NEW ENTRY - IL GIORNALE DELLA GENTE - EDIZIONE DI BERGAMO DEL 24 GIUGNO 2019

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Editoriale

UN GRAMMO DI BUON ESEMPIO VALE PIÙ DI UN QUINTALE DI LIKE Provate a mettere le vostre mani sugli occhi, non si riesce a vedere i volti delle persone, degli amici che abbiamo vicino, non possiamo leggere libri o guardare le stelle. È un buio che non finisce mai. La vita infelice è piena di buio. Quindi dobbiamo imparare a guardare con lo sguardo tenero, dolce, affettuoso e soprattutto aiutare, tendere la mano a chi è cieco per permettergli di camminare insieme a noi. E se così è per gli occhi, lo è anche per la bocca. Se la chiudiamo non possiamo parlare, chiedere quello di cui abbiamo bisogno. Noi vogliamo vivere nella felicità e per fare questo dobbiamo imparare a dire parole buone: rispondere con amore perchè nell'infelicità non ci possono che essere parole inutili, volgari, odiose e soprattutto offensive. Ma c'è qualcosa di ancora più importante che il rispondere.... L'ASCOLTARE!!! Spesso ci tappiamo le orecchie e non sentiamo che ci chiama, chi ci chiede aiuto, chi ci vuole bene... spesso, ed è ancora peggio, le orecchie non sono tappate ma frastornate dal baccano nel quale siamo immersi, un casino tanto assordante che ci ha abituati a parlare a vanvera e soprattutto a non renderci conto che le parole spesso, sono peggio della spada.

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Le violenze verbali sono all'ordine del giorno, c'è chi le rifiuta e va avanti, ma c'è anche chi affonda e decide di suicidarsi. Con troppa leggerezza insultiamo, schermiamo, facciamo la voce grossa con chi è più debole e per che cosa? Per avere un like in più fatto tra l'altro da uno che è più deficiente di noi? Oppure per sentirci al centro dell'attenzione di gente ignorante? E' vero, i gesti d'amore non fanno notizia, danno pochi likes e noi non ci sentiamo appagati. Non perdiamo il senso dei nostri gesti: San Francesco di Sales diceva «Un grammo di buon esempio vale più di un quintale di parole». Non sottovalutiamo il valore dell'esempio perchè ha più forza di mille parole, di migliaia di "likes" o retweets, di mille video su youtube. Con questo non si vuole criticare i social che offrono anche la possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti ma semplicemente dare la giusta importanza alla vita reale che con i nostri piccoli gesti quotidiani può migliorare il comportamento anche di chi ci sta vicino. Mai come oggi abbiamo bisogno di sani e buoni esempi per comprendere nuovamente il confine da dove finisce il bene e dove comincia il male perchè spesso non sappiamo più distinguerli. Gianluca Boffetti


RIFLESSIONI

Alicetta mia... buon compleanno! Io non lo saprò mai quando sei nata davvero, ma scelsi come tuo giorno di nascita il 13 giugno, il giorno del santo a cui probabilmente tengo di più da sempre, il giorno di Sant’Antonio, perché tu, figliola mia cara, profumi di cielo. Tu sei la pace che non trovo nei miei giorni, la gioia che mi sento negata troppo spesso, la spensieratezza che non ricordo d’aver mai conosciuto nemmeno da bambina, la misericordia ed il perdono che questo mondo non vuol o non può darmi. Tu, Alicettina mia bimba bella, sei la misericordia, sei la quiete, sei la bontà, sei la riconoscenza, sei la fedeltà, sei il conforto, sei l’innocenza, sei la speranza, sei il balsamo che lenisce ogni mio male.

NUOVA A R APERTU

Grazie per avermi scelta, grazie per esserti accoccolata nelle pieghe più dolenti del mio essere, grazie per aver scelto di colmare le mie più recondite mancanze, grazie per fugare via, ogni notte ed ogni giorno, le mie meste paure, grazie per avermi presa per mano custodendomi. Buon compleanno mia angelica figliola, buon compleanno prezioso dono regalatomi dal buon Dio come segno tangibile del suo amore per me, dell’amore che non ho mai sentito di poter meritare. Ti amo Alicetta, mille giorni di festa siano ancora riservati a te! Auguri per i tuoi 4 anni, piccina mia beata, la tua mamma.

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RACCONTI

Il Santuario di San Luca Nove secoli fa, Teoche, un povero pellegrino greco, visitò a Costantinopoli (l’odierna Istanbul) la chiesa di Santa Sofia, il celebre tempio cristiano trasformato in moschea. Lì scorse una tavoletta su cui era dipinta l’immagine della vergine. Stupito, guardò meglio e lesse sullo sfondo scuro: «Opera di San Luca, da collocare nella sua chiesa, sul Colle della Guardia». «Perché allora la lasciano qui? » pensò Teoche. « Bisogna portarla a destinazione! Ci penserò io». Detto fatto: s’impadronì del quadretto e partì. A tutti quelli che incontrava chiedeva: «Mi sapreste insegnare la strada per andare al Colle della Guardia?». Ma tutti guardavano stupiti e scuotevano la testa. Teoche attraversò la Turchia, la Grecia, l’Armenia, la Persia, l’Arabia... A un certi momento, disperato, attraversò il mare e sbarcò in Italia. «Ragazzo» chiese un giorno, senza speranza, a un bambino che passava «sapresti per caso dov’è il Colle della Guardia?». «Ma eccolo lì» rispose stupito il ragazzetto «è alle tue spalle!». Sul Colle, Teoche trovò

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un piccolo eremo: i pochi frati accolsero il pellegrino con reverenza e presero dalle sue mani la sacra immagine che riposero nella loro piccola chiesa. Contento d’aver compiuto il suo voto, Teoche ripartì subito e di lui non si seppe più nulla. Ma si sparse la voce dello strano avvenimento e sempre più numerosi salirono al convento dei pellegrini e la piccola immagine divenne celebre. Fu così che i Bolognesi eressero sul Colle un grandioso tempio: è il santuario di San Luca, sul Colle della Guardia, a cui si arriva per un porticato che dalla città si snoda per 3 km e mezzo fino alla cima. ALAN SENONER 2000/2001 Fonte: www.schule.suedtirol.it

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RIFLESSIONI

Normalità, patologia... anzi unicità Anche oggi ho viaggiato molto: ho attraversato paesi noti e altri sconosciuti, isole infelici, mari agitati. In pochi metri tra una stanza e l’altra di un reparto, a distanza di qualche rampa di scale, ho visto mondi complessi, unici, e raccolto storie da alcuni dei loro abitanti.Oggi, come ogni tanto capita, mi sento persino un po’ frastornata da così tanti passaggi: occhi che cercano di sorridere per nascondere la paura; volti arrabbiati; cuori che non battono come dovrebbero; arti che non si muovono come dovrebbero; cervelli che funzionano come possono; vite attaccate a una macchina tre volte la settimana; vite che si spengono… Universi. Microcosmi nel macrocosmo ospedaliero. Da questo punto di osservazione, il concetto di normalità cambia, assume contorni più flessibili. Non è più un’assenza di sintomi e disturbi, ma la ricerca di un equilibrio sostenibile tra questi. Vale per il corpo e per la mente. Ci sono disturbi, sintomi, problemi che accompagnano le persone e non se ne vanno. Ci si lavora intorno, si migliora, ed è un percorso tra un equilibrio possibile e quello successivo. Non “normale”, ma che consente di vivere, al meglio possibile. La neuroplasticità è una grande risorsa, probabilmente una delle più preziose che abbiamo. Il cervello si modifica, apre nuove vie, ne rafforza altre, ma tutto questo ha un prezzo: esercizio continuo, dedizione, cura. Guardare cosa accade in una palestra di riabilitazione neuromotoria ti fa capire il tipo di impegno, e che non vale solo per i pazienti, ma per tutti. Quando abbiamo bisogno di cambiare, anche psicologicamente, è quella la fatica che facciamo: prova e riprova, esercizi ripetitivi. E nella ripetizione il cervello apprende e si modifica. Vale per ognuno di noi: bambini sui banchi di scuola, adulti al lavoro, atleti, musicisti che passano ore sui loro strumenti per tirar fuori le note giuste, pazienti.

Il cervello è democratico. Ovunque siamo nelle nostre vite, qualunque continente psicofisico abitiamo, in qualunque punto del continuum eccellenza-normalità-patologia ci troviamo, dobbiamo tutti darci da fare per dare senso alle nostre vite, per apprendere, per adattarci ai cambiamenti. In tutte le palestre della vita, concrete e metaforiche, noi esseri umani ripetiamo esercizi, e quando quegli esercizi hanno dato i loro frutti, passiamo a quelli più difficili, di livello superiore. Tutti i percorsi sono unici e preziosi. Sono testimonianze viventi, non appiattite sul manuale della normalità. Siamo esperimenti unici. Dobbiamo esserne consapevoli e dare valore alle nostre fatiche, alle incompiutezze. E soprattutto dobbiamo dare valore ai nostri limiti perché sono loro a creare le sfide della nostra vita, e facendo questo delineano il nostro viaggio: di sfida in sfida, di limite in limite. Che il viaggio possa essere per tutti noi fecondo. sguardiepercorsi

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Ed è Poesia

“Incerto domani” In questo tempo dove aridi crinali si sono ingialliti i capelli imbiancati e ceduto la pelle alle rughe vestiti soltanto di noi e di mille domande vagando senza scarpe s’è inciampato, ricercando una meta. In questa distesa di fittizie certezze ci si muove lentamente dentro a pulviscoli di perché e tralasciando realtà che ci appartengono spesso ci siamo arenati. Ma come scordare lo scorrere del treno coi suoi irti tragitti lungo terre e confini tra lo sfilacciarsi di nubi e timidi tramonti... Mai nessun ricordo svanisce per sempre essi sono come bolle di sapone dallo svariato contenuto ch’esplodendo lasciano a terra il loro contorno. Ogni profumo riporta alla radice d’antiche emozioni Ogni colore restituisce sensazioni d’un flusso di vita Ciò che tutto ci appare e scompare che siano paesaggi inattesi o fronde d’alberi sfioriti steli d’erba sconosciuti o spazi d’esistenza infinita sono rotte d’un viaggio che abbiamo già vissuto. Sono come fredde rotaie interminabili e parallele che conducono pensieri tra labirinti di stazioni di cui più non ricordiamo il nome Io..li conosco bene i pensieri s’accalcano e s’accavallano facendo a gara per sormontare l’un l’altro impadronendosi d’ogni più remota curva della mente In questo tempo che più non ha tempo e più s’allontana e più si fa sottile raccogliamo sogni randagi e nomadi erranti per tingerci il viso d’un colore nuovo ad ogni fermata mentre l’anima, sempre più nel profondo ci logora tacitamente l’esistenza Così rantolando nel buio d’una galleria attendiamo ansiosi l’illusione d’una luce di speranza cercando il coraggio per non smarrirci … Rosa Leone 06 www.newentry.eu

“Rondini”

Rondini sfrecciano nell’ aria, leggiadre piroette sontuose messaggio d’Infinito, secreto, che possiamo come loro, sognare e volare. La mia anmia intreccia una scala con raggi di sole e ali di farfalla, si lancia in alto, invano....... la luce eterea è sempre lontano. Speranze spezzate, la magia non si compia, perchè tra tante rondine nere manca, l’unica prodigiosa, la rondine portentosa, la rondine bianca! Dara Naumova

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che avevamo il mangiadischi ARANCIONE schiacciato E con il manico. Noi che nei prati al buio tra il frinire delle cicale scorgevamo ancora le lucciole (e non sapevamo sarebbero state le ultime). Noi che era pronta la cena proprio al momento del calcio di rigore. Le chwing dingue


Scena d'amore Francesco racconta: "Questa mattina in autobus sale una coppia di giovani ragazzi con sindrome di Down. Li ho visti più volte, sono fidanzati. Scherzano e amoreggiano tutte le volte che li incontro. Lui che le soffia tra i capelli, lei che gli tira un orecchio... il tutto con grande complicità e intesa. È successo anche stamani. Scena bellissima. Lui con tutta la tenerezza e l’amore del mondo le prende il volto tra le mani, le dice in continuazione: “Bella, quanto sei bella!” e le bacia delicatamente guance e fronte sorridendo. Mi emozionano e mi fanno stare bene. Dentro di me penso: “Viva l’amore, in tutti i suoi colori, forme e dimensioni. SEMPRE!” Poi mi giro intorno e vedo ragazzi e adulti

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sghignazzare trovando la scena divertente o comunque da deridere. Rimango basito, ma mi ricordo subito dopo che al peggio non c’è mai fine. È vero che la madre dei cretini è sempre incinta. Ma sapete una cosa? A quei ragazzi di quello che stava facendo la gente non gliene fregava niente. Si bastavano nella loro favola d’amore e non avevano bisogno di altro. Cosa auguro ai “senza cuore”? Nessuna disgrazia, solo di trovare qualcuno che li ami anche solo un millesimo di quanto quel ragazzo ama la sua compagna. Perché il bene c’è. Esiste. E potrà trionfare solo se ognuno di noi ne mette un po’ in circolo." Francesco Ciai

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OROSCOPO dal 24 giugno AL 23 Luglio 2019

ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

Avrai la possibilità di fare degli ottimi investimenti finanziari o di comprare una casa. In ambito lavorativo, rischierai di compromettere il buon esito di una trattativa importante a causa di un imprevisto. Cerca di correre subito ai ripari. Periodo di pausa in amore.

In amore potrai ricevere una delusione che intaccherà il tuo orgoglio perché non accetterai che a decidere sia la tua partner. Evita di essere distaccato. In ambito lavorativo, avrai la propensione ad espandere le tue attività e agirai con molta cautela...

Sarai molto disponibile verso le persone che ti circondano, soprattutto in ambito lavorativo: le invoglierai a dare il meglio di se stesse e saprai dire parole di conforto a chi ne ha bisogno. In amore, è vicina la possibilità di ribaltare una situazione a tuo favore.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Dovrai evitare l’ostinazione se non vuoi incrinare i rapporti con chi ti sta al di sopra nel lavoro. In ambito affettivo, ritroverai una buona intesa con la tua partner. Un consiglio: controlla un po’ di più le tue reazioni.

Non dovrai opporti ad una decisione che verrà presa da un tuo familiare, rischi un diverbio. In ambito affettivo, anticiperai le mosse della persona amata ed eviterai di farti cogliere in flagrante. Evita i messaggi scritti e cerca di non lasciare prove.Nel lavoro, dovrai rispondere in prima persona di un errore commesso

Ottimo questo momento, soprattutto per il grande intuito che avrai: ti indicherà le giuste soluzioni per migliorare la tua situazione nel lavoro. In amore potrebbero essere prese decisioni radicali, quindi è necessaria una tua grande concentrazione per evitare gli errori.

BILANCIA - 23/09-22/10

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Le Stelle ti danno ottimi auspici nel quotidiano lavorativo, grazie anche ad incontri interessanti che ti offriranno la possibilità di sviluppare nuovi progetti. In ambito affettivo dovrai evitare la fretta se vuoi ottenere i risultati migliori.

Ti sentirai stanco e spossato; le tue energie si sono affievolite e sarebbe opportuno un momento di relax. In ambito lavorativo, non strafare. Un consiglio: concediti una serata insolita con la tua partner, sarà un modo anche per vivacizzare la vita di coppia.

In amore vivrai un momento magico, da raccogliere nell’album dei ricordi. Una sorpresa è in arrivo. Nel lavoro, avrai una vena creativa e sarai portato a selezionare gli impegni per avere la possibilità di dedicare più tempo alla realizzazione di un tuo progetto.

