New Entry - Edizione di Brescia del 13 Giugno 2018

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Anno 24 - N°09 del 13/06/2018 - www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO Il Giornale della Gente

pag. 4 - FINE ANNO SCOLASTICO pag. 6 - DONNE A PERDERE pag. 10 - PER IL TEMPO CHE AVRO’

pag. 38 - IL TRENO DELLE 5 E 45 pag. 42- EVEREST pag. 43 - EMMA, UNA CAGNOLINA SPECIALE

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Programma di prevenzione in età pediatrica

Siamo specializzati nella cura dei dentini dei bambini, infatti nel nostro reparto odontoiatrico abbiamo creato un ampio spazio ben organizzato dove insegniamo loro l’importanza della prevenzione e della cura orale attraverso attività ludiche. Ricordiamo l’importanza della cura dei denti da latte. Il primo controllo è consigliato intorno ai 3-4 anni, i controlli periodici sono fondamentali soprattutto per poter mantenere in salute i loro dentini e controllare la crescita di quelli definitivi. Il nostro obiettivo è “prevenire fin piccoli per sorridere da grandi”. Secondo le linee guida del Ministero della Salute la carie dentale è una malattia infettiva reversibile e soprattutto assolutamente prevedibile, eppure continua ad essere la singola malattia cronica più comune dell’infanzia. Per

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questo abbiamo creato un programma al fine di garantire una risoluzione definitiva della carie dentale e delle altre patologie della bocca. Il progetto si suddivide in tre momenti. Al primo appuntamento il bambino prende confidenza con l’ambiente e con il personale così che poi si possa eseguire una prima visita, istruirlo e illustrargli le pratiche d’igiene orale domiciliare e professionale. Al secondo si controlla se l’igiene domiciliare avviene correttamente e si può già eseguire la sigillatura dei solchi. Trascorsi sei mesi ... il terzo appuntamento dove, dopo un controllo, si effettua un’igiene orale professionale in studio e in base alla crescita dei nuovi denti permanenti si valutano nuove possibili sigillature. In seguito si effettuano controlli periodici semestrali dove saranno eseguite un’igiene orale e l’applicazione di sigillature dei solchi ai premolari e molari permanenti. Abbiamo parlato di “sigillature dei


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solchi”, queste servono per proteggere i denti dei bambini dalla carie. Grazie ad un metodo indolore si applica il sigillante, una vernice resinosa, sulla superficie di masticazione dei denti posteriori, così il materiale sigillante forma uno schermo duro di protezione che tiene lontani il cibo ed i batteri dai minuscoli solchi dei denti dove nascerebbe la carie. La procedura è normalmente rapida e immediata. Il dente viene pulito, trattato con una soluzione speciale e asciugato, poi si applica la vernice sigillante che indurisce con l’utilizzo di una lampada fotopolimerizzante. Il trattamento è indolore e il bambino non sentirà alcuna differenza tra prima e dopo il trattamento. Le sigillature sono applicate quando i denti permanenti iniziano ad uscire, questo avviene normalmente tra i 6 e i 7 anni. I denti rimanenti possono essere sigillati durante la loro crescita, tra gli 11 e i 14 anni. Si attua il protocollo di prevenzione pediatrica perché nei

bambini la prevenzione è mirata soprattutto a contrastare lo sviluppo della carie dentale, un processo distruttivo dello smalto dei denti che colpisce tutta la popolazione ma è particolarmente frequente nelle prime fasi della vita. “Bambini, vi aspettiamo! Vedrete, insieme
ci divertiremo!!!” Da noi trovate un’area creata su misura per voi
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Editoriale

Fine anno scolastico: crescere in sapienza per diventare grandi uomini Una parola inaspettata, l’emozione di un sorriso, di un abbraccio sincero sono gesti che toccano il cuore ed è giusto promuoverlì affinchè si possa crescere con determinati valori ormai in disuso in questa società arrogante e senza rispetto. Si parla ovunque del legame tra professori, genitori e alunni e ultimamente le notizie non sono per nulla confortanti: sempre più spesso ci sono padri e madri che si scagliano verbalmente e talvolta anche fisicamente contro professori per un voto basso o per un rimprovero. Ho partecipato ad un incontro scolastico nel quale erano invitati rappresentanti di classe e genitori dove le maestre hanno descritto le attività svolte durante l’anno, concludendo il loro intervento con uno splendido scritto dedicato agli alunni che si apprestano a varcare le porte della scuola secondaria. UNA VALIGIA PIENA DI.... Nella valigia del tuo futuro, lo so, vorresti mettere tante cose ma poche sono quelle veramente preziose. Per compiere un lungo viaggio, se fossi in te, metterei il CORAGGIO quella strana energia interiore che ci aiuta a prendere la strada migliore. E perchè il cammino noioso non sia porterei con me la FANTASIA che ci dischiude mondi inesplorati e rende veri i sogni immaginati. Se fossi in te mai potrei scordare la TENEREZZA nel saper amare né perderei, a qualunque età, la mia COSCIENZA, la mia DIGNITA’. Facendo in modo che non stia stretto metterei in valigia tanto RISPETTO: 04 www.newentry.eu

rispetto per ciò che dona la natura rispetto per l’arte e per ogni cultura. Rispetto per lo studio e il lavoro di domani, rispetto per i deboli e per gli anziani, rispetto per chi ti ha cresciuto ed educato, per ogni persona che un po’ di sé ti ha dato. Infine non scorderei tanta LEALTA’ che viaggia insiema alla SINCERITA’. C’è ancora posto nel tuo bagaglio? Allora mettici anche qualche piccolo SBAGLIO! Con affetto dalle tue maestre Al di là delle simpatie e dei (pre)giudizi che ognuno di noi può avere nei confronti delle maestre, non è certo mancato l’affetto e l’impegno rivolto ai nostri figli. Non sono mancati gli occhi lucidi agli alunni delle quarte che hanno dovuto salutare a malincuore la loro maestra: un bel segno di profondo legame che noi genitori a volte facciamo fatica a creare. Maestra, grazie per tutto quello che ci hai insegnato. ...Ci dispiace lasciarti... Ti auguriamo le gioie più immense, resterai sempre nei nostri cuori! La risposta della maestra. Le maestre non insegnano solo; ma imparano anche... ed io ho imparato tanto da voi! Resterete sempre nel mio cuore e nei miei più dolci ricordi. Frasi queste che non possono che farci crescere, sono quelle famose gocce nell’oceano senza le quali l’oceano non esisterebbe. Gianluca Boffetti


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Donne a perdere

Siamo un popolo con fin troppa storia alle spalle, eppure se ci ribaltiamo all’indietro, rischiamo di piombare nel vuoto, come se avessimo soltanto un pizzico di tradizione a sostenerci. Ogni santissimo giorno un frastuono assordante a ricordarci l’ennesimo omicidio, suicidio, con corollario di bimbi al seguito. Ogni maledettissimo giorno il rompicapo delle conte e dei numeri sottratti alla ragione ci parlano di follia, di malattia, di prepotenze e violenze ripetute fino alla nausea. Un giorno sì e l’altro pure siamo assaltati dalle notizie più devastanti in tema di violenze e di soprusi sulle % 10 nti TO i clie N O v SC nuo ri e p

donne, e cosa ancora più drammatica, a farne le spese quasi sempre ci sono anche i bambini, colpiti a tradimento più ancora delle loro madri. Ogni giorno siamo inondati dalle informazioni e da una comunicazione talmente urticante da sembrare insopportabile, nel tentativo di farci comprendere quanto urgente sia correre ai ripari. Eppure ai ripari nessuno corre, tanto meno nessuno fa niente affinché quei ripari possano ergersi a respingi frane. Ne prendiamo atto solamente a nuovo femminicidio avvenuto, appare come una sorta di meto-

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Società

do delle stupefazioni, delle ossigenazioni mentali, delle interpretazioni da sbandierare a manifestazioni protratte fino a tarda notte. Combattiamo le mafie, le gangs, le truffe, i colletti bianchi, i bulli e le bulle, ma quando si tratta di donne a perdere, di donne e bambini scaraventati dai balconi o dai ponti, ci soffermiamo a indagare e verificare le istantanee delle famiglie più disgregate, un po’ meno sui nuclei famigliari benestanti e quindi ritenuti aggregazioni valoriali, ma forse occorrerebbe stabilire se ciò sta a valori condivisi, a rispetto e reciprocità come radice e non come facciata da esibire. Uomini ammazzano per la smania di dominare la propria compagna, uomini incutono terrore per imporre la propria volontà, uomini assai più deboli e fragili delle loro compagne agiscono di istinto per sottomettere, per umiliare, uomini dentro un disagio che diventa smania di possesso, incapacità ad accettare le proprie inadeguatezze, le proprie impotenze fisiche e intellettuali nei riguardi delle proprie donne, di tutte le donne. Uomini che non trovano altra soluzione alle proprie inadempienze emozionali che muovere armi e bagagli contro l’innocente di turno. Ogni stramaledetta volta che tragedie come queste ci investono tutti, nessuno escluso, occorrerebbe chiederci se non si tratta di un vero e proprio cancro sociale, dove gli imputati, per lo più sconosciuti e indefessi buoni padri di famiglia, non siano invece una vera e propria utenza che ha ingrossato esponenzialmente le fila di borderline, di soggetti da doppia diagnosi, dove lo stress e la caratterialità umbratile, sono più semplicemente fingimenti che nascondono disfunzioni psicologiche assai gravi. Tutto ciò potrebbe apparire come una sequenza di parole, di intendimenti sgangherati, se non fosse per il dolore inaccettabile di chi resta in vita a sopportare quanto sopravvenuto inspiegabilmente. Vincenzo Andraous

Ed è Poesia

“Il sorriso di una madre” Coinvolgente, il sorriso di una madre acquieta, placa, accoglie. Tutto vede, comprende, assapora tremulo s’accosta, a bocche inzaccherate. Occhi fondi, i suoi, l’anima penetrano, carezzano, come balsamo, leniscono dolori. Forza viva, la loro, eterna, immutata rivolge, indistinta, scevra di spazio e tempo generosa tenerezza. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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L’ANGOLO DI SILVIA

Le storie magiche della radura incantata di Daniela Gazzano

Rubrica a cura di Silvia Brindisi

Recensione E’ una giovane scrittrice di successo la cari- “ Le storie magiche della radura incantata” è smatica Silvia Brindisi. un libro pubblicato a maggio 2018 dalla casa Ad oggi ha pubblicato nel 2009 un saggio editrice Salani e l’età della lettura è dai 6 anni. scientifico all’interno del libro “Prevenzione E’ composto da cinque fiabe nate dall’amoe qualità della vita. Il ruolo degli educatori re della mamma verso i figli. E’ certamente un nel lavoro con i minori “ (Kappa edizioni) e coinvolgente ed emozionante perchè è scritto nel 2015 ha invece dato alle stampe il suo da una mamma. Leggendolo ai vostri figli o niprimo libro per bambini intitolato “Amicizie magiche” (Edizioni Albatros) che è formato poti potrete trasmettere le stupende emozioni da alcune favole legate tutte dall’amicizia.. che scrive questa donna in modo molto semInfine nel 2016 ha pubblicato un altro libro plice ma anche fantastico e fantasioso. quale “ Chi parla poco , ha gli occhi che fanno Quanto è immenso l’amore di una madre? rumore” con la Casa Editrice LFA Publisher. Quanto e cosa può insegnare una mamma con Attualmente sta lavorando al suo nuovo libero tutto il suo cuore la sua pazienza? e svolge la professione di maestra d’asilo. Il legame madre- figlio è qualcosa di speciale, Credito foto: Massimiliano Rocchi unico che non si deve mai sottovalutare perchè Trucco: Francesca Caddeu è un arricchimento reciproco. 08 www.newentry.eu



