibili, senza i quali l’allenamento non potrebbe essere definito “PILATES”. Il motivo del suo successo è, molto semplicemente, la sua efficacia. Negli ultimi decenni questo metodo ha riscosso un grande successo e si è diffuso in maniera esponenziale in tantissime palestre e centri sportivi, ma prima che avesse tutta questa visibilità era praticato quasi esclusivamente nell’ambito della danza e negli Studio Pilates. Joseph Pilates stesso affermò che il suo metodo avrebbe rivoluzionato il modo di fare educazione fisica, ma che ci sarebbero voluti cinquant’anni affinché venisse completamente compreso. Al suo tempo veniva considerato una persona “originale “. Solo pochi individui hanno la capacità di sfidare le convenzioni e qualunque sia il loro campo d’azione, la scienza, la letteratura, l’arte o la medicina, questi visionari ci appaiono talmente oltre la loro epoca da far sì che le loro idee siano ancora straordinariamente attuali a decenni di distanza. E’ questo il caso di Joseph Hubertus Pilates, nato in Germania nel 1880.


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LA VITA DI J.H. PILATES Joseph era un bimbo magro e cagionevole di salute. Infatti soffrì di asma, rachitismo e febbre reumatica, patologie che lo portarono a sviluppare una muscolatura debole che gli causò alterazioni posturali e anchilosi articolari che gli provocarono una diminuzione o incapacità di movimento. Questi suoi problemi a livello fisico, lo portarono a decidere di studiare attentamente il corpo umano, cercando di scoprire il modo di rinforzarlo e rinvigorirlo attraverso l’esercizio fisico. Il vecchio medico di famiglia gli regalò un vecchio libro di anatomia dal quale iniziò a studiare tutte le parti del corpo. Allo stesso tempo si dedicò a uno studio molto attento del movimento negli animali, filosofia orientale e i metodi di allenamento dei Greci e dei Romani. Questi due popoli Antichi erano secondo Joseph gli esempi da seguire poiché a parer suo erano riusciti a raggiungere l’equilibrio ideale tra corpo, mente e spirito. Inoltre, in un’intervista rilasciata nel 1959 a un giornale di New York , Joseph Pilates dichiarò di basare il suo metodo sull’inno-

cenza e la semplicità ed essenzialità del movimento dei bebè e dei gatti, caratteristiche che si reincontrano nei movimenti degli esercizi del Metodo Pilates. Altre discipline praticate che influirono sul suo nuovo metodo di allenamento furono il culturismo, la lotta, lo yoga, il Tai Chi, la meditazione zen e la ginnastica, unite a un grande studio della biomeccanica del corpo e al corretto utilizzo della respirazione. La determinazione a superare le sue difficoltà a livello fisico fu talmente grande che, a quattordici anni, dopo aver superato le patologie da cui era affetto, iniziò a posare come modello anatomico e diventò un grande sportivo (raggiunse buoni risultati nella boxe e nella ginnastica e acquisì un buon livello come nuotatore, sub e sciatore). Nel 1912 andò in Inghilterra per ulteriori allenamenti di boxe. Trovò impiego lì come acrobata del circo. Nel 1914, essendo diventato una stella circense, viaggiò per tutta l’Inghilterra insieme al fratello, esibendosi in numeri acrobatici. Arrivato a Lancaster, e con l’inizio della Prima Guerra Mondiale, Joseph fu internato in un campo di concenwww.newentry.eu 17


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tramento a causa della sua nazionalità tedesca. Da allora, si impegnò ad addestrare gli internati con lezioni di lotta e difesa personale in modo da migliorarne lo stato psico-fisico: iniziò a ideare una serie di esercizi destinati ad essere fatti in uno spazio ridotto e limitato; iniziò a sviluppare il suo metodo “ The Contrology”. Successivamente venne trasferito in un altro campo a Isle of Man, dove lavorò come barelliere in un ospedale e quindi incominciò a trattare feriti di guerra. Visto che a causa del loro stato di salute molti feriti non potevano alzarsi dal loro letto, Joseph montò un sistema di molle sui letti dei pazienti, i quali appoggiando le estremità sulle molle riuscivano ad esercitarsi e allenarsi anche da sdraiati. Grazie a questi nuovi esercizi nessuno dei pazienti morì nell’epidemia di influenza e febbre che nel 1918 fece morire 200.000 inglesi. Finita la guerra ritornò in Germania. Gli venne riconosciuto il buon lavoro effettuato con gli internati del campo di concentramento e gli venne offerto di seguire la preparazione e allenare a livello di autodifesa la polizia militare di Amburgo. 18 www.newentry.eu

Oltre a questo impiego, ritornato in Germania, iniziò ad avere clienti privati come il ballerino e teorico della danza Rudolf Laban, creatore della forma di registrazione scritta di balletto più usata oggi, che disse di aver incorporato alcune delle teorie e degli esercizi di Joseph nel suo lavoro. Infine in questi anni si dedicò anche alla riabilitazione di reduci di guerra per i quali installò delle corde alle estremità del letto in modo da immobilizzarne le estremità e successivamente aggiunse delle carrucole (fu l’inizio dell’origine di due macchine da allenamento Pilates: il cadillac e il reformer). Nel 1925 fu invitato ad allenare il nuovo esercito tedesco, ma poiché disapprovava la direzione politica della Germania, decise di lasciare la Germania per trasferirsi a New York. Sulla strada dell’America conobbe Clara, che divenne sua moglie. Lei era una maestra d’asilo che soffriva di artrite e Joseph lavorò con lei per curare la sua salute. Arrivato a New York nel 1926 aprì una palestra nelle 939 Eight Ave,insieme a Clara, nello stesso stabile di parecchi studi di danza e sale prove.


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Nello studio iniziò a lavorare con gli strumenti e le macchine creati per la riabilitazione (cadillac e reformer) e ne creó altre nuove come la Wunda Chair e il Ladder Barrel. Tutte le macchine vennero fabbricate in legno d’acero dal fratello Fred, che era un carpentiere. Fu così che “Contrology” divenne un’arte intrinseca nell’allenamento di molti ballerini e nella riabilitazione, molti furono mandati da Joseph per essere curati. George Balanchine, il famoso coreografo, studiò con Joseph e mandò molti dei suoi ballerini da Pilates per rinforzarli e “bilanciarli” così come per riabilitarli, come fece Marta Graham, un altra famosa ballerina e coreografa. Nel 1934, insieme all’editore Judd Robins pubblicò “Your health: a corrective system of exercising that revolutionizes the entire field of physical education (La tua salute: un sistema di esercizi correttivi che rivoluziona il campo dell’Educazione Fisica)”: un piccolo libro di appena sessanta pagine nel quale, con un linguaggio che talvolta può sembrare inadeguato, Joseph descrive la sua filosofia di vita, la sua teoria sulla salute, sull’igiene e sull’esercizio fisico. Nel 1945, insieme a William J. Miller e Judd Robbins, Pilates pubblicò “Return to life through contrology”, un manuale nel quale c’è un’introduzione di Miller che spiega i fondamentali del Pilates e i suoi 34

esercizi basici. Nel Gennaio 1966 ci fu un incendio nello stabile del suo studio. Joseph accorse per cercare di salvare tutto il possibile e nel tentativo restò appeso a delle travi con le mani finché non venne liberato dai pompieri. Si suppone che questo incidente lo condusse direttamente alla morte nell’ottobre 1967, all’età di 87 anni. Clara, stimata da molti come l’insegnante più paziente, continuò ad insegnare e guidò lo studio fino alla sua morte che avvenne dieci anni dopo, nel 1977. (Fonte: Wikipedia) Dopo questo brevi cenni sulla vita di Pilates nelle prossime uscite posso già anticipare l’approfondimento dei principi fondamentali di questo meraviglioso modo di allenare il corpo che rinforza il fisico, rinvigorisce la mente e ravviva lo spirito. Per concludere vi lascio questo slogan che lo stesso Pilates amava diffondere. In 10 lezioni ti SENTIRAI diverso in 20 lezioni ti VEDRAI diverso in 30 lezioni avrai un corpo NUOVO Maria Cristina Ferrari Diplomata ISEF insegnante di Fitness e Pilates

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BIG SCREEN: VOLA AL CINEMA

POWER RANGER Il reboot dei Power Rangers. Azione - USA, 2017. Un film di Dean Israelite. Con Bryan Cranston, Elizabeth Banks, Naomi Scott, RJ Cyler, Becky G., Dacre Montgomery, Ludi Lin, David Denman. Uscita giovedì 6 aprile.

I PUFFI - VIAGGIO NELLA FORESTA SEGRETA Il terzo capitolo de I puffi. Animazione - USA, 2017. Un film di Kelly Asbury. Con Joe Manganiello, Mandy Patinkin, Rainn Wilson, Demi Lovato, Jack McBrayer, Danny Pudi. Uscita giovedì 6 aprile 2017.

Un reboot prodotto dalla Saban e dalla Lionsgate della popolare serie tv americana basata sui super sentai giapponesi. Il film racconterà la storia di un gruppo di adolescenti dotati di super poteri che hanno il compito di salvare il mondo. Nei panni della villain Rita Repulsa c’è Elizabeth Banks, una strega che desidera conquistare il mondo. Non è il primo adattamento cinematografico della serie tv di successo andata in onda tra il 1993 e il 1996. Sono già stati realizzati Power Rangers - Il film (1995) e Turbo Power Rangers 2. Il film (1997).

La storia di Puffetta che va alla ricerca di una foresta incantata dove si trova il villaggio dei puffi. In questo nuovo episodio interamente animato con protagonisti i Puffi, una mappa misteriosa spinge Puffetta ed i suoi migliori amici Quattrocchi, Tontolone e Forzuto ad una corsa emozionante ed avvincente attraverso la Foresta Segreta, un luogo abitato da creature magiche, per trovare un misterioso villaggio perduto, prima che ci arrivi il perfido mago Gargamella. Intraprenderanno un viaggio mozzafiato ricco d’azione e pericoli...

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PLANETARIUM Un film di Rebecca Zlotowski. Con Natalie Portman, Lily-Rose Depp, Emmanuel Salinger, Louis Garrel, Rosa Bursztein. Francia, USA 2016. Uscita giovedì 13 aprile 2017. Apparentemente questo film che ha al suo centro lo spiritismo si presenta con un titolo deviante. In realtà c’è una frase, pronunciata quasi all’inizio che ne chiarisce il senso: “Qualche volta è necessario fare buio per poter vedere meglio”. È quanto sarebbe stato necessario fare nell’Europa di allora dinanzi a tempi che si presentano come cupi ma che, se letti nel modo giusto, potrebbero fornire occasione per una reazione non tardiva. Le due sorelle che evocano spiriti non hanno però gli strumenti, loro che provengono dal Nuovo Continente, per comprendere la vecchia Europa ma sono in grado di offrirle quell’evasione da una realtà sempre più minacciosamente incombente. Inquadra il qr code con lo smarthone e visualizza il trailer del film.