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In ambito affettivo avrai una bellissima notizia che ti darà più fiducia e che migliorerà il confronto con la partner, evita quindi di mostrarti insoddisfatto. In ambito lavorativo, avrai modo di chiarire un malinteso con un tuo superiore e ritroverai l’armonia necessaria nel tuo ambiente per poter proseguire senza malesseri.

Riuscirai ad adattarti dinanzi a qualsiasi situazione. In ambito lavorativo, evita gli atteggiamenti orgogliosi e se riterrai di non essere all’altezza della situazione chiedi aiuto ad altri. In amore talvolta sei troppo trasparente: devi cercare di non dare a troppo a vedere la scontentezza causata da alcune decisioni della partner.

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In ambito affettivo, sarai molto ottimista nel gestire una questione delicata del rapporto di coppia e trasferirai questa positività anche alla tua partner. In ambito lavorativo, dovrai limitare le tue richieste se non vorrai ritrovarti deluso da un rifiuto.



RIFLESSIONI

UNA MACCHIA DI SANGUE

Circa trent'anni fa, una mia amica iscritta all'AVIS mi fece questa domanda: <tu potresti donare il sangue, salvando perciò molte vite, ma non lo fai, ti senti a posto con la tua coscienza? IL suo interrogativo mi spiazzò e continuò a frullarmi in testa per molto tempo. Decisi così di andare dall'allora presidente AVIS del mio paese per informarmi su cosa fare per poter diventare un avisino. Iniziai così con le visite ed i prelievi preliminari per stabilire se ero idoneo a diventare donatore. Mi colpì molto una frase che mi disse un medico durante una visita: <secondo te, perché le donne vivono mediamente sette anni più degli uomini?>, <Perché loro non si devono sopportare?>, (naturalmente la mia fu una risposta ironica), < Perché grazie alle mestruazioni, mantengono sempre il sangue rinnovato>. Io non so se quel che mi disse il medico abbia una valenza scientifica, ma quelle parole mi fecero riflettere. Tutte le visite e le analisi andarono per il meglio, diventai così un tesserato AVIS; ero veramente felice. Mi ricordo bene la mia prima donazione, ero un po' agitato, credevo di sentire chissà quale male, invece fu si e no come una puntura di zanzara. Dopo la donazione, con mia felice sorpresa, c'era una tavola imbandita ad aspettarci: panini al salame, al prosciutto, succhi di frutta, caffè latte; pensavo: per la miseria, faccio del bene agli altri, tengo la mia salute sotto controllo, dopo aver donato si mangia e si beve; il tutto gratuitamente. Ma la cosa che maggiormente mi è rimasta dentro, è stata la gioia, l'orgoglio, la soddisfazione di essere stato per la prima volta in vita mia, veramente utile agli altri. In macchina, mentre tornavo a casa, ero talmente felice che cantavo a squarciagola, al punto che arrivato a casa facevo fatica perfino a parlare, è stato sicura10 www.newentry.eu

mente uno dei giorni più belli della mia vita. Così per dieci anni donai il mio sangue senza saltare mai un appuntamento, 41 prelievi per 41 mie rinnovate soddisfazioni. Ricevetti anche due lettere di ringraziamento, scritte dal presidente generale AVIS Brescia, perché il mio sangue ha sempre rispettato tutti i parametri e perciò è sempre stato utilizzato in tutte le sue parti. Di riflesso questo mi stimolava a mangiare e bere con equilibrio, oculatezza, con una ricaduta positiva in primis sulla mia salute. Ero proprio contento, finché una domenica, direi una brutta domenica, mi sono recato all'ospedale, entusiasta come sempre, di fare il mio dovere di bravo cittadino; quel giorno c'era un medico nuovo, mai visto prima, che presenziava ai prelievi; gli consegno il foglio del questionario debitamente compilato, mi fa qualche domanda: <Che professione svolge?> - <Sono un contadino>, da quel momento in poi cominciò a trattarmi come un rimbambito. <Ma lei ha capito tutte le domande del questionario?> - <Certo, ho già donato il sangue quarantuno volte, so bene come si compila!>. Ma lei conosce il significato della parola piercing?> - < Certo che lo conosco, non mi sono messo piercing; senta dottore, le ho già detto che non è la prima volta che dono il sangue>. <Attualmente è in buona salute?> - <Sì, attualmente sto benissimo!> - <Non soffre di diarrea?> - <No, sto bene> - <Ma lei conosce l'esatto significato della parola diarrea?>. In quel preciso istante mi girarono le balle; <Dovrebbe essere merda liquida> - <Effettivamente sì>. Senta, le faccio l'ultima domanda, so che è sposato ma gliela pongo lo stesso: <Ha rapporti sessuali con persone sconosciute?> - <Trombo a destra e a manca>, (ormai avevo perso le staffe). <Per la miseria, ma al-


meno usa il profilattico?> - <Mi faccia pensare, i profilattici sono quei palloncini che gonfio al compleanno di mia figlia? Sa dottore dove starebbe bene un profilattico? Sulla sua testa, si perché lei è una testa di ca.....>. Il resto della conversazione non lo posso scrivere. Tornato a casa, pensavo che qualche rappresentante dell'AVIS mi interpellasse per chiedere chiarimenti su quanto accaduto, ma nessuno si fece vivo, e così con grande mio dispiacere non donai più il sangue per la mia sezione di appartenenza. Dopo un mese dall'accaduto, essendo un donatore convinto, andai a parlare con il presidente AVIS di un paese vicino al mio, gli dissi che avevo avuto dei diverbi nella mia sezione e lui fu felice di accogliermi nella sua. Rifeci nuovamente tutte le visite di controllo, le analisi del sangue e finalmente diventai un nuovo tesserato; anche se non era il mio paese, l'importante era donare. Quando partii per la prima donazione della seconda serie, ero felicissimo, arrivai all'ospedale fischiettando, compilai il foglio con le solite domande: ha fatto tatuaggi, ha messo piercing? Ecc. Ecc. Aprii la porta del piccolo ufficio adiacente la sala d'attesa per consegnarlo al medico che presiedeva ai prelievi; quasi mi viene un colpo quando mi sono trovato davanti ancora il medico dell'ultima volta, (lui era l'incaricato

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fisso dei 2 paesi adiacenti); avreste dovuto vedere la sua faccia quando mi ha visto, così con nonchalance gli misi la mano davanti alla faccia con il dito medio rivolto all'insu e gli dissi: <Dottore, lei conosce l'esatto significato di questo gesto?>. Girai i tacchi e me ne andai. Arrivato in macchina però, cominciai a riflettere, la voce della mia coscienza mi diceva: <Adesso torni indietro e gli chiedi scusa, gli parli da persona civile, così dopo puoi donare il sangue. Ma l'orgoglio è stato più forte, non ho avuto il coraggio o l'intelligenza di tornare indietro. Dopo qualche giorno il presidente della mia nuova sezione, venne a trovarmi a casa, voleva sapere il perché me ne ero andato senza donare il sangue; gli spiegai tutta la storia; mi disse che non era una cosa irreparabile: "Parlo io con il medico, gli dico di mettersi in contatto con te, così risolvete la questione una volta per tutte." Il medico io non l'ho mai visto ne sentito. Se avessi avuto più sale in zucca, sarei andato io da lui, invece ognuno di noi è rimasto sulle sue posizioni così mi sono fermato a 41 donazioni. Sono passati vent'anni da allora, in tutto questo tempo avrei potuto donare 80 sacche di sangue. Quante vite si sarebbero potute salvare? È una macchia sulla mia coscienza che mi da veramente fastidio. Giordano

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ITINERARI

Cascate di Monticelli Brusati Provaglio d’Iseo (Brescia)

Nella Valle di Gaina a Monticelli Brusati si sviluppa il Sentiero della Cascate, un percorso naturalistico ad anello di particolare interesse. Esso a caratterizzato dalla presenza di un piccolo canyon lavorato dall’erosione del torrente che scorre nella zona e da una serie di piccole cascate. Giunti al centro di Monticelli Brusati si lascia l’auto in una delle quattro aree di parcheggio appositamente attrezzate. Si percorre a piedi via Foina facendo attenzione al traffico e si supera l’omonima frazione. Si prosegue sull’asfaltata fino all’incrocio con via Colombaia dove la strada cambia nome e diventa via Gaina. L’itinerario prende il via dalla frazione di Gaina, dove un segnavia di colore bianco e rosa con Ia scritta SC conduce lungo una stradina, prima asfaltata e poi sterrata, al suggestivo torrente. I percorsi proposti sono due, ma quello da noi descritto è indicato come “Variante per Esperti” per l’andata e “Variante B” per it ritorno. II sentiero si abbassa verso il torrente, percorrendo il piccolo canyon. Passati sotto una nicchia in cui è custodita una Madonnina, alternando ripetuti passaggi del corso d’acqua, si arriva alla prima scala metallica situata alla destra di una cascata. Dopo averla risalita, si precede affiancati da alcune stratificazioni rocciose, 12 www.newentry.eu

superando, con l’aiuto di catene e pioli metallici, una stretta forra lavorata dall’acqua, fino a raggiungere un’altra cascata che chiude la vallata. Ci si arrampica a sinistra, aggirando Ia cascata con l’utilizzo di una lunga catena: è questo il passaggio più impegnativo del percorso da affrontare con cautela. Poco dopo, il sentiero raggiunge un’altra suggestiva cascata, nei pressi della quale si trova una testa scolpita nella roccia, chiamata “Mostasù”. Si sale la seconda scala metallica a sinistra della cascata e, superatala, si prosegue lungo un sentiero attrezzato con cavo metallico plastificato, che riconduce al torrente. Si attraversa il corso d’acqua e si esce dal bosco, raggiungendo prima delle costruzioni in muratura e poi una radura erbosa. Da qui, seguendo le indicazioni “Variante B”, si risale ancora un tratto la valle fino ad incontrare nuovamente il torrente. Lo si attraversa per l’ultima volta, portandosi sulla sponda destra e si completa il giro rientrando a Gaina. II Sentiero della Cascate è percorribile in tutti i periodi dell’anno, ma sono preferibili la primavera e l’estate ed è sconsigliabile intraprendere il percorso durante i giorni piovosi. Si suggerisce l’uso di scarponcini da trekking e del moschettone per effettuare il tratto di sentiero attrezzato.


GUSTO A TAVOLA

Uova farcite con creme saporite Ingredienti per 8 uova 4 cucchiai maionese 2 cucchiai senape 2 cucchiai ketchup prezzemolo 1 scatola di tonno grande Preparazione ricetta Lessare le uova in acqua bollente per 8 minuti, sgusciarle e tagliarle a metà, togliere i tuorli e metterli in due tazze, aggiungere nella prima:

2 cucchiai maionese, ½ scatola di tonno 1 cucchiaio di senape, poco prezzemolo tritato aggiungere nella seconda: 2 cucchiai maionese, ½ scatola di tonno 1 cucchiaio di senape, 2 cucchiai di ketchup Mescolare bene gli ingredienti nelle due tazze e mettere le creme ottenute nel sac a poche. Ricomporre le uova mettendo al centro dell’albume ciuffi di crema. Anna - www.cucinacreare.it

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LA STORIA DI FILIPPO Ciao a tutti sono Filippo è sono un alcolista. Ho 61 anni frequento Alcolisti Anonimi da circa 18 anni e sono totalmente sobrio da 8. Mi è venuto il desiderio di scrivere queste 4 righe perché soprattutto sento di voler condividere con chi è come me il proprio problema alcolico e condividere anche quella solidarietà che ho ricevuto e la gioia di vivere. L'alcol mi aveva bruciato tutto, anima, amore, famiglia, lavoro, amici... quelli veri. Ho cominciato a bere presto come un po' tutti, per gioco, per necessità di allontanare i fantasmi della paura. Paura dei problemi adolescenziali, problemi della mia famiglia difficile, che poi sono un po' i problemi che hanno tutti. Così facendo, mi fregai con le mie mani. L'alcol, quell'alleato di allora, era diventato il mio sovrano cattivo. Fortunatamente grazie alla mia compagna, agi amici dei gruppi e al percorso dei 12 passi ho trovato in A.A. la solidarietà e la comprensione di scegliere una dipendenza buona, utile che mi facesse ritrovare la serenità, la dignità, di ritrovare Filippo, quello

buono e amorevole che fu. Ora, dopo 8 anni di sobrietà frequentando il mio e altri gruppi, cercando di essere utile all'associazione, con il mio servizio verso gli amici che ancora soffrono, posso dire di essere rinato, tutto è diventato più semplice. Cerco di accettare (a volte con difficoltà) le cose che non posso cambiare e avere un po' più di coraggio nel cambiare quelle che posso nei miei limiti. Stò veramente meglio, non ho più bisogno di bere. Ho sofferto tanto e ho fatto soffrire tanto, farò di tutto perché questo non possa più accadere. Per questo domando perdono a tutti. Infine esorto tutte le persone che si sentono nel problema e non riescono ad avere le risposte, che non sanno come ricominciare una vita senza alcol, senza disperazione, senza solitudine, che una soluzione c’è. Per me si è chiamata Alcolisti Anonimi e tutto il suo insieme. Potete credermi: se ce l'ho fatta io ce la farete anche voi. Ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato. Grazie. Filippo.

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L’INTERVISTA

Oggi conosciamo SILVANA GIZZI Essere al centro dell’attenzione fa parte del suo dna. Per Silvana Gizzi, passare inosservata è quasi impossibile. Bella, affascinante e intelligente. Il mondo dell’immagine e dello spettacolo è il suo habitat naturale. 42 anni da Napoli, mamma di due bellissime figlie, Silvana è fotomodella, indossatrice e a volte anche modella. Una carriera iniziata con la partecipazione ai concorsi di bellezza, fondamentali per farsi conoscere. Poi, in modo quasi inaspettato, le collaborazioni di volta in volta si stanno aggiungendo le une alle altre. “Ma tutte le collaborazioni hanno un loro perché, basta crederci! – racconta Silvana - inizialmente c’era l’emozione di gareggiare o sfilare con ragazze più giovani: non lo nego, non è stato semplice! Ma bisogna avere fiducia in se stessi e dimostrare agli altri che vali”. A suo vantaggio, un carattere tosto che l’ha spinta a tuffarsi in esperienze ed avventure sempre nuove. “Il mio difetto caratteriale è essere orgogliosa, il mio pregio… solarità e sincerità!” racconta, confessando di tenere al proprio corpo. Le immagini lo dimostrano. Il resto, come detto, lo ha fatto la sua intraprendenza. “Mettersi in posa non è da tutti - continua - hanno notato subito il rapporto che avevo con la macchina fotografica: bisogna guardare oltre la macchina, capire prima di tutto lo scatto che ha il fotografo, esprimere le emozioni pensando che in quel momento ti stanno guardando milioni di persone. Occorre dare al pubblico un’immagine di te, l’espressione giusta mai statica!”. Naturalmente, Silvana Gizzi è seguitissima anche sui social… Ho un buon rapporto con i social, cerco di usarli con intelligenza… cosa che oggi è molto difficile. I 16 www.newentry.eu

miei followers mi amano e mi distinguono proprio per questo, oggi si mostra tutto e poco. Nel mio canale cerco di mostrare ciò che sia trasparente, pulito e informativo. Non mi reputo una influencer: oggi ce ne sono già troppe e a mio parere… Ed infatti i tuoi numeri sono in continuo crescendo. Io cerco di pensare sempre a me stessa, degli altri poco mi importa. Mi sono costruita tutto da sola ed ho combattuto per arrivare a questo, l’unica cosa che mi può infastidire è l’invidia soprattutto per me che ho sempre lottato per la solidarietà femminile. La mia pagina l’ho creata per far sì che donne della nostra età possano fare tanto nella moda. Ripartiamo da qui: dal rapporto fra Silvana Gizzi e la moda… Il mio esordio come concorso è stato “Miss Mamma” con Monica Pignataro, “Miss Campi Flegrei Gold” , da lì in poi è cominciato il mio percorso. Ho fatto alcune comparse con il film di “Alessandro Siani”. Sono stata moderatrice per un libro al “Teatro San Carluccio” di Napoli, attrice in piccoli ruoli con il regista Nando De Maio


L’INTERVISTA

in “L’Avvocato Rinaldi”. Spesso sono stata chiamata in giuria per alcuni concorsi di bellezza, poi invitata a party Fashion e Vip dove sono apparsa in alcuni giornali ed editoriali. Non solo sfilate… Ma anche fotografia, dove ho accumulato collaborazioni con fotografi che hanno avuto importanza nella mia carriera sono Carmine Sannino, Roberto Rigillo, Umberto Raia… Come si “diventa” modella e fotomodella. Non ci si sveglia al mattino, bisogna avere qualità fisiche e posturali, oltre che aver seguito una base di portamento. Dal tuo punto di vista, come giudichi lo spettacolo? Non è semplice, io stessa ci ho messo tempo nell’abituarmi ai suoi modi. Spesso in un attimo si passa dal “quanto ti adoro al quanto ti odio”. Non è semplice addentrarsi e riuscire a farsi conoscere per quello che si è, se non hai un minimo di autostima e sorriso stampato si fa moltissima fatica! Dove ti piacerebbe arrivare? Non ho sogni per questo mondo, io prendo tutto alla giornata. Spero che la mia carriera sia sempre al meglio, ma non progetto nulla. Lontana dai riflettori, chi è Silvana Gizzi? Nel quotidiano vesto molto semplice, comodo.