RACCONTI

Per il tempo che avrò “La nebbia si sta diradando... riesco a vedere l’azzurro del cielo e quello del mare... ma... quale nebbia? Sono davanti a questo lembo di mare da quanto tempo? Non so... non mi ricordo più... perchè non ricordo? Ora lo so, perchè tu, Alzheimer, come un ladro silenzioso e terribile mi hai rubato tanto, ma tanto... Riesco a mettere a fuoco le immagini e lo vedo di spalle, è lui il mio amatissimo Pierre! Non porta più i capelli legati a codino ma è il mio tesoro! E vicino c’è il piccolino che ricordo quando aveva pochi mesi! Ricordo, si ricordo, come può essere... Perchè ho questo tempo nel quale so di essere viva quando poi per tantissimo tempo non lo so più... vivo senza vivere. Come un ladro silenzioso e terribile mi porti via la vita! Cerco di chiamare mio figlio ma dalla mia gola esce solo un rantolo che nessuno può sentire! Sento dietro di me altre voci e risate, ho riconosciuto la voce del mio Luca e della mia nipotina. Ti prego, figlio mio, vieni avanti perchè possa vederti per qualche minuto di questo tempo che avrò ancora... Hai voluto darmelo, Signore questo tempo del quale sono consapevole ed io ti chiedo perchè! Perchè mi fai salire questo Calvario? Riesco solo a muovere la testa, guardo, seduta su questa carrozzina, i miei piedi deformi, non potrò mai più indossare scarpe! Quante volte in chiesa ho cantato un inno che diceva: quando busserò alla tua porta avrò piedi stanchi e puri. Ma io non lascerò mai più impronte, non camminerò più. Guardo le mie mani, in esse vedo due palline di plastica gialle, me le hanno messe perchè poi? Ecco lo so, sicuramente se non le avessi nelle mani le dita mi si chiuderebbero a pugni, non le terrei aperte e la pelle interna ne risentirebbe in modo 10 www.newentry.eu

sgradevole! Signore! Come vorrei accarezzare ancora una volta le fossette che il mio nipotino ha ereditato dal mio Pierre! Come vorrei mettere le mani nei capelli riccioli della mia nipotina che, ricordo, aveva tanto simili a quelli del mio Luca! Te li affido tutti, Signore! Li metto tutti, i miei cari, nelle tue mani. Vorrei piangere ma dai miei occhi non riescono più a scendere neanche le lacrime! Per il tempo che avrò ancora da essere presente quanto vorrei dire ai miei che li amo, vorrei dire loro grazie per avermi portato in riva a questo mare dove mi recavo con i figli piccoli, vorrei ricevere una loro carezza, sentirla come sento questa leggera brezza di mare. Vorrei anche dirti che ti amo sempre tanto, nonostante questa malattia ma, non prego più, non lo posso più fare! Ecco te lo dico adesso, Signore ti voglio tanto bene e te ne vorrò sempre! La nebbia sta tornando, avvolge ogni cos, e tutto se ne andrà un’altra volta? Ti prego, Signore, fa che questa nebbia se ne vada via ancora un’altra volta durante il tempo che avrò... Per il tempo che... Per il tempo... Per il...” Un Sussurro Dolcissimo le arriva al cuore. “Ti ho sentito. Il tuo grido di dolore Mi è giunto chiaro e forte! Ti ho fatto salire il Calvario come lo hanno salito amici che Mi volevano bene, come lo ha salito la Mia Amatissima Madre. I tuoi piedi non ti permettono di camminare ma non lasceresti impronte perchè adesso io ti porto in braccio nella sofferenza! Hai affidato a Me i tuoi cari, li hai messi nelle Mie mani e le Mie mani sono sicure! Vorresti accarezzare i tuoi cari ed io ti farò accarezzare. Hai sentito la brezza di mare, lieve e leggera?


Sono le carezze che ti fanno i tuoi cari quando ti sono vicini e tu non te ne rendi conto. Vorresti dire che Mi ami e non puoi? Ma io lo sento che Me lo dici ogni volta che respiri, ogni volta che batte il tuo cuore! Sarai sempre amata per tutto il tempo che avrai...”. Il pallone colorato va a fermarsi vicino al bambino che, vedendolo, si alza di scatto. La ragazzina arriva subito e, insieme, si avvicinano alla carrozzina sulla quale c’è la loro nonna. “Per te, lei sa che siamo al mare?” chiede il bambino. “Forse sì o forse no” risponde la ragazzina che ha qualche anno in più. “Non parla, non ride, per me non sa niente” risponde il bambino ma lei replica: “Non possiamo saperlo, anche i dottori dicono che non si può essere sicuri! Per me a volte lei sa che le do i baci, almeno a me sembra che sia attenta. Dai, togliamole le palline dalle mani che magari è stufa di averle, ecco, così, adesso le diciamo la filastrocca come faceva lei alle mie mani quando ero piccolina”. Tutti e due distendono dolcemente le dita della nonna atrofizzate dalla malattia e insieme recitano: “Manina bella, dove sei stata, dalla nonna, cosa ti ha dato, polenta e cici, garì garì!”. “Dai, adesso nonna ti facciamo toccare le mie fossette, è vero che me le accarezzavi sempre

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quando venivi a trovarmi? Ecco, ti faccio accarezzare la mia guancia così! Brava la mia nonna!” esclama sorridendo il bambino, facendo risaltare quelle graziose fossette. La ragazzina che le tiene l’altra mano a sua volta mettendola nei suoi capelli dice: “Nonna, senti i miei ricci? Sono morbidi e con dentro i capricci! Come mi dicevi tu! Mi hai visto di più di mio cugino e lo so che ti piaceva tanto accarezzarli perchè erano ugualissimi a quelli del papà! Toccali nonna!”. Dopo qualche minuto i due ragazzi rimettono le palline nelle mani della nonna ma, mentre il bambino raccoglie il pallone e si sposta correndo, la ragazzina, accarezzando la nonna in modo amorevole, le appoggia il viso sulla fronte e le sussurra: “Nonna, non vorrei con tutto il cuore che tu fossi malata! Ti penso sempre bella, allegra, sorridente, quando mi raccontavi le favole ad esempio la favola del “nano Tremotino”, mi baciavi, mi accarezzavi, guarda che adesso mi metto a piangere come una stupida e va a finire che le mie lacrime ti bagnano gli occhi! Sembra che piangiamo tutti e due! Ti voglio bene, nonnina, te ne vorrò sempre, anche quando sarò grande, per tanto tempo, per tutto il tempo che avrò...” Marta

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Papa Giovanni XXIII nella sua Bergamo

RIFLESSIONI

un grande Papa, buono, generoso, disponibile, genuino, semplice...

Caro Direttore, a proposito dell’evento delle spoglie di Papa Giovanni XXIII, a Bergamo, in occasione dei 60 anni dell’elezione al soglio pontificio, devo dire, che mi ha commossa. Ho seguito dalla TV la partenza da Roma, pensando a quanto potesse essere contento LUI… un “GRANDE PAPA”, buono, generoso, disponibile, genuino, semplice, UN CREDENTE, IMMEDIATO DI FEDE E DI MEMORIA STORICA. Ero certa dell’accoglienza trionfale dei berga-

maschi, anche di chi, non solo lo ha Conosciuto, ma anche di chi, come me, non lo ha conosciuto, ma ascoltato, nel ventre materno, “IL SUO DISCORSO ALLA LUNA”… Un trasporto affettivo, che sentiamo, avvertiamo, immensamente e che ha coinvolto, anche i poveri e i carcerati. Ben vengano, tali iniziative, pur irte di difficoltà tangibili, ma utili, a scuotere una FEDE, che spesso, è assopita, come una luce fioca. Tina Giordano -Cerignola (FG)

“Sono” Sono onda nel vento, barca in mezzo al lago foglia d’autunno, germoglio di primavera. Sono lampo d’azzurro, goccia di brina, albero assetato d’estate. Sono naufraga del mondo, viaggiatrice solitaria, in cerca della felicità. Neve bianca e candida di un gelido inverno. Claudia Cremonesi

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SPETTACOLO & ARTE

Manila Gorio debutta alla conduzione del nuovo programma privè sulla famosa rete Antenna Sud

TANTI VIP, VOLTI NOTI E TANTE STORIE NEL PROGRAMMA DI MANILA GORIO! Cambio di look e cambio d’immagine per l’ex manager dei vip Manila Gorio che dallo scorso 25 Maggio è alla guida di PRIVE’ il nuovo programma di approfondimento di ANTENNA SUD, la famosa rete del meridione, in diffusione sul canale 13 in Puglia e al canale 87 in Basilicata mentre in streaming www.antennasud.com, ogni venerdi in seconda serata ore 23. Un programma che affronta moltissime tematiche sociali fra cui, il bullismo, la diversità di genere, l’abuso di potere, i diritti gblt e tanti altri! Un format che arriva al pubblico per sensibilizzare le difficoltà più comuni, una finestra sempre aperta per affrontare le tematiche più attuali. Manila Gorio ha dichiarato: “Sono davvero felice dell’opportunità che mi è stata offerta da parte della squadra di Antenna Sud in primis dal mio editore Domenico Distante, dal mio direttore Giorgio Trani e dal mio team manager Cristian Tempesta. Sopratutto 14 www.newentry.eu

sono entusiasta di guidare un format che mette in evidenza le mie capacità di conduttrice affrontando temi sociali e di attualità“. Tanti gli ospiti di questo talk, come- tra gli altri- la pornostar Malena, lo scrittore scandalo Francesco Mangiacapra, l’avvocato Morena Rapolla, Martina Castellana dirigente USL Salerno, il giornalista Antonello Corigliano e tanti altri.


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Da questo numero Carmen Morello seleziona per i lettori di New Entry le migliori ricette degli chef che collaborano al programma

Rubrica a cura di Carmen Morello, conduttrice e attrice. Ora in tv alla conduzione del programma di cucina “Chef per una sera�. www.chefperunasera.simplesite.com Credito foto: Fazio Gardini 16 www.newentry.eu

Risotto Carnaroli con polpa di ricci polvere di pistacchi e quenelle di bufala

Ingredienti per 4 persone : 320 gr di riso Carnaroli 50 gr di burro 1 vasetto di polpa di Ricci fresca 1 mozzarella di bufala 50 gr di polvere di pistacchi 50 gr di parmigiano Basilico fresco Mezzo bicchiere di vino bianco. A parte preparare un brodo con sedano, 2 cosche, carote e 1 cipolla sbucciata. Procedimento : Mettere il riso in un pentolino abbastanza capiente con 25 gr di burro, lasciare tostare e bagnare con mezzo bicchiere di


IN CUCINA CON CARMEN

vino bianco. Aggiungere il brodo vegetale e fare cuocere lentamente, dopo 10 minuti iniziare ad aggiungere il basilico tritato, la polvere di pistacchi e completare la cottura aggiungendo di tanto in tanto un po di brodo, a cottura ultimata aggiungere due cucchiai di polpa di Ricci, il rimanente pistacchio, il parmigiano grattugiato e mantecare con i restanti 25 gr. di burro. Lasciare riposare 3 minuti e servire. Tritare la mozzarella di bufala con un frullatore con un po della sua stessa acqua e aiutandosi con due cucchiai formare delle piccole porzioni di mozzarella da mettere di sopra alla fine . Chef Gerry Cappello: Buon appetito. Credito foto Fazio Gardini Ricetta dello Chef Gerry Cappello 10.000 COPIE - 25.000 LETTORI - DISTRIBUZIONE MIRATA - VISIBILITA’ - CONVENIENZA

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ANIME NEL VENTO

A Liliana

per lei anima bella, un pensiero...