RIFLESSIONI

Festa della Donna Della festa della donna si può parlare spaziando tra i più svariati argomenti, dai più tristi e tragici, di cui purtroppo la cronaca nera testimonia tutti i giorni, ai più spiritosi come questa simpatica frase. Molte donne infatti vivono in continuo conflitto il passare del tempo, incapaci di accettare il naturale invecchiamento, alla ricerca di un’impossibile eterna giovinezza. L’inutile rincorsa contro il tempo logora loro stesse e chi gli vive accanto e ogni compleanno rischia di essere vissuto come un incubo, invece che come una festa. E’ una partita persa fin dall’inizio, gli anni lasciano inevitabilmente il segno, anche a quelle donne che, più fortunate, invecchiano meglio di altre. Bisogna farsene una ragione, senza rovinarsi la vita vivendo di ricordi e rimpianti. Molte per fortuna, invece, sfruttano al meglio ogni cambiamento e, quando gli impegni familiari permettono loro di avere più tempo libero per sé, prendono la palla al balzo. Lasciando da parte sensi di colpa, frutto di un’educazione che voleva le donne sempre e solo al servizio degli altri; pudori e comprensibili dubbi, trovano la forza di “buttarsi”, di mettersi in gioco realizzando i propri sogni, sfruttando i propri talenti, vivendo una seconda giovinezza. Ci si rende poi conto che vivere un sogno coltivato da lungo tempo, o una passione scoperta

in là negli anni, è appagante, alza l’autostima e rende migliori anche nei rapporti con gli altri, perché la felicità personale dona un aspetto migliore anche esteticamente: un bel sorriso e uno sguardo sereno danno luce al viso ed aiutano prima di tutto ad affrontare positivamente i problemi quotidiani, trovando in ogni situazione spiacevole, un lato positivo o comunque uno spunto per imparare e migliorare. Ogni donna ha non solo il diritto, ma soprattutto il dovere verso se stessa, nel limite del rispetto altrui, di realizzare sogni e progetti personali, pretendendo di ritagliarsi ogni giorno del tempo solo per sé. Un augurio e un grazie speciale a tutte le donne che ho conosciuto da quando ho realizzato il mio sogno di scrivere, tutte mi hanno arricchito con le loro esperienze, con le loro personalità, con le loro emozioni e ho scoperto che fra tanta invidia e cattiveria, per fortuna, persiste ancora solidarietà femminile e amicizia sincera. Ornella Olfi

NEW ENTRY il Giornale della Gente

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Direttore Onorario: Michele Cortinovis Anno 23 - N°04 del 13/03/2017

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 www.newentry.eu 21


RIFLESSIONI

Pollyanna

Pollyanna, il nome di una dolce cagnolina,venuta in un giorno qualsiasi dalla lontana Melzo per rallegrare giorni d’infanzia. Era il 1980,alta la neve, immoto il paesaggio, privo di rumori. Da dietro vetri di un vecchio cascinale, in ascolto rimanevo, osservando, annusando la vita che a lembi regalava tenerezze. Muggiti di vacche, bassi, soffusi, inzuppava l’aria. Chiuse le scuole, interminabili i giorni. Operosa mia madre,d all’alba desta per preparare, riordinare, accendere il foco affinché alzandoci trovassimo un ambiente confortevole. Tempi d’oro per l’edilizia che portava via padri di famiglia; nella mia immaginazione in cantieri abnormi. Fra loro mio padre. L’intera settimana passava fuori casa, rincasando al sabato armato di stanchezza e di grosse borsine abbondanti di biancheria sporca. Affaccendata la mamma, scartava, lavava, rammendava, ogni cosa sistemava in ordine. Non mancava il sorriso a mio padre, per noi piccole, un dolce, gioco, una carezza poi lunghi discorsi sviscerati a voce bassa, non compresi. Un giorno, tanta la neve, da rendere impossibile il lavoro. Rincasò prima del solito, grande la sorpresa nel rivederlo altrettanto nello scorgere in un angolino un batuffolo bianco dagli occhietti sparuti. Una cagnolina, tutta per noi! Che gioia! Sembrava un sogno! La scelta del nome non facile, si decise infine di accontentare la più piccola, ovvero io. Compagna fedele, Polly, di gioco e di vita; nella gioia e nella sofferenza capace di comprendere, stare accanto. “La parola le manca” diceva la mamma elencandone pregi e qualità. Passo dopo passo, seguiva, ascoltava, sembrava asserisse o rimproverasse la piccola testolina scuotendo con fare colorito. Giunse il 25 giugno e con esso sorella morte. In un soffio stroncò l’ultimo suo respiro. 22 www.newentry.eu

Grido acuto, stridulo, disperato che ancora oggi conservo nel cuore. Forte ci abbracciavamo io e la mamma, lacrime amare versando. Il papà, Giorgio e Cesare le stavano accanto, sostenendola negli ultimi istanti. Fu disperazione, lutto profondo la sua assenza, vuoto e baratro. Venne avvolta in una coperta, la sua, qualche gioco per farle compagnia, e seppellita in giardino. Capi chini, visi tristi i nostri, di dolore sincero. Fu lei ad esclamare: ”E’ una vergogna dirlo perché era un animale ma tanto ci manca! Perdere i genitori è il dolore più grande al mondo, non passa mai. Si sopravvive al dolore, la Madonna stessa è stata capace di stare accanto al figlio crocifisso!.”. Ancora oggi, una foto di Polly nel libretto delle sue preghiere. Ogni sera un bacio ed una carezza per l’adorabile cagnolina. Sorge stizza nel sentire come certe persone trattino gli animali meglio dei cristiani. Quando una famiglia decide di accogliere un animale di certo deve mettersi in gioco, mettendo a disposizione tempo e premura. Hanno il diritto di essere nutriti, curati, amati, accompagnati, ma non facciamo di questo una priorità. Al mare, per caso passeggiando incontro una bella cagnolina bianca. Per lei un saluto. La padrona, cortese, in un batter d’occhio affermò che l’adorabile Lilly era diventata psicosomatica in quanto rifletteva i suoi stati d’animo. Stupita, mi allontanai un poco disturbata, dispiaciuta per quella bestiola. Mai sentito che i cani avessero tante allergie. Di solito nutriti con gli avanzi arricchiti con sali e proteina. Oggi esistono empori dell’animale, boutique di bellezza, abbigliamenti ... non si sta forse toccando l’eccesso? Andando oltre il buon senso ed il rispetto per l’animale? Un tempo, felici, si scuotevano da dosso pioggia


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e neve, oggi hanno il capottino per non ammalarsi! Rispetto significa conservare l’origine, il non voler deformarlo a nostro piacere, facendone specchio e riflesso delle umane fragilità? Una ragazza, fra l’altro giovanissima, disse “Meglio il cane dell’uomo. Lui non tradisce, ti rimane accanto!”. Quanta solitudine, tristezza, rassegnazione. Vivere di certo implica il mettersi in gioco. Alti e bassi, sorrisi e pianti, costruendo lentamente relazioni. Non è ammissibile, ingiusto, sostituire una bestia all’uomo; è un aver paura, un nascondersi, uno stare dietro le quinte.

E poi ci si arrabbia col Papa, si fa polemica, a proposito del suo dire che certi trattano meglio gli animali delle persone. Sacrosanta verità. E ancora individualismo, narcisismo, piccolo microcosmo, cammino bendato. Pensiero discutibile, forse, il mio ma che vorrei facesse un poco riflettere, fare un passo indietro, a ritroso nel tempo. Un ultimo pensiero lo dono a Pollyanna, amata cagnolina dal cuore d’oro, il cui ricordo conservo con delicata premura. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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Gambara

Storia e Tradizioni Il nome Gambara ricorda l’antica famiglia degli omonimi conti, che tanta importanza ebbero nella storia della provincia  bresciana e in parte anche in quella della letteratura nazionale, soprattutto per merito della poetessa Veronica. Cesare Cantù ricorda che Valchiria Gambara era un nome longobardo tradizionale: forse l’etimologia del toponimo va ricercata appunto in questo nome e non in quello dei conti, che probabilmente trassero il loro da quello del paese. Il territorio di GAMBARA fu intensamente abitato fin dall’epoca romana, come dimostrano numerosi ritrovamenti archeologici fra cui le iscrizioni oggi murate nella chiesa della Madonna della neve. Con ogni probabilità il più antico insediamento si ebbe nella frazione di Corvione. Nel X secolo

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queste terre appartenevano all’abbazia di Leno; nel 1154, con un diploma imperiale, il paese venne donato al vescovo di Brescia. Nel 1237 transitò di qui, con i suoi fanti e cavalieri, l’imperatore Federico II, diretto contro Cremona, per sostenere l’urto dei comuni lombardi; di lì a poco avrebbe vinto i suoi nemici a Cortenuova fra l’Oglio e il Serio. In seguito il territorio, infeudato ai nobili Gambara, fu a più riprese teatro di combattimenti e di conquiste. Gli eventi ebbero una svolta drammatica nel 1516, al tempo della guerra fra Veneti e Francesi da una parte e Massimiliano d’Asburgo dall’altra; appunto a GAMBARA si ritirò con le sue truppe l’imperatore dopo un durissimo scontro, prima di ripren dere la marcia verso l’Adda. Entrato a far parte dei possessi della Serenissima insieme a tutto il Bresciano, il paese assurse ad una certa importanza, divenendo sede di vicariato minore. La Chiesa Parrocchiale di GAMBARA è dedicata


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ai S.S. Pietro e Paolo. Finita di costruire nel 1595, ha un’armoniosa facciata a due ordini, ornati da lesene; nel centro di quello inferiore si apre un portale coronato da un piccolo timpano, in quello superiore un finestrone finemente incorniciato. Ai lati della finestra e del portale si trovano due nicchie. All’interno sono conservati vari dipinti, fra cui due di particolare pregio: uno tardo-cinquecentesco, di Pietro da Marone, e uno di Antonio Paglia. Ultimamente gli importanti interventi di restauro agli affreschi, al pavimento ed agli impianti hanno ridato nuova luce e splendore agli interni della stessa. Prima che sorgesse la chiesa dei S.S. Pietro e Paolo, le funzioni di parrocchiale erano svolte dalla chiesa della Madonna della Neve. L’edificio, che risale al 1504, custodisce all’interno un prezioso dipinto del XV secolo, raffigurante la Madonna. Nel 1836 e nel 1855 si trasformò in lazzaretto durante le epidemie di colera e nel 1859 in ospedale militare.