La sera amo differenziarmi, mi piace vestire molto particolare, amo la moda e il suo stile, cosi come in spiaggia non metto bikini e amo i colori sempre fashion. Cosa mi differenzia dalle ragazze? Lo charme, l’educazione, l’eleganza che poche hanno e la cura dell’aspetto fisico. CONTATTI SOCIAL @silvanagizzimodel Facebook silvanagizzi

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Società

L'ACCOGLIENZA DEPRIVATA DELLE SUE RADICI PROFONDE

Da qualche tempo parlare di accoglienza significa rischiare di perdere il proprio diritto di cittadinanza, scatenare un pandemonio, uno stillicidio di aggettivi e sostantivi a poco prezzo, giudizi e condanne a priori, esternazioni che tranciano di netto qualsivoglia rendicontazione della ragione, ciò che ha necessità di eccellere è il colpo di maglio dell’indifferenza. Tutto il resto è noia o quasi. Eppure non ci trovo niente di buonista nell’accogliere, accompagnare, formare, rendere una vita nuova a chi vita non ha avuto mai, soltanto una qualche sopravvivenza. A mio avviso buonismo becero è non badare ai numeri, alle quantità, alle occupazioni arbitrarie e alle disoccupazioni intellettuali, mentre accogliere quanti sono in fin di vita, quanti non ce la fanno proprio più a sopportare i ceppi dell’ingiustizia, quanti torturati e umiliati piangono senza più lacrime, quanti sono

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ridotti a piccole cose, senza più alcun valore, non ha parentela alcuna con chissà quale terribile e mal disegnata inondazione dell’essere. Noi siamo un paese che non è mai venuto meno al proprio dovere civile di aiutare chi sta messo peggio di noi, tanto meno ci siamo mai sottratti alle leggi scritte e fin’anche a quelle non scritte del mare, della terra e del cielo, men che meno alla propria coscienza. I reati calano, le carceri soccombono al sovraffollamento, i poveri aumentano ma invece ci rassicurano siamo un po’ più ricchi, gli sbarchi non consegnano più carne umana, eppure le città e le periferie sono spazi adibiti alla replicanza inarrestabile dei solitudinarizzati. Insomma tutto fa brodo per inscenare qualche speculazione politica, per fare stare al fondo del barile tutto e il contrario di tutto, a 65 anni sto comprendendo il significato di accoglienza, non perché mi sono deciso a ingrossare le fila del buonismo sociale, piuttosto perché accogliere significa accettare la fatica di una prossimità, non soltanto tra me e te improvvisamente sulla stessa strada, ma perché il cuore, la testa, la pancia, stanno connessi, quando di mezzo c’è la persona, il suo dolore, la sua disperazione, e non soltanto per rimarcare il confine ultimo della propria coscienza. Accoglienza non sottende la prevaricazione dell’altro, neppure il buonismo che è destinato al botto, bensì significa riconoscere l’altro, riconoscere chi sta davvero peggio, chi ha davvero bisogno di aiuto, quella solidarietà costruttiva che costa fatica e sudore e non solamente il furbesco spreco di denari. Non sono accettabili le accoglienze politiche, tanto meno quelle ideologiche, neppure è accettabile rimanere prigionieri di quanto non condividiamo, sebbene comprendiamo la sofferenza di donne, bimbi, uomini innocenti, costretti a rischiare le loro vite per un sogno destinato a morire. Vincenzo Andraous


RIFLESSIONI

IL BIBLIOMOTOCARRO DEL MAESTRO

Antonio La Cava è un maestro in pensione che ha trasformato il suo Apecar in una piccola biblioteca mobile. Con questo “bibliomotocarro” porta in giro libri, in particolare in Basilicata, ma anche in altri luoghi del Sud, per diffondere l’amore per la lettura dei libri cartacei dove di solito non arrivano. Inoltre partecipa spesso a laboratori e incontri con scuole e istituzioni di

vario genere. Per questo suo curioso, interessante ed educativo impegno , è stato anche premiato dal Presidente della Repubblica Mattarella, col titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il calendario del suo giro è consultabile sul sito dedicato all’iniziativa, ma a volte arriva a sorpresa. Ornella Olfi

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RACCONTI Cari lettori nel 2011 arrivò in redazione una lettera che ora ripubblico integralmente. Spett.Le redazione New Entry, è mio desiderio comunicarvi che il mio babbo, Giuseppe Paganessi, non c’è più. Era conosciuto dai vostri lettori per i suoi racconti, puntuali, semplici e divertenti; ERA FELICE D’ESSERE PARTE DEL VOSTRO SOGNO. Riporto la sua frase preferita: “Si passa la vita a dire addio a quelli che se ne vanno fino al momento in cui si dice addio a quelli che restano”. Grazie a nome suo per la vostra accoglienza e ospitalità e ai vostri lettori per l’entusiasmo e stima dimostrategli. Fiorenza Paganessi - Bergamo - 1 Settembre 2011 Ricevere via posta una busta con il suo nome per noi era come avere in mano una perla da proporre a tutti voi lettori e di perle preziose ce ne ha inviate moltissime con tanto di lettera d’accompagnamento rigorosamente scritta a mano. “Spett. Redazione di New Entry, sempre se è anche di vostro gradimento per la pubblicazione sul Giornale della Gente “New Entry”. Ringrazio e porgo distinti ossequi e tanti auguri di buona fortuna". Fatto questa doverosa premessa e per ricordare una persona meravigliosa abbiamo deciso di pubblicare i suoi scritti che, siamo sicuri, troveranno riscontro positivo da parte vostra.

È PIÙ APPASSIONANTE E’ più appassionante la corsa verso qualcosa piuttosto che il suo raggiungimento. Un giovane di mia conoscenza, partecipando alla festa nuziale di un suo parente, ha conosciuto Lisetta, una bella e giovane ragazza tutta acqua e sapone con un sorriso misterioso e incantevole ed un fisico che dimostrava come alle volte la natura non sbaglia nemmeno una virgola. Mi diceva che secondo lui Lisetta era il tipo di donna onesta, amabile e premurosa tanto da portarla con sé “finchè morte non ci separi”. Mi faceva ridere quando mi confidava: “Questa donna mi sgomenta! In aritmetica uno più uno fa due. In amore invece uno più uno fa ancora uno! L’ho capito solo adesso. L’hai mai provato tu quel tormento di voler essere tutt’uno con un’altra persona, di aprirle l’anima per scoprire i suoi pensieri, i suoi sogni, i suoi desideri, le sue angosce, le sue speranze?!?”. In poche parole: era innamorato cotto! Ma veniamo al sodo. Dopo meno di un anno di corte spietata l’ha portata all’altare. Anche lui dimostrava di essere un marito ideale. Era impiegato in una ditta di trasporti e guadagnava abbastanza da consentirgli una vita dignitosa e Lisetta governava la casa con economia meticolosa. Il nostro giovanotto era felice della scelta che aveva fatto. Contento giorno e notte. Tanto che dopo alcuni anni di matrimonio erano anco20 www.newentry.eu

ra innamorati come il primo giorno. Il destino più che la volontà li ha privati della gioia dell’arrivo di un figlio, ma erano rassegnati e sempre fiduciosi. Rimproverava solo due piccoli difetti alla moglie: anelli, collane, orecchini falsi e quella del teatro. Per mezzo delle sue amiche Lisetta riusciva ad avere biglietti omaggio per le prime di teatri di lusso, compresa la Scala di Milano. E qualche volta portava con sé il marito che specialmente alle opere dava segni di stanchezza e tentava di addormentarsi. Finchè non l’ha più accompagnata specialmente agli spettacoli della Scala supplicandola di andarci, se voleva, in compagnia delle sue amiche. A Lisetta piaceva un mondo, specialmente alle “prime”, presentarsi con anelli, orecchini e collane che splendevano e luccicavano anche se erano vergognosamente falsi. E il marito era un po’ seccato da questa mania e ripeteva che: “quando non si ha la possibilità di comprare gioielli veri basta la propria bellezza e la propria grazia che sono sempre valori veri…”. Ma lei aveva quella debolezza difficile da guarire ed era già perdonata in partenza. Una notte d’inverno Lisetta è tornata a casa tardi dal teatro ed aveva qualche grado di febbre. Sulle prime non hanno dato importanza. Passerà. Ma quando hanno chiamato il medico era troppo tardi: polmonite fulminante. Dopo otto giorni avevano già


RACCONTI

fatto il funerale. Delirio per il povero marito che si disperava piangendo giorno e notte senza riuscire a rassegnarsi. Si sentiva disposto a seguirla con la decisione e la leggerezza delle anime semplici e senza speranza. Si chiuse in casa a meditare il suicidio. Pensò come fare e lasciare questo mondo cane che non gli diceva più nulla. Scartò subito le armi da taglio. Non aveva la pistola. Scartò la corda perché è il suicidio dei poveri. Scartò anche l’acqua perché è fredda e lenta a concludere e gli incuteva paura. Restava il veleno. Giusto! Il veleno! L’amanita, la cicuta fatale a Socrate. O l’aconito, quello che si confonde con l’ortica. Ma dove si trovano? Chi li conosce? Aveva sentito dire che anche il prezzemolo se si mangia in quantità massiccia può mandare alla riunione dei partiti. E quello lo conosceva. Subito si sentì più tranquillo e sollevato per questa sua eroica decisione. E non chiamiamolo codardo se la vita andava avanti inesorabile e quasi per forza d’inerzia. Un amico lo rincuorava dicendogli che “solo il tempo guarisce queste perdite e Lisetta è la che ci aspetta seduta nel palco centrale ad ascoltare le melodie delle opere di Verdi, Puccini, Ma scagni, Donizetti, Rossigni, Leoncavallo e qualche volta anche canzoni napoletane, le migliori”. Ed ha incominciato a riprendersi e a constatare che il suo stipendo non bastava per la sua sopravvivenza anche se modesta. E si chiedeva con stupore come ha potuto fare la povera Lisetta a contenere la spesa. E pensare che alcune volte per festeggiare gli anniversari compravano pollo e champagne! Prima di chiedere prestiti ha pensato di disfarsi di tutte le cianfrusaglie e lu-

strini ed ha preso una collana di perle false per ricavare un po’ di denaro per arrivare alla fine del mese. Ha vinto la vergogna mettendo in mostra la sua povertà cercando di vendere una collana di poco valore e così è entrato in una gioielleria del centro. L’orefice ha rimirato la collana anche con l’aiuto d’una lente: “Questa collana vale dai quattro ai cinque milioni”. “Ma lei è sicuro?”. “Per me vale tanto e sono disposto a comprarla. Ma provate da qualcun altro per sincerarvi. Può darsi la valuti meglio”. Gli stava crollando addosso il mondo! E’ uscito con la collana ed ha provato a ragionare: Lisetta non poteva comprare una collana di questo valore. E allora è un regalo! Ma di chi?!E perché? Perché?! Santo Iddio, perché?!?! Un dubbio tremendo gli aveva procurato un nodo in gola che lo stava soffocando. Lentamente è tornato a casa. Ha preso tutti gli altri gioielli che aveva sempre ritenuti falsi. Li fece valutare: tutti gioielli di grande valore! Non è morto perché non era ancora la sua ora. E poiché a 35 anni si sentiva ancora un giovanotto pronto a rifarsi una vita e lo strazio per la perdita di Lisetta si era un poco affievolito, un anno dopo ha trovato la seconda moglie proprio perché è una gabbia di matti: chi è dentro vuol uscire e chi è fuori vuol entrare! Questa benedetta seconda moglie: onestissima ma con un brutto carattere. Tanto s’era trovato bene sotto tutti i punti di vista, come compagna, amica, moglie, amante, con la prima, quanto ha patito le pene dell’inferno con la seconda. La donna è mobile qual piume al vento!

NEW ENTRY il Giornale della Gente

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Anno 25- N°09 del 13/065/2019

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Giuseppe Paganessi

SEDE

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SPECIALE

IL SOLE TI FA BENE?

