Little Book Diamanti

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THE LITTLE Book

Diamanti Patrizia di Carrobio

Una guida personale

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Patrizia di Carrobio

Diamanti Una guida personale


Astræa Editrice s.r.l. Bologna www. astraeaeditrice.it © 2010 Astræa Editrice ISBN 978-88-95649-41-2


Sommario

Premessa

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Noi e i diamanti

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Questa sono io

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Il Diamond District

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“Cosa” è un diamante?

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Il commerciante

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Il tagliatore

27

Il broker

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Le quattro C

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Sintetici e falsi

53

Diamanti di sangue

54

Diamanti celebri

57

La montatura

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Qualche notizia storica

75

L’anello di fidanzamento

77

Uno sguardo nel futuro

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Rompiamo gli schemi

82

Scegliere un anello

86

Consigli per chi regala

89

L’anello di famiglia

91

No, l’anello no

94

Oh, che brutto!

96

Che paura!

98

Il piacere del diamante

100

Il Tennis

102

Uomini e diamanti

104

Anche l’occhio vuole la sua parte

105

Usciamo!

108

Pulire, purificare, custodire

111

“È finita”

116

… e per concludere

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Le signore degli anelli

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Diamanti

A Camilla e a Frenchie: sognate senza limiti, everything is possible



Premessa

Molti tendono a identificare i diamanti con gli anelli di fidanzamento, ma in verità i diamanti sono comprati, venduti, regalati, scambiati – rubati! –, ammirati, indossati in tutto il mondo sotto molteplici forme: orecchini, collane, bracciali, pendenti, spille, anelli non di fidanzamento e così via. Ecco perché spero che questo libro possa essere letto con piacere e con interesse un po’ da tutti.

Lui Volete chiederle di sposarvi. Volete chiederglielo nel modo più tradizionale, offrendole un anello che simboleggi il vostro amore, il vostro impegno, la vostra fedeltà. E non siete tranquilli. Non perché non siate sicuri dei vostri sentimenti, ma perché l’acquisto di un anello di fidan9


zamento vi pare una faccenda troppo costosa e complicata. Non agitatevi. Sia che abbiate deciso di farle una sorpresa, sia che abbiate deciso di coinvolgere anche lei in questa impresa che vi sembra al di sopra delle vostre capacità, sono qui per darvi una mano. Scegliere un anello di fidanzamento dovrebbe essere piacevole (può anche essere istruttivo), ma soprattutto segna l’inizio di una nuova vita, si spera felice: non permettete che l’ansia rovini un momento così unico, e intenso. Dunque, lasciatevi aiutare. Leggete questo libro. Farete una scelta migliore.

Lei Vi ha chiesto di sposarlo. Ve l’ha chiesto nel modo più tradizionale, offrendovi un anello che simboleggia il suo amore, il suo impegno, la sua fedeltà. Presumo che siate al settimo cielo! Conosco ragazze, e signore, che dall’età di sette anni sognano di sentirsi chiedere in moglie da un uomo che, in ginocchio, offre loro un anello. Potete essere più o meno tradizionaliste, più o meno fantasiose, più o meno romantiche – e pertanto ognuna di voi avrà immaginato una scena diversa, e un anello diverso 10


–, ma scommetto che, almeno una volta nella vita, tutte voi avete desiderato che succedesse; o quanto meno, ne avete considerato la possibilità. Mi auguro vivamente che l’anello vi piaccia. E che abbiate saputo accettarlo con grazia, anche se per caso non vi piace affatto (può succedere, ma nulla è perduto – andate a p. 96). Oppure: lui, consapevole della vostra indiscutibile superiorità in materia, vi ha chiesto – oltre che di sposarlo – di accompagnarlo dal gioielliere per scegliere un anello. Per quanto pensiate di saperla lunga, datemi retta e leggete questo libro: farete una scelta migliore.

Lui & Lei Per mille motivi – non credete nel matrimonio, uno di voi due è ancora in attesa di divorzio, siete anticonformisti ecc. –, non state per sposarvi, ma semplicemente è arrivato il momento di un regalo speciale. Un ottimo motivo per leggere questo libro.