Chiesa Parrocchiale S.Pietro e S.Paolo Durante la prima guerra mondiale divenne deposito di cereali; fu restaurato nel 1928 e ancora in seguito. Gli ultimi interventi di restauro e consolidamento sono stati effettuati ad opera di gruppi di volontari nell’anno 1995. Sette centesca è invece la chiesa dei Disciplini, edificata sull’area di una costruzione precedente, nel 1587, poi demolita e ricostruita nel 1766, più ampia e a croce greca. In tempi recenti è

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Corvione: Porta d’Ingresso (1891) e il palazzo ex Lorenzetti, che al tempo della Serenissima fù sede di importanti uffici amministrativi. La frazione di CORVIONE, situata a nord-est del capoluogo comunale, è caratteristica per l’arco tardo - settecentesco posto sulla via d’accesso al paese e per l’aristocratico palazzo della famiglia Gambara, sempre della stessa epoca. L’anstata ridotta prima a palestra e poi a magazzino. tica origine di CORVIONE è testimoniata da nuGrazie al lavoro volontario di alcuni sensibili ed merosi reperti romani venuti alla luce in questa artisticamente educati cittadini gambaresi, è zona fin dall’Ottocento. Il ritrovamento di una stata trasformata in museo parrocchiale, al lapide, attestante l’esistenza di un tempio paquale famiglie del luogo hanno donato interes- gano, sembrò confermare un’antica leggenda, santi opere a disposizione della popolazione secondo la quale alcuni sacerdoti romani avrebtutta. Altri edifici di un certo valore architettonico bero sotterrato sotto il tempio, per sottrarlo all’insono la chiesa del Suffragio, recentemente ri- vasore, un tesoro, costituito da una capra d’oro strutturata, del ‘700; il Castello, le cui origini ri- e da molte monete. Il tesoro non è mai stato salgono al XIV-XV secolo; il palazzo del comune trovato, ma la capra d’oro, insieme all’arco, è Nel nostro negozio potete trovare specialità gastronomiche prodotte con farine selezionate di prima qualità I nostri dolci sono fatti dalla nostra pasticceria interna con materie prime di primissima scelta. IL NOSTRO OBIETTIVO E’ PROPORRE E REALIZZARE UN SERVIZIO CATERING EFFICIENTE ED IMPECCABILE CHE RENDA IL VOSTRO EVENTO UN FELICE RICORDO.

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SPECIALE

ormai diventata il simbolo di CORVIONE. Oggi il CORVIONE è una frazione di GAMBARA , ma nel medioevo era il centro della vita religiosa e civile del pago romano, poi pieve cristiana alla quale convenivano come a parrocchia unica i fedeli di undici paesi circostanti. La pieve di CORVIONE era dedicata a S. Salvatore, indice questo di una lontana costituzione longobarda. La pieve passò poi, come quella di Comella, sotto l’influenza della Badia di Leno (sec. VIII)e nei documenti leonesi è sempre denominata “La Pieve delle undici basiliche” (Plebs XI basilicarum). Difficile identificare del tutto quali fossero queste basiliche soggette alla pieve di CORVIONE; fra esse sono certamente da annoverare le due chiese di S. Maria e di S. Pietro in GAMBARA, la chiesa di S. Lorenzo di Fiesse, S. Lorenzo e S. Donato dei due Remedello, S. Pietro di Gottolengo, quello di Carzaghetto, di Casalromano e Fontanella. I fedeli di queste località avevano a CORVIONE nella basilica maggiore del Salvatore il loro centro religioso e vi convenivano per gli atti più importanti della vita cristiana. A CORVIONE vi era un capitolo di canonici (preti, diaconi e chierici) presieduto da un arciprete e dotato di vasti possedimenti e di molte rendite. Questa ricca dotazione venne nel sec. XV unita dalla S. Sede del Capitolo della Cattedrale, ma molta parte della dotazione fondiaria era già passata (non sappiamo né quando né come) in

proprietà feudale dei conti Gambara, feudatari della Badia di Leno e rapaci usurpatori del suo patrimonio  fondiario. Allora scomparve la pieve di CORVIONE e venne costruita invece la collegiata di GAMBARA; anche il centro del comune passò a GAMBARA e CORVIONE, la primitiva “curtis vetus” ne divenne una frazione. A GAMBARA passò la vita religiosa e civile di questo piccolo centro rurale che nella decadenza religiosa del tempo della schiavitù di Avignone e del susseguente scisma occidentale, aveva perduto ogni importanza. CORVIONE rimase un latifondo dei conti Gambara, e la residenza di un ramo di detta famiglia, che si estinse nel sec. XIX con la morte del conte Francesco figlio del conte Alemanno. Il fiume Gambara Il fiume Gambara nasce nel territorio del Comune di Ghedi (Bs) dalla fascia di risorgive e scorre per circa 25 km nei territori delle province di Brescia e Cremona, con direzione NNE-SSW. Il tratto a maggior lunghezza si sviluppa all’interno di 5 comuni nel bresciano (Ghedi, Leno, Gottolengo, Fiesse), mentre gli ultimi quattro chilometri attraversano la provincia di Cremona, sfociando nel fiume Oglio nel territorio di Volongo. A valle della diga, posta a 850 m a sud dell’abitato di Volongo, il corso segue una traiettoria naturale e meandreggiante. A monte di questo manufatto le sponde sono estremamente regolari e di

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origine artificiale, a seguito di ingenti interventi di sistemazione e raddrizzamento degli argini operati negli anni ‘50-’60 per far fronte alle continue esondazioni. L’unica derivazione è rappresentata dal Canale Molina, a nord-est dell’abitato di Volongo. Nei pressi della foce in Oglio, localizzata all’altezza del km 105 dell’uscita del Lago d’Iseo, tra l’immissione di due altri tributari, il Mella e il Chiese, è presente una piccola zona umida direttamente connessa al fiume. Geografia e Fisica Gambara è una grossa borgata situata nella bassa pianura orientale. Il suo territorio è delimitato dai fiumi Mella e Chiese, tributari del vicino fiume Oglio nato a Ponte di Legno in Valle Camonica dall’unione di due torrenti il Frigidolfo e il Narcanello; il paese sorge sul lato destro del fiume Gambara. Confina a nord con Gottolengo e Isorella, a est con Remedello e Fiesse, a sud con Volongo e Ostiano, a ovest con Pralboino. Comprende la frazione di Corvione, situata a nord-est del centro. Il territorio, poco più di 30 km² si presenta sub-pianeggiante con piano di campagna compreso tra i 53 e 35 m s.l.m., solcato da una fitta rete di fossi e canali alimentati in parte dalle acque risorgive che emergono più a nord, e attraversato in senso nord-ovest sud-est dai due principali corsi d’acqua: il fiume Gambara, sulla destra del quale sorge il paese, e il canale Naviglio di Isorella. Dal punto di vista

Chiesa Madonna della Neve geologico la pianura è legata ai processi di formazione delle Alpi. Durante il Pliocene, ultimo periodo dell’era terziaria, non era ancora formata; al suo posto vi era un’ampia distesa di mare. Il fondale però nel Quaternario si ridusse di dimensioni e, con l’alternarsi dei periodi glaciali ed interglaciali, vide le acque riempirsi dei continui detriti portati a valle dai fiumi. Alla fine dell’ultima glaciazione, durante il Pleistocene Superiore la colmata diede vita alla pianura fluvioglaciale wurmiana morfologicamente subpia-

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ANIME NEL VENTO

Brio ilare ... dedicato a Gino Gino brioso allegro delicato nel saluto timido riservato. Sorriso aperto gioioso vociare allegro lo seguiva scandiva spazio e tempo. Solitario lo vedevo passeggiare la natura odorando assaporando. Passo misurato

voce colorita amico di tutti compagno di gioco per piccini. In un battito sorella morte ti ha baciato lontano condotto su vie nove portato passi e riflessioni. Con affetto voglio salutarti con i colori dell’arcobaleno tingere il cielo in segno di omaggio per una vita vissuta con quiete serenità . Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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Bisogna ridere prima di essere felici, per paura di morire senza avere riso”. Jean de La Bruyère, I caratteri, 1688 Se il tuo vicino di casa tiene alto il volume della radio a mezzanotte non protestare, anzi, chiamalo quattro ore dopo per dirgli quanto ti è piaciuto.

reinvestì a suo nome il resto. Infine disse: “Ho investito il resto del denaro pensando al nostro futuro perché ti amo moltissimo”. L’uomo pensò a lungo al modo in cui ciascuna aveva utilizzato il denaro. Alla fine decise: sposò quella che aveva le tette più grosse. In tribunale il giudice chiede: “In che modo si è resa conto che suo marito era bigamo?”. E la querelante: “È successo il giorno in cui gli ho detto che volevo il divorzio. Lui si è tradito rispondendomi: “È una decisione importante. Bisogna che ne parli con mia moglie”.

Il giudice alla signora: “Mi dica, perché vuole divorziare da suo marito?”. “Eh, signor giudice, mi tratta come un cane!”. “La maltratta, la per- Un camionista insieme al suo pappagallo stanno trasportando un carico di galline vive. Durante cuote?”. “No, pretende che io sia fedele”. il viaggio carica una bella autostoppista, e alla Un tizio aveva tre fidanzate. Bene, questo tizio prima occasione, le appoggia una mano sulle non sapeva decidere quale delle tre sposare. gambe. “MAIALE cosa fai? Come ti permetti!”. Così decise di affidare a ciascuna di esse 10 “Senti, bella, qui funziona così: o me la dai o mila euro per vedere come avrebbero speso i scendi”. Questa naturalmente scende e subito soldi. La prima impiegò il denaro per migliorare il pappagallo: “MAIALE, MAIALE, MAIALE...”. il proprio aspetto: nuovi vestiti, pettinature alla “Smettila o ti spenno”. Dopo un po’ un’altra aumoda, manicure, pedicure. Alla fine disse al tostoppista viene caricata e si ritrova una mano tizio: “Ho speso i soldi per farmi bella perché sulla gamba: “BRUTTO STRONZO, leva subito ti amo moltissimo”. La seconda lo iscrisse la mano...”. “Senti, bella, qui funziona così: a un club di golf, gli acquistò un cellulare, un o me la dai o scendi”. Anche questa naturaltelevisore e un mega stereo, poi disse: “Ti ho mente scende e subito il pappagallo: “BRUTTO comprato tutte queste cose perché ti amo mol- STRONZO, BRUTTO STRONZO, BRUTTO tissimo”. La terza investì i soldi nel titolo giusto, STRONZO”. Il camionista seccato lo prende e lo raddoppiò il capitale, gli restituì 10 mila euro e scaraventa in mezzo alle galline. Trascorsi pochi

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RIDIAMOCI SOPRA

minuti una volante della Polizia li ferma: “Lei trasporta galline?”. “Beh sì, perché?”. “Vorremmo sapere perchè le sta seminando per strada”. Il camionista allibito si volta e sente il pappagallo che dice: “Senti bella, qui funziona così: o me la dai o scendi...”. “Oggi ho incontrato tuo marito per strada ma non mi ha visto!”. “Sì, me lo ha detto!”. Carabinieri al posto di blocco: “Non lo sa, signora, che non è consentito portare cani in auto?”. “Ma è di pelouche!”. “Guardi che non le ho chiesto la razza!”. Una coppia di ottantenni, sposati da 60 anni circa e in buonissima salute grazie a un’alimentazione sana e agli esercizi fisici, muore in un incidente stradale. Giungono in paradiso e San Pietro li porta alla loro nuova casa con

una cucina fantastica, un salotto da sogno e il bagno dotato di sauna e di idromassaggio. I due sono meravigliati e chiedono quanto costa tutto quello. “È gratis” risponde San Pietro “Siamo in Paradiso”. Decidono di passare la giornata giocando a golf e anche qui, quando chiedono se devono pagare, San Pietro spiega: “Siamo in Paradiso: è gratis...”. La sera vanno al ristorante e anche qui il vecchio: “Quanto si paga?”. E San Pietro, quasi esasperato, “Non avete ancora capito? Siamo in Paradiso: è gratis!”. Il vecchio chiede ancora: “Ok, posso sapere dove si trovano i cibi light e senza colesterolo?”. San Pietro spiega: “Mangiate pure tutto ciò che volete e non avrete nessun problema di salute: siamo in paradiso!”. Al che l’uomo si mette a urlare come impazzito pestando il cappello: invano la moglie tenta di calmarlo. L’uomo le fa: “È tutta colpa tua: se non fosse per tutte quelle schifezze light che mi hai dato, ero qui 10 anni fa!”.