Carissima Liliana, fonda la notte, carica di presagi antichi. Tarda il sonno a venire, mille i pensieri che arricciati compongono aspri tratti. Si vorrebbe, in un battito d’ali librare sopra cieli infiniti. Giunta improvvisa la notizia del tuo essere andata in cielo, fa la parola zittire, l’animo appesantisce. Rapidi sono scorsi gli anni, insieme abbiamo camminato, sperato, sognato. La passione per la scrittura ci ha unite nonostante la differenza d’età nelle nostre brevi intense discussioni ritrovavano piacere dello stare insieme. Sono tanti i ricordi che a galla risalgono, tremuli, di tenera condivisione. Nei tempi di bambina ti ricordo giovane, allegra, briosa venire con assidua premura a far visita a tua madre, la carissima Aurelia, ai tempi mia vicina di casa. Da piccina mi divertivo a sostare nella bottega di tuo padre, ammirare la sua maestria nell’arte, odoravo, annusavo l’intensità e la bellezza di essenze e fragranze. Mentre il sole moriva ed il giorno si preparava a concedere il passo, immobile ristavo in attesa di richiamo materno. Volata in cielo Aurelia, rimasta sola la zia Lina, lentamente seco l’hai condotta fra le mura della tua casa, per darle conforto e compagnia nella senilità, per lei che non avendo figli tanto aveva donato con infinito amore pazienza e dedizione di una vita. Anni di silenzio ci hanno un poco separate, per una serie di circostanze e di frenesie che il quotidiano riserva. Infinita la tua attenzione per la malattia di Silvia, sostengo per il coraggio di voler e saper affrontare la vita con ardire nonostante la semi cecità. Con l’arrivo di Vittoria, il suo essere fragile, dolore e sofferenza hanno fatto che le nostre vie si 18 www.newentry.eu

ritrovassero, immutate per profondità e sincera condivisione. Hai saputo tendere la mano, donare in modo sconfinato con audacia di madre pazienza ed ascolto, partecipando in modo attivo alle mille tribolazioni di una malattia dai tratti crudeli ,alla conquiste di Vittoria, al suo essere nel mondo per il mondo sfida, sorriso, bellezza ed armonia. Assieme abbiamo condiviso la scoperta della comunicazione aumentativa alternativa,per te che insegnante, passione mostravi nell’apprendere tecniche nove d’integrazione. Infinte le lotte, le mestizie, i momenti bui di cui abbiamo lungamente discusso, la magia della scrittura ha saputo sviscerare animi, destare stupore, fare il sorriso riemergere, sollevare veli. Calvario di sofferenza e di fede il tuo, negli ultimi tempi corto il respiro, affannoso, aspro, velato lo sguardo. In te rivedevo mia madre, nei gesti lenti, misurati, al millesimo scanditi, lenta ascesa verso l’estremo saluto. Ti guardavo oggi, avvolta dalla pace eterna, volto affranto, segnato dalla sofferenza, appesantito da un dolore antico. Con me Celeste e Vittoria... inquieta Vittoria, smaniosa, attorno si guardava interrogativa. Poco il tempo concesso per starti accanto.. avrei voluto, se Vittoria l’avesse permesso, sederti accanto, prendere la testa fra le mani, sostare un istante, riflettere, ricordare, riannodare fila. Avrei voluto essere grembo che accoglie, pascolo che custodisce, via che indica ..avrei voluto prenderti per mano, sentire il tuo sorriso farsi tenero, comprensivo, con una carezza avresti sollevato Vittoria dall’inquietudine, riportato alla pace. Mai


ANIME NEL VENTO

ti sei dimenticata del suo compleanno, ogni 15 settembre, a dispetto di tempo e spazio, la tua mano alla porta bussava, una torta reggeva, con sorriso delicato la donavi. Era un dolce semplice dicevi per i bambini, arricchito con roselline colorate e fiori di zucchero .L’ultima volta mi hai detto; “ Non so se l’anno prossimo porterò la torta alla mia Vittoria, non mi sento bene Milena, mi sento cambiata, le forze mi mancano ….”. nel fissanti dentro, nel profondo, un tuffo mi prese, sentii l’angelo della morte battere forte le ali, tremai intensamente. Ci incontrammo per caso quando a maggio venni a bussare per chiedere informazioni in merito al campo estivo organizzato dagli alpini per iscrivere Celeste. Ti trovai carica di sofferenza, pur tuttavia sorridente, speranzosa per un intervento che tardava a venire, atteso con insistenza. Poche le parole che ci scambiammo, intense, di condivisione. Mi dicesti, sorridendo: “so tutto di Vittoria, ti seguo attraverso gli scritti, lotta sempre, continua cosi ’..”. ti sorrisi, certa della tua vicinanza e comprensione. La parola: tutto e nulla, passaggio e tremore, affermazione. La poesia:magia ed incanto, delicato tocco. Mi chiedo cosa potrei donarti oggi, in questo preciso istante, azzardo o follia di una notte che non trova requie? Sono rabbia e dolore, di certo, sentimenti forti quelli che l’animo vestono, che fanno le dita scivolare sulla tastiera, liberamente, scevre di ogni pretesa o fine. Cadono parole, si formano emozioni, battute da vento furioso, alla deriva vanno. Grazie maestra Liliana per il tuo aver saputo dimostrare nel concreto, con l’esempio e la presenza la misericordia e carità cristiana. Grazie per l’allegra serenità con cui ti rivolgevi al prossimo, nelle piccole azioni di tutti i giorni. Grazie per essermi stata accanto, aver asciugato lacrime e raccolto gioie, per averle saputo custodire nel palmo di mano.

Che il mio abbraccio possa giungerti indiviso, oltre i veli dell’eterno indiviso e commosso. Dall’alto dei cieli, ne sono certa,custodirai i nostri passi. Nel nostro cuore, il tuo ricordo ed affetto serberemo come tesoro prezioso. La morte un passaggio, un cambiar forma ed espressione. Quello che conta è l’essenza, sono i legami che si sono tessuti, le emozioni serbate, le gioie gettate alla luna, la sofferenza vissuta con fede. Mi basterà volgere lo sguardo, per sentirti ancora accanto, amica cara ….. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

Liliana Liliana nome delicato palpito di vita accenno di sentire. Liliana mille sfumature delicata fragranza forza e tenacia. Dolcezza e premura dedizione e fantasia audacia. Sorella morte lontano conduce velature aspre tingono la notte. Dolore intenso, preme fa assidua l’ora. La fede insegna ad aver fede immutato rimane ricordo ed affetto. Grazie , maestra Liliana per l’amore che hai saputo donare rinnovare con energia. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste www.newentry.eu 19


SPETTACOLO & ARTE

Gran Finale di alta moda alla 2^edizione Cosenza Fashion Week evento ideato e organizzato da Giada Falcone

La croata Sladana Krstic tra gli stilisti più applauditi Anche quest’anno quattro giorni dedicati alla moda con sfilate, workshop, eventi culturali, dibattiti e open day. Una città che ha risposto bene ad un format originale e innovativo e che ha ospitato tanti giovani stilisti emergenti e i big dell’alta moda. Special Guest assoluto Anton Giulio Grande che ha ricevuto da Cosenza Fashion Week e dall’amministrazione comunale nella persona del sindaco Mario Occhiuto, il Telesio d’Argento per i suoi primi 20 anni di carriera. Un testimonial d’eccezione, un esempio di quanto al sud si può fare moda e diventare noti sul panorama nazionale. In passerella abiti sensuali ed eleganti, veli e trasparenze, una collezione di alta moda, quella di Anton Giulio Grande, lo stilista amato dalle star della tv. Grande attesa anche per la stilista Sladana Krstic che é riuscita ad incantare il pubblico di Cosenza per la seconda volta con la sua nuova collezione. Abiti da favola, fantasie e tessuti originali per la stilista croata che ha partecipato anche ad Altaroma con lo staff della Cosenza Fashion week lo scorso gennaio 2018. Intanto Cosenza Fashion Week si candida a diventare uno degli eventi moda più importanti del Sud Italia anche per la sua partecipazione, con una sezione off a gennaio 2018, all’Interno del calendario ufficiale di AltaRoma. Un bilanNewEntryTelevision

cio positivo per l’edizione a Cosenza tenutasi dal 24 al 27 maggio, che ha incantato tutti in termini di visibilità, numeri e prospettive. Un progetto ambizioso- come ha affermato Giada Falcone- ma che guarda al futuro, per dire che anche al sud si può fare moda concretamente. Collezione: I colori sono emozioni dirette P/E2019 Stilista: Sladana Krstic Brand: QueenMood Modelle: Alessandra Crocco & Teresa Mancini della A Pois di Giada Falcone Ph.: Domenico Longo / Castello Svevo

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SEGNI NEL TEMPO

9 Maggio 1968, tre bimbi scomparsi ad Aspra. Un mistero lungo 50 anni. Ci sono tre bambini di scuola elementare. Loro sono veri. E poi ci sono le leggende miste chissà a quanta verità su un reticolo sconfinato di grotte e in alternativa una misteriosa macchina rossa. Di reale c’è anche una tranquilla borgata marinara di poche migliaia di anime che all’improvviso scopre la paura e il coprifuoco. Mezzo secolo fa Aspra vede sparire all’improvviso tre figli: Domenico Astorino, detto Minico, di 11 anni, Domenico D’Alcamo, detto Mimmo, e Giuseppe La Licata, detto Pino, entrambi di 9 anni. Da quel 9 maggio 1968 sono state battute diverse piste fra mezze testimonianze, silenzi e passi indietro. Mimmo, Minico e Pino oggi sarebbero dei sessantenni ma la loro scomparsa è ancora un enigma. Spinti dalla curiosità sono stati soffocati dal tufo delle cave alla ricerca di un tesoro saraceno? Sicuri della loro abilità in mare si sono spinti al largo e sono stati travolti dalle onde? Traditi a quell’età dalla loro naturale ingenuità sono stati adescati, rapiti, addirittura uccisi perché magari avevano scoperto qualcosa che qualcuno voleva mantenere segreta? Nessuno lo sa o forse qualcuno sa e non ha mai detto nulla. Dei tre alunni di Aspra restano soltanto le foto in bianco e nero. Rimane una spe22 www.newentry.eu

cie di romanzo giallo con personaggi umili nei panni dei protagonisti (pescatori, muratori, contadini), che, forse anche per questo, è salito alla ribalta della cronaca solo per qualche mese per poi cadere nel dimenticatoio. “Tre bambini inghiottiti dalle Grotte dei Saraceni” titola il Giornale di Sicilia sabato 11 maggio 1968. In prima pagina i volti dei due Domenico e di Giuseppe rubano l’occhio al lettore, facendo finire quasi in secondo piano la notizia accanto su un pezzo di storia del Novecento: l’avvio dei colloqui di pace a Parigi tra Vietnam del Nord e Stati Uniti. Il cronista Pietro Petrucci racconta le disperate ricerche partite la sera di giovedì 9 maggio e un paesino sconvolto. Tutti o quasi lasciano il lavoro, la pesca, la salatura delle sarde, i campi da coltivare e si dirigono verso le Grotte dei Saraceni. A spingerli in quella direzione è la testimonianza di un amichetto dei tre bimbi che le famiglie attendevano a cena e che non sono più tornati. Di pomeriggio “erano in piazza – racconta il loro coetaneo – e dovevano comprare nella bottega della zà Maria delle candele e dei cerini per farsi luce, mi hanno chiesto se volevo andare con loro nelle grotte a prendere cose antiche, ma io non sono andato per paura e perché mia sorella mi avrebbe rimproverato”. Per qualche giorno le Grotte dei Saraceni, alle spalle di Villa Sant’Isidoro, dove risiedono i marchesi De Cordova, vengono scandagliate da vigili del fuoco, volontari e forze dell’ordine per quel che consentono i mezzi dell’epoca. E’ un’impresa calarsi in quel labirinto di caverne scavate nel tufo dal quale si ricava la pietra di Aspra (di cui sono fatti tante costruzioni di Palermo) e l’esplorazione non porta a nulla. Lo stremo degli uomini impegnati negli anfratti è ben descritto dalle parole di Vittore, vice questore dell’epoca: “Ho l’assoluta convinzione che tutto questo lavoro che ci ha tenuti svegli e con i nervi a pezzi per