IL SOLE TI FA BENE? La bella stagione è finalmente arrivata: dopo un mese di maggio degno dei migliori mesi invernali, ora ci si può tranquillamente sdraiare al sole in spiaggia. C'è una buona notizia per chi proprio non se la sente di mettersi in costume da bagno con la pelle "bianco inverno": la tintarella artificiale non è da demonizzare come da più parti accade in questo periodo. Basta essere consapevoli di quello che si sta facendo e utilizzare le dovute cautele. Un gruppo di scienziati norvegesi promuove a pieni voti i lettini solari. Dai raggi Uv ricaviamo il 90% della vitamina D circolante nel nostro organismo, una sostanza che ha importanti effetti benefici sull'organismo e che agisce su 4 mila geni e ha un importante ruolo anti-cancro. Una ricerca Usa calcola che, incrementando di una piccola quantità l'apporto di vitamina D, si riduce del 17% l'incidenza e del 29% la mortalità per tumore. Con un nostro studio abbiamo dimostrato che per toccare i livelli estivi di vitamina D basta fare una lampada (di 5-12 minuti) due volte a settimana per 5 settimane. Noi le consigliamo anche agli anziani che prendono pochissimo sole e a chi 22 www.newentry.eu

ha problemi alle ossa. Ma quante volte la settimana posso usare un lettino o visore abbronzante? I bambini e i giovani con meno di 18 anni, coloro che seguono terapie fotosensibilizzanti e le persone con precedenti di gravi disfunzioni alla pelle nella proria famiglia non dovrebbero assolutamente usare il lettino abbronzante o esporsi alla luce solare. Sedute di abbronzatura moderata 2-3 volte a settimana sono appropriate im tutti gli altri casi ma è necessario lasciar riposare la pelle per almeno 24 ore tra una seduta e l'altra. Lo standard europeo consiglia di non superare il numero di sedute annue raccomandato dal costruttore dell'apparecchiatura abbronzante. Cos'è una seduta abbronzante? E' il tempo necessario per raggiungere una percepibile arrossamento della pelle, ovvero il punto che precede la scottatura, che deve sempre essere evitata. Il tempo di un trattamento abbronzante/lettino, visore o doccia) dipende quindi dal tipo di apparecchiatura usata, dal tipo di pelle della persona che si espone e dalle condizioni in essere


SPECIALE

dell'abbronzatura già esistente. E' bene affidarsi sempre ai consigli dell'operatore estetico, unico professionista abilitato a questo importante servizio estetico. Non esporsi mai al sole nello stesso giorno di una seduta di lettino abbronzante. Posso rischiare il cancro alla pelle usando un lettino abbronzante? Le ricerche mediche e scientifiche indicano l'esposizione eccessiva agli UV in genere (naturali o artificiali) può aumentare il rischio della formazione di melanomi della pelle, in particolar modo se l'eccessiva esposizione avviene durante l'infanzia. L'uso responsabile e sotto lo stretto controllo dell'operatore estetico degli UV consente di raggiungere il giusto grado di abbronzatura e di ricevere la vitamina D in modo coerente, evitando comportamenti scorretti tali da vanificare i benefici del trattamento stesso. Quali sono gli effetti benefici dell'abbronzatura artificiale? Lettino, doccia o visore UV offrono la possibilità di sottoporsi ai trattamenti di abbronzatura estetica in modo controllato e con tecnologia moderne di elevato grado di sicurezza e favoriscono anche la formazione della vitamina D. E' bene ricordare che quando ci si abbronza alla luce del sole, il corpo può essere esposto a livelli

differenti di raggi UV, secondo il momento della giornata, della posizione geografica, del mese, dell'anno e così via. Con il lettino abbronzante, si può sviluppare un programma di abbronzatura specifico per il tipo di pelle; quest'ultima, così come il lettino utilizzato, sono elementi di cui si tiene conto per evitarre l'eccessiva esposizione e la possibilità di scottature. La vitamina D, la vitamina del sole La vitamina D è molto importante per la nostra salute. Gran parte della popolazione europea ne è carente, in particolare durante i mesi invernali, poichè la luce solare non contiene abbastanza raggi ultravioletti. Numerose ricerche mediche dimostrano che la vitamina D ha effetti benefici su: ∙ la salute delle cellule: compreso il cancro al seno, al colon e alla prostata. ∙ la salute delle ossa: inclusa l'osteoporosi, l'osteo malacia e la frattura dell'anca. ∙ la salute degli organi: inclusa la pressione alta, l'ipertensione e le malattie cardiache. ∙ la salute mentale: incluso il Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), la sindrome premestruale (PMS), la depressione e l'umore in generale. ∙ le malattie autoimmuni: incluso la sclerosi multipla, il diabete di tipo 1 e l'artrite reumatoide. ∙ le patologie della pelle: inclusa la psoriasi ∙ l'obesità e i programmi di esercizio fisico.

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pianeta sole www.newentry.eu 23


RIDIAMOCI SOPRA

LA STREGA DI MEZZANOTTE Una sera tardi in un ufficio un uomo sta guardando con aria meditabonda una pistola posta di fronte a lui, sulla scrivania. Improvvisamente si apre la porta dell’ufficio ed entra una vecchia orribile, sporca e vestita di stracci che urla: “Fermo! Che fai?” “Beh, mi succede che mia moglie ha scoperto che ho un’amante e mi ha buttato fuori di casa impedendomi di vedere i bambini. Anche l’amante mi ha lasciato e suo marito ha giurato che me la farà pagare. La ditta va male, sto per fare fallimento e domani deve venire la Finanza a fare un’ispezione, e ci sono parecchie irregolarità. Quindi sto pensando di spararmi. Perché, a te cosa te ne importa?” “Me ne importa, me ne importa... “ dice la vecchia. “Vedi, io sono la Strega della Mezzanotte e posso fare

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in modo che tua moglie ti perdoni e anche l’amante ritorni da te. Posso fare in modo che la Finanza non venga più e che la tua ditta superi la crisi, e tutto questo non ti costerà che una notte di amore...” L’uomo guarda la vecchia, è veramente orrenda, ma di fronte alla prospettiva di risolvere tutti i suoi problemi accetta. La mattina dopo quando si risveglia si trova accanto la vecchia e le dice: “La mia parte io l’ho fatta, ora tocca a te...” E la vecchia: “Dimmi un po’, quanti anni hai?” “Trentacinque, perché?” “E a trentacinque anni credi ancora alle streghe? Io sono la donna delle pulizie.” IL PEDINAMENTO Mentre sta passeggiando, una bella ragazza si rende conto di essere stata seguita da più di 20 minuti da un bel ragazzo. Turbata, dopo qualche attimo di riflessione, torna indietro e gli dice: “Adesso basta! Non osi seguirmi fino a casa, al numero 21 di questa via, terzo piano camera 305, quinta porta in fondo a destra dopo l’ascensore...” LA MINIGONNA Una bionda spettacolosa, con una minigonna microscopica sale sull’autobus attraendo lo sguardo di tutti gli uomini che ci sono nelle vicinanze. Una signora dice a suo marito: “Non è vergognoso il modo con cui tutti gli uomini guardano il sedere di quella bionda che è salita sull’autobus?” E il marito: “Quale autobus?”


RIFLESSIONI

Un'oasi di felicità Dopo il cimitero, sulla provinciale per Gambara, si dirama la nostra stradina. È una linea leggermente curva, fra piante di ogni tipo, campi e verde ovunque. È vissuta con intensità dai figli. In bicicletta, a piedi, di corsa, giocando a nascondino o, semplicemente, ammirando i portentosi mezzi agricoli che la attraversano per raggiungere i terreni là in fondo.

Su tutto il fianco sinistro della strada, ben più basso, con una riva scoscesa nascosta da arbusti e robinie, si apre il campo del nonno. Inimitabile luogo di avventure, sbucciate di ginocchia, graffi, punture d'insetti e... tutto ciò che i bambini sanno inventarsi. A sera li richiamo: "a casaaaa!!". Sbucano ovunque, prendono la stradina e tornano, più grandi di prima. Andrea Milzani

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Ed è Poesia

Cuore mio

Solstizio d'Estate

... è stato quando allargò le sue spalle possenti che m'accorsi d'esser stato travolto nei suoi vivaci sorrisi, riuscendo cosí a far sorridere anche il mio Animo di fronte ad ogni malumore, ad ogni mal evento della vita, ad ogni pericolo che si possa trovare in essa; sicuro come sempre delle propie capacità sfugge ad ogni negativitá con una dignitosa maestria... è chiaro che il suo compito sia tenermi in salvo da questi ostacoli... fin adesso è stato Meraviglioso nelle sue imprese ... ma Dio solo sa cos'altro sia in grado di fare ... Grazie Cuore Mio. Brano ideato e scritto da Bezzi Roberto.... classe 1978 ...*R...

Sotto il rosso Sole d'Estate... danzano … i Folletti e le Fate.

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Da un falò si diffonde il calore... sale al cielo un canto d'amore. Si rinnovano riti pagani intrecciati con quelli cristiani. Ogni luogo ha le sue tradizioni tramandate con leggende e canzoni. Salutiamo il Sole che ha maturato il grano e danzando e cantando lo ringraziamo. Si falciano le messi nei campi e non c'è tempo per essere stanchi. I covoni si devono portare accanto alla macchina per trebbiare. Tanti sacchi di chicchi dorati nel granaio saranno ammucchiati. In cortile, le balle di paglia, formano una specie di montagna su cui salgono, felici, i bambini, sentendosi dei piccoli alpini. Il contadino è molto impegnato ad ammassare il fieno profumato. C'è ancora molta erba da tagliare e alcuni campi già si devono arare. La sera, si cena tutti in cortile mentre il sole, lentamente, va a dormire. Sotto la bianca Luna d'Estate... dormono... i Folletti e le Fate. (Piera Masoch)


RIFLESSIONI

THE RAINBOW BRIDGE (Il ponte dell'Arcobaleno) Le tribù degli Indiani d'America si sono tramandati per secoli questa leggenda, dedicata a tutte le persone che soffrono per la morte di un loro caro amico, che sia umano o non umano. "Lassù nel cielo c'è un luogo chiamato Ponte Dell'Arcobaleno. Quando muore un amico peloso che è stato amato da qualcuno, questi sale su fino al Ponte dell'Arcobaleno, dove ci sono prati e colline a disposizione dei nostri amici, i quali possono correre e giocare assieme. C'è tanto cibo, tanta acqua, c'è tanta luce solare, ed i nostri amici sono al calduccio e a proprio agio. Tutti gli animali che si sono ammalati ritrovano la salute ed il vigore, quelli che sono stati feriti tornano intatti e forti, proprio come ce li ricordiamo quando li sogniamo ricordando i bei giorni passati assieme. Gli animali sono felici e contenti, salvo per una cosa: manca loro qualcuno che è stato veramente speciale per loro, dal quale hanno

dovuto separarsi. Tutti loro corrono e giocano insieme, ma per ognuno di loro arriva un giorno in cui si fermano e guardano lontano all'orizzonte. I loro occhi lucenti sono all'erta, i loro corpi palpitanti. Allora si staccheranno dal gruppo, volando sull'erba verde, con le zampe che li condurranno sempre più velocemente. Vi hanno avvistato, vi hanno riconosciuto. Voi ed il vostro amico del cuore vi ritroverete, per non separarvi mai più. Una pioggia di baci vi ricoprirà il viso, la vostra mano potrà accarezzare di nuovo l'adorata testolina, e potrete guardare di nuovo negli occhi il vostro amico del cuore, che è stato fisicamente lontano da voi ma non è mai stato lontano dal vostro cuore. Ed allora attraverserete insieme il Ponte dell'Arcobaleno..." Grazie a Gabriella Masoni per averci suggerito questo scritto.

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Lettera di un preside ai genitori

Gli esami dei vostri figli stanno per iniziare, so che sperate che i vostri figli vadano bene. Ma per favore ricordatevi che tra gli studenti che siederanno per fare gli esami c'è un'artista che non capisce la matematica, c'è un imprenditore a cui non interessa la storia, c'è un musicista i cui voti in chimica non saranno importanti, c'è una persona sportiva il cui allenamento è più importante della fisica. Se tuo figlio andrà bene sarà un'ottima cosa, ma se lui o lei non lo faranno, per favore non privarli della loro fiducia e della loro dignità. Digli che non fa niente, che è solo un esame. Potranno fare cose molto più grandi nella loro vita. Digli che nin importa quali saranno i loro voti, li amerai lo stesso senza giudicarli. Comportatevi così per favore. E quando lo farete, ammirerete i vostri figli conquistare il mondo. Un esame od un brutto voto non gli porteranno via i loro sogni ed il loro talento. Per favore, non pensate che dottori ed ingegneri siano le uniche persone felici al mondo. Cordiali saluti, il Preside

RIFLESSIONI

CASA LIBRI SENZA PREZZO

A Roma apre la “Casa dei libri senza prezzo”. È una nuova libreria a offerta libera e fa parte del progetto” Book-Cycle, il Ri-ciclo del libro”, un’associazione di volontariato che promuove un libero accesso alla cultura attraverso i libri. Funziona così: chi arriva può prendere fino a 3 libri e lasciarne in donazione altri. I libri raccolti sono a disposizione di tutti, il costo lo decide il cliente col sistema” TU DECIDI IL PREZZO”, una forma di pagamento pensata per andare incontro alle esigenze di chiunque, indipendentemente dalla proprie disponibilità economiche. Vengono inoltre spediti libri in avanzo a ospedali, carceri e centri che ospitano persone in difficoltà. In questo modo riciclano libri dando loro nuova vita. Ogni idea che promuove la lettura è lodevole, ancor più se pensa a chi non può permettersi il continuo acquisto di libri, spesso ad un prezzo elevato. Ornella Olfi

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IL SALOTTO DI KETTY

ALLERGIE STAGIONALI La primavera diciamoci la verità, è forse la miglior stagione delle 4. La natura si colora, le giornate si allungano, il freddo invernale lascia spazio al tepore senza soffocarci dall’afa estiva, l’umore si rasserena (sarà forse il pensiero delle vicine e meritate vacanze?!)…insomma, la primavera ci da quella carica per affrontare le situazioni di vita quotidiana con quello stimolo benefico e quell’energia positiva! Ma, sapete che con noi un ma c’è sempre, purtroppo non ha tutti da queste sensazioni di benessere, perché afflitti e colpiti dalle temibile allergia stagionale. Nella nostra Erboristeria a Presezzo, si presentano sempre più clienti che lamentano disturbi riconducibili alle allergie primaverili, con sintomi quali: occhi gonfi e che lacrimano, naso che cola, starnuti di una certa intensità e nei casi più “gravi” problemi respiratori, come asma. Vediamo di capire nel dettaglio che cos’è l’allergia, quali tipi esistono e come proteggersi da questi fastidiosi sintomi. L’allergia primaverile, viene definita in ambito medico Rinite Allergica, chiamata anche spesso “raffreddore da fieno”, è caratterizzata da un’infiammazione delle mucose nasali scatenata dall’esposizione a una sostanza (l’allergene appunto) a cui il sistema immunitario delle persone allergiche reagisce per espellere questa sostanza “nociva” dal proprio corpo! In altre parole, il sistema immunitario di alcuni individui, risponde in modo esagerato a sostanze che in genere sono innocue, considerandole dannose e producendo anticorpi specifici (IgE) per combatterle. Le cause più comuni di rinite allergica sono:  i pollini di graminacee;  i pollini di erbe infestanti;  l’acaro della polvere. Quest’ultimo può provocare allergia nel corso di tutto l’anno, anche se trova un’acutizzazione in primavera, perché le condizioni climatiche sono ideali alla proliferazione dell’acaro. Le piante che provocano le reazioni sono le Graminacee dei campi o la Paritaria in città, ma anche Ontano, Betulla e Nocciolo. Bisogna stare attenti anche a Cipresso e l’Ambrosia. Come detto in precedenza i sintomi più caratteristici delle allergie primaverili sono a carico delle mucose delle vie respiratorie e delle mucose oculari:  sintomi nasali: starnuti, ostruzione nasale, secrezione acquosa e prurito;  sintomi oculari: prurito, lacrimazione, congiuntiva arrossata;  sintomi respiratori: tracheite con tosse stizzosa e asma bronchiale. Le prime avvisaglie del disturbo sono spesso rappresentate da una serie di starnuti improvvisi, seguiti dopo qualche giorno, da congestione nasale che si diffonde rapidamente agli occhi con lacrimazione e prurito, che può interessare anche orecchie e palato. I soggetti che manifestano i sintomi sopra descritti, 30 www.newentry.eu


IL SALOTTO DI KETTY

soprattutto in maniera importante, devono rivolgersi al proprio medico, che può a sua volta richiedere una consulenza specialistica allergologica e agire così di conseguenza. Insomma, per certe persone la canzone Maledetta Primavera si addice benissimo. Chi ne soffre purtroppo ha questi fastidiosi sintomi, che veramente fanno detestare questo periodo dell’anno. Ci sono tuttavia degli accorgimenti da mettere in atto per cercare di difendersi:  ridurre la permanenza all’aperto nella stagione pollinica, soprattutto nelle giornate secche e ventose o quando l’erba è stata tagliata di recente;  chiudere le finestre verso sera quando la concentrazione dei pollini nell’aria è massima;  se state programmando le vacanze conviene conoscere il calendario pollinico (si trova su internet) della vostra meta; in genere nelle zone marine la densità del polline è minore. Anche la natura, per assurdo, aiuta le persone allergiche con prodotti studiati specificatemele per alleviare i sintomi senza effetti collaterali. Nella nostra Erboristeria a Presezzo troverai prodotti a base di Ribes Nero e Rosa Canina, coadiuvanti delle fisiologiche difese dell’organismo. Infatti, attraverso la forza delle gemme e dei giovani getti delle due piante, tali prodotti riescono a combattere i fastidi della rinite allergica. Come sempre vi voglio ricordare di abbandonare ogni “cura fai da te” trovata su qualche rivista o peggio su internet, ma di rivolgervi a professionisti che sanno consigliarvi cosa meglio per voi. Per ulteriori informazioni, dettagli, TRATTAMENTI-MASSAGGI TERAPEUTICI MANUALI o CONSULENZE PRIVATE ci potete contattare: Mail negozio: info@erboristeriapresezzo.com - Sito: www.erboristeriapresezzo.com oppure ci trovate in negozio ERBORISTERIA PRESEZZO, Via Vittorio Veneto, 1064 Presezzo. TEL 035/4156226. Ivan Mangili e Katia Mussetti

