L'urbanizzazione crescente vede le città, anche quelle medio-piccole, espandersi secondo esigenze dettate da un'idea “globale”, e sempre meno a misura d'uomo. Sono molti i fenomeni che lo dimostrano, e per una loro analisi possiamo avvalerci degli studi di Saskia Sassen163 che, ne Le città nell'economia globale164, esamina l'intersezione tra le dinamiche globali e locali. Le città, essendo la localizzazione di transazioni internazionali, si pongono come luogo di processi globali: tuttavia, l'essere connesse globalmente porta una disconnessione locale, fisica e sociale. Il modello astratto della telematica si distanzia dai processi materiali, favorendo l'attuazione di un “pericoloso” paradosso: ad una crescita del settore iperspecializzato (soprattutto finanziario) corrisponde una decrescita del settore primario. Ma la trasmissione globale ha bisogno delle infrastrutture! Al centro dell'economia non ci sono più materie prime localizzate, ma finanza e servizi specializzati. L'impatto
urbano
della
globalizzazione
economica
è
anche
nell'insediamento delle strutture, nella mutazione delle città in quartieri generali delle imprese. Chiaramente questo non è valido per tutte le città: il processo si diversifica in base al settore trainante dell'economia di ciascun centro urbano. Questo porta al delinearsi di profonde disuguaglianze fra le città. I
mutamenti
si
distribuiscono
tra
il
valore
diverso
dato
all'industrializzazione, o al turismo, o ai settori culturale e ambientale: se l'ago della bilancia è equilibrato – cosa solitamente abbastanza rara 163 Sociologa ed economista statunitense. 164 Saskia Sassen, Le città nell'economia globale, Il Mulino, Bologna 1997.
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