Tutti gli altri Non possedete ancora un diamante ma avete deciso di non aspettare che ve lo regali il Principe 11


Azzurro e di concedervelo – sotto forma di orecchini, di un pendente, di una collanina, di quello che volete (brave, era ora). Proprio stamattina pensavate a quanto siete stati fortunati a incontrare vostra moglie e, a un tratto, vi è venuta voglia di regalarle un diamante (ce ne avete messo di tempo). Vostra figlia si è appena laureata e volete farle un bel regalo per dirle quanto siete contenti e orgogliosi (fate bene, se lo merita). State per diventare suoceri e non vorreste mai che il vostro futuro genero turlupinasse la vostra bambina spacciandole per “Perfetto” un “Imperfetto 3” (giusto: di questi tempi non si può mai sapere). State per diventare suoceri e non vorreste mai che il vostro ragazzo si lasciasse raggirare dalla vostra futura nuora: un anello con un diamante non costa necessariamente un occhio della testa (è quello che dico sempre anch’io). Questo libro è scritto per voi. Sì, perché nel momento in cui vi accingete ad acquistare un diamante è a mio parere indispensabile che possediate alcune nozioni tecniche e pratiche. Comprereste mai una lavatrice scegliendola tra i mille modelli in commercio senza prima esservi assicurati che, oltre ad assolvere la funzione primaria di lavare la biancheria e i vestiti, non con12


sumi troppo, sia il più possibile silenziosa e possegga alcuni programmi fondamentali come quello per lavare i golf, o sia dotata di certi optional che in verità non sono affatto tali: avete presente il tasto antipiega per quando lavate le tende? Ora, non scandalizzatevi, il paragone con la lavatrice è più calzante di quanto pensiate: non comprate mai una pietra d’impulso, solo perché vi siete lasciati incantare dal modo in cui riflette la luce, e non sceglietela solo pensando a quanto è grande. Non sto dicendo che vi ci vuole un corso, ma semplicemente che un buon acquisto si fonda sulla consapevolezza e voi dovete innanzitutto: a) avere ben chiaro qual è, realisticamente, il vostro budget; b) farvi un’idea su cosa è un diamante e sulle caratteristiche tecniche che determinano il suo valore; c) riflettere sulla personalità e lo stile di vita di chi lo porterà (se lo state scegliendo per voi quest’ultima parte non dovrebbe essere difficile, ma se lo state scegliendo per qualcun altro può essere più complicato). In caso contrario, rischiereste di sprecare un mucchio di denaro e di pentirvene amaramente: un vero peccato in sé, ma anche tenuto conto che comprare un diamante dovrebbe essere innanzitutto un divertimento e sarebbe assurdo se ve lo 13


rovinaste con le vostre stesse mani. La cosa buffa è che spesso, dopo averci riflettuto, finirete per essere davvero convinti che la pietra che in un primo momento vi era piaciuta più delle altre è effettivamente quella che più si adatta alle vostre esigenze e ai vostri desideri: ma sarete d’accordo con me sul fatto che un conto è fare d’impulso un acquisto del genere e un conto è arrivarci dopo averlo meditato. Consapevolezza, questa è la parola d’ordine, e io vorrei aiutarvi a raggiungerla.

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Noi e i diamanti

Dal momento che da trent’anni lavoro nel mondo dei diamanti, credo di avere ormai una certa familiarità con queste meravigliose pietre. Per la maggior parte della gente non è così, anche se ne ha visti a bizzeffe: non solo attraverso giornali, cinema e televisione, ma anche indosso a qualcuno o semplicemente nelle vetrine dei negozi. Oltretutto, un gioiello che abbia delle pietre anche “soltanto” semipreziose (acquemarine, quarzo fumé ecc.) contiene quasi sempre almeno qualche brillantino, sia pure piccolissimo. E da oltre mezzo secolo i diamanti sono considerati più abbordabili di un tempo, non più patrimonio esclusivo di re e regine, stelle del cinema, milionari e principesse delle fiabe: ciò nonostante, nell’immaginario di molti continuano a rappresentare il lusso e l’esclusività. Quel che è peggio, si tende a dare per scontato che un gioiello con i diamanti debba essere regalato, più di ogni altro gioiello, da un uomo a una 15