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SPECIALE

FRAMMENTI DI STORIA Campagna di Grecia 1940 - 18a Legione CC.NN. d'Assalto* Le operazioni di approntanamento di questa legione iniziarono il 14 novembre 1940 e terminarono il 21. Dal 24 i reparti iniziarono l'addestramento. La Legione fu costituita coi seguenti reparti: Comando Legione 18a Legione (Crema) - Console Angelo Bracci. Forza iniziale della 18a Legione: uff.53; s. uff.79; CC.NN. 1.244. La legione venne inquadrata nella Divisione di fanteria "Acqui" (17°, 18° Rgt fanteria. e 33° Rgt. Artiglieria) comandata dal generale Adamo Mariotti e già il 10 dicembre fu avviata a Brindisi, dove i reparti arrivarono nei giorni dal 12 al 14 e furono sistemati a Tuturano in attesa dell'imbarco; nel frattempo effettuarono un continuo ed assiduo addestramento. Il 20 dicembre la Legione prendeva imbarco sul "Piemonte" che salpava alle 7:30; alle 23:45 dello stesso giorno le operazioni di sbarco a Valona erano ultimate. All'alba del 21 (ore 4) il XXVII Btg. e la 367a cp. mitraglieri raggiungevano il bivio di Radhima dove accampavano. Il 22 a Radhima la Legione era al completo e, autocarrata, veniva trasportata a q.666 sud di liogora, dove si accampava. A seguito di un ordine della "Acqui" il XXVII Btg. CC.NN. venne posto il 25 dicembre a disposizione della Divisione "Siena", avviato su automezzi fino a Dhermi dove proseguì a piedi verso la linea di combattimento, a Vunoj. Il 26 anche il XIX Btg. e la 367a cp. mitraglieri iniziarono la marcia verso Kondraia; il giorno 27 il XXVII era già a Vunoj e vi era raggiunto in giornata dal XIX e dai mitraglieri, per via ordinaria e sotto il tiro di artiglierie e mitragliamenti aerei. Col 28 dicembre la Legione inizia i combattimenti. La 1a cp. del XIX Btg. risale le pendici del monte Mioglosit per portarsi dietro le q.1096 e 1074 occupate dalla 5a cp. bersaglieri, col compito di sca32 www.newentry.eu

valcarla e contrattaccare il nemico. Nello stesso tempo il XXVII Btg. con la 1a del XIX devono attaccare q 1.096 contrattaccando in direzione Est Sud Est con obiettivo q.731. In mattinata la 2a cp. del XXVII Btg. aveva già attaccato q. 1.096, ma per la reazione avversaria e per le perdite subite non era riuscita a raggiungere l'obiettivo. Unico ufficiale superstite della 2a cp è il C.M. Bassi al quale sono rimasti solo 25 uomini. Egli si era aggrappato con i legionari a q. 1.074, tormentato dal tiro diretto dell'avversario posto a q 1.096. In questa situazione un maggiore del 17° fanteria ordinava di ripiegare su q. 743 e di rafforzarvisi. Il 29 la 1a cp. del XIX Btg. occupa q.1.074 ed alle 11 inizia l'assalto a q.1.096, ma la violenta reazione nemica impedisceogni progresso. Il comandante della Legione comprende l'impossibilità di impossessarsi della q.1.096 se non organizzando un preparato colpo di mani con l'appoggio di artiglierie e mortai per battere le postazioni delle armi nemiche sulle posizioni avversarie che formano ormai un unico sistema: il comando Divisione "Acqui" approva. A presidiare q.1074 restano la 1a cp del XIX Btg e un plotone di mitraglieri dei bersaglieri. Il 30 si predispongono i preparativi del colpo di mano che dovrebbe effettuarsi alle prime luci del 31; ma la nebbia fittissima impedisce l'orientamento e l'azione viene rimandata alle ore 09:00. Una pattuglia riesce a raggiungere, alle 15:00, q.1.009, ma contrattaccata da forze molto superiori deve retrocedere giacchè i rinforzi che dovrebbero accorrere sono impediti da una bufera di neve. Il giorno 1 gennaio 1941 persiste l'imperversare del mal tempi; neve, pioggia, nebbia e venti paralizzano ogni attività e, in conseguenza, il colpo di mani è ancora rimandato. Il 2 vengono impiegati a consolidare le posizioni. Il 3 pattuglie nemiche


SPECIALE

scendono dalle quota 1-009 e 1.096 attaccando i nostri capisaldi; sono respinte dal fuoco mentre le posizioni delle CC.NN sono battute da artiglieria e mortai che infliggono perdite. Un altro attacco dei greci contro il XXVII Btg. e la 367a cp. mitraglieri viene nettamente respinto infliggendo gravi perdite agli attaccanti. Continuano i tempi avversi e violentissimi venti. Alle ore 2 del 4 gennaio una pattuglia di 25 CC.NN. della 1a cp. del XIX Btg., agli ordini del C.M. Lazzarini, si porta sotto q.1.009 per effettuare il colpo di mani e tentarne l'occupazione per facilitare l'assalto a q. 1.096. Alle 11 il C.M. Lazzarini ed i suoi vengono raggiunti dal comandante della compagnia e da altri 30 legionari con fucili mitragliatori e mortai da 45. Si prosegue verso obiettivi che è difficili raggiungere per la necessità di scalare rocce a picco. Ma alle 16,30 il nemico scende in forza dalle quote 1.096 e 929 preceduti da violenti tiri di artiglieria, mortai e mitragliatrici, attacca il comandante della compagnia cent. Tanghini e le 30 CC.NN., mentre altre rilevanti forze greche scendonoda q. 1.009 e attaccano gli uomini di Lazzarini. Altra colonna nemica, sempre da q.1.096, si getta all'assalto dei capisaldi della 3a cp. del XIX Btg. I greci intimano agli italiani la resa ma i legionari si difendono ac-

canitamente con le bombe a mano costringendoli a retrocedere solo perchè minacciati di accerchiamento. Intanto la 3a cp. è entrata in azione malgrado il violento fuoco che batte le sue posizioni, contrattacca valorosamente e ricaccia l'avversario sulla linea di partenza; alle 19 il nemico desiste da ogni sforzo. Le nostre perdite salgono a 45 fra morti, feriti e dispersi; fra queste perdite ci sono anche il cent. Tanghini ed il C.M. Bertoni. Il salasso inflitto all'avversario è assai più elevato. Nella stessa giornata, dopo una violenta preparazione di fuoco, sono state attaccate con forze preponderanti anche le posizioni tenute dalla 367a cp. mitraglieri e dal XXVII Btg., nel settore del 17° Fantera. Questi reparti CC.NN., assieme alla 2a cp. del XIX si sono difesi tenacemente ed hanno ributtato i greci sulle loro posizioni di partenza. Le CC.NN. hanno avuto 83 perdite fra caduti, feriti e dispersi. Tutti i combattimenti della giornata si sono svolti fra raffiche di vento gelato e rovesci di pioggia. Le salmerie della Legione non sono ancora giunte dall'Italia e questo ha reso estremamente difficili la situazione dei rifornimenti. Il 6 gennaio il comandante della Divisione "Acqui" decide di effettuare un altro tentativo per la conquista di q. 1.096. Questa verrà attaccata da nord dal III/7° (Cuneo) www.newentry.eu 33


SPECIALE

mentre due plotoni del XIX CC.NN. attaccheranno contemporaneamente da ovest e sud. Ma per il tempo pessimo l'azione è rimandata e sarà effettuata solo il 9 gennaio. Dalle 11,50 del 9 gennaio la nostra artiglieria batte q.1.096 e alle 12,15, malgrado non ci siano indizi che il III/7° abbia iniziato l'attacco da Nord, il C.M. Michelini con 35 CC.NN compie il primo balzo verso la quota suscitando una violentissima reazione greca che costringe il reparto ad una sosta. Seguono a mancare notizie sull'attacco del III/7° e quindi il Comandante della Legione è costretto a ordinare al C.M. Michelini di rientrare per sottrarre il reparto ad inutili perdite. Solo quando, alle 15, si odono raffiche di mitragliatrici a nord che fanno pensare essere in atto l'assalto del III/7°, il reparto C.M. Michelini riprende l'azione sotto scrosci di violenta pioggia. Ma ancora una volta non si ha nessuna notizia sull'attacco dei fanti da Nord; questo induce il console Bracci ad informare il comando della "Acqui" e dato anche il continuo infierire del maltempo, viene deviso di far rientrare nelle posizioni i reparti attaccanti. Le perdite della giornata sono di 4 caduti e 18 feriti. Seguono giorni di sosta dediti al rafforzamento delle posizioni, sempre sotto il tiro nemico. Il 15 gennaio la Legione passa 34 www.newentry.eu

alle dipendenze della Divisione "Cuneo" che ha sostituito la "Acqui" nel settore del Litorale. Si torna a riprendere lo studio dell'attacco per la conquista di q.1.096. Durante le ricognizioni compiute allo scopo dal Console Bracci, fal T. Col. Morricone, sottocapo di S.M. della "Cuneo", dal Seniore Zito e vari altri ufficiali e CC.NN, una grossa frana staccatasi dai roccioni di q.1.096 investe in pieno i ricognitori. Restano lesionati il console Bracci, il T. Col. Morriconi, tre ufficiali e due CC.NN. Muoiono invece, completamente schiacciati dai massi, il Seniore Zito, comandante del XIX Btg. e una camicia nera. Nonostante le ferite, il console Bracci resta al comando della sua Legione. Il 25 gennaio tutti i reparti sono pronti all'azione; ad essi viene data in rinforzo una cp. del XXV Btg. CC.NN. (della 24a Legione). Ma alle 10 arriva l'ordine di sospendere l'operazione e la cp. del XXV rientra alla sua legione. Fino al 31 gennaio si hanno solo azioni di pattuglie. Le perdite subite dalla legione sono elevate: in dicembre caduti 5 di cui 1 uff., feriti 36 di cui 4 uff., dispersi 15 di cui 2 uff., malati 10 di cui 1 uff. Totale delle perdite: 66 In gennaio: caduti 45 di cui 1 uff., feriti 175 i cui 10 uff., dispersi 50 di cui 2 uff. malati 43 di cui 2 uff. Totale delle perdite: 313.


SPECIALE

Ai primi di febbraio la dislocazione della 18a Legione resta immutata. Il maltempo seguita ad infuriare e i logoranti servizi di pattuglia sono continui, specialmente di notte. Da ambo le parti si effettuano tiri di disturbo di artiglieria e mortai mentre continuano i lavori di rafforzamento delle posizioni nostre e nemiche. Anche il mese di marzo non vede varianti all'attività ed alla vita delle unità; il giorno 18 però i reparti in linea della 18a Legione e del 17° fanteria vengono rilevati da reparti della "Cuneo" e della 24a Legione CC.NN. d'assalto. Il II/8° Fanteria dà il cambio al XIX Btg. il giorno successivo. La 18a Legione si deve raccogliere tra il vallone di q. 351 e Rhodima. Alle ore 20 i vari reparti, fatti segno al tiro dell'artiglieria nemica, iniziano la marcia per raggiungere Kondraga.: un ferito. I legionari proseguono poi in autocolonna per Rhodima dove sono tutti raccolti il giorno 21. Vengono subito iniziate le operazioni di riordinamento, in quanto è arrivato dall'Italia il XVIII Btg. complementi CC.NN. con 10 ufficiali, 17 s. uff. e 241 legionari; sono ripartiti secondo le necessità fra i Btgg. XIX e XXVII e la 367a cp. La Legione, autocarrata, si trasferisce il 26 marzo a Giormi dove alle 21 è già tutta riunita. Il 31 la legione toglie le tende ed inizia la marcia per raggiungere la zona di Brataj ( a destra dello Shuscizza), tra q.320 e q.192) dove deve trovarsi a disposizione della Divisione "Acqui" quale riserva. Le difficoltà dei rifornimenti sono gravissime a causa della mancanza di strade e devono essere unicamente effettuate a mezzo salmerie. Le giornata dei reparti sono dedicate all'addestramento al combattimento ed ai lavori di miglioramento delle mulattiere, lavori che debbono essere svolti specialmente in ore notturne; intanto gli ufficiali operano ricognizioni nella zona di schieramento della divisione. Truppe e salmerie di combattimento sono tenute pronte a muovere al primo ordine; infatti l'ordine di operazione perviene dal comando divisione alle ore 20 del 12 aprile. Alle 23, comando Legione e XXVII Btg. devono partire per raggiungere Masapliku: la 367a Mitraglieri marcerà col XXVII ma arrivata a

destinazione passerà alle dipendenze del 17° Fanteria. Il XIX partirà alle 23,15 per raggiungere q. 230 a sud di Pallunibit. I reparti dovranno essere sulle posizioni assegnate per le ore 4 del 13. La marcia si svolge regolarmente malgrado il fango terribile delle mulattiere; le CC.NN. vi affondano per circa 20 cm essendo il terreno inondato dalle piogge. Ma i legionari sono entusiasti all'idea di passare all'offensiva dopo le tremende prove della difensiva sofferte sulle flagellate quote del Litorale durante il periodo dicembre-gennaio. L'attacco si effettuerà con inizio alle ore 7 del 14 aprile; anche il XXVII Btg. verrà messo a disposizione del 17° Fanteria e perciò raggiungerà q.477. Il 14 aprile infatti viene impegnato in azione, incontra accanita resistenza e perde 7 uomini feriti fra cui un Ufficiale. Anche la 367a Cp. mitraglieri ha due feriti. Intanto il comando legione ed il XIX Btg. vengono inviati a q. 351 a disposizione della divisione "Cuneo", vi giungono alle 23,25 del 16. Il 17 aprile, d'ordine della divisione, la 18a Legione col suo XIX Btg. e con l'LXXXIII CC.NN. di Piacenza, che le è stato provvisoriamento aggregato, forma riserva divisionale. Questi reparti debbono arrivare, ed arrivano a Himara e poi a Spilea. Il 18 la Legione riprende la marcia e alle ore 3,50 è raggiunto Porto Palermo, dove la 18a CC.NN. prende contatto con la 24a CC.NN. "Carroccio". Quest'ultima prosegue per S.Dimitri. Alle ore 12 il XIX Btg e alle 14 l'LXXXIII CC.NN. raggiungono Sorgente e alle 19 vi è raccolta tutta la Legione. In considerazione dell'accanita resistenza opposta dalle retroguardie greche, la 18a Legione riceve ordine di attaccare il nemico fortemente appostato in zona di Piquerasi. L'LXXXIII attacca le quote 311325-327; mentre due compagnie ed il plotone esploratori del XIX tentano l'aggiramento per precludere all'avversario il ripiegamento sulla strada di Piquerasi. Le altre due compagnie del XIX CC.NN. seguono l'LXXXIII lungo la rotabile. Il nemico, pur essendo travolto dall'attacco, riesce a sfuggire all'accerchiamento protetto da reparti di cavalleria; viene però immediatamente inseguito. All'alba del www.newentry.eu 35