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TERRITORIO

Asd Arpa Calvisano - Ginnastica Artistica -

Stagione Agonistica Serie D Maschile e Femminile Si apre la stagione agonistica della Serie D femminile e maschile dell’Arpa Calvisano. L’appuntamento a ARCORE (MB) con la Ginnastica Artistica Maschile FGI Serie D è andato molto bene per quanto riguarda le qualifiche Regionali. Per la 2^ divisione open in campo con i ginnasti Usai Giomaria, Bettini Luca, Marchetti Dario, Salami Tommaso e Graglia Elia, conquistano il Secondo gradino. Enorme soddisfazione dal tecnico Kroupova Jana vedere crescere la Squadra Maschile di Calvisano non solo numericamente (la platea maschile si stà avvicinando sempre di più alla disciplina della Ginnastica Artistica) ma anche tecnicamente, sempre piu in alto a sfidare le società più importanti della Lombardia con risultati straordinari e ambizioni ancora da raggiungere grazie agli allenamenti mirati nella Palestra specializzata di Calvisano. Per la ginnastica artistica Femminile gli impegni diventano ardui perchè si vanno a sfidare le società di Brescia e Bergamo nel Campionato di Serie D junior e senior. Presenti in gara: Cornale Claudia ,Cornale Roberta, Marchetti Sonia , Prandini Benedetta e Tracconaglia Giada che raggiungono la 6° posizione nella gara molto competitiva con i programmi nuovi SILVER, primagara 36 www.newentry.eu

di questo tipo. Più che bene anche la squadra delle Allieve che vede in campo Azizi Anita, Lamanuzzi Alessia pilastri della squadra con Zanola Anita, Ferrari Cristina, Bonomelli Paris Alessia e Muzzolon Giulia alla prima esperienza di Federale. Squadra Allieve raggiunge un bellissimo 5° posto con ambizione di salire di qualche gradino. Le ginnaste proseguono la preparazione con gli allenamenti appositamente studiati per aumentare i punteggi di partenza per meritarsi lqualifiche successive del campionato Regionale. La Asd ARPA Calvisano non si dedica solo all’agonismo ma anche alla grande parte delle attività di base motoria della ginnastica. Svolge corsi rivolti ai bambini di Ginnastica Artistica e Ritmica sempre alla ricerca di nuovi talenti e offre la possibilità di svago e

attività amatoriale ai ragazzi con il parkour e acrobatica mentre ad adulti, attività di benessere e fitness, pilates, step, aerobica per benessere della persona e non solo... Nella sua palestra a Calvisano via San Felice n 17 chiunque può sperimentare e scoprire il mondo della ginnastica, primo sport del bambino alla base di tutte le discipline sportive che si possono praticare per tutta la vita. Senza limiti di età ogni individuo può scegliere l’attività ginnica che desidera oppure anche come attività complementare alle altre discipline sportive. Asd Arpa Calvisano con grande impegno promuove le discipline Ginniche proposte anche a CASTIGLIONE D/S , LENO , GOTTOLENGO e MONTICHIARI. IL PRESIDENTE MARCHETTI CLAUDIO


TERRITORIO

Montichiari: serata dedicata a “CIOCA MARS” con il CAFE’ dei PIOCC Serata dedicata a “CIOCA MARS” con il CAFE’ dei PIÖCC alla Pasticceria Boifava di Montichiari, dove la titolare signora Milena ha voluto ricordare questa simpatica tradizione di cui, ha raccontato, le parlava sempre suo papà, che l’aveva vissuta nei primi anni spensierati della sua gioventù, prima della chiamata in guerra, durante la quale poi subì l’ internamento in campo di concentramento. Nei primi giorni di marzo a Montichiari, quando di sera, oltre al buio, calava pure il silenzio, gruppi di giovanotti si radunavano: alcuni sul colle di Santa Margherita, altri sul Colle di san Pancrazio e altri ancora sul Monte Generale e con l’aiuto di coperchi, campanacci e oggetti vari utili a far baccano, urlavano questa filastrocca, rispolverata simpaticamente in questa serata da alcuni attori del Cafè dei Piöcc. “ Ghè riàt mars sö chésta tèra- per maridà ‘na scèta bèla- la pö bèla che gha sìa- va nel prà che ghè l’umbrìa- e l’umbrìa l’è nel prà-ghè ‘na scèta de maridà- chè éla?- chè nó éla? L’è…( nome ragazza)- chè gha dóme?...( nome ragazzo)- Coro che grida, picchiando sugli “strumenti”: dómeghel, dómeghel!- e per dòta?- ‘na pèl de àca mortacosa gha dóme per ór?- l’anèl del tòr- cosa gha dóme per uricì?- do

röde de mulì- e per coèrta?- dò pèi dè löserta- e per cusì?- un bór de spì-. Il silenzio permetteva che queste frasi echeggiassero bene da un colle all’altro e, come si evince, i burloni nominavano con studiata ironia nomi di ragazze e ragazzi che non erano ancora fidanzate o erano state lasciate o ancora che erano considerate già “Pöte- zitelle”; ma anche nomi di giovani timidi che non si erano ancora dichiarati all’interessata. Ne uscivano descrizioni esilaranti, per cercare di formare coppie spesso in realtà impossibili da mettere insieme. C’era chi stava allo scherzo, ma altri che si arrabbiavano, sentendosi presi in giro. Certamente era un’epoca in cui i rapporti umani erano più sentiti e diretti, nel bene e nel male, in cui gli scherzi, a volte pesanti, erano comunque fatti senza troppa cattiveria. I giovani esprimevano cantando e scherzando sia con Cioca Mars,

che con serenate romantiche sotto la finestra dell’innamorata, scherzi ma anche sentimenti profondi, che la riservatezza e la poca libertà delle ragazze, in quegli anni ,impedivano di dichiarare personalmente. Per questo, rievocando questa tradizione, si è respirata un’atmosfera calorosa, nostalgica ma non mielosa, anzi, ammettendo che i modi di comunicazione moderni sono sicuramente più comodi, anche se in certi casi più freddi. Iniziata e terminata recitando cioca mars la serata è stata l’occasione per ascoltare coinvolgenti canti popolari e intense poesie di Peppino Mura. Grazie a lui anche per aver dato a me, a Mary Chiarini Savoldi e ad Alice Giugno la possibilità di recitare qualche nostra poesia, apprezzata dai presenti. Grazie alla Signora Milena per l’accoglienza e per il prelibato buffet. Ornella Olfi

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SPECIALE

Autismo: una parola che ti paralizza Chi di noi da bambina non ha mai giocato a fare la mamma? Il mio bambino era PERFETTO, mi ubbidiva sempre, se gli dicevo che era il momento di fare la nanna dormiva subito, se era ora di mangiare la pappa la mangiava tutta e senza fare i capricci… Ora non gioco più a fare la mamma, sono una mamma di 35 anni, sono Francesca e sono la mamma di Samuele, un bambino di 4 anni. Samuele non sempre mi ubbidisce anzi, e quando c’è da dormire ce ne vuole prima che si addormenti, almeno che non è stato all’asilo e allora crolla nel lettone al mio fianco; e non parliamo del mangiare, lui è un mangione ma quando vuole lui e solo con quello che lui vuole... Samuele per i canoni della società non è PERFETTO…. Samuele è classificato come SOSPETTO SPETTRO AUTISTICO, ancora una diagnosi certa non c’è, manca l’ufficializzazione da parte di un medico, ma il cuore di una mamma, l’istinto di una mamma sa: con molta probabilità Samuele è un bambino AUTISTICO. AUTISMO…. una parola che ti paralizza…ti fa mancare il fiato e tremare la terra sotto i piedi... Questa è stata la mia reazione quella mattina quando il primo medico ha ipotizzato questa diagnosi. Che cosa ho fatto quel pomeriggio?!? Ho pianto tutte le lacrime in corpo, sono voluta stare a casa da sola con il mio bambino. Non volevo vedere nessuno, nemmeno mia mamma, anzi l’ho pregata al telefono di dire lei a mio papà dell’esito della visita, non avevo il coraggio… come si fa a dare una notizia del genere soprattutto ai nonni che adorano il loro nipotino?!? Ero devastata, mi era crollato letteralmente il mondo addosso e pensavo anche a mio marito che era dovuto andare comunque al lavoro: come si sarebbe sentito dopo la confer38 www.newentry.eu

ma che lui da sempre sospettava? Si perché Domenico, mio marito e papà di Samuele, si era accorto già verso il primo anno di età che in Samuele c’era qualcosa che non andava, il fatto che Samuele ancora non parlava lo preoccupava, in lui è suonato un campanello d’allarme. Ricordo le notti a letto a leggere in internet, (cosa da non fare ma che tutti facciamo), i vari sintomi che caratterizzano l’Autismo, perché fin da subito il suo timore era quello, che Samuele fosse autistico. Io e Dome sembravamo due persone prese a fare lo scambio di figurine: ce l’ha… gli manca... per convincerci o magari illuderci che ci avevamo azzeccato o ci sbagliavamo, dipende dai vari punti di vista… Pensandoci ora non so se io non me ne ero accorta o non volevo accorgermene, chi ci stava vicino ci diceva: è ancora piccolo, mia mamma mi diceva è come te, hai iniziato a 3 anni a parlare e tutti i bambini sono diversi tra di loro…. Quante volte mi sono chiesta e tuttora mi chiedo: PERCHE’??? Che cosa HO FATTO??? Ripercorro con la mente i nove mesi di gravidanza: ho fatto qualcosa di sbagliato? Ho preso medicinali? Ma niente…. la testa ti parte, pensi