SEGNI NEL TEMPO

circa tre giorni l’abbiamo fatto a vuoto. Da buon padre di famiglia, però, non me ne dolgo”. Col passare delle ore e dei giorni, la pista dei ragazzini alla ricerca di un tesoro saraceno viene declassata e bollata come favola, anche dagli stessi genitori. Vincenzo Astorino, padre di Minico, è scettico, descrive i piccoli come “timidi e paurosi” e pensa ad altre ipotesi: “Per me sono a Palermo o altrove, non certo nelle grotte. Abbiamo paura anche noi ad entrare nelle grotte, immagini i ragazzini”. Il padre di La Licata smonta invece la storia del lumino comprato dal figlio Giuseppe. “E’ stato l’altro mio figlio, quello che è a casa, ad acquistare un lumicino e cento lire di pancetta”. Il caso, almeno nelle prime settimane, diventa di dominio nazionale e ad Aspra arrivano inviati da tutta Italia. Come Vittorio Paliotti che, nel numero di fine maggio 1968 della “Domenica del Corriere”, settimanale del Corriere della Sera, fa respirare lo sgomento della piccola frazione di Bagheria in un reportage dal titolo “Preghiera per tre bambini”. In quei giorni, infatti, il parroco monsignor Cipolla annulla l’attesa processione in onore della Madonna di Fatima e i fedeli si radunano davanti alle grotte e pregano per i tre figli di Aspra. Nel frattempo vengono setacciate anche tutte le imbarcazioni nel porticciolo. Sono tutte lì e quindi è impossibile che Mimmo, Minico e Pino si siano allontanati in mare quantomeno con una barca. Si inizia invece a vociferare di un’auto rossa. Qualche mese dopo, è già il 1970, Clemente D’Alcamo, contadino e papà di Mimmo, ai microfoni di Tv7, il rotocalco del Tg1 parla di tre ragazzini, altri tre, che qualche giorno prima erano scappati dopo essere stati invitati a prendere delle caramelle da una macchina rossa con uomini e una donna a bordo. Per qualcuno quell’auto orbitava vicino alla Villa Sant’Isidoro, la dimora dei De Cordova dietro la quale si aprono le Grotte dei

Saraceni. E proprio nel viale che conduce alla villa sarebbero stati visti per l’ultima volta Domenico Astorino, Domenico D’Alcamo e Giuseppe La Licata. Sono passati 50 anni da allora, molti nel silenzio assoluto. Nel luglio del 2015, la trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto?” ha rispolverato la vicenda con l’inviato Fiore De Rienzo. Il giornalista si è calato in un tratto delle grotte insieme a uno speleologo locale Vladimiro Mauro che ha spiegato come fosse praticamente impossibile per tre bambini addentrarsi in quei meandri. D’altronde la fiammella del lumicino acquistato in piazza dalla zà Maria s’era spenta subito, quella della speranza si è affievolita quasi irrimediabilmente nel tempo. La fotografia in bianco e nero di Domenico D’Alcamo è stata sistemata al cimitero accanto al luogo in cui riposa la madre. “Perché non lo possiamo piangere da nessuna parte”, ha spiegato Nunzia, sorella di Domenico, nel suo ultimo appello. fonte: amarcord1983.wordpress.com

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Adamo Tononi Pittore poliedrico monteclarense

Adamo Tononi nasce il 28 novembre del 1954 e vive a Montichiari. Pittore sulla scena ormai da più di 30 anni, esprime nei suoi quadri le emozioni che prova di fronte alla natura: fascino da ciò che essa ci propone. Le sue tematiche principale sono i paesaggi, i fiori, le figure, gli animali, gli scorci di borghi antichi e in particolare quegli antichi cascinali ormai in disuso, che riesce a far “rivivere” sulla tela con spatole e colori. Un modo per mantenere vivo il ricordo del suo passato e perchè no, anche del nostro. La sua ricerca di poesia si esprime con un caldo linguaggio cromatico, semplice e comprensibile a tutti. La sua interessante pittura nasce da una figurazione realistica che viene trattata con colori luminosi e densi di tonalità pittoresche. Artista poliedrico, Tononi predilige la tecnica dell’olio, con possenti colpi di spatola, capaci di imprimere vivacità e movimento al genere dipinto.

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PREMIAZIONI - 1980 TRIPOLI (MN): XI ESTEMPORANEA. DIPLOMA DI MERITO “MEDAGLIA DI BRONZO”. - 1987 CALVISANO (BS): ESTEMPORANEA. 10° CLASSIFICATO. - 1996 BRENZONE (BG): ESTEMPORANEA. PREMIO DI RAPPRESENTANZA. - 1996 MONTICHIARI (BS): ESTEMPORANEA. PREMIO ACQUISTO DEL COMUNE. - 1996 MONTICHIARI (BS): ESTEMPORANEA. PREMIO ACQUISTO DEL COMUNE. - 1996 PASTRENGO (BS): ESTEMPORANEA. OPERA SEGNALATA. - 1996 SAN BARTOLOMEO (BS): ESTEMPORANEA. 5° CLASSIFICATO. - 1996 PASTRENGO (BS): ESTEMPORANEA. MEDAGLIA D’ARGENTO. - 1997 FONTANELLE (BS): ESTEMPORANEA.DIPLOMA DI MERITO. - 1997 FONTANELLE (BS): TEMA LIBERO. SEGNALATO “PREMIO GUARESCHI”. - 1997 SAN BARTOLOMEO (BS): ESTEMPORANEA. 4° CLASSIFICATO. - 1997 SAN BARTOLOMEO (BS): TEMA LIBERO. SEGNALAZIONE SPECIALE. - 1997 BORGO DEI QUADREL - GAVARDO: ESTEMPORANEA. “SEGNALAZIONE”. GRATIFICA DALLA GIURIA. - 1997 BOVEZZO (BS): ESTEMPORANEA. PREMIO DI RAPPRESENTANZA. - 1997 CASTELNUOVO NE’ MONTI (REGGIO EMILIA): ESTEMPORANEA. OPERA SEGNALATA. - 1997 CERESARA (BS): ESTEMPORANEA.DIPLOMA DI RAPPRESENTANZA. - 1998 CAMIGNONE (BS): ESTEMPORANEA. 3° CLASSIFICATO. GIURIA POPOLARE. - 1999 SAN BARTOLOMEO (BS): ESTEMPORANEA. OPERA SEGNALATA. PREMIO CON COPPA. - 2004 VISANO (BS): ESTEMPORANEA. PREMIO ACQUISTO. - 2004 CASTEL GOFFREDO (MN): ESTEMPORANEA.3° E 4° PREMIO. - 2005 CALCINATELLO (BS): ESTEMPORANEA. 1° PREMIO. www.newentry.eu 25


BIG SCREEN

Rubrica di cinema a cura dell’attrice e modella Stefania Visconti in collaborazione con Damiano Conchieri. Credito foto: Cesare Colognesi

KRAMER CONTRO KRAMER - differenze tra il film e il libro - Nel libro sono presenti molti più personaggi assenti nel film, i genitori di Ted e Joanna, l’ex marito di Thelma, Charlie, che nel film viene solamente menzionato ma non appare mai, e numerosi amichetti di Billy. - Il film comincia il giorno stesso che Ted rincasando trova Joanna in procinto di lasciarlo e di andarsene da casa senza l’intenzione di portare Billy con se, nel libro invece vengono mostrati non solamente i primi anni di matrimonio e la famiglia Kramer ancora unita, ma anche alcuni episodi antecedenti al fidanzamento di Joanna e Ted e di come essi hanno vissuto prima di conoscersi fidanzarsi e sposarsi. - Nel libro Ted e Billy rimasti soli sembrano vivere una vita molto più avventurosa, ricca di vacanze viaggi e amicizie comuni di genitori e figli, a differenza del film dove invece pare che nessuno frequenti il loro appartamento e vivano una vita pressoché solitaria, fattasi eccezione delle sporadiche visite di Thelma. - Nel film Ted viene licenziato a causa della trascuratezza nei confronti del lavoro dovuta al tempo assorbito per occuparsi di Billy, ruolo a cui in precedenza non era mai stato abituato, mentre nel libro perde il posto assieme a tutti i colleghi perché la ditta viene venduta dal presidente ad una multinazionale che intende rinno26 www.newentry.eu

varla del tutto. - Nel film Billy si ferisce vicino all’occhio con l’ala di un aeroplano giocattolo cadendo da uno scivolo al parco, nel libro invece il fatto accade all’interno dell’appartamento, appena dopo la fine di una piccola festa con alcuni amici. - Nel film Ted trova un altro lavoro pressappoco simile al precedente non molto dopo essere stato licenziato a ridosso del Natale, riuscendoci da solo e con una buona insistenza sebbene accettando un salario inferiore, nel libro invece passa alcuni mesi da disoccupato preoccupandosi delle spese dovute al mantenimento del bambino e trova lavoro a metà stagione, grazie soprattutto ad una raccomandazione dell’amico Larry, assente nel film. - Thelma nel film si chiama Margaret. - Nel film a chiamarsi Larry non è un amico di Ted ma il suo capo, che poi lo licenzierà, il quale pare rappresentare per certi versi la figura più vicina ad un amico con cui Ted si ritrova ad avere a che fare, mentre nel libro il capo appare solo in un paio di scene e non se ne conosce il nome, inoltre non rimprovera mai a Ted una cattiva condotta sul lavoro, cosa che invece nel film fa più volte palesando la sua preoccupazione al riguardo sino al licenziamento. - Nel libro Ted, subito dopo l’abbandono di Jo-


BIG SCREEN

anna, chiede alcune settimane di ferie per poter mettere ordine nella propria vita col bambino a carico e lo porta ad un weekend fuori città come distrazione, cose che non film non avviene. -Nel libro è assente la famosa scena dove Billy a tavola si rifiuta di mangiare la pietanza cucinata da Ted e sfida il padre mangiando del gelato nonostante il suo divieto, il quale poi per punizione lo porta a letto di peso sgridandolo, per poi consolarlo e promettergli di non abbandonarlo mai poco dopo calmati gli animi. Durante il periodo estivo la rubrica dedicata al Cinema si prende una piccola pausa. Si ringraziano intanto per la collaborazione Stefania Visconti e Damiano Conchieri.