SPECIALE

19 aprile gli elementi avanzati legionari entrano in Piquerasi. Subito, alle 8,30, l'avanzata viene ripresa superando residue resistenze avversarie; le CC.NN. attaccando continuamente e superando tutti gli ostacoli riescono, alle 21,15 ad occupare S.Basilio e la intera 18a Legione si attesta cinque chilometri oltre il paese. Durante la notte la legione è scavalcata da altri reparti della Divisione ma alle 8 riprende ugualmente il movimento in avanti; consumato il rancio continua la marcia ed a sera i vari reparti si accampano a Nord Est di Porto Edda. Il 22 ed il 23 i battaglioni e le salmerie possono concedersi un po' di riposo e ne approfittano per riordinarsi; finalmente gli uomini possono fare la pulizia di sè stessi e delle armi. La legione cessa di far parte, per l'impiego tattico, della Divisione "Cuneo" e rientra alla Divisione "Acqui" a tutti gli effetti. Il 27 il XIX Btg. e il comando Legione si trasferiscono a Nimizza dove vengono successivamente raggiunti dal XXVII e dalla cp. mitraglieri. Arriviamo così al 30 aprile: d'ordine della divisione la 18a Legione si trasferisce e si accampa a Porto Edda, dove viene avviato anche tutto il materiale dei reparti. Il trasporto è definitivamente ultimato il 5 maggio in modo che Porto Edda diviene la base della legione. Il 6, sempre per ordine della divisione, la Legione deve trasferirsi nell'isola di Corfù. Parte per primo il XXVII Btg. che compie ordinatamente le operazioni di imbarco e sbarco e si accampa a Manduchiòn. E' raggiunto il 7 del XIX Btg., dalla 367a Mitraglieri e dalla salmerie. Il 9 maggio, tutta la legione sfila in parata davanti al comandante della Divisione "Acqui": in una suggestiva cerimonia vengono distribuite le ricompense al valore concesse sul campo per le azioni di gennaio nel settore Litorale. Nei giorni che seguono, i reparti della Legione occupano le zone loro assegnate nella parte nord dell'isola: Ufficiali e CC.NN., smentendo la propaganda nemica, che aveva annunciato uccisioni in massa della popolazione, violazioni di donne e requisizioni indiscriminate da parte dei soldati italiani, distribuiscono viveri agli abitanti ed i me36 www.newentry.eu

dici militari prestano gratuitamente la loro opera in favore della popolazione che, di fronte a tale evidenza, comincia a mostrarsi riconoscente e si affiata con le truppe occupanti. Alcuni ufficiali iniziano l'insegnamento della lingua italiana nelle scuole. Continua così per tutto giugno e luglio 1941, la vita della legione che divide la sua attività fra l'addestramento e il servizio di presidio. la 18a Legione d'assalto CC.NN. venne poi disciolta nel novembre 1941, passando alcuni dei suoi legionari, come complementi, alla 108a Legione inquadrata nella divisione "Messina". Zio Bruno Fonti (*) Testo tratto da: E. Lucad-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M. V. S. N. 19231943", Giovanni Volpe Editore, Roma 1976.

Pochi sanno che esiste un Archivio di Stato a Milano che contiene 45 Km di scaffali (spazio deposito di 6460 mq) dove ognuno di noi può accedere ai documenti storici per una ricerca personale anche se non è parente perchè sono già passati 70 anni.

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Profumo di lavanda Nome scientifico: lavandula - nome comune: lavanda, dal gerundio latino del verbo lavare, perché nell’antichità la lavanda era molto utilizzata per detergere il corpo, ma se ne conoscevano già pure le molte proprietà terapeutiche ( calmante per il mal di testa, ansia, insonnia, balsamica per sintomi influenzali), cosmetiche e curative in olii di bellezza e disinfettante per la casa. La Provenza è famosa per le sue affascinanti distese immense di lavanda, ma la lavanda cresce bene in molte zone d’Italia e fiorisce rigogliosa anche nei nostri giardini, in cespugli e siepi dai fiori viola raggruppati in profumatissime spighe che maturano da giugno ad agosto. Le nostre nonne e le nostre mamme ci hanno insegnato ad essiccare i fiori, inserirli in sacchetti di cotone, magari ricamati con le iniziali e abbelliti da pizzi, metterli nei cassetti e negli armadi per profumare la biancheria e fare inoltre da antitarme. Anche mia mamma aveva un grande cespuglio di lavanda da cui ogni estate raccoglieva le spighe. Preparava con cura per lei e per noi figlie vari sacchettini: per questo amo molto il profumo di lavanda, perché mi ricorda prepotentemente lei, il suo amore per la natura e le sue attenzioni per noi. Il profumo intenso della lavanda attira le farfalle in giardino, ma allontana le zanzare. Le api

RIFLESSIONI

adorano i suoi fiori, da cui ricavano un delizioso miele, utile per combattere le affezioni broncopolmonari. Fin dal 1700 la lavanda è l’elemento base per comporre pot-pourri profumati per la casa. L’olio essenziale ha molteplici usi curativi, cosmetici, è usato dai ceramisti per diluire i colori e viene usato per dipingere le porcellane. Nel linguaggio dei fiori ha due significati un po’ contradditori: diffidenza e virtù. La lavanda, dunque, abbellisce i nostri giardini, ci regala moltissime proprietà interessanti, ha un profumo inebriante inconfondibile e ha quel “sapore” di pulito genuino unico! Ornella Olfi certificato ANAMMI n. N946

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RIFLESSIONI

PROVERBI SULLA SCUOLA È finito anche quest’anno scolastico 2018/ 19, con grande sollievo da parte di alunni poco inclini allo studio, se sono riusciti lo stesso ad essere promossi, e dei loro genitori; con un po’ di nervosismo per chi ha debiti da recuperare per settembre; peggio per chi dovrà ripetere l’anno; con grande soddisfazione per chi si è guadagnato la promozione dopo tanto impegno e, meglio ancora, per chi ha ottenuto ottimi voti. Più lunga di qualche giorno, più difficile e ansiosa la fine della scuola per chi deve sostenere gli esami, da quelli in quinta elementare ( ora chiamata primaria di primo grado) fino alla maturità. Quando ero ragazza io, gli anni di scuola dell’obbligo si fermavano alla scuola media, poi per chi non voleva o non poteva proseguire, si apriva velocemente il mondo del lavoro, con la scelta di posti disponibili in molti settori. Ora giustamente gli anni obbligatori si sono allungati, perché la cultura è la conoscenza che rende libera ogni persona, ma per chi non ama studiare questi anni sono vissuti come una forzatura. Purtroppo poi anche la ricerca di un lavoro è spesso difficile e snervante rispetto al passato. Molto diretti e senza troppa delicatezza certi proverbi dialettali usati anni fa in tema di scuola e promozione: “passà per èl büs de la ciàf” ( promozione con appena appena la sufficienza), “èser sbaticc föra” (magari dopo parecchie bocciature e promossi per sfiancamento degli insegnanti), o ancora simpaticissimo ”ìga fat le scöle alte ‘ntat che i sbianchézàa chèle base” ( aver frequentato le scuole ai piani alti, non certo ad alti livelli, intanto che imbiancavano quelle ai piani inferiori), per far capire che si erano frequentati solo pochi anni di scuola e malvolentieri. Più serio e motivo di orgoglio invece “ìga fat le scöle alte” riferito

a chi aveva frequentato le scuole superiori. In generale i genitori non si lasciavano andare a troppi complimenti, neppure se la promozione con buoni voti dei figli ne avrebbe meritati. La scuola era considerata un dovere da assolvere, senza tante smancerie e senza pretese di regali a fine anno “ta g’hét fat èl tò doér”. Molte famiglie non potevano permettersi spese extra, ma pure per altre più abbienti era proprio il modo di insegnare ai figli i loro doveri senza nulla pretendere in cambio, fin da piccoli. Molti ragazzi venivano mandati a lavorare durante le vacanze, proprio per far capire loro quanto è duro il lavoro, non solo la scuola! Si è passati da un estremo rigore a ricompense esagerate per cercare di spronare o premiare i figli studiosi. Come sempre ci vorrebbe un po’ di equilibrio: riconoscere i meriti ai figli è importante per alzare la loro autostima e invogliarli a impegnarsi sempre di più per raggiungere obiettivi nella vita; per contro, regali eccessivi passano il messaggio che assolvendo anche ai doveri più basilari si ha diritto ad un premio. Sperando che l’ anno scolastico sia terminato bene per la maggioranza….buone vacanze a tutti gli studenti! Ornella Olfi www.newentry.eu 41


L’INTERVISTA

ALLYNE LEAL DE MELO

Mai come in questo caso, l’età inganna eccome. Ad appena 16 anni, Allyne Leal De Melo ha già girato l’Italia e l’Europa per fotografie che assomigliano ad autentici capolavori. Una meraviglia dietro l’altra, normale allora che sembri davvero una predestinata in questo mondo. Allyne Leal De Melo è di origini brasiliane, abita a Mantova, nella vita studia e fa la modella e la fotomodella. Per lei, essere al centro dell’attenzione è naturale come bere un bicchiere d’acqua. Tanto scontato quanto emozionante. Le prime foto risalgono a quando aveva appena 11 anni: “Sono andata a Milano per una agenzia di moda, per l’iscrizione serviva il book fotografico… e da lì è partito tutto”. Un’avventura che negli anni è diventata sempre più importante, professionale, ricca di soddisfazioni. “In ordine cronologico: un book fotografico e poi… uno scatto dietro l’altro con moltissimi fotografi fra cui anche uno di Londra – ricorda Allyne – ho scattato con professionisti di Mantova, Verona, Cremona, Viadana e Lon42 www.newentry.eu

dra”. Una scalata che l’ha portata a conoscere il fotografo ufficiale del concorso La Fotomodella Italiana da cui è arrivato anche il consiglio di iscriversi al concorso che la vede oggi protagonista in passerella. Restiamo nel mondo della fotografia. La fotografia mi ha aperto un altro mondo e mi ha dato tanto, mi ha tolto ogni timidezza che avevo all’inizio e mi ha insegnato a “mettermi in mostra” senza aver paura; le ragazze che non ci provano perdono una grande esperienza perché la fotografia può essere una piccola porta che può spalancare tanti portoni. Ciò che mi spinge a continuare a buttarmi è la mia passione per il mio sogno che mai finirà. Dalla fotografia ai… concorsi di bellezza. L’iscrizione al concorso La Fotomodella Italiana è stata ed è la messa in gioco più grande che ho fatto e che sto facendo. So che posso vincere o perdere ma non ne ho paura: l’importante per me è fare esperienza e crescere giorno dopo


giorno. Intanto, una soddisfazione me la sono tolta: nell’ultima sfilata che ho fatto sono riuscita a prendere una fascia che mi porta in finale. In più, anche questa esperienza ha aperto altre porte. Tramite la Fotomodella Italiana ho partecipato a delle sfilate per il negozio di Viadana. Sfilando per questo negozio ho dovuto realizzare collaborazioni fotografiche con le altre modelle del concorso. Tutte esperienze importanti che ho vissuto in prima persona. Non solo fotografie e concorsi di bellezza… Sogno di entrare nel mondo dello spettacolo dove per adesso ho realizzato due “spot pubblicitari” che mi hanno vista protagonista; il mio sogno in questo mondo è quello di recitare in tv per le serie o ai grandi schermi del cinema. Quanto ti piace vivere queste esperienze sotto i riflettori? Il mondo dello spettacolo è una grandissima esperienza: proprio come la fotografia ti aiuta ad essere meno timida a lasciarti andare, ad esprimerti e a superare le tue barriere. L’unico difetto è che devi dedicarci tempo e passione perché spesso e volentieri le riprese potrebbero essere fatte in momenti che interferiscono con la scuola, il lavoro, impegni…

L’INTERVISTA

Allyne Leal De Melo ha un seguito crescente anche sui social. Ho un rapporto molto stretto con Instagram tanto è che oltre ai miei profili personali mi sono ritrovata alcune fan page! Attraverso i social mi piace mostrarmi per quella che sono: le mie passioni, i miei sogni insomma tutto ciò che mi circonda. Mi piace tenere rapporti con le persone che sono

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L’INTERVISTA

lontane da me ma che credono in me. Lontana dai riflettori, che ragazza sei? Sono un ragazza molto determinata, prima di iniziare questo “nuovo mondo” ero presa di mira a scuola dai compagni e da persone che mi dicevano che mai avrei raggiunto i miei sogni. Nonostante questo sono sempre andata avanti con la testa alta e con i piedi per terra facendo passo dopo passo, soprattutto grazie a mia madre che mi è sempre stata vicina, mi ha sempre incoraggiata e ha sempre creduto nei miei sogni. Cosa bisogna sapere di te? Di difetti ne ho tanti: non mi reputo una ragazza perfetta, sono molto sensibile, molto testarda e devo avere sempre l’ultima in un litigio! Un’altra mia passione, oltre alla moda, è lo spettacolo perchè ho sempre sognato di fare l’attrice. Come ti piace vestire? Nel quotidiano ho uno stile tutto mio! Odio sembrare completamente uguale agli altri, mi piace avere il mio stile ed essere semplicemente Ally. Mi vesto casual ed ogni tanto sullo sportivo, molto ma molto raramente in versione elegante. Dalle altre ragazze penso mi differenzia proprio il mio modo di vestire e di fare perché io sono sempre me stessa in qualsiasi occasione. Cosa ti aspetti dal futuro? Ho tanti progetti: realizzare i miei sogni, viaggia-

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re per il mondo, essere sempre e soltanto Ally, nulla di più e nulla di meno. Tra 10 anni mi vedo in America, possibilmente in qualche agenzia di moda! Se non accadrà così… mi basta il fatto di stare qui e continuare ciò che sto facendo cercando di migliorarmi ogni giorno che passa. CANALI SOCIAL Instagram @allynelealdemelo; @allylealdemelo; @la_lealdemelo Facebook Allyne Leal De Melo


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QUESTO E ‘ IL MIO NOME

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Anna Il nome deriva dall’ebraico Hannáh che significa ‘grazia, graziosa’. Gli antichi romani veneravano una divinità lunare, detta Anna Perenna che festeggiavano all’inizio della primavera con allegri giochi e banchetti al Campo Marzio. Secondo la tradizione cristiana, Anna fu la madre della Madonna. Numerosi sono i diminutivi e i nomi composti derivati e usati con Anna: Annetta, Anita, Annina, Nannina, Nanna, Nina, Annarosa, Annamaria, Annalisa, ecc. L’onomastico si festeggia il 26 luglio, in ricordo appunto di Sant’Anna, moglie di San Gioacchino e madre di Maria. La Santa è patrona delle gestanti, delle vedove, delle ricamatrici, dei fabbricanti di calze e guanti, delle sarte, degli scultori, degli straccivendoli, dei moribondi, dei minatori, dei naviganti e dei tornitori. Viene invocata per facilitare il parto, per ritrovare gli oggetti smarriti e tenere lontana la miseria. Caratteristiche: Coraggiosa e perseverante è consapevole che nella vita occorre lottare anche di fronte alle sconfitte. Il suo carattere tenace nasconde però anche un lato dolce, protettivo e tenero, che fa di lei una persona molto apprezzata.

nah’ nell’Antico Testamento, dove Anna è la madre del profeta Samuele; mentre nel Nuovo Testamento è il nome di una profetessa che riconosce Gesù come Messia. Il nome Anna è tradizionalmente assegnato alla madre del Vergine Maria. Tra i personaggi storici che portano questo nome sono da ricordare: la sovrana Anna Bolena, moglie di Enrico VIII d’Inghilterra, e Anna Frank, vittima del nazismo e autrice del noto ‘Diario’. Tra le dee romane si ricorda Anna Perenna, che nel poema eziologico del poeta Ovidio è la sorella di Didone; Anna è anche il nome della protagonista del celebre romanzo di Lev Tolstoj ‘Anna Karenina’ e omonimo film. Tra le pellicole che hanno Anna come protagonista troviamo ‘Anna dei miracoli’ e ‘Io e Annie’.