donna. Ma perché se una donna ama i diamanti e ha i soldi per comprarseli non dovrebbe regalarseli da sola? In secondo luogo, benché sia dispiaciutissima di contraddire l’adorabile Holly Golightly, protagonista di Colazione da Tiffany, non penso affatto che i diamanti su una donna sotto i quaranta siano “volgari”, tutt’altro. Credo invece che, come le perle, non solo siano dei superclassici che non passano mai di moda ma anche che stiano bene a tutte le donne e, nelle giuste proporzioni, a tutte le età. Certo, un paio di orecchini un po’ impegnativi, che a quindici anni sarebbero inappropriati, sono viceversa perfetti su una giovane signora di quaranta. Ma chi l’ha detto che esistono solo orecchini impegnativi? Perché una quindicenne che si sente più carina con un paio di bottoncini di diamanti non dovrebbe poterseli mettere serenamente? Dunque, ragazze, che abbiate quindici o cent’anni, portate pure i diamanti. E voi, ragazzi, regalateli a tutte le donne importanti della vostra vita, senza lasciarvi condizionare dalla loro età. Inoltre, mentre non mi sentirei di consigliare a nessuno di acquistare dei gioielli come investimento (a meno che non siano antichi e firmati), in momenti di crisi i diamanti rappresentano un classico bene rifugio: sono facilmente vendibili, trasportabili e prendono poco spazio. Negli anni di guerra hanno aiutato tanta gente a tirarsi fuori dai 16


guai o a ricostruirsi una vita (pensate anche soltanto agli ebrei scampati alle persecuzioni naziste). In una società votata al consumo come la nostra, risparmiare per regalare o per concedersi un bene senza tempo come un diamante può essere anche un esercizio di pazienza, un modo più piacevole di altri per abituarsi a rinunciare a una piccola gratificazione immediata in vista di una più grande e duratura (è un’abitudine molto sana e torna spesso utile). Voi ragazze, e signore, pensate a quanti soldi spendete per vestirvi e a come, l’anno dopo, il vostro istinto sarebbe spesso quello di dar via tutto per rifarvi il guardaroba… Be’, vi assicuro che questo con un diamante non vi succederà mai. Inoltre, vorrei farvi riflettere su un fatto al quale forse non avete mai pensato: i gioielli con i diamanti, anche nella variante “mini” e dunque per nulla costosi, danno tono persino all’abbigliamento più semplice. Una catenina con dei diamanti vi farà sentire, ed essere, chic con un golfino a collo alto d’inverno e una maglietta d’estate. Potrebbe dunque valer la pena “investire” su un accessorio del genere – che non si rovina, non passa di moda, sta bene con qualunque colore, su qualunque capo e a qualsiasi ora, e non vi stancherà mai – piuttosto che in abiti o in altri accessori meno versatili e meno durevoli. Senza contare il fatto che, se proprio 17


doveste esservi stancate persino di un diamante, potete sempre farlo rimontare e avere un gioiello nuovo di zecca. I diamanti sono davvero pietre meravigliose e spero che questo libro contribuisca anche solo in piccola parte a far cadere l’invisibile barriera che ancora li separa da molti di voi.

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Questa sono io

Il mio primo diamante è stato quello che ho ritrovato nella camera da letto dei miei genitori, nel paracolpi di una gamba del tavolino: si era staccato da un anello di mia madre ed era stato cercato per mesi. Avevo sei anni e vorrei poter dire che quel ritrovamento ha segnato l’inizio di una passione, ma la verità è che il motivo per il quale a un certo punto ho deciso che i gioielli sarebbero diventati il mio mestiere (e non avrei potuto trovarne uno che mi fosse più congeniale) è misterioso persino a me stessa. Soltanto dopo aver preso questa decisione ho scoperto che la mia nonna paterna, Gabriella di Robilant, che quasi non avevo conosciuto, i gioielli oltre che a portarli si divertiva a disegnarli e ad acquistarli – incredibile, in un’epoca, la prima metà del Novecento, in cui nella maggior parte dei casi gli unici gioielli che una donna possedeva erano quelli che riceveva in regalo. 19


Dal 1981 al 1991 sono stata responsabile del settore gioielli da Christie’s, a New York – nonché la prima banditrice d’asta donna –, e da vent’anni ho un ufficio mio nel Diamond District dove compro e vendo diamanti, pietre preziose e gioielli vintage. Nel periodo di Christie’s, mi ero infatti resa conto che per me l’aspetto di maggior soddisfazione era il rapporto con i clienti: la gente mi piace, mi incuriosisce, mi appassiono ai caratteri e alle storie, mi diverto a dare consigli e faccio di tutto per accontentare le richieste che ricevo. Dai miei clienti, inoltre, ho imparato molto di quello che so sull’animo umano.