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RIFLESSIONI

La Gimbarda Il nonno materno, Giovanni, fu trovato senza vita, stroncato da un infarto, nel campo dove stava lavorando, pur essendo già anziano, nel lontano 1963. Essendo io molto piccola, purtroppo non ricordo quasi nulla di lui. Una delle poche fotografie che lo ritraggono a figura intera è di quando festeggiò con la nonna Elisa il 50° anniversario di matrimonio: piccolo, mingherlino, coi baffi all’insù com’era di moda all’epoca, che lasciavano intravedere un sorriso simpatico, cappello e mantello. Anche la nonna era piccolina e minuta, vestita di scuro, con lo scialle e l’espressione più stanca, frutto di tanto lavoro e di sacrifici per la numerosa famiglia, con pochissime comodità, soprattutto in tempo di guerra. La mamma raccontava spesso episodi di vita di quando era ragazza: uno curioso riguardava il nonno, che di mestiere faceva “ èl caretér” (carrettiere). Si alzava in piena notte, estate e inverno, per arrivare all’alba al mercato ortofrutticolo di Brescia, col carretto trainato dal suo mulo, dove comprava frutta e verdura su commissione di fruttivendoli locali. Mia mamma, pur avendo un po’ paura del buio, si alzava sempre ad aiutarlo a far uscire dalla stalla carretto e mulo e il nonno apprezzava molto questa premura. Il “grande divertimento”,

per lei e per le sue sorelle, era quando il nonno, a turno, le portava con sé a Brescia, facendole mettere in “gimbarda”. I carri come quello del nonno, con ruote grandi, adatti al trasporto di merci sulle lunghe distanze, avevano sotto la gimbarda, una specie di amaca dondolante fatta di legni intrecciati o graticci, che serviva a tenere il sacco del fieno o dell’erba al riparo della pioggia. A volte fungeva anche da giaciglio al carrettiere, perché l’animale conosceva perfettamente la strada e le “poste”, cioè i clienti e le osterie dove fermarsi. Per la mamma e le zie, pur se un po’ scomodo, questo viaggio col loro papà era un diversivo speciale, un viaggio avventuroso. Questo fa capire di quanto poco si accontentavano le ragazze di quella generazione e quanta fatica costavano allora gli spostamenti per lavoro. Ornella Olfi

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L’educazione all’igiene dentale dei più piccoli attraverso un divertente spettacolo creato dai Poliambulatori San Flaviano Concludono l’anno scolastico presso la scuola materna di Alfianello Da 12 anni i Poliambulatori San Flaviano attraverso un divertente spettacolo insegnano l’educazione dentale ai più piccoli, perché il loro obiettivo è la prevenzione! Da questa esperienza hanno visto confermare le loro ipotesi. I bambini visti i primi anni ora sono dei giovanotti con un bel sorriso e denti sani grazie anche a questo lavoro di prevenzione. Il programma previsto dal reparto odontoiatrico consiste in tre appuntamenti precisi: 1. avvicinamento dei ragazzi con lo spettacolo presso la scuola, 2.insegnamento delle manovre corrette dell’igiene sotto la guida del personale specializzato, 3. Visita allo studio odontoiatrico per prendere confidenza con 30 www.newentry.eu

l’ambiente e il personale medico e non. Presso lo studio c’è un ampio spazio dedicato ai bambini dove ci sono tutti gli strumenti tecnici come la poltrona dentistica a forma dei cartoni animati, per rendere piacevole anche la cura dei loro dentini. Lo spettacolo consiste in un viaggio im-


TERRITORIO

maginario di un bambino, di nome “Dindi Didò”, attraverso il mondo degli alimenti. Incontra la pasta pane le proteine le vitamine grassi e tutto quanto serve per la nostra corretta alimentazione. Dopo aver mangiato entrano in scena i veri protagonisti: il dentifricio, lo spazzolino, il dentino, il filo interdentale e il batterio. E in modo divertente insegnano una corretta igiene dentale. I bambini che hanno interagito con i protagonisti dello spettacolo, divertiti provano a pulire i denti di una grossa bocca sotto la guida del personale del Poliambulatori San Flaviano. Prevenire fin da piccoli per un bel sorriso da grandi!

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Remedello Sopra (Bs) Ritmo e danza: forza e condivisione Armonia, ritmo, eleganza, allegria hanno saputo regalare, coinvolgendo con semplicità piccoli e grandi, per mano condotti attraverso la musica nella condivisione di un gioco. I “Semprimballo” di Castel Goffredo, presso l’oratorio di Remedello Sopra, in un pomeriggio dal tepore caldo annacquato da sbuffi di vento con maestria hanno generato relazioni, ponendosi al di sopra di ogni, di tutto, bellezza ed l’armonia, ritmo e danza. Trattasi di progetto ideato dal gruppo “Papaveri rossi”, laboratori liberi (Lib Lab) a ruota svolti presso gli oratori di Remedello Sopra, Sotto ed Acquafredda, sotto la guida ed il permesso del parroco Don Adolfo che ha messo a disposizione ambienti e locali. Carezza delle note, lesto scivolava, si posava sui piccoli capi, faceva dei grandi piccoli ballerini. Fra loro anche Vittoria, a tratti il ritmo faceva proprio, interagendo, battendo mani e piedi, scivolando sotto ponti immaginari, soffermando il passo, riprendendolo con vigore. Fra loro tanti gli occhi, indiscreti, curiosi, solerti, generosi, s’affacciavano lieti e spensierati sulla combriccola in movimento. Appassionati, travolti dalle note musicali, trame di uno spartito musicale s’andava calcando, nel profondo dell’animo sentendo ciascun battito, accenno, scalpore, con pienezza. Gruppi d’adolescenti a distanza stava, mosso da pudore e timidezza, con un occhio inseguivano la palla con l’altro mossa e gesta di un corpo in movimento. Magia della condivisione di una merenda li ha fatto accostare tutti, con loro mamme e nonne, gustando, ridendo, scherzando, inserendosi nel contesto, domande ponendo a raffica, sull’origine e fine dell’evento. Corre Vittoria, richiamata dallo stimolo della palla, nella mischia di ragazzacci in corsa si getta, 34 www.newentry.eu

temeraria cerca confronto, relazione. Una mano, mille, le vengono tese, con delicata premura, le viene posta e ridata la palla, passo passo la seguono, ciascuno asserendo, rievocando tempi remoti e presenti, di quando all’asilo la vedevano, alle elementari giocavano con lei nel cortile, alle medie con professori e tragedie epocali … per ogni ragazzino una mano Vittoria ha teso, fisso guardandolo negli occhi ha stabilito contatto. E’ fatto di uguali e diversi il mondo, per chi passando, con salsedine apostrofava lo sguardo, interrogando con asprezza, per risposta un sorriso, disarmante e sbarazzino. E’ una brutta bestia la solitudine soprattutto quando questa assale chi per malattia o fragilità, incapacità di creare aggregazione viene accompagnato, con amore, passione e fiducia certi che nulla del seme gettato muore, lentamente produrrà frutti, portando conoscenza e condivisione. Di cuore si ringraziano i membri del corpo di ballo, tutti coloro che si sono messi in gioco, che hanno voluto sperare, creare momenti d’aggregazione, con la certezza che l’unione e la caparbietà di un sogno comune generano forza e primizia, calore che s’irradia, a raggiera si spande, nella notte sento ancora battere e frullare, lieto accarezzare con ritmo lento, cadenzato, scandito, baciato da sorella luna. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste


TERRITORIO

Avis d’estate a Montichiari L’Avis, naturalmente, non va in vacanza, anzi, ogni anno raccomanda agli avisini di non mancare alle donazioni estive. C’è infatti molto bisogno di sangue anche in questi mesi: oltre alle trasfusioni programmate, aumenta il bisogno a causa degli incidenti stradali, in proporzione all’aumento del traffico durante le ferie e durante le gite di fine settimana, oltre ad essere indispensabile per interventi chirurgici programmati. La segreteria, tranne in agosto, è sempre aperta il sabato mattina dalle 10 alle 12 presso la sede, all’entrata ospedale. Tirando un po’ le prime somme dell’anno mi rendo conto che l’Avis è un’associazione sempre più inserita nella comunità e soprattutto fra i giovani: Seridò, San Pancrazio insieme agli stand delle scuole, incontri al Don Milani, gruppo Avis Giovani Provinciale, sono solo alcuni esempi di come ci attiviamo costantemente per tenere alta l’attenzione sul tema del dono e della solidarietà in senso più ampio. La soddisfazione migliore è veder recepito questo messaggio dai ragazzi, perché il futuro dell’Avis è nelle loro mani. Finchè il sangue non sarà riproducibile in laboratorio, l’unica risorsa saranno infatti i donatori e, man mano gli avisini più anziani devono sospendere le donazioni per raggiunti limiti d’età o problemi di salute, è prezioso il ricambio con i giovani. Grazie dunque a tutti coloro che, attraverso i nostri gazebo promozionali, i nostri incontri, la nostra pubblicità stampa e video, accolgono l’invito ad iscriversi all’Avis e se ogni nuovo donatore ne portasse almeno un altro, è evidente che sarebbe un ottimo traguardo!! L’estate, periodo di vacanza per molti giovani

studenti, per esempio, potrebbe essere l’occasione per recarsi in Avis durante le mattinate di donazione e fare il primo esame per l’idoneità. Le prossime date di donazione sono: venerdì 8 giugno,venerdì 6 luglio, sabato 7 luglio,venerdì 3 agosto, venerdì 3 settembre e domenica 9 settembre Per informazioni: 0309651693 e-mail segreteria@avismontichiari.it Ornella Olfi NEW ENTRY il Giornale della Gente

Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M. - Katia M.

Anno 24 - N°09 del 13/06/2018

Web: www.newentry.eu Email: redazione@newentry.eu bergamo@newentry.eu brescia@newentry.eu

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 Tel.347 73 52 863 - Fax 178 22 87 172 www.newentry.eu 35


TERRITORIO


TERRITORIO

Concerti nella Pieve di San Pancrazio a Montichiari per CUORE DI DONNA

Anche quest’anno la Corale Polifonica San Pancrazio di Montichiari, diretta dal M° Gianfranco Rocca aprirà, il 28 giugno alle ore 21, la Rassegna Internazionale Verona Garda Estate 2018. Nel magico scenario della Pieve di San Pancrazio il 28 giugno, il 5/ 7 /12 luglio si potranno ascoltare quindi prestigiosi concerti, con ingresso ad offerta libera, eseguiti dalle corali di Montichiari e da corali provenienti da Stati Uniti, Irlanda, Francia, Ungheria, Spagna, Belgio. L’evento assume anche per il 2018 uno scopo benefico. Nella precedente edizione il ricavato delle offerte è stato devoluto all’iniziativa “Mille voci per ricominciare”, per la ricostruzione del Teatro di Amatrice. Quest’anno il ricavato sarà a sostegno dell’Associazione Cuore di Donna”, nata nel 2012 per volontà di donne operate di tumore, in collaborazione con Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia e regione Lombardia, con l’obiettivo di aiutare altre donne nella lotta contro i tumori

femminili, in particolare quelli al seno. L’associazione le accompagna nel difficile percorso della malattia, dal disbrigo di pratiche burocratiche e mediche al supporto psicologico, per aiutarle a superare le comprensibili paure e fragilità, nello spirito di condivisione e auto-mutuo-aiuto. Cuore di Donna promuove anche fortemente la prevenzione, tramite convegni, eventi, stand in varie manifestazioni. L’Associazione Cuore di Donna è presente il sabato mattina, dalle 10 alle 12, presso la sede AVIS di Montichiari all’ingresso Ospedale con un PUNTO D’ASCOLTO che rimarrà aperto anche in estate, tranne il mese di agosto. È comunque possibile contattare durante la settimana la referente del gruppo Brescia Angela Zoccarato 3284867089 www.cuoredidonna.it Per maggiori informazioni sul programma dei concerti www. festivalveronagardaestate.eu Ornella Olfi www.newentry.eu 37