Significato: grazia divina, misericordia, pietà Onomastico: 26 luglio (sant’Anna, madre della Madonna), 3 febbraio (sant’Anna profetessa), 6 maggio (beata Anna Rosa Gattorno), 7 giugno (beata Anna di San Bartolomeo), 9 giugno (beata Anna Maria Taigi) Origine: Ebraico Segno corrispondente: Cancro Curiosità: Anna, uno dei pochi nomi palindromi, Numero fortunato: 7 è tra i primi nomi più diffusi in Italia, in parti- Colore: Blu colare nelle regioni di Campania, Lombardia, Pietra: Zaffiro Lazio e Puglia. Anche all’estero è molto utiliz- Metallo: Oro zato, soprattutto negli Stati Uniti, in Norvegia e in Francia. Il nome compare nella forma ‘ChanMicky www.newentry.eu 47


ANNUNCI ECONOMICI LAVORO OGGETTI ANIMALI INCONTRI IMMOBILI VEICOLI Obbligatorio inviare l’annuncio con il codice fiscale e la provincia dove si vuole pubblicare. Se non presente, New Entry non pubblicherà l’annuncio.New Entry declina ogni responsabilità in merito al contenuto degli annunci di questa rubrica sottoscritti dagli inserzionisti. Il recapito telefonico è un servizio che non implica in

nessun modo gestione diretta da parte dell’Editore. La pubblicazione è gratuita salvo per vendita e affitti di immobili, auto e moto e rubrica Incontri. In questo caso il costo è di €.25,00 per 4 uscite. Il pagamente deve essere effetturato tramite bonifico bancario a: New Entry - Banca Credito Bergamasco - Filiale Brembate di Sopra -

Codice IBAN IT64 S 05034 52660 000 000 000 822 oppure tramite POSTEPAY - CARTA N°5333171027919964 C.F. BFF GLC 73S17 A794L I lettori, se così si possono definire, che chiameranno i numeri relativi agli annunci pubblicati qui di seguito, per azioni di stalking saranno consideratI illecite e perseguite a norma di legge.

LAVORO

• Cerco lavoro a Ponte San Pietro, Calusco, come pulizia al mattino. Veronica 3342759726 • Stiro al tuo domicilio , zona Ponteranica , Almè , Mozzo. Info 348 6050142 • Cercasi lavoro come badante sia giorno e notte, 10 di esperienza zona Terno d Isola, Calusco, Carvico, Sotto il Monte, Bonate, Presezzo, Ponte San Pietro. Tel. 345 400 47 81 • Cerco urgente al mattino come pulizia in genere. Veronica 3342759726 • Laureata in Scienze dell'Educazione cerca lavoro come baby-sitter, aiuto compiti per bambini delle elementari, ripetizioni lingua russa e lingua francese, badante. tel:3470658197 • Cameriera 46 enne con esperienza cerca lavoro x venerdì sabato e domenica. 3473152566 • 36enne seria esperienza decennale ufficio acquisti, logistica, magazzino, lettere di credito, prima nota, fatturazione, bollettazione, banche, cliente, remote banking... valuta proposte zona isola, disponibilità immediata tel 3496148455 • Cercasi lavoro come autista 3403324853 libero e affidabile. • Cerco badante con esperienza Info 3896199313 no perditempo • Cerco qualsiasi tipo di lavoro purchè serio. Zona Isola Bergamasca

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SPETTACOLO

ISA E CHIA: PARTI DI FINE STAGIONE

Venerdì 24 maggio 2019 a Roma, prima al meraviglioso Tiki Tiki Rooftop e poi al celebre ToyRoom, si è svolto come di consueto il party di fine stagione organizzato da Isa e Chia. A festeggiare insieme alla blogger Chiara Bonati l’ex tronista di Uomini e Donne Mattia Marciano, gli ex corteggiatori del Trono classico Alessio Campoli, Giulia Latini, Pierpaolo Pretelli, Fabrizio Baldassarre, Martina Luciani, Sophia Galazzo, Perla Cupini, Raffaella Papa e Luce Barucchi, l’ex cavaliere del Trono over Cristiano Lo Zupone, da Il Collegio Nicole Rossi, da Temptation Island Valeria Bigella e Selvaggia Roma col fidanzato Luca

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Muccichini, dal Grande Fratello Vip la Marchesa Daniela Del Secco D’Aragona, dal Gf 15 Alberto Mezzetti, Angelo Sanzio e Lucia Orlando, l’ex allievo di Amici di Maria De Filippi Simone Baroni, gli opinionisti televisivi Roger Garth e il conte Roberto Filo della Torre, da Pechino Express Cristina Bugatty, la conduttrice radiofonica Turchese Baracchi e i fashion blogger Gaetano Ragozzino, Federica Cres e Yuri Patricelli. Le immagini della serata sono opera della fotografa Giulia Lucarini. Per il vestito di Chia si ringrazia Guendalina Store.


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RIFLESSIONI

GIOCOLIERI E CLOWN

È che la vita è sempre più complicata… Bisogna star dietro a troppe cose! Troppi problemi, troppi impegni, corro da mattina a sera per far fronte a tutto e la sera crollo a letto, per poi ricominciare il giorno dopo”. La signora seduta dietro di me sull’autobus parla al cellulare a voce decisamente troppo alta. Impossibile non sentirla, poi sono curiosa. Mentre parla, però, mi vengono in mente i giocolieri, e comincio a seguire il mio filo di immagini e pensieri. Vedo quei giocolieri che fanno volare così tante palline per aria che sembra impossibile che non ne perdano nessuna. Invece no, quelle palline volteggiano armoniose, leggere, inconsapevoli della difficoltà e della massima concentrazione che il compito richiede. Si rimane incantati a guardare quell’abilità così allenata da apparire semplice. Spesso le nostre vite richiedono quell’abilità, e non sempre il risultato è così armonioso e fluido. A volte accade ciò che non vediamo mai nei giocolieri: cade una palla, e tutte le altre le vanno dietro rovinosamente. Immagine da clown. A loro succede, loro combinano pasticci

tra movenze volutamente goffe che fanno ridere il pubblico, e anche un po’ patire. Perché i clown rappresentano la nostra umanità. Gli artisti del circo sono perfetti, inarrivabili. Funamboli, acrobati… li guardiamo a bocca aperta, pieni di stupore e incredulità, pensando a come sia possibile fare quello che fanno. Li ammiriamo, ma sono troppo lontani dalla nostra imperfetta umanità. I clown, invece, sono umani, troppo umani. Sono imperfetti, sgraziati, ridicoli, e poi improvvisamente tirano fuori la grazia, la perfezione, la delicatezza che ti commuove. Ho sentimenti ambivalenti verso i clown: mi fanno più patire che ridere. Muovono corde profonde dell’animo: come i toni bassi di un basso o di un contralto, che ti vibrano nella pancia. I clown mettono in scena la nostra umanità, in loro ci possiamo un po’ riconoscere. I clown mettono in scena le nostre abilità nel far volteggiare armoniosamente le palle in aria e i nostri errori nel farle cadere rovinosamente a terra. Commoventi, ti strappano ogni volta un sorriso e una lacrima. sguardiepercorsi

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RIFLESSIONI

TUTTI ABBIAMO QUALCOSA DA FARCI PERDONARE A volte mi ritrovo da sola, a pensare alle tante persone che ho conosciuto durante la mia vita e agli errori che involontariamente ho fatto. I miei pensieri volano verso posti bellissimi e meno che ho visitato, ma soprattutto verso le persone che nella mia vita hanno preso posto, alcune solo di passaggio, altre invece sono risultate fondamentali per me. A volte mi chiedo se la mia vita stia proseguendo su quella strada che mi ero riposta di percorrere. Mi guardo indietro poche volte ma quelle sono gli unici momenti in cui mi rendo conto effettivamente, se ho sbagliato o no.. E purtroppo mi accorgo che ne ho fatti di errori nella mia vita, mi sono affidata a persone che speravo mi potessero dare qualcosa e che anch’io di conseguenza potessi darne a loro… Ma molte volte non ho

avuto la capacità di accorgermi subito che quelle persone facevano parte della mia vita solo per quell’istante e che mi avrebbero procurato solo dolore. Però sarebbe troppo facile parlare e dire che molte persone ci hanno ferito e ci hanno procurato dolore… Mi fermo e penso se anch’io posso avere procurato dolore a qualcuno, se quella persona mi ricorda come una persona cattiva e senza pietà… allora spero che se così fosse, un giorno mi possa perdonare, quella persona non ha un volto, non ha un nome e mi auguro soprattutto che quella persona non esista… ma sarebbe da ipocriti pensare che noi abbiamo solo ricevuto del male e non lo abbiamo fatto mai… nella vita tutti noi sbagliamo e raramente ce ne rendiamo conto. AriaFresca

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anni fa 1969 2019

28 GIUGNO 1969

Storia d'amore - Adriano Celentano Pensando a te - Al Bano 03 Non credere - Mina 04 Acqua azzurra, acqua chiara - Lucio Battisti 05 Parlami d'amore - Gianni Morandi 06 Viso d'angelo - Camaleonti 07 Sole - Franco IV e Franco I 08 I want to live - Aphrodite's Child 09 Lisa dagli occhi blu - Mario Tessuto 10 Tutta mia la citta` - Equipe 84 01

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STORIA D'AMORE - ADRIANO CELENTANO Adriano Celentano (Milano, 6 gennaio 1938) è un cantautore, showman, attore, regista, sceneggiatore, compositore, montatore e autore televisivo italiano. È soprannominato il Molleggiato per via del suo peculiare modo di ballare. Molto spesso anche autore delle musiche e canzoni (a volte coautore di musica e testi, anche se, secondo la moglie Claudia Mori, spesso li lasciò firmare ad altri), grazie alla sua carriera e ai suoi successi, anche fuori dai confini italiani, è considerato uno dei pilastri della musica leggera italiana. Per tutta la sua carriera iniziata nel 1957 ha interpretato alcuni tra i brani italiani più noti come 24mila baci, Azzurro, Prisencolinensinainciusol, Il ragazzo della via Gluck, con tematiche ambientaliste, fino al più recente L'emozione non ha voce; progetti più recenti come Io non so parlar d'amore, Esco di rado e parlo ancora meno e Mina 54 www.newentry.eu

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Celentano, rientrano tra gli album più venduti della storia in Italia. Ha pubblicato oltre quaranta album discografici. Ha partecipato al Festival di Sanremo per cinque volte, vincendolo nel 1970 con Chi non lavora non fa l'amore, in coppia con la moglie Claudia Mori. Raggiunse il successo come cantante anche all'estero verso la fine degli anni settanta in Francia, Unione Sovietica, Germania, Stati Uniti, Cina, Sud America, Grecia e Austria. Oltre che come cantante, è stato attivo nel cinema come attore recitando in circa 40 film, e in televisione dove ha condotto numerosi spettacoli televisivi trasmessi dalla Rai come Fantastico, gli one man show Francamente me ne infischio (premiato con la Rosa d'argento a Montreux), 125 milioni di caz.. te e Rockpolitik, spesso accompagnati da critiche e polemiche e coi quali ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, catalizzando su di essi un


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forte interesse da parte dei mass media italiani[29]. Gli viene riconosciuto il merito di avere capito i cambiamenti nel mondo della musica e del costume introducendo in Italia, influenzatodalla rock and roll proveniente dagli Stati Uniti, un nuovo tipo di musica. Gioventù Adriano Celentano nasce a Milano nella casa paterna in via Gluck 14, il 6 gennaio 1938, da Leontino Celentano e Giuditta Giuva, originari di Foggia trasferiti in Piemonte e poi in Lombardia per cercare lavoro; fratello di Rosa (madre di Gino Santercole), Alessandro (padre di Alessandra Celentano) e Maria, viene chiamato Adriano in ricordo della terza sorella, Adriana, morta di leucemia nel 1934 a 9 anni. Lascia presto la scuola dopo aver completato solo le elementari e incomincia a fare diversi mestieri tra cui, per ultimo, quello di orologiaio in un negozio di via Correnti (tuttora Celentano si diletta di orologi nel tempo libero). L'amore per la musica è presente in famiglia, negli zii che nelle sere d'estate in via Gluck si mettevano seduti sul marciapiede suonando il mandolino e poi, a quindici anni, incomincia a suonare la chitarra. Successo Dall'inizio della sua carriera al 2010, ha venduto circa 200 milioni di dischi in tutto il mondo, risultando il cantante italiano con più dischi venduti. Secondo le certificazioni FIMI l'album più venduto del cantante risulta essere Mina Celentano, in coppia con Mina, con circa 2 200 000 copie vendute, seguito da "Io non so parlar d'amore" con 2 000 000 di copie, e da Esco di rado e parlo ancora meno con 1 800 000 copie; tutti e tre gli album occupano rispettivamente il 2º, 3º e 5º posto della classifica degli album più venduti di sempre in Italia, facendo risultare Celentano l'artista più proficuo in classifica, e al 14º posto nella lista dei cantanti più proficui della storia. Inoltre il singolo Azzurro si trova al 3º posto nella hit parade dei brani più venduti di sempre; inoltre nel 2007 un sondaggio su sca-

la mondiale ha eletto Azzurro, scritta da Paolo Conte e incisa per primo da Celentano, la canzone italiana più cantata al mondo, con circa il 12% delle preferenze, superando Nel blu dipinto di blu. Nel 1970 vinse al Festival di Sanremo con la canzone Chi non lavora non fa l'amore, cantata in coppia con la moglie Claudia Mori. Fino al 1979 tutti i concerti che Celentano tenne nei vari stadi italiani ed europei registrarono sempre alte affluenze, con un record di presenze di circa 80.000 spettatori nel 1973 [senza fonte]; verso fine anni settanta decise di non esibirsi più dal vivo, tornando poi sui suoi passi nel 1994 realizzando un'altrettanto fortunata tournée in tutta Europa. A parte una breve apparizione nel 2008 per il centenario dell'Inter, il ritorno vero e proprio dal vivo avviene nel 2012 con due concerti all'Arena di Verona trasmessi su Canale 5, che fanno registrare una media di oltre 9 milioni di spettatori, divenendo uno dei programmi Mediaset più visti del decennio. Come attore cinematografico nel 1980 fu protagonista di un film, Il bisbetico domato, che fu il primo a superare il tetto dei 25 miliardi di incasso, mentre nel 1999 vinse la prestigiosa Rosa d'oro a Montreux per il varietà Francamente me ne infischio; nel 2005 il programma da lui condotto, Rockpolitik, attirò molta attenzione da parte dei media italiani (11 pagine su Libero, 6 su La Repubblica), oltre a registrare alti picchi d'ascolto arrivando quasi al 50% di share. Curiosità

La canzone Prisencolinensinainciusol, secondo varie fonti uno dei primi rap della storia, tesi alimentata dal successo riscosso nel 2009 anche negli Stati Uniti d'America e in Canada decretandone una seconda giovinezza.Fu inoltre il primo a scrivere nel 1966 una canzone basata su un solo accordo, Mondo in mi 7a. www.newentry.eu 55


RIFLESSIONI

CIAO AMICO DELLA VITA

Oggi amico mio ti sento distante, da tempo non ricevo messaggi, forse ti senti deluso dalle aspettative dei tuoi progetti, oppure hai smesso di sognare e hai ripreso a fumare? Sento anch’io la nostalgia dei tempi passati, cosa credi? Soffro anch’io quando la solitudine è la mia compagna nelle fredde sere d’inverno, lo sai? Se però vuoi venirmi a trovare, mio fedele amico di bei ricordi, condividere i momenti negativi per consolarci a vicenda; sapremo ridere delle nostre disavventure per migliorarci; reinventeremo nuove idee, credendo ancora una volta insieme; vivremo la nostra esistenza nella profondità dell’essenza! Ma non ti scoraggiare, miglior amico mio, in quanto ho bisogno di te, non farmi mancare il tuo affetto; non serbarmi mai rancore poiché tu sei parte di me.