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Le quattro C

Non sono così presuntuosa, né così velleitaria, da pensare di fare di voi degli esperti di diamanti, ma mi piacerebbe che, dopo aver letto questo libro, entraste in gioielleria avendo ben presenti le nozioni tecniche basilari che vi permetteranno di parlare con il gioielliere senza sentirvi troppo spae­sati o fare la figura degli sprovveduti. Avrete forse sentito parlare delle famose “quattro C”, che stanno a indicare i quattro criteri fondamentali usati per definire l’aspetto e il valore di un diamante: Carat, Cut, Colour e Clarity (Caratura, Taglio, Colore e Purezza). Esiste un ente, il Gemological Institute of America (gia), che è considerato la massima autorità mondiale in materia di diamanti e che ha succursali in molti paesi del mondo: perlopiù, in città come Anversa, Mumbai, Tel Aviv, dove il traffico di diamanti è particolarmente intenso (vi è anche una filiale italiana, a Firenze, che tra l’altro organizza cor31


si di gemmologia, www.giaflorence.it). È l’istituto di settore più famoso nel mondo, anche se non è l’unico, e rilascia certificati nei quali sono illustrate molto chiaramente tutte le caratteristiche di un determinato diamante. La certificazione gia può essere molto utile per valutare un acquisto, ma non sempre è necessaria. Personalmente, sono convinta che l’importanza delle “quattro C” sia sopravvalutata e che non dovrebbero costituire dei vincoli troppo rigidi. Ma prima di decidere che siete d’accordo con me – e che dunque potete prenderle con una certa elasti-

Tavola

Corona

Cintura

Profondità

Apice

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cità –, bisogna che siate consapevoli, almeno a grandi linee, di cosa si tratta. Carat (Caratura) Il peso di una pietra preziosa, e dunque anche di un diamante, si misura in carati. Il termine “carato” deriva dal greco kération, “carruba”, il cui seme veniva usato come unità di misura per il peso. Il carato è diviso in 100 punti, dunque un diamante da 75 punti è un diamante da 0,75 carati. Col tempo, naturalmente, le bilance si sono evolute: in passato si usavano i bilancini a due piatti e tutto un arsenale di pesi in scala (senza che questo, mi preme dirlo, pregiudicasse la loro precisione). Oggi si usano quelli elettronici, che alla precisione abbinano il vantaggio di una miglior leggibilità e di una sensibilità maggiore. A parità di caratura, un diamante può essere infinitamente più prezioso di un altro a seconda del colore, della purezza e della qualità del taglio. E, a occhio, possono sembrare uno molto più grande dell’altro. Il prezzo di un diamante si stabilisce al carato, anche se al cliente si comunica il prezzo complessivo; sul mercato, le quotazioni sono espresse in dollaro per carato. Il prezzo al carato varia in maniera direttamente proporzionale alla grandezza della pietra: a parità di colore e purez33


za, una pietra più grande costa al carato più di una più piccola. Cut (Taglio) Questo termine si usa di solito con riferimento sia alla forma di un diamante (rotondo, a goccia, ovale ecc.), sia alle proporzioni di taglio (le esatte proporzioni geometriche secondo le quali viene tagliata una pietra). Il taglio di un diamante è costituito da uno schema di superfici e faccette: determina il modo in cui la luce viene rifratta, ed ecco perché una pietra tagliata a regola d’arte (ben levigata, non troppo profonda, non troppo bassa, simmetrica nel suo insieme) è molto più scintillante di un’altra tagliata in maniera approssimativa. Il taglio non dev’essere confuso con la forma: i diamanti possono essere tagliati in molte forme diverse.

Taglio profondo

Taglio basso

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Brillante (rotondo). Innanzitutto, una precisazione: brillante non è, come molti credono, un sinonimo di diamante; dunque, se sentite parlare di uno zaffiro o di un rubino tagliato a brillante, non stupitevi. Dagli anni Quaranta è il taglio più classico e diffuso, ed è anche quello che richiede un maggior sacrificio in termini di peso: per questo i diamanti rotondi sono anche – a parità di caratura, colore e purezza – i più costosi al carato.