SPECIALE

a mille cose, dai colpa a mille cose ma alla fine il pensiero ritorna razionale e ti dici che una colpa alla fine non c’è….. l’autismo è una sindrome genetica, una mutazione di alcuni geni del DNA, in poche parole e in modo brutale, Samuele è stato “SFIGATO”. Tutt’oggi quando vedo gli altri bambini normodotati giocare, parlare, fare cose che Samuele non fa e non so se potrà mai fare, mi viene una fitta immensa al cuore e mi rattristo… Ammetto che non ho ancora metabolizzato del tutto la situazione e penso che mai ci riuscirò in modo definitivo…. Non nego che ci sono giorni che me ne starei a letto tutta la giornata a piangere ma non è possibile, devo reagire ma è molto difficile e spesso vacillo. E’ veramente dura ricacciare le lacrime e sorridere al tuo bambino sempre e comunque. Invece a volte lo sconforto prende il sopravvento e piango e se Samuele è in casa e se ne accorge a volte mi asciuga gli occhi o si siede accanto a me tranquillo. Samuele capisce tutto come dice la sua terapista, Samuele di comprensione c’è. E’ un bambino molto dolce, gli piace farsi coccolare ma anche molto furbo: se lo sgridi o ti viene incontro, ti “compra con un bacio” oppure cerca un fazzoletto e finge di asciugarsi gli occhi. Allo stesso tempo è testardo, sa far valere le sue idee se una cosa non è di suo gradimento ed è difficile fargli cambiare idea. Certe volte anche noi non riusciamo a capire il confine fra le sue problematiche e il fatto che comunque Samuele è pur sempre un bambino di 4 anni. Adora gli animali soprattutto l’elefante e costringe la nonna a disegnarglielo (credo che mia mamma potrebbe aprire una mostra, fino ad ora ne avrà disegnati una cinquantina) dall’elefante pittore all’elefante atalantino (per par condicio anche l’elefante con la maglietta del Crotone calcio in onore del papà calabrese). Ma ci sono certi giorni che Samuele ti sfinisce

non tanto fisicamente ma psicologicamente, ti devasta. Risate senza senso, correre, saltare, continuo vociare…. detto così uno può pensare: ma che sarà mai, ma provate voi tutto questo dalle 7 del mattino fino alle 21 di sera senza mai smettere. Samuele frequenta la scuola dell’infanzia a Brembate a cui noi siamo e saremo infinitamente grati a partire dalla Coordinatrice Carla e a tutte le maestre in primis Martina e Laura; a Ilaria, la sua assistente educatrice che da quest’anno ogni giorno lo segue passo dopo passo. In questi due anni non ci hanno mai lasciati soli anzi, ci tengono informati per qualsiasi cosa; sappiamo che per loro non è stato un percorso facile. Un esempio: per Samuele i primi mesi era impensabile stare seduto e tranquillo durante l’appello ma grazie al lavoro fatto dalla Maestra Martina, alla fine dell’anno Samuele stava seduto come tutti gli altri. Magari a livello medico sono dei progressi minimi ma credetemi che per noi genitori sono delle vere conquiste e davvero di questo devo essere grata a queste persone meravigliose che svolgono il loro lavoro con passione e amore verso tutti i bambini e in modo speciale verso questi bambini. Come mi ha detto una volta la maestra Martina, in questi due anni Samuele si è trasformato da un pulcino spaventato del mondo Dr.ssa Paola Lanfranchi BIOLOGA NUTRIZIONISTA

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SPECIALE

ad un bambino che cresce, matura e impara a stare con gli altri. Gli altri bambini vogliono bene a Samuele, lo salutano sempre anche se sanno che lui non risponde verbalmente al loro saluto e questa cosa mi fa stare bene perchè so che mio figlio non è isolato dagli altri. A parte i primi periodi di pianti iniziali, ma questo come tutti i bambini, Samuele adora andare all’asilo, lo si vede dal sorriso che ha ogni mattina. Dobbiamo a Carla un grazie speciale perché all’atto della pre-iscrizione all’asilo, raccontando le nostre paure e i nostri timori, ci ha ascoltato e indirizzato al Centro Armonia di Pozzo d’Adda dove Samuele due volte la settimana esegue terapia di psicomotricità con la sua terapista Martina (che mio figlio adora). Ma Samuele ha degli atteggiamenti evidenti della sua sindrome: come già detto, non parla e non sappiamo se mai parlerà e ha delle stereotipie: tutto ad un tratto inizia a correre, agita le manine ed emette dei vocalizzi…. Non sappiamo come sarà il futuro, non sappiamo se questi atteggiamenti scompariranno o con la crescita questi atteggiamenti saranno più frequenti e più pesanti. Il nostro futuro è un’incognita. La grande paura mia e di Domenico è il futuro, Samuele tra la società perché finche è in famiglia, tra gli amici e la scuola siamo sicuri, ma il resto? Il pensiero di rimanere da soli mi terrorizza. Sul nostro percorso abbiamo attorno

delle persone meravigliose a partire dalla mia famiglia: dai miei genitori che vivono davvero per Samuele, a mio fratello e a mia cognata; a tutti i miei zii e zie e ai miei pazzi cugini e cugine che davvero non ci lasciano mai soli. Anche a tutta la famiglia di mio marito che, nonostante vivano in Calabria, ci fanno sentire il loro affetto e il loro sostegno. Quando nei pochi momenti dell’anno riusciamo a raggiungerli, per loro Samuele è tutto. Un grazie agli amici, alle mie colleghe e colleghi che mi aiutano e mi danno conforto. Ed è proprio grazie ad una mia collega, lettrice di questa rivista, che ho conosciuto la chat “nella stanza di Doroty” dove abbiamo trovato mamme e papà con cui ci confrontiamo e ci hanno dato delle informazioni per le terapie ma anche per il vivere quotidiano, utilissimem che purtroppo le ASL di competenza non ti danno. Un grazie anche a mio marito che in primis non ci ha abbandonato, non vuole essere una battuta ma purtroppo ci sono realtà dove i mariti/ papà scappano di fronte ad un figlio disabile, mi sostiene e mi aiuta perché senza di lui, sarei davvero persa. Infine grazie a Samuele che mi ama incondizionatamente nonostante le mie fragilità anche se non sono la mamma PERFETTA che merita un figlio SPECIALE come lui. Francesca Tasca

Siamo un gruppo di mamme di bambini autistici. Abbiamo creato una chat whatsapp, a cui abbiamo dato il nome “La casa di Doroty”. Qui ci scambiamo opinioni, ci confrontiamo ed ogni tanto ci incontriamo per un caffè. Se anche tu hai un vissuto simile e vuoi entrare in chat, contattaci: Valsecchi Tiziana - Cell. 329 98 05 488 40 www.newentry.eu



RIFLESSIONI

Controllare le parole

A proposito di linguaggio, che è il mezzo più comune che abbiamo per comunicare, appunto, con il nostro prossimo Pap Wojtyla scrisse: “Ogni comunicazione ha una dimensione morale. La statura morale delle persone cresce o si riduce a seconda delle parole che esse pronunciano e dai messaggi che scelgono di ascoltare”. Ecco, una “dimensione morale”, e infatti non per niente nell “Atto di dolore” che si recitava una volta ci si pentiva di aver peccato in parole, oltre che in pensieri, opere

ed omissioni… Dunque saper controllare il proprio linguaggio non è solo una buona norma di galateo, ma una vera e propria virtù, perché il nostro modo di parlare è lo specchio dei nostri pensieri, e quindi della nostra coscienza. Sempre a questo proposito, dovremmo meditare anche su questo profondo pensiero dello scrittore Albert Camus: “ Quando si comincia ad usare bene le parole, si mette ordine nel caos del mondo e se ne diminuisce la sofferenza”. Un grazie a Nonna Grazia.

Buongiorno alle persone sensibili che sanno andare oltre le apparenze… che non sono mai banali o scontate e che danno sempre la priorità ai sentimenti. A chi ha imparato a vivere serenamente assaporando le piccole cose di ogni giorno, le sole capaci di darci grandi emozioni. Buongiorno alle persone che hanno cento ferite nel cuore ma non smettono di affrontare la vita guardandola con gli occhi del cuore.

A chi ha sempre un sorriso da regalare agli altri, nonostante la tristezza che ha dentro. A chi ha sempre tempo per ascoltare i problemi degli altri, nonostante abbia i suoi. Buongiorno a tutti, ma proprio a tutti, nessuno escluso. Con un sorriso. (A. Degas) Un grazie a Nonna Grazia.

Buongiorno

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SPECIALE

Al “Caffè degli Artisti” di Castenedolo ospite la scrittrice Daniela Odea Buttarelli Il Caffè degli Artisti venerdì 24 marzo ospiterà “Andando verso… un nuovo viaggio insieme a te” serata in cui la protagonista - scrittrice Daniela Odea Buttarelli si mostrerà in tutto il suo splendore di guerriera con il suo libro ‘Ho riscoperto il profumo della mia pelle’. Classe 1987 e una grinta da fare invidia a chiunque. Ammalata di cancro nel 2013 sta combattendo la battaglia della sua vita. Ciò che la fa crescere, amare, lottare è la condivisione della sua scrittura, perché quando ha cominciato a lavorare presso comunità per minori, centri per disabilità, tossicodipendenza, comunità per malati HIV, ha realizzato un laboratorio di poesia all’interno della casa di questi malati scoprendo così che la disabilità fisica non fosse più una barriera ma bensì una ricchezza. Diversi successi letterari e la capacità di scrivere, non solo poesie, ma anche psico thriller le danno energia e sicurezza che trasmette solo a starle accanto. In questa serata farà conoscere la sua energia, la sua positività e soprattutto il suo progetto all’apparenza molto semplice ma con un grande lavoro sul proprio ‘io’ interiore: lasciare fluire le emozioni che la attraversano trasmettendole nei suoi scritti. Scrittura, musica, abbinata a medi-

tazione nella quale si sta specializzando, l’hanno aiutata a conoscersi più a fondo scoprendo una nuova sé stessa affrontando più serenamente la malattia. ‘Andando verso… un nuovo viaggio verso te’ rappresenta un percorso che porterà un po’ delle sue emozioni agli altri trasportandole attraverso le sue poesie. Lei stessa dice: “La poesia diventerà un punto di incontro tra realtà e follia che ci permetterà di amare e sperare, nonostante tutto, in qualcosa di meglio”. Conoscerla vi cambierà la vita. Daniela Bianchi