RIFLESSIONI

TRATTO DA “MEMORIE DISORDINATE DI UN PENDOLARE” ANNI CINQUANTA: Il Treno delle cinque e quarantacinque. EL TRENO ! EL TRENO !! EL TRENO !!! L’urlo rotolando lungo il viale della stazione bucando nebbie e incurante di pioggia, vento e neve, come l’eco di un colpo di pistola sparato da un invisibile starter, andava a sbattere contro i timpani dei soliti ritardatari. ARRIVA ! ARRIVA !! ARRIVA !!! VIA! VIAA !! VIAAA !!! Scatti disperati. Chi a piedi, chi in bicicletta e chi alla disperata ricerca di un passaggio da un amico. Catene allo spasimo con denti di corone che digrignavano. Ruote che slittavano, sassi che volavano: curve prese contromano. Borse che sbattevano contro gambe e ruote mettendo a dura prova tappi e coperchi di pentolini, con minestre o altro, preparati la sera prima. Ombrelli rivoltati dal vento. Equilibrismi sulla strada lastricata di ghiaccio. “NON POSSO PERDERLO. GIURO DOMANI MI ALZO PRIMA” Il giorno dopo la stessa cosa. Biciclette scaraven38 www.newentry.eu

tate con rabbia contro la staccionata come fossero loro le colpevoli del ritardo. Capitava. Si capitava quasi ogni mattina che qualche incallito dormiglione, resosi conto che non sarebbe arrivato in stazione per tempo, con scatto felino si dirigesse direttamente al passaggio a livello e con acrobatico balzo atterrasse sul predellino del treno ancora in lente ripresa. C’era però il rischio di trovare la porta chiusa dall’interno e dover così rimanere appeso fuori fino alla fermata successiva. D’estate poteva essere anche divertente, ma d’inverno... Per fortuna c’era sempre qualche coraggioso che, sfidando le minacce del Capo Treno, teneva la porta della carrozza aperta, impedendone così la partenza, finché tutti i ritardatari non erano saliti. Ulteriore fortuna quando la locomotiva aveva bisogno di rifornimento d’acqua: era l’unica pompa sulla tratta Brescia-Piadena. IL TRENO DELLE CINQUE E QUARANTACINQUE. Fedele amico che tutte le mattine, con strattoni, sob-


RIFLESSIONI

balzi e brusche frenate ci portava a destinazione. Confidenzialmente lo chiamavamo: GAMBADILEGNO. Anch’io diventai un suo amico: un pendolare. Eravamo alla fine degli anni cinquanta. Non ero quasi mai in ritardo. Sveglia alle cinque, rinfrescata alla fontana fuori casa sia d’estate che d’inverno. Colazione, borsa già pronta con quotidiana raccomandazione di tenerla sempre diritta e poi via a piedi. Strada buia, non asfaltata, percorsa da ombre solitarie o a gruppi. Non si udivano voci. Saluti che sembravano grugniti. Assonnati e assorti ognuno nei propri pensieri. Testa bassa, tutti nella stessa direzione con occhi semichiusi: la strada si conosceva a memoria. Sembrava una silenziosa processione. SALA D’ASPETTO: chi seduto, chi in piedi, d’inverno tutti intorno alla stufa. Chi accendeva la prima sigaretta. Chi affacciato alla porta osservava il movimento sul marciapiede. Apertura segnale con suoneria e poco dopo sbuffando, facendo tremare i vetri, arrivava il treno. Pendolari che salgono, pochi scendono. Carrozze una diversa dall’altra. D’inverno alcune troppo calde e altre completamente fredde. Trascinate da un’enorme nera locomotiva a carbone. Un macchinista e un fuochista appoggiati al parapetto anneriti dal fumo scaricato dall’alto camino che investiva anche i viaggiatori affacciati ai finestrini. Sul treno ognuno andava alla ricerca del solito posto e degli abituali compagni di viaggio. Chi negli scompartimenti chiusi per rimettersi a dormire e chi nelle carrozze aperte per leggere o parlare. Tutto in legno. Tutto sempre sporco. Tendine ai finestrini luride e puzzolenti. Lunghi corridoi con passaggi comunicanti traballanti e rumorosi. Sedili da pulire ogni mattina. Borse sistemate su portapacchi stretti senza parapetti e nessuna protezione che a causa dei frequenti scossoni del treno si inclinavano causando la fuoriuscita di liquidi, da bottiglie non tappate bene, sulle teste assonnate dei pendolari. Dopo tre fischi. Che sembravano lamenti, partiva sbuffando. Rallentava poi riprendeva

con violenti e rabbiosi strattoni facendone slittare le ruote. Sembrava singhiozzasse: forse era stanco. Fermava nelle stazioni con stridio di freni, al buio si poteva vederne le scintille. Nell’attesa ansimava. Il fuochista gli riempiva la pancia con palate di carbone: doveva mantenere la temperatura dell’acqua. Il macchinista scendeva a controllare che tutto fosse a posto. Le salite dei pendolari erano movimentate e rumorose: sembravano veri e propri assalti. Porte aperte e sbattute con violenza, spintoni, grida, imprecazioni di chi già sul treno si era appena addormentato ed in malo modo svegliato. Così tutte le mattine, per settimane, mesi ed anni. Il viaggio durava circa un’ora fra fermate e lunghe soste ai segnali. La locomotiva, con un fischio che sembrava di liberazione, entrava nella stazione di Brescia. Ancora prima che il treno si fermasse le porte delle carrozze erano spalancate con pendolari già in posizione per il salto. Si tuffavano giù per le scale del sottopassaggio come stessero disputando una gara. Chi correva da una parte, chi dall’altra. Chi tornava sul treno per riprendere cose dimenticate. Chi salendo in superficie saltava due gradini alla volta con il rischio di inciampare e sbattere la borsa già stravolta rischiando di rimanere senza pranzo. Chi con affannosa corsa saltava su un altro treno già messosi in movimento. Sembrava di vedere un nido di formiche impazzite. C’era chi, nonostante il trambusto, continuasse a dormire finendo con il treno al binario morto: doveva ritornare a piedi lungo i binari. VIA | VIAA !! VIAAA !!! Chi prima arriva al deposito delle biciclette prima riparte. Si formavano caotici ingorghi e frequenti erano le discussioni. Biciclette che si incastravano, catene che saltavano. Frenetici pompaggi. Imprecazioni per una gomma bucata: si perdeva un’ora di lavoro. DAI! DAII!! DAIII!!! LARGO| LARGOO!! LARGOOO!!! Incuranti del traffico frenetico, borsa ben salda, con pioggia neve e vento che strappava dalle mani l’ombrello. Né semafori, né sensi unici e salti sui www.newentry.eu 39


RIFLESSIONI

marciapiedi. Non c’erano divieti: tutto era permesso purché si arrivasse in tempo per timbrare. Finita la giornata lavorativa si tornava a casa. Ore diciotto e trenta partenza del treno. Già mezz’ora prima era pronto e quasi sempre al settimo binario. La locomotiva ansimava mentre i pendolari arrivavano alla spicciolata. Salivano le scale del sottopassaggio aiutandosi con il corrimano: sembravano scalatori in cordata che arrancavano faticosamente per raggiungere la vetta. Qualcuno si fermava e appoggiandosi su una banchina estraeva la bottiglia e si scolava con calma l’ultimo goccio rimastogli del pranzo. I primi ad arrivare trovavano posti a sedere, gli altri purtroppo rimanevano in piedi. Tre fischi poi il sibilo del vapore che usciva dalla caldaia: partiva. Alle fermate delle stazioni si assisteva allo stesso spettacolo del mattino però al contrario. Affannose discese con porte aperte e sbattute con violenza ancora prima che il treno fosse fermo. Pendolari che si scaraventavano fuori da entrambi i lati delle carrozze inseguiti dalle parolacce di chi rimaneva e che doveva per forza richiudere gli sportelli lasciati aperti. In certe stazioni il treno doveva caricare della merce e voleva dire perdita di tempo: pesanti e violente le proteste. Nelle carrozze l’atmosfera era diversa da quella del mattino: non si dormiva ma si parlava, si discuteva e si facevano nuove amicizie. Il treno è stato inconsapevole collaboratore e muto testimone della nascita di simpatie e innamoramenti che spesso son finiti in viaggi di nozze. Arrivo alla stazione di casa: figli, fratelli e amici erano già pronti con biciclette in posizione di partenza. Breve rincorsa, salto sulla sella e via a pedalare. Con rinnovata energia si disputavano gare a chi arrivava prima in paese, mentre il passeggero sulla canna incitava. Il pendolare era ritornato. Verso la fine degli anni quaranta quattro pionieri veneti del vicentino furono i primi a scommettere sulla zona impiantando un’officina vicino alla stazione che la chiamarono “EL MAI”. Vinsero la scommessa. In pochi anni avvenne la trasformazione e diventò un’affermata industria. 40 www.newentry.eu

Assunsero molta manodopera di questo paese e di comuni limitrofi, di conseguenza il fenomeno del pendolarismo, a metà anni sessanta, si era molto dimensionato. Il treno continuava a partire alla stessa ora ma non c’era più ressa. I fischi che la locomotiva diffondeva nell’aria sembravano lamenti: non aveva più la sua numerosa compagnia. Sono sicuro che quando il treno arrivava al passaggio a livello rallentasse nella speranza di vedere ancora qualcuno fare il balzo del disperato ritardatario. Non vedendo nessuno girava i fanali ossi di rabbia verso quella fabbrica che gli aveva tolto buona parte della sua quotidiana compagnia. Ricacciato nel forno quel momento di commozione, riprendeva la sua innata dignità e sbuffando se ne andava lasciando una scia di fumo più nera del solito. Mario Venturini

“L’anima del poeta”

L’arte sovrasta il mondo mortale, all’improvviso tutto appare per magia come se qualcuno guidasse l’essere misero che padroneggia la mente... lo guida in un mondo illusionario, dove tutto è possibile e l’anima del poeta cattura le parole, facendole diventare sue. Scalvini Roberta



IMMAGINI DELLA NATURA

Everest la vetta più alta della Terra

Il monte Everest è la vetta più alta del continente asiatico e della Terra con i suoi 8 848 m di altitudine s.l.m., situato nella catena dell’Himalaya assieme ad altri ottomila, al confine fra Cina e Nepal. Rientra dunque nelle cosiddette Seven Summits del Pianeta. Toponimo Il monte è chiamato Chomolungma (madre dell’universo) in tibetano e Zhumulangma. Il nome nepalese è Sagaram, in Sanscrito “dio del cielo”), ideato dallo storico nepalese Baburam Acharya e adottato ufficialmente dal governo del Nepal all’inizio negli anni sessanta. Nel 1852 venne chiamato “Cima XV”. Il nome comunemente usato oggi fu introdotto nel 1865 dall’inglese Andrew Waugh, governatore generale dell’India, in onore di Sir George Everest, che al servizio della corona britannica lavorò per molti anni come responsabile dei geografi britannici in India. Conformazione L’Everest ha la forma di una piramide, con tre pareti (nord, est e sud-ovest) e tre creste (nordest, sud-est e ovest). La linea di confine tra Cina e Nepal passa lungo le creste ovest e sud-est, quindi solo la parete sud-ovest è nepalese. Le tre pareti sono: parete nord (cinese): si affaccia sul ghiacciaio Rongbuk; parete est (cinese): si affaccia sul ghiacciaio Kangshung; parete sud-ovest (nepalese): si affaccia sul ghiacciaio Khumbu. Le tre creste sono: cresta nord-est: divide le pareti nord ed est e inizia dal passo di Rapiu La (6 548 m). A metà cresta si diparte la cresta nord che procede verso settentrione fino al Colle Nord (7 066 m) che la congiunge al Changtse (7 543 m). La cresta nord divide così il ghiacciaio Rongbuk in una parte orientale e in una occidentale. Cresta sud-est: divide le pareti sud-ovest ed est 42 www.newentry.eu

e inizia dal Colle Sud (7 906 m) che congiunge l’Everest con il Lhotse (8 516 m); cresta ovest: divide le pareti nord e sud-ovest e inizia dal passo di Lho La (6 026 m) che congiunge l’Everest con il Khumbutse (6 636 m). Altezza dell’Everest La storia della misurazione della quota del monte Everest (e di altre grandi montagne dell’Himalaya e del Karakorum), parte da un articolo di Alexander von Humboldt nel 1816 su “Annales de Chemie et de Physique”, che per primo si interessa dell’altezza delle montagne himalayane. Nel 1852 un operatore indiano del Survey, Radhanath Sikdar, nel verificare i complessi calcoli sulle osservazioni strumentali, individua per la prima volta tra le lontane vette dell’Himalaya una cima, che era stata denominata Peak XV, come la montagna più elevata, e le attribuisce la quota di 29.002 ft / 8.840 m. Questa misura, incredibilmente vicina alla misura di quota attuale, viene ufficializzata nel 1856, e nel 1865 al Peak XV viene attribuito il nome di monte Everest, in onore di George Everest, British Surveyor General del GTS dal 1830 al 1843. fonte:wikipedia


Emma, una cagnolina speciale...