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Sappi cogliere il frutto dell’onestà, e se vuoi chiedimi di starti vicino: io ci sarò con tutta la forza per affrontare ostacoli apparentemente insormontabili per ricostruire questa collaudata amicizia fraterna, e sarà allora che un sorriso si stamperà sul cuore, perché il nostro sodalizio sia indivisibile, ciao amico di vita. Fabrizio Villa


RIFLESSIONI

COSE DA NON PERDERE Non ci si dovrebbe mai perdere il tempo di trovarsi, quello di parlarsi, quello di dirsi un tivogliobene. Non ci si dovrebbe mai perdere i sorrisi, gli abbracci, i risvegli, l’attimo prima di addormentarsi. Non ci si dovrebbe mai perdere il cielo, e il sole e neanche le nuvole che dipingono. Si dovrebbe poter camminare a naso in su e non doversi mai schiantare su quello che passa nel mezzo. Non ci si dovrebbe perdere i momenti, le idee, i pensieri. Mai perdersi un colore, una sfumatura. E i profumi! E l’incedere lento di passeggiate senza meta, e i click della macchina fotografica, e le parole che diventano libri e le parole che diventano persone e le persone che diventano amici. Mai perdersi la compagnia e mai la solitudine, mai senza musica e mai senza silenzio. Non ci si dovrebbe mai

perdere le foglie che cadono e che diventano gialle, rosse e oro e il rumore della pioggia, e i risotti caldi e accoglienti come pouf che ti ci puoi mettere comodo e non per! derti la felicità che sta dentro certe marmellate che sono crema di frutta e meraviglia. Valentina

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L’INTERVISTA

MATILDE MATTEUCCI A guardare il suo profilo, mai si potrebbe immaginare che Matilde Matteucci è una ragazza timida, alle volte persino riservata. Eppure, ogni volta che c’è da mettersi in gioco, lei è sempre lì. In prima fila, pronta a sfilare, a farsi fotografare, ad essere al centro di uno scatto capace di fare impazzire il pubblico del web. Sui social migliaia di persona la seguono giorno dopo giorno, sperando in uno scatto nuovo. E lei, naturalmente, non delude i suoi fan. Ma quello di Instagram, nonostante tutto, rimane per ora poco più che un divertimento. “Non voglio sentirmi ossessionata dai social, non mi considero una Influencer ma una persona che nel suo piccolo dispensa consigli a chi me li chiede” racconta con la semplicità che la caratterizza. La sua forza sta nell’età – 18 anni appena compiuti – e in una naturale propensione ad essere acqua e sapone. Sarà per quello che il suo personaggio sta prendendo sempre più piede. “Voglio che esca la mia immagine così com’è, non artefatta” aggiunge. Naturalmente, poi, farsi notare fa parte del suo dna. L’eleganza però la contraddistingue in tutto quello che fa. Alla faccia dell’altezza – 160 centimetri che diventano quasi 180 con i tacchi che adora – Matilde è un’esplosione di sensualità. Qualunque vestito esalta corpo, forme e misure. Il resto lo fa lei e quella sua timidezza che la rende quasi unica. Così bella e così semplice. Abituata a ritrovarsi con gli occhi addosso senza aver fatto nulla di “particolare” per meritarseli. “Non sono una ragazza esibizionista, anche se lo confesso: apparire mi piace parecchio. Mi piace essere sempre perfetta, ogni mio outfit è scelto con cura. Non seguo la moda solo per essere uguale alle altre, vesto ciò che mi valorizza”. 58 www.newentry.eu

Ph. _Pedons_

Idee chiare in testa. Inevitabilmente sei sempre sotto… i riflettori. Mi piace farmi notare, altrimenti non avrei neppure iniziato questo mio percorso nel campo della moda, della fotografia e dei social. Una scoperta avvenuta quasi per caso. Questa passione nasce fin da piccola quando per gioco ho iniziato ad usare la macchina digitale dei miei genitori. Da adolescente ho partecipato al concorso regionale Miss Italia, è stata una bella esperienza per iniziare a capire come è questo mondo e come ci si muove. Al termine delle selezioni sono stata contattata per… partecipare alle finali di Miss International! Un viaggio con le amiche del cuore ha cambiato i miei piani, ma ho capito che essere in passerella e al centro dell’attenzione mi affascinava particolarmente. Difatti, questa estate la tua agenda è fitta di shooting, sfilate, trasferte… La fotografia mi piace, è il mio modo per esprimermi. Il mondo dello spettacolo è un mondo


L’INTERVISTA

che piace a tutti, ma spesso è costellato di compromessi e rinunce. Per adesso non mi appartiene, poi capiremo. A vederti non si direbbe, ma Matilde Matteucci è anche molto timida. Per questo mi trovo bene nel web: posso prendermi i miei tempi e posso coltivare la passione per la fotografia. Su Instagram il tuo profilo veleggia verso qualche decina di migliaia di followers. Eppure, provo ancora fastidio nel leggere i messaggi sbagliati di molte Influencer che esaltano una magrezza eccessiva o che si coprono con una dose massiccia di trucco. I difetti personali alle volte diventano belli e poi… come la Ferragni c’è solo la Ferragni! Che rapporto hai tu con il tuo profilo Instagram? In media mi impegna dalle tre alle quattro ore al giorno. Mi dà visibilità e la possibilità di conoscere persone. È anche il modo che ho per condividere i miei pensieri e la mia immagine con le persone che mi seguono.

A proposito del tuo aspetto estetico, come ti giudichi? Ho un fisico asciutto e sono fortunata perché non seguo diete; non sono molto alta, 160 centimetri, ma non essendo giunonica posso mettere i tacchi altissimi. Come ti immagini nel futuro? Vorrei togliermi soddisfazioni in questo mondo, essere manager di me stessa lavorando sia davanti che dietro l’obiettivo. Voglio proseguire con i social, aggiungere qualche altra collaborazione e conquistare quei traguardi che ogni donna desidera. CONTATTI SOCIAL @matildematteuccireal

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Società

L'ANGOLO DELLA PAURA

La ragazzina torna a casa a passi veloci dal centro città sfavillante alla periferia meno illuminata, meno controllata, meno interessata a tutelare lo scambio delle merci e delle persone. Dal marciapiede alla strada da attraversare, dal vicolo stretto allo sterrato per arrivare alla propria abitazione, tutt’intorno negozi chiusi, porte sbarrate, luci inchiodate allo spegnimento, solo un ristorante aperto lasciato alle spalle. Pochi metri ancora, il cassonetto è sempre lì al suo posto, bisogna passargli dietro, improvvisamente una sagoma più nera della tenebra, stagliarsi minacciosa, sbarrare il passo, obbligare all’arresto, con la paura a mordere le viscere, afferrarti il cuore. La giravolta, la fuga a perdifiato, cercando disperatamente un appiglio, una mano amica a trascinarti via dal baratro, è buio, la carreggiata deserta, ma inaspettatamente il miracolo in quel ristoratore ancora aperto, spalancata la porta, catapultarsi dentro, implorare la pietà di un conforto. Dietro l’angolo non c’è più nessuno, la ragazza viene accompagnata a casa, tutto ritorna tranquillo, tranne il rischio di una violenza che poteva fare davvero male a una donna, indifesa, innocente. A fare da sentinella resta qualche parola spesa qua e là, un po’ di apprensione sfogata con gli avventori, i vicini di casa, un paio di righe su un giornale, qualche sottolineatura di circostanza, niente di più e niente di meno per raccontare uno spavento di periferia. Per una sorta di esorcismo al contrario, voltiamo pagina immediatamente, è materia da contenere sottopelle, non farne un dramma, è un episodio che non ha avuto conclusioni drammatiche, occorre passare avanti, pensare ad altro, il sangue scorrerà domani. Ma domani sarà senz’altro un momento a cui dedicare più importanza e attenzione, non ci potrà essere dispendio di banalità scontate del pensare, del dire, del fare, perché una giovane donna: tua figlia, mia sorella, nostra madre, poteva essere depredata di ogni bellezza, per una vita intera umi60 www.newentry.eu

liata e ferita nella propria dignità. Qualcuno accenna a dire che è accaduto in una zona malandata, popolata da molte persone per bene, ma circondata da tribù di reietti, di ultimi rimasti al palo tra bottiglie vuote a azioni compulsive, altri ripetono che si tratta di una parte della città abbandonata all’incuria. Forse occorre osare disturbare ogni giorno all’orecchio più ottuso e concluso. “Qualcuno dice, nessuno dice”, questa è la politica che non educa alla prevenzione, non aiuta a fare spesa pubblica necessaria per una luce in più, una lampadina di riserva, uno sguardo sensibile mai in doveroso eccesso. E’ quartiere abbruttito dal disagio, attraversato dal fantasma di una violenza condensata, contratta e proiettata sulle persone corrose dalla povertà, dalla malattia, dalle solitudini armate. Di fronte a accadimenti così indegnamente miserabili, c’è da chiedersi se si tratta di spinte agite dalla violenza patologica, oppure non sia anche una sorta di violenza sopita, adagiata tra le macerie di una architettura della sopravvivenza, in un ambiente che appare senza più uscita, e allora non può che degenerare. La speranza è che quanto successo ieri non si ripeta, e che qualcuno domani non abbia a ricordare che eravamo stati avvertiti. Vincenzo Andraous


LIPOMA

Il lipoma è un tumore benigno del tessuto adiposo, che può comparire in qualunque parte del corpo e che si manifesta con più frequenza nelle parti molli. Il lipoma può presentarsi a qualsiasi età; la sua dimensione può variare da 1-2 fino a 15 centimetri di diametro. I fattori che causano il lipoma non sono ancora stati riconosciuti; si sospetta però che ci sia una qualche responsabilità genetica nell’insorgenza dei lipomi. Il lipoma si presenta sotto forma di piccola escrescenza sottocutanea non dolorosa, visibile a occhio nudo solo quando le sue dimensioni cominciano ad essere più considerevoli. Al tatto si presenta come un rilievo mobile e di consistenza molle. Il lipoma si forma più frequentemente su collo, dorso, ascelle, natiche, cosce e braccia, ma può nascere in qualunque parte del corpo. Esistono tipologie di lipoma più rare, che si formano in zone più interne dell’organismo. Anche

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SALUTE

queste forme di lipoma sono benigne e, dunque, non pericolose. Fra le forme rare di lipoma si ricordano: - Lipoma intestinale- Lipoma cardiaco - Lipoma sinoviale. Se il lipoma è piccolo, spesso non è necessario ricorrere ad alcuna terapia, anche perché la trasformazione del lipoma in tumore maligno è rarissima; nella maggior parte dei casi, infatti, il paziente non si accorge neanche di avere il lipoma che, se non si accresce, può rimanere sotto pelle per tutta la vita. L’asportazione chirurgica diventa invece necessaria solo nei casi più gravi, in cui le dimensioni del lipoma crescono fino a raggiungere i 15 centimetri. L’intervento chirurgico, che prevede l’asportazione dell’intera escrescenza compresa di membrana che la ricopre, può essere effettuato anche per ragioni estetiche o quando la posizione in cui è posto risulta fastidiosa o dolorosa per il paziente.

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RIFLESSIONI

DEDICATA ALL'AMORE

Ci sono persone che non conoscono il significato di un certo sentimento, l’innamoramento. Ma che cos’è l’amore? Una coa che quando non l’hai ne stai male, a lungo andare. Magari l’hai conosciuto e poi l’hai perduto. L’amore è un sentimento profondo, forse più vecchio del mondo. E’ fortunato chi l’ha conosciuto, anche se solo per qualche minuto o per un breve e lungo periodo. E’ come una forte brezza che ti accarezza, che ti fa battere velocemente il cuore, che ti libera la mente e non ricordi più niente. Momenti magici, unici e irripetibili. Com’è sfortunato colui che non l’ha mai provato! A volte ci si chiede il perchè ma la risposta spesso non c’è. L’amore è una gioia mista al dolore. Gioia, anche solo per essere

in compagnia, ma ci dev’essere la magia dell’attimo che fugge via, dolore quando lo insegui e più non lo raggiungi. Poi perdi tutti e ti tuffi in qualcosa di più brutto, di più scialbo e più spento, ma che comunque vale la pena di essere vissuto in ogni momento. Ci lasciamo alle spalle esperienze vissute, poco o molto piaciute. Ognuno di noi vive questo sentimento, in base al proprio momento.Momento si sa scandito dall’età. L’adolescenza dove tutto è preso con poca coscienza, lagioventù, dove si comprende un poco di più ed infine la maturità, dove spesso tutto se ne va, forse perchè siamo noi a lasciarlo sfuggire per poi re inseguire. Le cose belle durano poco, si sa, ma per esse non c’è tempo e non c’è età. GRAZIE

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RIFLESSIONI

LA PARABOLA DEL PESCATORE Un turista americano in vacanza in un piccolo villaggio messicano nota un pescatore locale sulla spiaggia intento a sistemare il pesce appena pescato. Si complimenta con lui per la qualità del pesce e gli chiede quanto tempo ci ha messo per pescarlo. “Non molto tempo” risponde il messicano. “Perché non resta in mare più a lungo ? Potrebbe catturare più pesce !” osserva l’americano. - “Questo pesce è sufficiente per la mia famiglia”, risponde il messicano. “Ma cosa fa nel resto del tempo?” “Mangio il mio pesce, gioco con i miei bambini, faccio una siesta con mia moglie, poi la sera vado al villaggio con i miei amici, suoniamo la chitarra, cantiamo ... si, insomma ... abbiamo una vita piena. L’americano lo interrompe, “Senta, io ho una laurea in economia ad Harvard. Lei mi è simpatico e credo di poterla aiutare. Mi ascolti: Lei dovrebbe iniziare a pescare di più ogni giorno. Potrebbe vendere il pesce extra e con le entrate comprarsi una barca più grande !” “E dopo ?” “Con la barca più grande potrà pescare ancora di più, potrà prendersi dei collaboratori ed acquistare altre barche con le quali incrementare ancora di più la sua pesca.” “e quindi ?” chiede il messicano incuriosito. “Bè, a quel punto potrà negoziare direttamente con gli impianti di trasformazione del pesce invece di vendere al pubblico. In seguito potrà aprire il suo proprio impianto, capisce ? Potrà lasciare questo piccolo villaggio ed installarsi a Città del Messico. Poi quando gli affari cresceranno potrà trasferirsi a Los Angeles o a New York e dai suoi uffici gestire tutta la sua attività !” “Quanto tempo ci vorrebbe ? “ chiede il messicano. - “Bèh ... direi ... Venti, venticinque anni.”

risponde l’americano. “E dopo ?” - “Dopo la cosa diventa davvero interessante”, risponde l’americano.”Quando il business è davvero grande, potrà quotare la società in borsa e fare milioni di dollari, mi-lio-ni ! capisce !?” “Davvero? E dopo ?” Chiede il messicano. “Eh bè ... a quel punto, con tutto quel denaro potrà ritirarsi in un piccolo villaggio sulla costa, andare a pescare quando vuole, giocare con i suoi figli, prendersi una siesta al pomeriggio, cantare con i suoi amici ...” “Con tutto il rispetto Señor...” Lo interrompe il messicano, “... questo è esattamente quello che sto già facendo ora. Perché dovrei sprecare 25 anni ?” Romano

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che ogni volta che suonavamo rispondeva la madre. Noi che andavamo all’amica del cuore di quella che ci piaceva e le chiedevamo: “Dici a Maria se si vuole mettere con me?” Il giorno dopo tornava e la risposta era sempre la stessa: “Ha detto che ci deve pensare...” Rockfeller www.newentry.eu 63


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