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ROMANZO

Ryan konnen sie mir helfen? Ryan puoi aiutarmi? (8^ parte) Una volta davanti al mio sguardo riconobbi in lui, il soldato che mi voleva sparare in casa mia; mantenendo la calma, cominciai a dire:-Salve, io sono Eva Haller e lui è mio fratello Lüdeke; purtroppo da pochi giorni nostra madre ci ha lasciati e il vostro nome Ser comandante è l’unica carta che ci ha lasciato da giocare- Lüdeke diede un’occhiata al comandante:-John Hamman-. Il comandante porse a Lüdeke un sorriso. “Lüdeke sei il bambino più fantastico di tutto il mondo! Sei veramente in gamba”. Come poteva sapere il nome del comandante poco mi importava. Lo sapeva, lo pronunciò e basta; conquistando così, in poco tempo, la simpatia del comandante.:- Io fino a pochi giorni fa lavoravo in Italia e quindi non so parlare correttamente il tedesco, ma sono qui per chiederle un posto di lavoro...-. Il comandante si alzò in piedi ed io smisi subito di parlare:-Ho capito perfettamente cosa desidera Eva. Capisco sufficientemente l’italiano e come vedi so anche parlarlo-. Mi si avvicinò e mi guardò intensamente negli occhi, i suoi occhi non esprimevano nulla se non un’immensa crudeltà. “Non devo abbassare lo sguardo davanti ai nazisti, non devo farlo. Comandante John la supplico, la smetta di fissarmi”. Il comandante smise di guardarmi ed io feci un respiro profondo il mio viso doveva essere diventato paonazzo perché mi sentivo bollire. John fece di me una SS e mio fratello avrebbe fatto un normale ospite. “Io una SS? Che cosa ha letto John nei miei occhi? O peggio, i miei occhi sono ancora in grado di esprimere qualcosa?”. Quando uscimmo dallo studio Lüdeke mi rimproverò:-Ho visto il tuo sguar44 www.newentry.eu

Autrice Marta Ravasio

do quando il comandante ti ha assegnato il compito di fare la SS! Ariana sorella Eva, devi fare l’ariana!-. Io gli dissi:-Lüdeke non devo più comportarmi come una semplice cittadina tedesca, ma come un’assassina!-. Il comandante mi fece fare un’ispezione del campo: inutile dire che fu una cosa orribile! Mi spiegò tutto con un italiano un po’ confuso, ma che io cercai di capire allo stesso, poiché quel volto l’ebbi già visto una brutta mattina di novembre e da quel giorno pregai di non vederlo mai più. Mi disse:-I nemici oggettivi sono i prigionieri politici che indossano un simbolo rosso; zingari fucsia; delinquenti comuni verde; asociali nero; omosessuali arancio; apolidi azzurro; testimoni di Geova viola; infine ci sono gli Ebrei che indossano la stella di Davide-. Poi aggiunse:-Questo è il campo maschile, le donne di prima vengono dal campo qui accanto che è quello femminile, spesso vengono trasferite di qua per la selezione e il tragitto alla camera a gas; nel campo maschile è tutto suddiviso per i vari nemici della patria, ma i veri nemici da distruggere saranno soprattutto gli Ebrei-. Annuii senza entusiasmo, però ebbi il consenso dal comandante di gironzolare nel campo da sola. Mentre passeggiavo per il campo notai una stanza vuota, un cartello attaccato alla porta vietava l’ingresso ai non addetti, solo le SS potevano entrare. Così afferrai la maniglia, la abbassai, ma la porta della stanza era chiusa a chiave. La cercai dappertutto, ma non riuscivo a trovarla; ero triste, io volevo scoprire cosa c’era in quella stanza. Così non mi arresi e ricominciai a cercare la chiave, alla fine con mia grande gioia la trovai


ROMANZO

nascosta dietro un pezzo di legno. La infilai nella serratura e… Orrore con la O maiuscola! Vi erano siringhe, vasche, esplosivi; in quel momento capii tutto: i deportati che non venivano scelti per essere mandati nelle camere a gas morivano per gli esperimenti medici che comprendevano l’esposizione a esplosivi ad alto potenziale, tecniche sperimentali di congelamento e inoculazione di virus infettivi. L’unica cosa che riuscii a dire o che nemmeno ebbi la forza di dire, ma che sicuramente pensai fu “che tutti i nazisti siano maledetti!”. Una SS si stava dirigendo verso il laboratorio degli esperimenti con un prigioniero. Era vecchio e indifeso, aveva gli occhi atterriti. Stavo per uscire quando mi si presentò davanti John:-Questo è un esperimento medico. Una specie di morbo di Pakiston molto potente!- e mi invitò ad osservare,

altri SS entrarono in quella stanza, legarono il prigioniero al letto e introdussero i virus del morbo di Pakiston nel suo corpo. L’uomo cominciò a tremare e a gemere. Furono cinque minuti orribili, poi lo uccisero con un colpo di pistola alla fronte. “Perché John mi costrinse ad assistere a una simile scena?”. Il comandante vedendomi preoccupata mi disse:-È la prima volta che vedi un uomo morire?-, lo guardai e negai con la testa; gli dissi:-No, altri ho visto morire prima di quell’uomo!-. Non in modo così violento. Uscii da quel posto orribile e raggiunsi Lüdeke, lo guardai con occhi atterriti e scossi la testa in modo da dire: è orribile qui. Il comandante mi venne vicino e mi disse quasi divertito:-È meraviglioso, siamo i padroni del mondo!-. “Che bel mondo!” pensai. continua-9

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Hyundai- spazio 40 SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Hyundai arriva nell’alto gamma con la I40, disponibile solo in versione Statrion Wagon. La grande station coreana è disponibile con 1 Motore Benzina (1600 da 135 cv) oppure 1 Motore Turbodiesel CRDI (1700 da 115 o 141 cv), negli allestimenti Classic, Comfort, Business, Style. Esternamente la I40 è una wagon dalle forme moderne, dalle linee sinuose e tondeggianti. Grintoso è il frontale che segue il nuovo family feeling Hyundai: cofano spiovente, grande mascherina trapezoidali con bordatura cromata, fari affusolati che seguono le nervature del cofano motore. Il posteriore, allungato, è da tipica ed elegante station da grandi dimensioni. Sportivo è lo spoiler sopra il grande lunotto vetrato, molto elegante è la banda cromata che unisce i due grandi gruppi ottici trapezoidali. Internamente, la wagon orientale è molto spaziosa, ha un’abitacolo curato e costruito con ottimi materiali. La consolle centrale è racchiusa tutta in uno scudo cromato nella parte alta, dove trovano alloggiamento il sistema di intrattenimento, la radio, il clima automatico. Nel tunnel centrale, accanto al cambio, vi è un’ampio portaoggetti (come quello in fondo consolle), e il pulsante del freno a mano elettrico. Ed ora il momento del test drive: la Hyundai I40 guidata è stata la 1700 CRDI

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CURIOSANDO IN LIBRERIA

Intervista alla scrittrice Silvia Brindisi E’ una giova scrittrice di successo la carismastica Silvia Brindisi. Ad oggi ha pubblicato nel 2009 un saggio scientifico all’interno del libro “Prevenzione e qualità della vita. Il ruolo degli educatori nel lavoro con i minori “ (Kappa edizioni) e nel 2015 ha invece dato alle stampe il suo primo libro per bambini intitolato “Amicizie magiche” (Edizioni Albatros) che è formato da alcune favole legate tutte dall’amicizia. Tale testo si trova sia in forma cartacea in libreria che online. Infine nel 2016 ha pubblicato un altro libro quale “ Chi parla poco, ha gli occhi che fanno rumore” con la Casa Editrice LFA Publisher. Silvia, che rapporto hai con il mondo dello spettacolo? Allora non ho nessun rapporto o meglio lo conosco da spettatrice quando riesco. Ma da scrittrice non senti di appartenerci? Non penso di appartenerci essendo per l’appunto una scrittrice, semmai mi sento un’artista creativa con voglia di condividere emozioni e pensieri a chi mi apprezza e legge ciò che scrivo con passione. Parlando dei tuoi due primi romanzi, hai mai pensato di trarne un cortometraggio o un film vero e proprio? E’ una bella domanda, sai? Diciamo che ci ho pensato soprattutto quando ho pubblicato l’ultimo libro. Sinceramente mi piacerebbe davvero molto trarne

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un cortometraggio o un film, anche perchè sarebbe una bella soddisfazione e un nuovo obiettivo da concretizzare, ma so che non è facile e francamente non so a chi mi dovrei rivolgere o come fare per realizzare il tutto. A questo proposito con piacere faccio un appello a chi fosse interessato ad aiutarmi a realizzare questa cosa di contattarmi! Lo vorrei fare soprattutto perché sarebbe anche un modo diverso per far conoscere le mie emozioni e ciò che ho scritto. Ami di più il Grande o il Piccolo Schermo? Il Grande Schermo dal momento che è un mondo diverso e ti trasmette anche emozioni e cose nuove in modi diversi e mai noiosi. Chi apprezzi in particolare di questi due mondi? Apprezzo molto di questi due mondi gli attori , artisti che si sono formati nel tempo e non hanno mai smesso di crescere a livello professionale e riescono sempre grazie alla loro bravura a trasmettere molte e diversi emozioni sia a teatro che tramite i vari film. Penso che sia un bel e gran lavoro oltre che nper nulla facile e che col tempo arricchisca molto anche a livello personale. Sei indubbiamente una bella ragazza e sei molto fotogenica, hai mai pensato di svolgere la mansione di modella? Grazie mille per i complimenti, sei veramente gentile! Diciamo che spesso mi hanno fatto i complimenti per il sorriso e per l’essere fotogenica, ma sono sempre me stessa , ovvero semplice e solare quando mi scattano una foto, ergo non faccio nulla per “venire bene in fotografia”. Non sono una persona egocentrica né appariscente. Non non ho mai pensato di fare la modella visto inoltre che sono alta 1,65 però sinceramente ora come ora se dovesse capitare qualche opportunità anche per dei cataloghi o qualcosa di simile non mi tirerei indietro. Sicuramente sarebbe una nuova e divertente esperienza e mi piacerebbe farla. Ora mi prendo il meglio che la


CURIOSANDO IN LIBRERIA

vita mi offre, senza programmi troppo tutto. Del resto la vita è fatta di cose belle, emozionanti e vere e voglio vivermela al meglio come posso. Che rapporto hai con il tuo corpo? Ho un bel rapporto con il mio corpo e diciamo che mi piace e mi piaccio . Mi sono sempre accettata e a chi non vado bene così non mi interessa. L’amore per me stessa è una delle cose più belle che ho e di cui ne vado fiera. Il mio motto è “ Nel bene e nel male, purché se ne parli . ” E con l’ alimentazione in generale? Ho avuto e ho una buona e sana alimentazione cosa molto importante nella vita da seguire sempre. Mi piacere mangiare sia le cose dolci che salate senza problemi. Sono di buona forchetta e non mi piacciono però la trippa né la amatriciana. Mentre essendo di origini salernitane adoro la frittura di pesce , la parmigiana , la pastiera ma anche la carbonara. E’ importante anche la frutta perché fa bene sempre. Bisogna mangiare il giusto senza esagerare.