RIFLESSIONI

Sono Francesca abito in Roncola (Bg) e lavoro a Barzana (Bg), gestisco una pensione per cani. Vi scrivo perché vorrei poter raccontare una storia... Un paio di anni fa ho adottato Emma, una cagnolina paraplegica arrivata direttamente dalla Sicilia perché una volta investita e rimasta disabile, nessuno voleva occuparsi di lei... Dal momento in cui l’ho incontrata la mia vita è cambiata... tanti sacrifici ma altrettanto amore... Vorrei poter dire a tutti come è speciale la vita con un cane disabile, di non aver paura di adottarne uno e soprattutto di non compatirli perché a differenza dell’uomo non hanno pregiudizi. Sabato io e il mio compagno ci siamo sposati e lei era con noi. Francesca

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SPETTACOLO & ARTE

Alessia Girotti una fotomodella per mamma Per anni ha lavorato come bar-woman professionista nelle location più belle d’Italia. Poi, da un giorno con l’altro, è volata in Mozambico per vivere un’esperienza unica nel suo genere, prima di far ritorno nell’hinterland di Giaveno dove Alessia Girotti è riuscita ad affermarsi come fotomodella. Una mamma di 30 anni, con un corpo da favola e tanto – ma tanto – carattere. Se qualcosa le passa per la testa, c’è da star certi che lo dirà senza troppi giri di parole. Una schiettezza che le ha permesso di far strada anche in campo fotografico dove il set si è trasformato in un habitat naturale in cui dar spazio a tutte le sue emozioni. E pensare che il primo approccio con l’obiettivo era stato casuale, un gioco in una lussuosa struttura svizzera. La proposta di un fotografo professionista di mettersi in posa era stato il suo modo per scoprire quel mondo. Poi quell’esperienza era rimasta nel cassetto prima di emergere in modo dirompente un anno e mezzo fa. Da al46 www.newentry.eu

lora, tanti shooting l’hanno portata in giro per il Nord Italia e per l’Europa, dandole la possibilità di esprimersi senza troppe barriere mentali. Un mondo nel quale si è immersa a tempo pieno, lanciandosi in shooting d’eccezione fra cascine abbandonate, ville seicentesche e fiumi ghiacciati. Un trionfo di eleganza e sensualità da parte di una mamma dolce e premurosa, che al centro della sua vita da due anni a questa parte ha messo suo figlio. Riavvolgiamo il nastro: tanti anni al lavoro come bar-woman. Ho collaborato con alcune delle più belle strutture italiane e svizzere, in una di queste mi è stato proposto di mettermi davanti all’obbiettivo. La curiosità mi ha spinta a provare: un pizzico di agitazione, qualche lieve imbarazzo, poi tutto è andato al meglio. Se mi riguardo non mi vedo perfetta nella posa, però ho un ottimo ricordo di quell’esperienza. Una curiosità che però rimane fine a se stessa.


SPETTACOLO & ARTE

Non l’ho coltivata, l’ho vissuta come un bel momento nel quale ho potuto esprimere tutta me stessa in libertà. Un anno più tardi ho collaborato con altri fotografi, ma anche in quell’occasione tutto è finito lì. Fino a quando… Quel mondo pieno di lusso, sterile e vuoto di contenuto, mi ha stufato. Ho fatto i bagagli e sono partita alla volta del Mozambico in una missione cattolica. Ho vissuto un’esperienza straordinaria, finché nel 2016 sono tornata a casa. Ho avuto la gioia di diventare mamma, la mia vita è cambiata. Mio figlio è il centro di tutto, non potrebbe essere altrimenti. Ma una volta ritrovata la perfetta forma… Ho fatto le mie scelte e ho scelto di buttarmi nel mondo della fotografia. È stato come un flash, alla mente mi sono tornate le esperienze brevi ma soddisfacenti che avevo fatto sul set e ho iniziato a sponsorizzarmi e propormi per collaborazioni. Da un anno e mezzo, questa è diventata la mia vita. Che ti sta dando belle gioie. È vero: da Francoforte a Padova, da Milano a Torino, ho realizzato set importanti, mai banali. Mi aiuta l’aver fatto per sei anni ginnastica artistica, le mie pose riescono a non essere banali e ingessate. Le collaborazioni nel frattempo si allungano. Ho preso parte a videoclip musicali, a piccole esperienze in tv, ho avuto prestigiose collaborazioni fotografiche e ho da poco terminato la partnership con il pittore Fabrizio Gavatorta che a partire da un mio scatto ha usato la mia immagine per dipingermi nei panni di una principessa contemporanea. Eppure tu non hai la smania di apparire. È vero: mi piace molto di più l’arte, mi affascina prestare il mio corpo per un body-painting in mezzo alla natura, adoro progetti che non siano banali.

Che ragazza pensi di essere? Una persona forte, a prima vista molto determinata. Sono energica, ottimista, solare, abituata a non buttarsi mai giù e trovare il lato positivo delle cose. Fisicamente adoro il mio lato B, le mie gambe, le mie spalle. Insomma, non ho paura ad elencare i miei pregi. Come si concilia il mestiere di fotomodella con quello di mamma? Partendo dal fatto che sto bene con me stessa, che c’è chi mi ammira e naturalmente anche chi mi giudica. Io sono orgogliosa di questa mia scelta e penso di averla compiuta nel momento di maturità personale. Mi sento una ragazza bella, forte e determinata. Sono anche un pizzico presuntuosa: ho stima di me stessa sia fisica che mentale. Dove sarai fra dieci anni? Sicuramente mamma, è il ruolo che sento più mio. E a livello fotografico… vedremo se questa parentesi sarà ancora aperta. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/letyletizia29/

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“Sono Melissa Marini, ho 24 anni e abito a Gardone Val Trompia. Ho frequentato il liceo socio psico pedagogico a Montichiari e subito dopo ho maturato la mia esperienza all’interno di un asilo nido. Ora lavoro presso una cooperativa sociale di servizi per l’infanzia. Ho la passione per il make up e per il canto che coltivo nel tempo libero”.


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Settimana promettente in campo pratico. Rifletti bene sulle iniziative e sugli impegni che prenderai e vaglia quello che meglio si addice alle tue aspirazioni. Giorni un po’ avari per i sentimenti. Tu punta sulle amicizie e conta comunque su eventi fortunati e divertenti. Domenica momenti molto appassionati da vivere intensamente.

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I primi giorni sono adatti a mettere ordine nella tua vita. Puoi dare una svolta alla quotidianità, decidere di sostituire ciò che non va o ridimensionare le aspettative professionali. A tal proposito ricorda che l’ambizione non è una patologia ma la definizione degli obiettivi. Non lasciarti abbindolare da chi la pensa diversamente.

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Il tuo essere positivo contagia chi ti sta accanto con un risultato affermativo in ogni settore esistenziale. Un po’ di su e giù giovedì, ma sei sempre in vetta. Punti focali della settimana le amicizie, gli aiuti, la vita mondana e i viaggi che offrono circostanze inedite, da ricordare. Al lavoro elimina subito le seccature. 52 www.newentry.eu

In amore c’è una rimonta fantastica. Già a metà settimana ti rigeneri a contatto con la natura, con gli amici, con il tuo amore di sempre, e ottieni un successo professionale e/o scolastico. In amore l’importante è comunicare anche i desideri più intimi, così dubbi e incertezze svaniscono subito. Al lavoro nuove conquiste.

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04 Le stelle ti sollecitano all’azione, ti rendono intraprendente e sicuro del fatto tuo. In vista un successo nei settori lavoro e sport. L’amore questa settimana è in sordina? Farai bene a non prendertela con chi non ne ha colpa. Ti stai buttando a capofitto nel lavoro e per ora va bene così, ma non dare colpe al partner.

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OROSCOPO dal 15al 29 Giugno 2018

Vivi con serenità questo periodo dove non sei né vittima né vincitore, ma semplicemente al centro di un dare e avere che arricchisce nel più completo senso del termine. Scaccia eventuali risentimenti e desideri di ribellione, e pensa positivo. Occasioni da non lasciarsi sfuggire in amore per single e non, e al lavoro...


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Evoluzioni e mutamenti, anche profondi. E’ il momento migliore per estendere gli orizzonti esistenziali. Al lavoro prendi il coraggio di decidere in modo autonomo, senza l’aiuto di nessuno. In amore nuove conquiste ma anche vecchi ricordi all’orizzonte... Occhio !!!

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Una realtà diversa dalla solita allarga il raggio d’azione e gli orizzonti esistenziali. Espanditi, senza il timore di essere fuori luogo. Non fare l’indeciso quando riceverai l’offerta di un viaggio (di lavoro o di piacere) per il quale forse non ti senti pronto. Parti senza pensarci troppo.

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Incoraggiante armonia tra mente e cuore, tra parole e sentimenti, che aiuta a tramutare in realtà i desideri più intimi. C’è qualcosa nell’aria in grado di lasciare un segno indelebile: una vivace altalena di emozioni avvincerà il tuo cuore. Al lavoro più ti sforzi di pianificare, più le novità busseranno alla porta.

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Ottima settimana, ricca di intese affettive da sfruttare come meglio credi, anche attaccando con decisione il lui o la lei dei tuoi desideri. Spartire il quotidiano con chi si ama è l’ideale. Ascolta il suo parere. Molto bene il lavoro, anche se, qualche volta, è difficile anche per te scegliere tra più occasioni...

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La tua logica di ferro riesce a far luce e ordine in ogni luogo e circostanza, persino nel caos del mondo. Possibile battuta d’arresto da mettere nei tuoi dettagliati preventivi. Restare padrone di ogni situazione non è sempre un pregio, e allora lasciati andare e goditi i magnifici eventi fortunati che capitano.