Smeraldo (da rettangolare a quadrato). È la forma tradizionalmente usata per gli smeraldi. Può avere gli angoli vivi o smussati. Rispetto al brillan35


te rende la pietra meno scintillante perché è meno sfaccettato, ma è molto elegante e secondo me è particolarmente adatto alle pietre più grandi.

Radiant (da rettangolare a quadrato). Ha lo stesso contorno dello smeraldo, ma risulta molto più scintillante perché è più sfaccettato nella parte inferiore.

Princess (da rettangolare a quadrato). Il contorno della pietra è sempre lo stesso, ma è ancora più sfaccettato del radiant e pertanto rifrange maggiormente la luce. 36


Asscher (da rettangolare a quadrato). Prende il nome dal tagliatore che lo creò sul finire dell’Ottocento. La sua peculiarità è che, vista in sezione, la parte superiore della pietra è piuttosto alta e lavorata a gradini. Ha il pregio di rendere il diamante molto scintillante, ma lo fa sembrare più piccolo, dunque è adatto alle pietre più grandi.

Baguette. Questa forma si usa di solito per le pietre laterali di un anello, o per un diamante parte di un gioiello: è un rettangolo abbastanza piatto con gli angoli vivi. 37


Ovale. È una forma che esalta la luminosità del diamante: lo consiglio a chi ricerca l’effetto “brillante” ma preferisce una forma un po’ meno classica.

Marquise. Si differenzia dall’ovale, rispetto al quale è anche molto più antica, per le due punte.

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Goccia. Dal mio punto di vista, si addice pi첫 a un pendente da collo o a un paio di orecchini che a un anello.

Cuore. Alcuni lo trovano romantico, altri (me compresa) lezioso.

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Old Mine. È una delle forme più antiche, del quale il brillante rappresenta l’evoluzione anche come numero di faccette. È caratterizzato da un apice aperto e da una tavola piccola.

Rosetta. Ha la tavola sfaccettata e il fondo liscio, può essere di qualsiasi forma. Originario dell’India, dove si diffuse nel XVI secolo, è un modello abbastanza poco convenzionale, più adatto a un gioiello fantasia che a uno tradizionale. Dal momento che ha il fondo liscio, a parità di carati sembra più grande.

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Cushion (da rettangolare a quadrato). Ha tutti gli angoli smussati e l’apice aperto. Inutile dire che non esiste una forma in sé più bella di un’altra, fidatevi dunque del vostro gusto. Colour (Colore) I diamanti più diffusi vanno dal bianco trasparente al giallo chiaro, passando per il bianco sporco, ma in natura ne esistono in molti colori diversi, alcuni rari (vedi sotto). Il gia classifica i diamanti bianchi trasparenti secondo una scala che va da d (incolore) a z (giallo chiaro). Oltre la z si passa ai diamanti “fantasia”, e a quel punto il colore diventa più importante del non colore. Tra un grado e l’altro di bianco trasparente, le differenze sono davvero minime e visibili soltanto a un occhio esperto. Mi stupirebbe molto se un profano fosse in grado di riconoscere un f da un g 41


Scegliere un anello

Ci sono uomini deliziosi che adorano sorprendere la donna che amano. Altri, un po’ più rigidi, che le sorprese le detestano: sia farle, sia riceverle. In compenso ce ne sono molti, encomiabili, che si sforzano di farle per essere carini ma che troverebbero molto più comodo e pratico comprare insieme, per essere certi di non sbagliare, qualsiasi regalo di qualche valore o con un certo margine di errore – diciamo partendo dalla maglietta, o dalla boccetta del profumo che lei usa da sempre, a salire. Quando si tratta di scegliere un anello di fidanzamento, la questione si complica: nella maggior parte dei casi, anche l’uomo più pragmatico diventa almeno un po’ romantico e dunque amerebbe essere in grado di fare una sorpresa. Anche perché, in linea di massima, noi donne adoriamo le sorprese! Come sempre, bisognerebbe anche tener conto di chi si ha davanti: ci sono alcune per le 86