gine e il curarsi certo ma non può né deve diventare un ‘ossessione o solo un mezzo in base alla quale scegliere le amiche o gli amici. Il bello di essere giovani è scoprire voi stessi, affrontare le vostre paure , aiutarvi in momenti di difficoltà e aiutare anche chi è più timido . Non isolatevi e non abbiate paura di parlare tra voi poichè il dialogo è molto importante, insieme all’ ascoltare perché vi permettono di capire molto di voi e di chi vi circonda. Siate più altruisti , più veri e fatevi guidare dalle cose semplici non costruite. credito foto Massimiliano Rocchi Addetto Stampa Laura Gorini email: lauragorini82@gmail.com telefono:333/6434873

Che messaggio vuoi lanciare ai ragazzi e alle ragazze di oggi che danno sempre più peso all’ immagine ? Vorrei dire ai giovani di oggi che l’immagine non è tutto e che non bisogna fossilizzarsi solo su questo per avere degli amici. Bisogna andare oltre, ovvero capire, parlare e farsi conoscere anche per come si è fatti di carattere con i propri sogni, con le proprie emozioni e fragilità, senza averne paura. Purtroppo la società di adesso non aiuta molto in questo senso visto i vari modelli anche televisivi che trasmette , ma ragazzi e ragazze dovete amarvi, accettarvi e farlo anche senza per forza essere appariscenti. Per star bene serve poco; la moda o il trucco sono solo dei contorni , cercate invece di farvi conoscere nella vostra semplicità fregandovene di chi vi critica o non vi accetta. E’ importante l’immawww.newentry.eu 49


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“Puzzle sound” di Stefania Corona E’ uscito su Etichetta Arnaldo Curti srl e Fantasy Records su Believe e nei migliori store musicali oltre che nella grande distribuzione, “Puzzle Sound”, il nuovo album di Stefania Corona che vede la straordinaria partecipazione di Alvaro Vitali, suo partner sia nella vita che nel lavoro. Il progettoprodotto da Arnaldo Curti ed Efrem Sagrada e distribuito da Fonola.it- è una raccolta di 11 brani più un remix. L’ uscita dell’ Album “Puzzle Sound” viene anticipata dal singolo “Aiutaci Pierino” che può contare sulla presenza in veste di special guest di Alvaro Vitali. Il secondo brano Tic Tac blues è dedicato al padre dell’ Artista Stefania Corona, lui che l’avvicinò alla musica essendo stato un grande batterista jazz. Il pezzo ha un’ aria vagamente Anni Trenta ed è influenzato dallo spirito blues, che caratterizza la vocalità e la musicalità di Stefania, come in ogni brano anche Tic Tac blues spicca notevolmente la contaminazione del sax. Stefania Corona si iscrive alla SIAE come paroliere e compositrice nel 1990, comincia a collaborare con vari artisti: Wess,Tony Esposito, Paolo Russo, Claudio Trippa, Pino Santamaria, Walter Vincenti, Jean Ingratò, Eric Daniel, Herbies Goin, Gerry Mulligan, Ray Charles, Virgilio Vaitkus, Tito Puente, etc. La sua musica viene apprezzata in moltissimi locali storici romani, discoteche e teatri. Presenta i suoi brani: “Ecco perché ti amo” e “Che uomo sei”, apprezzato in un secondo momento alla trasmissione di Maurizio Costanzo “Buona Domenica”e al Festival di Sanremo giovani autori. Riceve riconoscimenti e vince molteplici festival canori come cantautrice. RDS Radio Dimensione Suono Roma la premia nel ’94 con il brano “Stella per me” presentato all’European Festival. Partecipa a molte trasmissioni radiofoniche come critico musicale (avendo frequentato il Dams a Bologna). Diplomata in chitarra classica e pianoforte, comincia a suonare nella Tactic Orkestra di Sidney nel 2001. Scrive una colonna sonora nel documentario “Scienze e natura” di Folco Quilici. Pur essendo apprezzata e notata da ben 5 etichette discografiche Italiane, rimane un’artista indipendente: “ La musica mi rende libera di sognare, esprimermi e volare lontana, non posso farle il torto di metterla “in gabbia”. So di non fare la cosa giusta commercialmente parlando, ma ho voglia di gestire la mia musica e la mia voce e dedicare ciò a chi la ascolta e a chi la apprezza senza avere vincoli.” L’intervista citata è stata rilasciata a Radio Italia solo musica italiana. 52 www.newentry.eu

L’incontro nel 1997 con Alvaro Vitali ha segnato un passaggio importante per la carriera di Stefania Corona: “Aver incontrato Alvaro in quella trasmissione è stato come entrare in un libro di storia contemporanea, del suo cinema non sapevo quasi nulla, per due giorni interi mi sono fatta raccontare tutto di lui, “ Il mondo intero hai conosciuto”, gli dissi. Attori tutti, registi tutti, scienziati, politici, ma chi sei Highlander? Tutti lo conoscono come Pierino, ma credetemi, conoscerlo “per così poco” è un reato!” Stefania comincia dapprima tra i due la collaborazione artistica negli spettacoli di piazza, in seguito scrivono insieme un testo teatrale che ancora oggi dopo 11 anni portano in teatri e piazze di tutta Italia e in molti Paesi dell’estero ( Europa, America, Africa, Australia) con grande successo. Stefania in questi anni ha all’attivo 4 singoli e 2 album. Special Thanks a Dr. Feelx. Sito web ufficiale artista: www.stefaniacorona.it Addetto Stampa Laura Gorini email: lauragorini82@gmail.com telefono:333/6434873 Efrem Sagrada Cell. 335/6160378 E-mail: management@seven-holding.com Per le foto, si ringrazia AN.S Productions Stefania Corona sarà protagonista di un’intervista che pubblicheremo sul prossimo numero di New Entry.


PLAY MUSIC

Classifica Italiana #Album #Top Digital dal 14 Marzo 2017 14 Marzo 1967

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ANIME DI CARTA - MICHELE BRAVI IL CODICE DELLA BELLEZZA - SAMUEL 24 FEBBRAIO 1967 - GIGI D’ALESSIO VIETATO MORIRE - ERMAL META LE MIGLIORI - MINACELENTANO IL MESTIERE DELLA VITA - TIZIANO FERRO COMUNISTI COL ROLEX - J-AX & FEDEZ COMBATTENTE - FIORELLA MANNOIA TUTTA COLPA MIA - ELODIE NESSUN POSTO È CASA MIA - CHIARA MADE IN ITALY - LIGABUE ORO NERO - GIORGIA VASCONONSTOP - VASCO ROSSI

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OCCIDENTALI’S KARMA - F. GABBANI SHAPE OF YOU - ED SHEERAN DESPACITO - LUIS FONSI FEAT. DADDY YANKEE ROCKABYE - CLEAN BANDIT FEAT. SEAN PAUL & ANNE-MARIE SOMETHING JUST LIKE THIS THE CHAINSMOKERS & COLDPLAY DON’T WANNA LIVE FOREVER ZAYN & TAYLOR SWIFT IL DIARIO DEGLI ERRORI - MICHELE BRAVI ALL NIGHT - PAROV STELAR IL CONFORTO - T. FERRO FEAT. C. CONSOLI VIETATO MORIRE - ERMAL META PARIS - THE CHAINSMOKERS PORTAMI VIA - FABRIZIO MORO

Cuore matto - Little Tony Pietre - Antoine 03 Proposta -- Giganti 04 Bisogna saper perdere - Rokes 05 L’immensità - Johnny Dorelli 06 Ciao amore ciao - Luigi Tenco 07 Se perdo anche te - G. Morandi 08 Io, tu e le rose - Orietta Berti 09 Un mondo d’amore - G. Morandi 10 Quando dico che ti amo Annarita Spinaci 01

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Scelto per voi... Cuore matto - Little Tony

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CONCERTI

• BRESCIA Ligabue 01-02/04/2017 - Fiera Salmo 06/05/2017 - Latte+ • MILANO Afterhours 28/03/2017 Ore: 21:00 - Alcatraz Litfiba 31/03/2017 Ore: 21:00 Assago (Mi) - Mediolanum Forum • VERONA Giorgia 20/04/2017 Ore: 21:00 - Agsm Forum Zucchero 02-03-04-05/05/2017 - Arena Il volo - 19-20/05/2017 - Arena www.newentry.eu 53


IMMAGINI DA PAURA

RELAX SODOKU

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RIFLESSIONI

Sono sola Sento da molto tempo ormai, di essere ben oltre il limite... del buon senso forse... della sopportazione... della pazienza... La sera i miei mille pensieri si accavallano e diventano preoccupazioni insopportabili. Arranco tra i meandri di ciò che resta della mia mente in cerca di possibili soluzioni, ma ciò che trovo è l’ansia crescente sino a togliermi il respiro. Mi sento soffocare e nascosta sotto il cuscino nel buio della notte, libero le lacrime nella speranza che riescano ad alleviare un po’ di dolore e ridarmi l’aria che rifugge i miei polmoni. Più cerco di calmarmi, più il respiro diventa affannoso... meglio sgattaiolare dal letto prima che qualcuno se ne accorga. Non voglio più

spiegare. Sarebbe inutile. Non voglio più parlare, ho terminato parole comprensibili. Vorrei addormentarmi. E vorrei che fosse per sempre. Il peso mi schiaccia e nessuno lo capisce. Non sono forte, o lo sono stata per troppo tempo. Mi sento vuota, spenta, apatica, inutile. Dovrei essere all’altezza di questo periodo e tirar fuori la grinta che mi ha sempre contraddistinta, ma non c’è più. Guardo desolata il riflesso di una donna che non mi piace... L’immagine che vedo non mi appartiene e come catene invisibili, trattiene la mia vera essenza. Voglio tornare... Simona www.newentry.eu 55


RIFLESSIONI

Forse Dio...

Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo. Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi. La miglior specie d’amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico o camminarci insieme senza dire una parola, ma quando vai via ti sembrerà che sia stata la miglior conversazione mai avuta. Vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi. Dare a qualcuno tutto il tuo amore non ti assi-

cura che sarai amato a tua volta! Non aspettarti tanto amore indietro; aspetta solo che cresca nei loro cuori, ma se non succede accontentati che cresca nel tuo. Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo ma potrebbe occorrere una vita per ritrovarlo se lo perdi. Non puntare tutto sulle apparenze, possono ingannare. Non puntare tutto sulla salute, può affievolirsi anche quella… Cerca piuttosto qualcuno che ti faccia sorridere, perché ci vuole un sorriso amico per far rinascere una giornata iniziata male. Trova quello che fa sorridere il tuo cuore. Ci sono momenti nella Vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!!