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OROSCOPO dal 15 al 29 Giugno 2018

Settimana in cui comunicazione e fantasia spiccano su altre doti. C’è la possibilità di unire la forza mentale con la dolcezza del cuore. I disegni astrali dei primi due giorni sono perfetti per coronare il tuo sogno d’amore. Momento di ufficializzare un amore segreto? Ebbene sì!!! www.newentry.eu 53


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50 anni fa

La bambola racconta le lamentele di una donna che chiede rispetto al proprio uomo, che la tratta come se fosse “una bambola”, usandola e sfruttandola a proprio piacimento, e poi “buttandola giù” quando non è più utile. La canzone ha un breve intro musicale suonato dalla chitarra acustica di Maurizio De Angelis e dal tamburello. Prima di essere stato proposto a Patty Pravo, il brano era già stato rifiutato da Caterina Caselli, Little Tony e i Rokes. Apparentemente il brano non sembrava adatto alla cantante veneziana, e lei stessa aveva dichiarato di non amarlo particolarmente. Fino a quel momento infatti Patty Pravo si era dedicata principalmente alle cover di brani in lingua inglese, mentre La bambola era chiaramente un brano pop di tradizione italiana.Tuttavia, su pressioni della casa discografica Patty Pravo registrò due provini, su uno di questi il brano era stato successivamente orchestrato da Ruggero Cini con l’inserimento anche del coro de I 4 + 4 di Nora Orlandi e fu pubblicato nel 45 giri La bambola/Se c’è l’amore, sempre lo stesso anno fu incluso nel suo LP d’esordio Patty Pravo. Il successo del brano fu immediato e vinse la Gondola d’oro alla Mostra internazionale di musica leggera di Venezia. Nel 2008 è stata pubblicata una nuova versione rock del singolo La bambola (La bambola 2008), per celebrare i quarant’anni dalla sua prima uscita. Insieme al brano, è stato prodotto un video in cui Patty Pravo fa una parodia di Amy Winehouse, imitando il suo look (inserito come contenuto extra nel DVD Circola un video su di me..., pubblicato nel 2009).

PLAY MUSIC

10 Giugno1968

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La bambola - Patty Pravo 02 Il volto della vita - Caterina Caselli 03 Chimera - Gianni Morandi 04 Io per lei - Camaleonti 05 Affida una lacrima al vento - Adamo 06 L’amore e’ blu - Paul Mauriat 07 Gimme a little sign - Brenton Wood 08 Delilah - Tom Jones 09 Azzurro - Adriano Celentano 10 Vengo anch’io, no tu no - Enzo Jannacci 01

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ARTE / LA MOSTRA DEL MESE

A Brescia “NETSUKE. 100 capolavori dalla collezione Lanfranchi” E’ a Palazzolo sull’Oglio nella straordinaria location di Villa Lanfranchi che è stata allestita la mostra “NETSUKE. 100 capolavori dalla collezione Lanfranchi”. La mostra curata da Andrea Di Lorenzo e che vede come promotori l’Assessorato alla Cultura del Comune di Palazzolo sull’Oglio, la Regione Lombardia, la Provincia di Brescia ed il Consolato Generale del Giappone a Milano sarà visitabile fino al prossimo 30 Giugno 2018. In mostra oltre 400 oggetti, giunti nel tempo dall’Estremo Oriente e appartenenti ad una collezione privata comprendente okimono, ojime, inro e netsuke poi donata come lascito della moglie Maria Taglietti dell’industriale palazzolese Giacinto Ubaldo Lanfranchi che apprezzava particolarmente il Giappone. I netsuke, sculture Giapponesi in miniatura, sono vere e proprie opere d’arte in miniatura. Fungono da bottone agganciato alla cintura del kimono maschile, privo di tasche, in modo da poter appendere dei piccoli contenitori, per avere 56 www.newentry.eu

con sé oggetti come monete, tabacco o spezie. I netsuke sono per lo più realizzati in legno o avorio e sono oggetti raffinati che ritraggono figure umane o anche fiori e piante o ancora figure dello zodiaco orientale. Ma in mostra il visitatore potrò apprezzare non solo i


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netsuke. Vicino a queste piccole sculture, raccolte dall’inizio degli anni cinquanta, l’industriale Giacinto Ubaldo Lanfranchi, ci sono infatti anche dipinti e pezzi di arte decorativa. Nel 1967 Giacinto Lanfranchi donò anche la sua importante raccolta di volumi antichi alla Biblioteca Civica di Palazzolo sull’Oglio, intitolata per questo a suo nome. La mostra è inserita tra le proposte della manifestazione Milano Asian Art 2018. Ha inoltre ottenuto il contributo delle aziende Lanfranchi S.r.l., STEA S.p.A. e del Credito Cooperativo di Brescia, e il supporto del ristorante palazzolese Yugen. Ester Campese

Rubrica di Arte curata da: Ester Campese, pittrice e artista internazionale. Blog personale: https://campeyblog.wordpress.com

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RIDIAMOCI SOPRA

L’avvocato difensore interroga il testimone: “Ci saprebbe dire che ora era quando è avvenuto l’omicidio?”. “Penso che...”. L’avvocato lo interrompe bruscamente: “Mi scusi, ma noi non siamo interessati a cosa lei pensa, vogliamo solamente sapere come sono andati i fatti!”. Il testimone, aggrottando le sopracciglia: “Le dirò come sono andati i fatti, però non posso parlare senza pensare. Sa com’è... io non sono un avvocato!”. Un uomo sta volando su una mongolfiera quando capisce di essersi perso. Fa in modo di scendere di quota finché non riesce ad arrivare a portata di voce di un tale a terra: “Mi scusi, puo dirmi dove mi trovo?”. E il tizio da basso gli risponde: “Ma certo! Lei è su di un pallone ad aria calda a una decina di metri dal terreno”. “Ma che lei lavora nel campo dell’informatica?” fa l’uomo sul pallone. “È vero - replica il passante - Ma come fa a saperlo?”. “Beh - dice l’aereostatiere - tutto quello che mi ha detto è tecnicamente ineccepibile, ma assolutamente inutile”. E da basso arriva la risposta: “Invece lei mi sa che è un dirigente d’azienda”. “Giusto - deve ammettere l’uomo in pallone - ma come fa a saperlo?”. “Vede - fa il passante - lei non sa dove si trova, o dove sta andando, ma era convinto che io la potessi aiutare. Lei è nell’identica condizione di prima che ci incontrassimo, ma ora è colpa mia”. Un vecchio, ormai debolissimo e vicino alla morte, giace steso sul letto. A un certo punto sente un forte odore di cioccolata venire dalla cucina. Con le sue ultime forze, riesce ad alzarsi dal letto, uscire dalla camera, scendere le scale, e arrivare sino in cucina quasi strisciando. Qui nella cucina vede sua moglie intenta a preparare torte e dolciumi. Con un ultimo sforzo arriva sul tavolo e tenta di agguantare un dolce, ma... STAK! La moglie lo colpisce sul dorso della mano con il mestolo urlando: “Lascia stare, sono per il funerale!”. 58 www.newentry.eu

In pieno oceano una nave da crociera, carica di turisti, incomincia ad affondare. “Gettarsi in mare!” ordina il comandante. Ma nessuno si muove. Il comandante, allora, chiama il suo vice e gli dice : “Cerca di convincerli”. Dopo un po’ questi ritorna e dice al comandante: “Si sono buttati tutti in mare”. “Come sei riuscito a convincerli?”. “Con la psicologia. Ho detto agli inglesi che sarebbe stato un gesto sportivo e si sono buttati. Ho detto ai francesi che era una cosa chic; ai tedeschi che era un ordine; agli italiani che era proibito; ai russi che era rivoluzionario”. “Ma come hai convinto gli americani?”. “Facilissimo. Ho detto che erano assicurati”. Un uomo va dal dottore con una lunga storia di emicrania. Il dottore scopre che il suo povero paziente ha provato praticamente ogni terapia senza nessun miglioramento. “Ascolti” dice il dottore, “anch’io soffro di emicranie e il consiglio che posso darle non l’ho imparato all’Università ma dalla mia propria esperienza. Quando ho un attacco di emicrania, vado a casa, mi infilo in un vasca da bagno bella calda e sto ammollo per un’ora. Poi mia moglie mi passa la spugna con l’acqua più calda possibile intorno alla fronte. Quindi esco dalla vasca, prendo mia moglie e la trascino in camera da letto, e mi sforzo di fare del sesso con lei. Quasi sempre il mal di testa se ne va immediatamente. Ora, provi anche lei e ritorni fra due mesi”. Due mesi più tardi il paziente ritorna con un gran sorriso: “Dottore, ho seguito il suo consiglio e realmente funziona; ho avuto emicranie per 17 anni e questa è la prima volta che qualcuno mi ha aiutato!”. “Allora” dice il medico “sono contento di averla aiutata”. E mentre sta salutando il dottore il paziente aggiunge: “Ah, dottore, mi congratulo con lei: ha veramente una casa bellissima!”. Che differenza c’è fra un milionario e il suo maggiordomo? Il maggiordomo si toglie i guanti prima di fare

pipì, mentre il milionario glieli fa indossare.


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Rossella Barbera una “Barbie” sul set

Della Barbie – la storica bambola che ha idealizzato la bellezza femminile – ha praticamente tutto. Corpo da favola, viso angelico, lineamenti delicati e colori magici. Rossella Barbera è una di quelle fotomodelle che rimangono impresse nella mente. Per il fascino e l’eleganza. Per certe foto difficili da dimenticare e per quel suo naturale esibizionismo che riesce ad esprimere sul set. A 20 anni, è già una delle fotomodelle più ricercate della Sicilia. Da Catania, la sua terra d’origine, è pronta per andare alla conquista dell’Italia intera. Sui social i numeri vanno a gonfie vele e su Instagram viaggia verso l’esclusivo traguardo dei 25.000 followers. Decine e decine di commenti la inducono a continuare così. E l’estate la farà ulteriormente decollare. Merito, come detto, di un fisico da urlo, di curve mozzafiato e di outfit mai volgari ma sempre e rigorosamente femminili. Un’esplosione di sensualità dove non manca il cervello. Oggi, infatti, il suo più gran62 www.newentry.eu

de desiderio è quello di riprendere gli studi. La dimostrazione che – oltre che con la fotografia – il suo futuro vuol scriverlo impegnandosi anche sui libri. “Purtroppo ho lasciato gli studi, ma presto riprenderò” racconta Rossella Barbera, una ragazza “gentile e buona con tutti a parte con chi mi fa arrabbiare”, amante del rosa, del make-up, della moda, dello shopping e della palestra. Insomma: l’immagine è molto e la resa finale semplicemente stupenda. Come nasce la passione per le foto? Ho sempre avuto la fissazione sin da piccola ma non ho potuto iniziare prima. Così mi sono messa in gioco lo scorso anno, a 19 anni: meglio tardi che mai… Come inizia questa avventura? Facendo un book fotografico, da lì ho iniziato a partecipare a vari concorsi di bellezza, ho messo insieme altri shooting, fin quando


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hanno iniziato a chiamarmi vari fotografi per scattare con me. Che mondo hai trovato? Ovviamente non tutti erano seri, qualche fregatura me la sono presa… purtroppo quando si inizia da zero qualche intoppo può anche capitare. Col tempo poi si scremano le persone e tutto diventa più semplice. Cos’è per te la fotografia? È la mia passione, fortunatamente sta diventando un vero e proprio lavoro. È così, anche se molte persone non capiscono, e criticano molto… Io però non ho intenzione di mollare per nessun motivo ed anzi spero di diventare una fotomodella professionista e ritagliarmi un

mio spazio nel mondo dello spettacolo, in tv... Lontana dal set, che ragazza sei? Nel quotidiano di solito sono esibizionista, ma tutto dipende anche dal mio umore. Tra 10 anni non so dove mi vedo ma spero di diventare un personaggio… noto. Sui social vai a gonfie vale. Mi reputo una mini-influencer, ma spero di migliorare anche in questo. Amo molto stare su Instagram e condividere i miei scatti ma anche alcuni momenti della mia giornata. Su instagram sono Roxy Barbie, su Facebook Rossella Barbera: venite a trovarmi!

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Approfondimenti a pag.2

Il dentista dei bambini

San Flaviano

Poliambulatori


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