quali l’anello è solo un aspetto accessorio di una questione – il matrimonio – fondamentale; altre che invece all’anello tengono da morire, e non per questo sono superficiali. Ora, non voglio certo indurvi alla faciloneria: non sto dicendo che, a meno che non abbiate di fronte una fanatica dei gioielli, qualsiasi anello va bene (sempre che, come è ovvio, abbiate stabilito col gioielliere di poterlo cambiare) e che conta solo la domanda di matrimonio. Cambiare l’anello dovrebbe essere l’ultima spiaggia, anche se siete voi, nel momento stesso in cui lo regalate, a far presente questa possibilità (magari non proprio nello stesso momento, quello dopo sarebbe meglio). L’ideale sarebbe riuscire a scegliere da subito l’anello giusto. Ecco perché, se ci tenete a fare una sorpresa, vi raccomando di non improvvisare: sondate prima il terreno (vedete il capitolo successivo), possibilmente senza essere troppo goffi, oppure – meglio ancora – fatevi accompagnare e consigliare da qualcuno che conosca molto bene la destinataria, per esempio una sorella o un’amica che sappia mantenere il segreto. Se poi la vostra futura metà ha gusti molto precisi in materia di gioielli e voi non siete certi di conoscerli bene, forse sarebbe più prudente coinvolgerla nell’operazione e andare dal gioielliere due volte: la prima da soli, per farvi mettere da parte una piccola selezione di anelli 87


che rientrino nel vostro budget; la seconda con lei, perché possa scegliere quello che le piace di più. Rimane poi la questione della misura: premesso che gli anelli si possono stringere e allargare con facilità, sarete d’accordo con me sul fatto che è molto più bello regalare un anello della misura giusta anziché uno che si incastra sopra la nocca o che scivola di qua e di là. Ecco cosa potreste fare: a) se c’è un anello che lei porta all’anulare, ma non sempre, sottraeteglielo per mezza giornata (se non vivete insieme avrete bisogno di un complice, ma in genere madri e sorelle sono ben felici di prestarsi), portatelo dal gioielliere e fate prendere la misura; b) se l’anello campione non c’è, ma ce n’è un altro che lei porta abitualmente, sfilateglielo e “per gioco” provatevelo sul mignolo: questo vi consentirà di farvi un’idea abbastanza precisa che potrete riportare al gioielliere; c) se non ha altri anelli è dura! Affidatevi al vostro occhio. Comunque, nel dubbio esagerate: le starà largo, ma almeno potrete metterglielo al dito. Come vedete, per scegliere un anello non c’è un unico modo giusto: di modi ce ne sono tanti, sta a voi trovare – con intuito e sensibilità – quello più giusto per voi. Ecco di seguito qualche domanda che potreste porvi pensando alla vostra fidanzata e che spero vi sarà utile per arrivare a scegliere l’anello dei suoi sogni. 88


Consigli per chi regala

1. La vostra Lei ha un designer di gioielli preferito? Questo vi aiuterà per orientarvi se non altro sulle linee, che possono essere semplici, elaborate, geometriche, morbide ecc. 2. Se possiede altri gioielli, predomina l’oro gial­ lo o l’oro bianco? 3. In assoluto, ha uno stile classico o eclettico? 4. Predilige l’antico o il moderno? 5. Esiste un anello che le piace particolarmente? Non importa se è quello di sua madre o quello di una diva del cinema, potete farlo copiare dal gioielliere: bastano, in mancanza dell’originale, anche delle fotografie. 6. Nella sua o nella vostra famiglia esiste qualche tipo di tradizione legata agli anelli che a lei po­ trebbe far piacere continuare? La zia di una mia amica, per esempio, aveva un anello uguale a quello di sua suocera e ne aveva fatta fare una copia per la futura nuora. 89


7. Qual è il suo stile di vita? Se svolge un lavoro in cui usa molto le mani, invece di una montatura elaborata probabilmente ne apprezzerà di più una semplice e solida, che le permetta di portare l’anello sempre senza paura di rovinarlo. 8. È il tipo di donna che preferisce avere un solo paio di scarpe bellissime e molto costose anziché tre paia “normali”? Studiare l’altro, intuire i suoi desideri e cercare di soddisfarli è il modo migliore per rendere felice qualcuno. Spero che proviate gusto nel farla diventare un’abitudine, e che il vostro esempio sia contagioso. Spero, insomma, che – se non lo siete già – diventiate il più possibile sensibili e affettuosi l’uno con l’altra.

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