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RIFLESSIONI

Sogna ciò che ti va, va dove vuoi, sii ciò che vuoi essere perché hai solo una Vita e una possibilità di fare le cose che vuoi, quindi sfruttala. Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, abbastanza dolore da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice. Mettiti sempre nei panni degli altri, se ti senti stretto probabilmente anche loro si sentono così. Le più felici delle persone non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino. Solo quelli che hanno provato possono apprezzare l’importanza delle persone che hanno toccato le loro vite. Il miglior futuro è basato sul passato da cui sai trarre insegnamento, tutti i dolori però lasciali

andare e sii pronto a ricominciare! Quando sei nato, tu piangevi e tutti attorno a te sorridevano ed erano contenti, ma ora vivi la tua Vita in modo che alla tua morte tu sorrida dall’alto mentre gli altri piangono per il loro desiderio di riaverti fra loro. Fai leggere questo messaggio a coloro che significano qualcosa per te, a quelli che hanno toccato la tua Vita in un modo o nell’altro, a quelli che ti fanno sorridere quando ne hai veramente bisogno, a quelli che ti fanno vedere il lato bello delle cose quando sei proprio giù, a quelli a cui vuoi far sapere che per te la loro amicizia è un dono prezioso. Non accadrà niente di male se non lo fai, ma perdi l’occasione di rallegrare la giornata a qualcuno! Gabriella Masoni

Sapersi evolvere nel tempo da i suoi frutti adeguarsi ed aggiornarsi fa crescere il germoglio dell’innovazione. Fare tesoro dell’esperienza ma sempre con uno sguardo al futuro per non farsi trovare impreparati alle nuove tecnologie. Abbiamo investito per ampliare le nostre competenze perché siamo convinti che limitarsi all’installazione degli impianti non è più sufficiente. Oggi quindi siamo in grado di accompagnarvi alla scelta dell’impianto giusto per voi offrendovi: Consulenza tecnica Progettazione termotecnica con Studio e analisi energetica di uno o più schemi idraulici ed elettrici tipi di impianti per sapere prima Possibilità di Finanziamento quali saranno i consumi. Assistenza tecnica post impianto

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IMMAGINI CHE FANNO SOGNARE

Elefante - Islanda Capo Caccia Alghero - Italy

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Rincรณn de la Vieja Parco Nazionale del Vulcano Costa Rica.


PENSIERI E PAROLE RICORDANDO MICHELE

Non dire mai basta ai sogni... E’ proprio dalle cose più banali che può nascere qualcosa di grande, come cantava tempo fa il giovane Cesare Cremonini; beh, io da una domenica “diversa” ho trovato lo spunto per scrivere due pensieri e descrivere qualche emozione alla vigilia delle nostre tanto attese e meritate vacanze estive! C’era una data: il 29 giugno, faceva un caldo estivo e chiunque avrebbe voluto occupare il proprio pomeriggio in qualcosa di rilassante come poteva essere una gita al lago per abbronzarsi un pochino, oppure una camminata in montagna per gli appassionati o un semplice pomeriggio rinchiusi al fresco tra le mura domestiche; ebbene, tra le mille alternative, io ho assistito con l’amica Pemma ad un recital tenutosi presso il teatro nell’istituto Villaggio Gabrieli sede delle Suore delle Poverelle a Bergamo, nato dall’idea delle ospiti del Villaggio che hanno voluto rappresentare in chiave teatrale la vita del fondatore del centro: Luigi Palazzolo, in occasione del 40° anniversario di beatificazione. La sala era gremita di gente, può sembrare banale o per qualcuno addirittura una perdita di tempo, ma vi assicuro che dite così solo perché non eravate presenti; io devo ammetterlo, avevo leggermente caldo in quella sala, ma tra una scena e l’altra, dove il classico battito di mani la faceva da protagonista, mi è capitato ben più di una volta di rimanere a bocca aperta, quasi in contemplazione ad ammirare quei ragazzi e ragazze oltre a gente anche più adulta impegnata nel loro compito. Era un mix di teatro, canti, musica e non sono mancate le risate, dove il diavolo tentatore (interpretato dalla bravissima Sara) ha improvvisato in diverse occasioni, arrivando al termine ad essere applaudito per i suoi vani tentativi a indurre il sacerdote Luigi in tentazione e noi tutti presenti. Musicalmente parlando abbiamo assistito ad

un’ottima prova dei cantanti: Rita e Francesca (la nostra ottima collaboratrice sportiva di Bergamo) capitanati egregiamente da Walter che oltretutto suonavano rispettivamente chitarra acustica e tastiera. Perché ho parlato di questo spettacolo? Beh, a me piace scrivere e volevo tentare di descrivere brevemente le emozioni che ha suscitato in me il recital stesso, in tutto il suo complesso, anche solo per ringraziare a modo mio coloro che ne hanno permessa la rappresentazione completamente gratuita. Siete stati davvero grandi e come è stato detto dal palco, non mi voglio metter ad elencare tutti quanti, con un abbraccio voglio però ricordavi tutti… Concludo riportando il titolo del recital Non dire mai basta … ai sogni! e noi di New Entry non facciamo altro che metterlo in pratica dal lontano 1994 quando per la prima volta dicemmo NOI CI CREDIAMO! Michele Cortinovis

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ANNUNCI ECONOMICI LAVORO OGGETTI ANIMALI INCONTRI IMMOBILI VEICOLI Obbligatorio inviare l’annuncio con il codice fiscale e la provincia dove si vuole pubblicare. Se non presente, New Entry non pubblicherà l’annuncio.New Entry declina ogni responsabilità in merito al contenuto degli annunci di questa rubrica sottoscritti dagli inserzionisti. Il recapito telefonico è un servizio che non implica in

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Eruzione di Thera (Creta) Un disastro naturale dell’età del bronzo 1^ Parte L’eruzione minoica di Thera, anche riferita come eruzione di Thera o eruzione di Santorini, fu una vasta e catastrofica eruzione vulcanica che si stima sia accaduta nella metà del secondo millennio a.C. L’eruzione fu uno dei più grandi eventi vulcanici accaduti sulla Terra, documentata storicamente. L’eruzione devastò l’isola di Thera (o Santorini), compreso l’insediamento minoico ad Akrotiri come pure aree comunitarie e agricole sulle isole vicine e sulle coste di Creta. L’eruzione sembra avere ispirato certi miti greci e può avere causato scompiglio in Egitto.In aggiunta, si è congetturato che l’eruzione minoica e la distruzione della città di Akrotiri avesse fornito la base o altrimenti l’ispirazione a Platone per la storia riguardo ad Atlantide. Eruzione L’evidenza geologica mostra come il vulcano a Thera avesse eruttato numerose volte nel corso di centinaia di migliaia di anni prima dell’eruzione minoica. In un processo che si ripete, il vulcano erutterebbe violentemente, e allora, eventualmente, collassa in una caldera rozzamente circolare riempita d’acqua marina, con numerose piccole isole formanti un circolo. La caldera si 62 www.newentry.eu

riempirebbe lentamente di magma, ricostruendo un nuovo vulcano, eruttato e dunque collassato nuovamente, nel corso di un processo ciclico continuo. Un altro famoso vulcano che ripete un simile processo è il Krakatoa in Indonesia. Immediatamente prima dell’eruzione minoica, le pareti della caldera formavano un anello quasi continuo di isole con il solo accesso situato fra Thera e la piccola isola di Aspronisi.Questa eruzione da cataclisma fu incentrata su una piccola isola proprio a nord dell’attuale isola di Nea Kameni nel centro della caldera che allora esisteva. La parte settentrionale della caldera venne di nuovo riempita da cenere e lava vulcanica, collassando dunque di nuovo. Su Santorini c’è uno spesso strato di 60 m di tefra bianca che copre il suolo delineando distintamente il livello del terreno prima dell’eruzione. Questo strato ha tre distinte bande le quali indicano le differenti fasi dell’eruzione.Poiché nessun corpo è stato trovato nel sito di Akrotiri, Floyd W. McCoy, professore di geologia e oceanografia, Università delle Hawaii, annota che la popolazione locale abbia, con il pericolo dell’avanzamento della imminente eruzione, lasciato l’isola prima


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della sua distruzione. Tuttavia, la sottigliezza del primo strato di cenere, insieme con la mancanza di un’erosione rilevante di questo strato da parte delle piogge invernali prima che il successivo strato fosse depositato, indica che il vulcano avesse dato alla popolazione locale soltanto pochi mesi di preavviso. Recenti ricerche fatte da una squadra di scienziati internazionali nel 2006 rivelarono che l’evento di Santorini fosse stato molto più grande rispetto alla stima originale di 39 km³ di roccia-densa-equivalente (DRE) (ovverosia volume totale di materiale eruttato dal vulcano); questo resoconto venne pubblicato nel 1991. Con una DRE stimata dunque in eccesso di 60 km³, il volume di materiali piroclastici sarebbe approssimativamente di 100 km³, posizionando l’indice di esplosività vulcanica dell’eruzione di Thera a 6 o 7, vale a dire quattro volte superiore al materiale riversato nella stratosfera per il Krakatoa nel 1883, un evento ben documentato. Gli eventi vulcanici di Thera e la conseguente caduta di ceneri, probabilmente sterilizzarono l’isola, come successe sul Krakatoa. Durante tempi storici, soltanto l’eruzione del Tambora del 1815 rilasciò più materiale nell’atmosfera. Conseguenze fisiche Questa eruzione pliniana provocò una piuma estesa nella stratosfera stimata alta da 30 a 35 km. Inoltre, il magma sottostante al vulcano venne a contatto con l’acqua marina poco profonda dell’insenatura, provocando una violenta eruzione di vapore. L’evento generò anche uno tsunami alto da 35 m a 150 m che devastò la costa nord di Creta, distante circa 110 km. Lo tsunami ebbe un impatto sulle città costiere quali Amnisos, dove i muri degli edifici furono deformati nel loro allineamento. Sull’isola di Anafi, 27 km a est, sono stati trovati strati di cenere profondi 3 m, come pure strati di pomice sui pendii a 250 m sopra il livello del mare. Altrove nel Mediterraneo si sono trovati depositi

di pomice causati probabilmente dall’eruzione di Thera. Gli strati di cenere nelle carote perforate sul fondale marino e dei laghi in Turchia, tuttavia, mostrano che la più abbondante caduta di cenere avvenne a est e a nord-est di Santorini. Adesso si sa che la cenere trovata su Creta è stata depositata in una fase precorritrice all’eruzione vera e propria, alcune settimane e mesi prima delle principali fasi eruttive e avrebbero avuto un leggero impatto sull’isola. L’eruzione minoica fornisce un punto fisso per allineare l’intera cronologia del II millennio a.C. nell’Egeo, poiché l’evidenza dell’eruzione viene trovata dovunque nella regione. Nonostante ciò, la data esatta dell’eruzione è stata difficile da determinare. Le stime attuali basate sulla datazione del radiocarbonio indicano che l’eruzione accadde tra il 1627 a.C. e il 1600 a.C.Tuttavia, questa gamma di date sono in conflitto con le precedenti stime, basate su studi archeologici che utilizzano la cronologia convenzionale egiziana, di circa un secolo posteriore. Gli archeologi svilupparono le cronologie della tarda età del bronzo delle culture del Mediterraneo orientale analizzando l’origine dei manufatti (per esempio, oggetti provenienti da Creta, Grecia continentale, Cipro o Cananea) trovati in ogni strato archeologico. continua-2

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